Edgar Lee Masters Lee Masters L’Antologia di Spoon River (1914-1915) Fabrizio De André Non al...

15
Edgar Lee Masters L’Antologia di Spoon River (1914-1915) Fabrizio De André Non al denaro, non all'amore né al cielo (1971)

Transcript of Edgar Lee Masters Lee Masters L’Antologia di Spoon River (1914-1915) Fabrizio De André Non al...

Edgar Lee MastersL’Antologia di Spoon River

(1914-1915)

Fabrizio De André

Non al denaro, non all'amore né al cielo

(1971)

Edgar Lee Masters

L'Antologia di

Spoon River

1914 e 1915: la pubblicazione

Tra il 1914 e il 1915 il poeta

americano Edgar Lee

Masters pubblicò sul "Mirror"

di St. Louis una serie di

epitaffi successivamente

raccolti nell'Antologia di

Spoon River.

Ogni poesia racconta la vita

di un personaggio: ci 243

poesie + la poesia prologo

«La collina» che coprono

praticamente tutte le

categorie e i mestieri umani.

Epitaffi per non-morti

Masters si proponeva di descrivere la vita umana, raccontando le vicende di un microcosmo, il paesino di Spoon River.

In realtà si ispirò a personaggi veramente esistiti nei paesini di Lewiston e Petersburg, vicino a Springfield e infatti molte delle persone a cui le poesie erano ispirate, che erano ancora vive, si sentirono offese nel vedere le loro faccende più segrete e private pubblicate nelle poesie di E.L. Masters.

Il bello dei personaggi di Edgar Lee Masters ,è che essendo morti, non hanno più niente da perdere e quindi possono raccontare la loro vita in

assoluta sincerità.

Fabrizio de AndréNon al denaro, non all'amore nè al cielo

Nel 1971 Fabrizio De André pubblicò

l'album "Non al denaro, non all'amore

né al cielo", liberamente tratto

dall'Antologia di Spoon River.

De André scelse 9 delle 244 poesie e

le trasformò in altrettante canzoni.

I temi

Le nove poesie scelte da Fabrizio de André

toccano fondamentalmente due grandi temi:

l'invidia (Un matto, Un giudice, Un blasfemo, Un malato di cuore)

la scienza (Un medico, Un chimico, Un ottico).

1971 Non al denaro non all'amore né al cielo

Testi contenuti:

1 - Dormono sulla collina 6 - Un medico

2 - Un matto 7 - Un chimico

3 - Un giudice 8 - Un ottico

4 - Un blasfemo 9 - Il suonatore Jones

5 - Un malato di cuore

«La collina»: la poesia proemiale

Come l'Antologia di Spoon River [da cui è

tratto], anche l'album Non al denaro, non

all'amore né al cielo si apre con La collina,

che costituisce una piccola panoramica di

alcuni personaggi del camposanto.

LA COLLINA – E. L. Masters

Dove sono Elmer, Herman, Bert, Tom e Charley,

l'abulico, l'atletico, il buffone, l'ubriacone, il rissoso?

Tutti, tutti, dormono sulla collina

Uno trapassò in una febbre

Uno fu arso nella miniera,

Uno fu ucciso in rissa,

uno morì in prigione,

uno cadde dal ponte lavorando per i suoi cari -

tutti, tutti dormono, dormono, dormono sulla collina

Dove sono Ella, Kate, Mag, Edith e Lizzie

la tenera, la semplice, la vociona, l'orgogliosa, la felice?

Tutte, tutte dormono sulla collina

Una morì di parto illecito,

una di amore contrastato,

una sotto le mani di un bruto in un bordello

una di orgoglio spezzato, mentre anelava al suo ideale,

una inseguendo la vita, lontano, in Londra e Parigi,

ma fu riportata nel piccolo spazio con Ella, con Kate,

con Mag

tutte, tutte dormono sulla collina

Dove sono zio Isaac e la zia Emily,

e il vecchio Towny Kincaid e Sevigne Houghton,

e il maggiore Walker che aveva conosciuto

uomini venerabili della Rivoluzione?

Tutti, tutti dormono sulla collina.

Li riportarono, figlioli morti, dalla guerra

e figlie infrante dalla vita

e i loro figli orfani, piangenti -

tutti, tutti dormono, dormono dormono sulla collina

Dov'è quel vecchio suonatore Jones,

che giocò con la vita per tutti i novant'anni

fronteggiando il nevischio a petto nudo

bevendo, facendo chiasso, non pensando né a moglie

né a parenti

né al denaro, né all'amore, né al cielo

Eccolo! Ciancia di fritture di tanti anni fa,

delle corse di tanti anni fa nel boschetto di Clary

di ciò che Abe Lincoln

disse una volta a Springfield.

Canzone di De André «Dormono sulla collina»:

https://www.youtube.com/watch?v=ZromQvtZzk8&list=RDZromQvtZzk8

Il suonatore Jones

Il suonatore Jones è l'unico in questa raccolta di poesie a cui De André lascia il nome. Infatti, mentre nelle poesie originali di Edgar Lee Masters ogni personaggio ha un nome e un cognome, i titoli delle canzoni di De André sono generici (ungiudice, un medico) per sottolineare che le storie di questi personaggi sono esempi di comportamenti umani che si possono ritrovare in ogni epoca e in ogni luogo.

