EDILCLIMA - Progetto 2000 n. 38

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LA DIRETTIVA 2002/91/CE E LA CERTIFICAZIONE ENERGETICA PROGETTARE LE CANNE FUMARIE LA PROGETTAZIONE DEGLI IMPIANTI IDRO-SANITARI NUMERO 38 EDITORE EDILCLIMA S.R.L. - ISCR. TRIBUNALE DI NOVARA N. 6 DEL 25.02.91 - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - PUBBL. 70% NOVARA - ANNO 20 - GIUGNO 2010 - N. 38

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Progetto 2000 n. 38

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LA DIRETTIVA 2002/91/CE E LACERTIFICAZIONE ENERGETICA

PROGETTARE LE CANNE FUMARIE

LA PROGETTAZIONE DEGLIIMPIANTI IDRO-SANITARI

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4 La Direttiva 2002/91/CE e laCertificazione Energeticadi F. Soma

14 Le aziende informanoCOMPARATO NELLO S.r.l.

16 Progettare le canne fumariedi G. Luotti

20 La progettazione degliimpianti idro-sanitaridi A. Chierotti

DIRETTORE RESPONSABILEPER. IND. FRANCO SOMA

Editore: Edilclima S.r.l.Via Vivaldi, 7 - 28021 Borgomanero (NO)Tel. 0322/83.58.16 - Fax 0322/84.18.60

Hanno collaborato a questo numero:Andrea Chierotti, Barbara Cristallo, Jessica DeRoit, Eleonora Ferraro, Simone Forzani,Gabriele Luotti, Simona Piva, Franco Soma,Paola Soma

Periodicità: SemestraleIscrizione al Tribunale di Novara n. 6 del 25.02.91Spedizione in abbonamento postalePubbl. 70% - Novara

Stampa: Poligrafica Moderna S.p.A. - NOVARA

Tiratura media:25.000 copie. Invio gratuito a professionisti,installatori, enti pubblici ed agli operatori del set-tore che ne fanno richiesta.

Questa rivista Le è stata inviata su sua richiestao su segnalazione di terzi, tramite abbonamentopostale. I dati personali, da Lei liberamente comunicati,sono registrati su archivio elettronico e/o informa-tico, protetti e trattati in via del tutto riservata, nelpieno rispetto del D.Lgs. 196/2003 (codice inmateria di protezione dei dati personali), daEDILCLIMA S.r.l. I suoi dati personali vengonotrattati da EDILCLIMA S.r.l per le proprie finalitàistituzionali e comunque connesse o strumentalialle proprie attività nonché per finalità di informa-zioni commerciali e/o di invio di messaggi ecomunicazioni pubblicitarie ovvero promozionali.I dati personali forniti non verranno comunicati aterzi né altrimenti diffusi, eccezione fatta per lepersone fisiche o giuridiche, in Italia o all'estero,che per conto e/o nell'interesse di EDILCLIMAS.r.l. effettuino specifici servizi elaborativi o svol-gano attività connesse, strumentali o di supportoa quelle di EDILCLIMA S.r.l. Potrà in ogni momento e gratuitamente esercita-re i diritti previsti dall’art. 7 del D.Lgs. 196/2003 ecioè conoscere quali dei suoi dati vengono tratta-ti, farli integrare, modificare o cancellare, scriven-do a EDILCLIMA S.r.l. - Via Vivaldi, 7 - 28021Borgomanero (NO).

Gli articoli di PROGETTO 2000 sono pubbli-cati anche sul sito internet www.edilclima.it

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Giugno 2010 n. 38

LA DIRETTIVA 2002/91/CE E LACERTIFICAZIONE ENERGETICA

PROGETTARE LE CANNE FUMARIE

LA PROGETTAZIONE DEGLIIMPIANTI IDRO-SANITARI

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Gli articoli pubblicati sui preceden-ti numeri di “Progetto 2000” ave-vano segnalato una serie di pro-blemi emersi in un primo periododi applicazione della certificazioneenergetica degli edifici.Le segnalazioni, i consigli, le con-siderazioni ivi contenute si sonoevidentemente perse nel coro divoci di un grande numero diesperti, che hanno espresso cia-scuno la propria verità, lasciandola situazione immutata: si conti-nuano a produrre certificazionienergetiche assolutamente inutili,quando non dannose, in quanto ingrado di influenzare il mercato inmodo casuale, attraverso i lororisultati fuorvianti.La gravità della situazione richie-de agli operatori di buona volontàuna adeguata presa di coscienzaed un rinnovato impegno permigliorarla.Le note che seguono vanno in que-sto senso: un tentativo di esporrecon chiarezza i problemi, qualepremessa per affrontarli e risolverli.

IL METODO DI CALCOLOSu questo argomento la direttivasi esprime in modo apparente-

mente contradditorio, ma non èdifficile, considerando attentamen-te i vari aspetti, individuare qualidebbano essere le corrette conse-guenze.I considerando 10 e 11 recitano:“(10) Il rendimento energetico degliedifici dovrebbe essere calcolato inbase ad una metodologia, che puòessere differenziata a livello regiona-le, che consideri, oltre alla coibenta-zione, una serie di altri fattori chesvolgono un ruolo di crescente impor-tanza, come il tipo di impianto diriscaldamento e condizionamento,l’impiego di fonti di energia rinnova-bili e le caratteristiche architettoni-che dell’edificio. L’impostazionecomune di questa analisi, svolta daesperti qualificati e/o accreditati, lacui indipendenza deve essere garan-tita in base a criteri obiettivi, contri-buirà alla creazione di un contestoomogeneo per le iniziative di rispar-mio energetico degli Stati membri nelsettore edile e introdurrà un elementodi trasparenza sul mercato immobi-liare comunitario, a beneficio deipotenziali acquirenti o locatari del-l’immobile.(11) La Commissione intende svilup-pare ulteriormente norme quali la EN

832 e la prEN 13790, anche perquanto riguarda i sistemi di condizio-namento d’aria e l’illuminazione.”Come pure l’art. 3:“Gli Stati membri applicano a livellonazionale e regionale una metodolo-gia di calcolo del rendimento energe-tico degli edifici sulla base del quadrogenerale di cui all’allegato. Le parti 1e 2 di tale quadro sono adeguate alprogresso tecnico secondo la proce-dura di cui all’articolo 14, paragrafo2, tenendo conto dei valori o dellenorme applicati nella normativa degliStati membri. Tale metodologia è sta-bilita a livello nazionale o regionale.Il rendimento energetico degli edificiè espresso in modo trasparente e puòindicare il valore delle emissioni diCO2.”

In che cosa può essere differen-ziata la metodologia, se devegarantire un contesto omogeneo ela trasparenza sul mercato im-mobiliare? Non certo nel calcolodella prestazione energetica EP. Le differenze possono esserecostituite solo dall’uso di differentidati climatici o dal calcolo di diver-si o ulteriori parametri atti a carat-terizzare in modo più puntuale ilpatrimonio edilizio locale.

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Nell’ordinamento europeo la Direttiva costituisce fonte primaria di diritto ed i princi-pi da essa espressi devono essere obbligatoriamente recepiti dalla legislazione deipaesi membri. Si esaminano alcune parti significative di tale documento, per verifi-care la legittimità di alcuni comportamenti nazionali.

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La Comunità Europea ha infattifinanziato la produzione di un pac-chetto normativo armonizzato chein Italia è già stato recepito edaffiancato, per quanto riguarda leprocedure specifiche per la dia-gnosi e la certificazione energeti-ca ed i relativi dati nazionali, dalleUNI/TS 11300.D’altra parte occorre considerare,nel contesto europeo, una netta dif-ferenziazione dei ruoli: quello delleRegioni è il governo del territorio; ladefinizione dei metodi di calcolo edelle procedure di diagnosi e di cer-tificazione spetta invece agli EntiNazionali di Unificazione.La confusione di questi ruoli èfonte solo di inutili oneri e di effet-ti dannosi per tutti gli operatoricoinvolti.La legislazione nazionale prevedeinfatti quale riferimento il metodo dicalcolo previsto dalle SpecificheTecniche UNI 11300, eseguitoattraverso un software commercia-le verificato dal Comitato Termo-tecnico Italiano. Tale verifica deveassicurare che il calcolo della pre-stazione EP sia effettuato con unatolleranza massima del 5%.C’è chi sostiene, con qualcheragione, che le UNI/TS 11300 con-tengano delle imperfezioni. Si trat-ta tuttavia di carenze che non infi-ciano la correttezza dei risultati: laloro revisione è tuttavia già iniziataed il loro affinamento non può cherealizzarsi con gli apporti dellediverse conoscenze ed esperienzenell’ambito dell’organismo di unifi-cazione. Se ogni regione agisce amodo proprio si vanifica di fattol’unificazione e la trasparenza.

