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Copyright © Giovanni Padula Dicembre 2004 1. La città e le idee Economia dell’innovazione Città e le occupazionicreative LIUC

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Copyright © Giovanni Padula Dicembre 2004

1. La città e le idee

Economia dell’innovazione

Città e le occupazioni creative

LIUC

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Economia industriale, innovazioni e città

Cabral: “l’economia industriale si occupa del funzionamento deimercati e dei settori industriali, in particolare del modo in cui leimprese competono fra loro”.

Le imprese hanno tra i loro obiettivi l’incremento dei profitti edelle quote di mercato. L’innovazione è uno degli strumenti checonsente loro di farlo. Oggi probabilmente, in molti settori e permolte imprese, è il principale.

In che contesto prende corpo l’innovazione? E’ un contesto piùampio di quello riferibile alla singola impresa. L’innovazione puòessere studiata in un contesto geografico. L’innovazione è unfenomeno con radici urbane e regionali.

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Concetti chiave: Innovazione

L’innovazione, sia di prodotto che di processo oorganizzativa, è una applicazione nuova (novel) diconoscenze a cui possiamo associare un valoreeconomico.

“La capacità di sfruttare, far leva sulla conoscenza perappropriarsi dei benefici economici che ne derivano ècritica per lo sviluppo economico, il cambiamentotecnologico e l’evoluzione industriale” (Feldman 2000).

L’innovazione aveva implicazioni negative – almeno ininglese – finchè Schumpeter legò l’innovazione aicambiamenti utili e creativi che comportano anche“distruzione”.

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Concetti chiave: Città eagglomerazione

Unità geografica che facilita interazione e comunicazioneed entro la quale migliorano sia il coordinamento deicompiti (task coordination) sia l’intensità di ricerca (nelsenso di cercare qualcosa: un lavoro, ecc.).

Le città sono spesso usate come unità geografiche, peresempio nella forma di Metropolitan Statistical Areas(Usa).

“Conceptually, a city is just a dense agglomeration ofpeople and firms. All of the benefits of cities comeultimately from reduced transport costs for goods, peopleand ideas.(Glaeser, Are Cities Dying? 1998).

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Concetti chiave: Città e contatti personali

“The positive impact of agglomeration that comes fromreducing the costs of moving goods lost most of itsimportance over the 20th century as transportation costsfell and large-scale manufacturing declined. The cost ofmoving people and ideas, however, appear to be asimportant as ever. The future of the city’s productivitydepends on whether available substitutes for face-to-face interactions (e-mail, the internet and so on) willmake the need for personal contact obsolete, or whetherthe new technologies harbor the dawn of a moreinteractive era where the ability to contact in personeasily is particularly prized” (Glaeser, Are Cities Dying?1998).

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Florida: città e classe creativa

Richard Florida (L’ascesa della nuova classe creativa,2003, pag. 295-296):

La città “favorisce l’incontro tra persone creative eopportunità economiche…Il raggrupparsi di persone,imprese e risorse in specifiche località con particolaricaratteristiche e potenzialità genera il tipo di efficienzache attiva lo sviluppo economico. Il posto è diventatol’unità organizzativa base della nostra economia,subentrando nel ruolo che un tempo era della grandeimpresa”.

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Jane Jacobs: teorie pioneristiche

•• EsternalitàEsternalità:: la crescita di una città/regione non dipendedalla riduzione dei costi dell’attività economica ma dalladotazione di persone altamente istruite e produttive

•• Diversità:Diversità: la concentrazione di industrie diverse in unacittà promuove la crescita grazie agli spillovers tra taliindustrie (più che la concentrazione di imprese di unastessa industria)

•• Flessibilità:Flessibilità: le persone istruite reagiscono piùvelocemente agli shock economici e permettono allecittà di “reinventarsi”

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Città e capitale umano

“Esternalità di Jane Jacobs”

•• Jacobs:Jacobs: la crescita di una città/regione non dipende dallariduzione dei costi dell’attività economica ma dalladotazione di persone altamente istruite e produttive

