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Sergio Mattarella è stato eletto con un’ampia maggioranza alla carica di Capo dello Stato. «Il pensiero va soprattutto e anzitutto alle difficoltà e alle speranze dei nostri concittadini», sono state le sue prime parole. Papa Francesco gli ha rivolto l’augurio di poter servire «l’unità e la concordia del Paese», promuovendo «il bene comune nel solco degli autentici valori umani e spirituali del Popolo Italiano» Il Senato ha approvato l’Italicum A Nuraminis la festa diocesana di Don Bosco Un viaggio nel quartiere di San Benedetto La Giornata per la vita consacrata L a legge elettorale permette di avere una chiara maggioranza e la governabilità T anti giovani hanno partecipato alla manifestazione insieme a Mons. Miglio I l rione cagliaritano conserva la sua vivacità a livello sociale e culturale I n occasione della festa anche il ricordo del 40° di Episcopato di Mons. Tiddia Politica 3 Giovani 5 Cagliari 7 Diocesi 12 Pastorale 5 Gli incontri per i catechisti a Quartu S.E. Il Papa 14 Il Messaggio per la prossima Quaresima Cultura 3 Anna Spocci nuova sovrintendente dell’Ente Lirico Diocesi 13 Formazione liturgica a Cagliari e Senorbì EDITORIALE Una risorsa preziosa di Roberto Piredda Poste Italiane SpA - Spedizione in abb.to postale D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/04 n. 46) Art. 1 comma 1 - DCB Cagliari Al servizio degli italiani Istituzioni. Mattarella è il nuovo Presidente della Repubblica 1.00 ANNO XII N .6 DOMENICA 8 FEBBRAIO 2015 S ETTIMANALE D IOCESANO DI C AGLIARI I l pensiero va soprattutto e anzitutto alle difficoltà e alle speranze dei nostri concittadini. È sufficiente questo". Sono queste le prime parole del nuovo Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, pronunciate subito dopo la lettura del verbale della sua elezione da parte della Presidente della Camera Laura Boldrini. La storia politica del nuovo Capo dello Stato offre lo spunto per tentare una riflessione, che va un po’ oltre la cronaca politica immediata. La scelta di Mattarella costituisce un riconoscimento alla persona e anche ad una realtà importante per la storia del nostro Paese: quella dell’impegno politico dei cattolici. In maniera particolare la sua figura si lega al popolarismo di don Luigi Sturzo e all’esperienza di Aldo Moro. Si tratta di pagine preziose per la nostra storia, che i cattolici dovrebbero riprendere, non tanto per tentare una “fotocopia” del passato, ma per comprendere meglio le esigenze del tempo presente. Qualche accenno, evidentemente limitato, può aiutarci a riprendere il filo di quella storia. In un tempo nel quale spesso, e non sempre a torto purtroppo, si è tentati dalla disillusione nei confronti della politica, è utile ricordare quanto scriveva il fondatore del Partito Popolare nel 1942, in un articolo dal titolo emblematico “È la politica una cosa sporca?”: «La politica non è una cosa sporca. Pio XI la definì "un atto di carità del prossimo". Infatti, lavorare al bene di un paese, o di una provincia, o di una città è fare del bene al prossimo riunito in uno Stato, o provincia, o città. In ogni nostra attività noi incontriamo il prossimo: chi può vivere isolato? E i nostri rapporti con il prossimo sono di giustizia e di carità. La politica è carità, ma non nel senso che non costituisca un dovere; il dovere c'è ed è quello che oggi si chiama dovere civico o dovere sociale». La politica può e deve avere una “misura alta” ed essere davvero la “forma più alta della carità”, come la definì il Beato Paolo VI. Se rimane semplicemente uno spazio da occupare o un consenso da gestire, magari con ogni mezzo, anche illecito, la politica perde di vista la sua vocazione più alta, che è quella del servizio al bene comune, a qualsiasi livello di responsabilità. Chissà se il nuovo Capo dello Stato si ricorderà di un suo intervento, assai prezioso a questo riguardo, tenuto al XVI Congresso della Democrazia Cristiana del 1984 e ripescato dal bravo Marco Damilano sul suo blog: «Non voglio essere né illusorio, né fuori dalla realtà: tanti hanno in questi giorni ricordato saggi greci, antichi filosofi; io vorrei più modestamente richiamare la preghiera di Francesco che non chiedeva tanto di essere aiutato quanto di aiutare, che non chiedeva tanto di ricevere quanto di dare, che non chiedeva tanto di essere compreso quanto di comprendere». Il riferimento “francescano” ci riporta subito ad una concezione di politica come servizio da rendere ai “concittadini”, non come un mero potere da esercitare o, ridicolmente, da esibire. Nella stessa occasione Mattarella mise l’accento sulla moralità: «Occorre recuperare credibilità e questo vuol dire soprattutto moralità. Moralità significa uno sforzo intenso e particolare contro la corruzione […] Continua a pagina 2 n 14 FEBBRAIO Papa Francesco crea Cardinale Luigi De Magistris Il 14 febbraio si terrà a Roma il Concistoro in cui sarà creato Cardinale Luigi De Magistris. Chi volesse prendere parte all’evento può contattare la Segreteria Arcivescovile: 070.52843302; [email protected] . I biglietti d’ingresso alla Basilica Vaticana (totalmente gratuiti) verranno consegnati al mattino del 14 febbraio presso la piazza del Sant’Uffizio.

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Sergio Mattarella è stato eletto con un’ampia maggioranzaalla carica di Capo dello Stato. «Il pensiero va soprattutto e anzitutto alle difficoltà e allesperanze dei nostri concittadini», sono state le sue primeparole. Papa Francesco gli ha rivolto l’augurio di poterservire «l’unità e la concordia del Paese», promuovendo «ilbene comune nel solco degli autentici valori umani espirituali del Popolo Italiano»

Il Senato ha approvatol’Italicum

A Nuraminisla festa diocesanadi Don Bosco

Un viaggio nel quartieredi San Benedetto

La Giornataper la vitaconsacrata

La legge elettoralepermette di avere

una chiara maggioranzae la governabilità

Tanti giovani hannopartecipato alla

manifestazione insiemea Mons. Miglio

Il rione cagliaritanoconserva la sua

vivacità a livellosociale e culturale

In occasione dellafesta anche il ricordo

del 40° di Episcopatodi Mons. Tiddia

Politica 3 Giovani 5 Cagliari 7 Diocesi 12

Pastorale 5Gli incontriper i catechistia Quartu S.E.

Il Papa 14Il Messaggioper la prossimaQuaresima

Cultura 3Anna Spocci nuovasovrintendentedell’Ente Lirico

Diocesi 13Formazioneliturgicaa Cagliari e Senorbì

EDITORIALEUna risorsa preziosadi Roberto Piredda

Poste Italiane SpA -

Spedizione in

abb.to

postale

D. L. 3

53/2003

(conv. in

L. 2

7/02/04 n. 46) Art. 1

comma 1 - DCB Cagliari

Al serviziodegli italiani

Istituzioni. Mattarella è il nuovo Presidente della Repubblica

€ 1.00ANNO XI I N .6 DOMENICA 8 FEBBRAIO 2015S E T T I M A N A L E D I O C E S A N O D I C A G L I A R I

Il pensiero va soprattutto e anzitutto alledifficoltà e alle speranze dei nostriconcittadini. È sufficiente questo". Sono

queste le prime parole del nuovo Presidentedella Repubblica, Sergio Mattarella,pronunciate subito dopo la lettura del verbaledella sua elezione da parte della Presidentedella Camera Laura Boldrini. La storia politicadel nuovo Capo dello Stato offre lo spunto pertentare una riflessione, che va un po’ oltre lacronaca politica immediata.La scelta di Mattarella costituisce unriconoscimento alla persona e anche ad unarealtà importante per la storia del nostroPaese: quella dell’impegno politico deicattolici. In maniera particolare la sua figura silega al popolarismo di don Luigi Sturzo eall’esperienza di Aldo Moro. Si tratta di paginepreziose per la nostra storia, che i cattolicidovrebbero riprendere, non tanto per tentareuna “fotocopia” del passato, ma percomprendere meglio le esigenze del tempopresente. Qualche accenno, evidentementelimitato, può aiutarci a riprendere il filo diquella storia.In un tempo nel quale spesso, e non sempre atorto purtroppo, si è tentati dalla disillusionenei confronti della politica, è utile ricordarequanto scriveva il fondatore del PartitoPopolare nel 1942, in un articolo dal titoloemblematico “È la politica una cosa sporca?”:«La politica non è una cosa sporca. Pio XI ladefinì "un atto di carità del prossimo". Infatti,lavorare al bene di un paese, o di una provincia,o di una città è fare del bene al prossimo riunitoin uno Stato, o provincia, o città. In ogni nostraattività noi incontriamo il prossimo: chi puòvivere isolato? E i nostri rapporti con ilprossimo sono di giustizia e di carità. Lapolitica è carità, ma non nel senso che noncostituisca un dovere; il dovere c'è ed è quelloche oggi si chiama dovere civico o doveresociale».La politica può e deve avere una “misura alta”ed essere davvero la “forma più alta dellacarità”, come la definì il Beato Paolo VI. Serimane semplicemente uno spazio da occupareo un consenso da gestire, magari con ognimezzo, anche illecito, la politica perde di vistala sua vocazione più alta, che è quella delservizio al bene comune, a qualsiasi livello diresponsabilità.Chissà se il nuovo Capo dello Stato si ricorderàdi un suo intervento, assai prezioso a questoriguardo, tenuto al XVI Congresso dellaDemocrazia Cristiana del 1984 e ripescato dalbravo Marco Damilano sul suo blog: «Nonvoglio essere né illusorio, né fuori dalla realtà:tanti hanno in questi giorni ricordato saggigreci, antichi filosofi; io vorrei piùmodestamente richiamare la preghiera diFrancesco che non chiedeva tanto di essereaiutato quanto di aiutare, che non chiedevatanto di ricevere quanto di dare, che nonchiedeva tanto di essere compreso quanto dicomprendere». Il riferimento “francescano” ci riporta subitoad una concezione di politica come servizio darendere ai “concittadini”, non come un meropotere da esercitare o, ridicolmente, da esibire.Nella stessa occasione Mattarella misel’accento sulla moralità: «Occorre recuperarecredibilità e questo vuol dire soprattuttomoralità. Moralità significa uno sforzo intensoe particolare contro la corruzione […]

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n14 FEBBRAIO Papa Francesco crea Cardinale Luigi De MagistrisIl 14 febbraio si terrà a Roma il Concistoro in cui sarà creato Cardinale Luigi De Magistris. Chi volesse prendere parte all’evento può contattare la Segreteria Arcivescovile:070.52843302; [email protected] . I biglietti d’ingresso alla Basilica Vaticana (totalmente gratuiti) verranno consegnati al mattino del 14febbraio presso la piazza del Sant’Uffizio.

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2 Attualità domenica8 febbraio 2015

Ci sono dei passaggi decisividove si vede se si è davverocapaci di leadership politica.

Uno di questi è senza dubbio quellodell’elezione del Capo dello Stato,crocevia delicato dove in tanti sonocaduti più o meno in piedi. Questobanco di prova ha senza dubbioconfermato l’intelligenza politica eil pragmatismo virtuoso di MatteoRenzi. Anche i suoi (non pochi)detrattori e avversari ne hannolealmente riconosciuto l’abilità nelgestire un passaggio realmentedifficile, come quello che ha portatoall’elezione di Sergio Mattarella allaPresidenza della Repubblica.Per capire meglio la situazione èutile tornare un po’ indietroall’inizio della settimana, che si èpoi conclusa con l’elezione del Capodello Stato. Il quadro politicoappariva più frammentato che mai,dopo l’approvazione della nuovalegge elettorale al Senato. Da unlato il Partito Democratico,profondamente spaccato tramaggioranza renziana e minoranzainterna, che cercava la sponda dellaSinistra di Vendola per l’ennesimocantiere della sinistra italiana;dall’altro lato Forza Italia,altrettanto lacerata tra quanti sonofedeli al “Patto del Nazareno” e isuoi fieri avversari, capeggiati daFitto. Intorno trovavamo la Lega diSalvini, che insieme a Fratellid’Italia strizzava l’occhio alla LePen, e il Movimento 5 Stelle in crisid’identità, tra movimentismo e

continue espulsioni tra i suoiesponenti. Molti analisti siaspettavano da parte di Renzi duepossibilità: una candidatura fedeleespressione del Patto del Nazareno,giudicato come uno scrigno segretoricco di chissà quali inconfessabiliaccordi, oppure la proposta di unsuo fedelissimo, buono solo per nonfargli ombra.Nei giorni seguenti le cose sonoandate in modo assai diverso. IlPatto del Nazareno si è rivelatosemplicemente quello che Renzi e isuoi hanno sempre affermato: unaccordo, frutto di un granderealismo politico, con partedell’opposizione, per fare le riformecon il più ampio consenso possibile.Il Partito Democratico, in quantoprima forza in Parlamento,consultando tutte le formazionipolitiche ha cercato di arrivare adun nome il più possibile condiviso.L’intelligenza politica di Renzi si èvista nel momento in cui si èsottratto alle trattative di bassoprofilo e ha puntato da subito su ununico nome, quello di SergioMattarella, capace di compattaretutte le anime del Pd e difficilmenteattaccabile per la sua storia politicae le qualità morali e intellettuali. La scommessa di Renzi, beneespressa dal vicesegretario Pd,Guerini, “si parte e si arriva conMattarella”, si è dimostrata assairagionevole. Da subito tutto ilpartito ha accolto con entusiasmola proposta del segretario: quella di

un uomo della legalità, impegnatocontro la mafia, così rigoroso neldifendere i suoi ideali da arrivarealle dimissioni da ministro, espertodei meccanismi delle istituzioni siacome relatore della precedentelegge elettorale che come giudicecostituzionale. Mattarella ha poiottenuto un via libera convinto daparte di Sel e di Scelta Civica. Il suonome ha però creato subito delledifficoltà con Forza Italia e NuovoCentroDestra , spiazzati perchéRenzi ha evitato lunghe trattative eindicato subito un solo nome. Varicommentatori poi hanno fattointendere quale fosse l’auspiciodell’area del centrodestratradizionale: portare al Colle Amatoo Casini o almeno avere uno spaziomaggiore di manovra per trattare.Non sorprende però che Renzi abbiafatto una mossa decisa e senzapossibilità di marce indietro: nomicome Amato e Casini, con la lorostoria politica, sono quanto di piùlontano si possa immaginare dal suotentativo riformista, e il primo inparticolare avrebbe significato darespazio ad una saldatura tra unaparte di Forza Italia e la sinistra Pd.Per questa ragione inizialmente Fi eNcd si sono riavvicinati, dichiarandoil loro fermo no alla candidatura diMattarella per il metodo seguito,non per la scelta della persona. Neigiorni seguenti, con varieoscillazioni, si è arrivati al votofavorevole di Ncd, condizionato dalfatto di far parte della maggioranza

due anni fa, si tratta indubbiamentedi una vittoria politica di MatteoRenzi e del Pd, che fa da contraltareal fallimento dell’elezioni per ilQuirinale del 2013.Il Presidente del Consiglio hacommentato con queste parolel’elezione di Mattarella: «Nonabbiamo eletto alla presidenza dellaRepubblica un nostro supporter maun arbitro. Se Mattarella dirà dei sì edei no lo farà sulla base delle sueconvinzioni e della Cartacostituzionale. Non saranno sì e noai partiti ma nell'interessedell'Italia». L’auspicio è che la stagione delleriforme portata avanti dal Governoinsieme alla maggioranza delleforze parlamentari possa trovare unriferimento sicuro nella figura delnuovo Capo dello Stato.

I.P.

di governo, e alla dichiarazione divotare scheda bianca di Fi. Ilrisultato finale è poi cosa nota:Mattarella è stato eletto nuovoCapo dello Stato al quarto scrutinio(di fatto il primo nel quale siproponeva direttamente il suonome) con 665 voti, unamaggioranza di poco inferiore aidue terzi. Ciò significa che non haavuto solo i voti del centro sinistra edei centristi, ma certamente diparte dei grandi elettori di Fi. Nonhanno giocato nessun ruolosignificativo invece né il M5S,bloccato sul nome di Imposimato -uscito dalle “Quirinarie” on line-,né l’alleanza tra Fratelli d’Italia eLega, che ha proposto Vittorio Feltricome candidato di bandiera, forseper snobbare il passaggioistituzionale dei giorni scorsi.Ripensando a quanto accaduto solo

Il coraggio di Renzi portaMattarella al QuirinaleIl leader del Partito Democratico è il vero vincitore della partita sul nuovo Capo dello StatoSul nome del nuovo Presidente si è concentrato un ampio e significativo consenso

Nella Costituzione il Presidente della Repubblica è visto come il rappresentante dell’unità nazionale

La Costituzione italiana definisceil Presidente della Repubblica(PdR) come capo dello Stato e

rappresentante dell’unitànazionale: la prima definizione èmeno ampia della seconda, vistoche lo Stato è uno degli elementicostitutivi della Repubblica insiemea Regioni, Province, Cittàmetropolitane e Comuni, mentrel’unità nazionale è riferita a tutte lecomponenti. Poi ne delinea leattribuzioni, riferite ai rapporti congli altri poteri dello Stato e ad altrespecifiche competenze. Con riferimento al potere

legislativo, indìce le elezioni delleCamere e può scioglierle e inviareloro messaggi; autorizza lapresentazione dei disegni di leggedel Governo; promulga le leggi (conla possibilità di rinviarle per unavolta alle Camere) ed emana idecreti con valore di legge e iregolamenti; indìce i referendum.Infine, può nominare cinquesenatori a vita. Con riferimento alpotere esecutivo, nomina ilpresidente del Consiglio dei ministrie, su proposta di questi, i ministri;accredita e riceve i rappresentantidiplomatici, ratifica i trattati

internazionali; ha il comando delleForze armate, presiede il Consigliosupremo di difesa e dichiara lo statodi guerra deliberato dalle Camere.Con riferimento al poteregiudiziario, presiede il Consigliosuperiore della magistratura, puòconcedere grazie e commutare lepene, nominacinque giudicicostituzionali. Altrecompetenzeriguardano levarieonorificenzeconcedibili, ilpotere didecidere i ricorsistraordinaricontro gli attidella pubblica amministrazione(peraltro recependo il parere delConsiglio di Stato e del Governo), lanomina di alcuni alti funzionaridello Stato (per esempio il

Governatore della Banca d’Italia) ela possibilità di intervenire anchenella vita organizzativa delleautonomie locali, sciogliendo iconsigli regionali e comunali nelleipotesi previste.E’proprio vero che il capo delloStato sia un semplice “notaio” di

decisioni altrui oinvece puòintervenire in modosignificativo nelledinamichepolitiche? La Cartafondamentalecertamente losottrae allacompetizionepolitica, che neoffuscherebbero ilruolo di garante

dell’unità nazionale. Questo spiegaperché il PdR goda di particolarigaranzie, come l’irresponsabilitàper gli atti compiuti nell’eserciziodelle proprie funzioni, tanto che i

Il ruolo del Capo dello Stato

suoi atti non sono validi se noncontrofirmati dai ministri o dalPresidente del Consiglio, che neassumono la responsabilità, adeccezione dei casi di altotradimento o di attentato allaCostituzione, mentre per icosiddetti “reatiextrafunzionali” il PdR non godedi particolari immunità, anchese alcuni autori ritengono che visia una improcedibilitàtemporanea in costanza dicarica. Ma il ruolo dirappresentante dell’unitànazionale non impedisce, anzi intanti casi impone, che il PdRdialoghi con gli altri esponentidelle istituzioni ed esprimachiaramente le proprievalutazioni nellapredisposizione di disegni dilegge o nella gestione dipassaggi istituzionaliproblematici.

