Ebook TOP TEN 3

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Indice

Stà Zitto, Smettila di Lamentarti e Datti una Mossa . . 4Larry Winget . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5 Capitolo 4 - Come Creare la Tua Vita invece

che Viverla così come viene . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6 Pensieri del Cuore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24Louise L . Hay . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25 Abbondanza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 27 Accettazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 29 Affermazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 33 Ambiente di lavoro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 35 Amore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 37 Parole dalla Quiete . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 40Eckhart Tolle . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 41

Il sé egoico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 42

I Regni degli Angeli Terreni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 50Doreen Virtue . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 51 Capitolo 1 - Angeli Incarnati . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 52

Tutto il bello che c’è . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 62Alan Cohen . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 63

Capitolo 1 - Tutto il bello che c’è:è sempre stato dentro di te e sempre lo sarà . . . . . . . . . . . . . . 64

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Il Nuovo Equilibrio Emozionale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 78Joy e Roy Martina . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 79 Capitolo 1 - Tutti i chakra portano al cuore . . . . . . . . . . . . . 80

Il Potere del NO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 94James Altucher . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 95

Primo - Il NO per scegliere la vita . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 96

Sopravvivere alla giungla quotidiana . . . . . . . . . . . . . . . 114Stefan Swanepoel . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 115

Capitolo 5 - L’efficienza del ghepardo . . . . . . . . . . . . . . . . 116

Chi Cerca Trova . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 128Esther Hicks . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 129

Avere a cuore il proprio stato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 130

Ritorno all’Amore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 142Marianne Williamson . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 142

Capitolo 3 - Tu . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 143

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Stà Zitto, Smettila di Lamentarti e Datti una Mossa

Stà Zitto, Smettila di Lamentarti e Datti

una MossaUn approccio fuori dal comune per avere una Vita Migliore

Questo non è il solito libro di crescita personale . Qui non tro-verete nessuna delle tipiche indicazioni motivazionali o le pa-rabole che raccontano episodi di vita vissuta . Avrete invece a disposizione un approccio molto più incisivo e controcorrente che vi spingerà a prendere in mano la vostra vita, a dare la svol-ta e a far decollare una volta per tutte gli affari e le relazioni personali .

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Larry Winget

Larry WingetLarry Winget è noto come il Pitbull della Crescita Personale . È un filosofo di successo dotato di un contagioso senso dell’u-morismo, alla base della sua analisi disincantata dei problemi della vita e degli individui . Insegna principi universali adatta-bili a chiunque in ogni situazione: l’importante è non prendersi troppo sul serio e non complicarsi l’esistenza più del necessario .

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Capitolo 4

Come Creare la Tua Vita invece

che Viverla così come viene

“Tutte le persone si sono fatte da sé. Ma solo quelle di successo lo ammettono”. Anonimo

Tutto quello che è successo nella tua vita l’hai creato tu: sia il bene che il male. Ho avuto un completo falli-mento nel mio business e anche una bancarotta persona-le e aziendale che è stata colpa mia. Ho creato io quelle situazioni. Ho creato ogni singolo problema che io abbia mai avuto. Ho anche creato il successo nei miei affari e la felicità che sto sperimentando ora. Anche tu hai creato le situazioni. È semplice. Le abbiamo create con tutto quel-lo che abbiamo pensato, detto e fatto. Quello a cui pensi, quello di cui parli e quello che fai, determina quello che arriva. È così che hai creato i tuoi casini e i tuoi successi.

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È così che l’ho fatto anch’io.

Quello a cui pensi, Quello di cui parli e Quello che fai, determina Quello che arriva.

Sono i tuoi pensieri, le tue parole e le tue azioni che ti avvicinano o ti allontanano da dove vuoi essere. Queste tre cose sono la chiave per creare la vita che vuoi e sono state la chiave per la vita che stai vivendo ora. Capisci? Non hai mai avuto problemi di soldi, o nelle relazioni, o negli affari, o problemi di salute. Hai solo problemi nel modo in cui pensi, parli e agisci. E quando sistemi i tuoi pensieri, le parole e le azioni che fai, ogni cosa va al suo posto. I pensieri sono creativi. Le parole sono crea-tive. Le azioni sono creative. Sono le tre forze creative dell’Universo. Padroneggiale e il mondo sarà tuo.

Cambia i tuoi pensieri

“Tutto quello che siamo è il risultato dei nostri pensieri”. - Buddha

Pensieri limitanti producono risultati limitanti. Con risultati intendo il modo in cui vivi, quello che stai speri-mentando e le cose che possiedi. I pensieri limitanti de-rivano da una visione limitata di chi sei. Quando espan-

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derai la visione di chi sei tu, allora diventerai capace di pensare in grande. Quando sarai capace di pensare in modi diversi, a te stesso e alla tua capacità di realizzare i tuoi desideri, allora avrai pensieri diversi anche sul resto del mondo. Ti esprimerai e agirai in modo diverso.

“Il segreto per vivere una vita di eccellen-za è una mera questione di fare pensieri di eccellenza”. - Charles Swindoll

Pensa a quale sarebbe la visione più alta di te stesso. E mentre immagini la più alta visione di te stesso, fer-mati e chiediti: “Questo pensiero che sto facendo, è alli-neato alla visione più alta di me stesso?”. Se la risposta è no, cambia il pensiero.

“Dobbiamo allenare quotidianamente il nostro pensiero a vedere solo quello che desideriamo sperimentare; e dato che ci stiamo trasformando in quello su cui rimuginiamo mentalmente, dovremmo espellere tutti i pensieri e le idee piccole e insignificanti e vedere le cose in modo più ampio”. -Ernest Holmes

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Etichettati con le parole

“Poiché in base alle tue parole sarai giu-stificato e in base alle tue parole sarai con-dannato”. - Vangelo secondo Matteo 12, 37

Etichettati come vincitore. Parecchi anni fa, feci fare una targa personalizzata per la mia auto che diceva “VINCENTE”. A quel tempo, non avevo idea del tipo d’impatto che quella scritta avrebbe avuto nella mia vita. Ho scoperto che con la scritta che dice VINCENTE sull’auto, non riesci più a fare a lungo le cose che eri abituato a fare. Non puoi buttarti fuori all’improvviso tagliando la strada ad altre persone (non che io l’abbia mai fatto!). Perché no? Un VINCENTE lo farebbe? No, solo un perdente lo farebbe. Un VINCENTE suonerebbe il clacson a chi gli taglia la strada, o a chi parte troppo lentamente dopo un semaforo rosso? No, un VINCEN-TE non lo farebbe mai, solo un perdente lo fa. Un VIN-CENTE guiderebbe un’auto sporca? Mi dispiace, solo un perdente lo fa. Mi sono etichettato come VINCENTE e improvvisamente ho dovuto modificare le mie azio-ni per rimanere congruente con il modo in cui mi stavo chiamando. Sono diventato più che vincitore nella vita, per il semplice fatto che mi ero proclamato VINCITO-RE a tutti quelli che mi vedevano. Chiamati in un certo modo e lo diventerai. Definisciti stupido, sul lastrico, in-

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capace e vivi una vita piena di “non posso”, “non farò”, “dovrei avere”, “vorrei avere”, “mi sarebbe piaciuto” e “se solo”, e stai a vedere cosa diventerai. Scommetto che non sarai felice del risultato.

Cambia le parole

Pensa di nuovo a quale sarebbe la visione più alta di te stesso. Mentre immagini la più alta visione di te stes-so, fermati e chiediti “Le parole che sto usando sono al-lineate alla visione più alta che ho di me?”. Se la risposta è no, cambia il modo in cui ti stai esprimendo. Dire cose tipo, “Non sono mai stato capace di farlo bene” avrà solo l’effetto di perpetuare il fatto di non essere mai stato ca-pace di farlo bene. Dire “Non sono bravo in matematica” non ti farà diventare più bravo. Continuare a dire “Il cibo va a finire dritto sulle mie cosce” farà sì che il risultato di mangiare sarà avere cosce grasse. “Prendo sempre il raf-freddore in questo periodo dell’anno” è la via più sicura che conosca per prendersi il raffreddore. Quello che dici programma ciò che accade. Le tue parole attraggono sia la vita che vuoi sia quella che non vuoi. Quando ero nel business delle telecomunicazioni, ero arrivato al punto che odiavo andare al lavoro. Avevo la “Depressione da Domenica Sera”. Ogni domenica sera semplicemente avevo delle sensazioni spiacevoli sapendo che la mattina dopo avrei dovuto alzarmi per andare in ufficio e fare qualcosa che non mi sarebbe piaciuto fare. Un giorno dissi a mia moglie, “Darei qualsiasi cosa per non doverlo più fare”. L’Universo mi ascoltò e iniziai ad attirare quel

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risultato nella mia vita. Il problema è che l’Universo non mi sentì molto chiaramente. Pensò che avessi detto che avrei dato ogni cosa per non doverlo più fare. E così ecco cosa finì per accadere. Andò a finire che diedi ogni cosa che avevo, e non dovetti più andare a lavorare in quel posto. Persi tutto: il mio lavoro, la mia compagnia, i miei soldi, la mia auto, ogni cosa. Stai attendo a cosa dici. Accade. Invece di dire quello che non vuoi che suc-ceda, inizia oggi stesso a proclamare quello che vuoi che accada. Inizia con l’affermazione che ti sto per dare qui. Poi vai avanti e crea la tua versione personalizzata.

OGGIOggi, accetto con gratitudine tutte le cose buo-

ne che stanno per arrivare sulla mia strada. Questo giorno è ricco di entusiasmo, amore, energia, salute e prosperità. Oggi, le persone mi chiameranno per farsi dare i miei servizi e io risponderò dandogli il meglio di me. Oggi, penserò e praticherò la salute nella mia vita, rifiutando di accettare qualsiasi cosa sia al di sot-to di un’ottima salute. Oggi, accetto l’abbondanza e la prosperità che mi spetta e la condividerò volentieri con gli altri. Oggi, mi focalizzo sul momento presente e non dedicherò i miei pensieri al passato o al futuro. Oggi, lo trascorrerò godendomi profondamente quello che farò. Riempirò questo giorno di pensieri e azioni amorevoli verso tutte le altre persone e verso me stes-so. Trascorrerò questo giorno apprezzando con grati-tudine tutto ciò che possiedo. Oggi, quest’ora, questo minuto, questo momento è tutto ciò che ho e scelgo di viverlo celebrandolo!

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Ho personalmente usato quest’affermazione per pa-recchi anni. La leggo a me stesso quotidianamente. Quando la mia mente dimentica di focalizzarsi sulle cose giuste e i dubbi s’insinuano, la leggo più volte al giorno. Se quest’affermazione non sembra adattarsi al tuo stile, scrivi la tua. Di’ a te stesso le cose che hai bi-sogno di sentire per aiutarti a creare la vita che vuoi. Le affermazioni sono potenti. In ogni caso, non pensare che le affermazioni da sole cambieranno le cose per te. Dire semplicemente qualcosa, non cambierà i risulta-ti. L’affermazione senza l’attuazione è auto-delusione. Non puoi saltare la parte dell’equazione relativa al fare.

Cambia le tue Azioni

Le tue azioni sono il risultato dei tuoi pensieri e del-le tue convinzioni. Se agisci in modi che producono risultati negativi, è perché nutri pensieri e convinzio-ni che supportano quelle azioni. Pensa a quale sareb-be la visione più alta di te stesso. Mentre immagini la più alta visione di te stesso, fermati e chiediti, “Questa azione è allineata alla visione più alta di me stesso?”. In altre parole, è il meglio che immagino per me stesso o posso creare qualcosa di meglio? Continua a chie-dertelo finché non immagini davvero il meglio per te e poi agisci secondo quell’immagine che hai creato. “Ma tu non capisci, è questo il modo in cui faccio le cose. Le ho sempre fatte così”. Esatto. E questo è il motivo per cui hai quello che hai. Hai quello che hai perché hai sempre fatto le cose nel modo in cui le fai. Se vuoi

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qualcosa di diverso, devi cambiare il modo in cui fai le cose. Quindi, cambia!

Tutti vogliono sempre sapere come cambiare, e io sto per dirtelo. E ti prometto che la risposta non ti piacerà. Sei appena cambiato. Vedi? Ti avevo det-to che non ti sarebbe piaciuta. Volevi una risposta complicata. Un lungo ed esteso processo in passi ai quali potresti mettere un segno di spunta man mano che li completi. Spiacente. Non è così. Per cambia-re, semplicemente cambi. Ricordi come hai fatto le cose ieri? Oggi, non farle in quel modo. Non fare gli stessi pensieri. Non parlare nello stesso modo. Non agire nel modo in cui hai agito.

“Fintanto che continui a fare quello che hai sempre fatto allora, continuerai ad ottenere quello che hai sempre ottenuto. Se non ti piace quello che hai ottenuto allora devi cambiare quello stavi facendo”. - Zig Ziglar

Non hai ancora afferrato? Non è così dura come potresti pensare. Alcuni dicono inizia in piccolo e aumenta progressivamente, cambiando prima le pic-cole cose. Sbagliato! Cambia il tuo modo di pensare, il modo in cui parli, le persone di cui ti circondi, i posti dove vai, le cose che leggi, il cibo che mangi, i programmi che guardi. Cambia tutto questo. Se io

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fossi sul lastrico, infelice e non di successo, sarei dispo-sto a cambiare il modo in cui mi lavo i denti se pen-sassi che potrebbe fare qualche differenza. Ricorda che le cose che fai ora hanno determinato i risultati che stai avendo adesso. Se non ti piacciono quei risultati, allora cambia quello che stai facendo immediatamente.

“Se vuoi qualcosa che non hai mai avuto, devi fare qualcosa che non hai mai fatto”. - Mike Murdock

Smetti di Provare

Probabilmente sono appena riuscito a convincerti di iniziare. Stai per dire:

“Ok, Larry, ci proverò”.Scordatelo. Non iniziare nemmeno se ci proverai e

basta. Odio la parola provare. Yoda, il piccolo verde fi-losofo Jedi di Star Wars – Guerre Stellari, aveva ragione quando diceva “No, provare no. Fare o non fare, non c’è provare”. Quando qualcuno ti dice che proverà a venire alla tua festa, ti aspetti davvero che si presenti? Ne du-bito. Quando dici a qualcuno che proverai a passare alla loro festa, hai davvero intenzione di andarci? Non credo. Provare, è una parola che usi quando non hai il fegato per dire la verità. Dovremmo semplicemente essere one-sti. Tu mi chiedi:

“Verrai alla mia festa?”.Io ti rispondo:

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“No, non verrò. Piuttosto che venire alla tua stupida e noiosa festa mi caverei un occhio con un gambo di carota!”.

Questa è onestà! Ma nessuno di noi lo farebbe mai, vero? Certo che no. È molto più facile dire “ci proverò”. Solitamente “provare” è una scusante che ti dai. Ti dà una scappatoia. “Sì, lo farò” è un impegno. Si può essere vin-colati a un impegno. Mentre non puoi vincolare qualcuno quando ti dice “ci proverò” perché se poi non lo fa può sempre offrirti la sua scusa brevettata “Be’, ci ho provato”. Il mio consiglio è, smetti di provare e smetti di dire che ci proverai. Semplicemente fallo o non farlo. Comunque come fai a provare? Ora fermati e prova a raccogliere una matita o qualsiasi cosa ci sia vicino a te. Davvero, prova a farlo. Non puoi. Non c’è nessun modo di provare a raccogliere qualcosa. O lo raccogli o non lo raccogli. Punto. Non c’è una via di mezzo. Provare è una scusa per non fare. Smetti di usarla. A proposito, presto farò una festa. Per favore prova a venire!

Niente è neutrale

Tutto quello che pensi, tutto quello che dici e tutto quello che fai, conta. Tutto questo ti porta o in una dire-zione o nell’altra. Ogni piccolo “non posso farlo” ti al-lontana dal tuo obiettivo. Ogni conversazione, per quan-to insignificante ti possa sembrare, conta molto quando si arriva a parlare di raggiungere quello che desideri. “Quindi, mi stai dicendo che le chiacchiere oziose che faccio con gli amici o con i colleghi nel corridoio, hanno un impatto sul farmi diventare ricco, o in salute, o di successo o felice?”.

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Esatto. Ogni parola conta. Se le tue conversazioni sono piene di lamentale o fanno sentire a terra le perso-ne, e se ti focalizzi su quello che ti manca, allora quel-le conversazioni stanno uccidendo le tue possibilità di avere successo. Lo stesso principio vale per ogni azione che intraprendi. Stare seduto a guardare un altro show televisivo invece di giocare con i tuoi bambini, o fare una chiacchierata con il tuo consorte o il tuo partner, non sembra avere grande importanza in quel momento, ma conta. Dormire altri trenta minuti invece di alzarti e fare esercizio fisico, conta. Non richiamare i tuoi clienti all’ora accordata, conta. Arrivare con quindici minuti di ritardo, conta.

“Oh, andiamo! Sono solo piccole cose. Non puoi dire sul serio.Queste cose non contano, ho fatto cose del ge-nere per anni e non è mai accaduto niente di male”.

È accaduto qualcosa di straordinario? Quando smetti di lasciare scivolare le cose e inizi a sfruttare al meglio ogni momento, allora accadono cose straordinarie. Le piccole cose contano molto. Tutti si occupano delle cose grandi. Pochissimi si prendono cura delle piccole cose. Questa è la ragione per cui pochi finiscono col diventare ricchi, di successo, felici, in salute e con relazioni strepitose. Gli altri, si preoccupano delle grandi cose e lasciano scivolare via quelle piccole. Questo è un modo assicurato per vive-re una vita mediocre. Nulla di particolarmente brutto, ma neppure nulla di particolarmente straordinario.

Tatuati per la vitaUna sera, mia moglie ed io eravamo seduti in un bar

prendendo un cocktail quando una giovane donna (circa

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sui trent’anni, ma è comunque una giovane donna a que-sto punto della mia vita) cominciò a chiacchierare con noi. Disse che scommetteva che io andassi in motoci-cletta. Le chiesi come potesse dirlo e lei rispose che era per via del look: testa rasata, pizzetto, stivali e occhiali da sole. Poi aggiunse che scommetteva anche che avevo dei tatuaggi. Io confermai che in effetti ne ho parecchi. Lei con orgoglio ci disse che anche lei ne aveva uno e ce lo mostrò, un cuore spezzato. Ne andava fiera. Le chie-si come mai avesse deciso di tatuarsi un cuore spezzato sull’anca. Lei disse semplicemente che pensava fosse carino. Le chiesi come mai volesse proclamare al mon-do intero e a tutti gli uomini che incontrava, oltre che a se stessa, che aveva il cuore spezzato? Andai avanti e le chiesi anche come stesse andando la sua vita sentimen-tale. Lei disse che faceva pena: non riusciva a tenersi un fidanzato e ogni uomo nella sua vita la trattava in modo orribile. Le chiesi quando era iniziato quell’andamento. Lei replicò che era iniziato tutto circa cinque anni prima. Le chiesi da quanto aveva il tatuaggio del cuore spez-zato, e lei disse che erano passati circa cinque anni. Le chiesi se secondo lei potesse esserci qualche correlazio-ne fra i due eventi. I suoi occhi s’illuminarono e disse “Non crederete che la mia vita sentimentale vada così male per colpa del mio tatuaggio, vero?”. Mia moglie Rose Mary ed io, le assicurammo che in effetti era pro-prio quello che credevamo. Ci chiese cosa avrebbe do-vuto fare e noi le rispondemmo che avrebbe dovuto far riempire il tatuaggio il più presto possibile. Così facendo avrebbe proclamato al mondo, a se stessa, e a ogni uomo con cui sarebbe uscita che il suo cuore era intero e pieno.

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Ci ringraziò, diede a entrambi un abbraccio e ci lasciò immediatamente per andare in un salone di tatuaggi. La lezione? Stai attento che quello che proclami al mon-do su te stesso sia vero, sia che tu lo faccia attraverso le parole, le azioni o i tatuaggi. Anche le piccole cose possono avere un enorme impatto. Scegli una vita stra-ordinaria. Abbi cura delle piccole cose – fai le cose che la maggior parte delle persone non farà mai. Sappi che, ogni piccola cosa che pensi, dici e fai, ha un impatto con-siderevole sui risultati della tua vita.

Crea la tua vita

Non ottieni quello che vuoi finché non sai ciò che vuoi. Diversamente otterrai gli avanzi. Odio gli avanzi. Voglio creare qualcosa che sia nuovo e giusto per me. Qui di seguito troverai un questionario che ti aiuterà a determinare esattamente quello che vuoi dalla tua vita. Prenditi subito del tempo per compilarlo. Non avere fretta. Prenditi il tempo che ti serve e dedicagli la tua attenzione. Non c’è nessuna fretta qui. Sii molto speci-fico nelle tue risposte. Ricorda che quella che stai cre-ando è la tua vita. Che cosa mi piacerebbe realizzare prima di morire?

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Cosa vorrei avere che in questo momento invece non ho?

Che tipo di auto voglio veramente guidare?

In che tipo di casa voglio vivere?

In che negozi voglio andare a fare compere?

Che vestiti mi piacerebbe indossare?

Che tipo di gioielli vorrei indossare?

In che ristoranti voglio andare?

Dove mi piacerebbe viaggiare?

Come mi piacerebbe trascorrere il mio tempo libero?

Con quali persone mi piacerebbe trascorrere più tem-

po?

Cosa mi piacerebbe fare davvero se tempo e denaro

non fossero un problema?

Quanto mi piacerebbe pesare?

Quanti soldi vorrei guadagnare ogni anno?

Quanti soldi mi piacerebbe aver risparmiato/investito?

Quanti soldi mi piacerebbe devolvere ogni anno?

Che tipo di relazione voglio con il mio consorte o altre

persone significative (partner/amici o amiche speciali)?

… e con i miei figli?

… e con la mia famiglia?

… e con i miei colleghi?

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… e con i miei amici?

… e con Dio?

Fai un riassunto della tua vita ideale nelle prossime

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Com’è andata? La tua nuova vita appare molto di-versa da quella che stai vivendo? Scommetto che è così. Ora è giunto il momento per un po’ di onestà. È tempo di osservare quello che stai facendo attualmente, per far sì che queste cose accadano. Ho preparato un’altra lista per te su cui lavorare. È la lista di quello che stai effetti-vamente facendo per realizzare la vita che vuoi. Se non sai da che parte cominciare, puoi iniziare rispondendo “Sto leggendo questo libro e compilando questo modu-lo”. Ecco. Hai già la prima risposta. Ora vai avanti.

Cosa sto facendo per realizzare la vita che voglio?

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Va bene, questo è quello che tu dici di star facendo. E scommetto il costo di questo libro che non sei arrivato a 15. Pochissime persone in realtà stanno facendo addirit-tura 15 cose per creare la vita che vogliono vivere. E ti ho anche dato la prima! Adesso, lascia che ti dia un’altra possibilità di dire a te stesso la verità.

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Che cosa sto realmente facendo per creare la vita che voglio?

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Adesso ci sei. Sei andato meglio questa volta? Sei riuscito ad arrivare a cinque cose che stai re-almente facendo? Lo spero. Presto sarai capace di riempire anche la prima lista. Quando inizi a crea-re la vita che vuoi semplicemente con pochi passi d’azione, scoprirai che le cose diventano più facili per te. Inizierai a focalizzarti sempre di più sul cre-are la vita che vuoi, fino ad arrivare al punto in cui sarai ossessionato dal vivere la vita che molte per-sone sognano e basta. Scoprirai di essere diventato proprio quello della lista che avevi fatto. Ti guar-derai allo specchio e vedrai te stesso con i vestiti e i gioielli che vuoi indossare, pesando quello che vuoi pesare. Andrai in garage e salirai sull’auto che vuoi guidare, mentre vai al ristorante dove davvero vuoi andare. Ti godrai le tue relazioni e avrai un

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mucchio di tempo per rilassarti e goderti appieno la vita. In altre parole, avrai creato la vita che vuoi. Un ammonimento: la vita che vuoi ti arriva a un prezzo. Tutto arriva a un prezzo. Niente è gratis. Non importa quale sia la vita che scegli, ci sarà at-taccata un’etichetta con il prezzo. Vuoi essere in for-ma, di bell’aspetto e in salute? L’etichetta del prezzo è: diminuire le calorie e aumentare l’esercizio fisico. Vuoi essere ricco? Dovrai lavorare più duramente, o più a lungo, o in modo più intelligente, o probabil-mente dovrai fare tutte e tre le cose. Non ci sarà più molto tempo per la televisione. Non ci sarà più mol-to tempo per il golf. La ricchezza ha il suo prezzo.