AFFIDABILITÀ DEI CALCOLISi sente spesso parlare di inaffida-bilità dei calcoli e dei software:“software che usi e risultato cheottieni”. Dopo anni di esperienza ela partecipazione alle operazioni divalidazione del CTI ed ai confrontieffettuati in ambito AICARR susoftware validati, si può tentare difornire qualche chiarimento sulleprincipali cause di errore.

1. METODI DI CALCOLO IMPROVVISATI

L’esempio più clamoroso è statoofferto dalla regione Lombardia,dove il metodo di calcolo ed il rela-tivo software improvvisati, anchein presenza di rilievi accuratissimie di una immissione attenta edesperta dei dati, sono stati causadi errori superiori al 100% (vediProgetto 2000 n. 37 a pag. 21).Anche un collega ligure, nel conve-gno tenutosi a Cuneo il 31 maggio2010, ha segnalato una situazioneinaccettabile in Liguria, dove i cal-coli eseguiti correttamente da tec-nici esperti e con programmi vali-dati sono passati al vaglio di“Celeste”: un nome accattivanteper un programma molto discutibi-le e certamente non professionale.

2. PROGRAMMI SEMPLIFICATI

Le Linee Guida Nazionali preve-dono la possibilità di utilizzare indeterminate condizioni programmisemplificati.Sembra che questo sia un cedi-mento alla demagogia di certeorganizzazioni dei consumatoriche, politicamente potenti, hannopreteso di ridurre gli oneri per gliutenti, senza rendersi conto deldanno che provocano ai consu-matori i dati inaffidabili. Le semplificazioni sfiorano poi il ridi-colo in quanto il risparmio di qual-che secondo al lavoro del computernon è utile a nessuno. I tempi ed icosti si riducono riducendo i dati diinput, attraverso i software più sofi-sticati, che assicurano dati affidabilicon il minimo tempo di lavoro deltecnico (non del computer).Nel citato convegno di Cuneo unaltro collega ha riferito della pro-pria regione, che intende adottarele UNI TS 11300, ma semplifican-do alcuni algoritmi troppo com-plessi: questa preoccupazione dinon “affaticare” il computer è vera-mente patetica!L’esperienza della norma UNI10379(1), che è stata ritirata inquanto, da un’inchiesta dell’ENEA,meno dell’uno per cento dei pro-

fessionisti utilizzava i metodi sem-plificati, non sembra sia servita dalezione. Eppure i professionistihanno dimostrato molto più buonsenso dei “normatori”; è lecito spe-rare che facciano altrettanto per imetodi di calcolo della prestazioneenergetica, a meno che non vi siaun obbligo (deresponsabilizzante)da parte della regione.

3. QUALITÀ DEL SOFTWARE

La qualità del software ha un’in-fluenza notevole sull’affidabilitàdei dati. La validazione del CTI ècertamente una condizione neces-saria, ma non sufficiente pergarantire l’affidabilità dei risultati.La chiarezza e l’assenza di inter-pretazioni incerte nell’interfacciautente è una guida sicura per ilprofessionista. La riduzione deidati di input attraverso la presenzadi archivi di materiali edili edimpiantistici completi ed aggiorna-ti, consente di limitare la trascrizio-ne di molti numeri, che aumenta laprobabilità di errori.La disponibilità di molti dati inter-medi è infine importante per unavisione globale del bilancio ener-getico per scopi didattici e per unacorretta valutazione dei suoi termi-ni, al fine anche di individuare pos-sibili errori.

4. ESPERIENZA DEL PROFESSIONISTATERMOTECNICO E CAPACITÀ DI INDI-VIDUARE I DATI DI INPUT

L’esperienza del professionista èinfine la condizione essenziale enecessaria per l’affidabilità deirisultati.Il professionista esperto nella pro-gettazione dell’isolamento termicodell’edificio e degli impianti termiciè in grado di compiere una serie dioperazioni aventi importanzadeterminante:1. è in grado di effettuare rilievi

accurati dell’edificio e dell’im-pianto, in quanto conosce letecnologie costruttive degli edi-fici e le varie tipologie di impian-to: sa dove passano e che dia-metro hanno le tubazioni anche

NOTA (1). Tale norma, in aggiunta al metodo di calcolo A, più affidabile, conteneva i due metodi semplificati B e C.

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se non le vede, perché le haprogettate spesso;

2. è in grado di assegnare ai varimateriali i corretti dati di input,perché conosce i tipi e le carat-teristiche termiche dei materialiimpiegati in edilizia ed inimpiantistica;

3. il tecnico esperto usa solo imigliori programmi di calcolo,perché l’esperienza gli ha inse-gnato che è l’unico modo perprodurre i risultati più affidabilinei tempi più ridotti. L’impiego diprogrammi utilizzati da anni haconsentito di eliminare qualsiasiincertezza, anche attraverso iservizi di assistenza resi dispo-nibili dalle migliori ditte;

4. il tecnico esperto ha utilizzato ilmetodo scientifico, confrontan-do i risultati del calcolo con leprestazioni reali rilevate sulcampo, perfezionando nel tem-po le proprie conoscenze.

Un tecnico inesperto, che utilizzaun software improvvisato, puòaggiungere agli errori causati dalsoftware, a volte superiori al 100%,ulteriori errori, anche più gravi,dovuti per esempio alla mancataconoscenza del tipo di materialiusati in edilizia per i tamponamentio alle caratteristiche di altri prodot-ti (problema constatato di frequen-te nei corsi per certificatori).La conclusione è che un tecnicoesperto che usa il proprio softwaredi qualità, ha elevate possibilità dicalcolare e garantire la prestazio-ne energetica dell’edificio con latolleranza del 5%, mentre un tec-nico inesperto che usa programmi“semplificati” non ha limiti all’erro-re e si giustifica sostenendo chenon c’è nessun nesso fra consu-mo calcolato e consumo reale.

LE CONSEGUENZE: GRAVI DANNI AIPROFESSIONISTI ED AI CITTADINI

L’uso o addirittura l’imposizione disoftware inadeguato e l’accredita-

mento di professionisti non esper-ti ha prodotto gravi danni ai cittadi-ni, come pure ai professionisti ter-motecnici esperti. Lo svilimento della prestazione edei suoi prezzi ha costretto moltidei migliori tecnici a rinunciare,dedicandosi ad altre attività elasciando così il mercato della cer-tificazione e del risparmio energe-tico nelle mani dei meno qualifica-ti, vanificando di fatto le speranzedella Direttiva.

L’EFFICACIA SOTTO IL PROFILODEI COSTI ED IL FATTORE DIFORMA (RAPPORTO S/V)La Direttiva 2002/91/CE, che èfonte primaria di diritto, esprimedue importanti principi:1. le misure per il miglioramento

delle prestazioni energetichedegli edifici non dovrebberocontravvenire ad altre prescri-zioni essenziali sull’ediliziaquali l’accessibilità, la pru-denza e l’idoneità all’uso cui èdestinato l’edificio;

2. le misure per il miglioramentodelle prestazioni energetichedegli edifici dovrebbero essereefficaci sotto il profilo dei costi.

Nel rispetto di questi principi, latabella 1 dell’allegato C al D.Lgs.192/2005 esprime il fabbisognolimite di energia primaria dei nuoviedifici in funzione della zona cli-matica e del rapporto di forma S/Vdell’edificio.I valori limite derivano da un ragio-nevole calcolo di ottimizzazione,atto ad assicurare libertà architet-tonica ed efficacia sotto il profilodei costi. Lo spessore di isolanteottimizzato varia ovviamente inrelazione al clima.In seguito alle scelte architettoni-che del progettista ne deriverannoun determinato numero di metriquadrati di parete. Se il rapporto S/V dell’edificio è più

elevato, l’edificio avrà una superfi-cie esterna più elevata e quindi unmaggiore fabbisogno di calore. Sesi prescindesse da questa consi-derazione e si pretendesse unuguale fabbisogno senza conside-rare il rapporto S/V, si costringe-rebbe ad un isolamento maggiore,magari antieconomico, in contra-sto con i principi della Direttiva.Il concetto di ottimizzazione non hatuttavia un significato assoluto. I cal-coli di ottimizzazione possonobasarsi su di un tempo di ritorno di 5anni, come pure di 10 o di 20 o più.Ad isolamenti più spinti dovrebbe-ro corrispondere classi energeti-che più favorevoli, pur nel rispettodell’efficacia sotto il profilo deicosti, che deve essere verificatadal progettista.