Luigi Murtas

Significa avere rispettodell’articolazione della società,liberando e risparmiando spazi daun’eccessiva presenza del pubblico edella politica. Significa che allaframmentazione del Paese non si dàsoltanto una pur necessaria rispostaistituzionale, ma anche una rispostadi linea politica, far rivivere nelnostro Paese un più intenso, piùcompleto, più vasto senso dellaconvivenza, del pubblico interesse,dell'interesse generale: il benecomune».Moralità, sussidiarietà, cura del benecomune: temi, com’è facile notare, digrande attualità, e che possono

ispirare in modo significativo lastagione di riforme che il nostroPaese sta cercando di portare avanti.Un’altra figura che haprofondamente segnato l’esperienzapolitica di Sergio Mattarella è quelladi Aldo Moro. Rievocando la storiadello statista tragicamente uccisodalle Brigate Rosse, il Capo delloStato in una sua conferenza del2011, ne richiamò l’attenzionecostante perché la politicavalorizzasse il «ruolo delladimensione di popolo e la capacitàpopolare di trovarsi sempre di piùdentro nella vita delle istituzioni», epoi in particolare lo spirito

autenticamente riformatore: «Non ècasuale che Moro nel discorso aRoma del 1963 affermasse che “Ildomani non appartiene aiconservatori e ai tiranni, maappartiene agli innovatori attenti,seri, senza retorica”. È unadefinizione che possiamo adoperarenoi per indicare l’azione di AldoMoro, innovatore attento, serio,senza retorica e si tratta di unmessaggio anche per l’oggi, e per ilfuturo del nostro Paese» (Conferenzaalla Camera dei Deputati, 11 maggio2011).Della figura di Moro, nella conferenzacitata, il Presidente Mattarella mise

inoltre in luce la valorizzazione dellacentralità della persona, comebussola per orientare l’azionepolitica: «Ricordiamo la sua relazioneal Congresso della DC del 1973: “Noisaremo giudicati sulla base dellanostra capacità di interpretare questifenomeni di liberazione e di prenderesu di essi una posizione appropriata”.Moro aveva questa capacità eavvertiva la responsabilità di fornirerisposte adeguate. E questeattitudini scaturivano anchedall’affetto per l'Italia, dallaconsiderazione del suo valoreumano, dal rispetto e dall’affetto perla gente del nostro paese, per

ciascuna singola, concreta,irripetibile persona».Il tempo permetterà di esprimereconsiderazioni più approfondite sucome Mattarella eserciterà il ruolo diCapo dello Stato, ma senza dubbio sipuò dire che la sua cultura politicarappresenti una risorsa preziosa einsostituibile per il futuro dell’Italia.È da apprezzare poi che tra le qualitàdi Mattarella, richiamate inoccasione della sua elezione, moltiabbiamo sottolineato quella dellariservatezza. Fa piacere che vengaconsiderata ancora una virtù, ancheper chi ricopre alte responsabilità.Auguri Presidente!

n DALLA PRIMA

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3Attualitàdomenica8 febbraio 2015

Superato l’ostacolo piùimportante, cioè il voto alSenato, il percorso dell’Italicum

2.0, il disegno di legge che riforma lalegge elettorale, prosegue ora allaCamera dei Deputati per la terzalettura che, nelle intenzioni delpremier Matteo Renzi, dovrebbeessere quella definitiva. In unaseduta caratterizzata dall’asprezzaverbale e da non poche polemiche, ilSenato ha approvato il testo dellanuova legge elettorale con 184 votifavorevoli, 66 voti contrari e 2astenuti. Rispetto alle forze politicheche hanno stretto il Patto delNazareno, Pd e Forza Italia, almomento del voto è mancata lapresenza di 36 senatori: 24democratici e 12 berlusconiani.Tra i punti caratterizzanti la nuovalegge elettorale nel testo licenziatodall’assemblea di Palazzo Madamac’è l’addio alle coalizioni,l’introduzione dei capilista bloccati,il doppio turno e la definizione dellesoglie di sbarramento.Con l’attribuzione del premio dimaggioranza alla lista viene sancitala fine definitiva dello schema basato

andrà al secondo turno tra i partitipiù votati: chi vince conquistaugualmente 340 seggi. Per tutti ipartiti la soglia di sbarramento èstabilita al 3%, mentre nella primaversione era del 12% per lecoalizioni, dell’8% per i partiti noncoalizzati, del 4% per i partiticoalizzati. Il premio di maggioranzaalla lista fa piazza pulita di tuttoquesto, con una sola soglia disbarramento appunto al 3%.Per evitare un ritorno troppoanticipato alle urne, con unaclausola transitoria il testo prevedeche l’Italicum entrerà in vigore ilprimo luglio del 2016 e che siapplicherà solo alla Camera deiDeputati, dal momento che, nelfrattempo, il Senato dovrebbe essereriformato in senso non elettivo edepotenziato.Il primo commento a caldo sul vialibera all’Italicum in secondalettura, il premier Renzi lo harilasciato su Twitter: «E due. Leggeelettorale approvata anche alSenato. Il coraggio paga, le riformevanno avanti. A seguirlo è stata ilministro Maria Elena Boschi che ha

Italicum, maggioranzachiara e governabilitàApprovata al Senato la nuova legge elettorale proposta dal Governo RenziFondamentale l’appoggio di Forza Italia, assai critica la minoranza democratica

sulle coalizioni a cui ci si era abituatinegli ultimi vent’anni. Secondoquanto previsto dalla nuova legge,sarà la lista che arriva prima aottenere la maggioranza assoluta deiseggi (al primo o al secondo turno) ea governare da sola. Non tutti glieletti dovranno ricevere lepreferenze: infatti, nei 100 collegi ipartiti che otterranno i voti necessarieleggeranno automaticamente il lorocapolista, che è bloccato e decisoquindi dal partito. Ogni elettorepotrà esprimere massimo duepreferenze, ma dovrà votare duecandidati di sesso diverso, penal’annullamento della secondapreferenza. È libero invece diesprimere una sola preferenza,oppure nessuna. I capilista potrannocandidarsi in più di un collegioelettorale, fino a un massimo di dieci.Tra le novità che verranno introdottedalla nuova legge elettorale ci saràanche il “doppio turno”: se al primoturno la lista più votata supera il40%, conquista 340 seggi, ovverouna agevole maggioranza assoluta.Se invece nessun partito o listadovesse raggiungere quota 40, si

Angela Spocci sarà il nuovosovrintendente del TeatroLirico di Cagliari. Il nome,

indicato nei giorni scorsi dalConsiglio di indirizzo del TeatroLirico fra le 32 candidaturearrivate, è stato proposto,secondo la normativa vigente,al Ministero della cultura, a cuispetta la nomina ufficiale.Spocci aveva manifestatointeresse alla sovrintendenzagià nel 2012, quando la sceltaricadde su Marcella Crivellenti.Laureata in Giurisprudenza conmaster alla Luiss inManagement dello spettacolo,Angela Spocci è uno dei piùqualificati tecnici italiani nellagestione delle realtà teatrale. Èstata manager di importantistrutture come l’Arena diVerona, ha firmato la grandestagione internazionale deglianni d’oro del Teatro Regio diParma e vanta un’ottimaconoscenza del panoramaartistico nazionale einternazionale. Ha inoltrelavorato per l’Auditorium diRoma, la Fondazione SinfonicaToscanini e l’Ente TeatraleItaliano, fornendo consulenzeartistico gestionali per iComuni di Roma e Parma. Nellasua prima esperienza a Cagliarida commissario straordinarioalla sovrintendenza tra ilgennaio ‘94 e il giugno ’95,Spocci riportò il disavanzo alivelli di buonaamministrazione e consegnòall’allora nuovo sovrintendenteMauro Meli un attivo di pocomeno di due miliardi di lire.I problemi del Lirico. AngelaSpocci arriva in un momento

critico. I giorni precedenti la sceltadella nuova sovrintendente sonostati caratterizzati dal dibattitosulla mancata programmazione2015 e dal rimpallo diresponsabilità fra il sindaco epresidente della Fondazione TeatroLirico, Massimo Zedda, e l’ormai exsovrintendente Massimo Meli sullagestione economica dell’ente. Inun comunicato del 27 gennaio ilprimo cittadino di Cagliari avevamostrato una fotograficaallarmante della situazione: «Dopoche per tre anni consecutivi - dal2011 al 2013 - grazie anche aisacrifici dei lavoratori si èraggiunto il pareggio di bilancio -spiega Zedda - oggi il Teatro è dinuovo in grave difficoltà. Non saràinfatti possibile pagare gli stipendidi questo mese perché non ci sonoabbastanza soldi in cassa. Cistiamo attivando per trovare ognipossibile soluzione e venerdìincontreremo le organizzazionisindacali per illustrare econdividere l’attuale situazione deiconti del Teatro. Così comeavevamo segnalato da tempo, nel2014 si è speso troppo e adessosono i lavoratori a pagarne leconseguenze». La replica di Melinon si è fatta attendere: «Neldiffondere i numeri - scrive in unanota - si dovrebbe dar conto, primadi tutto ai dipendenti, che ilComune di Cagliari è l’unico socio anon aver versato il propriocontributo per l’anno 2014, per unimporto di 2 milioni di euro». Meliafferma inoltre che «la Regione haliquidato al Comune di Cagliari lasomma di euro 400.000 qualeanticipo del finanziamento delprogetto “I Shardana”, somma che

il Comune ha già incassato indicembre, ma che non ha ancoraversato al Teatro». E poi conclude:«Nel 2014 non si è dunque affattospeso troppo. Anzi è solo graziealla straordinaria crescita che ilTeatro ha avuto in questo anno chesi è potuto far fronte anche alritardo con cui non sono stateversate somme dovute al Teatrostesso».I sindacati. Viva preoccupazione èstata espressa anche dai sindacatidopo l’incontro col presidentedella fondazione Zedda che hapreceduto la riunione del Consigliod’indirizzo per la scelta delsovrintendente: «Non è statapresentata alcuna documentazione- spiegano le sei sigle sindacali inuna nota - che suffragasse le tesidel Presidente sulla forte criticitàeconomica relativa al 2014». Per isindacati, Zedda “non ha fornitoalcun chiarimento in merito allamancata programmazione 2015”ma ha preso impegno formale perrisolvere a breve la questionestipendi.

Matteo Mazzuzzi

Nuova guida al LiricoLa nuova responsabile del teatro cagliaritano, chesuccede a Mauro Meli, ha già guidato l’istituzioneculturale come commissario negli anni 94-95

n CULTURA.Angela Spocci nominata sovrintendente dell’Ente Lirico di Cagliari

L’esito della partita del Quirinale permette di tentare alcune riflessioni sulquadro politico generale.La prima è che Matteo Renzi, pur con la legittima varietà di giudizi chepossono accompagnare la sua azione nel partito e nel governo, non appareun leader buono semplicemente dal punto di vista mediatico e superficiale,oppure come una sorta di “Berlusconi 2.0”, come è stato dipinto da alcunicritici, in genere di età avanzata. Per capirlo bisogna andare indietro eriprendere il filo della storia politica di una parte della sua generazione. Sitratta di persone che hanno conosciuto - e soltanto indirettamente perragioni anagrafiche - la conclusione della storia parallela della Dc e delPci, e poi si sono trovate subito a fare una scelta di campo nella cosiddettaseconda repubblica, tra l’area berlusconiana e quella di un “centro cheguarda a sinistra” (per citare la celebre formula degasperiana). Ilgiovanissimo Renzi iniziò a far politica di fatto con il Partito Popolare nellastagione dell’Ulivo di Prodi, dentro un’area che confluì nella Margherita epoi nel Partito Democratico. Nulla a che vedere con il berlusconismo enemmeno con un centro o una sinistra in senso classico. Le categorie di exo post non aiutano molto allora per comprendere la sua azione, che vainquadrata pienamente nella stagione del Pd e del maggioritario. È orache qualcuno se ne renda conto.Un secondo aspetto è dato dal fatto che passata la legittima soddisfazioneper la riuscita dell’elezione di Mattarella, altri nodi vengono subito alpettine. Parliamo in primo luogo del cammino delle riforme, che non sipuò dire certamente concluso. La legge elettorale è stata approvata alSenato, con l’appoggio importante di Forza Italia; ora deve passare allaCamera e, in caso di modifiche, ritornare al Senato. La riforma del Senatoinvece deve finire il suo iter alla Camera per ritornare a Palazzo Madama.Come si comporterà Forza Italia? E la minoranza dem? Non sarà sempliceper Renzi trovare la quadratura del cerchio, anche se si auspicaun’assunzione di responsabilità da parte delle forze parlamentari, in unalegislatura che può avere senso soltanto nel portare a termine delleriforme ineludibili per il bene del Paese.Una terza considerazione si può tentare sul quadro generale. La partita delQuirinale consegna uno schema dove emerge, pur senza sottovalutare ledivisioni interne sui temi delle riforme istituzionali e i provvedimenti socio-economici, la centralità del Partito Democratico, che in questa faseassume il ruolo di “partito-nazione”. Il centrodestra deve fare i conti con laconclusione del ciclo berlusconiano. Se l’Italicum sarà approvato in viadefinitiva con il premio alla lista, bisognerà prevedere una nuovaaggregazione, che metta insieme varie anime, tra cui anche la Lega eFratelli d’Italia, più tentati, almeno sembra, da una linea movimentistavicina alle posizioni antieuropeiste alla Le Pen. Si tratta di un problemaserio per chi vuole creare un centrodestra che guardi al Partito PopolareEuropeo e abbia aspirazioni di governo. Rimane poi il M5S, che, stando aisondaggi, dispone sempre di un buon consenso elettorale, ma continua aconsegnarsi all’irrilevanza rifiutando in ogni occasione il confronto con lealtre forze politiche. Un quarto punto riguarda la partita più difficile per Renzi, quella legata airisultati concreti del suo Governo. Qualcosa è stata fatta, molto è incantiere, e un dato positivo è che dopo anni di immobilismo si è passati almettere in campo delle azioni concrete. Dai risultati di queste politichedipenderà il futuro di Renzi, ma soprattutto quello dell’Italia. Stiamo avedere.

R.P.

Il giorno dopo l’elezione di Mattarella:come si muove il quadro politico

n L’OPINIONE

“twittato”: «Sembrava impossibilequalche mese fa, eppure la leggeelettorale è ok anche al Senato. Èproprio la volta buona».Prima del varo della riforma aPalazzo Madama, il senatore PdMiguel Gotor ha annunciato «a nomedi un gruppo di senatori di diversasensibilità, l’intenzione di nonpartecipare al voto» per dissensosulla modalità di selezione dei nuoviparlamentari che si ritiene«dirimente». Il voto contrario deisenatori di Sel è stato annunciatodalla presidente del gruppoLoredana De Petris che ha criticatonel merito i contenuti dell’Italicum.Assai critica anche la Lega conRoberto Calderoli che hasottolineato che continuano adesistere le liste bloccate el’irragionevolezza del premio dimaggioranza, bocciati dalla CorteCostituzionale. A causare ulteriori

polemiche al momento del voto èstato il coordinamento formale dellenorme contenute nell’Italicum. Leopposizioni accusano che all’internovi siano norme che, di fatto,modificano il disegno di leggeemendato dall’assemblea e locorreggono.Per la Presidente della CommissioneAffari Costituzionali di PalazzoMadama Anna Finocchiaro è «lamiglior sintesi possibile chepotevamo raggiungere in questoramo del Parlamento, con questiequilibri politici. Tutto èmigliorabile, ma tutti allo stessomodo sappiamo che la riforma dellalegge elettorale si fa cercando ilmassimo consenso possibile tra lediverse forze rappresentative inParlamento e non può rispondere aidesiderata di un solo partito».

Franco Camba

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4 Chiesa domenica8 febbraio 2015

costui per me è fratello, sorella emadre”. Fare la volontà di Dio ci faessere parte della famiglia di Gesù, cifa madre, padre, sorella, fratello».

26 gennaio

La volontà di Dio

Letture bibliche:Eb 10,1-10; Sal 39; Mc 3,31-35

«Io prego, perché il Signoremi dia la voglia di fare la suavolontà, o cerco icompromessi perché ho pauradella volontà di Dio? Un’altracosa: pregare per conoscerela volontà di Dio su di me esulla mia vita, sulla decisioneche devo prendere adesso…tante cose. Sul modo digestire le cose».

«Il Signore ci dia la grazia, a tutti noi,che un giorno possa dire di noi quelloche ha detto di quel gruppo, di quellafolla, che lo seguiva, quelli che eranoseduti attorno a Lui, come abbiamosentito nel Vangelo: ‘Ecco mia madre e imiei fratelli. Chi fa la volontà di Dio,costui per me è fratello, sorella emadre”. Fare la volontà di Dio ci faessere parte della famiglia di Gesù, cifa madre, padre, sorella, fratello».

27 gennaio

La salvezza del popolo

Letture bibliche Eb 10,19-25; Sal 23; Mc 4,21-25

«Non c’è una salvezza soltanto per me.Se io capisco la salvezza così, sbaglio;sbaglio strada. La privatizzazione dellasalvezza è una strada sbagliata […]Quando io sono in una parrocchia, inuna comunità – qualsiasi sia – io sonolì, io posso privatizzare la salvezza edessere lì un po’ socialmente soltanto.Ma per non privatizzarla devo chiederea me stesso se io parlo, comunico lafede; parlo, comunico la speranza;parlo, faccio e comunico la carità. Se inuna comunità non si parla, non ci si dàanimo l'uno all’altro in queste trevirtù, i componenti di quella comunitàhanno privatizzato la fede. Ognunocerca la sua propria salvezza, non lasalvezza di tutti, la salvezza del popolo.E Gesù ha salvato ognuno, ma in unpopolo, in una Chiesa».

«Quando noi siamo in una riunione -nella parrocchia, nel gruppo – egiudichiamo gli altri”, “c’è una sorta didisprezzo verso gli altri. E questa non èla porta, la via nuova e vivente che ilSignore ha aperto, ha inaugurato”:“Disprezzano gli altri; disertano dallacomunità totale; disertano dal popolodi Dio; hanno privatizzato la salvezza:la salvezza è per me e per il miogruppetto, ma non per tutto il popolo

di Dio. E questo è uno sbaglio moltogrande. E’ quello che chiamiamo e chevediamo: ‘le élites ecclesiali’. Quandonel popolo di Dio si creano questigruppetti, pensano di essere buonicristiani, anche – forse – hanno buonavolontà, ma sono gruppetti che hannoprivatizzato la salvezza».

29 gennaio

L’incontro con Gesù

Letture bibliche:Eb 10,32-39; Sal 36; Mc 4,26-34

«Il giorno dell’incontro con Gesù nonva mai dimenticato perché è il giorno diuna gioia grande, di una voglia di farecose grandi […] La memoria è tantoimportante per ricordare la graziaricevuta, perché se noi cacciamo viaquesto entusiasmo che viene dallamemoria del primo amore, questoentusiasmo che viene dal primo amore,viene quel pericolo tanto grande per icristiani: il tepore. I cristiani 'tiepidi'.Eh, ma stanno lì, fermi, e sì, sonocristiani, ma hanno perso la memoriadel primo amore. E, sì, hanno persol’entusiasmo. Anche, hanno perso lapazienza, quel 'tollerare' le cose dellavita con lo spirito dell’amore di Gesù;quel 'tollerare', quel 'portare sullespalle' le difficoltà… I cristiani tiepidi,poverini, sono in grave pericolo».

30 gennaio

Il dono della fede

Letture bibliche:2Tm 1,1-8 o Tt 1,1-5; Sal 95; Lc 10,1-9

«Tutti noi abbiamo ricevuto il donodella fede. Dobbiamo custodirlo,perché almeno non si annacqui, perchécontinui a essere forte con la potenzadello Spirito Santo che ce lo haregalato. La fede si custodisceravvivando questo dono di Dio. Se noinon abbiamo questacura, ogni giorno, diravvivare questo regalodi Dio che è la fede, mala fede si indebolisce, siannacqua, finisce peressere una cultura: ‘Sì,ma, sì, sì, sonocristiano, sì, sì…’, unacultura, soltanto. O unagnosi, una conoscenza:‘Sì, io conosco benetutte le cose della fede, conosco bene ilcatechismo’. Ma come tu vivi la tuafede? E questa è l’importanza diravvivare ogni giorno questo dono,questo regalo: di farlo vivo».

