E DELLE SCIENZE DELL’EDUCAZIONE - Epistemologia... · Pedagogia Pâis, paidós (soggetto in...

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Prof. Giuseppe Bertagna EPISTEMOLOGIA PEDAGOGICA E DELLE SCIENZE DELL’EDUCAZIONE a.a. 2013/2014

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Prof. Giuseppe Bertagna

EPISTEMOLOGIA PEDAGOGICA

E DELLE SCIENZE DELL’EDUCAZIONE

a.a. 2013/2014

G. Bertagna, Quale identità per la pedagogia? Un itinerario e una proposta, in «Rassegna di pedagogia», nn. 1-4, gennaio-dicembre 2009, pp. 13-36.

G. Bertagna, Pedagogia «dell’uomo» e pedagogia «della persona umana»: il senso di una differenza, in G. Bertagna (Ed.), Scienze della persona: perché?, Rubbettino Università, Soveria Mannelli 2006, pp. 17-74.

G. Bertagna, Religione e antropologia pedagogica tra uso e abuso dei significati delle parole: uomo, individuo, soggetto, persona, in G. Bertagna, G. Sandrone Boscarino (Eds.), L’insegnamento della religione cattolica per la persona. Itinerari culturali e proposte didattiche per la formazione in servizio dei docenti di religione cattolica, Centro Ambrosiano, Milano 2009, pp. 33-142.

G. Bertagna, Una pedagogia tra metafisica ed etica, in G. Bertagna (Ed.), Il pedagogista Rousseau. Tra metafisica, etica e politica, La Scuola, Brescia 2014, pp. 11-66.

RIFERIMENTI

GLI EMPIRICI (“PRATICONI”) E I TEORETICI (“SAPIENTI”)

‘Ai fini dell’attività ordinaria gli empirici riescono anche meglio di coloro che posseggono la teoria senza l’esperienza […] Se uno possiede la teoria senza l’esperienza e conosce l’universale ma non conosce il particolare che vi è contenuto, più volte sbaglierà la cura, perché ciò cui è diretta la cura è, appunto, l’individuo particolare. E tuttavia noi […] giudichiamo coloro che posseggono l’arte più sapienti di coloro che posseggono la sola esperienza, in quanto siamo convinti che la sapienza, in ciascuno degli uomini, corrisponda al loro grado di conoscere. [E poiché ] i primi sanno la causa, mentre gli altri non la sanno, [noi] consideriamo i primi come più sapienti, non perché più capaci di fare, ma perché conoscono le cause [che consentono loro di non agire mai come] esseri inanimati [e] per routine’. Aristotele, Metafisica

QUALE IMPLICAZIONE PER LA PROSPETTIVA PEDAGOGICA?

Si è ‘sapienti’ non tanto quando si è stati educati, si educa e si sta educando

bene, ma quando si “danno le

ragioni” di questi risultati (il lógos non accerta, ma trova i “perché” di quanto è già dato

per certo all’esperienza).

DALL’AFFRONTARE UN TEMA (UN CASO) DAL

PUNTO DI VISTA PEDAGOGICO

DIVENTA ALLORA IMPORTANTE SAPERE PERCHÈ AFFRONTARE UN TEMA (UN CASO) DAL PUNTO DI VISTA

PSICOLOGICO, BIOLOGICO,

SOCIOLOGICO, ...

È ≠

QUALI ANALOGIE E QUALI DIFFERENZE

TRA LE SCIENZE DELL’EDUCAZIONE

E LA PEDAGOGIA?

LE SCIENZE DELL’EDUCAZIONE

NEUROFISIOLOGIA

BIOLOGIA

ANATOMIA

SOCIOLOGIA

PSICOLOGIA

ANTROPOLOGIA

QUALI GLI ELEMENTI

ANALOGHI?