LA CLASSIFICAZIONE ENERGETI-CA NAZIONALEPer i motivi sopra illustrati, la clas-sificazione energetica nazionaledi cui alle Linee Guida Nazionaliusa quale riferimento il valore diEPi lim 2010.

L’edificio isolato con il minimo pre-visto dalla legge avrà un fabbiso-gno di calore che lo classificheràin classe C. Se il fabbisogno saràinferiore alla metà, l’edificio sarà inclasse A, se sarà inferiore al 25%sarà in classe A+.Allo stesso modo, per gli edificiesistenti, il rapporto fra fabbisognodi legge e fabbisogno reale del-l’edificio determinerà la sua clas-se. Se per esempio il fabbisogno èsuperiore a 2,5 volte il valore dilegge, l’edificio sarà classificato inclasse G, la peggiore.La classificazione energeticanazionale esprime il grado a cui èspinto il processo di ottimizzazio-ne ed è verificabile immediata-mente attraverso i consumi(2). Se un edificio normalmente occu-

NOTA (2). Per valutare se vi sia l’urgenza di intervenire o meno sugli edifici e sugli impianti esistenti, può essere utile unaloro classificazione preliminare, anche approssimativa, purché veloce e pressoché priva di costi. In tal caso non è neces-sario ricorrere al calcolo in quanto la normativa europea prevede anche un tipo di valutazione delle prestazioni energeti-che degli edifici basato sui consumi di combustibile in condizioni operative (operational rating). Questa valutazione può essere fatta in tempi brevissimi attraverso un apposito programma gratuito, scaricabile dalla sezio-ne Supporto/Utility del sito www.edilclima.it.

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pato ha consumi che lo collocanoin classe A, indipendentementedalla zona climatica o dal fattore diforma, vuol dire che esistonopochi margini ad una ulterioreriduzione dei consumi; i tempi diritorno sarebbero lunghissimi.Se viceversa i consumi lo colloca-no in classe G esiste la possibilitàdi ridurre i consumi alla metà edoltre con tempi di ritorno dell’ordi-ne di pochi anni.Il solo valore del fabbisogno non èindicativo della qualità energetica.Un fabbisogno di 80 kWh alm2/anno rappresenta un consumoelevato o modesto?Sarebbe un valore elevatissimoper un grosso edificio ubicato aPalermo (candidato a classi tipo Fo G), mentre rappresenterebbe unconsumo modesto per una villettacollocata a Cervinia (classe B o C).La classificazione nazionale forni-sce quindi all’utente un’informa-zione completa:- la classificazione energetica,

indice di qualità energetica, cheesprime il grado di ottimizzazio-ne e che lo informa quindi sullapossibilità o meno di ridurre ulte-riormente i consumi con inter-venti di risparmio energetico effi-caci sotto il profilo dei costi;

- il valore della prestazione ener-getica EPi, che lo informa invecesulla quantità di combustibilenecessario per riscaldare la pro-pria unità immobiliare nelle con-dizioni convenzionali previstedalla certificazione (basta molti-plicare il valore di EPi per i metriquadrati e dividere per 10 perottenere i metri cubi di gas o i litridi gasolio necessari per riscal-dare la casa)(3).

In quanto recepimento dei principifondamentali della Direttiva edelemento essenziale per la traspa-renza del mercato immobiliare, il

DM 26.06.09 invita le regioni e leprovincie autonome che hanno giàprovveduto a recepire la Direttiva,ad un graduale ravvicinamentoalla Linee Guida Nazionali:“5. Ai fini del comma 1, le regioni e leprovince autonome che alla data delpresente decreto abbiano già provve-duto al recepimento della Direttiva2002/91/CE adottano misure atte afavorire un graduale ravvicinamentodei propri strumenti regionali di certi-ficazione energetica degli edifici alleLinee Guida. Le regioni e le provinceautonome provvedono affinché siaassicurata la coerenza dei loro provve-dimenti con i contenuti dell’art. 4.”

LE CLASSIFICAZIONI ENERGETI-CHE REGIONALINonostante la fonte primaria deldiritto, la Direttiva e la legislazionenazionale diano chiare indicazioniper l’uniformità dei comportamenti,necessaria a garantire la traspa-renza del mercato immobiliare, nonrisulta che le regioni abbiano anco-ra modificato le loro metodologie diclassificazione: ognuna difende ilproprio operato, spiegando il pro-prio punto di vista, proprio come se

il rispetto della legge fosse subor-dinato alla coincidenza delle normecon le proprie opinioni.La regione Lombardia addiritturainsiste ad imporre un propriometodo di calcolo ed un proprioprogramma, incurante dei danniche ha già prodotto e continua aprodurre agli operatori del settore.La buona politica è quella che sacogliere le esigenze degli operato-ri e dei cittadini ai fini del buongoverno. È paradossale inveceche queste esigenze siano chiarea tutti, meno che ai politici.

CONTENUTI DELLA CERTIFICA-ZIONE ENERGETICAIl comma 3 dell’art. 7 della Diret-tiva 2002/91/CE prescrive:“L’attestato di certificazione energe-tica degli edifici comprende dati diriferimento, quali i valori vigenti anorma di legge e i valori di riferimen-to, che consentano ai consumatori divalutare e raffrontare il rendimentoenergetico dell’edificio. L’attestato ècorredato di raccomandazioni per ilmiglioramento del rendimento ener-getico in termini di costi benefici”.

NOTA (3). (S*EPi /10) corrisponde con ottima approssimazione al consumo se le condizioni di utilizzo sono simili a quelle con-venzionali previste per la certificazione. Nell’edificio condominiale normalmente lo sono; anche la condizione più discussa:funzionamento continuo nel calcolo e intermittenza di funzionamento nella gestione reale non modificano il consumo di calo-re dell’involucro, per le ragioni che sono illustrate nella UNI/TS 11300-1 al punto 15.3.2. La condizione che più frequente-mente giustifica una differenza di consumo è l’andamento stagionale. Ad una variazione percentuale dei GG rispetto a quel-li convenzionali UNI, si giustifica una variazione dello stesso tipo dei consumi. In ogni caso qualsiasi contestazione può esse-re risolta con il metodo della firma energetica (vedi “Progetto 2000” n. 36).

EPi,Lim (2010): valore limite nazionale per gli edifici nuovi e ristrutturati

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I commi 1 e 3 dell’art. 12 dellaDirettiva 2006/32/CE aggiungono:“1. Gli Stati membri assicurano ladisponibilità di sistemi di diagnosienergetica efficaci e di alta qualitàdestinati a individuare eventualimisure di miglioramento dell’efficien-za energetica ...omissis...”“3. La certificazione di cui all’artico-lo 7 della Direttiva 2002/91/CE delParlamento europeo e del Consiglio,del 16 dicembre 2002, sul rendimentoenergetico nell’edilizia (1), si consi-dera equivalente ad una diagnosienergetica che risponda ai requisiti dicui ai paragrafi 1 e 2 del presentearticolo e equivalente ad una diagno-si energetica di cui all’allegato VI,lettera e), della presente direttiva.”Ne deriva che:1) in Italia i valori vigenti a norma

di legge ed i valori di riferimen-to, che consentono ai consu-matori di valutare e raffrontareil rendimento energetico del-l’edificio, coincidono e sonocostituiti dai valori nazionali diEPi2010, che sono infatti allabase della classificazioneenergetica. L’uso di riferimentidiversi da parte delle regionisono in contrasto con gli scopidella Direttiva e confondono ilconsumatore;

2) la certificazione energetica èconsiderata equivalente ad unadiagnosi energetica di alta qua-lità. Questa affermazione ha avolte stupito coloro che nonconoscono a fondo il problema.

Va quindi precisato che la certifi-cazione energetica contiene ladiagnosi energetica, che è neces-

saria per fornire le raccomanda-zioni per il miglioramento energeti-co dell’edificio in termini di costi-benefici.L’esecuzione dei due elaboratirichiede lavori di rilievo ed elabo-razione che differiscono solo inalcuni parametri di calcolo e chenon richiedono quindi tempi sup-plementari rilevanti. L’individuazione delle misure dirisparmio energetico e la lorosimulazione per verificare i rispar-mi possibili e l’efficacia sotto il pro-filo dei costi richiede qualchetempo in più e soprattutto espe-rienza, ma il miglioramento delleprestazioni energetiche degli edifi-ci esistenti è lo scopo principaledella certificazione energetica enon può certo essere disatteso.