«Il Signore ci dia la grazia, a tutti noi,che un giorno possa dire di noi quelloche ha detto di quel gruppo, di quellafolla, che lo seguiva, quelli che eranoseduti attorno a Lui, come abbiamosentito nel Vangelo: ‘Ecco mia madre e imiei fratelli. Chi fa la volontà di Dio,

LE PIETRE

Non privatizzare la salvezzan LE OMELIE DEL PAPA A SANTA MARTA

Il Vangelo cambia la vita

All’Angelus il Santo Padre si èsoffermato sul Vangelodomenicale (Mc 1,21-28) che

presentava Gesù a Cafarnao,impegnato nell’insegnamento nellaSinagoga e nella liberazione di unindemoniato.Il testo evangelico, fa notare PapaFrancesco, afferma che Gesù«insegnava loro come uno che haautorità, e non come gli scribi» (Mc1,22): «Che cosa significa "conautorità"? Vuol dire che nelle paroleumane di Gesù si sentiva tutta la forzadella Parola di Dio, si sentival’autorevolezza stessa di Dio,ispiratore delle Sacre Scritture. E unadelle caratteristiche della Parola diDio è che realizza ciò che dice. Perchéla Parola di Dio corrisponde alla suavolontà […] Infatti Gesù, dopo averpredicato, dimostra subito la suaautorità liberando un uomo, presentenella sinagoga, che era posseduto daldemonio (cfr Mc 1,23-26)».Il Vangelo si presenta come l’autenticaliberazione di ogni uomo: «Il Vangeloè parola di vita: non opprime lepersone, al contrario, libera quantisono schiavi di tanti spiriti malvagi diquesto mondo: lo spirito della vanità,l’attaccamento al denaro, l’orgoglio,la sensualità… Il Vangelo cambia ilcuore, cambia la vita, trasforma leinclinazioni al male in propositi dibene. Il Vangelo è capace di cambiarele persone! Pertanto è compito deicristiani diffonderne ovunque la forzaredentrice, diventando missionari earaldi della Parola di Dio».La nuova dottrina insegnata conautorità, ha spiegato il Pontefice, «èquella che la Chiesa porta nel mondo,insieme con i segni efficaci della suapresenza: l’insegnamento autorevolee l’azione liberatrice del Figlio di Dio

diventano le parole di salvezza e igesti di amore della Chiesamissionaria. Ricordatevi sempre che ilVangelo ha la forza di cambiare la vita!Non dimenticatevi di questo. Esso è laBuona Novella, che ci trasforma soloquando ci lasciamo trasformare daessa». In questa prospettiva il Papa hainvitato ancora una volta a portarecon sé il Vangelo e a leggerlo confrequenza: « Leggete un passo delVangelo ogni giorno. È la forza che cicambia, che ci trasforma: cambia lavita, cambia il cuore».Al termine dell’Angelus il Papa haannunciato il suo viaggio a Sarajevo ilprossimo 6 giugno, chiedendopreghiere affinché la sua visita «sia diincoraggiamento per i fedeli cattolici,susciti fermenti di bene e contribuiscaal consolidamento della fraternità,della pace, del dialogo interreligioso edell’amicizia».Sempre al termine della preghieradomenicale il Santo Padre ha fatto

riferimento alla Giornata per la vitache si celebra la prima domenica difebbraio: «Rivolgo il mioapprezzamento alle associazioni, aimovimenti e a tutti coloro chedifendono la vita umana. Mi unisco aiVescovi italiani nel sollecitare “unrinnovato riconoscimento dellapersona umana e una cura piùadeguata della vita, dal concepimentoal suo naturale termine” (Messaggioper la 37ª Giornata nazionale per laVita). Quando ci si apre alla vita e siserve la vita, si sperimenta la forzarivoluzionaria dell’amore e dellatenerezza (cfr Esort. ap. Evangeliigaudium, 288), inaugurando unnuovo umanesimo: l’umanesimo dellasolidarietà, l’umanesimo della vita».All’Udienza generale Papa Francescoha ripreso il ciclo di catechesi sullafamiglia, soffermandosi sulla figuradel padre: «È più profondo di quel chepensiamo il senso di orfanezza chevivono tanti giovani. Sono orfani in

famiglia, perché i papà sono spessoassenti, anche fisicamente, da casa,ma soprattutto perché, quando cisono, non si comportano da padri,non dialogano con i loro figli, nonadempiono il loro compito educativo,non danno ai figli, con il loro esempioaccompagnato dalle parole, queiprincipi, quei valori, quelle regole divita di cui hanno bisogno come delpane».In settimana il Pontefice ha ricevuto inudienza i dirigenti della Coldiretti, coni quali ha richiamato il valore dellavoro in campo agricolo: «La storia diun’agricoltura sociale dal voltoumano, fatta di relazioni solide e vitalitra l’uomo e la terra: relazioni vitali: laterra ci dà il frutto ma anche la terraha una qualità per noi: la terracustodisce la nostra salute, la terra èsorella e madre che cura e che sana.L’ispirazione etica, che motiva esostiene la vostra azione alla lucedella dottrina sociale cattolica,avvicina fin dalle origini la missionedella Coldiretti a quella della Chiesa, ela loro collaborazione ha portato tantibuoni frutti all’intera societàitaliana».

Roberto Piredda

“Il Vangelo cambia il cuore, cambia la vita,trasforma le inclinazioni al male in propositi dibene. Ècompito dei cristiani diffonderneovunque la forza redentrice” (Angelus)

Le paroledel Santo Padrenegli interventidell’ultimasettimana

n INDIAEdifici cristianidati alle fiammeIl nuovo stato di Telangana,ufficialmente creato nellaFederazione Indiana pochimesi fa, riceve il “battesimo”della violenza degli estremistiindù: la chiesa del villaggio diTadur, nel distretto diMahabubnagar, è stata dataalle fiamme e completamenterasa al suolo da ignoti.Secondo i cristiani locali gliautori sono membri di gruppiradicali indù. Si trattavadell’unica chiesa del villaggio,costruita in materia semplice,come bambù e paglia, che icristiani usavano per lapreghiera. Nell’incendio,avvenuto nei giorni scorsi,sono andati persi anche arredi,bibbie, libri. Le indagini dellapolizia sono in corso. Nel distretto si sono registrati,negli ultimi mesi, oltre unadozzina di attacchianticristiani.

n PAKISTANUn luogo di cultoa PansaraLa comunità cattolica inPakistan esulta per laconsacrazione di una nuovachiesa dedicata a Santa TeresaBenedetta della Croce aPansara, nella diocesi diFaisalabad, nel Punjabpakistano. Padre EmmanuelParvez, è il parroco a Pansara,racconta come circa tre anni fap aveva acquistato quattroettari di terreno per accoglierecentoquattro famiglie di poverie senzatetto, perlopiùlavoratori nelle fornaci diargilla nel territorio delPunjab. Grazie all’aiuto dellaConferenza Episcopale Italiana,sono stati costruiti sul terrenoalcuni moduli abitativi cheaccolgono oltre duecentofamiglie, perlopiù cristiane.Il piano della comunità aPansara non è finito: in unaseconda fase “si voglionoaffrancare queste famiglie chevivono una vita di schiavitù emiseria”, dice p. Emmanuel.Risultano infatti gravate dapesanti debiti contratti con idatori di lavoro, che essiripagano con un lavoromassacrante e un salariominimo. Vogliamo fornire lorogli strumenti e la possibilità adavviare aziende agricole epermettendo ai loro figli diavere un’istruzione.

n RUSSIALe parrocchie dovranno registrarsiEntro marzo, tutte leparrocchie della Chiesacattolica in Crimea - lapenisola ucraina passata allaRussia, dovranno adattarsi allalegislazione russa sulleorganizzazioni religiose. Loriporta il servizio ucraino dellaradio polacca. La notizia èconfermata da fonti dellacomunità cattolica in Russia,secondo le quali "dopo inizialiproblemi" con le nuoveautorità di Crimea, e “primadella fine del 2014, si è giuntiad una soluzione ditransizione”. A quanto appreso, sia cattolici,che ortodossi dovrannoregistrarsi, secondo la "leggesulle organizzazioni religiose"della Federazione russa, cherichiede la presenza di 10persone con passaporto russocome rappresentanti di ogniparrocchia.

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Il quarto ed ultimo incontro, inprogramma il prossimo 9 marzo, saràdedicato invece alle tappe evolutivedella crescita dei ragazzi, lafanciullezza, l'adolescenza e lagiovinezza.Verranno illustrati tutta una serie dielementi di cui va tenuto contonell'ambito dell'educazione

cristiana. Per l’occasione saràpresente anche don Michele Fadda,rettore del Seminario Arcivescovile especializzato in psicologia, peraiutare ancora di più i catechisti adavvicinarsi alle dinamiche propriedell’età dei ragazzi loro affidati.

Fabio Figus

5Giovanidomenica8 febbraio 2015

Èiniziato lo scorso 26 gennaionell’auditorium dellaparrocchia San’Elena, un ciclo

di incontri dedicato alla formazionedei catechisti della forania diQuartu.L’idea di organizzare questaappuntamenti, in collaborazionecon l’ufficio catechistico diocesanodi Cagliari, dedicatispecificatamente ai collaboratoridei parroci nell’evangelizzazione,scaturisce dall’esigenza riscontratain tal senso in tutte le comunitàparrocchiali.Come si legge nell’ultimodocumento dei vescovi italianiIncontriamo Gesù, orientamenti perl’annuncio e la catechesi in Italia, èdi assoluta importanza “assicurarela formazione specifica di base atutti i catechisti, sia mediantel’impegno delle parrocchie, sia diapposite scuole diocesane; non è datrascurare nemmeno l’attenzionealla circolazione delle buonepratiche e delle esperienze positivevissute nelle varie comunità.L’Ufficio Catechistico Diocesano(UCD) curerà che la formazione in

documento per la catechesi,pubblicato lo scorso maggio daltitolo “Incontriamo Gesù”. Sonostati dati degli spunti su come poteraffrontare la catechesi oggi, qualisono le sfide e gli obiettivi di uncatechista, ma anche di tutta lacomunità che si deve sentireresponsabile e partecipe delprogetto educativo.“Proprio di progetto ha parlato ildirettore dell'ufficio diocesano perla catechesi, riprende don Collu,che ha fatto riferimento alleesigenze attuali delle stessecomunità parrocchiali, come adesempio l'oratorio, l'esperienzadella famiglia, quella delle coppiedi fidanzati, che si riversasull'educazione dei più piccoli”Il secondo incontro, fissato per ilprossimo 10 febbraio, saràincentrato sulla progettazione diuna anno catechistico, partendodalle fonti della catechesi quindidai testi di riferimento come icatechismi e la Bibbia, strumentifondamentali per la catechesi.Ambiti dell’evangelizzazione dainserire nel progetto catechistico,la comunità educante e l'oratorioche è lo strumento di unione tra lacatechesi e la vita vissuta.Il terzo incontro, fissato per ilprossimo 23 febbraio invece, saràincentrato sulle dinamiche digruppo e la gestione degli incontri.Si tratterà di un incontrolaboratoriale dove gli stessicatechisti saranno chiamati a viveree a mettersi in discussione sullemodalità e gli strumenti chepossono essere utilizzate per farecatechesi.

La formazionedei catechisti a Quartu S.E.

loco dei catechisti parrocchiali siasempre in sintonia con il progettodiocesano. È pure compito dell’UCDpredisporre occasioni e percorsi peruna formazione più approfondita,anche in vista del conferimento delMandato da parte del vescovo”.(Orientamenti, n. 84)Il corso prevede dunque quattroincontri con cadenza quindicinale,molto semplice nei contenuti maallo stesso tempo attento alledinamiche attuali della catechesi.Al primo incontro erano presentidiversi catechisti provenienti datutte le parrocchie della forania diQuartu. “E’ l’occasione per tutti i nostricatechisti di respirare un'ariadiocesana, racconta don DavideCollu vice-parroco a Sant’Elena,capire come la Diocesi si stamuovendo nell'ambito dellacatechesi e come la stessa Chiesaitaliana si sta dirigendo su questitemi.A guidare il primo incontro, donEmanuele Mameli direttoredell’ufficio catechistico, che si èsoffermato proprio sull'ultimo

BREVI

nGIOVANICampi di formazione di Pastorale giovanileSono aperte le iscrizioni per iprossimi campi di formazioneproposti dall’Ufficio di pastoralegiovanile e previsti nel mese diaprile. Dal 24 al 26 aprile è inprogramma il corso di formazioneper animatori di gruppipreadolescenti e adolescenti (etàdei partecipanti dai 17 ai 25 anni).Dal 30 aprile al 3 maggio inveceverrà fatto il corso di formazioneper gli animatori che nei nostrioratori organizzeranno eguideranno l’esperienza di “EstateRagazzi” (età dei partecipanti dai15 ai 20 anni). Per garantire lapresenza di più parrocchie ognioratorio potrà partecipare con unminimo di quattro ad un massimodi otto animatori. I posti per lapartecipazione sono limitati, percui è necessario che i responsabiliprenotino i posti ed inviino quantoprima le iscrizioni.Per tutti i corsi previsti l’Ufficio dipastorale giovanile rilascerà unattestato di partecipazione e unadichiarazione per il creditoformativo scolastico da presentarea scuola. Tutti i corsi si terranno aSolanas, nella colonia “SanDomenico Savio”. Per iscrizionialtre informazioni è possibilescaricare i moduli sul sitowww.chiesadicagliari.it. Perinformazioni contattaredirettamente l’Ufficio di pastoralegiovanile: don Alberto Pistolesi –[email protected][email protected].

In occasione della festa di SanGiovanni Bosco in un anno cosìspeciale, quale il bicentenario

dalla nascita dello stesso, laPastorale Giovanile della diocesi diCagliari e l'oratorio San GiovanniBosco della parrocchia San PietroApostolo di Nuraminis, hannovoluto organizzare e proporre unagiornata dedicata alla festa delSanto e all'oratorio.Alle 17 dello scorso 31 gennaio ilpiazzale antistante la Chiesa diNuraminis ha accolto le tantedelegazioni provenienti dalleparrocchie della diocesi che hannorisposto all'invito e chepresentatesi all'appuntamento,sono state accolte dalle felpe giallePG che nonostante il tempo pococlemente, per l'occasione, hannoindossato dei cartelloni riportantidelle frasi relative al tema dellagiornata: i sogni.E' infatti importante ricordare chedon Bosco è stato innanzitutto ungrande sognatore, e grazie a questostraordinario dono è riuscito acomunicare ai suoi ragazzidell'oratorio l'importanza che isogni rivestono nella vita e nelquotidiano. L'accoglienza è poiproseguita all'interno della chiesa,dove le voci del coro composto daglianimatori e ragazzi dell'oratorio diNuraminis hanno accompagnato epreparato l'atmosfera finoall'arrivo del nostro vescovo,Monsignor Arrigo Miglio, per lacelebrazione della Santa Messa.La comunità di Nuraminis ha accoltoben 160 giovani provenienti dallediverse parrocchie della diocesi, maall'appello erano presenti innumerosi anche i bambini delcatechismo.Al termine della celebrazione irappresentanti delle delegazionipresenti hanno portato sull'altareun piccolo presente come segno dicomunione e gratitudine verso laparrocchia ospitante, un gestosemplice ma non scontato.

Pastorale giovanile.Si è tenuta a Nuraminis la festa diocesana di San Giovanni Bosco

Chiamati a tenere vivo il sogno di Don BoscoLa serata è poiproseguitaall'aperto, scanditaprima da unaprocessione nellaquale si sonoalternati preghiere,il racconto di alcunisogni di Don Boscoe canti, che hannoaccompagnato lastatua del Santo dalpiazzale dellaChiesa finoall'oratorio.A seguire c'è statopoi un momento diconvivialitàpreparato edorganizzato daiparrocchiani, che inquesto modo hannovoluto dare il loropersonalebenvenuto a tutti ipartecipanti dellafesta dedicata alSanto e al lorooratorio, nato dapoco ma in fortesviluppo grazie llavoro del parroco,don Giacomo Faedda e all'impegnodei suoi animatori.La pioggia, presente per tutto losvolgersi della serata, non ècomunque riuscita a placarel'entusiasmo degli animatori diNuraminis e delle felpe gialle PG,che incuranti del maltempo hannocomunque proposto e coinvoltotutti i giovani presenti conanimazione, musica e bans fino alconcludersi dell'evento.Eventi come questo ci ricordano chenei nostri discorsi per indicarequalcuno che guarda il futuro conpositività ed ottimismo, si utilizzal'etichetta "inguaribile sognatore",come a voler dire che solo chi vedetutto sotto un'ombra di negatività epessimismo è una persona realista,che sa stare nel presente. Don

Giovanni Bosco è esattamente ladimostrazione di quanto siasbagliato un atteggiamento cosìnegativo nei confronti della vita edei progetti futuri. Costui aveva ildono di sognare cose grandi, maaccompagnava questa straordinariadote all'essere un uomo piuttostopratico e concreto, ed il suoottimismo, la speranza ed i sogni dicostruire qualcosa di importanteper i ragazzi come l'oratorio, non èsicuramente stato facile, ed a moltisarà sembrata l'impresa impossibileproprio di un inguaribile sognatore.I giovani di oggi rischiano di nonsaper sognare, di non essernecapaci, perché si sta insinuando inloro il germe del pessimismo, del"tanto è impossibile...èdifficile...non riuscirò mai...".

E' vero che la nostra società hatanti problemi e molti di questi sonolegati al mondo del lavoro edell'istruzione, ma è anche vero cheDon Bosco nella seconda metàdell'800 italiano, non trovò disicuro un clima facile, e nonostantetutto riuscì a costruire comunquebene e bellezza. I nostri oratori e leparrocchie devono essere questotipo di risposta per i ragazzi ed igiovani, che devono guariredall'apatia e dal pessimismo perriuscire a vedere se stessi, il lorofuturo ed il loro presente confiducia. Sognare non significafuggire la realtà, ma piuttostoguardare il presente attraverso unapreziosissima lente: la speranza.

