ECO DELLA SOLIDARIETA' GENNAIO 2012
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ANNO 2 - N°1Febbraio 2012Copia gratuita
Una nuova comunità per minori
le nostreradici
UN PO’ DI STORIA
LA VETRATA DELLA CREAZIONE - FR. GUGLIELMO SCHIAVINA
UNA NUOVASFIDA
nel centro di Milano una strutturadi supporto sociosanitario
EcodellaSolidarietà
NOTIZIARIO DELLA FONDAZIONE
E DELL’ASSOCIAZIONE
FRATELLI DI SAN FRANCESCO D’ASSISI
l’

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DIREZIONEVia Moscova 9, 20121 Milano
Tel. [email protected]
DIRETTORE EDITORIALET. Cesare Azimonti
in fase di registrazione presso il Tribunale di Milano
REDAZIONEPaolo Bonfanti
Ettore BucciantiCeleste Vecchi
Giorgio HonoratiClemente Moriggi
Vera GrandiWalter Nappa
Caterina Vezzani
GRAFICA E IMPAGINAZIONEStudio Pizzi
STAMPABrain Print & Solutions s.r. l .
Per sostenere le iniziat ive:
5x1000C.F. 97237140153
L’ECO DELLA SOLIDARIETA’
Dopo un faticoso inverno, che ci ha visti impegnati, nel tentativo di far fronte
all’”emergenza freddo” ( nella struttura di Scalo Romana abbiamo accolto
200 persone, in via Saponaro ne abbiamo accolte 350 e in via Calvino 150),
cerchiamo di farci carico dei problemi di disagio facendo evolvere diverse si-
tuazioni ad una conclusione positiva. Ci piace ricordare Victor Leicu, ragazzo
rumeno che a causa di un incidente ha perso entrambe le gambe; grazie anche
all’interessamento dei Medici Volontari Italiani che gli hanno procurato le
protesi e al nostro impegno, siamo riusciti a farlo tornare in Romania, dove
ora vive con la madre. Altro caso, Nino, che dopo la separazione dalla moglie
non vedeva da mesi il fi glio; ora grazie al lavoro di equipe dei nostri professionisti, Nino ha trovato un
nuovo lavoro, ed è in graduatoria per l’assegnazione di una casa Aler, nella quale potrà ospitare il fi glio
nei giorni di visita previsti dal Tribunale. ( sono solo due dei numerosi casi che abbiamo avuto modo
di risolvere ). Inoltre durante il Piano Antifreddo tutti i sabati e le domeniche, si sono visti impegnati
2 dei nostri medici e 4 volontari al “ Punto Caldo “ sito in zona Staz. Centrale accanto al mezzanino,
dove sono state ospitate più di 100 persone. Abbiamo ascoltato e inserito nel Centro di via Saponaro 40,
ragazzi minori trovati in stato di abbandono sul territorio, che la Polizia di notte ci affi dava assieme
ad altri ragazzi allo sbando, perché nessuno voleva accoglierli e per questo motivo, assieme al Comune
di Milano, abbiamo aperto in Via Calvino 11, un Centro di prima accoglienza dove poterli acco-
gliere.
Ma torniamo all’inverno che ha visto impegnati i nostri volontari tutte le sere, con l’Unità mobile ascol-
tando e aiutando quanti ancora dormono per strada; sono stati eff ettuati circa 1500 interventi. Ed
ecco che la Primavera esplode prepotentemente, il cielo è terso e la natura torna a regalarci spettacoli
meravigliosi ( segno del Cristo che Risorge ), risposta ultima e defi nitiva all’umanità soff erente, prin-
cipio e fonte di un mondo migliore; un’umanità che soff re ed è in attesa della Resurrezione. La Pasqua
dà il coraggio all’uomo di guardare al futuro.