SOGGETTI CERTIFICATORI (INDI-PENDENZA E TERZIETÀ)L’art. 10 della Direttiva 2002/91/CE “Esperti indipendenti” recita:“Gli stati membri si assicurano che lacertificazione degli edifici e l’elabo-razione delle raccomandazioni che lacorredano nonché l’ispezione dellecaldaie e dei sistemi di condiziona-mento d’aria vengano effettuate inmaniera indipendente da esperti qua-lificati e/o riconosciuti, qualora ope-rino come imprenditori individuali oimpiegati di enti pubblici o di organi-smi privati”.Non si comprende come alcuneregioni possano aver costruito,intorno a disposizioni così chiare,un apparato sproporzionato edinutilmente costoso.

La certificazione energetica èchiaramente un elaborato profes-sionale, che deve essere redatto,in maniera indipendente, sotto laresponsabilità del professionista. Ilprofessionista ha a sua volta uncontrollore molto severo al qualedovrà rispondere: il conduttoredell’alloggio, che potrà verificarela coerenza dei consumi con i datiindicati nella certificazione.Il professionista deve essereaccreditato e/o riconosciuto; a ciòha provveduto il punto 2 dell’alle-gato III al D.Lgs. 30 maggio 2008,n. 115, che dispone:“2. Soggetti abilitati alla certificazio-ne energetica degli edifici.1.Sono abilitati ai fini dell’attività di

certificazione energetica, e quindiriconosciuti come soggetti certifi-catori i tecnici abilitati, così comedefiniti al punto 2.

2.Si definisce tecnico abilitato un tec-nico operante sia in veste di dipen-dente di enti ed organismi pubblicio di società di servizi pubbliche oprivate (comprese le società diingegneria) che di professionistalibero od associato, iscritto ai rela-tivi ordini e collegi professionali, edabilitato all’esercizio della profes-sione relativa alla progettazione diedifici ed impianti(4), asserviti agliedifici stessi, nell’ambito dellecompetenze ad esso attribuite dallalegislazione vigente. Il tecnico abi-litato opera quindi all’interno delleproprie competenze. Ove il tecniconon sia competente nei campi sopracitati (o nel caso che alcuni di essiesulino dal proprio ambito di com-petenza), egli deve operare in colla-borazione con altro tecnico abilita-

NOTA (4). Questa disposizione è stata interpretata da alcuni in modo restrittivo intendendo anche l’abilitazione alla proget-tazione strutturale dell’edificio. Chi conosce i contenuti della prestazione sa che non è così. L’abilitazione richiesta è rela-tiva alla progettazione termica dell’edificio (progetto dell’isolamento termico e calcolo dell’energia dispersa dall’involucroai fini della progettazione e del calcolo della prestazione energetica dello stesso) e richiede pertanto esperienza termotec-nica-impiantistica. La questione della possibilità di firma da parte di più progettisti era già stata affrontata dal ministero dell’Industria, delCommercio e dell’Artigianato con la Circolare n. 231/F del 13.12.93, a proposito della firma della relazione tecnica di cuiall’art. 28 della legge 10/91, che precisava: “Pertanto, in linea con l’esigenza di ridurre gli oneri e gli adempimenti per i cittadi-ni nella misura strettamente indispensabile, si ritiene che, nel caso di più progettisti, ferma restando naturalmente la possibilità che essiprovvedano tutti a sottoscrivere la relazione tecnica in argomento, i comuni potranno accettare anche relazioni firmate solo dal proget-tista o da tutti i progettisti che abbiano curato la progettazione delle opere di cui agli articoli 25 e 26 della legge 10/1991 e cioè del-l’impianto termico e dell’isolamento termico dell’edificio, in relazione alla prevalenza delle competenze termotecniche riguardo alleattestazioni contenute nelle relazioni stesse”.Si tratta di considerazioni che si possono confermare con riferimento alla certificazione energetica degli edifici.

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to in modo che il gruppo costituitocopra tutti gli ambiti professionalisu cui è richiesta la competenza.Ai soli fini della certificazione ener-getica, sono tecnici abilitati anche isoggetti in possesso di titoli di stu-dio tecnico scientifici, individuati inambito territoriale da regioni e pro-vince autonome, e abilitati dallepredette amministrazioni a seguitodi specifici corsi di formazione perla certificazione energetica degliedifici con superamento di esamifinale. I predetti corsi ed esamisono svolti direttamente da regionie province autonome o autorizzatidalle stesse amministrazioni”.

Il buon senso suggerisce che l’ul-timo paragrafo sia evidentementedi troppo e che sia stato aggiuntoquale sanatoria degli errori com-messi da qualche regione troppofrettolosa. Non deve pertantocostituire un invito alle altre regio-ni a ripetere gli stessi errori.L’aspetto peggiore è infatti che ledisposizioni sensate dell’allegatoIII al D.Lgs. 115/2008, sarannoprobabilmente sostituite da unapposito decreto che, in seguitoall’assalto di troppe categorie,aprirà ad un gran numero di pro-fessioni prive di esperienza termo-tecnica.L’ulteriore requisito richiesto dallaDirettiva e probabilmente il piùimportante è l’esperienza, che ènecessaria per elaborare una dia-gnosi affidabile e per individuare esimulare gli interventi efficaci sottoil profilo dei costi: occorre saperprogettare l’isolamento termicodegli edifici e gli impianti di clima-tizzazione invernale ed estiva. L’esperienza non si acquisiscecon un corso, ma solo operandosul campo, meglio se a fianco diun tecnico già esperto.Infine la Direttiva prescrive l’indi-pendenza, che è tipica del liberoprofessionista iscritto al relativoalbo professionale.Questo requisito è stato strana-mente sostituito dalla “terzietà”,non richiesta dalla Direttiva e con-cettualmente sbagliata.Solo il progettista conosce infatti iparametri di calcolo dell’impiantoda lui progettato. Il terzo non potrà

che acquisirli senza possibilità diverifica, aggiungendo solo inutilicosti.In Lombardia, addirittura, “il ter-zo” non può effettuare la certifica-zione “in modo indipendente”,ma è costretto a sbagliarla inquanto non può effettuare i calcolicon il suo codice di calcolo valida-to dal CTI secondo le vigentidisposizioni di legge, ma deve uti-lizzare il codice imposto dallaregione Lombardia, notoriamenteinaffidabile.La conseguenza inevitabile è laproduzione di carta inutile con latotale deresponsabilizzazione delcertificatore, che non può agirediversamente. Salvo che cambia-re mestiere.L’esperienza della regione Lom-bardia non è tuttavia inutile inquanto ha consentito di individua-re le criticità sopra esposte: è peròurgente un’attenta analisi dellestesse, al fine di correggere larotta.

LA LEGISLAZIONE NAZIONALESULLA CERTIFICAZIONE ENER-GETICANonostante alcune imperfezioniche richiedono chiarimenti, la legi-slazione nazionale sulla certifica-zione energetica degli edifici è cer-tamente migliore di qualsiasi nor-mativa regionale sinora emanata.Si segnala una parte particolar-mente significativa dell’art. 8 del-l’allegato A (Linee Guida Nazio-nali per la certificazione energeti-ca degli edifici) al DM 26.06.2009:“Il richiedente il servizio di certifica-zione energetica può, ai sensi dell’ar-ticolo 6, comma 2 bis, del decreto legi-slativo, rendere disponibili a propriespese i dati relativi alla prestazioneenergetica dell’edificio o dell’unitàimmobiliare. Lo stesso può richiedereil rilascio dell’attestato di certificazio-ne energetica sulla base di:- un attestato di qualificazione ener-

getica relativo all’edificio o allaunità immobiliare oggetto di certifi-cazione, anche non in corso di vali-dità, evidenziando eventuali inter-venti su edifici ed impianti eseguitisuccessivamente;

- le risultanze di una diagnosi ener-

getica effettuata da tecnici abilitaticon modalità coerenti con i metodidi valutazione della prestazioneenergetica attraverso cui si intendeprocedere.

