Edilizia Sostenibile ed Energie alternative

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E DILIA 2000 .it Speciale “Edilizia sostenibile ed Energie alternative” Quotidiano online di edilizia dedicato ai professionisti del settore Sostenibilità, la nuova utopia? Edilizia luminosa ma sostenibile Il solare termico Tecnologia, soluzioni e vantaggi Architettura e Ambiente sostenibili? No: l’umanità sostenibile. La Tecnologia a film sottile La seconda generazione del fotovoltaico Italia fotovoltaica? Speranze concrete di tecnici e cittadini Nuovo pacchetto legislativo su energia e clima Ridurre i gas serra promovendo crescita e occupazione Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, CNS S1/BA - € 2,00 - Anno 2008 Numero 2 In caso di mancato recapito inviare al CMP/CPO di BARI per la restituzione al mittente previo pagamento resi

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Secondo numero della rivista specializzata nel settore edile. Sotto esema l'edilizia sostenibile e le energie alternative

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EDILIA2000.it

Speciale“Edilizia sostenibile edEnergie alternative”

Quotidiano online di edilizia dedicato ai professionisti del settore

Sostenibilità, la nuova utopia?Edilizia luminosa ma sostenibile

Il solare termicoTecnologia, soluzioni e vantaggi

Architettura e Ambiente sostenibili?No: l’umanità sostenibile.

La Tecnologia a film sottileLa seconda generazione del fotovoltaico

Italia fotovoltaica?Speranze concrete di tecnici e cittadini

Nuovo pacchetto legislativo su energia e clima Ridurre i gas serra promovendo crescita e occupazione

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Il termine “sostenibile” appli-cato all’edilizia si riferisce alla ricerca delle soluzioni costrut-

tive che si pongono come primario scopo quello di raggiungere il mi-glior comfort abitativo.Ma il raggiungimento del benessere degli attuali fruitori delle costruzio-ni, e quindi anche di un armonioso equilibrio con l’ambiente nel quale si inseriscono, deve garantire alle generazioni future la possibilità di conseguire lo stesso risultato pur nella consapevolezza che le risorse attuali sono limitate.Quindi parlare di edilizia sosteni-bile significa evidenziare un’archi-tettura sostenibile che utilizza la natura senza preconizzarla, attuan-do principi di rinnovo e recupero ambientale, di salvaguardia e di maggiore efficienza.E non è sufficiente definire un’ar-chitettura sostenibile solo perché vengono utilizzati materiali ritenuti naturali e quindi ecologici.Essa, assicurando il comfort con l’intelligenza delle soluzioni pro-gettuali e minimizzando lo spreco delle risorse naturali, si pone come un intervento ad elevata qualità ambientale.Il successo della sostenibilità in generale e nell’ambiente costruito in particolare, quindi, dipende an-che dal superamento delle barriere professionali e dallo scambio di informazioni.E in un mondo che si occupa sem-pre più di sostenibilità e dell’im-patto delle attuali attività per le generazioni future, la professione dell’architetto, caratterizzata dalla capacità di trasformare i problemi complessi in buone soluzioni, deve dimostrare come sia in grado di attribuire un valore aggiunto alla definizione dell’ambiente costrui-to.Pertanto va sempre sostenuto che per meglio tutelare la salute e il benessere di tutti i cittadini non sia opportuno permettere che l’ambiente costruito sia progettato da professionisti che non abbiano una preparazione specifica e di alta qualità in campo progettuale.Del resto il recepimento in Italia della direttiva europea sull’efficienza energetica degli edifici, l’importan-za del ruolo delle amministrazioni locali per contenere i consumi ed aumentare l’efficienza energetica, la

necessità di creare sensibilità attor-no all’argomento della reperibilità delle fonti di energia, l’esempio di CasaClima della provincia di Bol-zano, sono punti salienti sui quali già da tempo si interrogano i vari progettisti per garantire qualità e innovazione.E non va dimenticato che il rap-porto 2007 dell’International Energy Agency (IEA) ha illustrato prospettive allarmanti in merito alla domanda energetica al 2030.Quindi risulta inutile perdere troppo tempo a disquisire sugli anni che ci separano dal picco del petrolio o del gas; sarebbe bene piuttosto concentrarsi su problemi concreti che mirino ad uno svilup-po compatibile con la salvaguardia dell’ecosistema.La complessità della tematica, pe-rò, non deve essere sottovalutata o offuscata da illusorie promesse di facili quanto improbabili soluzioni semplici dei problemi da affronta-re.E’ bene ricordare che i consumi globali di energia nell’ultimo tren-tennio sono pressoché duplicati, ma non va taciuto che l’utilizzo diretto dell’energia solare è stimato in circa 11 milioni di tonnellate equivalen-ti di petrolio (le cosiddette tep: unità di misura che rappresenta la quantità di energia rilasciata dalla combustione di una tonnellata di petrolio grezzo), pari a meno di un millesimo del fabbisogno globale.Non va dimenticato che la transizio-ne dalla originaria fonte di energia rinnovabile (il legno) all’impiego massiccio dei combustibili fossili ha consentito i processi di sviluppo e di industrializzazione, che hanno permesso i profondi cambiamenti nella qualità della vita dell’umani-tà.L’energia infatti ha permesso miglioramenti nello standard di vita, consentendo un’aspettativa di servizi più appropriati, di maggiori opportunità di lavoro e di migliori accessi alle informazioni.Per conseguenza, il consumo pro-capite di energia è contemporane-amente aumentato cambiando ci-clicamente le varie fonti di energia: dalle biomasse rurali al carbone, dal carbone al petrolio, fino all’attuale mix di fonti energetiche.Ma l’attività umana ha sempre più ridotto la biomassa vegetale in gra-

do di assorbire l’anidride carbonica (CO2) fin dalla rivoluzione agrico-la neolitica, trasformando i boschi in campi o città. Oggi la deforesta-zione (ad esempio in Amazzonia) è nettamente aumentata ed aggrava ulteriormente la situazione.A contribuire ulteriormente vi è la maggior produzione di metano da fermentazione dovuta ad un incre-mento significativo dell’allevamen-to intensivo nonché delle emissioni di vario tipo in atmosfera.E molto si è scritto anche sui cambiamenti climatici del pianeta Terra, ormai in atto da molti anni, i quali non fanno altro che acuire il problema mondiale della richiesta di energia.Ma se, per incanto, ogni rigo scritto sui cambiamenti climatici e sul riscaldamento globale fosse valso a ridurre di un solo gram-mo le emissioni nell’atmosfera di anidride carbonica, il problema per l’umanità potrebbe dirsi feli-cemente risolto; poiché molteplici sono i gas serra emessi dalla com-bustione delle fonti fossili che, con diversa responsabilità, concorrono al fenomeno del global warming (il riscaldamento globale).Si deve necessariamente ricorrere, quindi, alle fonti rinnovabili poi-ché le non rinnovabili -pur essendo un vero e proprio “capitale” di energia che la Natura ha messo a disposizione da milioni di anni- sono in esaurimento a causa della galoppante industrializzazione ed il rapido e continuo sviluppo di nuove tecnologie.Questo capitale di risorse naturali durerà ancora molto tempo, ma va utilizzato sapientemente, per sviluppare tempestivamente le tecnologie energetiche necessarie a sostituire le fonti in esaurimento con altre.Altro problema, che va affrontato però con forti impegni di politica internazionale, è quello derivante dalla marcata crescita economica di Cina ed India con l’aumento macroscopico dei propri fabbisogni energetici.Sempre secondo il rapporto dell’IEA, le conseguenze per il mondo intero di una crescita incon-trollata della domanda mondiale di energia (e causata per la metà da Ci-na e India) sono allarmanti, poiché il fabbisogno energetico mondiale,

nel 2030, potrebbe essere di oltre il 50% più elevato rispetto ad oggi.La sfida di tutti i Paesi mondiali, quindi, è quella di creare le con-dizioni per un sistema energetico più economico, più sicuro e più sostenibile.In particolare, il sistema più econo-mico e veloce per frenare l’aumen-to della domanda e delle emissioni a breve termine, sarebbe quello di attuare misure volte a migliorare l’efficienza energetica nei vari set-tori: dell’industria, dei trasporti, del settore civile, della produzione di energia elettrica.Ed è proprio il settore dell’ener-gia elettrica che permette ad oggi margini di risparmio energetico notevoli, soprattutto in Italia.Le fonti rinnovabili sono quindi un’alternativa che dispone del maggior margine di efficienza energetica disponibile, grazie alla possibilità di essere alimentate da fonti inesauribili e con basso im-patto ambientale.Ai posteri l’ardua sentenza.