Vuoi avere successo? L’etichetta del prezzo è piuttosto costosa come stai per scoprire.

Vuoi essere felice? Allora devi eliminare tutto quello che ti rende infelice.

E cosa succede se invece non vuoi niente? An-che questo ha un prezzo. Il prezzo solitamente è la povertà, la malattia, la noia, l’apatia, la mediocrità, pessime relazioni e avanti così. La realtà sulla vita è che pagherai un prezzo in un modo o nell’altro. Un prezzo ti darà esattamente quello che vuoi. L’altro ti darà esattamente quello che non vuoi. In entrambi i casi, hai pagato il prezzo. La buona notizia è che la vita che vuoi è più economica di quella che non vuoi. La vita che non vuoi ti renderà infelice, non in salute e sul lastrico. Per me, questo è un prezzo trop-po alto da pagare. È più economico essere felice, in salute e ricco. Tuttavia, solo tu puoi scegliere quale prezzo pagare.

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Pensieri del Cuore

Pensieri del CuoreIl Tesoro della Saggezza Interiore

“Quando lo studente è pronto, il maestro compare . Sempre al momento giusto . Puoi fidarti della perfezione della vita e sa-pere che tutto segue costantemente il perfetto ordine divino .”

Louise Hay

Pensieri del Cuore è la raccolta delle affermazioni più efficaci tratte dagli insegnamenti di Louise Hay . Aprila e leggi l’affermazione che può ispirarti per tutta la gior-nata, oppure consulta l’indice e scegli una delle perle di saggez-za di Louise . Resterai sorpreso da quanto le sue parole risulte-ranno importanti per te .

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Louise L . Hay

Louise L. HayLouise L . Hay, autrice di Best Seller a livello internazionale, divulga e insegna metafisica e ha venduto più di cinquanta mi-lioni di libri in tutto il mondo . Per oltre venticinque anni, ha aiutato persone di diverse nazionalità a scoprire e a sfruttare al massimo il loro potenziale per favorire la crescita persona-le e l’autoguarigione . È stata ospite del programma The Oprah Winfrey Show e di molte altre trasmissioni televisive e radiofo-niche sia negli Stati Uniti che in tutto il mondo .

Per informazioni su Louise Hay in Italia:www .LouiseHay .it

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Pensieri del Cuore

Più ci soffermiamo su ciò che non vogliamo, più lo

riceviamo .

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Louise L . Hay

ABBONDANZA

Sono una persona positiva

So di essere tutt’uno con la Vita. Sono circondato e permeato di saggezza Infinita. Perciò confido totalmente nell’Universo, affinché mi supporti

in ogni modo positivo possibile. Sono stato crea-to dalla Vita e consegnato a questo Pianeta perché soddisfacesse tutti i miei bisogni. Tutto quello di cui potrei aver bisogno è già qui ad aspettarmi. Questo Pianeta ha più cibo di quanto potrei mai mangiarne. Ci sono più soldi di quanti potrei mai spenderne. Ci sono più persone di quante potrei mai conoscerne. C’è più amore di quanto potrei mai provarne. C’è più gioia di quanto potrei mai immaginare. Questo mondo ha tutto ciò di cui ho bisogno e tutto quello che posso desiderare. È tutto a mia disposizione per-ché io possa usarlo e possederlo. La Mente Infinita e Unica, l’Intelligenza Infinita e Unica, mi dice sempre di sì. A prescindere da ciò che scelgo di credere, pen-sare o dire, l’Universo mi dice sempre di sì. Non per-do tempo con pensieri o argomenti negativi. Scelgo i miei “sì” con attenzione. Scelgo di vedere me stesso e la mia vita nel modo più positivo possibile. Per-ciò dico di sì a opportunità e prosperità. Dico di sì a tutto il bene. Sono una persona positiva che vive in un mondo positivo e che riceve risposta da un Uni-verso positivo, e sono felice che sia così. Sono grato e pieno di gioia per essere tutt’uno con la Saggezza Universale e per essere sorretto dal Potere Universa-le. Grazie, Dio, per tutto ciò che mi appartiene e per tutto quello di cui posso godere qui e ora.

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Pensieri del Cuore

Guardati allo specchio e ripeti: “Amo e accetto me stesso

esattamente come sono .”

Cosa affiora nella tua mente?

Fai caso a come ti senti .

Questo potrebbe essere il nocciolo del tuo problema .

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Louise L . Hay

ACCETTAZIONE

Accetto tutte le parti di me stesso

La parte più importante della guarigione e del-la conquista della consapevolezza di sé consi-ste nell’accettare tutto di noi stessi, in tutte le

molteplici parti che ci compongono. Le occasioni in cui abbiamo agito bene e quelle in cui non lo abbia-mo fatto; le occasioni in cui siamo stati terrorizzati e quelle in cui siamo stati amorevoli; le occasioni in cui siamo stati molto sciocchi e stupidi e quelle in cui siamo stati molto scaltri e intelligenti; le occa-sioni in cui avremmo voluto morire per la vergogna e quelle in cui siamo usciti vittoriosi. Tutte queste cose sono parti di noi. La maggior parte dei nostri problemi deriva dal rifiuto di determinate parti di noi stessi, dal fatto che non ci amiamo totalmente e incondizionatamente. Non dobbiamo guardare indietro alla nostra vita con vergogna, ma conside-rare il passato come la ricchezza e la pienezza della Vita. Senza questa ricchezza e questa pienezza non saremmo qui oggi. Quando accettiamo tutto di noi, diventiamo completi e guariti.

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Pensieri del Cuore

Se non ti ami totalmente, integralmente e completamente,

significa che a un certo punto del tuo cammino hai imparato

a non farlo . Inizia a essere buono con te stesso ora .

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Louise L . Hay

ACCETTAZIONE

Accetto tutto quello che ho creato per me stesso

Amo e accetto me stesso esattamente come sono. Mi sostengo, confido in me stesso e mi accetto ovunque mi trovo. Posso essere

al centro dell’amore del mio stesso cuore. Appoggio una mano sul cuore e sento l’amore che esso rac-chiude. So che c’è tantissimo spazio a mia disposi-zione per accettarmi proprio qui, adesso. Accetto il mio corpo, il mio peso, la mia altezza, il mio aspetto, la mia sessualità e le mie esperienze. Accetto tutto quello che ho creato per me stesso. Accetto il mio passato e il mio presente. Sono disposto a lasciare che il mio futuro arrivi. Sono un’espressione Divina e perfetta della Vita e merito il meglio in assoluto. Lo accetto ora. Accetto i miracoli. Accetto la guarigione. Accetto la completezza. E, soprattutto, accetto me stesso. Sono prezioso e amo chi sono. E così è.

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Pensieri del Cuore

Quando pronunci le affermazioni esci

dal ruolo di vittima . Smetti di essere impotente .

Riconosci il tuo potere .

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Louise L . Hay

AFFERMAZIONI

Sono al passo successivo nel mio cammino

di guarigione

Un’affermazione è un punto di partenza. Apre la via. Quando la pronunci, è come se stessi dicendo alla tua mente subconscia: “Mi as-

sumo le mie responsabilità”; “So che c’è qualcosa che posso fare per cambiare.” Se continuerai a ripetere l’affermazione sarai pronto a lasciar andare, qualunque cosa sia. L’affermazione diventerà vera, oppure aprirà per te una nuova stra-da. Potresti avere idee illuminanti, oppure un ami-co potrebbe chiamarti e dirti: “Hai provato questa cosa?”. Verrai condotto al passo successivo, avvici-nandoti alla guarigione.

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Pensieri del Cuore

Tutto ciò che fa parte della nostra vita è uno specchio di noi stessi . Se là fuori succede

qualcosa che ci turba, dobbiamo guardarci dentro e dire: “In che modo sto creando tutto questo? Cosa dentro di me crede che io

meriti questa esperienza?” .

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Louise L . Hay

AMBIENTE DI LAVORO

Ho lo spazio perfetto

Mentre cammino in questo edificio sono pie-no di gratitudine e di riconoscenza. Vedo uno spazio dalle dimensioni ottimali e

delle perfette attrezzature per le spedizioni e il tra-sporto; gli uffici commerciali sono disposti in modo perfetto, c’è un’area per le riunioni delle dimensioni giuste, tutte le attrezzature necessarie sono al loro posto e il personale forma un gruppo armonioso di persone che s’impegnano in quello che fanno. Gli uffici sono belli, ordinati e tranquilli. Gioisco del la-voro che faccio a sostegno della crescita spirituale e della guarigione e armonizzazione del nostro mon-do. Vedo anime aperte e ricettive essere attratte dalle attività sponsorizzate da questa azienda. Sono grato per il flusso abbondante e costante di rifornimenti che arriva a questa azienda, in sostegno alla sua mis-sione. E così è.

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Pensieri del Cuore

Uno dei vantaggi dell ’amare te stesso è che ti sentirai bene .

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Louise L . Hay

AMORE

Il mio amore è illimitato

C’è così tanto amore nel mondo e c’è così tanto amore nei nostri cuori, ma a volte ce ne di-mentichiamo. A volte pensiamo che non ce

ne sia abbastanza, o che ce ne sia solo una piccola quantità. Così lo teniamo da parte o abbiamo paura di lasciarlo andare: abbiamo paura a esprimerlo. Ma chi di noi è disposto a imparare comprenderà che, quanto più amore permettiamo di far fluire fuori di noi, tanto più ce ne sarà dentro di noi e tanto più ne riceveremo. L’amore è infinito ed eterno. L’amore è davvero la forza di guarigione più potente al mon-do: senza amore non potremmo proprio sopravvive-re. Molti pensano di poter sopravvivere senza amo-re, ma non è così. L’amore per noi stessi è la forza che ci guarisce. Esercitati ad amarti il più possibile.

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Pensieri del Cuore

Almeno tre volte al giorno, spalanca le braccia e di’: “Sono disposto a far entrare l ’amore . È sicuro far entrare l ’amore .”

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Louise L . Hay

AMORE

Merito di essere amato

Non devi guadagnarti l’amore, così come non devi guadagnarti il diritto di respirare. Hai il diritto di respirare perché esisti; hai il di-

ritto di essere amato perché esisti. Questo è tutto ciò che devi sapere. Meriti il tuo stesso amore. Non per-mettere ai tuoi genitori, alle opinioni negative della società o ai soliti pregiudizi di farti pensare che non sei abbastanza bravo: la verità del tuo essere è che meriti amore. Sappi questo e accettalo. Se lo fai, sco-prirai che le persone ti trattano come qualcuno che merita di essere amato.

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Parole dalla Quiete

Parole dalla QuieteUna raccolta di frasi suggestive e d’ispirazione che racchiude l’essenza degli insegnamenti di Eckhart Tolle per trovare la pace interiore .

Tolle comprende i disagi spirituali del nostro tempo e attin-ge dalle diverse tradizioni, rivisitandone i principi in modo illuminante .

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Eckhart Tolle

Eckhart Tolle Eckhart Tolle è considerato uno tra i principali maestri spirituali del momento, i suoi libri hanno venduto oltre 10 milioni di co-pie e sono #1 New York Times bestseller.È spesso ospite nei principali talk show americani ed è molto amato in tutto il mondo. Dopo essersi laureato all’Università di Oxford, ha lavorato come ricercatore all’Università di Cambrid-ge. A ventinove anni, una profonda trasformazione spirituale ha praticamente dissolto la sua vecchia identità cambiando in modo radicale il corso della sua esistenza. Dedicò gli anni successivi alla comprensione, integrazione e approfondimento di quella trasfor-mazione, che segnò l’inizio di un intenso viaggio interiore.

Per informazioni su Eckhart Tolle in Italia: www.EckhartTolle.it

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Parole dalla Quiete

IL SÉ EGOICO

*

La mente è alla costante ricerca non solo di cibo per i pensieri, ma anche di cibo per la propria identità, per la propria percezione di sé. È così che l’ego prende

vita e continua a ricreare se stesso.

*

Quando pensi o parli di te, quando dici “io”, ciò a cui di solito ti riferisci è “me e la mia storia”. Questo è l’“io” che caratterizza le tue preferen-ze e le cose che non ti piacciono, le tue paure e i tuoi desideri, quell’“io” che non resta mai soddisfatto a lungo. È una percezione di chi sei costruita dalla mente, condizionata dal passato e in cerca della propria realizzazione nel futuro.

Riesci a vedere che questo “io” è effimero, tem-poraneo, come un’onda che increspa la superfi-cie dell’acqua?

Chi è che vede questo? Chi è consapevole della fuggevolezza della tua forma fisica e psicologi-ca? L’Io Sono. Questo è l’“io” più profondo che non ha nulla a che fare né con il passato né con il futuro.

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Eckhart Tolle

*

Che cosa resterà di tutta la paura e di tutte le mancanze associate alla tua situazione esisten-ziale problematica e che ogni giorno catturano gran parte della tua attenzione? Un trattino, lungo quattro o cinque centimetri, tra la data di nascita e quella di morte sulla tua lapide.

Per il sé egoico, questo è un pensiero deprimen-te. Per te, è una liberazione.

*

Quando ogni pensiero assorbe completamente la tua attenzione, significa che ti identifichi con la voce nella tua testa. Allora il pensiero viene investito di senso di identità. Questo è l’ego, un “io” creato dalla mente. Questo sé costruito dalla mente si sente incompleto e precario. Ecco perché paura e mancanza sono le sue emozioni prevalenti e le sue forze motrici.

Quando riconosci l’esistenza di una voce nella tua testa che finge di essere te e che non smet-te mai di parlare, ti risvegli dall’identificazione inconscia con il flusso di pensiero. Quando noti quella voce, ti rendi conto di non essere la voce (chi pensa), ma colui che ne è consapevole.

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Parole dalla Quiete

Riconoscere te stesso come la consapevolezza che sta dietro la voce è libertà.

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Il sé egoico è sempre impegnato nella ricerca. Cerca sempre più di questo o di quello da ag-giungere a se stesso per sentirsi più comple-to. Ciò spiega la preoccupazione compulsiva dell’ego per il futuro.

Tutte le volte che diventi consapevole del fat-to che “stai vivendo per l’istante a venire”, sei già uscito da quello schema mentale egoico, e contemporaneamente emerge la possibilità di scegliere di concentrare tutta la tua attenzione sul presente.

Focalizzandoti sul presente, una intelligenza molto più grande della mente egoica entra nel-la tua vita.

*

Quando vivi attraverso l’ego, riduci sempre il presente a un mezzo, non a un fine. Vivi per il futuro, e una volta raggiunti i tuoi obiettivi, essi non ti soddisfano più, o almeno non a lungo.

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Eckhart Tolle

Quando presti più attenzione a ciò che fai, inve-ce che al risultato futuro che vuoi raggiungere tramite quell’azione, interrompi il vecchio con-dizionamento egoico.

Le tue azioni, allora, diventano non solo molto più efficaci, ma anche infinitamente più appa-ganti e gioiose.

*

Quasi tutti gli ego contengono almeno un ele-mento di ciò che potremmo chiamare “identità da vittima”. Alcune persone hanno un’immagi-ne di se stesse talmente da vittima che questo elemento diventa il centro del loro ego. Risen-timento e lamentele formano una parte fonda-mentale del loro senso di identità.

Anche se le tue lamentele sono del tutto “giu-stificate”, hai costruito un’identità per te che è più simile a una prigione le cui sbarre sono fatte con forme di pensiero. Guarda quello che ti stai infliggendo, o piuttosto quello che ti sta facendo la tua mente. Senti l’attaccamento emotivo che hai nei confronti della tua storia da vittima e diventa consapevole della com-pulsione a pensarci o a parlarne. Sii la presen-za testimone del tuo stato interiore. Non devi fare niente. Con la consapevolezza giungono trasformazione e libertà.

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Parole dalla Quiete

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Lamentarsi e agire per reazione sono gli schemi mentali preferiti attraverso cui l’ego si raffor-za. Una larga parte dell’attività mentale-emo-zionale delle persone consiste nel lamentarsi e nel reagire a questo o a quello. Così facendo, si mettono gli altri o una situazione dalla parte del torto, mentre si tiene la ragione dalla pro-pria. Sentendoti nel giusto, ti reputi superiore, e sentendoti superiore, rafforzi il tuo senso d’i-dentità. In realtà, ovviamente, stai solo raffor-zando l’illusione dell’ego.

Riesci a osservare questi schemi dentro di te, a distinguere la voce lamentosa nella tua testa e a riconoscerli per ciò che sono?

*

Il senso egoico di sé ha bisogno di conflitti per-ché il suo senso di identità separata si rafforza lottando contro questo o quello, e dimostrando che questo sono “io”, questo invece no.

Abbastanza spesso, tribù, nazioni e religioni rafforzano il proprio senso di identità colletti-va con l’idea di avere dei nemici. Chi sarebbe il “credente” se non ci fosse il “non credente”?

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*

Nelle tue interazioni con gli altri, riesci a distin-guere sottili sentimenti di superiorità o inferio-rità nei loro confronti? Significa che stai osser-vando l’ego, che vive di confronti.

L’invidia è un sottoprodotto dell’ego, che si sente sminuito se succede qualcosa di bello agli altri, o se qualcuno ha di più, sa di più o sa fare più cose di te. L’identità dell’ego dipende dal confronto e si alimenta di comparativi di mag-gioranza. Si attacca a qualsiasi cosa. Se tutto il resto fallisce, puoi rafforzare il tuo senso d’i-dentità fittizio considerandoti più malato di un altro o trattato più ingiustamente di un altro.

Quali sono le storie, le finzioni, da cui attingi il tuo senso d’identità?

*

Insito profondamente nella struttura dell’io egoi-co c’è il bisogno di opporsi, resistere ed esclude-re per mantenere il senso di separatezza da cui dipende la sua sopravvivenza. Perciò c’è un “io” in opposizione a un “altro”, “noi” contro “loro”.

L’ego ha bisogno di essere in conflitto con qual-cosa o qualcuno. Questo spiega perché cerchi la pace, la gioia e l’amore, ma non riesci a tol-

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Parole dalla Quiete

lerarli a lungo. Dici di volere la felicità, ma sei dipendente dalla tua infelicità.

In ultima analisi, la tua infelicità non proviene dalle circostanze della vita, ma dal condiziona-mento della mente.

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Provi senso di colpa per qualcosa che hai fatto (o che hai mancato di fare) in passato? Una cosa è certa: a quel tempo hai agito in base al tuo livello di consapevolezza, o piuttosto di incon-sapevolezza. Se fossi stato più consapevole, più cosciente, avresti agito diversamente.

Il senso di colpa è un altro tentativo dell’ego di crearsi una identità, un senso di sé. All’ego non importa che quel sé sia negativo o positivo. Ciò che hai fatto o che hai mancato di fare è stato una manifestazione di incoscienza, di umana incoscienza. L’ego, tuttavia, lo personalizza e dice: “Ho fatto questo”, così tu ti crei un’imma-gine mentale negativa di te stesso.

Nel corso della storia, gli esseri umani si sono inflitti l’un l’altro innumerevoli violenze, atti di crudeltà e sofferenza, e continuano a farlo. Devono essere tutti condannati; sono tutti col-pevoli? O non sono quegli atti semplici espres-sioni di incoscienza, di uno stadio evolutivo da cui stiamo uscendo più maturi?

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Le parole di Gesù: “Perdonali perché non san-no quel che fanno” si applicano anche a te.

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Se stabilissi degli obiettivi egoici allo scopo di liberarti, di rafforzare te stesso o il tuo sen-so d’importanza, anche se li realizzassi, non ti soddisferebbero.

Stabilisci pure degli obiettivi, ma sappi che rag-giungerli non è la sola cosa importante. Quan-do nulla sorge dalla presenza, significa che que-sto istante non è un mezzo per un fine: il fare è appagante già di per sé in ogni istante. Non stai più riducendo l’Adesso a un mezzo per un fine, che è la coscienza egoica.

*

“Nessun ego, nessun problema” disse il mae-stro buddista quando gli fu chiesto di spiegare il significato più profondo del buddismo.

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I Regni degli Angeli Terreni

I Regni degli Angeli Terreni

Angeli incarnati, esseri elementali e altri operatori di luce . . . come riconoscerli ed entrare in contatto con loro

Ti piacerebbe sapere a che regno di angelo terreno appartienie soprattutto individuare quello degli altri?In questo manuale Doreen Virtue, considerata la principale esperta di angeli al mondo, ti spiega in modo pratico e concre-to come riconoscere i regni degli angeli terreni, le loro curiosità e caratteristiche .

Imparando a conoscere il tuo regno, puoi comprendere più a fondo la tua personalità e il comportamento degli altri .

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Doreen Virtue

Doreen VirtueDoreen Virtue è una psicologa e scrittrice americana nota in tutto il mondo come la massima esperta in “Angeli” e di “psicologia spirituale”.

Frequenta il corso in streaming online“Certificazione sui Regni degli Angeli Terreni”

www.mylife.it/angeliterreni

Per informazioni su Doreen Virtue: www.DoreenVirtue.it

Gruppo Facebook ufficiale: Doreen Virtue Italia

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I Regni degli Angeli Terreni

Capitolo 1ANGELI INCARNATI

È probabile che tu sia un Angelo Incarnato se:

• nel tuo cuore nutri un amore puro e incon-dizionato per gli altri (spesso, però, ti auto-escludi da questo amore);

• hai problemi di peso;• hai un bel viso a forma di cuore (anche se

pensi di dover dimagrire);• i tuoi occhi brillano di amore puro;• ti schiarisci spesso i capelli;• ami gli angeli,• sei loquace;• spesso ti senti dire: “Sei veramente un an-

gelo!”;• preferisci conoscere le regole e tendi sem-

pre a seguirle;• svolgi (o vorresti svolgere) un lavoro orien-

tato all’aiuto, come l’infermiere, l’assistente di volo, l’operatore sociale, l’insegnante e così via;

• hai avuto diverse relazioni o matrimoni con persone che dovevano essere “aggiustate”;

• tendi a scusarti molto e a nutrire preoccu-pazioni e sensi di colpa;

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Doreen Virtue

• rimani in relazioni tossiche molto più a lun-go di quanto farebbe chiunque altro.

Le notizie relative agli Angeli Incarnati risal-gono quanto meno all’epoca dell’Apostolo Paolo, che scrisse agli ebrei: “Non dimenticate di essere ospitali con i forestieri: così facendo alcuni, senza saperlo, hanno accolto degli angeli.” In molti dei miei libri sugli angeli, racconto storie di perso-ne che hanno incontrato degli Angeli Incarnati in forma umana. Alcuni angeli assumono per breve tempo una forma umana per evitare una trage-dia, poi spariscono senza lasciare traccia prima che le persone interessate riescano a ringraziarli. Ma esistono altri Angeli Incarnati che scelgono di vivere tutta la loro vita in un corpo umano, e probabilmente sono tra gli operatori di luce più amorevoli che si possano immaginare.

Come accennato nell’Introduzione, ogni regno ha specifiche caratteristiche oculari. Gli occhi de-gli Angeli Incarnati comunicano pura e dolce innocenza. Irradiano amore incondizionato, pro-prio come gli occhi di un cerbiatto.

Spesso mi chiedono degli Angeli Reincarnati. Ma il termine Incarnati è più preciso di Reincar-nati. Un angelo può aver vissuto più di una vita

Quando guardi negli occhi un Angelo Incarnato, vedi amore incondizionato, dolce e puro.

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in forma umana, ma se la sua vita più recente è in forma angelica, gli indizi rivelatori enfatizzano la loro vera origine spirituale.

Molti Angeli Incarnati devono fronteggiare problemi di salute, specialmente la fibromialgia, la stanchezza cronica, problemi al seno e com-plicazioni ginecologiche. Louise Hay, autrice di Guarisci il tuo corpo (My Life), spiega che i pro-blemi di salute femminili derivano dalla “nega-zione del sé e dal rifiuto della femminilità” e che le cisti e i tumori fibrosi derivano “da una feri-ta ricevuta da un compagno e da un duro colpo all’ego femminile”.

