Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

download Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

of 297

Transcript of Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    1/297

    Economia IndustrialeLezioni 1 periodo

    Alma Mater Studiorum Universit di Bologna Facolt di Scienze Statistiche

    Laurea Magistrale in Statistica, Economia e ImpresaAnno Accademico 2010 - 2011

    1

    Prof. Enrico [email protected]

    (Piazza Scaravilli, 2 3 piano)Web: http://www2.dse.unibo.it/santarel/

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    2/297

    Economia Industriale

    DESCRIZIONE DEL CORSO: Il corso forniscegli strumenti necessari per lo studio della dinamicadelle imprese e dei settori industriali.

    OBIETTIVI: Fornire agli studenti la capacit dicomprendere i modelli teorici delleconomiaindustriale e di applicarli allanalisi di situazionireali.

    2

    MODALITA DELLA DIDATTICA: Il corsorichiede agli studenti lapplicazione dei modellidiscussi in aula a decisioni manageriali concrete.

    PROVE E VALUTAZIONE DELLOSTUDENTE FREQUENTANTE: Esame scrittofinale (60%), Stesura e presentazione di un rapporto(40%).

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    3/297

    Economia industriale

    BIBLIOGRAFIA: Testo di base: CABRAL, Luis,EconomiaIndustriale (Carocci, Roma: presenta una visione organicadei principali temi teorici), Capitoli 1, 3, 5, 6, 7, 9, 10, 12, 13,14.

    Altro materiale didattico: Osterman, P. (1994), How Common is WorkplaceTransformation and Who Adopts It, Industrial and Labour

    Relations Review, 47(2), 173-188; Piva, M., E. Santarelli e M.Vivarelli (2005), The Skill Bias Effect of Technological and

    3

    rgan sa ona ange: v ence an o cy mp ca ons ,Research Policy, 34(2), 141-157; Acs, Z., D. Audretsch, P.Braunerhjelm, B. Carlsson (2009) The Knowledge SpilloverTheory of Entrepreneurship,Small Business Economics, 32(1),pp. 15-30.

    - Lucidi utilizzati nelle lezioni;

    - Articoli 81-86 del Trattato UE (Tutela della Concorrenza); - Articoli 87-88 del Trattato UE (Aiuti di Stato);

    Il materiale didattico verr reso disponibile nella paginaweb del docente: http://www2.dse.unibo.it/santarel/.

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    4/297

    Organizzazione dimpresa e economia industriale

    Negli USA: Industrial Organization; In Europa: IndustrialEconomics.

    Industria: ogni attivit di affari svolta su larga scala, come

    lindustria turistica. Leconomia industriale si occupa:

    del funzionamento dei mercati e delle industrie;

    del modo in cui le imprese si organizzano per competere luna con laltra,

    4

    con part co are attenz one per a oro struttura nterna:

    Pratiche di lavoro;

    Gestione delle Risorse Umane;

    Gestione dei processi innovativi (Economia dellInnovazione).

    Mentre la microeconomia studia prevalentemente concorrenza

    perfetta e monopolio, leconomia industriale studia soprattutto ilcaso intermedio delloligopolio.

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    5/297

    Definizioni di industria e mercato - 1Andrews(1949)

    industria (in italiano anche settore) ognicombinazione di attivit indipendenti (imprese) che

    diviene rilevante quando si studia il comportamento diognuna di tali attivit.

    Principali caratteristiche di unindustria:

    5

    tecnologie di processo sufficientemente simili epossiedono un background di esperienza e conoscenzasufficientemente simile da far si che ciascuna di esse possa

    produrre un particolare prodotto, qualora ci risulticonveniente.

    Il termine industriasi riferisce ai venditori (sellers).

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    6/297

    Definizioni di industria e mercato - 2

    Andrews(1949)

    mercato insieme di clienti per il prodotto di unimpresa.

    Principali caratteristiche di un mercato:

    i clienti sono sufficientemente consapevoli dellesistenza edelle caratteristiche del prodotto di ogni impresa da considerarela possibilit di acquistarlo. Pertanto, ogni impresa (fino aquando il suo prezzo giusto) avr un mercato chiaramente

    6

    e n to e sar protetta a tentat v e concorrent potenz aentrare nel suo mercato. Quel mercato si contrarr qualora essanon riesca ad offrire ai suoi clienti, per un certo prezzo, unprodotto di qualit almeno pari a quello dei suoi concorrenti.

    Il termine mercato si riferisce agli acquirenti (buyers) Ilmercato denota il meccanismo che coordina le scelte disoggetti che attingono tutte le informazioni da prezziesogenamente dati.

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    7/297

    Economia della concorrenza imperfetta

    Potere di mercato: capacit di fissare i prezzi al disopra dei costi marginali;

    Potere di mercato extra-profitti creazione emantenimento del potere di mercato sonoaspetti importanti della strategia con cui

    7

    Come fanno le imprese ad acquisire potere dimercato?: Protezione legale dalla concorrenza (brevetti,

    concessioni, etc.);

    strategia (marketing; bundling, e.g. Xerox offrecombinazioni che includono la fotocopiatrice stessa e iservizi di manutenzione);

    Enrico Santarelli

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    8/297

    Il ruolo delle politiche pubbliche

    Il ruolo principale delle politiche pubbliche quello dievitare le conseguenze negative del potere di mercato.

    1 Regolamentazione e politica antitrust (prevalente negli

    USA): La regolamentazione riguarda il caso (comune nelle public

    utilities) in cui un impresa possiede potere (quasi-)monopolistico: Isuoi comportamenti (e.g.: strategie di prezzo) sono sotto il

    8

    La politica antitrust riguarda il caso in cui unimpresa o un gruppo(cartello) di imprese che traggono deliberatamente vantaggio dallaloro posizione dominante (Sherman Act, 1890; EC Treaty, Article81 (ex 85), 1957; Law 317, 1990);

    2 Politica industriale: Ha lo scopo di migliorare il posizionamento sul mercato di

    unimpresa o di unindustria nazionale, soprattutto rispetto allaconcorrenza delle imprese estere (pi frequente in Europa)

    Enrico Santarelli

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    9/297

    Lanalisi economica

    9

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    10/297

    Distribuzione dimensionale

    delle imprese

    10

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    11/297

    Concorrenza perfetta

    1 Atomicit: Grande numero di venditori in ogni mercato, ognuno dei

    quali sufficientemente piccolo da non avere alcun impatto

    significativo sui comportamenti degli altri; 2 Omogeneit del prodotto:

    Tutte le imprese vendono lo stesso prodotto;

    Tutti gli agenti economici (consumatori e venditori)

    conoscono i prezzi praticati da ciascun venditore;

    4 Simmetria tecnologica:

    Tutte le imprese hanno accesso alla stessa tecnologia; 5 Libert di entrata e assenza di costi

    irrecuperabili.

    11

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    12/297

    Concentrazione dellindustria e struttura del mercato

    Il modello di concorrenza perfetta dice

    poco riguardo alla distribuzione

    dimensionale delle imprese, non fornendorisposte a quesiti come:

    Quale il numero di imprese in

    equilibrio? Quale la dimensione di ciascuna

    impresa?

    Questo implica che (quasi) ogni numero edistribuzione dimensionale delle imprese

    possibile, ad es. una distribuzione piatta.

    12

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    13/297

    Distribuzione dimensionale delle imprese In teoria

    13

    Distribuzione piatta

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    14/297

    Distribuzione dimensionale delle imprese In teoria

    14

    A = moda= mediana = media.

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    15/297

    Concentrazione dellindustria e struttura del mercato

    Levidenza empirica contraddice le

    prescrizione del modello di

    concorrenza perfetta, mostrando che : Fattori specifici rispetto a ciascuna

    determinano la dimensione e il numero

    delle imprese nelle varie industrie;

    La tipica distribuzione delle imprese ingran parte delle industrie la log-

    normale.15

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    16/297

    La distribuzione dimensionale delle imprese

    Asimmetria: imprese di dimensione significativamentediversa operano in ogni industria in qualunque periodo(Simon, Biometrika, 1955). La loro distribuzione

    dimensionale asimmetrica, con valori nonomogeneamente distribuiti attorno alla media.

    Asimmetria:

    16

    os t va:

    numero re at vamente p cco o mprese grandimensioni. La curva presenta una lunga coda dopo il picco.La moda (della dimensione dimpresa) pi piccola dellamediana che, a sua volta, pi piccola della media;

    Negativa: numero relativamente piccolo di imprese dipiccola dimensione. La coda appare prima del picco e lamedia (della dimensione dimpresa) pi piccola, seguitadalla mediana e dalla moda.

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    17/297

    Distribuzione dimensionale delle imprese In pratica

    17

    A = moda;B = mediana;

    C = media.

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    18/297

    Principali forme di mercato Concorrenza perfetta (S C - P);

    Concorrenza monopolistica (e

    differenziazione

    18

    Monopolio (e regolamentazione).

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    19/297

    Structure-Conduct-Performance (S-C-P)

    J. Bain (1951)

    Struttura-Condotta-Risultato Economico (S-C-P)

    19

    ara gma n us r a e ra z ona e.

    S C P Enrico Santarelli

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    20/297

    Struttura, comportamento e risultato economico I

    Quesiti di base: 1) le imprese hanno potere di mercato? 2)

    come fanno ad acquisirlo e a mantenerlo? 3) quali sono le

    conseguenze del potere di mercato?4)le politiche pubblichepossono risolvere i problemi generati dal fatto che le imprese

    detengono un certo grado di potere di mercato?

    20

    ru ura: a or c e e erm nano gra o concorrenz a

    del mercato (ad es.: il livello della concentrazione)

    Comportamento: condotta delle imprese nel mercato

    Risultati economici: capacit del mercato di produrre

    benessere per i consumatori (ad es.: i prezzi si avvicinano alcosto marginale di produzione)

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    21/297

    Struttura, comportamento e risultato economico II

    StrutturaN. compratori e venditori;

    Barriere allentrata;

    Differenziazione;

    Integrazione verticale;

    Diversificazione.

    Condizioni di base

    Domanda: Elasticit; Sostituibilit;

    Stagionalit; Tasso di crescita; Lo-

    calizzazione; Modalit di acquisto.

