EDITORIALE La lettera pastorale 2017/18 del cardinale Delpini Giovani domande e poveri … ·...

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Periodico della Comunità pastorale San Giovanni evangelista - Opera/Noverasco Tel . 02/57600310 , www.comunitasangiovanniopera.it Anno XXV Anno XXV Anno XXV, , , numero 241 5 Novembre 2017 Giovani domande e poveri beati I niziamo come decanato di Rozzano, cioè come comunità cristiane vicine, a valorizzare il “Passo in avanti” che abbiamo maturato come prioritario per annunciare il Vangelo perché sia fermen- to di vita, comunione e gioia. Abbiamo evidenziato i giovani come coloro che, desiderosi di notizia buona, sono anche portatori di novità nell’accoglierLa. La proposta è stata elaborata (vedi ultima pagina) su tre date, la prima delle quali sarà a novembre a Pieve Emanuele. Que- sta proposta sui giovani è rivolta ai Con- sigli Pastorali, agli educatori, agli adulti e ai giovani. Lasceremo spazio a domande che sentiamo urgenti per far fiorire il Vangelo oggi. Per il primo incontro: Come identifico il giovane? Quali desideri scopriamo in loro? Quale Vangelo emerge nella loro esperienza? Per il secondo incontro puntiamo sulla capacità generativa della comunità edu- cante. Quali sono i segni che esprimono una “comunità generativa”? La parola generare chiama in causa il suo opposto: cosa rende sterile la nostra comunità? Il riferimento all’esperienza degli Atti degli Apostoli sarà proficua. Il terzo incontro, più mirato ai social networks, chiede una riflessione tra la comunicazione nostra, tradizionale, e quello dei giovani. Quali sono le nostre potenzialità a confronto di quelle dei social? Come far sì che il comunicare attraverso i social diventi occasione di maturazione? Come in questo quadro possiamo collocare il Vangelo in para- bole e il modo di comunicare di Gesù? L’Apocalisse come orizzonte profezia per la speranza? Un altro orizzonte che porta luce e gra- zia in mezzo a noi sarà la Giornata Mondiale dei Poveri, istituita da papa Francesco a chiusura del Giubileo della Misericordia. Fissando la data, il papa ha voluto legare la giornata dei poveri alla Solennità di Cristo Re dell'Univer- so, perché possa far risaltare ancora me- glio la singolarità della signoria di Cristo sul mondo. Il rito Ambrosiano anticipa questa giornata di due domeniche (5 novembre) rispetto al rito Romano; nella Solennità di Cristo Re, infatti, la nostra Diocesi celebra la Giornata della Caritas, con gli stessi obiettivi. Il tempo di Avvento sarà occasione per tenere viva anche la dedizione ai poveri di Haiti e a tutti i servizi che della Cari- tas parrocchiale. Lapidari gli insegnamenti di don Primo Mazzolari: “La nostra grande colpa co- me cristiani non è che dopo duemila anni ci siano ancora dei poveri, ma che sia umiliante e vergognoso fare il povero in terra cristiana, e che qualche forma della nostra carità ne abbia ribadito la vergogna. Metterli davanti, ai primi po- sti, una volta tanto: potrebbe anche esse- re una messa in scena. Mi pare che ci fosse un giorno dell’anno in cui gli stessi schiavi venivano serviti a tavola dai pa- droni. Ma il giorno appresso si era da capo. Gesù li mette davanti; ma c’è anche lui coi poveri, povero come tutti e di più. Egli non è uno spettatore: fa il po- vero, è il Povero. E l’onore e la dignità gliel’ha confermata al povero in questa maniera: non genericamente, alla pover- tà, ma a ciascuno, poiché egli è in ciascu- no che ha fame e sete, che è senza casa e senza vestito, malato e prigioniero… come in un ostensorio. L’ostensorio viene portato dal sacerdote più in alto in gerarchia. Il povero che porta l’ostensorio di Cristo non è più l’ultimo, ma il primo; e allora lo si mette a tavola e si è felici di servirlo, perché da questo servizio dipende la nostra salvez- za. Se ci vuol tanto bene, a noi poveri, perché non ci fa tutti ricchi? Ricchi! E diciamo questa magica parola, come se dicessimo: felici!” don Olinto EDITORIALE La lettera pastorale 2017/18 del cardinale Delpini «Vieni, ti mostrerò la sposa dell’Agnello» Una Chiesa aperta, sinodale, semplificata, corresponsabile, unita pur nella pluriformità di esperienze, sensibile alla qualità della li- turgia, attenta ai giovani, responsabile nel discernimento di fronte alle sfide del mon- do, che sappia utilizzare al meglio i media diocesani per fare opinione. Sono queste in sintesi le indicazioni pasto- rali per questo anno dell’arcivescovo Mario Delpini. «Fratelli, sorelle, desidero ancora salutarvi, benedirvi, ringraziarvi per le atten- zioni, la cordialità, la preghiera che hanno accompagnato l’inizio del mio ministero in questa santa Chiesa ambrosiana – inizia così il testo dell’Arcivescovo -Vi raggiungo solo ora con queste indicazioni pastorali per l’anno che già si è avviato. Immagino che l’appassionata diligenza e l’efficienza orga- nizzativa che caratterizzano le nostre comu- nità abbiano già determinato i temi e i ca- lendari, programmato interventi e iniziative. Mi presento quindi con discrezione e ri- spetto, ma invito a considerare le indicazio- ni che offro come un punto di riferimento che può anche richiedere qualche semplifi- cazione dei calendari e qualche concentra- zione più evidente sulle priorità indicate». Fede e vita Delpini riprende e rilancia una forte preoc- cupazione che già da decenni i precedenti Arcivescovi di Milano hanno «denunciato e contrastato», a partire da Giovanni Battista Montini con la Missione di Milano del 1957: la separazione tra la fede e la vita. «Alla contemplazione dell’opera di Dio deve ispi- rarsi il nostro cammino di Chiesa nel tempo – scrive Delpini -. Il rischio di lasciare la contemplazione circoscritta a un tempo che sta fuori dal tempo del vissuto quotidiano e in un luogo che è separato, come un recin- to sacro, dagli ambienti della vita ordinaria (Continua a pagina 2)

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Periodico della Comunità pastorale San Giovanni evangelista - Opera/Noverasco

Tel. 02/57600310, www.comunitasangiovanniopera.it

Anno XXVAnno XXVAnno XXV, , , numero 241 5 Novembre 2017

Giovani domande e poveri beati

I niziamo come decanato di Rozzano, cioè come comunità cristiane vicine, a valorizzare il “Passo in avanti” che

abbiamo maturato come prioritario per annunciare il Vangelo perché sia fermen-to di vita, comunione e gioia. Abbiamo evidenziato i giovani come coloro che, desiderosi di notizia buona, sono anche portatori di novità nell’accoglierLa. La proposta è stata elaborata (vedi ultima pagina) su tre date, la prima delle quali sarà a novembre a Pieve Emanuele. Que-sta proposta sui giovani è rivolta ai Con-sigli Pastorali, agli educatori, agli adulti e ai giovani. Lasceremo spazio a domande che sentiamo urgenti per far fiorire il Vangelo oggi. Per il primo incontro: Come identifico il giovane? Quali desideri scopriamo in loro? Quale Vangelo emerge nella loro esperienza? Per il secondo incontro puntiamo sulla capacità generativa della comunità edu-cante. Quali sono i segni che esprimono una “comunità generativa”? La parola generare chiama in causa il suo opposto: cosa rende sterile la nostra comunità? Il riferimento all’esperienza degli Atti degli Apostoli sarà proficua. Il terzo incontro, più mirato ai social networks, chiede una riflessione tra la comunicazione nostra, tradizionale, e quello dei giovani. Quali sono le nostre potenzialità a confronto di quelle dei social? Come far sì che il comunicare attraverso i social diventi occasione di maturazione? Come in questo quadro possiamo collocare il Vangelo in para-bole e il modo di comunicare di Gesù? L’Apocalisse come orizzonte profezia per la speranza? Un altro orizzonte che porta luce e gra-zia in mezzo a noi sarà la Giornata