Questi sintomi si possono applicare anche agli Angeli Incarnati maschili che spesso aiutano gli altri tanto quanto trascurano la propria salute e i propri bisogni personali.

La mia esperienza con i clienti che soffrono di complicazioni ginecologiche, malattie al seno o problemi alla prostata m’induce a credere che essi abbiano la sindrome degli “uomini e donne che amano troppo”. In realtà non esiste un ec-cesso di amore. Ma quando una persona ama e prova risentimento perché non è apprezzata o ri-cambiata, la rabbia repressa può manifestarsi in sintomi fisici.

Quando conoscono altre persone, gli Angeli Incarnati vanno oltre le apparenze e quando co-noscono qualcuno di nuovo, riescono a vedere le sue doti innate, la sua divinità e il suo potenziale. Gli Angeli Incarnati condividono queste caratte-ristiche con gli angeli del mondo spirituale, che si concentrano solo sulla bellezza interiore e inci

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tano gli umani a sviluppare i loro talenti naturali per rendere il mondo un posto migliore.

Spesso gli Angeli Incarnati hanno amici e compagni che mascherano il loro potenziale con qualche dipendenza. Gli Angeli Incarnati vivono queste relazioni come un “compito”, perciò cer-cano di aiutare gli altri a superare i dubbi e a fo-calizzarsi sui propri talenti e sulla propria forza interiore. Purtroppo questo approccio causa rela-zioni frustranti per entrambe le parti. Gli Angeli Incarnati si sentono frustrati nel loro tentativo di guarire e “aggiustare” il compagno. E il compa-gno si chiede: “Perché cerchi di cambiarmi e di controllarmi?”. Molti Angeli Incarnati immagi-nano che, se si impegnano abbastanza per il loro compagno o gli danno abbastanza amore, il com-pagno alla fine guarirà. Questo approccio può funzionare a condizione che questi compagni siano convinti di aver bisogno di guarire e siano pronti a farlo.

Molti Angeli Incarnati hanno storie di relazio-ni violente, perciò se trattengono emozioni tos-siche legate a questi abusi, va a finire che il loro corpo protesta manifestando un disturbo.

Energia, peso e cibo

Una predisposizione verso la sindrome da stanchezza cronica offre altri indizi sulla natu-ra degli Angeli Incarnati, perché tutti coloro che appartengono ai regni degli Angeli Terreni sono estremamente sensibili all’energia. Ma gli Angeli Incarnati, per la loro propensione di “uomini e

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donne che amano troppo”, possono essere parti-colarmente vulnerabili alle energie tossiche e ai prosciugamenti energetici. Rispetto ad altre cate-gorie di Angeli Terreni, infatti, gli Angeli Incar-nati sono molto più orientati verso le persone e più propensi a lavorare in grandi gruppi.

Gli Angeli Incarnati hanno bisogno di praticare la schermatura energetica e altre tecniche di de-purazione che verranno descritte più avanti. Al-trimenti è come se stessero in mezzo a una bufe-ra senza una giacca. Kelly, un Angelo Incarnato, racconta che questa pratica l’ha aiutata enorme-mente. Spiega: “Ogni volta che un certo collega mi passava accanto o si fermava per parlare con me, mi sentivo completamente prosciugata. Potrei giurare che mi rubava l’energia. Poco dopo, ho let-to che alcune persone hanno dei ‘ganci’ nel loro campo energetico, con i quali ti succhiano l’ener-gia. Dopo aver osservato che questo era effettiva-mente ciò che accadeva, ho usato gli esercizi del libro per schermare la mia energia. Subito dopo quest’uomo ha smesso di ronzarmi intorno.”

Prendersi cura della propria energia aiuta gli Angeli Incarnati a evitare di ricorrere al cibo per sostenere la propria vitalità. Molti Angeli Incar-nati mangiano in modo eccessivo e compulsivo, perciò accade di frequente che siano in sovrappe-so. Yasmin, un Angelo Incarnato, racconta: “La mia dipendenza dal cioccolato mi fornisce ogni giorno deliziosi assaggi del paradiso; di conse-guenza è molto difficile per me farne a meno.”

Il cibo offre agli Angeli Incarnati un modo di ancorarsi a terra quando si sentono smarriti; ed è

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anche uno sfogo per lo stress, specialmente quan-do si tratta di cibi croccanti e salati, come le pata-tine e i popcorn.

Sembra che il motivo per cui molti Angeli In-carnati sono in sovrappeso non dipenda tanto dal fatto che mangiano troppo, ma perché usa-no il grasso corporeo come schermatura ener-getica. Hanno difficoltà a dimagrire, anche con una dieta ferrea o con l’attività fisica. Questo è particolarmente vero per gli Angeli Incarnati che lavorano come fisioterapisti, o che svolgono altre pratiche di guarigione basate sul tatto. Assorbo-no le emozioni tossiche dei clienti e i loro corpi si espandono come spugne che assorbono l’acqua.

Con i loro corpi voluttuosi, i volti bellissimi e le chiome voluminose gli Angeli Incarnati fem-minili sembrano reginette di bellezza extralarge. Spesso si sentono dire: “Hai un viso così bello. Se solo riuscissi a dimagrire saresti uno schianto!”. Le attrici Delta Burke ed Elizabeth Taylor esem-plificano le caratteristiche fisiche degli Angeli In-carnati.

Gli Angeli Incarnati maschili sono corpulen-ti e hanno un aspetto da orsacchiotti, come l’at-tore John Goodman; oppure hanno volti dolci e infantili, come l’attore John Dye (che interpreta Andrew nel programma televisivo Touched by an Angel [Toccato da un angelo]).

La schermatura

Prima di uscire in una giornata di pioggia, ti metti un impermeabile. Allo stesso modo, è ne-

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cessario che indossi un “impermeabile energeti-co” ogni volta che ti appresti ad aiutare un’altra persona. Quando apri il tuo cuore agli altri, ti apri anche a ricevere il residuo di energie basate sulla paura che gli altri riversano nella tua direzione. Ciò non significa che non devi prestare aiuto, ma è come se porgessi una mano a chi è stato a lungo sotto la pioggia: forse è ricoperto di fango e non giova a nessuno che quel fango si trasferisca su di te. In altre parole, quando aiuti gli altri a ri-pulirsi dei loro pensieri ed emozioni, per reazio-ne rilasciano tossine che potrebbero schizzare su tutti coloro che li circondano, compreso te, che li stai aiutando.

Gli Angeli Incarnati tendono a essere i “cuo-ri sanguinanti” dei regni degli Angeli Terreni, e se appartieni a questa categoria devi ricordare di usare le tecniche di schermatura prima di svol-gere qualunque lavoro legato alla guarigione. Altrimenti potresti accumulare del grasso super-fluo per isolarti. Il grasso superfluo non è cau-sato da un’alimentazione smodata e non riesci a eliminarlo neanche con le diete e l’attività fisica. Quei cuscinetti sono una forma di difesa che puoi sostituire con uno strato di energia protettiva, o schermatura.

Impiegherai solo un momento per la scherma-tura energetica. L’ideale è che tu lo faccia prima di ogni sessione di aiuto e/o guarigione, a pre-scindere se sia una sessione volontaria o a paga-mento. Non importa se la persona che stai aiu-tando è un estraneo, un cliente, un membro della tua famiglia o un amico. E non importa quanto

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dura la sessione: può durare solo un minuto o di-versi giorni. Ogni volta che stai per aiutare qual-cuno, schermati.

Se dimentichi di schermarti prima della sessio-ne, sappi che puoi farlo in qualunque momento durante. Non è mai troppo tardi per schermarsi, ma se lo fai in corso d’opera, probabilmente avrai già assorbito detriti psichici, perciò sarà meglio praticare la depurazione una volta terminato. (Nel-la prossima sezione è descritto questo processo.)

Basta mantenere l’intenzione di schermarsi con uno strato protettivo di luce ed energia per proteggersi in modo efficace. Non puoi sbagliare e non ti sarà mai negato l’accesso allo schermo di luce o di energia. Chiunque mantenga questa intenzione ottiene risultati immediati, senza ec-cezioni.

Schermarsi significa visualizzarsi, sentirsi e/o pensarsi circondati da un bozzolo di luce. Questa luce è l’essenza degli angeli; è come se invocas-si la protezione di un’entità vivente, amorevole e intelligente. Non hai motivo di preoccuparti. Questa luce deriva sempre dalla Luce Divina del nostro Creatore. Le cosiddette forze oscure non hanno accesso a questa luce e dunque non pos-sono condividerla con gli altri (non potrebbero neanche se volessero). Perciò non esiste il rischio di invocare per errore un’energia inferiore quan-do ti schermi.

Puoi schermarti con luci di vari colori, a se-conda delle tue intenzioni. Lo ripeto: sappi che la tua intenzione di circondarti di questa luce non ti sarà negata. Chiunque chieda la luce, la rice-

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I Regni degli Angeli Terreni

ve (anche se l’ego a volte cerca di convincerci del contrario: ti prego, non ascoltare quella voce!).

I diversi colori sono:

• luce bianca: invoca gli angeli intorno a te af-finché ti circondino continuamente. Gli an-geli ti proteggono e ti assicurano vigilanza e protezione;

• luce rosa: è la luce da invocare se sei con una persona negativa ossessionata dai propri problemi. La luce rosa invia energia amore-vole all’esterno verso chiunque parli con te, e simultaneamente invia energia amorevole all’interno, verso di te. Nulla può penetrare questo schermo di luce rosa se non pensieri ed energie amorevoli;

• luce verde smeraldo: sentiti o visualizzati circondato da questa luce ogni volta che vuoi guarire qualche squilibrio nel corpo fisico. Il tuo organismo assorbe questa luce ogni vol-ta che ha bisogno di energia guaritrice;

• luce viola: immaginati avvolto in una luce viola che eleva la tua frequenza spirituale e ti permette di innalzarti al di sopra dei problemi e di entrare in contatto con i livelli superiori della guida Divina. La luce viola, inoltre, devia le energie inferiori e le entità o gli spiriti legati alla Terra;

• luce arcobaleno: senti o visualizza di indos-sare un cappotto a strisce arcobaleno, che incrementa la tua capacità di svolgere un lavoro di guarigione energetica su di te o su altre persone.

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Doreen Virtue

Se lo desideri, puoi schermarti con strati di luce multicolore per invocare tutti gli effetti bene-fici dei vari colori. Per esempio, puoi visualizzare un triplo strato di luce: il primo di luce bianca ed energia angelica, seguito dalla luce verde per la guarigione e poi dalla luce viola per elevare la tua coscienza alla verità superiore.

Puoi anche usare la schermatura per proteg-gere le persone che ami, la tua casa, i tuoi mezzi di trasporto, la tua città, il tuo Paese o il mondo intero. Usa gli stessi metodi, visualizzando que-sti individui, oggetti, luoghi o aree circondati da luce guaritrice.

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Tutto il bello che c’è

Tutto il bello che c’èRaggiungi la felicità attraverso la semplicità

Se anche tu, come molte altre persone, hai dedicato tempo ed energie nella ricerca del maestro, della tecnica o della filosofia capaci di aggiustare quello che non funziona nella tua vita e di garantirti una costante evoluzione all’insegna della crescita personale, troverai finalmente quello che cerchi in questo libro illuminante, sincero e dinamico . Inoltre, il libro ti offre 30 chiavi di attivazione per creare la tua vita e 27 esercizi di esplorazione del Sé per metterle in pratica .Tutto il bello che c’è risveglia la consapevolezza della perfezio-ne insita in ciascuno e ti ricorda che le risposte a tutte le tue domande sono già dentro di te .

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Alan Cohen

Alan Cohen Alan H . Cohen è autore di celebri libri motivazionali, tra cui il best seller Tutto il bello che c’è (Edizioni My Life) . I suoi libri sono stati tradotti in sedici lingue . È membro del consiglio di facoltà dell’Omega Institute, il più grande centro americano per l’educazione olistica . Alan ha tenuto conferenze in diverse società negli Stati Uniti, in Europa, in Russia, in Indonesia, in Grecia, in Sud America e in Giappone .

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Tutto il bello che c’è

Capitolo 1

Tutto il bello che c’è: è sempre stato dentro di te

e sempre lo sarà“Non questa rude pelle;

creature luminose siamo!”Yoda

Cosa faresti se qualcuno giurasse che conoscevi il segreto della vita e ti mettesse su un palcoscenico per raccontar-lo? Lo spettacolo televisivo Totally Hidden Video [Telecame-re nascoste] inscenò uno scherzo proprio su questo tema. Ai fini della gag, venne chiesto a un corriere della Federal Express di recapitare un pacco in un tempio religioso (cre-ato ad arte dalla troupe dello spettacolo televisivo). All’in-saputa del corriere, gli ideatori dello scherzo gli avevano scattato una foto e l’avevano duplicata ricavandone un di-pinto che ritraeva il giovane con addosso le insegne reali della setta fittizia.

Quando il fattorino arrivò, i discepoli (attori ingaggiati dalla trasmissione) gli lanciarono un’occhiata e iniziarono a mormorare tra loro in modo concitato. Lo accompagna-rono di fronte al santuario e lo invitarono a sedersi su un elegante cuscino d’onore. Poi gli rivelarono che era l’eletto, il profeta a lungo atteso predetto dalle loro scritture. Per dissipare qualsiasi dubbio, un servitore scostò la tenda che copriva l’altare dove, attenzione, era appeso il maestoso ri-tratto del fattorino “dipinto da un visionario secoli prima”.

“Per favore”, lo pregò uno dei discepoli, “donaci qual-che parola di saggezza.” Il fattorino esaminò il ritratto e alzò lo sguardo sulla folla di devoti in attesa. Il silenzio scese sugli accoliti. L’uomo si sedette sul cuscino, fece un

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Alan Cohen

respiro profondo e disse: “La vita” spiegò, “è come un fiume.”

Sulla scia di quell’affermazione, i discepoli proruppero in esclamazioni di gioia, pendendo con fervore dalle sue labbra a ogni parola sacra.

“A volte la vita scorre liscia come l’olio, altre invece s’in-contrano scogli e rapide”, spiegò il guru, “ma se avrete per-severanza e fede, giungerete all’oceano dei vostri sogni.”

Di nuovo i discepoli andarono in estasi e ci furono altre esclamazioni di giubilo. Quello era il giorno che attende-vano da sempre!

“Bene, questo è quanto”, concluse brevemente Swami Fedex, “ora devo andare, ho ancora qualche altra consegna da fare.”

Con riluttanza i devoti si alzarono, s’inchinarono con reverenza e timida mente fecero largo al consacrato. Tra la manifesta venerazione degli astanti, il fattorino si diresse verso la porta.

Ecco ora il seguito sorprendente della storia: in base al programma lo stesso tiro fu giocato a diversi corrieri Fe-dex, ognuno dei quali trovò parole profonde nel momento in cui si trovò seduto sul cuscino d’onore. L’invito a par-lare con profondità fece emergere la saggezza interiore di questi modesti individui.

Nel profondo del proprio cuore, ciascuno di noi sa qual è la verità. Le risposte che cerchiamo, le capacità che ci sforziamo di acquisire e il riconosci mento che tentiamo di ottenere sono già dentro di noi. Se ce ne viene data l’op-portunità (una volta che sediamo sul cuscino d’onore) o ci troviamo di fronte a una prova (siamo con le spalle al muro), sappiamo cosa c’è bisogno di sapere, e sappiamo fare ciò che serve.

Il cambiamento fondamentale

Chi sei?Forse nella vita sei giunto al punto in cui ti stai ponen-do questa domanda cruciale. Stai attento a come rispondi,

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perché la risposta racchiude il tuo destino. Se pensi di non essere un granché, di essere oppresso o senza valore, il tuo mondo confermerà questa convinzione. Se ti consideri un essere creativo e completo, venuto al mondo per esprimere gioia, dare e ricevere amore e portare un contributo alla vita sul Pianeta, allora l’immagine di te sarà confermata. Come osservava Henry Ford: “Sia che pensi di farcela o di non farcela, avresti ragione in entrambi i casi.”

PassePartoutSiamo creature spirituali

che vivono un’esperienza materiale

Tu e io siamo più dei nostri corpi, delle nostre emozioni, dei nostri pensieri e delle nostre esperienze. Prima di veni-re al mondo vivevamo in spirito e vivremo in spirito dopo che avremo lasciato questo mondo. Anche ora che siamo sulla Terra viviamo in spirito, ma se crediamo di essere li-mitati, non godremo della nostra grandezza. Lo scopo più nobile della nostra vita è ricordarci della natura spirituale che possediamo, a dispetto dei condizionamenti e delle apparenze che ci vorrebbero fatti di sola materia.

La nostra natura spirituale è la sola cosa in cui il mon-do non possa interferire o che non possa portarci via. Non importa quali esperienze affrontiamo, cosa conquistiamo o perdiamo nel dramma terreno, quali persone entrino a far parte della nostra vita o ci lascino: il nostro vero sé ri-mane integro, intatto e perfetto. L’abbiamo sempre avuto, e sempre lo avremo.

Oh, Dio!

Affrontiamo subito la questione di Dio. La parola suscita ogni genere di reazioni. Come molte persone appartenenti alla nostra cultura, potresti essere allontanato da qualsiasi cosa abbia a che fare con Dio o con la religione. Molte re-ligioni, specialmente nell’ambito della tradizione giudai-co-cristiana, hanno dipinto l’immagine di un Dio feroce, rabbioso e vendicativo; un vecchio con la barba bianca,

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distante, seduto su una nuvola, all’erta, pronto a colpire i peccatori che non si conformano alle sue regole.

Ti suona familiare?Il Dio cui ci riferiamo in questo libro non è quello di cui

con tutta probabilità hai appreso ai corsi di catechismo o in chiesa. Il Dio che viene nominato qui è un Dio di puro amore. Lui, Lei o qualunque sia il modo in cui preferisci definirlo, vive dentro di te, si esprime attraverso di te, pro-prio come se fosse te. Questo Dio di puro amore dimora dentro il tuo cuore, ti parla attraverso le tue più profonde inclinazioni e ti guida verso una più completa realizzazio-ne. Lo Spirito che io conosco non è un trafficante di soffe-renza, ma è colui che la rimuove.

Se non ti piace la parola Dio, non utilizzarla. Non mi interessa se la usi, né tanto meno interessa a Dio. Se pre-ferisci sostituirla con la parola Amore, Spirito o Zio Luigi, fai pure! Fortunatamente, Dio non è così attaccato a questo particolare appellativo quanto lo sono alcune delle reli-gioni che vi sono sorte intorno. Diciamocelo chiaramente: scriteriati rappresentanti di quelle religioni hanno procu-rato a Dio una cattiva fama. Ora è giunto il momento di ripristinare la bellezza e la dignità del potere dell’amore, a prescindere dal nome con cui lo conosci.

Facciamo chiarezza anche sulla relazione che esiste fra spiritualità e religione. Tutte le religioni hanno esordito con slancio spirituale, entusiasmo ed esuberanza per il miracolo della vita. A un certo punto, tuttavia, molte reli-gioni si sono appesantite del fardello di dogmi e principi istituzionali che hanno finito per smorzare gravemente lo spirito con cui l’organizzazione era stata fondata. Oggi i profeti e le personalità illuminate sarebbero molto delusi delle religioni che sorsero sulle loro orme. Ciononostan-te, la gran parte delle religioni ospita ancora sette (rela-tivamente piccole) che mantengono vivo lo spirito delle origini.

Il cammino spirituale si basa sulla tensione e sull’ane-lito e non sulla sua forma, sull’essenza più che sull’appa-renza, sul cuore prima ancora che sul dogma. Mentre la

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religione tende a essere ristretta e competitiva, il cammino spirituale abbraccia ogni cosa. Si dice che la religione inse-gni l’obbedienza e che la spiritualità insegni l’autodiscipli-na. Si dice anche che la religione sia per coloro che temono l’inferno, mentre la spiritualità sia riservata a coloro che ci sono già stati. Molti fra quanti si sono incamminati sul sentiero spirituale sono passati attraverso la religione e si sono ritrovati a dichiarare: “Dev’esserci dì più nella vita di quanto vedo praticato qui.” È a quel punto che comincia l’avventura spirituale.

Il viaggio che intraprenderemo insieme non esclude la religione (anzi, abbraccia quanto di più alto la religione pos-sa offrire), ma nemmeno si attiene a un credo in particola-re. La nostra odissea non ci vincolerà a ulteriori etichette; al contrario, ci libererà dalle identità riduttive che abbiamo ac-cettato. Non ci lamenteremo più di noi stessi, ma andremo alla scoperta di chi siamo davvero. Non stiamo tentando di liberarci di qualche aspetto di noi, ma stiamo imparando a essere felici proprio in virtù di ciò che siamo.

Questo viaggio è un invito a osservare chi sei e come stai vivendo la tua vita. Sulle prime, un’analisi di questo tipo potrebbe sembrarti inquietante, ma non fermarti. Al contrario, se hai paura di guardarti dentro, allora questo libro è stato scritto apposta per te; ti dimostrerà che meriti tutto l’amore che c’è.

E ora proseguiamo con la nostra avventura...

Non sparare sullo schermo!

Quando il cinema si diffuse nel mondo, un gruppo di cow-boy si recò in una città del Montana per andare a vede-re per la prima volta un film. La proiezione giunse a una scena in cui una banda di indiani stava sequestrando una giovane pioniera e la stava trascinando all’accampamento. Nel vedere il rapimento, un cowboy in fondo alla sala si alzò in piedi e sparò all’impazzata una raffica di proiettili in direzione dello schermo. La proiezione del film venne interrotta, si accesero le luci e il pubblico rise trovandosi di fronte a uno schermo bianco con sei fori di proiettile.

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Veniamo tratti in inganno allo stesso modo quando ci basiamo sul film della vita (proiettato sullo schermo della mente) per valutare la nostra identità o misurare il nostro valore. Se credi di essere la persona che i genitori, gli in-segnanti, i preti o certe pubblicità dicono che sei, potresti rimpicciolire al punto da sentirti estremamente limitato e impotente. Se invece lotti, ferisci o reagisci contro quelli che non riconoscono il tuo valore, non fai altro che spreca-re le tue cartucce. Lo sforzo di dimostrare agli altri il tuo valore è inutile quanto sparare sullo schermo.

Se conosci il tuo valore non hai bisogno che nessun altro lo confermi e se non riesci a riconoscerlo, non lo acquiste-rai di certo cercando di ottenere l’approvazione altrui. Se non ti piace il film che stai guardando, non scomodarti a sparare sullo schermo; piuttosto, cambia film, o meglio an-cora, accendi la luce.

Il mondo è come una sequenza di film lungo la quale passiamo noi. Ti sarà capitato di andare a vedere un film drammatico o di un thriller che ti ha coinvolto emotiva-mente. Potresti aver pianto, gridato, riso, stretto il braccio-lo tra le dita per la tensione o essertela persino fatta ad-dosso. Le immagini sullo schermo potrebbero averti fatto provare eccitazione, tristezza, paura, rabbia, trasporto ro-mantico o sessuale. Tuttavia, ai titoli di coda, e quando le luci si sono riaccese, ti sei ricordato che era solo un film. Per quanto fossi temporaneamente immerso nell’azione, il vero te è rimasto imperturbabile di fronte alle immagini che ti scorrevano davanti.

Sebbene le esperienze ci sembrino reali quando le vi-viamo, ne emergiamo intatti. Ne è prova il fatto che sei ancora qui. Ripensa a tutte le cose folli e sfrenate che hai fatto, ai pericoli che hai superato e alle paure che hai vinto. Sei ancora qui seduto a leggere questo libro. Sei qui. Con il tuo vero sé che è sempre stato con te e sempre ci sarà. Dopo che tutto è stato detto e fatto, rimane un Io che vive al di là del personaggio rappresentato sul-lo schermo. Siamo creature spirituali che attra versano un’esperienza materiale.