PALEONTOLOGIA

CHE COSA HANNO DI ANALOGO.1

• Tutte partono dall’esperienza umana che è “già accaduta così come è accaduta” (si rivolgono al “passato”, al “perfetto”: sguardo retro-spettivo)

• Significato di ex-perienza: dal punto di vista soggettivo (la può avere solo chi è vivo e “supera il”, “viene fuori dal” pericolo di morire); dal punto di vista oggettivo (l’esperienza si dà al soggetto, si manifesta, appare al soggetto, è data al soggetto nel modo con cui è data o appare)

• Il lógos delle scienze dell’educazione, mediante la formulazione di ipotesi e il metodo della loro verifica, va alla ricerca di ciò che non si dà nell’esperienza ma che, mediandola, la spiega (ricerca delle “cause”) e la “pre-dice” (sguardo generale pro-spettivo)

CHE COSA HANNO DI ANALOGO.2

• Se l’esperienza è sempre “particolare” (essa è sempre “individua” e “singola”: ciascuna è unica e non esiste un’esperienza uguale ad un’altra), le scienze dell’educazione intendono assicurarci, con il loro lógos e con i loro metodi (e tecniche) di studio, qualcosa di “generale” cioè di valido (affidabile e certo) per tutte le esperienze “particolari” accadute

• Per questo possono essere sempre smentite nel caso “individuo” e “singolo” che “av-viene” nell’individuale contingente, attuale o potenziale che sia; da qui anche il significato evolutivo e cumulativo del sapere elaborato da ogni scienza dell’educazione

CHE COSA HANNO DI ANALOGO.3

Ogni scienza dell’educazione è caratterizzata da:

- un oggetto di studio (ciascuna trasforma le cose in oggetti, un “tutto”, un’unità complessa in un punto di vista di parziali proprietà)

- un metodo e strumenti di indagine coerenti con l’esplorazione dell’oggetto caratterizzato dalle proprietà assegnate

- un linguaggio specifico (per es., il termine sviluppo varia di significato a seconda delle diverse scienze; idem vocaboli come cervello, mente, scheletro ecc.)

LA PEDAGOGIA: QUALE IDENTITÀ.1

Pedagogia Pâis, paidós (soggetto in crescita) + agogé (trasporto e movimento relazionale, fisico ed emotivo indotto dalla musica nelle persone)/agein (condurre in modo attivo, guidando, ma anche essere condotti)

PERCHÈ NON PARLARE DI PEDO O PEDA-LOGIA?

Fin dal nome, dunque, dice di una disciplina che intende andare oltre le –logie teoretiche (i saperi epistemici) sull’esperienza fornite dalle diverse scienze dell’educazione

LA PEDAGOGIA: QUALE IDENTITÀ.2

• Per “dare ragione” delle esperienze educative relative al soggetto in crescita evolutiva nel mondo e nella società, essa mobilita le scienze dell’educazione, con i loro oggetti di studio, i loro metodi e linguaggi.

• Anche la pedagogia, dunque, parte dal passato, dal perfetto, dall’accaduto, dall’avvenuto nell’esperienza (sguardo retrospettivo) per scoprirne il lógos generale anche antespettivo

• Essa, tuttavia, trova il proprio cuore disciplinare nell’attrezzarsi in vista del futuro educativo del singolo soggetto e dell’im-perfetto educativo che lo riguarda (ovvero di quanto gli sta per accadere, “av-venendo” oppure che gli “a-verrà” nel suo modo unico e irripetibile).

• Gli occhi della pedagogia sono sempre rivolti in avanti, pur partendo da ciò che c’è e dal sempre ri-voltarsi indietro

LA PEDAGOGIA: QUALE IDENTITÀ.3

• Il futuro dei “casi singoli”, ricordavano i Greci, ha due caratteristiche fondamentali: l’ineluttabilità ontologica (accade anche a non volerlo: in questo senso è pre-determinato, necessario) e l’imperscrutabilità o imprevedibilità gnoseologica (non si conosce proprio perché ancora non accaduto e, quindi, oggetto di esperienza).

• La circostanza è ancora più importante quando il “caso singolo” è l’unica vita di ogni uomo che cresce: si possono “dare le ragioni” del suo passato (perfetto), ma è impossibile “dare le ragioni” di un’esperienza singola che ancora non c’è, non è data, non è stata data (l’insegnamento delle tragedie greche: il caso topico di Edipo o di Ecuba).

