E D I T O R E A S S O C I A Z I O N E A M I C I D E I M U ... · I materiali degli antichi popoli...

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E D I T O R E A S S O C I A Z I O N E A M I C I D E I M U S E I D A B R U Z Z O F I D A M Anno I/II Trimestre n°1 2006 Tribunale dell’Aquila n°553 del Registro Giornali 18.03.2006 Periodico Trimestrale Gratuito M M U U 6 IL GIORNALE DEI MUSEI D’ABRUZZO Supplemento al N° 74 di D’Abruzzo

Transcript of E D I T O R E A S S O C I A Z I O N E A M I C I D E I M U ... · I materiali degli antichi popoli...

E D I T O R E A S S O C I A Z I O N E A M I C I D E I M U S E I D ’ A B R U Z Z O F I D A M

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MMUU6I L G I O R N A L E D E I M U S E I D ’ A B R U Z Z O

Supplemento al N° 74 di D’Abruzzo

2 Editoriale Walter CapezzaliPrimi riscontri

3 L’opinione di a cura di Germana GalliDacia Maraini

4 Articolando

6 ArcheologiaIl più antico nucleo industrialeNavelli, aggiornamenti dagli archeologi:Vincenzo D’Ercole e Alberta Martelloni.

7 Il personaggio a cura di Angela CianoOttaviano Del Turco

8 Museo e territorio di Annunziata TaraschiSymbola nel cuore della Valle Siciliana

9 ArchitetturaIl luogo delle esposizioni in nome di Michetti

10 Esperienze e musei Christian Dolente / Letizia LizzaI materiali degli antichi popolinel Museo delle Genti d’Abruzzo

11 L’estate dell’arte Mauro Soccio / Angela CianoLoreto Aprutino suggestivo campo baseper escursioni al mare e ai monti

15 Esperienze e musei a cura di Raffaella EvandroForma in azione

16 Sulle strade dei beniIn provincia di Chieti L’Aquila Pescara Teramo

19 EventiI geni della pittura nella famiglia de Chiricoinsieme per la prima volta in mostra a Francavilla

20 Infomu6il museo che verrà / il museo che non ti aspetti / convegni lettere / mostre / attività / libri / sotto la lente

22 Extract

24 DedicatoMusei d’Abruzzo

“Rotto il ghiaccio” con un numero 0 che doveva soprattutto servire a presentare questoperiodico e a chiarirne obiettivi e metodologie, la storia per così dire ufficiale per"Il giornale dei musei" ora si apre concretamente. E si apre sotto incoraggianti auspici.Del resto la politica dei “piccoli passi” di cui facevamo cenno nel precedente editoriale nonpuò essere intesa come fosse un freno a mano costantemente tirato, per cui ecco quiil fatidico numero 1, con i suoi articoli, le sue rubriche, le sue proposte, aperte - loribadiamo - ai suggerimenti di quanti, operatori o fruitori dell’ambito museale abruzzese,vogliano aiutarci ad andare avanti.Almeno due circostanze ci permettono di guardare al futuro di questo periodico consuffi-ciente fiducia: due circostanze diverse ma significativamente convergenti, da noiauspicate e che proprio grazie al ricordato fascicolo d’esordio hanno avuto l’input giusto.Da un lato, dobbiamo infatti registrare un importante riscontro “interno”."Il giornale dei musei" si è infatti “incontrato” con non pochi direttori di strutturemuseali regionali, auspice l’Assessorato alla Cultura della Regione Abruzzo(se ne legga il resoconto nelle pagine che seguono) e dall’incontro è scaturitoun preciso convincimento a proposito dell’utilità di uno strumento come questo,soprattutto per favorire l’esigenza, emersa proprio in occasione di questo incontro,di costruire una rete museale “concreta e riconoscibile”. In questo senso, la nostra rivistasi affianca ad altre lodevoli iniziative, come quella del sistema Museale Telematico dellaRegione Abruzzo, che ha appena salutato (e anche di questo vi informiamo più avanti)del traguardo dei cento musei “online”.E l’attenzione dimostrata dai direttori incontrati è incoraggiante ma soprattutto ci facerti di una disponibilità alla collaborazione e alla promozione che già comincia a darei primi auspicati risultati.Dall’altro lato, ci sono stati numerosi riscontri per così dire “esterni”.E non solo da parte dei non pochi - e qualificati - che hanno voluto onorare con il loropersonale intervento la presentazione ufficiale del nuovo periodico, in una riuscitamanifestazione svoltasi al “Palazzetto dei Nobili” dell’Aquila; il loro incoraggiamentoè stato tangibile, così come è stato prezioso l’apporto delle autorevoli autorità (il bisticcioè assolutamente voluto) del mondo culturale regionale che hanno espresso pubblicamente,in quella stessa occasione, il loro apprezzamento ed il loro incoraggiamento. Ma ci hannofatto particolarmente piacere anche ulteriori successivi contatti, di chi ha appresodell’iniziativa editoriale, ha cercato di “recuperare” anche il numero 0, ci ha contattatoper informarsi sul come e sul dove fosse possibile abbonarsi, ha proposto occasionie metodi per una più efficace divulgazione, e così via.Da questo duplice fronte (l’incontro con gli operatori, l’incontro con gli utenti) nonpossono che scaturire occasioni di crescita graduale che abbiamo fin dall’inizio auspicatoe che in questa occasione vogliamo subito sperimentare.In quest’ottica, ad esempio, pensiamo possa essere valutata l’immediata evoluzioneda noi decisa per il già programmato “speciale museo”, come questo numero dimostracon l’iniziativa che riguarda la Fondazione Musei Civici di Loreto Aprutino. Lo “speciale”viene inglobato in un vero e proprio inserto, che è estraibile ed autonomo (con tiraturaad hoc per il polo museale) e che diventa, a seconda delle utilizzazioni possibili e di diversemodalità, fascicolo informativo al servizio dei visitatori o efficace strumento di pubblicità.In definitiva, vogliamo un Giornale duttile e aperto, disponibile e concreto, piacevolee attendibile, nella non troppo nascosta speranza di farlo diventare un vero “fioreall’occhiello” dei Musei abruzzesi: strumento utile per gli operatori e per le istituzionidello specifico settore, ma anche segnale adeguato di un impegno sempre più convintoper la promozione dei beni culturali. Un mondo in gran parte ancora da valorizzare,ma soprattutto da pubblicizzare per favorirne la “scoperta”. Lo andiamo ripetendoda troppo tempo: il turismo culturale va “conquistato”: è esigente, vuole un’accoglienzae una fruibilità di qualità, ma è anche affamato di nuovi approdi. È un campo in cuil’Abruzzo, volendo, può davvero “sfondare”. Diamogli una mano!

EDITORIALEWalter Capezzali

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Primi riscontri

MMUU6I L G I O R N A L E D E I M U S E I D ’ A B R U Z Z O

MUSEI n.1Periodico Trimestrale ideato da Germana Galli

Con il contributo della Regione Abruzzo

EditoreAssociazione Amici dei Musei d’AbruzzoCasella postale 162, 67100 L’Aquila centro

info@amicideimusei.aq.itwww.mu6abruzzo.itwww.mu6abruzzo.euWebmaster Claudia Valentini

Direttore ResponsabileWalter Capezzali

Coordinamento editorialeRaffaella Evandro, Germana Galli.

RedazioneAngela Ciano, Franco Dus, Filippo Tronca.

Progetto graficoAd.Venture / Compagnia di comunicazioneimpaginazione a cura di Marco D’Aroma

FotoArchivio d’Abruzzo pag 5M. Benedetti pag16L. D’Angelo pag 3, 4, 9, 16, 20M. Di Paolo pag 14Foto Slim pag 7A. Rasetta pag 14M. Soccio pag 11, 12, 13I. Villani pag 21

StampaPoligrafica ManciniSambuceto / Chieti

TraduzioniMonica Fagnano

DistribuzioneCon il periodico D’AbruzzoSpedizione postaleIn tutti i musei della regione abruzzo

CopertinamuMi, Francavilla / ChietiFoto Luciano D’Angelo

© MU6 / 2006 stampato in italia

Una visita ad un museo o ad una mostra

le ha mai suggerito un contenuto di un

suo lavoro?

Una visita a un museo no, ma un

quadro sì. Amo molto addentrarmi

nei quadri come fossero porte aperte

su storie di vita. Infatti ho una predi-

lezione per i quadri narrativi, come

Ver Meer per esempio, uno dei più

grandi e misteriosi narratori della

storia della pittura.

Pensa che il museo sia solo il luogo della

memoria?

No, per me il museo è il luogo della

conoscenza. Il museo è la sola

struttura che possa permettersi fra

l'altro di farti conoscere un pittore

nel suo insieme. Di solito si vedono

due quadri,tre quadri di un pittore

esposti insieme, ma quando ci si

trova davanti il lavoro pittorico di

una vita, l'effetto è assolutamente

inedito e sconvolgente. L'ultima

grande mostra che ho visitato è quel-

la di Antonello Da Messina qui a

Roma. Non avevo mai visto tanti qua-

dri di Antonello messi insieme, e

anche confrontati con altri quadri

della sua epoca. Credo di averlo capi-

to meglio nella sua grandezza, pur

rendendomi conto che i suoi quadri,

nella memoria molto grandi, sono in

realtà piccoli e concentrati come

francobolli nitidi e pensosi.

Si dice che la frequentazione alle esposizio-

ni,come alla lettura, debba iniziare in giova-

ne età: crede che ci possa essere un approccio

più maturo?

Certamente è meglio cominciare da

ragazzi a frequentare i musei. Certo,

se uno non l'ha mai fatto, può comin-

ciare a qualsiasi età. Ma se si comin-

cia da giovani, anzi da ragazzini, si

acquista una tecnica di avvicinamen-

to che aiuta a capire meglio i quadri,

ad assorbirli, a memorizzarli.

Ricorda il primo museo da lei visitato e in

quale circostanza?

Non ricordo con precisione, ma mi

sembra che il primo museo della mia

vita l'ho visitato con le compagne del

collegio della Santissima Annunziata

di Firenze dove stavo a studiare.

Quindi Gli Uffizi con tutta la loro ric-

chezza di immagini straordinarie.

La sua lunga frequentazione dell'Abruzzo ha

reso lei cittadina ad honorem. Ha avuto

modo di conoscere una o più realtà museali

di questo territorio? Che cosa ne pensa?

Ho visitato molti musei, anche picco-

li in Abruzzo. Quello che mi ha colpi-

to di più forse è il Museo Palafitticolo

delle paludi che si trova nelle campa-

gne di Celano. Ho capito tante cose

sulla cultura sannita osservando que-

gli strumenti raffinati, quelle sculture

commoventi nella loro grazia plasti-

ca. Soprattutto mi ha colpito la rico-

struzione di un letto funerario tutto

fatto da piccoli pezzi di osso animale

scolpito con una eleganza e una peri-

zia che non mi aspettavo.

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Primi riscontri

L’OPINIONE DIa cura di Germana Galli

Dacia Maraini

Particolare letto osseoMuseo Nazionale della Preistoria dell´Abruzzo,Celano

CITTADINAAD HONOREMDELL’ABRUZZO

ARTICOLANDO

Sono 100 musei dell’Abruzzo, tutti

visitabili on line. Questo il risultato

raggiunto dal Sistema Museale

Telematico, il portale della Regione

Abruzzo che oggi, primo in Italia,

consente di poter navigare alla scoperta

di ben 100 strutture appartenenti al

sistema museale regionale.

Il Portale, promosso dall’Assessorato alla

Cultura della Giunta Regionale attraverso

il Centro Regionale Beni Culturali,

realizzato in collaborazione con le

Soprintendenze regionali e le Direzioni

dei Musei, pone la Regione Abruzzo

all’avanguardia, in Italia, nel campo della

tecnologia informatica applicata ai beni

culturali e della complessiva azione di

valorizzazione degli stessi.

I siti presenti nel Portale, oltre a

permettere di soffermarsi sulle singole

collezioni, offrono nel loro insieme una

panoramica puntuale dell’offerta museale

regionale la quale, com’è possibile

rilevare dalla tipologia delle raccolte,

spazia dall’archeologia alla pittura, dalla

scultura alla ceramica, dalla musica alle

tradizioni popolari, dalle scienze

naturalistiche all’industria confettiera,

fino alle collezioni di armi, di antiche

mappe, di merletti.

La composita realtà del patrimonio

culturale quindi, testimonianza del

cammino della civilissima Gente

d’Abruzzo, per via telematica raggiunge

ogni parte del mondo e si offre

all’attenzione di quanti, studiosi,

ricercatori, docenti, studenti, o soltanto

semplici appassionati, vogliano informarsi

e documentarsi sulle vicende storiche e

artistiche della nostra Comunità.

Attraverso il web e le più avanzate

tecniche del linguaggio digitale, le

immagini delle diverse collezioni

assumono caratteristiche “iperspaziali”

che ne consentono il contemporaneo

trasferimento in tempo reale nei più

remoti angoli del pianeta oltre che

permettere all’utente-esploratore di

interagire con l’opera d’arte e di

contestualizzarla attraverso l’uso dei link.

La caratteristica del Sistema abruzzese

rispetto a quelle di altri portali, sta nella

possibilità di poter visionare, per ogni

museo, la quasi totalità delle opere e

degli oggetti raccolti, non essendo

limitate le informazioni ai soli aspetti

organizzativi (orari, biglietteria, direzione,

tipologia, servizi, ecc.). Ciò consente di

avere un’ampia panoramica sul tipo, sulla

qualità e sulle specificità dei beni esposti,

dei quali, oltre all’immagine -che,

attraverso l’ingrandimento, può essere

mostrata nei minimi dettagli- esiste o

un’accurata descrizione o una didascalia

che, comunque, rinvia alle notizie

generali sulle tematiche trattate.

L’accesso al Portale avviene via Internet,

come già detto, attraverso uno dei

seguenti indirizzi web:

www.crbc.it

www.musei.abruzzo.it

www.regione.abruzzo.it/cultura

La ricerca dei Musei può essere effettuata per:

Indice alfabetico per nomi.

Indice musei per provincia di residenza.

Indice località e musei residenti.

Indice tipologie.

Ricerca base per termini.

Ricerca avanzata per termini.

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100 MUSEION LINE!

Casa Flaiano vendesi. E’ questo lo sconcertante cartello apparso qualche settimana fa sul

portone di uno dei palazzotti più antichi di Pescara, in corso Manthoné, 37. In vendita

sarebbe una parte della casa natale dello scrittore e sceneggiatore, amico di Federico

Fellini, che qui nacque il 5 marzo 1910; l’intero stabile, un tempo di proprietà della famiglia

Flaiano, è oggi diviso tra quattro proprietari. E uno di essi ha deciso di disfarsi della sua

parte tramite un’immobiliare romana. Una vicenda che ha dei retroscena. Sulla casa, infat-

ti, c’è già una trattativa con l’amministrazione comunale ma, secondo una perizia effettuata

dall’ente, l’immobile avrebbe un valore della metà esatta della cifra richiesta dal proprieta-

rio. In pratica, secondo indiscrezioni, la cifra stabilita dal comune sarebbe di 500 mila euro

mentre quella richiesta è pari ad un milione di euro, da qui la lentezza di una trattativa che

va avanti da oltre un anno e, da qui, la decisione di mettere in vendita l’immobile da parte

del privato. Un braccio di ferro che rischia di far perdere alla collettività una memoria stori-

ca, un tassello importante del tessuto culturale abruzzese e degli abruzzesi. Ma dal

Comune sono sicuri e dicono “Non ce la faremo sfuggire”.