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Battelli che passano nella notte

Alle scuole medie mi presi una cotta mostruosa per una ra-gazza di nome Kathy MacKenzie. Io frequentavo la seconda, Kathy la terza e il suo armadietto si trovava all’altra estremi-tà dell’atrio rispetto al mio. Dal momento in cui vidi Kathy fui subito un caso disperato. Era splendida, con uno sma-gliante sorriso Durbans, ed era l’incarnazione vivente della Tipica-Ragazza-Americana-della-Porta-Accanto-Cheerlea-der-Miss Popolarità-Barbie Reginetta del Ballo-la Ragazza dei Sogni. Le mie giornate passavano nella speranza di riu-scire a vedere Kathy nell’atrio e sognavo a occhi aperti che un giorno lei potesse essere mia. Scrivevo poesie dedicate ai suoi occhi scintillanti, disegnavo le sue trecce d’oro e nei pomeriggi camminavo nella sua via per vedere se era a casa. Cupido mi aveva infilzato con la sua freccia, grandioso.

Purtroppo, non lessi mai a Kathy le mie poesie, né le mo-strai mai i miei disegni o bussai alla sua porta. E nemmeno le rivolsi mai la parola. Ogni volta che mi avvicinavo, vedi, diventavo un ammasso invertebrato di ginocchia tremo-lanti, cuore palpitante e lingua annodata. Diventavo così goffo e dolorosamente consapevole di ogni mio gesto che non riuscivo nemmeno a tentare un approccio. Dubitavo a tal punto di me, e temevo moltissimo il suo rifiuto, che mi sembrava molto più prudente amarla a distanza. La secon-da media trascorse in fretta e la ragazza dei miei sogni pas-sò alle scuole superiori senza di me. Kathy, se leggi queste righe, chiamami.

Ripensando a questo dramma adolescenziale, mi trovo a riconsi derare il concetto dell’essere “consci di sé”. Ora mi rendo conto che con tutta la mia ansia e il mio imba-razzo, non ero affatto conscio di me. Ero conscio delle mie paure, del giudizio che avevo di me, delle mie fantasie su un possibile rifiuto e del nido di pipistrelli coperto di ra-gnatele che rappresentava le mie oscure convinzioni su ciò che ero, nessuna delle quali aveva nulla a che vedere con il mio sé più vero.

Quella che chiamiamo coscienza di sé è una definizio-ne terribilmente impropria. Essere davvero consci di sé

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significa essere consapevoli di Dio. Per millenni, i misti-ci hanno ripetuto: “Io sono l’essere, la consapevolezza e la beatitudine.” Gesù proclamò: “Io e il Padre siamo una cosa sola.” La nostra vera identità ha il suo fondamen-to nello Spirito; qualunque altra cosa è fugace. Il nostro passaggio è come un grande battello a vapore che solca il mare attraverso una notte nebbiosa. Progressivamente, l’imbarcazione fende la foschia, mentre tutte le attività della nave proseguono senza intralci. Il mattino verrà, e si alzerà la nebbia. Nel frattempo, il battello avanza verso il porto di destinazione.

Dietro la maschera

Il maestro della letteratura fantascientifica Ray Bradbury diede una valu tazione ironica di William Styron, un critico che Bradbury riteneva essere un po’ troppo pieno di sé. Bradbury osservò: “Il suo unico problema è che pensa di essere William Styron.”

La concezione che ho di me non coincide con chi sono davvero. C’è molto di più in me della sola personalità. Il termine “personalità” viene dalla parola greca persona, che significa “maschera”. Posso presentare una maschera al mondo ed essere spettatore delle maschere altrui, ma l’attore non va scambiato con il costume che indossa. Pos-so ingannare gli altri (e me stesso) inducendoli a credere che io sia l’immagine che presento loro, ma questo non fa sì che l’illusione diventi realtà. Possiamo creare coreogra-fie intricate e far danzare le maschere e i ruoli che esibia-mo all’esterno, ma dietro tutte le immagini e le apparenze il nostro sé interiore rimane intatto.

Uno dei modi con cui manteniamo in vita l’illusione della mediocrità consiste nella identificazione con beni limitati. Stai attento a ciò a cui ti riferisci quando dici il “mio sé”. Noi tendiamo a definire come nostro “sé” ogni genere di cose che non hanno nulla a che fare con quel che realmente siamo. Già durante i primi anni di vita ci hanno insegnato a identificare il nostro sé con le singole parti del corpo. Quando stavi imparando l’utilizzo del gabinetto,

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probabilmente tutte le volte che ti alzavi dal vasino, i tuoi genitori ti avranno domandato: “Ti sei pulito?”. Se ti co-glievano a giocare con i genitali ti avranno sgridato: “Non devi toccarti in quel modo.” Se ti sbucciavi un ginocchio, tua mamma ti avrà domandato con apprensione: “Ti sei fatto male?”.

Venendo continuamente identificati con il nostro corpo (e in seguito con le nostre caratteristiche sociali), non c’è voluto molto perché cominciassimo a spostare l’identità percepita dal nostro sé interiore, in quanto essere spiritua-le, al nostro sé esterno sotto forma di corpo, emozioni e ca-rattere assegnatoci culturalmente. Non è un caso che una volta cresciuti, e successivamente da adulti, abbiamo in-ventato degli insulti che ci identificano con le singole par-ti del corpo. Mentre chiunque si offenderebbe sentendosi chiamare “stronzo” o “testa di cazzo” o “faccia di culo”, da bambini ci è stato insegnato in modi più sottili che questo è quel che siamo.

Un passo importante verso il recupero della nostra iden-tità e del nostro potere spirituali è riformulare il linguaggio che esprime il sé. Ci riferiamo a qualcosa di preciso quando diciamo il “mio pene”, il “mio ginocchio” o la “mia profes-sione” piuttosto che il “mio sé”. Organi sessuali, ginocchia e professioni cambiano, il sé no.

Dammi in cambio quel catorcio

Poiché da bambini abbiamo accettato identità riduttive, il-lusorie e contraddittorie rispetto al sé, oggi molti di noi at-traversano gravi crisi d’identità. Alcuni sono stati costretti a scavare fino alle più profonde radici del loro essere per stabilire nuovamente chi sono e cosa stanno facendo della loro vita. La ricerca del vero “sé” si è intensificata a causa della tremenda instabilità del mondo esterno. Matrimoni, famiglie, carriere, religioni, ordinamenti politici, econo-mie, sistemi di prevenzione e cura della salute e costumi sociali non offrono più la sicurezza che un tempo preten-devano di garantire. Sull’onda di terribili sconvolgimenti

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sociali, l’aggravarsi della nostra sete di autoconoscenza ci ha portato sull’orlo del crollo e dell’apertura di un baratro.

Tale instabilità psichica non sorprende. Una crisi d’i-dentità è l’ovvio risultato causato dall’identificazione di noi stessi con fatti mutevoli. Poiché ci siamo definiti in base ai ruoli che impersoniamo e alle cose che possedia-mo, quando il mondo esterno muta non siamo più sicu-ri di chi siamo. Ma noi non siamo qualcosa che si possa toccare o nominare. Siamo creature spirituali che attra-versano un’esperienza materiale. Nulla che abbia forma rimane uguale a se stesso per sempre. Lo Spirito è la sola costante.

Una crisi d’identità è un dono del cielo. Una falsa iden-tità è una costruzione pericolosa da mantenere, in quanto ci distrae dal nostro vero sé e ci induce a credere che siamo più limitati di quanto non siamo. Se stai vivendo una crisi d’identità, non devi deprimerti, ma gioire. Sulle prime po-tresti avere paura ed essere confuso, ma non precipiterai nell’oscurità. Anzi, ne sarai liberato. Sarai in grado di sco-prire che sei più di ciò che pensavi di essere.

Una crisi d’identità è una magnifica opportunità per ba-rattare il catorcio della vecchia immagine di te e averne in cambio una nuova che ti si addica meglio. Non aggrapparti, in preda alla paura o alla disperazione, a un’altra mediocre identità per sostituire subito quella che sta venendo meno. Ciò equivarrebbe a cambiare una casa troppo piccola con un’altra delle stesse dimensioni. L’unico scopo del tuo disa-gio è motivarti a cercare un alloggio più spazioso. La paura cercherà di persuaderti che la perdita del vecchio ti lascerà a mani vuote; in realtà avrà sgombrato il campo in vista di qualcosa di meglio, e avrai tutto da guadagnarci.

Anziché resistere al cambiamento che hai a portata di mano, usalo per esercitarti a vivere alla grande. Il carattere della lingua cinese per indicare la parola “crisi” è una com-binazione di altri due caratteri: “pericolo” più “opportu-nità”. Focalizzando meglio entrambe le prospettive, avrai una visuale più ampia su quel cammino. Vai verso la porta che si sta aprendo piuttosto che restare aggrappato a quel-

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la che si sta chiudendo; soltanto allora abbandonerai l’idea che hai di te in favore del tuo vero sé.

Il mito del miglioramento di sé

Non potresti migliorare te stesso neanche se ci provassi. Il tuo vero sé, lo Spirito, non ha bisogno di miglioramento. Il vero te è più forte e profondo di qualunque altro aspetto della tua vita suscettibile di correzioni. Se qualcosa in te può essere migliorato, non è il tuo Spirito. Potresti perfe-zionare il tuo rovescio a tennis, raddrizzare i denti, affi-nare le tue capacità oratorie, essere più assertivo, stabilire obiettivi più definiti e far calare di qualche centimetro il tuo giro vita: ma questi sono tutti aspetti della tua persona, non rappresentano il tuo essere più intimo, il quale conti-nua a vivere oltre le apparenze. Non c’è nulla che tu possa fare per aggiungere o togliere qualcosa al tuo vero sé.

Molti di noi si sono sforzati e hanno sudato per anni (forse per una vita) per rimediare ai propri punti debo-li. Siamo a pezzi e allora partiamo per un lungo e fru-strante viaggio per colmare il vuoto che abbiamo dentro. Ma non ne abbiamo bisogno: ciò che dobbiamo fare è risvegliarci. Quanto più cerchiamo di risolvere le nostre questioni, più ne scopriamo altre a cui rimediare. Se hai mai posse duto una casa (o un’auto sportiva inglese) pro-babilmente avrai dovuto affrontare una serie intermina-bile di riparazioni e migliorie. Non appena completato un progetto, se ne presentava uno nuovo che richiedeva la tua attenzione. Chi possiede una barca ti dirà quanto denaro ed energia occorrano per mantenere a galla anche solo un’imbarcazione modesta. Cercare di mantenere a galla un’immagine di sé è persino più arduo. Al pari di Sisifo, figura della mitologia greca, hai come la sensazio-ne di spingere un enorme masso in cima a una collina, per vedertelo nuovamente rotolare addosso quando sei quasi arrivato alla sommità. Non riuscirai a risolvere i problemi della tua vita un po’ alla volta; non possiamo soddisfare la nostra fame spirituale con delle soluzioni

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di carattere materiale. È la nostra anima che abbiamo bi-sogno di nutrire.

Una cantante country paragona i timidi tentativi del suo amante di migliorare se stesso all’atto di “riaggiustare sedie sul ponte di una nave che affonda”. Mentre il partner ritoc-ca il suo aspetto esteriore, le sue fondamen ta fanno acqua. Ecco in cosa consistono molti dei regimi di miglioramento di sé. Intervengono sull’immagine esterna, ma raramente arrivano a toccare l’interiorità della persona, il nucleo dal quale può prendere avvio una trasformazione durevole. I programmi di perdita di peso che hanno successo, per esempio, sono quelli che trattano l’immagine di sé del clien-te insieme ai sottostanti bisogni emozionali che causano l’eccessivo consumo di cibo o abitudini nutrizionali errate. La maggior parte dei casi di sovralimentazione nasce da un senso di denutrizione emozionale. Il cibo materiale è sosti-tutivo di una soddisfazione di natura psichica, e si mette su peso per proteggersi dai sentimenti di insicurezza. Consi-derando l’importanza di questo fattore, potete ben vedere quanto siano superficiali e futili i tentativi di perdere de-finitivamente peso limitandosi a cambiare la propria dieta o mangiando meno. Questo è il motivo per cui la maggior parte delle persone che perde peso facendo leva sulla priva-zione, finisce per riprendere il peso che ha perso (e a volte per guadagnarne anche di più). Queste persone possono aver eliminato i chili di troppo, ma non hanno affrontato prima di tutto l’atteggiamento mentale che fa aumentare di peso. La chiave per perdere peso (o qualunque altra abitu-dine indesiderata) non è il sacrificio di sé, ma l’affermazione di sé. Significa riaccendere la nostra relazione amorosa con il sé che apprezzavamo prima che ci rivolgessimo al cibo per compensare l’ansia. Se sei in grado di riscoprire la bellezza interiore con cui sei stato creato, farai un importante passo avanti verso l’obiettivo di perdere peso o verso qualunque altra impresa di automiglioramento. Alla fin fine guariamo solo riuscendo a conoscere e ad amare il sé che già siamo.

La via per uscire è dentro ciascuno. Il cammino verso la li-bertà consiste nel tornare alla tua fonte. Al centro di te vive

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una creatura così radiosa e magnifica che contemplando-la riderai di cuore del tentativo di migliorare ciò che Dio ha creato nella sua interezza. Allora sarai libero di gioire di ciò che sei. Rinuncia allo sforzo di diventare perfetto accettando la perfezione che ti contraddistingue fin dalla nascita.

Grandezza svelata

Qual è allora la forza trainante che sta dietro la grossa spinta all’automiglioramento? In nome di che cosa ci sfor-ziamo di leggere manuali di autoaiuto, di frequentare se-minari, di seguire programmi di guarigione e di sottoporci alle terapie?

Siamo su un cammino alla scoperta di noi stessi. C’è una fondamentale differenza fra miglioramento di sé e sco-perta di sé. Il miglioramento di te stesso parte dalla pre-messa che sei incompleto e che hai bisogno di colmare un vuoto a livello di personalità. L’interezza, dalla pro-spettiva del miglioramento di sé, è un ideale verso cui dobbiamo continuamente tendere, ma che in realtà non raggiungiamo mai.

Dall’altra parte, la scoperta di sé presuppone che siamo già interi, e che il nostro scopo sia conoscere ed esprimere maggiormente quel che siamo. Il germe di tutto ciò che puoi essere e sarai è già ora dentro di te. Un feto femminile contiene già tutte le uova che produrrà una volta diventato una donna. Per esprimere il tuo potenziale, sposta l’atten-zione dal riparare ciò che è rotto all’abbandonare le con-vinzioni limitanti che offuscano la visione della tua innata perfezione. Il sentiero della realizzazione di sé è un’avven-tura che va da forza a maggior forza, da buono a migliore a ottimo.

Swami Muktananda ha scritto un libro dal titolo Get-ting Rid of What You Haven’t Got [Liberarsi di ciò che non si ha]. Passiamo un bel po’ di tempo a cercare di risolvere problemi che non sono dei veri problemi. Nel suo delizio-so componimento, If I Had my Life to Live Over [Se potessi rivivere la mia vita], l’ottantacinquenne Nadine Stair os-

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servava: “Avrei qualche problema reale in più, e molti di natura immaginaria in meno.” Un corso in miracoli le fa eco insegnando che non abbiamo tanti piccoli problemi, come la nostra mente divisa vorrebbe farci credere, ma un solo problema: l’idea che siamo separati da Dio e gli uni dagli altri. Correggi quest’unico errore di consapevolezza e tutto ciò che credevi fosse sbagliato in te si dissolverà nella luce come rugiada al sole del mattino.

Non siamo qui per rintracciare le cause della nostra pa-tologia; abbiamo intrapreso questo oscuro viaggio tante volte e si è rivelato vano. Conosciamo i nostri problemi troppo bene, siamo degli esperti, abbiamo ormai una cer-ta dimestichezza con i nostri mali. Quello che ci occorre, invece, è acquisire familiarità con la nostra natura divina. Dobbiamo cogliere il filo d’oro della nostra perfezione e seguirlo fino alla sua dimora nel paradiso che è dentro di noi. La storia della nostra vita non è una lotta contro il male o la sfortuna; è grandezza svelata.

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Il Nuovo Equilibrio Emozionale

Il Nuovo Equilibrio EmozionaleCos’è - Perché ci rende felici

I chakra costituiscono una via semplice e molto pratica per in-canalare l’energia e la consapevolezza in aree specifiche del cor-po e della vita, e in questo libro Joy e Roy Martina t’insegnano come evolvere passo dopo passo a livelli superiori di coscienza . Imparerai a riconoscere le ombre che non ti permettono di es-sere davvero te stesso . Anche le persone abituate a meditare progrediscono lentamente perché magari credono che la medi-tazione da sola funzioni e non conoscono il potere dei chakra . Se vuoi davvero guarire e liberarti dei fardelli che porti fin dalla giovane età questo metodo ti faciliterà le cose!

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Joy e Roy Martina

Joy e Roy MartinaJoy Martina è Omega life coach, ipnoterapeuta, esperta di pro-iezione oleografica dell’intenzione (Psycho-informationology, metodo sviluppato dal professor Ignatenko), ha la qualifica di visore a distanza .Roy Martina è autore di numerosi best-seller tradotti in sei lingue e ha dedicato la sua vita alla ricerca di nuove strade per la cura di stati di disagio e malattie croniche .

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Capitolo 1

Tutti i chakra portano al cuore

Come esseri umani siamo sempre stati affasci-nati dal nostro corpo e dal suo meccanismo. Esi-stono infinite teorie e idee su come funziona. I cinesi hanno scoperto il qi, la forza vitale che ci avvolge e scorre attraverso determinati canali. Nella tradizione indiana la stessa energia è de-finita prana. Fino a oggi la medicina occidentale ha rifiutato queste teorie e continua a basare il proprio approccio sull’anatomia e la biochimi-ca. Deve ancora scoprire le energie sottili, il vero segreto della medicina preventiva. In Cina, l’at-tenzione si concentra sulla longevità e sulla vita-lità anche in età avanzata. In India, l’interesse è rivolto alla spiritualità e alla ricerca della via per l’illuminazione, il più alto livello spirituale. Una volta che si è dominato il corpo è possibile su-perare tutti i processi tipicamente umani come il pensiero, la necessità di nutrirsi, le pulsioni sessuali ed entrare in collegamento con i propri sentimenti. Ci si fonde completamente con l’e-nergia Divina dello spirito e si riesce a vivere in uno stato perenne di amore, pace e beatitudine. In India è stata anche identificata un’energia più sottile, la Kundalini. È un tipo di energia che sale a spirale dalla parte inferiore della colonna ver-tebrale verso la sommità del capo. Si sposta da un punto a un altro; questi punti sono i chakra.

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Le teorie sui chakra sono diventate molto po-polari negli anni Novanta e in molti ne parla-no ancora. Nel mio sogno mi è stato svelato un altro significato dello scopo che hanno questi punti energetici.

La parola chakra deriva dal sanscrito e signi-fica ruota o disco. I chakra sono invisibili, ma alcuni li immaginano come il centro di una se-rie di spirali energetiche che ruotano incessan-temente nel corpo eterico (all’esterno del cor-po materico), localizzati approssimativamente all’altezza delle ghiandole (sistema endocrino) nel corpo materico. Esistono sette chakra prin-cipali e quattordici minori; ognuno ha caratte-ristiche proprie, un colore, un suono e una pro-pria velocità vibrazionale energetica. Inoltre, a ogni chakra corrisponde una parte specifica del corpo e uno stato emozionale dipendente da quell’area. Essi agiscono anche come antenne che possono ricevere e trasmettere informazio-ni. È come se avessimo sette ricetrasmittenti su diverse frequenze simili a una radio. Evolven-doci e rivolgendoci maggiormente al nostro cuore non reagiremo più d’impulso e capiremo chi siamo veramente.

Il quarto è il chakra del cuore e si trova esat-tamente a metà strada fra i tre chakra inferiori legati alla terra e al corpo (elementi materiali) e i chakra superiori legati invece alla mente e all’anima (elementi immateriali). I tre superio-ri hanno vibrazioni energetiche più intense dei tre inferiori.

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Il chakra del cuore è il ponte che collega la terra (materiale) e il cielo (immateriale).

I chakra costituiscono una via semplice e molto pratica per incanalare l’energia e la consapevo-lezza in aree specifiche del corpo e della vita. In questo libro ti insegneremo come evolvere passo dopo passo a livelli superiori di coscien-za. Imparerai a riconoscere le ombre che non ti permettono di essere davvero te stesso. Ogni chakra rappresenta uno strato di coscienza che deve essere trattato e attraversato per raggiun-gere un livello superiore di evoluzione. Anche le persone abituate a meditare progrediscono lentamente perché magari credono che la me-ditazione da sola funzioni e non conoscono il potere dei chakra, non sanno quante altre cose possono fare per favorire la propria crescita personale e spirituale.

Se vuoi davvero guarire e liberarti dei fardel-li che porti fin dalla giovane età (o addirittura dalle vite passate) questo metodo ti faciliterà le cose! Se vuoi un aiuto più strutturato abbiamo preparato un programma online che ti guiderà nel processo con video dedicati, sessioni audio (meditazioni guidate) e compiti da svolgere da solo. Ti aiuterà a lavorare seguendo il nostro metodo e ti permetterà di ottenere i massimi risultati nella tua crescita personale e nella tua evoluzione spirituale.

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Senso di colpaNoi siamo convinti che il senso di colpa abbia radici profonde. Leggi la storia che segue di Je-anine, una donna di trentacinque anni. Soffriva di attacchi di panico da quando aveva perso il padre a causa di un infarto, cinque anni prima. Sentiva forti dolori al petto, quindi pensò di avere un problema cardiaco. Si sottopose a tut-ti i test cardiologici immaginabili, ma i medici non trovarono niente. Diversi psicologi e medici alternativi la trattarono senza ottenere risultati significativi. A quel punto decise di rivolgersi a noi. Per prima cosa, Joy entrò in connessione cuore a cuore con lei e percepì il gran peso che portava dentro. Joy si concentrò su questo sen-timento che le sembrava un rimorso e le chiese: “Che cosa ti fa sentire così in colpa?”. Jeanine ci pensò su per qualche istante, poi rispose: “Sono arrivata troppo tardi! Ho sentito un tonfo al piano superiore, ma stavo lavando i piatti e an-che se ho avuto la netta sensazione che dove-vo salire a vedere, non mi sono mossa. Poiché mio padre non era malato, non aveva niente, ho ignorato quell’intuizione. Quando l’ho chiama-to per bere una tazza di tè, non mi ha risposto. Sono salita a controllare e l’ho trovato steso a terra. Era già morto. Mi sento malissimo perché penso che se solo avessi reagito prima, forse sa-rebbe sopravvissuto. Mi sento in colpa.”

Ora era chiaro il motivo per cui soffriva di at-tacchi di panico. Ogni volta che sentiva un ru-more sordo le veniva una crisi. Era arrivato il

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momento per lei di guarire il proprio cuore e perdonare se stessa per non essere stata in gra-do di salvare il padre.

Ecco una cosa tipicamente umana: ci colpevo-lizziamo perché non siamo supereroi perfetti, e questo ci causa un dolore inutile. Dopo la sedu-ta, quando Jeanine capì il legame fra le sue con-dizioni, la morte del padre e il senso di colpa, non ebbe mai più un attacco di panico.

Infliggiamo a noi stessi molti dolori perché non cogliamo fino in fondo come funzioni il mondo e quale sia lo scopo della nostra vita. Ci lasciamo intrappolare da emozioni inutili come il senso di colpa, la vergogna, una bassa autostima, l’impotenza e il vittimismo. È ora di svegliarsi e guarire. Il miglior punto di par-tenza è il cuore.

Il cuore è il centro del nostro mondoChe cosa significa ascoltare il cuore? Spesso sentiamo gli altri dire: “Segui il tuo cuore e an-drà tutto bene. Sei troppo razionale, dovresti ascoltare di più il tuo cuore. Apri il tuo cuo-re…” e così via.

Anche nella quotidianità facciamo riferimento al cuore come a una guida essenziale. Quando parli di te, in genere punti il dito al cuore, non alla testa. Ciò significa che a livello inconscio accettiamo l’idea che siamo più connessi con il cuore che con il cervello. In molte culture, quan-

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do le persone vogliono dimostrare l’amicizia toccano la zona del cuore con una mano, pie-gano la testa in avanti e tendono l’altra mano a chi hanno di fronte. Quando siamo innamorati disegniamo due cuori che si intersecano o un cuore trafitto dalla freccia di Cupido. È risaputo che il cuore simboleggia l’amore. È parte inte-grante della nostra vita e di numerose culture. Il cuore spezzato è metafora dell’abbandono da parte di qualcuno che ci piace o che amiamo molto. Il cuore è la parte in cui sentiamo l’amo-re e se non lo percepiamo emergono sensazioni di frustrazione, rifiuto, abbandono, non accetta-zione e disprezzo. Esistono migliaia di canzoni d’amore che parlano del cuore. Non possiamo sfuggire al potere del nostro cuore. Alcuni sono vicini al nostro cuore, altri molto lontani. È in-negabile che sia il centro dei nostri sentimenti e il mezzo con cui ci connettiamo con gli altri.

