ECO DELLA SOLIDARIETA' GENNAIO 2012

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ANNO 2 - N°1 Febbraio 2012 Copia gratuita Una nuova comunità per minori le nostre radici UN PO’ DI STORIA LA VETRATA DELLA CREAZIONE - FR. GUGLIELMO SCHIAVINA UNA NUOVA SFIDA nel centro di Milano una struttura di supporto sociosanitario Eco della Solidarietà NOTIZIARIO DELLA FONDAZIONE E DELL’ASSOCIAZIONE FRATELLI DI SAN FRANCESCO D’ASSISI l’

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NOTIZIARIO INTERNO DEI FRATELLI DI SAN FRANCESCO D'ASSISI

Transcript of ECO DELLA SOLIDARIETA' GENNAIO 2012

ANNO 2 - N°1Febbraio 2012Copia gratuita

Una nuova comunità per minori

le nostreradici

UN PO’ DI STORIA

LA VETRATA DELLA CREAZIONE - FR. GUGLIELMO SCHIAVINA

UNA NUOVASFIDA

nel centro di Milano una strutturadi supporto sociosanitario

EcodellaSolidarietà

NOTIZIARIO DELLA FONDAZIONE

E DELL’ASSOCIAZIONE

FRATELLI DI SAN FRANCESCO D’ASSISI

l’

INSILENTIO CHARITAS • INSILENTIO CHARITAS • INSILENTIO CHARITAS • INSILENTIO CHARITAS

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DIREZIONEVia Moscova 9, 20121 Milano

Tel. [email protected]

DIRETTORE EDITORIALET. Cesare Azimonti

in fase di registrazione presso il Tribunale di Milano

REDAZIONEPaolo Bonfanti

Ettore BucciantiCeleste Vecchi

Giorgio HonoratiClemente Moriggi

Vera GrandiWalter Nappa

Caterina Vezzani

GRAFICA E IMPAGINAZIONEStudio Pizzi

STAMPABrain Print & Solutions s.r. l .

Per sostenere le iniziat ive:

5x1000C.F. 97237140153

L’ECO DELLA SOLIDARIETA’

Dopo un faticoso inverno, che ci ha visti impegnati, nel tentativo di far fronte

all’”emergenza freddo” ( nella struttura di Scalo Romana abbiamo accolto

200 persone, in via Saponaro ne abbiamo accolte 350 e in via Calvino 150),

cerchiamo di farci carico dei problemi di disagio facendo evolvere diverse si-

tuazioni ad una conclusione positiva. Ci piace ricordare Victor Leicu, ragazzo

rumeno che a causa di un incidente ha perso entrambe le gambe; grazie anche

all’interessamento dei Medici Volontari Italiani che gli hanno procurato le

protesi e al nostro impegno, siamo riusciti a farlo tornare in Romania, dove

ora vive con la madre. Altro caso, Nino, che dopo la separazione dalla moglie

non vedeva da mesi il fi glio; ora grazie al lavoro di equipe dei nostri professionisti, Nino ha trovato un

nuovo lavoro, ed è in graduatoria per l’assegnazione di una casa Aler, nella quale potrà ospitare il fi glio

nei giorni di visita previsti dal Tribunale. ( sono solo due dei numerosi casi che abbiamo avuto modo

di risolvere ). Inoltre durante il Piano Antifreddo tutti i sabati e le domeniche, si sono visti impegnati

2 dei nostri medici e 4 volontari al “ Punto Caldo “ sito in zona Staz. Centrale accanto al mezzanino,

dove sono state ospitate più di 100 persone. Abbiamo ascoltato e inserito nel Centro di via Saponaro 40,

ragazzi minori trovati in stato di abbandono sul territorio, che la Polizia di notte ci affi dava assieme

ad altri ragazzi allo sbando, perché nessuno voleva accoglierli e per questo motivo, assieme al Comune

di Milano, abbiamo aperto in Via Calvino 11, un Centro di prima accoglienza dove poterli acco-

gliere.