EDITORIALE

Arch. Lorenzo Margiotta

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4 Speciale “Edilizia sostenibile ed Energie alternative”

sOmmARIO

NOTIZIE

Direttore responsabileArch. Alessandro Robles

Direttore editorialeArch. Lorenzo Margiotta

RedazioneHanno collaborato a questo numero:- Arch. Silvana Masciopinto- Arch. Marco Biscontin- Arch. Valentina Caprioli- Maurizio Margiotta- Dominika Sochan

EditoreEvolution City Group S.a.S.di Maurizio Margiotta & C.

RegistrazioneTestata giornalistica registrataRegistrazione del Tribunale di Barin. 33/07 del 4 Ottobre 2007Iscrizione al ROC n. 16655

PubblicitàCamilla Maioranotel. [email protected]

Contattitel. 080-2146234fax 080-2146236email: [email protected]: www.edilia2000.it

Speciale“Edilizia sostenibile edEnergie alternative”Anno 2008 - Numero 2

© Diritti di riproduzione riservati

5 Uniamo le energie Diventare il motore ecologico d’Italia

ARTICOLI Arch. Lorenzo Margiotta

6 sostenibilità, la nuova utopia? Edilizia luminosa ma sostenibile

Arch. Alessandro Robles

8 Il solare termico Tecnologia, soluzioni e vantaggi

Arch. Silvana Masciopinto

9 Architettura e Ambiente sostenibili? No: l’umanità sostenibile.

Arch. Valentina Caprioli

10 La tecnologia a film sottile La seconda generazione del fotovoltaico

INTERVIsTA Arch. Alessandro Robles

11 Italia fotovoltaica? Speranze concrete di tecnici e cittadini

PROGETTI Arch. Marco Biscontin

12 Progettare fra benessere e sostenibilitàLEGIsLAZIONE14 Nuovo pacchetto legislativo su energia e clima Ridurre i gas serra promovendo crescita e occupazione

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www.edilia2000.it Speciale “Edilizia sostenibile ed Energie alternative” 5

NOTIZIE

L’esaurimento delle fonti tradi-zionali di energia, le esigenze di un approvvigionamento

diversificato, la svolta ormai indifferi-bile verso un modello più sostenibile: è sulla base di questi elementi che la Regione Piemonte ha preso la deci-sione di fare del tema energetico il cardine della propria attività politico amministrativa per i prossimi anni.Ridurre i consumi di energia prima-ria del 20%, abbattere il livello dei gas serra del 20% rispetto al 1990 e coprire almeno il 20% del fabbisogno mediante l’uso di fonti rinnovabili.Sono questi i tre macro-obiettivi che la Regione Piemonte, sulla falsariga di quanto previsto dalle politiche euro-pee, si propone di raggiungere entro il 2020.Il traguardo è ambizioso e richiederà, nei prossimi anni, la messa a punto e l’applicazione di tecnologie sempre più avanzate e sostenibili. Come è già avvenuto in passato, la Regione Piemonte sosterrà questo cammino di sviluppo con un ricco programma di interventi e con azioni concrete che spazieranno dalle opportunità concesse alle aziende per l’ideazione di progetti e sistemi innovativi alle possibilità offerte, anche sotto forma di incentivi economici, ai cittadini e alle imprese per supportare scelte sempre più consapevoli.“Il 2008 è per il Piemonte l’anno dell’energia. - ha sottolineato la presi-dente della Regione, Mercedes Bresso - Con un forte impegno di risorse materiali e umane vogliamo avviare il processo per sviluppare energie rinnovabili e trasformare quelli che oggi sono i costi derivanti dall’impor-tazione di petrolio e gas in risparmi e occasioni di sviluppo, crescita e crea-zione di posti di lavoro per il nostro territorio, i nostri cittadini e le nostre imprese. La questione energetica è una sfida urgente e necessaria: il no-stro obiettivo è raggiungere l’indipen-denza energetica entro il 2030. E’ una partita che si gioca a livello mondiale, ma che si può vincere solo partendo dal locale, con la collaborazione di ognuno di noi”.Per riuscire davvero a raggiungere nei tempi stabiliti i tre obiettivi, accanto alle politiche e alle iniziative di sup-porto, dovrà affiancarsi la collabora-zione attiva di tutti i piemontesi.I molteplici aspetti dell’energia e il suo

utilizzo consapevole rappresentano la nuova frontiera per ogni cittadino. I piccoli gesti quotidiani possono già avere un significativo impatto per risparmiare energie e abbattere le emissioni inquinanti.“Abbiamo deciso di investire ingenti risorse sulle politiche per l’energia - ha precisato la presidente Bresso - perché gli obiettivi fondamentali che dob-biamo perseguire, oltre alla riduzione della dipendenza energetica da gas e petrolio e la conseguente riduzione delle emissioni inquinanti, sono anche la costruzione di una filiera industriale forte sull’energia, che contribuisca in modo profondo alla crescita del Pil e

alla diversificazione del nostro tessuto economico, rendendoci indipendenti dalle importazioni”.Per questo, consapevole della necessi-tà di coinvolgere tutta la popolazione, la Regione Piemonte ha lanciato una grande sfida.L’invito, rivolto ai privati, alle associa-zioni e alle imprese, è quello di “Unire le energie” al fine di raggiungere per primi in Italia gli obiettivi europei e di trasformare la Regione Piemonte in un motore di traino per il nostro Paese.Un modo concreto di agire localmen-te pensando globalmente, perché sol-tanto dalla combinazione delle solu-zioni adottate su base locale potranno trovare una soluzione i problemi che emergono su scala planetaria.

Insieme alla sfida, è partita nel mese di maggio una capillare campagna di sensibilizzazione e informazione verso l’utilizzo di fonti tecnologicamente avanzate e pulite.Per coinvolgere il maggior numero di piemontesi sono in distribuzione volantini e opuscoli informativi.Momento importante della campagna è stata la Convention organizzata il 23 e 24 maggio scorso al Palavela: una due giorni di lavori che ha segnato l’inizio di una stagione ricchissima di appuntamenti e di eventi strategica-mente fondamentali per il Piemonte.Una occasione per presentazione il “Manifesto dell’energia in Piemonte”

e per riunire in assemblea generale gli enti locali, le comunità montane, le imprese e i cittadini piemontesi e per confrontarsi con esperti in campo energetico e ambientale di fama inter-nazionale.La regione Piemonte accetta così la sfida del XXI secolo e chiama i citta-dini, gli amministratori pubblici, le imprese, le associazioni a contribuire a scrivere e a realizzare il progetto che è già stato delineato con tre bandi che mettono a disposizione del sistema economico e produttivo 140 milioni di euro per il risparmio energetico e per produrre materiali idonei a ricava-re energia da fonti rinnovabili.

La sfida è lanciata: uniamo le energie!

