Echinopsis hyb. - Piante Grasse: tutti i segreti su Cactus

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2 Generi cactacei 2.1 Indicazioni Questa raccolta di schede fa riferimento ad un centinaio di generi, praticamente tutti i cactus coltivati, e vuole rappresentare una guida eminentemente pratica per chi, interessato alla coltivazione di queste piante, vuole apprenderne le necessità, quanto a suolo, esposizione, temperatura, acqua, nonché assumere notizie sui bisogni particolari, sui parassiti, sulla moltiplicazione ecc. Ogni scheda, ordinata alfabeticamente, riporta anche notizie sui luoghi di origine, una breve descrizione del genere e termina con l’indicazione delle principali specie, nonché qualche succinta nota specifica, quando questa costituisca eccezione. Occorre precisare che in campo tassonomico regna, purtroppo, una gran confusio- ne. Esistono, infatti, piante diverse aventi lo stesso nome e nomi diversi dati alla stessa pianta. Su questo manuale, a volte, si è mantenuta la vecchia denominazio- Echinopsis hyb.

Transcript of Echinopsis hyb. - Piante Grasse: tutti i segreti su Cactus

2 – Generi cactacei

2.1 – Indicazioni

Questa raccolta di schede fa riferimento ad un centinaio di generi, praticamente

tutti i cactus coltivati, e vuole rappresentare una guida eminentemente pratica per

chi, interessato alla coltivazione di queste piante, vuole apprenderne le necessità,

quanto a suolo, esposizione, temperatura, acqua, nonché assumere notizie sui

bisogni particolari, sui parassiti, sulla moltiplicazione ecc. Ogni scheda, ordinata

alfabeticamente, riporta anche notizie sui luoghi di origine, una breve descrizione

del genere e termina con l’indicazione delle principali specie, nonché qualche

succinta nota specifica, quando questa costituisca eccezione.

Occorre precisare che in campo tassonomico regna, purtroppo, una gran confusio-

ne. Esistono, infatti, piante diverse aventi lo stesso nome e nomi diversi dati alla

stessa pianta. Su questo manuale, a volte, si è mantenuta la vecchia denominazio-

Echinopsis hyb.

ne, perché è con essa che la pianta è ancora conosciuta e presentata nei cataloghi.

Non mancano, tuttavia, gli opportuni riferimenti alle nuove classificazioni.

Occorre anche avvertire che una guida va usata con discernimento, e cioè, non

come fosse un assioma e neppure un dogma, ma come un mezzo, fra altri, attra-

verso il quale è possibile giungere a buoni risultati. In questo campo la verità ri-

velata non esiste, senza contare che le condizioni climatiche del luogo possono

influenzare le modalità di coltivazione; per questo si è cercato di dare indicazioni

aventi il più possibile validità generale. Non dimentichiamo, neppure, che molte

piante sono alquanto tolleranti, e che è possibile discostarsi dalle condizioni mi-

gliori senza, con ciò, andare incontro a seri problemi. Non bisogna, pertanto, sor-

prendersi se alcuni autori hanno in tema di coltivazione idee diverse da altri, frut-

to di esperienze personali, di letture e di condizioni climatiche differenti.

Per formula base deve intendersi un substrato avente un pH 7, formato per il 50%

da sana terra di campo o giardino, per il 20% da ghiaino non calcareo (2-5 mm),

per un altro 20% da pomice o lava (2-5 mm), e per il restante 10% da terriccio

maturo di foglie (meglio se di faggio).

La formula minerale usa gli stessi componenti ma con percentuali, rispettivamen-

te, del 30%, 30%, 30%, 10%.

La formula fertile si compone di terriccio di foglie per il 30%, di torba per il 30%,

di sabbia per il 20%, e di pomice o lava per il restante 20%, pH 6.

In alcuni casi particolari, indicati nelle rispettive schede, è richiesta l’aggiunta di

calcare che porterà il composto ad avere un pH leggermente alcalino, ovvero for-

mulazioni diverse. Si avverte che tutto ciò vuole essere solo un esempio,

l’argomento è molto dibattuto e ogni coltivatore ha idee personali.

Le temperature minime riportate vanno considerate come indicative per tutto il

genere, ben sapendo che esistono differenze fra specie e specie. Inoltre il grado di

sopportabilità di una pianta alle basse temperature dipende da una serie di fattori

fra loro concatenati, come il grado di umidità ambientale (più è elevato tanto più

calore è richiesto); il tempo di permanenza di una bassa temperatura, (magari

sopportata per un breve periodo, ma letale se si protrae o si ripete); lo stato di

salute, il grado di acclimatazione, la climatologia locale e così via. Nel dubbio

meglio qualche grado in più che in meno.