Ma torniamo all’inverno che ha visto impegnati i nostri volontari tutte le sere, con l’Unità mobile ascol-

tando e aiutando quanti ancora dormono per strada; sono stati eff ettuati circa 1500 interventi. Ed

ecco che la Primavera esplode prepotentemente, il cielo è terso e la natura torna a regalarci spettacoli

meravigliosi ( segno del Cristo che Risorge ), risposta ultima e defi nitiva all’umanità soff erente, prin-

cipio e fonte di un mondo migliore; un’umanità che soff re ed è in attesa della Resurrezione. La Pasqua

dà il coraggio all’uomo di guardare al futuro.

L’augurio e l’appello che faccio a tutti i nostri volontari e professionisti che collaborano con noi è quello

di continuare a farsi carico di questa umanità soff erente, che ha bisogno di un nostro sguardo e di un

nostro gesto concreto d’amore, perché così facendo non solo aiutiamo Cristo a risorgere, ma diamo una

mano a Dio nel ricreare il mondo. Fr Clemente Moriggi

“ Gialli e Rossi dominanti, memoria dell’attimo fuggente in cui l’Esistente innescò l’Universo con una enorme esplosione di energia: è la vetrata di 30mq collocata nella parte superiore della Palazzina Ambulatori ( dedicata ai poveri) della Fondazione Fratelli San Francesco d’Assisi. Nella sfavillante superfi cie affi orano fi gure - simbolo, che alludono alla presenza del protagonista: mani che proteggono, occhio che sorveglia, bocca che comunica, sole che irradia, sparsi pianeti che fanno il nostro cielo. Nei lati esterni i riferimenti alle opere di misericordia; l’uomo collabora nell’amore e fa partecipare gli altri alla pro-pria gioia di esistere. Qualcuno, lamenta una certa diffi coltà nei singoli riferimenti, ma l’arte èanche mistero da scoprire nel tempo e con fatica, magari leggendovi anche un poco di se stessi. Era inevitabile l’esistenza di tali richiami: la vetrata è in qualche modo il logo della Fondazione, che ha come missione la proiezione verso gli altri el’assistenza e l’integrazione dei più poveri. Su tutto volteggiano le rondini, tocco di poesia su tanto colore e tanta luce “.

L A VETRATA DELLA CREAZIONE FR A GUGLIELMO SCHIAVINA

UNA PASQUA DI VERA RESURREZIONE

Fr. Clemente MoriggiDirettore delle Opere

in copertina

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È la comunità dei minori che raccoglie i ragaz-

zi stranieri delle nostre realtà educative di via

Moscova 9, Pronto Intervento e Residenziale. In

questo Centro, sono ospitati al momento ben 40

minori di diverse nazionalità in età adolescenzia-

le, perlopiù giovani di 16 e 17 anni, quelli pros-

simi all’età adulta che con più diffi coltà trovano

accoglienza negli Istituti, perché considerati i più

diffi cili da trattare. Per supportarli e orientarli, i

Fratelli di San Francesco, a cui la Comunità fa

capo, si pone come principale obiettivo, oltre alla

prima accoglienza, anche quello di promuovere

l’integrazione e il reinserimento sociale di questi

giovani, rendendoli maggiormente consapevoli

dei propri diritti e guidandoli verso una com-

pleta autonomia. Dopo una lunga rifl essione,

il progetto educativo è stato completato con la

scuola interna di lingua italiana, di educazione

civica e della salute che mira ad una maggiore

formazione per l’integrazione e il benessere dei

ragazzi che ci sono stati affi dati. Alla parte edu-

cativa, si affi ancano i servizi che i Fratelli di San

Francesco mettono a disposizione dei ragazzi

quali: supporto sanitario consulenza legale, psi-

cologica, orientamento alla formazione, ricerca

di lavoro e successivo sostegno all’orientamento

lavorativo, attività sportive e ricreative.

Non manca mai la supervisione di Padre Cle-

mente – Direttore delle Opere, accorto nella ge-

stione delle attività, ma soprattutto disponibile

sempre ad ascoltare i giovani delle sue comunità

che hanno la possibilità di ricevere parole di af-

fetto e di conforto, proprio come si intende nello

spirito caritatevole e francescano.