    Produzione: Tecnologia; Materie

    21

    ComportamentoPubblicit; R&S; Politica di

    prezzo; Investimenti; Tatti-

    che legali; Scelta dei prodot-

    ti; Fusioni e accordi

    Risultati economici

    Prezzo; Efficienza produt-

    tiva e allocativa; Equit;

    Qualit; Progresso tecnolo-

    gico; Profitti

    Bene (non) durevole; Localizzazio-

    ne; Economie di scala e variet.

    Politiche pubbliche

    Regolamentazione; Antitrust;Barriere allentrata; Imposte;

    Sussidi; Incentivi allinvesti-

    mento e alloccupazione;

    Politiche macroeconomiche.

    Enrico Santarelli

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    22/297

    Struttura, comportamento e risultato economico III

    Struttura N impresePotere di

    mercatoEntrata

    Profitti

    breve

    periodo

    Profitti

    lungo

    periodo

    Esempio

    Concorrenza Molte p = MC Libera 0 0 Produttori di

    mele

    22

    Concorrenzamonopolistica

    Molte opoche

    p > MC Libera 0 0 Idraulici

    Oligopolio Poche p > MC Limitata 0 0 Costruttori

    automobili

    Monopolio Una p > MC No entrata 0 0

    Servizi

    pubblica

    utilit

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    23/297

    Struttura, comportamento e risultato economico IVa

    La misurazione deirisultati economicirisultati economiciconsente di

    quantificare il potere di mercato

    Cosa si misuraCosa si misura:

    i) il tasso di profitto ad es.: rapporto tra tasso di

    23

    , . ==== -

    del lavoro - costi dei materiali - costi del capitale), margine diprofitto unitario: (p - MC) o mark-up (Lerner) (p MC)/p;

    ii) laq di Tobin rapporto tra valore di mercato dellimpresa

    e il suo valore basato sul costo di sostituzione del suo capitalefisso (costo di lungo periodo che deve essere sostenuto per

    acquistare un bene capitale di qualit analoga).

    Enrico Santarelli

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    24/297

    Struttura, comportamento e risultato economico IVb

    Laq di Tobin dunque una misura del costo che l'impresa

    dovrebbe sostenere per riacquistare tutte le proprie strutture e i

    propri impianti ai prezzi di mercato correnti. Pu essere

    espressa come rapporto tra il valore di mercato dell'impresa

    ac uistata sul mercato inanziario ad esem io in borsa e il

    24

    valore della stessa impresa se si volesse riacquistare il suostock di capitale sul mercato dei beni.

    Per valori elevati di q le imprese troveranno conveniente

    finanziarsi sul mercato dei capitali ed effettuare investimenti;

    viceversa, se q scende, le imprese ridurranno i propri

    investimenti

    Enrico Santarelli

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    25/297

    iii) Indice di Lerner media ponderata dei marginidi profitto di ciascuna impresa, con pesi proporzionali

    alle rispettive quote di mercato:

    Struttura, comportamento e risultato economico V

    MCpsL i

    n

    i

    =

    25

    con si= quota di mercato dellimpresa i-esima. Se tutte

    le imprese hanno lo stesso MC, L diventa uguale al

    mark-up ():

    i=1

    p

    MCp i

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    26/297

    Struttura, comportamento e risultato economico VI

    Con le misure dellastruttura di mercatostruttura di mercatosi esamina lavariazione dei risultati economici al variare della struttura

    Cosa si misuraCosa si misura:

    a) la concentrazione industriale;

    b) la concentrazione degli acquirenti la concentrazione delleimprese acquirenti pu controbilanciare il potere dei venditori e

    26

    sp ngere prezz verso l asso

    c) le barriere allentrata se restano sostanziali nel lungoperiodo, i prezzi tenderanno a fissarsi a livelli superiori a quelliconcorrenziali;

    d) il grado di sindacalizzazione

    in unindustriasindacalizzata, i lavoratori si assicurano una quota dei profitti,attraverso salari pi elevati, provocando per questa via unaumento dei prezzi.

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    27/297

    LE MISURE DELLA CONCENTRAZIONE

    La misura della concentrazione pu essere in generale

    rappresentata da una somma delle quote di mercato detenute

    dalle singole imprese, ponderate in funzione delle dimensioni

    relative di queste ultime. Ci pu essere espresso come segue:

    = sshC

    27

    dove:

    C la misura della concentrazione; si la quota di mercato

    dell'impresa i-esima (con si>0 e i si=1); e h(si) la

    ponderazione attribuita alla quota di mercato dellimpresa i-

    esima.

    i

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    28/297

    Misure della concentrazione

    Problemi comuni a tutte le misure dellaconcentrazione:

    A)In caso di imprese multi-impianto la concentrazione a

    livello di impresa (firm) sar maggiore di quella a livellodi impianto (plant).

    A1) Queste divergenze possono essere misurate e possono

    28

    fornire indicazioni circa le cause della concentrazione: se i fattoritecnologici sono determinanti, la divergenza fra i due valori sar

    modesta, e viceversa.

    A2) Sotto un altro profilo, l'evoluzione delle forme

    organizzative suggerisce di sostituire il concetto di gruppo aquello di impresa. La presenza del gruppo pu essere misurata

    in base ai bilanci consolidati, alle partecipazioni (anche

    minoritarie), alle presenze incrociate nei consigli di

    amministrazione, ai legami personali, ecc.

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    29/297

    Misure della concentrazione

    B) La scelta della variabile con cui espressa la dimensioneinfluenza i risultati:

    B1)Utilizzando le venditesi enfatizzal'importanza dell'impresa in

    relazione alla domanda (mercato). Senza per tenere conto

    dell'integrazione verticale, come invece accadrebbe utilizzando il

    valore aggiunto. Entrambi i criteri sono disturbati dai

    movimenti dei prezzi, che alterano i valori monetari.

    29

    B2) Numero degli occupati e Capitale investito sono dueimportanti fattori di produzione, ma riflettono l'intensit di

    capitale del settore esaminato. Gli immobilizzi, sia fissi che

    totali, pongono il problema della differenza tra valori correnti e

    storici, dovuta al cambiamento nelle unit monetarie, allerivalutazioni ed alle svalutazioni. Inoltre, il legame fra questo

    tipo di variabile, che una misura della capacit produttiva, e il

    potere di mercato dellimpresa non assolutamente ovvio.

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    30/297

    Misure della concentrazione

    C) La concentrazione richiede una valida definizione del mercato delprodotto.

    Quanto pi circoscritta la definizione del mercato del prodotto, (es.:a)contenitori

    metallici e b) contenitori in vetro), tanto maggiore sar il livello della

    concentrazione. Se dal punto di vista teorico si pu usare il criterio della

    sostituibilitper i consumatori (tutte le merci sostituibili per una data funzione

    fanno parte di un unico mercato), lanalisi empirica vincolata alle classificazioni

    industriali disponibili, che riflettono le caratteristiche dellofferta trascurando quelle

    della domanda. Un medesimo rodotto viene classificato in modo differente a

    30

    seconda: Dei paesi e nel tempo;

    Delle caratteristiche dei processi produttivi;

    Delle caratteristiche delle materie prime utilizzate;

    D) E una valida definizione geografica del mercato:

    La concentrazione tende infatti ad essere pi elevata in ambiti nazionaliristretti.

    Il calcolo della concentrazione basato esclusivamente sulla produzione

    nazionale, al netto dei flussi di commercio internazionale, pu comportare

    gravi errori di sovrastima del grado di concentrazione stesso.

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    31/297

    Correlazione lineare fra misure della concentrazione

    Misure H E G C4 C8 L4

    H 1 0.86 0.47 0.98 0.96 0.78

    E 1 0.52 0.88 0.90 0.61

    G 1 0.44 0.35 0.55

    31

    C4 1 0.98 0.77

    C8 1 0.70

    L4 1

    Enrico Santarelli

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    32/297

    Struttura, comportamento e risultato economico VII

    La relazione tra struttura (concentrazione) e risultati economici (profitti)

    Rapporto di concentrazione C8 > 70% Rapporto di concentrazione C8 < 70%Industria Tasso % di profitto Industria Tasso % di profitto

    Automobili 15.5 Scarpe 9.6

    32

    . .

    Medicine con prescrizione 17.9 Carbone bituminoso 8.8Liquori 9.0 Vegetables in scatola 7.7

    Acciaio 9.0

    Media 13.3 Media 9.0

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    33/297

    Struttura, comportamento e risultato economico VIII

    Il lato dellofferta di un mercato imperfettamenteconcorrenziale pu essere descritto in termini di:

    1) quota di mercato (prodotti omogenei) in unitfisiche: se q un prodotto omogeneo, e qi loutputdellimpresa i-esima in un certo periodo di tempo (anno), eQ loutput nazionale (mondiale) nello stesso periodo,allora la quota diidel mercato nazionale (mondiale) sar:

    33

    si= q

    i/Q;

    2) quota di mercato(prodotti non omogenei) quando iprodotti sono differenziati, le quote di mercato possonoessere misurate in termini di valore. Pertanto, si misurano i

    ricavi di ogni impresa p1q1, p2q2, , pnqn, e poi si calcolala quota di mercato dellimpresa1come 1:

    nnqpqpqp

    qp

    ...2211

    111

    ++=

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    34/297

    Struttura, comportamento e risultato economico IX

    Schemi di classificazione industriale: Gli uffici statistici nazionali raccolgono, classificano e diffondono misure

    della struttura di mercato per una molteplicit di industrie definite in mododa essere comparabili;

    Questa informazione diffusa sulla base di sistemi di classificazionestandardizzati delle attivit delle imprese allinterno delle industrie :

    EU: Classificazione NACE (nomenclature gnrale des activits conomiquesdans le Communauts Europennes);

    US: Classificazione SIC (Standard Industrial Classification);

    34

    ISIC: International Standard Industrial Classification.

    Tutto questo comporta aggiornamenti periodici, come ad esempio accaduto per lATECO 2002; o revisioni maggiori:

    ATECO 2007 ().

    In generale, i sistemi di classificazione sono alquanto aggregati e tendono adefinire le industrie sulla base di fattori collegati al lato dellofferta diciascun mercato;

    Sutton (1997): anche a un elevato livello di disaggregazione i mercaticontengono un gran numero di sottomercati pi o meno indipendenti.

