LEZIONI DI ECONOMIA INDUSTRIALE CAPITOLO VI LA TUTELA DEL ...
Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo
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8/10/2019 Economia Industriale Bo20102011santarelliprimo Periodo
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Economia IndustrialeLezioni 1 periodo
Alma Mater Studiorum Universit di Bologna Facolt di Scienze Statistiche
Laurea Magistrale in Statistica, Economia e ImpresaAnno Accademico 2010 - 2011
1
Prof. Enrico [email protected]
(Piazza Scaravilli, 2 3 piano)Web: http://www2.dse.unibo.it/santarel/
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Economia Industriale
DESCRIZIONE DEL CORSO: Il corso forniscegli strumenti necessari per lo studio della dinamicadelle imprese e dei settori industriali.
OBIETTIVI: Fornire agli studenti la capacit dicomprendere i modelli teorici delleconomiaindustriale e di applicarli allanalisi di situazionireali.
2
MODALITA DELLA DIDATTICA: Il corsorichiede agli studenti lapplicazione dei modellidiscussi in aula a decisioni manageriali concrete.
PROVE E VALUTAZIONE DELLOSTUDENTE FREQUENTANTE: Esame scrittofinale (60%), Stesura e presentazione di un rapporto(40%).
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Economia industriale
BIBLIOGRAFIA: Testo di base: CABRAL, Luis,EconomiaIndustriale (Carocci, Roma: presenta una visione organicadei principali temi teorici), Capitoli 1, 3, 5, 6, 7, 9, 10, 12, 13,14.
Altro materiale didattico: Osterman, P. (1994), How Common is WorkplaceTransformation and Who Adopts It, Industrial and Labour
Relations Review, 47(2), 173-188; Piva, M., E. Santarelli e M.Vivarelli (2005), The Skill Bias Effect of Technological and
3
rgan sa ona ange: v ence an o cy mp ca ons ,Research Policy, 34(2), 141-157; Acs, Z., D. Audretsch, P.Braunerhjelm, B. Carlsson (2009) The Knowledge SpilloverTheory of Entrepreneurship,Small Business Economics, 32(1),pp. 15-30.
- Lucidi utilizzati nelle lezioni;
- Articoli 81-86 del Trattato UE (Tutela della Concorrenza); - Articoli 87-88 del Trattato UE (Aiuti di Stato);
Il materiale didattico verr reso disponibile nella paginaweb del docente: http://www2.dse.unibo.it/santarel/.
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Organizzazione dimpresa e economia industriale
Negli USA: Industrial Organization; In Europa: IndustrialEconomics.
Industria: ogni attivit di affari svolta su larga scala, come
lindustria turistica. Leconomia industriale si occupa:
del funzionamento dei mercati e delle industrie;
del modo in cui le imprese si organizzano per competere luna con laltra,
4
con part co are attenz one per a oro struttura nterna:
Pratiche di lavoro;
Gestione delle Risorse Umane;
Gestione dei processi innovativi (Economia dellInnovazione).
Mentre la microeconomia studia prevalentemente concorrenza
perfetta e monopolio, leconomia industriale studia soprattutto ilcaso intermedio delloligopolio.
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Definizioni di industria e mercato - 1Andrews(1949)
industria (in italiano anche settore) ognicombinazione di attivit indipendenti (imprese) che
diviene rilevante quando si studia il comportamento diognuna di tali attivit.
Principali caratteristiche di unindustria:
5
tecnologie di processo sufficientemente simili epossiedono un background di esperienza e conoscenzasufficientemente simile da far si che ciascuna di esse possa
produrre un particolare prodotto, qualora ci risulticonveniente.
Il termine industriasi riferisce ai venditori (sellers).
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Definizioni di industria e mercato - 2
Andrews(1949)
mercato insieme di clienti per il prodotto di unimpresa.
Principali caratteristiche di un mercato:
i clienti sono sufficientemente consapevoli dellesistenza edelle caratteristiche del prodotto di ogni impresa da considerarela possibilit di acquistarlo. Pertanto, ogni impresa (fino aquando il suo prezzo giusto) avr un mercato chiaramente
6
e n to e sar protetta a tentat v e concorrent potenz aentrare nel suo mercato. Quel mercato si contrarr qualora essanon riesca ad offrire ai suoi clienti, per un certo prezzo, unprodotto di qualit almeno pari a quello dei suoi concorrenti.
Il termine mercato si riferisce agli acquirenti (buyers) Ilmercato denota il meccanismo che coordina le scelte disoggetti che attingono tutte le informazioni da prezziesogenamente dati.
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Economia della concorrenza imperfetta
Potere di mercato: capacit di fissare i prezzi al disopra dei costi marginali;
Potere di mercato extra-profitti creazione emantenimento del potere di mercato sonoaspetti importanti della strategia con cui
7
Come fanno le imprese ad acquisire potere dimercato?: Protezione legale dalla concorrenza (brevetti,
concessioni, etc.);
strategia (marketing; bundling, e.g. Xerox offrecombinazioni che includono la fotocopiatrice stessa e iservizi di manutenzione);
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Il ruolo delle politiche pubbliche
Il ruolo principale delle politiche pubbliche quello dievitare le conseguenze negative del potere di mercato.
1 Regolamentazione e politica antitrust (prevalente negli
USA): La regolamentazione riguarda il caso (comune nelle public
utilities) in cui un impresa possiede potere (quasi-)monopolistico: Isuoi comportamenti (e.g.: strategie di prezzo) sono sotto il
8
La politica antitrust riguarda il caso in cui unimpresa o un gruppo(cartello) di imprese che traggono deliberatamente vantaggio dallaloro posizione dominante (Sherman Act, 1890; EC Treaty, Article81 (ex 85), 1957; Law 317, 1990);
2 Politica industriale: Ha lo scopo di migliorare il posizionamento sul mercato di
unimpresa o di unindustria nazionale, soprattutto rispetto allaconcorrenza delle imprese estere (pi frequente in Europa)
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Lanalisi economica
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Distribuzione dimensionale
delle imprese
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Concorrenza perfetta
1 Atomicit: Grande numero di venditori in ogni mercato, ognuno dei
quali sufficientemente piccolo da non avere alcun impatto
significativo sui comportamenti degli altri; 2 Omogeneit del prodotto:
Tutte le imprese vendono lo stesso prodotto;
Tutti gli agenti economici (consumatori e venditori)
conoscono i prezzi praticati da ciascun venditore;
4 Simmetria tecnologica:
Tutte le imprese hanno accesso alla stessa tecnologia; 5 Libert di entrata e assenza di costi
irrecuperabili.
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Concentrazione dellindustria e struttura del mercato
Il modello di concorrenza perfetta dice
poco riguardo alla distribuzione
dimensionale delle imprese, non fornendorisposte a quesiti come:
Quale il numero di imprese in
equilibrio? Quale la dimensione di ciascuna
impresa?
Questo implica che (quasi) ogni numero edistribuzione dimensionale delle imprese
possibile, ad es. una distribuzione piatta.
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Distribuzione dimensionale delle imprese In teoria
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Distribuzione piatta
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Distribuzione dimensionale delle imprese In teoria
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A = moda= mediana = media.
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Concentrazione dellindustria e struttura del mercato
Levidenza empirica contraddice le
prescrizione del modello di
concorrenza perfetta, mostrando che : Fattori specifici rispetto a ciascuna
determinano la dimensione e il numero
delle imprese nelle varie industrie;
La tipica distribuzione delle imprese ingran parte delle industrie la log-
normale.15
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La distribuzione dimensionale delle imprese
Asimmetria: imprese di dimensione significativamentediversa operano in ogni industria in qualunque periodo(Simon, Biometrika, 1955). La loro distribuzione
dimensionale asimmetrica, con valori nonomogeneamente distribuiti attorno alla media.
Asimmetria:
16
os t va:
numero re at vamente p cco o mprese grandimensioni. La curva presenta una lunga coda dopo il picco.La moda (della dimensione dimpresa) pi piccola dellamediana che, a sua volta, pi piccola della media;
Negativa: numero relativamente piccolo di imprese dipiccola dimensione. La coda appare prima del picco e lamedia (della dimensione dimpresa) pi piccola, seguitadalla mediana e dalla moda.
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Distribuzione dimensionale delle imprese In pratica
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A = moda;B = mediana;
C = media.
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Principali forme di mercato Concorrenza perfetta (S C - P);
Concorrenza monopolistica (e
differenziazione
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Monopolio (e regolamentazione).
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Structure-Conduct-Performance (S-C-P)
J. Bain (1951)
Struttura-Condotta-Risultato Economico (S-C-P)
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ara gma n us r a e ra z ona e.
S C P Enrico Santarelli
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Struttura, comportamento e risultato economico I
Quesiti di base: 1) le imprese hanno potere di mercato? 2)
come fanno ad acquisirlo e a mantenerlo? 3) quali sono le
conseguenze del potere di mercato?4)le politiche pubblichepossono risolvere i problemi generati dal fatto che le imprese
detengono un certo grado di potere di mercato?
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ru ura: a or c e e erm nano gra o concorrenz a
del mercato (ad es.: il livello della concentrazione)
Comportamento: condotta delle imprese nel mercato
Risultati economici: capacit del mercato di produrre
benessere per i consumatori (ad es.: i prezzi si avvicinano alcosto marginale di produzione)
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Struttura, comportamento e risultato economico II
StrutturaN. compratori e venditori;
Barriere allentrata;
Differenziazione;
Integrazione verticale;
Diversificazione.
Condizioni di base
Domanda: Elasticit; Sostituibilit;
Stagionalit; Tasso di crescita; Lo-
calizzazione; Modalit di acquisto.