I NATALI DI FLAIANOPESCARA

ALLA RICERCADEL TESORONEL DUOMODI SAN MASSIMOL’AQUILA

ADRIATICO:LE SPONDE SI AVVICINANO

Potrebbe nascondere un vero tesoro. Per

questo tutti sono convinti, compresa la

curia aquilana con in testa l’arcivescovo

Mon. Giuseppe Molinari, che è necessario

scavare sotto il pavimento della cattedrale

di San Massimo. Il Duomo dell’Aquila, o

meglio la sua cripta, potrebbe aver

conservato per molti secolo la tomba e

forse le spoglie proprio del santo

protettore, quel San Massimo d’Aveia

martire. A rivelarlo il Prof. Fabio Redi di

archeologia medievale dell’Università che

in un recente convegno svoltosi in

occasione dei 750 anni della chiesa

aquilana ha reso noti i risultati di

un’indagine effettuata con un georadar

“bisognerà condurre un’indagine completa

su tutto il pavimento della chiesa – ha

detto Redi – e per verificare l’ipotesi se

sotto vi sia il sepolcro del santo basterà

rimuovere pochi metri di pavimento”. I

saggi preliminari, effettuati nella crociera

sotto la cupola, hanno aperto prospettive

incoraggianti. Ora bisognerà partire con i

lavori e chissà che fra qualche mese

L’Aquila non avrà altre sacre spoglie da

venerare oltre quelle di Celestino V.

Pescara - Spalato città gemelle. Almeno secondo il progetto Twin (Twin waterfront

integrated project), programma Interreg sulla valorizzazione ambientale e turistica dei

waterfront urbani e delle risorse costiere, presentato a Pescara nel corso del seminario

“Le coste dell’Adriatico”. “L’Adriatico è come un piccolo mediterraneo - ha spiegato Rosario

Pavia responsabile del progetto - un lago le cui sponde sono percorse da una comune

identità e allo stesso tempo da una felice varietà di realtà locali. Esso è la nostra porta

verso l’oriente e il centro di una grande regione europea che va dagli Appennini al Danubio,

dal cui sviluppo le nostre città non possono prescindere”. Dal seminario è emersa, dunque,

la necessità di rafforzare ancora di più la cooperazione tra le due sponde. “Anche perché

ha aggiunto Massimo Luciani assessore alle politiche comunitarie del Comune di Pescara

nei prossimi anni arriveranno molti fondi per questi progetti dalla comunità europea, solo

per l’Abruzzo ci saranno quattrocento milioni di euro che serviranno a potenziare le

capacità progettuali presenti sul territorio.

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Il modello è quello dello storico Capitan

America fumetto per i più piccoli. Porta

così il titolo di "Capitan Abruzzo" la

nuova testata della Giunta regionale

dedicata alle scuole.

"Non il grado più alto, quello di capitano

- spiega il presidente della Giunta

regionale, Ottaviano Del Turco, ideatore e

promotore della nuova iniziativa

editoriale - ma certo lo strumento di

comunicazione più diffuso. Diffuso nella

letterature, nella cinematografia, e anche

nei fumetti". In sostanza, per il Presidente

"il capitano altro non rappresenta se non

l'attitudine alla guida e al coraggio

dell'Abruzzo, in quanto ha l'ambizione di

crescere e di scrivere nuove pagine della

propria storia". La rivista, bimestrale, sarà

distribuita in tutte le scuole e nelle

edicole, alla ripresa dell'anno scolastico.

"Capitan Abruzzo" nasce dall'idea del

presidente Del Turco che ha individuato

nelle scuole il target ottimale. "Le scuole

- ha spiegato - sono uno strumento di

diffusione della cultura dell'unità di

questa regione. Siano convinti che

rivolgendoci a loro potremo costruire

nella regione una identità comune e

solidale". L'uso del fumetto, poi, per il

Presidente significa "imitare cose che

hanno avuto grande fortuna nei ragazzi di

sempre e presso tutte le generazioni". I

personaggi, realizzati dal vignettista, Luigi

Salucci, saranno di volta in volta

protagonisti di storie che testimoniano il

loro impegno sociale e civile nella

costruzione di una regione unitaria e

solidale, sono un orso e un delfino.

I Safini furono i primi a segnare le strade

dei pastori, perché, come narra la

leggenda del ver sacrum (primavera

sacra, a seguito di una guerra o di una

carestia, essi consacrarono al loro dio

tutti i nati in quell’anno, con la promessa

che, non appena i neonati avrebbero

compiuto la maggiore età, sarebbero

partiti guidati dai loro stessi animali -

pecore e buoi- laddove la volontà degli

dei li avrebbe condotti.

La Festa della Transumanza nasce oggi

dall’esigenza di analizzare il fenomeno

non solo dal punto di vista storico sullo

spostamento dei pastori ma anche per

individuarne i valori veicolati:

le permanenze di manufatti e tradizioni

nella storia attuale (in particolare nel

paesaggio, nell’architettura rurale, nei

dialetti, nelle produzioni, nei riti,

nell’organizzazione sociale ecc); i confini

delle aree “contaminate” dalla

transumanza; le specificità e le affinità fra

le diverse aree europee; le ricadute di

questo fenomeno (che è durato dall’età

del bronzo fino ai giorni nostri); l’identità

delle popolazioni delle aree coinvolte. La

festa quindi come momento di

valorizzazione di tutti gli aspetti che

attualmente possono essere rivitalizzati.

una bella novità

Il 6/06/06 si è costituita a Napoli

l’Associazione nazionale VOLUNTAS cioè

l’Associazione dei VOLontari UNder 18

anni Transumanti Attivi e Solidali.

L’Associazione dei “nuovi transumanti” ha

l’obiettivo di avviare e disseminare a

livello nazionale pratiche di volontariato

studentesco nei Parchi e nelle aree

protette. I giovani volontari attraverso

diversi tirocini teorici e pratici

opereranno nel prossimo mese di luglio

nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e

Molise e verrà loro dato il benvenuto al

Museo della Transumanza di Villetta

Barrea.

per informazioni: Tel. 3395060962

ARTICOLANDO

KLIS O CIVITELLADEL TRONTO?A VOI LA SCELTA

CAPITANICORAGGIOSI:NASCEUN FUMETTOPER GLISTUDENTIABRUZZESI

La somiglianza è impressionante. Segno che poi le due

sponde dell’Adriatico, ovvero Abruzzo e Croazia, non sono

mai state tanto distanti e non solo in senso geografico.

La cultura, le tradizioni e a volte anche la architetture

possono somigliarsi molto, a volte avere la stessa radice.

È il caso della fortezza medievale di Klis che si trova nei

dintorni di Split e che fu sede per molti secoli dei regnanti

croati. La somiglianza a guardarla dall’alto è con la fortezza

abruzzese di Civitella del Tronto anche questa fortezza di

origine medievale. Essa fu costruita intorno all'anno Mille

ha subendo nei secoli varie trasformazioni ed ha avuto il suo

massimo splendore nel periodo aragonese-spagnolo. Grazie

ai lavori di restauro, l'immensa fortezza che, con i suoi 25000

mq di superficie è una delle più grandi d'Europa, è tornata

alla primitiva suggestione. Immensa proprio come la fortezza

di Klis in Croazia. Dunque una cosa è certa messe a confronto

i due monumenti sembrano uguali e siamo sicuri visitandoli

si può ammirare lo stesso panorama... mozzafiato.

L’ANDARE PER ESSERELUNGO I TRATTURI DELLA TRANSUMANZAVILLETTA BARREA

È un territorio che continua a stupire.

E continua a restituirci testimonianze

di epoche lontanissime. Quello com-

preso tra Fossa, Bazzano, Poggio

Picenze e poi Capestrano,

Caporciano, Navelli in provincia

dell’Aquila, continua ad essere fonte

inesauribile di notizie per ricostruire

la storia di popolazioni fiere ed evo-

lute: i Vestini. Le ultime scoperte

fatte nella Piana di Navelli lo dimo-

strano. Ancora una volta. Ma qui,

sono tornati alla luce anche altri

reperti. Più vicini a noi. Che testimo-

niano una continuità della storia e

una sorta di passaggio naturale tra il

periodo italico e quello romano.

“Nella zona di Santa Maria in

Centurelli - spiega l’archeologa

Alberta Martelloni della cooperativa

Vestea che sta effettuando gli scavi -

abbiamo trovato dei resti di un vicus

di età romana. Qui le prescrizioni

archeologiche indicavano la presenza

di un tempio romano”. Ma quello che

sta venendo fuori è molto di più “È

molto probabilmente, è collegabile -

spiega l’archeologo della soprinten-

denza Vincenzo D’Ercole - alla vicina

città di Peltuinum. Fino ad ora abbia

mo scoperto una importante strada

basolata che potrebbe identificarsi

con la Via Claudia Nova risalente al

54 d.C. fatta costruire dall’imperatore

Claudio, e una serie di resti di botte-

ghe, con più ambienti, e fornaci che

si affacciano su essa”. Insomma una

sorta di nucleo industriale ante litte-

ram collegato proprio alla città di

Peltuinum. È a giudicare dai ritrova-

menti, un luogo di passaggio “...tra i

resti scavati fino ad ora - continua

Martelloni - ci sono anche ambienti

che dovevano servire ad accogliere i

viandanti e una vera e propria stazio-

ne di servizio chiamata Mansio”.

Insomma una specie di autogrill dei

tempi antichi. Tra i reperti rinvenuti

sono di particolare eccezione una

serie di monete e di vasi, molto simili

ad altri vasi già rinvenuti nell’area

archeologica sempre di Peltuinum.

“Abbiamo trovato - aggiunge

Martelloni - anche resti che testimo-

niano il lavoro che si svolgeva in que-

sto luogo, resti di fusione in ferro, late-

rizi e mattoni”. Resti di vita quotidiana.

E poi c’è la necropoli. L’ennesimo

importante sito vestino rinvenuto

sempre in questa piana, grazie, anche

per questi scavi come per quelli

romani, ai lavori di ampliamento

della statale 17 portati avanti

dall’Anas che sta finanziando anche

la campagna archeologica.

Sessantasette le tombe rinvenute

lungo tutto il tracciato della strada

moderna, per un periodo che va

dall’VIII sec. a.C. al II a.C. La sepoltu-

ra è quella tipica di questo popolo

ma la novità sta nel tipo di oggetti

trovati. In quelle più antiche, risalenti

ad un periodo compreso tra l’VIII e il

VI sec. a.C., sono state trovate tante

armi e calzari in ferro molto ben con-

servati “Segno - sottolinea Alberta

Martelloni - di un’epoca molto più

instabile, le popolazioni erano molto

belligeranti”. Le tombe più recenti,

invece, quelle risalenti alla fase del IV

- III sec. a.C. hanno restituito più

oggetti di uso quotidiano testimo-

nianza di epoche più pacifiche “nella

tomba di una bambina di 6 o 7 anni -

interviene la Martelloni - abbiamo

trovato un bellissimo pendente in

pasta vitrea proveniente da

Cartagine. Una cosa simile era già

stata rinvenuta in una tomba femmi-

nile a Bazzano, prova della la capaci-

tà di questo popolo di intrattenere

rapporti con altre civiltà dell’area

punica e cartaginese”. Dunque ancora

una volta segni di quanto evoluti e

raffinati fossero i popoli vestini, segni

che in questi ultimi giorni sono riaf-

fiorate anche in altri siti come quello

di Poggio Picenze. E per ammirare

questi oggetti eccezionali basta fare

un salto al Museo delle Paludi di

Celano dove sono stati restaurati ed

esposti al pubblico.

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ARCHEOLOGIA

IL PIÙ ANTICO NUCLEO INDUSTRIALE

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DALLA PIANA DI NAVELLI RIEMERGONOI LUOGHI DI LAVORO DI PELTUINUM

Aggiornamenti dagli archeologi: Vincenzo D’Ercole e Alberta Martelloni.

1. La tomba infantile n. 51 della necropolidi Cinturelli a Caporciano in fase di scavo.

2. I materiali della tomba 23 della necropolidi Cinturelli a Caporciano esposti nella mostra“Vestini. Un popolo di montagna” pressoil Museo Nazionale di Preistoria d’Abruzzoa Celano: calzare in ferro, punta di lancia,bicchiere e brocchetta in impasto e bacile n bronzo.

3. La tomba 23 della necropoli di Cinturellia Caporciano in fase di scavo.

4. 4 I materiali della tomba 2 della necropolidi Cinturelli a Caporciano esposti nella mostra“Vestini. Un popolo di montagna” pressoil Museo Nazionale di Preistoria d’Abruzzoa Celano: olla in impasto, fibula e coltelloin ferro, pugnale ad antenne in ferro con fodero.

5. Veduta generale della necropoli di Cinturellia Caporciano.

6. La strada basolata di età romana individuatain località Cinturelli.

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IL PERSONAGGIOa cura di Angela Ciano

È stato ai vertici del mondosindacale in uno dei momentipiù drammatici della storiadel nostro paese, poi è pas-sato alla politica diventandoministro delle finanze, sena-tore ed europarlamentare.Tra tanti impegni e responsa-bilità il presidente abruzzeseOttaviano Del Turconon dimentica la sua primapassione, quella per l’arte...Coltivata nel suo studiodi pittore della sua casadi Collelongo.

Presidente dove e come è stata la prima volta

in un museo?

Credo a Roma, ma non me lo ricordo.

Penso di essere stato sempre dentro

i musei, per questo ho proprio smar-

rito il luogo e la data... io ho visitato

i musei di tutto il mondo. L’arte è

una passione infantile, gli unici soldi

che ricevevo a Natale o a Capodanno

erano per comprarmi una scatola

di colori della Giotto e una gomma.

Questa passione l’ha portata a dipingere...

Ho dipinto fino a sedici anni. Poi par-

tecipai ad una mostra di giovani arti-

sti con un critico d’arte dell’epoca

che si chiamava Pietro Ponente, il

quale davanti ad un mio quadro

disse… questo ragazzo diventerà un

bravo pittore - poi fece una pausa

e aggiunse - edile. Io da quel giorno

non ho più dipinto...

Così è passato alla carriera di sindacalista

e poi politico...

Ho ricominciato a dipingere a qua-

rant’anni. A fare pastelli.

Prima, nel corso dell’anno, non

dipingevo mai, tra Natale

e Capodanno compravo una tela

poi non riuscivo mai dipingerla…

Presidente torniamo ai musei… cosa né

pensa di quelli abruzzesi?