    Le stesse considerazioni si applicano al mercato geografico.

    Enrico Santarelli

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    35/297

    ATECO 2007

    LATECO 2007 la versione nazionale della

    classificazione NACE Rev. 2, a sua volta versione

    europea della classificazione internazionale ISIC Rev.

    4.

    I cambiamenti apportati alla ISIC rispondono alla

    35

    necessit di: classificare quelle nuove attivit che riflettono latrasformazione della realt economica dei paesi che la

    adottano;

    uniformareo ricollegare tutte le altre classificazioniche

    facevano riferimento a specifici gruppi di paesi.

    Enrico Santarelli

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    36/297

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    37/297

    ATECO 2007

    I principali cambiamenti della strutturasono : Esclusione di alcune attivit dal settore manifatturiero;Creazione di nuovi gruppicome:

    - Servizi di informazione e comunicazione (ICT);

    - Fornitura dellacqua, attivit di trattamento rifiuti e

    risanamento;

    - Attivit artistiche, di intrattenim. e divertim.;

    37

    Ristrutturazione del settore Costruzioni;Disaggregazione pi dettagliata dellattivit dei servizi; Esclusione delle Riparazione dei beni personali dal

    commercio;

    Introduzione di specifiche categorie di Servizi di supportoalle corrispondenti attivit economiche.

    Enrico Santarelli

    S i l i X

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    38/297

    Struttura, comportamento e risultato economico X

    NACE: Industria 15.5

    Codice Titolo

    15 Manifattura di prodotti alimentari e bevande;

    15.5 Manifattura di prodotti caseari;

    15.51 Conduzione di fattorie o fabbriche di formaggio

    Include: produzione di latte fresco liquido; pastorizzato, sterilizzato,

    38

    latte fresco liquido; produzione di latte in polvere o concentrato zuccheratoe non zuccherato.;

    produzione di burro;

    produzione di yogurt;

    produzione di formaggio e siero;

    produzione di caseina o lattosio.15.52 Manifattura di gelato;

    Include: produzione di gelato e altro ghiaccio commestibile come il sorbetto.

    Enrico Santarelli

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    39/297

    Struttura, comportamento e risultato economico XI

    La relazione tra struttura (barriere allentrata) e risultati economici (profitti)

    Industria Tasso % di profitto

    Con barriere molto elevate

    Automobili 15.5

    Gomma da masticare 17.5Sigarette 11.6

    Media 16.4

    Con barriere sostanziali

    39

    Acciaio 10.8

    Saponi 13.3Media 11.1

    Con barriere molto basse

    Contenitori in vetro 13.3

    Rasoi 8.5Media 11.9

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    40/297

    Struttura, comportamento e risultato economico XII

    Stime econometriche del rapporto tra risultati economici e indicatori strutturalimargini prezzo-costo e la struttura (concentrazione). Domowitz, Hubbard,

    etersen (1986): esaminano la relazione in una cross-section di industrie tra

    margini prezzo-costo costo medio variabile e varie misure della struttura (1958-

    1981):

    (p v)/p = 0.16 + 0.10C4+ 0.08(pkK/pQ) + ..

    (0.01) (0.02) (0.02)

    con

    = - =

    40

    C4= rapporto di concentrazione a quattro

    (pkK/pQ) = rapporto tra valore (contabile) del capitale e valore del prodotto: proxy

    dellintensit di capitale.

    Risultati ulteriori: i differenziali nei margini prezzo-costo tra industrie pi

    concentrate e industrie meno concentrate diminuiscono significativamente con il

    passare del tempo: il coefficiente della variabile C4 molto pi basso (e nonsignificativo) nel 1981 di quanto lo fosse nel 1958;

    Enrico Santarelli

    S i i

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    41/297

    Struttura, comportamento e risultato economico XIII

    2) La q di Tobin e la struttura (misure delle barriere allentrata)

    (Salinger, 1984):

    q = a0 + a1A/(pkK) + a2R&S/pkK + (1 a3U)C4 [ a4M + a5K +

    a6(A/pkK)]+ a7C4 + a8GconA/(pkK) = rapporto tra spesa pubblicitaria e valore del capitale

    R&S/( kK) = ra orto tra s esa in ricerca e svilu o e valore del ca itale

    41

    U = frazione sindacalizzata della forza lavoro

    M = scala efficiente minima

    K = capitale totale

    G = tasso di crescita dellindustria

    Risultati:coefficienti a4, a5, a6, a7, non significativamente diversi da 0.

    Pertanto, l'idea che barriere all'entrata pi elevate aumentino i profitti non

    pu essere confermata. Inoltre, non vi chiara indicazione del fatto che le

    industrie con tassi di crescita elevati hanno rendimenti molto alti.

    S i l i XIV

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    42/297

    Struttura, comportamento e risultato economico XIV

    Secondo lapproccio SCP, la concentrazione diminuisceallaumentare della dimensione del mercato. E vero?

    Teoria dei costi endogeni non recuperabili (Sutton):

    1) La competizione tra imprese non riguarda soltanto il prezzo,ma anche la qualit (W) affidabilit, innovativit,

    pubblicit.

    42

    aumen are e a mens one e merca o non

    necessariamente la concentrazione diminuisce. In quanto: La spesa per migliorare la qualit (W) fa aumentare i costi fissi per

    limpresa e, probabilmente, i costi marginali di produzione;

    La spesa per W attrae clienti che prima acquistavano un prodotto di

    qualit inferiore;

    Per aumentare W limpresa deve sostenere maggiori costi non

    recuperabili (riducendo per questa via lincentivo a entrare da parte di

    nuove imprese).

    Struttura, comportamento e risultato economico XV

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    43/297

    Struttura, comportamento e risultato economico XV

    Ellickson (2000): test dellipotesi di Sutton su mercatigeografici (MSA = metropolitan statistical areas):

    C4relativi ai supermercati di 320 MSA:

    Indipendentemente dalla dimensione della MSA, C4 oscilla tra il 70% e

    l80%; C4 persistentemente elevato sia nel tempo che al crescere della

    dimensione del mercato;

    43

    mpresa mens on magg or n c ascuna o re un pro otto

    di qualit superiore; Le imprese localizzate nei mercati di dimensione maggiore vendono i

    prodotti di qualit pi elevata;

    Tra il 1954 e il 1998 il C4di 152 MSA passato dal 45% al 75%;

    Tra il 1980 e il 1994 il numero medio di prodotti offerti da ciascun

    negozio passato da 14.145 a 21.949;

    Tra il 1980 e il 1994 le dimensioni medie dei punti vendita sono

    cresciute di circa 100 m2 allanno.

    Struttura, comportamento e risultato economico XVI

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    44/297

    Struttura, comportamento e risultato economico XVI

    Elementi di debolezza nelle verifiche empiriche dellapproccio S-C-P:a)non si riesce a dimostrare che una certa relazione tra struttura e

    risultati economici sia valida per tutte le industrie;

    b)endogenit delle variabili strutturali: una relazione statisticamente

    significativa tra profitti elevati e elevati rapporti di concentrazione nonimplica necessariamente che una struttura di mercato concentrata

    influisca negativamente sul benessere del consumatore (risultato

    economici del mercato oich determina rofitti elevati. In realt,

    44

    profitto e concentrazione possono influenzarsi reciprocamente;c)

    come sostiene Sutton (1997), ogni industria contiene svariati clusterdi

    prodotti: alcuni di questi sono in stretta concorrenza tra loro, altri non

    lo sono affatto. Di conseguenza si osservano due effetti distinti:

    c1) un effetto di interdipendenza strategica, che riguarda le

    imprese attive allinterno dello stesso sotto-mercato in una certa

    industria;

    c2) un effetto di indipendenza, relativo alla presenza di una

    molteplicit di sotto-mercati allinterno di una certa industria.

    St tt t t i lt t i XVI

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    45/297

    Struttura, comportamento e risultato economico XVI:

    Relazioni tra S-C-P (S-C-R)

    45

    tructuretructure on ucton uct er ormanceer ormance

    TEORIA DEI MERCATI CONTENDIBILI (1)

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    46/297

    TEORIA DEI MERCATI CONTENDIBILI (1)

    CONFIGURAZIONE INDUSTRIALE:

    (n; xi; p)

    con

    n = numero delle imprese

    xi = x1, ..., xn = quantit prodotta da ciascuna impresa

    p = prezzo di equilibrio dellunico bene prodotto

    Questa configurazione e detta aammmmiissssiibbiillee se:

    1) ximaggiore o uguale 0 per ciascuna impresa

    46

    2) xi= f-1[p]

    dove f-1[p]e la funzione di domanda del bene x

    3) p xi- c[xi]maggiore o uguale 0 per ogni i(mpresa)

    con c[ xi ]che denota i costi di produzione di x; questa condizione

    implica che nessuna impresa incorre in perdite.

    Questa configurazione diventa ssoosstteenniibbiillee se:

    4)

    non esiste un prezzo p p e una quantit x f-1[p]tali per cui px

    - c[x]> 0

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    47/297

    TEORIA DEI MERCATI CONTENDIBILI (2)

    La condizione di sostenibilit (4) richiede che non sia possibile servire

    (tutto o in parte) il mercato a un prezzo non superioreape lucrare profitti

    positivi. Se una configurazione NON E sostenibile:

    i) o la concorrenza induce variazioni nel prezzo p (non soddisfatta la

    47

    ii) o qualche impresa attiva indotta ad abbandonare lindustria (non esoddisfatta la condizione 3);

    iii) o qualche concorrente potenziale indotto ad entrare nellindustria (non

    soddisfatta la condizione 4).

    TEORIA DEI MERCATI CONTENDIBILI (3)

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    48/297

    TEORIA DEI MERCATI CONTENDIBILI (3)

    CONCORRENZA HIT AND RUN:

    consente ai concorrenti potenziali di entrare in un mercato con p >

    costo medio lucrando profitti positivi e uscendo senza costo prima che

    le incumbentsi riorganizzino.