Uniamo le energieDiventare il motore ecologico d’Italia

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6 Speciale “Edilizia sostenibile ed Energie alternative”

ARTICOLI

Il termine “sostenibile” viene sem-plicisticamente usato per descri-vere un’ampia varietà di attività

di solito ecologicamente lodevoli.Ma al di là di una sincera preoccu-pazione per il futuro, il concetto di sostenibilità non deve portare ad ambiguità e restare un termine diven-tato di moda, a volte usato proprio a sproposito.Il termine sostenibilità infatti può essere utilizzato solo al termine di un percorso che preveda numerosi passag-gi: gestione e controllo dell’ambiente con relativa evoluzione della qualità ambientale; utilizzo della valutazione d’impatto ambientale strategica; indi-viduazione dei fattori limitanti; scelte strategiche su mobilità ed espansione demografica; definizione precisa dei processi culturali e analisi dei limiti economici; quindi raffronto tra svi-luppo economico e sviluppo urbano; reale controllo della sostenibilità della città e del territorio, in particolare nelle aree urbane.Ma non è ancora sufficiente definire un’architettura sostenibile solo perché vengono utilizzati materiali ritenuti naturali e quindi ecologici, economici e/o di lunga durata.L’architettura è sostenibile quando consegue il massimo benessere della vita che ospita e si pone in armonioso equilibrio con l’ambiente nel quale si inserisce, secondo le esigenze attuali e per il tempo a venire e con attenzione particolare verso la conservazione del pianeta per una migliore qualità della vita.E’ quindi una vera spinta per tutti

coloro che non si ac-contentano del presente e vogliono vivere già oggi le pro-prie utopie.Utopie non tanto nel senso di so-cietà ideali, società per-fette proiet-tate in una dimensione spazio-tem-porale in-definita, ma nel senso di

luoghi e possibilità che possono esser-ci, che nutrono idee e progetti e che proteggono le speranze di mutamento del mondo. Quindi un nuovo mo-dello di sviluppo locale e globale che sia equilibra-to, sostenibile, giusto.I valori derivanti dall’utopia sono tanti quanti i significati che derivano dalle varie fun-zioni di essa.In un lontano articolo sulla mitica rivista Ca-sabella, “Utopia della re-altà”, Ernesto N. Rogers sottolineava che, accanto al significato spregiativo corrente, il termine denota una tipica carica che “proietta il presente in un futuro possibile, anche se le sue forme sono ancora lontane a causa dei molti condi-zionamenti che limitano le azioni necessarie”.E come non ricordare Giulio Carlo Argan, quando diceva che “il pro-gresso tecnologico è il fatto saliente dell’epoca in cui viviamo” e quindi “l’utopia moderna segue una regola generale: immagina un mondo in cui non vi sia altro che il progresso tec-nologico”.Ma oggi l’utopia minaccia di avverar-si, di farsi raggiungere e superare dai fatti.Per come sono state pensate e co-struite fino a oggi, le città si trovano all’intersezione di una serie di linee di crisi: inquinamento, cambiamenti climatici, aumento dei prezzi dei combustibili di origine fossile, enormi problemi nella gestione dei rifiuti.Quindi rifacciamoci ad una “utopia” della “realtà”, dove l’associazione dei due sostantivi possa mirare a stabilire la sintesi dialettica di due termini che, considerati isolatamente, resterebbero insanabilmente antinomici.E tutto ciò al fine di accorciare i tempi fra la ricerca tecnologica, la produzio-ne galoppante, la teoria auspicabile e la vera e propria progettazione ade-guata e di qualità.Il successo della sostenibilità in ge-nerale e dell’ambiente costruito in particolare, dipende anche dal supe-

ramento delle barriere professionali e dallo scambio di informazioni.La professione dell’architetto, sebbene in molti Paesi sia regolamentata, è ge-

neralmente aperta a una larga gamma di professionisti qualificati.È un principio comune a tutti gli Stati europei che il titolo di architet-to sia salvaguardato almeno da una condizione, e cioè che coloro i quali desiderano intraprendere una attività in campo architettonico siano ade-guatamente qualificati e abilitati.E questa auspicata qualificazione non può prescindere da un’adeguata pre-parazione in “sostenibilità”.In un mondo che si occupa sempre di più di sostenibilità e dell’impatto delle attuali attività per le generazioni future, la professione dell’architetto, caratterizzata dalla capacità di trasfor-mare i problemi complessi in buone soluzioni, deve dimostrare come sia in grado di attribuire un valore aggiunto alla definizione dell’ambiente costru-ito.Pertanto va sempre sostenuto che per meglio tutelare la salute e il benessere di tutti i cittadini non sia opportuno permettere che l’ambiente costruito sia progettato da professionisti che non abbiano una preparazione specifica e di alta qualità in campo progettuale.

sostenibilità, la nuova utopia?Edilizia luminosa ma sostenibileArch. Lorenzo Margiotta

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8 Speciale “Edilizia sostenibile ed Energie alternative”

ARTICOLI

Gli impianti di trasformazione della radiazione del sole in calore ed elettricità sono in

questi anni al centro dell’attenzione di tecnici e utenti per le ultime leggi sul risparmio energetico e delle detrazioni fiscali introdotte al fine di incentivare l’uso di tecnologie per la produzione di energia da fonti rinnovabili.La radiazione solare, nonostante la sua scarsa densità (che raggiunge 1kW/m² solo nelle giornate di cielo sereno), resta la fonte energetica più abbondante e pulita sulla superficie terrestre.L’impianto più semplice da installare è il cosiddetto “solare termico” che ci permette di produrre calore mediante l’utilizzo esclusivo dell’energia emessa dal sole. L’acqua calda prodotta viene quindi immagazzinata in un bollitore (boiler) ben coibentato ed è pronta per essere utilizzata.Questo impianto non utilizza sistemi a concentrazione, ma solo dei pannelli piani per il riscaldamento dell’acqua, posizionati generalmente sui tetti e sulle coperture delle case, con una temperatura intorno ai 70-80 °C.Si tratta di una tecnologia usata ormai da decenni per la semplicità dell’in-stallazione e della manutenzione e per la possibilità di reperire sul mercato prodotti affidabili ed economici.Realisticamente però va detto che, essendo l’energia solare una fonte ale-atoria sulla superficie terrestre, i col-lettori solari termici vanno considerati

integrativi e non totalmente sosti-tutivi

r i -spet-

to alle tecnolo-

gie tradi-zionali.

Questo tipo di impianto

può essere re-alizzato con tre

tecnologie di base: pannelli in materiale

plastico, collettori piani vetrati e collettori a tubi

sottovuoto. La prima tecnologia è costi-

tuita dalla sola piastra captante generalmente in polipropilene ed

è caratterizzata dai costi più bassi

ed è adatta all’impiego estivo in zone non ventose, in quanto l’assenza di copertura vetrata comporta perdite per convezione troppo elevate per un uso con basse temperature esterne.L’acqua da riscaldare attraversa diret-tamente il pannello, evitando gli one-ri e le complicazioni impiantistiche dello scambiatore.A causa dell’impossibilità di trattenere le perdite verso l’esterno si utilizza di solito per il riscaldamento di piscine scoperte (possono infatti fornire fino al 100% delle loro necessità termiche) e può essere la soluzione ideale per gli stabilimenti balneari, i campeggi e le residenze di villeggiatura estiva.Il collettore piano vetrato, invece, è la tecnologia più diffusa e più adattabi-le. Rispetto a quello in plastica offre una buona resa per tutta l’esposizione solare annuale.Da un punto di vista costruttivo è costituito da un assorbitore realizza-to in genere in rame, una copertura trasparente ed un isolante che serve a ridurre le dispersioni termiche e quindi a migliorare il rendimento del collettore. La copertura trasparente frontale è in genere in vetro temprato mentre l’isolante è realizzato con strati di poliuretano e lana di vetro disposti lateralmente e sul retro.La tecnologia a collettore sottovuoto è costituita da una serie di tubi ognuno dei quali è formato da due elementi concentrici.Il tubo a diametro inferiore contiene aria a temperatura e a pressione am-biente ed attorno presenta un film sottile ad alto assorbimento e bassa riflessione.Il vuoto è praticato tra le pareti dei due tubi.Questi collettori presentano il rendi-mento migliore in tutte le stagioni, pari a circa un 15-20% di aumento di produzione energetica, grazie alla sostanziale riduzione delle perdite per convezione.Ai vantaggi legati ad efficienze deci-samente più elevate, ideali per i climi rigidi, i collettori sottovuoto unisco-no però costi più elevati e maggiore complessità nell’installazione.Un’ulteriore distinzione da effettuare per il solare termico è tra i sistemi a circolazione naturale e quelli a circo-lazione forzata.La differenza sostanziale è che nei primi il bollitore è sempre accoppiato