L’Abruzzo è pieno di musei. Troppi

per tenerli ad alto livello, bisognereb-

be invece concentrarli; investire cioè

su due o tre grandi istituzioni e lavo-

rare su queste. Ma la prima cosa da

fare, e noi stiamo iniziando su questa

strada, è un lavoro di riqualificazione

degli eventi culturali di questa regio-

ne. In altre regioni hanno deciso di

fare in modo che alcuni eventi, come

le grandi mostre, potessero diventare

grandi affari anche dal punto di vista

del rapporto con l’opinione pubblica.

Senza contare che questi grandi

eventi cambiano il modo di concepire

il turismo nei luoghi dove avvengono;

anche perché in Italia sta cambiando

il modo di concepire le vacanze. Oggi

le vacanze sono brevissime, e sono

generalmente destinate ad eventi cul-

turali, cioè ci si sposta per due o tre

giorni per andare a vedere una

mostra, seguire un evento sportivo...

i casi di Treviso, di Brescia, di Torino

o di Mantova per i libri, stanno li

a dire che c’è un pubblico disposto

a sacrificare una parte del suo pac-

chetto ferie per destinarle a questi

momenti culturali... faccio degli

esempi... le mostre sugli impressioni-

sti organizzate da Marco Goldin a

Treviso hanno portato in questa città

una quantità di persone che Treviso

non ha mai conosciuto nella sua sto-

ria. Organizzare delle grandi iniziati-

ve, grandi eventi e puntare sulla

capacità dell’Abruzzo di attrarre pub-

blico da Roma soprattutto.

Presidente non è che in Abruzzo manca la

capacità di promuovere le cose che si fanno,

oltre alla scarsezza di sponsor importanti,

come grandi banche e grandi imprese?

Non ci sono... Nel periodo di Pasqua

ho visto una mostra, in Abruzzo, che

è stata una delle più belle mostre che

ho visto nella mia vita e si trattava

di una mostra di arte sacra abruzzese,

ma ci sono capitato per caso. Ora io

sarei stato molto fiero di partecipare

come Regione alla promozione di un

evento come questo. Però stiamo

provvedendo, abbiamo collaborato

alla realizzazione di alcuni eventi per

questa estate; si tratta di due mostre

di grande spessore. Una di assoluta

novità che si terrà a Francavilla ed è

dedicata alla famiglia de Chirico, cioè

Giorgio de Chirico, il fratello Savinio

e suo figlio Ruggero. Il secondo

appuntamento si terrà invece

a Castelbasso, con un importante

mostra su Mario Schifano. Ci saranno

opere mai esposte perché provenienti

da collezioni private.

Presidente dunque la regione si sta impe-

gnando in prima linea?

Sicuramente... io però vorrei solleci-

tare, visto che stiamo già lavorando,

le banche abruzzesi ma anche i gran-

di partner che già lavorano con noi

a considerare l’investimento nell’arte

uno dei modi migliori per dialogare

con l’opinione pubblica

Cosa si sta facendo, invece, per la valorizza-

zione e la promozione del patrimonio esisten-

te... dei tanti musei che operano in Regione?

L’unica via è quella di costruire un

circuito, un pacchetto di proposte

che dovrebbe comprendere tutto:

come arrivare in Abruzzo, come per-

nottare, come vivere questo circuito

fatto spesso di piccoli musei che dif-

ficilmente si riescono a trovare. Se un

turista volesse vedere il letto d’osso

rinvenuto a Collelongo e risalente a

2500 anni fa, non saprebbe dove tro-

varlo. Invece questo splendido ogget-

to sta in un altrettanto splendido

musei, quello delle Paludi di Celano.

L’idea di una rete che costruisca percorsi,

che metta insieme cultura, eventi, musei...

che li faccia dialogare tra loro... un’idea,

tra l’altro che è anche del direttore regionale

Roberto Di Paola...

La collaborazione con Di Paola è una

collaborazione molto importante, ma

è importante questa nuova disponibi-

lità della soprintendenza a dialogare

con le istituzioni a tutti i livelli, dalla

regione, alle province ai comuni; que-

sto circuito istituzionale deve essere

rafforzato e portato avanti...

Questo rafforza il suo progetto di creare una

sorta di struttura task force, ufficio, comitato

o che dir si voglia per i grandi eventi?

Si, io voglio fare una struttura che

abbia una sua indipendenza, una sua

autonomia capace di mettere in

campo tutti i fattori che determinano

una mostra - evento, ma non solo

mostre. Per esempio noi abbiamo

attivato una collaborazione con il

Ministero dei Beni Culturali per degli

eventi che riguardano i libri. Il mio

sogno è quello di realizzare in

Abruzzo una fiera annuale de libro

del mediterraneo.

IL PIÙ ANTICO NUCLEO INDUSTRIALE

Ottaviano Del TurcoINTERVISTA

DALLA PIANA DI NAVELLI RIEMERGONOI LUOGHI DI LAVORO DI PELTUINUM

L’immagine di un grazioso uccellino, ripresa dalle antiche conche forgiate dai

maestri ramai di Palozza, nella Valle Siciliana, rappresenta oggi il simbolo del

Museo delle Genti del Gran Sasso. Racchiusa tra il fiume Vomano e il territorio

del comune di Arsita, la Valle Siciliana si distende per circa 240 kmq nella provin-

cia di Teramo ed attualmente rientra nel territorio del Parco del Gran Sasso e dei

Monti della Laga. Secondo insigni studiosi sarebbe stata proprio l’imponente pre-

senza della montagna a dare il nome alla vallata: il latino silex, sasso, avrebbe

prodotto l’aggettivo ‘siliciana’ divenuto successivamente ‘siciliana’ per effetto di

metatesi. La posizione geografica e le caratteristiche orografiche di quest’area

dell’Abruzzo hanno condizionato fortemente la gente del luogo, che ha vissuto

per secoli in simbiosi con la Natura dando vita ad una straordinaria cultura mate-

riale che il Museo vuole custodire e tramandare. Nel corso di un’esistenza segna-

ta da un forte senso di sacrificio e di precarietà, era molto frequente ricorrere

all’elemento magico come strumento curativo e di protezione; attraverso il lin-

guaggio simbolico, in cui elementi concreti rimandavano a realtà non sensibili, un

semplice oggetto d’uso domestico poteva diventare veicolo di messaggi trascen-

denti e profondi. È questo il caso dell’uccellino cinguettante. Esso ha una forte

valenza apotropaica che lo rende uno dei soggetti più frequentemente rappresen-

tati dalla cultura popolare. Già dai tempi antichissimi, e nelle mitologie di tutto il

mondo, i creatori o le creatrici dell’universo appaiono in sembianze di volatili.

Alata era Moan, divinità primordiale delle popolazioni Oceaniche e sotto forma di

un’oca era rappresentata la Grande Madre nell’antica Grecia. Per loro natura i

volatili sono destinati a rappresentare gli Dei o ad esserne messaggeri: il loro

regno è il cielo, luogo trascendente per eccellenza, dove attraverso il volo ricon-

giungono il tempo terreno a quello eterno e attraverso i loro canti annunciano la

primavera e la gioia del rinnovamento. Non stupisce quindi che gli uccelli siano

un simbolo di fertilità. Seguendo i principi della magia imitativa, a cui abitual-

mente i nostri avi ricorrevano, l’uccellino era rappresentato sulle conche, sui carri

agricoli o sulle stoffe tessute al telaio, per garantire salute e prosperità al bestia-

me, per moltiplicare le possibilità di un buon raccolto e di conseguenza per assi-

curare il benessere e la conservazione della propria famiglia.

Durante l’itinerario predisposto per i visitatori del Museo, la figura di un uccellino

compare come decorazione in molti prodotti della cultura materiale. Attraverso

codici simbolici che sfuggono alla conoscenza dell’uomo contemporaneo, il

mondo popolare esprime ancora sé stesso, la sua autenticità e i suoi valori,

negletti e rinnegati per tanto tempo e che, per certi aspetti, ancora rispondono

alle esigenze dei nostri tempi. Il Museo non è quindi un deposito di reperti da

ammirare solo per la loro bellezza o per la loro utilità, ma si pone come una porta

di comunicazione con il nostro passato, custode di insegnamenti che la società

odierna ha difficoltà a tramandare. Questo itinerario di conoscenza e di ricerca

documentaria, adottato dal Museo delle Genti del Gran Sasso, è agevolato da

laboratori didattici, organizzati per gruppi e scolaresche di tutte le età e livelli.

Negli ultimi anni lo spazio espositivo è stato arricchito dalla generosa donazione

di Annunziata Scipione, pittrice naïf di fama internazionale le cui opere, oltre a

costituire un patrimonio artistico, racchiudono anche un inestimabile valore etno-

grafico. Regalando alla fatica dei tempi passati tutti i colori racchiusi nella sensi-

bilità della sua anima, la Scipione cattura anche l’interesse dei visitatori più gio-

vani, che quel mondo non hanno mai conosciuto.

Il Museo si sviluppa in cinque ampi saloni del cinquecentesco Palazzo Marchesale di

Tossicia, paese piccolo e pittoresco situato ai piedi del Gran Sasso, nel cuore della

Valle Siciliana, di cui è stato per secoli l’antica e austera capitale.

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MUSEO E TERRITORIOAnnunziata Taraschi

Museo delle Genti del Gran SassoSalita del Castello - 64049 - Tossicia - (TE)

Direttore: Giuliano Di GaetanoE-MAIL: [email protected]. 0861.698414

info

SymbolaNEL CUOREDELLA VALLESICILIANAA TOSSICIA

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ARCHITETTURA

IL LUOGODELLEESPOSIZIONI

Il progetto consiste nel restauro e

l’ampliamento del convento dei padri

domenicani (xv sec., con ampi rifaci-

menti nel dopoguerra) per la realizza-

zione di un Centro ricerche sull’arte

contemporanea e sull’ambiente

antropico, intitolato a Francesco

Paolo Michetti, artista francavillese

vincitore del primo premio per la pit-

tura della prima Biennale di Venezia

nel 1895. Il palazzo esistente è desti-

nato a Centro di ricerca e a sede di

esposizioni temporanee. Il corpo in

ampliamento, sede del museo per-

manente del Cenacolo michettiano,

è adiacente al convento ed è realizza-

to nello spazio ipogeo del terrapieno

dietro le antiche mura urbane e sotto

la piazza della Rinascita, frammento

residuale del vecchio impianto urba-

no storico distrutto dalla guerra.

Il disegno planimetrico del fabbricato

di ampliamento risente dell’inerzia

delle stratificazioni, proponendo due

diverse giaciture di impianto per gli

elementi architettonici di progetto.

Lo sfalsamento degli assi della costru-

zione mira ad ottenere uno spazio

interno complesso e dinamico, che

descrive l’itinerario del percorso espo-

sitivo nel senso della rotazione intor-

no alla grande sala centrale a doppia

altezza realizzata per esporre le due

tele di Michetti (Le serpi e Gli storpi).

È un percorso simbolico attraverso la

sezione stratigrafica del terreno che

restituisce le successive trasformazio-

ni del luogo come irriducibilità degli

interventi di progetto ad un disegno

complessivo unitario. Il muMi è aper-

to dal maggio 1999.

Committente:

Ministero del Lavoro,

Ministero dei Beni Culturali e Ambientali,

Comune di Francavilla.

Anno di realizzazione progetto:

1991

Inizio e fine lavori:

1992-1997

Importo lavori:

14.000.000,00 euro

Progetto e Direzione artistica:

Mosé Ricci, Filippo Spaini

con Carla Ghezzi e Luigi Novelli.

Prestazione:

Progetto preliminare, definitivo, esecutivo.

Superficie coperta:

5000 mq.

Superficie espositiva:

3000 mq.

in nomedi MichettiA FRANCAVILLA

Situato nel cuore del centro storico

dell’antica Ostia Aterni, di fronte alla

casa natale di Gabriele d’Annunzio e

a due passi dal Museo Cascella, il

Museo delle Genti d’Abruzzo offre

un percorso di lettura originale e

coinvolgente per conoscere la forma-

zione etnica, l’evoluzione storica, le

tradizioni, gli usi, i costumi e

l’artigianato delle comunità agro-

pastorali.

Il Museo delle Genti d’Abruzzo è

considerato una delle strutture più

innovative nell’ambito dei musei

demo-antropologici grazie alla ric-

chezza dei reperti archeologici ed

etnografici, le fedeli ricostruzioni

d’ambiente, gli allestimenti suggesti-

vi, i diorami, le postazioni multime-

diali, le foto d’epoca ed i canti popo-

lari, le cui melodie accompagnano il

visitatore lungo il percorso.

Sede del Museo è l’ex Bagno

Borbonico, antica caserma militare

già parte della cinquecentesca fortez-

za di Pescara: il piano che ospita le

sale museali, con la tipica struttura a

camerate disposte lungo il cammino

di ronda, fu costruito nel Settecento

sul seminterrato adibito a “bagno

penale” del regno delle Due Sicilie.

Il Museo traccia la storia dell’uomo

in Abruzzo a partire dalla sua prima

comparsa, risalente al Paleolitico,

fino agli anni Cinquanta del

Novecento, quando la meccanizzazio-

ne dei processi produttivi ha inevita-

bilmente alterato un patrimonio

etnografico di cultura popolare fatto

di oggetti, gesti, saperi tecnici e

forme rituali risalenti spesso ad un

contesto preistorico e protostorico.

La prima sezione archeologica ospita

manufatti ed armi in selce del

Paleolitico ed utensili rinvenuti negli

antichi villaggi neolitici del territorio,

tra cui importanti frammenti ceramici

decorati, e due sepolture femminili

complete di corredi tombali.

La sezione espositiva dedicata all’età

dei metalli sottolinea la formazione

etnica dei pastori guerrieri italici,

con preziosi reperti in bronzo e ferro,

tra cui spiccano un’armatura di V

secolo a. C. e numerosi corredi fune-

bri rinvenuti presso le necropoli

dell’Età del Ferro.

Seguono sale dedicate alla continuità

nel mondo antico di pratiche rituali e

luoghi di culto rupestri, le cui tracce

permangono ancora oggi nella spiri-

tualità delle piccole comunità agro-

pastorali abruzzesi.

La sezione etnografica è costituita da

tre sale dedicate al mondo della

pastorizia, che per secoli è stata la

principale risorsa economica della

regione: sono esposti oggetti d’epoca

intagliati nel legno, abiti e manufatti

del corredo del pastore, attrezzi per

la mungitura e la lavorazione del

latte, ed una ricostruzione di capanna

“a tholos”, tipico riparo estivo in pie-

tra a secco ancora oggi visibile in

molte zone della Maiella.

Le sale successive del Museo sono

dedicate ai cicli produttivi dell’econo-

mia rurale, alle diversificate tipologie

abitative del territorio, alla lavorazio-

ne delle fibre tessili ed all’abbiglia-

mento tradizionale, con l’esposizione

dei più caratteristici costumi abruzze-

si. L’ultima sala è dedicata alla maio-

lica abruzzese, con prodotti prove-

nienti sia da Castelli che da altri cen-

tri attivi nei secoli scorsi.