    Se la strategia hit and run e possibile, in equilibrio nessuna impresa

    avra profitti positivi. Se

    i = xip - c[xi]> 0

    allora

    48

    , ,

    offrire la quantit xj al prezzo (p-

    ) e ottenere i seguenti profittij = xj(p-) - c[xj] > 0

    La strategia hit and run e "credibile" se:

    1. i consumatori rispondono istantaneamente a qualsiasi variazione di

    prezzo;

    2. il tempo durante il quale i costi del concorrente potenziale sono

    irrecuperabili inferiore a quello necessario agli incumbentper reagire

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    49/297

    Teorie managerialidellim resa

    49

    P h i l di i ?

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    50/297

    Perch esistono le grandi imprese?

    Economie di scala (Chandler, 1990);

    Posti di lavoro sicuri e di qualit (Lucas,1978);

    50

    Stabilit, continuit e omogeneit(Audretsch e Thurik, 2001);

    Globalizzazione (Servan-Schreiber, 1967); Moltiplicatore socio-culturale (Galbraith).

    ORGANIZZAZIONE INTERNA

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    51/297

    ORGANIZZAZIONE INTERNA

    Impresa e struttura dellimpresa:

    Impresa Manageriale vs. ImpresaFamiliare;

    51

    Coase (1937); Costi di transazione (Williamson);

    Chandler (U-form vs. M-form);

    Limpresa

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    52/297

    p

    Limpresa come black box (visione tecnologica): 1) trasformai fattori di produzione nelloutput finale in modo meccanico e

    prevedibile; 2) massimizza i profitti;

    Limpresa manageriale:

    interazione strategica tra manager e azionisti;

    indipendenza del consiglio di amministrazione;

    relazione rinci ale-a ente

    52

    Limpresa familiare: 1) ununica famiglia (allargata) possiede una quota significativa

    dellimpresa;

    2) coinvolgimento diretto della famiglia nellattivit ordinaria

    dellimpresa; 3) pi di un componente della famiglia con responsabilit manageriali

    significative;

    4) pi generazioni coinvolte.

    Li i l

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    53/297

    Limpresa manageriale

    Linterazione strategica tra manager e azionisti:lazionista (principale) vorrebbe che lagente

    (manager) agisse nel suo interesse, ma ha menoinformazioni rispetto al manager (asimmetrieinformative):

    53

    adverse selection: lagente (manager) meglioinformato rispetto alle proprie capacit di quantopossa esserlo il principale (market for lemons);

    moral hazard: il principale (azionista) non pu

    monitorare in modo efficiente limpegno erogatodallagente nellesercizio delle sue funzioni.

    Fattori (incentivi) che possono spingere i

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    54/297

    ( ) p p g

    manager a massimizzare i profitti Disciplina del mercato del lavoro: se esiste un

    mercato dei manager, questi debbono evitare di crearsi

    una cattiva reputazione: Il manager che ha realizzato una performance negativa

    (bassi profitti) sconter la sua cattiva reputazione sul

    54

    mercato dei manager;

    Esiste un mercato dei manager?;

    Vincoli familiari e fedelt dei manager;

    Il manager pubblico;

    Le strategie rent seeking e il rapporto tra attivit

    dimpresa e scelte politiche.

    Fattori (incentivi) che possono spingere i

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    55/297

    ( ) p p g

    manager a massimizzare i profitti Disciplina del mercato del prodotto: una forte

    competizione sul mercato del prodotto spinge i

    manager a massimizzare i profitti per evitare chelimpresa venga sospinta fuori dal mercato:

    Il confronto con i concorrenti un segnale per valutare

    55

    la produttivit dellimpresa (gli azionisti perdono lo

    svantaggio informativo rispetto ai manager);

    Manager inefficienti cercano di specializzare limpresa

    in produzioni di nicchia o di posizionarla in mercati

    monopolistici (es.:public utilities).

    Fattori (incentivi) che possono spingere i

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    56/297

    ( ) p p g

    manager a massimizzare i profitti Disciplina del mercato dei capitali: se il manager

    non massimizza i profitti, il valore dellimpresa siriduce (< del suo valore potenziale) esponendolaal rischio di scalate (raiders):

    56

    ra er

    management con un management pi efficiente chemassimizza i profitti

    Le imprese pi efficienti corrono minori rischi di

    essere scalate (i manager accorti dovrebberomassimizzare i profitti per ridurre il rischio discalate)

    Teoria dei costi di transazione I

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    57/297

    Teoria dei costi di transazione I

    Coase (1937):le transazioni, ed i costi ad esse associati,

    vengono poste al centro dellanalisi; si abbandona la

    visione tecnologica dellimpresa La strutturaorganizzativa impresa nasce per economizzare sui costi

    di transazione quando :a)lutilizzo del meccanismo dei

    57

    internalizzare le transazioni che in precedenza eranosvolte sul mercato (market failure); b) il ricorso a una

    molteplicit di contratti completi comporta costi di

    negoziazione pi elevati di quelli connessi ad un unico

    contratto incompleto (contratto di lavoro).

    Enrico Santarelli

    Teoria dei costi di transazione II

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    58/297

    Williamson (1975): la teoria dei costi di transazione (TCT) sidiscosta dallapproccio S-C-P in quanto studia lorganizzazione

    interna dellimpresa (anzich assumere a priori che essa persegue un

    comportamento teso alla massimizzazione dei profitti) e descrive

    lambiente in cui questa opera in termini di distribuzione dei costi ditransazione anzich in termini di struttura di mercato. Ipotesi di

    base: 11)) imprese e mercati sono strumenti alternativi per il

    58 Enrico Santarelli

    perfezionamento di determinati insiemi di relazioni; 22))la scelta tra

    impresa e mercato dipende dallefficienza relativa delluna odellaltra modalit di organizzazione delle transazioni; 33))i costi di

    scrittura e di esecuzione dei contratti variano a seconda delle

    caratteristiche dei soggetti coinvolti nella transazione e delle

    propriet del mercato nel quale questa si realizza; 44))gli ostacoli dinatura umana e ambientale alluso del mercato (cio agli scambi

    tra imprese), possono anche impedire il funzionamento efficiente

    dellorganizzazione interna (impresa).

    Teoria dei costi di transazione II ( )

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    59/297

    Teoria dei costi di transazione II (...segue)

    Condizioni ambientali: i) incertezza; ii) numero limitato di

    soggetti coinvolti nello scambio.

    Fattori umani: a) razionalit limitata (H. Simon: limitata

    capacit di prevedere e risolvere problemi complessi); b)opportunismo (funzione diretta del grado di interdipendenza).

    i) + a) lorganizzazione interna consente di economizzare sui

    59

    cost conness a a raz ona t m tata attore umano n tutt

    quei casi in cui il sistema dei prezzi non offre uninformazionesufficiente e lincertezza(condizione ambientale) sostanziale.

    ii) + b) lorganizzazione interna consente di economizzare

    sui costi determinati dallopportunismo (fattore umano) dei

    contraenti e dal fatto che via via che un contratto viene

    rinnovato diminuisce il numero delle parti che effettivamente vi

    partecipano(condizione ambientale).

    Enrico Santarelli

    Teoria dei costi di transazione III

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    60/297

    Teoria dei costi di transazione III

    Dimensioni delle transazioni:

    1) Specificit delle risorse coinvolte:grado(alto, medio,

    basso) di re-deployability di una risorsa ad impieghialternativi; tipo (capitale umano, capitale fisico, luogo,

    marchio);

    60

    2) Condizioni ambientali(incertezza, ecc.);

    3) Fattori umani(razionalit limitata, opportunismo);

    4) Frequenza: una transazione pu essere ricorrente o

    occasionale (quanto pi una transazione frequente, tanto

    pi conveniente risulta la creazione di uno strumentospecifico di organizzazione della transazione stessa).

    T i d i ti di t i IV

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    61/297

    Teoria dei costi di transazione IV

    Lalternativa tra mercato e centralizzazione in funzione della specificit delle risorse e della

    frequenza delle transazioniFrequenza Grado di specificit delle risorse

    Basso Medio Alto

    Occasionale Acquisto macchinario Acquisto macchinario

    Acquisto dedicated asset

    61

    stan ar me amente spec a zzato

    Struttura di governo Mercato Accordo Accordo o centralizzazione

    Ricorrente Acquisto inputs intermedi

    standard

    Acquisto inputs intermedi

    mediamenti specializzati

    Acquisto inputs intermedi

    molto specializzati

    Struttura di governo Mercato Accordo o centralizzazione Centralizzazione

    I confini verticali dellimpresa

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    62/297

    I confini verticali dell impresa

    Cosa determina lestensione verticale delle

    imprese?

    Ogni impresa deve decidere quanti e quali

    stadi del rocesso roduttivo devono essere

    62

    svolti al suo interno: Separazione verticale

    Integrazione verticale

    General Motors Fisher Auto Body (Klein,

    JLE, 2000)

    L'acquisizione di Fisher Body da parte di

    General Motors I

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    63/297

    General Motors I

    1919: 1. Accordo di fornitura di durata decennale, conpossibilit di rinegoziazione dopo i primi cinque anni: FB siimpegna a produrre carrozzerie per GM, realizzandoinvestimenti in impianti e attrezzature molto specifici rispettoa questa transazione. Contratto di exclusive dealing cheimpegna GM a acquistare tutte le carrozzerie da FB.

    -

    63

    .

    corrispondente ai costi variabili (materie prime, energia,salari) di FB + un sovrapprezzo del 17,6%. Il plus copre leanticipazioni che FB deve affrontare per realizzare i suoiimpianti.

    3. GM acquista il 60% di Fisher Body; i 6 fratelli Fishermantengono il controllo sull'azienda : sono al tempo stessodipendenti, ricevendo salari elevati pi il 5% dei profitti, eproprietari, ricevendo dividendi su azioni in loro possesso. Il

    legame tra le 2 imprese molto forte.

    L'acquisizione di Fisher Body da parte di

    G l M t II

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    64/297

    General Motors - II

    1919 - 1924: FB costruisce 14 impianti, di cui 12 contigui aimpianti assemblaggio GM; di questi, 3 sono finanziati da GM;

    1925 - 1926: GM acquista rimanente 40% e diventa unica

    proprietaria di FB. Problemi nellesecuzione del contratto: nel1925 FB rifiuta di spostare da Detroit a Flint (57 miglia)l'impianto per la costruzione di carrozzerie Buick. I costi di questoaccordo diventano toppo alti per GM. Fattori contrattuali che

    64

    - Il contratto oltre la met della propria durata (vincolo alfinanziamento di nuovi impianti);

    - FB produce anche per altre case automobilistiche;

    - FB pu rinegoziare il contratto;

    - Alfred Sloan (CEO di GM) ritiene che la centralizzazione siainevitabile (risorse specifiche e eccessiva rigidit); quando FBrifiuta di costruire il nuovo impianto pur conservando il 17,6%diplus (e pur beneficiando di economie di scala) l'accordo siinterrompe.