Mondiale dei Poveri, istituita da papa Francesco a chiusura del Giubileo della Misericordia. Fissando la data, il papa ha voluto legare la giornata dei poveri alla Solennità di Cristo Re dell'Univer-so, perché possa far risaltare ancora me-glio la singolarità della signoria di Cristo sul mondo. Il rito Ambrosiano anticipa questa giornata di due domeniche (5 novembre) rispetto al rito Romano; nella Solennità di Cristo Re, infatti, la nostra Diocesi celebra la Giornata della Caritas, con gli stessi obiettivi. Il tempo di Avvento sarà occasione per tenere viva anche la dedizione ai poveri di Haiti e a tutti i servizi che della Cari-tas parrocchiale. Lapidari gli insegnamenti di don Primo Mazzolari: “La nostra grande colpa co-me cristiani non è che dopo duemila anni ci siano ancora dei poveri, ma che sia umiliante e vergognoso fare il povero in terra cristiana, e che qualche forma della nostra carità ne abbia ribadito la vergogna. Metterli davanti, ai primi po-sti, una volta tanto: potrebbe anche esse-re una messa in scena. Mi pare che ci fosse un giorno dell’anno in cui gli stessi schiavi venivano serviti a tavola dai pa-droni. Ma il giorno appresso si era da capo. Gesù li mette davanti; ma c’è anche lui coi poveri, povero come tutti e di più. Egli non è uno spettatore: fa il po-vero, è il Povero. E l’onore e la dignità gliel’ha confermata al povero in questa maniera: non genericamente, alla pover-tà, ma a ciascuno, poiché egli è in ciascu-no che ha fame e sete, che è senza casa e senza vestito, malato e prigioniero… come in un ostensorio. L’ostensorio viene portato dal sacerdote più in alto in gerarchia. Il povero che porta l’ostensorio di Cristo non è più l’ultimo, ma il primo; e allora lo si mette a tavola e si è felici di servirlo, perché da questo servizio dipende la nostra salvez-za. Se ci vuol tanto bene, a noi poveri, perché non ci fa tutti ricchi? Ricchi! E diciamo questa magica parola, come se dicessimo: felici!”

don Olinto

EDITORIALE La lettera pastorale 2017/18

del cardinale Delpini

«Vieni, ti mostrerò

la sposa dell’Agnello»

Una Chiesa aperta, sinodale, semplificata,

corresponsabile, unita pur nella pluriformità

di esperienze, sensibile alla qualità della li-

turgia, attenta ai giovani, responsabile nel

discernimento di fronte alle sfide del mon-

do, che sappia utilizzare al meglio i media

diocesani per fare opinione.

Sono queste in sintesi le indicazioni pasto-

rali per questo anno dell’arcivescovo Mario

Delpini. «Fratelli, sorelle, desidero ancora

salutarvi, benedirvi, ringraziarvi per le atten-

zioni, la cordialità, la preghiera che hanno

accompagnato l’inizio del mio ministero in

questa santa Chiesa ambrosiana – inizia così

il testo dell’Arcivescovo -Vi raggiungo solo

ora con queste indicazioni pastorali per

l’anno che già si è avviato. Immagino che

l’appassionata diligenza e l’efficienza orga-

nizzativa che caratterizzano le nostre comu-

nità abbiano già determinato i temi e i ca-

lendari, programmato interventi e iniziative.

Mi presento quindi con discrezione e ri-

spetto, ma invito a considerare le indicazio-

ni che offro come un punto di riferimento

che può anche richiedere qualche semplifi-

cazione dei calendari e qualche concentra-

zione più evidente sulle priorità indicate».

Fede e vita

Delpini riprende e rilancia una forte preoc-

cupazione che già da decenni i precedenti

Arcivescovi di Milano hanno «denunciato e

contrastato», a partire da Giovanni Battista

Montini con la Missione di Milano del 1957:

la separazione tra la fede e la vita. «Alla

contemplazione dell’opera di Dio deve ispi-

rarsi il nostro cammino di Chiesa nel tempo

– scrive Delpini -. Il rischio di lasciare la

contemplazione circoscritta a un tempo che

sta fuori dal tempo del vissuto quotidiano e

in un luogo che è separato, come un recin-

to sacro, dagli ambienti della vita ordinaria

(Continua a pagina 2)

continua a insidiare i discepoli

di Gesù. È un rischio che an-

ch’io vorrei denunciare e con-

trastare, chiedendo a tutti di

appassionarsi alla vocazione a

essere pietre vive di una Chie-

sa che sia un segno della Ge-

rusalemme nuova».

La sfida della sinodalità

«La sinodalità è la sfida che

vogliamo raccogliere», sottoli-

nea l’Arcivescovo. Una parola

che non deve diventare vuoto

slogan, ma innervare la Chiesa

ambrosiana. «È doveroso de-

clinare un’attenzione che deve

dare forma a tutta la vita della

Chiesa, perché sia profezia

della città santa. La sinodalità

infatti è opera dello Spirito

che dei molti fa una cosa so-

la». L’Arcivescovo non si na-

sconde certo le difficoltà:

«Quale docilità allo Spirito,

quali attitudini virtuose, quali

esercizi ascetici rendono pra-

ticabile l’esercizio della sinoda-

lità a uomini e donne tentati

da indivi­dualismo, protagoni-

smo, inerzia, rassegnazione,

mutismo, confusione? Si deve

raccogliere un richiamo alla

conversione». Una conversio-

ne che diventa azione. «La

sinodalità è una disciplina

dell’agire pastorale. Ci si deve

domandare: quale metodo,

quali procedure, quali forme

istituzionali rendono praticabi-

le l’esercizio di un discerni-

mento e di un agire sinodale a

comunità tentate di delegare,

di sottrarsi a responsabilità, di

preferire il lamento all’impe-

gno, di essere impazienti e

insofferenti, di dividersi in

fazioni e di isolarsi in aggrega-

zioni autoreferenziali?».

Il ruolo dei laici

Dal Concilio l’impegno dei

laici nella corresponsabilità

ecclesiale è centrale nella vita

della Chiesa. Eppure, nono-

stante un lungo cammino, c’è

ancora molto da maturare, in

una comunità che rischia di

essere soffoca-

ta dal clericali-

smo, ma anche

da un laicato

non all’altezza.

«Forse i laici

hanno preferi-

to la delega e

la lamentela

all’assunzione

di responsabili-

tà e a percorsi

adeguati di

formazione? –

si domanda Delpini -. Forse i

preti hanno esercitato il loro

magistero in modo personali-

stico e autoritario temendo la

corresponsabilità dei laici?

Forse la complessità delle pro-

cedure si è rivelata così fatico-

sa da scoraggiarne la pratica?

Mi riferisco in particolare ai

Consigli pastorali, specie ai

Consigli pastorali decanali».

Allora «è necessario immagi-

nare a livello di parrocchia, di

comunità pastorali, di decana-

to e di Diocesi la serietà della

riflessione, la pazienza della

pratica ordinaria, l’onestà della

verifica.».

La cura della liturgia

Un’attenzione particolare va

riposta nella qualità della litur-

gia. «La priorità – scrive Delpi-

ni – deve essere la cura per la

celebrazione della Messa do-

menicale: deve essere un ap-

puntamento desiderato, pre-

parato, celebrato con gioia e

dignità: quindi è necessario

che ci sia un gruppo liturgico

che anima la liturgia». Inoltre

«deve essere favorita anche la

preghiera feriale, promuoven-

do la partecipazione alla santa

Messa, la preghiera della Litur-

gia delle Ore, l’adorazione

eucaristica, la preghiera del

rosario, le devozioni popola-

ri». E poi un invito concreto,

ma fortemente simbolico: «È

poi opportuno che la chiesa

rimanga aperta, per quanto

possibile».