Gli allestimenti suggestivi e spettaco-

lari sono ricchi di ricostruzioni

d’ambiente, diorami e postazioni

multimediali, per coinvolgere il visi-

tatore in un rapporto diretto e coin-

volgente.

La struttura dispone di un’ampia Sala

Video, di Biblioteca, Videoteca e

Archivi Fotografici, di un Auditorium,

di Sale polivalenti per eventi culturali

e mostre temporanee, di un Caffè

Letterario e di un Punto vendita con

editoria specializzata relativa al terri-

torio abruzzese.

Dal 1998 è attivo presso il Museo

delle Genti d’Abruzzo il Centro

Didattico “Pietro Barberini-Raffaele

Laporta” che organizza visite temati-

che, corsi e laboratori di archeologia

sperimentale. L’attività del Centro

nasce in seguito all’esigenza di pro-

gettare un’attività didattica costruita

sulla specificità dei materiali, sul loro

contesto di provenienza, e mirata a

fornire gli strumenti per una lettura

consapevole del “museo”, dei reperti

in esso contenuti e del contesto terri-

toriale di riferimento.

Le attività realizzate dal Centro sono

principalmente rivolte ad un pubblico

costituito da visitatori in età evoluti-

va, con progetti diversificati rivolti

alle Scuole Primarie ed alle Scuole

Secondarie di primo e secondo

grado. I Corsi si articolano in cicli di

più incontri che si svolgono, oltre che

all’interno delle sale espositive, in

aule didattiche appositamente alle-

stite all’interno delle antiche carceri,

in uno scenario emotivamente coin-

volgente e suggestivo.

Oltre ai Corsi realizzati durante l’anno

scolastico, che hanno come referenti i

dirigenti ed i docenti delle istituzioni

scolastiche di vario ordine e grado, il

Centro didattico “Pietro Barberini-

Raffaele Laporta” ha instaurato un

rapporto diretto con le famiglie attra-

verso l’attivazione di Corsi estivi rivol-

ti a bambini dai 5 ai 13 anni. Le attivi-

tà estive ogni anno propongono

tematiche nuove di conoscenza della

storia e dell’arte abruzzese.

Per l’estate 2006 è prevista

l’attivazione di quattro corsi: La

grande avventura dell’archeologo

(dal 26 al 30 giugno e dal 10 al 14

luglio) e

I materiali degli antichi popoli

(dal 3 al 7 luglio e dal 17 al 21

luglio) sono rivolti ai bambini dai 5

ai 7 anni. All’interno di un percorso

ludico e coinvolgente che si snoda

nelle sale del museo, i piccoli visita-

tori scopriranno le tecniche di

scavo, gli strumenti di lavoro del-

l’archeologo, manipoleranno gli

utensili in pietra e riprodurranno

oggetti in cuoio, legno ed argilla in

uso presso le antiche civiltà.

Per i ragazzi dagli 8 ai 13 anni sono

previsti i corsi Arti e decorazioni

nella preistoria (dal 26 al 30 giugno e

dal 10 al 14 luglio) e La ceramica

dipinta (dal 3 al 7 luglio e dal 17 al 21

luglio). Durante il laboratorio dedica-

to alla preistoria i ragazzi realizzeran-

no pitture rupestri, vasellame in argil-

la decorato con ocra, e tessuti creati

su fedeli riproduzioni di telai neolitici.

Il laboratorio dedicato alla ceramica

prevede invece la realizzazione di

mattonelle smaltate e decorate con

elementi desunti dalla tradizione

abruzzese rinascimentale. Entrambi i

corsi sono completati da una mostra

dei lavori realizzati, allestita diretta-

mente dai ragazzi all’interno delle

sale del museo.

Nell’ottica di una formazione perma-

nente, il Centro Didattico organizza

periodicamente anche ateliers per

adulti, e da anni ha instaurato un

proficuo e rapporto di collaborazione

con l’Università della Terza Età.

Christian DolenteLetizia Lizza

Museodelle Gentid’Abruzzo

I MATERIALIDEGLI ANTICHIPOPOLI NEL

PESCARA

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ESPERIENZE E MUSEI

Loreto Aprutino, pittoresco centro di circa 8.000 anime, ubicato nella fascia

pedemontana del pescarese, nell’antica terra dei Vestini, si erge suggestivo, disp-

iegando il suo centro storico a mò di anfiteatro, su un ubertoso colle alla sinistra

del fiume Tavo. La scenografia è notevole, di quelle ad alto impatto emotivo.

La policromia dell’antico borgo riverbera i colori delle facciate delle case e l’ocra

del mattone. Tutt’intorno, il verde della vegetazione e l’argento degli olivi infon-

dono nell’animo sensazioni di quiete e di pace. Ed allora non desta più merav-

iglia il turista di passaggio, che lungo la S.S. 151 si ferma dopo una delle svolte

ad immortalare per sempre quello che, Mario Pomilio, parlando della genesi di un

paese in genere, considerava “...la creazione più originale della civiltà abruzzese... svilup-

patosi a poco a poco nel tempo per lenti sedimenti, senza, s’intende, un progetto anteriore, ma

tuttavia come obbedendo a un disegno preciso e a una sotterranea vocazione estetica...” Loreto

Aprutino occupa, nel panorama geografico dell’Abruzzo, una strategica posizione

territoriale, a metà strada tra le moderne e frenetiche spiagge del Mare Adriatico

a Sud-Est ed il tranquillo e corroborante Parco Nazionale del Gran Sasso e

Monti della Laga a Nord - Ovest. Questa invidiabile posizione favorisce un clima

prettamente mite con un giusto grado di umidità che caratterizza il suo habitat

collinare e rende gradevole la permanenza del turista al suo interno, che ha la

possibilità di raggiungere il mare e i monti in pochi minuti di auto.

Ma... non solo natura. Anche e soprattutto arte, perchè tra le sue antiche mura

custodisce veri capolavori, per cui permanere nella collina vestina significa

trascorrere momenti di tranquillità e di pace immersi nella storia, nella cultura,

nella natura incontaminata.

Nella sua ricca mensa, poi, signoreggia l’altissima qualità dei suoi prodotti princi-

pali: l’olio extra-vergine d’oliva “Aprutino-Pescarese” D.O.P. e il vino. Se del primo

è storicamente provato essere tra i migliori produttori d’Italia, tanto che nel 2005,

per ribadire la continuità col passato, si è fregiato del titolo Bandiera Verde in

Agricoltura, per quanto riguarda il succo d’uva tanto caro a Bacco, da alcuni anni

registra un sensibile incremento di qualificate aziende produttrici e fa viaggiare

nei più moderni mercati internazionali un prestigioso e straordinario vino, che per

la sua bontà e ricercatezza è assurto in breve tempo a fama mondiale. È consider-

ato, perciò, tra le rinomate cittadine dell’Associazione Nazionale “Città del Vino”.

Insomma, dire che le vie dell’olio e del vino passano per Loreto Aprutino non è solo

uno slogan ma un riassunto veritiero delle sue peculiarità eno-gastronomiche.

FESTA DI SAN ZOPITO M.RE.Nella Pentecoste e il lunedi seguente“Il Bue di San Zopito” e “Il Ritorno deiVetturali” calamitano l’attenzionedei numerosissimi presenti con i lorocolori, i suoni e l’atmosfera partico-lare tra il sacro e il profano. I ritidella genuflessione e dello scioglimentodel voto sono al centro di dibattitie conferenze.

SAGRA & PROFANO. La gastrono-mia locale si coniuga con la musica,il teatro di strada, l’artigianato, gliantichi mestieri, nello scenario spet-tacolare della cittadina medioevale.Si svolge dal 27 al 30 luglio c.a.

INCONTRO. Musica e teatro, artivisive nel Centro Storico.Prima settimana di agosto.

SUPERCINEMA. Proiezioni setti-manali e Rassegne di film di qualitàper tutto l’anno.

TEATRO COMUNALE “L. DE DEO”.Programmazione mensile per tutto l’anno.

SALA POLIVALENTE “O. FARIAS”.Ospita manifestazioni di vario genere,dalle Conferenze ad interventiartistici e musicali.

Comune di Loreto Aprutino (Pe)Ufficio Informazioni ed AccettazioneTuristica

lunedì chiuso

Tel. 085.8290213ore 9,30-13,00 / 16,30-19,00

E-mail: [email protected] Web: www.loretoaprutino.org

gli appuntamenti

MMUU11

L’ESTATE DELL’ARTE

Loreto AprutinoSUGGESTIVO CAMPO BASEPER ESCURSIONI AL MARE E AI MONTIdi Mauro Soccio

Il museo è ubicato all’interno dell’ex convento della chiesa

di San Francesco. È stato inaugurato nel 1998 con

l’obiettivo di illustrare le vicende storiche ed archeologiche

del territorio, dalla Preistoria al primo Medioevo. I reperti

esposti provengono da un ampio progetto di scavi, voluto

dall’amministrazione comunale e dalla Soprintendenza

archeologica d’Abruzzo, che ha portato alla riscoperta delle

necropoli di Colle Fiorano e Farina - Cardito, già in parte

esplorate negli anni ’50 del secolo scorso dal barone Gianni

Leopardi, e a nuove scoperte come un tempio italico dedi-

cato alla dea Feronia in località Poggio Ragone o la necro-

poli di Colle Carpini. Ai numerosissimi reperti provenienti

da queste campagne di scavi si è aggiunta poi la preziosa

collezione archeologica Casamarte composta da circa 300

pezzi che vanno dal periodo italico a quello altomedievale

passando per l’epoca romana, raccolta sin dagli ultimi

decenni dell’800 dal colto barone Antonio Casamarte. Rari e

splendidi oggetti che si possono ammirare nella sala cen-

trale del museo, mentre in un piccolo ambiente laterale è

esposta la ricostruzione di due sepolture della necropoli di

Colle Fiorano. L’esposizione è ordinata cronologicamente.

Si comincia con reperti databili tra il Paleolitico Medio

(300.000-10.000 anni fa) e l’età del ferro (X - VII secolo),

quasi tutti oggetti di vita quotidiana, strumenti in pietra

grattatoi in selce utilizzati per lavorare le pelli, ma anche

punte di frecce usate per procurarsi il cibo attraverso la cac-

cia e la pesca. Appartengono a periodi più recenti delle bel-

lissime fibule in bronzo, alcuni rasoi e una collana in ambra

e argilla. Continuando questo viaggio nel tempo, si posso-

no ammirare altri reperti provenienti dalle necropoli Vestine

di Loreto Aprutino o dal tempio della Dea Feronia, come

alcuni balsamari, una patera in bronzo con iscrizione di

dedica a Feronia, che ha portato all’identificazione del tem-

pio, e molti frammenti della statua di culto della divinità.

Si arriva poi all’epoca romana. I reperti esposti provengono

dalle numerose ville che sorgevano in questo territorio, si

tratta di lucerne, piccoli oggetti in bronzo e frammenti di

ceramica da mensa. Altri reperti romani ci raccontano poi la

storia delle aree produttive, si tratta in particolare di oggetti

legati alla produzione dell’olio come anfore e torculari,

delle presse in pietra. Da ultimo si possono ammirare

reperti che arrivano fino all’epoca altomedievale.

A.C.

MMUU12

Loreto Aprutino porta questo doppio

nome “solo” dal 1863, quando con

l’unificazione d’Italia bisognò distin-

guerlo dall’omonimo paese marchi-

giano. La sua origine è però antichis-

sima. Al di là di insediamenti italici e

di testimonianze romane e paleocri-

stiane, tutte fuori dall’attuale centro

abitato, il nucleo più antico è docu-

mentato a partire dall’884. È del 1168

il consolidamento del primo nucleo

urbano, ma già dal 1071 Loreto era

divenuta contea normanna e contava

1056 abitanti. Successivamente entrò

nell’orbita degli angioini, dopo una

fiera opposizione a Federico II, nel

1252 fu assoggettata da Corradino.

Nei secoli successivi la Contea di

Loreto fu retta dalle più potenti fami-

glie, nel XIV secolo dai D’Aquino, nel

XV dai D’Avalos, fino al 1703 dai

D’Affitto e fino al 1806, quando

l’entrata in vigore del codice napoleo-

nico pose fine alle contee, dai

Caracciolo da Melissano. E Loreto

Aprutino reca, ancora oggi, intatte le

testimonianze di tanti secoli gloriosi.

Nel centro antico si possono, infatti,

distinguere almeno tre fasi di espan-

sione con ben due cerchie di mura, un

quartiere extra moenia adibito a mer-

cato creato nel 1500 e un nucleo,

costruito tra il 1800 e il 1900, collocato

nella parte a valle.

Loreto Aprutino è un vero e proprio

scrigno di tesori. A cominciare dalla

numerose porte (Porta Castello, Porta

dell’Ospedale, Porta Palamolla) che con-

ducono al centro antico del paese.

Percorrendo via del Baio ci si imbatte

subito nel Castello di Loreto noto come

“Chiola”, per il nome degli ultimi pro-

prietari, risalente al IX secolo dove,

leggenda vuole, vi avrebbe alloggiato

San Tommaso D’Aquino. Si possono

poi ammirare i bellissimi Palazzi:

Acerbo, coronato con terminazione a

timpano e con prospetto scandito da

paraste corinzie, Valentini, Casamarte

che custodisce una ricca biblioteca

privata, e Treccia - Casamarte che al suo

interno conserva l’antica pavimenta-

zione in acciottolato composto, tipica

di Loreto Aprutino. Tra gli edifici sacri

di grande valore è l’Abbazia di San

Pietro, con un bellissimo portico cin-

quecentesco, i resti della chiesa sei-

centesca di San Giuseppe contigua al

convento delle Olivetane, quella di

San Biagio dal singolare campanile

barocco a “cipolla”, la chiesa con

annesso chiostro di San Francesco

con un bellissimo portale trecente-

sco. Adiacente a questo edificio sacro

si trova il Teatro Comunale. Fuori il

centro abitato emerge, con il suo

inconfondibile profilo architettonico,

la chiesa di Santa Maria in Piano che

conserva un ciclo, unico, di affreschi

sulla vita di san Tommaso D’Aquino

con un particolarissimo “Giudizio finale

delle anime” datato 1429/30 attribuito

al “Maestro di Loreto” che mostra

influssi delle religioni orientali;

un’opera che si caratterizza per la sua

evidente attualità. Da segnalare

anche una fontana ottocentesca: la

monumentale Fonte Grande, con un

impianto ad U, vasca centrale e due

laterali di decantazione. Numerosi

sono i musei che raccolgono le testi-

monianze della storia millenaria di

questo centro. A cominciare

dall’Antiquarium e collezione Casamarte;

il museo della civiltà contadina; il museo

“Acerbo” delle ceramiche di Castelli (TE)

nato dalla ricca collezione del barone

Giacomo Acerbo, il museo dell’Olio e il

più recente museo di Storia dell’Arte olea-

ria d’Abruzzo, Oleoteca regionale nato

come testimonianza viva della mille-

naria presenza dell’olivo in Abruzzo e

in particolare a Loreto Aprutino dove

da sempre si produce un olio, oggi

Dop, tra i migliori d’Italia.