Federica Bande

CANCELLERIA DELLA CURIASi sollecitano i Rev.di Parroci,che ancora non avesseroprovveduto, a voler inoltrare,con cortese sollecitudine, ilmodulo statistico sullo statodelle anime relativo al 2014. Siricorda che la compilazione didetto modulo è necessaria perrispondere a quanto richiestodagli uffici della CEI e che avevascadenza il 31 gennaio

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6 Giovani domenica8 febbraio 2015

Il convegno che si è tenutonell’aula magna della FacoltàTeologica, “Le relazioni che

aiutano a crescere: educazioneall’affettività e alla sessualitàdall’infanzia all’adolescenza”, nonè stata semplicemente unachiacchierata su ciò che riguardala sfera affettivo/sessualedell’uomo e della donna; è statoqualcosa di più. Un confrontoaperto tra una persona preparatae qualificata come il prof.Armando Angelucci, psichiatra econsulente familiare, ed una salagremita di persone di ogni età.Gremita nonostante questo per lafamiglia non sia uno dei momentimigliori, come ricorda ilPresidente del Consultoriofamiliare diocesano, dott.ssaMaddalena Mauri Valentino: “Ilmomento è difficile e ne siamopreoccupati, soprattutto per ifigli; perché se la coppia “scoppia”sono loro a pagarne leconseguenze. Le coppie devonoinvece riscoprire la bellezza distare insieme, a tal fine stiamoorganizzando degli incontri.Sottolineiamo semprel’importanza dell’infanzia: ciò chesuccede nei primi anni di vita fada fondamento. Ma è importanteche i genitori ci siano anche nelperiodo dell’adolescenza”. Unproblema, quellodell’accettazione di sé, cheaffronta anche il preside dellaFacoltà Teologica della Sardegna,Padre Maurizio Teani: “Tuttiabbiamo paura di non valere agliocchi degli altri e di non essereamabili; ma questo falsa irapporti. Bisogna invece essere

accolti per quello che si è.Altrimenti si diventa predadell’aggressività”. Come viviamo lerelazioni con gli altri? Il tema èsempre lo stesso, e il prof.Angelucci, gli dà un ampio respiro:“La relazione è crescita e lacrescita è relazione. Dobbiamocapire se siamo capaci di tollerare,reggere e condividere; tollerarequando una persona triste chiedeil nostro aiuto per esempio. Unacosa è certa: non abbiamoassolutamente chiaro il significatodelle cose che attraversiamo, locapiamo sempre dopo. Dobbiamorimanere aperti ad unarricchimento del significato diquelle cose; se facciamo questolavoro su noi stessi, possiamoaiutare gli altri. La primarelazione in assoluto è quellamadre-bambino: è una matriceche permette lo sviluppo dellostesso. Sviluppo che dipende datre cose principalmente: ilpatrimonio ereditario della vitaistintuale. Da adeguate curefisiche. E da un ambientefavorevole. Il bambino èpredisposto a cogliere il mondoemozionale ed affettivo dellamadre, è come una spugna; madree bambino quindi sonoinscindibili. È importante chediventi una brava persona.Sull’affettività c’è moltaconfusione: io la definisco comeuna costellazione. L’affettivitànon è solo cose positive, ma anchenegative, affetti negativi. E fa iconti anche con le sensazioni. Gliaffetti sono potenzialmentepositivi e potenzialmentenegativi. La sessualità fa

riferimento a due fattori: biologicie psicosociali. Anche una mamma,per esempio, compra per i suoibambini dei vestiti maschili ofemminili. Si viene stimolati acomportarsi in un certo modo:infatti si comprano le macchinineoppure le bambole”. Differenzeche riguardano chiaramenteanche la sessualità che “neimaschi è più forte. C’è un’identitàdel desiderio sessuale che dipendedai livelli ormonali, gli androgeni,e da fattori cognitivo-affettivi. Ildesiderio sessuale deve esserecaratterizzato da tenerezza. Eaccanto alla tenerezza ci deveessere la passionalità, ed èimportante che gli aspetti amorosisiano più elevati di quelliaggressivi”. Si passa così adaffrontare il tema delleproblematiche dell’orientamentosessuale. Angelucci sostiene che“è più facile avvicinarsi al mondodegli eterosessuali e degliomosessuali che ai transessuali. Èuna situazione che il soggetto vivecon forte disagio. Lo svilupposessuale nasce dal rapporto trabambino e madre. La mamma siprende cura stabilmente delproprio bambino, e vivel’esperienza unica, del rapportotra madre e figlio. Un rapporto chepoi deve necessariamentecambiare. La madre quando giocadeve diventare “bambino”. Ilbambino deve imparare adidentificare mondo interno emondo esterno. La dimensionerelazionale è del noi. Da adultinon tolleriamo di dipendere daqualcuno. Il bambino nasceonnipotente, non deve fare nulla

per esistere. Il padre devesostenere la mamma, ma deverompere la relazione madre-figlio.Poi il padre deve saper dire no,infatti solo dalla funzioneinterdittiva nasce il desiderio. Noidesideriamo perché qualcuno cidice no. Alla fine della conferenza arrivaanche il saluto dell’Arcivescovo,

La cura delle relazioniper una crescita serenaSi è tenuto il Convegno “Le relazioni che aiutano a crescere: educazione all’affettività e allasessualità dall’infanzia all’adolescenza” promosso dal Consultorio familiare diocesano

Mons. Miglio: “Un ‘grazie’ a chi hapensato questo incontro: lafamiglia non ha bandiereconfessionali, questi incontriindicano qual è la strada per unasocietà che voglia crescere esvilupparsi e nonautodistruggersi”.

Marco Scano

perché gli uomini le hannoconficcato una spina nella schiena.Kirikù riesce quindi a togliere laspina, la strega non soffre più eperde la sua malvagità, si scopreallora che non mangiava gli uomini,bensì li trasformava in oggettiobbedienti e questi sono finalmenteliberi. Con un bacio della stregaormai tornata una bellissimaragazza Kirikù diventa rapidamentegrande e la sposa.La vicenda si presta adinterpretazioni su molti piani, maquello che qui mi interessa è il modoin cui Karabà, la strega (archetipofemminile), “trasforma” quelli cheincontra nei due tempi che vive:finchè è ferita li riduce in oggetti,quando guarisce li rendepienamente uomini.La donna ferita dalla crudeltà degliuomini, ingannata quando eraancora giovane e ingenua, non sitrova solo nella savana africana, masi aggira anche nelle nostre stradecittadine e la sua risposta alladelusione è spesso la stessautilizzata da Karabà: considerare gliuomini oggetti e sottometterli.Attraverso una sensualità utilizzatacome dominio e una elaborazione diraffinati processi di “seduzione”(che mirano letteralmente acondurre l’altro a sé) questo tipo di

donna non crea dei rapporti con gliuomini, semplicemente licolleziona, cercando così di placareil dolore nato il giorno in cui ancoracredeva nell’amore ed è stataingannata.Quante donne conosciamo così,tante, ma in realtà possiamo direche in tutte le donne c’è una partedi strega Karabà, perché tutte ciportiamo dentro una lacerazione(più o meno profonda) tra l’amoresognato e la realtà vissuta, con lesue delusioni, e al tempo stessotutte abbiamo sperimentato ilpotere a tratti inebriante di sedurre,anche perché oggi c’è una pressionesociale fortissima sulle donne inquesto senso.Ma quando qualcuno sa andare oltrel’apparenza e si incarica di lenire lesue ferite, la donna riscopre sestessa e sa finalmente entrare inrelazione con l’uomo nel modo che leè proprio: aiutandolo a crescere.Perché se l’uomo è colui che ricuce laferita d’amore che la donna sempreporta dentro, la donna è colei checon il suo amore lo fa diventaregrande, crea nel suo cuore lo spazioperché lui abbia la forza di diventareciò che deve diventare per sé e nellasocietà.Ultimamente in ambito cattolico siparla spesso di “sottomissione

femminile” volendo citare il testoPaolino di “e voi donne siatesottomesse ai vostri mariti” ed èun’immagine molto efficace, maanche rischiosa perchésemanticamente richiama ad unadinamica di potere, che nondovrebbe riguardare il rapportod’amore. Personalmente ritengo piùbello ed utile parlare della donnaalleata del proprio uomo: l’alleanza

è reciprocità, donazione, co-costruzione ed è anche vittoria,perché insieme si è più forti, perché(come scriveva Erri de Luca) ‟Duenon è il doppio ma il contrario diuno, della sua solitudine. Due èalleanza, filo doppio che non èspezzato.”

Paola Lazzarini Orrù[email protected]

Avoler parlare di amore sirischia facilmente difranare in una retorica

vuota se non si tiene inconsiderazione quello che allabase dell’amore si trova e che –non sempre – è così limpido efelice: il rapporto tra uomini edonne. In particolare vorrei oggiriflettere sul versante femminile,ovvero su cosa succede in unrapporto quando una donna è(per semplificare) ferita oguarita e cosa accada all’uomoche incontra questi due tipi didonna.C’è un piccolo film africano, uncartone animato bellissimoanche se ormai piuttosto datato,dal titolo “Kirikù e la stregaKarabà” che mi ha aiutata amettere a fuoco questariflessione. La storia è questa: inun villaggio africano nasce unbimbo piccolissimo, ma saggio evaloroso, che presto decide diaffrontare la strega che da tempoha prosciugato la fontedell’acqua che dissetava ilvillaggio e che – si dice – hamangiato tutti gli uomini, tra iquali il padre dello stesso Kirikù.Con l’aiuto del vecchio nonnosaggio Kirikù scopre che lastrega è crudele perché soffre,

L’alleanza tra l’uomo e la donnan UN AMORE COSÌ GRANDE

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7Cagliaridomenica8 febbraio 2015

residenti sul totale dellapopolazione del quartiere (7,37%),con una consistente presenza difilippini, rumeni e ucraine: «Ilquartiere ha molti anziani e sonodunque molte le badanti straniere -spiega don Massimo - quando vado abenedire le case mi accorgo che adaprirmi la porta non è il padrone dicasa ma lo straniero che gli dà unamano. È una nota positiva per la cittàperché fa capire che si sono inseritinelle famiglie per lavorare e icagliaritani non discriminanonessuno».

M. M.

associazioni di volontariato, il centrodi ascolto e il servizio di accoglienzacomunicano con gli assistenti socialicomunali, con la Caritas e la mensadel Buon Pastore. Questa rete cipermetti di venire incontro alleurgenze». Inoltre, con un gruppo digiovani appartenenti ad Alleanza diMisericordia, si tenta di daresostegno e calore umano ai senzatetto della zona.Integrazione. Infine, la comunitàstraniera è ben integrata.Curiosamente San Benedetto è ilquarto rione cagliaritano con la piùalta percentuale di stranieri

Quando si parla del quartiere diSan Benedetto non si può farea meno di menzionare il suo

carattere commerciale. Per tantotempo infatti, le vie del quartieresono state il centro dello shoppingcagliaritano e via Dante harappresentato la passeggiatapreferita per chi voleva fareacquisti. Da alcuni anni però, incoincidenza con la crisi economicamondiale e la crescita delcommercio su internet, la tendenzasi è invertita: il brusco stopdell’economia ha portato moltinegozi a chiudere e diverse attivitàcommerciali storiche hanno dovutoabbassare le serrande. I daticagliaritani sono chiari: nei primiotto mesi del 2014 sono stateaperte 167 nuove attività dicommercio al dettaglio a fronte di459 cessazioni con un saldonegativo di meno 292.Alcuni negozi però resistonoancora. È il caso del Market SantaLucia di via Donizetti, attivo da oltremezzo secolo. I proprietariraccontano la loro esperienza: «Gliultimi anni sono stati i peggiori ma

locali sfitti, sono molti i giovani chevorrebbero aprire un’attività. Ma iprezzi non scendono». Una manod’aiuto in questo senso potrebbearrivare da una regolamentazionedagli affitti: «Si potrebberoaumentare le imposte sui locali sfitti,invogliando i proprietari ad affittare.Inoltre si potrebbero anchecalmierare i canoni». Ma non solo:«Esiste anche qualche tassa stupida.Per esempio ci fanno pagare la tassasull’insegna, ma se noi spegniamo leluci la sera qui è tutto buio. Tuttiquanti non stanno più mettendoinsegne luminose e in via Dantesenza le luci delle vetrine c’è buio.

Inoltrebisognerebbe nonaprire altre grandidistribuzioni, neabbiamo giàabbastanza».Della situazione dicrisi commercialeparla anche donMassimo Noli:

«Sono in contatto con icommercianti, molti sono mieiparrocchiani. Vado a visitarli e miinformo di questa situazione che stacolpendo troppi negozianti. Negliultimi anni molti hanno chiuso equalcuno ha anche tentato ilsuicidio. Una crisi anche esistenziale.Ci sono stati anche tentativi diriapertura dei negozi ma durano amala pena pochi mesi. La gente nonacquista, gli affitti sono cari e cisono anche le tasse imposte dalloStato che invece dovrebbe sostenerela fascia giovane che ha la voglia diriprendere le attività».

M. M.

Nella crisi del commercioc’è chi ancora resisteLa crisi economica e il rapido sviluppo degli acquisti on line creano difficoltà serie per leattività commerciali che da sempre contraddistinguono il quartiere di San Benedetto

Durante la Seconda guerramondiale, Cagliari è stata unadelle città italiane più

bombardate.Con oltre 2000 morti e l’80% degliedifici distrutti, il primo obiettivo deldopoguerra fu la ricostruzione:molte persone avevano perso la casae la grande quantità di macerieimponeva di soddisfare l’imponentenecessità di abitazioni nelle zonefino ad allora di aperta campagna.Così molti rioni periferici della cittàfurono protagonisti di una rapidaespansione edilizia. Tra questi ilquartiere di San Benedetto, che inpochi anni ha assunto laconformazione a raggiera (concentro in piazza San Benedetto) cheancora oggi conosciamo. Non unquartiere storico in senso stretto, maun rione ormai da decenni al centrodella vita sociale e commercialedella città.San Benedetto oggi. In posizioneprivilegiata per parlaredell’evoluzione del quartiere negliultimi anni è don Massimo Noli, dal2011 parroco della Chiesa di SantaLucia: «Spesso si dice che in città

Un quartiere al centro della vita cittadinaSan Benedetto, nonostante itempi che cambiano, rimaneun rione a misura d’uomo, conuna significativa vivacitàsociale e culturale

regna l’individualismo e l’anonimato -spiega don Massimo - a SanBenedetto non è così. Me ne accorgoogni giorno quando passeggio, salutoi miei parrocchiani e vedo che tra loros’incontrano e amano socializzare».Da quando è arrivato a SanBenedetto, don Massimo Noli hasempre avuto l’obiettivo diincontrare e far incontrare la gente:«Le famiglie devono conoscersi primadi poter formare una comunità. Negliultimi anni, dando spazioall’incontro, in tanti hannocominciato a venire in parrocchia».L’apertura alla società è l’elementocentrale messo in atto in diversimodi. In primis con le feste e lariscoperta del culto, a partire dalsanto che dà il nome al quartiere,festeggiato il 21 marzo come neimonasteri: «Abbiamo organizzatouna processione ed è nato uncomitato. Perfino l’arciconfraternitadi Sant’Efisio ha chiesto dipartecipare e lentamente stiamocoinvolgendo tutta la città». Lo stessoè stato fatto per Santa Lucia, moltovenerata a Cagliari: «Oltre all’aspettoreligioso, ci piace promuoverel’aspetto umano della persona cheama vivere di ricordi. Ritornare alleorigini fa sì che questo quartiere rivivasempre». Inoltre è sempre viva laproposta di eventi culturali e diformazione. L’anno scorso laparrocchia ha ospitato monsignorMtanios Haddad, archimadrita dellaChiesa Cattolica Melchita di Siria,

discutendo della questione siriana.Quest’anno invece è stato invitatol’imprenditore Rocco Meloni, autoredel libro “La regola dell’abate”, cheapplica le regole benedettine allagestione di una moderna azienda.«Poi - racconta don Massimo - io amocelebrare messa al mercato di SanBenedetto. È proprio là che si incontrala gente».Un quartiere solidale. Seppure inmaniera minore rispetto altre partidella città, anche San Benedetto vivesituazioni di disagio. Parrocchia esocietà civile articolano una rete dirisposte ben coordinata: «Le nostre

n 15 FEBBRAIORitiro per i diaconi Domenica 15 febbraio è prevista aVallermosa la consueta giornata diritiro della comunità per il diaconatopermanente. L’appuntamento siinserisce nel calendario formativopredisposto per la comunità diaconaledella Diocesi ha predisposto per l’AnnoPastorale. Sarà un momento dicomunione e riflessione per chi svolgequesto servizio a favore della Diocesi.

n FAMIGLIEIncontro Diocesano “La gioia del sì per sempre” sarà iltema dell’incontro diocesano deifidanzati in programma domenica 15febbraio dalle 18 alle 22 nei Locali delSeminario Arcivescovile.L’appuntamento è rivolto ai giovanifidanzati che frequentano la catechesipreparatoria al matrimonio e alleequipe di preparazione che operanonelle parrocchie della Diocesi.

n GIOVANIQuaresima 2015La Consulta giovanile della forania diQuartu Sant’Elena ha organizzato, nellachiesa parrocchaile di Sant’Antonio daPadova, per mercoledì 18 febbraio lacelebrazione della Liturgia delle Ceneri edi inizio Quaresima.L’appuntamento è fissato per le 21, unorario più vicino alle esigenze dei giovanidi Quartu, ai quali l’iniziativa è rivolta inmaniera particolare.

nSAN CARLOScuola di preghieraLunedì 9 febbraio a partire dalle 20.30nei locali della parrocchia San CarloBorromeo appuntamento con la“Scuola id preghiera per giovani”,guidati dal parroco don LucaVenturelli. L’iniziativa, destinata airagazzi e alle ragazze, vuole far vivereun momento di condivisione tragiovani. Informazioni sul sitowww.parrocchiasancarlo.it.

n 9 FEBBRAIO“Mary’s land” a CagliariArriva anche in Città il film “Mary’s land”,(Terra di Maria) del regista spagnolo J. M.Cotelo, già autore del documentario“L’ultima cima” sulla figura del sacerdotePablo Dominguez. Il film approfondisce lestorie di persone che si sono avvicinatealla fede cristiana. La pellicola saràproiettata al Cinema Odissea, lunedì 9febbraio alle 19.15 e 21.15. Per infocontattare direttamente il cinema.

devo dire che abbiamo iniziato adavere difficoltà dal 2004». Lafamiglia Ligas è proprietariadell’attività e del locale ed è quindiesente da uno dei grandi problemidelle attività commerciali, il costodell’affitto: «Tuttavia - spiegano letitolari dell’esercizio - sono molte leattività che si sono viste aumentare icanoni di locazione. A ciò si sonoaggiunte la grande distribuzione, cheinizialmente non era un problema perla nostra zona, la crisi, e le tasse: unopuò avere tutta la buona volontà peraprire un negozio, però non è facilequando bisogna pagare grosse cifredi tassa per rifiuti, insegna e tende.Senza contare lebollette: di lucepaghiamo 30milaeuro all’anno».L’analisi deiproblemi lascia poispazio ad alcuneriflessioni: «Non hapiù senso farequeste attività. Ioho dato il cambio a mio padre ma aimiei figli, se posso, faccio fare altro».E poi la ripresa: «Non torneremo maial benessere di prima perché sonostati anni di consumismo allo statopuro. Si è vissuto oltre la capacità disostenere quel tipo di vita».Altra attività storica del quartiere èla Cartolibreria Dessì di via Dante:«La situazione è evidente - raccontala titolare - non c’è movimento, nonci sono soldi, i fitti sono alti. È unasituazione generale di un’economicache non sta girando». E chi non hachiuso come ha fatto? «Ha ridotto ilpersonale e le spese, cercando diadattarsi, o si è trasferito. Con tanti

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8 Parola di Dio domenica8 febbraio 2015

La pericope evangelica dellaquinta domenica del tempoordinario è costruitaattraverso un continuo

cambiamento di scenariogeografico. Si parte dall’uscitadella sinagoga, per portarsi dentrola casa di Simone;successivamente, ci si muove dallasoglia della casa ad un luogosolitario, per chiudersi conl’allargamento essenziale verso ivillaggi della Galilea.Naturalmente non si tratta di unamera descrizione, ma questoavvicendarsi di luoghi richiama unsignificato profondo degli spazitoccati dalla predicazioneevangelica e dall’attenzionesalvifica che risana. Laproclamazione del Regno passa e siattua attraverso la Parola e le manisananti del Cristo. Nel vangelo didomenica scorsa gli uditori di Gesùrimanevano ‘stupiti del suoinsegnamento dato con autorità’.Nel brano odierno essi sonoattratti dalla manifestazione delRegno di Dio attraverso leguarigioni. È necessario ricordareche il potere taumaturgico era unelemento di garanzia, insieme allarealizzazione della sua parola, perla veridicità del profeta e della suaautenticità. Cristo non solo parlacon singolare autorità, ma opera leazioni tipiche del Regno. L’ingressonella casa di Simone è segno dicome l’evangelo non è meramenteaffare cultuale, liturgico, ma operache invade lo spazio quotidiano incui l’uomo vive. La ‘buona notizia’si offre all’uomo e alla donna conestrema gratuità valicando i limitiimposti dal senso comune. ‘Tutta lacittà era riunita davanti alla porta’.La gente sta sulla soglia, si ritrovanel punto cardine che divide ‘ildentro e il fuori’. La portarappresenta il limite intorno alquale non si impone la divisione,ma si attua la possibilitàdell’incontro. Anche nella nostratradizione isolana, le pietre diconfine (sas lakanas)rappresentano la frontiera dellaproprietà e il luogo della relazionetra i vicini. A ciascunol’opportunità di intessere relazionipacifiche e di rispetto, oppuretrasformare quel limite inoccasione di contesa, di scontro, diprevaricazione. Le persone che sitrovano sulla soglia della porta diSimone incontrano il Maestro esono sanati nelle loro infermità. Illimite non provoca disuguaglianza,ma una relazione innervata dallasolidarietà fraterna. Il Cristo non sioccupa solo dell’anima degliastanti, ma - interessatoall’interezza della persona umana– rivolge il proprio sguardosanante anche al corpo. Quanto,ancora oggi, dobbiamo impararead avere attenzione alla nostrapersona nella sua totalità! Il corpostesso deve essere redento, la‘carne’ ha bisogno dell’opera disalvezza del Cristo. L’in-carnazionedel Verbo è mistero che non puòche abbracciare la carne umana esegnare in essa la parola efficacedel Regno.Le guarigioni sono la trasfusioneincarnata della parola divina cheinvade e redime l’uomo. Ilbellissimo gesto di Gesù neiconfronti della suocera di Simone,‘la prese per mano e la sollevò’,evidenzia in modo plasticol’economia totalizzantedell’evangelo, con la denuncia diuna logica ammuffita e aberranteriguardante l’impurità. La rispostadi Gesù non abolisce le normecultuali, ma le supera, le riveste dinovità di vita, le innesta in unalogica di attenzione alla personaumana. Eppure, anche la rispostasolidale può essere intaccata dalla

Guarì molti malati

V Domenica del Tempo Ordinario (Anno B)

In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subitoandò nella casa di Simone e Andrea,

in compagnia di Giacomo e Giovanni.La suocera di Simone era a letto con la febbre e

subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fecealzare prendendola per mano;

la febbre la lasciò ed ella li serviva.Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli

portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta lacittà era riunita davanti alla porta.