Produzione: Tecnologia; Materie
21
ComportamentoPubblicit; R&S; Politica di
prezzo; Investimenti; Tatti-
che legali; Scelta dei prodot-
ti; Fusioni e accordi
Risultati economici
Prezzo; Efficienza produt-
tiva e allocativa; Equit;
Qualit; Progresso tecnolo-
gico; Profitti
Bene (non) durevole; Localizzazio-
ne; Economie di scala e variet.
Politiche pubbliche
Regolamentazione; Antitrust;Barriere allentrata; Imposte;
Sussidi; Incentivi allinvesti-
mento e alloccupazione;
Politiche macroeconomiche.
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Struttura, comportamento e risultato economico III
Struttura N impresePotere di
mercatoEntrata
Profitti
breve
periodo
Profitti
lungo
periodo
Esempio
Concorrenza Molte p = MC Libera 0 0 Produttori di
mele
22
Concorrenzamonopolistica
Molte opoche
p > MC Libera 0 0 Idraulici
Oligopolio Poche p > MC Limitata 0 0 Costruttori
automobili
Monopolio Una p > MC No entrata 0 0
Servizi
pubblica
utilit
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Struttura, comportamento e risultato economico IVa
La misurazione deirisultati economicirisultati economiciconsente di
quantificare il potere di mercato
Cosa si misuraCosa si misura:
i) il tasso di profitto ad es.: rapporto tra tasso di
23
, . ==== -
del lavoro - costi dei materiali - costi del capitale), margine diprofitto unitario: (p - MC) o mark-up (Lerner) (p MC)/p;
ii) laq di Tobin rapporto tra valore di mercato dellimpresa
e il suo valore basato sul costo di sostituzione del suo capitalefisso (costo di lungo periodo che deve essere sostenuto per
acquistare un bene capitale di qualit analoga).
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Struttura, comportamento e risultato economico IVb
Laq di Tobin dunque una misura del costo che l'impresa
dovrebbe sostenere per riacquistare tutte le proprie strutture e i
propri impianti ai prezzi di mercato correnti. Pu essere
espressa come rapporto tra il valore di mercato dell'impresa
ac uistata sul mercato inanziario ad esem io in borsa e il
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valore della stessa impresa se si volesse riacquistare il suostock di capitale sul mercato dei beni.
Per valori elevati di q le imprese troveranno conveniente
finanziarsi sul mercato dei capitali ed effettuare investimenti;
viceversa, se q scende, le imprese ridurranno i propri
investimenti
Enrico Santarelli
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iii) Indice di Lerner media ponderata dei marginidi profitto di ciascuna impresa, con pesi proporzionali
alle rispettive quote di mercato:
Struttura, comportamento e risultato economico V
MCpsL i
n
i
=
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con si= quota di mercato dellimpresa i-esima. Se tutte
le imprese hanno lo stesso MC, L diventa uguale al
mark-up ():
i=1
p
MCp i
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Struttura, comportamento e risultato economico VI
Con le misure dellastruttura di mercatostruttura di mercatosi esamina lavariazione dei risultati economici al variare della struttura
Cosa si misuraCosa si misura:
a) la concentrazione industriale;
b) la concentrazione degli acquirenti la concentrazione delleimprese acquirenti pu controbilanciare il potere dei venditori e
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sp ngere prezz verso l asso
c) le barriere allentrata se restano sostanziali nel lungoperiodo, i prezzi tenderanno a fissarsi a livelli superiori a quelliconcorrenziali;
d) il grado di sindacalizzazione
in unindustriasindacalizzata, i lavoratori si assicurano una quota dei profitti,attraverso salari pi elevati, provocando per questa via unaumento dei prezzi.
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LE MISURE DELLA CONCENTRAZIONE
La misura della concentrazione pu essere in generale
rappresentata da una somma delle quote di mercato detenute
dalle singole imprese, ponderate in funzione delle dimensioni
relative di queste ultime. Ci pu essere espresso come segue:
= sshC
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dove:
C la misura della concentrazione; si la quota di mercato
dell'impresa i-esima (con si>0 e i si=1); e h(si) la
ponderazione attribuita alla quota di mercato dellimpresa i-
esima.
i
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Misure della concentrazione
Problemi comuni a tutte le misure dellaconcentrazione:
A)In caso di imprese multi-impianto la concentrazione a
livello di impresa (firm) sar maggiore di quella a livellodi impianto (plant).
A1) Queste divergenze possono essere misurate e possono
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fornire indicazioni circa le cause della concentrazione: se i fattoritecnologici sono determinanti, la divergenza fra i due valori sar
modesta, e viceversa.
A2) Sotto un altro profilo, l'evoluzione delle forme
organizzative suggerisce di sostituire il concetto di gruppo aquello di impresa. La presenza del gruppo pu essere misurata
in base ai bilanci consolidati, alle partecipazioni (anche
minoritarie), alle presenze incrociate nei consigli di
amministrazione, ai legami personali, ecc.
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Misure della concentrazione
B) La scelta della variabile con cui espressa la dimensioneinfluenza i risultati:
B1)Utilizzando le venditesi enfatizzal'importanza dell'impresa in
relazione alla domanda (mercato). Senza per tenere conto
dell'integrazione verticale, come invece accadrebbe utilizzando il
valore aggiunto. Entrambi i criteri sono disturbati dai
movimenti dei prezzi, che alterano i valori monetari.
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B2) Numero degli occupati e Capitale investito sono dueimportanti fattori di produzione, ma riflettono l'intensit di
capitale del settore esaminato. Gli immobilizzi, sia fissi che
totali, pongono il problema della differenza tra valori correnti e
storici, dovuta al cambiamento nelle unit monetarie, allerivalutazioni ed alle svalutazioni. Inoltre, il legame fra questo
tipo di variabile, che una misura della capacit produttiva, e il
potere di mercato dellimpresa non assolutamente ovvio.
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Misure della concentrazione
C) La concentrazione richiede una valida definizione del mercato delprodotto.
Quanto pi circoscritta la definizione del mercato del prodotto, (es.:a)contenitori
metallici e b) contenitori in vetro), tanto maggiore sar il livello della
concentrazione. Se dal punto di vista teorico si pu usare il criterio della
sostituibilitper i consumatori (tutte le merci sostituibili per una data funzione
fanno parte di un unico mercato), lanalisi empirica vincolata alle classificazioni
industriali disponibili, che riflettono le caratteristiche dellofferta trascurando quelle
della domanda. Un medesimo rodotto viene classificato in modo differente a
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seconda: Dei paesi e nel tempo;
Delle caratteristiche dei processi produttivi;
Delle caratteristiche delle materie prime utilizzate;
D) E una valida definizione geografica del mercato:
La concentrazione tende infatti ad essere pi elevata in ambiti nazionaliristretti.
Il calcolo della concentrazione basato esclusivamente sulla produzione
nazionale, al netto dei flussi di commercio internazionale, pu comportare
gravi errori di sovrastima del grado di concentrazione stesso.
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Correlazione lineare fra misure della concentrazione
Misure H E G C4 C8 L4
H 1 0.86 0.47 0.98 0.96 0.78
E 1 0.52 0.88 0.90 0.61
G 1 0.44 0.35 0.55
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C4 1 0.98 0.77
C8 1 0.70
L4 1
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Struttura, comportamento e risultato economico VII
La relazione tra struttura (concentrazione) e risultati economici (profitti)
Rapporto di concentrazione C8 > 70% Rapporto di concentrazione C8 < 70%Industria Tasso % di profitto Industria Tasso % di profitto
Automobili 15.5 Scarpe 9.6
32
. .
Medicine con prescrizione 17.9 Carbone bituminoso 8.8Liquori 9.0 Vegetables in scatola 7.7
Acciaio 9.0
Media 13.3 Media 9.0
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Struttura, comportamento e risultato economico VIII
Il lato dellofferta di un mercato imperfettamenteconcorrenziale pu essere descritto in termini di:
1) quota di mercato (prodotti omogenei) in unitfisiche: se q un prodotto omogeneo, e qi loutputdellimpresa i-esima in un certo periodo di tempo (anno), eQ loutput nazionale (mondiale) nello stesso periodo,allora la quota diidel mercato nazionale (mondiale) sar:
33
si= q
i/Q;
2) quota di mercato(prodotti non omogenei) quando iprodotti sono differenziati, le quote di mercato possonoessere misurate in termini di valore. Pertanto, si misurano i
ricavi di ogni impresa p1q1, p2q2, , pnqn, e poi si calcolala quota di mercato dellimpresa1come 1:
nnqpqpqp
qp
...2211
111
++=
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Struttura, comportamento e risultato economico IX
Schemi di classificazione industriale: Gli uffici statistici nazionali raccolgono, classificano e diffondono misure
della struttura di mercato per una molteplicit di industrie definite in mododa essere comparabili;
Questa informazione diffusa sulla base di sistemi di classificazionestandardizzati delle attivit delle imprese allinterno delle industrie :
EU: Classificazione NACE (nomenclature gnrale des activits conomiquesdans le Communauts Europennes);
US: Classificazione SIC (Standard Industrial Classification);
34
ISIC: International Standard Industrial Classification.
Tutto questo comporta aggiornamenti periodici, come ad esempio accaduto per lATECO 2002; o revisioni maggiori:
ATECO 2007 ().
In generale, i sistemi di classificazione sono alquanto aggregati e tendono adefinire le industrie sulla base di fattori collegati al lato dellofferta diciascun mercato;
Sutton (1997): anche a un elevato livello di disaggregazione i mercaticontengono un gran numero di sottomercati pi o meno indipendenti.