A.C.

LORETO APRUTINO

Particolare del “Giudizio finale delle anime”nella Chiesa di Santa Maria in Piano(Monumento Nazionale).

Trifora nel loggiato di San Pietro Apostolo,in Via Baio

Chiesa di San Francesco (sec. XIII).Portale di scuola atriana.

Particolare di una sala

Antiquarium

MMUU13

Il museo delle ceramiche di Castelli

“Acerbo” di Loreto Aprutino è uno dei

più antichi e più interessanti

d’Abruzzo. Recentemente acquisito

dalla Regione Abruzzo e dalla

Fondazione dei Musei Civici di Loreto

Aprrutino e riaperto al pubblico,

costituisce la più vasta raccolta di

ceramica castellana che esista: una

raccolta che comprende un periodo

di tempo molto vasto dalla fine del

XVI secolo fino alla fine del XIX,

quando le ceramiche di questo cen-

tro erano molto ricercate in ogni

corte europea, grazie alla presenza di

personalità di spicco, come le fami-

glie Grue e Gentili. Il museo può van-

tare numerosi pezzi firmati da questi

grandi artisti. La collezione Acerbo fu

raccolta a partire dagli anni ’30 del

novecento dal barone Giacomo

Acerbo ed essa arrivava a contare

cinquecento pezzi. Fu trafugata

durante l’ultimo conflitto mondiale

ed in seguito recuperata; nel 1957 a

Loreto Aprutino il barone Acerbo

decise di esporla in un museo di cui

curò, attraverso l’architetto Leonardo

Palladini, la progettazione e la siste-

mazione espositiva: l’attuale museo

delle ceramiche di Castelli. Nel per-

corso espositivo si possono ammira-

re rari esempi di vasellame da farma-

cia, albarelli e bottiglie; oggetti della

devozione domestica come acqua-

santiere, statuine di santi e mattonel-

le con la raffigurazione di scene

sacre; ci sono poi gli oggetti da tavo-

la come servizi di piatti, brocche, frut-

tiere delle più importanti officine di

Castelli. Il percorso della mostra

segue un ordine cronologico focaliz-

zando le personalità delle famiglie

ceramiste più importanti. Si comin-

cia, così, dagli anonimi artisti del cin-

quecento per arrivare, anche attraver-

so il filo dell’evoluzione delle forme e

delle decorazioni degli oggetti, al set-

tecento con alcuni albarelli firmati da

Francesco Antonio Saverio Grue,

come quello con la figura di San

Bruno commissionato dalla Spezieria

della certosa di San Martino di

Napoli, o da Liborio Grue che accan-

to a temi sacri introduce quelli

desunti dalla mitologia. Riferibili al

seicento sono poi una serie di grandi

piatti del capostipite dell’officina,

Francesco Grue (1618 - 1673), con

scene tratte da incisioni della

Gerusalemme Liberata. Notevole

anche una serie di mattonelle di

argomento mitologico e religioso fir-

mate da Giovanni Grue e tratte da

incisioni di Pietro da Cortona o

Annibale Carracci. Altra famiglia di

spicco ben presente nella raccolta

Acerbo è quella dei Gentili, con

Giacomo il Vecchio, Carmine e

Berardino. Di quest’ultimo va ricorda-

ta un’immagine di san Zopito protet-

tore di Loreto Aprutino. Il museo

espone poi opere di una personalità

diversa e per qualche verso innovati-

va rispetto alla più note famiglie:

Gesualdo Fuina (1755 - 1822) rinno-

va le forme di molti oggetti di uso

domestico e introduce una decorazio-

ne più delicata con una tecnica di

cottura a “piccolo fuoco”. Il museo

ospita anche opere di altri artisti

castellani, o di altra manifattura

abruzzese (Bussi, Torre de Passeri)

ma sempre d’influenza castellana.

A.C

Museo Acerbo. Grande piatto istoriato conscena del Trionfo Imperiale di Francesco Grue(1618-1673)

Museo Acerbo. Due grandi vasi istoriatida Francesco Saverio Grue (1721-1755)con episodi della passione di Cristo.

Museo Acerbo. Vaschetta frigidaria del 1675circa, lumeggiata in oro ed istoriata conepisodi del Re David, di Carlo Antonio Grue

L’ESTATE DELL’ARTE

AcerboIL MUSEODELLE CERAMICHEDI CASTELLI

Musei Civici

Museo Acerbo delle Ceramiche di Castelli € 4,00 (Ridotto € 2,50)Museo dell'Olio € 2,60 (Ridotto €1,00)Antiquarium Comunale € 2,60 (Ridotto € 1,00)Museo del Burattino € 2,00 (Ridotto € 1,00)Cumulativo (Acerbo+Olio+Antiquarium) € 8,50 (Ridotto € 4,50)Oleoteca Regionale e Museo dell'Arte Olearia d'Abruzzo € 2,60 (Ridotto € 1,00)Museo della Civiltà Contadina (chiuso per restauro)

Museo AcerboAntiquariumMuseo dell'OlioOleoteca

lunedì chiusodal 1° giugno al 15 settembredal Martedì alla Domenica10,30-12,30 / 16,30-18,30dal 16 settembre al 31 maggioSabato e Domenica10,30-12,30 / 15,30-17,30

Museo del Burattino

dal 1° giugno al 15 settembreSabato e Domenica 16,30-18,30dal 16 settembre al 31 maggioSabato e Domenica 15,30-17,30

È da sempre fattore trainante dell’economia di Loreto Aprutino. In coincidenza dei

festeggiamenti patronali in onore di San Zopito (Pentecoste e Lunedì seguente),

oltre al Bue di San Zopito, figuranti a cavallo sfilano per le vie del centro storico a

ricordo dei Vetturali che in tempi antichi si recavano, con bestie da soma, a Napoli,

capitale del Regno, nello Stato Pontificio e si spingevano sino a Mantova, a vende-

re l’olio d’oliva di produzione locale, lo stesso che, tanti anni dopo, è andato a

costituire la base della D.O.P. “Aprutino-Pescarese”, la prima ad essere riconosciuta

dalla CEE con reg.1263 del 1 luglio 1996. La produzione dell’olio, perciò, in questo

territorio è elemento caratterizzante che ha trovato di recente giusta collocazione

e memoria in due istituzioni, collocate entrambi nello scenario naturale del borgo

antico, in cui la storia architettonica, artistica, paesaggistica e ambientale rende

suggestiva l’atmosfera: il Museo dell’Olio e l’Oleoteca regionale - Museo di storia dell’arte

olearia d’Abruzzo. Il primo sotto l’egida della Provincia di Pescara e della Fondazione

dei Musei Civici di Loreto Aprutino; il secondo, della Regione Abruzzo (ARSSA) e

del Comune di Loreto Aprutino. Due scrigni, unici in Abruzzo, in cui la comunità

ha voluto raccogliere e conservare le memorie delle cose preziose e care, ma

anche luoghi deputati alla conoscenza di riti e tradizioni legati ad una società cre-

sciuta intorno a questa tradizione millenaria.

Il Museo dell’Olio, allestito nel

Castello Amorotti, negli spazi dell’an-

tico e pluripremiato frantoio di

Raffaele Baldini - Palladini, che ha

raccolto, tra la fine dell’800 e l’inizio

del secolo successivo, durante la sua

prestigiosa attività, onorificenze

internazionali, presenta un originale

apparato espositivo che documenta

in modo esauriente la storia del

lavoro contadino e l’evoluzione delle

tecnologie nella lavorazione delle

olive e relativa alla produzione dell’o-

lio, da 2000 anni ad oggi. Nelle sale

fanno bella mostra attrezzi e mac-

chine per la frangitura, la pressatura,

la separazione, col compito di spie-

gare un’attività che parte dal “trape-

tum” oleario di epoca romana (pre- sente nell’Antiquarium) e arriva alle

presse idrauliche del dopoguerra. Le

caratteristiche sale sono rese ancor

più suggestive da un perfetto restau-

ro conservativo esaltato da una illu-

minazione adeguata e non invadente.

Il Museo di Storia dell’arte Olearia

d’Abruzzo raccoglie gli strumenti, le

macchine, i documenti e le immagini

di uno dei più antichi oleifici di

Loreto Aprutino appartenuto alla

famiglia Crosta. Un vero e proprio

impianto di trasformazione dell’oliva

di tipo artigianale. E i tanti documen-

ti e immagini che testimoniano il

duro lavoro dell’estrazione dell’olio.

Dai reperti più antichi si arriva poi fin

quasi ai giorni nostri in un tragitto

storico puntuale e ben documentato.

Storia ripercorsa scientificamente e

finalizzata con una pubblicazione edi-

toriale di Marino Giorgetti (Arssa

Abruzzo) e Walter Pellegrini (Ministero

per i Beni e le Attività Culturali /

Soprintendenza per i Beni Archeologici per

l’Abruzzo - Chieti).

Con l’Oleoteca Regionale, invece, il

percorso intorno alla produzione del-

l’olio si arricchisce di un interessante

luogo dove sono raccolte tutte le

migliori produzioni olearie regionali.

Essa è dotata di una Sala Conferenze

e di una Sala Panel per la degus-

tazione tecnica. “Una sala panel - scrive

Marino Giorgetti - è un luogo, codificato

da una precisa normativa, dove si riuniscono

le persone per la individuazione delle carat-

teristiche organolettiche ai fini della classifi-

cazione commerciale degli oli o comunque ai

fini dell’accertamento qualitativo dal punto

di vista sensoriale… E quindi… si sono

allestite otto cabine di assaggio complete di

tutto l’occorrente per poter svolgere le degus-

tazioni, compresa un’altra sala per le

preparazioni… I visitatori dell’Oleoteca

Regionale hanno quindi l’opportunità di fare

dei veri e propri assaggi in ambienti con-

fortevoli e suggestivi, in modo da apprendere

con serenità le caratteristiche dei prodotti

esposti…” Un luogo dunque dove sto-

ria e cultura dell’olio si fondono per

offrire un viaggio attraverso i secoli

sulla evoluzione delle tecniche di

estrazione dell’olio dalle olive, oltre

ad un’immagine di cosa fanno le

aziende regionali per garantire la

famosa qualità del olio abruzzese.

A.C.

Olio

Museo d'Arte Oleario d'Abruzzo.Scorcio di una delle sale.

Il Museo dell'Olio nel Castelletto Amorotti.

Oleoteca Regionale. Particolare.

L’ESTATE DELL’ARTE

FONDAZIONE DEI MUSEI CIVICIDI LORETO APRUTINOVia degli Aquino, 14 Loreto Aprutino (PE) Tel. / fax: 0858291589

MMUU14

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ESPERIENZE E MUSEIa cura di Raffaella Evandro

MU6 apre una galleria di ritratti delle Istituzioni dei Beni Culturali. In tale spazio

si disegnano profili e tracce di possibili azioni interistituzionali: in che modo

Ministero dei Beni Culturali, Ministero della Pubblica Istruzione, Istituti di

Ricerca, Uffici Scolastici Regionali e Istituto Nazionale di Documentazione per

l’Innovazione e la Ricerca Educativa possano impegnarsi non occasionalmente

nell’educazione al patrimonio culturale?

A nostro parere l’ Istituto di Ricerca Educativa dell’ Abruzzo può certamente offri-

re competenze e raccordi favorendo momenti di ricerca-azione e valorizzazione

delle buone pratiche nel circuito scuola-museo-istituto, al fine di elevare la quali-

tà della formazione e rispondere ai bisogni del territorio. A colloquio con il

Presidente dell’ IRRE Antonio Verini abbiamo chiesto se l’ Istituto può concreta-

mente rappresentare un elemento catalizzatore fra le Istituzioni Culturali e pro-

muovere percorsi educativi relativi al patrimonio culturale. “Già negli anni passati

l’Istituto, con “Il museo va a scuola”, ha attuato momenti di ricerca collaborando

alle progettazioni ideate dai musei. Penso sia nostro compito affiancare Musei,

Università e Scuole al fine di elevare la qualità dell’Offerta Formativa per studen-

ti e insegnanti. In futuro spero si possa concretamente creare un sistema di rela-

zioni e azioni di riferimento in grado di supportare e stimolare esperienze educa-

tive d’innovazione”. Pubblichiamo la scheda del progetto in cui museo, scuola ed

istituto di ricerca hanno attivato le proprie risorse per la promozione di uno

stesso processo.

Ente promotore:

Museo Archeologico di Chieti

Responsabile del Servizio Educativo:

Loredana D’Emilio

Operatrice del Servizio Educativo:

Roberta Iezzi

Progetto:

“Il museo va a scuola”

Ricercatrici IRRE ABRUZZO:

Angela Schiavone

e Maria Serafina Tartaro

Scuole partecipanti:

1° Circolo Didattico di Chieti, I.C.

Castelfrentano, I.C. Miglianico, I.C.

Orsogna, Scuola Media “Vicentini”,

Liceo Scientifico “Masci” di Chieti,

Istituto Beata Vergine del Carmine di Chieti.

LABORATORI:

SCAVO ARCHEOLOGICO si è svilup-

pato all’interno del Museo, in uno

spazio attrezzato appositamente per

permettere agli alunni di sperimenta-

re concretamente, conoscere e realiz-

zare tutte le fasi di una ricerca

archeologica quali lo scavo, il recupe-

ro, la documentazione grafica e foto-

grafica, la catalogazione e il disegno.

I ragazzi sono stati suddivisi in gruppi

di tre con compiti diversi: scavo,

disegno e fotografia dei reperti e uti-

lizzando schede appositamente rea-

lizzate dagli esperti del Museo, gli

alunni potevano così documentare

scientificamente gli strati considerati

(Unità Stratografiche) e i reperti tro-

vati per ricostruire l’origine e la con-

testualizzazione storica del reperto.

ANALISI E SCHEDATURA DEI

REPERTI, rivolto agli alunni della

scuola secondaria di primo grado,

consistente nella consegna di fram-

menti autentici, attraverso i quali gli

alunni sono stati invitati a svelare

l’identità dei reperti che sono stati

catalogati, fotografati e disegnati.

COSTRUIAMO UNA LUCERNA è stata

offerta agli alunni la possibilità di

ricostruire, attraverso la manipolazio-

ne dell’argilla e con le tecniche degli

antichi vasai, lucerne simili a quelle

custodite nel Museo.

METODOLOGIA

PROBLEM SOLVING: durante tutte le

fasi di lavoro l’operatrice del servizio

educativo ha sempre fatto ricorso a

domande stimolo favorendo il pas-

saggio graduale da ciò che è cono-

sciuto a ciò che è sconosciuto.

LE TECNICHE DEL BRAINSTORMING

E DELLA NEGOZIAZIONE nella fase

di rinvenimento dei reperti.

MONITORAGGIO

I Ricercatori, si sono serviti delle

osservazioni sistematiche di alcuni

laboratori, della somministrazione di

questionari di gradimento agli alunni

e un focus group con gli insegnanti.