L’augurio e l’appello che faccio a tutti i nostri volontari e professionisti che collaborano con noi è quello
di continuare a farsi carico di questa umanità soff erente, che ha bisogno di un nostro sguardo e di un
nostro gesto concreto d’amore, perché così facendo non solo aiutiamo Cristo a risorgere, ma diamo una
mano a Dio nel ricreare il mondo. Fr Clemente Moriggi
“ Gialli e Rossi dominanti, memoria dell’attimo fuggente in cui l’Esistente innescò l’Universo con una enorme esplosione di energia: è la vetrata di 30mq collocata nella parte superiore della Palazzina Ambulatori ( dedicata ai poveri) della Fondazione Fratelli San Francesco d’Assisi. Nella sfavillante superfi cie affi orano fi gure - simbolo, che alludono alla presenza del protagonista: mani che proteggono, occhio che sorveglia, bocca che comunica, sole che irradia, sparsi pianeti che fanno il nostro cielo. Nei lati esterni i riferimenti alle opere di misericordia; l’uomo collabora nell’amore e fa partecipare gli altri alla pro-pria gioia di esistere. Qualcuno, lamenta una certa diffi coltà nei singoli riferimenti, ma l’arte èanche mistero da scoprire nel tempo e con fatica, magari leggendovi anche un poco di se stessi. Era inevitabile l’esistenza di tali richiami: la vetrata è in qualche modo il logo della Fondazione, che ha come missione la proiezione verso gli altri el’assistenza e l’integrazione dei più poveri. Su tutto volteggiano le rondini, tocco di poesia su tanto colore e tanta luce “.
L A VETRATA DELLA CREAZIONE FR A GUGLIELMO SCHIAVINA
UNA PASQUA DI VERA RESURREZIONE
Fr. Clemente MoriggiDirettore delle Opere
in copertina

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È la comunità dei minori che raccoglie i ragaz-
zi stranieri delle nostre realtà educative di via
Moscova 9, Pronto Intervento e Residenziale. In
questo Centro, sono ospitati al momento ben 40
minori di diverse nazionalità in età adolescenzia-
le, perlopiù giovani di 16 e 17 anni, quelli pros-
simi all’età adulta che con più diffi coltà trovano
accoglienza negli Istituti, perché considerati i più
diffi cili da trattare. Per supportarli e orientarli, i
Fratelli di San Francesco, a cui la Comunità fa
capo, si pone come principale obiettivo, oltre alla
prima accoglienza, anche quello di promuovere
l’integrazione e il reinserimento sociale di questi
giovani, rendendoli maggiormente consapevoli
dei propri diritti e guidandoli verso una com-
pleta autonomia. Dopo una lunga rifl essione,
il progetto educativo è stato completato con la
scuola interna di lingua italiana, di educazione
civica e della salute che mira ad una maggiore
formazione per l’integrazione e il benessere dei
ragazzi che ci sono stati affi dati. Alla parte edu-
cativa, si affi ancano i servizi che i Fratelli di San
Francesco mettono a disposizione dei ragazzi
quali: supporto sanitario consulenza legale, psi-
cologica, orientamento alla formazione, ricerca
di lavoro e successivo sostegno all’orientamento
lavorativo, attività sportive e ricreative.
Non manca mai la supervisione di Padre Cle-
mente – Direttore delle Opere, accorto nella ge-
stione delle attività, ma soprattutto disponibile
sempre ad ascoltare i giovani delle sue comunità
che hanno la possibilità di ricevere parole di af-
fetto e di conforto, proprio come si intende nello
spirito caritatevole e francescano.
I ragazzi vengono seguiti da tre insegnanti che
curano i corsi di lingua italiana, educazione ci-
vica e salute:
Prof. Celeste Vecchi – coordinatore, Prof. Angelo
Ajroldi, Prof. Angelo Gagliardi.
Celeste Vecchi – Rossella Zenoni
E’ NATA UNA NUOVACOMUNITA’ PER MINORI
Nella nostra
sede di via Calvino 11.