Guarì molti che erano affetti da varie malattie escacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni

di parlare, perché lo conoscevano. Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e,

uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava.Ma Simone e quelli che erano con lui

si misero sulle sue tracce.Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli

disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini.perché io predichi anche là;

per questo infatti sono venuto!».E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro

sinagoghe e scacciando i demòni.

logica di autoreferenzialità. Chi aiutae assiste può farlo per appagare sestesso, per mettersi in mostra, persentirsi al centro. È il pericolorichiamato da Papa Francesco nellasua visita presso la cattedrale diCagliari: ‘Alcuni si fanno belli, siriempiono la bocca con i poveri;alcuni strumentalizzano i poveri perinteressi personali o del propriogruppo. Lo so, questo è umano, manon va bene! Non è di Gesù, questo.E dico di più: questo è peccato!’(22/09/2013). Gesù si ritira in unluogo isolato per pregare, perrimanere nella relazione col Padre enon farsi prendere dalle cose, dagliaffanni, dalla popolarità.All’esortazione eccitata deidiscepoli, ‘Tutti ti cercano’, il Cristosposta il baricentro nuovamenteverso il vangelo e non sul successopopolare. Essere ricercati, ritenutidei santoni, valutati come uomini diDio non è la finalità del Regno, mapuò rappresentare il cedimento allelogiche più mondane. Il Cristo èvenuto per ‘predicare anche là’, perannunciare la buona notizia, perseminare la Parola con abbondanza.A volte, anche nelle nostre realtàpastorali più genuine, cisoffermiamo nel terreno giàcoltivato, nel campo rigoglioso, nelgiardino piantumato. Gesù porta isuoi discepoli altrove perché laParola si sparga, si espanda, divengaseme fecondo per l’umanità e nonsolo per la ‘piccola cerchia’.

Dal Vangelo

secondoMarco

Mc 1, 29-39

di Michele Antonio Corona

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9Vita cristianadomenica8 febbraio 2015

Con questo numero de Il Porticoiniziamo il capitolo della Tracciain preparazione al Convegno di

Firenze che ha per titolo “La personaal centro dell’agire ecclesiale”, edinfatti, considerando sia il ConcilioEcumenico Vaticano II, che gliinsegnamenti magisteriali racchiusinella Centesimus Annus e nellaRedemptor hominis, ci imbattiamonella dichiarazione che “L’uomo è laprima via che la Chiesa percorre nelcompimento della sua missione”.Questa affermazione fa ecosoprattutto alla CostituzionePastorale Gaudium et Spes che più ditutti i documenti conciliari mette atema il mistero dell’uomo, che puòessere compreso solo alla luce delmistero di Cristo. Infatti, l’uomoscopre la sua più autentica identitàspecchiandosi nell’esperienza umanadi Gesù Questa straordinariaesperienza umana di Gesù fatrasparire Dio così che l’umanità vatrasfigurandosi in Dio.È questo l’orizzonte all’interno delquale la Chiesa italiana intendesvolgere la propria azioneevangelizzatrice: svelare all’uomo lasua vera vocazione, dunque chiamatoa lavorare per costruire sempre più unnuovo umanesimo e al contempo fartrasparire cieli nuovi e terra nuova,mediante l’affinare l’opera didiscernimento comunitario alla lucedella Parola di Dio. Così che “l’umile ricerca della volontàdi Dio” segua la stessa dinamica

paradossale dell’Incarnazione:comprendere quei segni nascosti nelpresente, interpretarli per viverli eschiuderli all’amore che ci faintravedere il futuro. La Traccia ci conferma che questo èpossibile anche guardandoall’esperienza umana dei Santi che “ciaiutano in questo cammino, perchégrazie alla loro luce «vediamo» cheDio non smette di amare, di curare edi attrarre al Regno, il mondointero”.Dunque è messo a tema il“discernimento comunitario” di tutti ibattezzati, comprendendo le famigliee le aggregazioni ecclesiali chediventano responsabili della nuovaevangelizzazione, “insieme dociliall’azione dello Spirito”.Perché questo si realizziconcretamente la Traccia delcammino verso il Convegno ecclesialedi Firenze invita tutti i credenti aradicarsi nell’ascolto orante dellaParola di Dio senza trascurare laTradizione che ci indica la chiave dilettura dei vari momenti storici perricercare quei semi di verità sparsinella storia degli uominiriconoscendo anche nella culturaquelle tracce operose di redenzione“camminando nella direzione indicatada Gesù”, e che possano raggiungeretutti gli uomini. Secondo la lettura che ne fa la Chiesa,tutti i battezzati sono condotti avivere “come Gesù nella vitaquotidiana”, vale a dire seguirne itratti caratteristici attivandosi per

incrementare l’intimità con il Padre,tenendo presente che al primo postova fatto l’annuncio per il Regno,testimoniando nell’azione questoannuncio, grazie alla cura dellepersone; mostrando sempre lastraordinarietà della mitezza e dellamisericordia, senza cadere nellaripetitività vuota o sterile.Per dare forza a queste indicazioni, laTraccia ricalca l’insegnamento di PapaFrancesco nella sua EvangeliiGaudium per cui, ancora una volta èrichiamata l’immagine di “una Chiesain uscita”, cioè una missionarietà che“abita il quotidiano delle persone” e,“grazie allo stile povero e solidale,rinnova la storia di ciascuno, ridàsperanza e riapre le nostre vite mortealla gioia della risurrezione. UnaChiesa gioiosa, perché sempre pienadi meraviglia nello scoprire che la vitaquotidiana è visitata dallamisericordia di Dio”. Dunque è centrale prestareattenzione alla persona, comed’altronde fece anche il convegnoecclesiale di Verona, ma osservandoanche i contesti nei quali la personavive, e cioè i luoghi, le frontiere, leperiferie, che devono essere assuntisempre più come prassi ordinaria dellachiesa, imparando ogni giorno adannunciare il vangelo oltre ogniconfine, condividendo con tutti la setedi gioia e di felicità, le speranze e lepaure, per costruire legami di veroumanesimo.

Maria Grazia Pau

L’uomo è la via della Chiesa

9

Gli anziani in famiglia

27. Ci sono culture che manifestanouna singolare venerazione ed ungrande amore per l'anziano: lungidall'essere estromesso dallafamiglia o dall'essere sopportatocome un peso inutile, l'anzianoridervi parte attiva e responsabile -pur dovendo rispettare l'autonomiadella nuova famiglia - e soprattuttosvolge la preziosa missione ditestimone del passato e di ispiratoredi saggezza per i giovani e perl'avvenire.Altre culture, invece, specialmentein seguito ad un disordinatosviluppo industriale ed urbanistico,hanno condotto e continuano acondurre gli anziani a formeinaccettabili di emarginazione, chesono fonte ad un tempo di acutesofferenze per loro stessi e diimpoverimento spirituale per tantefamiglie.E' necessario che l'azione pastoraledella Chiesa stimoli tutti a scopriree a valorizzare i compiti deglianziani nella comunità civile edecclesiale, e in particolare nella

famiglia. In realtà, «la vita deglianziani ci aiuta a far luce sulla scaladei valori umani; fa vedere lacontinuità delle generazioni emeravigliosamente dimostral'interdipendenza del Popolo di Dio.Gli anziani inoltre hanno il carismadi oltrepassare le barriere fra legenerazioni, prima che questeinsorgano. Quanti bambini hannotrovato comprensione e amore negliocchi, nelle parole e nelle carezzedegli anziani! E quante personeanziane hanno volentierisottoscritto le ispirate parolebibliche che «corona dei vecchisono i figli dei figli» (Pr 17,6)(Giovanni Paolo PP. II Discorso aipartecipanti all'«InternationalForum on Active Aging» 5 [5Settembre 1980]: «Insegnamenti diGiovanni Paolo II», III, 2 [1980]539).

Il servizio della vita

Cooperatori dell'amore di DioCreatore

28. Con la creazione dell'uomo e

della donna a sua immagine esomiglianza, Dio corona e porta aperfezione l'opera delle sue mani:Egli li chiama ad una specialepartecipazione del suo amore edinsieme del suo potere di Creatore edi Padre, mediante la loro libera eresponsabile cooperazione atrasmettere il dono della vitaumana: «Dio li benedisse e disseloro: "Siate fecondi emoltiplicatevi, riempite la terra;soggiogatela"» (Gen 1,28).Così il compito fondamentale dellafamiglia è il servizio alla vita, ilrealizzare lungo la storia labenedizione originaria del Creatore,trasmettendo nella generazionel'immagine divina da uomo a uomo(cfr. ibid. 5,1ss).La fecondità è il frutto e il segnodell'amore coniugale, latestimonianza viva della pienadonazione reciproca degli sposi «IIvero culto dell'amore coniugale etutta la struttura familiare che nenasce senza trascurare gli altri finidel matrimonio, a questo tendono,che i coniugi, con fortezza d'animosiano disposti a cooperare conl'amore del Creatore e delSalvatore, che attraverso di lorocontinuamente dilata e arricchiscela sua famiglia» («Gaudium etSpes», 50).La fecondità dell'amore coniugalenon si restringe però alla solaprocreazione dei figli, sia pureintesa nella sua dimensionespecificamente umana: si allarga esi arricchisce di tutti quei frutti divita morale, spirituale esoprannaturale che il padre e lamadre sono chiamati a donare aifigli e, mediante i figli, alla Chiesa eal mondo.

assemblea [il riferimento è alSinodo del 1980 n.d.r.], i PadriSinodali hanno testualmentedichiarato: «Questo Sacro Sinodo,riunito nell'unità della fede colsuccessore di Pietro, fermamentemantiene ciò che nel ConcilioVaticano II (cfr. «Gaudium et Spes»,50) e, in seguito, nell'enciclica«Humanae Vitae» viene proposto, ein particolare che l'amore coniugaledeve essere pienamente umano,esclusivo e aperto alla nuova vita(Propositio 22. La conclusione deln. 11 dell'enciclica «HumanaeVitae» così afferma: «Richiamandogli uomini all'osservanza dellenorme della legge naturaleinterpreta dalla sua costantedottrina, la Chiesa insegna chequalsiasi atto matrimoniale deverimanere aperto alla trasmissionedella vita» AAS 60 [1968] 488).

Giovanni Paolo IIEsortazione Apostolica

Familiaris consortio, 1981nn. 23-24

La dottrina e la norma sempreantiche e sempre nuove dellaChiesa

29. Proprio perché l'amore deiconiugi è una singolarepartecipazione al mistero della vitae dell'amore di Dio stesso, la Chiesasa di aver ricevuto la missionespeciale di custodire e di proteggerel'altissima dignità del matrimonio ela gravissima responsabilità dellatrasmissione della vita umana.Così, in continuità con la tradizioneviva della comunità ecclesiale lungola storia, il recente ConcilioVaticano II e il magistero del miopredecessore Paolo VI, espressosoprattutto nell'enciclica«Humanae Vitae», hanno trasmessoai nostri tempi un annuncioveramente profetico, che riaffermae ripropone con chiarezza ladottrina e la norma sempre antichee sempre nuove della Chiesa sulmatrimonio e sulla trasmissionedella vita umana.Per questo, nella loro ultima

La famiglia è chiamata a servire il dono della vita“Dio chiama i coniugi ad una speciale partecipazione del suo amore mediante la loro libera e responsabile cooperazione a trasmettere il dono della vita umana”

Comprendere la grazia di DioL'Apostolo scrive ai Galati perché capiscano che la grazia li ha sottrattidal dominio della Legge. Quando fu predicato loro il Vangelo, nonmancarono alcuni venuti dalla circoncisione i quali, benché cristiani,non capivano ancora il dono del Vangelo, e quindi volevano attenersialle prescrizioni della Legge che il Signore aveva imposto a chi nonserviva alla giustizia, ma al peccato. In altre parole, Dio aveva dato unalegge giusta a uomini ingiusti. Essa metteva in evidenza i loro peccati,ma non li cancellava. Noi sappiamo infatti che solo la grazia della fede,operando attraverso la carità, toglie i peccati. Invece i convertiti dalgiudaismo pretendevano di porre sotto il peso della Legge i Galati, che sitrovavano già nel regime della grazia, e affermavano che ai Galati ilVangelo non sarebbe valso a nulla se non si facevano circoncidere e nonsi sottoponevano a tutte le prescrizioni formalistiche del rito giudaico.Per questa convinzione avevano incominciato a nutrire dei sospetti neiconfronti dell'apostolo Paolo, che aveva predicato il Vangelo ai Galati elo incolpavano di non attenersi alla linea di condotta degli altri apostoli

che, secondo loro, inducevano ipagani a vivere da Giudei. Anchel'apostolo Pietro aveva ceduto allepressioni di tali persone ed erastato indotto a comportarsi inmaniera da far credere che ilvangelo non avrebbe giovato nullaai pagani se non si fosserosottomessi alle imposizioni dellaLegge. Ma da questa doppia linea dicondotta lo distolse lo stessoapostolo Paolo, come narra inquesta lettera. Dello stessoproblema si tratta anche nellalettera ai Romani. Tuttavia sembrache ci sia qualche differenza, per ilfatto che in questa san Paolo

dirime la contesa e compone la lite che era scoppiata tra coloro cheprovenivano dai Giudei e quelli che provenivano dal paganesimo. Nellalettera ai Galati, invece, si rivolge a coloro che erano già stati turbati dalprestigio dei giudaizzanti che li costringevano all'osservanza dellaLegge. Essi avevano incominciato a credere a costoro, come sel'apostolo Paolo avesse predicato menzogne, invitandoli a noncirconcidersi. Perciò così incomincia: «Mi meraviglio che così in fretta dacolui che vi ha chiamati con la grazia di Cristo passiate ad un altroVangelo» (Gal 1, 6).Con questo esordio ha voluto fare un riferimento discreto allacontroversia. Così nello stesso saluto, proclamandosi apostolo, «non daparte di uomini, né per mezzo di uomo» (Gal 1, 1), - notare che una taledichiarazione non si trova in nessun'altra lettera - mostra abbastanzachiaramente che quei banditori di idee false non venivano da Dio madagli uomini. Non bisognava trattare lui come inferiore agli altriapostoli per quanto riguardava la testimonianza evangelica. Egli sapevadi essere apostolo non da parte di uomini, né per mezzo di uomo, ma permezzo di Gesù Cristo e di Dio Padre (cfr. Gal 1, 1).

Dal «Commento alla Lettera ai Galati» di sant'Agostino, vescovo(Introduzione; PL 35, 2105-2107)

RISCRITTURE

PORTICO DELLA FEDE

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10 Idee domenica8 febbraio 2015

Oggi parliamo di… arte e fedeLe chiese di Settimo San PietroA cura di Terenzio PudduDomenica 8 febbraio ore 18.10Lunedì 9 febbraio ore 8.30

Cantantibus organisAscolto guidato alle interpretazioni organistiche bachiane di Marie-Claire Alain(a cura di Andrea Sarigu)Domenica 8 febbraioore 21.30

Oggi parliamo di… comunicazioneA cura di Simone BellisaiMartedì 10 febbraio ore 19.10Mercoledì 11 febbraio ore 8.30

L’ora di NicodemoGli Atti degli ApostoliA cura di Sabino Chialà.Monaco di Bose Mercoledì 11 febbraio 21.40

L’udienzaLa catechesi di Papa FrancescoGiovedì 21.40 circa.

Oggi parliamo con…Mercoledì 11 febbraio 19.10Giovedì 12 febbraio ore 08.30

Radiogiornale regionaleDal lunedì al sabato 10.30 e 12.30

Kalaritana ecclesiaInformazione ecclesiale diocesana -Dal lunedì al sabato 9.30 e 16.30

Codice RosaA cura di Maria Luisa Secchi e Angela QuaqueroLunedì 21.40 - Sabato 18.30

Lampada ai miei passiCommento al Vangelo quotidiano(9 -15 febbraio)a cura di don Roberto MaccioniDal lunedì al venerdì 5.15 / 6.45 /21.00Sabato 5.15 / 6.45 / (21.00 vangelodomenicale)Domenica 5.15 / 6.45 / 21.00

Oggi è già domaniNel cuore della notte con lo sguardo verso il nuovo giorno(A cura di don Giulio Madeddu)Al termine sarà possibile ascoltare lecantate Sacre di Bach.Ogni giorno alle 00.01 circa

Frequenze in FM: 95,000 97,500 - 99,900

102,200 - 104,000

In onda su Radio Kalaritana

La testimonianza della Parrocchia del SS. Redentore diMonserrato sull’inaugurazione del nuovo campo sportivo

Il 16 gennaio 2015 grande festaper l’inaugurazione del “campodell’Amicizia” destinato ai

ragazzi dell’Oratorio del SS.Redentore, rimesso a nuovo grazieal fondo istituito con le ammende comminate ai tesserati e alle societàdi Serie A TIM dal Giudice Sportivodurante il corso della stagione2013/2014, ad un contributo di TIMnel ruolo di “title sponsor” eall’impegno del CSI (Centro Sportivo Italiano), la cuimissione è educare attraverso losport. Dopo il campo dell'Oratorio "DonGuanella" a Scampia, i fondi dellaseconda stagione della Junior Tim Cup “Il Calcio negli Oratori”sono stati devoluti alla Sardegna, in

particolare all'Oratorio del SS. Redentore, in quanto è unoratorio affiliato al CSI e una suasquadra ha partecipato lo scorso anno al torneo Junior Tim Cup(riservato a giovani under 14 tra glioratori delle 15 città le cui squadremilitano nella Serie A TIM). Al taglio del nastro hannopartecipato i rappresentanti delCSI, della Lega Serie A, di Telecom Italia, del Cagliari Calcio, l'attore eregista Pif, il Sindaco e l'Assessoreallo Sport del Comune di Monserrato, il parroco don SergioManunza, il responsabiledell'oratorio Andrea Nazzaro, il responsabile della PastoraleGiovanile della diocesi don AlbertoPistolesi, i ragazzi dell'oratorio e

numerosi cittadini. Nei giorni precedenti alcunibambini, insieme a Pif, sono stati iprotagonisti degli spot che dal 25 gennaio saranno trasmessi nellesigle che introducono le partite delcampionato, gli eventi della Lega Serie A e i programmi televisividedicati al campionato di calcio. Al momento dellabenedizione delcampo, il parrocoriferendosi allaPrima Lettera diSan Paolo ai Corinti (1 Cor 9,24): “Non sapeteche nelle corseallo stadio, tutticorrono, ma unosolo conquista il premio? Correteanche voi in modo daconquistarlo!”, invita i ragazzi ches’impegnano nello sport ad essere disciplinati, a perseguireuna meta per crescere da buonicristiani. Inoltre ha ricordato due pensieri di San Giovanni Bosco, dicui quest’anno celebriamo ilbicentenario della nascita, ai suoi

giovani: Primo: Pensare che servire ilSignore consista in una vitamalinconica e lontana da ogni divertimento e piacere. Non è così. Èbello essere cristiani allegri econtenti. Serviamo il Signore in santa Allegria. Secondo: Pensare che per diventare

buoni, vivere benebisogna aspettarequando si è "grandi" o peggio vecchi! Ciò chesi impara bene dabambini è ciò che siriesce a vivere dagrandi. Se cominciamo una buonavita da bambini,ragazzi, giovani saremo

buoni anche negli anni della maturità. Don Sergio ha conclusoringraziando tutti per questo"Campo dell'amicizia" dove, in unambiente educativo nel gioco enello sport, i ragazzi possonocrescere in allegria da buonicristiani e onesti cittadini. A seguire sono intervenuti il

Una festa di sport e amicizia

Direttore Generale Lega Serie AMarco Brunelli; il ResponsabileSponsorship TeIllecom ItaliaCristiano Habetswallner; ilPresidente Regionale CSISardegna e Responsabiledell’Oratorio Andrea Nazzaro;Gianfranco Zola; il Presidentedel CSI Cagliari Maurizio Siddi; ilregista e conduttoreradiotelevisivo- Pif, testimonialdello sponsor TIM; ilresponsabile della PastoraleGiovanile Diocesana don AlbertoPistolesi.Al termine dei vari interventi, anome della Società CagliariCalcio, il direttore sportivoFrancesco Marroccu ha donatoall’Oratorio una maglietta e unpallone con gli autografi deigiocatori rossoblù. L’evento si è concluso con unagioiosa partitella, dopo il calciod’avvio di Gianfranco Zola, tra i ragazzi dell’oratorio, Pif e ilcalciatore del Cagliari SamueleLongo.