L’attenzione ai giovani

In vista del Sinodo dei vescovi

del 2018 sui

giovani, monsi-

gnor Delpini

invita a punta-

re molto que-

st’anno sulle

iniziative della

Pastorale gio-

vanile, a livello

diocesano e

locale, «scuola

di preghiera e

percorso voca-

zionale. La

scelta dei diversi stati di vita

dev’essere accompagnata con

sapienza e autorevolezza dagli

adulti della comunità, così da

favorire le decisioni definitive

per la vita matrimoniale o le

forme di speciale consacrazio-

ne. La comunità degli adulti

deve pensarsi come comunità

educante».

Le comunicazioni sociali

Puntare sui media diocesani. È

il forte invito dell’Arcivescovo

di utilizzare e diffondere gli

strumenti della comunicazione

sociale, che diventano centrali

del dibattito pubblico. «Nella

complessità del nostro tempo

– scrive Delpini – coloro che

condividono la mentalità e i

sentimenti di Cristo hanno la

responsabilità di testimoniare

come la fede diventi cultura,

proponga una vita buona, desi-

derabile per tutti, prometten-

te per il futuro del Paese e

dell’Europa. Nella conversa-

zione quotidiana, nell’uso sag-

gio degli strumenti di comuni-

cazione della comunità

(stampa parrocchiale, Avvenire

con Milano Sette, Il Segno, Ra-

dio Marconi, chiesadimilano.it,

ChiesaTV, ecc.) i discepoli del

Signore condividono, argo-

mentano, approfondiscono

quella visione dell’uomo e

della donna, del mondo e della

vita che si ispira al Vangelo,

che si lascia istruire dal magi-

stero della Chiesa e dalla ri-

cerca personale». Un impegno

che si cala nella realtà locale:

«Le parrocchie formino per-

sone capaci di progettare,

realizzare adeguatamente stru-

menti di comunicazione per la

comunità e di tenere alta l’at-

tenzione su questo ambito».

I cristiani nel mondo

Altro tema centrale è il rap-

porto tra i cristiani e la città

dell’uomo. Delpini invita i cre-

denti al pensare politicamente

e all’impegno diretto. «I cri-

stiani non possono sottrarsi al

compito di praticare abitual-

mente il discernimento in una

metropoli che deve raccoglie-

re la sfida di declinare in modo

nuovo il tesoro della tradizio-

ne ambrosiana», scrive Delpi-

ni. E indica le realtà da consi-

derare: «Gli ambiti di questa

declinazione sono quelli della

generazione (famiglia, figli,

nonni), della solidarietà (logica

di inclusione, a partire dalle

tante periferie che le nostre

società generano), dell’ecolo-

gia integrale (legando il con-

cetto della cura ambiente e

uomo, mondo e società, pro-

duzione e risposta ai bisogni),

del dialogo (come incontro e

reciproca contaminazione,

secondo la logica del meticcia-

to, tra culture, religioni), del

primato della trascendenza

(per non perdere la radice

mistica che ogni religione ri-

chiama, senza la quale non c’è

fondamento al legame sociale,

al vivere insieme, come ricor-

da l’e­sortazione apostolica di

papa Francesco Evangelii gau-

dium), della sinergia tra i vari

soggetti, secodo la logica della

pluriformità nell’unità, che in

questo caso è anche la logica

della sussidiarietà». Un invito

alla partecipazione anche in

vista dei prossimi appunta-

menti elettorali. «L’avvicinarsi

di consultazioni importanti per

le istituzioni politiche e ammi-

nistrative – sottolinea l’Arcive-

scovo – offre una occasione

per riflettere, confrontarsi,

esprimersi sugli aspetti istitu-

zionali della società civile e

sulla situazione e prospettive

politiche del Paese».

(Continua da pagina 1)

lettera pastorale

Ingresso in Diocesi di Sua Eccellenza Mons. Mario Enrico Delpini

“Per annunciare che la terra

è piena della Gloria di Dio ”

Milano, Duomo - 24 settembre 2017

Celebrazione Eucaristica — Omelia

Fratelli, sorelle!

Permettetemi di rivolgermi a

tutti così, chiamandovi fratel-

li, sorelle, “parola tremante

nella notte/ Foglia appena

nata/ Nell'aria spasimante/

involontaria rivolta/ dell'uo-

mo presente alla sua/ fragili-

tà/ Fratelli (G. Ungaretti).

Fratelli, sorelle: non è per

pretendere una familiarità,

piuttosto per offrire una

intenzione di frequentazio-

ne quotidiana, di disponibi-

lità ordinaria, di premurosa,

discreta trepidazione per il

destino di tutti. Fratelli,

sorelle!

Riconosco qui convenuti i

fedeli del popolo santo di

Dio e so che molti seguono

questo evento mediante

radio e tv: ecco, la gente, la

mia gente! Siete le pietre

vive della Chiesa cattolica

in questa terra benedetta da

Dio, in questa diocesi am-

brosiana, e in Chiese sorel-

le di altri paesi e continenti,

uomini e donne, laici e con-

sacrati, famiglie che porta-

no le loro gioie e le loro

ferite, i Cardinali che la

nostra Chiesa ha l’onore di

riconoscere come suoi, ve-

scovi e preti. […] Vorrei in-

vitarvi ad alzare lo sguardo,

ad accogliere l’invito di uno

dei sette angeli… “Vieni, ti

mostrerò la promessa sposa,

la sposa dell’Agnello” (Apc

21,9). Vi invito a guardare la

Chiesa e l’umanità in una

contemplazione più pura, più

penetrante, meno preoccupa-

ta di quello che dobbiamo

fare e più disponibile a rico-

noscere l’opera di Dio e la

dedizione dell’Agnello a ren-

dere bella la sua sposa, come

una sposa adorna per il suo

sposo. […] Voglio dire solo

una parola che ritengo essen-

ziale, necessaria, incorag-

giante e benedetta. Voglio

confermare la profezia stupe-

fatta di Isaia: tutta la terra è

piena della sua gloria. Vo-

glio confermare l’inno di

lode che si canta in ogni li-

turgia eucaristica: Santo,

santo, santo, i cieli e la terra

sono pieni della tua gloria!

Voglio condividere l’inno del

Te Deum: pleni sunt caeli et

terra maiestatis gloriae tuae.

[…] La gloria di Dio non è

una sorta di irruzione trionfa-

listica. Chi si aspetta questa

manifestazione della gloria di

Dio, volgendo lo sguardo

sulla desolazione della terra

dichiara impossibile pensare

che la terra sia piena della

gloria di Dio: la vede piutto-

sto piena di lacrime e rovine,

di ingiustizie e di idiozie.

Eppure io vi annuncio e testi-

monio che la terra è piena

della gloria di Dio. Che si-

gnifica gloria di Dio? Signi-

fica manifestazione dell’a-

more, tenacia dell’amore,

ostinazione dell’amore di

Dio che nel suo Figlio Gesù

rivela fin dove giunge la sua

intenzione di rendere ogni

uomo partecipe della sua

vita e della sua gioia. Ecco

che cos’è la gloria di Dio: è

l’amore che si manifesta.

[…] Forse c’è chi può dire:

è impossibile! Io non valgo

niente! Ma io ti dico che tu

sei prezioso per Dio e Dio

ti ama e avvolge la tua vita

della sua gloria, del suo

amore eterno.

Forse c’è chi pensa: io so-

no troppo triste, troppo

desolato, troppo depresso.

Ma io ti dico che Dio è

vita, che la gioia di Dio è

anche per te, che alla festa

di Dio sei invitato anche tu

e Dio continua ad avvolge-

re la tua vita della sua glo-

ria, della sua luce!

Forse c’è chi pensa: è im-

possibile, io sono cattivo,

io ho fatto del male, io non

riesco io non voglio rinuncia-

re ai miei vizi, io merito solo

castighi e condanne. Ma io ti

dico che Dio continua ad

amarti e ad avvolgere la tua

vita della sua gloria, del suo

amore misericordioso.