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Alcuni di noi li hanno co-nosciuti in diverse occasioni, dal Natale festeggiato con i loro balli, all’aiuto in mensa:
i ragazzi della comunità di minori stranieri, ospi-
ti presso la nostra struttura di via Bertoni, hanno
in diversi casi dimostrato interesse verso il vo-
lontariato che si svolge qui da noi.
Ho chiesto loro di dirmi cosa pensano del volon-
tariato a cui si sono avvicinati e dei volontari che
hanno conosciuto.
Considerati i problemi linguistici e la diffi coltà a
scrivere in italiano, siamo partiti da alcune pa-
role base quali: Aiuto, Amicizia, Carità, Piacere,
Volentieri, Gratuito, Fare un gesto per un clo-
chard senza casa,Aiutare le persone in ospedale
senza soldi, e altre.
Da queste hanno scelto le più signifi cative e cia-
scuno ha costruito una frase e un disegno, come
uno slogan pubblicitario del proprio pensiero.
Credo che già queste parole dicano molto di
quello che questi ragazzi sentono del rapporto
coi volontari e della loro piccola esperienza; han-
no anche disegnato diverse volte dei cuori.
L’ esperienza di volontariato sicuramente li ha
fatti sentire bene, ha messo in luce quello che di
forte sentono di aver bisogno, come la bellezza di
sentirsi utile nel loro operare, la gentilezza, l’ami-
cizia, il piacere...
Alcuni dei loro disegni e immagini credo che
dicano anche altro, oltre le parole. C’è una dol-
cissima ragazza, esile che si protegge, quasi resti-
tuendo bellezza a questa vita “dura” che il ragaz-
zo si trova ad aff rontare; c’è una rosa che spunta
dal cemento che parla di bisogno di amore, un
trattore che racconta la consapevolezza di essere
tutti insieme in questa avventura, una mano che
porta luce perché la vita possa essere più bella, e
poi tanti cuori e stelle e spiritualità…
Fare il volontariato fa stare bene, questo lo han-
no percepito, mi sembra un aspetto veramente
importante per la loro crescita.
“Siamo tutti uguali” è il titolo di un disegno.
Questa aff ermazione credo l’abbiamo sentita in
molti concretamente più volte, non solo nelle
occasioni di servizio, direi anche in quelle di fe-
sta. Come alla festa di Natale dove nei tre mo-
menti – la messa, l’assemblea e la festa coi balli
– ci siamo sentiti vicini, senza fare nulla di cari-
tativo questa volta, solo per stare insieme e con-
Il volontariato visto con gli occhi dei nostri ragazzi della Comunità Minori Stranieri

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dividere un momento di gioia, pur nelle diversità
di età, storia, ruolo, pensiero e fede… tutti come
“Fratelli di San Francesco”.
Un ragazzo, che avendo raggiunto la maggior
età, ora abita in Saponaro, ha scritto” mi sono
sentito bene quando ho ballato per la festa dei
volontari, perché hanno scoperto i nostri balli;
Nel centro di Milano è stata aperta una nuova struttura di assistenza ed indirizzo a coloro che per scelta, necessità o cattiva sorte vivono il disagio didormire all’addiaccio.
Nel centro di Milano è stata aperta una nuova struttura di assistenza ed indirizzo a coloro che per scelta, necessità o cattiva sorte vivono il disa-gio di dormire all’addiaccio; chiamata “ PUNTO CALDO “, sarà operativa fi no al 31 marzo 2012, data in cui il Piano Antifreddo volge al termine.