al collettore mentre nei secondi può essere posizionato in qualsiasi locale della propria abitazione favorendo l’integrazione architettonica del pan-nelli. I sistemi a circolazione naturale sono consigliati nel caso in cui si abbia a disposizione un tetto piano o un sot-totetto robusto.Questa tipologia è meno costosa, più affidabile, ma meno integrabile perché il serbatoio di accumulo deve essere posizionato più in alto del pannello e nelle immediate vicinanze.Gli impianti a circolazione forzata sono invece indicati se non si ha a disposizione un sottotetto molto robusto o se si vuole maggiore libertà di installazione. La tecnologia è pro-vata e affidabile, purché sia eseguita la manutenzione periodica prescritta dal costruttore.Il rendimento di un solare termico dipende dall’efficienza dell’impianto, dalla temperatura del fluido e dalle perdite termiche.Per valutare la produzione di energia termica si deve partire dalle caratte-ristiche di insolazione del sito, even-tualmente corrette per tener conto di ombreggiamenti nel corso della giornata dovuti a edifici, vegetazione o rilievi nelle vicinanze. I dati di ra-diazione solare globale e diretta nel territorio italiano si possono reperire sul sito web dell’Enea: www.enea.it.In linea di massima si può affermare che, con un rendimento di impianto compreso fra il 30% ed il 35%, si ottiene una produzione complessiva annua compresa fra i 450 ed i 730 kWh/m². Quindi l’impianto solare termico è oggi il sistema più conveniente e affidabile per la produzione di acqua calda perché è semplice, facilmente installabile ed in grado di coprire una vasta gamma di esigenze.L’enorme potenziale in termini di riduzione delle emissioni di anidride carbonica in atmosfera lo rende di grande importanza anche per i nuovi obblighi di legge e per i programmi di incentivazione delle fonti rinnovabili. Pertanto, per il solare termico, si pre-vede un mercato in forte crescita con l’affermarsi di nuovi standard intro-dotti dal decreto legislativo n. 311 del 29.12.2006 con la ormai obbligatoria certificazione energetica degli edifici.

Il solare termicoTecnologia, soluzioni e vantaggiArch. Alessandro Robles

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www.edilia2000.it Speciale “Edilizia sostenibile ed Energie alternative” 9

Il mondo è dominato dalla tec-nica, dalla macchina, dal pen-siero razionale, da concetti di

redditività e dal consumismo, con la conseguenza di aver ottenuto sicu-ramente un benessere materiale, ma anche lo sfruttamento delle risorse, l’inquinamento, una vita ansiosa, lo stress, la mancanza di equilibrio psicologico, la perdita di identità cul-turale, la violenza, la paura, malesseri e città disumane; una società malata e generatrice di limitazioni, coazioni, nevrosi e perversioni. Anche l’Architettura oggi nella sua espressione formale e qualitativa è caratterizzata da un forte degrado, tale, da indurre sugli abitanti disturbi della salute, noti in medicina come “sindrome da edificio malato“.Sempre più spesso, la medicina si trova a collegare malattie a fenomeni ambientali perché l’ambiente agisce a livello psico/fisico direttamente sull’essere umano, tramite una serie di stimoli prodotti: dalla luce, dalle forme, dai materiali, dal colore, da tecnologie e da moltissimi altri fattori che combinandosi e influenzandosi reciprocamente creano atmosfere diverse, carattere e qualità ambientale che percepiamo sensorialmente con-sciamente o inconsciamente.Attraverso le sensazione che perce-piamo descriviamo un ambiente: aggressivo, accogliente, tecnico, cal-do, freddo monotono, intellettuale, inquietante, distensivo, ordinato rumoroso etc...Questa lettura razionale ci dice che percepiamo gli ambienti nel loro ef-fetto positivo o negativo.“Gli ambienti sono veicoli dotati di grandissimo potere in grado di dare benessere o malessere e che noi ne siamo consapevoli oppure no, essi toccano le nostre più intime emozio-ni, la nostra anima“Purtroppo lo “scenario architettonico” che ci appare ogni giorno è privo di stile, è arrogante, sterile, presuntuoso, anonimo, caratteristiche lontane dalle nostre esigenze sensoriali, e da nostri bisogni psico/fisici; e poiché esercita una influenza negativa sulla popola-zione, contribuisce alla nevrosi col-lettiva, alla alienazione mentale, alla morte dell’anima, perciò distruttivo.Edifici così costruiti non hanno qualità appropriate alla loro funzione rigeneratrice e vitalizzante e ciò che

è peggio è che l’umanità è diventata insensibile a questi aspetti, non nota più i luoghi che deprimono né l’aria malsana, non percepisce più le forze negative dell’ambiente e questo la danneggia ancora di più perché è in-consapevole delle disarmonie interiori che si generano nell’essere umano.E’ proprio in questa circostanza che sintomi e malattie, attraverso altera-zioni del corpo, esprimono e liberano le disarmonie interiori (altrimenti invisibili).Questo degrado è causato dai condi-zionamenti di una cultura materialista mistificatrice di valori, asservita agli interessi del mercato economico, che sembra dettare: valori, processi, giudi-zi e comportamenti (anche le proget-tazioni e realizzazioni architettoniche coincidono con questi interessi).Il consumismo prodotto dalla cultura materialista ci tiene così occupati a desiderare e possedere che ci fa di-menticare il senso delle cose e lo stesso senso della vita.La conseguenza di questi condiziona-menti è visibile nella vita quotidiana di molti di noi, la cui consapevolezza emotiva/intellettuale e sociale è limi-tata e quindi incapace di intravedere la vastità della vita e quei meccani-smi che sono alla base dei processi vitali (la cui sostenibilità produce benessere) dell’attività mentale e del comportamento umano, che sono i veri valori della vita e ci permettono di discernere meglio ciò che è giusto da ciò che è sbagliato.Crediamo senza sperimentare e senza comprendere tutto ciò che ci viene in-sidiosamente e inconsciamente suggerito perché non abbiamo fiducia nelle nostre capacità di affermarci individualmente per paura di sbagliare o di subire giudizi, o andare contro le mode, allora le nostre scelte si orientano verso una non scelta.Attraverso questi condiziona-menti l’umanità ha perduto i suoi valori spirituali, si è disumanizzata, ha perduto il contatto con la natura istinti-va, con la sua coscienza e quella profonda energia emotiva e creativa che questo contatto sprigionava.Si è così creata nell’essere umano una spaccatura della

personalità, una dissociazione dagli istinti di fondo senza però che questi siano scomparsi e sono costretti ad affermarsi in maniera indiretta a volte violenta, attraverso disturbi del com-portamento, malattie, depressioni.Questa dissociazione è tra le maggiori cause del disordine mentale, culturale e ambientale in cui viviamo.La decadenza di una cultura architet-tonica inizia prima nel campo spiri-tuale; dove manca l’armonia interna dell’uomo non può essere costruita una armonia esterna.Se vogliamo creare un’architettura che risponda ai veri bisogni umani è necessario ricomporre l’integrità fisica, psichica e spirituale di ciascun individuo.L’interno si riflette nell’esterno e l’esterno influenza l’internoCambiando ciò di cui ci “nutriamo” cambiamo noi stessi nel corpo, nella mente e nello spirito, quindi trasfor-miamo la società, la cultura la civiltà e l’ambiente.A che vale invocare una città, una società più umana, se il nostro sapere è diviso, se la scienza è fran-tumata o peg-gio sottomessa a leggi estranee all’uomo e alla sua crescita.“E’ necessario prima ricom-porre il sapere”.

Architettura e Ambiente sostenibili?No: l’umanità sostenibile.

Arch. Silvana Masciopinto

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10 Speciale “Edilizia sostenibile ed Energie alternative”

L’energia solare è tra le fon-ti energetiche, quella in maggiore abbondanza sulla

Terra.Ogni anno infatti, il Sole irradia sul nostro pianeta circa 20.000 miliardi di TEP (Tonnellate equivalenti di Pe-trolio) mentre solo 9 miliardi di TEP sarebbero sufficienti a soddisfare le ri-chieste energetiche di tutto il pianeta.A fronte di ciò, l’Italia, il Paese del Sole è tra i Paesi meno solarizzati,

nonostante goda di condizioni cli-matiche favorevoli allo sviluppo di sistemi solari.Ma il problema energetico è oggi, più che mai, un fattore economico e tra le fonti rinnovabili, il fotovoltaico (tra-sformazione diretta della radiazione del sole in energia elettrica per effetto fotoelettrico) resta uno dei sistemi attualmente più affidabili anche se a costi relativamente elevati.E proprio per sopperire a tali difficol-tà, derivanti principalmente dall’alto costo del materiale di base (il silicio), la ricerca scientifica ha messo a punto altri sistemi innovativi, tra i quali gli impianti a film sottile.Il silicio, infatti, che ha dominato fino ad oggi il mondo della produzione fo-tovoltaica, è un materiale che si trova in abbondanza nella crosta terrestre senza alcuna tossicità e con una buona tecnologia sviluppata principalmente dall’industria microelettronica.Un “wafer” di silicio mono o poli-cristallino, cioè una sottile fetta di

cristallo di silicio come materiale se-miconduttore, ottenuto con gli scarti dell’industria elettronica, costituisce oggi, infatti, il cuore di oltre il 90 % dei moduli fotovoltaici venduti all’in-dustria.Oggi finalmente una possibilità sulla riduzione dei costi del Fotovoltaico è data dalla tecnologia a film sottile, che permette di risparmiare sulla quantità del materiale semiconduttore impie-gato.