Per acqua normale s’intende che:

- l’annaffiatura comincia, con precauzione, all'inizio della primavera lasciando asciugare il terreno per alcune settimane prima di tornare a dare acqua. Poi si

aumenta, gradatamente, sia la quantità che la frequenza fino all'inizio dell'estate.

Nel caso le annaffiature fossero ad inizio stagione troppo abbondanti, molti cacti

potrebbero reagire con un’antiestetica spaccatura dell'epidermide in senso longi-

tudinale. Durante i mesi di grande caldo, spesso le cactacee bloccano l'attività o

comunque la rallentano, per cui si torna a ridurre la quantità d'acqua. Bagnare

2.2.5 - Ariocarpus

Habitat: Texas, New Mexico, Messico settentrionale. Descrizione: piante di bassa statura, con grandi tubercoli duri, piccoli fiori centrali di colore bianco, porpora, rosa con radi-ce carnosa a fittone. Crescono su suoli calcarei, pietrosi e argillosi. Alcuni bota-nici considerano Roseocactus e Neogo-mesia dei sottogeneri di Ariocarpus. Terreno: terra argillosa 30%, ghiaino 20% (2-4 mm), pomice 30%, calcare 20%; oppure 50% suolo minerale, 40%

torba di sfagno, 10% gusci d’uovo tritati. Aggiungere del ghiaietto o della marna intorno alla radice a fittone ed in superficie. Evitare materiale a spigoli taglienti che potrebbero danneggiare gravemente la radice a fittone. Esposizione: molte ore di luce solare, con lieve ombreggiatura nei mesi più caldi e tanta ventilazione. Temperatura: minima di 6-8°C con piante tenute a secco; in ogni caso meglio qualche grado in più che in meno. In vegetazione gradiscono l’aria umida ed il fresco della notte. Acqua: senza eccessi, bagnare a fondo lasciando asciugare il substrato per 15 gg in aprile/maggio e 7 gg in agosto, settembre; a secco durante la semi-dormienza di giugno/luglio; qualche abbondante annaffiatura in autunno e quindi all’asciutto da novembre a tutto marzo. Coltivazione: non sempre facile, crescita lenta e fioritura difficile. Moltiplicazio-ne per seme e talea di tubercolo appoggiato su della sabbia appena umida. Si pre-stano all’innesto. Raggiungono la maturità intorno ai 5-8 anni a seconda della specie. Regolari concimazioni primaverili/estive a lenta cessione, più microele-menti; i frutti vanno a maturazione la primavera successiva. Non gradiscono il trapianto, se indispensabile, eseguirlo in gennaio. Prestare attenzione alle coccini-glie radicali. Utilizzare preferibilmente vasi di terracotta stretti e profondi. Principali specie: A. agavoides, mantiene le spine; A. bravoanus; A. fissuratus, acqua una volta al mese da aprile a settembre; A. kotschoubeyanus, tubercoli triangolari; cresce sul gesso, bagnare da aprile a settembre, pianta piccola; A. re-tusus, sole, acqua da aprile a luglio ogni 2-3 settimane e ogni settimana da agosto a settembre; A. scaphirostris, autofertile, fiorisce e fruttifica con facilità; A. trigo-nus (ssp. di retusus), fiore giallo limone, minima di 7°C.

Ariocarpus furfuraceus (GME)

Ariocapus trigonus (GME)

2.2.27 - Echinocereus

Habitat: Messico, Stati Uniti occidentali.

Descrizione: queste piante vivono in ambienti molto diversi, dal livello del mare

ai 3000 metri. Un gruppo sviluppa in altezza, è molto spinoso ed ha crescita lenta;

un altro tende a formare cespi, ha un minore numero di spine e cresce più veloce-

mente. I fiori grandi, vivaci,

durano a lungo ed appaiono

quando la pianta è ancora gio-

vane. Questo genere non rag-

giunge grosse dimensioni. Dal

1985 Taylor ha compreso in

questo genere anche Wilcoxia.

Terreno: formula base.

Esposizione: ben ventilata ed in

pieno sole; indispensabile porre

le piante all'aperto durante la

buona stagione. Non fiorisce se

al riparo dalle radiazioni ultra-

violette. E. viereckii ed E. sche-

eri gradiscono posizioni parzial-

mente ombreggiate.

Temperatura: se tenute a ripo-

so a 6°C offrono fioriture più

ricche.

Acqua: s'inizia ad annaffiare a

marzo, quando i boccioli sono

già sviluppati, per terminare ad

ottobre, lasciando asciugare per

due settimane, meno in estate. Tenere il suolo asciutto da novembre a fine febbra-

io, salvo lievi spruzzature. Queste piante sopportano bene la siccità, per cui oc-

corre bagnare poco per non produrre marcescenze.