Le stesse considerazioni si applicano al mercato geografico.
Enrico Santarelli
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ATECO 2007
LATECO 2007 la versione nazionale della
classificazione NACE Rev. 2, a sua volta versione
europea della classificazione internazionale ISIC Rev.
4.
I cambiamenti apportati alla ISIC rispondono alla
35
necessit di: classificare quelle nuove attivit che riflettono latrasformazione della realt economica dei paesi che la
adottano;
uniformareo ricollegare tutte le altre classificazioniche
facevano riferimento a specifici gruppi di paesi.
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ATECO 2007
I principali cambiamenti della strutturasono : Esclusione di alcune attivit dal settore manifatturiero;Creazione di nuovi gruppicome:
- Servizi di informazione e comunicazione (ICT);
- Fornitura dellacqua, attivit di trattamento rifiuti e
risanamento;
- Attivit artistiche, di intrattenim. e divertim.;
37
Ristrutturazione del settore Costruzioni;Disaggregazione pi dettagliata dellattivit dei servizi; Esclusione delle Riparazione dei beni personali dal
commercio;
Introduzione di specifiche categorie di Servizi di supportoalle corrispondenti attivit economiche.
Enrico Santarelli
S i l i X
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Struttura, comportamento e risultato economico X
NACE: Industria 15.5
Codice Titolo
15 Manifattura di prodotti alimentari e bevande;
15.5 Manifattura di prodotti caseari;
15.51 Conduzione di fattorie o fabbriche di formaggio
Include: produzione di latte fresco liquido; pastorizzato, sterilizzato,
38
latte fresco liquido; produzione di latte in polvere o concentrato zuccheratoe non zuccherato.;
produzione di burro;
produzione di yogurt;
produzione di formaggio e siero;
produzione di caseina o lattosio.15.52 Manifattura di gelato;
Include: produzione di gelato e altro ghiaccio commestibile come il sorbetto.
Enrico Santarelli
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Struttura, comportamento e risultato economico XI
La relazione tra struttura (barriere allentrata) e risultati economici (profitti)
Industria Tasso % di profitto
Con barriere molto elevate
Automobili 15.5
Gomma da masticare 17.5Sigarette 11.6
Media 16.4
Con barriere sostanziali
39
Acciaio 10.8
Saponi 13.3Media 11.1
Con barriere molto basse
Contenitori in vetro 13.3
Rasoi 8.5Media 11.9
-
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Struttura, comportamento e risultato economico XII
Stime econometriche del rapporto tra risultati economici e indicatori strutturalimargini prezzo-costo e la struttura (concentrazione). Domowitz, Hubbard,
etersen (1986): esaminano la relazione in una cross-section di industrie tra
margini prezzo-costo costo medio variabile e varie misure della struttura (1958-
1981):
(p v)/p = 0.16 + 0.10C4+ 0.08(pkK/pQ) + ..
(0.01) (0.02) (0.02)
con
= - =
40
C4= rapporto di concentrazione a quattro
(pkK/pQ) = rapporto tra valore (contabile) del capitale e valore del prodotto: proxy
dellintensit di capitale.
Risultati ulteriori: i differenziali nei margini prezzo-costo tra industrie pi
concentrate e industrie meno concentrate diminuiscono significativamente con il
passare del tempo: il coefficiente della variabile C4 molto pi basso (e nonsignificativo) nel 1981 di quanto lo fosse nel 1958;
Enrico Santarelli
S i i
-
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Struttura, comportamento e risultato economico XIII
2) La q di Tobin e la struttura (misure delle barriere allentrata)
(Salinger, 1984):
q = a0 + a1A/(pkK) + a2R&S/pkK + (1 a3U)C4 [ a4M + a5K +
a6(A/pkK)]+ a7C4 + a8GconA/(pkK) = rapporto tra spesa pubblicitaria e valore del capitale
R&S/( kK) = ra orto tra s esa in ricerca e svilu o e valore del ca itale
41
U = frazione sindacalizzata della forza lavoro
M = scala efficiente minima
K = capitale totale
G = tasso di crescita dellindustria
Risultati:coefficienti a4, a5, a6, a7, non significativamente diversi da 0.
Pertanto, l'idea che barriere all'entrata pi elevate aumentino i profitti non
pu essere confermata. Inoltre, non vi chiara indicazione del fatto che le
industrie con tassi di crescita elevati hanno rendimenti molto alti.
S i l i XIV
-
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Struttura, comportamento e risultato economico XIV
Secondo lapproccio SCP, la concentrazione diminuisceallaumentare della dimensione del mercato. E vero?
Teoria dei costi endogeni non recuperabili (Sutton):
1) La competizione tra imprese non riguarda soltanto il prezzo,ma anche la qualit (W) affidabilit, innovativit,
pubblicit.
42
aumen are e a mens one e merca o non
necessariamente la concentrazione diminuisce. In quanto: La spesa per migliorare la qualit (W) fa aumentare i costi fissi per
limpresa e, probabilmente, i costi marginali di produzione;
La spesa per W attrae clienti che prima acquistavano un prodotto di
qualit inferiore;
Per aumentare W limpresa deve sostenere maggiori costi non
recuperabili (riducendo per questa via lincentivo a entrare da parte di
nuove imprese).
Struttura, comportamento e risultato economico XV
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Struttura, comportamento e risultato economico XV
Ellickson (2000): test dellipotesi di Sutton su mercatigeografici (MSA = metropolitan statistical areas):
C4relativi ai supermercati di 320 MSA:
Indipendentemente dalla dimensione della MSA, C4 oscilla tra il 70% e
l80%; C4 persistentemente elevato sia nel tempo che al crescere della
dimensione del mercato;
43
mpresa mens on magg or n c ascuna o re un pro otto
di qualit superiore; Le imprese localizzate nei mercati di dimensione maggiore vendono i
prodotti di qualit pi elevata;
Tra il 1954 e il 1998 il C4di 152 MSA passato dal 45% al 75%;
Tra il 1980 e il 1994 il numero medio di prodotti offerti da ciascun
negozio passato da 14.145 a 21.949;
Tra il 1980 e il 1994 le dimensioni medie dei punti vendita sono
cresciute di circa 100 m2 allanno.
Struttura, comportamento e risultato economico XVI
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Struttura, comportamento e risultato economico XVI
Elementi di debolezza nelle verifiche empiriche dellapproccio S-C-P:a)non si riesce a dimostrare che una certa relazione tra struttura e
risultati economici sia valida per tutte le industrie;
b)endogenit delle variabili strutturali: una relazione statisticamente
significativa tra profitti elevati e elevati rapporti di concentrazione nonimplica necessariamente che una struttura di mercato concentrata
influisca negativamente sul benessere del consumatore (risultato
economici del mercato oich determina rofitti elevati. In realt,
44
profitto e concentrazione possono influenzarsi reciprocamente;c)
come sostiene Sutton (1997), ogni industria contiene svariati clusterdi
prodotti: alcuni di questi sono in stretta concorrenza tra loro, altri non
lo sono affatto. Di conseguenza si osservano due effetti distinti:
c1) un effetto di interdipendenza strategica, che riguarda le
imprese attive allinterno dello stesso sotto-mercato in una certa
industria;
c2) un effetto di indipendenza, relativo alla presenza di una
molteplicit di sotto-mercati allinterno di una certa industria.
St tt t t i lt t i XVI
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Struttura, comportamento e risultato economico XVI:
Relazioni tra S-C-P (S-C-R)
45
tructuretructure on ucton uct er ormanceer ormance
TEORIA DEI MERCATI CONTENDIBILI (1)
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TEORIA DEI MERCATI CONTENDIBILI (1)
CONFIGURAZIONE INDUSTRIALE:
(n; xi; p)
con
n = numero delle imprese
xi = x1, ..., xn = quantit prodotta da ciascuna impresa
p = prezzo di equilibrio dellunico bene prodotto
Questa configurazione e detta aammmmiissssiibbiillee se:
1) ximaggiore o uguale 0 per ciascuna impresa
46
2) xi= f-1[p]
dove f-1[p]e la funzione di domanda del bene x
3) p xi- c[xi]maggiore o uguale 0 per ogni i(mpresa)
con c[ xi ]che denota i costi di produzione di x; questa condizione
implica che nessuna impresa incorre in perdite.
Questa configurazione diventa ssoosstteenniibbiillee se:
4)
non esiste un prezzo p p e una quantit x f-1[p]tali per cui px
- c[x]> 0
-
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TEORIA DEI MERCATI CONTENDIBILI (2)
La condizione di sostenibilit (4) richiede che non sia possibile servire
(tutto o in parte) il mercato a un prezzo non superioreape lucrare profitti
positivi. Se una configurazione NON E sostenibile:
i) o la concorrenza induce variazioni nel prezzo p (non soddisfatta la
47
ii) o qualche impresa attiva indotta ad abbandonare lindustria (non esoddisfatta la condizione 3);
iii) o qualche concorrente potenziale indotto ad entrare nellindustria (non
soddisfatta la condizione 4).
TEORIA DEI MERCATI CONTENDIBILI (3)
-
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TEORIA DEI MERCATI CONTENDIBILI (3)
CONCORRENZA HIT AND RUN:
consente ai concorrenti potenziali di entrare in un mercato con p >
costo medio lucrando profitti positivi e uscendo senza costo prima che
le incumbentsi riorganizzino.
