E enti Anno 8 N 9 CentroNord30 marzo 2015€¦ · Lunedì 30 marzo 2015 C ampa, Cassa Nazionale...

16
Spedizione con tariffa Posta Target Magazine conv. naz./304/2008 del 01-06-2008 EMILIA-ROMAGNA | TOSCANA | UMBRIA | MARCHE E enti Realizzazione editoriale a cura di New Business Media Srl Settimanale Anno 8 N ° 9 Lunedì 30 marzo 2015 CentroNord SANITÀ & SALUTE Q ual è lo stato dell’assisten- za sanitaria nel nostro Pa- ese? Quali gli aspetti positivi e le criticità? Tutte informazioni, insieme a una serie di possibili strategie per risolvere i proble- mi, si trovano nella “Revisio- ne sulla qualità dell’assisten- za sanitaria in Italia” redatta dall’Ocse - divisione Salute in collaborazione con Agenas e la Dg della Programmazione sanitaria del ministero della Salute. Guardando prima di tutto all’organizzazione della nostra sanità, se la devoluzione ha portato alla nascita di pro- getti validi a livello regionale, l’Ocse rileva il mancato rag- giungimento di una strategia coordinata a livello nazionale, con la conseguente disparità nei livelli di qualità raggiunti che dovrebbero invece mirare all’uniformità. Gli indicatori di esito, qualità ed efficienza a standard nazionali. L’Italia è composta quindi da 21 sistemi sanitari regionali, e pazienti che si spostano da Sud a Nord per ricevere assistenza. L’Ocse auspica un maggior impegno di coordinazione a livello na- zionale, una diffusione più ca- pillare della rete di assistenza territoriale, maggior impegno nella promozione delle linee guida e nell’armonizzazione del database. Raccomandazio- ni già in parte raccolte dal Patto per la Salute 2014-2016. Non proprio rassicurante il dato sugli antibiotici prescritti, che a volume supera la media Ocse 1,5 volte, probabilmente perché non esistono linee guida in merito e, al contrario, vi so- no incentivi al loro uso presso gli erogatori delle cure prima- rie, si legge nella Revisione. Tra i dati da considerare, la quota di popolazione over 65, al 20% nel 2011, in crescita di 1,7 volte nel 2050, e della popolazione di 80 anni, che passerà dal 6% al 14%, numeri che giustificano la crescita delle malattie croniche e dei ricoveri lunghi. Accanto all’invecchiamento, l’obesità nei giovani: dai 15 anni in su le percentuali sono tra le più ele- vate dell’Ocse. livello nazionale sono tra i più alti nell’ambito dei Paesi Ocse: 82,3 anni l’aspettativa di vita (l’Italia è al quinto posto), tassi di ricovero per asma, malattie polmonari croniche e diabete IL PUNTO / I dati e i suggerimenti contenuti nella “Revisione” redatta dall’Ocse Assistenza sanitaria, lo scenario italiano Elevata l’aspettativa di vita - pari a 82,3 anni -, ma troppe differenze tra Nord e Sud U n altro tema affrontato dalla Revisione è quello della formazione del personale medico, molto preparato in Italia. I praticanti sono il 4 per 1.000, sopra la media dei Paesi dell’Organizzazione per la cooperazione e per lo svi- luppo economico (Oecd), ma i medici generici sono il 26%, meno della media Oecd del 31%, con differenze significative a livello regionale per le diverse specializzazioni mediche. Le infermiere poi sono 1,6 per medico, mentre la media è di 2,8 nei Paesi Oecd. Da qui l’ampio ricorso a infermiere stranie- re. Le indicazioni Ocse rispetto a questo tema suggeriscono una formazione e uno standard ottimi in Italia, che potreb- bero ulteriormente migliorare lavorando a monte, sui test d’ingresso alle facoltà universitarie, basandosi su esperienze già attive in altre nazioni che adottano test attitudinali. Personale molto competente tra i più bassi al mondo e i tassi di mortalità a causa di ictus e infarto ben al di sotto della me- dia Ocse. Purtroppo però con significative differenze a livello regionale, dettate anche dal- la diffusione maggiore al Sud di alcune malattie croniche, e dall’eterogeneità dal punto di vista sociale ed economico. Le variazioni nei diversi indi- catori arrivano fino al 50% di differenza, e non è omogeneo nemmeno il sistema di valuta- zione delle performance, da qui la difficoltà al confronto con gli © Sergey Nivens - Fotolia.com

Transcript of E enti Anno 8 N 9 CentroNord30 marzo 2015€¦ · Lunedì 30 marzo 2015 C ampa, Cassa Nazionale...

Page 1: E enti Anno 8 N 9 CentroNord30 marzo 2015€¦ · Lunedì 30 marzo 2015 C ampa, Cassa Nazionale Assistenza Malattie Profes-sionisti Artisti e Lavoratori Au-tonomi, è una Società

Spedizione con tariffa Posta Target Magazine

conv. naz./304/2008 del 01-06-2008

EMILIA-ROMAGNA | TOSCANA | UMBRIA | MARCHE

E enti

Realizzazione editoriale a cura di New Business Media Srl

Settimanale

Anno 8 N° 9 Lunedì

30 marzo 2015

CentroNordSANITÀ & SALUTE

Qual è lo stato dell’assisten-za sanitaria nel nostro Pa-

ese? Quali gli aspetti positivi e le criticità? Tutte informazioni, insieme a una serie di possibili strategie per risolvere i proble-mi, si trovano nella “Revisio-ne sulla qualità dell’assisten-za sanitaria in Italia” redatta dall’Ocse - divisione Salute in collaborazione con Agenas e la Dg della Programmazione sanitaria del ministero della Salute. Guardando prima di tutto all’organizzazione della nostra sanità, se la devoluzione ha portato alla nascita di pro-getti validi a livello regionale, l’Ocse rileva il mancato rag-giungimento di una strategia coordinata a livello nazionale, con la conseguente disparità nei livelli di qualità raggiunti che dovrebbero invece mirare all’uniformità. Gli indicatori di esito, qualità ed e� cienza a

standard nazionali. L’Italia è composta quindi da 21 sistemi sanitari regionali, e pazienti che si spostano da Sud a Nord per ricevere assistenza. L’Ocse auspica un maggior impegno di coordinazione a livello na-zionale, una di� usione più ca-pillare della rete di assistenza territoriale, maggior impegno nella promozione delle linee guida e nell’armonizzazione del database. Raccomandazio-ni già in parte raccolte dal Patto per la Salute 2014-2016.Non proprio rassicurante il dato sugli antibiotici prescritti, che a volume supera la media Ocse 1,5 volte, probabilmente perché non esistono linee guida in merito e, al contrario, vi so-no incentivi al loro uso presso gli erogatori delle cure prima-rie, si legge nella Revisione. Tra i dati da considerare, la quota di popolazione over 65, al 20% nel 2011, in crescita di 1,7 volte nel 2050, e della popolazione di 80 anni, che passerà dal 6% al 14%, numeri che giusti� cano la crescita delle malattie croniche e dei ricoveri lunghi. Accanto all’invecchiamento, l’obesità nei giovani: dai 15 anni in su le percentuali sono tra le più ele-vate dell’Ocse.

livello nazionale sono tra i più alti nell’ambito dei Paesi Ocse: 82,3 anni l’aspettativa di vita (l’Italia è al quinto posto), tassi di ricovero per asma, malattie polmonari croniche e diabete

IL PUNTO / I dati e i suggerimenti contenuti nella “Revisione” redatta dall’Ocse

Assistenza sanitaria, lo scenario italianoElevata l’aspettativa di vita - pari a 82,3 anni -, ma troppe di� erenze tra Nord e Sud

Un altro tema a� rontato dalla Revisione è quello della formazione del personale medico, molto preparato in

Italia. I praticanti sono il 4 per 1.000, sopra la media dei Paesi dell’Organizzazione per la cooperazione e per lo svi-luppo economico (Oecd), ma i medici generici sono il 26%, meno della media Oecd del 31%, con di� erenze signi� cative a livello regionale per le diverse specializzazioni mediche. Le infermiere poi sono 1,6 per medico, mentre la media è di 2,8 nei Paesi Oecd. Da qui l’ampio ricorso a infermiere stranie-re. Le indicazioni Ocse rispetto a questo tema suggeriscono una formazione e uno standard ottimi in Italia, che potreb-bero ulteriormente migliorare lavorando a monte, sui test d’ingresso alle facoltà universitarie, basandosi su esperienze già attive in altre nazioni che adottano test attitudinali.

Personale molto competente

tra i più bassi al mondo e i tassi di mortalità a causa di ictus e infarto ben al di sotto della me-dia Ocse. Purtroppo però con signi� cative di� erenze a livello regionale, dettate anche dal-la di� usione maggiore al Sud di alcune malattie croniche, e dall’eterogeneità dal punto di vista sociale ed economico. Le variazioni nei diversi indi-catori arrivano � no al 50% di di� erenza, e non è omogeneo nemmeno il sistema di valuta-zione delle performance, da qui la di� coltà al confronto con gli

© S

erg

ey N

iven

s - F

oto

lia.c

om

Page 2: E enti Anno 8 N 9 CentroNord30 marzo 2015€¦ · Lunedì 30 marzo 2015 C ampa, Cassa Nazionale Assistenza Malattie Profes-sionisti Artisti e Lavoratori Au-tonomi, è una Società

2 Sanità & SaluteEventi

Lunedì 30 marzo 2015

Campa, Cassa Nazionale Assistenza Malattie Profes-

sionisti Artisti e Lavoratori Au-tonomi, è una Società di Mutuo Soccorso fondata nel 1958. La Cassa, che non ha scopo di lucro ed è amministrata dagli stessi as-sociati e si ispira ai principi della solidarietà e sullo scambio reci-proco mutualistico, aderisce alle Federazioni di rappresentanza

Le cure termali hanno ori-gini antichissime e ancora

oggi sono molto praticate con-tribuendo anche lo sviluppo del turismo termale. La conoscenza sui bene�ci dell’acqua termale nei secoli è progredita, ed è diventato essenziale basare l’e�cacia di fanghi, bagni, inalazioni sull’evidenza scienti�ca. A questo proposito l’Asso-ciazione medica italiana di Idroclimatologia Talassologia e Terapia Fisica (Amiittf) si occupa della divulgazione del-le ricerche, della condivisione delle esperienze e delle cono-scenze scienti�che sulle cure termali e climatiche, del loro meccanismo d’azione e delle indicazioni terapeutiche e ria-bilitative nelle varie patologie. È un’istituzione antichissima, fondata nel 1888 a Bologna.Attuale presidente è il pro-fessor Gregorio Cervadoro, direttore della Clinica Derma-tologica dell’Università di Pisa e direttore della Scuola di spe-cializzazione in Dermatologia. “L’associazione - spiega Cerva-doro - riunisce tutti i medici e le scuole di idrologia medica interessati alle terapie termali.

Copertura sanitaria per famiglie e gruppi aziendali A Pisa, 26 /27 giugno, il punto della situazione al convegno con l’Admg

Solidarietà e vero mutuo soccorso Tra terapie, turismo termale e sport

delle Società di Mutuo Soccorso Fimiv e a Federazione Sanità, ed è socio Fondatore del Consorzio Mutue Sanitarie Mu.Sa., che ha realizzato una rete nazionale di convenzioni sanitarie e gestisce fondi sanitari previsti dalla con-trattazione collettiva. Campa è iscritta dal giugno 2010 all’Ana-grafe dei Fondi Sanitari Integra-tivi istituita presso il ministero della Salute e propone coper-ture sanitarie collettive rivolte a dipendenti di aziende, enti e cooperative rispettando la soglia stabilita del 20% di prestazioni vincolate (relative a prestazioni socio-sanitarie e/o odontoiatri-che). Attualmente sono 37.000 gli assistiti di cui 23.000 nel proprio Fondo Sanitario pluria-ziendale. “Campa garantisce ai propri soci la copertura per le spese mediche per tutta la vita, qualunque siano le condizioni

Molto coinvolti sono certa-mente i dermatologi, perché attraverso cute e mucose tran-sitano tutte le azioni speci�che di bagni, fanghi, idroterapia, talassoterapia. Noi auspichia-mo una competenza sempre più ampia, legata proprio ai bene�ci dell’acqua termale. Per questo l’associazione valu-ta le informazioni provenienti dal mondo scienti�co e funge da volano per esse”. Cervadoro, presidente da poco più di un anno, è impe-gnato in un’attività di riorga-nizzazione dell’associazione e di promozione della medicina termale, capace di migliorare ed essere di supporto alle te-

di salute e l’età” a�erma Giusy De Vitis, responsabile adesioni e comunicazione. “Lo spirito mutualistico viene condiviso dai soci �n dal momento dell’iscri-zione, poiché l’associazione a Campa deve coinvolgere l’inte-ro nucleo familiare. L’assistenza Campa viene garantita anche durante viaggi e permanenze all’estero, nel mondo intero. Le formule di assistenza sono stu-diate in modo da poter essere congeniali alle varie esigenze di tutela”. Per richiedere l’adesione a Campa è su�ciente un con-tatto telefonico per un appunta-mento, oppure è possibile anche scaricare la modulistica dal sito chiedendo conferma del preven-tivo. Sono molto snelle anche le procedure per la richiesta dei rimborsi: è disponibile anche una App per smartphone per in-viare la documentazione, oltre ai più tradizionali fax e email. “Ol-tre alla copertura personale e del nucleo familiare, o�riamo anche assistenza a gruppi aziendali. È per questo che abbiamo impor-tanti collaborazioni con associa-zioni come per esempio Con-fcooperative e Unindustria ai cui associati garantiamo condizioni estremamente agevolate”.

rapie classiche, specie quelle cutanee e a sfondo cronico (si pensi alla psoriasi). Proprio di questi temi si occuperà il se-condo convegno nazionale di aggiornamento Admg, Asso-ciazione dermatologi Magna Grecia (di cui Cervadoro è vi-cepresidente), con la collabo-razione di Amiittf, che si terrà a Pisa, presso l’hotel Galilei il 26 e 27 giugno e che avrà per tema: “Dermatologia termale, ambientale, del turismo e dello sport”. In questo modo le due anime, dermatologia e medi-cina termale, si incontrano uf-�cialmente per dare vita a un appuntamento che valorizzi questa speci�ca competenza.

CAMPA / Cassa Nazionale Assistenza Malattie Professionisti Artisti e Lavoratori Autonomi AMIITTF / Ass. medica italiana di Idroclimatologia Talassologia e Terapia Fisica

FONDAZIONE FLAMINIA AGOPUNTURA / 12 posti per la terapia all’Ospedale Civile di Ravenna “S. Maria delle Croci” per circa 6.000 prestazioni all’anno

Farsi pungere a fin di bene, un’arte antica per soli espertiPer reumatismi/articolazioni, sistema nervoso e psiche, problemi respiratori, malattie ostetriche, ginecologiche e gastrointestinali

L’agopuntura non è “una moda” ma una pratica

medica di origine cinese che può curare diverse patologie. Per esempio, �n dal 1990, presso l’ospedale Civile di Ravenna “S. Maria delle Cro-ci”, la Fondazione Flaminia Agopuntura propone tratta-menti per la cura di patolo-gie reumatiche e articolari, malattie del sistema nervoso centrale e periferico ma an-che disturbi della psiche e problemi respiratori come l’asma, le sinusiti, le bronchiti croniche e quelle acute. Inol-tre, al pari di altre medicine alternative come l’omeopatia e la �toterapia, è indicata anche nella cura di malattie ostetriche e ginecologiche o gastrointestinali. La struttu-ra, moderna e all’avanguar-dia, è dotata di 12 posti per la terapia all’Ospedale Civile di Ravenna, conta su sette medici-chirurghi, tutti laure-ati e abilitati come prescrive la normativa italiana.Fino a dicembre 2014 la Fon-dazione ha erogato a porta-tori di handicap e pazienti ravennati di età superiore

Realizzazione editoriale a cura di: New Business Media SrlVia Eritrea, 2120157 Milano

Agente:AREA MEDIA sasVia Nannetti, 2/e 40122 BolognaTel.: 051 6492589 Fax: 051 5282079Mail: [email protected]

Stampatori:ll Sole 24 Ore S.p.A. Via Busto Arsizio, 36 20151 Milano;Il Sole 24 Ore S.p.A. Via Tiburtina Valeria; Km 68,7 - 67061 Carsoli (Aq);Stampa Quotidiana S.r.l - Via Galileo Galilei, 280/A 40059 Località Fossatone Medicina - (Bo);

DIN NEWSLETTERSettimanale Anno 8 - Numero 9 Lunedì 30 marzo 2015

TERRITORIO | ISTITUZIONI | IMPRESE

E entiRegistrazione Tribunale di Milano numero 208 del 21 marzo 2005

Direttore responsabile: Mattia Losi

Se riferita all’attività dell’Ospedale Civile, la pratica dell’agopuntura a Ravenna viene fatta risalire al 1990.

Ma già dal 1974 Romano Brandolini, oggi presidente del-la Fondazione Flaminia Agopuntura, fu tra i promotori dell’agopuntura. “In quell’anno - ricorda Brandolini - ero presidente dell’Aias e fu grazie ai miei rapporti con il professor Van Ghi e con il suo allievo dottor Albert Gourion, che loro - veri e propri pionie-ri - cominciarono a praticare la loro attività a vantaggio di persone disabili e portatori di handicap, in un ambulatorio di fortuna messo a disposizione dall’Aias di Ravenna”.“Negli ultimi anni - prosegue Brandolini - grazie alle con-venzioni con l’Ausl di Ravenna, fortemente volute dall’allora direttore dottor Tiziano Carradori e all’impegno della Re-gione Emilia Romagna, sono state elargite indicativamente 5.500-6.000 prestazioni annue ai residenti della provincia di Ravenna. Sono quindi circa 700 le persone che si rivolgono al nostro servizio e usufruiscono gratuitamente ciascuno di cir-ca 8-9 sedute. L’ambulatorio che ha la sua sede presso l’Ospe-dale Civile di Ravenna “S. Maria delle Croci”, svolge altresì attività libero-professionali a pagamento; solo in questo mo-do, si riesce economicamente a garantire il servizio gratuito.