FORMAforma

AZIONEINinazione

Museo del Burattino

dal 1° giugno al 15 settembreSabato e Domenica 16,30-18,30dal 16 settembre al 31 maggioSabato e Domenica 15,30-17,30

In quanto erede dell’antico Gabinetto archeologico Vastese, risalente al 1849, il Museoarcheologico di Vasto costituisce il più antico museo archeologico esistente nell’interoAbruzzo ed è probabilmente anche uno dei più importanti, forse secondo solo al Museoarcheologico nazionale di Chieti.Riaperto al pubblico nel 1998 e riallestito in un’esposizione moderna ed accattivante, non-ché dotata dei necessari sussidi didattici, conserva nel prestigioso Palazzo D’Avalos un cor-pus di oltre 1000 reperti di eccezionale pregio provenienti dalla città e dal territorio che testi-moniano la storia della antica città di Histonium, preesistente alla Vasto attuale, e del suoterritorio in un arco di oltre tre millenni.Fra i preziosi reperti esposti al pubblico ricordiamo i preziosi corredi delle numerose tombescavate nel 1912-1914 nella necropoli lungo il Tratturo, databili fra VI e III secolo a.C., le duelastrine in bronzo con iscrizioni in lingua osca, provenienti dal santuario frentano esistentenella vicina località di Punta Penna, preziosissima testimonianza del più antico linguaggiodelle popolazioni che qui abitavano.Di particolare interesse è anche la ricchissima collezione epigrafica, contenente numerosis-sime epigrafi funerarie, con testi a volte singolari e curiosi, adeguatamente spiegati, grandiepigrafi monumentali testimonianza di importanti opere pubbliche all’interno del centrourbano, il monumentale sarcofago a due posti del nobilissimo P. Paquio Sceva e della moglieFlavia ed il famoso miliare tardoantico da Punta Penna, relativo al tracciato della stradaromana che percorreva l’intero litorale adriatico.Ancora i numerosi rinvenimenti anche molto recenti di materiali d’età romana dal centrostorico e dal territorio fra cui la preziosissima testa di fanciullo d’età antonina, il LucioValerio Pudente, e il busto di nobil-donna di tarda età traianea realizzato ad imitazione dellemode della corte imperiale di Roma.Va in proposito sottolineato che i materiali del Museo presentano particolare interesseanche perché rappresentano un complesso di testimonianze omogenee e cronologicamentestratificate sulla storia della città e suo territorio in un lunghissimo arco temporale, dall’Etàdel Ferro sino all’Altomedioevo, e sono perciò in grado di consentire al visitatore una vera epropria visita virtuale nei tremila anni di storia dell’abitato e del suo territorio.

LE TESTIMONIANZE DELL’ANTICA HISTONIUMLa città conserva nel centro storico e nel territorio circostante resti visibili di questa plurimillenaria storia, dalParco archeologico delle terme romane di via Adriatica con i suoi preziosi mosaici, ai resti murari dell’anfitea-tro a Piazza Rossetti, che conserva nella sua singolare forma ellissoidale la pianta del monumentale complessoantico, alle grandi cisterne ancor oggi conservate nella zona del Convento di Santa Chiara e lungo via Laccetti,oltre ad altri resti di monumenti e tratti di muri perfettamente leggibili al di sotto di case di epoca successiva.Va anzitutto sottolineato che è addirittura il tessuto stesso di larga parte dell’attuale centro storico ad aver con-servato il preesistente impianto antico, scandito da due distinti schemi regolari, impianto che il visitatore può benpercepire avventurandosi alla riscoperta di questa parte della città: impianto segnato ai due lati del corso Palizzie a lato di corso Plebiscito dalle vie Anelli-dell’Ospedale, S. Francesco d’Assisi e corso Dante, che definiscono trefasce di isolati regolari; impianto ricostruito nelle aree più vicine al Palazzo d’Avalos fra via Barbarotta e l’assevia Lago-via Valerico Laccetti, scandito con intervallo regolare dalle vie Osidia, Laccetti, Pampani, Vesco-vado.L’anfiteatroÈ proprio una delle piazze più importanti di Vasto, piazza Rossetti, ad aver conservato nella sua curiosa pian-ta ellissoidale chiara traccia dell’esi-stenza del principale monumento antico della città, l’anfitea-tro, ancoravisibile nel XVII secolo e parzialmente inglobato nelle mura medievali.L’anfiteatro, realizzato in una pregevole opera mista costituita da reticolato policromo alternata a filari di late-rizio e databi-le fra la fine del I e la metà del II secolo d.C., rappresenta per dimensioni una delle principalistrutture del genere nell’intera Italia centrale.Le grandi cisterneDelle cisterne antiche di Santa Chiara, situate nella parte più alta della città si conservano attualmente duetronconi in origine formanti unico complesso. Dovevano essere alimentate dall’acquedotto delle Luci di cuierano ancora visibili nel XVII secolo ben sessanta arcate, con un cospicuo rifornimento di acque che doveva ser-vire anche per le necessità del vicino anfiteatro.Le TermeNei primi anni ‘70, in seguito alla demolizione degli edifici che si trovavano nell’angolo nord-est della città adest della chiesa di Sant’Antonio, venivano in luce numerosi resti in opera laterizia d’età romana(con unasuperficie complessiva di oltre 250 metri quadrati), attribuibili ad un esteso com-plesso termale antico proba-bilmente realizzato fra la fine del I secolo d.C. ed in primi decenni del II in posizione periferica rispetto all’areaurbana antica.

Andrea R. StaffaDirettore del Museo Archeologico di Vasto

La bellezza non salverà il mondo, renderà solo più dolce l’estinzione del genere umano.Questi ed altri pensieri possono sfrigolare nella mente gironzolando nella valle disegnata dalfiume Sangro e su cui svetta arroccato Scontrone. E visitando il borgo, accolti dai suoi mura-les, si scopre che esso è dimora estiva delle Muse, che uno invece si immaginava vivesserobeate sopra il monte Elicona. Il borgo è infatti teatro di tanti eventi culturali ed è il fulcro diuno dei pochi sistemi museali fruibili non solo sulla carta. Il gioello di famiglia è il “Museointernazionale della donna nell’arte”. Ci fa da guida Lino Alviani, anima di questo progetto :“È un museo unico nel suo genere e comprende una dotazione di circa 100 opere di altrettanteartiste provenienti da 35 Paesi del Mondo”. Prendono forma nel museo le parole di VirginiaWoolf: “Il pensiero femminile, liberato dal dominio della logica maschile, è pensiero di pace,bellezza e solidarietà”. Ed è una brezza profumata che spazza la polvere dai musei e portascandalo e passione in luoghi dominati per secoli dal clero misogino e dai padri padroni.Il museo si arricchisce ogni anno con le opere delle artiste che partecipano alla nota rasse-gna Rose’s Choiche. “La quinta edizione, che avrà luogo dalla seconda metà di luglio - spie-ga il sindaco Patrizia Melone - prevede l’assegnazione del Premio Mida a quattro artiste dellesezioni arti, teatro, poesia e musica”. Le loro creazioni andranno poi ad arricchire la nuovasezione del museo Scritture Creative.

Altro evento da non perdere, nella vicina Alfedena, è il Festival dei Comics. La terza edizione prevede unamostra del grande Tanino Liberatore ed un gemellaggio, nel segno del piccante, con il Festival del peperoncinodi Diamante. I disegni delle prestigiose e taglienti matite andranno poi ad arricchire il Museo dei Comics,un'altra valida ragione per fare un salto a Scontrone. Il bello di una rete museale è che ogni nodo riverberasignificati su ogni altro, moltiplicando i percorsi possibili... e al costo dello stesso biglietto. Dal Museo delladonna ci si può spostare infatti in quello della Montagna, che conserva le opere di artisti in prevalenza maschi,e qui la donna da soggetto creatore si riveste dei panni della Musa ispiratice di sguardi, corpi e passioni, il cuimistero è inseguito invano dalle forme e i colori di Calabria, altri due artisti.A proposito di Muse: Eutrepe era figlia di Memnosine, dea della memoria, e di Zeus, che la invaghì nelle sem-bianze di un pastore. E l’Alto Sangro ha molto da raccontare in tema di pastori e memorie aurorali.Sorgeva in questi luoghi, ma nessuno sa con precisione dove, l'antica città romana di Aufidena, e ancor primale capanne dei pastori sanniti. Splendide tracce di questo passato sono un toro bronzeo dorato, una statua con-solare romana, un'anfora plumbea e altri tesori conservati nel prestigioso Museo Civico Aufidenate di Castel diSangro e nel Museo Archeologico di Alfedena, che avrà presto una nuova sede. Altri segni di quella fierezzasannita, li ritroviamo nei volti contadini scavati dagli aratri, immortalati e con ciò redenti dalle ingustizie dellastoria, dall’immenso Teofilo Patini, che proprio a Castel di Sangro ebbe i natali, terzo di dieci figli. Molte sueopere saranno ammmirabili nella Pinacoteca di imminente inaugurazione. “Di un uomo non guardare gliocchi, osserva le mani. I calli non mentono”. Per questa ragione bisogna recarsi nel Museo della civiltà conta-dina di Ateleta, perché l’anima profonda di queste genti è impastata col sudore sugli oggetti d’uso quotidianoed echeggia nei nomi che cantano un mondo: i basti, le caglie e la traia; i setacci, i farinari e le chitarre; le for-che, le zappe e i bidenti; le mese per conservare la farina e il segreto di una vita più semplice.Non resta che una tappa per concludere il nostro viaggio nella rete museale: il Centro di documentazionepaleontologico di Alfedena. Conserva reperti fossili risalenti a dieci milioni di anni fa, quando queste terre eranocoperte da paludi e lussureggianti foreste, tra cui cui si aggirava a caccia di insetti il curioso Hoplitomeryx dallecinque corna. Nessuna traccia del genere umano. Per un istante, estraniati dal lungo peregrinare tra musei esuggestioni, sospettiamo che si sia già estinto.

Filippo Tronca

Le acque che cadono ogni anno attraverso la pioggia e la neve, non rimangono a lungo ferme: in parte scorro-no in superficie a formare torrenti e fiumi. Un’altra piccola parte, assorbita dalle piante, ritorna in atmosferaevaporando. Un’altra ancora, si infiltra nel sottosuolo, andando ad alimentare le falde sotterranee per poiriemergere attraverso le sorgenti. Una grande massa liquida si muove continuamente verso il basso e, alla fine,raggiunge il mare. Quella dello Zompo è una delle rare sorgenti carsiche intermittenti dell’Appennino; sgorga dauna parete calcarea verticale e dà vita ad una spettacolare cascata di oltre 80 metri di altezza. Questa sorgente ditrabocco è attiva in inverno e in primavera quando la falda acquifera si innalza per la pioggia e lo scioglimentodelle nevi. Un nuovo apparato è stato istallato nel museo della Riserva di Zompo lo Schioppo, un totem inte-rattivo che ci permetterà di viaggiare alla scoperta di queste sorgenti e della cascata dello Schioppo.Trasformandosi in una minuscola goccia d’acqua, ogni visitatore potrà avventurarsi in una esplorazione vir-tuale delle cavità carsiche interne alla montagna, tuffarsi nelle acque del torrente Romito, dalla cascata fino allacentrale idroelettrica di Morino per scoprire il funzionamento delle varie parti dell’impianto, e attraverso ungioco didattico sui macroinvertebrati potrà acquisire maggiori conoscenze sulla qualità delle acque.Con l’aiuto di alcuni esperti in geologia, biologia e produzione idroelettrica è stata realizzata un’animazione didat-tica sulla Risorsa Acqua nella Valle Roveto con particolare riferimento al territorio della Riserva. L’animazione3D è pensata come un film interattivo realizzato con il linguaggio e le potenzialità di coinvolgimento tipiche di unvideogame, che può anche scorrere come un filmato nel caso sia proposto a un pubblico di adulti.

Rita Rufo

NELLA PROVINCIA DELL’AQUILANELLA DIMORA SANNITA DELLE MUSE

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SULLE STRADE DEI BENI CHIETIL’AQUILAPESCARATERAMOCHIETIL’AQUILAPESCARATERAMOCHIETIL’AQUILA

ALLA RISCOPERTA DELL’ANTICAHISTONIUM NEL CUORE DI VASTO

L’AQUILA

CHIETI

Palazzo D’Avalos Particolare del mosaico delle terme Sala interna del Museo di Scontrone Cascata di Zompo lo Schioppo

FESTIVAL DEI COMICS AD ALFEDENA

ALLA SCOPERTA DEL TORRENTELO SCHIOPPO

Museo Archeologico di VastoPalazzo d’Avalos, piazza Lucio Valerio Pudente, tel. 0873.367773;ha collaborato Roberta Odoardi, responsabile del Servizio didattica del Museo.

info

Gli antichi Vestini li immaginavamo rudi pastori rivestiti di irsute pelli d’orso, cacciatori difiere sulle nevi del Gran Sasso sferzate dai venti o, come ci suggerisce lo storico Strabone,valorosi guerrieri “poco numerosi ma fortissimi che ai romani dimostrarono la loro potenza”.A Penne, l’antica Pinna Vestinorum, grazie alla mostra “A tavola con gli antichi Vestini” ospi-tata nel Museo Archeologico per tutto il 2006, sarà invece possibile riscoprire di quei pasto-ri guerrieri, l’intimità conviviale e la sorprendente sensibilità estetica che gemma nei tempidi pace. In esposizione infatti gli splendidi servizi da mensa della più antica tradizione arti-gianale vestina, dall’età del bronzo sino a quella imperiale. Il percorso museale han seguitopresso i ristoranti Osteria del Leone, La Grotta e il C.E.A. Antonio Bellini dove sarà possibi-le banchettare con i cibi e i sapori dell’antichissimo ricettario vestino. La mostra è inseritain un circuito museale e dunque con un unico biglietto si può visitare anche il Diocesano diarte sacra, l’Archeologico Leopardi e il Museo Naturalistico Nicola de Leone all’interno dellaRiserva regionale del lago di Penne, alle cui sponde vale davvero il piacere di soffermarsi. E’un museo in rete crocevia a sua volta di una rete di percorsi che si espandono nel cuoredell’Oasi: il sentiero natura tra giunchi, farfaracci ed equiseti, l’orto botanico con 500 specie,il giardino delle farfalle, l’area faunistica per le tartarughe terrestri, gli acquari con dentrotutte le specie ittiche presenti nel Lago di Penne e nel fiume Tavo. Fiore all’occhiello è poi ilCentro lontra gestito dal Wwf, che ha ricreato un suggestivo habitat per la tutela e lo studiodella rara lontra europea. Il museo ospita poi una sezione dedicata al recupero delle artiantiche appartenute alla tradizione vestina quali la ceramica, il legno e la serigrafia, che asua volta ha un seguito nel centro storico di Penne, presso il Laboratorio dell’Oasi, dove ven-gono recuperate le arti e i mestieri tradizionali. Il percorso intrapreso ci riporta al MuseoArcheologico: prevista per l’estate infatti l’inaugurazione di un laboratorio di tessitura degliarazzi, antica tradizione pennese apprezzata nel mondo. Altro laboratorio che merita unavisita e poi quello di trasformazione dei prodotti agricoli del Centro di educazione ambien-tale di Collalto. Da segnalare infine il sottostante terrazzo fluviale di Campo delle Piane cheospita un importante giacimento preistorico del Paleolitico Superiore. È in progetto la rico-struzione di un habitat del Paleolitico con la possibilità per i visitatori di poter riprodurrealcune attività preistoriche. La rete si espande e con essa le esperienze possibili.