Forse c’è chi pensa: è impos-

sibile: io mi sono ribellato a

Dio, io sono arrabbiato con

Dio, io ho insultato Dio, io

mi sono dimenticato di Dio.

Ma io ti dico che Dio non è

arrabbiato con te, Dio conti-

nua ad amarti e ad avvolgerti

della sua gloria, del suo amo-

re paziente e discreto.

Forse c’è chi pensa: io non

credo in Dio, io non so che

farmene del suo amore. Ma

io ti dico che Dio continua ad

amarti e ad avvolgere la tua

vita della sua gloria, del suo

amore tenace, rispettoso e

affettuoso e geloso insieme.

La gloria di Dio riempie la

terra perché Dio non è lonta-

no da nessuno […]. La gloria

di Dio è l’amore che si rivela

e che rende possibile l’im-

presa inaudita, la trasfigura-

zione impensata, l’evento

sorprendente. La gloria di

Dio conduce là dove nessuno

avrebbe potuto pensare di

arrivare, là dove nessuna au-

dacia di pensiero umano ha

potuto spingere lo sguardo.

Infatti la gloria di Dio è l’a-

more che rende addirittura

capaci di amare! […] Non

disprezzate voi stessi: Dio vi

rende capaci di amare, di

vivere all’altezza della digni-

tà di figli di Dio, vivi della

vita di Dio. Non disperate

dell’umanità, dei giovani di

oggi, della società e del suo

futuro: Dio continua ad at-

trarre con il suo amore e a

seminare in ogni uomo e in

ogni donna la vocazione ad

amare, a partecipare della

gloria di Dio. Ecco, il mio

messaggio, il mio invito,

l’annuncio che non posso

tacere: la gloria del Signore

riempie la terra, Dio ama

ciascuno e rende ciascuno

capace di amare come Gesù.

Vi prego: lasciatevi avvolge-

re dalla gloria di Dio, lascia-

tevi amare, lasciatevi trasfi-

gurare dalla gloria di Dio per

diventare capaci di amare!

Incontro con gli studenti

e il mondo accademico.

Il discorso del Santo Padre Francesco

Piazza San Domenico (Bologna) Domenica, 1° ottobre 2017

C ari amici, […] Bologna è chiamata “la dotta”: dotta ma non saccente, proprio grazie all’Università, che l’ha sempre resa aperta, educando cittadini del mon-

do e ricordando che l’identità a cui si appartiene è quella della casa comune, dell’universitas. La paro-la universitas contiene l’idea del tutto e quella del-la comunità. Ci aiuta a fare memoria delle origini – è tanto prezioso coltivare la memoria! –, di quei gruppi di studenti che cominciarono a radunarsi attorno ai maestri. Due ideali li spinsero, uno “verticale”: non si può vivere davvero senza elevare l’animo alla conoscenza, senza il desiderio di punta-re verso l’alto; e l’altro “orizzontale”: la ricerca va fatta insie-me, stimolando e condividendo buoni interessi comuni. Ecco il carattere universale, che non ha mai paura di includere. La vostra Alma Mater, e ogni università, è chiamata a ricercare ciò che unisce. […] Tutto qui è iniziato attorno allo studio del diritto, a testimonianza che l’univer-sità in Europa ha le radici più profonde nell’umanesimo, cui le istituzioni civili e la Chiesa, nei loro ruoli ben distinti, han-no contribuito. Bologna col suo Studium aveva saputo rispondere ai bisogni della nuova società, attirando studenti desi-derosi di sapere. San Domenico li incon-trò spesso. Secondo una narrazione, fu proprio uno scolaro, colpito dalla sua conoscenza della Sacra Scrittura, a do-mandargli su quali libri avesse studiato. È nota la risposta di Domenico: «Ho stu-diato nel libro della carità più che in al-tri; questo libro infatti insegna ogni co-sa». La ricerca del bene, infatti, è la chiave per riuscire vera-mente negli studi; l’amore è l’ingrediente che dà sapore ai tesori della conoscenza e, in particolare, ai diritti dell’uomo e dei popoli. Con questo spirito vorrei proporvi tre diritti, che mi sembrano attuali. 1. Diritto alla cultura. Non mi riferisco solo al sacrosanto diritto per tutti di accedere allo studio, ma anche al fatto che, oggi specialmente, diritto alla cultura significa tutelare la sapienza, cioè un sapere umano e umanizzante. Troppo spesso si è condizionati da modelli di vita banali ed effimeri, che spingono a perseguire il successo a basso costo, scredi-tando il sacrificio, inculcando l’idea che lo studio non serve se non dà subito qualcosa di concreto. No, lo studio serve a porsi domande, a non farsi anestetizzare dalla banalità, a cercare senso nella vita […]. Ecco il vostro grande compito: rispondere ai ritornelli paralizzanti del consumismo cultura-le con scelte dinamiche e forti, con la ricerca, la conoscenza e la condivisione. Armonizzando nella vita questa bellezza

custodirete la cultura, quella vera […]. 2. Diritto alla speranza: […] è il diritto a non essere invasi quotidianamente dalla retorica della paura e dell’odio. È il diritto a non essere sommersi dalle frasi fatte dei populismi o dal dilagare inquietante e redditizio di false notizie. È il diritto per voi giovani a crescere liberi dalla paura del futuro, a sapere che nella vita esistono realtà belle e durature, per cui vale la pena di mettersi in gioco. È il diritto a credere che l’amore vero non è quello “usa e getta” e che il lavoro non è un miraggio da raggiungere, ma una promessa per ciascuno, che va mantenuta. Quanto sarebbe bello che le aule delle università fossero cantieri di speranza, officine dove si lavora a un futuro migliore, dove si impara a essere responsabili di sé e del mondo! Sentire la responsabilità per l’avvenire della nostra casa, che è casa comune. 3. Diritto alla pace. Anche questo è un diritto, e un dovere, iscritto nel cuore dell’umanità. […] Sperimentiamo una fra-gilità incerta e la fatica di sognare in grande. Ma, per favore, non abbiate paura dell’unità! Le logiche particolari e nazio-nali non vanifichino i sogni coraggiosi dei fondatori dell’Eu-

ropa unita. E mi riferisco non solo a quei grandi uomini di cultura e di fede che diedero la vita per il progetto europeo, ma anche ai milioni di persone che per-sero la vita perché non c’erano unità e pace. Non perdiamo la memoria! Cent’anni fa si levò il grido di Benedetto XV, che era stato Vescovo di Bologna, il quale definì la guerra «inutile stra-ge» (Lettera ai Capi dei Popoli belligeran-ti, 1° agosto 1917). Aiutiamoci, come afferma la Costituzione Italiana, a “ripudiare la guerra” (cfr Art. 11), a intra-prendere vie di nonviolenza e percorsi di giustizia, che favoriscono la pace. Perché di fronte alla pace non possiamo essere indifferenti o neutrali. Perciò invochiamo lo ius pacis, come diritto di tutti a com-

porre i conflitti senza violenza. Per questo ripetiamo: mai più la guerra, mai più contro gli altri, mai più senza gli altri! Non credete a chi vi dice che lottare per questo è inutile e che niente cambierà! Non accontentatevi di piccoli sogni, ma sognate in grande. Voi, giovani, sognate in grande! So-gno anch’io, ma non solo mentre dormo, perché i sogni veri si fanno ad occhi aperti e si portano avanti alla luce del sole. Rinnovo con voi il sogno di «un nuovo umanesimo euro-peo, cui servono memoria, coraggio, sana e umana utopia»; di un’Europa madre, che «rispetta la vita e offre speranze di vita»; di un’Europa «dove i giovani respirano l’aria pulita dell’onestà, amano la bellezza della cultura e di una vita semplice, non inquinata dagli infiniti bisogni del consumi-smo; dove sposarsi e avere figli sono una responsabilità e una gioia grande, non un problema. Sogno un’Europa “universitaria e madre” che, memore della sua cultura, in-fonda speranza ai figli e sia strumento di pace per il mondo.