Coltivazione: facile. Importante l’abbondanza di luce e la concimazione diluita,

da eseguire ad ogni annaffiatura, con aggiunta di microelementi. Le specie cespi-

tose vanno tenute nelle ciotole. Alla prima annaffiatura aggiungere Benlate o I-

prodione al 2 per mille, per prevenire attacchi fungini. Le cocciniglie alle radici si

combattono con Diazinone. Moltiplicazione per seme.

Principali specie: E. adustus; E. berlandieri fiori molto grandi; E. brandegeei;

E. bristolii; E. cinerascens; E. coccineus; E. dasyacanthus; E. engelmannii; E.

enneacanthus; E. fendleri; E. ferrerianus ssp. lindsayi, raro, molto bello, suolo

leggero, 50%, sole, d’inverno tenere a secco a 4°C; E. grandis; E. knippelianus

poca acqua; E. laui; E. longisetus ssp.delaetii, vive fra 800 e 1200 metri, facile,

molto sole, aria, nebulizzare; E. maritimus; E. nivosus; E. palmeri; E. parkeri; E.

Echinocereus rigidissimus (GM)

pentalophus; E. polyacanthus, min. 8°C; E. poselgeri; E. primolanatus; E. pul-

chellus; E. reichenbachii; E. rigidissimus; E. scheeri; E. sciurus; E. schmollii; E.

schwarzii, sin. E. adustus ssp. schwarzii; E. stoloniferus; E. stramineus; E. subin-

ermis; E. triglochidiatus, sopporta temperature sotto zero; E. viereckii; E. viridi-

florus; E. websterianus.

2.2.28 - Echinofossulocactus (Stenocactus)

Habitat: assolati rilievi montuosi messicani.

Descrizione: piccole piante tondeggianti, con molte costolature ondulate, fino ad

oltre un centinaio, fiori piccoli a tubo corto. Sono affluiti parte in Stenocactus e

parte in Echinocactus

Terreno: formula base.

Esposizione: sole filtrato d’estate, ombra leggera per le specie senza spine e, pos-

sibilmente, pieno sole d’inverno.

Temperatura: temono l’umidità

e le basse temperature. Minima

di 8°C.

Acqua: normale e in modo con-

trollato.

Coltivazione: facile. Le piante

s’ibridano facilmente in modo

spontaneo. Concimazione mensi-

le. Moltiplicazione per seme.

Principali specie: E. alba-

tus; E.coptogonus; E. crispatus;

E. erectocentrus; E. hastatus; E.

multicostatus; E. obvallatus; E.

pentacanthus; E. phyllacanthus;

E. sulphureus; E. vaupelianus; E.

zacatecasensis.

Echinofossulocactus crispatus

2.2.68 - Opuntia

Habitat: il genere è diffuso in

tutta l’America, sia a livello del

mare che a 3000 metri.

Descrizione: piante di varie di-

mensioni, ramose, con articoli

piatti, cilindrici o globosi, senza

costole, con numerose spine,

piccole o grandi, raggruppate in

areole. Spesso i suoi ibridi forni-

scono copiose fioriture che tutta-

via non sono in grado di produr-

re semi. Fiori grandi, gialli o

rossi, sessili, senza tubo. Presenza di sinonimi in seno ai generi Puna, Austro-

cylindropuntia, Consolea, Corynopuntia, Nopalea, Marenopuntia.

Terreno: terriccio sciolto da giardino, utile un’eventuale aggiunta di torba e di

letame maturo.

Esposizione: sole brillante e diretto, in età matura. Temperatura: minima non inferiore a 4°C, alcune piante sopportano anche brevi

gelate (O. phaecantha, O. compressa). Le Opuntie brasiliensis, acanthocarpa,

bahiensis, verschaffeltii, gosseliniana,

pachypus, gradiscono temperature

minime di 8°C.

Acqua: normale, temono l’umidità

eccessiva.

Coltivazione: molte specie possono

vivere all’aperto, anche a temperature

piuttosto basse, purché all’asciutto, al

pari dei Tephrocactus. Concimare una

volta l’anno. Moltiplicazione per seme

e talea. Le specie di grandi dimensioni

crescono velocemente.