I vantaggi sono plurimi:- evitare la soggezione ai costi alti del mercato del silicio;- utilizzare il silicio amorfo, in cui gli atomi silicei vengono deposti chi-micamente in forma amorfa, ovvero strutturalmente disorganizzata, sulla superficie di sostegno;- utilizzare in alternativa telloruro di cadmio, un composto chimico cristal-lino formato da cadmio e tellurio, che si estrae dai rifiuti;- realizzare dispositivi con spessori estremamente sottili di materiale at-tivo, tipicamente un paio di µm (un µm è un millesimo di millimetro); - utilizzare quantità molto esigue di materiale base, con vantaggi conse-guenti anche per la movimentazione, il trasporto ed il montaggio;- avere un costo di produzione molto inferiore al tradizionale silicio cristal-lino (costa cinque volte meno ed è più efficiente).In realtà quasi tutto si gioca sulla diversità dei materiali semiconduttori

utilizzabili e sui numerosi processi di deposizione di questi materiali ai supporti.Questa tipologia di moduli solari fa uso di uno strato estremamente sottile di materiale semiconduttore applicato a materiali economici quali vetro, fogli metallici flessibili o polimeri resistenti alle alte temperature.La tipica struttura di una cella a film sottile è composta da un substrato, generalmente del vetro sul quale ven-gono depositati in successione, nel caso di una struttura a substrato: 1) un contatto posteriore metallico2) il materiale assorbitore3) uno strato buffer4) un contatto superiore trasparente, generalmente un ossido trasparente e conduttivo.Lo spessore complessivo del dispositi-vo finale realizzato sul vetro è di pochi micron (generalmente 2 - 5 µm). Inoltre, durante un unico processo possono essere realizzate più celle sullo stesso substrato.In questo modo è possibile ridurre il peso del modulo e può essere usato su numerose superfici, anche in architet-tura.Il loro basso costo, la flessibilità mec-canica e l’alto grado di trasparenza consentiranno, infatti, una facile applicazione a tetti, pareti verticali e vetri di finestre.È tuttavia difficile al momento fare delle previsioni affidabili su quale tra le principali tecnologie ha maggiori opportunità di penetrare nel mercato del fotovoltaico, dominato dalla tec-nologia del silicio cristallino, e affer-marsi nel medio e lungo periodo.Il tutto dipende dalla capacità di queste “nuove” tecnologie di riuscire effettivamente a passare dalla realtà odierna, costituita da volumi di produzione modesta e ad adattarsi alle economie di scala con produzioni massicce di grande respiro.

La tecnologia a film sottileLa seconda generazione del fotovoltaicoArch. Valentina Caprioli

Il più grande impianto fotovol-taico a film sottile al mondo, sul tetto di uno delle principali strutture dell’industria UBISA a Burgos in Spagna.

In Italia, è stato sperimentato un brevetto dell’Universita’ di Parma, che ne ha mi-gliorato ulteriormente l’efficienza e ridotto i costi. I pannelli sono stati sperimentati nei paesi mediterranei del Maghreb e del Medio Oriente. Quindi, è stata avviata la produzione industriale, affidata alla lombarda Marce-gaglia Energy.

ARTICOLI

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L’impianto a celle fotovoltai-che è oggi la tecnologia più utilizzata per trasformare la

radiazione solare in energia elettrica. Per fare il punto della situazione in Italia, ed in particolare al sud, abbiamo rivolto alcune domande all’ingegnere barese Michele Piacquadio, giovane progettista che vanta già la realizzazio-ne di diversi impianti fotovoltaici in pubblici edifici di Puglia e Basilicata. Si citano, tra questi, gli stadi comunali di Andria e di Gallicchio, in provincia di Potenza, la scuola elementare Po-stano ed il palazzo comunale di Noci. Ma numerosi sono anche gli impianti in strutture private a sottolineare il numero sempre crescente di persone che scelgono di “scommettere” su questa tecnologia.

In questo periodo si parla molto di produzione di energia da fonti rin-novabili e di risparmio energetico e non solo per via delle nuove leggi e degli incentivi fiscali. Come vede la situazione italiana?Noi ci troviamo in quello che io defini-sco la “preistoria delle energie rinno-vabili”, l’inizio di una nuova era in cui tutti noi abbiamo compreso l’estrema importanza dell’ambiente e il rispetto della natura che ci circonda. L’istitu-zione del così detto “conto energia” e l’introduzione degli incentivi fiscali al fine di ridurre i livelli di emissione di elementi inquinanti, secondo quanto prevede il Protocollo di Kyoto, hanno permesso anche in Italia la nascita di un mercato dell’energia rinnovabile e soprattutto l’aumento dell’interesse verso il fotovoltaico. Tutto ciò, però, non è ancora sufficiente, in quanto l’enorme potenziale di irraggia-mento solare in Italia è ben lontano dall’essere sfruttato. Basti pensare alla Germania che, con una situazione climatica meno favorevole rispetto a quella italiana, è la prima nazione in Europa nella produzione di energia derivante dal sole, con una diffusione di pannelli solari in un gran numero di abitazioni e con la realizzazione di grandi parchi solari.

Cosa andrebbe fatto per migliorare la situazione?A mio parere, è necessario investire di più nel settore dell’energia alterna-tiva al fine di dare un forte impulso all’industria italiana. E se la vera

diffusione dell’energia alternativa è legata all’utilizzo ed installazione da parte delle abitazioni private, un ruolo importante è affidato alle isti-tuzioni e soprattutto dalle scuole che dovrebbero diffondere la cultura del risparmio energetico e l’utilizzo delle energie rinnovabili.

A che punto siamo con le installa-zioni di impianti fotovoltaici? Si investe più nel settore industriale o qualcosa si muove anche in quello delle abitazioni?L’attività di installazione degli im-pianti fotovoltaici sta vivendo un periodo di forte sviluppo. La richiesta di questa tecnologia cresce prima di tutto nel settore industriale, nel quale il consumo di energia è estremamente elevato. Il mercato delle abitazioni private comincia oggi a dare segni di sviluppo per il continuo aumento delle tariffe dell’elettricità e del gas. Ma c’è ancora molto da fare per ri-durre in modo sensibile la dipendenza della popolazione dalle energie fossili. In futuro l’obiettivo sarà quello di far produrre ad ogni utenza almeno l’energia che consuma.

Ritiene che il fotovoltaico sia real-mente conveniente con le attuali tecnologie?Gli impianti fotovoltaici hanno raggiunto oggi un ottimo livello di efficienza grazie proprio alla ricerca. Sono fermamente convinto che in questo momento abbiamo tutti i presupposti per risolvere il problema energetico e ottenere grandi quantità di energia a basso costo. Nel contempo la ricerca nel campo dell’energia solare è essenziale al fine di migliorare le attuali tecnologie e sviluppare quelle nuove come il pro-mettente solare termodinamico.

Il sole è realmente la fonte rinnova-bile su cui puntare nel futuro o ci possono essere altre strade percor-ribili?L’energia derivante dal sole che arriva sulla terra è enorme, di gran lunga superiore a quella necessaria alle nostre esigenze energetiche. Tuttavia questa risorsa è ancora poco sfruttata e il nostro Paese gode, grazie alla sua latitudine, di un irraggiamento solare superiore alla maggior parte dei paesi europei.

Nel contempo l’energia solare, sia che generi elettricità o calore, è solo una delle fonti di cui il genere umano può servirsi in modo illimitato, accanto ad essa è di notevole interesse l’energia eolica, la quasi sconosciuta geotermi-ca, le biomasse e il moto ondoso.