LA PEDAGOGIA: QUALE IDENTITÀ.4

• Da qui il continuo tentativo degli uomini di “domare”, “divinare” (in-dovinare: diventare dèi pur non essendolo), “propiziare” (pro: felice augurio; pètomai: io volo, per metonimia dagli àuguri, pètere: io vado) il futuro DEL CASO SINGOLO ancora non esperito con il mito, la mantica, la magia, la religione, la profezia, l’astrologia, l’aruspicina …

• (perfino la scienza moderna e le scienze dell’educazione sono state spesso usate, nelle loro degenerazioni, come un surrogato della magia; del resto, scienza moderna e magia hanno a lungo camminato insieme)

FORME DI DIVINAZIONE

• Aeromanzia o Aerimanzia (divinazione delle condizioni atmosferiche) • Ailuromanzia (divinazione del comportamento dei gatti) • Alettriomanzia (divinazione dei galli) • Aleuromanzia (divinazione della farina, comprende i biscotti della fortuna): (Nota: La divinazione dei biscotti della fortuna è anche una forma

di sticomanzia) • Alfitomanzia (divinazione dell'orzo) • Alomanzia (divinazione del sale) • Anemoscopia (divinazione del vento) • Antropomanzia (divinazione dei sacrifici umani) • Apantomanzia (divinazione dell'avvistamento di animali) • Aritmomanzia o Aritmanzia (divinazione attraverso numeri e lettere) • Aruspicina (divinazione complessa basata su diverse analisi delle vittime dei sacrifici) • Assinomanzia (divinazione delle asce) • Astragalomanzia (divinazione dei dadi) • Astrologia (divinazione dei corpi celesti) • Austromanzia (divinazione di vento e nubi) • Belomanzia (divinazione delle frecce) • Bibliomanzia o Sticomanzia (divinazione dei libri, in particolare la Bibbia) • Bioritmi (divinazione dei bioritmi) • Botanomanzia (divinazione delle piante bruciate) • Brontoscopia (divinazione dei tuoni) • Caffeomanzia (divinazione dei fondi di caffè; si veda anche Tasseografia: Divinazione delle foglie del tè) • Caomanzia (divinazione delle visioni aeree) • Capnomanzia (divinazione del fumo) • Cartomanzia (divinazione delle carte) • Catottromanzia o Catoptromanzia (divinazione degli specchi o di altri oggetti riflettenti) • Causimomanzia (divinazione delle bruciature) • Cefalomanzia (divinazione delle teste) • Ceraunoscopia o Ceraunomanzia (divinazione dei fulmini) • Ceromanzia (Ceroscopia; divinazione della cera fusa versata in acqua fredda) • Chiromanzia, Chirognomia, Chirologia o Chiroscopia (divinazione dei palmi delle mani) • Ciclomanzia (divinazione delle ruote)

• Cleidomanzia (divinazione delle chiavi) • Cleromanzia (divinazione delle estrazioni a sorte) • Cometomanzia (divinazione delle code delle comete) • Coscinomanzia (divinazione dei setacci pendenti) • Cristallomanzia (divinazione dei cristalli) • Crommiomanzia (divinazione dei germogli di cipolla) • Cybermanzia (divinazione con oracoli elettronici) • Dafnomanzia (divinazione di corone di alloro bruciate) • Demonomanzia (divinazione dei demoni) • Domino (divinazione con le tessere del domino) • Empiromanzia (divinazione della fiamma sacrificale) • Epatoscopia o Epatomanzia (divinazione del fegato di animali) • Eromanzia (divinazione con i movimenti dell'aria) • Estispicina, Extispicina, Ieromanzia, Ieroscopia, Geromanzia o Geroscopia (divinazione delle interiora di animali sacrificati) • Fisiomanzia o Fisionomanzia (divinazione della fisionomia di una persona) • Gastromanzia, o engastrimanzia (interpretazione dei suoni provenienti dal ventre dell'indovino o di una persona ispirata) • Geloscopia (divinazione delle risa) • Geomanzia (divinazione della Terra), comprende il Feng shui • Geranomanzia (divinazione del volo delle gru) • Giromanzia (divinazione delle vertigini) • Grafomanzia o Chirogrammatomanzia (divinazione della calligrafia) • I Ching (divinazione per mezzo dell'omonimo libro sacro taoista) • Idromanzia (divinazione dell'acqua) • Ippomanzia (divinazione dei cavalli) • Ittiomanzia (divinazione dei pesci) • Lampadomanzia (divinazione della luce) • Libanomanzia o Lebanomanzia (divinazione dell'incenso) • Lecanomanzia (divinazione dei bacini d'acqua) • Litomanzia (divinazione delle pietre preziose) • Mah Jongg (divinazione con le tessere del Mah Jongg) • Margaritomanzia (divinazione dei rimbalzi delle perle) • Meteoromanzia (divinazione dei fenomeni meteorologici) • Metoposcopia (divinazione della fronte) • Miomanzia (divinazione dei topi) • Mirmomanzia (divinazione delle formiche)