Principali specie: O. acaulis; O. atro-

virens; O. aurantiaca; O. azurea; O.

bravoana; O. chaffeyi; O. chlorotica;

O. cymochila; O. delaetiana; O. du-

rangensis; O. elatior, Venezuela e

Colombia, naturalizzata in Australia;

O. ficus-indica; O. humifusa; O. lasiacantha; O. littoralis; O. macrorhiza; O.

microdasys v.rufida, suolo leggermente umifero; O. monacantha; O. nejapensis;

O. phaecantha; O. polyacantha; O. pumila; O. robusta; O. rufida; O. sanguinea;

O. santa-rita; O. sulfurea; O. tomentosa; O. tuna; O. turbinata; O. undulata.

Opuntia clavarioides (GME)

Cumulopuntia (Opuntia ) sphaerica

3.8 - Ferocactus Britton & Rose 1922

Cenni storici

I Ferocactus sono piante che da tempo

hanno interessato sia botanici che hob-

bisti. Il genere è stato proposto da Brit-

ton & Rose allorché suddivise il grande

genere Echinocactus, includendo nel

nuovo genere Ferocactus 31 specie (25

trasferite da Echinocactus più 6 nuove

specie). Il nome deriva da ferox, feroce

e cactus con riferimento al carattere

delle spine. Si ricorda che W. Houston

fu il primo ad aver collezionato le pri-

me piante all’inizio del XIIX secolo. La

pianta era stata menzionata nel 1759 da

Philip Miller in Gardners Dictionary,

poi descritta nel 1768 come Cactus

recurvus, la qualcosa generò confusio-

ne. L’analisi più completa è stata com-

piuta da George Lindsay nel 1955, il

quale in sede di rivisitazione accettò 18

specie di Britton & Rose, ne escluse 4

appartenenti ad altri generi, trovò 4

sinonimi e ridusse 2 specie al rango di varietà. Descrisse anche nuove specie por-

tando il genere F. a comprendere 25 specie e 10 varietà.

Altri importanti contributi sono stati forniti da N. Taylor (1984), H. Cota e R.

Wallace (1997) che attraverso la sequenza del DNA ha mostrato che F. non è

strettamente imparentato né con Echinocactus, né con i cacti colonnari, tuttavia la

questione è ben lontana dall’essere definitivamente risolta.

Morfologia

I F. hanno il loro habitat in Messico occidentale, con particolare riferimento a

Baja California e nelle aree aride e semi-aride degli U.S.A. In questo ambiente le

piogge sono scarse ed irregolari, l’umidità è bassa, i venti forti e le escursioni

termiche, diurne e stagionali, elevate. Le piante si presentano solitarie o in gruppi,

a forma globosa, cilindrica o a barile. Il fusto è solcato da costolature robuste, le

areole ovali, grandi, presentano piccole ghiandole nettarifere in cima alle spine.

Queste sono numerose e forti, la centrale è più sviluppata, e in alcune specie ap-

pare rossa, appiattita e a punta ricurva. Le spine radiali sono più deboli, a volte

setacee o ridotte a peli. Il tubo del ricettacolo è corto e grosso con numerose squa-

me ovali. I fiori sono campanuliformi o imbutiformi, spuntano dalle giovani areo-

Ferocactus cylindraceus (GM)

le nei pressi dell’apice del fusto, in primavera o in estate a seconda della specie. Il

frutto è allungato, secco, con squame papiracee e semi neri.

I F. appartengono alla famiglia delle Cactaceae, sottofamiglia Cactoideae, tribù

Cacteae. Attualmente comprende 29 specie che ben si prestano al collezionismo.

Coltivazione

I Ferocactus non sono piante

d’appartamento, hanno biso-

gno di sviluppare robuste spi-

ne in posizione soleggiata, ma

sono soggetti a scottature se

dopo la stasi invernale

l’esposizione solare non avvie-

ne con gradualità. Anche se

crescono lentamente, col tem-

po divengono grandi. Questo

genere non è particolarmente

esigente in fatto di substrato,

per cui cresce bene su una

normale composta per cactus

dove l’acqua possa defluire

con facilità e sia assicurata una

buona aerazione delle radici.

Durante la stasi invernale le

piante vanno mantenute a circa

+5°C, possono sopportare tem-

perature di -5°C ma solo per

brevissimi periodi. Pertanto le basse temperature e l’umidità stagnante sono con-

dizioni da evitare. Come tutti i cactus vanno mantenuti a secco da novembre a

marzo, con la primavera si annaffia copiosamente aggiungendo ad inizio e a fine

stagione un buon fungicida sistemico. Il rinvaso si esegue quando la pianta mo-

stra di non rientrare più nel vecchio recipiente. I F. sono soggetti a delle inesteti-

che macchie arancioni che compaiono d’inverno a causa di un’elevata umidità

ambientale, scarsa ventilazione e basse temperature, fattori che se non corretti,

pur permettendo alla pianta di sopravvivere, la deturperanno per sempre. La se-

crezione emessa dalle ghiandole nettarine e l’eccessiva umidità possono far appa-

rire delle macchie grigiastre sulle areole e sulle spine. Trattasi della fumaggine

che di per sé non è particolarmente grave, ma è antiestetica, si propaga rapida-

mente a tutta la pianta e potrebbe costituire un veicolo per malattie più gravi. Un

trattamento con un buon anticrittogamico ed un rinvaso con terriccio sano farà

ritrovare vigore alla pianta. Prestare attenzione anche alle cocciniglie radicali, al

ragnetto rosso e ai tripidi nei pressi dell’apice.