Tradizione ravennate che risale al 1974 Fino a dicembre 2014 la Fondazione ha fornito

5.500 prestazioni in convenzione col Ssn

a pazienti oltre i 65 anni e portatori di handicap

Giusy De Vitis, responsabile adesioni e comunicazione

Il professor Gregorio Cervadoro, presidente di Amiittf

Una seduta di agopuntura, la

metodica di medicina tradizionale cinese

più accreditata in occidente, eseguita

presso l’ambulatorio della Fondazione

Flaminia Agopuntura presso l’Ospedale Civile di Ravenna

Il direttore sanitario, dottor Angelo Matteucci

ai 65 anni 5.500 prestazio-ni convenzionate con il Ssn. Relativamente ai cicli di te-rapia, più le patologie sono

croniche, più il numero di sedute sarà elevato. “Gene-ralmente - spiega il diretto-re sanitario, dottor Angelo

Matteucci - si tratta di 8-12 sedute l’anno per i pazienti delle fasce tutelate, e di 6-8, �no a un massimo di 16-20, per tutti gli altri. Inoltre, nel caso di patologie acute, le se-dute saranno più ravvicinate, mentre più diradate per i casi cronici”.Matteucci ricorda gli esordi dell’attività di cura: “Tutto iniziò grazie alla collabora-zione con il medico france-se Nguyen Van Ghi che per primo portò la medicina ci-nese Oltralpe quando ancora era considerata ‘alternativa’. All’inizio fu applicata sui bambini portatori di handi-cap e poi venne estesa a tutti i pazienti”.

Page 3: E enti Anno 8 N 9 CentroNord30 marzo 2015€¦ · Lunedì 30 marzo 2015 C ampa, Cassa Nazionale Assistenza Malattie Profes-sionisti Artisti e Lavoratori Au-tonomi, è una Società

EventiLunedì 30 marzo 2015 Sanità & Salute 3

Quando si parla di tumo-ri, i discorsi dei “non

esperti” spaziano dagli e�etti collaterali delle cure, ai mar-catori, alle ricostruzioni, e così via. Mentre quelli degli esperti - ossia la comunità scienti�ca - si so�ermano sulla ricerca, perché - giu-stamente - è essenziale, un giorno, arrivare a una tera-pia che scon�gga il cancro, anzi che arrivi a non farlo insorgere. Sino ad allora, per quanto riguarda i pro-fessionisti, concentrazione massima su cure sempre più e�caci. Il fatto è che questa attenzione è necessaria ed es-senziale, ma non su�ciente, nel senso che occorre fare in modo che la ricerca tradi-zionale si sposi - e non sia in antitesi - con l’aspetto uma-no (che è poi quello che sta a cuore ai “non esperti”, cioè a tutti): con l’idea, cioè, che dietro a ogni paziente, anzi davanti, ci sia una perso-na. Questo è l’approccio che contraddistingue il lavoro svolto presso il dipartimen-to di Oncologia-Ematologia dell’Ausl di Piacenza, guidata dal professor Luigi Cavanna. È lo stesso professore a espli-citare bene questo concetto: “Prima funzione, nel dipar-timento, deve essere quella

di un’assistenza all’avanguar-dia, basata soprattutto sulla ricerca clinica, senza però trascurare l’importanza del-la cura della persona nel suo complesso”. Il direttore del dipartimento va anche oltre e pone l’accento proprio sul suo vissuto personale: “Mi riferisco alle a�ermazioni del dottor Richard Smith, già direttore del British Medical Journal. Una in particolare mi ha colpito, quella in cui avverte di ‘stare lontano da oncologi troppo ambiziosi’.

dale, presso l’Ufa, Unità di farmaci antiblastici, e da qui inviati alle diverse strutture. Questo consente non solo un risparmio evidente per l’Ausl, grazie a una maggiore attenzione nelle preparazioni e all’abbattimento degli spre-chi, ma anche una maggiore sicurezza per i pazienti. Un altro elemento innovati-vo è dato dal ruolo del per-sonale infermieristico. La competenza degli infermieri è stata, nell’équipe del pro-fessor Cavanna, fortemente professionalizzata, al punto da diventare oggetto di un progetto di ricerca clinica: il personale infermieristico è stato formato e messo nelle condizioni di posizionare i cateteri venosi centrali utiliz-zando la nuova tecnica Picc (periherally inserted central catheter). Anche in questo caso, ottime le redemption in termini di costo-e�cacia e sicurezza per i pazienti. La tecnica è ormai diventata prassi: partiti nel 2012 con 118 impianti, si è arrivati nel 2014 con 1.050.Molto intensa è anche l’attivi-tà di ricerca, come si accen-nava inizialmente, sospinta sia a livello regionale che provinciale e ospedaliero. In particolare, viene favorita

la presenza di studenti dei corsi di laurea in Medicina e delle Professioni Sanitarie e degli specializzandi delle diverse specialità medico-chirurgiche. La ricerca cli-nica - relativa sia a nuovi farmaci che a nuove metodi-che - è parte viva dell’attività quotidiana del dipartimento. Il modello adottato è quello degli studi clinici randomiz-zati, unitamente alla ricerca sponsorizzata (dalle case far-maceutiche) e quella spon-tanea. L’approccio è multidi-sciplinare: come indicano le ricerche americane, cura e diagnosi non sono di com-petenza di un solo medico, ma di un gruppo di profes-sionisti: questo è il motivo per cui ogni settimana più �gure - chirurghi, oncologi, radioterapisti - si incontrano e stabiliscono, per ciascun paziente, il percorso di cura più appropriato.

Potenziare anche le risorse interiori dei pazientiIl progetto, grazie ai volontari dell’Amop e della dottoressa Bidin, prevede attività di supporto non farmacologico in ambito oncologico

Oltre la medicina c’è di più, c’è molto di più. C’è un insieme di delicatezze

e modi di fare che migliorano la qualità della vita, che la fanno ritornare - appun-to - Vita con la v maiuscola, anche se gra-vata dal peso di un tumore.Come sempre spiega il professor Cavanna, la persona che arriva in ospedale, per un percorso di cura anche lungo, non si spo-glia della sua identità. Rimane persona. E

creare attorno a lei un ambiente gradevo-le, rilassante, può aiutarla a mantenere alto l’umore, a prendere consapevolezza in modo nuovo del proprio corpo e della propria situazione.Proprio per questo motivo, il day hospital oncologico dell’ospedale di Piacenza si è attrezzato in modo da seguire i pazienti in un percorso focalizzato sulla “cura di sé” dal punto di vista psico-�sico, anche

attraverso le tecniche della tradizione orientale. Il progetto è reso vitale dai vo-lontari di Amop, Associazione piacentina malato oncologico. Nelle ore pomeridiane di attività dedicate al benessere, i pazienti possono sottoporsi a massaggi di diverso genere, seguire la ginnastica energetica, oppure la suonoterapia. Queste attività sono a supporto della quotidianità dei pa-zienti, principalmente donne.La partecipazione attiva alla guarigione è un ottimo strumento che non necessita di nessun medicinale. Precisa il professor Cavanna che: “Le attività di supporto non convenzionali all’interno del reparto sono iniziate con la dedizione di un medico in particolare, Livia Bidin”.

AUSL PIACENZA / Dipartimento di Oncologia ed Ematologia: assistenza all’avanguardia basata soprattutto sulla ricerca clinica ma sempre attenti al rispetto della persona

Contro i tumori oncologi “ambiziosi” ma rispettosi dei malati Il professor Cavanna: “Assistenza all’avanguardia grazie a medici e infermieri preparati e scrupolosi”. Terapie decise in équipe

Il sostegno, la cura, la ricerca, l’assistenza. Ma non è �-nita qui: il paziente oncologico ha anche una sfera psi-

cologica, fatta di a�etti, emozioni, timori e aspettative, che va ugualmente “presa in carico”. Il confronto con la morte e con la paura di essa è costante, quasi quotidiano; tutta la sfera emotiva viene pesantemente coinvolta e “colpita”. Proprio per questo, presso il dipartimento piacentino è sta-ta istituita una equipe composta da tre psicologhe. La loro competenza è a disposizione sia dei pazienti che dei caregi-ver, ossia dei famigliari che accompagnano la persona nel suo percorso di terapia. Non solo. Spiega infatti il professor Cavanna: “Anche il personale utilizza questo prezioso stru-mento. Abbiamo concordato un incontro di gruppo mensile; ogni professionista, poi, se lo vuole, può anche richiedere incontri singoli”.

Ricerca, cure e tre psicologi per i pazienti

Per agevolare i pazienti più anziani gli oncologi

assistono anche a Bobbio, Castel San

Giovanni e Fiorenzuola

Il professor Luigi Cavanna, direttore del dipartimento di Oncologia-Ematologia dell’Ausl di Piacenza

L’équipe del dipartimento di Oncologia-

Ematologia dell’Ausl di

Piacenza

Alcuni componenti del Picc Team

Questo è un monito impor-tante: personalmente mi sen-to ambizioso, nel mio lavoro, ma cerco sempre di bilancia-re l’ambizione della nuova ricerca, del caso interessante da pubblicare e così via con il rispetto profondo della per-sona che, quando malata, si trova in una particolare fase di vulnerabilità”.Ogni attività, all’interno del dipartimento, viene bilancia-ta con questo spirito (si veda il riquadro sotto). Si parla di una struttura che copre una popolazione di 300 mila abitanti, relativa al territorio piacentino e ai paesi limitro-�, con pazienti che giungono

anche dal sud della Lombar-dia. L’organizzazione prevede che gli oncologi - integrando il lavoro con i colleghi della medicina interna - prestino assistenza e cure avanzate anche presso gli ospedali di Bobbio in Val Trebbia, Castel San Giovanni in Val Tidone e Fiorenzuola in Val D’Arda, consentendo dunque ai pa-zienti minori spostamenti. Fatto essenziale, trattandosi molto spesso di persone an-ziane, magari gravate da altre patologie concomitanti, che necessitano il supporto di un parente per muoversi. Presso la sede del diparti-mento, a Piacenza, sono di-sponibili 20 posti letto per la degenza, ambienti per il day hospital (con 10 letti e 20 poltrone) e gli ambula-tori. 2.000 sono i ricoveri in day hospital eseguiti all’anno; 1.400 I ricoveri in degenza e 8.000 le visite ambulatoriali. Qui vengono seguite tutte le patologie tumorali, anche se la specializzazione riguarda i tumori di mammella, colon, polmone, per un totale di 500 casi l’anno. La particolare impostazione che è stata data al diparti-mento presenta diversi ele-menti innovativi. Uno, per esempio, riguarda il fatto che tutti i farmaci chemioterapici per la provincia sono pre-parati all’interno dell’ospe-

Page 4: E enti Anno 8 N 9 CentroNord30 marzo 2015€¦ · Lunedì 30 marzo 2015 C ampa, Cassa Nazionale Assistenza Malattie Profes-sionisti Artisti e Lavoratori Au-tonomi, è una Società

4 Sanità & SaluteEventi

Lunedì 30 marzo 2015

L’Unità Operativa Com-plessa di Gastroenterolo-

gia ed Epatologia dell’Ospe-dale di Piacenza dispone di 16 posti letti di degenza ordi-naria e di due di day hospital. Negli anni 2012-2014 sono stati ricoverati mediamente 1.050 pazienti/anno con una degenza media di sei giorni e un peso medio del caso su-periore a 1,3, ben al di sopra della media nazionale. I casi trattati in regime di day ho-spital nel 2014 sono stati 193. Elevata è la mobilità attiva di pazienti a provenienza extraregionale (130 casi nel 2014) con indice di attrazio-ne superiore al 12%. L’attività della Unità Operativa, an-nualmente, annovera anche 7.500 visite e prestazioni per esterni e oltre 7.000 esami endoscopici. Il professor Fabio Fornari, direttore della Unità Ope-rativa, illustra le attività di avanguardia del reparto “Le patologie prevalenti sono rappresentate da: neoplasie maligne dell’apparato epato-biliare e pancreas, cirrosi

epatica, emorragie digestive, pancreatiti e calcolosi biliari, malattie croniche in�amma-torie intestinali, neoplasie gastriche e del colon. Ogni anno trattiamo con le più avanzate terapie per l’epatite C e B, circa 100 nuovi casi. Da due mesi – sottolinea il professore - il Centro è auto-rizzato a prescrivere le nuove terapie per l’epatite C a base di sofosbuvir e simeprevir molto più e�caci e meglio tollerate rispetto ai preceden-ti regimi farmacologici”. “Il servizio di endoscopia di-gestiva annesso al Reparto – continua il professor Fornari - si avvale di strumentazioni di avanguardia ed è in grado di eseguire tutte le principali procedure di altissima spe-cializzazione quali eco-endo-scopia, endoscopia operativa delle vie biliari, posiziona-mento di protesi endosco-piche e di Peg, procedure di emostasi endoscopica anche in urgenza 24 ore su 24, vi-deocapsula, dilatazioni pe-rendoscopiche, polipectomie di polipi giganti e resezioni

cenza sette Corsi Nazionali di Aggiornamento di “Eco-gra�a in Gastroenterologia” e quattro “Topics in Gastroen-terologia ed Epatologia“ che hanno richiamato i maggiori esperti nazionali della spe-cialità”.L’Unità Operativa è con-venzionata con la Scuola di Specializzazione in Gastro-enterologia dell’Università di Parma e partecipa attiva-mente alla convenzione che ha recentemente individuato l’Ospedale di Piacenza come

Giocare d’anticipo contro i tumori del colon-retto21 marzo 2005 - 21 marzo 2015: dieci anni di screening per la prevenzione e la diagnosi. E i risultati si vedono

Dal 21 marzo 2005 tutta la popolazio-ne della Regione Emilia-Romagna di

età compresa fra i 50 e i 69 anni (maschi e femmine), una volta ogni due anni, riceve un invito a partecipare allo screening per la prevenzione e la diagnosi del carcino-ma del colon-retto(Ccr).Si tratta di un tumore maligno molto frequente nel mondo occidentale, ancora oggi causa di elevata mortalità. In Italia sono diagnosticati oltre 37mila nuovi casi all’anno. In Emilia-Romagna nel periodo 2003-2009 sono stati osservati media-mente 4.370 nuovi casi/anno per una popolazione di circa 4.400.000 abitanti. I fattori di rischio ben codi�cati, correlati all’insorgenza del cancro del colon-retto, sono rappresentati dall’età superiore ai 50 anni, dalla familiarità e dal fumo di sigaretta. Il tumore insorge, in oltre il 95% dei casi, su lesioni precancerose note come polipi adenomatosi. I cittadini interessati sono sollecitati alla partecipazione allo screening ritirando un apposito contenito-re nella farmacia di più facile accesso, per la raccolta di un piccolo campione di ma-teriale fecale da analizzare nei laboratori ospedalieri dedicati mediante la ricerca di sangue occulto con metodiche molto sen-sibili. I soggetti risultati positivi al test di I livello, saranno invitati a sottoporsi a una colonscopia (test di II livello) che viene

eseguita presso l’Uoc di Gastroenterologia dell’ Ospedale di Piacenza.Il professor Fabio Fornari riassume i ri-sultati nella Provincia di Piacenza “Nella nostra Provincia l’invito a parteci-pare viene inviato ogni due anni a oltre 76 mila residenti (il 26% del totale dei re-sidenti). Dal 21 marzo 2005 al 31 dicem-bre 2014 la percentuale di adesione al I livello (esecuzione della ricerca del sangue occulto fecale) è stata mediamente pari al 48,8%. In 8.185 persone (4,7% dell’inte-ra casistica) il test di I livello è risultato positivo. La percentuale di adesione alla colonscopia nei soggetti risultati postivi alla ricerca del sangue occulto nelle feci è stata del 76,2%”. Il professore prosegue: “Abbiamo eseguito 6.238 colonscopie di screening in questi anni e oltre 1.500 co-lonscopie di controllo nei soggetti che alla prima colonscopia erano stati identi�ca-ti come portatori di polipi o tumori. Al 31 dicembre 2014 abbiamo identi�cato 2.756 lesioni polipoidi premaligne. Nel corso dell’esame colonscopico le lesioni polipoidi sono state sottoposte a rimozio-ne perendoscopia. Ciò è possibile grazie a so�sticati accessori, con tecniche che i medici e gli infermieri della Uoc di Ga-stroenterologia di Piacenza hanno parti-colarmente a�nato grazie anche al conti-nuo aggiornamento professionale. In 254

pazienti la diagnosi colonscopica è stata di neoplasia maligna già conclamata. In questi casi l’identi�cazione del tumore è stata molto precoce e ha permesso un intervento chirurgico curativo ed e�cace che, generalmente, comporterà la comple-ta guarigione del paziente.