Se la strategia hit and run e possibile, in equilibrio nessuna impresa
avra profitti positivi. Se
i = xip - c[xi]> 0
allora
48
, ,
offrire la quantit xj al prezzo (p-
) e ottenere i seguenti profittij = xj(p-) - c[xj] > 0
La strategia hit and run e "credibile" se:
1. i consumatori rispondono istantaneamente a qualsiasi variazione di
prezzo;
2. il tempo durante il quale i costi del concorrente potenziale sono
irrecuperabili inferiore a quello necessario agli incumbentper reagire
-
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Teorie managerialidellim resa
49
P h i l di i ?
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Perch esistono le grandi imprese?
Economie di scala (Chandler, 1990);
Posti di lavoro sicuri e di qualit (Lucas,1978);
50
Stabilit, continuit e omogeneit(Audretsch e Thurik, 2001);
Globalizzazione (Servan-Schreiber, 1967); Moltiplicatore socio-culturale (Galbraith).
ORGANIZZAZIONE INTERNA
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ORGANIZZAZIONE INTERNA
Impresa e struttura dellimpresa:
Impresa Manageriale vs. ImpresaFamiliare;
51
Coase (1937); Costi di transazione (Williamson);
Chandler (U-form vs. M-form);
Limpresa
-
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p
Limpresa come black box (visione tecnologica): 1) trasformai fattori di produzione nelloutput finale in modo meccanico e
prevedibile; 2) massimizza i profitti;
Limpresa manageriale:
interazione strategica tra manager e azionisti;
indipendenza del consiglio di amministrazione;
relazione rinci ale-a ente
52
Limpresa familiare: 1) ununica famiglia (allargata) possiede una quota significativa
dellimpresa;
2) coinvolgimento diretto della famiglia nellattivit ordinaria
dellimpresa; 3) pi di un componente della famiglia con responsabilit manageriali
significative;
4) pi generazioni coinvolte.
Li i l
-
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Limpresa manageriale
Linterazione strategica tra manager e azionisti:lazionista (principale) vorrebbe che lagente
(manager) agisse nel suo interesse, ma ha menoinformazioni rispetto al manager (asimmetrieinformative):
53
adverse selection: lagente (manager) meglioinformato rispetto alle proprie capacit di quantopossa esserlo il principale (market for lemons);
moral hazard: il principale (azionista) non pu
monitorare in modo efficiente limpegno erogatodallagente nellesercizio delle sue funzioni.
Fattori (incentivi) che possono spingere i
-
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( ) p p g
manager a massimizzare i profitti Disciplina del mercato del lavoro: se esiste un
mercato dei manager, questi debbono evitare di crearsi
una cattiva reputazione: Il manager che ha realizzato una performance negativa
(bassi profitti) sconter la sua cattiva reputazione sul
54
mercato dei manager;
Esiste un mercato dei manager?;
Vincoli familiari e fedelt dei manager;
Il manager pubblico;
Le strategie rent seeking e il rapporto tra attivit
dimpresa e scelte politiche.
Fattori (incentivi) che possono spingere i
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( ) p p g
manager a massimizzare i profitti Disciplina del mercato del prodotto: una forte
competizione sul mercato del prodotto spinge i
manager a massimizzare i profitti per evitare chelimpresa venga sospinta fuori dal mercato:
Il confronto con i concorrenti un segnale per valutare
55
la produttivit dellimpresa (gli azionisti perdono lo
svantaggio informativo rispetto ai manager);
Manager inefficienti cercano di specializzare limpresa
in produzioni di nicchia o di posizionarla in mercati
monopolistici (es.:public utilities).
Fattori (incentivi) che possono spingere i
-
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( ) p p g
manager a massimizzare i profitti Disciplina del mercato dei capitali: se il manager
non massimizza i profitti, il valore dellimpresa siriduce (< del suo valore potenziale) esponendolaal rischio di scalate (raiders):
56
ra er
management con un management pi efficiente chemassimizza i profitti
Le imprese pi efficienti corrono minori rischi di
essere scalate (i manager accorti dovrebberomassimizzare i profitti per ridurre il rischio discalate)
Teoria dei costi di transazione I
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Teoria dei costi di transazione I
Coase (1937):le transazioni, ed i costi ad esse associati,
vengono poste al centro dellanalisi; si abbandona la
visione tecnologica dellimpresa La strutturaorganizzativa impresa nasce per economizzare sui costi
di transazione quando :a)lutilizzo del meccanismo dei
57
internalizzare le transazioni che in precedenza eranosvolte sul mercato (market failure); b) il ricorso a una
molteplicit di contratti completi comporta costi di
negoziazione pi elevati di quelli connessi ad un unico
contratto incompleto (contratto di lavoro).
Enrico Santarelli
Teoria dei costi di transazione II
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Williamson (1975): la teoria dei costi di transazione (TCT) sidiscosta dallapproccio S-C-P in quanto studia lorganizzazione
interna dellimpresa (anzich assumere a priori che essa persegue un
comportamento teso alla massimizzazione dei profitti) e descrive
lambiente in cui questa opera in termini di distribuzione dei costi ditransazione anzich in termini di struttura di mercato. Ipotesi di
base: 11)) imprese e mercati sono strumenti alternativi per il
58 Enrico Santarelli
perfezionamento di determinati insiemi di relazioni; 22))la scelta tra
impresa e mercato dipende dallefficienza relativa delluna odellaltra modalit di organizzazione delle transazioni; 33))i costi di
scrittura e di esecuzione dei contratti variano a seconda delle
caratteristiche dei soggetti coinvolti nella transazione e delle
propriet del mercato nel quale questa si realizza; 44))gli ostacoli dinatura umana e ambientale alluso del mercato (cio agli scambi
tra imprese), possono anche impedire il funzionamento efficiente
dellorganizzazione interna (impresa).
Teoria dei costi di transazione II ( )
-
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Teoria dei costi di transazione II (...segue)
Condizioni ambientali: i) incertezza; ii) numero limitato di
soggetti coinvolti nello scambio.
Fattori umani: a) razionalit limitata (H. Simon: limitata
capacit di prevedere e risolvere problemi complessi); b)opportunismo (funzione diretta del grado di interdipendenza).
i) + a) lorganizzazione interna consente di economizzare sui
59
cost conness a a raz ona t m tata attore umano n tutt
quei casi in cui il sistema dei prezzi non offre uninformazionesufficiente e lincertezza(condizione ambientale) sostanziale.
ii) + b) lorganizzazione interna consente di economizzare
sui costi determinati dallopportunismo (fattore umano) dei
contraenti e dal fatto che via via che un contratto viene
rinnovato diminuisce il numero delle parti che effettivamente vi
partecipano(condizione ambientale).
Enrico Santarelli
Teoria dei costi di transazione III
-
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Teoria dei costi di transazione III
Dimensioni delle transazioni:
1) Specificit delle risorse coinvolte:grado(alto, medio,
basso) di re-deployability di una risorsa ad impieghialternativi; tipo (capitale umano, capitale fisico, luogo,
marchio);
60
2) Condizioni ambientali(incertezza, ecc.);
3) Fattori umani(razionalit limitata, opportunismo);
4) Frequenza: una transazione pu essere ricorrente o
occasionale (quanto pi una transazione frequente, tanto
pi conveniente risulta la creazione di uno strumentospecifico di organizzazione della transazione stessa).
T i d i ti di t i IV
-
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Teoria dei costi di transazione IV
Lalternativa tra mercato e centralizzazione in funzione della specificit delle risorse e della
frequenza delle transazioniFrequenza Grado di specificit delle risorse
Basso Medio Alto
Occasionale Acquisto macchinario Acquisto macchinario
Acquisto dedicated asset
61
stan ar me amente spec a zzato
Struttura di governo Mercato Accordo Accordo o centralizzazione
Ricorrente Acquisto inputs intermedi
standard
Acquisto inputs intermedi
mediamenti specializzati
Acquisto inputs intermedi
molto specializzati
Struttura di governo Mercato Accordo o centralizzazione Centralizzazione
I confini verticali dellimpresa
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I confini verticali dell impresa
Cosa determina lestensione verticale delle
imprese?
Ogni impresa deve decidere quanti e quali
stadi del rocesso roduttivo devono essere
62
svolti al suo interno: Separazione verticale
Integrazione verticale
General Motors Fisher Auto Body (Klein,
JLE, 2000)
L'acquisizione di Fisher Body da parte di
General Motors I
-
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General Motors I
1919: 1. Accordo di fornitura di durata decennale, conpossibilit di rinegoziazione dopo i primi cinque anni: FB siimpegna a produrre carrozzerie per GM, realizzandoinvestimenti in impianti e attrezzature molto specifici rispettoa questa transazione. Contratto di exclusive dealing cheimpegna GM a acquistare tutte le carrozzerie da FB.
-
63
.
corrispondente ai costi variabili (materie prime, energia,salari) di FB + un sovrapprezzo del 17,6%. Il plus copre leanticipazioni che FB deve affrontare per realizzare i suoiimpianti.
3. GM acquista il 60% di Fisher Body; i 6 fratelli Fishermantengono il controllo sull'azienda : sono al tempo stessodipendenti, ricevendo salari elevati pi il 5% dei profitti, eproprietari, ricevendo dividendi su azioni in loro possesso. Il
legame tra le 2 imprese molto forte.