Ferocactus echidne

4 - Pratiche colturali

Sono qui presentate le operazioni fondamentali che ci consentono di coltivare con

successo le succulente che sanno ricambiarci con generosissime e spettacolari

fioriture.

4.1 - Il terriccio

Il suolo è costituito da rocce degradate, acqua, aria, sostanze organiche e costitui-

sce la risultante di azioni chimiche, fisiche, biologiche. Svolge funzioni di soste-

gno per l'apparato radicale, è il luogo ove avvengono scambi e reazioni tra gli

elementi solidi, liquidi, gassosi e dove si trovano, per essere elaborati in vario

modo, gli agenti nutritivi utilizzabili dalle piante, come i composti inorganici

(fatta eccezione per il Carbonio che è prelevato dall'aria). Contiene i nutrienti che

le radici possono utilizzare solo se i sali minerali si trovano disciolti in acqua.

Mammillaria luethyi (GDI)

4.10 - Iniziare una collezione

Spesso chi inizia a collezionare piante grasse lo fa quasi inconsciamente, acquista

qualche piantina al supermercato o dal fioraio sotto casa perché attratto dal loro

aspetto accattivante. In seguito altre andranno a far compagnia alle prime, e ben

presto ci si ritrova con una ventina di graziosi vasetti. A questo punto il virus col-

lectionis è penetrato nella mente dell'incauto che si appresta a diventare un cacto-

filo. È la fase in cui si legge tutto ciò che ha a che fare con le piante grasse. Si

cercano appassionati della zona, si aderisce magari ad un’associazione. Inizia poi

una spasmodica ricerca nella rete, si scovano sempre nuovi siti, si leggono i thre-

ad su qualche Forum, ovvero ci si iscrive ad una Mailing list e un mondo nuovo e

immenso si apre ai suoi occhi. Si vorrebbe possedere tutte quelle piante dalle fio-

riture stupende, ed è proprio qui che forse qualche consiglio può diventare utile.

Ognuno ha i suoi gusti che è giusto rispettare, ma per avere successo con queste

piante occorre fare i conti con le condizioni di vita che possiamo offrire, in rap-

porto alle loro esigenze. Chi ha un semplice balcone può coltivare, durante la

buona stagione, un certo tipo di piante in numero proporzionale allo spazio che

possiede. Ma d'inverno dovrà poterle ricoverare in un ambiente non riscaldato

all'interno della casa, a meno che non scelga di coltivare Sempervivum, Sedum,

Opuntia, Chamaecereus o altri generi che non hanno problemi a restare all'ester-

no, purché protetti dalla pioggia. Chi possiede una terrazza ha molte possibilità in

più, specialmente se può approntare un riparo dalle intemperie con all'interno una

stufetta in grado di mantenere un debole tepore (4/6°C). I fortunati possessori di

una serra non hanno limiti in fatto di specie coltivabili.

Vorrei avvertire, a questo proposito, che sarebbe preferibile operare delle scelte

mirate, indirizzando il proprio interesse verso una o più famiglie o generi. Un

altro criterio potrebbe essere quello geografico coltivando piante di diversi generi

ma che in natura convivono in un determinato ambiente. Queste scelte oltre che

dettate dal gusto, devono tenere conto dell'esposizione che si è in grado di offrire.

Così se l'ambiente è esposto a Nord possiamo coltivare Haworthia, Gasteria,

diverse Crassule, cactus epifiti. Se invece riceve sole da Sud le possibilità sono

tantissime: quasi tutte le cactacee, moltissime succulente compresi i graziosi Li-

thops. Durante la buona stagione sarà anche il caso di predisporre un telo om-

breggiante. Visto che siamo ancora dei neofiti sceglieremo i generi meno difficili

come Aporocactus, Echinopsis, Ferocactus, Notocactus, Turbinicarpus, Astro-

phytum, Lobivia, Echinocereus, molte Mammillarie, e per chi ama i cactus colon-

nari: Cereus, Cephalocereus, Cleistocactus, Espostoa. Fra le succulente non cac-

tacee la nostra scelta potrebbe cadere su Echeveria, alcune Euphorbia, Mesem-

briantemi, Kalanchoe, Nolina, Senecio, Tacitus.