Il testo di Fabrizio:

«Il suonatore Jones»In un vortice di polveregli altri vedevan siccità,a me ricordava la gonna di Jennyin un ballo di tanti anni fa.

Sentivo la mia terra vibrare di suoniera il mio cuor,e allora perché coltivarla ancora,come pensarla migliore.

Libertà l'ho vista dormire nei campi coltivatia cielo e denaro,a cielo ed amore,protetta da un filo spinato.

Libertà l'ho vista svegliarsiogni volta che ho suonatoper un fruscio di ragazzea un balloper un compagno ubriaco.

E poi la gente lo sa,e la gente lo sa che sai suonare,suonare ti toccaper tutta la vitae ti piace lasciarti ascoltare.

Finì con i campi alle ortichefinì con un flauto spezzatoe un ridere raucoe ricordi tantie nemmeno un rimpianto.

La poesia di Masters:

«Il suonatore Jones»

La terra ti suscita vibrazioni nel cuore: sei tu. E se la gente sa che sai suonare, suonare ti tocca, per tutta la vita. Che cosa vedi, una messe di trifoglio? O un largo prato tra te e il fiume? Nella meliga è il vento; ti freghi le mani perché i buoi saran pronti al mercato; o ti accare di udire un fruscìo di gonnelle come al Boschetto quando ballano le ragazze. Per Cooney Potter una pila di polvere o un vortice di foglie volevan dire siccità:

a me pareva fosse Sammy Testa-rossa quando fa il passo sul motivo di Toor-a-Loor. Come potevo coltivare le mie terre, - non parliamo di ingrandirle -con la ridda di corni, fagotti e ottavini che cornacchie e pettirossi mi muovevano in testa, e il cigolìo di un molino a vento - solo questo? Mai una volta diedi mano all'aratro, che qualcuno non si fermasse nella strada e mi chiamasse per un ballo o una merenda. Finii con le stesse terre, finii con un violino ** spaccato -e un ridere rauco e ricordi, e nemmeno un rimpianto.

Vivere senza rimpianti

Il suonatore Jones, il personaggio con cui l'album si chiude, è unico,

perché rappresenta l'alternativa alla vita vista come lotta per raggiungere

i propri scopi. Per tutta la sua lunga vita il suonatore Jones ha fatto

quello che più gli è piaciuto e per questo muore senza rimpianti.

«[Il suonatore Jones] è l'unico personaggio che viene chiamato per

nome, è l'unico che afferma di aver vissuto una vita lunga e serena,

senza nemmeno un rimpianto. Il musicista (Jones) mostra di saper

vedere meglio dell'ottico i messaggi reconditi della realtà; di saper

guarire, più del medico, gli animi di chi lo ascolta regalando un sorriso;

sa trovare, a differenza del matto, un proprio efficace linguaggio per

esprimersi; gusta appieno la vita, come il malato di cuore non ha potuto

fare e, cosa più importante, sceglie la libertà o, meglio, sceglie di vederla

anche quando non è scritta. E con la vita può essere spezzato anche

quello che di materiale lo ha accompagnato: il suo strumento (il violino in

Masters, il flauto in De André), perché comunque il suo segno resterà.»

Senza dubbio il suonatore Jones era anche il

personaggio al quale De André avrebbe

voluto assomigliare.

Per Jones la musica non è un mestiere, è

una scelta di libertà; anche De André

soprattutto negli ultimi anni ha cercato di

svincolarsi dalla prigione della musica come

mestiere, pubblicando gli ultimi album a una

distanza di sei anni uno dall'altro e riducendo

le apparizioni in pubblico.

La via per la felicità

«Ma non pensi che sarà un 33 giri con una eccessiva

dose di pessimismo?»

«No. Io credo sempre nell'uomo e nelle sue risorse.

Infatti ci sarà un personaggio, Jones il suonatore, che

farà da contrappeso agli altri; sarà lui a indicare la

vera via alla felicità. Vive in campagna, lontano da

tutto e da tutti, assaporando la meravigliosa

musicalità che si esprime dalla natura. La morale del

"mio" Spoon River è quindi "contentarsi di poco per

vivere felici". Proprio come dice Jones il suonatore...»

(Fabrizio De André in un’intervista dell'ottobre 1971 )

De André – MastersDa un’intervista a Fernanda Pivano

«Fabrizio ha fatto un lavoro straordinario; lui ha praticamenteriscritto queste poesie rendendole attuali, perché quelle diMasters erano legate ai problemi del suo tempo, cioè a moltidecenni fa. Lui le ha fatte diventare attuali e naturalmente hacambiato profondamente quello che era il testo originale; ma iosono contenta dei suoi cambiamenti e mi pare che lui abbiamolto migliorato le poesie. Sono molto più belle quelle diFabrizio, ci tengo a sottolinearlo.

Sia Masters che Fabrizio sono due grandi poeti, tutti e duepacifisti, tutti e due anarchici libertari, tutti e due evocatori diquelli che sono stati i nostri sogni. Poi Fabrizio sarà sempreattuale, è un poeta di una tale levatura che scavalca i secoli.»

(Fernanda Pivano, traduttrice della prima edizione, quella del1953, dell’Antologia di Spoon River)