    L'acquisizione di Fisher Body da parte di

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    65/297

    General Motors - III

    Fattori economici che determinano lintegrazioneverticale

    Evoluzione del mercato automobilistico:

    Dinamica delladomanda per automobili: + 50% tra 1919 e

    65

    Dinamica della domanda per automobili con carrozzeriachiusa: +17% nel 1920 ; +24% nel 1923; +43% nel 1924;+56% nel 1925; +72% nel 1926.

    Tra 1925 e 1926 il numero di carrozzerie vendute da FB a

    GM aumenta di circa il 200%. Il contratto tra GM e FB diventa toppo gravoso per GM in

    concomitanza con la crescita della domanda. Lacentralizzazione si fa preferire allaccordo.

    Enrico Santarelli

    U-form (struttura funzionale)

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    66/297

    1) La specializzazione per funzioni e il modo pi naturale diorganizzare attivit multifunzionali;

    2) Al crescere della dimensione dimpresa si ha una perdita di

    controllo che va a incidere direttamente sullefficienza interna;

    3) oltre una certa soglia dimensionale, la U-form altera il

    processo decisionale e porta a favorire strategie che non

    66

    . ,

    i) incommensurabilit, cio difficolt di specificazione degliobiettivi delle divisioni funzionali in un modo che contribuisca

    chiaramente agli obiettivi generali dellimpresa;

    ii) non scomponibilit, cio necessit di introdurre ulteriori

    procedure di coordinamento tra le varie parti;

    iii) sovrapposizione tra decisioni strategiche e operative, con

    ulteriore perdita di efficienza organizzativa.

    U-form

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    67/297

    Chandler (1962, 1977) studia le implicazioni dellaseparazione fra propriet e controllo (Berle and

    Means, 1932) per la struttura dellimpresa:

    1)Imprese che operano su una scala produttivarelativamente piccola sono organizzate in divisioni

    funzionali (produzione, vendite, acquisti, etc.);

    67

    2) Al crescere della dimensione dellimpresa (ad es.attraverso la diversificazione del prodotto e

    geografica) le sue divisioni funzionali esistenti

    aumentano a loro volta di dimensione e variet

    (support staff, R&D, etc.);

    3) A causa dellabounded rationality, oltre una certa

    soglia dimensionale la U-form diventa inefficiente.

    U-form

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    68/297

    U form

    Board of Directors

    Corporate Headquarters

    Support Staff

    68

    PersonnelLegal Other

    Finance Sales Production Purchasing R&D

    Product 1 Product 2 Product 3 Product 1 Product 2 Product 3

    M-form (struttura multidivisionale)V i i ll U f

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    69/297

    Vantaggi rispetto alla U-form:

    1) la responsabilit delle decisioni operative attribuita a divisioni

    operative (o quasi-imprese) sostanzialmente indipendenti;

    2)Lo staff collegato alla direzione generale pu dedicarsi al controllo

    delle singole divisioni operative;

    3)La direzione generale pu occuparsi esclusivamente di:

    69

    pianificazione; controllo:

    allocazione delle risorse tra le divisioni operative;

    Performancecomplessiva dellorganizzazione;

    4) La struttura che ne risulta pi razionale e sfrutta meglio lepossibili sinergie:

    linsieme viene ad essere pi efficiente e pi efficace rispetto alla

    somma delle sue parti.

    M-form

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    70/297

    Board of Directors

    Corporate Headquarters

    Support StaffFinance

    70

    Legal Personnel Other

    Product 1 Product 2 Product 3

    Accounting Production R&D

    Purchasing Sales

    I profitti di lungo periodo evidenza empirica

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    71/297

    1 - Imprese diverse ottengono saggi di profitto diversianche nel lungo periodo (verifica dellipotesi dieterogeneit e persistenza dei profitti);

    2 -Lentrata nonrende efficiente il numero di imprese cheproducono nel lungo periodo.

    3 - Mueller (1986): analisi dei tassi di profitto di 600imprese dal 1950 al 1972: 6 ru i di 100 im rese in base al rofitto medio ottenuto a inizio

    71

    periodo (1950-1952);

    Tasso di profitto medio nel periodo (1950-1972) per ciascungruppo;

    Risultato: differenze significative tra le medie dei diversigruppi (nel lungo periodo i profitti NON convergono al livellocompetitivo, altrimenti le differenze tra le 6 medie non sarebbero

    significative). Poich le medie dei diversi gruppi sono diverse, i profitti

    persistono nel lungo periodo.

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    72/297

    Teorie

    dellimprenditorialita

    72

    Perch esistono piccole imprese e imprenditori ?

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    73/297

    Distruzione creatrice (selezione competitiva);

    Tecnologia;

    Differenziazione della domanda;

    Globalizzazione ;

    73

    Terziarizzazione (SMEs nei servizi); Ritorno alle origini (Tocqueville, 1835);

    Inefficienza del mercato dei capitali;

    Politiche pubbliche.

    Teoria della fila di imprenditori

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    74/297

    (Mansfield, 1962)

    ititE

    cit

    Zb

    itC

    ait

    aPit

    E

    ++=

    =

    itlogCitlogPlog

    74

    con:

    Eit= imprese nate nellindustria ial tempo te sopravvissute fino alla finedel periodo, come quota delle attive nellanno precedente quello dello start-up;

    Pit= rapporto fra saggio di rendimento medio in ie in ial tempo t; Cit= capitale necessario per avviare unimpresa di DOM;

    Zit= errore casuale. Industrie: acciaio, automobile, petrolio, pneumatici.

    Enrico Santarelli

    Imprenditorialit: DefinizioneUfficiale

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    75/297

    La Commissione Europea (2008), definisce

    lImprenditorialitcome lacapacit di un

    individuo di trasformare idee in azioni.Cheinclude creativit, innovazione e

    ,

    capacit di pianificare e gestire progetti alloscopo di raggiungere obiettivi.

    75

    Imprenditorialit: Ruolo (in generale)

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    76/297

    Quella dellimprenditore allo stesso tempo unadelle figure pi intriganti e pi sfuggenti

    nellanalisi economica. A lungo riconosciuto come

    il vertice della gerarchia che determina il

    comportamento dellimpresa e per questo assume

    una grande responsabilit per la vitalit della societ

    basata sulla libert dimpresa (Baumol, 1968, p.

    64).

    Proprietari-manager di piccole imprese guidano la

    maggioranza delle imprese in molti paesi (Parker,

    2009, p. 1):

    Producendo beni e servizi generalmente ignorati

    dalle grandi imprese.76

    Prime teorie dellimprenditorialit

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    77/297

    1- Arbitraggio, assunzione di rischio, incertezza.Richard Cantillon (1755) ha evidenziato il ruolodellimprenditore come arbitraggista o speculatore che conducele attivit di scambio e ne assume il rischio come risultato

    dellacquistare a prezzi certi e rivendere a prezzi incerti:- Rischio e profitto: chiunque percepisca un reddito incerto pu essere

    considerato un imprenditore.

    - Imprenditore di successo: supera la paralisi generata

    dallincertezza, rende possibile il realizzarsi della produzione e delloscambio, consente di raggiungere lequilibrio.

    - Imprenditore non di successo: cessa lattivit, in un meccanismonel quale solo i pi adatti sopravvivono.

    - Entranti: entrano in scena quando e dove vi persistenza dei profittinel lungo periodo;

    - Innovazione: NO

    - Percezione e intuito: SI77

    Prime teorie dellimprenditorialit

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    78/297

    1.2- Coordinamento dei fattori di produzione.

    Jean-Baptiste Say (1828): il principale contributo

    dellimprenditore consiste nel combinare e coordinare ifattori della produzione, tenendo per s il residuo sotto

    .

    dellimprenditore:- Saggezza.

    - Perseveranza.

    - Esperienza.

    - Capacit di risolvere problemi.

    78

    Prime teorie dellimprenditorialit

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    79/297

    2- Imprenditorialit, rischio, e incertezza.Frank Knight (1973, 1985): gli individui sono opportunisti epossono diventare imprenditori quando i rendimenti attesi,scontati di un fattore di rischio, sono relativamente favorevoli o,

    in alternativa, possono diventare lavoratori dipendenti quando illavoro salariato pi conveniente. Gli imprenditori hannoinformazione limitata rispetto alle fonti di approvvigionamento

    r sorse na ura , a cam amen o ecno og co e a prezz . e

    loro caratteristiche salienti sono :- Autostima.

    - Saggezza.

    - Carattere avventuroso.

    - Lungimiranza.- Fortuna.

    - Perspicacia.

    79

    3.1- Innovazioni e distruzione creatrice.

    Imprenditorialit Schumpeteriana

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    80/297

    Joseph Schumpeter (1912, 1934, 1942):limprenditorialit implica linnovazione.Limprenditore non opera cambiamenti graduali ai

    metodi di produzione, ma sviluppa nuovi prodotti,modifica routine consolidate ed la forza trainantedello svilu o economico. Lim renditore:

    - Non un assuntore di rischio: finanziatoriesterni (capitalisti, banchieri) si fanno carico delrischio connesso allo svolgimento di attivitimprenditoriali.

    - No Intrapreneurship:con lavvento delle grandiimprese capitalistiche scompare la figuradellimprenditore.

    80

    Imprenditorialit Schumpeteriana

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    81/297

    3.1- ..continuazione. Gli individui imprenditorialmente attivi sono le forze

    trainanti del cambiamento strutturale (agenti di

    cambiamento);

    Gli imprenditori sono figure energiche che mettono inmostra le loro caratteristiche essenziali introducendo il

    nuovo in varie attivit e che si discostano dalle routine

    standardizzate alle quali i manager uniformano i propri

    comportamenti (Schumpeter, 1911, p. 171).

    Soltanto nelle economie contemporanee queste figure

    energiche hanno assunto un ruolo cos importante da

    andare a rappresentare una classe speciale di soggettieconomici e da ricevere la denominazione di

    imprenditori.