AUSL PIACENZA / L’Unità Operativa Complessa di Gastroenterologia ed Epatologia: una specialità completa che fa scuola con tecnologie e terapie all’avanguardia

Ricerca e cure di riferimento. E l’ecografia operativa è al top Qualità delle cure e all’avanguardia nei trattamenti: dall’epatocarcinoma alle emorragie digestive e calcolosi biliari

Itrattamenti di ablazione percutanea, sotto guida ecogra-�ca, dell’epatocarcinoma (il tumore maligno primitivo del

fegato), sono oggi considerati, secondo le linee guida scien-ti�che internazionali, trattamenti curativi a pieno titolo in alternativa alla resezione chirurgica. Rispetto alla chirurgia comportano minore invasività, meno complicanze e costi nettamente inferiori . Al riguardo il professor Fornari spiega. “La termo ablazione con radiofrequenza ha dimostrato, rispetto alla altre tecni-che di ablazione eco- guidata, una superiorità nel controllo locale della malattia tumorale con percentuali di sopravvi-venza più elevate a cinque anni. Dal 2002 al 31 dicembre 2014 abbiamo eseguito, nel nostro Centro 1.368 trattamenti di ablazione percutanea di cui 676 con radiofrequenza. Pos-siamo vantare, in termini di esperienza, risultati e volumi di attività, una delle casistiche italiane più rilevanti”.

Tumori del fegato, distruggerli con un ago senza intervento chirurgico

L’équipe dell’Uoc di Gastroenterologia ed Epatologia e il professor Fabio Fornari

SCREENING PER LA PREVENZIONE E DIAGNOSI PRECOCE DEL CCR:

I RISULTATI A PIACENZA(DAL 21.3.2005 AL 31.12. 2014)

- Popolazione bersaglio: 76.227 - Tests di I livello eseguiti:

174.820- % adesione al I livello: 48,8- Numero tests positivi (%):

8185 (4,68) - Numero colonscopie

eseguite (% adesione II livello): 6238 (76,2)

- Numero polipi a basso grado di displasia: 963

- Numero polipi di alto grado di displasia: 1793

- Numero neoplasie maligne (Adk): 254

mucose”. Fiore all’occhiello della Unità Operativa è l’eco-gra�a operativa: termine che raccoglie tutte le procedure invasive guidate dall’ecogra-�a quali biopsie e citoaspirati epatici o pancreatici, proce-dure di ablazione percutanea di tumori epatici e drenaggio di raccolte addominali. Molto intensa è pure l’atti-vità di formazione e di inse-gnamento svolta dall’équipe. Fornari in proposito dice “Dal 2002 a oggi sono stati organizzati ogni anno a Pia-

Ospedale di insegnamento per l’acquisizione dei credi-ti formativi per gli studenti della Facoltà di Medicina di Parma. Molto quali�cata e di alto pro�lo è anche l’attività di ricerca clinica. “Da anni - di-chiara Fornari - collaboria-mo attivamente con i più im-portanti gruppi epatologici e gastroenterologici italiani. I risultati di tali studi hanno generato numerose pubblica-zioni sulle riviste scienti�che più note e selettive a elevato

Impact Factor quali Hepa-tology, American Journal of Gastroenterology, Journal of Hepatology, Digestive and Liver Disease solo per citare le più famose”. Tra le tematiche cliniche og-getto delle ricerche svolte a Piacenza spiccano la diagno-si precoce e il trattamento non chirurgico dell’epatocar-cinoma, la calcolosi coleci-stica nei pazienti cirrotici e diabetici, le emorragie dige-stive, l’ecogra�a con mezzo di contrasto in varie patologie.

Asportazione di polipi peduncolati in colonscopia

Page 5: E enti Anno 8 N 9 CentroNord30 marzo 2015€¦ · Lunedì 30 marzo 2015 C ampa, Cassa Nazionale Assistenza Malattie Profes-sionisti Artisti e Lavoratori Au-tonomi, è una Società

EventiLunedì 30 marzo 2015 Sanità & Salute 5

La Scuola di specializza-zione in Medicina Legale

dell’Università di Modena e Reggio Emilia, all’interno dell’omonima Struttura pres-so l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena, of-fre un percorso formativo che - prendendo le mosse dalla profonda conoscenza delle norme giuridiche inerenti il danno alla persona in tutte le sue diverse articolazioni e proiezioni - tende a costruire una forte competenza scien-

Legale dell’Unimore spiega: “Una rigorosa preparazione scienti�ca e metodologica è la base fondamentale delle com-petenze e delle abilità prati-che necessarie allo specialista in Medicina Legale per con-

Tossicologia forensePer la diagnosi di morte da avvelenamento e per l’individuazione e il controllo sociale dell’assunzione di droghe

Genetica forensePer svolgere indagini sulla scena del crimine, risolvere con�itti legali e stabilire paternità biologiche

Radiologia forenseDall’esame radiogra�co alle so�sticate indagini di Tomogra�a computerizzata (Tc)

La tossicologia forense ha come ele-mento fondamentale lo studio della

lesività umana da agenti chimici in senso lato - sotto il duplice aspetto della produ-zione di un dato chimico-analitico che identi�chi in senso qualitativo e quantita-tivo le sostanze in causa - e della interpre-tazione di quello stesso dato sotto il pro�-lo della potenzialità lesiva, con l’obiettivo della dimostrazione del nesso causale tra la assunzione/somministrazione di quelle sostanze e l’evento di danno connesso ad una norma giuridica. I campi di applicazione sono numerosi, e comprendono a) la ricerca e l’identi�-

cazione di sostanze su reperti di matrice autoptica, e la successiva valutazione della rappresentatività dei dati acquisiti al �ne di una corretta diagnosi di avve-lenamento; b) gli accertamenti su persone viventi, atti a de�nire situazioni di dipen-denza-consumo-abuso di alcool, farmaci e sostanze stupefacenti, con particolare attenzione a quanto disposto dal Codi-ce della strada in tema di idoneità alla guida, ed agli accertamenti su lavoratori addetti a mansioni gravate da potenziale rischio per la loro salute e per la sicurezza di terzi; c) analisi su materiale e reperti sequestrati sul mercato clandestino, al �ne

di individuare la tipologia delle sostanze stupefacenti.“I settori applicativi - spiega il professor Enrico Silingardi - si avvalgono di tecno-logie di alta so�sticazione e rigorosamen-te standardizzate quali le spettrometrie di massa. Tra le speci�che peculiarità del La-boratorio di Tossicologia forense dell’Uni-versità di Modena e Reggio Emilia spic-cano i positivi ri�essi nella formazione degli specialisti e nelle attività di ricerca. Inoltre continuiamo a porre attenzione ai cambiamenti intervenuti a livello sociale nelle tipologie di abuso e dipendenza, cui corrispondono continue messe a punto delle metodiche di laboratorio, che devo-no essere adeguate a ottenere speci�cità e sensibilità analitiche sempre maggiori, ai �ni dello studio e della prevenzione di nuovi comportamenti potenzialmente pe-ricolosi”.

La Genetica forense è un settore delle scienze

medico-legali caratterizzato dall’applicazione di tecniche molecolari e di genetica per �ni investigativi e per la solu-zione di con�itti legali. Essa si fonda sulla variabilità gene-tica interindividuale e si av-vale delle più recenti scoperte scienti�che e di tecnologie avanzate.Il Laboratorio di Genetica fo-rense svolge un’attività identi-�cativa che si esplica nell’am-bito del processo penale, con riguardo alla caratterizzazio-ne genetica del Dna estratto da tutte le tipologie di tracce biologiche. “L’analisi - spiega il professor Silingardi - ha enor-mi potenzialità documenta-tive, anche partendo da po-che cellule nucleate come per esempio quelle rinvenute su oggetti ‘toccati’, o da materia-le degradato o contaminato, e può risultare e�cace nella tipizzazione di tracce miste complesse, attraverso l’analisi di un set di marcatori gene-

tici polimor�ci. All’esito delle indagini condotte al �ne della risoluzione di problemi inter-pretativi del dato genetico, e per un’accurata attribuzione del campione biologico sco-nosciuto, vengono applicati metodi validati di calcolo sta-tistico”.La ricerca scienti�ca del La-boratorio di Genetica forense è tesa all’individuazione di marcatori, tecniche e meto-di di analisi del Dna sempre più informativi e idonei alle necessità di documentazione della prova, �no a giungere alla caratterizzazione di tratti fenotipici complessi e alla in-ferenza geogra�ca di un indi-viduo.Oltre a ciò, in ambito civilisti-co, le analisi dei polimor�smi autosomici e del Dna presen-ti sul genoma aploide quali il cromosoma Y e il Dna mito-condriale, vengono utilizzate per l’attribuzione/disconosci-mento della paternità biolo-gica, e per la ricostruzione di rapporti parentali de�citari.

Un altro settore che ha avu-to un crescente sviluppo

all’interno della Scuola di spe-cializzazione, con applicazione elettive in ambito necroscopico, è la Radiologia forense. “Negli ultimi anni - a�erma Silingardi - grazie alla preziosa collabora-zione con il Servizio di Radio-logia dell’Azienda Ospedalie-ro-Universitaria di Modena, siamo passati dall’utilizzo del tradizionale esame radiogra-�co all’impiego di so�sticate indagini di Tomogra�a com-puterizzata (Tc) per la docu-mentazione di lesioni trauma-tiche e per l’individuazione di corpi estranei all’interno dei cadaveri. Inoltre, grazie ai mo-derni so�ware di elaborazione delle immagini, è ora possibile ottenere ricostruzioni tridi-mensionali del corpo umano, sia delle strutture di super�cie che degli organi interni, senza

alterare l’integrità dei tessuti”. “A titolo esempli�cativo - spie-ga il professore - la Tc si è di-mostrata uno strumento mol-to utile nell’analisi di fratture ossee, nella visualizzazione di raccolte di gas intracorporee, e nell’individuazione di cor-pi estranei quali i proiettili di armi da fuoco. Nella nostra esperienza questo tipo di in-dagine ha fornito importanti elementi per la ricostruzione di complessi casi di omicidio e di altri eventi di rilevanza giudi-ziaria”. La dotazione del laboratorio è in via di completamento attraverso l’acquisizione del-le più recenti tecnologie per l’esecuzione delle angiogra�e su cadavere, che apriranno nuove e interessanti possibilità applicative e o�riranno nuove potenzialità per la ricerca e la formazione degli specialisti.

UNIMORE / La Scuola di specializzazione in Medicina Legale presso l’Università di Modena e Reggio Emilia

La scienza al servizio della giustiziaPercorsi di formazione e attività di ricerca nei moderni laboratori medico-forensi

Il Laboratorio di patologia e microscopia forense o�re importanti possibilità applicative e di ricerca nello stu-

dio della lesività autoptica, approfondendo con speci�che metodiche e tecnologie i più �ni aspetti morfologici delle lesioni di interesse medico-legale, con particolare riguardo alle lesioni traumatiche, che possono essere indagate con diverse tecniche di microscopia nella loro natura e cronolo-gia. I ri�essi pratici sono essenzialmente rilevanti nell’am-bito delle indagini proprie del processo penale, e si fondano su una costante attività di ricerca e validazione di nuovi metodi di indagine.

Patologia e microscopia forense

La Scuola di specializzazione

offre anche percorsi di formazione alle attività

di ricerca nei settori della medicina forense

Il prof. Enrico Silingardi con alcune collaboratricie specializzande

I laboratori di Medicina Legale Unimore

tribuire alla documentazione della prova nei diversi settori applicativi medico-forensi. Ed è in questa cornice - pro-segue il professore - che la Scuola di specializzazione in Medicina Legale dell’Uni-

ti�ca e metodologica nell’ap-plicazione delle conoscenze mediche, patologico-cliniche, di diagnostica strumentale e di laboratorio, necessarie alla corretta applicazione di quel-le stesse norme giuridiche. Il professor Enrico Silingar-di, direttore della Scuola di specializzazione in Medicina

versità di Modena e Reggio Emilia o�re anche peculiari percorsi di formazione alle attività di ricerca nei settori di speci�ca pertinenza me-dico-forense”. Si tratta della tossicologia forense, genetica

forense, radiologia foren-se, patologia e microscopia forense: settori ognuno dei quali è dotato di un proprio laboratorio autonomo (di cui si parla in dettaglio nei riqua-dri in questa pagina).

© p

h. E

lisab

etta

Sili

nga

rdi

© p

h. E

lisab

etta

Sili

nga

rdi

© p

h. E

lisab

etta

Sili

nga

rdi

© p

h. E

lisab

etta

Sili

nga

rdi

Page 6: E enti Anno 8 N 9 CentroNord30 marzo 2015€¦ · Lunedì 30 marzo 2015 C ampa, Cassa Nazionale Assistenza Malattie Profes-sionisti Artisti e Lavoratori Au-tonomi, è una Società

EventiLunedì 30 marzo 20156 Sanità & Salute

Apixaban che hanno anche il vantaggio di non richiedere esami del sangue come con il Dicumarolo. Attualmente la percentuale di pazienti che li usano è attorno al 15% - 18%: essenzialmente le persone che non possono assumere il Di-cumarolo. Ma è ipotizzabile che quando l’Agenzia Italiana del Farmaco scioglierà i nodi legati alla loro prescrivibilità,

AZ. OSPEDALIERA DI PERUGIA/ Polo sanitario ad alta specialità con l’Università degli studi di Perugia

UNIVERSITÀ POLITECNICA DELLE MARCHE / Intervista ad Alessandro Capucci, professore di Malattie dell’apparato cardiovascolare

Un ospedale “avanti” in ogni senso

Giovani e “questioni di cuore”. Quando l’amore non c’entra

l’azienda ospedaliera si evi-denziano: l’“Ospedale senza dolore” che, con un’azione formativa che ha coinvolto più di mille operatori, o�re Rianimazioni aperte e misura in tutte le degenze il dolore due volte al giorno (come la febbre); anche a casa con l’app “nessun dolore”, i genitori possono controllare il dolore dei bambini dopo l’intervento chirurgico. L’ospedale di Perugia è uno dei 10 centri dell’Italia centrale ad aver ricevuto il riconoscimen-to dei tre Bollini Rosa come “Ospedale Donna”, per la pre-senza di servizi di specialità di maggiore rilievo clinico ed epidemiologico per la popo-lazione femminile nonché per l’appropriatezza del percorso diagnostico-terapeutico. In questo ambito o�re da anni il parto indolore gratuito e ha allestito di recente le ‘Stanze di Lucina’, un’area dedicata ai parti �siologici, assistiti uni-camente dalle ostetriche, per le donne che ne fanno richie-sta. Nell’ottica di ridurre le liste d’attesa si è inoltre impe-gnato a incrementare la pro-pria o�erta di prestazioni con il progetto “Ospedale dopo le 20” con ambulatori aperti la sera dopo le 20, il sabato e la domenica mattina. L’Ospedale di Perugia è poi uno tra i pri-mi ospedali italiani di grandi dimensioni a ottenere la qua-li�ca di ‘ecosostenibile’, grazie alla presenza di una centrale di trigenerazione che per-

il consumo di questi nuovi farmaci aumenti”. Intanto la ricerca scienti�ca procede. Proprio sulla relazione tra �brillazione e insorgenza di ictus, l’Università Politecnica delle Marche in Ancona si è distinta per uno studio mul-ticentrico Assert (Asympto-matic Atrial Fibrillation and Stroke Evaluation). I dettagli sono illustrati nel riquadro qui a �anco. Nel frattempo l’organizzazione delle Scuole di Specializzazio-ne è passata da cinque a quat-tro anni. E Capucci su questo aspetto è perplesso: “Prima gli

mette di ridurre l’immissione di Co2 nell’atmosfera e di un grande e potente impianto fotovoltaico. In tutti i reparti è poi stata attivata la raccol-ta di�erenziata, con punte di adesione che arrivano anche al 40%. Tra i più recenti traguardi, nel 2015, con il nuovo Centro di Ricerche Ematooncologiche - Creo, si è dotato di ulteriori laboratori di alta tecnologia: circa 6mila mq per la ricerca e assistenza nel campo dell’ema-tologia con trapianto, onco-logia, genetica e medicina molecolare. “Tra questi - com-menta Orlandi - il laboratorio Good Manufacturing Practice - Gmp è uno tra i più avanzati nelle dotazioni delle strutture di ricerca e assistenza presenti nel nostro paese che permette di praticare le più innovative terapie cellulari”. Il Polo unico ospedaliero universitario di Perugia è dunque ormai una realtà, con tutte le potenzialità logi-stiche e professionali per re-alizzare l’integrazione siner-gica tra ricerca e assistenza e costituire la punta avanzata del Sistema Sanitario Um-bro. Strettamente collegato funzionalmente e cultural-mente con le altre strutture, ospedaliere e territoriali, è l’ospedale che può a�rontare le s�de terapeutiche future e che realizza il dinamico tra-sferimento delle conoscenze scienti�che all’applicazione pratica al letto del malato.

specializzandi svolgevano an-che un anno e mezzo nei Re-parti di Medicina Generale e altri tre anni nella cardiologia per imparare ad assumersi ve-re responsabilità. Ora, invece, la Medicina Generale si riduce a pochi mesi e anche l’attività cardiologica è stata ridotta. Il rischio - secondo me - è che gli studenti siano assorbiti da un lavoro routinario e che non imparino veramente. Lo veri�cheremo tra quattro an-ni, quando usciranno i primi cardiologi formatisi in quattro anni. Negli Stati Uniti la spe-cialità è ancora di sei anni”.