• Moleosofia (divinazione delle imperfezioni) • Myomanzia (divinazione dei roditori) • Negromanzia, Necromanzia, Nigromanzia, Psicomanzia o Sciamanzia (divinazione attraverso l'invocazione dei morti) • Nefomanzia o nefelomanzia (divinazione delle nuvole) • Numerologia (divinazione dei numeri) • Oculomanzia (divinazione degli occhi) • Odontomanzia (divinazione dei denti) • Ofiomanzia (divinazione dei serpenti) • Oinomanzia (divinazione del vino) • Omfalomanzia (divinazione del cordone ombelicale) • Onomanzia o Onomatomanzia (divinazione dei nomi) • Onicomanzia (divinazione delle unghie) • Oniromanzia, Oneiromanzia (divinazione dei sogni) • Ornitoscopia o Ornitomanzia (divinazione del volo degli uccelli) • Ouija (divinazione usando le tavole Ouija) • Ovomanzia (o Ovoscopia, divinazione delle uova) • Pegomanzia (divinazione delle acque di sorgente) • Piromanzia o Piroscopia (divinazione del fuoco) • Plastromanzia (divinazione delle crepe provocate dal calore sul guscio delle tartarughe) • Podomanzia (divinazione dei piedi) • Rabdomanzia (divinazione dei bastoni) • Radioestesia o Radiomanzia (divinazione col pendolino o altri strumenti) • Scapulomanzia (divinazione delle scapole di bovini e caprini) • Scatomanzia (divinazione delle feci, solitamente animali) • Sciomanzia (divinazione degli spiriti) • Sideromanzia (divinazione della paglia bruciata) • Spodomanzia o Tefromanzia (divinazione delle ceneri) • Sticomanzia (divinazione della poesia) • Stolisomanzia (divinazione dei vestiti) • Taromanzia (divinazione di carte speciali, i Tarocchi; si veda anche Cartomanzia) • Tasseomanzia o Tasseografia (divinazione delle foglie del tè) • Tiromanzia (divinazione del formaggio) • Uroscopia (divinazione dell'urina a scopo diagnostico) • Xilomanzia (divinazione del legno bruciato)

LA PEDAGOGIA: QUALE IDENTITÀ.5

• I Greci, tuttavia, capirono subito che le difficoltà poste al trattamento dei casi singoli, in particolare umani, dalle caratteristiche ontologiche e gnoseologiche del futuro diminuivano in maniera direttamente proporzionale alla distanza dal tempo presente ammaestrato dal tempo perfetto.

• Da qui la messa a punto di due formidabili strategie per accompagnare l’educazione “che sta avvenendo, che non è ancora avvenuta, che av-verrà” del soggetto singolo:

a) la téchne o arte (razionalità tecnica o artistica o poietica);

b) la phrónesis o razionalità pratica, cioè razionalità dell’agire, dell’azione.

LA PEDAGOGIA: QUALE IDENTITÀ.6

• La razionalità tecnica è il modo umano più sicuro di “domare”, “controllare” sul piano sia ontologico sia gnoseologico le possibilità future: infatti, essa realizza, concretizza, attua il “potere”; tra i possibili, ne fa accadere uno o due o tre … a modo proprio.

• Lo fa attraverso: - la procedura della tecnica o arte vera e propria

(scopo, materia, metodo, feed back: che segue la logica del cronos, cronologica);

- l’impiego su scala sempre più larga della tecnologia (unione di tecnica e scienza per produrre macchine che operano da sole e attuano i possibili pre-stabiliti dai costruttori).

LA PEDAGOGIA: QUALE IDENTITÀ.7

• Ma poiché non tutto ciò che si può concretizzare e attuare (il possibile) lo si deve anche concretizzare e attuare (è dovuto), la razionalità tecnica ha assoluto bisogno della razionalità pratica.