Una volta portate a casa le piante vanno subito rinvasate per verificare la presenza

di parassiti, lo stato delle radici, ed operare il cambio del substrato secondo quan-

to ho già indicato a proposito del rinvaso.

Echinopsis (Trichocereus) litoralis - Nord Huentalauquen Atacama Cile (GM)

6 - Le semine

6.1- Il periodo

Le semine si possono eseguire in qualunque stagione, a patto di assicurare le giu-

ste condizioni di luce (circa 5000 lux per 13-14 ore), calore, umidità, circolazione

dell’aria, suolo ed età dei semi. La luce naturale è la migliore, ma alle nostre lati-

tudini risulta insufficiente per la semina invernale. Considerando che le ditte for-

nitrici consegnano i semi maturati nella passata stagione, nei primi mesi dell’anno

successivo, che prima sono utilizzati meglio è (salvo qualche eccezione), che se-

minando presto si allunga la stagione di crescita, siamo portati a concludere che il

periodo che va da gennaio a marzo è utilizzato, prevalentemente, da chi dispone

di un germinatoio, mentre i mesi di aprile e maggio, sono preferiti da chi sfrutta il

calore naturale. Personalmente, pur usando il germinatoio, preferisco seminare tra

la fine di marzo e i primi di aprile; in tal caso il riscaldamento entra in funzione

solo durante le notti fresche, ancora possibili in questa stagione.

Cormorans Bord de Mer Cile (GM)

7 – Le malattie

A volte ci capita di vedere piante della nostra collezione deperire, ora lentamente,

ora nel breve volgere di una notte. Ecco allora che ci assale l’angoscia: dove ho

sbagliato, che cosa è accaduto, come posso rimediare. Una pianta si trova in salu-

te se è in grado di svolgere, in modo regolare, le sue funzioni fisiologiche. Secon-

do Owens “La malattia è un disturbo o una deviazione dalla struttura normale o

dalla fisiologia della pianta, localizzata o generalizzata, riconoscibile da qualche

sintomo o segno e che produce un qualche danno alla pianta”.

Affinché una vegetale possa essere parassitato, occorre il concorso contempora-

neo di almeno tre fattori: la recettività della pianta, la virulenza del patogeno, le

condizioni ambientali favorevoli. Questo concetto è conosciuto come “Triangolo

di Bateman”: Ospite, Patogeno, Ambiente, cui a volte si inserisce un quarto ele-

mento, il Tempo, inteso come durata della persistenza delle condizioni ambientali

favorevoli all'attacco, in grado di determinare la gravità e i danni.

Pidangui Cile (GM)

8 – La vita delle piante Come una pianta vive, si riproduce, si adatta all’ambiente

8.1- I fattori di crescita Gli elementi che determinano lo sviluppo delle piante: il calore, l’acqua, la luce,

il nutrimento, sono fra loro strettamente interdipendenti, nel senso che se uno di

essi aumenta devono aumentare, beninteso entro determinati limiti, anche gli altri,

e viceversa. Così, ad esempio, se si annaffia di più è necessario aumentare anche

la luce, la temperatura ed il nutrimento. Ma poiché ogni pianta ha un proprio e-

quilibrio che oscilla fra un limite minimo, uno massimo e una posizione ottimale,

in riferimento a ciascun fattore, ne consegue che più fattori raggiungono il livello

ottimale meno influenza avranno quelli che non lo raggiungono. Tuttavia, se

qualche elemento è al di sotto del minimo, tutta l’attività vegetativa si blocca,

perché la pianta non può utilizzare nessuno degli altri elementi che pure ha a di-

sposizione (legge del minimo di Giusto Liebig). Occorre tenere presente che mol-

te piante hanno limiti alquanto ampi e risultano tolleranti (cosiddette piante faci-

Echinopsis hyb.

Glossario Accestimento: pianta in grado di formare alla base rami e fusti secondari.

Actinomorfo: fiore avente raggi simmetrici e perianzio (vedi voce) di forma regolare. Affrancare: innesto al quale si fa emettere radici proprie.

Antera: parte terminale dello stame contenente il polline.

Antesi: periodo in cui il fiore resta aperto.

Areola: feltrosità presente nelle cactacee da dove spuntano le spine. Arillo: involucro carnoso o peloso che avvolge in parte o in toto il seme.

Articolo: dicesi di porzione di fusto compreso fra due nodi.

Autosterile: pianta il cui polline non può fecondare né i fiori della stessa pianta né i fiori

di altre piante della stessa specie. Avventizio: radice o fusto in grado di svilupparsi in posizione anomala.