UNA NUOVA SFIDA: IL PUNTO CALDOE’ situata in Via Verziere a due passi dal Duomo ed è gestita dalla Protezione Civile con la colla-borazione, a turno, delle Associazioni che gia’ operano sul territorio itinerando con le Unità Mobili serali (nelle quali sono impegnati anche i volontari di S.Francesco). Il Comune di Milano coordina la fi nalità del servizio, che ha come pri-mo obbiettivo portare via dalla strada più gente possibile per inserirli in un percorso di tutela sociosanitaria.Le persone segnalate dal cittadino, dal 118 o dal-le Unità Mobili vengono prelevate con un mezzo della Protezione Civile, con a bordo un Volonta-rio e condotte al Punto Caldo dove vengono vi-sitate da un Medico ed infi ne trasportate, sempre con la stessa equipe e la presenza di un volonta-
rio, al centro notturno di Via Barzaghi. Qui è stato allesti-to un presidio notturno della Protezione Civile nel quale possono trovare ricovero 70 uomini e 40 donne,ospitati in container riscaldati dotati di servizi igienici. Vi è anche un numero di letti limitati di letti in ogni container per garan-tire un minimo di vivibilita’ notturna. Fino ad ora il PUN-TO CALDO ha fornito una soluzione, seppur temporanea a 25 persone che si sono pre-
mi sono sentito felice quando ho fatto il volon-
tario in mensa per aiutare i volontari e gli ope-
ratori, è una cosa che mi piacerebbe fare ancora”.
Ci sono aspetti di bene di cui a volte non si pen-
sa nell’attività del volontariato, perché spesso si è
troppo presi dall’aiuto al nostro ospite.
L’aiuto si fa anche attraverso la capacità di creare
armonia tra tutti coloro che operano accanto a
noi – operatori, gli altri volontari, gli ausiliari e
minori- ; del resto sappiamo bene che è l’esem-
pio, più delle parole, a lasciare il segno. Questo i
ragazzi credo che l’abbiamo ben evidenziato.
La sfi da è grande perché “l’accoglienza” è un
cammino in cui non si è mai arrivati e spesso,
forse, è utile fermarsi a rifl ettere.
C.B.

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Sono le 21di un comunissimo sabato sera di febbraio.A Milano è appenanevicato, oltre alle luci, alle auto che vanno e vengono, ai negozi scintillanti e alla ‘bella vita’ ci sono - 10°, ghiaccio e un’aria gelida tanto simile a quella che si respira in Svezia.
E una realtà nascosta, ma non troppo.
Primo, come tutte le altre sere, non sa cosa fare;
ma non perché si annoi o perché non riesca a
scegliere tra le mille alternative che la grande
città propone; semplicemente perché Primo non
ha casa, non ha cibo, non ha un letto in cui but-
tarsi, in cui lasciarsi alle spalle la giornata. Primo
NON ha alternative.
Forse l’unica cosa che gli rimane è il freddo.
E le forze per rivolgersi al Punto Caldo, istituito
da qualche settimana a lato dell’ aff ollata stazione
centrale, dove i volontari dei Fratelli di San Fran-
cesco supportati dalla Protezione Civile possono
fornirgli una prima accoglienza e un sorriso.
Dopo una visita medica e un tè caldo, si capisce
che Primo ha serie diffi coltà motorie e quindi
è veramente impossibilitato a sdraiarsi a terra
al piano mezzanino della Metropolitana, chiuso
dal Comune di Milano e adibito a dormitorio
per molte persone come Primo, che vi trovano
un riparo per la notte gelida e qualche coperta.
Dopo una non facile ricerca, si trova disponibi-
lità di qualche posto presso un dormitorio nato
da poco, una ex discoteca buia e non molto cal-
da, ma almeno ci sono delle brandine e qualche
sacco a pelo, in cui Primo può stendersi e trovare
sollievo in un po’ di riposo. Almeno fi no a do-
mattina, quando di nuovo la vita sarà un grande
punto interrogativo.
Ma Primo non è solo nella glacia-
le notte milanese : la signora in
Piazza Bacone se ne sta rannic-
chiata sotto una fi nestra, e non
vuole andarsene, stringe stretta
la valigia e si prepara per sfi dare
le temperature polari, così come
il simpatico vecchietto dell’orto-
mercato, infi lato in una coperta
sottile e lercia, che rifi uta il sacco
a pelo, perché forse “qualcuno
più povero di me ne ha bisogno”.