• La phrónesis, nel “domare” le possibilità future più o meno vicine al presente, sceglie quelle valutate “buone e giuste” per il soggetto singolo, in quel momento (logica del kairós, cairotica, del tempo opportuno)

• La phrónesis tra ciò che si può fare, sceglie ciò che si deve fare, ciò verso cui indirizzare la volontà buona: obb-ligare, obb-ligo: legarsi verso, a, dinanzi a qualcosa di buono; do-vere, de-habère: recuperare ciò di cui si è perduto l’avere, il possesso).

LA PEDAGOGIA: QUALE IDENTITÀ.8

La pedagogia perciò: - adopera le scienze dell’educazione che, analizzando le

esperienze passate (retro-spezione), danno ragioni del presente (spezione) e trovano spiegazioni generali o teorie che valgono anche per il futuro (ante-spezione, pre-dizione) fino a che numerose prove di esperienza contrarie costringeranno a cambiarle;

- adopera le razionalità tecnica (téchne) e pratica (phrónesis) per orientare i propri interventi (azioni) su quanto av-viene, sta av-venendo, av-verrà al caso singolo a riguardo alla sua “buona” educazione, nel contesto in cui cresce e nella situazione in cui si trova.

In questo senso, la pedagogia è una scienza non solo teoretica (in quanto assume lo sguardo delle scienze dell’educazione) ma anche e soprattutto pratico-poietica (etico-artistica/tecnica).

PER UNA SINTESI.1

Intendono produrre conoscenze (saperi) e abilità tecniche che permettano la formulazione di nomoi, leggi, teorie di spiegazione e di controllo della realtà. Per definizione, dichiarano qualcosa di affidabile e certo che valga per tutti e per sempre, date le medesime situazioni (il che, però, per i casi singoli casi di ciascuno, è impossibile).

Richiama, fin dall’antichità, un chi sostanziale che ‘conduce’ qualcun altro (un altro chi altrettanto sostanziale), in una situazione e in un tempo dati, unici. Qualcuno che, qui e ora, nella storia di una relazione umana e mondana, inserita in altre relazioni altrettanto umane e mondane, intraprende per sua scelta, per sua diretta iniziativa, per sua natura, un movimento verso il suo con-duttore.

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PER UNA SINTESI.2

‘Definiscono’ la persona umana in generale e collocano il caso singolo per quanto possibile nella norma, nella legge, nella teoria scientifica esistente che lo spiega. Nello specifico, ricavano, dall’analisi ‘empirica’ degli individui osservati, categorie classificatorie ed esplicative di determinati quadri ‘sintomatici’ generali, da ‘usare’ per leggere anche i casi singoli del futuro.

Intende fare i conti con la ‘sostanza’ unica e irripetibile di

ciascuno, senza uniformarla a ciò che ne negherebbe le sue

irriducibili peculiarità. Considera dunque in che cosa e perché il

caso singolo fuoriesca dalle norme, dalle leggi, dalle teorie

scientifiche disponibili che lo possono spiegare e interviene poi con

téchne e phrónesis per affrontare i problemi che manifesta,

adattandosi alle sue particolarità.

… L’ESEMPIO UOMO …

‘Animale appartenente all’ordine dei primati’

‘[…] l’insieme dei rapporti sociali’

‘Voi, le vostre gioie e i vostri dispiaceri, i vostri ricordi e le vostre ambizioni, il vostro senso di identità e il vostro libero arbitrio, in realtà non siete altro che il comportamento di un vasto assemblaggio di neuroni e delle molecole loro associate’

non solo non esiste l’uomo, perché ci sarebbero soltanto ‘questi’ uomini così come sono, ma nella stessa vita di ogni uomo così come è vincerebbe in ogni momento il multiplo e l’imprevedibile contraddittorio di ciò che accade

LE DOMANDE PER DEFINIRE L’UOMO ATTRAVERSO LE SCIENZE

DELL’EDUCAZIONE Di che cosa è fatto? Come sta ed è stato in queste e in queste altre situazioni? Come si presenta e si è presentato in queste e in queste altre situazioni? Come starà, dati i vincoli empirici, fisici e sociali a cui è sottoposto? Perché sottoporre l’uomo a determinate forze provoca necessariamente determinati comportamenti e risultati? Quali sono i ‘composti’ naturali dell’uomo? Perché questi, piuttosto che altri, ai fini della vita? Che cos’è che provoca all’uomo, e come, il pensiero … la malattia, la sofferenza e, infine, la morte? …