Il Gruppo Media del SS. Redentore

Ilieto evento dell’elevazione allaporpora del card. Luigi DeMagistris offre alla nostra

comunità diocesana l’occasione diapprofondire e comprendere il ruolo ela responsabilità che i padri Cardinaliricoprono nella Chiesa. Quando siparla di Cardinali occorre chiariresubito che si tratta di una istituzionedi diritto ecclesiastico, ossia istituitadalla Chiesa e non da Gesù Cristo. ICardinali di Santa Romana Chiesa sonogli eredi dell’antico clero di Roma checoadiuvava il Pontefice nel governodell’Urbe e della Chiesa intera.Occorre pertanto chiarire che lacreazione di un Cardinale nonconcerne un atto sacramentale. IlPontefice, attraverso un attoamministrativo, associa ad un“peculiare” Collegio un Sacerdote o unVescovo distintosi in manieraeminente per dottrina, costumi, pietàe prudenza (can. 351 §1). Altra cosa èil sacramento dell’Ordine Sacroistituito da Cristo: un sacramento checonferisce la potestà di esercitare isacri ministeri che riguardano il cultodi Dio e la salvezza delle anime,imprimendo nell'anima di chi lo riceveil carattere di ministro di Dio. Essoconsiste in tre gradi, l'unosubordinato all'altro, dai quali risultala sacra Gerarchia: il supremo grado èl'Episcopato, che contiene la pienezzadel sacerdozio; quindi il Presbiterato,poi il Diaconato. Un Cardinale non èun superiore del Vescovo, benché ilDiritto e il Cerimoniale ne prescrivanola precedenza e gli attribuiscanoparticolari onori. Egli è membro di un“peculiare” Collegio. La “peculiarità”con cui il Legislatore qualifica ilCollegio Cardinalizio si declina in duefunzioni fondamentali: il dirittoesclusivo di elezione del Vescovo diRoma e offrire consiglio al Ponteficenel governo della Chiesa, in modoparticolare attraverso il “concistoro”(riunione di cardinali convocata dalPapa per discutere di alcune questioniecclesiali specifiche) e lapartecipazione ai vari organismi dellaCuria Romana. Secondo la disciplinaecclesiastica vigente per esserenominato Cardinale è necessarioessere almeno presbitero (can. 351§1). Se un semplice sacerdote vienecreato Cardinale egli deve ricevere laconsacrazione episcopale, a meno che

Chiamati a servire Dio e la Chiesa conun dono totale

non chieda al Pontefice di essernedispensato. L’obbligatorietà dellaconsacrazione episcopale è statastabilita dal papa Giovanni XXIII nel1962. Nella storia della Chiesa ladistinzione tra livello sacramentale eecclesiastico era molto più evidente:sovente i Pontefici hanno concesso ladignità cardinalizia anche a dei fedelilaici. L’ultimo fu il venerato cardinaleAntonelli, Segretario di Stato di PioIX. Dall'anno 1059 i Cardinali sonoelettori esclusivi del RomanoPontefice. Il ruolo e la funzione delCollegio Cardinalizio, così come oggilo si conosce, è attestato per la primavolta nel 1150. Nel secolo XII iPontefici incominciarono a nominareCardinali anche prelati residenti fuoridalla città di Roma. Oggi, infatti, sonoCardinali anche tanti vescoviresidenziali: solitamente i Primatidelle chiese nazionali, ad esempiol’Arcivescovo di Parigi quale primate diFrancia; di Westminster, primate diInghilterra e Galles; di Armagh,primate di tutta l’Irlanda. In Italia,invece, sono tradizionalmentecardinalizie le diocesi principali deisette Stati preunitari: Milano, Torino,Venezia, Genova, Firenze, Napoli ePalermo. A queste si aggiungeBologna, seconda città dello StatoPontificio e capoluogo delle Romagne.Papa Francesco, inoltre, haripristinato l’antica consuetudine dicreare cardinali anche Vescovi a capodi sedi non cardinalizie, valorizzandola persona prima ancora che laDiocesi. La nomina di un cardinalerimane comunque una scelta liberadel Papa, il quale non è vincolato danessun obbligo. Fino ai secoli XIII-XVil numero dei Cardinali non erasuperiore a 30. Nel 1586 il papa SistoV elevò il membri del Sacro Collegio a70, numero recepito poi nel Codice diDiritto Canonico del 1917. Nel 1958papa Giovanni XXIII derogò al numeroe nel 1973 il suo successore, Paolo VI,fissò il numero massimo dei Cardinalielettori a 120. Tre anni prima, infatti,papa Montini, con il Motu Proprio“Ingravescentem aetatem” del 21novembre 1970, introdusse una novitàrilevante per l’essenza del SacroCollegio: con il compimentodell'ottantesimo anno di età iCardinali perdono il diritto di eleggere

il Romano Pontefice e, quindi, anche ildiritto di entrare in Conclave. Inseguito a tale riforma il numero totaledei Cardinali è oggi variabile. Lagrande responsabilità dei padriCardinali emerge in tutta la suagravità al momento della morte delRomano Pontefice e durante la SedeApostolica vacante: essi assumocollegialmente il governo dellaChiesa, in particolarel’amministrazione dei beni attraversol’ufficio della Camera Apostolicapresieduta dal Cardinale Camerlengo.Fino all’ingresso in Conclave iCardinali si riunisconoquotidianamente nelle “Congregazionigenerali” per discutere e deciderecirca le questioni più importanti eurgenti inerenti la vita della Chiesa,senza ovviamente pregiudicare ilgoverno del futuro Pontefice. Anche iCardinali non elettori presenziano epossono partecipare alla Messa “proeligendo Pontifice” che precede ilConclave, fino alla processioned’ingresso Cappella Sistina, senzapartecipare alle votazioni. Nel segretodella Cappella affrescata daMichelangelo, lontani dalchiacchiericcio e dalle speculazioniche solitamente ne fanno dacontorno, i Cardinali eleggonoattraverso suffragio il Vicario di Cristo.È poi il primo cardinale dell’ordine deiDiaconi, il “Protodiacono”, adannunziare il solenne “HabemusPapam” dalla Loggia della Basilica

Vaticana.Il Collegio Cardinalizio è suddiviso intre distinti “ordini” (Vescovi,Presbiteri, Diaconi) che riprendonol’antica suddivisione del clero romano.La suddivisione è una finzionegiuridica per significarel’appartenenza di questi prelati alpresbiterio romano, pertanto a ciascunCardinale è assegna una Chiesa nellacittà di Roma. Ai Cardinali dell’ordinedei Vescovi viene assegnata in titolouna delle Chiese Suburbicarie, ossiauna delle sette Diocesi che si trovanovicino a Roma (Ostia, Albano,Palestrina, Velletri-Segni, Porto-SantaRufina, Frascati, Sabina-PoggioMirteto), ai Cardinali dell’ordine deipresbiteri e dei diaconi vieneassegnata rispettivamente una Chiesaromana quale Titolo Presbiterale oDiaconia. Il Cardinale titolare non hanessuna giurisdizione nella sua Chiesa,il Codice di Diritto Canonico stabiliscesolo che egli debba promuoverne ilbene mediante il consiglio e ilpatrocinio (can. 357 §1).La porpora significa, o almenodovrebbe, non semplicemente che chila indossa ricopre o ha ricoperto unruolo di prestigio, ma uno stile di vitavirtuoso, evangelico, una unionesempre maggiore con Dio, finanche almartirio, e una generosità senzacondizioni nel servire il RomanoPontefice, la Chiesa e le anime.

Cristiano Piseddu

Il cardinalato a Luigi De Magistris offre l’occasione perapprofondire questo peculiare servizio nella vita della Chiesa

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11Diocesidomenica8 febbraio 2015

Si è celebrata il 2 febbraio lafesta della Presentazione delSignore, comunemente nota

anche come festa della Candelora,perché in questo giorno sibenedicono le candele, comesimbolo di Cristo "luce perilluminare le genti". Quest'anno lagiornata ha rappresentato anchel’occasione per stringersi attorno amonsignor Piergiuliano Tiddia,arcivescovo emerito di Oristano, delquale ricorreva il quarantesimoanniversario di ordinazioneepiscopale. «Di quel 2 febbraio 1975ricordo in particolare il momentodell'ordinazione che avvenne nellaCattedrale di Cagliari – raccontamonsignor Tiddia. Questa sede fuinfatti preferita alla Basilica di N.Sdi Bonaria visto il mio incaricoallora di vescovo ausiliare diCagliari. Questa scelta fu condivisada me e dall'allora arcivescovo,monsignor Giuseppe Bonfiglioli.Ricordo con affetto e gratitudinetutti i presenti e la partecipazione dipopolo».Monsignor Tiddia, è nato a Cagliari il13 giugno del 1929 ed è statoordinato presbitero il 16 dicembre1951. È stato nominato vescovoausiliare di Cagliari il 24 dicembredel 1974. «Nel 1975, quando sonodiventato vescovo, avevo già 24 annidi ordinazione sacerdotale allespalle – dettaglia monsignor Tiddia -dei quali ricordo in particolare treaspetti. Il lavoro che ho svolto inSeminario, prima come Padrespirituale e poi come Rettore.Ricordo inoltre l’impegno a scuola,dove sono stato docente al liceo

Mons. Tiddia celebra quarant’anni di Episcopato

classico Siotto insegnando nel corsodegli anni a numerosissimi alunni.In terzo luogo ricordo poi conaffetto il ruolo che ho svolto comeassistente della Fuci a Cagliari dal1953 al 1965. Sono stati tuttimomenti di larga esperienza e digrato ricordo». Nel corso della Suaesperienza come Servo del Signoreall’interno della Chiesa monsignorTiddia ha potuto conoscere diversimutamenti all’interno della stessa,in parte determinati anche dalConcilio Vaticano II. «Prima delConcilio e a seguito dellamaturazione dello stesso, c'è statoun largo cambiamento nellaPastorale – afferma l’Arcivescovoemerito di Oristano. Le maggioriripercussioni si sono avute in meritoalla partecipazione dei laici alla vitadella Chiesa. Gli anni che hannopreceduto l’esperienza oristanese,dopo la mia ordinazione episcopale,sono stati trascorsi a Cagliari, doveper dieci anni sono stato VescovoAusiliare. La ricordo comeun’esperienza di apprendistato e diresponsabilità, di nuovaimpostazione di vita e anche didelicatezze che mi sono statechieste. La prima riguardava quelladi seguire nell’ultimo periodocagliaritano monsignor Bonfiglioli,che aveva qualche problema disalute e poi di accogliere monsignorCanestri. Fu un periodo denso diimpegni. Ringrazio Dio per quelloche ho fatto e chiedo scusa perquanto invece non sono riuscito afare. Intanto guardando Oristanooggi, mi accorgo che tante cose sonogià cambiate, con il progresso e il

cammino sociale. I pilastri chehanno caratterizzato gli annitrascorsi a Oristano – prosegue -hanno riguardato senz'altro laformazione del Clero; la formazionee il cammino nella Liturgia el'insistenza sull'emergere dellaspiritualità di tutti, sul popolo diDio. Quindi non solo le celebrazionima anzitutto l'interiorità che deveessere la preoccupazione primadella vita cristiana». Le prioritàdella Chiesa le troviamo indicatecontinuamente e precisate dallavoce dei Papi. «Quasi tutto il mioepiscopato ad Oristano si è svolto altempo di Giovanni Paolo II e notoche da allora i tempi sono moltocambiati - spiega. Benché ci sianopriorità essenziali delle quali laChiesa tutta deve farsi carico,tuttavia ogni luogo ha le suesfaccettature e occorre quinditenere conto di queste». PapaFrancesco esorta spesso a realizzareuna Chiesa che sia “in uscita”.

«Bisogna stare attenti a noninterpretare male le parole del Papa– raccomanda monsignor Tiddia - eincorrere in un processo dimondanizzazione. È in giocol’equilibrio tra l’apertura dellaChiesa e allo stesso tempo lasalvaguardia della sua identità. LaChiesa deve sempre presentarsi conil proprio volto ed essere capace diguardare a tanti aspetti, in primis lacarità e il servizio». MonsignorTiddia, su invito dello stessoarcivescovo di Cagliari, monsignorArrigo Miglio, ha presieduto loscorso 2 febbraio la celebrazionedella Giornata di vita consacrata,nella Basilica di N.S. di Bonaria. «Hovissuto questo momento con la gioiadi celebrare la Messa di fronte atanta gente impegnata nella Chiesae poi come momento diraccoglimento personale offertodall’ambiente e dall’occasione -conclude».

Maria Luisa Secchi

L’Arcivescovo emerito di Oristano ripercorre le tappe più significative del suo lungo ministero episcopale

n 15 MARZOIn Fiera l’incontro dei“Ragazzi missionari”Domenica 15 marzo negli spazidella Fiera internazionale dellaSardegna, si celebra la “Festa deiragazzi missionari”. Il programma prevede alle 15 unabreve presentazione dei gruppipartecipanti, alle 15,30l’esibizione dei gruppi, alle 18 unmomento di convivialità. Durantela serata è prevista la presenzadell’ Arcivescovo, monsignorArrigo Miglio. I ragazzi potrannocollaborare anche quest’anno aun progetto a favore delle nostre“periferie”. Il Centro Missionarioindividuerà alcune famiglie dellaDiocesi che vivono una realtà digrave disagio. Per parteciparealla all’appuntamento ènecessario iscriversi attraversol’apposito modulo, disponibilesul sito www.chiesadicagliari.it,oppure inviare una e-mail [email protected].

n INIZIATIVEProcessione MarianaOncologico - BrotzuDomenica le cappellanieospedaliere dell'ospedale Brotzue dell'ospedale Oncologicoorganizzanounaprocessionemariana inonore dellaBeataVergine diLourdes perpregare ericordaretutti imalati.Alle 16.15 èprevisto il raduno dei fedelipresso l'ospedale Oncologico, ealle 16.30, nella cappelladell'Oncologico, la recita delSanto Rosario. Alle 17 invece lapartenza della processione versol'ospedale Brotzu,Alle 17.30 l’arrivo dellaprocessione mariana al Brotzu,con l’accoglienza dei malati,delle associazioni Unitalsi, Oftal,Avo e la celebrazione della SantaMessa solenne nella cappella delBrotzu.

n SALESIANISabato 7 l’ultimo “Open Day”Dopo aver raggiunto la coperturadei posti nelle scuole medierestano ancora delledisponibilità per i gradiSuperiori dell’Istituto Salesianodi viale sant’Ignazio a Cagliari.Sabato 7 per chi vuole c’è lapossibilità di visitare la scuola eprendere così visione di come laprestigiosa istituzioneformativa, che ha superato il

secolo di attività nel capoluogo,opera nell’offrire non solo saperima anche formazione umanacompleta. Per chi fosseinteressato può contattarel’Istituto Salesiano “Don Bosco”in via S. Ignazio, 64 ,tel.070.658653, mail all’indirizzo:[email protected].

BREVI

Due incontri interessanti,dinamici e coinvolgenti. Puòessere questa una buona

sintesi del breve cammino in cui ilprof. Maurizio Teani sj, ha condotto igiorni 27 e 28 gennaio 2015, glioltre 60 intervenuti nella primaserata ai quali si sono uniti 48cresimandi nella seconda serata,nel salone parrocchiale di Villasor;dove si era data appuntamento unaparte della nostra forania. Come raccomandato negliOrientamenti Pastorali Diocesaniper il 2014-2015 (p.19), è statafatta la presentazione del Vangelodi Marco, in modo coinvolgente epartecipativo. I gruppi che si sonoformati spontaneamente dopo ilprimo momento introduttivo, hannopotuto nella primagiornata confrontarsi inparticolare sul passo10,46-52 analizzando ruolodei personaggi e relazionitra loro, aspettative ecambiamenti di posizione,per cogliere infine lecorrelazioni con la nostravita.Mezz’ora circa prima deltermine dell’incontro irelatori dei vari laboratorihanno potuto condividere i

Incontri di formazionesul Vangelo di MarcoIn linea con le indicazioni degli Orientamenti pastorali diocesani, nella Parrocchia diVillasor si sono svolti degli incontri sul Vangelo di Marco guidati da Padre Teani

risultati delle proprie riflessioni.Analogamente nel secondo incontrodopo un primo momento dipresentazione comunitaria di alcuniaspetti presenti nel Vangelo diMarco, si sono uniti all’assemblea48 ragazzi in cammino esperienzialeper prepararsi alla Confermazione,hanno ascoltato con interesse lespiegazioni del Prof. Teani, cheopportunamente ha coltol’occasione per adeguare linguaggioe spiegazioni affinché fosseromeglio fruibili dai ragazzi. Ci si èdivisi poi in 11 laboratori chehanno analizzato i brani: Mc 6,21-29 banchetto di Erode e 34-44moltiplicazione dei pani e dei pesci. Due tavoli, confronto ecaratteristiche di entrambi. Non c’èstato il tempo per condividere tuttele relazioni degli 11 gruppi, neabbiamo ascoltate solo due, una deiragazzi e una degli adulti, ed ilrelatore ha sottolineato ancoraalcuni aspetti dei brani e delVangelo. I ringraziamenti di rito sonorisultati particolarmente condivisidall’assemblea che ha salutato ilProf. Teani con un calorosoapplauso.