I ragazzi vengono seguiti da tre insegnanti che

curano i corsi di lingua italiana, educazione ci-

vica e salute:

Prof. Celeste Vecchi – coordinatore, Prof. Angelo

Ajroldi, Prof. Angelo Gagliardi.

Celeste Vecchi – Rossella Zenoni

E’ NATA UNA NUOVACOMUNITA’ PER MINORI

Nella nostra

sede di via Calvino 11.

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Alcuni di noi li hanno co-nosciuti in diverse occasioni, dal Natale festeggiato con i loro balli, all’aiuto in mensa:

i ragazzi della comunità di minori stranieri, ospi-

ti presso la nostra struttura di via Bertoni, hanno

in diversi casi dimostrato interesse verso il vo-

lontariato che si svolge qui da noi.

Ho chiesto loro di dirmi cosa pensano del volon-

tariato a cui si sono avvicinati e dei volontari che

hanno conosciuto.

Considerati i problemi linguistici e la diffi coltà a

scrivere in italiano, siamo partiti da alcune pa-

role base quali: Aiuto, Amicizia, Carità, Piacere,

Volentieri, Gratuito, Fare un gesto per un clo-

chard senza casa,Aiutare le persone in ospedale

senza soldi, e altre.

Da queste hanno scelto le più signifi cative e cia-

scuno ha costruito una frase e un disegno, come

uno slogan pubblicitario del proprio pensiero.

Credo che già queste parole dicano molto di

quello che questi ragazzi sentono del rapporto

coi volontari e della loro piccola esperienza; han-

no anche disegnato diverse volte dei cuori.

L’ esperienza di volontariato sicuramente li ha

fatti sentire bene, ha messo in luce quello che di

forte sentono di aver bisogno, come la bellezza di

sentirsi utile nel loro operare, la gentilezza, l’ami-

cizia, il piacere...

Alcuni dei loro disegni e immagini credo che

dicano anche altro, oltre le parole. C’è una dol-

cissima ragazza, esile che si protegge, quasi resti-

tuendo bellezza a questa vita “dura” che il ragaz-

zo si trova ad aff rontare; c’è una rosa che spunta

dal cemento che parla di bisogno di amore, un

trattore che racconta la consapevolezza di essere

tutti insieme in questa avventura, una mano che

porta luce perché la vita possa essere più bella, e

poi tanti cuori e stelle e spiritualità…

Fare il volontariato fa stare bene, questo lo han-

no percepito, mi sembra un aspetto veramente

importante per la loro crescita.

“Siamo tutti uguali” è il titolo di un disegno.

Questa aff ermazione credo l’abbiamo sentita in

molti concretamente più volte, non solo nelle

occasioni di servizio, direi anche in quelle di fe-

sta. Come alla festa di Natale dove nei tre mo-

menti – la messa, l’assemblea e la festa coi balli

– ci siamo sentiti vicini, senza fare nulla di cari-

tativo questa volta, solo per stare insieme e con-

Il volontariato visto con gli occhi dei nostri ragazzi della Comunità Minori Stranieri

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dividere un momento di gioia, pur nelle diversità

di età, storia, ruolo, pensiero e fede… tutti come

“Fratelli di San Francesco”.

Un ragazzo, che avendo raggiunto la maggior

età, ora abita in Saponaro, ha scritto” mi sono

sentito bene quando ho ballato per la festa dei

volontari, perché hanno scoperto i nostri balli;

Nel centro di Milano è stata aperta una nuova struttura di assistenza ed indirizzo a coloro che per scelta, necessità o cattiva sorte vivono il disagio didormire all’addiaccio.

Nel centro di Milano è stata aperta una nuova struttura di assistenza ed indirizzo a coloro che per scelta, necessità o cattiva sorte vivono il disa-gio di dormire all’addiaccio; chiamata “ PUNTO CALDO “, sarà operativa fi no al 31 marzo 2012, data in cui il Piano Antifreddo volge al termine.