Filippo Tronca

Per i curiosi delle più varie “espressioni” umane nel museo delle Arti Castello di Nocciano proseguono le ini-ziative che uniscono arte-cultura ed enogastronomia. Così, il 4 agosto dalle ore 18.00, si brinderà con “calicidi stelle” (degustazione dei vini di questo territorio) in occasione dell’inaugurazione della mostra del giovaneartista abruzzese Gino Sabatini Odoardi che presenterà opere realizzate con il processo di termoformatura.Questo trattamento offre la possibilità all’artista “di congelare l’oggetto attraverso il riscaldamento, ossimorodegli ossimori, approntandovi un meccanismo irreversibile che sottrae la cosa dal normale ciclo vitale- coinci-dente con il suo valore d’uso - e le attribuisce un valore simbolico, dunque di eternità” (Luca Beatrice).

LONTRE, ARAZZI E BANCHETTI VESTINI:PERCORSI MUSEALI A PENNE.

CALICI DI STELLE A NOCCIANO

PESCARA

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SULLE STRADE DEI BENI CHIETIL’AQUILAPESCARATERAMOCHIETIL’AQUILAPESCARATERAMOCHIETIL’AQUILA

MARIO SCHIFANO NEL BORGOMEDIOEVALE DI CASTELBASSO

TERAMO

Museo Archeologico di Penne Castello di Nocciano Mario Schifano, senza titolo, 1990/95 Veduta aerea di Castelbasso

Castelbasso. Una corona di mattoni e pozzolana incastonata di pietre di fiume poggiata sulcapo del colle che domina le valli del Vomano. Un borgo tenace di voglia di vivere che dametà luglio a fine agosto renderà concreta quell’utopia del quotidiano che in tanti convegniha preso il nome, spesso flatus vocis, di museo -territorio. Castebasso Progetto Cultura èinfatti un’affermata kermesse di arte varia, che spazia dalla musica al teatro passando perl’enogastronomia. “E’ un mezzo di riscatto – spiega Osvaldo Menegaz, anima dell’evento -di un borgo medioevale ferito dal tempo e dalla storia, che vuole tramandarne il suo geniusloci”. Nel 2005 fu protagonista Lucio Fontana, e i suoi tagli su tela evocarono i calanchi chefendono con ferite di latte le colline tutte intorno. I celebri buchi del maestro ognuno liriempì dei propri personali pensieri. Quest’anno sarà la volta di un altro grandissimo, MarioSchifano, a cui sarà dedicata una personale, curata da Silvia Pegoraro, che ripercorrerà la suafebbrile ricerca stroncata solo dalla morte. E se il nesso tra tempo e Storia è la parabola disenso proposta, Schifano a Castelbasso è ospite gradito. “Schifano - sostiene Achille BonitoOliva – con la sua polaroid ha cercato di restituirci gli attimi fuggenti della vita telematica,le pulsazioni di una cronaca sfaccettata e multiculturale. Sempre produttiva di un costantepresente che fugge la nostalgia del passato e cerca di sospettare i segnali del futuro”.Altro appuntamento la mostra itinerante Cunuscite. “ Sarà un omaggio alla storia dell’anti-co borgo medioevale – spiega la curatrice Chiara Materazzo - fatta di fatica e lavoro agricolodei contadini, e della loro fierezza e disperazione”. La parola cunuscìte è incisa inun’epigrafe della chiesa trecentesca del borgo, gli artisti collocheranno le loro opere neisuoi angoli più suggestivi e come le briciole di Hansel e Gretel, tracceranno un percorso trale forre, le radure e i sentieri della storia, dagli albori longobardi fino all’emigrazione per leAmeriche. Materiali consigliati il grano, l’ulivo, i ciottoli del Vomano, che custodiscono piùdegli archivi di Stato la memoria storica di queste genti. Protagonisti della mostra: MariaGrazia Pontorno, Ercole Coruzzi, Giuseppe Moscatello, Giordano Pariti, Valerio Ricci, il col-lettivo N_Mec e Silvia Stuky. Dove ci ha portato il sentiero che abbiamo percorso? In nessun luogo. Non esistono fatti masolo interpretazioni osservava Nietzche. E l’arte dopo questo viaggio attraverso la Storia,non esibirà fatti nè sentenzierà interpretazioni. Regalerà solo effimere suggestioni pomeri-diane a coloro che faranno un salto a Castelbasso.

Spostiamoci nel tempo e nello spazio, di poco però. Altro evento da non perdere è “Tra il sole e la luna” in pro-gramma a Montone. Il Festival quest’anno avrà come filo conduttore il tema dei migranti. “L’integrazione nonsolo come differenti popoli , ma anche come modi diversi di intendere il fare artistico”, spiega la curatriceLoredana Ioannucci. Oltre che dal teatro, dalla musica e dalla poesia, il tema sarà pertanto sviluppato ancheattraverso una serie di installazioni artistiche che moltiplicheranno le reti di senso irradiate dalle architetturedel borgo antico. Torna dunque il nesso tra presente espressivo e passato storico, tra avanguardia e tradizione.Una ragione in più per visitare anche i numerosi e bellissimi musei del teramano, vivi custodi di un patrimo-nio da cui eventi come Montone e Castelbasso traggono linfa ed ispirazione.

Filippo Tronca

A MONTONE “TRA IL SOLE E LA LUNA”

La mostra resterà aperta fino al 27 agosto. Per gli orari di visita ed informazioni www.comune.nocciano.pe.it - cell 328.4836269.

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Non possiamo dire se è stata lei o siamo stati noi, ma come nel migliore degli incontriè scoppiata una passione vera che, dopo tanti anni di esperienza, ci accompagna con lastessa intensità. Umiltà e professionalità si sono affinate negli anni consentendoci oggidi fare il nostro mestiere: restituire l’arte all’arte.

La strada è stata lunga ma lo è ancora, davanti a noi.Prima individualmente poi insieme, tracciando percorsi tra editoria e produzione artistica,passando attraverso infinite strette di mano con artisti, critici e istituzioni culturali, varcandoporte di accesso a gallerie e musei, abbiamo camminato attraverso le intricate vie dell’arte.

E se in passato tutto ciò ci ha consentito di adoperarci per moltissimi lavori, oggi questapreziosissima rete di conoscenze diventa la nostra tela bianca, sulla quale risultiamoprofessionisti in grado di progettare in essa l’intero ciclo di vita di un evento o di unallestimento, di un catalogo o di un libro d’arte.

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EVENTI

La Famiglia de Chirico in mostra a Francavilla al Mare. Fino al 24 settembre 2006 al

Museo Michetti i geni della pittura: Giorgio de Chirico, Alberto Savinio fratello

minore di Giorgio e Ruggero Savinio figlio di Alberto. Per la prima volta insieme tre

artisti appartenuti alla stessa, straordinaria, famiglia.

Una evento dal titolo “La famiglia de Chirico, i geni della pittura” curata da

Silvia Pegoraro, che gioca, ambiguamente, proprio genialità “genetica”. Una

mostra che propone una sessantina di opere distribuite cronologicamente attra-

verso l’intero arco di attività di ciascuno. Tra esse spiccano diversi inediti di note-

vole qualità, come lo splendido En visite (1930) di Alberto Savinio o Le figlie di Apollo

(1954) di Giorgio de Chirico, la cui autenticità è stata riconosciuta dalla Fondazione

Giorgio e Isa de Chirico.

Il percorso espositivo ricostruire criticamente le riflessioni e le assonanze poetiche

intercorse fra Giorgio de Chirico e Alberto Savinio a partire dalle prime speculazio-

ni intorno alla metafisica, fino ad abbracciare una più ampia riflessione sul mito

che coinvolge anche Ruggero Savinio, ultimo esponente della brillante famiglia ed

erede di un pensiero articolato e raffinato, attraverso il quale la famiglia de Chirico

ha dato vita ad una profonda trasformazione dei codici estetici del XX secolo.

Dei tre autori, la mostra indaga gli aspetti estetici, filosofici, speculativi, inqua-

drandoli nel panorama dei secoli XX e XXI, a partire dalla rivoluzione operata da

Giorgio de Chirico -in stretta collaborazione con il fratello Alberto - nel secondo

decennio del 1900, rappresentata dalla pittura metafisica.

I quadri di de Chirico raffigurano deserte piazze d’Italia o struggenti manichini colti

nel tentativo di rappresentare la condizione desolata dell’uomo contemporaneo,

come ne L’enigma del ritorno (1938) o ne La malinconia di Arianna (1968-71). Una dimen-

sione pittorica collocata in un preciso spazio geometrico, pieno di oggetti simboli-

ci che alludono ora al distacco doloroso e senza ritorno di Ettore e Andromaca (1935),

ora alla solitudine silenziosa di Le muse inquietanti (1963).

Gioco e ironia sono invece i cardini intorno ai quali ruota l’estetica metafisica di

Alberto Savinio. A differenza del fratello, infatti, Savinio dimostra fin da subito

un’innata capacità di immettere nei profondi silenzi metafisici, la sapiente leggerez-

za dell’ironia, che si dispiega attraverso una visionarietà fantastica, come ci ricorda-

no dipinti quali Voilà mon rêve (1928), Les Poissons (1928), o L’isola dei giocattoli (1930).

Infine i dipinti di Ruggero Savinio, che, secondo il critico Maurizio Calvesi ricorda-

no quelli del “grande zio Metafisico” da cui ha appreso il mestiere giovanissimo,

sono attraversati da elementi eterogenei.

I protagonisti dei suoi quadri, quando non vengono direttamente da figure classi-

che, statue o personaggi della pittura, sono la sua famiglia, lui stesso, gli amici, il

suo cane. Ma queste presenze quotidiane sotto il suo pennello perdono la fisiono-

mia contingente e diventano archetipi, personaggi del Mito, per ricordarci che

siamo attori di una favola eternamente ripetuta.

Giorgio de Chirico, Piazza d’Italia - Il Grande gioco, 1968, Olio su tela, 60 5 80 cm. Collezione privata.Alberto Savinio, Voilà mon rêve, 1928, Olio su tela, 81 5 65,5 cm. Collezione privata.Ruggero Savinio, Studio per Narciso, 1959, Tempera e colla su tela, 100 5 80 cm. Collezione dell’artista.

A Francavilla in mostra, Giorgio de Chirico, Alberto Savinio e Ruggero Savinio.

La famiglia de Chirico. I geni della pittura. Giorgio de Chirico, Alberto Savinio, Ruggero Savinio

A cura di: Silvia PegoraroSede: Museo Michetti, Francavilla al Mare (CH)Periodo espositivo: 24 giugno - 24settembre 2006Indirizzo: Piazza S. Domenico, 1Orario: Tutti i giorni dalle 18,00 alle 24,00 Ingresso: interi € 4,00 - ridotti: ragazzi fino a 18 anni, studenti e ultrasessantenni € 2,00Informazioni: Ufficio Cultura Comune di Francavilla al Mare, Tel. e fax 0854911161

I geni della pitturaNELLA FAMIGLIA DE CHIRICO

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INFO MU6ILMUSEOCHEVERRÀLETTEREINBREVECONVEGNOMOSTREATTIVITÀLIBRISOTTOLALENTE

LA DIVINACOMMEDIAILLUSTRATADAGLI ARTISTIUNGHERESIPESCARA

SANTA MARIA DEIRACCOMANDATIL’AQUILA

LETTERAALLA RICERCADI PROSELITIPALENA

ILMUSEO CHE VERRÀ MOSTRE LETTERECONVEGNI

Si va verso una destinazione espositiva – cultura-le. Tramontata o quasi l’idea che nel complesso diSanta Maria dei Raccomandati si potesse allestireun museo archeologico, ci si prepara a grandieventi che troverebbero giusta vetrina in questispazi recentemente ristrutturati. Fin qui le inten-zioni del Comune e dell’istituenda Fondazione chedovrà gestire il complesso. “Come assessorato -spiega Maurizio Dionisio Assessore alla culturadel Comune dell’Aquila - abbiamo predispostotutto quanto è in nostro potere per andare inbreve tempo al funzionamento a piano regime diSanta Maria dei Raccomandati. E’ pronta, infat-ti, la delibera che conferisce la gestione dello spaziopolivalente alla Fondazione”. Che è in fase di isti-tuzione e che raccoglie oltre al Comune, laRegione, l’Istituto di fisica nucleare, laSoprintendenza, il Consorzio dei beni culturalidella Provincia dell’Aquila e il Touring Club.“Intanto però - conclude Dionisio - ci stiamo giàmovendo per portare in città grandi eventi d’arte.Le idee ci sono e i contatti anche, ora bisognerà tro-vare la strada per concretizzare il tutto”. Si annun-ciano grandi cose, dunque, per i prossimi mesi!

La vostra interessantissima idea di portare aconoscenza le molte realtà sconosciute di questaregione mi spinge a raccontare sinteticamente lamia modesta storia; la passione alla ricerca deifossili del nostro territorio. L’amore per la naturae per il senso di libertà che la vita a contatto conquesta mi procura, mi ha dato la possibilità dicercare e raccogliere tantissimi reperti consegnan-doli alle università per lo studio che in seguitohanno permesso la realizzazione del primo museodei fossili della regione d’Abruzzo, denominatoMuseo Geopaleonologico Alto Aventino nel comu-ne di Palena. Seguendo i sentieri della naturanelle mie montagne, trovo la fonte e la confermadella mia fede in Dio; sulle sue cime si rinnova unamore per il mondo,del quale assaporo la bellezzae la verità restituendomi a quei valori forti e vitaliche avverto così profondamente inquinati nellacultura e nella società moderne. La mia attività siè estesa a quanti avevano dimenticato e ha fattoscoprire a chi non sapeva che il territorio abruzze-se è ricco di “geodiversità” importanti e facilmentepercepibili. La geologia e la paleontologiadell’Abruzzo, infatti, non sono meno importanti dialtre regioni, e per questo ci risultano, perché inqualche modo vi apparteniamo, e dovremmo cer-care di proteggere e valorizzare. La proficua e cor-retta collaborazione con il Servizio Geologico dellaSoprintendenza Archeologica dell’Abruzzo ha raf-forzato in me la convinzione che i fossili sono ditutti, un bene che va mostrato alla collettività,non tenuti con egoismo nei cassetti o addiritturafarne un uso commerciale; noi siamo per il pos-sesso intellettuale dei fossili. Il mio lavoro consistenell’organizzare mostre nelle scuole, proiettarecon multivisione, raccontare e trasmettere airagazzi l’emozione del rinvenimento di un repertofossile, guidare scolaresche nei sentieri e nelle areefossilifere (tutto all’ombra). Non sono paleontolo-go, voglio solo spiegare ai ragazzi che ascoltanocon tanto interesse il lavoro del paleontologo chemira a ricostruire situazioni, fatti, ambienti esisti-ti nel passato, e che può farlo solo attraverso laricerca e la scoperta di indizi, collegandoli poi inmaniera logica e ricostruendo con la fantasia el’esperienza i pezzi mancanti al puzzle. Ho credutoscrivervi perché questo tipo di attività meriterebbeun po più di attenzione da parte di tutti special-mente per gli organi preposti all’insegnamento ealla conoscenza del nostro bellissimo territoriosotto l’aspetto geopaleontologico. I ragazzi dellescuole: la mia grande passione. È per essi checerco ancora coinvolgendoli con le escursioni atrascorrere una giornata diversa lontano dallemolte insidie, immersi in un ambiente sano esereno tra flora e fauna insegnando loro come sicerca un fossile, fossili del nostro territorio che maitroveranno sui libri, perché mai nessuno si èdegnato di valorizzarli, mentre potrebbe essereinteressante anche per un ritorno turistico oltre aquello culturale. Ormai settantenne per di più “fossiledipendente”ho trovato libertà, pace e tranquillità solo sullemie montagne, molto in alto per sentirmi semprepiù vicino al mio Dio.