E con la app “Nessun dolore” i genitori sono più vicini ai bimbi dopo gli interventi

Abuso di alcolici, sostanze eccitanti e sonno irregolare tra le cause di scompensi cardiaci e sincopi. Se n’è parlato in un convegno

Un polo sanitario di alta specialità. Così si pre-

senta l’Azienda Ospedaliera di Perugia che, comprendente la Facoltà di Medicina e Chirur-gia dell’Università degli Studi di Perugia costituisce, grazie alle speci�che professionalità presenti, al complesso di tec-nologie innovative e alla tipo-logia di prestazioni o�erte, un punto di eccellenza sia per la sanità umbra che per quella nazionale. Gli indicatori annuali ne testi-moniano il ruolo centrale nel-la rete ospedaliera umbra: il Pronto Soccorso assicura una risposta immediata ad oltre 62mila cittadini; la Centrale Unica Regionale 118 con l’eli-soccorso garantisce interventi d’emergenza in tutta la regio-ne; sono 40 mila i ricoveri e 22 mila gli interventi chirurgici, oltre 8 milioni le prestazioni specialistiche. Tutto il sistema di qualità, è orientato ai principi innova-tivi di organizzazione centrati sulla soddisfazione della per-sona e della comunità e coglie la s�da o�erta dallo sviluppo tecnologico anche a supporto

Il 19 e 20 febbraio scorso, all’hotel Carlton di Bologna,

si è svolto l’11 esima edizione del convegno internazionale “Atrial Fibrillation and Heart Failure: the ugly and the nasty 2015”. L’incontro, presieduto dal professor Alessandro Capucci degli Ospedali Riuniti di An-cona, ordinario di Malattie dell’apparato cardiovascola-re all’Università Politecnica delle Marche, ha visto riuniti specialisti da tutto il mon-do. Nell’occasione si è fatto il punto sugli aggiornamenti più recenti legati ad aritmie e

del comfort dell’assistito.“Cittadino al Centro” è il principio ispiratore di tutti i nostri processi organizzativi e assistenziali - a�erma il diret-tore generale Walter Orlandi - e, in tal senso, l’ospedale di Perugia �gura, nell’indagine Agenas/Auditcivico, tra i mi-gliori a livello nazionale.” La struttura si caratterizza per essere un Ospedale paperless e altamente tecnologico dal momento che, dall’ingresso alla dimissione, sta informa-tizzando tutto il percorso del

scompensi cardiaci, tachicar-dia e �brillazione ventricolare. Si tratta di sindromi impor-tanti che, specie nel caso della �brillazione atriale (comune-mente detta “cardiopalmo”) valgono il 2% dei ricoveri in Pronto Soccorso, soprattutto di anziani. “Ma ora - fa nota-re il Capucci - questa aritmia sta iniziando a colpire anche i giovani causando svenimenti temporanei, chiamati sincopi. Tra le possibili cause - dice il professore - si è avanzata l’ipo-tesi che l’elevato consumo di alcol possa favorire le aritmie. Se poi si assumono sostanze eccitanti il rischio aumenta. Le aritmie possono comparire e passare da sole ma possono anche portare alla perdita di conoscenza: le stragi del saba-to sera, insomma, potrebbero essere legate alla �brillazione atriale”. Altro tema importante è quel-lo legato alla prevenzione de-gli ictus e ai nuovi farmaci che rendono il sangue più �uido. “La �brillazione - spiega Ca-pucci - favorisce l’insorgenza di coaguli, detti trombi, che possono andare in circolo e

ricovero. Sono state introdot-te anche alcune innovazioni, dalla prescrizione e sommi-nistrazione del farmaco in sicurezza tramite braccialetto elettronico, �no ai referti on line di laboratorio e dell’im-magine radiologica al proprio pc o smartphone. Numerosi sono poi stati gli interven-ti chirurgici e�ettuati con il Robot Leonardo da Vinci, ed è anche presente un robot per la preparazione dei farmaci oncologici. Tra i progetti che di recente hanno quali�cato

causare ictus cerebrale. È uno degli avvenimenti più temibili che provoca danni perma-nenti nel 50% dei casi”. Per prevenire questi casi bisogna rendere il sangue più �uido: ma è una situazione che espo-ne al pericolo di emorragie. In proposito Capucci a�erma “Negli ultimi anni si è parlato molto di nuovi farmaci come Dabigatran, Rivaroxaban e

Forse la �brillazione atriale è solo un marcatore di rischio dell’ ictus, non la causa diretta. Il nuovo scenario è descritto

in una recentissima sottoanalisi dello studio multicentrico As-sert pubblicata su Circulation e che vede come prima �rma la dottoressa Michela Brambatti dell’Università Politecnica delle Marche. Il lavoro è stato svolto in collaborazione con la Mc Ma-ster University, (Hamilton, ON, Canada) sotto la supervisione del professor Je�rey Healey, illustre esperto del campo.Secondo Capucci “è uno studio rivoluzionario perché, prima di questo lavoro, si pensava che fosse la �brillazione atriale a provocare l’ictus. Invece, in base ai dati raccolti, la �brillazione potrebbe essere un co-fattore: un aspetto che porterà alla riva-lutazione delle attuali terapie”.

Nuove ipotesi sulla relazione tra fibrillazione atriale e ictus

Vista del Polo sanitario dell’Azienda Ospedaliera di Perugia

Il direttore generale Walter Orlandi

Il prof. Alessandro Capucci Un laboratorio di cardiostimolazione ed elettrofisiologia

Page 7: E enti Anno 8 N 9 CentroNord30 marzo 2015€¦ · Lunedì 30 marzo 2015 C ampa, Cassa Nazionale Assistenza Malattie Profes-sionisti Artisti e Lavoratori Au-tonomi, è una Società

Sanità & Salute 7EventiLunedì 30 marzo 2015

corsi di laurea tradizionali e consolidati, con il compito di fornire solide conoscenze di base unite ad approcci meto-dologici, strumenti cognitivi e tecniche di apprendimento tali da permettere al laureato l’aggiornamento di conoscen-ze e competenze anche negli anni successivi alla laurea, ma anche corsi �nalizzati all’ap-prendimento permanente, come i master universitari, che debbono integrare, completa-re e aggiornare la formazione superiore per orientarla mag-giormente verso il mondo del

UNIVERSITÀ DI CAMERINO / I corsi per speci�ci settori professionali. Hanno la durata di un anno prevedono anche lo stage, o più brevi per esigenze mirate

L’eccellenza della formazione post-laurea nelle Marche

lavoro. I master dell’Universi-tà di Camerino rispondono a due esigenze fondamentali: la necessità di fornire speci�che competenze professionali, che i corsi di laurea tradizionali non sono in grado di o�rire, per un rapido ed e�cace inse-rimento nel mondo del lavoro e la necessità di aggiornare continuamente le competenze per venire incontro alla con-tinua evoluzione delle cono-scenze, della tecnologia, degli strumenti di lavoro e delle nuove metodologie di indagi-ne ed esecuzione.

L’ateneo di Camerino, con i suoi quasi sette secoli di consolidata tradizione dalla sua fondazione nel lontano anno 1336, è all’avanguardia in questa spinta all’innova-zione continua, attraverso un’attenta indagine dei mer-cati e delle richieste della so-cietà, del mondo del lavoro e delle professioni”. Accanto ai master, della durata di un anno e con uno stage svol-to in aziende ed enti con-venzionati, l’Università di Camerino o�re anche corsi di perfezionamento e ag-giornamento professionale nel settore della medicina e salute, più brevi e più delimi-tati negli obiettivi: “Scienza estetica”, “Flebologia emodi-namica e terapie integrate”, “Monitoring e auditing delle sperimentazioni cliniche”, “Nuove frontiere della pro-fessione del farmacista: dalla gestione dei prodotti della salute e del benessere alla ge-stione della farmacia”, “Tec-niche estetiche: il prodotto cosmetico e il suo corretto uso nel trattamento in cabi-na su cute e annessi cutanei”.

Tra le proposte, master per la promozione del benessere/cosmesi e per dirigenti della Sanità e nelle professioni farmaceutiche

Nel cuore della regione Marche, su un colle cir-

condato da montagne, dove la qualità della vita costituisce una peculiarità del territorio, sorge Camerino, antichissima cittadina centro di un famoso ducato rinascimentale, con la sua Università che da 679 anni propone molti corsi di laurea umanistici e scienti�ci e da alcuni decenni anche master e corsi post-laurea �nalizzati all’apprendimento lungo l’in-tero arco della vita. Questi cor-

si, progettati e organizzati con il contributo del mondo del la-voro, dell’economia, delle pro-fessioni e della pubblica am-ministrazione, grazie alla loro �essibilità che ben si coniuga con le esigenze di cambiamen-to di una moderna società in rapida evoluzione, riescono a rispondere con tempestività alle nuove richieste del ter-ritorio. Molti master (www.unicam.it/master) sono rivolti alle necessità crescenti di stili di vita corretti che riescano a

coniugare qualità della vita, tradizione alimentare e salu-te, come “Promozione del be-nessere della popolazione, dei prodotti locali e della cultura territoriale”, “International master on agri-food quality”, “Nutrizione, Nutraceutica e Dietetica applicata” e “Scien-za dei prodotti cosmetici e dermatologici”. Altri master sono invece indirizzati a pro-fessionalità del settore della medicina e del farmaco, in particolare “Diritto sanitario e management delle aziende sanitarie”, “e-Health: Teleme-dicina e tele farmacia in fun-zione del Servizio Sanitario Nazionale”, “Health coaching”, “Galenica clinica”, “Gestione regolatoria del ciclo di vita del farmaco”, “Hospital pharma-cy management”, “Manager di dipartimenti farmaceutici”, “Medicina estetica e terapia estetica” e “Metodologia clini-ca e biostatistica applicata ai clinical trials”. Il giovane Ret-tore dell’Università di Cameri-no Flavio Corradini sottolinea come “la rapidità dei cambia-menti in atto nella moderna società richieda da un lato i Il rettore Flavio Corradini dell’Università di Camerino

© g

oo

dlu

z - F

oto

lia.c

om

Vista del rettorato dell’Università di Camerino

La Corte dei Conti si è pro-nunciata di recente: d’ob-

bligo importanti investimenti nel comparto sanitario, specie per quanto riguarda l’assisten-za domiciliare e territoriale. A tale proposito la legge di Stabi-lità per il triennio 2015-2017, pubblicata sulla Gazzetta uf-�ciale il 29 dicembre scorso, contiene molti punti inerenti l’ambito sanitario. Se è ancora in via di de�nizione l’ammon-tare del fondo per le presta-zioni assistenziali alle vittime dell’amianto (dal 1993 al 2008 ci sono stati 15.845 casi di me-sotelioma maligno, correlato all’esposizione alle �bre aero-disperse dell’amianto, e solo in Lombardia le stime parlano di ulteriori 7 mila casi da qui al 2030), è pari a 45 milioni di euro quello destinato alle boni�che ambientali, purché siano siti di interesse nazio-nale. Così 3 milioni di euro saranno stanziati per le emer-genze sanitarie nel 2015 e 1,5 milioni di euro annui, a partire dal 2016, per il potenziamento delle misure di sorveglianza e per ra�orzare i livelli di con-trollo di pro�lassi internazio-nale. Altra importante novità

Umanizzare le cure ma an-che essere il motore di

speci�ci programmi di preven-zione. È questa la mission della Fondazione dell’Ospedale G. Salesi Onlus, che nasce come strumento operativo sinergico dell’omonimo Presidio Ospe-daliero - unico ospedale re-gionale ad esclusivo indirizzo materno-infantile -, ma che da tempo opera anche all’esterno, portando, ad esempio, nelle scuole tematiche di assoluta rilevanza. Lo scorso dicembre, la Fondazione ha attivato, nelle terze classi delle scuole elemen-tari di Camerano e di Loreto, un progetto mirato alla pre-venzione dei disturbi del com-portamento alimentare. “Negli ultimi anni si è riscontrato non solo un aumento di disturbi che riguardano l’obesità infantile, l’anoressia nervosa, la bulimia, l’alimentazione incontrollata, ma anche un abbassamento dell’età d’esordio” a�erma il direttore operativo Annarita Settimi Duca.” Considerando fondamentale un intervento precoce, appropriato e inten-sivo, la Fondazione è dunque ‘entrata’ nelle aule, mettendo a disposizione di alunni e genitori

Prestazioni assistenziali, boni�che ambientali e farmaci innovativi Attivato un programma contro i disturbi legati all’alimentazione

Il nuovo prontuario farmaceutico Cure e prevenzione al centro

prevista per quest’anno è la creazione da parte di Aifa di un nuovo prontuario farma-ceutico nazionale aggiornato sulla base del criterio costo bene�cio e e�cacia terapeuti-ca. Inoltre per ampliare la pos-sibilità di accesso ai farmaci per tutti i pazienti, dovrebbe aprirsi un programma deno-minato programma nazionale di Health Technology Asses-sment (Hta) dei dispositivi medici, che vede la collabora-zione di Aifa e del Ministero della Salute per l’attivazione di procedure di analisi dei bene-�ci e dei costi economici, me-dici, etici, politici, sociali delle nuove tecnologie in ambito

un team di professionisti com-posto da una biologa nutrizio-nista, una psicologa ed esperti dello sport. “Grazie a un lavoro multidisciplinare che si esplica, in concreto, attraverso laborato-ri e incontri giocosi, cerchiamo di educare i bambini a una sana e corretta alimentazione non-ché all’importanza dello sport” spiega Duca. L’iniziativa, in collaborazione con l’Università Politecnica delle Marche e con diverse associazioni sportive, prevede una durata di tre anni e ha dato �nora risposte molto positive. Numerosi sono poi i progetti che la Fondazione ha all’attivo all’interno dell’Ospe-dale Salesi, dove è presente con �gure professionali quali�cate in grado di aiutare il medico e gli operatori sanitari ad operare al meglio. Il progetto “Battito

sanitario, in particolar modo in relazione allo sviluppo di medicinali innovativi o di ec-cezionale rilevanza terapeuti-ca. In�ne, è previsto un fondo per il rimborso dei medicinali innovativi. Riguarda le regio-ni, che potranno concorrere, nel 2015 e nel 2016, per il rim-borso in caso di acquisto di medicinali innovativi, e sarà coperto da un contributo sta-tale di 100 milioni di euro per l’anno 2015, e da una quota delle risorse destinate alla rea-lizzazione di speci�ci obiettivi del piano sanitario nazionale pari a 400 milioni di euro per il 2015 e 500 milioni di euro per il 2016.

d’Ali”, a esempio, fornisce un sostegno psicologico �nalizzato ad aiutare i genitori di bambini prematuri ricoverati nel reparto di terapia intensiva neonatale; c’è il progetto per la prepara-zione psicologica dei bambini prossimi all’intervento chirur-gico, e quello per il contenimen-to del dolore in oncoematologia pediatrica. “Crediamo molto anche nell’importanza delle co-oterapie, come la Pet e la Clown �erapy o la musicoterapia” conclude Duca, “quale valido sostegno nelle terapie farma-cologiche e in grado di contri-buire, al pari dei molti progetti attivati, al miglioramento della qualità di vita dei bambini ospe-dalizzati”. La Fondazione è ca-po�la del un progetto europeo “Musa” per de�nire i pro�li pro-fessionali di queste coterapie.

FINANZIAMENTI / La legge di Stabilità per il triennio 2015-2017 OSPEDALE G.SALESI ONLUS / Le iniziative della Fondazione

Il direttore operativo AnnaritaSettimi Duca, lo staff e i donatori della Fondazione

Page 8: E enti Anno 8 N 9 CentroNord30 marzo 2015€¦ · Lunedì 30 marzo 2015 C ampa, Cassa Nazionale Assistenza Malattie Profes-sionisti Artisti e Lavoratori Au-tonomi, è una Società

8 Sanità & SaluteEventi

Lunedì 30 marzo 2015

distretto (dipartimenti, Uo di Cure Primarie) per la programmazione, organiz-zazione gestione e verifica dei percorsi di cura e altre attività innovative di presa in carico dei pazienti. Que-sta offerta formativa produ-ce un profilo professionale di medico con competenze cliniche di medicina ge-nerale (diagnosi, cura, ri-abilitazione delle malattie acute, croniche e termina-li, promozione della salute e prevenzione individuale e comunitaria, suppor-to psicologico), affiancate da competenze gestionali

UNIMORE / La Scuola di specializzazione in Medicina di Comunità e Cure Primarie

Il ruolo fondamentale del medico specialistaFormazione professionalizzante in strutture ospedaliere e territoriali in rete

Il recente decreto di rior-dino delle specializzazio-

ni mediche (Dim 4 febbraio 2015 n.68), nell’indicare la “Specializzazione di Medi-cina di Comunità e di Cu-re Primarie” riconosce con chiarezza il ruolo dell’Uni-versità nella formazione specialistica di un medico dedicato al sistema delle Cu-re Primarie, settore in ampio sviluppo in tutta Italia ed Europa. Le Cure Primarie nascono culturalmente sotto l’egida del Who, che in numerosi documenti ne ha indicato le modalità organizzative e clinico-assistenziali. La specializzazione si ispira ai suddetti documenti per gli aspetti culturali (salute mul-tidimensionale, centralità di paziente e famiglia, integra-zione socio-sanitaria, atti-vità in team multi-interpro-fessionale, coordinamento) e metodologici (approccio bio-psico-sociale, valuta-zione multidimensionale, stesura di piani assistenziali integrati, educazione tera-peutica). La specializzazio-

ne tiene conto anche delle caratteristiche indicate dal Wonca Europa in riferimen-to alla disciplina “Medicina Generale e di Famiglia”. Il decreto indica nel dettaglio le attività professionalizzanti del medico in formazione, prospettando un alto livello operativo del “prodotto �ni-to”, ovvero dello specialista in Cure Primarie. In una rete formativa in-tegrata Università-Ssr, il medico impara lavorando nei reparti ospedalieri di

medicina e specialità medi-che, pediatria, psichiatria, pronto soccorso, negli stu-di dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta, seguendoli nelle attività di assistenza domiciliare integrata. Fre-quenta inoltre le strutture territoriali materno-infan-tili, le residenze intermedie per anziani, disabili fisici e psichiatrici (residenze socio-sanitarie, riabilitati-ve, ospedali di comunità, hospice), e le strutture di

Il pro�lo professionale o�re prospettive occupazionali nei servizi territoriali tradizionali e in quelli in via di svilup-

po, necessari per rispondere in modo appropriato ed econo-micamente sostenibile ai bisogni di salute delle popolazione: servizi per la medicina di iniziativa, ospedali di comunità, ambulatori per patologie croniche, Uo per la continuità delle cure fra ospedale e servizi territoriali. La Specializzazione fornisce l’opportunità di attuare anche in Italia quella real-tà formativa comune a tutti i paesi europei, rappresentata dalla “Formazione universitaria dei Medici di Medicina Generale”. La realtà che più si avvicina al nostro modello formativo esiste in Spagna, dove i Mmg hanno tutti il titolo di “Especialista in medicina familiar y comunitaria” conse-guito a seguito di percorso universitario e che consente loro di lavorare in forma associativa nei “Centros de salud” per curare e assistere i cittadini, nonché gestire i Centri stessi. Molti giovani medici interessati alla medicina territoriale auspicano al più presto in Italia l’avvio di un percorso forma-tivo universitario in rete integrata con il Ssr che conferisca al Mmg il titolo di Medico Specialista in Medicina di Comuni-tà e Cure Primarie, orientato ad aumentare le competenze del Mmg. Adottare questo percorso consentirebbe inoltre al Mmg specialista di optare per una carriera prevalentemente clinica o clinico-gestionale nei servizi territoriali.