Cosa fai stasera? R
AC
CO
NT
Isentate o sono state segnalate.Al progetto, promosso dalla Protezione Civile ed il CENTRO AIUTO del COMUNE stanno collaborando varie Unità Mobili con i volonta-ri della FONDAZIONE FRATELLI DI SAN-FRANCESCO, City Angels, Croce Rossa, Croce Di Malta, Ronda Della Carita’, Farsi Prossimo, Caritas, e Medici Volontari . Guido Greco

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Già, qualcuno come l’uomo poco più in là, privo
di sensi e quasi in ipotermia, che, chissà per qua-
le ragione, ha dovuto fare di una gelida panchina
la propria casa.
(E’ bene ricordare, infatti, che secondo l’ultimo
rapporto 2011 dell’European Commitee of Social
Rights, l’Italia risulta ancora una volta assente in
tema di effi caci politiche di housing e nel campo
che riguarda la prevenzione della homelessness,
ovvero della condizione di ‘senzatetto’).
Ma di questa serata, insieme alla grande espe-
rienza e straordinaria gentilezza di una persona
speciale come Guido, capogruppo e punto di rife-
rimento anche per noi, ci piace ricordare la sim-
patia di Milosh, musicista, sognatore sfortunato,
la dignità e la semplicità con cui un bel ragazzo
tunisino ha accompagnato l’amico in diffi coltà a
cercare aiuto, il sorriso grato di quell’omino gof-
fo, infreddolito e un po’ stranito. E l’aff etto e l’im-
pegno di tante persone semplici, unite dal calore
umano in una sera così fredda. Sara e Ivan
IL POSTO FISSO DI AKMED
TESTIMONIANZE
E’diffi cile trovare, oggi, un posto di lavoro fi sso e i nostri governanti ci ammoniscono che, per trovare occupazione, bisogna essere pronti allamobilità e cioè a cambiare il tipo di lavoro ed anche la sede.
Si è anche ironizzato sulla “noia del posto fi sso”,
con le conseguenti polemiche che conosciamo.
Un nostro ospite di via Saponaro, di nome
Akmed , il posto fi sso lo ha trovato. E’ un minu-
scolo pezzetto di marciapiede in corso di Porta
Nuova accanto alla farmacia che, ogni giorno, al
mattino, attrezza con qualche coperta che funge
anche da appoggio e vi si rannicchia cercando
di occupare il minor spazio possibile per non
intralciare i passanti. Non ostenta infermità ne’
stende la mano; è una presenza silenziosa, di-
screta e abituale che in zona tutti conoscono e
che aiutano volentieri. C’e’ stato, tempo addietro,
un intervento dei vigili che hanno provato a spo-
stare Akmed, ma l’appoggio di chi lo conosceva
ha fatto recedere la pattuglia dal proposito
legalitario.
Akmed, infatti, ha conquistato in zona le simpa-
tie degli abitanti che riconoscono la sua riserva-
tezza e la discrezione, tanto da essere diventato
una componente della via. La sola mobilità è
rappresentata, in estate, dallo spostarsi quando
arriva il sole sull’altro lato della strada per met-
tersi all’ombra. Al termine della giornata, ripiega
le poche cose che gli facevano da conforto e rien-
tra nel dormitorio di via Saponaro.
E’ una presenza non solo discreta ma anche
muta in quanto è diffi cile, nonostante il discreto
italiano ed il francese, scambiare qualche battuta
se non sul Marocco e sulla famiglia .Parla, però,
volentieri del dormitorio di via Saponaro che
apprezza, come non manca di lodare la qualità
della mensa.
E.B.

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Dall’ appoggio acorporazioni e confraternitea scopo caritativo fi noall’istituzione dei Monti diPietà, gli istituti di credito al servizio dei meno abbienti...