Il Soggetto certificatore è tenuto adutilizzare e valorizzare i documentisopra indicati (ed i dati in essi conte-nuti), qualora esistenti e resi disponi-bili dal richiedente.L’attestato di qualificazione e la dia-gnosi predetti, in considerazionedelle competenze e delle responsabi-lità assunte dai firmatari degli stessi,sono strumenti che favoriscono esemplificano l’attività del Soggettocertificatore e riducono l’onere acarico del richiedente.In particolare l’attestato di qualifica-zione, di cui al comma 2, dell’artico-lo 8, del decreto legislativo, è obbli-gatorio per gli edifici di nuovacostruzione e per gli interventi rica-denti nell’ambito di applicazione dicui all’articolo 3, comma 2, letterea), b) e c), del medesimo decreto legi-slativo, in questo ultimo caso limita-tamente alle ristrutturazioni totali.L’attestato di qualificazione energe-tica deve essere predisposto da untecnico abilitato non necessariamen-te estraneo alla proprietà, alla pro-gettazione o alla realizzazione del-l’edificio.L’attestato di qualificazione energeti-ca degli edifici si differenzia da quel-lo di certificazione, essenzialmenteper i soggetti che sono chiamati aredigerlo e per l’assenza dell’attribu-zione di una classe di efficienza ener-getica all’edificio in esame (solamen-te proposta dal tecnico che lo redige).Al di fuori di quanto previsto dall’ar-ticolo 8, comma 2, del decreto legisla-tivo l’attestato di qualificazione ener-getica è facoltativo e può essere pre-disposto dall’interessato al fine disemplificare il successivo rilasciodella certificazione energetica.Uno schema di attestato di qualifica-zione energetica, con i suoi contenutiminimi è riportato nell’allegato 5.Entro i quindici giorni successivi allaconsegna al richiedente dell’attestatodi certificazione energetica, ilSoggetto certificatore trasmette copiadel certificato alla Regione oProvincia autonoma competente perterritorio.”

Le conseguenze sono importanti

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ai fini della qualità della certifica-zione e dei suoi costi:1. per i nuovi edifici, il calcolo della

prestazione energetica, inquanto insito nella progettazio-ne, lo esegue il progettista,quale unico depositario dei datidi calcolo necessari, lo esponenell’attestato di qualificazioneenergetica e lo sottoscrive conassunzione di responsabilità sulcalcolo (design rating).L’attestato di qualificazioneenergetica dovrà essere firmatodal direttore dei lavori. La firmadel direttore dei lavori comportaassunzione di responsabilità inrelazione alla corrispondenzafra progetto ed opera costruita.Se questa corrispondenza èattestata, la valutazione di pro-getto (design rating) diventaautomaticamente valutazionestandard (asset rating).Al certificatore rimane ben pocoda fare se non verificare la coe-renza e la corrispondenza conl’edificio costruito. Se non rilevainesattezze, con gli stessi dati ilprogettista gli può stampare ilcertificato energetico, completodella classificazione energetica,che il certificatore deve solosottoscrivere.È evidente la maggiore affida-bilità della procedura nazio-nale, che affida ai diversi ope-ratori i ruoli che gli sono pro-

pri, con notevole riduzionedei costi.

2. Per gli edifici esistenti, il richie-dente può rivolgersi al tecnicoabilitato esperto di sua fiduciaper l’esecuzione di una diagno-si energetica di qualità, al fine diindividuare gli interventi efficacisotto il profilo dei costi, che puòeventualmente eseguire.Il documento che rappresentala situazione finale dell’edificio,stampato con i parametri dellacertificazione energetica, dovràessere obbligatoriamente utiliz-zato dal certificatore.Anche in questo caso le respon-sabilità sono chiaramentedefinite: il tecnico abilitato èresponsabile dei dati calcolati,dei risparmi conseguibili congli interventi e dei calcoli eco-nomici relativi all’efficaciasotto il profilo dei costi.Il certificatore è responsabiledelle verifiche di coerenza edella verifica che il calcolo siriferisca proprio a quell’edificio.

LE REGIONI CHE NON HANNOANCORA RECEPITO LA DIRETTI-VA CON LEGGI REGIONALIAlla luce delle esperienze sopradescritte, le regioni che non hannoancora recepito le norme per lacertificazione energetica degli edi-fici si dimostrano senza dubbio le

più sagge in quanto con l’applica-zione della normativa nazionalepotranno evitare molti errori com-messi dalle regioni impazienti.I vantaggi che deriveranno dall’ap-plicazione della normativa nazio-nale, eventualmente con lievi cor-rezioni, potranno essere i seguenti: - solo tecnici abilitati, meglio se

con qualche anno di esperienzatermotecnica;

- trasparenza sul mercato immo-biliare grazie ad una classifica-zione energetica univoca;

- unica metodologia di calcolo (imetodi semplificati non hannosenso) conforme alle UNI/TS11300 per una migliore affidabili-tà dei risultati;

- possibilità di utilizzare lo stessosoftware validato, già utilizzatonella progettazione, con sensibi-le riduzione dei costi;

- responsabilizzazione del certifi-catore che non ha alibi in rela-zione ai calcoli eseguiti.

Si tratta di semplici regole, chepossono migliorare la situazione inmodo sostanziale; quanto ai tecni-ci privi di esperienza, non rimarran-no certo senza lavoro: potrannolavorare a fianco dei tecnici esper-ti, migliorando le proprie capacitàdiagnostiche e di progettazionedegli interventi di risparmio energe-tico, esattamente come da semprele arti sono state tramandate neltempo dal maestro all’allievo.

Vuoi che la tua esperienza di progettista contribuisca almiglioramento della normativa tecnica? Collabora per la rea-lizzazione di un prontuario di pareti tipiche delle costruzioniesistenti sul territorio nazionale.

Nella certificazione energetica degli edifici esistenti, quandonon vi sia l’opportunità di indagare a fondo sulle caratteristichedella composizione delle strutture murarie (soprattutto nelcaso delle compravendite o locazioni, o in fase di analisi preli-minari legate alla diagnosi energetica) appare difficoltoso eimpegnativo recuperare i dati di trasmittanza delle pareti e poter contare su una sufficiente affidabili-tà dei dati.

Il Gruppo di Ricerca dell’Università di Pavia, coordinato dalla Prof.ssa Ing. ANNA MAGRINI, sta svi-luppando un’analisi delle caratteristiche delle strutture esistenti sul territorio nazionale ed ha chiestoa Edilclima ed ai suoi clienti un supporto per costruire un utile strumento per il reperimento dei datinecessari per la diagnosi e la certificazione energetica degli edifici.

Per maggiori informazioni visita il sito www.edilclima.it/it/supporto/abacopareti.php

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Per interventi a costo zero sarebbesuperfluo anche l’incentivo fiscaledel 55%.

Chi rifiuterebbe di rinnovare l’im-pianto di riscaldamento gratis?

L’individuazione degli edifici piùenergivori sarebbe immediata, attra-verso i consumi ed il programma gra-tuito di Edilclima già segnalato.

Ne conseguirebbe l’apertura di ungrande numero di cantieri con impie-go massiccio di manodopera: profes-sionisti, operai del settore edile, delsettore impiantistico e delle aziendeproduttrici di materiali.

L’aver puntato troppo sull’installa-zione di pannelli fotovoltaici,costruiti spesso in paesi extraeuro-pei, non ha favorito l’occupazione(fatta eccezione per qualche“installatore di staffe”) ed ha

assorbito risorse finanziarie estre-mamente rilevanti.

Gli incentivi fiscali hanno invecefavorito l’occupazione, ma a spesedi un sempre maggiore indebita-mento dello stato.

Tutto bene, se l’Europa non doves-se ora ricorrere a “manovre” ecce-zionali per salvare l’euro.

Non mi fido più degli “economi-sti”: non hanno saputo prevederela crisi nemmeno lontanamente,ed ora mi pare non sappiano indi-viduare neppure le migliori oppor-tunità per limitarne gli effetti.

Alcuni colleghi impertinenti so-stengono che le lobby dei produt-tori di energia siano così potentida condizionare i governi naziona-li, come pure l’Europa: comincio acredere che abbiano ragione.

Abbiamo più volte sostenuto che ilrisparmio energetico e la produzionedi energia da fonti rinnovabili, con-corrono entrambe, allo stesso modo,a ridurre l’inquinamento atmosferi-co e la dipendenza energetica dallefonti primarie (vedi per esempioProgetto 2000 n. 35 a pag. 7).