Prospettive occupazionali e analogie europee

La sede di Baggiovara (Mo) dell’Università di Modena e Reggio Emilia

(coordinamento, governo clinico di percorsi di cu-ra, dirigenza e direzione di Uo semplici e complesse di distretto, dipartimento di Cure Primarie). Un profilo sicuramente innovativo e funzionale soprattutto alla presa in carico globale dei pazienti complessi nei ser-vizi in rete, ovvero nei ser-vizi territoriali integrati al bisogno con l’ospedale.

Una parte degli specializzandi in Medicina di Comunità nell’atrio della sede della scuola (Ospedale di Baggiovara)

SPEC. MEDICINA DEL LAVORO SIENA / La Scuola di Specializzazione in Medicina del Lavoro dell’Università degli Studi di Siena

Lo scambio di esperienze forma medici capaci

stessa Aous e dell’Università; esiste anche la disponibilità di alcuni letti di degenza (resp. prof. P. Sartorelli) utili per la de�nizione di patologie più complesse, prevalentemente a carico dell’apparato respirato-rio (asma, �brosi interstiziali, etc.). Gli specializzandi pos-sono anche collaborare attiva-

mente con le strutture del Ser-vizio Sanitario Nazionale (Asl e medici curanti). I docenti ven-gono scelti sulla base della più ampia condivisione di alcuni principi generali allo scopo di formare giovani medici in gra-do di con�gurare una presenza critica e autonoma all’interno del mondo del lavoro, capa-ce di interpretarne i continui cambiamenti tecnologici, so-cioeconomici e normativi. È, dunque, necessaria l’acquisi-zione anche di elementi di so-ciologia, antropologia ed eco-nomia. Le materie di carattere strettamente medico si fonda-no su criteri di evidence based medicine, con riguardo alla tossicologia, alla igiene indu-striale e alla epidemiologia dei tumori occupazionali (tumori da amianto, cancro del naso e dei seni paranasali, etc.). La clinica delle malattie da lavoro viene a�rontata in maniera in-terdisciplinare con ampio spa-zio alla diagnosi di�erenziale soprattutto per quanto attiene a problemi emergenti quali lo stress lavoro correlato, le pa-tologie dell’apparato muscolo-scheletrico e così via. La Scuola, per molti anni ha privilegiato una visione pubblica della Me-dicina del Lavoro; tuttavia, il D.Lgs. 81/08 legittimando un inquadramento di tipo preva-lentemente privatistico dell’at-tività di sorveglianza sanitaria nei luoghi di lavoro, impegna a fornire un’adeguata forma-zione coerente anche con tali presupposti.

Attività interdisciplinare con ampio spazio ai diversi fattori di rischio e attenzione alle patologie emergenti

La garanzia che i medici del lavoro riescano a svolgere

un ruolo attivo e indipendente nelle aziende deve derivare dal-la consapevolezza delle proprie conoscenze e dalla coscienza che la stessa attività sanitaria deve essere �nalizzata alla pre-venzione primaria e alla tutela della dignità dei lavoratori, co-me ribadito dalla International Commission on Occupational Health (Icoh).La complessità dei problemi all’interno dei luoghi di lavoro può richiedere collaborazio-ni interdisciplinari altamente quali�cate (di natura chimica, mineralogica, e così via); il me-dico del lavoro, dunque, dovrà essere in grado di interfacciarsi correttamente con numerose altre �gure professionali. La conoscenza delle lingue straniere, i rapporti con altre università anche estere e com-petenze informatiche per la ge-stione e�cace di una moderna medicina di gruppo devono completare la formazione degli specializzandi. I protocolli sa-nitari da applicare nelle azien-de, legati alla natura e all’entità dei rischi lavorativi, devono

essere valutati criticamente in netta opposizione al consumi-smo di esami “automatizzati”.Dai progetti dell’Organizza-zione Mondiale della Sanità, del ministero della Salute e del Piano Sanitario della Regio-ne Toscana emerge in sintesi la necessità di �gure mediche capaci di partecipare attiva-mente alla realizzazione degli obiettivi condivisi di Sanità Pubblica. Allo scopo di favori-re il coinvolgimento e lo scam-bio di esperienze “secondo un modello partecipativo e auto-gestito dagli specializzandi” presso la Scuola è stata proget-

tata l’iniziativa Updating Me-dicina del Lavoro, partita con una rivista scienti�ca open ac-cess (www.updatingmdl.wor-dpress.com). Tali iniziative so-no incoraggiate dalle politiche accademiche attuali e trovano riscontro in analoghi progetti internazionali; Updating Medi-cina del Lavoro ha partecipato anche al XX world congress on Safety and Health at Work 2014. Il professor Giuseppe Battista dirige dal 1991 la Scuo-la di Specializzazione in Medi-cina del Lavoro dell’Università degli Studi di Siena alla quale da 4 anni è aggregata la Scuola

Lo staff della Scuola di Specializzazione in Medicina del Lavoro dell’Università degli Studi di Siena, guidato dal professor Giuseppe Battista

di Specializzazione in Medici-na del Lavoro dell’Università degli Studi di Pisa. Sono a di-sposizione della rete formativa della Scuola tutti i reparti clini-ci e di laboratorio dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Se-nese (Aous), i Servizi di Pre-venzione e Protezione e della Sorveglianza Sanitaria della

La home page di www.updatingmdl.wordpress.com

Page 9: E enti Anno 8 N 9 CentroNord30 marzo 2015€¦ · Lunedì 30 marzo 2015 C ampa, Cassa Nazionale Assistenza Malattie Profes-sionisti Artisti e Lavoratori Au-tonomi, è una Società

Sanità & Salute 9EventiLunedì 30 marzo 2015

L’Aist - Associazione Ita-liana per lo Studio della

Tosse, costituita a Bologna nel 1996 su modello di altre Società inglesi e americane, riunisce specialisti di bran-che mediche diverse al �ne di promuovere e sviluppare la ricerca e la cura della tosse.“Oltre cento sono le cause che possono provocarla, dalle malattie respiratorie al taba-gismo, dall’inquinamento at-mosferico alle allergie - spiega il presidente, dottor Alessan-dro Zanasi -. Il contributo di un’équipe composta da spe-cialisti in vari settori (pneu-mologo, gastroenterologo, otorinolaringoiatra, pediatra, farmacologo) e la collabora-zione con esperti internazio-nali rendono l’Aist una socie-tà scienti�ca interdisciplinare in costante fermento, un pun-to di riferimento per coloro che vogliono a�rontare in modo costruttivo i problemi legati alla tosse”.L’Aist svolge un ruolo in-formativo/educazionale primario nella prevenzione della tosse e aiuta a gestirne nel modo migliore e�etti e complicanze, ponendo par-

Da anni si è specializzato nello studio di linfomi

e leucemie. Un lavoro che ha portato l’Istituto di Anatomia patologica del dipartimen-to di Biotecnologie Mediche dell’Università di Siena a esse-re uno dei centri di riferimen-to in Italia con pazienti che arrivano da tutta la regione e anche fuori dalla Toscana per un totale di 32.000 casi di cui 2.500 di emolinfopatologia. L’attività dell’Istituto è guida-ta da Lorenzo Leoncini, pro-fessore ordinario dell’ateneo senese, che grazie alla sua abi-lità nella ricerca e nella dia-gnosi dei linfomi, è responsa-bile del centro che si occupa di diagnostica e ricerca.“Il primo requisito per il cor-retto trattamento dei linfomi è una diagnosi istologica esat-ta e tempestiva che permetta di intervenire in maniera ef-�cace senza perdere tempo”, spiega Leoncini che è autore di numerose pubblicazioni scienti�che in materia ed è membro dell’European So-ciety of Hematopathology e dell’International Network for Cancer Treatment and Research, un’organizzazione

Un punto di riferimento per conoscere i problemi legati alla tosse

Protocolli terapeutici all’avanguardia e collaborazioni internazionali

La forza dell’interdisciplinarietà

I nemici dei linfomi e delle leucemie

ticolare attenzione ai pazien-ti che presentano forme di tosse persistenti di origine sconosciuta. “Desideriamo contribuire allo sviluppo di Centri con standard qualita-tivi omogenei, per favorire una migliore assistenza dei pazienti con tosse, in grado di assicurare l’applicazione uni-forme dei più elevati criteri di diagnosi e terapia - dichiara Zanasi -. L’attività prevede la programmazione di progetti di ricerca, con particolare ri-guardo ai rapporti fra tosse e asma, Bpco (broncopneupa-tia cronica ostruttiva), re�us-

che sviluppa protocolli tera-peutici per i Paesi in via di sviluppo. Negli anni l’attività dell’Isti-tuto, che esegue diagnosi istocitologiche utilizzando tecniche morfologiche, im-munoistochimiche e mole-colari di ultima generazione, raccoglie informazioni di va-lore prognostico e terapeuti-co, oltre a contribuire agli stu-di clinici e alla ricerca di base e applicativa, è cresciuta con l’utilizzo di protocolli diagno-stico/terapeutici europei che ha contribuito a sviluppare e validare, grazie alle numerose

so gastro-esofageo, infezioni, fumo e ambiente”.L’Aist organizza convegni, in-contri scienti�ci e manifesta-zioni a carattere nazionale e internazionale, destinati sia al mondo sanitario sia ai media. Realizza inoltre corsi di for-mazione per medici di medi-cina generale e punta allo svi-luppo di sinergie sempre più forti con le principali società scienti�che, coinvolgendo istituzioni politico-sanitarie e associazioni di pazienti. Per maggiori informazioni su Ai-st visitare il sito internet www.assotosse.com.

collaborazioni internazionali. Per quanto riguarda l’attività scienti�ca, l’Istituto si occupa della ricerca sulla espressione genica dei linfomi con parti-colare attenzione al ruolo che i prodotti virali, sopratutto il virus di Epstein-Barr, svolgo-no nello sviluppo e nella pro-gressione di queste malattie. Più recentemente, il campo di attività si è esteso alla va-lutazione delle alterazioni dei processi metabolici nelle cel-lule neoplastiche che possano essere oggetto di terapia mi-rata e alla identi�cazione di nuove mutazioni geniche.

AIST / Le iniziative dell’Associazione Italiana per lo Studio della Tosse di Bologna

UNIVERSITÀ DI SIENA / Dipartimento di Biotecnologie Mediche

Lorenzo Leoncini, responsabile dell’istituto di Anatomia patologica del dipartimento di Biotecnologie Mediche dell’Università di Siena

Alessandro Zanasi, presidente di Aist, Associazione Italiana per lo Studio della Tosse

“Finora, su 778 pazien-ti operate, il successo

è stato unanime. È il Mini Lifting Dinamico Verti-cale. Il suffisso ‘mini’ è da correlare solo alla ridotta invasività della procedura e della convalescenza, non all’entità della correzione né alla durata della stessa - spiega il prof. Gallucci -. L’obiettivo di questa proce-dura chirurgica è quello di dare maggiore freschezza al viso, annullando i rilas-samenti senza però altera-re l’espressività. Nei lifting tradizionali, invece, di so-lito si nota purtroppo un cambiamento. Le pazienti sottoposte a quei tipi di in-terventi spesso ci appaiono diverse”.Piuttosto che alterare l’espressività in alcuni casi è preferibile addirittura rag-giungere un miglioramento minore, anche del 10-20% in meno del risultato ide-ale, in nome di un aspetto più fresco e tonico, ma so-prattutto più naturale.“Con la nuova tecnica, nessuno si accorgerà che abbiamo fatto un lifting

La tecnica messa a punto dal professor Marco Gallucci di Firenze

Lifting “Mini”, efficace e naturale

poiché la nostra bocca e i nostri occhi non saranno cambiati e neppure stirati e allargati. Sarà solo tutto ciò che sta intorno a essere risollevato e corretto. Que-sto accade perché non vie-ne più effettuata la trazione orizzontale che tenderebbe a stirare occhi e bocca, ma viene eseguita la trazione verticale. Si sceglie questo orientamento perché i vo-lumi del viso, spinti dalla gravità, cedono verti-calmente svuotando guancia e zigomo e appesantendo la linea della man-dibola. Ed è per tale motivo che un lifting classico (prevalentemente a trazione oriz-zontale) cambia spesso l’espressivi-tà. Il fatto poi che, grazie all’anestesia locale, il paziente pos-sa parlare e sorridere du-

rante l’intervento, consente con assoluta certezza di ve-rificare la mimica, evitando di alterare l’espressione del volto”. I rischi di insuc-cesso o complicanze sono pressoché nulli, in quanto sulla superficie della fascia muscolare, il cosiddetto Smas (Superficial muscular aponeurotic system), non esistono nervi sensitivi né motori.

SIES / I segreti del Mini Li�ing Dinamico Verticale, che non altera l’espressione

© K

ho

rzh

evsk

a - F

oto

lia.c

om

Page 10: E enti Anno 8 N 9 CentroNord30 marzo 2015€¦ · Lunedì 30 marzo 2015 C ampa, Cassa Nazionale Assistenza Malattie Profes-sionisti Artisti e Lavoratori Au-tonomi, è una Società

10 Sanità & SaluteEventi

Lunedì 30 marzo 2015

za per questo compromettere la prognosi”. In tal senso, si distinguono prestazioni con priorità alta che devono es-sere e�ettuate entro 3 o 10 giorni, con priorità media che prevedono un’attesa tra i 30 e i 60 giorni, e senza priorità per cui l’attesa può arrivare �no a 180 giorni.La seconda direttrice del piano riguarda l’azione di monitoraggio e controllo del sistema regionale. Un’azione strettamente operativa che ha previsto la creazione di un Cup regionale che permette di prenotare un esame specia-

REGIONE UMBRIA / I nuovi modelli organizzativi programmati dalla direzione Salute e Coesione sociale

Una telefonata riduce le liste d’attesalistico ovunque all’interno del territorio dell’Umbria. Il citta-dino è così libero di scegliere se attendere più a lungo per poter usufruire di una pre-stazione vicino a casa propria oppure di spostarsi altrove per accorciare i tempi. Paral-lelamente, è stato istituito un servizio di recall automatiz-zato che, con 6 giorni di an-ticipo, ricorda al cittadino la propria prenotazione e al con-tempo gli permette di disdirla qualora non intenda più e�et-tuare la visita o l’esame. “Dal momento che normalmente il 15-20% di coloro che hanno una prenotazione non si pre-sentano all’appuntamento - fa notare Duca - il sistema rende possibile recuperare disponi-bilità di prestazioni, da ricol-locare soprattutto per coloro che sono in lista d’attesa con priorità alta. Da ottobre 2014 a oggi, cioè nei primi 4 mesi di attivazione del piano stra-ordinario, sono state contatta-

ti oltre 8.400 cittadini e prese in carico con questa modalità circa 4.800 persone e, di que-ste ultime, circa il 68% sono state anticipate anche rispetto alla prenotazione originaria”. Non meno importante è stata poi l’istituzione di un piano di comunicazione regionale sulle liste d’attesa, unitamente all’implementazione di pro-cessi di informazione e for-mazione di tutti gli attori del sistema, comprese le farmacie, che e�ettuano prenotazioni e riscossioni ticket (farmacup), le associazioni di categoria e dei cittadini. Con questi sono stati istituiti tavoli tecnici re-gionali che sistematicamente si riuniscono per a�rontare e risolvere le criticità che si ven-gono a evidenziare.In�ne, la quarta linea di inter-vento ha riguardato l’aumento delle prestazioni sanitarie ed è stata quella più e�cace dal punto di vista dei risultati immediati. “Abbiamo rimo-dulato l’o�erta su alcune aree critiche come la diagnostica per immagini, l’oculistica e la cardiologia - conclude Du-ca - attraverso una maggio-re apertura delle attività. In particolare, per alcuni servizi è stato prolungato l’orario po-meridiano �no alle 22, con la possibilità di accedere alla prestazioni anche il sabato e la domenica. Questo ha com-portato l’erogazione di 24.900 prestazioni aggiuntive rispet-to a quelle o�erte in prece-denza”.