Appuntamenti da non perdere

5 Novembre 2017

Giornata mondiale

dei Poveri Papa Francesco nel Messaggio di presentazione del-

la I Giornata Mondiale dei Poveri - da lui istituita al

termine del Giubileo della Misericordia e che si cele-

brerà quest’anno il 19 novembre 2017 (il 5 novembre

nella nostra Diocesi) – ha proposto

il tema “Non amiamo a parole ma

con i fatti”, riprendendo, in filigra-

na, tutto il suo apostolato.

In primo luogo il titolo, con il ri-

chiamo alla concretezza: «Figlioli,

non amiamo a parole né con la lin-

gua, ma con i fatti e nella veri-

tà» (1 Gv 3,18) che riecheggia

quanto disse a Firenze ai vescovi e

alla Chiesa italiana: “Non mettere

in pratica, non condurre la Parola

alla realtà, significa costruire sulla

sabbia, rimanere nella pura idea e

degenerare in intimismi che non

danno frutto, che rendono sterile il

suo dinamismo”. Il Papa richiama

tutti i temi sensibili già trattati nei

documenti del suo Magistero.

I poveri sono persone da incon-

trare, accogliere, amare. La po-

vertà non è un’entità astratta,

ma “ha il volto di donne, di uo-

mini e di bambini sfruttati per vili interessi, calpe-

stati dalle logiche perverse del potere e del dena-

ro. Davanti a questi scenari, il Papa ci chiede di

non restare inerti e rassegnati, ma di “rispondere

con una nuova visione della vita e della società”. È dunque un appello a contribuire in modo efficace al

cambiamento della storia generando e promuovendo

vero sviluppo, secondo quanto enunciato dalla Popu-

lorum Progressio, fino ad arrivare alle recenti atten-

zioni tramite la costituzione Dicastero “Per lo svilup-

po umano integrale”.

Un appello alla necessità di perseguire il bene comu-

ne, nella comunione e nella condivisione, altro termi-

ne fondamentale. È nella costruzione della comunione

attraverso la condivisione infatti che la comunità si

accorge di chi è ai margini e si adopera per accoglie-

re, o ri-accogliere chi non siede alla mensa del ban-

chetto eucaristico. Nel Padre nostro, ci ricorda il Pa-

pa, “il pane che si chiede è “nostro”, e cioè da condi-

videre, nella consapevolezza che l’amore verso il po-

vero trova radice in Dio. I poveri, insieme all’Eucare-

stia, sono carne viva di Cristo.

In quest’ottica i poveri e la povertà più che un proble-

ma, sono una risorsa a cui attingere per accogliere e

vivere l’essenza del Vangelo, ripensando i nostri stili

di vita, rimettendo al centro le relazioni fondate sul

riconoscimento della dignità umana come codice as-

soluto.

Al punto n.4 del Messaggio il Santo Padre sottolinea

che “per i discepoli di Cristo la povertà è anzitutto

una vocazione a seguire Gesù pove-

ro…che conduce alle Beatitudini”.

Quasi un manifesto per la buona

riuscita della vita cristiana: “La

povertà è un atteggiamento del

cuore che impedisce di pensare al

denaro, alla carriera, al lusso co-

me obiettivo di vita e condizione

per la felicità. È la povertà, piut-

tosto, che crea le condizioni per

assumere liberamente le respon-

sabilità personali e sociali, nono-

stante i propri limiti, confidando

nella vicinanza di Dio e sostenuti

dalla sua grazia”. Infine un nuovo richiamo alla con-

cretezza con l’invito alle comunità

cristiane, nella settimana preceden-

te la Giornata Mondiale dei Poveri,

“a creare tanti momenti di incontro

e di amicizia, di solidarietà e di aiu-

to concreto”. Su questo, come Ca-

ritas, siamo chiamati ad attivarci

affinché nelle varie Diocesi l’invito venga accolto e

declinato in proposte e iniziative.

Giornata Mondiale dei Poveri

Fai la spesa per chi è povero

Sabato 25 novembre 2017

Colletta Alimentare

Fai la spesa per chi è povero!

In tutti i Supermercati

che aderiscono all’ iniziativa

Il devastante impatto

dello smartphone su un’intera

Generazione “iGen”

I n quanto ricercatore nel campo delle differenze tra genera-

zioni, la domanda più frequente che mi viene posta è: “Di

quale generazione sono?” Se foste nati prima del

1980, sarebbe una risposta relativamente facile: la Silent Gene-

ration era quella dei nati tra il 1925 e il 1945; i Baby Boo-

mers dal 1946 al 1964; seguite dalla Generazione X (nati tra il

1965 e il 1979). Dopodiché sono arrivati i Millennials, cioè

i nati dopo il 1980. Dove finiscono i Millennial, e dove inizia

una nuova generazione? Fino a poco tempo fa pensavo (e con

me molti altri) che la data più tarda per i Millennial potesse esse-

re il 1999 - ovvero i diciottenni di oggi. Questa convinzione è

però cambiata pochi anni fa, quando ho iniziato a notare grandi

cambiamenti nel comportamento e nelle attitudini degli adole-

scenti, durante le ricerche annuali che conduco su 11 milioni di

giovani. Intorno al 2010, i ragazzini hanno iniziato a passare il

loro tempo in modo molto diverso dalle generazioni precedenti.

Dopodiché, dal 2012 sono improvvisamente comparsi dei cam-

biamenti nel loro benessere mentale. Questi cambiamenti indica-

vano un passaggio generazionale avvenuto intorno al 1995. Tutti

questi ragazzini o giovani adulti hanno una cosa in comune: la

loro infanzia e adolescenza sono state corrispondenti alla com-

parsa dello smartphone.

Cosa rende diversa la iGen? Ogni aspetto della loro vita è stato

influenzato dall’essere cresciuti con uno smartphone. Hanno

passato molto tempo su internet, ‘messaggiando’ con gli amici o

sui social, per una media di sei ore al giorno, così da avere poco

tempo libero per qualsiasi altra cosa. Come, ad esempio, andare

in giro con gli amici ( i ragazzi iGen partecipano alle attività

sociali in misura molto minore dei loro predecessori). Gli iGen

mostrano altre notevoli differenze con i Millennial, la depressio-

ne (anche patologica), l’ansia e la solitudine sono schizzate ver-

so l’alto, mentre la felicità diminuiva e il tasso di suicidi è au-

mentato di oltre il 50%.

[…] Cos’altro si è perso? Molti genitori potrebbero preoccu-

parsi che i ragazzi passino così tanto tempo sul telefono, perché

ciò rappresenta una rottura radicale con la loro adolescenza di un

tempo. Stare tutto questo tempo sugli schermi non è però solo

diverso: è davvero peggiore, e in molti modi. Stare meno tempo

con gli amici significa sviluppare meno attitudine alla socialità.

Inoltre, gli iGen leggono libri, riviste e giornali in misura molto

minore di quanto le generazioni precedenti facessero in gioven-

tù. Non voglio certo dire che ci sia poco da fare, per i giovani

iGen. Sono fisicamente più sicuri e protetti, e più tolleranti delle

generazioni precedenti. Sembrano inoltre avere una più forte

etica del lavoro, e attese più realistiche di quanto i Millennials

mostrassero alla loro età. Lo smartphone minaccia però di farli

deragliare ancora prima della partenza. Per essere chiari, un uso

moderato dello smartphone e dei social media – fino a un’ora al

giorno – non causa problemi di salute mentale. Tuttavia molti

ragazzi (e adulti) passano molto più tempo sul loro telefono di

quanto dovrebbero. I genitori tendono a preoccuparsi se i loro

figli passano troppo tempo con gli amici – come fosse una di-

strazione, o un’esposizione al rischio di cattive compagnie o una

perdita di tempo. Potrebbe invece essere ciò di cui gli iGen han-

no bisogno. Jean Twenge, professore di psicologia,

San Diego State University.