Apri il tuo cuoreChe cosa significa chiudere il cuore? Significa escludere qualcuno dall’amore del nostro cuo-re e non permettere al sentimento che abbia-mo dentro di manifestarsi quando pensiamo a quella persona. Spesso sostituiamo l’amore (che c’è sempre!) con la rabbia, la frustrazione e il rifiuto. Riponiamo grandi aspettative negli altri, ma queste vengono in gran parte deluse perché pretendiamo troppo. La dipendenza dall’amore è uno dei problemi più gravi che dobbiamo affrontare, perché non ci accorgiamo

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che tutto ciò che cerchiamo fuori esiste già den-tro di noi. Se impareremo a liberarci di ciò che non ci fa vivere con un cuore aperto, allora gua-riremo. Questo libro tratta esattamente questo argomento: come aprire il tuo cuore a te stesso e agli altri. Il perdono è il mezzo per guarire e rompere i legami energetici che ti tengono an-corato al passato.

I problemi cardiaci: fra le prime cause di morte femminileIn passato gli uomini morivano più spesso per problemi cardiaci rispetto alle donne. Oggi non è più così. Essi uccidono più donne che uomini con un’incidenza superiore a tutti i tipi di can-cro messi insieme e senza discriminazione di età. L’attacco di cuore è il serial killer più sub-dolo: solo negli Stati Uniti colpisce una donna ogni minuto! Come è stata possibile questa ri-monta repentina delle donne sugli uomini? La ragione è semplice: lo stress! Le donne sono in competizione con gli uomini e devono lottare più duramente per conquistare una certa posi-zione, stanno lentamente guadagnando terreno e ottengono ruoli fino a poco tempo fa riserva-ti all’universo maschile, ma hanno un fardello ulteriore: devono prendersi cura dei figli. Pur-troppo sulla maggior parte degli uomini non si può fare affidamento per la gestione dei figli. I salti mortali che fanno le donne per conciliare carriera e famiglia costituiscono un peso enor-

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me. Inoltre, quando una donna riscuote più successo del proprio compagno si crea una cre-pa nella relazione e molte donne preferiscono rimanere sole piuttosto che accompagnarsi a uomini immaturi.

Joy: prima di incontrare Roy ero convinta che sarei rimasta sola per il resto della mia vita. Ero già stata sposata, avevo avuto alcune relazioni importanti, ma avevo deciso di crescere i miei fi-gli da sola piuttosto che con un uomo giusto per poter dire di avere un compagno. Semplicemente non credevo che là fuori ci fosse un uomo alla mia altezza. A essere onesta consideravo gli uomini un peso. Avevo la mia attività, lavoravo sodo per vivere e, più di ogni altra cosa, volevo dedicare ai miei figli tempo di qualità. Non avevo alcun inte-resse a prendermi cura anche di un uomo. Mi ero ridotta così. Conoscevo solo uomini che avevano la tendenza a diventare emotivamente dipenden-ti da me quando dimostravo che li amavo, non di-sposti o incapaci di alleviare i miei problemi (oc-cuparsi della mia attività, pulire casa, cucinare, curare i bambini eccetera), anzi ne aggiungeva-no di nuovi con la loro immaturità sentimentale (dipendevano da me chiedendomi di dimostrare quanto tenessi a loro ed erano così insicuri da diventare possessivi e gelosi senza motivo), ma soprattutto cercavano una domestica che pulisse e cucinasse per loro. Potrà sembrarti un’esagera-zione, ma dopo molti anni passati in questo ruolo stereotipato ero stufa di continuare la commedia.

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Ora, non fraintendermi: amo gli uomini e so ri-conoscere le loro qualità e i loro punti di forza. Non sto dicendo che non esistono compagni ma-turi e solidali, forti e amorevoli! Ma io non ne conoscevo e a quell’epoca non avevo intenzione di condividere la mia vita con un uomo capace solo di frenare il mio bisogno di libertà e indi-pendenza o di rubare il tempo che avrei potuto dedicare ai miei figli e facendo ciò che amavo. Era tutto pianificato alla perfezione: avevo solo alcu-ni buoni amici con cui mi trovavo più o meno bene e che amavo a distanza. Non pensavo fosse possibile un’altra soluzione ed ero abbastanza serena al pensiero di vivere sola con i miei figli. Poi è arrivato Roy. Potremmo scrivere un libro, e un giorno lo faremo, che racconti il modo in cui l’universo si è “preso gioco di noi” per farci incontrare e tutti gli eventi e le coincidenze al di là di ogni immaginazione che si sono susseguiti dopo il nostro incontro. Innamorarmi di Roy ha sconvolto la mia vita; ha scombussolato tutto e il mio piano geniale è andato a rotoli. Nel giro di nove mesi ho venduto la mia attività, mi sono la-sciata tutto alle spalle e mi sono trasferita in un altro Paese per vivere con l’uomo dei miei sogni di bambina. L’amore intenso e incondizionato che provavo per lui era così travolgente che non potevo tirarmi indietro. Ora capisco ciò che ho fatto in passato: il mio accanirmi sull’indipen-denza e sull’inutilità di una relazione “vera” era causato dalle esperienze dolorose che avevo vissuto nelle relazioni precedenti. Per evitare di rimanere ancora ferita e delusa avevo chiuso una

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parte del mio cuore. Era il mio modo di soprav-vivere e ha funzionato bene per un certo periodo, ma ora dovevo seguire il mio cuore anche se l’i-dea mi spaventava. Ed ero davvero terrorizzata! Avevo lasciato tutto ciò in cui credevo e in cui avevo investito, avevo tre figli a cui pensare e nessun progetto per il futuro… uno dei salti nel buio più incredibili che abbia mai fatto (non sa-pevo che ne avrei fatti molti altri!). Ripensando a quel periodo di cambiamenti radicali mi chiedo come abbia potuto affrontarli. Ma ce l’ho fatta ed è stata la decisione migliore che abbia mai preso in tutta la mia vita. E sai una cosa? Non solo ne è valsa la pena, ma mi ha reso più coraggiosa, forte e capace di sperimentare più amore. Oggi, quando affrontiamo un periodo difficile e dobbia-mo prendere decisioni importanti, rischiose e che ci spaventano possiamo trarre esempio da una lunga lista di salti nel buio. Sappiamo che quan-do decidiamo di seguire il nostro cuore e lasciamo che ci guidi, allora non sbagliamo. Andrà tutto bene un giorno, in un modo o nell’altro.

Quando chiudi il tuo cuore ai sentimenti, lo chiudi anche all’energia. Ciò provoca un con-sumo eccessivo di energia del cuore e problemi fisici, come un attacco cardiaco. Ti consigliamo di tenere sotto controllo il cuore dopo i trenta-cinque anni, di mangiare sano e praticare rego-larmente attività fisica. Assicurati di dedicare abbastanza tempo alla cura di te stesso. Rinun-ciare ai propri spazi (fisicamente non rimanen-

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do mai soli ed emotivamente, spiritualmente, non impegnandosi in attività che facciano bene al cuore) ci rende più vulnerabili alle malattie.

Esercizio: trova il tempo per te stessoTrova del tempo da dedicare a te stesso in tre modi.

1. Esercizio fisico: può trattarsi di una cammi-nata quotidiana di venti minuti o l’attività svolta in palestra o a casa. Noi siamo fissati con l’attività fisica perché sappiamo che è un investimento per il futuro e consideria-mo il nostro corpo il regalo più prezioso che ci sia stato offerto. Dovresti fare ginnastica ogni giorno per almeno mezzora aggiun-gendo anche dieci minuti di stretching. Lo yoga, il qi gong e il tai chi sono pratiche orientali perfette per controbilanciare uno stile di vita frenetico.

2. Meditazione: trovare un momento per medi-tare è, per la maggior parte di noi, più diffici-le che fare ginnastica. Molti hanno difficoltà a stare seduti immobili e senza fare niente, ma di questi tempi è esattamente ciò che dobbiamo fare. Esistono vari modi per con-netterti con il tuo sé superiore, per esempio potresti sederti a bere una tazza di tè mentre rifletti sulla tua vita. Prendersi una pausa e ristabilire un contatto con se stessi è fonda-mentale per mantenere in salute il cuore e

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condurre una vita appagante. Per disintossi-care il corpo potresti anche fare un pisolino di un quarto d’ora. Abbiamo realizzato una serie di sessioni audio eccezionali che puoi sfruttare per rilassarti, eliminare lo stress e ricaricarti. Prendi il tuo mp3, ascolta la re-gistrazione per una decina di minuti tutti i giorni e ti sentirai meglio!

3. Distacco: prima di addormentarsi è neces-sario eliminare tutto lo stress accumulato. Non andare mai a letto arrabbiato, frustrato o preoccupato. Lascia andare tutto, libera la mente. Un metodo efficace è tenere un dia-rio; scrivendo degli appunti e riportando gli eventi della giornata prendi le distanze da ciò che è successo. Un’altra tecnica è tornare mentalmente ai momenti in cui ti sei sentito stressato e immaginarli come avresti voluto che si svolgessero. Puoi farlo ponendoti delle domande: come avrei reagito se mi fossi con-centrato sul mio cuore e non mi fossi lasciato influenzare da vecchi dolori o convinzioni limitanti? Come sarebbe andata se avessi se-guito il mio lato amorevole, avrei cambiato atteggiamento? Che cosa farebbe il mio sé più amorevole e saggio? Immagina per un istante di rivivere la stessa situazione da un altro punto di vista. In questo modo alleni il cervello e il subconscio ad accedere al tuo sé più intimo. Stai programmando il tuo siste-ma nervoso a un livello energetico vibrazio-nale superiore. Se farai questi esercizi prima di addormentarti procederai velocemente

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nella tua evoluzione. Anche in questo caso abbiamo realizzato delle sessioni audio effi-caci che ti aiuteranno e faciliteranno la prati-ca. Un altro approccio che ti raccomandiamo è prenderti del tempo la mattina appena sve-glio concentrandoti su ciò per cui sei grato. Anche questa tecnica aumenta le tue vibra-zioni e produce energia positiva sufficiente per tutta la giornata.

Se tu svolgessi questi tre semplici esercizi quo-tidianamente la tua vita cambierebbe subito in meglio. Sono estremamente facili, ma noi li abbiamo resi ancora più accessibili. I prossimi capitoli contengono strategie per ripulire, alle-nare e guarire i tuoi chakra. Ricorda che tutti i chakra portano al cuore! Partendo dai chakra principali, con il tempo accrescerai le tue vibra-zioni fino a raggiungere il potere più alto, sarai cioè connesso con la saggezza, l’amore e il sape-re dell’intero universo.

RiassuntoIl cuore ha un ruolo chiave nella nostra vita e rappresenta metaforicamente l’amore e ciò che siamo. Spesso chiudiamo il nostro cuore per proteggerci dal dolore e dal rifiuto. In questo modo ci isoliamo dalla fonte dell’amore Divino che è in noi e attorno a noi, e ciò provoca un disturbo. Dobbiamo imparare a vivere con un

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cuore disponibile al perdono e a lasciar andare le emozioni negative per rimanere connessi con la più potente energia dell’universo. In questo capitolo ti abbiamo spiegato tre metodi per ac-crescere il potere del tuo cuore. Aprendo i cha-kra ed eliminando i blocchi, la tua evoluzione personale raggiungerà nuovi livelli e ti sentirai più felice e sereno.

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Il Potere del NO

Il Potere del NOPerché una piccola parola può portare

salute, abbondanza e felicità

È difficile dire di no: ci vuole coraggio .Quante volte sei stato costretto a pronunciare un rifiuto con conseguenze disastrose, ossia angoscia, disperazione, litigi o preoccupazioni? Anche le ore, i giorni, i mesi che precedono un no sono pieni di agitazione: “Sarà il caso?”; “Faccio bene?”; “Che cosa succederà?” . Dire di no è un tuo diritto e questo libro ti aiuterà a esercitarlo in modo completo .Il Potere del No ci rende liberi dalla società, dalle consuetudi-ni, dagli amici, dai partner, dai colleghi, dai capi e dai sistemi di valori che tentavano di rinchiuderci in una gabbia, da tutti quelli che hanno cercato e cercano ancora di controllarci .

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James Altucher

James AltucherJames Altucher è un imprenditore di successo e scrittore . Ha ispirato le persone, attraverso centinaia di eventi, a superare le proprie paure, lo stress, l’ansia . È apparso sulle più importanti testate televisive americane (ABC, CNBC) e per importanti giornali (Wall Street Journal, Forbes) .

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Il Potere del NO

PRIMO: IL NO PER SCEGLIERE LA VITA

Hai il diritto di proteggere e vivere la tua vita…

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CLAUDIA: “Voglio morire” è la frase più uti-lizzata nelle ricerche su Google con cui gli utenti arrivano al blog di James. È molto triste, vero? Mi chiedo, però: davvero tanta gente vuole morire?

Dopo molti anni, sono arrivata alla conclusio-ne che la vita non è semplice per nessuno. Dall’età di due anni, forse perfino prima, tutti possono già raccontare di aver trascorso dei momenti difficili. La mamma è andata al supermercato e io ho pensato che mi avrebbe lasciata sola per sempre... Tutti mi ignorano perché porto l’apparecchio e c’è gente che posta su In-stagram alcune foto orribili su di me... Sono divorziato, sono senza soldi e ho tanta paura.

Le difficoltà, a volte, sono così numerose da diventare insostenibili. Spesso, però, sono un provvidenziale campanello d’allarme che indica cosa dobbiamo eliminare per poter tornare a es-sere noi stessi.

Ogni volta che mi sono trovata a pensare questa frase “Voglio morire”, non volevo la morte fisica, ma un altro tipo di morte. La morte che ho sempre voluto è la fine delle vecchie abitudini, dei com-portamenti e degli schemi mentali che non sono più consoni alle mie esigenze, degli atteggiamenti e delle reazioni che mi fanno girare in tondo senza concludere niente. La morte che ho sempre voluto è la fine di tutto quello che, dentro di me, deve fini-re affinché io possa trovare una nuova vita.

In molte circostanze, questo processo ha com-portato il riconoscimento che il suicidio non era la risposta giusta. È una lezione che ho imparato presto, eppure non mi ha convinto a desistere da vari tentativi (e lo stesso vale per James).

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Lo spirito vuole insegnarci ciò che siamo de-stinati a imparare. Se la pensiamo in quest’ottica, troviamo un senso, la sofferenza si trasforma, sia-mo pronti all’ascolto e ad agire su ciò che è in no-stro potere.

Siamo pronti a vivere.

Come il Potere del No mi ha salvato la vita:

la dimensione fisicaJAMES: Nel momento più buio, quando non

mi era rimasto più nulla, pensai al suicidio.Avrei potuto simulare una morte accidentale,

così almeno i miei figli avrebbero riscosso i soldi dell’assicurazione sulla vita e il mondo sarebbe di-ventato un posto migliore.

Non avevo più voglia di sopravvivere.Erano le 3 di notte, l’ora in cui gli incubi vanno

a braccetto con la realtà.Una delle mie bimbe si alzò dal letto e venne

nella stanza in cui mi trovavo. “Papà” mi disse, “ho fatto un brutto sogno.”

“Torna a letto, amore.” “Non ci riesco, ho pau-ra.” “Conta le pecorelle fino a cento.”

Si stava asciugando gli occhi. “Non funzio-na” disse.

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“Allora prova così” le risposi. “Al posto delle pecorelle, pensa a cento cose che ti rendono felice. È un bel modo per addormentarsi.”

“Va bene” disse e tornò nella sua camera.Feci un respiro profondo e iniziai anch’io a

elencare tutte le cose che mi rendevano felice.La gratitudine è il ponte che collega il mondo

degli incubi al mondo in cui siamo liberi di dire di no, il mondo delle illusioni al mondo della creatività.

È la forza che dalla morte riporta in vita, che trasforma la povertà in ricchezza e la rabbia in comprensione.

Ho detto no al suicidio e sono ancora vivo.

ESERCIZIO

SALVATI LA VITASe sei a rischio di suicidio, ti invito a fermarti immedia-tamente e a fare l’unica cosa necessaria: chiedere aiuto. Cerca qualcuno e digli chiaramente: “Ho bisogno del tuo aiuto perché ho intenzione di farmi del male.”Fallo subito, perché è impossibile ragionare con lucidità quando si è soli e la rabbia che si prova viene rivolta con-tro se stessi.Non è un segno di debolezza, anzi: è la cosa più corag-giosa che tu possa fare.Se invece non sei a rischio, se hai i piedi ben piantati a terra e sei pronto a continuare il viaggio, sappi che la gratitudine sa come distoglierci dai pensieri ossessivi per

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gettarci di nuovo nel fiume della vita. Perché ci ricorda quante cose meravigliose già possediamo.Attività: Questa settimana, scrivi tutti i giorni un’e-mail a qualcuno che ti ha fatto un favore una volta nella vita, spiegando il motivo per cui scrivi.Non aspettarti che ti rispondano, ma raccogli tutte le tue lettere e le eventuali risposte in un diario.Che tu ci creda o no, non si tratta soltanto di un esercizio spirituale, ma è anche un esercizio per l’abbondanza. Ab-bondanza e spiritualità vanno di pari passo.Se hai in abbondanza, diventi una fonte inesauribile alla quale gli altri possono dissetarsi. Se sei spirituale, l’univer-so ti ricompensa con i suoi doni. Sono due aspetti legati a doppio filo.Nel terzo livello di NO vedremo altri metodi per reinven-tarsi e diventare una nuova persona. L’esercizio dei mes-saggi e-mail ti aiuta a ringraziare le persone buone che hai incontrato nella tua vita e a capire più facilmente a chi dire di sì e a chi dire di no. In molti casi questo è il primo passo.

Come il Potere del No mi ha salvato la vita:

la dimensione emotivaJAMES: La prima ragazza che frequentai dopo

la separazione dalla mia prima moglie mi chiese quanto pensassi di valere mezz’ora dopo che ci eravamo conosciuti.

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Le risposi con sincerità. Lei mi disse che era “troppo poco”.

In un’altra occasione le chiesi come mai non mi avesse ancora presentato ai suoi amici.

La sua risposta fu: “Perché sei matto.”Mi sembra giusto. Agli amici matti non si fan-

no conoscere gli amici normali. E uno dei suoi amici era infatti candidato a senatore o a gover-natore, non ricordo di preciso. Avrebbe avuto un sacco di grane se si fosse fatto vedere in compa-gnia di un matto. Forse però mi avrebbe proposto di diventare vicepresidente, se mai fosse arrivato tanto in alto.

Un’altra volta lei se ne uscì dicendo che i suoi amici potevano schiacciare come formiche i miei amici.

Non credo proprio. Allora quasi tutti i miei amici erano morti viventi e nei film si vede spesso che il governatore non può nulla contro l’esercito dei morti viventi.

Non potevo dirglielo però, altrimenti avrei svelato la mia vera identità.

Ci siamo lasciati. Sarebbe bello pensare di es-sere stato io a lasciarla, non fosse per quella telefo-nata in cui lei mi disse: “Non sono pronta per stare con te. Mi serve tempo. Tanto tempo.”

Fu allora che la lasciai. In quel momento io mi trovavo in una libreria,

lei era alla prima cerimonia di insediamento del presidente Obama. Avevo ancora un BlackBerry.

Con quei pulsanti grandi che basta appena sfiorarli. Ci stavamo scambiando messaggi, ricor-do di aver digitato “L… a… s… c… i…” e poi il ta-

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sto indietro. Avete presente come funziona. Quan-to mi manca il BlackBerry.

Allora anche solo una briciola di cibo cinese era sufficiente per raggiungere l’illuminazione. Tutti erano invasati di politica e il Paese stava pre-cipitando verso l’Apocalisse.

Nulla aveva importanza per me, a parte il fat-to che ero solo, mangiavo hot dog per colazione, vivevo nel terrore di restare al verde e saltavo da una libreria all’altra cercando qualcuno con cui passare del tempo.

Stavo perdendo la mia famiglia. Avevo già per-so il lavoro. Persi anche la casa. Dopo aver perso, riguadagnato e perso di nuovo milioni di dollari.

Fu come se una lastra di vetro sporco, appan-nato, ricoperto di crepe e di ghiaccio diventasse all’improvviso trasparente. Ero già morto. Dove-vo rifiutare la vita che avevo costruito fin dalla nascita. Una vita che, semplicemente, non aveva funzionato.

Iniziai quindi a dire di no alle persone che non erano adatte a me e a tutto quello che non mi an-dava di fare.

Se c’è una mosca nella tua minestra, è inuti-le aggiungere altro brodo o insaporire con sale e pepe: ci sarà sempre una mosca nella tua minestra.

Erano venti anni che dicevo di sì alle cose sbagliate.

Nel giro di sei mesi la mia vita cambiò radi-calmente. Conobbi Claudia e andai a vivere in un appartamento quasi dignitoso. Stavo realizzan-do alcune idee che, incredibilmente, mi facevano guadagnare. E per essere felice mi bastava sempre

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meno. Questo è il vero minimalismo. Questo è il Potere del No.

Da allora la mia vita viene rivoluzionata ogni sei mesi. Anche negli ultimi giorni, alla data in cui scrivo, mi sono successe cose straordinarie. Ad esempio ho intervistato Wayne Dyer per il mio programma. A volte mi chiedo come mi sia potu-ta capitare un’occasione tanto meravigliosa. Oltre al fatto che non concede molte interviste, lui non aveva mai sentito parlare di me in precedenza.

Quando si inizia a dire di no alle cose negati-ve, i sì si accumulano tutti i giorni. Si accumulano automaticamente, come gli interessi di un conto in banca.

Spesso pensiamo che non è possibile dire “no” a un lavoro insoddisfacente, a una famiglia pro-blematica o a una situazione in cui sono coinvolte molte persone. Prova però a seguirmi e continua a leggere. C’è sempre una soluzione, magari non immediata ma comunque realizzabile.

Quando quella donna mi chiese quanto vales-si, avrei semplicemente potuto dire di no e andar-mene, evitando così di sprecare tre mesi della mia vita. Sembra facile a dirsi, ma a quei tempi non sapevo come fare.

Adesso lo so: sono libero. Ho buttato la vec-chia minestra e posso finalmente assaggiare quel-la che ho appena preparato.

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Dire di no a una morte precoce

JAMES: Chi non ha mai provato a seguire un metodo infallibile per conquistare il successo, per trovare lo stimolo giusto e per trovare la giusta motivazione?

“Scrivi un elenco delle attività da svolgere”, “Fai questo e fai quello”, “Prendi queste pillole e chiamaci domattina!”.

L’industria dell’eterna giovinezza è fatta così: per vivere più a lungo, bisogna svolgere un elenco interminabile di attività. Noi non vogliamo asse-gnarti altri compiti, perché a volte è importante non fare nient’altro, anche se si ritiene che queste azioni potranno migliorare la nostra vita. Abbia-mo già tanti impegni: perché aggiungere stress allo stress? Per avere una vita completa, a volte conta fare di meno.

Ma è importante cercare di vivere più a lungo, perché così hai più tempo per mettere in pratica le indicazioni contenute in questo libro!

C’è un segreto molto semplice per allungare la vita, che non ha nulla a che vedere con il fatto di impegnarsi in altre attività. Un segreto di una semplicità quasi imbarazzante: evita tutto ciò che può causare la tua morte.

Punto. Per quanto è in tuo potere, rimanda il momento della tua morte.

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Vediamo di approfondire questo aspetto. Ti accorgerai man mano che questo esempio si può applicare a svariati ambiti della vita.

Sul sito dei Centri per la prevenzione e il con-trollo delle malattie, disponibile all’indirizzo www.CDC.gov, è riportato l’elenco delle prime dieci cau-se di morte negli Stati Uniti per l’anno 2013:

1. Cardiopatia2. Cancro3. Patologie croniche delle basse vie

respiratorie4. Ictus (patologie cerebrovascolari)5. Incidenti (ferite accidentali)6. Morbo di Alzheimer7. Diabete8. Nefrite, nefropatie e nefrosi9. Influenza e polmonite10. Atti di autolesionismo (suicidio)

Sono informazioni importanti. La morte dei tuoi nonni può esser stata causata da una pato-logia cardiaca, quindi ci potrebbe essere una pre-disposizione alle cardiopatie nella tua famiglia. Non sarebbe bello se potessimo evitare i proble-mi cardiaci?