•• Lucas:Lucas: le città perderebbero di importanza se nongodessero degli effetti positivi sulla produttività derivantidalla presenza di capitale umano

•• Glaeser:Glaeser: le imprese formano cluster (agglomerazione)per sfruttare i vantaggi derivanti dal disporre di un bacinocomune di lavoro (più che per la vicinanza aiconsumatori e fornitori)

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Krugman: Nuova Geografia Economica

Paul Krugman (Geography and Trade, 1991, pag. 5):

“Qual è la caratteristica che più colpisce nella geografiadell’attività economica? In breve la risposta è: laconcentrazione…la produzione è concentrata in modosignificativo nello spazio”.

Krugman (1991) incorpora nei modelli analitici lapresenza di rendimenti crescenti localizzati. Rinnovatointeresse degli economisti industriali verso la dimensionespaziale dei fenomeni produttivi e tecnologici (Breschi2000).

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Krugman: Nuova Geografia Economica

Paul Krugman (Geography and Trade, 1991,pag. 65):

“Consideriamo per esempio l’industria dellamoda di Milano: un cluster di aziende che sibasano su una forza lavoro molto specializzata(designer, modelle, sarti, ecc.), su fornitorispecializzati (tessuti, trucco, ecc.) e su unaccesso di prima mano all’informazione (cosa èin e out). Secondo me da un punto di vistaeconomico, Milano e la “Route 128” (di Boston)sono creature simili”.

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Feldman: concentrazione e innovazione

Maryann Feldman (Location and Innovation, 2001): ciòche sembra vero per la produzione (Krugman), lo èancora di più per le attività innovative.

“Se le imprese fossero in grado di innovare senzacondividere conoscenza, potremmo allora aspettarci chesi localizzino isolatamente, lontano da altre imprese”.

Da qui un filone di letteratura teorica per comprendere ladimensione spaziale dell’attività innovativa: in particolarele determinanti e i meccanismi alla base dellapropensione da parte delle attività innovativa di formarecluster geografici.

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Città e Knowledge Spillovers

In questo contesto le esternalità di conoscenzasono in elemento centrale.

Qual è la dimensione geografica delleesternalità di conoscenza?

La localizzazione e lo spazio geografico sonodiventati fattori chiave nello spiegare ledeterminanti dell’innovazione e delcambiamento tecnologico.

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Knowledge Spillovers

Definzione di Griliches, riferita alle imprese:

“…working on similar things and hence benefitting muchfrom each other’s research” (Griliches in Feldman 2000).

Le imprese che operano in un contesto di prossimitàgeografica generano esternalità positive (innovazione).

Ma se si ammette che queste esternalità possanoderivare dalla prossimità tecnologica tra aziende, diventaplausibile verificare se tale esternalità non possanoanche essere generate per effetto della prossimitàgeografica tra le aziende.

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Knowledge Spillovers e crescita delle città

Teoria marshalliana: “le concentrazioni geografiche facilitano lacircolazione delle informazioni e delle idee e la diffusione delleconoscenze scientifiche e tecnologiche – knowledge spillovers”(Breschi, 2000).

Marshall (1890), Arrow (1962) e Romer (1986): la crescita urbanaderiva dalla concentrazione di un’industria in una città che favoriscele esternalità di conoscenza tra le imprese.

Silicon Valley (crescita basata sul monopolio): modello di Arthur

Porter (1990): teoria simile, ma la crescita urbana deriva da unarobusta competizione locale tra imprese e non dal monopolio

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M odello di Arthur

Modello di Arthur: industria ad alta tecnologiain cui le imprese operanti debbano scegliere tradue località.

Esito:Esito: la distribuzione geografica delle attivitàinnovative nel modello di Arthur è il prodottodell’interazione tra elementi casuali (historicalaccidents) e forze agglomerative e cumulative.(Breschi, 2000).