Questo articolo è tradotto da The Conversation.

Caritas Ambrosiana a fianco dei

famigliari di giocatori patologici

Caritas Ambrosiana, in collaborazione con

altre realtà, prosegue con lo sportello gratuito

di ascolto e orientamento dedicato ai familiari

di giocatori d’azzardo problematici

Presso lo sportello i famigliari dei giocatori po-

tranno avvalersi in modo modulare e flessibile

di competenze educativo-relazionali, psicolo-

giche, legali, economico-finanziarie che li aiu-

tino a trovare forme di possibile tutela econo-

mica e legale e di supporto per sostenere le-

gami famigliari spesso attraversati da fatiche,

sofferenze e solitudine. I famigliari potranno

avvalersi anche di un Gruppo di sostegno mi-

sto, condotto da psicologhe, rivolto a gioca-

tori patologici accompagnati da almeno un

familiare di riferimento.

Per informazioni è necessario fissare

un primo colloquio:

Area Dipendenze Caritas Ambrosiana

tel. 02.760.372.61

lunedì-venerdì 9,30 - 13,00

Lo sportello “MILANO NO SLOT: ACCOGLIE E

ORIENTA” è uno dei progetti della rete di azio-

ni del Comune di Milano, finanziate nell’ambi-

to del secondo bando regionale per lo svilup-

po ed il consolidamento di azioni di preven-

zione e contrasto alle forme di dipendenza

del gioco d’azzardo lecito – L.r. 8/2013. realiz-

zato con la Fondazione Caritas Ambrosiana,

Fondazione san Bernardino, Associazione Az-

zardo e Nuove Dipendenze, Ordine degli Av-

vocati di Milano, Fondazione Exodus, Feder-

consumatori, Movimento difesa del cittadino.

Generazioni a confronto: vizi pericolosi

All'Udienza del Papa 50 profughi

accolti nelle parrocchie ambrosiane

La Diocesi di Milano aderisce alla campagna «Share the

journey» e invita i cittadini a fare il «reach out» per

i migranti: il primo a farlo è l’arcivescovo Delpini

Mercoledì 27 settembre il direttore di Caritas Ambrosia-

na Luciano Gualzetti accompagna 50 profughi ospiti nel-

le parrocchie della Diocesi di Milano all’Udienza gene-

rale di papa Francesco in piazza San Pietro a Roma.

In questa occasione sarà lanciata dal Pontefice anche la

campagna di Caritas Internationalis “Share the jour-

ney” (#sharejourney) nata con l’obiettivo di promuovere

la “cultura dell’incontro” nelle comunità da cui i migran-

ti partono o ritornano, in quelle in cui transitano e in

quelle in cui scelgono di stabilire le loro case.

La campagna sarà aperta con il reach out, un gesto sim-

bolico con le braccia aperte che tutti i cittadini nel mon-

do sono invitati a fare da domani e a condividere, po-

stando sui propri account social le foto con l’hashtag

#sharejourney. In Diocesi di Milano il primo ad acco-

gliere l’invito è stato l’Arcivescovo, monsignor Mario

Delpini. Caritas Ambrosiana ha aderito all’iniziativa e

raccoglierà sul i reach out dei cittadini della Diocesi di

Milano che vorranno mostrare comprensione e appoggio

a chi è costretto ad abbandonare il proprio Paese.

«Penso spesso a mio nonno materno che, a causa della

povertà, da bambino fu costretto a emigrare e venne

mandato dalla madre dalla Cina alle Filippine», ricorda

il cardinale Luis Tagle, arcivescovo di Manila e presi-

dente di Caritas Internationalis, nel video con cui viene

promossa la mobilitazione. «Invito tutti – aggiunge Ta-

gle – a ricordare chi è stato un migrante nella vostra fa-

miglia o comunità; a pensare a chi sono le persone che

vengono da lontano e sono davanti ai vostri occhi. Per

me queste persone sono mio nonno da bambino ricono-

scente della compassione ricevuta e dell’opportunità che

gli è stata data in un altro Paese.

Per favore unitevi a noi, andate loro incontro».

sito http: //sconfinati.caritasambrosiana.it/

News

I n Duomo, davanti a oltre 5000 fedeli, il 7 ottobre si è celebrato il rito di beatificazione del Cappuccino fondatore delle Suore di

Maria Consolatrice, presieduto dal cardinale Am-ato, rappresentante di papa Francesco e prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, e con-celebrato dall’arcivescovo Delpini. Potrebbe es-

sere questa la cifra sintetica della figura e della tribolata esistenza di padre Arsenio da Trigolo, proclamato beato da-vanti a tanta gente, tra cui la quasi totalità delle suore di Ma-ria Santissima Consolatrice, la Congregazione da lui fondata, e moltissimi studenti ed ex alunni delle loro scuole, proveni-enti anche dall’estero. Uomo e sacerdote dalla vita non semplice – il suo vero nome era Giuseppe Migliavacca, nato il 13 giugno 1849 e morto il 10 dicembre 1909 –, prete nel 1874, per 15 anni Gesuita,

costretto nel 1892 a uscire dalla Compagnia per accuse false e infamanti, dal 1902 Cappuccino, fondatore di una Con-gregazione femminile, accolta, nel 1892, dal cardinal Ferrari a Milano. Da via Melchiorre Gioia, dove ancora oggi si trova l’Istituto paritario delle Suore di Maria Consolatrice, l’irradi-azione della Congregazione in Italia, Cina, Libia, poi, in Cos-ta d’Avorio, Burkina Faso, Brasile, Ecquador, Angola. «Padre Arsenio era un sacerdote fiero della sua vocazione e del suo apostolato di bene», ha ricordato il cardinal Amato nell’omelia. «Egli seppe mantenere sempre viva la tensione alla santificazione propria e altrui. Amava la preghiera, il sac-rificio, il lavoro. Era un apprezzato maestro di vita spirituale e un esperto confessore, aveva una cultura non comune». «Le virtù dell’umiltà e della carità sono le colonne portanti della sua spiritualità. Fu lui – sottolinea Amato – il primo a viverle. Diceva: “L’umiltà ci fa amare i rifiuti, i disprezzi, e tollerare pazientemente le contrarietà”. Il dossier della sua vita è pieno di episodi concreti di bontà e consolazione. La Grazia di Dio trasformò il nostro Beato fino a renderlo eroi-co discepolo di Gesù». Al termine della Celebrazione anche monsignor Delpini ha raccontato di aver conosciuto la figura di padre Arsenio, molti anni fa. «Voglio ringraziare tutti a nome del Beato. Egli fece sempre il bene nel nascondimento e ritengo che oggi stia facendo qualche Grazia nascosta. Im-pariamo a essergli grati e a configurare la nostra vita alle sue virtù, facendo in modo di avene frutto».

Padre Arsenio beato: «Umiltà e carità,

un esempio per l’oggi»

Vacanze Folgaria 2017

con i ragazzi delle elementari

Una vacanza piena

di cose belle Ehi, ecco il nostro simpatico galletto che con Vaiana, ed altri

personaggi sono stati con noi per il periodo di vacanza. Ci han-

no aiutato anche a cogliere alcuni doni ed alcune paure che,

molte volte, troviamo nel percorso della nostra vita facendoci

capire che la realtà bella è il cercare di crescere

impegnadoci a conoscere i nostri limiti lascian-

doci aiutare da tante persone attorno a noi per

poter trasforma-

re gli ostacoli in

opportunità di

crescita. Seguiti

dalla storia di

questi amici ab-

baimo costruito

zattere, barche,

… e poi ci siamo

divertiti tanto. Le

camminate

(giudicate da tanti

molto faticose) ci hanno condotto a conoscere ed a stare nella

natura godendo di paesaggi belli, di alberi giganti, e di tante

cose. Ma l’esperienza che portiamo dentro l’avviamo vissuta il

giorno che siamo andati al lago di Lavarone ed abbiamo fatto il

bagno. I più coraggiosi hanno scelto di fare l’arrampicata ed in

tanti erano contenti di essere arrivati in vetta. Il tempo è stato

bello e questo ci ha permesso di fare tanti gioconi, alla sera,

nei prati e nei boschetti che ci circondavano. Però, per vincere

la paura eravamo muniti di pile e poi qualcuno si rifugiava in

casa.