Certo. Significa che dovremmo bere vino, prendere medicine per rendere più o meno fluido il sangue, o sottoporci a un intervento chirurgico?

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Il Potere del NO

No. Significa che si può scegliere di dire “no” a tutto ciò che provoca i problemi cardiaci.

• Tabagismo• Ipertensione (prova a trovare dei modi

per alleviare lo stress e sciogliere le tensioni)

• Stile di vita sedentario (cammina almeno 10 minuti al giorno, fai una pausa ogni 40 minuti mentre lavori)

• Dieta ipocalorica (mangia frutta e verdura, ancora meglio se frullati)

• Obesità• Abuso d’alcol• Dieta ipersodica

E questo è quanto. Se nella tua famiglia ci sono casi pregressi di cardiopatie ed eviti le cause elen-cate sopra, vivrai più a lungo di quanto non avre-sti vissuto altrimenti.

Non metto in dubbio che sia difficile rinuncia-re di punto in bianco a tutte queste cose. Scegline una sola, per adesso. Più avanti ne sceglierai due e un giorno ci ringrazierai.

Questo metodo si può applicare in tutti i cam-pi. Pensa a qualcosa che per te è importante: il conto in banca, il tuo matrimonio, il rapporto che hai con i tuoi figli o con gli amici.

In tanti ci chiedono: “Come si fa a incontrare la donna (o l’uomo) ideale?”.

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Non ne abbiamo idea! I sogni, poi, fanno in fretta a trasformarsi in incubi.

Prepara un elenco di tutte le attività che stai facendo e che t’impediscono di incontrare i tuoi peggiori incubi. Parti da qui.

ESERCIZIO

DIRE DI NO ALLO STRESSA volte abbiamo bisogno di prenderci una pausa, di sta-bilire dei confini netti, di fare meno cose. Quando dimen-tichiamo che anche noi, come la natura (perché anche noi facciamo parte della natura), abbiamo ritmi e cicli, finisce che forziamo la mano, lavoriamo troppo, restiamo senza energie e compiamo scelte inadeguate, perché siamo stanchi.In questo esercizio troverai dei metodi utili per salvaguar-dare la tua serenità interiore, la fonte della saggezza che consente di prendere tutte le decisioni.Pensa a qualcosa che per te è molto importante. Può es-sere qualsiasi cosa: l’arte se sei un artista, il sesso, il rap-porto che hai con la comunità locale, il lavoro e così via. Elenca tutte le cose a cui dire di no per migliorare que-sto aspetto della tua vita. Tenere bassi i livelli di stress, ad esempio, è molto importante.Ecco cinque situazioni a cui dire di no per vivere con se-renità e senza stress:

1. No a tutto quello che interferisce con le tue attività quotidiane, indipendentemente da quanto possa sembrare IMPORTANTE.

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Il Potere del NO

2. No a tutto quello che non ti consente di stare sedu-to in silenzio, per un certo periodo di tempo, tutti i giorni.

3. No ai telegiornali, in TV o su internet (siamo ciò che assimiliamo mentalmente).

4. No alle persone che sai che non ti rispettano o ti mortificano.

5. No ai conflitti con gli altri. Se ti può servire per ri-sparmiare tempo ed energie, di’ loro che hanno ra-gione.

Se pensiamo all’energia in questi termini, riusciamo a sta-bilire in quali casi occorre tracciare un confine o chiedere aiuto.

Dire di no al brusio dei pensieri negativi Il Potere del No proviene dal centro del nostro

essere.

• Occorre capacità di riflessione per imparare a scorgere la trama di credenze che dominano la tua vita.

• Occorre empatia per capire quando rischi di ferire gli altri con il tuo potere.

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• Occorre salute per avere le energie necessarie a costruire la vita che desideri.

Chi non vuole bene o non cerca di voler bene ai propri figli, al proprio coniuge, ai propri amici? Quasi tutte le persone cercano di prendersi cura dei propri cari e di sostenerli.

A volte, però, ci sentiamo in prigione. Le re-sponsabilità si scontrano con i desideri più auten-tici e profondi, desideri che non possono essere trascurati.

Rimaniamo bloccati nel brusio dei pensieri ne-gativi, che commenta in diretta la nostra vita qua-si come il conduttore di un Tg, impegnato tutto il giorno a dare brutte notizie.

Ecco alcuni esempi di pensieri negativi: “Come ha potuto farmi questo?”; “Guarda quello lì, che faccia da idiota!”; “Sono brutto?”; “Come faccio a sopravvivere a questa giornata di lavoro?”; “Riu-scirò a pagare tutte le bollette?”. E via di seguito.

I dubbi ci assalgono in ogni momento della giornata. Forse non capita a tutti, ma di sicuro capita spesso a James e Claudia, gli autori di que-sto libro.

Ad esempio, pensiamo a qualcuno che in pas-sato ci ha fatto un torto e andiamo su tutte le fu-rie. Questa rabbia potrebbe perfino trasformarsi in un’ossessione.

Oppure ci preoccupiamo per qualcosa che deve ancora verificarsi e veniamo presi dalla paura.

Per molti di noi, lottare contro l’ansia e l’insi-curezza è un esercizio quotidiano.

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Il Potere del NO

Spesso ci autopuniamo con una ferocia con cui non puniremmo mai qualcuno che ci sta a cuore. Questa è la forma di crudeltà peggiore. Dobbiamo allenarci quotidianamente a riconoscere i momen-ti in cui si verifica questa situazione e a dire a noi stessi: “Sono qui per te. Ti voglio bene e mi prendo cura di te.”

ESERCIZIO

TRE METODI PER PORRE FINE AL BRUSIO DI PENSIERI NEGATIVI

Il primo metodo consiste nel prendere coscienza del mo-mento in cui si inizia a provare “rabbia”. Con la rabbia non si ottiene mai quello che si desidera.Il secondo metodo consiste nel trattare se stessi come si tratterebbe una persona amata. Se non si riesce, bisogna almeno provare a fare finta. Pensando a qualcuno che si ama, immagina che cosa gli diresti e dillo a te stesso.Coccolati come una madre coccolerebbe il proprio bimbo.Il terzo metodo consiste nel trattare gli altri con amore. Senza il primo e il secondo metodo, che spiegano come fare, il terzo metodo è molto più difficile da mettere in pratica, ma rimane comunque importante. Vuoi con-tinuare a provare rabbia o vuoi esercitare l’empatia? La scelta spetta a te, anche se noi speriamo che tu scelga l’empatia.

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A COSA SERVONO QUESTI ESERCIZI... Il motivo per cui ti proponiamo tutti questi esercizi e me-todi che permettono di puntare a un effettivo cambia-mento di vita, è molto semplice: cambiare è difficile.Da quando siamo nati, ci viene inculcato ciò che è “giu-sto” e ciò che è “sbagliato”. La nostra mente, ora, si sta aprendo a nuove prospettive con cui guardare la realtà.Grazie a questi metodi, un potere smisurato entra nella nostra vita per dare il via a un concreto cambiamento.I metodi, infatti, sono pensati per fare spazio all’abbon-danza, al benessere, all’amore e alla creatività, e tutti si basano sulla fiducia. Abbi fiducia che un motivo c’è, se stai leggendo questo libro.

Cosa fai quando tocchi il fondo?

JAMES: Ho venduto la mia prima azienda a un prezzo altissimo, un successo che si è trasfor-mato nel peggiore dei miei incubi. Nei primi anni 2000 la mia azienda realizzava siti web per società del settore dell’intrattenimento, come Bad Boy Re-cords, Miramax, Time Warner, HBO, Sony, Disney, Loud Records, Interscope, Con Edison e così via.

L’ho venduta quando ho scoperto che alle su-periori si insegnava il linguaggio HTML.

Ho comprato un appartamento che costava milioni di dollari e l’ho ricostruito da capo secon-

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Il Potere del NO

do i principi del Feng Shui. Compravo opere d’ar-te, giocavo spesso a poker. Ho iniziato a investire in varie società, distribuendo un milione di dollari a destra, centinaia di migliaia a sinistra.

Poi ho fondato altre aziende, ho continuato a comprare senza limiti e sono diventato dipenden-te. Sto parlando della peggiore delle dipendenze.

Dal giugno del 2000 al settembre del 2001 ho probabilmente perso un milione di dollari alla settimana.

Non riuscivo a fermarmi. Volevo tornare sulla cresta dell’onda, essere amato, avere cento milioni di dollari in modo che gli altri mi amassero.

Vivevo nel rimpianto: avevo tutte le carte in regola per riuscire e invece avevo rovinato tutto.

Quando provavo rimpianto, “viaggiavo nel tempo”, ossia mi allontanavo dal presente per ri-vivere ancora e ancora il passato.

Mi sembrava di morire. Lo zero equivaleva alla morte. Non riuscivo a credere di essere stato così stupido. Persi tutti gli amici, nessuno mi ri-telefonava. Allo sportello del bancomat scoprii di avere solo 143 dollari sul conto.

Non avevo un lavoro, non avevo più niente.Un fine settimana, quando il mio conto era sce-

so a 0 dollari, chiamai i miei genitori per chiede-re un prestito, ma si rifiutarono. Fu l’ultima volta che parlai con mio padre, che scomparve sei mesi dopo per un ictus.

Per ritrovare la tranquillità provai con la me-ditazione, ma non funzionò. Avevo la mente pa-ralizzata dall’ansia. Non dormivo. Persi 13 chili: sono alto un metro e ottanta e da 72 chili scesi

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a 59. Non riuscivo a parlare con nessuno, non riuscivo ad agire, non avevo più idee. Piangevo tutti i giorni.

Non c’era un istante in cui non mi sentissi uno schifo. Avevo deluso i miei figli: quando fossi morto, si sarebbero dimenticati di me.

Insieme alla mia ex moglie e ai miei figli, ci tra-sferimmo ottanta miglia a nord di New York con quel poco che ricavammo dalla vendita del nostro appartamento, che eravamo stati costretti a cedere per un prezzo irrisorio. Non uscii di casa per tre mesi: ero depresso. Riacquistai i chili che avevo perso e ne presi altri 13. Ero al bivio: o morire, o dar da mangiare alla mia famiglia. Fui costretto a scegliere me stesso.

Per prima cosa, però, dovevo recuperare l’e-quilibrio.

Non l’ho capito da un momento all’altro. Non è successo che da un momento all’altro ho capi-to di non avere più nulla da perdere e quindi mi sono sentito infinitamente felice. Non si passa dal-le stalle alle stelle in un secondo. Forse qualcuno ci riesce, ma per me non è stato così.

Dovevo partire dalle cose più semplici. Dove-vo allenare i muscoli che servono per vivere una vita sana, dal punto di vista fisico, emotivo, men-tale e spirituale. Dovevo farlo per il mio bene. Im-pegnarmi ad avere una vita sana era anche la cosa migliore che potessi fare per le persone che avevo accanto, le persone che amavo.

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Sopravvivere alla giungla quotidiana

Sopravvivere alla giungla quotidiana

Le sette capacità per padroneggiare il business e la vita

Per sopravvivere all’economia in continuo cambiamento serve molto più di un buon intuito . Questo libro, unico nel suo gene-re, ti offre gli strumenti per realizzare i tuoi sogni e superare gli ostacoli, anche quelli che appaiono insormontabili .E allora nessun deserto potrà più frapporsi tra te e i tuoi pro-getti di successo! Quando dormiamo la nostra mente cosciente viene messa a tacere, in modo da renderci più ricettivi verso queste informazioni: perciò, quando sogniamo, diventiamo ca-nali per quella guarigione, quella comprensione e quella cresci-ta di cui abbiamo bisogno .

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Stefan Swanepoel

Stefan SwanepoelStefan Swanepoel è nato nel Serengeti (Kenya, Africa) e ha trascorso i primi trentacinque anni della sua vita tra Kenya, Hong Kong e Sudafrica . In quanto figlio di diplomatico è por-tato a viaggiare e dispone di esperienze di prima mano raccolte in oltre trenta paesi .Le sue qualifiche accademiche spaziano da una laurea in scien-ze, un master in economia aziendale, a diplomi in arbitra-ti, fusioni e acquisizioni, mercato immobiliare, informatica e marketing . È stato direttore generale di sette società e di due associazioni senza fini di lucro . Oggi è un importante spea-ker motivazionale in grado di catturare sempre l’attenzione del pubblico; finora ha tenuto oltre settecento conferenze in tutto il mondo davanti a quattrocentomila persone .

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Sopravvivere alla giungla quotidiana

Capitolo 5

L’EFFICIENZA DEL GHEPARDO

I profili smussati e sparpagliati dei kopjes, formazioni granitiche di origine vulcanica, sono frutto dell’erosione del sole e dell’ac-qua; la discesa sullo sterrato si rivelò un

percorso decisamente più accidentato rispetto alla strada che costeggiava il fiume.

“Guardate laggiù!” urlò Zachariah.

Sean prese di nuovo il potente binocolo per dare un’occhiata nella direzione indicata da Zachariah, ma non vide altro che termitai a per-dita d’occhio. “Dove?” chiese.

“Il termitaio che si trova esattamente nel bel mezzo della pianura, a circa 150 metri da qui.”

“Che animale stiamo cercando?”.

In quel preciso istante una macchia dorata sfrecciò dietro i fili d’erba per poi balzare in cima al termitaio: era una splendida femmina di ghepardo, che restò seduta lassù a scrutare attentamente i dintorni; nessuno disse una sola parola per quella che parve un’eternità. Il ghe-pardo, che poteva essere lungo dai 180 ai 210

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cm, aveva un muso tondo, una bella coda lunga e orecchie pronunciate; il petto ampio si assot-tigliava sempre più verso il bacino. Ma soprat-tutto spiccavano l’aspetto slanciato e il bellissi-mo manto maculato, perfetto per mimetizzarsi tra l’erba secca della savana.

“È un maschio o una femmina?” chiese Ashley mentre il muso incorniciato dal binocolo sem-brava fissarla dritta negli occhi.

“È una femmina, e una mamma. È a caccia e sta te-nendo d’occhio quel gruppo di gazzelle che stan-no brucando a circa 100 metri più sulla destra.”

“È davvero magnifica, da togliere il fiato. Sean, guarda che aspetto longilineo. Guardate! Ci sono anche due cuccioli che stanno salendo sul termitaio. Oh cielo, sono davvero adorabili.”

Zachariah posò il binocolo e indicò un gruppo di alberi verso l’orizzonte. “Guardate laggiù, all’ombra di quell’acacia: li vedete i leoni? La loro giornata lavorativa è finita e da qui al tra-monto non faranno più niente. Sembrano sazi, come il branco che abbiamo visto prima, e ora trascorreranno il resto della giornata al riparo dalla canicola: sotto l’albero, infatti, la tempera-tura è anche di venti gradi più bassa rispetto a dove è appostato il ghepardo.”

“Questa vasta distesa erbosa è un territorio per-fetto e quel termitaio è un ottimo punto stra-tegico: ecco perché i ghepardi prediligono le pianure aperte; inoltre, mentre i leoni e le iene dormono, hanno la savana tutta per loro.”

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“Se abbiamo pazienza credo che molto proba-bilmente la vedremo entrare in azione” disse Zachariah.

Che strana commistione di opposti, pensò Sean: un attimo prima avevano osservato la furia del fiume, poi avevano attraversato un’oasi di pace e infine avevano assistito a una corsa per la so-pravvivenza. Anche la sua vita a Los Angeles non era altro che una casuale serie di eventi e una continua lotta per la sopravvivenza?

Le gazzelle, con le code sventolanti, continua-vano a brucare e non sembravano minimamen-te intimorite dallo sguardo del ghepardo fisso sul branco.

“Poiché ci vuole parecchio tempo prima che raggiungano la maturità, i cuccioli dipendono dalla madre più o meno fino ai diciotto mesi, per quanto riguarda cibo e protezione. È esat-tamente a questo che il ghepardo sta pensando mentre studia attentamente le gazzelle; ora che ha capito che noi non rappresentiamo una minac-cia vedrete che farà la sua mossa.”

All’improvviso i cuccioli smisero di giocare e si sdraiarono nell’erba, apparentemente in risposta a un tacito ordine della madre, la quale si acquat-tò nell’erba alta e scomparve. Il suo movimento passò inosservato mentre l’aria faceva vibrare i fili d’erba; Zachariah indicò un enorme affiora-mento roccioso a circa trenta metri dalle gazzelle.

“Si sta avvicinando alle gazzelle ed è lì che è diretta: la roccia si trova sottovento e ciò le per-

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metterà di farsi sempre più vicina al branco. Lei, più che all’olfatto, si affida alla vista per in-dividuare la preda. È una cacciatrice solitaria e il fattore sorpresa è molto importante.”

Osservarono il ghepardo emergere seminasco-sto dall’erba alta e strisciare dietro una seconda roccia, mantenendosi sempre fuori dalla visua-le. Il felino valutò il terreno e la distanza che lo separava dalla preda. Il mondo parve fermarsi e si poteva quasi sentire la tensione muscola-re dell’animale pronto all’attacco. Le gazzelle continuavano a essere ignare dell’imminente pericolo e sembrava che il ghepardo ne avesse individuata una che si era allontanata dal grup-po. Il predatore accelerò rapidamente, raggiun-gendo la velocità massima nel giro di pochi se-condi e coprendo una distanza di trenta metri in un batter d’occhio. Meno di un minuto più tardi teneva la gazzella per il collo: continuò a stringerle la gola per cinque minuti, finché non l’ebbe uccisa.

Mentre una folata di aria calda soffiava sulla pianura la sabbia sollevata dall’inseguimento, la femmina di ghepardo trascinava lentamente la preda verso i cuccioli, continuando a scrutare in ogni direzione alla ricerca di chiunque fosse intenzionato a rubarle il cibo. Sean e Ashley, se-duti, osservavano rapiti la famigliola che con-sumava il pasto.

Fu Zachariah a rompere il silenzio: “Sono dav-vero pochi gli animali che sopravvivono agli attacchi del ghepardo. Qui nel Serengeti non

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ci sono limiti di velocità da rispettare e, con i suoi 110 km all’ora, il ghepardo è il predatore più veloce in assoluto sulla terraferma. Il muso minuto, il corpo snello e le zampe potenti e slanciate gli permettono di raggiungere tale ve-locità. Il ghepardo, inoltre, riesce a girarsi im-mediatamente senza vacillare grazie alla lunga coda che lo aiuta a non perdere l’equilibrio.”

Sean si protese in avanti, appoggiò il binocolo e con tono incuriosito chiese: “Per quanto tempo riesce a mantenere questa velocità?”.

“Non per molto. Per correre alla velocità di pun-ta consuma un sacco di energia e di conseguenza la temperatura corporea e il battito cardiaco au-mentano rapidamente. È per questo che adesso respira affannosamente e se ne sta sdraiata ac-canto ai piccoli senza mangiare: aver consuma-to tutte quelle energie in un lasso di tempo così breve la costringe a riposarsi per almeno venti minuti per riprendere fiato e ripristinare valori corporei nella norma. In questo momento è in-difesa agli occhi degli altri predatori, motivo per cui continua a guardarsi in giro. Per il ghepardo uccidere la preda rappresenta soltanto una parte del lavoro: adesso deve difendere il bottino da al-tri animali che non avrebbero la benché minima esitazione a depredarla mentre sta recuperando le forze. Il ghepardo va a caccia nelle ore più cal-de del giorno perché ci sono poche possibilità di incrociare altri predatori; si potrebbe dire che oc-cupa un posto che altrimenti rimarrebbe vuoto. Come si suol dire: ‘La natura rifugge il vuoto’.”

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Sean appoggiò la schiena e allungò le gambe, mentre col pensiero ripercorreva l’intera scena: l’immagine di un ghepardo che, più veloce del-la luce, inseguiva la sua preda a 110 km all’o-ra lo emozionava ancora. Notò che Ashley, dal canto suo, non riusciva a distogliere lo sguardo dai cuccioli, che stavano mangiando mentre la madre teneva la situazione sotto controllo.

“Gli americani hanno un debole per la velocità, visto che è comunemente sinonimo di vittoria. Non lo nego: essere veloci ha molti vantaggi, ma ne ha ancora di più quando si unisce all’effi-cienza. Provate a immaginare di ottenere il risul-tato sperato o di finire un lavoro nel più breve tempo possibile sprecando pochissime risorse. La nostra femmina di ghepardo non può tenere quella velocità per sempre, quindi le sue risorse sono tutt’altro che infinite” disse Zachariah.

“L’efficienza è l’ottimizzazione delle risorse per raggiungere il miglior risultato possibile.”

“Gli esseri umani non sono poi così diversi dagli animali. Per noi l’efficienza dipende dal modo in cui riconosciamo e reagiamo di fronte a fattori sia interni sia esterni: le interruzioni, le distrazioni, gli errori, la fatica fisica e mentale e la mancanza di esperienza o competenze pos-sono farci perdere di vista il vero obiettivo.”

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“È una bella lista, Zachariah! Stai dicendo che l’efficienza ha la meglio sulla velocità?” chiese Sean a Zachariah come per metterlo alla prova.

“Posto che è fuori discussione che si debba di-mostrare polso con la gestione del tempo, non si può essere duri a discapito della produttività e dell’efficacia. Per quanto sia il predatore più fulmineo del Serengeti, il ghepardo sa benissi-mo che la sua velocità non vale niente se si lascia scappare la preda; non può permettersi di lan-ciarsi all’inseguimento se rischia di esaurire tut-te le risorse prima di aver concluso il compito.”

“Per noi invece spesso e volentieri vale l’esatto contrario: di tanto in tanto le nostre presunzioni irrealistiche possono impedirci di prendere la de-cisione giusta. Corriamo per rispettare le scaden-ze, ci distraiamo, perdiamo la concentrazione, da incoscienti diamo fondo alle nostre risorse e poi portiamo a termine il compito prima della scaden-za prevista, ma con un mare di errori grossolani.”

Sean non poté fare a meno di dirsi d’accordo. “Negli ultimi due anni è capitato parecchie vol-te, sia a livello governativo sia all’interno del-la mia società, e ultimamente è diventato una specie di epidemia: i margini di miglioramento sono enormi, direi.”

Zachariah si diresse verso il retro della jeep, aprì il frigorifero portatile e bevve mezza bottiglietta d’acqua prima di proseguire. “L’efficienza è la capacità di portare a termine un compito senza errori lavorando il meno possibile e consuman-

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do meno risorse possibili. Per questo motivo un team, come può essere il tuo, non può essere del tutto efficace se lavora sempre a ritmi serrati.”

“Verissimo, ma con tutte le scadenze che dob-biamo gestire è più facile a dirsi che a farsi.”

“Sono pienamente d’accordo. Velocità ed effi-cienza sono due competenze ben distinte, che però formano una miscela esplosiva se vengo-no amalgamate nel modo giusto; il problema è trovare la giusta combinazione.”

“Un po’ come il nostro ghepardo” continuò Za-chariah. “Se ogni minuto avesse inseguito una gazzella diversa, molto probabilmente sarebbe rimasto a bocca asciutta.”

“Giusto” rispose Ashley. “Anche il circolo sco-lastico per cui lavoravo era organizzato male: perseguiva più obiettivi alla volta, motivo per cui in genere non concludevamo mai i progetti in tempo o entro il budget previsto.”

“Come prima cosa bisogna individuare le prassi che non funzionano all’interno di una società e sostituirle con abitudini più efficaci” spiegò Za-chariah. “Dopodiché le nuove metodologie pos-sono essere integrate nella quotidianità lavorativa per cambiare i processi mentali e le consuetudini professionali della propria squadra di lavoro.”

“Tu te la cavi già abbastanza bene con la gestio-ne del tempo, Sean!” osservò Ashley.