UNA NUOVA SFIDA: IL PUNTO CALDOE’ situata in Via Verziere a due passi dal Duomo ed è gestita dalla Protezione Civile con la colla-borazione, a turno, delle Associazioni che gia’ operano sul territorio itinerando con le Unità Mobili serali (nelle quali sono impegnati anche i volontari di S.Francesco). Il Comune di Milano coordina la fi nalità del servizio, che ha come pri-mo obbiettivo portare via dalla strada più gente possibile per inserirli in un percorso di tutela sociosanitaria.Le persone segnalate dal cittadino, dal 118 o dal-le Unità Mobili vengono prelevate con un mezzo della Protezione Civile, con a bordo un Volonta-rio e condotte al Punto Caldo dove vengono vi-sitate da un Medico ed infi ne trasportate, sempre con la stessa equipe e la presenza di un volonta-

rio, al centro notturno di Via Barzaghi. Qui è stato allesti-to un presidio notturno della Protezione Civile nel quale possono trovare ricovero 70 uomini e 40 donne,ospitati in container riscaldati dotati di servizi igienici. Vi è anche un numero di letti limitati di letti in ogni container per garan-tire un minimo di vivibilita’ notturna. Fino ad ora il PUN-TO CALDO ha fornito una soluzione, seppur temporanea a 25 persone che si sono pre-

mi sono sentito felice quando ho fatto il volon-

tario in mensa per aiutare i volontari e gli ope-

ratori, è una cosa che mi piacerebbe fare ancora”.

Ci sono aspetti di bene di cui a volte non si pen-

sa nell’attività del volontariato, perché spesso si è

troppo presi dall’aiuto al nostro ospite.

L’aiuto si fa anche attraverso la capacità di creare

armonia tra tutti coloro che operano accanto a

noi – operatori, gli altri volontari, gli ausiliari e

minori- ; del resto sappiamo bene che è l’esem-

pio, più delle parole, a lasciare il segno. Questo i

ragazzi credo che l’abbiamo ben evidenziato.

La sfi da è grande perché “l’accoglienza” è un

cammino in cui non si è mai arrivati e spesso,

forse, è utile fermarsi a rifl ettere.

C.B.

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Sono le 21di un comunissimo sabato sera di febbraio.A Milano è appenanevicato, oltre alle luci, alle auto che vanno e vengono, ai negozi scintillanti e alla ‘bella vita’ ci sono - 10°, ghiaccio e un’aria gelida tanto simile a quella che si respira in Svezia.

E una realtà nascosta, ma non troppo.

Primo, come tutte le altre sere, non sa cosa fare;

ma non perché si annoi o perché non riesca a

scegliere tra le mille alternative che la grande

città propone; semplicemente perché Primo non

ha casa, non ha cibo, non ha un letto in cui but-

tarsi, in cui lasciarsi alle spalle la giornata. Primo

NON ha alternative.

Forse l’unica cosa che gli rimane è il freddo.

E le forze per rivolgersi al Punto Caldo, istituito

da qualche settimana a lato dell’ aff ollata stazione

centrale, dove i volontari dei Fratelli di San Fran-

cesco supportati dalla Protezione Civile possono

fornirgli una prima accoglienza e un sorriso.

Dopo una visita medica e un tè caldo, si capisce

che Primo ha serie diffi coltà motorie e quindi

è veramente impossibilitato a sdraiarsi a terra

al piano mezzanino della Metropolitana, chiuso

dal Comune di Milano e adibito a dormitorio

per molte persone come Primo, che vi trovano

un riparo per la notte gelida e qualche coperta.

Dopo una non facile ricerca, si trova disponibi-

lità di qualche posto presso un dormitorio nato

da poco, una ex discoteca buia e non molto cal-

da, ma almeno ci sono delle brandine e qualche

sacco a pelo, in cui Primo può stendersi e trovare

sollievo in un po’ di riposo. Almeno fi no a do-

mattina, quando di nuovo la vita sarà un grande

punto interrogativo.