In quale parte d’Italia si stanno diffondendo più rapidamente gli impianti ad energia solare? Dipende dalla latitudine o dalla sen-sibilità?Gli impianti ad energia solare si stanno svi-luppando soprattutto in Puglia non solo per effetto della latitudine che garantisce un irrag-giamento solare tra i più elevati in Italia. Una nota di merito va alla lungimiranza dei gover-nanti locali che hanno predisposto una norma-tiva tale da facilitare la costruzione di impianti fotovoltaici.

Che previsioni si pos-sono osare per il futuro in termini di impiego di queste tecnologie in Italia? Il futuro non solo dell’Italia ma del mondo intero è legato allo svi-luppo di tutte le forme di energia rinnovabile al fine di arrestare i cam-biamenti climatici ed evitare il deterioramen-to dello “stato di salute” del pianeta. Come precedentemente accennato, ritengo che nel prossimo futuro l’impiego di queste tecnologie potrà per-mettere a ciascuno di produrre l’energia di cui ha bisogno rendendo ogni abitazione, da un punto di vista energe-tico, completamente autosufficiente.

Italia fotovoltaica?Speranze concrete di tecnici e cittadini

Arch. Alessandro Robles

INTERVIsTA

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12 Speciale “Edilizia sostenibile ed Energie alternative”

PROGETTI

Marco Biscontin è un ar-chitetto specializzato in progettazione sostenibile:

la sua nuova dimora rappresenta un esempio di approccio etico alla pro-gettazione.

Un edificio unifamiliare su due livelli, aperto verso il sole ma protetto da adeguate schermature che ne ombreg-giano gli interni durante i mesi caldi; uno spazio interno incentrato sul fo-colare domestico, che svolge il duplice ruolo di sorgente termica e moderatore igrometrico; concepito come una casa passiva, ma con una massa più elevata per favorire il raffrescamento naturale; protetto dagli estremi climatici da un involucro di materiali eco-compatibili e salubri, che assicurano isolamento e traspirabilità alle murature.Potremmo continuare a lungo la de-scrizione di questo edificio situato alle porte di Pordenone, ma è più interes-sante ascoltare la voce del suo artefice: “Ogni linea disegnata dall’architetto – spiega Marco Biscontin - direttamente o indirettamente crea un’alterazione, spesso una vera e propria distruzione,

nell’ambiente natura-le. La consapevolez-za delle conseguenze della progettazione costituisce il primo movente della mia attività professiona-le e giustifica il ‘pe-so’ che attribuisco all’atto creativo, al metodo progettuale e a ogni decisione che ne discende, fino alla conclusio-ne dell’opera. Ad esempio, la corretta scelta dei materiali è determinante per ottenere un elevato grado di benessere per gli abitanti, che non può essere demandato solo alle componenti impiantistiche ma che, invece, è parte integrante dell’ar-chitettura.”Fra gli obiettivi dell’approccio bio-architettonico, è primario l’uso di materiali e prodotti di provata salubri-

tà, derivati da risorse rinnovabili o riciclate di origine naturale, ottenuti con lavorazioni che non comportano attività o procedure inquinanti nella produzione, nella posa e nello smaltimen-to, biodegradabili o che possono essere riciclati o riutilizzati al termine del ciclo di vita dei fab-bricati.“Per progettare secondo le regole della Bio-archi-

tettura è necessario un atteggiamento aperto, capace di valutare con atten-zione e serenità le soluzioni architet-toniche, le tecnologie disponibili e le prestazioni offerte dai materiali in rapporto all’insieme delle variabili in gioco. Preservare il valore di un buon modo di costruire è sicuramente un risultato importante, che in questo intervento è stato perseguito con estremo rigore”.Come si possono integrare coerenza e pragmatismo?“Conoscendo le condizioni del fa-re architettura. Ad esempio, per il rivestimento esterno, la scelta di im-piegare una calce idraulica naturale è stata dettata dalla consapevolezza del-le peculiarità di questo materiale che è non solo performante ma soprattutto “biologicamente vivo”, vale a dire naturale, non inquinato da trasfor-mazioni strutturali che ne abbiano alterato la composizione chimica.”“Le superfici interne sono invece realizzate con un intonaco di calce aerea su muro di tamponamento in

laterizio porizzato in fase di cottura con farina di legno, con spessore 30

cm. Il pacchetto isolante che riveste i paramenti murari è composto da pannelli di sughero au-toespanso spessi 18 cm, solidarizzati alla mura-tura con un collante-rasante impiegato anche per lo strato esterno in malta di calce idraulica naturale, posato su dop-pia rete incrociata in fi-

bra di vetro.”L’edificio, che sa-rà certificato dal Passivhaus Institut di Darmstadt, con-tiene il consumo energetico per il riscaldamento degli ambienti a soli 12 kWh/mq all’anno.“I costi generali di un edificio passivo e

bio-architettonico possono essere più elevati della media, ma bisogna indi-viduare l’altro termine del paragone. Capita sovente che i budget siano co-struiti partendo da elementi che per-sonalmente ritengo poco qualificanti per la qualità dello spazio architetto-nico, ad esempio quelli che svolgono una mera funzione decorativa.Credo invece che il progettista debba farsi portavoce di valori che rivestono una reale importanza per il mondo nel quale viviamo. Nella mia espe-rienza, questi argomenti risultano convincenti per il committente e, su queste basi, è possibile inquadrare il problema economico all’interno di un ambito più vasto, che comprende anche le prestazioni in termini di riduzione dei consumi energetici. Va-lutando costi e risparmi in rapporto alla loro incidenza sulle spese di ge-stione successive alla realizzazione, la differenza può risultare minima e, nel contempo, contribuire alla salvaguar-dia dell’ambiente.”

Progettare fra benessere e sostenibilitàArch. Marco Biscontin

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InquinamentoIl termine si riferisce a un’alterazio-ne di una caratteristica ambientale, causata in particolare da attività umane, che compromette l’ecosi-stema danneggiando una o più for-me di vita. Le sostanze inquinanti solitamente sono prodotti della lavorazione industriale (o dell’agri-coltura industriale), ma possono anche essere sostanze presenti in natura e non frutto dell’azione umana.

Biossido di carbonioÈ una sostanza fondamentale nei processi vitali delle piante e degli animali.È inoltre -dopo il vapore acqueo- il principale gas serra presente nell’at-mosfera terrestre.Nonostante la sua piccola concen-trazione, la CO2 è un componente fondamentale dell’atmosfera ter-restre perché -insieme al vapore acqueo ed al metano- intrappola la radiazione infrarossa della luce so-lare riflettendola nuovamente verso la superficie terrestre (il cosiddetto effetto serra) impedendo alla Terra di raffreddarsi.

Effetto serraFenomeno naturale che avviene nell’atmosfera che avvolge il nostro pianeta. La Terra è irraggiata dalle radiazioni elettromagnetiche pro-venienti dal Sole, che la scaldano e danno origine alla vita. Il “pro-blema dell’effetto serra” è causato dall’eccessiva presenza di gas serra (anidride carbonica, metano, vapo-re acqueo, ossido nitroso e ozono) nell’atmosfera, tale da causare un innaturale aumento della tempera-tura terrestre.Le emissioni di anidride carbonica (CO2) sono il principale nemico da combattere. L’80% delle emissioni di anidride carbonica proviene dalla combustione del petrolio, del meta-no e del carbone, un inquinamento cresciuto esponenzialmente con l’industrializzazione delle attività umane. Nel Novecento il livello di CO2 in atmosfera è aumentato del 40% rispetto al secolo precedente come conseguenza dello sviluppo dei trasporti (in particolare l’inven-zione dell’automobile come bene di massa).

Risparmio energeticoTecniche atte a ridurre i consumi di energia necessaria allo svolgi-mento delle varie attività umane. Il risparmio può essere ottenuto sia modificando i processi in mo-do che ci siano meno sprechi sia utilizzando tecnologie in grado di trasformare l’energia da una forma all’altra in modo più efficiente. Uno degli esempi più comuni è la sostituzione delle lampadine ad incandescenza con quelle fluore-scenti, che emettono una quantità di energia luminosa diverse volte superiore alle prime a parità di energia consumata.

Fonti esauribili o fossiliRelative all’energia ottenuta per combustione da combustibili fos-sili: carbone, derivati del petrolio e idrocarburi quali il metano.