Raffaele Altieri

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Diocesi domenica8 febbraio 2015

n IN LIBRERIAL’ora blu delle fiabe“L’ora blu delle fiabe. Nel ghettodi Theresienstadt” di IlseHerlinger Weber, a cura di RitaBaldoni è una pubblicazionefrutto della creatività deglistudentidell’IstitutoSuperiore “LeonardoDa Vinci” diCivitanova Marche,che, coadiuvati dallaprofessoressa RitaBaldoni, hanno contribuito conpassione, interesse e sensibilitàa realizzare le immagini, lericerche storiche, religiose edidattiche ospitate nel testo. Illibro raccoglie 20 fiabe ebraiche,pubblicate nel 1929 inCecoslovacchia, quandol’autrice, Ilse Herlinger, era unagiovane promessa dellaletteratura dell’infanzia. Quando, l’8 febbraio 1942 vienedeportata nel campo diconcentramento diTheresienstadt, Ilse, nellacertezza di poter essere di aiutonel ghetto, si presenta subitocome infermiera e assume ladirezione del reparto riservato aibambini malati, assistendolicome fossero suoi figli. Pensavasempre a come poter offrire aisuoi assistiti un motivo di gioia,come nell’ora blu delle fiabe, unmomento tanto atteso daibambini, prima di prenderesonno, quando Ilse cercava diricreare in un ambiente diquotidiano orrore, il calore el’ordine di una casa per sempreperduta. In quel contesto la vocedi “zia Ilse” – come lachiamavano – ferma il tempo e liaccompagna in luoghi d’incanto,penetra i loro incubi, dà un voltoalle loro angosce e crea unancoraggio con l’ordine dellalibertà perduta, fa risuonare eriemergere il loro mondointeriore, restituendo lasperanza e un significato allavita.

LETTURE

12

Due ricorrenze celebrate inun’unica Eucaristia. Nel giornodella Presentazione di Gesù al

Tempio, nella quale si celebra laGiornata della Vita consacrata, laBasilica di Bonaria ha ospitatol’Eucaristia per i religiosi e lereligiose della Diocesi, ma anche per i40 anni di episcopato di monsignorPiergiuliano Tiddia, Arcivescovoemerito di Oristano, per anni rettoredel Seminario e vescovo ausiliare diCagliari.La celebrazione ha preso il via nelvicino santuario mariano dove ireligiosi e le religiose si ritrovano peruna breve preghiera e la benedizionedelle candele. Poi processionalmentehanno raggiunto l’attigua Basilicanella quale la Messa è statapresieduta da monsignor Tiddia econcelebrata da monsignor ArrigoMiglio, dal monsignor Antonio Vacca,vescovo emerito di Alghero – Bosa eda monsignor Tarcisio Pillolla,vescovo emerito di Iglesias.Dopo la liturgia della Parola l’omelial’Arcivescovo emerito di Oristanoparte dalle letture appenaproclamate per poi addentrarsi nellaricorrenza della festa della vitaconsacrata e naturalmentel’anniversario di consacrazioneepiscopale. “La mia vita di vescovo –ha detto il presule - è legata allavostra feste per questo ogni anno miassocio a voi nel celebrare il misterodel Signore presentato la Tempio.Questo giorno ci invita a pregareanche quando sembra che non nesiamo così convinti. La scritturaracconta di come Simeone annuncia aMaria la sofferenza, quella dellaspada. Spesso noi facciamo di tuttoper allontanarci dagli spilli della vitaquotidiana, perché ci danno noia e

non ci piacciano. Maria invece non hamai rifiutato di aderire al piano delSignore: siamo qui nella casa dellaMadonna impariamo da lei che hasempre detto sì la disegno di Dio”.La data del 2 febbraio assume unsapore particolare nell’anno in cui ilPapa ha posto al centro la vitaconsacrata, con l’impegno di tutta laChiesa a mettere in evidenza la vitadei consacrati e anche laresponsabilità di religiosi e religiosea viver con maggior pienezza ilcarisma del loro fondatore.Al momento della preghiera dei fedeliil vicario episcopale per la vitaconsacrata, don Tore Ruggiu, haricordato i nomi delle religiose di cuiricorreva un significativoanniversario di consacrazione. Pertutti il ricordo nella celebrazioneEucaristica.La messa giunge al rito dellacomunione con la distribuzionedell’Eucaristia ai presenti. Al termine,prima della benedizione finale, ilsaluto di monsignor Miglio aipresenti. “A monsignor Tiddia dicograzie per la collaborazione nelservizio episcopale – ha affermatol’Arcivescovo – così come ringraziamoil Signore per i tutti i giubileicelebrati quest’oggi. Dobbiamotenere a mente gli impegni che PapaFrancesco ci chiede per questo annodella vita consacrata: per esempiotroviamo una cosa almeno dacambiare, sia nella vita comunitariache in quella personale, in modo chel’anno della vita consacrata non siapassato invano. L’altra proposta èuna giornata di comunità a porteaperte, per far entrare nella vita deiconsacrati i fedeli della nostraDiocesi. Sarà un modo con il qualetutta la comunità diocesana potrà

capire meglio quale sia il significatodell’anno della vita consacrata e ilsenso della vita dei religiosi e dellereligiose”.Monsignor Miglio ha poi ricordato letre parole che il Papa ha lasciato aiconsacrati per questo anno cosìspeciale. “La gioia che nasce daiconsigli evangelici, la profezia capacedi vedere l’azione dello Spirito oggi,la comunione nelle comunità e tra lecomunità e con la Diocesi. Coltiviamoquesta comunione nel saper fare retetra noi”.

Un invito dettagliato accolto daipresenti: religiosi e religiose didiverse congregazioni che siaffiancano ai sacerdoti e al lorovescovo per portare avanti insieme ailaici la vita della Chiesa di Cagliari.Tanti doni e tanti carismi che il 2febbraio si sono ritrovati nel luogosardo e mariano per eccellenza:Bonaria. Ancora una volta la PatronaMassima dell’Isola cuore delle fede,in questo caso di chi ha dato tutto aDio, consacrate e consacrati.

I.P.

Gioia, profezia, comunione: vieper vivere oggi la consacrazione Il 2 febbraio, in occasione della festa della Presentazione del Signore, si è tenuta la Giornata per la vita consacrataLa celebrazione si è arricchita anche della ricorrenza del XL di Episcopato di Mons. Piergiuliano Tiddia

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13Diocesidomenica8 febbraio 2015

Oltre 400 fedeli provenienti dacirca 40 parrocchie dellaDiocesi di Cagliari hanno

preso parte agli Incontri diFormazione Liturgica sullaCelebrazione Eucaristica dal tema«Eucaristia: celebrazione,spiritualità, animazione»organizzati dall’Ufficio LiturgicoDiocesano che si sono svolti aSenorbì presso la parrocchia S.Barbara nei giorni 21-22-23gennaio e a Cagliari presso l’AulaMagna del Seminario Arcivescovilenei giorni 27-28-29 gennaio. Gli incontri si sono articolatinell’arco di due ore tra lezionifrontali e approfondimento suiprincipali documenti liturgiciriguardanti l’Eucaristia.Il primo incontro - che ha vistocome relatori don Mario Pili aSenorbì, don Davide Collu e sr.Francesca Diana a Cagliari – èiniziato con un momento dipreghiera ed è poi proseguito conuna lezione frontale dove i relatorihanno introdotto la strutturagenerale della Messa, i suoi diversielementi e le sue singole parti,soffermandosi sulla Liturgia dellaParola. Hanno messo in evidenzache cosa avviene durante la Liturgiadella Parola: Dio parla al suopopolo, manifesta il mistero dellasalvezza e redenzione, offre unnutrimento spirituale. La Parolainserita nella celebrazioneeucaristica è piena di Spirito Santoed è dunque Parola viva. Hannospiegato l’importanza del luogo perla proclamazione della Parola diDio (l’ambone), del compito deiministri incaricati e di tutti i fedeli. Nel secondo incontro l’argomentoprincipale è stato la LiturgiaEucaristica. I relatori (don AlbertoPala a Cagliari e don Fabio Trudu aCagliari e Senorbì) hanno illustratole parti che compongono la LiturgiaEucaristica (preparazione dei doni,Preghiera eucaristica, riti dicomunione) spiegando che «laChiesa ha disposto tutta la

Pastorale. A Cagliari e a Senorbì si sono tenuti gli incontri di formazione liturgica

Vivere in pienezza la Celebrazione Eucaristicacelebrazione dellaLiturgia eucaristica invari momenti, checorrispondono alleparole e gesti di Cristo.Infatti: 1. Nella preparazionedei doni, vengonoportati all’altare panee vino con acqua, cioègli stessi elementi cheCristo prese tra le suemani. 2. Nella Preghieraeucaristica si rendonograzie a Dio per tuttal’opera della salvezza,e le offerte diventanoil Corpo e il Sangue diCristo. 3. Mediante la frazionedel pane e per mezzodella Comunione ifedeli, benché molti, sicibano del Corpo delSignore dall’unicopane e ricevono il suoSangue dall’unicocalice, allo stessomodo con il quale gliApostoli li hannoricevuti dalle mani diCristo stesso» (OGMR,n.72).Di ogni singolomomento hanno evidenziato lastruttura, il significato e il valorespirituale.Gli incontri sono poi proseguiti conun momento di approfondimento,dove i partecipanti sono stati divisiin più gruppi e con l’aiuto di uncoordinatore hanno letto eanalizzato alcune partidell’Ordinamento Generale delMessale Romano, presentando poiai relatori domande e chiarimenti.Il terzo incontro, caratterizzatodalla sola lezione frontale, è statodedicato all’animazione liturgicadove i relatori (don Fabio Trudu aSenorbì e don Giulio Madeddu aCagliari) hanno spiegato il sensodell’«animare» la celebrazione

liturgica. Hanno evidenziato comel’ animazione liturgica sia costituitada quattro elementi principali:progetto, programma,celebrazione, verifica, spiegando diciascuno di essi il significato.Il progetto ci viene dato dallaChiesa ed è presente nei libriliturgici (Messale, Lezionario); perpoter animare una determinatacelebrazione liturgica l’animatoredeve conoscerne il progetto.Il programma riguarda soprattuttola scelta opportuna delle soluzionirituali che ci propone il progettotenendo conto della configurazionedell’assemblea che partecipa aquella determinata celebrazione edei tempi a disposizione che si

hanno per lo svolgimento dellacelebrazione stessa.La celebrazione è la messa in operadel programma.La verifica, che può essereimmediata o postuma, è il momentoche aiuta a comprendere se lescelte sono state corrette.I relatori hanno anche evidenziatol’importanza del ruolo del Gruppodi Animazione Liturgica.Grande partecipazione esoddisfazione da parte dei fedelipartecipanti che hanno manifestatosoprattutto il desiderio di avere unaconoscenza più profonda espirituale della S. Messa.

Denise Scano

n 26 FEBBRAIOI 50 annidei “Fidei Donum”Era la fine gennaio del 1965quando don Giovanni Cara,allora incardinato nella Diocesidi Cagliari, partiva Missionario inBrasile.Era il primo sacerdote dellaDiocesi che seguiva le indicazionidell’Enciclica “Fidei Donum” diPio XII, con la quale sispalancavano le porte dellamissione a consacrati e laici chenon appartenevano a specificiOrdini Missionari. La sua sceltafu poi seguita da tanti altrisacerdoti e laici partiti verso leMissioni.Per ricordare il 50° il 26 febbraioè stata prevista una veglia dipreghiera, guidatadall’Arcivescovo nel Santuario diNostra Signora di Bonaria alle19.30. Sara presente lo stessodon Giovanni Cara che proporràuna sua breve testimonianza.

n INIZIATIVEPellegrinaggiodiocesano a TorinoDal 25 al 27 maggio 2015, inoccasione del bicentenario dellanascita di don Bosco edell’ostensione straordinariadella Sindone,si terrà unpellegrinaggiodiocesano aTorino. Sonodisponibili ilmanifesto e ilprogrammaintegrale delviaggio. Per informazioni eiscrizioni contattare l’Agenzia “Iviaggi di Colombo” in Via Diaz 53a Quartu Sant’Elena, telefono070.863400 - 070.8807239 , e-mail:[email protected]. Ilreferente diocesano è don WalterOnano, tel. 340.3587054, e-mail: [email protected].

BREVI

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14 Diocesi domenica8 febbraio 2015

La Caritas diocesana, attraversoil Laboratorio di Promozione,Accompagnamento e

formazione delle CaritasParrocchiali, propone un percorso diformazione per le comunitàparrocchiali della diocesi. Taleproposta trova il suo più alto motivonella stessa natura e identità dellaCaritas: Organismo Pastorale dellaChiesa chiamato a promuovere laTestimonianza della Carità.Il percorso proposto, nascedall’esperienza fatta in precedenza,ma guarda in avanti e vuolerispondere a quanto la Chiesa dice echiede anche attraverso il Magisterodi papa Francesco e seguendo lepreziose indicazioni chel'Arcivescovo di Cagliari, Mons.Arrigo Miglio propone negliOrientamenti Pastorali dell’anno incorso. L’obiettivo del Percorso èquello di aiutare le comunità e glioperatori pastorali a compiere ipassi che conducono alla”Testimonianza della Carità”,promuovendo una particolareattenzione verso i fratelli, incontratiin un preciso territorio e in unaconcreta situazione di vita eribadire, con le parole e con i fatti, ilgrande amore di Dio: “Da questo viriconosceranno”. Il percorso avràcinque tappe di cammino, nellequali, a partire dall’identità emandato della Caritas, e sostenutidalla Parola di Dio e dal Magistero,si svilupperanno riflessioni che,illumineranno e guideranno ipercorsi di Testimonianza dellaCarità nei territori. Tutti gliappuntamenti proposti si terrannodalle ore 16,15 alle ore 18,30 neilocali della Curia/SeminarioArcivescovile, via Monsignor Cogoni9, secondo il seguente calendario:martedì 10 – 24 febbraio; martedì10 – 24 marzo; martedì 17 aprile2015 fine modulo.Per iscriversi, occorre compilare ilmodulo scaricabile sul sito dellaCaritas diocesanawww.caritascagliari.it e farlopervenire entro il 6 febbraio allasegreteria del laboratoriopromozione della Caritas diocesanaattraverso fax al nr. 07052843238,via mail all’[email protected];oppure può essere consegnatoall’Ufficio della Caritas diocesana invia Mons. Cogoni 9 (Cagliari).

La Caritaspropone un percorsodi formazioneper le parrocchie

Rinfrancatei vostri cuori

La Quaresima è un tempo dirinnovamento per la Chiesa, lecomunità e i singoli fedeli.

Soprattutto però è un "tempo digrazia" (2 Cor 6,2). Dio non cichiede nulla che prima non ci abbiadonato: "Noi amiamo perché egli ciha amati per primo" (1 Gv 4,19). Luinon è indifferente a noi. Ognuno dinoi gli sta a cuore, ci conosce pernome, ci cura e ci cerca quando lolasciamo.Ciascuno di noi gli interessa; il suoamore gli impedisce di essereindifferente a quello che ci accade.Però succede che quando noi stiamobene e ci sentiamo comodi,certamente ci dimentichiamo deglialtri (cosa che Dio Padre non famai), non ci interessano i loroproblemi, le loro sofferenze e leingiustizie che subiscono… allora ilnostro cuore cade nell’indifferenza:mentre io sto relativamente bene ecomodo, mi dimentico di quelli chenon stanno bene. Questa attitudineegoistica, di indifferenza, ha presooggi una dimensione mondiale, atal punto che possiamo parlare diuna globalizzazionedell’indifferenza. Si tratta di undisagio che, come cristiani,dobbiamo affrontare […]Il popolo di Dio ha perciò bisogno dirinnovamento, per non diventareindifferente e per non chiudersi inse stesso. Vorrei proporvi tre passida meditare per questorinnovamento.1. "Se un membro soffre, tutte lemembra soffrono" (1 Cor 12,26) –La ChiesaLa Quaresima è un tempo propizioper lasciarci servire da Cristo e cosìdiventare come Lui. Ciò avvienequando ascoltiamo la Parola di Dio equando riceviamo i sacramenti, inparticolare l’Eucaristia. In essadiventiamo ciò che riceviamo: ilcorpo di Cristo. In questo corpoquell’indifferenza che sembraprendere così spesso il potere suinostri cuori, non trova posto.Poiché chi è di Cristo appartiene adun solo corpo e in Lui non si èindifferenti l’uno all’altro. "Quindise un membro soffre, tutte lemembra soffrono insieme; e se unmembro è onorato, tutte le membragioiscono con lui" (1 Cor 12,26).La Chiesa è communio sanctorumperché vi partecipano i santi, ma

anche perché è comunione di cosesante: l’amore di Dio rivelatoci inCristo e tutti i suoi doni. Tra essi c’èanche la risposta di quanti silasciano raggiungere da tale amore.In questa comunione dei santi e inquesta partecipazione alle cosesante nessuno possiede solo per sé,ma quanto ha è per tutti. E poichésiamo legati in Dio, possiamo farequalcosa anche per i lontani, percoloro che con le nostre sole forzenon potremmo mai raggiungere,perché con loro e per loropreghiamo Dio affinché ci apriamotutti alla sua opera di salvezza.2. "Dov’è tuo fratello?" (Gen 4,9) –Le parrocchie e le comunitàQuanto detto per la Chiesauniversale è necessario tradurlonella vita delle parrocchie ecomunità. Si riesce in tali realtàecclesiali a sperimentare di farparte di un solo corpo? Un corpoche insieme riceve e condividequanto Dio vuole donare? Un corpo,che conosce e si prende cura deisuoi membri più deboli, poveri epiccoli? O ci rifugiamo in un amoreuniversale che si impegna lontanonel mondo, ma dimentica il Lazzaro

seduto davanti alla propria portachiusa ? (cfr Lc 16,19-31).Per ricevere e far fruttificarepienamente quanto Dio ci dà vannosuperati i confini della Chiesavisibile in due direzioni.In primo luogo, unendoci allaChiesa del cielo nella preghiera.Quando la Chiesa terrena prega, siinstaura una comunione direciproco servizio e di bene chegiunge fino al cospetto di Dio. Con isanti che hanno trovato la loropienezza in Dio, formiamo parte diquella comunione nella qualel’indifferenza è vinta dall’amore. LaChiesa del cielo non è trionfanteperché ha voltato le spalle allesofferenze del mondo e gode dasola.Piuttosto, i santi possono giàcontemplare e gioire del fatto che,con la morte e la resurrezione diGesù, hanno vinto definitivamentel’indifferenza, la durezza di cuore el’odio […] Anche noi partecipiamodei meriti e della gioia dei santi edessi partecipano alla nostra lotta eal nostro desiderio di pace e diriconciliazione. La loro gioia per lavittoria di Cristo risorto è per noi

motivo di forza per superare tanteforme d’indifferenza e di durezza dicuore.D’altra parte, ogni comunitàcristiana è chiamata a varcare lasoglia che la pone in relazione conla società che la circonda, con ipoveri e i lontani. La Chiesa per suanatura è missionaria, non ripiegatasu se stessa, ma mandata a tutti gliuomini.3. "Rinfrancate i vostri cuori !" (Gc5,8) – Il singolo fedeleAnche come singoli abbiamo latentazione dell’indifferenza. Siamosaturi di notizie e immaginisconvolgenti che ci narrano lasofferenza umana e sentiamo nelmedesimo tempo tutta la nostraincapacità ad intervenire. Che cosafare per non lasciarci assorbire daquesta spirale di spavento e diimpotenza?In primo luogo, possiamo pregarenella comunione della Chiesaterrena e celeste. Non trascuriamola forza della preghiera di tanti!L’iniziativa 24 ore per il Signore, cheauspico si celebri in tutta la Chiesa,anche a livello diocesano, nei giorni13 e 14 marzo, vuole dareespressione a questa necessità dellapreghiera.In secondo luogo, possiamo aiutarecon gesti di carità, raggiungendosia i vicini che i lontani, grazie aitanti organismi di carità dellaChiesa. La Quaresima è un tempopropizio per mostrare questointeresse all’altro con un segno,anche piccolo, ma concreto, dellanostra partecipazione alla comuneumanità.E in terzo luogo, la sofferenzadell’altro costituisce un richiamoalla conversione, perché il bisognodel fratello mi ricorda la fragilitàdella mia vita, la mia dipendenza daDio e dai fratelli. Se umilmentechiediamo la grazia di Dio eaccettiamo i limiti delle nostrepossibilità, allora confideremo nelleinfinite possibilità che ha in serbol’amore di Dio. E potremo resisterealla tentazione diabolica che ci facredere di poter salvarci e salvare ilmondo da soli. Per superare l’indifferenza e lenostre pretese di onnipotenza,vorrei chiedere a tutti di viverequesto tempo di Quaresima come unpercorso di formazione del cuore,come ebbe a dire Benedetto XVI(Lett. enc. Deus caritas est, 31).Avere un cuore misericordioso nonsignifica avere un cuore debole. Chivuole essere misericordioso habisogno di un cuore forte, saldo,chiuso al tentatore, ma aperto aDio.Un cuore che si lasci compenetraredallo Spirito e portare sulle stradedell’amore che conducono ai fratellie alle sorelle. In fondo, un cuorepovero, che conosce cioè le propriepovertà e si spende per l’altro.