...dall’ opera in favore delle necessità materiali e
spirituali dei bambini poveri a quella dei malati e
dei feriti sul campo e nei conventi che sorgevano
nelle retrovie nei periodi di guerra, all’assistenza
ai condannati a
morte…
Non a caso la cit-
tà di Milano in
particolare, ma
anche tutta la
Lombardia, fi n
dal quattrocento
hanno riservato
ai francescani un
posto speciale
Fu la Riforma che
diede luogo a una
grande approva-
zione popolare
e al conseguente
fi orire, specie in
Lombardia, dei
conventi degli Osservanti. Che cosa era accadu-
to? L’ esigenza del ritorno a una vita religiosa più
rigorosa aveva promosso
lo sviluppo del movimento
dell’Osservanza che venne
appoggiato e riconosciuto
nel concilio di Costanza
del 1415. Segue, nel 1517,
il suggello papale della
bolla di Leone X che, con-
fermando la riforma della
Regolare Osservanza, vol-
garmente detta degli Zoc-
colanti, sancisce la suddivisione dell’ordine fran-
cescano in Conventuali e Osservanti.
A FUROR DI POPOLOLa forza della Riforma dell’Osservanza trae ori-
gine nel grande seguito popolare che seppe ani-
mare. E non solo grazie alla diff usione che ne
fece san Bernardino da Siena con la sua predi-
cazione, capace di suscitare nei milanesi grande
entusiasmo e particolare gratitudine per il suo
apostolato. In gran parte, infatti, fu dovuta all’o-
pera svolta dai francescani che, nel loro seno,
seppero dar vita a realtà visibilmente attive nel
rispondere non solo alle necessità ecclesiastiche
ma, anche e soprattutto, a quelle sociali. Il che,
tra l’altro, diede luogo al moltiplicarsi, in tutta la
Lombardia, di conventi di Osservanti.
“Nella città di Milano”, si legge nelle vecchie car-
te, “gli Osservanti erano i più amati per la loro
povertà, per l’assistenza prestata, per lo zelo nella
predicazione e per l’attività in favore dei poveri”.
IL PARADISO DI MILANOSebbene a Milano già ci fosse un convento fran-
cescano, quello di San Francesco Grande, situato
dove ora sorge la Cattolica, nel 1421 la città de-
libera di concedere in dono a san Bernardino e
ai suoi seguaci, in segno di riconoscenza, un’area
specifi ca di culto (attualmente fra porta Garibal-
di e Porta Nuova) con una chiesetta dedicata a
santa Maria degli Angeli. Nasce così il paradiso
di Milano (è così che fu battezzata la prima oasi
francescana creata da san Bernardino), con il suo
convento dai 7 chiostri, centro di innumerevoli
attività caritative, capace di ospitare per il capito-
lo del 1457, fi no a 200 frati minori.
1552: la posa della prima pietra
Il convento, situato appena fuori dalle mura
spagnole e, quindi, esposto a numerose vicende
belliche, nel 1527 viene quasi totalmente raso al
suolo. Ma Milano non si tira indietro: nel piano
di fortifi cazione e ammodernamento della città,
l’autorità civile, nella persona del governatore
le nostre radiciU
N P
O’
DI
ST
OR
IA
UNA RIFLESSIONEChe cosa ha sostituito la gratitudine e la lungimiranza di chi, toc-cando con mano l’opera di aiuto prestata a poveri, malati ed emar-ginati e riconoscendone il benefi cio sociale, chiede che sia l’auto-rità civile a volere che determinate istituzioni vivano e crescano nel cuore della città? L’arroganza del potere, il rifi uto della realtà, la paura… Oggi tutto lo spazio è solo per tutto ciò che rappresenta la conferma di status e di un benessere conquistato. Il resto? Vogliamo dimenticare, non sapere, non vedere. Ma nemmeno ragionare in prospettiva del futuro che ci attende. C.V.