Fonti non esauribili o rinnovabiliIl sole, il vento, l’energia idrica, le biomasse. Forme di energia genera-te da fonti che si rigenerano o non sono esauribili nella scala dei tempi umani e, per estensione, il cui utilizzo non pregiudica le risorse naturali per le future generazioni.

Pannello solareIl pannello solare (da non confon-dere con il pannello fotovoltaico) converte le radiazioni solari in energia termica. È impiegato sia per il riscaldamento degli edifici sia per l’acqua a uso sanitario.

Pannello fotovoltaicoConverte l’energia solare diretta-mente in energia elettrica mediante effetto fotovoltaico ed è impiegato come generatore di corrente.

IdrogenoVarie forme di energia vengono immagazzinate sotto forma di idro-geno (H2, gassoso, liquido oppure come idruri metallici) sia da utiliz-zare in applicazioni in movimento che per fornire ulteriore energia alla rete elettrica nei momenti di carico energetico eccessivo. In particolare, si sta sviluppando l’automobile a idrogeno, che lo usa comecombustibile, in particolari celle o pile, che generano tensione elettri-ca capace di muovere un qualsiasi motore elettrico.

Casa passivaAbitazione che assicura il benessere termico senza alcun impianto di riscaldamento “convenzionale”, ossia caldaia e termosifoni o siste-mi analoghi. La casa è detta passiva perché la somma degli apporti passivi di calore dell’irraggiamen-to solare trasmessi dalle finestre e il calore generato internamente all’edificio da elettrodomestici e dagli occupanti stessi sono quasi sufficienti a compensare le perdite dell’involucro durante la stagione fredda. Questo tipo di costruzioni viene generalmente realizzato con legno strutturale, che è un isolante naturale.

IdroelettricaUsa l’energia potenziale di acqua posta in alta quota in bacini mon-tani che, cadendo, agisce su una turbina producendo elettricità. Il principio è il medesimo di una cen-trale termoelettrica: la differenza è che il mezzo che fa girare la turbina è l’acqua e non il vapore.

TermoelettricaLe centrali termoelettriche sono la tipologia più diffusa nel nostro pianeta. Un elemento combustibile (derivati del petrolio, carbone o gas, ma anche, in alcuni casi, biomassa o rifiuti) viene bruciato in modo da sviluppare una notevole quantità di calore, che viene trasmesso a una caldaia, ovvero un serbatoio con-tenente acqua che si trasforma in vapore convogliato in turbine che messe in rotazione. Gli alternatori convertono poi l’energia meccanica di rotazione in energia elettrica.

TermovalorizzatoriRappresentano l’evoluzione degli inceneritori di rifiuti. La differenza è che nel termovalorizzatore il calo-re prodotto dalla combustione dei rifiuti viene utilizzato per produrre energia elettrica in maniera analo-ga a quanto accade nelle centrali termoelettriche, anche se con ren-dimenti molto più bassi e maggiori problemi di controllo delle sostanze inquinanti.

Nucleare da fissioneL’ energia atomica da fissione si basa sul principio fisico del difetto di massa, in cui si spezza un nucleo di Uranio-235 per ottenere due

nuclei più piccoli che pesano meno del nucleo originario. La piccola differenza di massa è in grado di produrre una enorme quantità di energia. L’energia nucleare da fissione è attualmente utilizzata per la pro-duzione di energia elettrica.

EolicaÈ una delle fonti di energia più antiche: i mulini a vento sono stati utilizzati fin dal VII secolo d.C. per convertire l’energia del vento in energia meccanica; inoltre, le navi a vela hanno solcato gli oceani per secoli, fino all’avvento delle prime navi a vapore. Oggi le turbine eo-liche sono impiegate per produrre elettricità.

SolareL’energia solare è il motore di qualsiasi attività sulla Terra: anche il petrolio è indirettamente energia solare accumulata dalla fotosintesi di antiche piante, il cui materiale organico si ritiene si sia ammassato e trasformato sottoterra durante intere ere geologiche. L’uso diretto dell’energia solare è basato sul fatto che il Sole a perpendicolo all’equa-tore invia 1366 W per metro qua-dro (costante solare). È una quanti-tà di energia enorme: tuttavia, solo una parte può essere direttamente convertita in elettricità.

BiomasseSono costituite dalle sostanze di origine animale e vegetale, non fossili, che possono essere usate co-me combustibili per la produzione di energia. Alcune fonti, come la legna, non necessitano di subire trattamenti; altre, come gli scarti vegetali o i rifiuti urbani, devono essere trattate in un digestore.

BiocarburanteÈ un propellente ottenuto in modo indiretto da biomasse come grano, mais, bietola, canna da zucchero. Non contribuisce all’effetto serra ma sottrae terreno agricolo che viene usato per la produzione di alimenti.

GeotermicaEnergia che deriva dal calore pre-sente negli strati più profondi della crosta terrestre, che si può presen-tare come vapore o acqua calda.

GLOssARIO

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14 Speciale “Edilizia sostenibile ed Energie alternative”

La Commissione europea ha adot-tato un importante pacchetto di proposte che darà attuazione agli impegni assunti dal Consiglio eu-ropeo in materia di lotta ai cambia-menti climatici e promozione delle energie rinnovabili.Le proposte dimostrano che gli obiettivi fissati l’anno scorso sono realizzabili sia dal punto di vista tecnologico che economico e offro-no opportunità commerciali senza precedenti a migliaia di imprese europee.Le misure previste accresceranno si-gnificativamente il ricorso alle fonti energetiche rinnovabili in tutti i pa-esi e imporranno ai governi obiettivi giuridicamente vincolanti.Grazie a una profonda riforma del sistema di scambio delle quote di emissione, che imporrà un tetto massimo alle emissioni a livello comunitario, tutti i principali re-sponsabili delle emissioni di CO2 saranno incoraggiati a sviluppare tecnologie produttive pulite.Il pacchetto legislativo intende consentire all’Unione europea di ri-durre di almeno il 20% le emissioni di gas serra e porta al 20% la quota di rinnovabili nel consumo energe-tico entro il 2020, secondo quanto deciso dai capi di Stato e di governo europei nel marzo 2007.La riduzione delle emissioni sarà portata al 30% entro il 2020 quan-do sarà stato concluso un nuovo accordo internazionale sui cambia-menti climatici.Il presidente della Commissione José Manuel Barroso ha dichiarato: “La lotta ai cambiamenti climatici è la grande sfida politica che la nostra generazione deve affrontare. La nostra missione, o meglio il nostro dovere, è definire un quadro politico che consenta di trasformare l’eco-nomia europea in un’economia più attenta all’ambiente, e continuare a guidare l’azione internazionale volta a proteggere il nostro pianeta.Il pacchetto che proponiamo non soltanto risponde a questa sfida, ma dà la giusta risposta al problema della sicurezza energetica e rappre-senta un’opportunità che dovrebbe portare alla creazione di migliaia di nuove imprese e di milioni di posti di lavoro in Europa, un’opportunità che dobbiamo cogliere al volo”.

Secondo il commissario per l’am-biente Stavros Dimas, “il pacchetto di proposte, basato sull’avveniristico sistema comunitario di scambio delle quote di emissione, dimostra ai nostri partner internazionali che un intervento deciso contro i cam-biamenti climatici è compatibile con il mantenimento della crescita economica e della prosperità.Grazie ad esso l’Europa parte av-vantaggiata nella corsa verso un’eco-nomia globale a basse emissioni di carbonio, che porterà un’ondata di innovazione e favorirà la creazione di nuovi posti di lavoro nel campo delle tecnologie pulite. Le proposte danno attuazione agli impegni assunti lo scorso anno dai capi di Stato e di governo dell’UE riparten-do equamente gli sforzi. Ora tutti gli Stati membri devono fare fino in fondo la loro parte”.Il commissario Andris Piebalgs, re-sponsabile per la politica energetica, ha affermato che “in un momento di crescita dei prezzi del petrolio e di preoccupazione per il clima, le fonti energetiche rinnovabili ci offrono un’opportunità che non possiamo lasciarci sfuggire. Ci aiuteranno a ridurre le emissioni di CO2, a rendere più sicuro il nostro approv-vigionamento energetico e a svilup-pare la crescita e l’occupazione in un settore ad alta tecnologia e in pieno sviluppo. Se riusciremo a compiere uno sforzo ora, l’Europa sarà in grado di guidare la corsa verso l’eco-nomia a basse emissioni di carbonio di cui il pianeta ha disperatamente bisogno”.La commissaria per la concorrenza, Neelie Kroes, ha aggiunto: “La di-sciplina degli aiuti di Stato per la tu-tela ambientale offre un importante contributo alla politica dell’UE in materia di energia e cambiamenti climatici e al costante processo di riforma degli aiuti di Stato. È un’opportunità vantaggiosa sotto ogni profilo: per gli Stati membri, che possono finanziare progetti am-bientali, e per la crescita economica nell’UE”.Basandosi sul sistema UE di scam-bio delle quote di emissioni, la Commissione propone di rafforzare il mercato unico del carbonio a li-vello comunitario, che si estenderà a un numero maggiore di gas serra