    81

    Teorie dellimprenditorialit

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    82/297

    4.1- Limprenditore attento (alert).Israel Kirzner (1973, 1985): importanzadellimprenditore come intermediario e arbitraggistacapace di cogliere opportunit di profitto sottovalutateo non percepite dagli altri individui:

    - Alertness:la lucidit mentale che porta limprenditorea scopr re pr ma a tr non v ene sp egata e non vengono

    fornite indicazioni su come essa potrebbe essere sviluppata(politiche per la diffusione della consapevolezzaimprenditoriale?):

    - Gifford (1998): modello kirzneriano nel quale gliimprenditori dotati di maggiori competenze managerialihanno maggiore probabilit di percepire nuove opportunit(sono cio pi alert).

    82

    Teorie dellimprenditorialit

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    83/297

    4.2- Leadership e motivazione.Harvey Leibenstein (1968): gli imprenditoriintroducono cambiamenti di natura graduale aiprodotti e ai processi produttivi esistenti, attraversouna combinazione di leadership, motivazione, capacitdi risolvere situazioni critiche di assumere rischio. Ine ett :

    - Le grandi imprese burocratizzate possono trovareeccessivamente costosa lintroduzione di innovazioniradicali poich, a causa di possibili problemi di agenzia,

    esse potrebbero preferire lo sviluppo di innovazioniincrementali, anche se queste garantiscono rendimenti pibassi, a quello di innovazioni.

    83

    4.3- Aspetti personali o psicologici

    Teorie dellimprenditorialit

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    84/297

    p p p g.Gli imprenditori di successo hanno speciali, innate

    caratteristiche individuali :

    - Necessit di riuscire. Una societ con un alto livello diquesta caratteristica produrr imprenditori pi determinati.

    - Elevato internal locus of control. Gli imprenditori hannoa conv nz one nna a c e a oro per ormance pen a

    prevalentemente dalle loro azioni, anzich da fattori esterni.- Tolleranza dellambiguit. Gli imprenditori hanno una

    capacit maggiore di quella dei dipendenti di operare inambienti nei quali il contesto complessivo mal definito o

    ambiguo (preferenza per lincertezza?).- Altro. Competitivit, sicurezza, impazienza, egoismo,

    intuizione, coscienziosit, disponibilit a fare nuove esperienze,ecc.

    84

    Il modello della scelta occupazionale

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    85/297

    1 Agenti omogenei

    Principali differenze tra prime e moderne teoriedellimprenditorialit:

    - Dominanza del paradigma della massimizzazionedellutilit attesa in quelle moderne:

    -Gli individui scelgono tra diventare imprenditori e

    lavorare alle dipendenze (o restare disoccupati) (scelta occupazionale)- Uso esplicito di assunzioni semplificatrici:

    -Esistenza di mercati concorrenziali del prodotto;

    -Tecnologia conosciuta e accessibile;

    -Lavoratori e imprenditori price-takers nei rispettivimercati.

    85

    U(y) una funzione crescente di y:

    Il modello della scelta occupazionale

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    86/297

    - (a) funzione concava di y: unit addizionali di y fanno aumentare U diquantit progressivamente minori;

    - (b) funzione convessa di y: unit addizionali di y fanno aumentare U diquantit progressivamente minori;

    - (c) funzione lineare di y: implica neutralit rispetto al rischio

    86

    1 1 A i i d ll i

    Il modello della scelta occupazionale

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    87/297

    1.1 Agenti omogenei: modello statico

    Gli individui scelgono tra lavorare per un salario (w)e produrre un dato output come imprenditori per un

    profitto (). Se > w, I lavoratori decidono didiventare imprenditori:

    -

    ridurre il suo prezzo di vendita, determinando una riduzione di fino al livello in cui esso eguagliaw:

    - non pu essere inferiore awperch altrimenti gliimprenditori cesserebbero lattivit, con conseguente riduzione

    delloutput e aumento del prezzo.- Ne consegue che = w una condizione di

    equilibrio.

    87

    1 2 A i i d ll di i

    Il modello della scelta occupazionale

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    88/297

    1.2 Agenti omogenei: modello dinamicoGli individui possono incorrere in costi ditransizione tra occupazioni. Che possono essere:

    - Non-monetari: alterazione di uno stile di vitaacquisito, stress da cambiamento, umiliazione dafallimento.

    - Economici: perdita di esperienza specifica rispettoal settore, costi di reperimento di capitale di rischio peravviare una nuova impresa, costi di aggiornamentoprofessionale, altri costi relativi a barriere alluscita:

    - costi irrecuperabili connessi a capitale conlimitato valore sul mercato secondario, impegni gi presi con iclienti, etc.

    88

    1.3 Agenti omogenei: modello dinamico

    S tt li i t li i di id i d ti di i

    Il modello della scelta occupazionale

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    89/297

    Sotto quali circostanze gli individui passano da un tipo di occupazionead un altro (Dixit and Rob, 1994)?

    a) Diventano imprenditori soltanto quando il reddito da attivitimprenditoriali si avvicina a un qualche punto di svolta superiore.

    b) Abbandonano lattivit imprenditoriale in presenza di unabbassamento del reddito da attivit imprenditoriali verso un punto disvolta inferiore.

    c ra quest ue va or sog a pre er scono non cam are t po

    occupazione, che significa:- che vi isteresi (cio path-dependence) nella scelta occupazionale, con

    gli individui che potrebbero continuare a fare gli imprenditori anche qualora irendimenti attesi da questa attivit in un dato periodo fossero inferiori a quellidi occupazioni alternative. In effetti:

    i) Potrebbero esserci costi di transizione;

    ii) Potrebbe essere conveniente non spostarsi in attesa di un possibilemiglioramento nelle condizioni (reddito) relative al il tipo di occupazione attualmentemeno vantaggiosa.

    89

    1.4 Oxenfeldt (1943)

    Y E(Y Yw)

    Il modello della scelta occupazionale

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    90/297

    Y = E(Y- Yw)R = f[var(Yse)] Il rischio pu offrire agli individui una

    opzione ad aspettare prima di passare da unoccupazione adunaltra (Dixit, 1989);

    SwC =Switching costs();Ient= Incentivo imprenditoriale;

    90

    con:

    R = fattore di rischio (imprenditorialit);

    Yw= reddito atteso dalla scelta di un lavoro alle dipendenze;

    Y= reddito atteso dalla scelta di diventare imprenditori;Y = Y- Yw;

    La probabilit di esercitare lopzione imprenditorialit pialta quando I

    ent> 0.

    ,,+

    = went

    Scelta occupazionale verifiche empiriche La decisione di avviare unimpresa pu essere rappresentata come

    scelta reddituale (Oxenfeldt 1943) tra la posizione di lavoratore

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    91/297

    Creedy - Johnson (1983) R= 5.325 + 0.079log- 0.674logY - 0.092logC + u

    scelta reddituale (Oxenfeldt, 1943) tra la posizione di lavoratoredipendente e quella di imprenditore. Lentrata sarebbe dunque

    maggiore in presenza di un tasso di disoccupazione pi elevato o di

    insicurezza del lavoro alle dipendenze.

    91

    (4.202)* (2.135)* (-4.973)* (-3,917)

    * = t di Student

    R = tasso di entrata (netto): rapporto tra imprese nate e occupati di sesso

    maschile

    = profitti lordi per impresa Y = salario medio di un occupato di sesso maschile

    C = capitale netto medio nelle piccole imprese

    Scelta occupazionale verifiche empiriche:

    analisi cross-section vs. time-series

    H ilt (1989) H ilt (1989)

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    92/297

    Hamilton (1989)Yt= 49.46 1.71Ut-1- 0.003 Mt -1

    (.) (-4.36)* (-3.19)*

    R

    2

    = 0.33* = t di Student

    Stime cross-section

    Hamilton (1989) Yt= -0.154 + 0.12Ut-1-0.003U

    2t -1

    . (.) (8.158)* (-3.588)*

    R

    2

    = 0.942 * = t di Student

    Stime time series (1950-84)

    92

    t = uove scr z on -

    83/forze di lavoro 1981;Ut-1= tasso di disoccupazione in

    ogni contea scozzese nel 1979;

    Mt-1= percentuale delloccupazione

    locale impiegata nel settoremanifatturiero.

    t = uove mprese popo az one

    residente ; U = tasso di disoccupazione in

    Scozia;

    La correlazione fra U e Y diventa

    negativa quando U > 18%.

    Enrico Santarelli

    Effetto incubatrice

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    93/297

    Gudgin (1978); cf. anche Storey (1982)

    Ei= -0.320 + 0.011X1i- 0.048X2i R2 = 0.59

    . (.) (0.002)* (-0.008)* * = standard error

    93

    Ei= tasso netto di entrata (8 anni, ma sopravvissute per

    almeno 20);

    X1i = percentuale di impianti con < 20 addetti;

    X2i = tasso di variazione delloccupazione nel periodo.

    Enrico Santarelli

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    94/297

    Nuove imprese e

    imprenditorialit

    Analisi empiriche dellentrata, della

    sopravvivenza e della crescita

    delle nuove imprese:

    94

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    95/297

    La selezione competitiva

    95

    Tassi di entrata e di uscita

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    96/297

    Secondo il modello di concorrenza perfetta, in ogni

    periodo avremo:

    1 entrata: nelle industrie in cui le imprese attive

    ottengono extra-profitti;

    2 uscita: dalle industrie in cui le imprese attive

    96

    ottengono profitti inferiori a quelli normali.

    Evidenza empirica: entrata e uscita si verificano

    simultaneamente, con entrata lorda e uscita lorda che

    risultano molto pi elevate dellentrata netta.

    Enrico Santarelli

    Il meccanismo di ENTRATA/USCITA

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    97/297

    Il meccanismo di ENTRATA/USCITA

    Gli studi teorici sullimprenditorialit (Cantillon,

    Knight, ecc.) mostrano che lentrata unattivitrischiosa, sovente destinata a risultare nelluscita. Ne

    97

    meccanismo di selezione capace di individuare leimprese efficienti abbastanza da poter sopravvivere in

    una certa industria, che un meccanismo di

    aggiustamento automatico capace di spingere verso

    zero i profitti delle imprese esistenti.