Sean ripensò alle sue abitudini quotidiane: Ashley non si sbagliava. Era un fermo sosteni

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tore del lavoro intelligente più che del lavoro duro: gli piaceva servirsi di checklist, l’ultimo ritrovato della tecnologia in materia di gestio-ne del flusso di lavoro, e in genere sfruttava al massimo tutte le risorse disponibili. Cionono-stante aveva lasciato che la sua società cades-se vittima delle scadenze quotidiane. C’era un fondo di verità nelle parole di Zachariah: avere un piano, tenere duro, cogliere ogni opportuni-tà ed essere efficienti erano tutte abilità neces-sarie per sopravvivere anche nella vita reale. Pur essendone consapevole, sapeva benissimo che le cose andavano diversamente già da un pezzo e la lezione che aveva imparato quel giorno era che doveva tornare a concentrarsi sui princìpi fondamentali.

“Ora, prima che inizi a preoccuparti di come fare per incrementare l’efficienza della tua so-cietà, apri la mente alla capacità di sopravvi-venza più singolare che il Serengeti possa mai insegnarci” disse Zachariah.

“Sarebbe a dire?” domandò Sean.

“Dunque, si tratta di un’abilità che, pur essen-do utile a tutti, è indispensabile se si riveste il ruolo di leader, anche se spesso ci sfugge.”

“E qual è?” chiese Ashley.

“Calma, calma. Non dimenticate che è fonda-mentale osservare ogni specie nel suo habitat naturale. Torniamo alla jeep e raggiungiamo quella fila di alberi, dopodiché finalmente ve lo dirò.”

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CAPACITÀ N. 4: EFFICIENZA

RiassumendoCome per il ghepardo, anche per noi effi-cienza significa portare a termine un lavo-ro nel più breve tempo possibile e spre-cando pochissime risorse ed energie.

Sei una perSona efficiente Se ti riconoSci nelle Seguenti abitudini e caratteriStiche:• Cerchi sempre il modo più efficiente di

raggiungere l’obiettivo senza sprecare energie preziose, ti adatti e rispondi ai continui cambiamenti; allo stesso tempo prendi atto dei fattori che si ri-percuotono, in positivo e in negativo, sull’efficienza.

• Fai il possibile per evitare un consumo eccessivo delle risorse a tua disposi-zione, riconoscendo i limiti personali che portano a un tale spreco.

• Pianifichi la tua giornata, assegni e ri-spetti le priorità aggiustando regolar-mente la lista delle cose da fare e adot-tando una prassi rigorosa per quanto riguarda la gestione del tempo. “Spez-zetti” i progetti più complessi in parti più piccole e più semplici da gestire.

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• Sei un ottimo time manager in grado di valutare e affrontare gli ostacoli che si frappongono tra te e l’obiettivo da raggiungere, come possono essere per esempio le interruzioni auto-generate.

• Osservi una perfetta routine “di av-vio/chiusura” a inizio e fine giornata per non perdere di vista l’obiettivo e sfruttare in modo più efficace i picchi personali di performance.

• Sei consapevole del fatto che il tempo è la tua risorsa più preziosa, ma anche quella più limitata: non puoi continua-re a prendere tempo, ma se lo sfrutti in modo efficiente darai una determinan-te impronta alla tua vita.

Massimizzare questa capacitàCerca di riconoscere i tuoi limiti e di man-tenerti fisicamente in salute. È importante anche adottare sempre un atteggiamento mentale positivo: in fin dei conti la chiave per l’efficienza sta nel concludere un com-pito o una missione in tempo e con ottimi risultati senza logorarti la vita.

Per essere efficiente devi sempre tenere alta la guardia e cercare “le inefficienze” insite nella pianificazione o tipiche del tuo modo di fare:

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• Tieni sotto controllo i motivi di diver-genza di natura personale, come inter-ruzioni e distrazioni (e-mail, sms, tele-fonate, internet e così via).

• Non perdere mai di vista l’intero proces-so e fa’ la cosa giusta al momento giusto.

Soprattutto, devi adottare un approccio proattivo prendendo i Seguenti provvedimenti:• Fa’ una cosa alla volta e impara a dire

di no.

• Delega qualche compito agli altri ogni volta che lo ritieni opportuno.

• Vaglia ogni possibile miglioramento da apportare ai sistemi e alle proce-dure di lavoro (chi fa cosa e come) e incrementa la produttività cercando di fare la cosa giusta già la prima volta piuttosto che continuare a rifarla male e velocemente.

• Assicurati che le risorse, intese sia come forza lavoro sia come beni mate-riali, siano utilizzate efficacemente.

Lo scopo consiste nell’ottenere lo stesso risultato con meno fattori di produzione, oppure un risultato migliore utilizzando le medesime risorse.

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Chi Cerca Trova

Chi Cerca TrovaCosa succede quando la saggezza e l’esperienza di un grande maestro in questo piano d’esistenza s’incontrano con la saggez-za e l’intelligenza onnicomprensiva universale?

Nasce un dialogo illuminante per chi partecipa e ascolta .

Così tu hai l’occasione unica di leggere e condividere il conte-nuto del confronto e dell’unione di due menti brillanti: Wayne W . Dyer e Abraham, la Coscienza Collettiva canalizzata da Esther Hicks .

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Esther Hicks

Esther Hicks Esther Hicks è riconosciuta a livello mondiale come principale divulgatrice della Legge dell’Attrazione . Tiene seminari in tut-to il mondo condividendo la saggezza della coscienza collettiva Abraham .

www .abraham-hicks .comwww .estherhicks .it

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Avere a cuore il proprio stato

Devi stare costantemente attento ai tuoi pensieri? Voglio dire, arrivano e…

No, però devi stare attento a come ti sen-ti. Perché se lo fai, quando intraprenderai la strada che ti allontana dalla Sorgente, sen-tirai il vuoto. La metafora del vuoto è una buona descrizione, perché è proprio ciò che è. Ti sei allontanato da ciò che la Sorgente pensa.

È incredibile perché anni fa, quando ho comprato per la prima volta un telefono cellulare, ho dovuto comporre un messag-gio di risposta per la segreteria (ero molto

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preso dal vostro lavoro a quel tempo). Il messaggio diceva: “Avete contattato Way-ne Dyer. Voglio stare bene. Perciò se il vostro messaggio ha l’intento di persegui-re uno scopo diverso, sappiate che avete composto il numero sbagliato. Forse vole-vate chiamare il dottor Phil o qualcun altro disposto ad ascoltare brutte notizie.” Ed è lo stesso messaggio che ho sulla segreteria telefonica ancora oggi, perché voglio stare bene.

Questo è il messaggio che ha anche la Sorgente.

Bene. Perciò, quando abbiamo pensie-ri che non ci fanno stare bene – abbiamo una relazione con qualcuno che non ci fa stare bene, svolgiamo un lavoro che non ci fa stare bene – l’Energia Sorgente ci of-fre esperienze che combaciano con ciò che pensiamo e che ci fa stare male, che ci fa stare in modo orribile?

Non è la Sorgente a darti questo. Non vengono impartite lezioni.

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Be’, intendo dire che certe persone com-paiono nella tua vita e accadono altre simi-li coincidenze.

Le cose sono sempre al lavoro per te, sempre.

Quindi è come se la tua scala di misu-razione avesse il compito di rilevare le tue sensazioni. Come mi fa sentire questa cosa a livello fisico? Se non mi fa stare bene, devo tornare subito al pensiero che per-mette alla Sorgente di attivarsi?

Ci piace spiegarlo così: quando offri un pensiero su qualcosa, la Sorgente, che cam-mina sempre al tuo fianco, pensa con te, vive con te, fa un pensiero sulla stessa cosa.

È molto importante ascoltare questo.Quando ti senti bene, il tuo pensiero è

sincronizzato con il modo in cui la Sorgente pensa; quando ti senti male, sei fuori strada rispetto a ciò che la Sorgente sa. Tanto per cominciare, devi anche capire che sei stato tu ad aver lanciato il desiderio: sei tu quel-lo che ha detto alla Sorgente chi-sei e cosa vuoi. In altre parole, sei tu il creatore della

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tua stessa realtà. La Sorgente mantiene la frequenza vibrazionale di quello che chiedi.

Non è possibile per te desiderare qual-cosa che sia dannoso per gli altri e sentirti bene allo stesso tempo, perché, se esprimes-si un’intenzione di questo tipo, ti allontane-resti dalla vibrazione della Sorgente e senti-resti il vuoto.

Perciò dipende tutto dall’aver cura di come ti senti, dal pensare più intenzional-mente e dal fare attenzione alle ragioni per cui ti senti in un certo modo.

E se non ti senti bene?Non preoccuparti, diventerà più grande.

Cosa diventerà più grande?Il pensiero diventerà più grande, e anche

la consapevolezza di esserti allontanato da chi-sei-veramente. La tua sensazione di disa-gio si rafforzerà.

E alla fine fuggirai via? Uscirai da quel-la situazione? Sto pensando ancora al film su Steve Jobs che ho visto questo pome-riggio. Jobs non si sentiva bene per come stavano andando le cose nella sua azienda.

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Lui aveva una conoscenza assoluta di come fare le cose, che è la stessa che ho avuto io per tutta la vita: io, che sono più gentile di lui, ascolto pazientemente le persone che mi dicono come dovrei fare, ma dentro di me c’è questa conoscenza assoluta da cui non posso divergere.

I veri maestri hanno trovato il modo per accedere all’Energia che crea i mondi. San-no come il suo potere ti fa sentire e ne sono dipendenti. Quando ti abitui alle cose che si muovono in grande – perché hai avuto accesso a questa Energia, perché hai capito come smettere di tirarti la zappa sui piedi e hai fatto pratica, permettendo allo slancio di accumularsi – poi, quando ti allontani, te la vedi brutta e lo sai.

Steve Jobs, come succede a molti di voi, raggiunse quel luogo dove semplicemente sei stanco di cercare di convincere le perso-ne che sono su dischi vibrazionali diversi dal tuo. In altre parole, raggiunse il luogo dove capì, nel dettaglio, che se avesse cerca-to di convincere gli altri di come era giusto fare le cose per lui, avrebbe perso il suo stes-so allineamento. E non era disposto a farlo. Perciò se ne andò, creò un’azienda da zero e

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trovò l’allineamento vibrazionale. Alla fine i conti sono tornati.

Ci piace spiegare questa cosa dicendo che la maggior parte degli esseri fisici vive in un mondo dove si cerca di compiacersi a vicenda. Le persone, ormai, hanno ceduto da lungo tempo il proprio Sistema di Guida. Perché quando tua madre o qualcun altro concentra la propria attenzione su di te, approvando quello che fai, tu ti senti bene: per questo cerchi continuamente di fare cose che suscitino l’approvazione degli altri e che ti facciano stare bene, senza renderti conto che, a ogni passo lungo questa strada, cedi la potenziale consapevolezza della tua Guida personale che viene da dentro. Quin-di molte persone giungono a credere all’a-zione, alle parole e al consenso del gruppo. Ovviamente queste cose possono creare, ma fino a un certo punto: in confronto a coloro che attingono al Flusso di Energia, si trat-ta di un processo creativo assai mediocre! E invece ci sono tante persone che imparano, semplicemente, a stare bene, perché è quello che ci si aspetta da loro. Con ciò non voglia-mo dire che non puoi stare bene in tutte le situazioni, ma che è normale sentirsi male

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quando si è focalizzati su qualcosa che è l’opposto di chi-siamo-veramente e di ciò che vogliamo. Non è possibile convincersi di stare bene quando non è così.

Ed è proprio ciò di cui sei stato testimo-ne guardando quel film documentario. Jobs non era disposto a fingere di non avere quel potere a cui si era abituato, quando ciò che pensava non corrispondeva alla realtà. Così fece un passo indietro e disse: “Bene, fate come volete. State seguendo un ritmo di-verso dal mio.” Alla fine tornarono da lui supplicandolo di aiutarli, perché non ave-vano l’energia, la lucidità e il potere che la sua focalizzazione aveva infuso a tutta l’e-sperienza.

Dopo aver dichiarato che non avrei scrit-to un altro libro e che avrei chiuso con la scrittura, che ero stanco e che non ero tenu-to a continuare, scrissi per cinque mesi di fila ogni singolo giorno. E adesso sono già all’opera su un altro testo, mentre il prece-dente non è stato ancora pubblicato.

Non c’è fine ai tuoi libri. Arrenditi. Non devi fare altro che arrenderti.

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In uno dei capitoli di Il mio sacro destino spiego come, da ragazzo, mentre tutti guar-davano Milton Berle e i suoi programmi di intrattenimento, io guardavo una rubrica tenuta da un vescovo cattolico, il vescovo Sheen: si intitolava “Life is Worth Living” [Vale la pena di vivere]. Avevo dodici anni, forse tredici, e prendevo appunti durante il programma perché lo adoravo. Per qualche anno ho avuto un patrigno cattolico, che metteva su questa rubrica, perciò non esi-steva nessun Milton Berle dove vivevo. E io non vedevo l’ora del martedì sera. Sono affascinato dal fatto che a un’età così gio-vane prendessi appunti guardando un pro-gramma intitolato “Life is Worth Living”.

Perché?

Be’, ho scritto quaranta libri che potreb-bero avere questa frase per sottotitolo.

Ma avevi tredici anni e lo facevi perché…

Perché, facendo un passo indietro, mi sembra che a quell’età non lo sapessi…

Quello che vogliamo dire è che, a quel tempo, lo facevi perché ti faceva stare bene.

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Ero lì per quello.Era la chiarezza. C’era un uomo sintoniz-

zato, connesso, acceso, che offriva una vi-brazione. Tu lo hai ascoltato sufficientemen-te a lungo da avvertire una certa risonanza. Hai sentito il suo richiamo. Ha avuto una parte molto importante nell’evoluzione di ciò che sei: ti stava facendo sintonizzare con la frequenza della tua Sorgente.

Era una guida celeste?Lo è sempre. Lo è sempre. Nessuno di voi

è qui da solo. Tutti voi siete potenti creatori. Tutti voi siete importanti e valete. Tutti voi siete venuti al mondo con una grande ragio-ne per esistere e un grande scopo, e se non vi sentite a meraviglia significa che avete deviato dal cammino di chi-siete-veramente. È ora di svegliarvi al mattino e di salire sul disco ad alta quota, di abituarvi a esso per essere chi-siete.

Perciò per tutti, per voi che ci state guar-dando, per voi che siete qui, è come quan-do qualcosa dentro ci chiama… io la consi-dero come una chiamata.

Ma per poter riuscire a sentire la chia-

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mata, dovete prima abituarvi alla frequen-za. Allora la chiamata di cui parli sembrerà come un’ispirazione. In altre parole, ciò avviene quando inizi a rendertene conto, quando capisci. Nel momento in cui senti la chiamata, sei già sintonizzato con quel-la frequenza da tempo sufficiente per poter iniziare a tradurla in qualcosa di importan-te per te. È come un corso da autodidatta.

Proprio così. Ed è interessante, perché adesso sto lavorando a questa cosa: ho pre-so la Bhagavad Gita, un famoso poema scritto circa 2.300 anni fa, e ho raccolto le mie interpretazioni su di essa in un libro, cominciando il giorno in cui ho compiuto sessantacinque anni. Ora, io vivo sull’isola di Maui, nelle Hawaii. Avevo quattro cose da fare. Dovevo fermarmi in cartoleria per comprare qualche biglietto d’auguri per-ché stavo per vedere i miei figli. Dovevo fermarmi al bancomat a prelevare.

Perché stavi per vedere i tuoi figli.

Perché stavo per vedere i miei figli. Devi prelevare un sacco di soldi in questi casi. Dovevo fermarmi in erboristeria a prende-

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re degli integratori, perché stavo per fare un viaggio – questa è una parte di quel viaggio. Poi volevo fermarmi anche in un altro negozio che vende una cosa chiama-ta poke, un fantastico cibo hawaiano che adoro. E poi sarei andato a casa. Questo era il mio piano. Invece è stata la mia auto a guidarmi. Non ero io a guidare. Non so nemmeno bene come dirlo. Stavo solo…

Eri ispirato a comportarti in un modo che non dipendeva dalla mente cosciente, per-ché eri in armonia vibrazionale con la Pro-spettiva più Ampia, che sa chi-sei-veramente e dove sei diretto.

Esatto. La mia auto mi portò da Barnes & Noble [Ndt: Catena di librerie americane], ed ero quasi uscito dalla macchina quando all’improvviso ho pensato: “Cosa ci faccio da Barnes & Noble? Devo tornare indietro. Ho un aereo da prendere.” Ma invece di an-dare verso l’aeroporto, mi sono ritrovato con questo classico tra le mani: si intitola Bhaga-vad Gita ed è stato scritto circa 2.300 anni fa.

Ora proiettati in avanti nel tempo di un po’ e immagina di avere la chiarezza che hai adesso: immagina di camminare per la

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libreria e di sapere che c’è qualcosa di vera-mente importante lì per te, di sentirlo con chiarezza. In altre parole, ti sei imbattuto in esso e lo hai riconosciuto quando lo hai visto, ma non ti piacerebbe avere la stessa chiarezza a ogni passo del tuo cammino?

Mi piacerebbe. In effetti ho quella chia-rezza, ma non a ogni passo. Comunque è sempre molta più di quanta ne avessi in passato. Così sto passando in rassegna diverse cose sulla Bhagavad Gita, perché chiaramente si tratta di una chiamata. Pen-so proprio che questo antico testo sia stato mal interpretato in molti modi.

Come tutti i testi antichi. Potresti lasciar perdere i testi antichi, visto che adesso hai accesso all’Energia Sorgente. Proprio ora, tutti voi.

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Ritorno all’Amore

Ritorno all’AmoreCome creare Miracoli vivendo con Amore la vita di tutti

i giorni . Riflessioni sui principi di “Un Corso in Miracoli”

Una guida spirituale basata sulle riflessioni dell’autrice su “Un corso in miracoli” e sulle sue intuizioni relative all’applicazione dell’amore nella ricerca della pace interiore .

Tutti noi possiamo trasformarci in creatori di miracoli accet-tando ed esprimendo amore nella vita di tutti i giorni . Malgra-do le sofferenze individuali nelle relazioni, nel lavoro o nella salute, tramite la forza dell’amore possiamo arricchire la nostra esistenza di esperienze appaganti che ci guidino verso la pace, creando un mondo migliore per le generazioni che verranno .

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Marianne Williamson

Marianne Williamson Marianne Williamson, autrice e speaker di fama internaziona-le, ha fondato diverse organizzazioni benefiche al servizio dei malati e delle fasce più deboli della società .

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Ritorno all’Amore

CAPITOLO 3

Tu“Il Pensiero che Dio ha di te è come una stella, immutabile nel cielo sempiterno.”

1. IL TUO IO PERFETTO“Ancora una volta, niente di ciò che pensi, desideri o fai è necessario per stabilire il tuo valore.”

Tu sei un figlio di Dio. Sei stato plasmato in un lampo accecante di creatività, un pensiero primordiale nel quale Dio ha esteso se stesso nell’amore. Tutto quello che hai accumulato da lì in poi è inutile.

Quando Michelangelo si sentì chiedere come facesse a creare una scultura, rispose dicendo che la statua esisteva già nel marmo. Dio stesso aveva creato la Pietà, il David, il Mosè. Il lavoro di Michelangelo, secondo il suo punto di vista, consisteva nell’eliminazione del marmo in eccesso che circondava la creazione divina.

Lo stesso vale per te. L’Io perfetto non è qualcosa che devi creare, perché questo lo ha già fatto Dio. Il tuo lavoro consiste nel permettere allo Spirito Santo di ri-muovere i pensieri carichi di paura che lo circondano, proprio come l’eccesso di marmo circondava la statua perfetta di Michelangelo.

Ricordare di essere parte di Dio, di essere amato e amabile, non è segno di arroganza ma di umiltà. Pensare di essere qualsiasi altra cosa è arrogante, perché implica che sei altro rispetto alla creazione di Dio.

L’amore è immutabile e così sei tu. Niente di ciò che hai fatto o che farai può intaccare la tua perfezione agli occhi di Dio. Ai Suoi occhi tu appari meritevole per quel che sei e non per quel che fai. Ciò che fai o non fai non determina il tuo valore essenziale; forse incide sul tuo svi-

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Marianne Williamson luppo, ma non sul tuo valore. Ecco perché Dio ti approva e accetta completamente, così come sei. Che cosa dovreb-be disprezzare? Non sei stato creato nel peccato; sei stato creato nell’amore.

2. LA MENTE DIVINA“Dio in persona ha illuminato la tua vita e continua a farlo con la Sua Luce perché la Sua Luce è la tua mente.”

Lo psicologo Carl Jung introdusse la nozione di “incon-scio collettivo”, una struttura mentale innata che abbrac-cia le forme del pensiero universale di tutta l’umanità. La sua idea era che in profondità, nella tua mente e nella mia, si trova un livello condiviso. Il Corso fa un passo ulteriore e afferma che scendendo abbastanza in profon-dità scopriamo di avere tutti la stessa mente. Il concetto di una mente divina o di “Cristo” significa che al centro, in profondità, non solo siamo identici, ma siamo in effetti lo stesso essere. Affermare che “Esiste un solo Figlio uni-genito”, non significa che solo alcuni ne sono coinvolti. Significa che lo siamo tutti. Siamo solo un tutt’uno.

Siamo come i raggi di una ruota che si irradiano dallo stesso centro. Se ci definisci in base alla posizione sul cer-chione, sembriamo separati e distinti l’uno dall’altro. Ma se ci identifichi in base al punto di partenza, alla sorgente (il centro della ruota), siamo una sola identità condivisa. Se scavi a fondo nella tua mente e nella mia, l’immagine è la stessa: alla base di tutto, ciò che siamo è amore.

La parola “Cristo” è un termine psicologico. Nessuna religione detiene il monopolio della verità. Cristo si ri-ferisce al filo comune dell’amore divino ed è il fulcro e l’essenza di ogni mente umana.

L’amore in uno di noi è l’amore in ciascuno. ‘Non esi-ste un luogo dove Dio finisce e cominci tu’, né uno dove tu finisci e io comincio. L’amore è energia, un continuum infinito. La tua mente si estende nella mia e in quella di ciascuno. Non resta conchiusa nel tuo corpo. Un corso in miracoli ci paragona a ‘raggi del sole’ che pensano di esse

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Ritorno all’Amorere separati, o a onde che pensano di essere divise dall’o-ceano. Proprio come un raggio di sole non può separarsi dal sole, e un’onda non può separarsi dall’oceano, noi non possiamo separarci l’uno dall’altro. Siamo parti di un va-sto mare d’amore, una mente divina indivisibile. È una verità assoluta, solo che ce ne dimentichiamo. Ci identifi-chiamo con l’idea di un piccolo sé separato invece che con l’idea di una realtà condivisa con gli altri.

Non sei quello che pensi di essere. Non sei contento? Non sei i tuoi voti, né le tue credenziali, o il tuo curricu-lum, o la tua casa. Non siamo affatto queste cose. Siamo esseri sacri, cellule individuali nel corpo di Cristo. Un cor-so in miracoli ci ricorda che il sole continua a splendere e che l’oceano continua a fluire, inconsapevoli del fatto che una frazione della loro identità ha dimenticato ciò che è. Noi siamo esattamente come ci ha creati Dio. Siamo uno, siamo l’amore stesso. “Accettare Cristo” non è altro che un cambiamento nella percezione di sé. Ci svegliamo dal sogno che ci vuole creature finite e isolate e riconoscia-mo di essere spiriti magnifici infinitamente creativi. ‘Ci svegliamo dal sogno di essere deboli e accettiamo che il potere dell’universo risieda dentro di noi.’ Molti anni fa, pensai che dovevo essere assai potente per riuscire a in-casinare tutto quello che toccavo, ovunque andassi e con quella sorprendente costanza. Intuivo che doveva esserci un modo per applicare quella forza mentale, allora insita nelle mie nevrosi, in modo più positivo. Gli orientamen-ti psicologici più comuni di oggi analizzano ciò che ci è oscuro, teorizzando che se ci focalizziamo sulle nostre ne-vrosi – origini e sviluppi – saremo in grado di spingerci oltre. Le religioni orientali ci dicono che se cerchiamo Dio, abbandoneremo tutto quello che non coincide autentica-mente con noi stessi. Cerca la luce, e l’oscurità svanirà. Focalizzarsi su Cristo significa concentrarsi sulla bontà e sul potere insito in noi, al fine di manifestarli ed esprimer-li. Viviamo la vita sulla quale ci focalizziamo. Mantenere un focus costante sull’oscurità ci porta, come individui e collettivamente, sempre più nell’oscurità. Focalizzarci sulla luce ci porta nella luce.