Ma Primo non è solo nella glacia-

le notte milanese : la signora in

Piazza Bacone se ne sta rannic-

chiata sotto una fi nestra, e non

vuole andarsene, stringe stretta

la valigia e si prepara per sfi dare

le temperature polari, così come

il simpatico vecchietto dell’orto-

mercato, infi lato in una coperta

sottile e lercia, che rifi uta il sacco

a pelo, perché forse “qualcuno

più povero di me ne ha bisogno”.

Cosa fai stasera? R

AC

CO

NT

Isentate o sono state segnalate.Al progetto, promosso dalla Protezione Civile ed il CENTRO AIUTO del COMUNE stanno collaborando varie Unità Mobili con i volonta-ri della FONDAZIONE FRATELLI DI SAN-FRANCESCO, City Angels, Croce Rossa, Croce Di Malta, Ronda Della Carita’, Farsi Prossimo, Caritas, e Medici Volontari . Guido Greco

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Già, qualcuno come l’uomo poco più in là, privo

di sensi e quasi in ipotermia, che, chissà per qua-

le ragione, ha dovuto fare di una gelida panchina

la propria casa.

(E’ bene ricordare, infatti, che secondo l’ultimo

rapporto 2011 dell’European Commitee of Social

Rights, l’Italia risulta ancora una volta assente in

tema di effi caci politiche di housing e nel campo

che riguarda la prevenzione della homelessness,

ovvero della condizione di ‘senzatetto’).

Ma di questa serata, insieme alla grande espe-

rienza e straordinaria gentilezza di una persona

speciale come Guido, capogruppo e punto di rife-

rimento anche per noi, ci piace ricordare la sim-

patia di Milosh, musicista, sognatore sfortunato,

la dignità e la semplicità con cui un bel ragazzo

tunisino ha accompagnato l’amico in diffi coltà a

cercare aiuto, il sorriso grato di quell’omino gof-

fo, infreddolito e un po’ stranito. E l’aff etto e l’im-

pegno di tante persone semplici, unite dal calore

umano in una sera così fredda. Sara e Ivan

IL POSTO FISSO DI AKMED

TESTIMONIANZE

E’diffi cile trovare, oggi, un posto di lavoro fi sso e i nostri governanti ci ammoniscono che, per trovare occupazione, bisogna essere pronti allamobilità e cioè a cambiare il tipo di lavoro ed anche la sede.

Si è anche ironizzato sulla “noia del posto fi sso”,

con le conseguenti polemiche che conosciamo.

Un nostro ospite di via Saponaro, di nome

Akmed , il posto fi sso lo ha trovato. E’ un minu-

scolo pezzetto di marciapiede in corso di Porta

Nuova accanto alla farmacia che, ogni giorno, al

mattino, attrezza con qualche coperta che funge

anche da appoggio e vi si rannicchia cercando

di occupare il minor spazio possibile per non

intralciare i passanti. Non ostenta infermità ne’

stende la mano; è una presenza silenziosa, di-

screta e abituale che in zona tutti conoscono e

che aiutano volentieri. C’e’ stato, tempo addietro,

un intervento dei vigili che hanno provato a spo-

stare Akmed, ma l’appoggio di chi lo conosceva

ha fatto recedere la pattuglia dal proposito

legalitario.

Akmed, infatti, ha conquistato in zona le simpa-

tie degli abitanti che riconoscono la sua riserva-

tezza e la discrezione, tanto da essere diventato

una componente della via. La sola mobilità è

rappresentata, in estate, dallo spostarsi quando

arriva il sole sull’altro lato della strada per met-

tersi all’ombra. Al termine della giornata, ripiega

le poche cose che gli facevano da conforto e rien-

tra nel dormitorio di via Saponaro.

E’ una presenza non solo discreta ma anche

muta in quanto è diffi cile, nonostante il discreto

italiano ed il francese, scambiare qualche battuta

se non sul Marocco e sulla famiglia .Parla, però,

volentieri del dormitorio di via Saponaro che

apprezza, come non manca di lodare la qualità

della mensa.