    I tassi di entrata e di uscita

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    98/297

    Paese Entrata lorda Uscita lorda Entrata netta

    Belgium/m 5.8 6.3 -0.5

    Belgium/s 13.0 12.2 0.8

    Canada 4.0 4.8 -0.8

    98

    FRG 3.8 4.6 -0.8

    Korea 3.3 5.7 -2.4

    Norway 8.2 8.7 -0.5

    Portugal 12.3 9.5 2.8

    UK 6.5 5.1 1.4US 7.7 7.0 0.7

    Concorrenza perfetta 1 Atomicit:

    Molte imprese ognuna delle quali cos piccola da

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    99/297

    Molte imprese, ognuna delle quali cos piccola danon influenzare il comportamento delle altre

    2 Omogeneit del prodotto

    Tutte le imprese offrono lo stesso prodotto 3 Informazione perfetta

    99

    i prezzi fissati da tutte le imprese

    4 Simmetria tecnologica

    Tutte le imprese hanno accesso alla stessatecnologia

    5 Libert di entrata Qualunque impresa pu entrare o uscire

    liberamente dal mercato

    Selezione competitiva

    1 Le imprese sono price taker;

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    100/297

    1 Le impresesono price taker; 2 Il prodotto omogeneo;

    3 Linformazionesui prezzi perfetta;

    4 Non tutte le imprese hanno accesso allastessa tecnologia;

    100

    5 Le imprese sostengono un costo

    irrecuperabile per entrare nel mercato. Eterogeneit delle imprese:

    Imprese diverse hanno gradi di efficienza (e

    funzioni di costo) diversi;Ciascuna impresa incerta rispetto al proprio

    livello di efficienza

    JOVANOVIC Selezione competitiva - 1

    Jovanovic (Ec, 1982) passive learning:

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    101/297

    Jovanovic (Ec, 1982) passive learning: 1) piccola industria con prodotto omogeneo;

    2) profilo temporale della domanda deterministico(conosciuto a priori) e time-invariant;

    3) fattori offerti a prezzi costanti.

    4) le imprese hanno inizialmente caratteristiche

    101

    (efficiency parameters) incerte e time-invariant

    (eterogeneit); 5) per ogni impresa la media dei propri costi una

    proxy dei propri costi reali (incertezza relativa aicosti);

    6) in ogni periodo ciascuna impresa deve fissare lapropria strategia: uscire, proseguire con la stessadimensione, crescere, o ridurre la propria capacitproduttiva.

    Enrico Santarelli

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    102/297

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    103/297

    Lentrata

    103

    Come misurare il processo di

    formazione delle nuove imprese?

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    104/297

    formazione delle nuove imprese?

    Costruzione di indici (natalit, mortalit,

    fertilit.)

    104

    Ogni indice:

    - ci offre una visione diversa, anche

    se dello stesso fenomeno.

    - sottende una teoria economica diversa.

    Enrico Santarelli

    Misure di demografia imprenditoriale

    INDICE DI NATALITA: dal rapporto fra le imprese

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    105/297

    INDICE DI NATALITA : dal rapporto fra le impresenate (per cento) e le attive.

    INDICE DI MORTALITA: rapporto fra le imprese

    cessate (per cento) e le operative. INDICE DI SVILUPPO: rapporto fra il saldo (nate

    cessate e le attive er cento .

    105

    INDICE DI DINAMICA: rapporto fra la somma(nate +

    cessate)e le attive (per cento). TASSO DI IMPRENDITORIALITA (standard):

    calcolato come quota dei proprietari di impresa(business owners) sul totale delle forze di lavoro (per

    cento). TASSO DI IMPRENDITORIALITA (entrata):

    Enrico Santarelli

    Tasso di natalit (nuove imprese/num ero medio di

    imprese) e tasso di mortalit(imprese cessate/num ero

    medio di im prese). Italia (1985-89)

    Settori Natalit MortalitEstr. e preparazione miner. metalliferi 6,10 9,81

    Prod e prima tra forma ione metalli 6 75 6 01

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    106/297

    Produz. e prima trasformazione metalli 6,75 6,01

    Estrazione minerali non metalliferi 5,53 7,44

    Lavorazione minerali non metalliferi 6,30 6,73

    Chimica 6,59 6,40

    Fibre 8,47 8,84

    Costruzione prodotti in metalli 8,68 6,86

    Macchine e materiale meccanico 7,54 6,86

    Macchine ufficio e elaborazione dati 23,38 4,61

    Costruzione e installazione impiant i 10,65 7,32

    Autoveico li, carrozzerie e parti 7,97 6,67

    106

    r mezz raspor o , ,

    Strumenti e apparecchi di precisione 11,45 7,41

    Alimentari di base 8,30 7,85

    Zucchero, bevande, tabacco 8,28 6,96Tessili 9,51 8,63

    Pelli e cuoio 9,93 9,60

    Calzature e abbigliamento 11,96 9,61

    Mobili e legno 7,37 7,95

    Carta, stampa, editoria 8,61 6,25

    Gomma e plastica 8,69 7,04

    Totale trasformazione industriale 9,21 7,77varianza 13.772 1.861

    r (natalit/mortalit) -0,318 0,312*

    * escludendo Macchine ufficio e elaborazione dati

    Enrico Santarelli

    Tasso di natalit (nuove imprese/numero medio

    addetti) e tasso di mortalit (imprese cessate/numero

    medio di addetti). Italia (1985-89)Settori Natalit Mortalit

    Estr. e preparazione miner. metalliferi 0,14 0,23Produz. e prima trasformazione metalli 0,13 0,12

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    107/297

    Estrazione minerali non metalliferi 0,55 0,74

    Lavorazione miner. non metalliferi 0,44 0,47

    Chimica 0,13 0,12

    Fibre 0,06 0,06

    Costruzione prodotti in metalli 0,88 0,70

    Macchine e materiale meccanico 0,42 0,38Macchine ufficio e elaborazione dati 0,33 0,07

    Costruzione e installazione impianti 0,53 0,36

    Autoveicoli, carrozzerie e parti 0,04 0,04

    Altri mezzi di trasporto 0,13 0,10

    107

    Strumenti e apparecchi di precisione 1,17 0,76

    Alimentari di base 1,15 1,09

    Zucchero, bevande, tabacco 0,39 0,33

    Tessili 0,60 0,55Pelli e cuoio 1,06 1,03

    Calzature e abbigliamento 1,00 0,80

    Mobili e legno 1,10 1,19

    Carta, stampa, editoria 0,65 0,48

    Gomma e plastica 0,55 0,45

    Totale trasformazione industriale 0,66 0,56

    varianza 0,193 0,137 r(natalit/mortalit) 0,938

    Enrico Santarelli

    Nuove imprese e processi di mercato

    Start-upo entrata

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    108/297

    p

    Selezione competitiva

    Effetti sul lato dellofferta:

    - Maggiore efficienza;- Accelerazione del cambiamento

    strutturale;

    108

    Nuove capacit:

    Sviluppo di

    nuove imprese

    (crescita internae esterna)

    Distruzione di

    capacit:

    Declino o

    chiusura diincumbents

    - nnovaz one;

    - Maggiore variet produttiva;

    Aumento della competitivit

    Crescita economica

    Una tassonomia delle nuove imprese - 1

    1) h f ifi

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    109/297

    1) schumpeteriane, nate per sfruttare una specificainnovazione tecnologica o allo scopo di avviare/perpetuareuna dinastiaimprenditoriale di successo;

    2) younghiane, nate in conseguenza di un processo dispecializzazione e divisione del lavoro tra imprese come

    109

    que o escr tto ne one nterpretat vo c e va a am m t

    a Gorge Stigler ad Allyn Young; 3)opportunistiche, nate per sfruttare specifiche opportunit dimercato o accedere a sussidi e agevolazioni varie;

    4) intrinsecamente marginali (necessity entrepreneurship),

    nate per sfuggire alla disoccupazione; coincidenti con il self-employment(autoimpiego).

    Una tassonomia delle nuove imprese - 2

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    110/297

    110

    Italia imprese registrate per settore di attivit

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    111/297

    111

    Business ownership

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    112/297

    112

    Source: Audretsch et al., 2004.

    Determinanti dellostart-up in Italia

    Santarelli - Sterlacchini (1994)

    NAT OCCIES FPI PROF

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    113/297

    NATit = a0+ a1OCCIESi, t-1+ a2FPIi,t-1+ a3PROFi,t-1- a4RETRi,t-1+ ui,t

    ui,t= termine di errore i = 1, 2, , 21 (industrie della trasformazione industriale)

    113

    OCCIESi, t-1= tasso di variazione delloccupazione nelle

    imprese attive FPIi,t-1= quota di fatturato delle imprese con addetti tra 20

    e 49

    PROFi,t-1= indice di profittabilit settoriale standardizzato RETRi,t-1= indice standardizzato della retribuzione media

    per addetto

    Enrico Santarelli

    Stime del modello LSDV (21 osservazioni settoriali per quattro anni: 1986, 1987,

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    114/297

    1988, 1989 (*)

    Var. dip. Cost. D86 D87 D88 OCCIES FPI PROF RETR R2 agg. F

    NAT/IMP8.084

    (7.86)

    3.570

    (3.03)

    5.134

    (4.27)

    2.679

    (2.34)

    1.421

    (6.38)

    -9.396

    (-3.30)

    0.36 10.44

    5.773

    (7.29)

    3.451

    (3.15)

    4.792

    (4.30)

    2.541

    (2.39)

    1.279

    (6.21)

    1.691

    (5.03)

    0.45 14.66

    5.773

    7.25

    3.466

    3.15

    4.848

    4.27

    2.555

    2.39

    1.289

    6.16

    -0.126

    0.33

    1.726

    4.87

    0.45 12.09

    114

    NAT/ADD-0-045

    (-0.56)

    0.271

    (2.90)

    0.346

    (3.63)

    0.223

    (2.46)

    0.097

    (5.50)

    1.905

    (8.46)

    0.58 23.52

    0.34

    (5.36)

    0.286

    (2.82)

    0.405

    (3.91)

    0.246

    (2.49)

    0.121

    (6.34)

    -0.217

    (6.94)

    0.50 17.41

    0.394

    (5.49)

    0.296

    (2.98)

    0.439

    (4.30)

    0.254

    (2.64)

    0.127

    (6.75)

    -0.077

    (-2.21)

    -0.196

    (-6.13)

    0.52 16.06

    * tutte le esplicative sono ritardate rispetto alla dipendente; tdi Student fra parentesi.