L'acquisizione di Fisher Body da parte di
G l M t II
-
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General Motors - II
1919 - 1924: FB costruisce 14 impianti, di cui 12 contigui aimpianti assemblaggio GM; di questi, 3 sono finanziati da GM;
1925 - 1926: GM acquista rimanente 40% e diventa unica
proprietaria di FB. Problemi nellesecuzione del contratto: nel1925 FB rifiuta di spostare da Detroit a Flint (57 miglia)l'impianto per la costruzione di carrozzerie Buick. I costi di questoaccordo diventano toppo alti per GM. Fattori contrattuali che
64
- Il contratto oltre la met della propria durata (vincolo alfinanziamento di nuovi impianti);
- FB produce anche per altre case automobilistiche;
- FB pu rinegoziare il contratto;
- Alfred Sloan (CEO di GM) ritiene che la centralizzazione siainevitabile (risorse specifiche e eccessiva rigidit); quando FBrifiuta di costruire il nuovo impianto pur conservando il 17,6%diplus (e pur beneficiando di economie di scala) l'accordo siinterrompe.
L'acquisizione di Fisher Body da parte di
-
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General Motors - III
Fattori economici che determinano lintegrazioneverticale
Evoluzione del mercato automobilistico:
Dinamica delladomanda per automobili: + 50% tra 1919 e
65
Dinamica della domanda per automobili con carrozzeriachiusa: +17% nel 1920 ; +24% nel 1923; +43% nel 1924;+56% nel 1925; +72% nel 1926.
Tra 1925 e 1926 il numero di carrozzerie vendute da FB a
GM aumenta di circa il 200%. Il contratto tra GM e FB diventa toppo gravoso per GM in
concomitanza con la crescita della domanda. Lacentralizzazione si fa preferire allaccordo.
Enrico Santarelli
U-form (struttura funzionale)
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1) La specializzazione per funzioni e il modo pi naturale diorganizzare attivit multifunzionali;
2) Al crescere della dimensione dimpresa si ha una perdita di
controllo che va a incidere direttamente sullefficienza interna;
3) oltre una certa soglia dimensionale, la U-form altera il
processo decisionale e porta a favorire strategie che non
66
. ,
i) incommensurabilit, cio difficolt di specificazione degliobiettivi delle divisioni funzionali in un modo che contribuisca
chiaramente agli obiettivi generali dellimpresa;
ii) non scomponibilit, cio necessit di introdurre ulteriori
procedure di coordinamento tra le varie parti;
iii) sovrapposizione tra decisioni strategiche e operative, con
ulteriore perdita di efficienza organizzativa.
U-form
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Chandler (1962, 1977) studia le implicazioni dellaseparazione fra propriet e controllo (Berle and
Means, 1932) per la struttura dellimpresa:
1)Imprese che operano su una scala produttivarelativamente piccola sono organizzate in divisioni
funzionali (produzione, vendite, acquisti, etc.);
67
2) Al crescere della dimensione dellimpresa (ad es.attraverso la diversificazione del prodotto e
geografica) le sue divisioni funzionali esistenti
aumentano a loro volta di dimensione e variet
(support staff, R&D, etc.);
3) A causa dellabounded rationality, oltre una certa
soglia dimensionale la U-form diventa inefficiente.
U-form
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U form
Board of Directors
Corporate Headquarters
Support Staff
68
PersonnelLegal Other
Finance Sales Production Purchasing R&D
Product 1 Product 2 Product 3 Product 1 Product 2 Product 3
M-form (struttura multidivisionale)V i i ll U f
-
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Vantaggi rispetto alla U-form:
1) la responsabilit delle decisioni operative attribuita a divisioni
operative (o quasi-imprese) sostanzialmente indipendenti;
2)Lo staff collegato alla direzione generale pu dedicarsi al controllo
delle singole divisioni operative;
3)La direzione generale pu occuparsi esclusivamente di:
69
pianificazione; controllo:
allocazione delle risorse tra le divisioni operative;
Performancecomplessiva dellorganizzazione;
4) La struttura che ne risulta pi razionale e sfrutta meglio lepossibili sinergie:
linsieme viene ad essere pi efficiente e pi efficace rispetto alla
somma delle sue parti.
M-form
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Board of Directors
Corporate Headquarters
Support StaffFinance
70
Legal Personnel Other
Product 1 Product 2 Product 3
Accounting Production R&D
Purchasing Sales
I profitti di lungo periodo evidenza empirica
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1 - Imprese diverse ottengono saggi di profitto diversianche nel lungo periodo (verifica dellipotesi dieterogeneit e persistenza dei profitti);
2 -Lentrata nonrende efficiente il numero di imprese cheproducono nel lungo periodo.
3 - Mueller (1986): analisi dei tassi di profitto di 600imprese dal 1950 al 1972: 6 ru i di 100 im rese in base al rofitto medio ottenuto a inizio
71
periodo (1950-1952);
Tasso di profitto medio nel periodo (1950-1972) per ciascungruppo;
Risultato: differenze significative tra le medie dei diversigruppi (nel lungo periodo i profitti NON convergono al livellocompetitivo, altrimenti le differenze tra le 6 medie non sarebbero
significative). Poich le medie dei diversi gruppi sono diverse, i profitti
persistono nel lungo periodo.
-
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Teorie
dellimprenditorialita
72
Perch esistono piccole imprese e imprenditori ?
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Distruzione creatrice (selezione competitiva);
Tecnologia;
Differenziazione della domanda;
Globalizzazione ;
73
Terziarizzazione (SMEs nei servizi); Ritorno alle origini (Tocqueville, 1835);
Inefficienza del mercato dei capitali;
Politiche pubbliche.
Teoria della fila di imprenditori
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(Mansfield, 1962)
ititE
cit
Zb
itC
ait
aPit
E
++=
=
itlogCitlogPlog
74
con:
Eit= imprese nate nellindustria ial tempo te sopravvissute fino alla finedel periodo, come quota delle attive nellanno precedente quello dello start-up;
Pit= rapporto fra saggio di rendimento medio in ie in ial tempo t; Cit= capitale necessario per avviare unimpresa di DOM;
Zit= errore casuale. Industrie: acciaio, automobile, petrolio, pneumatici.
Enrico Santarelli
Imprenditorialit: DefinizioneUfficiale
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La Commissione Europea (2008), definisce
lImprenditorialitcome lacapacit di un
individuo di trasformare idee in azioni.Cheinclude creativit, innovazione e
,
capacit di pianificare e gestire progetti alloscopo di raggiungere obiettivi.
75
Imprenditorialit: Ruolo (in generale)
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Quella dellimprenditore allo stesso tempo unadelle figure pi intriganti e pi sfuggenti
nellanalisi economica. A lungo riconosciuto come
il vertice della gerarchia che determina il
comportamento dellimpresa e per questo assume
una grande responsabilit per la vitalit della societ
basata sulla libert dimpresa (Baumol, 1968, p.
64).
Proprietari-manager di piccole imprese guidano la
maggioranza delle imprese in molti paesi (Parker,
2009, p. 1):
Producendo beni e servizi generalmente ignorati
dalle grandi imprese.76
Prime teorie dellimprenditorialit
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1- Arbitraggio, assunzione di rischio, incertezza.Richard Cantillon (1755) ha evidenziato il ruolodellimprenditore come arbitraggista o speculatore che conducele attivit di scambio e ne assume il rischio come risultato
dellacquistare a prezzi certi e rivendere a prezzi incerti:- Rischio e profitto: chiunque percepisca un reddito incerto pu essere
considerato un imprenditore.
- Imprenditore di successo: supera la paralisi generata
dallincertezza, rende possibile il realizzarsi della produzione e delloscambio, consente di raggiungere lequilibrio.
- Imprenditore non di successo: cessa lattivit, in un meccanismonel quale solo i pi adatti sopravvivono.
- Entranti: entrano in scena quando e dove vi persistenza dei profittinel lungo periodo;
- Innovazione: NO
- Percezione e intuito: SI77
Prime teorie dellimprenditorialit
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1.2- Coordinamento dei fattori di produzione.
Jean-Baptiste Say (1828): il principale contributo
dellimprenditore consiste nel combinare e coordinare ifattori della produzione, tenendo per s il residuo sotto
.
dellimprenditore:- Saggezza.
- Perseveranza.
- Esperienza.
- Capacit di risolvere problemi.
78
Prime teorie dellimprenditorialit
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2- Imprenditorialit, rischio, e incertezza.Frank Knight (1973, 1985): gli individui sono opportunisti epossono diventare imprenditori quando i rendimenti attesi,scontati di un fattore di rischio, sono relativamente favorevoli o,
in alternativa, possono diventare lavoratori dipendenti quando illavoro salariato pi conveniente. Gli imprenditori hannoinformazione limitata rispetto alle fonti di approvvigionamento
r sorse na ura , a cam amen o ecno og co e a prezz . e
loro caratteristiche salienti sono :- Autostima.
- Saggezza.
- Carattere avventuroso.
- Lungimiranza.- Fortuna.
- Perspicacia.
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3.1- Innovazioni e distruzione creatrice.
Imprenditorialit Schumpeteriana
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Joseph Schumpeter (1912, 1934, 1942):limprenditorialit implica linnovazione.Limprenditore non opera cambiamenti graduali ai
metodi di produzione, ma sviluppa nuovi prodotti,modifica routine consolidate ed la forza trainantedello svilu o economico. Lim renditore:
- Non un assuntore di rischio: finanziatoriesterni (capitalisti, banchieri) si fanno carico delrischio connesso allo svolgimento di attivitimprenditoriali.
- No Intrapreneurship:con lavvento delle grandiimprese capitalistiche scompare la figuradellimprenditore.
80
Imprenditorialit Schumpeteriana
-
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3.1- ..continuazione. Gli individui imprenditorialmente attivi sono le forze
trainanti del cambiamento strutturale (agenti di
cambiamento);
Gli imprenditori sono figure energiche che mettono inmostra le loro caratteristiche essenziali introducendo il
nuovo in varie attivit e che si discostano dalle routine
standardizzate alle quali i manager uniformano i propri
comportamenti (Schumpeter, 1911, p. 171).