E.B.

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Dall’ appoggio acorporazioni e confraternitea scopo caritativo fi noall’istituzione dei Monti diPietà, gli istituti di credito al servizio dei meno abbienti...

...dall’ opera in favore delle necessità materiali e

spirituali dei bambini poveri a quella dei malati e

dei feriti sul campo e nei conventi che sorgevano

nelle retrovie nei periodi di guerra, all’assistenza

ai condannati a

morte…

Non a caso la cit-

tà di Milano in

particolare, ma

anche tutta la

Lombardia, fi n

dal quattrocento

hanno riservato

ai francescani un

posto speciale

Fu la Riforma che

diede luogo a una

grande approva-

zione popolare

e al conseguente

fi orire, specie in

Lombardia, dei

conventi degli Osservanti. Che cosa era accadu-

to? L’ esigenza del ritorno a una vita religiosa più

rigorosa aveva promosso

lo sviluppo del movimento

dell’Osservanza che venne

appoggiato e riconosciuto

nel concilio di Costanza

del 1415. Segue, nel 1517,

il suggello papale della

bolla di Leone X che, con-

fermando la riforma della

Regolare Osservanza, vol-

garmente detta degli Zoc-

colanti, sancisce la suddivisione dell’ordine fran-

cescano in Conventuali e Osservanti.

A FUROR DI POPOLOLa forza della Riforma dell’Osservanza trae ori-

gine nel grande seguito popolare che seppe ani-

mare. E non solo grazie alla diff usione che ne

fece san Bernardino da Siena con la sua predi-

cazione, capace di suscitare nei milanesi grande

entusiasmo e particolare gratitudine per il suo

apostolato. In gran parte, infatti, fu dovuta all’o-

pera svolta dai francescani che, nel loro seno,

seppero dar vita a realtà visibilmente attive nel

rispondere non solo alle necessità ecclesiastiche

ma, anche e soprattutto, a quelle sociali. Il che,

tra l’altro, diede luogo al moltiplicarsi, in tutta la

Lombardia, di conventi di Osservanti.

“Nella città di Milano”, si legge nelle vecchie car-

te, “gli Osservanti erano i più amati per la loro

povertà, per l’assistenza prestata, per lo zelo nella

predicazione e per l’attività in favore dei poveri”.

IL PARADISO DI MILANOSebbene a Milano già ci fosse un convento fran-

cescano, quello di San Francesco Grande, situato

dove ora sorge la Cattolica, nel 1421 la città de-

libera di concedere in dono a san Bernardino e

ai suoi seguaci, in segno di riconoscenza, un’area

specifi ca di culto (attualmente fra porta Garibal-

di e Porta Nuova) con una chiesetta dedicata a

santa Maria degli Angeli. Nasce così il paradiso

di Milano (è così che fu battezzata la prima oasi

francescana creata da san Bernardino), con il suo

convento dai 7 chiostri, centro di innumerevoli

attività caritative, capace di ospitare per il capito-

lo del 1457, fi no a 200 frati minori.

1552: la posa della prima pietra

Il convento, situato appena fuori dalle mura

spagnole e, quindi, esposto a numerose vicende

belliche, nel 1527 viene quasi totalmente raso al

suolo. Ma Milano non si tira indietro: nel piano

di fortifi cazione e ammodernamento della città,

l’autorità civile, nella persona del governatore

le nostre radiciU

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DI

ST

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UNA RIFLESSIONEChe cosa ha sostituito la gratitudine e la lungimiranza di chi, toc-cando con mano l’opera di aiuto prestata a poveri, malati ed emar-ginati e riconoscendone il benefi cio sociale, chiede che sia l’auto-rità civile a volere che determinate istituzioni vivano e crescano nel cuore della città? L’arroganza del potere, il rifi uto della realtà, la paura… Oggi tutto lo spazio è solo per tutto ciò che rappresenta la conferma di status e di un benessere conquistato. Il resto? Vogliamo dimenticare, non sapere, non vedere. Ma nemmeno ragionare in prospettiva del futuro che ci attende. C.V.