    Enrico Santarelli

    Il Global Entrepreneurship Monitor

    (http://www.gemconsortium.org/)

    E basato su una definizione generale di

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    115/297

    imprenditorialit, che comprende: Fase dello start-up, precedente allavvio dellimpresa;

    Giovani imprese, fino a 3.5 anni di et;

    Alcune delle quali innovative e orientate alla crescita, la

    maggioranza no;

    Intrapreneurs, cio individui che lavorano alle dipendenza peraltre imprese ma che pensano di avviarne una propria;

    Procedure di misurazione Surveyssu campioni rappresentativi della popolazione adulta.

    Growth

    Total Entrepreneurial Activity

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    116/297

    Adult

    Population

    PersistFirm

    Birth?Start-up Processes

    Business

    FirmPopulation

    Quit

    Gestation Phase NewFirm

    0 3.5 Yrs

    Total Entrepreneurial Activity Index

    EstablishedFirm

    NE = Nascent Entrepreneur; NI = Nascent Intrapreneur

    TEA Average [1-4 yrs:2000 to 2004]

    35,00

    Total Entrepreneurial Activity

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    117/297

    20,00

    25,00

    30,00

    old

    [95%

    confid

    enceinterval]

    0,00

    5,00

    10,00

    15,00

    CROATIA

    H

    KONG

    J

    APAN

    BELGIUM

    C

    TAIPE

    SLOVENI

    FRANCE

    R

    USSIA

    NETHERL

    SW

    EDEN

    SI

    NGAPO

    GE

    RMANY

    SPAIN

    UK

    I

    SRAEL

    S

    AFRIC

    G

    REECE

    F

    INLAND

    DE

    NMARK

    POLAND

    PO

    RTUGA

    SWITZER

    ITALY

    HU

    NGARY

    NO

    RWAY

    IR

    ELAND

    CA

    NADA

    IC

    ELAND

    CHINA

    US

    AU

    STRAL

    INDIA

    ARGENTI

    B

    RAZIL

    N

    ZEALA

    K

    OREA

    CHILE

    M

    EXICO

    THAILAN

    VE

    NEZUE

    UG

    ANDA

    AllCo

    untries

    Numberper10018to64yr

    117

    Total Persons Active in Start-up and New Firms by Country [2000-2003]

    Total Entrepreneurial Activity

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    118/297

    100.000

    1.000.000

    ld[1,0

    00s]

    1

    10

    100

    1.000

    10.000

    IS SL HR H K SG FI DK IR BE SE NO IL NZ SE NL HU GR TW F R PL AU ZA CL ES IT CA JP UK RU D E U G AR VE KR MX TH BR US CN IN

    Numberpersons18-64YearsO

    118

    Annual Contribution of New Firms to Current Job Pool: 2002

    Total Entrepreneurial Activity

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    119/297

    15.00%

    20.00%

    25.00%

    [95%c

    onfiden

    ceintervals]

    0.00%

    5.00%

    10.00%

    JAPAN

    BELGIUM

    FRANCE

    SAFRICA

    SWEDEN

    H

    KONG

    FINLAND

    SINGAPORE

    PORTUGAL

    DENMARK

    SPAIN

    ITALY

    SWITZERLAND

    NETHERLAND

    NORWAY

    INDIA

    UK

    SLOVENIA

    GERMANY

    POLAND

    CROATIA

    HUNGARY

    CANADA

    RUSSIA

    BRAZIL

    C

    TAIPE

    I

    GREECE

    MEXICO

    ICELAND

    AUSTRALIA

    N

    ZEALAND

    ISRAEL

    ARGENTIA

    IRELAND

    THAILAND

    US

    CHILE

    CHINA

    KOREA

    VENEZUELA

    CountryAverage

    PercentageofNationalE

    m

    ployment

    119

    TEA Rates and National Economic Growth: 1 Year Lag [Pooled data]

    Total Entrepreneurial Activity

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    120/297

    25.000

    30.000

    35.000

    4yrsold]

    R = 0.45

    0.000

    5.000

    10.000

    15.000

    20.000

    -4.00 -2.00 0.00 2.00 4.00 6.00 8.00 10.00

    Percent Growth in GDP, Local Currency, Constant Prices

    TEA[

    #/100pe

    rsons18-6

    120

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    121/297

    La sopravvivenza

    121

    ANALISI DELLA SOPRAVVIVENZA E

    DELLUSCITA

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    122/297

    Perch i tassi di sopravvivenza sono cos bassi?

    1: Tentano di entrare pi imprese di quelle che il mercato

    122

    2: Penuria di risorse finanziarie e supporto esterno ingenere (barriere allentrata troppo alte?)

    3: Penuria di capacit imprenditoriali e manageriali

    (processi di apprendimento troppo lenti nelle nuove imprese?)

    LA DIMENSIONE INIZIALE E UN BUON

    PREDITTORE DELLA SOPRAVVIVENZA?Molti studi hanno individuato una relazione positiva tra dimensioneiniziale e sopravvivenza(cfr. Audretsch e Mahmood, RESTAT, 1995;

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    123/297

    Mata, Portugal e Guimaraes,IJIO, 1995).

    In alcune situazioni industria manifatturiera italiana, dominata dalle

    piccole imprese praticamente tutte le nuove imprese entrano con una

    dimensione sub-ottimale. Questo rende la dimensione iniziale

    123

    scarsamente informativa rispetto alla probabilit di sopravvivenza.

    Taymaz e Kksal (2006) considerano la dimensione iniziale unavariabile endogena dei modelli di sopravvivenza. Gli imprenditori la

    scelgono in base al rischio di fallimento:

    - Quanto maggiore il rischio tanto pi piccola la dimensione

    Di conseguenza, il risultato empirico che lega la dimensione iniziale auna maggiore probabilit di sopravvivenza potrebbe essere considerato

    spurio.

    ANALISI DELLA SOPRAVVIVENZA I

    Il d ll di i li t di i h l i bil

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    124/297

    Il modello di regressione lineare pu essere usato a condizione che la variabile

    dipendente sia continua e che sia possibile misurarla per tutti i casi contenuti nel

    campione oggetto di interesse

    Esso non pu dunque essere impiegato nel caso di variabili dipendenti:

    BINARIE. Sono uelle che resentano solo due cate orie: ven ono utilizzate er

    124

    indicare il realizzarsi di un evento o la presenza, nelle osservazioni, di una

    determinata caratteristica.

    CENSURATE O TRONCATE. Sono quelle che non risultano osservabili oltre

    una determinata soglia o che non soddisfano determinati requisiti.

    ANALISI DELLA SOPRAVVIVENZA II

    Nel caso delle variabili binarie si utilizzer un modello probabilistico, nel

    quale Prob(si verifica levento j) = Prob(Y = j) = F[ Xfattori esplicativi ]

    Di conseguenza

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    125/297

    Di conseguenza

    Prob(Y=1) = F(X)

    Prob(Y=0) = 1 - F(X)

    Il roblema la forma funzionale di F.

    125

    PROBIT

    Ipotizzando per F una distribuzione normale, si ottiene il cosiddetto modello

    robitin cui:

    )'(2

    1)()1(Prob' 2

    2

    'XdtedttY

    Xt

    X

    ====

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    126/297

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    127/297

    ANALISI DELLA SOPRAVVIVENZA VI

    Variabili troncate: la principale differenzarispetto alla censura che il troncamento

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    128/297

    rispetto alla censura che il troncamento osservabile soltanto quando si realizza un certo

    evento, con la conseguenza che soltanto la parte diuna distribuzione sopra y = 0 viene considerata per

    128

    lanalisi. Es.: unimpresa entra in unindustria

    dopo aver operato per un numero imprecisato dianni in unaltra (entrata per diversificazione), onelleconomia informale (entrata per emersione);importanza della fase di gestazione (Total

    Entrepreneurial Activity).

    ANALISI DELLA SOPRAVVIVENZA VII

    Nel caso delle variabili censurate, la distribuzione che si applica la campione un

    misto di distribuzioni discrete e continue. Per questo, si potr usare un modello

    TOBIT:

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    129/297

    iix'

    *

    iy +=

    129

    con:

    scegliendo Tcome valore soglia.Sono richieste stime di massima verosimiglianza.

    Tyseyy

    TyseTy

    iii

    ii

    >=

    =**

    *

    0

    Num ero nuove imp rese, loro dime nsione iniziale e tassi di

    sopravvivenza settoriali: 1987-93

    Settore N Start-up sizea % sopra v. 1/93

    E str. e lav. metalli 16 7 .9(13.08)

    81.3%

    M eta llurgico 29 28.4(74.86)

    65.5%

    E str. e lav. min. non metallif. 20 6 .3(7 .05)

    60%

    V etro, ecc. 73 13.73(22.41)

    57.5%

  • 8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo

    130/297

    C himica 49 65.88(196.20)

    55.1%

    Prodotti in metallo 118 9.11(13.43)

    55.9%

    M eccanica 10120.24(48.46) 70.3%

    M acchine ufficio 7 7.43(14.05)

    37.5%

    M ecc. elettrica ed elettronica 129 12.43(38.92)

    64.3%

    A ltri mezzi di tras orto 20 19.5 55.0%

    130

    (38.86)

    Strum . e a pp. scientif. e prof. 214 12.17(30.18)

    61.2%

    A limenta ri 82 11.07(35.16)

    47.6%

    Zucchero, bevande 27 14.6(31.23)

    66.7%

    Tessili 102 15.6(29.55)

    52.9%

    Prodotti in pelle 54 9.74(15.48)

    61.1%

    C alzature e abbigliamento 231 14.61(34.62)

    48.5%

    M obili e legno 115 11.51(24.58)

    60.9%

    C arta e stampa 109 10.23(24.57)

    55.0%

    G omma e plastica 85 7.23(9 .60)

    77.6%

    a = deviazione standard fra parentesi

    Tassi di sopravvivenza e di azzardo delle nuove imprese nellindustria italiana: 1987-93

    Mese SOPRAVV. AZZA