“La Quaresima è un tempo propizio per lasciarci servire daCristo e così diventare come Lui. Ciò avviene quandoascoltiamo la Parola di Dio e quando riceviamo isacramenti, in particolare l’Eucaristia”

Alcuni passaggidel Messaggiodel Santo Padreper la prossimaQuaresima

Mercoledì 18 febbraio alle ore 19 nella Cattedrale di Cagliari

Inizio della QuaresimaLa Santa Messa con il rito dell’imposizione delle Cenerisarà presieduta dall’Arcivescovo S. E. Mons. Arrigo Miglio

Sono invitati i laici che aderiscono alle diverse aggregazioni laicali presenti in diocesi e nelle parrocchie, gli ap-partenenti o iscritti alle Associazioni e Movimenti laicali, i membri dei Consigli Pastorali Parrocchiali e dei Con-sigli per gli affari economici, i catechisti e gli animatori delle diverse attività pastorali, liturgiche e caritative,tutti i collaboratori nelle diverse iniziative della Diocesi e delle Parrocchie

Sabato 21 febbraio alle ore 19 nella Cattedrale di Cagliari

La Pasqua centro e culminedella celebrazione dei giorni santiLa Santa Messa vigiliare della I Domenica di Quaresimasarà presieduta dall’Arcivescovo S. E. Mons. Arrigo Miglio

Sono invitati i fedeli, laici e religiosi, delle Confraternite e dei Comitati che promuovono e animano le feste li-turgiche e popolari della Quaresima e della Settimana Santa, della Pasqua e di tutti i Santi, nella città di Ca-gliari e nelle parrocchie della Diocesi

Arcidiocesi di Cagliari

CELEBRAZIONI NELLA QUARESIMA 2015

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15Catechistidomenica8 febbraio 2015

DETTO TRA NOI

Basta chiacchiere e divisioni

È il monito del Papa all’udienzagenerale di qualche tempo fa.“Troppo spesso le comunitàcristiane invece di essere luoghidi condivisione e di comunione,sono tristemente segnate dainvidie, gelosie e antipatie”.Con questa denuncia, peraltronon nuova per Papa Francesco, ilPontefice ci ricorda che l’unitàdella Chiesa si costruiscerinunciando a tutti i livelli aipregiudizi e alle critiche astiose,convertendosi e mettendo indiscussione se stessi, prima chegli altri.Le divisioni sono opera deldiavolo, al quale secondo S.Pietro bisogna resistere “saldinella fede”.A proposito delle critiche, cisono molto detti interessanti chenon hanno bisogno di molticommenti. Citiamone alcuni: “ilcriticone è una gallina sterileche cerca il pelo nell’uovo”; “lacritica è come un piccioneviaggiatore: torna sempre ladove era partita”; “chi vuolecoprire i propri difetti, cerca ipunti deboli degli altri”; “lacritica è la potenza degliimpotenti”; “loda poco e criticaancora di meno”; “quando nelmondo appare un genio, loriconoscerete da questo segnoineffabile: tutti i pedanti siuniscono contro di lui”; “nontagliare la coda al tuo asinodavanti alla gente: uno latroverà troppo lunga e unotroppo corta”; “l’uomo saggiocostruisce la casa con le pietreche gli altri gli scagliano”; “è piùfacile criticare che fare meglio”.E, dulcis in fundo “il bue chiamacornuto l’asino”.

Basta così, ce n’è abbastanza perfare un esame di coscienza. MaGesù cosa ne pensa di questoargomento? Perché a noicristiani deve interessarequesto, in quanto Gesù è ilmodello per tutti i discepoli.Gesù senza mezzi terminidenuncia: “perché stai aguardare la pagliuzza che ènell’occhio di tuo fratello e nonti accorgi della trave che è neltuo occhio? Togli prima la travedal tuo occhio, così ci vedraimeglio per togliere anche lapagliuzza dall’occhio di tuofratello….Non giudicate per nonessere giudicati….Noncondannate per non esserecondannati….La misura con cuimisurate le colpe altrui sarà lastessa che verrà usata permisurare le vostre colpe”. Il fattoche il Papa sia ritornatosull’argomento diverse volte,come onestamente anche noi, èsegno che si tratta di un malediffuso e pericoloso che rovina lapropria anima. Certamente è unodei peccati più diffusi e di quellimeno confessati.Dovremmo imparare a guardarel’altro come un fratello o unasorella e non come un nemico eun avversario da distruggere conla lingua, che così diventa unmezzo diabolico per seminarezizzania e per mettere sotto aipiedi il grande comandamentodell’amore che Gesù ci hainsegnato e testimoniato.Pertanto impariamo a tenere lalingua a posto….il rancoroso e ilcriticone sta male anchefisicamente: fratello e sorella,ma chi te lo fa fare?

Don Tore Ruggiu

vangeli apocrifi, maggiormenteinteressati a mostrare Gesù nelle suerelazioni sociali, evidenziano in modoparticolareggiato i legami familiari e levarie peculiarità caratteriali e lavorative.Nel racconto di Marco, si accenna allareazione che ‘i suoi’ hanno nei confronti diGesù durante la predicazione e le opere diredenzione. ‘E viene a casa e si riunisce lafolla, così che essi non potevano neppuremangiare. I suoi, udito ciò, uscirono perprenderlo, perché dicevano: «è fuori disé»’ (3,20-21). La reazione dei aprenti ètra il preoccupato e lo scandalizzato versoGesù. Questi si occupa troppo degli altri, sidedica con esagerato impegno allapredicazione del regno. Inoltre, essi sonoforse venuti a conoscenza che si stacomplottando contro di lui (3,6) perucciderlo. La logica della cerchia familiareè mantenere alta la popolarità di Gesù,

senza rischiare troppo. Poco oltre, vienemenzionato un nuovo episodio in cui sisottolinea la novità evangelica: laparentela con Gesù non è data dai legamidi sangue, ma dall’ascolto attivo dellaParola. ‘Ecco tua madre ed ecco i tuoifratelli, fuori, che ti cercano’ (3,32).Siamo di fronte ad un’affermazionegenuina e veritiera. Eppure, Gesù ribaltala constatazione in una novità di vitaofferta a tutti. Non si è nella logica del‘fortunato’, del ‘beato lui’, ma tutti hannola possibilità di entrare nella dinamica delvangelo. Tutti coloro che ‘fanno la volontàdel Padre’ sono fratelli, sorelle e madri diGesù. Una dichiarazione che squarciaqualsiasi nepotismo spirituale, chestraccia ogni pretesa anagrafica ogenealogica, che sventa ogni presunzionedi appartenenza meritata. Maria stessaviene presentata da Luca come ‘colei che

ascoltava la parola e la meditava nel suocuore’. Anche Giuseppe, nelle narrazionidi Matteo, medita la Legge e cerca dicomprendere come attuarla nella propriavita. Molto indicativamente la narrazionedi Marco fa seguire a questo episodio lafamosissima parabola del seminatore.Ecco un ulteriore spalancamentoossigenante, per diradare le nebbie deiprivilegi congeniti ed esclusivi. Il vangelodi Giovanni colloca la maternità e lafigliolanza, impostata sull’eventosalvifico’, sotto la croce con la consegnadella madre al discepolo e di questi allamadre.

Michele Antonio Corona

Nella società attuale siamo abituatiad avere una sovraesposizione deipersonaggi famosi e della loro

cerchia familiare e di amici.Addirittura, è ormai invalsa laconsuetudine a mostrare al grandepubblico la storia e i parenti deiconcorrenti ai quiz quotidiani. Per nonparlare poi della bramosia con cui sifotografa la vita e le relazioni dei variindagati. Paradossalmente, in un contestoin cui i legami familiari si sono allentatiper solidarietà e aiuto reciproco, l’alberogenealogico viene riesumato in unmomento di polarità positiva o negativa.Nei vangeli la presentazione dei parenti diGesù non soffre della stessa morbosità.Anzi, oltre alle informazioni necessarie suMaria e Giuseppe, i membri collateralidella famiglia sono nominati solo infunzione dell’ascolto evangelico. Mentre i

I parenti di GesùnPERSONAGGI DELLA BIBBIA

Non si può più dare per scontatoche tra noi e attorno a noi, inun crescente pluralismo

culturale e religioso, sia conosciutoil vangelo di Gesù» (VMPMC, 6).È un’affermazione decisa ecoraggiosa, di circa una decinad’anni, che rivela una situazionepreoccupante e dischiude unaprospettiva concreta e urgente: c’èbisogno di un rinnovato primoannuncio della fede.La stessa esperienza dei catechisti edei sacerdoti, impegnatinell’annuncio del Vangelo, si muovedentro la consapevolezza cheoccorre, in un certo senso, ripartireda zero: non tanto e non soloperché manca la conoscenza diGesù, ma soprattutto per la pocaincisività di esperienze significativeche introducano alla fede e nefacciano scoprire tutta la bellezza el’importanza per la vita.La scelta della chiesa italiana, daqualche anno, è quella dipromuovere una conversionemissionaria delle nostre comunitàecclesiali per riproporre ilmessaggio fondamentale della

nostra fede: Gesù Cristo, crocifisso erisorto, unica salvezza del mondo.Anche oggi, infatti, come duemila epassa anni fa, gli uomini e le donnecontinuano a chiedersi su chi e suche cosa sia possibile riporre leproprie speranze. IncontriamoGesù, raccogliendo le istanze e leproposte a riguardo, dedica, nelsecondo capitolo, ampie sezioni alprimo annuncio, orientando, inquesto senso, la prospettivadell’intero rinnovamento nellacatechesi e nell’evangelizzazione.Anche Papa Francesco,nell’Evangelii Gaudium, ha volutosottolineare l’urgenza di unrinnovato primo annuncio dellafede che, è questo il ritornellocostante della sua predicazione,passa per la testimonianza dipovertà, di vicinanza e dimissionarietà della Chiesa. E se nelnostro paese non facciamo i conticon l’ostilità violenta nei confrontidella fede cristiana, così comeinvece succede in altre parti delmondo, è possibile riscontrare, inalcuni frangenti, un cima didiffidenza, di sospetto e di

svalutazione che accompagna laproposta della vita cristiana.Eppure le statistiche e la vitaquotidiana, descrivono comunqueun bisogno di spiritualità sempreacceso, soprattutto nel momento incui affiorano, prorompenti eincontenibili, le grandi domandedella vita. Davanti a questo scenario, lacomunità cristiana è chiamata adesserci con la proposta non di unaserie di verità astratte, di unamorale, o di una filosofia di vita, madi una persona: Gesù Cristo

crocifisso e risorto. “Il messaggiocristiano si riassume non in unaparola astratta, ma nella notiziapuntuale e concreta di un eventostorico, un avvenimento maiaccaduto prima, riguardante Gesù diNazaret, il Figlio di Dio fatto uomo,vissuto su questa nostra terra in untempo determinato, in un luogoparticolare. Varie religioni insegnano che Dioama l’uomo, ma solo la fedecristiana crede nel Figlio di Diofatto uomo, crocifisso per i nostripeccati e risorto per la nostrasalvezza. Ma se Cristo è risorto,allora ci è consentita la speranza dipoter superare il male più tragicodell’uomo, che è la morte. Questa èla “buona notizia”. In questo modola Nota pastorale della Cei sul primoannuncio, Questa è la nostra fede,sintetizza al numero 3, il cuore dellafede cristiana. La scelta precisa che, in questitempi problematici e confusi, lachiesa che vive nel territorio èchiamata a compiere è proprioquella di riportare al centro di ogniiniziativa il primo annuncio diCristo: è la dimensione che deveattraversare ogni propostapastorale. Sia per coloro che giàvivono l’esperienza della fede e siaper coloro che non sono stati ancoraraggiunti dalla buona notizia delVangelo. “È necessario, dunque,aiutare le comunità cristiane,cominciando dalle parrocchie, astrutturare in modo missionario leloro azioni e la loro presenza.” (IG,33).

Emanuele Mameli

Il coraggio del primo annuncio

Negli Orientamenti per la catechesidella Conferenza

Episcopale Italiana, e in numerosi interventi

del Magistero,viene richiamata

l’importanza del primo annuncio

della fede a chi ancora nonconosce Gesù, o ha

abbandonato nel tempo il cammino cristiano

Lo stile missionario della pastoraleLa conversione missionaria dell’azione ecclesiale esigeche si riporti al centro il primo annuncio della fede.Esso è «compito della Chiesa in quanto tale e ricade suogni cristiano, discepolo e quindi testimone diCristo». Il primo annuncio oggi è una dimensione chedeve attraversare ogni proposta pastorale, anchequelle rivolte ai battezzati: di esso «vanno innervatetutte le azioni pastorali». Nelle nostre comunitàincontriamo persone che hanno conosciuto Gesù e ilsuo messaggio, ma non hanno ancora maturato unapersonale decisione di fede. È necessario aiutare lecomunità cristiane, cominciando dalle parrocchie, astrutturare in modo missionario le loro azioni e la loropresenza. In una società in cui sempre più raramente gli uomini e le donnesentono parlare di Dio, e ancor più faticano ad intercettare luoghi ed esperienzeche li aprano a tale messaggio, emerge il bisogno per le nostre comunità diformulare una proposta autentica e pubblica di vita di fede: «Quando si assumeun obiettivo pastorale e uno stile missionario, che realmente arrivi a tutti senzaeccezioni né esclusioni, l’annuncio si concentra sull’essenziale, su ciò che è piùbello, più grande, più attraente e allo stesso tempo più necessario. […] Tutte leverità rivelate procedono dalla stessa fonte divina e sono credute con lamedesima fede, ma alcune di esse sono più importanti per esprimere piùdirettamente il cuore del Vangelo. In questo nucleo fondamentale ciò cherisplende è la bellezza dell’amore salvifico di Dio manifestato in Gesù Cristomorto e risorto»

Incontriamo Gesù, n. 33

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16 Papa Francesco domenica8 febbraio 2015

curiositàRegistrazione Tribunale Cagliari

n. 13 del 13 aprile 2004

S E T T I M A N A L E D I O C E S A N O

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Teniamo davanti agli occhi dellamente l’icona della MadreMaria che cammina col

Bambino Gesù in braccio. Lointroduce nel tempio, lo introducenel popolo, lo porta ad incontrareil suo popolo. Le braccia della Madre sono comela “scala” sulla quale il Figlio di Dioscende verso di noi, la scaladell’accondiscendenza di Dio. Loabbiamo ascoltato nella primaLettura, dalla Lettera agli Ebrei:Cristo si è reso «in tutto simile aifratelli, per diventare un sommosacerdote misericordioso e degnodi fede» (2,17). E’ la duplice via diGesù: Egli è sceso, si è fatto comenoi, per ascendere al Padre insiemecon noi, facendoci come Lui.Possiamo contemplare nel cuorequesto movimento immaginando lascena evangelica di Maria cheentra nel tempio con il Bambino inbraccio. La Madonna cammina, maè il Figlio che cammina prima diLei. Lei lo porta, ma è Lui che portaLei in questo cammino di Dio cheviene a noi affinché noi possiamoandare a Lui.Gesù ha fatto la nostra stessastrada per indicare a noi ilcammino nuovo, cioè la “via nuovae vivente” (cfr Eb 10,20) che è Luistesso. E per noi, consacrati,questa è l’unica strada che, inconcreto e senza alternative,dobbiamo percorrere con gioia eperseveranza. Il Vangelo insiste ben cinque voltesull’obbedienza di Maria eGiuseppe alla “Legge del Signore”(cfr Lc 2,22. 23. 24. 27. 39). Gesùnon è venuto a fare la sua volontà,ma la volontà del Padre; e questo –ha detto – era il suo “cibo” (cfr Gv4, 34). Così chi segue Gesù si mettenella via dell’obbedienza, imitandol’“accondiscendenza” del Signore;abbassandosi e facendo propria lavolontà del Padre, anche finoall’annientamento eall’umiliazione di sé stesso (cfr Fil2,7-8). Per un religioso, progrediresignifica abbassarsi nel servizio,cioè fare lo stesso cammino di

Gesù, che «non ritenne unprivilegio l’essere come Dio» (Fil2,6). Abbassarsi facendosi servoper servire.E questa via prende la forma dellaregola, improntata al carisma delfondatore, senza dimenticare chela regola insostituibile, per tutti, èsempre il Vangelo. Lo SpiritoSanto, poi, nella sua creativitàinfinita, lo traduce anche nellediverse regole di vita consacratache nascono tutte dalla sequelaChristi, e cioè da questo camminodi abbassarsi servendo.Attraverso questa “legge” iconsacrati possono raggiungere lasapienza, che non è un’attitudineastratta ma è opera e dono delloSpirito Santo. E segno evidente ditale sapienza è la gioia. Sì, laletizia evangelica del religioso èconseguenza del cammino diabbassamento con Gesù… E,quando siamo tristi, ci farà benedomandarci: “Come stiamo vivendoquesta dimensione kenotica?”. […]

Tuttavia, il Signore trasformal’obbedienza in sapienza, conl’azione del suo Santo Spirito. […]Attraverso il camminoperseverante nell’obbedienza,matura la sapienza personale ecomunitaria, e così diventapossibile anche rapportare leregole ai tempi: il vero“aggiornamento”, infatti, è operadella sapienza, forgiata nelladocilità e obbedienza. Il rinvigorimento e ilrinnovamento della vitaconsacrata avvengono attraversoun amore grande alla regola, eanche attraverso la capacità dicontemplare e ascoltare gli anzianidella Congregazione. Così il“deposito”, il carisma di ognifamiglia religiosa viene custoditoinsieme dall’obbedienza e dallasaggezza. E, attraverso questocammino, siamo preservati dalvivere la nostra consacrazione inmaniera light, in manieradisincarnata, come fosse una

“Il carisma di ogni famiglia religiosa viene custodito insieme dall’obbedienza e dallasaggezza. E, attraverso questo cammino, siamo preservati dal vivere la nostraconsacrazione in maniera light, in maniera disincarnata, come fosse una gnosi, cheridurrebbe la vita religiosa ad una ‘caricatura’, una caricatura nella quale si attua unasequela senza rinuncia, una preghiera senza incontro, una vita fraterna senzacomunione, un’obbedienza senza fiducia e una carità senza trascendenza”

Le paroledel Santo Padreper la Giornatadella vitaconsacrata

gnosi, che ridurrebbe la vitareligiosa ad una “caricatura”, unacaricatura nella quale si attua unasequela senza rinuncia, unapreghiera senza incontro, una vitafraterna senza comunione,un’obbedienza senza fiducia e unacarità senza trascendenza.Anche noi, oggi, come Maria ecome Simeone, vogliamo prenderein braccio Gesù perché Egli incontriil suo popolo, e certamente lootterremo soltanto se ci lasciamoafferrare dal mistero di Cristo.Guidiamo il popolo a Gesùlasciandoci a nostra volta guidareda Lui. Questo è ciò che dobbiamoessere: guide guidate.Il Signore, per intercessione diMaria nostra Madre, di SanGiuseppe e dei Santi Simeone eAnna, ci conceda quanto gliabbiamo domandato nell’Orazionedi Colletta: di «essere presentati [aLui] pienamente rinnovati nellospirito».

2 febbraio 2015

La Caritas diocesana di Cagliari ringrazia tutti coloro che hannogenerosamente dato offerte durante le feste natalizie per le famigliebisognose, per i poveri, per la mensa e per il centro polivalente di

accoglienza S. Saturnino.

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