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9
PR
INC
IPI
VA
LOR
I
Qualche pensiero prima di
incontrare il fratello
Non sono uno che interroga.
Sono qui per ascoltarti. Per osservarti con atten-
zione.
E se ti faccio domande. È solo per capirti. Non per
giudicarti.
Perché tu sei come me. Ma diverso. E devo rispet-
tare. Amare la tua diversità.
Di pensiero. Di storia. Di condizioni di vita. Di
percezioni e aspirazioni. Di risorse.
Anche se posso non condividere qualcosa, sono
comunque con te.
Non sono uno psicologo
Sono qui per capire, insieme a te, che cosa è vera-
mente il bene per te
Al di là del bisogno, del desiderio immediato. Che
merita attenzione.
Che cerca una risposta, che troveremo insieme.
Entro i limiti del possibile,
una risposta che può aiutare a sopravvivere.
Ma che non basta a rilanciare la tua vita su una
strada migliore.
Non sono un salvatore
Uno che risolve i problemi.
Anche se ho molti fratelli e so dove, nella città si
risolvono problemi come i tuoi
Io non mi posso sostituire a te. Posso camminarti
accanto.
Mettere insieme le mie risorse alle tue, che riman-
gono alla base.
Perché il destino è tuo. E devi esserne geloso.
Non sono il tuo maestro
Che ti dice dove sbagli, e ti indica ciò che è giusto.
Magari dandoti un voto e dirti che cosa devi im-
parare per vivere meglio.
Che cosa ne so io di che cosa vuol dire per te “vi-
vere meglio”?
Perchè i miei studi e la mia esperienza non sono
“il” modello
Ma uno dei tanti casi della vita. Come il tuo.
Non sono un giudice
Che ti interroga per sapere che cosa hai fatto, per
vedere se era nella legge,
Che ti dice cosa non fare, ti minaccia sanzioni. E
magari ti dà sensi di colpa.
Non sono un confessore
Che perdona i tuoi peccati, e ti esorta a fare il bene.
Perchè tu lo sai ciò che è bene - o almeno ti sembra -
per te e per gli altri.
Tu sai che ciò che ti sembra vero e ciò che ti sembra
giusto, forse non lo è.
Tu sai che ciò che ti conviene non sempre ti fa bene.
Stai tranquillo: è lo stesso che succede a me.
Non sono un operatore
Di una fabbrica di servizi, anche se con i miei fra-
telli cerchiamo di darti qualcosa
da mangiare, per ripararti, per curarti, per impa-
rare, per trovare casa, un lavoro …
Per me prima del tuo bisogno ci sei tu.
Non sono uno sportello
Che prende nota, consulta un computer, ti dà una
risposta, o ti manda da qualcuno. E basta.
Anche questo se occorre, ma prima penso a te, al
senso della tua vita.
Alle tue giuste aspirazioni, alle tue risorse che solo
tu puoi attivare
per avere la soddisfazione di avercela fatta tu.
Cerco, se posso, di esserti fratello, come potresti
essere tu per me, domani.
Ecco perché mi sento al tuo fi anco. Non di fronte.
Prima ti accolgo per quello che sei, poi cerco di
“aiutarti ad aiutarti”.
Non cercare in me il tuo angelo custode. E che io
non cada nella tentazione di sentirmi tale.
Sei tu al centro del tuo destino.
I fratelli di San Francesco ti possono aiutare, ma
non sostituirsi a te.
G.P.B.
Io per te o io con te?
Ferrante Gonzaga, inserisce anche la disposi-
zione a portare il convento all’interno delle mura
cittadine. Ed è del 1552 la posa della prima pietra
del convento di sant’Angelo di via Moscova. Af-
fi dato all’architetto Domenico Giunti, il progetto
prevede la costruzione di un edifi cio con 3 chio-
stri, giardino, orto, prato e bosco. Passano solo
tre anni e, nel 1555, viene consacrata la chiesa,
anche questa dedicata a santa Maria degli Ange-
li, con annesso un convento che arriverà a esse-
re in grado di accogliere fi no a 130 frati stabili
e numerosi ospiti.con annesso un convento che
arriverà a essere in grado di accogliere fi no a 130
frati stabili e numerosi ospiti. C.V.