Abbiamo però evidenziato ancheche il costo del risparmio è dimolto inferiore a quello necessarioper la produzione di energie rinno-vabili.

Il tempo di ritorno degli investi-menti per la produzione di energiaelettrica fotovoltaica, in assenza dicontributo pubblico, è infatti del-l’ordine dei 30-40 anni.

In altri termini gli investimenti nonsi ripagano in quanto la duratadegli impianti è verosimilmenteinferiore.

Ecco allora che l’Europa alimentaun mercato artefatto, attraverso ilconto energia, impiegando risorsefinanziarie da capogiro per produr-re una quantità di energia nondeterminante per la soluzione deiproblemi energetici.

Se fosse stato istituito un fondorotativo, europeo, nazionale oregionale, come da anni auspicatoanche su queste pagine, si sarebberisparmiata molta più energia acosto zero per gli utenti e per lostato. Il fondo rotativo sarebbestato alimentato dai risparmi con-seguiti in quanto i tempi di ritornodegli investimenti sono tipicamen-te dell’ordine dei 5 anni o meno,come ampiamente dimostrato.

CONTROCORRENTE di Franco Soma

Per approfondimenti, si segnala l’articolo “Fotovoltaico” di Laurent Socal, estratto dalla Circolare Anta n.01/2010, scaricabile dalla sezione Normativa/Approfondimenti del sito www.edilclima.it.

FOTOVOLTAICO E RISPARMIO ENERGETICO

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L’opzione ad INCASSO (con l’ag-giunta di cassa dima e tubi di lavag-gio) o l’eleganza dell’ opzione PEN-SILE completa di MANTELLO,indicata per le unità abitative.Tre diverse serie per tre diverseinstallazioni.

DIATECH S Il Diatech S è un modulo satellite dicontabilizzazione diretta e gestionedell’energia per impianti di riscalda-mento centralizzati, con produzioneistantanea di acqua calda sanitariatramite scambiatore di calore a pia-stre. Nello specifico il modulo

Diatech S controlla la produzioneistantanea di acqua calda sanitariatramite sistema elettronico di regola-zione a tre azioni (PID). La sonda rileva la temperatura dell’ac-qua calda sanitaria in uscita dalmodulo e la confronta con quella desi-derata dall’utente (impostata tramitetastiera e display); il sistema elettroni-co elabora l’opportuno segnale dicomando da inviare alla valvola moto-rizzata SINTESI di tipo modulanteposta sul circuito primario dello scam-biatore a piastre. Quest’ultima modifi-ca la portata del fluido termo-vettoreal fine di mantenere costante la tem-peratura di erogazione impostata.

CARATTERISTICHE PRINCIPALI• Priorità alla produzione sanitaria.• Controllo elettronico della tempera-

tura di erogazione acqua caldasanitaria tipo PID pre-tarato.

• Valvola motorizzata SSIINNTTEESSIImodulante con curva caratteristicaequi-percentuale.

• Scambiatore a piastre in acciaioinox saldobrasate.

• Funzione scambiatore caldo (im-mediatezza sullo spillamento diacqua calda sanitaria, by-pass permantenimento colonne calde) atti-vabile tramite tastiera e display.

• Protezione elettronica contro lesovra-temperature dell’acqua caldasanitaria.

• Protezione dai prelievi involontaridi acqua calda sanitaria.

Il focus di questa edizione è concen-trato sulle 3 principali famiglie dimoduli per la contabilizzazioneCOMPARATO: DIATECH S, DIATECHLF e CONTER.La nuova filosofia proposta è statapensata per rendere la nostra gammasempre più versatile con ampie possi-bilità di personalizzazione per soddi-sfare le richieste più esigenti. Un modello base utilizzabile SENZALAMIERATO, per vano tecnico, chepotrà essere arricchito da una seriedi opzioni secondo le indicazioni diprogetto o le varie esigenze impianti-stiche.

La Comparato Nello s.r.l presenta la nuova filosofia riguardante i moduli di contabiliz-zazione DIATECH S, DIATECH LF e CONTER pensata per rendere la gamma semprepiù versatile con ampie possibilità di personalizzazione per soddisfare le richieste piùesigenti.

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Il Diatech S nella funzione perriscaldamento, consente d’inter-cettare il fluido tramite valvolamotorizzata SSIINNTTEESSII 2 VIE tipoON/OFF controllata da termostatoambiente e di regolare la portata tra-mite valvola di bilanciamento staticacon prese di pressione.Secondo la nuova filosofia quindil’unità satellite Diatech S si puòcomporre in tre diverse versioni:- versione utilizzabile SENZA

LAMIERATO per vano tecnico;- opzione ad INCASSO (con l’ag-

giunta di cassa dima e tubi dilavaggio);

- opzione PENSILE completa diMANTELLO.

DIATECH LF Il Diatech LF è un modulo satellite dicontabilizzazione diretta e gestioneper impianti di riscaldamento centraliz-zati con produzione istantanea diacqua calda sanitaria all’interno delmodulo stesso tramite scambiatore dicalore a piastre. E’ progettato permassimizzare il rendimento in impiantidotati di generatore a condensazione.Per il Diatech LF viene impiegatouno scambiatore di elevata superfi-cie che, abbinato al sistema dimodulazione, riduce la portata sulcircuito primario aumentando il saltotermico tra mandata e ritorno. Questo garantisce, anche per la pro-duzione sanitaria, basse temperatu-re di ritorno all’impianto centralizzatomassimizzando i rendimenti dellacaldaia a condensazione. La tempe-ratura di erogazione dell’acquacalda sanitaria è impostata tramitetastiera e display.

CARATTERISTICHE PRINCIPALI

• Priorità alla produzione sanitaria.• Controllo elettronico della tempera-

tura di erogazione acqua caldasanitaria tipo PID pre-tarato.

• Valvola motorizzata SSIINNTTEESSIImodulante con curva caratteristicaequi-percentuale.

• Scambiatore a piastre con elevatasuperficie di scambio termico.

• Funzione scambiatore caldo(immediatezza sullo spillamento diacqua calda sanitaria, by-pass permantenimento colonne calde) atti-vabile tramite tastiera e display.

• Protezione elettronica contro lesovra-temperature dell’acqua cal-da sanitaria.

• Protezione dai prelievi involontaridi acqua calda sanitaria.

• Linea opzionale di ricircolo sanita-rio controllabile da programmatoreorario remoto. La linea opzionale diricircolo sanitario comprende lavalvola di ritegno e la pompa di cir-colazione. Il controllo di quest’ulti-ma è previsto tramite programma-tore orario esterno al modulo concontatto di tipo pulito.

Durante il funzionamento in riscalda-mento, il controllo della temperaturadi ritorno è affidato ai dispositivi ter-mostatici presenti sull’impianto: ilmodulo Diatech LF consente d’in-tercettare il fluido tramite valvolamotorizzata SSIINNTTEESSII 2 VIE tipoON/OFF controllata da termostatoambiente e regolare la portata trami-te valvola di bilanciamento staticacon prese di pressione.Anche in questo caso il moduloDiatech LF si può comporre in trediverse versioni:- versione utilizzabile SENZA

LAMIERATO per vano tecnico;- opzione ad INCASSO (con l’ag-

giunta di cassa dima e tubi dilavaggio);

- opzione PENSILE completa diMANTELLO.

Gli impianti con generatore a con-densazione (lavorando con portateridotte ed elevati salti termici) per-mettono di ridurre il dimensionamen-to delle tubazioni con conseguentediminuzione dei costi di realizzazio-ne e gestione dell’impianto.

CONTERIl Conter è un modulo satellite dicontabilizzazione diretta e gestioneper impianti di riscaldamento/raffre-scamento e produzione di acquacalda sanitaria centralizzati.Il modulo consente di contabilizzareil volume di acqua sanitaria calda efredda erogata all’unità abitativa.Il Conter consente d’intercettare ilfluido all’impianto di riscaldamentodell’unità abitativa tramite valvolamotorizzata SSIINNTTEESSII 2 VIE o 2 VIEdi by-pass tipo ON/OFF controllatada termostato ambiente.