Se l’uomo è considerato, dal punto di vista del suo essere, un animale tra gli altri, una ‘cosa’ trasformata in un oggetto di studio prima della zoologia e poi, a mano a mano, dell’antropologia culturale, della paleontologia, della genetica, della fisiologia, della neurologia ecc., con i metodi e i linguaggi di ciascuna di queste scienze, non può che essere soltanto natura, frutto dell’evoluzione storica della natura e indagabile dalle scienze che lo studiano con strumenti altrettanto storico-naturali.

«CHI È L’UOMO» SECONDO LE SCIENZE DELL’EDUCAZIONE?

QUALI CONSEGUENZE PER LA PEDAGOGIA?

In una prospettiva fondata sulla ‘naturalizzazione’ dell’uomo, che senso potrebbe mai avere educare l’uomo sulla base di un suo ‘dover essere’ se questo ‘dover essere’ non può che essere sempre schiacciato sull’essere particolare e contingente di ciascuno, e quindi coincidere con esso? Se non esiste più distanza possibile tra ‘essere’ teoretico e ‘dover essere’ pratico dell’uomo, perché mai ogni essere umano dovrebbe mettere in discussione criticamente il suo modo di essere l’uomo che è, giudicandosi anche per come avrebbe dovuto essere, potendo esserlo? Come l’uomo potrebbe arrogarsi non tanto il potere, ma il dovere di questo giudizio nei confronti di un altro, educandolo in base a un dover essere che ritiene non solo ‘bene’ per sé ma anche per l’altro?

PERCHÉ LA PEDAGOGIA NON SI RIDUCE ALLE SCIENZE DELL’EDUCAZIONE? LA

RISPOSTA DI ROUSSEAU

In educazione non bisogna quindi per nulla lasciarsi affascinare da «ciò che c’è», «ciò che si fa», «ciò che si è fatto». Non bisogna lasciarsi affascinare dall’educazione o dalla pedagogia che ci provengono «dagli uomini o dalle cose» che ci sono (noi compresi) o che ci sono stati. In altri termini, in questi campi, non possiamo limitarci ad analizzare i «rapporti esistenti nelle situazioni (educative e/o pedagogiche) determinate», ovvero accadute e studiate per scoprirne il lógos. Rousseau, Emilio

… ROUSSEAU: LA PEDAGOGIA E LE SCIENZE DELL’EDUCAZIONE?

Lo studio della presenza esperienziale “perfetta” (ovvero accaduta: di ciò che c’è o ciò che si fa e si è fatto), - se è ineliminabile sia dalle pratiche educative, sia dalle elaborazioni pedagogiche, - è tuttavia insufficiente a costituire le une e le altre, nella loro autenticità e

affidabilità.

… PER CAPIRE MEGLIO

Rousseau non respinge la considerazione attenta e la presa d’atto dell’importanza di «ciò che c’è» e di«com’è», né disprezza, visto «ciò che c’è, com’è, e perché» in educazione, «ciò che, per téchne, si può fare, e come e perché» a partire dall’esperienza presente e accaduta. Tuttavia, è convinto che ciò che più conta per la vita di ciascuno è discriminare in ciò che c’è e in quanto si può fare: a)«quanto è bene che ci sia», ed impegnarsi non solo a custodirlo, ma ad ampliarlo; b)«quanto è male», ed impegnarsi a trovare i modi più efficaci per riuscire a combatterlo, trattenerlo, sconfiggerlo, reintegrando «ciò che è bene».

COME FAR QUESTO?

Ascoltando la voce del «dovere» (de-hibére), che è racchiusa nella coscienza di ciascun uomo.

Riconoscendo che theoría e téchne possono partecipare alla «verità educativa essenziale»

soltanto attraverso la mediazione della phrónesis.