Azione proteolitica: trasformazione delle proteine in sostanze meno complesse.

Calcifuga: pianta che non tollera un suolo calcareo. CAM: sigla usata per indicare il metabolismo acido delle cactacee, cioè una forma di re-

spirazione impropria tipica della maggior parte delle succulente.

C3 - C4: modalità di respirazione di alcune piante in grado di formare acidi con 3 e 4 ato-

mi di carbonio. Carpello: semplice pistillo costituito da una foglia modificata contenente gli ovuli. Più

carpelli costituiscono l'ovario con alla sommità lo stigma (vedi voce).

Caruncolato: seme con involucro carnoso e duro.

Catalisi: fenomeno in cui si aumenta la velocità di reazione chimica tramite un catalizza-tore, ad esempio i microelementi.

Cefalio: particolare emissione di setole e lanugine prodotta da alcuni cacti in età adulta e

da cui spuntano i fiori.

Citoplasma: contenuto della cellula. Cleistogamia: capacità di un fiore di compiere l'autoimpollinazione senza la necessità di

schiudersi.

Clone: piante derivate da riproduzione agamica o vegetativa.

Clorofilla: pigmentazione verde dei cloroplasti (vedi voce), ottenuta per effetto del pro-cesso fotosintetico allorché le cellule del tessuto vegetale sono esposte alla luce.

Cloroplasti: organi presenti nelle cellule delle piante ove si svolge il processo della

fotosintesi. Clorosi, clorotico: pianta che assume una colorazione gialla.

Crenato, crenulato: margine arrotondato o smerlato.

Crestatura: aspetto a forma di ventaglio o cresta che un fusto o una infiorescenza assume. Deiscenza: frutto che si apre a maturità per liberare semi.

Dioica: pianta i cui fiori maschili e femminili compaiono su individui diversi.

Edule: mangereccio.

Epicarpo: la parte più esterna del frutto (buccia). Ermafrodito: detto impropriamente di fiore recante stami e pistilli, cioè organi maschili e

femminili.

Eziolamento: piante che assumono una colorazione gialla, con tendenza ad allungarsi ed

assottigliarsi per mancanza di luce. Fertirrigazione: irrigazione frequente a concimazione diluita.

Floema: è il tessuto di conduzione della linfa elaborata.

TAVOLE A COLORI

Ariocarpus hyb (FA) Ariocarpus frumdosus (FA) Ariocarpus cauliflowers (FA)

Ariocarpus furfuraceus (FA) Ariocarpus cv. ‘Godzilla’ Ariocarpus retusus (FA)

Ariocarpus scaphyrostris (FA) Astrophytum ornatum (GME) Astroph. coahuilense cr. (FA)

Astroph. cv.Hanakago (FA) Astroph. myrios.’Hannia’ (FA) Astroph. s.k. V-patten (FA)