Inoltre è possibile regolare la portatadel fluido all’impianto di riscalda-mento tramite limitatore statico.Come per le precedenti versioni ilmodulo Conter si può comporre intre diverse installazioni:• versione utilizzabile SENZA

LAMIERATO per vano tecnico;• opzione ad INCASSO (con l’aggiun-

ta di cassa dima e tubi di lavaggio);• opzione PENSILE completa di

MANTELLO.La linea Moduli COMPARATO 2010si completa con CONTER D, CON-TER S, DIATECH L, FUTURA AC,LOWTHERM,DIATECH BT-LF, DIA-TECH BT-HT 2 VIE, DIATECH BT-HT 3 VIE, DIATECH SR.Con l'obiettivo di aumentare le infor-mazioni e migliorarne la qualità sonodisponibili nella sezione download(http://www.comparato.com/download)le nuove SCHEDE TECNICHE deiMODULI SATELLITE. Importante supporto a disposizionedi progettisti ed installatori, sono ilrisultato della continua ricerca del-l'azienda totalmente customer orien-ted che da oltre 40 anni permette disoddisfare le sempre crescenti esi-genze impiantistiche. Risparmio energetico e innovazionetecnologica sono solo alcuni deiprincipi che da sempre caratterizza-no quest'azienda, tradizionalmentegiovane e dinamica.

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La formazione di monossido dicarbonio (CO) in ambiente è anco-ra una delle principali cause di inci-denti nel settore domestico.L’errata progettazione del sistemadi evacuazione fumi (insieme allacattiva manutenzione degli appa-recchi) può provocare un rigurgitodi fumi in ambiente che a volte puòessere causa di incidenti mortali.Anche per questo motivo, la pro-duzione normativa, in Italia e inEuropa, ha avuto negli ultimi anniun notevole incremento. I criteri di progettazione dei caminie delle canne fumarie erano, fino apochi anni fa, ben definiti dalleseguenti norme.UNI 9615 “Calcolo delle dimen-sioni interne dei camini. Defi-nizioni, procedimenti di calcolofondamentali”, la norma è statapubblicata nel 1990 ed è utilizzataper il dimensionamento di caminisingoli asserviti a tutti i tipi di appa-recchi, siano essi a camera apertao a camera stagna, alimentati datutti i tipi di combustibili, di qualsia-si portata termica.UNI 10640 “Canne fumarie collet-tive ramificate per apparecchi ditipo B a tiraggio naturale - Pro-

gettazione e verifica”, la norma èstata pubblicata nel 1997 ed è utiliz-zata per la progettazione e la verifi-ca di canne fumarie collettive ramifi-cate (CCR) e per l’evacuazione deiprodotti della combustione di piùapparecchi a gas a camera aperta etiraggio naturale (tipo B) alimentati acombustibile gassoso e aventi por-tata termica nominale del focolarenon maggiore di 35 kW.UNI 10641 “Canne fumarie col-lettive e camini a tiraggio natu-rale per apparecchi a gas di tipoC con ventilatore nel circuito dicombustione. Progettazione everifica”, la norma è stata pubbli-cata nel 1997 ed è utilizzata per laprogettazione e la verifica di cannefumarie collettive e di camini sin-goli a tiraggio naturale per appa-recchi a gas di tipo C muniti di ven-tilatore nel circuito di combustione,alimentati a combustibile gassoso.La continua evoluzione della tecni-ca ha portato negli ultimi anniall’esigenza di migliorare ulterior-mente le prestazioni delle cannefumarie. La diffusione delle caldaie a con-densazione e delle caldaie modu-lari ha determinato nuove proble-matiche, tra cui:

- temperature dei fumi notevol-mente inferiori rispetto ai gene-ratori tradizionali;

- esigenza di dimensionare i col-lettori fumari asserviti a piùapparecchi a gas installati in unostesso ambiente;

- esigenza di dimensionare con-dotti in pressione.

Per questo motivo il CEN(Comitato Europeo di Norma-zione) ha elaborato le norme dellaserie EN 13384:UNI EN 13384-1 “Camini - Meto-do di calcolo termico e fluidodi-namico - Parte 1: camini asser-viti ad un unico apparecchio”, lanorma (recepita dall’UNI nel 2004e ormai giunta alla terza edizionenel 2008) è completamente so-vrapponibile, come scopo e campodi applicazione, alla UNI 9615 (cheinfatti è stata abrogata); contieneinoltre metodologie di calcolo nonpreviste dalla norma precedente:dimensionamento ad umido (indi-spensabile per camini asserviti acaldaie a condensazione) e calco-lo condotti di evacuazione in pres-sione.UNI EN 13384-2 “Camini - Meto-do di calcolo termico e fluidodi-namico - Parte 2: camini asservi-

L’evoluzione delle tipologie impiantistiche e dei materiali utilizzabili hanno impostouna produzione normativa sempre più analitica, obbligando i progettisti ad una spe-cializzazione sempre maggiore.

PPRROOGGEETTTTAARREE LLEE CCAANNNNEEFFUUMMAARRIIEE

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ti a più apparecchi da riscalda-mento”, la norma (recepita dal-l’UNI nel 2004 e aggiornata recen-temente nel 2009) ricalca per moltiaspetti la metodologia di calcolo giàpresentata dalla UNI 10641, anchese introduce alcune differenze:- non ammette una delle combina-

zioni tra le canne a flusso bilan-ciato previste dalla norma prece-dente (condotti di aspirazione escarico separati);

- il numero massimo di apparecchiallacciabili è limitato (5 apparec-chi) solo nel caso di canne col-lettive monoflusso;

- consente il dimensionamento dicanne collettive asservite adapparecchi a condensazione;

- fornisce il criterio di dimensiona-mento dei collettori che convo-

gliano i fumi provenienti da piùapparecchi installati in batteria(caldaie modulari).

Nello scenario che si sta delinean-do, profondamente differente ri-spetto al passato, è opportuno sot-tolineare come l’utilizzo dei softwa-re di calcolo risulti essere ormaiindispensabile per un progettista alfine di utilizzare sempre le normecorrette e soprattutto aggiornate,in base all’evoluzione ormai conti-nua e incessante.Edilclima attualmente ha imple-mentato nel software “EC633 - Di-mensionamento camini” le indica-zioni delle norme europee perquanto riguarda le modalità di pro-gettazione dei camini singoli(secondo la norma UNI EN 13384-1)e dei collettori fumi asserviti a cal-

daie modulari (secondo la normaUNI EN 13384-2).Per quanto riguarda la progettazio-ne di canne collettive (asservite adapparecchi di tipo C) e ramificate(asservite ad apparecchi di tipo B),Edilclima ha scelto di continuaread utilizzare le norme UNI 10641 eUNI 10640, che nel nostro paesehanno valore cogente, in quantopubblicate in Gazzetta Ufficialecon il D.M. 26.3.2004.Lo stesso Ente di Unificazione(UNI) non ha ancora provvedutoad abrogare le due norme italiane,mantenendo quindi in vigore dueprocedure distinte (e in alcuneparti anche contrastanti) di proget-tazione per le stesse tipologie dicanne fumarie.

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PREMESSALa progettazione delle reti di addu-zione idrica presenta specificheproblematiche che la distinguonodagli altri progetti in ambito termo-tecnico.In primo luogo le reti di adduzioneidrica sono caratterizzate da unutilizzo intermittente del servizio epertanto una progettazione ade-guata richiede che vengano stima-te le portate di progetto nei varitratti della rete seguendo criteristatistici di contemporaneità.É evidente infatti che una progetta-zione che consideri un prelievocontemporaneo di tutti gli apparec-chi erogatori darebbe luogo asovradimensionamenti non tollera-bili, facendo riferimento ad unasituazione statisticamente alta-mente improbabile.A ciò si aggiungano altri aspetti,quali ad esempio la determinazio-ne di livelli di pressione adeguati incorrispondenza degli apparecchierogatori, la determinazione di dia-metri delle tubazioni che limitino levelocità del fluido e le perdite dicarico evitando al tempo stessosovradimensionamenti, la proget-tazione dell’eventuale rete di ricir-colo ed infine il dimensionamentodel sistema di preparazione del-

l’acqua calda sanitaria (bollitoricon accumulo o scambiatori istan-tanei).Per tali motivi è necessario che ilprogettista sia ben consapevoledei criteri previsti dalla normativatecnica vigente, eventualmentesupportati dalle regole di buonaprogettazione fondate sull’espe-rienza o reperibili nella bibliografiadel settore.