Soltanto nelle economie contemporanee queste figure
energiche hanno assunto un ruolo cos importante da
andare a rappresentare una classe speciale di soggettieconomici e da ricevere la denominazione di
imprenditori.
81
Teorie dellimprenditorialit
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4.1- Limprenditore attento (alert).Israel Kirzner (1973, 1985): importanzadellimprenditore come intermediario e arbitraggistacapace di cogliere opportunit di profitto sottovalutateo non percepite dagli altri individui:
- Alertness:la lucidit mentale che porta limprenditorea scopr re pr ma a tr non v ene sp egata e non vengono
fornite indicazioni su come essa potrebbe essere sviluppata(politiche per la diffusione della consapevolezzaimprenditoriale?):
- Gifford (1998): modello kirzneriano nel quale gliimprenditori dotati di maggiori competenze managerialihanno maggiore probabilit di percepire nuove opportunit(sono cio pi alert).
82
Teorie dellimprenditorialit
-
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4.2- Leadership e motivazione.Harvey Leibenstein (1968): gli imprenditoriintroducono cambiamenti di natura graduale aiprodotti e ai processi produttivi esistenti, attraversouna combinazione di leadership, motivazione, capacitdi risolvere situazioni critiche di assumere rischio. Ine ett :
- Le grandi imprese burocratizzate possono trovareeccessivamente costosa lintroduzione di innovazioniradicali poich, a causa di possibili problemi di agenzia,
esse potrebbero preferire lo sviluppo di innovazioniincrementali, anche se queste garantiscono rendimenti pibassi, a quello di innovazioni.
83
4.3- Aspetti personali o psicologici
Teorie dellimprenditorialit
-
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p p p g.Gli imprenditori di successo hanno speciali, innate
caratteristiche individuali :
- Necessit di riuscire. Una societ con un alto livello diquesta caratteristica produrr imprenditori pi determinati.
- Elevato internal locus of control. Gli imprenditori hannoa conv nz one nna a c e a oro per ormance pen a
prevalentemente dalle loro azioni, anzich da fattori esterni.- Tolleranza dellambiguit. Gli imprenditori hanno una
capacit maggiore di quella dei dipendenti di operare inambienti nei quali il contesto complessivo mal definito o
ambiguo (preferenza per lincertezza?).- Altro. Competitivit, sicurezza, impazienza, egoismo,
intuizione, coscienziosit, disponibilit a fare nuove esperienze,ecc.
84
Il modello della scelta occupazionale
-
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1 Agenti omogenei
Principali differenze tra prime e moderne teoriedellimprenditorialit:
- Dominanza del paradigma della massimizzazionedellutilit attesa in quelle moderne:
-Gli individui scelgono tra diventare imprenditori e
lavorare alle dipendenze (o restare disoccupati) (scelta occupazionale)- Uso esplicito di assunzioni semplificatrici:
-Esistenza di mercati concorrenziali del prodotto;
-Tecnologia conosciuta e accessibile;
-Lavoratori e imprenditori price-takers nei rispettivimercati.
85
U(y) una funzione crescente di y:
Il modello della scelta occupazionale
-
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- (a) funzione concava di y: unit addizionali di y fanno aumentare U diquantit progressivamente minori;
- (b) funzione convessa di y: unit addizionali di y fanno aumentare U diquantit progressivamente minori;
- (c) funzione lineare di y: implica neutralit rispetto al rischio
86
1 1 A i i d ll i
Il modello della scelta occupazionale
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1.1 Agenti omogenei: modello statico
Gli individui scelgono tra lavorare per un salario (w)e produrre un dato output come imprenditori per un
profitto (). Se > w, I lavoratori decidono didiventare imprenditori:
-
ridurre il suo prezzo di vendita, determinando una riduzione di fino al livello in cui esso eguagliaw:
- non pu essere inferiore awperch altrimenti gliimprenditori cesserebbero lattivit, con conseguente riduzione
delloutput e aumento del prezzo.- Ne consegue che = w una condizione di
equilibrio.
87
1 2 A i i d ll di i
Il modello della scelta occupazionale
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1.2 Agenti omogenei: modello dinamicoGli individui possono incorrere in costi ditransizione tra occupazioni. Che possono essere:
- Non-monetari: alterazione di uno stile di vitaacquisito, stress da cambiamento, umiliazione dafallimento.
- Economici: perdita di esperienza specifica rispettoal settore, costi di reperimento di capitale di rischio peravviare una nuova impresa, costi di aggiornamentoprofessionale, altri costi relativi a barriere alluscita:
- costi irrecuperabili connessi a capitale conlimitato valore sul mercato secondario, impegni gi presi con iclienti, etc.
88
1.3 Agenti omogenei: modello dinamico
S tt li i t li i di id i d ti di i
Il modello della scelta occupazionale
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Sotto quali circostanze gli individui passano da un tipo di occupazionead un altro (Dixit and Rob, 1994)?
a) Diventano imprenditori soltanto quando il reddito da attivitimprenditoriali si avvicina a un qualche punto di svolta superiore.
b) Abbandonano lattivit imprenditoriale in presenza di unabbassamento del reddito da attivit imprenditoriali verso un punto disvolta inferiore.
c ra quest ue va or sog a pre er scono non cam are t po
occupazione, che significa:- che vi isteresi (cio path-dependence) nella scelta occupazionale, con
gli individui che potrebbero continuare a fare gli imprenditori anche qualora irendimenti attesi da questa attivit in un dato periodo fossero inferiori a quellidi occupazioni alternative. In effetti:
i) Potrebbero esserci costi di transizione;
ii) Potrebbe essere conveniente non spostarsi in attesa di un possibilemiglioramento nelle condizioni (reddito) relative al il tipo di occupazione attualmentemeno vantaggiosa.
89
1.4 Oxenfeldt (1943)
Y E(Y Yw)
Il modello della scelta occupazionale
-
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Y = E(Y- Yw)R = f[var(Yse)] Il rischio pu offrire agli individui una
opzione ad aspettare prima di passare da unoccupazione adunaltra (Dixit, 1989);
SwC =Switching costs();Ient= Incentivo imprenditoriale;
90
con:
R = fattore di rischio (imprenditorialit);
Yw= reddito atteso dalla scelta di un lavoro alle dipendenze;
Y= reddito atteso dalla scelta di diventare imprenditori;Y = Y- Yw;
La probabilit di esercitare lopzione imprenditorialit pialta quando I
ent> 0.
,,+
= went
Scelta occupazionale verifiche empiriche La decisione di avviare unimpresa pu essere rappresentata come
scelta reddituale (Oxenfeldt 1943) tra la posizione di lavoratore
-
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Creedy - Johnson (1983) R= 5.325 + 0.079log- 0.674logY - 0.092logC + u
scelta reddituale (Oxenfeldt, 1943) tra la posizione di lavoratoredipendente e quella di imprenditore. Lentrata sarebbe dunque
maggiore in presenza di un tasso di disoccupazione pi elevato o di
insicurezza del lavoro alle dipendenze.
91
(4.202)* (2.135)* (-4.973)* (-3,917)
* = t di Student
R = tasso di entrata (netto): rapporto tra imprese nate e occupati di sesso
maschile
= profitti lordi per impresa Y = salario medio di un occupato di sesso maschile
C = capitale netto medio nelle piccole imprese
Scelta occupazionale verifiche empiriche:
analisi cross-section vs. time-series
H ilt (1989) H ilt (1989)
-
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Hamilton (1989)Yt= 49.46 1.71Ut-1- 0.003 Mt -1
(.) (-4.36)* (-3.19)*
R
2
= 0.33* = t di Student
Stime cross-section
Hamilton (1989) Yt= -0.154 + 0.12Ut-1-0.003U
2t -1
. (.) (8.158)* (-3.588)*
R
2
= 0.942 * = t di Student
Stime time series (1950-84)
92
t = uove scr z on -
83/forze di lavoro 1981;Ut-1= tasso di disoccupazione in
ogni contea scozzese nel 1979;
Mt-1= percentuale delloccupazione
locale impiegata nel settoremanifatturiero.
t = uove mprese popo az one
residente ; U = tasso di disoccupazione in
Scozia;
La correlazione fra U e Y diventa
negativa quando U > 18%.
Enrico Santarelli
Effetto incubatrice
-
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Gudgin (1978); cf. anche Storey (1982)
Ei= -0.320 + 0.011X1i- 0.048X2i R2 = 0.59
. (.) (0.002)* (-0.008)* * = standard error
93
Ei= tasso netto di entrata (8 anni, ma sopravvissute per
almeno 20);
X1i = percentuale di impianti con < 20 addetti;
X2i = tasso di variazione delloccupazione nel periodo.
Enrico Santarelli
-
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Nuove imprese e
imprenditorialit
Analisi empiriche dellentrata, della
sopravvivenza e della crescita
delle nuove imprese:
94
-
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La selezione competitiva
95
Tassi di entrata e di uscita
-
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Secondo il modello di concorrenza perfetta, in ogni
periodo avremo:
1 entrata: nelle industrie in cui le imprese attive
ottengono extra-profitti;
2 uscita: dalle industrie in cui le imprese attive
96
ottengono profitti inferiori a quelli normali.
Evidenza empirica: entrata e uscita si verificano
simultaneamente, con entrata lorda e uscita lorda che
risultano molto pi elevate dellentrata netta.