SCIENZE DELL’EDUCAZIONE E PEDAGOGIA IN ROUSSEAU

SCIENZE DELL’EDUCAZIONE

UOMO ‘NUMERO FRAZIONARIO’

hanno per oggetto l’

DIPENDENTE DAL MODO CON CUI VIENE COSTITUITO

DALLE DIVERSE SCIENZE

PEDAGOGIA

ha per oggetto

UOMO ‘NUMERO INTERO-ASSOLUTO’

ESSERE (teoresi)

POTER ESSERE (téchne)

DOVER ESSERE

(phrónesis)

rivolgono l’attenzione ai piani

rivolge l’attenzione

al piano

ossia

sono utili

condizionano ma non determinano

… DALL’UOMO ALLA PERSONA UMANA IN PEDAGOGIA

Homo, secondo Heidegger, deriva da humus, terra. Evoca, quindi, le qualità da sempre collegate alla terra: concretezza, ‘pesantezza’, manipolabilità, empiricità. Richiama, di conseguenza, più l’orizzontale che il verticale, più il sensibile che il sovrasensibile, più il ‘corporeo’ che lo ‘spirituale’. Il termine persona umana è invece, per struttura intrinseca, ironico: rimanda sempre, da qualunque punto di vista lo si accosti e lo si consideri, ad altro, ad oltre. Indica sempre anche qualcosa che non c’è ‘qui ed ora’, e che occorre tuttavia presupporre, immaginare, proprio per capire il qui ed ora. Non trascura i riferimenti all’empirico, ma coinvolge anche il metaempirico.

QUALI CONSAPEVOLEZZE PEDAGOGICHE?

La saggezza [ovvero la competenza nell’affrontare il contingente e il particolare nel modo e tempo opportuno] non è una scienza. Aristotele, Etica Nicomachea

Nessuna conclusione di una ricerca scientifica si può convertire in una norma dell’arte dell’educazione. […] Le regole e gli stessi fatti, anche quando vengono ricavati in forma autenticamente scientifica, non forniscono regole pratiche di azione. J. Dewey, Le fonti di una scienza dell’educazione

IL VALORE AGGIUNTO DELLE SCIENZE DELL’EDUCAZIONE

Il loro valore […] consiste nello smaliziare gli strumenti intellettuali che saranno usati dall’educatore tanto nell’osservazione che nella riflessione, verso condizioni e relazioni della realtà che altrimenti passerebbero inosservate. J. Dewey, Le fonti di una scienza dell’educazione

Una visione intellettuale non è mai un quadro reale, ma può renderci capaci di costruire quadri reali che senza di essa non esisterebbero. J. Dewey, Logica. Teoria dell’indagine

IL VALORE AGGIUNTO DELLA PEDAGOGIA

La posta in gioco cruciale quando si entra nel campo della pedagogia non è mai la razionalità teoretica né tantomeno quella tecnica, bensì la razionalità pratica, dell’educatore e dell’educando. Senza la soggettività cosciente e autocosciente di ciascuno, […] non scatta, infatti, nessuna educazione, né autoeducazione, né eteroeducazione.

… UN RICHIAMO DOVEROSO

La scienza è soltanto un elemento, e non certo quello predominante, della costellazione dei desiderata (umani) […] L’autorità epistemica della scienza è grande, ma non onnicomprensiva. N. Rescher, I limiti della scienza

… CHE DIRE DELL’EDUCAZIONE?

PERSONA UMANA

L’espressione «persona umana» rimanda ad un soggetto di cui si riconosce l’unitarietà delle sue componenti, l’essere sempre fine e mai mezzo.

Aspetti morali e religiosi

Aspetti razionali, cognitivi

Aspetti biologici, fisici, sociali

Aspetti ‘estetici’

Aspetti affettivi e relazionali

L’educazione, se vuole essere umana, non può mai limitarsi a promuovere soltanto la razionalità teoretica, o tecnica, o pratica dell’uomo. Se così fosse, si cadrebbe nell’educazione dimezzata.

L’educazione assunta dal punto di vista pedagogico […] non è la pur importante e corretta descrizione di un fenomeno, ma la sua valutazione e trasformazione sempre maggiore nel senso del vero, del buono, del bello e del piacevole. In questa prospettiva, non basta prendere atto della complessità dell’educazione: bisogna anche compromettersi con un giudizio pratico sulle manifestazioni di tale complessità […] per agire di conseguenza.

… PER CONCLUDERE