La cosa più bella che abbiamo vissuto e scoperto, giorno dopo

giorno, è stata la possibilità di superare alcuni nostri

“rif” (difficoltà) con noi stessi e con gli altri.

E… ci siamo impegnati parecchio. Alla fine possiamo dire che

ci siamo accorti di essere un gruppo di amici capaci di ricono-

scere e vivere le cose belle che ognuno di noi porta dentro.

Ops,… ci stavamo dimenticando dei cuochi.

Conosciamo don Stefano Croci

UNA GUIDA SPIRITUALE A MIRASOLE

G ioca in casa don Stefano Croci. E non solo perchè lo andiamo a trovare nella sua nuova casa, appunto, all'in-terno dell'abbazia di Mirasole, ma perchè don Stefano

è proprio nato in questa zona, a Fizzonasco, e a Opera ha fre-quentato le medie e il liceo. “In effetti mi sento già a casa”, commenta don Stefano, 42 anni, nuovo vicario della comunità pastorale di Opera e Noverasco all'interno dell'abazia. “Anche la mia storia di sacerdote è cominciata tra queste case, già quan-do ero bambino. Avevo sviluppato una vocazione precoce a servire l'altare. Non mi piaceva solo fare il chierichetto, io avrei voluto proprio prendere il posto del prete! In realtà poi il per-corso non è stato tutto così rettilineo, ho studiato, ho iniziato a lavorare come agente di commercio e sono entrato in seminario dopo i vent'anni”. Sono seguiti gli anni di studio, poi il primo incarico all'oratorio di Lacchiarella, accompagnato dall'insegna-mento della religione alle scuole medie, e poi sette anni a Sesto San Giovanni, di cui 5 nella parrocchia centrale e due presso il villaggio Falck. Da qualche settimana, per volontà del cardinale Delpini (“che è stato mio rettore in seminario ed era vicario della zona sesta quando ero a Lacchiarella... una presenza costante nella mia vita!”) don Stefano è a Mirasole per animare la vita pastorale dell'abbazia ma sarà un aiuto prezioso per tutta la nostra comu-nità. “Risiedere qui a Mirasole è un'emozione perchè questo luogo ha molti travagli ma custodisce una grande ricchezza spi-rituale”, racconta don Stefano. “La promozione del territorio è un compito che l'abbazia persegue fin dalla sua fondazione e quindi io in questo mi sento inserito in una bella tradizione. Naturalmente nel mio caso di tratta di promozione spirituale e pastorale”. L'ascolto, l'accoglienza, l'animazione dei ritiri, la confessione, la guida alle visite dei pellegrini, saranno tra le sue attività principali. “In particolare, come sensibilità del mio mi-nistero, mi sento portato e do molto valore all'accompagnamen-to e alla direzione spirituale”, continua don Stefano. “Ma in generale affronto questa nuova esperienza come una bella occa-sione di evangelizzazione, da vivere nello spirito dell'esortazione del pontefice Evangelii Gaudium”. Emanuele Elli

News

PREGHIERA DELLE ORE

h.8.00 – Lodi

h.19.15 – Vespro

SANTE MESSE Opera: Feriale h.17, Mercoledì h.18.45, Sabato/pref h.18

Festivi h. 9.30 - 10.45 - 18

Noverasco: Martedì h 18, Venerdì h 9 festiva h 11

Santuario Lun-Giov-Sab h 9; festivi h.11.45

Anni Azzurri sabato h 16.30

Mirasole Feriale h 12, festivi h.10.30

CONFESSIONI

Giorni feriali: h. 8 – 9 e 17 – 19

Sabato: h.16.30 – 18.00

Domenica: mezz’ora prima

della S. Messa

BIOGRAFIA DI COMUNITA’