Tavola 1

INDICE ANALITICO 1 . Generalità 3 1.1 Caratteristiche, ambienti, … 3

1.2 Le cactaceae 7

1.3 Le sottofamiglie 8

2 . Generi cactacei 11

2.1 Indicazioni 11

2.2 Le schede 14

2.2.1 Acanthocalycium 14 2.2.2 Ancistrocactus 14

2.2.3 Aporocactus 15

2.2.4 Aporophyllum 16

2.2.5 Ariocarpus 17 2.2.6 Arrojadoa 18

2.2.7 Astrophytum 18

2.2.8 Aylostera 19

2.2.9 Aztekium 20 2.2.10 Blossfeldia 20

2.2.11 Borzicactus 21

2.2.12 Browningia 22

2.2.13 Carnegiea 22 2.2.14 Cephalocereus 23

2.2.15 Cereus 23

2.2.16 Chamaecereus 24

2.2.17 Cintia 25 2.2.18 Cleistocactus 25

2.2.19 Copiapoa 26

2.2.20 Coryphantha 27

2.2.21 Cryptocereus 28

2.2.22 Denmoza 29

2.2.23 Discocactus 29

2.2.24 Disocactus 30

2.2.25 Dolichothele 31 2.2.26 Echinocactus 31

2.2.27 Echinocereus 32

2.2.28 Echinofossulocactus 33

2.2.29 Echinomastus 34 2.2.30 Echinopsis 34

2.2.31 x Epicactus 35

2.2.32 Epiphyllum 36

2.2.33 Epithelantha 37 2.2.34 Eriocereus 37

2.2.35 Eriosyce 38

2.2.36 Escobaria 38

2.2.37 Espostoa 39

2.2.38 Eulychnia 40

2.2.39 Ferocactus 40

2.2.40 Frailea 41 2.2.41 Gymnocactus 42

2.2.42 Gymnocalycium 42

2.2.43 Haageocereus 43

2.2.44 Harrisia 44 2.2.45 Hatiora 44

2.2.46 Heliocereus 45

2.2.47 Hylocereus 46

2.2.48 Islaya 47

2.2.49 Lemaireocereus 47

2.2.50 Leuchtenbergia 48

2.2.51 Lobivia 48

2.2.52 Lophocereus 49 2.2.53 Lophophora 50

2.2.54 Machareocereus 50

2.2.55 Mammillaria 51

2.2.56 Matucana 53 2.2.57 Melocactus 53

2.2.58 Monvillea 54

2.2.59 Myrtillocactus 55

2.2.60 Neobuxbaumia 55 2.2.61 Neolloydia 56

2.2.62 Neoporteria 56

2.2.63 Neoraimondia 57

2.2.64 Nopalxochia 57 2.2.65 Notocactus 58

2.2.66 Nyctocereus 59

2.2.67 Obregonia 59

2.2.68 Opuntia 60 2.2.69 Oreocereus 61

2.2.70 Oroya 61

2.2.71 Ortegocactus 62 2.2.72 Pachycereus 62

2.2.73 Parodia 63

2.2.74 Pediocactus 64

2.2.75 Pelecyphora 65 2.2.76 Peniocereus 65

2.2.77 Pereskia 66

2.2.78 Pilosocereus 67

2.2.79 Pterocactus 67 2.2.80 Pterocereus 68

2.2.81 Rebutia 68

2.2.82 Rhipsalidopsis 69

2.2.83 Rhipsalis 70 2.2.84 Schlumbergera 71

2.2.85 Sclerocactus 71

2.2.86 Selenicereus 72

2.2.87 Stenocereus 73

2.2.88 Stetsonia 74 2.2.89 Strombocactus 74

2.2.90 Sulcorebutia 75

2.2.91 Tephrocactus 75

2.2.92 Thelocactus 76 2.2.93 Trichocereus 77

2.2.94 Turbinicarpus 77

2.2.95 Uebelmannia 78

2.2.96 Weberbauerocereus 79

2.2.97 Weingartia 79

2.2.98 Wilcoxia 80

2.2.99 Generi validi 81

3 . Cacti popolari 83 3.1 Ariocarpus 83

3.1.1 Le specie 85

3.2 Astrophytum 89 3.2.1 Le specie 90

3.3 Cacti epifiti 94

3.3.1 I cacti orchidea 94

3.3.1.1 Epiphyllum 94 3.3.1.2 Disocactus 97

3.3.2 Rhipsalis 98

3.3.3 I cacti a coda di topo 99

3.3.3.1 Aporophyllum 99 3.3.4 I cacti delle feste 100

3.3.4.1 Schlumbergera 100

3.3.4.2 Hatiora 101

3.3.5 I cacti della notte 104 3.3.5.1 Selenicereus 104

3.3.5.2 Hylocereus 105

3.3.6 Weberocereus 106 3.4 Copiapoa 107

3.5 Echinocactus 110

3.6 Echinocereus 112

3.7 Echinopsis 117 3.8 Ferocactus 123

3.9 Gymnocalycium 125

3.10 Mammillaria 127

3.11 Melocactus 129 3.12 Parodia 131

3.13 Rebutia 133

3.14 Turbinicarpus 135

4 . Pratiche colturali 139

4.1 Il terriccio 139

4.2 Semi e semenzali 142

4.3 La riproduzione agamica 144

4.4 La riproduzione sessuata (rinvio)147 4.5 I recipienti di coltura 147

4.6 L’annaffiatura 148

4.7 I fertilizzanti 149

4.8 Le cure stagionali 151 4.9 Le forme strane 153

4.10 Iniziare una collezione 155

4.11 La nomenclatura 156

5 . Appunti di coltivazione 159

6 . Le semine 163

6.1 Il periodo 163 6.2 Il substrato 164

6.3 Le condizioni 165

6.4 Stratificazione e scarificazione 166

6.5 Le modalità di semina 166 6.6 Il metodo del sacchetto 168

6.7 Trattamenti speciali 169

6.8 La post-germinazione 171

6.9 L’innesto dei semenzali 174 6.10 Consigli finali 175

7. Le malattie 177

7.1 Parassiti vegetali 178 7.2 Gli animali nocivi 186

7.3 Coltivazione inadeguata 192

8 . La vita delle piante 195 8.1 I fattori di crescita 195

8.2 La fecondazione 197

8.3 Il controllo del ciclo vitale 200

Appendice 1 Il germinatoio 205

Appendice 2 I fitofarmaci 207

Glossario 211

Tavole a colori 213

Bibliografia 221

Indice analitico 223