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9

PR

INC

IPI

VA

LOR

I

Qualche pensiero prima di

incontrare il fratello

Non sono uno che interroga.

Sono qui per ascoltarti. Per osservarti con atten-

zione.

E se ti faccio domande. È solo per capirti. Non per

giudicarti.

Perché tu sei come me. Ma diverso. E devo rispet-

tare. Amare la tua diversità.

Di pensiero. Di storia. Di condizioni di vita. Di

percezioni e aspirazioni. Di risorse.

Anche se posso non condividere qualcosa, sono

comunque con te.

Non sono uno psicologo

Sono qui per capire, insieme a te, che cosa è vera-

mente il bene per te

Al di là del bisogno, del desiderio immediato. Che

merita attenzione.

Che cerca una risposta, che troveremo insieme.

Entro i limiti del possibile,

una risposta che può aiutare a sopravvivere.

Ma che non basta a rilanciare la tua vita su una

strada migliore.

Non sono un salvatore

Uno che risolve i problemi.

Anche se ho molti fratelli e so dove, nella città si

risolvono problemi come i tuoi

Io non mi posso sostituire a te. Posso camminarti

accanto.

Mettere insieme le mie risorse alle tue, che riman-

gono alla base.

Perché il destino è tuo. E devi esserne geloso.

Non sono il tuo maestro

Che ti dice dove sbagli, e ti indica ciò che è giusto.

Magari dandoti un voto e dirti che cosa devi im-

parare per vivere meglio.

Che cosa ne so io di che cosa vuol dire per te “vi-

vere meglio”?

Perchè i miei studi e la mia esperienza non sono

“il” modello

Ma uno dei tanti casi della vita. Come il tuo.

Non sono un giudice

Che ti interroga per sapere che cosa hai fatto, per

vedere se era nella legge,

Che ti dice cosa non fare, ti minaccia sanzioni. E

magari ti dà sensi di colpa.

Non sono un confessore

Che perdona i tuoi peccati, e ti esorta a fare il bene.

Perchè tu lo sai ciò che è bene - o almeno ti sembra -

per te e per gli altri.

Tu sai che ciò che ti sembra vero e ciò che ti sembra

giusto, forse non lo è.

Tu sai che ciò che ti conviene non sempre ti fa bene.

Stai tranquillo: è lo stesso che succede a me.

Non sono un operatore

Di una fabbrica di servizi, anche se con i miei fra-

telli cerchiamo di darti qualcosa

da mangiare, per ripararti, per curarti, per impa-

rare, per trovare casa, un lavoro …

Per me prima del tuo bisogno ci sei tu.

Non sono uno sportello

Che prende nota, consulta un computer, ti dà una

risposta, o ti manda da qualcuno. E basta.

Anche questo se occorre, ma prima penso a te, al

senso della tua vita.

Alle tue giuste aspirazioni, alle tue risorse che solo

tu puoi attivare

per avere la soddisfazione di avercela fatta tu.

Cerco, se posso, di esserti fratello, come potresti

essere tu per me, domani.

Ecco perché mi sento al tuo fi anco. Non di fronte.

Prima ti accolgo per quello che sei, poi cerco di

“aiutarti ad aiutarti”.

Non cercare in me il tuo angelo custode. E che io

non cada nella tentazione di sentirmi tale.

Sei tu al centro del tuo destino.

I fratelli di San Francesco ti possono aiutare, ma

non sostituirsi a te.

G.P.B.

Io per te o io con te?

Ferrante Gonzaga, inserisce anche la disposi-

zione a portare il convento all’interno delle mura

cittadine. Ed è del 1552 la posa della prima pietra

del convento di sant’Angelo di via Moscova. Af-

fi dato all’architetto Domenico Giunti, il progetto

prevede la costruzione di un edifi cio con 3 chio-

stri, giardino, orto, prato e bosco. Passano solo

tre anni e, nel 1555, viene consacrata la chiesa,

anche questa dedicata a santa Maria degli Ange-

li, con annesso un convento che arriverà a esse-

re in grado di accogliere fi no a 130 frati stabili

e numerosi ospiti.con annesso un convento che

arriverà a essere in grado di accogliere fi no a 130

frati stabili e numerosi ospiti. C.V.