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carnevale al pio albergo trivulzio
Gli ospiti che hanno indossato i nostri costumi si sono pavoneggiati e chiedevano di essere trucca-ti. Dopo la sfi lata fatta nei lunghi corridoi del P.A.T. la festa si è conclusa in auditorium fra musica, balli e “chiacchiere“. E’ stata una giornata sicuramente positiva, lontano dalla solitudine, tristezza e malanni. Anna Pogliani
Il nostro gruppo ha allestito Madre Natura; ci siamo improvvisaticostumisti creando fi ori, alberi,animali, cieli azzurri e prati verdi.
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il giorno 24 febbraio il Pio Albergo Trivulzio ha festeggiato il carnevale. Ci siamo attivati per preparare i costumi; i temi erano questi:
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11
Step by step ecco come entrare nel pool dei Volontari dei Fratelli di san Francesco
1. Colloquio di orientamento all’Associazione Volontari (per appuntamento, tel.0262545960, e-mail [email protected])
2. Partecipazione al corso base dedicato a tutti i nuovi volontari (3 incontri)
3. Scelta del servizio a lui più consono da parte dell’aspirante volontario
4. Inizio del servizio con un mese in affi ancamento
5. Colloquio a fi ne percorso di inserimento
6. A tutti i volontari è richiesta la presa di conoscenza dello statuto dell’ Associazione Volontari Fratelli di San Francesco, l’iscrizione all’Associazione (quota annuale inclusa assicurazione), la partecipazione alle riunioni dei gruppi e alla formazione permanente.
Puoi ritirare una copia del Vademecum pressoil Segreteriato sociale e la Segreteria dei Volontari
via Bertoni,9 - dalle 9,00 alle 17,00 dal Lunedi al Venerdi
Basta iscriversi attraversoil nostro segretariato sociale.
orari: Lunedi-Venerdi8,30/12.30 - 14,30/17,00
Via Bertoni, 9 - MilanoMM3 fermata Turati
MM2 fermata MoscovaTel 02.62545941
SEGRETARIATOSOCIALE
SERVIZIO DOCCE
GUARDAROBA
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SCUOLA DI ITALIANO
UNITA’ MOBILEASCOLTOITINERANTE
SERVIZI PER I MINORISTRANIERI
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SOLIDARIETA’EVENTI
Presso in Centro è possibile ricevere un prontuariodi tutti i servizi sociali primari a cui si può accedere,
se necessario. Il Segretariato Socialeattiverà la tessera che permetterà di accedere a tutti i
servizi e di poter contare sull’assistenza sociale.
Vuoi diventare un volontariodei Fratelli di San Francesco?
IL NOSTRO CENTRO SERVIZI
VADEMECUM DEI SERVIZI A DISPOSIZIONE

Insiemeper aiutarei piu’ deboli
Accoglienza
Assistenza
Integrazione
Promozione umana della persona
in difficoltà e senza fissa dimora
Tutti noi possiamoaiutarli offrendo loro pasti caldi tutti i giorninella nostra casa diaccoglienza
FRATELLI SAN FRANCESCO D’ASSISIVIA DELLA MOSCOVA - MILANO
La nostra mensa presso la casa di accoglienza di via Saponaro 40 a Milano è attiva 7 giorni su 7.La presenza di volontari impegnati ad assistere e accogliere le persone in difficoltà consentedi offrire anche un sostegno morale importante in linea con lo spirito di fratellanza che ci distingue.
Fondazione Fratelli di San Francesco d’Assisi Onlus via della Moscova, 9 - 20121 Milano
contatti: tel.02.6254591 - [email protected] - www.fratellisanfrancesco.it
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