(attualmente lo scambio delle quote concerne soltanto l’anidride carbo-nica) e riguarderà tutti i grandi im-pianti industriali responsabili delle emissioni. Le quote di emissione poste sul mercato saranno ridotte di anno in anno in modo da permette-re una riduzione delle emissioni del 21% nel 2020 rispetto ai livelli del 2005.Nel settore energetico, responsabile della maggior parte delle emissioni dell’UE, tutte le quote saranno mes-se all’asta sin dall’avvio del nuovo regime, nel 2013. Negli altri settori industriali e nel trasporto aereo, la transizione verso la vendita all’asta di tutte le quote avverrà gradualmente, anche se si potranno fare delle ecce-zioni per i settori più vulnerabili alla concorrenza dei produttori dei paesi in cui non esistono vincoli analoghi in materia di carbonio. Inoltre le aste saranno aperte: qualsiasi ope-ratore comunitario potrà comprare quote in qualsiasi Stato membro.Le entrate derivanti dal sistema an-dranno agli Stati membri e dovran-no essere utilizzate per aiutare l’UE ad orientarsi verso un’economia più attenta all’ambiente, promuovendo l’innovazione in settori quali le energie rinnovabili, la cattura e lo stoccaggio del carbonio, la ricerca e lo sviluppo. Parte delle entrate dovrà essere destinata ad aiutare i paesi in via di sviluppo ad adattarsi ai cambiamenti climatici. La Com-missione stima che nel 2020 le en-trate derivanti dalla vendita all’asta delle quote potrebbero raggiungere i 50 miliardi di euro l’anno.Il sistema comunitario di scambio delle quote di emissioni, che è en-trato ormai nel suo quarto anno di attività, si è rivelato uno strumento efficace per trovare una soluzione di mercato che incentivi la riduzione delle emissioni di gas serra. Attual-mente il sistema riguarda circa 10 000 impianti industriali situati in tutta l’UE (comprese le centrali elettriche, le raffinerie di petrolio e le acciaierie), che rappresentano quasi la metà delle emissioni co-munitarie di CO2. Con il nuovo regime rientrerà nel sistema oltre il 40% delle emissioni totali. Per ridurre gli oneri amministrativi, gli impianti industriali che emettono meno di 10 000 tonnellate di CO2

non saranno tenuti a partecipare al sistema di scambio.In settori non rientranti nel siste-ma di scambio delle quote, come l’edilizia, i trasporti, l’agricoltura e i rifiuti, l’UE ridurrà le emissioni del 10% rispetto ai livelli del 2005 entro il 2020. Per ciascuno Stato membro la Commissione propone un obiettivo specifico di riduzione delle emissioni da conseguire entro il 2020; nel caso dei nuovi Stati membri gli obiettivi prevedono la possibilità di un aumento delle emissioni. Le variazioni sono com-prese tra -20% e +20%.Oltre a dotarsi di un mercato degli inquinanti che funzioni corretta-mente, è urgente che tutti gli Stati membri inizino a modificare la strut-tura del consumo energetico. Oggi la quota di energie rinnovabili sul consumo energetico finale dell’UE è pari all’8,5%; ciò significa che è necessario un aumento dell’11,5% per raggiungere l’obiettivo del 20% nel 2020.A tal fine, la Commissione ha fissato oggi obiettivi individuali giuridica-mente vincolanti per ciascuno degli Stati membri. Le scelte operate per sviluppare le energie rinnovabili va-riano da uno Stato membro all’altro e i tempi necessari perché tali fonti energetiche siano operative sono lunghi. È quindi importante che gli Stati membri abbiano una chiara idea dei settori in cui intendono intervenire. I piani di azione na-zionali preciseranno il modo in cui ciascuno Stato membro intende conseguire i propri obiettivi e come saranno controllati effettivamente i progressi compiuti.A condizione che l’obiettivo genera-le della Comunità sia raggiunto, gli Stati membri potranno contribuire allo sforzo complessivo dell’UE a fa-vore delle energie rinnovabili senza limitarsi necessariamente ai confini nazionali. Ciò dovrebbe permettere di indirizzare gli investimenti dove le energie rinnovabili possono essere prodotte in modo più efficiente, con un risparmio compreso tra 1 e 8 miliardi di euro rispetto ai costi previsti.La proposta odierna concerne anche l’obiettivo minimo del 10% di bio-carburanti nel settore dei trasporti, percentuale che è la stessa per tutti

Nuovo pacchetto legislativo su energia e climaRidurre i gas serra promovendo crescita e occupazione

LEGIsLAZIONE

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gli Stati membri. Poiché la sosteni-bilità è un elemento essenziale per il conseguimento di questo obiettivo, la direttiva prevede chiari criteri in materia. La Commissione ha inoltre adotta-to la nuova disciplina degli aiuti di Stato per la tutela ambientale, che aiuterà gli Stati membri a sviluppare politiche europee sostenibili in materia di clima e di energia e che, rispetto al testo adottato nel 2001 (cfr. IP/00/1519), estende l’ambito dei progetti di aiuto e aumenta le intensità di aiuto. La nuova disci-plina fissa nuove condizioni per gli aiuti di Stato a tutela dell’ambiente e stabilisce un importante equilibrio tra il conseguimento di maggiori benefici ambientali e la riduzione delle distorsioni della concorrenza: in effetti, se non sono ben mirati, gli aiuti non producono risultati ambientali e rischiano di falsare la concorrenza e di nuocere alla cresci-ta economica nell’Unione europea.

In breveIl 10 gennaio 2007 la Commis-sione ha adottato un pacchet-to su energia e cambiamenti climatici, invitando il Consiglio e il Parlamento europeo ad approvare:- un impegno unilaterale dell’UE a ridurre di almeno il 20% le emissioni di gas serra rispetto ai livelli del 1990 entro il 2020, e l’obiettivo di ridurre le emissioni del 30% entro il 2020 a condizione che venga concluso un accordo inter-nazionale sui cambiamenti climatici;- un obiettivo vincolante per l’UE del 20% di energia da fonti rinnovabili entro il 2020, compreso un obiettivo del 10% per i biocarburanti.La strategia è stata approvata dal Parlamento europeo e dai capi di Stato e di gover-

no europei in occasione del Consiglio europeo del marzo 2007. Il Consiglio europeo ha invitato la Commissione a presentare proposte concrete, in particolare sulle modalità di ripartizione dello sforzo tra gli Stati membri per il consegui-mento degli obiettivi.Il pacchetto, che risponde a questo invito, comprende una serie di importanti proposte politiche strettamente collega-te tra loro, e in particolare:1) una proposta di modifica della direttiva sul sistema comunitario di scambio delle quote di emissione;2) una proposta relativa alla ripartizione degli sforzi da intraprendere per adempiere all’impegno comunitario di ri-durre unilateralmente le emis-sioni di gas serra in settori non rientranti nel sistema comu-nitario di scambio delle quote

di emissione (come i trasporti, l’edilizia, i servizi, i piccoli im-pianti industriali, l’agricoltura e i rifiuti);3) una proposta di direttiva sulla promozione delle energie rinnovabili, per contribuire a conseguire entrambi gli obiet-tivi di riduzione delle emissioni sopra indicati.Del pacchetto fanno inoltre parte una proposta relativa alla disciplina giuridica della cattura e dello stoccaggio del carbonio, una comunicazione sulle attività di dimostrazione in materia di cattura e stoccaggio del carbonio e la nuova disci-plina comunitaria degli aiuti di Stato per la tutela ambientale.

Fonte:News della Comunità Euro-pea

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