Sostieni e rafforza la fede di: Jose

Saul Esc Anilla Avelar, Giacomo

Paolucci, Giorgia Naggi, Vittoria

Polato, Eleonora Tavazzani, Stefano

Tavazzani, Giovanni Rigamonti,

Matteo Bruno, Luca Seppelloni, Ga-

briele Dambrosio, Benedetta Russo,

Carlo Zuccotti, Lorenzo Antonetti,

Beatrice Di Bella, Paolo Luigi Aletti,

Loris Mundija, Cecilia Anania, Gior-

gia Maria Mallia, Stella Cantore,

Jacopo Topia Vasqua, Andrea Fede-

li, Veronica Maria Carolina Spada,

Brando Gjergji, Michele Lorusso,

Arianna Maria Muciaccia, Lorenzo

Tempesta, Giulio Connato, Chloj

Carlucci, Laura Grimolizzi, Andrea

Bandirali, Gabriele Corribolo, Gian-

luca Michele Marrocco, Danilo Na-

so, Ivan Cassano, Alice Canossa,

Marta Molinaro, Stella Santagostino,

Emma Penittenti, Francesca Mauro

Capraro, Simone Giuseppe Bernabé,

Gabriele Panzi, Matteo Panzi, Ric-

cardo Corrù, Emma Esmeralda Ave-

lar Lopez, Beatrice Gardellin Aimo

Ettore Morelli, Matilde Ficara, Dy-

lan Karim Velasque Contreras, Da-

niele Obando Elera, Emily Dillon,

Christian Oddo, Mia Macri’ Mattia

Rebuscini, Gabriele Antonio Cavuto,

Melissa Crivellaro, Ambra Diogran-

di, Gemma Aducci, Ludovica Ianna-

ce, Azzurra Maria Milano, Gabriele

Mareddu, Linda Torselli, Chloe’ Ol-

dani, Thiaso Pio Dato, Chiara Crotti,

Sofia Ronzulli, Chiara Lamolinara,

Brando Barbieri, Manuel Albanese,

Nicole Serratore, Emanuel Ruscillo,

Giulia Chinaglia, Astria Focali, An-

drea Mangino, Alessandro Olias,

Francesco Pisano, Gabriele Paparo,

Lorenzo Casolaro, Margherita De-

gaetano, Martina Maria Brivio, Me-

lanie’ Louise Ribeiro, Laura Esposi-

to, Sofia Esposito, Ester Digiacomo,

Giacomo Mattia Fossati, Pietro De-

roberto, Lorenzo Deroberto, Mattias

Ninfosi, Gabriel Ninfosi, Massimo

Maffia, Giulia Giampà, ,Sofia Matil-

de Da Re, che hanno ricevuto il

Battesimo

Benedici l’amore di, Francesco Ne-

pa e Vincenza Amodeo, Davide

Massimiliano Daroni e Eleonora

Mua, Alessandro Sesenna e Deborah

Marzia Chiodoni, Andrea Paolo Mis-

siroli e Marta Papi, Fabio Picariello e

Elena Bignami, Alessandro France-

sco Caforio e Oriada Vhinaj, Massi-

miliano Muroni e Roberta Galizia,

Vincenzo Peter Lentini e Ramona

Ferrario, Roberto Dronni e Rosalia

Leone, Orazio Pirillo e Maria Gaia

Osti, Marco Marolla e Maria France-

sca Grillo, uniti in matrimonio

Accompagna col tuo amore: Giu-

seppe Cafasso, Viviana Rita Morelli,

Maria Botter, Sergio Painelli, Silvio

Baldoli, Ileana Pachera, Annamaria

Bavagnoli, Zeno Allambra, Mirella

Braghieri, Serafino Gianadolfo, Feli-

cina Congiu, Giorgio Gibelli, Fran-

cesco Villa, Pasqulina Lupo, Luigia

Edda Tosoni, Gabriele Palmisano,

Cicilia Di Lorenzo, Martino Casali-

no , Luciano Varotto, Natale Gilardi,

Lucia Cervelli, Giulio Libano, Maria

Scardinio, Franca Ferrari, Anna Rita

Donati, Luciana Vittoria Bassi, Sil-

vana Mirisola, Giuseppe Servegnini,

Maria Brognoli, Marina Volpini, Ga-

briele Sori Filippi, Rosanna Colom-

bi, Maria Isa Masi, Carla Leoni ,

Giuseppina Fazzini, Silvana Rossi,

Pasquale Di Napoli, Mario Rossi,

Alessandro Testa, Carla Francesca

Uberra, Giuseppina Lombardi, Giu-

liana Voloni, Angela Ruffini, Franco

Pasquini, Laura Masserano, Gabriel-

la Pesenti, Silvana Ubaldi, Maria

Bino, Olga Curci, Erminia Campa-

gnoli, Arnaldo Luciani, Grazia Man-

nino, Mario Colombo , Zoraide Ne-

nil, Vicenzo Cucorullo, Maria Bru-

schi , Giovanni Di Martino, Marco

Vinicio Follini, Immacolata La Sal-

via, Ester De Nicoli, Maria Caterina

Buccino, Clara Bernardoni, Anna

Maria Camerini, Antonio Giuffreda,

Silvana Marinella Donatella Ma-

scherpa, Rodolfo Brunetti, Piera Per-

sico, Remo Bellini, Enio Frasconi,

Adolfa Campioni, Giuseppe Nocera,

Roberto Ardenisio, Ester Montoni,

Carmela Calautti, Bruna Di Giuni,

Rosa Visigalli, Filomena Capozzoli,

Giovanna Rasini, Ernesto Vecchio,

Livia Maria Baietta, Rosalia Rustio-

ni , Cristian Sartori , Carlotta Man-

giarotti, Natalina Morosini, Mario

Baruffaldi, Emilia Maria Di Nicola,

Franca Madrilena Rota, Claudiopao-

lo Paties Montagnier, Virginia Ange-

lico, Ivano Di Mario, Arma Bianuc-

ci, Bruna Borroni, Davide Ferrari,

Franco Piero Alberto Previdi, Ma-

riangela Scoglio, Ferdinando Decan-

dia, Stefanie Berschock, Maria Cri-

stina Murgia, Matteo La Guardia,

Livio Borioli, Giorgio Santangeletta,

Stefano Varosi, Giuseppe Facchini,

Caterina Bullo, Maddalena Castagna,

Antonio Liguori, Giancarlo Mancin,

Sergio Beretta, Elena Di Nato, Lu-

ciano Cassetta, Giuseppe Conti, An-

gelo Tassi, Vanda Poli, Teresina Ele-

na Bottani, Dina Pozzi, Lorenzo Cal-

mo, Giuseppe Conti, Delfina Rizzi,

Domenica Esposito, Giuliano Ferra-

rio, Silvio Bontempi, Rosa Panicola,

Camilla Perversi, Giuseppa Luigia

Valentina Graziati, Filomena Trama,

Ester Gianoli, Maria Antonia Cirelli,

Giuseppina Borloni, Mario Crema-

schi, Rita Maria Sala, Giuseppe Gar-

gano, Giuliano Mario Trentarossi,

Filippo Capelletti, Antonio Furci,

Alessio Borghi, Giampietro Biffi, ,

defunti in questi mesi

‘PASSO IN AVANTI’ DECANATO DI ROZZANO

Proposte sui Giovani

PER CONSIGLI PASTORALI-EDUCATORI-ADULTI-GIOVANI

primo appuntamento

‘Capiamo’ i giovani?! a PIEVE EMANUELE Oratorio Paolo VI Via Strauss 3

venerdì 24 novembre 2017 ore 20,45

L’analisi della situazione giovanile dell’ Istituto Toniolo PROFESSORE PAOLO GUIDDI

secondo appuntamento

La ‘comunità cristiana’ genera giovani?! a ROZZANO presso Oratorio S. Angelo – Viale Romagna 26

venerdì 26 gennaio 2018 ore 20,45

L’aspetto pastorale della cura ai giovani con il TEOLOGO DON TOMMASO CASTIGLIONI

terzo appuntamento

‘Comunicare’ nel mondo giovanile

socials&network ?! Snapchat, Facebook Messanger, WhatsApp, Instagram o Flipagram, Skype, FaceTime, Groupme, App

a ROZZANO presso Oratorio S. Angelo – Viale Romagna 26

giovedì 1 marzo 2018 ore 20,45

Riflessione e attenzione educative dei leaders con la PEDAGOGISTA DR.SSA ELISABETTA LOCATELLI

«PASSO IN AVANTI» DECANATO DI ROZZANO

Proposte sui Giovani

per consigli pastorali a educatori, adulti e giovani

primo appuntamento

«Capiamo»

i giovani?!

L’analisi della situazione giovanile Interverrà Prof. Paolo Guiddi dell’Istituto Toniolo

docente di Psicologia Sociale - Università Cattolica di Milano

venerdì 24 novembre 2017 - ore 20,45

Pieve Emanuele (Mi) Via Strauss, 3

presso l’Oratorio Paolo VI

Calendario di Novembre - Dicembre 2017

5 dom

Cristo Re - Giornata Caritas e

Giornata Mondiale dei Poveri

h 8.-16: Ritiro camm. Mtr. Crist.

h 15.30-17.30: IC1 Genitori- Bimbi

24 ven

h 20.45: 1° Incontro di Decanato

”Passo in Avanti” a Pieve Emanuele

per Consigli Pastorali,

Educatori, adulti, giovani

6 lun h 20.30: Rosario perpetuo 25 sab h 15: Preparazione Battesimi

h 18: S. Messa – Gruppo famiglie

7 mar 26 dom

III di Avvento Santa Cecilia – h 10.45 S.

Messa animata Coro / Corpo Musicale

h 9.30-14.30: Ritiro Genitori-Ragazzi 1^

Media - h 15.30: Prima Riconciliazione

8 mer h 21: Incontro-testimonianza Caritas

h 21: Camm. Mtr. Crist. 27

lun

9 gio h 21: Cammino Mtr. Crist. 28 mar

10 ven 29 mer

11 sab

h 15: Preparazione Battesimi

h 15-18: Ritiro Catecumeni Viboldone

h 18.00: S.Messa / festa ringraziamento 30 gio

12 dom

I di Avvento

h 15.30: Celebrazione Battesimi

h 15-17.30: IC2 Genitori – Bimbi Chia-

ravalle

1 ven h 17: S. Messa – Adorazione Eucaristica

13 lun Inizio visita alle famiglie (Opera) 2 sab h 18.00: S. Messa

14 mar

3 dom IV di Avvento Il Germoglio

h 15.30: Prima Riconciliazione

15 mer 4 lun h 20.30: Rosario perpetuo

h 21: C.P.

16 gio h 21: Cammino Mtr. Crist.

h 21: Rosario della Cenacolo Famiglia 5 mar

17 ven 6 mer

18 sab h 15: Ritiro Catecumeni

h 15: Preparazione Battesimi Genitori 7 gio h 17 S. Messa S. Ambrogio patrono Diocesi

19 dom

II di Avvento

h 15.30-1730: IC3 Genitori – Bimbi

h 18.: S. Messa – Consegna attestati

Mtr. Crist.

8 ven Immacolata Concezione di Maria

S. Messe con orari festivi

20 lun 9 sab

21 mar 10 dom V di Avvento

h 16-19: IC4

22 mer Santa Cecilia - S. Messa animata dal

Coro Parrocchiale 11 lun h 21 Catechesi Opera

23 gio h 18: Equipe liturgica 12 mar