NORMATIVA VIGENTEAttualmente le norme tecniche diriferimento per questo tipo diimpianti sono la UNI EN 806:2008e la UNI 9182:2008.Per quanto riguarda i criteri didimensionamento la norma UNI EN806:2008, fornisce soltanto un“metodo semplificato”, mentre alparagrafo 5 della parte terza (UNIEN 806-3), in merito a metodi di cal-colo dettagliati, si dà facoltà al pro-gettista di utilizzare un metodo dicalcolo approvato a livello nazionale.A tale proposito, nella PremessaNazionale alla stessa norma sirimanda esplicitamente al metododettagliato della norma UNI9182:2008, la quale pertanto rima-ne il riferimento principale per chidesideri applicare un metodo dicalcolo accurato.

Dal punto di vista metodologico, lanorma UNI 9182:2008 tratta tuttigli aspetti progettuali citati all’ini-zio, anche se, data la vastità degliargomenti coinvolti, è bene perse-guire una visione più esaurientedelle problematiche consultandoanche la bibliografia del settore.Alla luce dei contenuti normativi edelle indicazioni bibliografiche, nelseguito sono riportate ulteriori con-siderazioni in merito alle proble-matiche fondamentali relative aquesto tipo di impianti.

PORTATA DI PROGETTO E CURVEDI CONTEMPORANEITÀ

Per quanto riguarda la determina-zione delle portate di progetto, lanorma UNI 9182 introduce il meto-do delle unità di carico (UC), inabbinamento a specifiche “curve dicontemporaneità”, differenziate infunzione della destinazione d’usodell’edificio: abitazioni private ededifici collettivi (alberghi, ospedali,scuole, caserme, centri sportivi esimili), uffici e simili.L’unità di carico (UC) è un parame-tro convenzionale associato adogni tipo di apparecchio erogatore.Mano a mano che si risale la retedi distribuzione (a partire dai tratti

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Normativa, metodi e strumenti di calcolo.

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terminali) si determina il valore diUC da associare ai vari tratti ditubazione, sommando le UC deri-vanti dagli apparecchi serviti edeventualmente tenendo conto diuna attenuazione di tale valore deri-vante dall’individuazione di “combi-nazioni di apparecchi” per le quali lanorma indica valori specifici.Determinato il valore di UC asso-ciato al singolo tratto di tubazione,si utilizza la “curva di contempora-neità” pertinente per trasformaretale valore in una portata di proget-to, che verrà quindi consideratanei calcoli successivi.Da ciò si deduce che nei singolitratti di tubazione vengono indivi-duate portate “statistiche” e chepertanto la portata di un tratto amonte non sarà in generale parialla somma delle portate dei trattiafferenti a valle.Nella bibliografia del settore è possi-bile anche reperire curve di contem-poraneità diverse che non fannoriferimento al metodo delle unità dicarico della norma UNI 9182. In particolare è possibile trovarecurve di contemporaneità a suotempo indicate sul prEN 806 (chesuccessivamente non sono stateriportate sul testo definitivo dellaUNI EN 806:2008). Secondo tale criterio si determinaper ogni tratto di tubo un valoreconvenzionale di “portata totale”derivante dalla semplice somma

delle portate di progetto degliapparecchi serviti e, successiva-mente, si converte tale dato in unaportata di progetto attraverso l’uti-lizzo della curva di contemporanei-tà pertinente (anche in questocaso le curve di contemporaneitàsono differenziate in funzione delladestinazione d’uso dell’edificio).La scelta dei diametri di progetto,passo successivo alla determina-zione delle portate, potrà esseresvolta con riferimento a determina-ti limiti massimi di velocità all’inter-no dei tubi, riportati all’Appendice Idella norma UNI 9182:2008. Nella progettazione di tali reti èanche utilizzato il criterio del caricounitario lineare, secondo il quale sistima a priori la massima perdita dicarico per metro lineare di tubo esi determina il diametro di progettoche consente di soddisfare talecondizione.

PRESSIONI DI ESERCIZIOPer quanto riguarda la determina-zione di livelli di pressione adegua-ti in corrispondenza degli apparec-chi erogatori, parametro fonda-mentale della progettazione,anche in questo caso la normaUNI 9182 fornisce opportune pre-scrizioni. In particolare essa indica una pres-sione dinamica (ovvero, pressionepiezometrica in condizioni dinami-che) minima da soddisfare, variabi-

le in funzione del tipo di apparec-chio, e una pressione statica mas-sima da non superare (5,5 bar). Pertanto i livelli di pressione di pro-getto nella rete dovranno produrre,in corrispondenza degli apparec-chi, pressioni dinamiche e statichecompatibili con i limiti normativi.

RETE DI RICIRCOLOAltro componente fondamentale diuna rete di adduzione idrica è larete di ricircolo. Essa ha come scopo principalequello di mantenere l’impianto(rete acqua calda) in temperaturaper far sì che, appena inizia il pre-lievo da parte di un apparecchioerogatore, il tempo di attesa perl’arrivo dell’acqua calda sia suffi-cientemente ridotto.Per poter conseguire tale scopo, larete di ricircolo realizza sulla retedi acqua calda uno o più “circuitichiusi” che, come estensione, arri-vano in prossimità delle utenze.All’interno di tali circuiti l’acquacalda viene ricircolata e mantenutain temperatura forzandone costan-temente il transito attraverso il pre-paratore (boiler o scambiatore). La portata di ricircolo viene deter-minata in modo da limitare il deca-dimento della temperatura che siverifica a causa delle dispersioni dicalore della rete a partire dal pre-paratore e fino alle utenze. La norma UNI 9182 a tal propositofornisce diversi metodi di determi-nazione di tale portata, più o menosemplificati, e fornisce anche indi-cazioni in base alle quali procede-re per una valutazione accurata, laquale naturalmente consiste nelcalcolare analiticamente i decadi-menti di temperatura in base alledispersioni dei tratti di tubazionecoinvolti.

PREPARATORIVa infine considerato anche il pro-blema derivante dal calcolo di pro-getto dei preparatori, in particolaredei bollitori.Anche in questo caso la normaUNI 9182 fornisce un metodo dicalcolo che si riferisce in particola-re ai consumi d’acqua calda ipotiz-

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zabili durante il “periodo di punta”,ovvero il periodo di massimo utiliz-zo del servizio. In base a parametri quali ad esem-pio la durata del periodo di punta,la durata del preriscaldamento delpreparatore e i consumi di acquacalda stimabili, viene calcolato ilvolume di progetto del preparatoree la potenza termica del serpenti-no scambiatore. Essendo il preparatore un compo-nente atto a fornire un “servizio”durante il periodo di punta, saràcura del progettista scegliere ilcomponente commerciale più ido-neo in termini di prestazioni.

STRUMENTI DI CALCOLOLe brevi considerazioni svoltesopra vogliono essere un modoper evidenziare il livello di com-plessità che si cela dietro ad unaprogettazione accurata degliimpianti idrosanitari. Come abbiamo avuto modo disegnalare, gli argomenti coinvoltisono rilevanti ed una progettazio-ne dettagliata implica la necessitàdi eseguire una certa quantità dicalcoli. Da qui nasce l’esigenza di dotarsidi strumenti di calcolo che siano diausilio alla progettazione e cheriducano i tempi di lavorazione perincrementare la produttività delproprio lavoro.A tale proposito EDILCLIMA pre-senta la versione 2 del programma“EC 635 - Reti idriche”, seconda

versione del programma già esi-stente, utilizzato per la progetta-zione degli impianti idrosanitari.Il software è stato ampliato nelle pro-prie potenzialità e si propone comestrumento di calcolo rapido, dettaglia-to e flessibile di progettazione, cheutilizza i criteri normativi e di buonatecnica citati precedentemente. La novità fondamentale rispettoalla versione precedente riguardal’implementazione di un nuovoinput grafico, grazie al quale èpossibile sviluppare dettagliata-mente e rapidamente la rete d’im-pianto, avendo inoltre la possibilitàdi introdurre vari componenti (val-vole, contatori, collettori, prepara-tori, riduttori di pressione, gruppi dipompaggio, ecc.). La gestione grafica e gli algoritmi

di calcolo consentono di trattarereti di vario tipo, di calcolare detta-gliatamente i parametri fondamen-tali per una corretta progettazionee di verificare questi ultimi in riferi-mento alle principali prescrizioninormative. È possibile ovviamente specificarein fase preliminare i metodi attra-verso i quali il software condurrà ildimensionamento automatico del-la rete. In conclusione, EC 635 è un validostrumento che consente all’utente(anche meno esperto) di essereguidato in un percorso di calcoloadeguato alla complessità dellaprogettazione, aiutandolo in unacorretta applicazione ed interpreta-zione delle prescrizioni normativee di buona tecnica.

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