Appropriatezza, priorità, monitoraggio e controllo: più e�cienza nel diritto alla salute

Come sviluppare nuovi modelli organizzativi

per migliorare il servizio sia al paziente che al personale operativo? È la domanda a cui la direzione Salute e Coesione sociale della regione Umbria ha di recente dato risposta at-tuando una serie di program-mi per tutelare e incremen-tare il diritto alla salute del cittadino. Tra questi, avviato lo scorso ottobre, c’è il piano straordinario sull’abbattimen-to delle liste d’attesa per le pre-stazioni specialistiche e la dia-gnostica per immagini, le due aree che, a di�erenza degli esami di laboratorio, presen-tavano le maggiori criticità.“Se è vero che l’iniziativa sui tempi d’attesa è stata adottata anche da altre regioni, per noi è stata una delle azioni prio-ritarie attivate dalla Giunta Regionale nell’ultima fase di legislatura”, a�erma Emilio Duca, direttore regionale Sa-nità Umbria.Il piano, ben lungi dal limitar-si all’aumento della quantità di prestazioni, perché non è questo il modo - o meglio, non il solo -, per abbattere

i tempi d’attesa, si articola su quattro direttrici d’inter-vento. “Abbiamo puntato in-nanzitutto sul governo della domanda - spiega Duca -. La regione Umbria, a fronte di poco più di 900 mila abi-tanti eroga ogni anno circa 2.425.000 esami specialistici e 721.000 esami di diagnosti-ca strumentale per immagini (tac, radiogra�e, risonanze magnetiche e quant’altro). Di fronte a questi numeri era necessario migliorare l’ap-propriatezza delle richieste di esami specialistici. Attraverso un lavoro di squadra portato

avanti dai medici di base e pe-diatri insieme ai medici spe-cialisti delle varie discipline abbiamo dunque attivato i co-siddetti Rao, Raggruppamen-ti di Attesa Omogenei, �naliz-zati ad accertare l’utilità della prestazione e a inserire ogni richiesta in un’appropriata classe di priorità. La classe di priorità racchiude la condi-zione clinica che consente al medico prescrittore di attri-buire a un paziente, in base al bisogno clinico che manifesta, un tempo di attesa ritenuto ragionevole per ottenere una prestazione specialistica sen-

L’ospedale di Foligno

Il presidente della Regione Catiuscia Marini ed Emilio Duca,direttore regionale della Sanità Umbria

Il presidente Catiuscia Marini all’inaugurazione di una nuova sala operatoria all’ospedale di Orvieto

recupero attraverso un inter-vento specializzato che aiuta la persona a ritornare a fare le cose da sola. In questo è importante anche il terapista occupazionale che rieduca la persona alle normali attività quotidiane e lo psicologo a sostegno della persona mala-ta, delle famiglie e degli ope-ratori.“La riabilitazione moder-na ha lo scopo di facilitare il recupero della persona e il suo rientro alle attività

USL UMBRIA 2 / Il dipartimento di Riabilitazione collega e coordina servizi e blocchi funzionali sia ospedalieri che territoriali

Un adeguato intervento riabilitativo

quotidiane e alla parteci-pazione sociale - dichiara il dott. Zampolini -. Pertanto è importante iniziare la ria-bilitazione prima possibile. A questo scopo è stato creato un reparto presso l’ospedale di Foligno in stretta collabo-razione con la neurologia. Quando l’intervento richiede un trattamento più speci�ca-mente riabilitativo, i pazien-ti vengono trasferiti presso gli ospedali specializzati di Trevi e Cascia. Da sempre è

stata riservata attenzione per l’innovazione. Negli ultimi anni abbiamo sviluppato, per esempio, strumenti per la teleriabilitazione, che per-mettono cioè la riabilitazione a domicilio controllata a di-stanza dal centro ospedaliero. Abbiamo anche a disposizio-ne strumenti che ci permet-tono di applicare tecniche particolarmente innovative per il recupero dell’arto supe-riore. Ed è prossima l’acqui-sizione di strumenti robotici che consentono di rieducare al cammino precocemente. Tali strumenti stanno sempre più diventando importanti nei processi di riabilitazione integrando le tecniche tradi-zionali. Le nuove tecnologie permettono infatti un recu-pero maggiore e più precoce”.Notevole è l’attività scienti�ca tuttora in corso allo scopo di studiare farmaci e tecniche riabilitative sempre migliori per favorire il recupero fun-zionale. “Grande è l’atten-zione riservata alla ricerca che vede la costante parte-cipazione ai più importanti congressi nazionali e inter-nazionali. La pubblicazione di oltre 100 lavori scienti�ci è motivo di orgoglio - conclude il dott. Zampolini -. È impor-tante sottolineare anche che le strutture del dipartimento sono sedi di attività didattica per la specializzazione in me-dicina Fisica e Riabilitativa e per il corso di Fisioterapia dell’Università di Perugia”.

Gli sforzi coordinati di strutture diverse, e di tecnologie all’avanguardia, sostengono il recupero del malato

In Umbria la storia della riabilitazione neurologica

inizia negli anni Ottanta con la riconversione dell’ospedale di Trevi. Da allora, per com-pletare una rete che riveste un’importanza fondamentale per gli abitanti della Regio-ne, sono stati aperti l’Unità Spinale Unipolare a Perugia, i centri di Foligno e di Cascia, Passignano sul Trasimeno, Umbertide (Istituto Prosperi-us), Terni (Domus Gratiae), il reparto dell’Ospedale di Or-vieto e il Centro Ortopedico Umbro di Perugia. “Per meglio organizzare il percorso di recupero, nella Usl Umbria 2 è stato istituito il dipartimento di Riabilita-zione che aggrega servizi e blocchi funzionali sia ospe-dalieri che territoriali ed è in grado di collegare e coor-dinare le attività dei singoli servizi - spiega il dott. Mau-ro Zampolini, direttore del dipartimento -. Con questo modello si riesce a prende-re in carico il paziente �n dall’evento acuto e a indiriz-zarlo verso la tipologia di ri-abilitazione più appropriata”.

Quando una persona è col-pita da una malattia acuta può ritornare alla propria vita guarita dopo un adegua-to trattamento medico. Nei casi più gravi, come nel caso di un trauma cranico, que-sto non accade e la malattia lascia delle conseguenze che limitano la capacità di fare le normali cose della vita quoti-diana. Quando questo accade è necessario un adeguato in-tervento riabilitativo.Contrariamente a quanto si pensa, la riabilitazione non è solo ginnastica mirata al

recupero della forza musco-lare, ma è un intervento com-plesso al quale partecipa il medico specializzato in Me-dicina Fisica e Riabilitativa, il �sioterapista che si occupa principalmente del recupero del movimento, il logopedista che si dedica al recupero del linguaggio e, quindi, della ca-pacità di parlare, di ricordare le cose, di stare attenti, come nel caso di persone uscite dal coma.Anche gli infermieri sono importanti per facilitare il

Mauro Zampolini, direttore del dipartimento di Riabilitazione di Usl Umbria 2

Page 11: E enti Anno 8 N 9 CentroNord30 marzo 2015€¦ · Lunedì 30 marzo 2015 C ampa, Cassa Nazionale Assistenza Malattie Profes-sionisti Artisti e Lavoratori Au-tonomi, è una Società

Sanità & Salute 11EventiLunedì 30 marzo 2015

“Per noi è fondamentale que-sto aspetto. Per questo motivo vogliamo le analisi del pazien-te prima di iniziare la terapia e nei grandi obesi anche un elet-trocardiogramma. Quello che ci sorprende positivamente è la capacità che un’alimenta-zione appropriata può porta-re alla salute del paziente con normalizzazione di glicemia, colesterolo e trigliceridi ele-vati”. Tracchegiani è anche direttore sanitario di poliambulatori e studi medici col marchio “Sa-lute e Bellezza”. È opportuno

esposte possono portare a disturbi post-traumatici o contribuire all’insorgenza di altri problemi. In questi casi il trattamento con Emdr si rivela particolarmente utile: per tale motivo è stato impie-gato nel 2002 nel terremo-to in Molise, con i bambini sopravvissuti al crollo della scuola di San Giuliano di Pu-glia, nel sisma dell’Aquila nel 2009 e più recentemente in quello dell’Emilia in collabo-razione con l’Asl di Modena. Sempre con maggiore fre-quenza, la cronaca nera italiana è costellata di casi di femminicidio e infantici-dio. “Nello speci�co - spiega Fernandez -, in Lombardia, abbiamo assistito a numero-se situazioni di emergenza che hanno sconvolto intere comunità. A Cesano Mader-no (in provincia di Monza e Brianza) è stato commes-so un duplice infanticidio (bambini di 2 e 9 anni) da parte del padre; sempre nella stessa provincia un ragazzo di 14 anni si è suicidato. A Lecco, una madre ha ucciso i suoi tre �gli e a San Giuliano

STUDIO MEDICO DOTTOR ALDO TRACCHEGIANI / Angiologo e chirurgo estetico

EMDR ITALIA / È l’associazione che utilizza la metodica “Eye Movement Desensitization and Reprocessing”

Salute e bellezza qui vanno a braccetto

Specialisti nella cura di disturbi da trauma

anche avere indicazioni a pro-posito del trattamento di varici e cellulite: “Per quanto riguar-da la cellulite, gli strumenti a disposizione sono oggi molto numerosi: dalla mesoterapia con fosfatidilcolina all’ossige-no ozono terapia. Se si volesse evitare la terapia medica con iniezioni, si possono e�ettua-re terapie assolutamente non invasive come cavitazione, en-dermologie e radiofrequenza. Chiaramente il tutto preceduto da una visita angiologica con esame ecocolordoppler, mi-surazione del pannicolo adi-poso. Per le varici e i capillari è sempre necessaria una visita angiologica approfondita con ecocolordoppler per valuta-re lo stato del circolo venoso complessivo. Solo in seguito si può passare alla scleroterapia per eliminare varici e capil-lari di piccola e media entità, arrivando alla nuova tecnica scleromousse, che assicura un

Milanese un maestro è stato accusato di abusare delle sue piccole alunne”. “Tutti questi eventi - ag-giunge Fernandez - non solo hanno sconvolto le persone direttamente coinvolte nelle tragedie ma anche le intere comunità.Proprio per far fronte a que-ste emergenze, i Comuni interessati si sono attivati chiedendo un aiuto esperto e focalizzato. Sono stati perciò invitati gli psicologi dell’As-sociazione Emdr Italia, spe-cializzati nell’intervento in situazione di supporto psi-cologico in fase acuta, a so-stenere insegnanti, studenti, genitori, soccorritori e la co-munità stessa”.L’Associazione Emdr colla-bora anche con l’Inail, inter-venendo sugli utenti dopo

perfetto risultato per i tronchi venosi più grandi. La sclerote-rapia sia sulle varici secondarie che sui capillari riesce a fare miracoli”. Ultimo, ma non meno im-portante, un discorso sul trat-tamento delle rughe. Ci sono novità importanti da valutare: “Oggi con le nuove formula-zioni di acido ialuronico, botox e la nuova tecnica con i �li per biostimolazione riusciamo a dare alle rughe davvero del �lo da torcere”. E a chi si preoccu-pa della spesa da e�ettuare per queste cure, il professore tende una mano: “Assolutamente non sono così costose come si può pensare. Posso dire tra l’altro che attualmente stiamo facendo una promozione, visto che siamo in periodo di tratta-mento cellulite. Le terapie pres-so-terapia e LPG-endermolo-gie integral vengono proposte per tutto il mese di marzo a un pacchetto due al prezzo di una”.

infortuni sul lavoro e spesso viene contattata anche diret-tamente dalle aziende in caso di incidenti gravi per dare un supporto psicologico ai di-pendenti o ai familiari.“Sul fronte della ricerca - conclude Fernandez -, stia-mo collaborando con diverse università, cliniche universi-tarie, il Cnr e svariati centri di ricerca internazionale. L’Italia sta dando un grande contributo a livello interna-zionale sulla ricerca sull’Em-dr, sia sul suo funzionamento sia su come la remissione dei sintomi e la risoluzione cli-nica vengono confermati dai cambiamenti neuro�siologi-ci, osservabili con le apparec-chiature di Neuroimaging, Eeg e risonanze magnetiche”. Per maggiori informazioni visitare il sito www.emdr.it.

Tecniche e conoscenze sempre più approfondite contro inestetismi e patologie invalidanti

La terapia è stata utilizzata con successo in occasione dei terremoti del Molise e dell’Emilia

“Da trent’anni lavoro nell’ambito della me-

dicina estetica e ho aperto cen-tri in Umbria e Toscana. Sono specializzato in angiologia ma ho seguito anche la mia perso-nale passione per la medicina estetica del viso e del corpo, approfondendo gli studi in questo settore”, si presenta co-sì Aldo Tracchegiani, medico che si occupa di medicina este-tica ma non solo. La grande esperienza nel settore gli per-mette di tracciare il percorso e lo sviluppo che questa bran-chia della medicina ha seguito negli ultimi anni: “Credo che, in tutta sincerità, un bilancio migliore non potrebbe esserci. Mi piace fare un lavoro come quello che ho scelto, un lavoro che permette di ottenere risul-tati strepitosi e la gratitudine dei pazienti che vedono mi-gliorare il loro aspetto estetico normalizzando i parametri delle loro analisi ematochi-miche e la sintomatologia che presentano”. Non solo passato e presen-te nelle sue parole. Il dottor Tracchegiani guarda al futuro con grande sicurezza e �ducia:

In Italia, l’associazione scienti�ca Emdr riunisce

gli psicoterapeuti specializ-zati nei disturbi post trau-matici che utilizzano per la loro cura il metodo Eye Movement Desensitization and Reprocessing, indicato da tutte le linee guida inter-nazionali e dall’Organizza-zione Mondiale della Sanità per la cura di tutti i disturbi e le situazioni legate allo stress traumatico. “Siamo una del-le associazioni più grandi d’Italia - spiega la presidente Isabel Fernandez - con 3.500 soci che esercitano privata-mente, in ambito pubblico nel Servizio Sanitario Nazio-nale (Asl e Aziende Ospeda-liere) in Comuni, Province e Regioni e, a livello istituzio-nale, nella Marina Militare italiana e nella Polizia di Stato. All’interno delle Forze dell’Ordine, vengono utiliz-zate le competenze in Emdr, come accade a esempio negli Stati Uniti, per aiutare i mi-litari che ritornano da mis-sioni in cui hanno vissuto situazioni particolarmente traumatiche o di pericolo”.

“Gli inestetismi che a�iggono la donna sono sempre gli stessi ma le armi a disposizione so-no sempre più e�caci. Direi che forse è il caso di a�ronta-re ogni singola problematica e presentare l’approccio gold standard per ognuna di esse”. Risolve i problemi più comuni, dal sovrappeso alla cellulite, da capillari e varici che deturpano le gambe alle rughe del volto. Come, giustamente, antici-pava lo specialista, le questio-ni non cambiano. Mutano e migliorano gli strumenti a sua disposizione per eseguire un lavoro perfetto. “L’eccesso

L’Associazione collabora inoltre con le questure e il Corpo di Polizia per il trat-tamento dei dipendenti, così come con i Vigili del Fuoco. “Il ruolo del trauma - prose-gue Fernandez - è oggi molto riconosciuto e trasversale a tutte le problematiche emo-tive e psicologiche. Curan-do i traumi si va ad aiutare e a risolvere la depressione, l’ansia, gli attacchi di panico o i disturbi alimentari che insorgono dopo una storia di stress da traumatizzazio-ne. Non a caso il trauma da

ponderale che in molti casi evolve in vera e propria obe-sità è una delle problematiche più comuni. Con il nostro protocollo terapeutico riu-sciamo ad a�rontare casi che alcuni de�niscono disperati. Tanto per citarne due: un pri-mo soggetto di sesso maschile che si presentava alla nostra osservazione con il peso di 138 kg, diabete in terapia con insulina, sei iniezioni al giorno e dosaggio alto di metformina ipoglicemizzante orale, dopo appena 4 mesi di terapia riesce a eliminare completamente l’insulina, riduce di molto la metformina. Ora non presen-ta più sintomi di a�anno e sen-sazione oppressiva. Il secondo soggetto, sotto i trenta anni, si è presentato con un peso di 186 kg e di�coltà nella respi-razione, dopo 8 mesi di terapia è sceso a 131 kg con modella-mento ben visibile nelle foto che abbiamo portato ad esem-pio del successo ottenuto”. Il lavoro che Tracchegiani compie non regala solo un be-nessere estetico ma anche un miglioramento marcato dello stato di salute del paziente:

stress estremo e interper-sonale è stato riconosciuto nell’ultima edizione del ma-nuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (Dsm-5) come fattore predisponente e di rischio per circa 50 distur-bi mentali, oltre a quello da stress post traumatico”.Spesso si legge sulla stampa di vari tipi di disastri (l’allu-vione di Genova, l’incidente della Crociera Costa, terre-moti e così via) e, date le ca-ratteristiche di questi eventi, le reazioni da stress vissute dalle persone coinvolte ed

Isabel Fernandez,

presidente di Emdr Italia

© fo

tog

rafi

che.

eu -

Foto

lia.c

om

Il dottor Aldo Tracchegiani

Prima e dopo il trattamento

Page 12: E enti Anno 8 N 9 CentroNord30 marzo 2015€¦ · Lunedì 30 marzo 2015 C ampa, Cassa Nazionale Assistenza Malattie Profes-sionisti Artisti e Lavoratori Au-tonomi, è una Società

12 Sanità & SaluteEventi

Lunedì 30 marzo 2015

La Unità Operativa di Oncologia dell’Asur 3

Marche - Macerata partecipa attivamente ai programmi di ricerca clinica. In particolare, vengono condotte sperimen-tazioni cliniche controllate in collaborazione con i prin-cipali centri di oncologia na-zionali e internazionali, per testatare l’attività di nuovi far-maci biologici. Una particolare attenzione viene rivolta alla cosiddetta ricerca di base. Riferisce il dottor Giovanni Benedet-ti: “Stiamo conducendo una originale ricerca sul ruolo delle cellule staminali del cancro della mammella e sui meccanismi responsabili della recidive nelle pazien-ti operate radicalmente. Ci avvaliamo per questo della collaborazione con laboratori di patologia e biologia mole-colare. Abbiamo pubblicato recentemente un interessante

studio sulla prestigiosa rivista ‘Oncotarget’ (ref. Oncotarget. 2014 Oct 30;5(20):9678-88), in cui abbiamo dimostrato che i geni responsabili del mantenimento del potenzia-le staminale delle cellule del cancro mammario possono determinare l’andamento della malattia e, in particola-re, che l’espressione del gene SOX2 nei tessuti tumorali asportati dalle pazienti a�e-renti al nostro centro indi-vidua i tumori a maggiore rischio di recidiva precoce”. Ora, insieme con la dotto-ressa Barbara Pistilli, lo sta� studiando l’in�uenza dei geni della staminalità nello svilup-po del cancro nelle pazienti giovani in pre-menopusa e in quelli che insorgono durante la gravidanza. Un team di professionisti è, inoltre, dedicato alle attività di posizionamento e gestione dei cateteri venosi centrali,

Tutte le attività pensate per i pazienti e per i loro familiariSono numerosi i nuovi servizi che si ggiungono a quelli ormai consolidati all’interno della UO di Oncologia diretta dal professor Latini

Alle numerose iniziative (pet therapy, arteterapia, yoga, for-nitura gratuita di parrucche, atelier della bellezza, viaggi;

ambulatorio genetico, ambulatorio per la corretta alimentazio-ne, sportello di assistenza sociale…), già presenti nella UO di On-cologia di Macerata diretta dal professor Luciano Latini, si sono aggiunti nuovi servizi, realizzati grazie al sostegno dell’AOM - Associazione Oncologica Maceratese onlus e del suo presiden-te, il professor Mauro Marconi, docente di Economia monetaria presso il dipartimento di Economia dell’Università degli Studi di Macerata.