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Crescita delle città e diversità

L’evidenza empirica (Glaeser, Growth in Cities,1992) conferma le tesi di Jacobs: crescono dipiù le aree dove alla base dell’addensamento diimprese c’è la presenza di industrie diverse, ladiversità è un elemento positivo e fa premiosulla concentrazione. (Evidenza empirica anchein Olanda)

Glaeser propone un modello basatosull’addensamento di persone con alto livello diistruzione.

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Glaeser: “The Rise of the Skilled City” (2003)

Risultato della ricerca empirica: tra il 1980 e il 2000 lecittà americane e britanniche con una proporzionemaggiore di popolazione istruita sono cresciute più dellecittà con un livello di istruzione inferiore.

Perché?

Conclusione: le persone tendono ad addensarsi attornoalle persone con elevati livelli di istruzione (sale lapopolazione nelle città che ospitano gli “skilled”)

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Glaeser: “skilled cities” I

Le “skilled cities”, città con elevato livello di istruzione tra i residenti,crescono più velocemente in termini di popolazione e produttività

A livello metropolitano:

• Cresce popolazione• Crescono salari nominali e produttività• I prezzi crescono meno della crescita dei salari (i salari reali

crescono)

Possibile conclusione: alti livelli di istruzione nelle areemetropolitane sono associati con un calo della qualità della vita,forse a cause dell’aumento della popolazione

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Glaeser: “skilled cities” I

Le “skilled cities”, città con elevato livello di istruzione tra i residenti,crescono più velocemente in termini di popolazione e produttività

A livello metropolitano:

• Cresce popolazione• Crescono salari nominali e produttività• I prezzi crescono meno della crescita dei salari (i salari reali

crescono)

Possibile conclusione: alti livelli di istruzione nelle areemetropolitane sono associati con un calo della qualità della vita,forse a cause dell’aumento della popolazione

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Glaeser: “skilled cities” II

Le “skilled cities”, città con elevato livello di istruzione trai residenti, crescono più velocemente in termini dipopolazione e produttività

A livello “locale” (città dominante nell’area metropolitana):

• Cresce popolazione• Crescono salari nominali e produttività• I prezzi crescono più della crescita dei salari (i salari reali

diminuiscono)

Possibile conclusione: alti livelli di istruzione nelle aree alivello “locale” fanno salire la domanda di “amenities”

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Glaeser: città e “amenities”

“Consumer City” (Glaeser, Kolko, Saiz, 2001)

• Alta varietà di servizi e beni di consumo

• Valore estetico dell’ambiente fisico (es. bellezzearchitettoniche)

• Buon livello dei servizi pubblici (bassa criminalità, buonlivello delle scuole)

• Veloci canali di trasporto di persone, beni e idee

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Glaeser: tre classi di città Usa

• “Resurgent cities”: città capaci di reinventarsi nel corsodei decenni; oggi in positiva transizione verso l’economiadella conoscenza.

• “Older, dense, cities”: città con serie difficoltà diadattamento all’economia della conoscenza a causa deibassi livelli di istruzione; basso potenziale di crescita;elevata densità di popolazione.

• “Edge cities”: città a bassa densità favorite da fattoriesogeni come il clima

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Glaeser: tre classi di città Usa

Valori immobiliaridifferenziati, dipendenzadall’auto

Valori immobiliari inferiorial costo di nuovecostruzioni

Valori immobiliari elevatinella “città dominante”

Buona gamma dei“amenities”

Ristretta gamma di“amenities” (coneccezioni positive)

Elevata gamma di“amenities”

Forte crescita dellapopolazione, sprawl

Basso potenziale diattrazione del capitaleumano, elevatapopolazione

Elevato livello delcapitale umano,popolazione in crescita

Fattori esogeni positivi(clima)

Bassa crescitadell’economia, industriestagnanti

Industrie in crescitanell’economia dellaconoscenza

“edge, low density”“older dense”“resurgent”

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Glaeser: tre classi di città Usa

• “Resurgent cities”: New York, San Francisco,Chicago, Boston…

• “Old, dense, cities”: Detroit, Philadelphia, St.Louis…

• “Edge cities”: Los Angeles, Las Vegas, Atlanta…