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carnevale al pio albergo trivulzio

Gli ospiti che hanno indossato i nostri costumi si sono pavoneggiati e chiedevano di essere trucca-ti. Dopo la sfi lata fatta nei lunghi corridoi del P.A.T. la festa si è conclusa in auditorium fra musica, balli e “chiacchiere“. E’ stata una giornata sicuramente positiva, lontano dalla solitudine, tristezza e malanni. Anna Pogliani

Il nostro gruppo ha allestito Madre Natura; ci siamo improvvisaticostumisti creando fi ori, alberi,animali, cieli azzurri e prati verdi.

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il giorno 24 febbraio il Pio Albergo Trivulzio ha festeggiato il carnevale. Ci siamo attivati per preparare i costumi; i temi erano questi:

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Step by step ecco come entrare nel pool dei Volontari dei Fratelli di san Francesco

1. Colloquio di orientamento all’Associazione Volontari (per appuntamento, tel.0262545960, e-mail [email protected])

2. Partecipazione al corso base dedicato a tutti i nuovi volontari (3 incontri)

3. Scelta del servizio a lui più consono da parte dell’aspirante volontario

4. Inizio del servizio con un mese in affi ancamento

5. Colloquio a fi ne percorso di inserimento

6. A tutti i volontari è richiesta la presa di conoscenza dello statuto dell’ Associazione Volontari Fratelli di San Francesco, l’iscrizione all’Associazione (quota annuale inclusa assicurazione), la partecipazione alle riunioni dei gruppi e alla formazione permanente.

Puoi ritirare una copia del Vademecum pressoil Segreteriato sociale e la Segreteria dei Volontari

via Bertoni,9 - dalle 9,00 alle 17,00 dal Lunedi al Venerdi

Basta iscriversi attraversoil nostro segretariato sociale.

orari: Lunedi-Venerdi8,30/12.30 - 14,30/17,00

Via Bertoni, 9 - MilanoMM3 fermata Turati

MM2 fermata MoscovaTel 02.62545941

SEGRETARIATOSOCIALE

SERVIZIO DOCCE

GUARDAROBA

SERVIZIO MENSA

CASE DIACCOGLIENZA

ASSISTENZASANITARIA

SCUOLA DI ITALIANO

UNITA’ MOBILEASCOLTOITINERANTE

SERVIZI PER I MINORISTRANIERI

SERVIZI PER GLIANZIANI

SOLIDARIETA’EVENTI

Presso in Centro è possibile ricevere un prontuariodi tutti i servizi sociali primari a cui si può accedere,

se necessario. Il Segretariato Socialeattiverà la tessera che permetterà di accedere a tutti i

servizi e di poter contare sull’assistenza sociale.

Vuoi diventare un volontariodei Fratelli di San Francesco?

IL NOSTRO CENTRO SERVIZI

VADEMECUM DEI SERVIZI A DISPOSIZIONE

Insiemeper aiutarei piu’ deboli

Accoglienza

Assistenza

Integrazione

Promozione umana della persona

in difficoltà e senza fissa dimora

Tutti noi possiamoaiutarli offrendo loro pasti caldi tutti i giorninella nostra casa diaccoglienza

FRATELLI SAN FRANCESCO D’ASSISIVIA DELLA MOSCOVA - MILANO

La nostra mensa presso la casa di accoglienza di via Saponaro 40 a Milano è attiva 7 giorni su 7.La presenza di volontari impegnati ad assistere e accogliere le persone in difficoltà consentedi offrire anche un sostegno morale importante in linea con lo spirito di fratellanza che ci distingue.

Fondazione Fratelli di San Francesco d’Assisi Onlus via della Moscova, 9 - 20121 Milano

contatti: tel.02.6254591 - [email protected] - www.fratellisanfrancesco.it

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