Enrico Santarelli
Il meccanismo di ENTRATA/USCITA
-
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Il meccanismo di ENTRATA/USCITA
Gli studi teorici sullimprenditorialit (Cantillon,
Knight, ecc.) mostrano che lentrata unattivitrischiosa, sovente destinata a risultare nelluscita. Ne
97
meccanismo di selezione capace di individuare leimprese efficienti abbastanza da poter sopravvivere in
una certa industria, che un meccanismo di
aggiustamento automatico capace di spingere verso
zero i profitti delle imprese esistenti.
I tassi di entrata e di uscita
-
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Paese Entrata lorda Uscita lorda Entrata netta
Belgium/m 5.8 6.3 -0.5
Belgium/s 13.0 12.2 0.8
Canada 4.0 4.8 -0.8
98
FRG 3.8 4.6 -0.8
Korea 3.3 5.7 -2.4
Norway 8.2 8.7 -0.5
Portugal 12.3 9.5 2.8
UK 6.5 5.1 1.4US 7.7 7.0 0.7
Concorrenza perfetta 1 Atomicit:
Molte imprese ognuna delle quali cos piccola da
-
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Molte imprese, ognuna delle quali cos piccola danon influenzare il comportamento delle altre
2 Omogeneit del prodotto
Tutte le imprese offrono lo stesso prodotto 3 Informazione perfetta
99
i prezzi fissati da tutte le imprese
4 Simmetria tecnologica
Tutte le imprese hanno accesso alla stessatecnologia
5 Libert di entrata Qualunque impresa pu entrare o uscire
liberamente dal mercato
Selezione competitiva
1 Le imprese sono price taker;
-
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1 Le impresesono price taker; 2 Il prodotto omogeneo;
3 Linformazionesui prezzi perfetta;
4 Non tutte le imprese hanno accesso allastessa tecnologia;
100
5 Le imprese sostengono un costo
irrecuperabile per entrare nel mercato. Eterogeneit delle imprese:
Imprese diverse hanno gradi di efficienza (e
funzioni di costo) diversi;Ciascuna impresa incerta rispetto al proprio
livello di efficienza
JOVANOVIC Selezione competitiva - 1
Jovanovic (Ec, 1982) passive learning:
-
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Jovanovic (Ec, 1982) passive learning: 1) piccola industria con prodotto omogeneo;
2) profilo temporale della domanda deterministico(conosciuto a priori) e time-invariant;
3) fattori offerti a prezzi costanti.
4) le imprese hanno inizialmente caratteristiche
101
(efficiency parameters) incerte e time-invariant
(eterogeneit); 5) per ogni impresa la media dei propri costi una
proxy dei propri costi reali (incertezza relativa aicosti);
6) in ogni periodo ciascuna impresa deve fissare lapropria strategia: uscire, proseguire con la stessadimensione, crescere, o ridurre la propria capacitproduttiva.
Enrico Santarelli
-
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-
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Lentrata
103
Come misurare il processo di
formazione delle nuove imprese?
-
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formazione delle nuove imprese?
Costruzione di indici (natalit, mortalit,
fertilit.)
104
Ogni indice:
- ci offre una visione diversa, anche
se dello stesso fenomeno.
- sottende una teoria economica diversa.
Enrico Santarelli
Misure di demografia imprenditoriale
INDICE DI NATALITA: dal rapporto fra le imprese
-
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INDICE DI NATALITA : dal rapporto fra le impresenate (per cento) e le attive.
INDICE DI MORTALITA: rapporto fra le imprese
cessate (per cento) e le operative. INDICE DI SVILUPPO: rapporto fra il saldo (nate
cessate e le attive er cento .
105
INDICE DI DINAMICA: rapporto fra la somma(nate +
cessate)e le attive (per cento). TASSO DI IMPRENDITORIALITA (standard):
calcolato come quota dei proprietari di impresa(business owners) sul totale delle forze di lavoro (per
cento). TASSO DI IMPRENDITORIALITA (entrata):
Enrico Santarelli
Tasso di natalit (nuove imprese/num ero medio di
imprese) e tasso di mortalit(imprese cessate/num ero
medio di im prese). Italia (1985-89)
Settori Natalit MortalitEstr. e preparazione miner. metalliferi 6,10 9,81
Prod e prima tra forma ione metalli 6 75 6 01
-
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Produz. e prima trasformazione metalli 6,75 6,01
Estrazione minerali non metalliferi 5,53 7,44
Lavorazione minerali non metalliferi 6,30 6,73
Chimica 6,59 6,40
Fibre 8,47 8,84
Costruzione prodotti in metalli 8,68 6,86
Macchine e materiale meccanico 7,54 6,86
Macchine ufficio e elaborazione dati 23,38 4,61
Costruzione e installazione impiant i 10,65 7,32
Autoveico li, carrozzerie e parti 7,97 6,67
106
r mezz raspor o , ,
Strumenti e apparecchi di precisione 11,45 7,41
Alimentari di base 8,30 7,85
Zucchero, bevande, tabacco 8,28 6,96Tessili 9,51 8,63
Pelli e cuoio 9,93 9,60
Calzature e abbigliamento 11,96 9,61
Mobili e legno 7,37 7,95
Carta, stampa, editoria 8,61 6,25
Gomma e plastica 8,69 7,04
Totale trasformazione industriale 9,21 7,77varianza 13.772 1.861
r (natalit/mortalit) -0,318 0,312*
* escludendo Macchine ufficio e elaborazione dati
Enrico Santarelli
Tasso di natalit (nuove imprese/numero medio
addetti) e tasso di mortalit (imprese cessate/numero
medio di addetti). Italia (1985-89)Settori Natalit Mortalit
Estr. e preparazione miner. metalliferi 0,14 0,23Produz. e prima trasformazione metalli 0,13 0,12
-
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Estrazione minerali non metalliferi 0,55 0,74
Lavorazione miner. non metalliferi 0,44 0,47
Chimica 0,13 0,12
Fibre 0,06 0,06
Costruzione prodotti in metalli 0,88 0,70
Macchine e materiale meccanico 0,42 0,38Macchine ufficio e elaborazione dati 0,33 0,07
Costruzione e installazione impianti 0,53 0,36
Autoveicoli, carrozzerie e parti 0,04 0,04
Altri mezzi di trasporto 0,13 0,10
107
Strumenti e apparecchi di precisione 1,17 0,76
Alimentari di base 1,15 1,09
Zucchero, bevande, tabacco 0,39 0,33
Tessili 0,60 0,55Pelli e cuoio 1,06 1,03
Calzature e abbigliamento 1,00 0,80
Mobili e legno 1,10 1,19
Carta, stampa, editoria 0,65 0,48
Gomma e plastica 0,55 0,45
Totale trasformazione industriale 0,66 0,56
varianza 0,193 0,137 r(natalit/mortalit) 0,938
Enrico Santarelli
Nuove imprese e processi di mercato
Start-upo entrata
-
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p
Selezione competitiva
Effetti sul lato dellofferta:
- Maggiore efficienza;- Accelerazione del cambiamento
strutturale;
108
Nuove capacit:
Sviluppo di
nuove imprese
(crescita internae esterna)
Distruzione di
capacit:
Declino o
chiusura diincumbents
- nnovaz one;
- Maggiore variet produttiva;
Aumento della competitivit
Crescita economica
Una tassonomia delle nuove imprese - 1
1) h f ifi
-
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1) schumpeteriane, nate per sfruttare una specificainnovazione tecnologica o allo scopo di avviare/perpetuareuna dinastiaimprenditoriale di successo;
2) younghiane, nate in conseguenza di un processo dispecializzazione e divisione del lavoro tra imprese come
109
que o escr tto ne one nterpretat vo c e va a am m t
a Gorge Stigler ad Allyn Young; 3)opportunistiche, nate per sfruttare specifiche opportunit dimercato o accedere a sussidi e agevolazioni varie;
4) intrinsecamente marginali (necessity entrepreneurship),
nate per sfuggire alla disoccupazione; coincidenti con il self-employment(autoimpiego).
Una tassonomia delle nuove imprese - 2
-
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Italia imprese registrate per settore di attivit
-
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111
Business ownership
-
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112
Source: Audretsch et al., 2004.
Determinanti dellostart-up in Italia
Santarelli - Sterlacchini (1994)
NAT OCCIES FPI PROF
-
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NATit = a0+ a1OCCIESi, t-1+ a2FPIi,t-1+ a3PROFi,t-1- a4RETRi,t-1+ ui,t
ui,t= termine di errore i = 1, 2, , 21 (industrie della trasformazione industriale)
113
OCCIESi, t-1= tasso di variazione delloccupazione nelle
imprese attive FPIi,t-1= quota di fatturato delle imprese con addetti tra 20
e 49
PROFi,t-1= indice di profittabilit settoriale standardizzato RETRi,t-1= indice standardizzato della retribuzione media
per addetto
Enrico Santarelli
Stime del modello LSDV (21 osservazioni settoriali per quattro anni: 1986, 1987,
-
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1988, 1989 (*)
Var. dip. Cost. D86 D87 D88 OCCIES FPI PROF RETR R2 agg. F
NAT/IMP8.084
(7.86)
3.570
(3.03)
5.134
(4.27)
2.679
(2.34)
1.421
(6.38)
-9.396
(-3.30)
0.36 10.44
5.773
(7.29)
3.451
(3.15)
4.792
(4.30)
2.541
(2.39)
1.279
(6.21)
1.691
(5.03)
0.45 14.66
5.773
7.25
3.466
3.15
4.848
4.27
2.555
2.39
1.289
6.16
-0.126
0.33
1.726
4.87
0.45 12.09
114
NAT/ADD-0-045
(-0.56)
0.271
(2.90)
0.346
(3.63)
0.223
(2.46)
0.097
(5.50)
1.905
(8.46)
0.58 23.52
0.34
(5.36)
0.286
(2.82)
0.405
(3.91)
0.246
(2.49)
0.121
(6.34)
-0.217
(6.94)
0.50 17.41
0.394
(5.49)
0.296
(2.98)
0.439
(4.30)
0.254
(2.64)
0.127
(6.75)
-0.077
(-2.21)
-0.196
(-6.13)
0.52 16.06
* tutte le esplicative sono ritardate rispetto alla dipendente; tdi Student fra parentesi.