PUBBLICAZIONI GRATUITE PER PAZIENTI E FAMILIARI

Il Bucaneve è il trimestrale di informazione dell’Unità Operativa di Oncologia. Ha l’obiettivo di divulgare la co-noscenza di tematiche varie di psicologia, medicina, salu-te e benessere, con linguaggio semplice e tono gradevole; di incoraggiare comportamenti di prevenzione e un sano stile di vita; di rendere note le ini-ziative del reparto e dare spa-zio a contributi dei pazienti e dei loro familiari.

Il libro “Signorina lei ha bisogno d’a�etto. Una psicologa in oncologia. Storie, pensieri, emozioni” di Lucia Montesi e Lu-ciano Latini o�re una �nestra sul lavoro dello psicologo nel reparto di oncologia, lasciando spazio alle vo-ci dei pazienti e dei familiari. Con un tono leggero e ironico, riporta aspetti della quotidianità del malato oncologico e della vita del reparto, luogo di intensa vitalità, in cui, no-nostante le di�coltà della malattia, molti riscoprono forza interiore, vi-cinanza, solidarietà. Molti malati vi hanno trovato un aiuto per a�rontare la malattia in modo più sereno.

Il libro “Passo dopo passo insie-me. Ansie, disagi e risorse del familiare del paziente oncolo-gico” di Luigi Di Vitantonio e Luciano Latini si rivolge alle per-sone che sono vicine al malato. I familiari hanno il di�cile compi-to di sostenere la persona malata ma allo stesso tempo fronteggiare le proprie emozioni e sopportare carichi su più fronti. Le storie rac-contate nel testo svelano un mon-do complesso, ricco di emozioni contrastanti, che spesso rimane sullo sfondo. Per molti familiari il testo è un aiuto per gestire di�coltà e preoccupazioni e per migliorare la relazione con la persona malata.

SERVIZI DI PSICOLOGIA

Al consueto servizio di supporto psicologico a pazienti e fami-liari, già presente da molti anni in reparto, si sono aggiunti altri servizi più speci�ci.

Ambulatorio di sessuologiaL’ambulatorio di sessuologia è un servizio individuale e di cop-pia rivolto ai pazienti e ai familiari del reparto, gestito dal dottor Luigi Di Vitantonio, psicoterapeuta sessuologo. O�re un ambiente con�denziale per parlare delle di�coltà percepite nel rapporto con il corpo cambiato, nel recupero dell’intimità, nella vita relazionale e sessuale. Un esperto in sessuologia permette di dare spazio anche a questa importante dimensione, troppo spes-so taciuta, a comunicare meglio con il partner, esprimere nuovi bisogni, trovare modalità alternative per recuperare o mantenere il benessere sessuale.

Controllo del dolore con ipnosi e training autogenoIl dolore e altri sintomi invalidanti possono essere gestiti con l’aiu-to dell’ipnosi e del training autogeno.L’Ambulatorio di ipnosi oncologica, gestito dal dottor Michele Marconi, psicologo e ipnoterapeuta, mette a disposizione dei pa-zienti una pratica che si è dimostrata e�cace in numerosi campi. L’ipnosi è una pratica di immaginazione guidata che permette alla persona di sperimentare una nuova dimensione di essere, da

un punto di vista cognitivo, emotivo e corporeo e che è in grado di aiutarla a dominare l’esperienza dolorosa, realizzando in tal modo un miglioramento del proprio umore e della propria vita.I corsi di training autogeno, individuali e di gruppo, gestiti dalla dottoressa Lucia Montesi, psicoterapeuta e operatrice di training autogeno, permettono a malati e familiari di apprendere una tec-nica di rilassamento e�cace e raccomandata dalle linee guida per la gestione del dolore. Anche i disturbi ansiosi, le di�coltà del sonno, i disturbi psicosomatici traggono giovamento da questa tecnica, di facile esecuzione e adatta a tutte le età. La mente si concentra su sensazioni corporee piacevoli, aumentando la soglia del dolore e allontanando tensioni e preoccupazioni.

CORSO DI CUCINA NATURALE

Il corso, tenuto dallo chef Gilbert Casaburi, promuove nei pa-zienti e nei familiari un’ alimentazione equilibrata e consapevole, determinante nella prevenzione e nella cura dei tumori. Con un approccio semplice e pratico, le lezioni quindicinali aiutano i par-tecipanti a conoscere meglio le basi di una sana alimentazione e a mettere in atto cambiamenti positivi nel modo di mangiare, privilegiando alimenti come cereali, verdure, legumi.

NORDIC WALKING

Da un anno i pazienti del reparto e i loro fa-miliari possono pra-ticare ogni settimana il nordic walking, la camminata naturale con l’ausilio di due bastoncini. Con gli istruttori dell’Associazione Macerata Nordic Walking, apprendono una disciplina utile alla riabilitazione del malato oncologico e al be-nessere �sico e psicologico. Il clima gioviale e amichevole e il contatto con la natura contribuiscono ad alleviare tensione e stress. Il 21 mar-zo l’esperienza nel reparto oncologico verrà portata a un importante convegno sul nordic walking presso l’Abbadia di Fiastra.

IL CAMMINO DI SANTIAGO

Per giugno 2015, il reparto ha, in�ne, organizzato un viaggio a Santiago di Compostela, con le più belle tappe del cammino da percorrere a piedi ma con la possibilità di e�ettuare il percorso anche in pullman. Con la presenza di medici, infermieri e vo-lontari, i partecipanti hanno l’occasione di prendere parte a una esperienza unica con la sicurezza e la tranquillità di trovarsi in un contesto protetto, potendo così godere di un’opportunità altri-menti fuori dalla portata di una persona malata.

MARCHE / Ricerca, formazione e multidisciplinarità sono le linee guide dell’Unità Operativa di Oncologia di Macerata

Dal ruolo delle staminali ai meccanismi delle recidiveDiretto dal professor Latini, lo sta� è quotidianamente impegnato in numerose attività che coinvolgono diverse �gure professionali

Il professor Luciano Latini (a destra) con lo staff della UO Oncologia di Macerata

presidi medici necessari per la corretta somministrazio-ne delle terapie antitumorali. Per rendere comprensibile ai pazienti la procedura di posi-zionamento di tali dispositivi, il reparto è stato dotato di un manichino simulatore deno-minato Chester ChestTM: un modello di tronco umano a grandezza naturale, per la di-mostrazione pratica delle vie di accesso vascolare. Il mani-chino rappresenta anche un sussidio didattico incompa-rabile, impiegato per corsi di aggiornamento al personale infermieristico e agli studenti.Presso la UO di Oncologia sono attivi, in�ne, anche am-bulatori multidisciplinari per la discussione settimanale dei casi clinici in cui collaborano molteplici �gure professiona-li: urologo, ginecologo, radio-terapista, chirurgo, oncologo, otorino, dermatologo, neuro-logo.

Page 13: E enti Anno 8 N 9 CentroNord30 marzo 2015€¦ · Lunedì 30 marzo 2015 C ampa, Cassa Nazionale Assistenza Malattie Profes-sionisti Artisti e Lavoratori Au-tonomi, è una Società

• Calzature• Ausilii della vita quotidiana• Presidi per la deambulazione

La competenza dello sta� e l’esperienza decennale

fanno di Sanitas un sicuro punto di riferimento in relazione

agli articoli trattati.

Da sempre l’obiettivo perseguito è la soddisfazione di

ogni esigenza del Cliente, attraverso la realizzazione di

soluzioni su misura e la consulenza di personale preparato

e disponibile.

Innovazione, professionalità e cortesia sono gli ingredienti

che negli anni ci hanno permesso di espanderci e

poterci avvalere oggi di cinque moderni punti vendita

all’avanguardia, per poter o� rire al Cliente un servizio

sempre migliore.

• Riabilitazione• Intimo• Busti• Antidecubito

• Cosmesi• Elettromedicali• Tutori• Incontinenza

Nata negli anni ‘80, la ditta Sanitas si pose fi n dalle origini la fi nalità di

rispondere alle richieste che, in campo ortopedico, arrivavano da tutta la val

d’Arda, popoloso territorio della provincia di Piacenza.

L’idea del titolare, Sergio Tortellotti, era di creare un’offi cina ortopedica at-

trezzata e specializzata nel settore del plantare e del busto su misura.

A poco a poco l’azienda si è andata potenziando, fi no a raggiungere un al-

tissimo livello di specializzazione. La casa madre che è tuttora a Fiorenzuo-

la d’Arda, si avvale di un attrezzato laboratorio all’interno del quale i tecnici

realizzano ogni tipo di plantare, prediligendo il calco gessato e il ledos in

quanto prodotti interamente creati e fatti su misura.

Infatti il fi lo rosso che lega l’attività della Sanitas nei vari anni è proprio la

creazione “su misura”, anche per quanto concerne la produzione di busti

in materiale termoplastico e in stoffa armata. Particolare cura è rivolta alla

produzione di protesi transtibiali e transfemorali, nonché alla creazione di

scarpe su misura e sistemi di postura.

www.sanitasortopedia.itFiorenzuola - Fidenza (Vaio)

Sanità & Salute 13EventiLunedì 30 marzo 2015

nodulare esiste anche quella autoimmune: una patologia in cui il sistema immunitario non riconosce come propri al-cuni componenti delle cellule tiroidee. Porta a ipotiroidismo o a ipertiroidismo, patologie che colpiscono soprattutto le donne. Spiega Paolo Vitti, di-rettore dell’unità operativa di Endocrinologia 1 dell’azienda ospedaliero-universitaria Pi-sana: “Per ridurre o evitare le complicanze dovute alle ma-lattie tiroidee, è fondamenta-le imparare a riconoscerne i sintomi. Attraverso il rilascio di ormoni tiroidei, la tiroide

AO PISA ENDOCRINOLOGIA / Il reparto dell’azienda ospedaliero-universitaria pisana è all’avanguardia

Il centro numero uno per la tiroideregola il metabolismo del cor-po: una scarsa produzione di questi ormoni (ipotiroidismo) o una loro presenza eccessiva (ipertiroidismo) causano di-sturbi importanti. I segnali a cui fare attenzione possono essere sfumati ma è bene ri-volgersi al medico di famiglia in caso di un aumento di peso lento e graduale, intolleranza al freddo, spossatezza, sonno-lenza e stitichezza perduranti. Essi potrebbero essere sinto-mi di ipotiroidismo. Mentre dimagrimento ingiusti�cato, palpitazioni, intolleranza al caldo e sudorazione, alvo più frequente, occhi sporgenti sono le spie principali di iper-tiroidismo. In�ne, l’ingrossa-mento del collo può indicare la presenza di un gozzo o di un nodulo benigno o maligno”. Per capire qual è la propria situazione, è indispensabile eseguire un esame del sangue per veri�care i livelli di Tsh, l’ormone tireostimolante. In seconda battuta è consigliabile una ecogra�a. Prosegue il pro-fessor Vitti: “Una veri�ca della funzione tiroidea va sempre presa in considerazione in una giovane donna che desidera una gravidanza e ha di�col-tà a rimanere incinta. Oggi è sempre più frequente, anche per l’avanzare dell’età della pri-ma gravidanza, che si veri�-chino problemi di ridotta fer-tilità. La tiroide gioca un ruolo chiave nel garantire la fertilità. Gli ormoni tiroidei controlla-no il normale sviluppo delle

gonadi (ovaie e testicoli) e la corretta maturazione dei ga-meti (ovociti e spermatozoi). Oggi sappiamo che dopo aver seguito le cure per un disturbo tiroideo crescono le possibi-lità di avere un bambino e si hanno maggiori probabilità di successo nei casi di feconda-zione in vitro”. Ma non è tutto: il direttore o�re alcuni dati importanti da analizzare: “Fino al sette per cento delle neomamme sviluppa disturbi della tiroide nell’anno successivo alla na-scita del bambino. Sono più a rischio le donne che anche prima della gravidanza ave-vano una patologia tiroidea autoimmune latente. Anche in questo caso può essere dif-�cile riconoscere il problema perché i sintomi (ansia, in-sonnia, di�coltà di concen-trazione, irritabilità, variazio-ni di peso o spossatezza) sono tipici dell’esperienza di vivere con un nuovo bambino. Una volta individuato il problema, nella stragrande maggioran-za dei casi la cura è semplice, molto e�cace e la maggior parte delle donne colpite vi-ve una vita normale grazie a una terapia farmacologica”. Ogni paziente dell’azienda ospedaliero-universitaria pi-sana è curato con la massima attenzione e scrupolo. Ogni caso viene gestito in manie-ra unica, rilevando la cura migliore. È questo il metodo grazie al quale è diventato il centro numero uno in Italia.

Spesso la cura è semplice. Occorre imparare a distinguere i sintomi della malattia

Un punto di riferimento per tutta l’Italia, un cen-

tro innovativo in cui l’attenzio-ne al paziente si lega in modo indissolubile alla ricerca verso nuove forme di prevenzione. Il reparto di endocrinologia dell’azienda ospedaliero-uni-versitaria pisana è riuscito a crearsi negli anni una impor-tante fama e una alta reputa-zione, divenendo il vero e pro-prio cuore pulsante di quello che è il complesso sistema che vive e sviluppa novità, in Italia, a livello endocrinologico. Una crescita costante che ha porta-

to grande attenzione intorno alla realtà toscana. Terapie avanzate e farmaci innovativi sono solo alcuni degli elemen-ti che spingono verso la scelta del reparto pisano di endocri-nologia da parte di tanti citta-dini italiani e stranieri. Il com-plesso comprende un centro di riferimento per le malattie della tiroide e del carcinoma tiroideo, un centro per la dia-gnosi e la terapia dell’obesità e dei disturbi del comporta-mento alimentare, un centro del metabolismo fosfo-calcico e un centro per le malattie ipo- talamo ipo�sarie. Questa real-

tà sviluppa procedure diagno-stiche e terapeutiche. Molte delle procedure diagnostiche riguardano la patologia nodu-lare tiroidea. Per distinguere le formazioni nodulari benigne, che costituiscono la larga mag-gioranza dei noduli, da quelle maligne, vengono esaminate le cellule prelevate dal nodulo mediante aspirazione con ago sottile. Nei casi dubbi vengono applicate tecniche di biologia molecolare che individuano mutazioni di geni coinvolti nello sviluppo dei tumori del-la tiroide. Oltre alla patologia

Paolo Vitti, direttore dell’unità

operativa di Endocrinologia 1

Una visita in ambulatorio

Page 14: E enti Anno 8 N 9 CentroNord30 marzo 2015€¦ · Lunedì 30 marzo 2015 C ampa, Cassa Nazionale Assistenza Malattie Profes-sionisti Artisti e Lavoratori Au-tonomi, è una Società

14 Sanità & SaluteEventi

Lunedì 30 marzo 2015

al Servizio Sanitario della To-scana secondo le tari�e pre-viste dall’accordo regionale, in pratica una sorta di ticket rispetto alle prestazioni con-siderate, per cui l’accesso sarà su prenotazione, tramite Cup aziendale.Non è un caso dunque se l’Istituto Stomatologico To-scano è un riferimento nazio-nale autorevole. “La mission è �nalizzata a una pratica di eccellenza - a�erma Covani - e alla costante ricerca del-la qualità della prestazione, che si estende alla qualità dei

sta tipologia d’intervento lo ha portato �no a Boston per “far scuola” ai colleghi americani. Molteplici i vantaggi della chi-rurgia mininvasiva che utiliz-za il laser. “Il ricovero - illustra il professionista - è ambulato-riale e di poche ore e perciò si supera anche il concetto di day surgery; si pratica l’anestesia locale; vi è assenza di dolore durante l’intervento e nel post intervento; non ci sono cicatri-ci chirurgiche; si può ripren-dere immediatamente l’attività

ISTITUTO STOMATOLOGICO TOSCANO / Cinque unità cliniche nell’Ospedale della Versilia

ISTITUTO FLEBOLOGICO ITALIANO / Propone l’eccellenza in �ebologia attraverso una rete multidisciplinare di specialisti