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Marianne Williamson “Accetto il Cristo dentro di me”, significa “accetto la

bellezza dentro di me che è ciò che sono davvero. Io non sono la mia debolezza. Non sono la mia rabbia. Non sono la mia meschinità. Sono molto ma molto di più. E sono disposto a ricordarmi chi sono davvero.”

3. L’EGO“L’ego è letteralmente un pensiero di paura.”

Da bambini ci hanno insegnato a essere “bravi”, il che im-plicava ovviamente che non lo eravamo. Ci hanno insegna-to che eravamo bravi se mettevamo in ordine la nostra stan-za, o se prendevamo buoni voti. A pochissimi è stato inse-gnato che siamo già essenzialmente bravi e buoni. Pochissimi di noi hanno ricevuto un’approvazione incondizionata e la sensazione di essere preziosi in virtù di quel che siamo e non di quello che facciamo. E questo non perché siamo stati cre-sciuti da dei mostri, ma da persone che a loro volta sono state educate allo stesso modo. A volte, infatti, sono state proprio le persone che più ci amavano a considerare come loro responsabilità quella di abituarci a lottare.

Perché? Perché il mondo così com’è è duro e loro vo-levano che noi facessimo bene. Dovevamo diventare folli quanto il mondo per trovare il nostro posto. Dovevamo farcela, prendere buoni voti, entrare ad Harvard. Quel che è strano è che assumendo quel punto di vista non abbia-mo imparato la disciplina, ma abbiamo contribuito a spo-stare da dentro a fuori il nostro senso di potere. Abbiamo perso il senso stesso del nostro potere. Abbiamo appreso la paura di non essere abbastanza bravi.

La paura non favorisce l’apprendimento. Ci deforma. Ci blocca. Ci rende nevrotici. Nell’adolescenza molti di noi so-no stati rovinati. Il nostro amore, i nostri cuori, il nostro vero sé sono stati costantemente sviliti sia dalle persone che non ci amavano che dai nostri affetti. Senza amore abbiamo ini-ziato, lentamente ma inesorabilmente, a cadere a pezzi.

Anni fa dissi a me stessa di non preoccuparmi del male. Ricordo di aver pensato che il Pianeta non era perseguita

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Ritorno all’Amoreto e che le forze del male esistevano solo nella mia mente. Poi ho capito che non era affatto una buona notizia. Dal momento che ogni pensiero crea esperienza, non poteva-no trovarsi in un posto peggiore. Malgrado sia vero che là fuori non ci sia il maligno pronto ad afferrare le nostre anime, c’è però una tendenza nelle nostre menti, che può essere sorprendentemente forte, a percepire senza amore l’esistenza che ci circonda.

Dal momento che ci hanno insegnato fin da piccoli che siamo esseri separati e limitati, abbiamo serie difficoltà quando si parla di amore. L’amore suona per noi come un vuoto che minaccia di sopraffarci e questo perché in un certo senso lo è e lo fa. Sommerge il nostro piccolo sé, il nostro solitario senso di separatezza. Dal momento che crediamo di essere quella separatezza, sentiamo che sen-za moriremmo. In realtà, quello che morirebbe è la mente spaventata, mentre l’amore dentro di noi avrebbe final-mente la possibilità di respirare.

Secondo la terminologia del Corso, la rete di tutte le nostre percezioni piene di paure derivanti dalla falsa con-vinzione della nostra separazione da Dio e dagli altri si chiama ego. La parola ego qui viene usata diversamen-te rispetto all’uso che se ne fa nella moderna psicologia. Viene impiegata allo stesso modo dei greci, per esprimere l’idea di un sé piccolo e separato. È una falsa credenza su noi stessi, una bugia su chi e cosa siamo davvero. Anche se quella bugia è la nostra nevrosi, e viverla è causa di terribile ansia, è sorprendente quanto ci opponiamo al ri-sanamento della frattura.

Il pensiero separato dall’amore è una profonda aberra-zione. È la nostra stessa forza rivolta contro di noi. Nell’i-stante in cui la mente si allontana dall’amore (quando ‘il Figlio di Dio dimentica di ridere’), si manifesta un mondo fatto solo di illusioni. Un corso in miracoli chiama questo momento il nostro “viaggio nella paura” oppure “separa-zione da Dio”.

L’ego ha una pseudo vita tutta sua e, come tutte le forme di vita, lotta duramente per la sopravvivenza. Per quanto la nostra esistenza possa essere insopportabile,

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Marianne Williamson dolorosa o persino disperata a volte, la vita che viviamo è l’unica che conosciamo e ci aggrappiamo a ciò che è vecchio e conosciuto piuttosto che esplorare qualcosa di nuovo. Per una ragione o l’altra, la maggior parte di noi è stufa di sé. È incredibile con quanta tenacia ci aggrap-piamo a ciò da cui desideriamo essere liberati. L’ego è co-me un virus nel computer che attacca il sistema centrale. Sembra mostrarci un oscuro universo parallelo, un regno di paura e dolore che non esiste davvero ma che sembra reale. Lucifero era l’angelo più bello del Paradiso prima della caduta. L’ego è l’amore per noi stessi trasformato in odio per noi stessi.

L’ego è come un campo di forza gravitazionale costru-ito con una miriade di pensieri pieni di paura, che ci al-lontana dall’amore nei nostri cuori. L’ego è la nostra forza mentale rivolta contro di noi. È intelligente come noi e parla in modo suadente come noi, è manipolativo come noi. Ricordi tutto quel parlare del demonio dalla lingua melliflua? L’ego non viene da noi dicendoci: “Ciao, so-no il disprezzo che provi per te.” Non è stupido, perché noi non lo siamo. Invece, dice cose del tipo: “Ciao, sono il tuo sé adulto, maturo e razionale.” Poi continua con-sigliandoci di badare a noi stessi a spese degli altri. Ci insegna l’egoismo, l’avarizia, il giudizio e la meschinità. Ma, ricorda, siamo un tutt’uno qui: quello che diamo agli altri lo diamo a noi stessi. Ciò che neghiamo agli altri lo neghiamo a noi stessi. In ogni istante, quando scegliamo la paura al posto dell’amore, neghiamo a noi stessi l’espe-rienza del Paradiso. Nella misura in cui abbandoniamo l’amore, sentiremo che l’amore ha abbandonato noi.

4. SPIRITO SANTO“Lo Spirito Santo è il richiamo a svegliarsi e a essere felici.”

Il potere della mente è di per sé neutrale. È il potere che Dio ci ha donato. ‘Abbiamo il libero arbitrio di pensare ciò che vogliamo, ma nessun pensiero è neutrale. Non esi-stono pensieri oziosi. Tutti i pensieri creano una forma a

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Ritorno all’Amoreun certo livello.’ Nulla può privarci della nostra creativi-tà. Siamo personalmente responsabili della direzione che le imprimiamo.

Quindi, assumerci la responsabilità delle nostre vite significa assumere la responsabilità dei nostri pensieri. Pregare Dio di “salvare” le nostre vite significa pregarlo di salvarci dai nostri pensieri negativi.

Dal momento che solo Dio esiste, e tutto il resto è il-lusione, allora gli effetti della mancanza di amore si ma-nifestano solo all’interno delle allucinazioni dell’ego. La parola “peccato” significa percezione priva di amore. È un termine legato alla disciplina del tiro con l’arco. Si-gnifica che “hai mancato il bersaglio”. Quindi Dio non è arrabbiato per via dei nostri peccati, perché non sono reali. Egli non vede peccati, ma solo errori di percezione. Egli non vuole punirci ma guarirci, e lo fa tramite la forza della coscienza chiamata Spirito Santo.

Il Corso insegna che lo Spirito Santo nacque nell’istante in cui ebbe origine il primo pensiero di paura. In quanto amore perfetto, Dio corregge tutti gli errori nell’istante in cui si manifestano. Egli non può forzarci a tornare verso l’amore, perché l’amore non esercita costrizioni. Tuttavia crea delle alternative. Lo Spirito Santo è l’alternativa di Dio alla paura.

Lo Spirito Santo è la risposta di Dio all’ego. È “l’eterna connessione comunicativa di Dio con i Suoi Figli separa-ti”, un ponte per ritornare ai pensieri positivi, “il grande Trasformatore della Percezione”. Spesso ci si riferisce allo Spirito Santo come al “Consolatore”. Dio non può farsi strada con la forza dentro ai nostri pensieri, perché ciò si-gnificherebbe violare il libero arbitrio. Ma lo Spirito Santo è una forza della coscienza che “ci libera dall’inferno”, o dalla paura, ogniqualvolta glielo chiediamo in modo consapevole. Agisce con noi a livello Causale, trasportan-do i nostri pensieri dalla paura all’amore. Non possiamo invocarlo invano. Essendo una creatura di Dio, è incor-porato nel computer. Si presenta sotto molte forme: dalla conversazione con un amico, a un impegnativo cammino spirituale; dai versi di una canzone, a un eccellente tera-

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Marianne Williamson peuta. È la spinta inesorabile verso la totalità che esiste in noi, a prescindere da quanto siamo disorientati o folli. Qualcosa dentro di noi anela sempre la strada verso casa, e lo Spirito Santo è quel qualcosa.

Lo Spirito Santo ci guida verso una percezione diffe-rente della realtà, basata sull’amore. La sua correzione della nostra percezione viene definita Espiazione. Ci ri-corda che, in ogni situazione, l’amore che hai donato è reale quanto l’amore che hai ricevuto. Non esiste altro. Qualsiasi altra cosa diversa dall’amore è illusione. Per fuggire dall’illusione e trovare la pace interiore, ricorda che solo l’amore è reale. Il resto è un errore e non esiste. Deve essere dimenticato. Dobbiamo essere consapevol-mente disposti a lasciarlo andare.

L’unica cosa che ci manca è la consapevolezza dell’a-more. Chiedendo aiuto allo Spirito Santo esprimiamo il desiderio di percepire ciò che ci circonda in modo diver-so. Rinunciamo alle nostre personali interpretazioni e opinioni e chiediamo che vengano sostituite con le Sue. Quando soffriamo preghiamo: “Mio Dio, sono disposto a vedere le cose in modo diverso.” Rimettere una situazio-ne a Dio significa consegnare a Lui i pensieri che la riguar-dano. Ciò che offriamo a Dio, Egli ce lo rende rinnovato attraverso la visione dello Spirito Santo. Alcune persone credono che se ci arrendiamo a Dio, rinunciamo alla re-sponsabilità personale. Ma è vero il contrario. Ci assu-miamo la responsabilità ultima di una situazione quando riconosciamo di essere responsabili dei nostri pensieri a riguardo. Siamo sufficientemente responsabili da sapere che, quando lasciamo fare alla nostra mente, reagiamo istintivamente con la paura. Siamo responsabili abbastan-za da chiedere aiuto.

Talvolta la gente pensa che invocare Dio significhi in-vitare nelle nostre esistenze una forza che renda tutto più roseo. In verità, significa invitare tutto quello che ci co-stringerà a crescere (e crescere può essere davvero diffici-le). Lo scopo della vita è progredire verso la perfezione. Quando invochiamo Dio, ciò che poteva farci arrabbiare ci ostacola. Perché? Perché il punto in cui ci apriamo alla

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Ritorno all’Amorerabbia, anziché all’amore, rappresenta il nostro muro. Se sono le situazioni a farci reagire, significa che non abbia-mo ancora la capacità di amare in modo incondizionato. È compito dello Spirito Santo attirare la nostra attenzione e aiutarci ad andare oltre.

Le nostre comfort zone sono aree limitate in cui è facile amare. È compito dello Spirito Santo non rispettarle e sman-tellarle. Non raggiungeremo la cima della montagna fino a che esistono comfort zone. L’amore non è tale fino a che non è incondizionato. Non sperimentiamo chi siamo veramente fino a quando non sperimentiamo l’amore perfetto.

Per garantirci l’avanzamento verso l’illuminazione, lo ‘Spirito Santo ha un percorso altamente specifico per ciascuno’. Ogni incontro, ogni circostanza può essere usata da Lui per i Suoi fini. Ogni occasione è un tramite tra il nostro perfetto sé cosmico e la nostra follia terre-na. Penetra nell’illusione e ci conduce oltre. Usa l’amore per crearne di nuovo e reagisce alla ‘paura come richie-sta d’amore’.

L’Olocausto non è stato volontà di Dio, né l’AIDS. Entram-bi sono i prodotti della paura. Quando invitiamo lo Spirito Santo a discendere in queste situazioni, tuttavia, Egli le sfrut-ta come opportunità per raggiungere quel livello di amore profondo attraverso il quale tali situazioni vengono sradicate dalla Terra. Lo Spirito Santo ci sfida ad amare più in profon-dità di quanto abbiamo mai fatto prima.

Se desideriamo davvero una risposta morale all’Olo-causto, dobbiamo fare tutto quanto in nostro potere per creare un mondo in cui non possa accadere un’altra volta. Come sa bene ogni individuo pensante, Hitler non ha agi-to da solo. Non avrebbe potuto fare ciò che ha fatto senza il sostegno di migliaia di persone che, malgrado non con-dividessero la sua visione malvagia, non possedevano la fibra morale per dire di no. Cosa ci farebbe fare in questo caso lo Spirito Santo? Sebbene non possiamo garantire che non nasca un altro Hitler, possiamo però creare un mondo in cui, anche se dovesse nascere una persona come lui, ci sarebbe così tanto amore che difficilmente qualcuno lo sta-rebbe a sentire o cospirerebbe con lui.

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Marianne Williamson Il cammino spirituale quindi non è altro che il viaggio

della nostra vita. Tutti lo percorriamo; la maggior parte della gente però non lo sa. Lo Spirito Santo è una forza nella mente che ci conosce nel nostro stato naturale di per-fetto amore (che noi invece abbiamo dimenticato); entra nel mondo della paura e dell’illusione con noi e usa le nostre esperienze terrene per ricordarci chi siamo. Lo fa mostrandoci la possibilità di un fine amorevole in tutto quello che pensiamo e facciamo. Rivoluziona il senso del perché siamo al mondo. Ci insegna a vedere l’amore come la nostra unica funzione. Tutto quello che facciamo nelle nostre vite verrà usato, o interpretato, dall’ego o dallo Spi-rito Santo. L’ego sfrutta ogni elemento per gettarci sempre più nell’ansia. Lo Spirito Santo sfrutta ogni elemento per condurci verso la pace interiore.

5. ESSERI ILLUMINATI“L’illuminazione non è altro che un riconoscimento, non un cambiamento.”

Sono sempre state persone completamente guarite dallo Spirito Santo. Hanno accettato l’Espiazione. In tutte le religioni ci sono storie di santi e profeti che hanno fatto miracoli. Questo perché quando la mente ritorna a Dio si trasforma in uno strumento del Suo Potere. Il potere di Dio trascende le leggi di questo mondo. Santi e profeti, accettando l’Espiazione, hanno accolto il Cristo dentro di loro. Sono stati purificati dai pensieri di paura e nelle loro menti è rimasto solo l’amore. Questi esseri purificati sono chiamati Illuminati. Luce significa comprensione. “Com-prensione” illuminata.

Gli Illuminati non hanno nulla in più di noi. Hanno amore perfetto dentro di loro, esattamente come noi. La differenza è che loro non hanno nient’altro. Gli esseri illu-minati, ‘Gesù e gli altri, esistono in uno stato che per noi è solo potenziale’. La mente di Cristo non è altro che la prospettiva dell’amore incondizionato. Tu e io possediamo la mente di Cristo proprio come Gesù. La differenza è che

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Ritorno all’Amorenoi siamo tentati di negarla. Lui invece è al di là di que-sto. Ogni suo pensiero e azione deriva dall’amore. L’amore incondizionato, o il Cristo dentro di lui, è ‘la verità che ci rende liberi’, perché è la prospettiva che ci salva dai nostri stessi pensieri di paura.

Gesù e gli altri maestri illuminati sono i nostri fratelli maggiori lungo il percorso evolutivo. In base alle leggi dell’evoluzione, una specie si sviluppa secondo una certa direzione fino a che quello sviluppo non è più utile per la sua sopravvivenza. A quel punto, occorre una muta-zione. Malgrado la mutazione non coinvolga la maggio-ranza delle specie, rappresenta lo strumento adatto per la sopravvivenza. I discendenti da una mutazione rappre-sentano gli esseri viventi che sopravvivranno.

La nostra specie è in pericolo perché combattiamo troppo. Lottiamo contro noi stessi, l’uno con l’altro, con-tro il Pianeta e contro Dio. I nostri atteggiamenti infestati dalla paura minacciano la sopravvivenza della specie cui apparteniamo. Una persona piena di amore rappresenta una mutazione evolutiva che genera un essere capace di mettere l’amore al primo posto ed è quindi in grado di creare la situazione adatta per i miracoli. Alla fine, si trat-ta dell’unica cosa intelligente da fare. È l’unica direzione da seguire per favorire la nostra sopravvivenza.

Le mutazioni, quelle illuminate, mostrano il nostro po-tenziale evolutivo. Segnano la strada da seguire. C’è dif-ferenza tra un’indicazione stradale e un sostegno. A volte le persone affermano di non avere bisogno di un sostegno come Gesù. Ma Gesù non è un sostegno; è un maestro. Se vuoi fare lo scrittore, leggi i classici. Se vuoi fare otti-ma musica, ascolti quella composta dai grandi musicisti del passato. Se vuoi diventare un pittore, è un’ottima cosa studiare i grandi maestri. Se Picasso entrasse nella stanza mentre stai imparando a disegnare e dicesse: “Salve, ho un paio d’ore libere… vorresti qualche consiglio?”, gli di-resti di no?

Lo stesso vale per i maestri spirituali: Gesù, Budda o qualsiasi altro essere illuminato. Il loro modo di usare la mente e il cuore era geniale proprio come Beethoven con

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Marianne Williamson la musica, o Shakespeare con le parole. Perché non im-parare da loro, seguire il loro esempio, studiare ciò che hanno fatto?

Un corso in miracoli usa la terminologia tradizionale cri-stiana in modo non tradizionale. Parole quali Cristo, Spiri-to Santo, salvezza, Gesù ecc., vengono usate per il loro si-gnificato psicologico più che religioso. In quanto studiosa e insegnante di Un corso in miracoli ho imparato molto sulla resistenza di tanta gente nei confronti dei termini cristia-ni. Da ebrea, pensavo che solo gli ebrei avrebbero avuto problemi con la parola Gesù. Ma mi sbagliavo. Non sono solo gli ebrei a innervosirsi quando sentono il suo nome. Pronuncia la parola Gesù davanti a un gruppo di cristia-ni moderati ed è probabile che ci sarà la stessa resistenza all’argomento che troveresti in chiunque altro.

La ragione mi è chiara. Come dice il Corso “di lui è sta-to fatto un idolo crudele, mentre voleva solo essere fratel-lo del mondo”. Molti termini cristiani sono stati usati per creare e perpetuare il senso di colpa, tanto che numerosi sono coloro che hanno deciso di rifiutarli in toto. In di-versi casi, infatti, il problema è più evidente tra i cristiani che non tra gli ebrei. Ai bambini ebrei di solito non vie-ne insegnato nulla sui termini cristiani. Invece, per molti bambini cristiani queste parole rappresentano il senso di colpa, la punizione e la paura dell’inferno.

Le parole sono solo parole e se ne possono creare di nuove che sostituiscano quelle che ci feriscono. Nel caso di Gesù, però, il problema non è così semplice. Non ha senso fare finta che il suo nome sia un altro. Respingendo Gesù e il suo nome, come alcuni cristiani tradizionalisti, molte persone hanno fatto di tutta l’erba un fascio. In relazione a Un corso in miracoli e ad altre presentazioni esoteriche del-la filosofia di Cristo, in tanti hanno rifiutato su due piedi tutto il materiale basato su quel linguaggio. Sono caduti in una trappola mentale che nell’Anonima Alcolisti viene chiamata “condanna prima delle indagini”.

Anni fa, ero a una cena a New York. L’argomento della conversazione a tavola verteva su un romanzo pubblicato da poco. Qualcuno mi chiese se lo avessi letto. Non l’avevo

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Ritorno all’Amorefatto, ma avevo sfogliato la recensione sul New York Times. Mentii e dissi: “Sì.” Ero sconvolta dal mio comportamento. Non avevo letto il libro ma possedevo sufficienti informa-zioni per fingere di averlo letto. Ero disposta a lasciare che l’opinione di qualcun altro parlasse per me.

Poco tempo dopo, pensai a quell’incidente mentre sta-vo decidendo se leggere o meno un libro che aveva a che fare con Gesù, in effetti proprio Un corso in miracoli. Da bambina non me ne avevano mai parlato. Mi era stato det-to soltanto che “noi non leggiamo certe cose, tesoro”. Ma gli ebrei sono famosi per incoraggiare la crescita culturale dei loro bambini. Mi era stato insegnato (malgrado non lo avessi detto la sera di quella cena) di leggere e pensare con la mia testa, e così feci. Per me, Un corso in miracoli non è un libro su Gesù. ‘Sebbene gli insegnamenti contenuti nel-le sue pagine derivino da lui, è detto molto chiaramente che puoi essere un ottimo studioso del Corso senza essere personalmente legato a lui.’

Il Corso comprende le nostre resistenze ma non le acco-glie. È giunto il momento di una grande rivoluzione nella nostra lettura della filosofia di Cristo, e soprattutto nella nostra comprensione di Gesù. La religione cristiana non ha il monopolio sulla figura di Cristo, o su quella di Gesù. Ogni generazione deve riscoprire la verità.

Chi è Gesù? È un simbolo dello Spirito Santo. Essendo stato guarito dallo Spirito Santo, Egli è diventato tutt’u-no con Lui. Non è l’unico aspetto assunto dallo Spirito Santo. È uno dei suoi volti. Di certo è arrivato in cima alla montagna, ma non è il solo a trovarsi lassù.

Gesù ha vissuto in questo mondo di paura e ha per-cepito solo amore. Ogni sua azione, parola, pensiero era guidata dallo Spirito Santo invece che dall’ego. Era un essere completamente purificato. Pensare a lui significa pensare e invocare il perfetto amore dentro di noi.

Gesù ha raggiunto la completa attualizzazione della mente di Cristo e Dio gli ha conferito il potere di aiutar-ci a raggiungere quel posto dentro di noi. Come dice nel Corso: “Sono a capo del processo di Espiazione.” Condi-videndo la visione delle cose di Dio, è diventato egli stes-

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Marianne Williamson so quella visione. Ci vede come Dio, innocenti e perfetti, amorevoli e amabili, e ci insegna a guardarci nello stesso modo. È così che ci conduce fuori dall’inferno verso il Pa-radiso. Guardare con i suoi occhi significa espiare i no-stri errori di percezione. Questo è il miracolo che compie nelle nostre vite, la luce mistica che ci sprigiona dentro l’anima. Le nostre menti sono state create come altari al figlio di Dio. Egli rappresenta il Figlio di Dio. Adorare Lui è adorare il potenziale di amore perfetto che risiede dentro di noi.

Le fiabe sono allusioni mistiche al potere del sé interio-re, tramandate di generazione in generazione. Sono storie di trasformazione. Fiabe quali Biancaneve e La bella addor-mentata nel bosco sono metafore della relazione tra l’ego e la mente divina. La matrigna cattiva, che è l’ego, può far addormentare la Bella Addormentata o il Cristo dentro di noi, ma non può distruggerli. Ciò che è stato creato da Dio è indistruttibile. La cosa più distruttiva che può fare è gettare su di noi un incantesimo per far addormentare la bellezza. Ed è quello che fa. Ma l’amore dentro di noi non muore; solo che si assopisce per lungo tempo. In ogni fiaba arriva il Principe Azzurro. Il suo bacio ci ricorda chi siamo e perché siamo venuti al mondo. Il Principe Az-zurro è lo Spirito Santo e sopraggiunge in varie forme e travestimenti per risvegliarci con il suo amore. Proprio quando sembra che non ci sia più speranza e che il male abbia trionfato, il nostro Salvatore compare e ci prende tra le braccia. Ha molti volti e uno è quello di Gesù. Non è un idolo, né un sostegno. È il nostro fratello maggiore. È un dono.

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