Enrico Santarelli
Il Global Entrepreneurship Monitor
(http://www.gemconsortium.org/)
E basato su una definizione generale di
-
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imprenditorialit, che comprende: Fase dello start-up, precedente allavvio dellimpresa;
Giovani imprese, fino a 3.5 anni di et;
Alcune delle quali innovative e orientate alla crescita, la
maggioranza no;
Intrapreneurs, cio individui che lavorano alle dipendenza peraltre imprese ma che pensano di avviarne una propria;
Procedure di misurazione Surveyssu campioni rappresentativi della popolazione adulta.
Growth
Total Entrepreneurial Activity
-
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Adult
Population
PersistFirm
Birth?Start-up Processes
Business
FirmPopulation
Quit
Gestation Phase NewFirm
0 3.5 Yrs
Total Entrepreneurial Activity Index
EstablishedFirm
NE = Nascent Entrepreneur; NI = Nascent Intrapreneur
TEA Average [1-4 yrs:2000 to 2004]
35,00
Total Entrepreneurial Activity
-
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117/297
20,00
25,00
30,00
old
[95%
confid
enceinterval]
0,00
5,00
10,00
15,00
CROATIA
H
KONG
J
APAN
BELGIUM
C
TAIPE
SLOVENI
FRANCE
R
USSIA
NETHERL
SW
EDEN
SI
NGAPO
GE
RMANY
SPAIN
UK
I
SRAEL
S
AFRIC
G
REECE
F
INLAND
DE
NMARK
POLAND
PO
RTUGA
SWITZER
ITALY
HU
NGARY
NO
RWAY
IR
ELAND
CA
NADA
IC
ELAND
CHINA
US
AU
STRAL
INDIA
ARGENTI
B
RAZIL
N
ZEALA
K
OREA
CHILE
M
EXICO
THAILAN
VE
NEZUE
UG
ANDA
AllCo
untries
Numberper10018to64yr
117
Total Persons Active in Start-up and New Firms by Country [2000-2003]
Total Entrepreneurial Activity
-
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118/297
100.000
1.000.000
ld[1,0
00s]
1
10
100
1.000
10.000
IS SL HR H K SG FI DK IR BE SE NO IL NZ SE NL HU GR TW F R PL AU ZA CL ES IT CA JP UK RU D E U G AR VE KR MX TH BR US CN IN
Numberpersons18-64YearsO
118
Annual Contribution of New Firms to Current Job Pool: 2002
Total Entrepreneurial Activity
-
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119/297
15.00%
20.00%
25.00%
[95%c
onfiden
ceintervals]
0.00%
5.00%
10.00%
JAPAN
BELGIUM
FRANCE
SAFRICA
SWEDEN
H
KONG
FINLAND
SINGAPORE
PORTUGAL
DENMARK
SPAIN
ITALY
SWITZERLAND
NETHERLAND
NORWAY
INDIA
UK
SLOVENIA
GERMANY
POLAND
CROATIA
HUNGARY
CANADA
RUSSIA
BRAZIL
C
TAIPE
I
GREECE
MEXICO
ICELAND
AUSTRALIA
N
ZEALAND
ISRAEL
ARGENTIA
IRELAND
THAILAND
US
CHILE
CHINA
KOREA
VENEZUELA
CountryAverage
PercentageofNationalE
m
ployment
119
TEA Rates and National Economic Growth: 1 Year Lag [Pooled data]
Total Entrepreneurial Activity
-
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25.000
30.000
35.000
4yrsold]
R = 0.45
0.000
5.000
10.000
15.000
20.000
-4.00 -2.00 0.00 2.00 4.00 6.00 8.00 10.00
Percent Growth in GDP, Local Currency, Constant Prices
TEA[
#/100pe
rsons18-6
120
-
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La sopravvivenza
121
ANALISI DELLA SOPRAVVIVENZA E
DELLUSCITA
-
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Perch i tassi di sopravvivenza sono cos bassi?
1: Tentano di entrare pi imprese di quelle che il mercato
122
2: Penuria di risorse finanziarie e supporto esterno ingenere (barriere allentrata troppo alte?)
3: Penuria di capacit imprenditoriali e manageriali
(processi di apprendimento troppo lenti nelle nuove imprese?)
LA DIMENSIONE INIZIALE E UN BUON
PREDITTORE DELLA SOPRAVVIVENZA?Molti studi hanno individuato una relazione positiva tra dimensioneiniziale e sopravvivenza(cfr. Audretsch e Mahmood, RESTAT, 1995;
-
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Mata, Portugal e Guimaraes,IJIO, 1995).
In alcune situazioni industria manifatturiera italiana, dominata dalle
piccole imprese praticamente tutte le nuove imprese entrano con una
dimensione sub-ottimale. Questo rende la dimensione iniziale
123
scarsamente informativa rispetto alla probabilit di sopravvivenza.
Taymaz e Kksal (2006) considerano la dimensione iniziale unavariabile endogena dei modelli di sopravvivenza. Gli imprenditori la
scelgono in base al rischio di fallimento:
- Quanto maggiore il rischio tanto pi piccola la dimensione
Di conseguenza, il risultato empirico che lega la dimensione iniziale auna maggiore probabilit di sopravvivenza potrebbe essere considerato
spurio.
ANALISI DELLA SOPRAVVIVENZA I
Il d ll di i li t di i h l i bil
-
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Il modello di regressione lineare pu essere usato a condizione che la variabile
dipendente sia continua e che sia possibile misurarla per tutti i casi contenuti nel
campione oggetto di interesse
Esso non pu dunque essere impiegato nel caso di variabili dipendenti:
BINARIE. Sono uelle che resentano solo due cate orie: ven ono utilizzate er
124
indicare il realizzarsi di un evento o la presenza, nelle osservazioni, di una
determinata caratteristica.
CENSURATE O TRONCATE. Sono quelle che non risultano osservabili oltre
una determinata soglia o che non soddisfano determinati requisiti.
ANALISI DELLA SOPRAVVIVENZA II
Nel caso delle variabili binarie si utilizzer un modello probabilistico, nel
quale Prob(si verifica levento j) = Prob(Y = j) = F[ Xfattori esplicativi ]
Di conseguenza
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Di conseguenza
Prob(Y=1) = F(X)
Prob(Y=0) = 1 - F(X)
Il roblema la forma funzionale di F.
125
PROBIT
Ipotizzando per F una distribuzione normale, si ottiene il cosiddetto modello
robitin cui:
)'(2
1)()1(Prob' 2
2
'XdtedttY
Xt
X
====
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-
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ANALISI DELLA SOPRAVVIVENZA VI
Variabili troncate: la principale differenzarispetto alla censura che il troncamento
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rispetto alla censura che il troncamento osservabile soltanto quando si realizza un certo
evento, con la conseguenza che soltanto la parte diuna distribuzione sopra y = 0 viene considerata per
128
lanalisi. Es.: unimpresa entra in unindustria
dopo aver operato per un numero imprecisato dianni in unaltra (entrata per diversificazione), onelleconomia informale (entrata per emersione);importanza della fase di gestazione (Total
Entrepreneurial Activity).
ANALISI DELLA SOPRAVVIVENZA VII
Nel caso delle variabili censurate, la distribuzione che si applica la campione un
misto di distribuzioni discrete e continue. Per questo, si potr usare un modello
TOBIT:
-
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iix'
*
iy +=
129
con:
scegliendo Tcome valore soglia.Sono richieste stime di massima verosimiglianza.
Tyseyy
TyseTy
iii
ii
>=
=**
*
0
Num ero nuove imp rese, loro dime nsione iniziale e tassi di
sopravvivenza settoriali: 1987-93
Settore N Start-up sizea % sopra v. 1/93
E str. e lav. metalli 16 7 .9(13.08)
81.3%
M eta llurgico 29 28.4(74.86)
65.5%
E str. e lav. min. non metallif. 20 6 .3(7 .05)
60%
V etro, ecc. 73 13.73(22.41)
57.5%
-
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130/297
C himica 49 65.88(196.20)
55.1%
Prodotti in metallo 118 9.11(13.43)
55.9%
M eccanica 10120.24(48.46) 70.3%
M acchine ufficio 7 7.43(14.05)
37.5%
M ecc. elettrica ed elettronica 129 12.43(38.92)
64.3%
A ltri mezzi di tras orto 20 19.5 55.0%
130
(38.86)
Strum . e a pp. scientif. e prof. 214 12.17(30.18)
61.2%
A limenta ri 82 11.07(35.16)
47.6%
Zucchero, bevande 27 14.6(31.23)
66.7%
Tessili 102 15.6(29.55)
52.9%
Prodotti in pelle 54 9.74(15.48)
61.1%
C alzature e abbigliamento 231 14.61(34.62)
48.5%
M obili e legno 115 11.51(24.58)
60.9%
C arta e stampa 109 10.23(24.57)
55.0%
G omma e plastica 85 7.23(9 .60)
77.6%
a = deviazione standard fra parentesi
Tassi di sopravvivenza e di azzardo delle nuove imprese nellindustria italiana: 1987-93
Mese SOPRAVV. AZZA