L’eccellenza odontoiatrica accessibile

Specialisti nel trattamento delle malattie venose

materiali e che non può non coinvolgere un’attenta ricer-ca clinica di soluzioni tese a contenere i prezzi, come si sa particolarmente elevati per prestazioni di eccellenza appunto. In altre parole, al primo posto fra gli obiettivi spiccano l’impegno nell’in-novazione e nella ricerca, co-sì da realizzare soluzioni che si distinguano per un conte-nimento del costo economi-co delle riabilitazioni orali, senza tuttavia compromessi in termini di qualità e rispet-to della biologia”. Parlandosi di una struttura odontoiatrica con sede in un ospedale, non mancano di certo vantaggi sostanziali in termini di prestazioni. “Ciò consente di realizzare siner-gie con le altre discipline me-diche e dunque di a�rontare, in un ambiente protetto, tutti i pazienti che presentereb-bero elementi di rischio se

lavorativa”. Nei pazienti opera-ti con la chirurgia endovasco-lare laser “la recidiva riscon-trata è di circa il 10% dopo 10 anni - sottolinea il medico -, a fronte di una recidiva di circa il 70% dopo 5 anni nei pazienti sottoposti all’intervento tradi-zionale”. Ma è sempre necessario inter-venire chirurgicamente in pre-senza di insu�cienza venosa cronica?“Innanzitutto è importante che il paziente arrivi dal me-dico negli stadi precoci della malattia - premette il dottor

eseguiti in uno studio denti-stico tradizionale - sottolinea Covani -. Si pensi per esem-pio ai pazienti cardiopatici o con patologie respiratorie o, ancora, ai diabetici gravi. È chiaro che la presenza di una struttura in un ambien-te pubblico e la sua natura di fondazione onlus devono tenere conto anche di istanze sociali. Per questo l’Istituto si è reso disponibile all’accor-do con il Sistema regionale, o�rendo un certo numero di prestazioni a prezzi che rappresentano una sorta di ticket, nonché prestazioni totalmente gratuite a disabili non collaboranti residenti in Versilia. E va ricordato l’am-bulatorio di Patologia orale, che e�ettua visite di scree-ning per i tumori del cavo orale”.Nell’Istituto Stomatologico Toscano alle attività cliniche si a�ancano quelle di ricer-ca e formazione. “L’attività di ricerca - aggiunge e conclude il dottor Covani - ha prodot-to numerosi contributi sulle principali riviste internazio-nali, mentre per l’attività di formazione vi sono conven-zioni con numerose univer-sità italiane e straniere, anzi-tutto Pisa per il mio ruolo di professore presso questo ate-neo. Si organizzano master, dottorati di ricerca e corsi di perfezionamento per dentisti italiani e, lo dico con orgo-glio visto il numero crescen-te, per odontoiatri stranieri”.

Kontothanassis -. Quindi è strategico fare un inquadra-mento corretto della malat-tia che, come avviene nelle Vein Clinic statunitensi, cioè nelle strutture dedicate alla cura delle malattie venose, necessita della valutazione di più specialisti. È importante, cioè una diagnosi di�eren-ziata, che possa contare sulla valutazione dell’ortopedico, del �siatra del piede, del chi-rurgo vascolare, del neuro-logo”. Una rete di specialisti che il dottor Kontothanas-sis ha costruito negli anni e con i quali è in continuo contatto nello svolgimento della libera professione che pratica a Ferrara e a Padova. “L’obiettivo prioritario non è intervenire chirurgicamen-te - conclude -, ma curare le malattie venose in tutte le loro manifestazioni e con le metodiche più appropriate ed eccellenti”.

Il privato sostiene il pubblico. Con, in più, i vantaggi o�erti dalla struttura ospedaliera

I vantaggi delle tecniche mininvasive. La priorità non è applicare la chirurgia, ma trovare la cura migliore

Cinque unità cliniche dota-te di tecnologie all’avan-

guardia, fra le più avanzate, per praticare ogni branca del-la moderna odontoiatria. Da otto anni, e con una formula del tutto originale, nell’Ospe-dale della Versilia è presente un Centro di Odontoiatria ge-stito dall’Istituto Stomatologi-co Toscano, fondazione onlus per la clinica, la ricerca e l’alta formazione in odontoiatria. Il Centro ha una ragione e obiettivi ben precisi. Ugo Covani, direttore dell’Istituto Stomatologico Toscano e professore ordi-nario di Malattie odontosto-matologiche all’Università di Pisa, spiega “Si vuole inte-grare l’attività del pubblico, realizzata prevalentemente nei distretti, con un’attività odontoiatrica incentrata su prestazioni a pagamento ma che si distinguano per la va-lorizzazione della sinergia tra pubblico e privato, nonché per l’integrazione con le pe-culiarità di una pratica ospe-daliera e soprattutto di una continua ricerca dell’innova-zione non solo degli aspetti

L’insu�cienza venosa cro-nica è “una malattia socia-

le, poiché colpisce il 70% della popolazione - nel rapporto tre donne e un uomo - per un costo a carico della collettività che in Europa raggiunge il 3% del Pil. La malattia varicosa se non debitamente trattata evol-ve in senso peggiorativo gene-rando complicanze. Il dottor Dimitrios Kontotha-nassis, pioniere in Italia nel trattamento delle vene vari-cose mediante chirurgia Laser endovascolare da circa 15 an-ni, parte dalla fotogra�a della realtà attraverso numeri signi-�cativi per evidenziare come “le malattie del sistema venoso rappresentino una condizione clinica da non sottovalutare. Perciò - aggiunge -, debbono essere inquadrate dal punto di vista diagnostico e poi curate da professionisti con speci�ca preparazione, alta competenza e signi�cativa esperienza”. Specializzatosi prima in chi-rurgia generale e successiva-mente in chirurgia vascolare, il dottor Kontothanassis, forte degli 11 mila interventi ese-guiti e convinto dell’importan-

clinici, bensì pure di quelli gestionali ed economici”. L’Istituto Stomatologico To-scano ha rappresentato sin dall’inizio una vera svolta. “La pratica odontoiatrica - dice Covani - è generalmente a�data ad ambulatori privati e le strutture ospedaliere pub-bliche hanno una di�usione assai ridotta, anche perché so-lo una parte delle prestazioni odontoiatriche è stata �nora assicurata dal Sistema Sanita-rio Nazionale”. Insomma, una realtà, questa del Centro, con

za che a ogni livello si prenda coscienza di quanto siano am-pi i margini di miglioramento nella cura e�cace dell’insuf-�cienza venosa cronica, ha fondato a Ferrara l’Istituto �e-bologico italiano, con l’obiet-tivo di “promuovere la salute delle vene attraverso la ricerca scienti�ca e l’innovazione tec-nologica”. L’Istituto, spiega, “si pone co-me punto di riferimento na-zionale e internazionale per la diagnosi e il trattamento delle malattie venose e per la formazione e il training degli specialisti del settore. Inol-tre - sottolinea -, per noi so-no imprescindibili i principi etici e deontologici: ciascun medico deve favorire il trat-tamento di eccellenza, attra-verso le cure più appropriate”. Metro riconosciuto per iden-ti�care l’appropriatezza delle cure sono le “Linee guida per la diagnosi e il trattamento delle malattie delle vene e dei linfatici”, pubblicate nel 2011 dal American venous Forum e dal collegio Italiano di Fle-bologia. “Trattare in maniera adeguata e a seconda dei casi

una forte valenza. Oltretutto, la recente approvazione di una delibera regionale rivolta a ottimizzare l’o�erta pubblica nel settore odontoiatrico, av-valendosi della collaborazio-ne di professionisti privati e delle loro prestazioni all’inter-no delle strutture pubbliche, ha portato a un allargamento delle attività dell’Istituto Sto-matologico Toscano. Esso, in linea con i propri scopi sta-tutari, ha accettato di fornire, per una certa percentuale di attività, prestazioni avanzate

questa patologia - prosegue il medico - signi�ca limitare le recidive di malattia varicosa e cercare di evitare le compli-canze che possono ingenerar-si, dalle trombosi alle embolie polmonari”. Il dottor Kontothanassis �n da quando ha cominciato a occu-parsi di chirurgia endovasco-lare venosa aveva “un sogno, quello cioè di curare le varici in maniera eccellente attra-verso il laser” e due anni fa la competenza acquisita in que-

Il direttore Ugo Covani

L’Ospedale della Versilia

Il dott. Dimitrios Kontothanassis, specialista in Chirurgia Generale e Vascolare, presidente Istituto Flebologico Italiano

A sx taleangectasie e venulectasie, a dx vene varicose

Page 15: E enti Anno 8 N 9 CentroNord30 marzo 2015€¦ · Lunedì 30 marzo 2015 C ampa, Cassa Nazionale Assistenza Malattie Profes-sionisti Artisti e Lavoratori Au-tonomi, è una Società

Sanità & Salute 15EventiLunedì 30 marzo 2015

L’esoscheletro Lokomat

dà al paziente la possibilità di muoversi e interagire con l’ambiente.Le persone paraplegiche potranno utilizzarlo ogni giorno e ottenere il massi-mo dei benefici fisiologici e psicologici.Basilare però è capire che al centro di tutto c’è il cervello degli operatori che, per ogni tipo di ausilio robotico, non può essere sostituito dalla

ISTITUTO AGAZZI / Istituto privato di riabilitazione “Madre della Divina Provvidenza” di Arezzo

Il robot per camminare si indossamacchina. Solo l’attenta e corretta programmazione dei dispositivi robotici per-metterà il migliore recupe-ro possibile dei movimenti del paziente neuroleso. La macchina esegue movi-menti precisi che tuttavia necessitano di un’altrettanta precisa programmazione da parte degli operatori”.Il ReWalk è stato approvato dalla Food & Drug Admi-nistration (Fda) degli Stati Uniti ed è una tecnologia rivoluzionaria, dall’impatto immediato e capace di cam-biare la vita a persone con lesione completa del mi-dollo spinale. “Neuroriabi-litazione, esoscheletri come ReWalk - continua il neu-rologo -, insieme offrono la possibilità ai pazienti para-plegici di camminare anche nel mondo esterno agli isti-tuti di riabilitazione, perché l’esoscheletro viene portato nella propria casa e utilizza-to nella vita comune”.Notevoli i vantaggi, non solo di tipo biologico, dal-la prevenzione dei blocchi articolari e delle retrazioni tendinee, alla prevenzione della stasi venosa e degli edemi periferici, al rispet-tivo miglioramento globale dell’apparato cardiovascola-re, della peristalsi intestina-le e del controllo della vesci-ca, della sfera sessuale, fino alla prevenzione dell’osteo-porosi, alla riduzione degli spasmi muscolari e del clo-

no, al mantenimento dell’ef-ficienza globale del sistema biologico del corpo. Come anticipato, in Istituto è pre-sente pure il Lokomat, un supporto che si applica alle gambe. “È collegato a un computer che permette si-multaneamente di scaricare in parte o in toto il peso del paziente - spiega Spidalieri - e ne assiste in modo moto-rizzato il cammino varian-done i vari parametri, cioè velocità, frequenza, lun-ghezza del passo, escursio-ne articolare del ginocchio e delle anche”.Nello specifico, fornisce as-sistenza diversificata a un arto rispetto al controlate-rale, valuta e misura i vari parametri del movimento, sotto forma di feedback visivo dà informazioni di ritorno al paziente, che possono essere utilizzate per modificare i movimen-ti attivati e apprendere una migliore abilità motoria deambulatoria. L’obiettivo principale è imparare di nuovo a camminare o mi-gliorare l’andatura. Ma ci sono altri benefici seconda-ri. Per esempio, per il siste-ma circolatorio, su vescica e intestino, per evitare bloc-chi articolari. Inoltre l’eser-cizio deambulatorio in sta-zione eretta riduce il rischio di demineralizzazione delle ossa e di conseguenza pre-viene l’osteoporosi dei pa-zienti con ridotta mobilità.

ReWalk e Lokomat riattivano il movimento e sono comandati dal cervello

Gli esoscheletri rap-presentano l’ultima

frontiera della tecnologia e della riabilitazione robo-tizzate per pazienti affetti da patologie neurologiche e possono permettere loro di camminare nuovamen-te. Ambiziosi gli obiettivi e molte le sfide. La prima è anche il sogno dei ricerca-tori, cioè fare in modo che l’esoscheletro venga con-trollato direttamente dal cervello di chi lo “indossa”. In Italia, all’Istituto priva-to di riabilitazione “Madre della Divina Provvidenza” di Arezzo, un bene dell’en-te morale “Provincia della Presentazione di Maria SS” dei Padri Passionisti, l’in-novazione è al centro del-le attività di abilitazione/riabilitazione, assistenza e supporto. L’Istituto è noto per l’operato che svolge da molti anni nel campo della disabilità con l’obiettivo di promuovere un concreto miglioramento delle condi-zioni fisiche e psicologiche dei pazienti.Di recente questa notorietà

è aumentata ancora, poi-ché è l’unica struttura nel centro-sud Italia in cui è disponibile la tecnologia ReWalk, che si aggiunge al sistema per il cammino Lokomat, rappresentando il nuovo traguardo dei si-stemi robotizzati mobili a esoscheletro.In estrema sintesi, l’eso-scheletro è un robot da “in-dossare”. Esso permette ai

pazienti affetti da patologie neurologiche a carico del sistema nervoso centrale, di fare movimenti altrimenti impossibili, di cammina-re, di aumentare la forza e la resistenza. Al contrario dello scheletro umano, che sostiene il corpo dall’in-terno, un esoscheletro lo fa dall’esterno. “ReWalk - spie-ga Raffaele Spidalieri, neu-rologo dell’Istituto aretino -

L’esoscheletro ReWalk

La ricerca è subito applicata

La sede del Polo Ggb a Perugia

logia Generale presso l’Uni-versità di Milano-Bicocca. “Le Scienze della vita e nello speci�co il settore biomedico - a�erma Paola Castagno-li - sono in forte sviluppo in Italia, dove esistono struttu-re d’eccellenza come questa di Perugia. È uno dei motivi che mi hanno spinto a rien-trare in Italia per cogliere la s�da di catalizzare interessi diversi alla volta di un net-

POLO GGB / Il Polo d’innovazione di genomica, genetica e biologia di Perugia è stato fondato nel 2010 ed è oggi una eccellenza

La terapia è più efficace se guarda al genoma

work scienti�co internazio-nale competitivo e attraente. L’utilizzo delle piattaforme tecnologiche del Polo Ggb permette di indagare nuo-ve possibilità terapeutiche utili allo sviluppo di una diagnostica molecolare più indirizzata alle necessità del paziente in funzione del suo genoma. Sappiamo che non sempre i farmaci funzionano su tutti i pazienti e pertanto le caratteristiche genetiche individuali hanno rilevanza sull’e�cacia di una determi-nata terapia”.

La struttura del Polo Ggb è riuscita a sviluppare una massa critica adeguata, coin-volgendo pubblico e privato: piccole, medie e grandi im-prese, istituti di ricerca, tra cui il Centro di Genomica Funzionale dell’Università degli studi di Perugia, e spin o� universitari. Forte della collaborazione e del suppor-to con il Centro di genomica funzionale, eccellenza scien-ti�ca riconosciuta interna-zionalmente per la qualità delle ricerche pubblicate su prestigiose riviste internazio-nali, la struttura è anche im-pegnata nella promozione di programmi interdisciplinari di applicazione delle biotec-nologie nei settori medico-diagnostico, chimico-farma-ceutico e agroalimentare, in un’ottica di crescita e svilup-po, volta a trasformare l’in-novazione scienti�ca in pro-dotti e processi industriali.

Le attività del Polo diretto da Paola Castagnoli, entro un network scienti�co di portata internazionale

La scommessa in medi-cina non lascia dubbi. Il

futuro punta dritto su post-genomica e su strade di me-dicina personalizzata per curare ogni patologia, tumori per primi, con farmaci e tera-pie individuati sulla base del Dna e dell’espressione genica dei pazienti. Da quando il genoma umano è stato se-quenziato per la prima volta, nel 2001, le informazioni in esso contenute sono diventate patrimonio comune. Ma, so-prattutto, da allora ha iniziato a fare il suo ingresso nel ger-go comune la terminologia di “medicina personalizzata”, oggi uno degli ambiti di ricer-ca più impegnativi e promet-tenti su scala internazionale. L’Italia contribuisce in que-sto ambito di innovazione in virtù di un’eccellenza scien-ti�ca nel campo biomedi-co riconosciuta in tutto il mondo. E il Polo d’innova-zione di genomica, genetica e biologia di Perugia ne è una testimonianza autore-vole. Centro di eccellenza tecnologica internazionale, dotato di strumentazioni

all’avanguardia per il se-quenziamento del genoma è oggi in grado di fornire prodotti e servizi nelle aree della genomica, genetica, bioinformatica. Fondato nel 2010 con il contributo della Regione Umbria nell’ambi-to dei Poli di Innovazione, il Polo Ggb è la struttura di riferimento e di coordina-mento tra gli attori coinvolti nella piattaforma tecnolo-

gica delle Scienze della vita. Da poco più di un mese Pa-ola Castagnoli contribuisce alla crescita del Centro in qualità di direttore scienti�-co. Precedentemente è stata direttore scienti�co del Cen-tro di ricerca di Immunolo-gia umana SIgN, �nanziato dall’agenzia governativa A*Star di Singapore per sette anni e già professore ordina-rio di Immunologia e Pato-

Page 16: E enti Anno 8 N 9 CentroNord30 marzo 2015€¦ · Lunedì 30 marzo 2015 C ampa, Cassa Nazionale Assistenza Malattie Profes-sionisti Artisti e Lavoratori Au-tonomi, è una Società

16 Sanità & SaluteEventi

Lunedì 30 marzo 2015