Erminio Di Carlo

Le motivazioniQuello della terra cruda, tecnica di costruzionediffusa un tutto il mondo, è un interesse docu-mentato dalle iniziative di prestigiose istituzioniinternazionali che, dagli anni ’70, hanno riporta-to l’attenzione verso questo tipo di architettura eposto, per la prima volta, il problema della con-servazione e tutela di questo patrimonio culturale.In Italia questo fenomeno è ancora oggi diffuso eriguarda, pur se in maniera differenziata inquantità e qualità, numerose regioni italiane del-l’arco appenninico e delle isole.In Abruzzo, come nei territori marchigiani a norddel Tronto, “tale forma elementare è la casa diterra e paglia, che, a seconda dei luoghi, vienedetta pagliara, pinciara, pengiara, pinciaia, caset-ta di terra, o, al plurale, semplicemente casette”.L’altra denominazione di massone deriva dallatecnica costruttiva prevalente nell’area abruzzese. Le case di terra non possono essere consideratecostruzioni primitive ma frutto di una integrazio-ne istintiva fra necessità economiche, tradizionitipologiche e tecnologie edilizie. La costruzionecon la terra fu una scelta obbligata per le caratte-ristiche, difficilmente eguagliabili, di reperibilità edeconomicità che questo materiale offriva.Argomenti questi che trovano attualità nell'ambi-to della cultura ecologica dell'abitare di cui la casadi terra può essere oggi esempio se letta in chiavebioclimatica e nella biodelizia.Oltre a quella ecologica, inoltre, sono necessariealtre motivazioni per salvare le case di terra, perritrovare utilità nel conservarle, conside-randole unpatrimonio per il quale spendere energie e capitali,non essendo sufficiente il richiamo alla volontà diuna comunità di impossessarsi del proprio passatoin una visione puramente vernacolare.Motivazioni che aiutino a superare l'immaginenegativa di miseria, arretratezza ed emarginazio-ne economica e sociale a cui è legata la casa diterra nella nostra cultura.Solo una forte contestualizzazione, in un tentativodi rilettura della espansione della periferia urbanain cui le case di terra vengano considerate unacomponente della stratificazione storico culturaledel nostro paesaggio quotidiano è in grado di faruscire il “crudo” dalla marginalità di fenomenoavulso dai processi di trasformazione del territorio.

Martedi 27 giugno alle ore 18.00 si inaugurapresso il Museo d’Arte Moderna Vittoria Colonnala mostra La Divina Commedia illustrata dagliartisti ungheresi, che raccoglie le opere dei parteci-panti all’omonimo concorso svoltosi lo scorso annoa Budapest, vincitore Pèter Wrobel. Il progetto è il risultato della collaborazione tral’Istituto Italiano di Cultura di Budapest, ilCentro Italiano di Cultura di Szeged el’Associazione degli Artisti Ungheresi. Nella mostra, che si è tenuta anche a Szeged e aRoma, e che avrà altre sedi in Italia con il coordi-namento dell’Accademia d’Ungheria in Roma,sono esposti dipinti, disegni e sculture, per untotale di 105 opere realizzate da 45 artisti unghe-resi contemporanei che si sono liberamente ispiratialle tre cantiche della Divina Commedia. Alcunedi esse sono state premiate nel corso delle quattor-dici edizioni della Biennale InternazionaleDantesca di Ravenna dal 1973 ad oggi. Nella storia della letteratura universale, Dante èl’autore al quale si collega uno dei più vasti reper-tori iconografici, e proprio in questo ricco contestodi interpretazione e rivisitazione della sua opera siinseriscono il concorso e la mostra di arte magia-ra, dando vita al tempo stesso ad un’interessanterassegna che testimonia la vitalità della tradizioneartistica ungherese. Nella giornata augurale interverranno, oltreall’Assessore alla Cultura del Comune di Pescara,Adelchi De Collibus, il Direttore dell’IstitutoItaliano di Cultura di Budapest, Arnaldo DanteMarianacci, il Direttore del Dipartimento diItalianistica dell’Università degli Studi di Szeged,Jòzsef Pàl, il Direttore dell’Accademia d’Ungheriain Roma, Làslò Csorba, e Nando Filograsso,membro del Direttivo della Casa di Dante inAbruzzo che per la circostanza ha garantitol’esposizione di tutti i cataloghi realizzati nel corsodegli anni sull’opera dantesca. La mostra, che verrà allestita nelle tre sale delpiano superiore del Museo, chiuderà i battentiil 31 luglio.

Sala interna Museo Vittoria Colonna, PescaraPagrus del Miocene superiore di Cava di Campa diFiume, Palena (CH)

MUSEOINTERNAZIONALEDELLA PESCAA MOSCACASTEL DI SANGRO

CHE NON TI ASPETTIIL MUSEO

Se la legge del Karma non è una favola e se ildestino di un uomo è quello di reincarnasi in unpesce che finirà in un retino, meglio allora che ilsuo predatore sia un appassionato della pesca amosca. Questo originale pescatore, come l’astutoUlisse che inganna la natura con l’arte dellamimesi, riproduce infatti con incredibile abilitàintorno ad un amo le forme e i colori di migliaiadi insetti di cui i pesci di fiume si nutrono. Unlotta ad armi pari, dunque, in cui non è la protesiteconologica e il gioco sporco a decretare il successodel predatore. Sono oggetti, queste esche, chepotrebbero essere esposte come oggetti d’arte.L’opportunità sarà presto offerta dal Museo inter-nazionale della pesca a mosca di Castel di Sangro.Unico in Italia è dedicato al pescatore StaniKuckiewicz, autentico mito per migliaia di appas-sionati sparsi per il mondo. Proiezioni video egigantografie immortaleranno momenti spettaco-lari di pesca. Perché in questa disciplina nonbasta aver costruito pazientemente l’esca giusta,occorre avere anche una profonda conscenza deipiù svariati habitat acquatici e delle abitudinidella preda. Il finto insetto che fa da esca va poifatto vivere riproducendo con abili e ipnotici movi-menti il suo planare e suo posarsi sull’acqua.Ideatore del tutto è Lino Alviani, che quando nonprogetta musei ed eventi, si rilassa pescandotrote fario nel vicino fiume Sangro.

Filippo Tronca

Calendario delle mostre organizzatedall'associazione "Vecchio Borgo":

MOSTRE FOTOGRAFICHE - "Vita sul mare";- "Montepagano e la sua gente";- "Cerimonie nuziali".

MOSTRA DI SANTINI E ARREDI SACRIPeriodo: 1/7-30/9/2006Sede: Museo Cultura materialeCorso Umberto I - Montepagano di Roseto degli Abruzzi.Orario di apetura (tutti i giorni, festivi compresi):Luglio: 16-19; Agosto: 16-23; Settembre: 16-19.Ingresso libero

Casalincontrada (CH)dall’11 al 17 settembre 2006

Organizzatore: Centro di DocumentazionePermanente sulle case di terra cruda del Comunedi Casalincontrada e dall’Associazione Terraeonlus in collaborazione con l’AssociazioneNazionale Città della Terra Cruda.

Il programma della Festa della Terra si articola inun workshop sul progettare con la terra crudae il Convegno di aggiornamento sulle diverseesperienze di architettura in terra cruda in Italiae nel Mondo.

CeDTerra - Associazione Terrae OnlusVia F.P. Michetti 2 - 66012 CasalincontradaTel. e Fax 0871370570 - 0871347732www.casediterra.ite-mail: [email protected]

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X EDIZIONEDELLA FESTADELLA TERRA.INCONTRISUL VIVEREE L’ABITARE SANO.CASALINCONTRADA

MOSTREFOTOGRAFICHEMONTEPAGANODI ROSETO

MOSTRE

Tel. 3492547251www.prolagus.it e- mail: prolagus.it

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INFO MU6ILMUSEOCHEVERRÀLETTEREINBREVECONVEGNOMOSTREATTIVITÀLIBRISOTTOLALENTE

BRANCONIOE RAFFAELLOAMICI NELLA VITAE PER L’ARTEDI ANTONIOGASBARRINIEDIGRAFITAL

MOSTRE ATTIVITÀ LIBRI SOTTO LA LENTE

All’interno del Palazzo della SS. Annunziata,lungo Corso Ovidio, si trova il Museo delCostume Popolare Abruzzese - Molisano e dellaTransumanza, una significativa testimonianzadell'etnografia locale, capace di fornire uno spac-cato sulla vita quotidiana dei contadini dei paesidell’Abruzzo. Realizzati con stoffe diverse e nellamaggior parte dei casi con fogge diverse, i costu-mi rappresentano ancora oggi l’aspetto folklori-stico di ogni comunità. Certo la storia e le tradi-zioni artigianali di ogni paese hanno influenzatol’impiego di merletti più o meno preziosi, di trine,ed anche di gioielli.La “nobilitazione” del costume popolare femminileavviene infatti non tanto con fregi o ricami poli-cromi sulla gonna o sul zinale, quanto mediantele camicette, tovaglie e fazzoletti finemente ornatida merletti, cesellati come capolavori di oreficeriascannese o pescolana.L'esigenza, un tempo così profondamente avver-tita in Abruzzo come del resto in tutto ilMeridione, che tutto andasse conservato e nullabuttato via, perché per qualsiasi cosa veniva, siriteneva, il momento del suo impiego, deve avercondotto anche all'utilizzazione dei resti di stoffacolorata con cui ornare, in piena fantasia,soprattutto gonne a pieghe e grembiuli. Ladiversità dei colori nei fregi che ornano il lembodelle gonne o nelle cosiddette mantére (i grem-biuli), non sempre è attribuibile a gusti diversiradicati in persone appartenenti chi ad unagenerazione, e chi ad un'altra, ma è spesso ilrisultato cui conduce la disponibilità occasionaledi stoffe policrome residue.Il Museo di Sulmona dunque accoglie una dellepiù complete raccolte di costumi popolari, dioggetti che documentano la vita quotidiana el'attività pastorale e soprattutto di stampe, il cuinucleo più pregevole è costituito da una serie di161 stampe, disposte in ordine cronologico edatabili dal 1700 fino al periodo antecedentel'Unità d'Italia.

a cura del Centro Regionale Beni Culturali

Curata dall’artista stesso è promossa da GraziellaLonardi Buontempo - Incontri Internazionali d’Arte.Prima rassegna che Roma dedica a questo artista.

Impressioni di visitaNelle prestigiose sale di Villa Medici, luogo cherappresenta da sè la bellezza, le opere di EttoreSpalletti trovano il loro spazio naturale comeavessero una esistenza coeva essendo esse unaunità di misura di superficie e di volume.Si, perché le opere di questo artista ,di Cappelle sulTavo, sono sempre anche tridimensionali quandosono tele e possono essere elementi geometrici pianianche quando sono sculture. Cogliere e raggelareparti del vissuto architettonico che solo nel colorecomunica un rapporto con la natura, questo pareessere l’intenzione dell’opera di Spalletti.

Dal comunicato stampaL’opera di Spalletti sembra sfuggire a ogni classi-ficazione. La natura stessa, morbida ed evane-scente dei suoi esiti, invita più ad alludere che adefinire. Spalletti predilige infatti il rapportoligneo per le sue qualità anelastiche e su di essostratifica polvere gessosa mescolata a colore perottenere, attraverso i tempi diversi di asciugatura,una sottile e impalpabile modulazione. Lungi dal-l’amalgamarsi alla superficie, dal ricoprirla o sot-tolinearla, il colore tende a rapprendersi, ispessir-si, strutturarsi come forma-colore. L’opera si ponedunque - e in questo consiste la difficoltà a defi-nirla - al limite tra superficie e oggetto, tra astra-zione ed evocazione, tra geometria e labilità. Ibianchi dalle modulazioni inafferrabili, gli azzurritenui, i grigi sfumati, i rosa pallidi, i soliti trac-ciati che sulle tavole separano le aree cromatiche,trovano infatti ispirazione nella luce, nell’atmosfe-ra ma anche nei manti delle Madonne degli affre-schi quattrocenteschi, nei rosa dei loro incarnati.

“Branconio e Raffaello Amici nella vita e perl’Arte”. È questo il titolo dell’ultima fatica del cri-tico d’arte Antonio Gasbarrini che, dopo circa unlustro di ricerche e indagini per le biblioteche dimezza Europa, ha ricostruito con rigore scientificoe attendibilità filologica la figura dell’aquilanoGiovan Battista Branconio amico di RaffaelloSanzio, personaggio di primo piano della corte diLeone X e dunque figura di spicco nell’ambitodella cultura romana del primo cinquecento.“Il libro - scrive Claudio Strinati nella presenta-zione - intorno alla figura di Branconio e ainumerosi quesiti posti dal Doppio Ritratto dell’ur-binate oggi al Louvre, dipana una vasta narrazio-ne coinvolgente storie dell’ambiente aquilano (connuove e interessanti precisazioni sulla facciatadella chiesa di San Bernardino), vicende dell’ar-chitettura romana (il Palazzo Branconio progetta-to da Raffaello e costruito accanto alla sua dimo-ra), la Visitazione già in San Silvestro all’Aquilae ora al Prado di Madrid e orgogliosamente riven-dicata dal Gasbarrini a una piena autografia raf-faellesca, nonché la riscoperta di una testimonian-za documentaria che permette di apprendere del-l’esistenza di un ulteriore opera di RaffaelloSanzio (la Madonna della Cerqua) di cui si eranoperse le tracce e la cognizione medesima”.Così se da una parte il libro propone un’analisiinerente all’arte e alla vita di quei tempi che gettanuova luce sul periodo estremo della vita e dell’at-tività di Raffaello, dall’altra dimostra, documentialla mano, di quanto splendore e potere era intri-sa la società aquilana di quell’epoca. Tanto chetra i documenti di appendice non tralascia,l’autore, di riprodurre immagini, viste però dal-l’angolazione di questa ricerca storico artistica, dimonumenti famosi della città, come la Basilica diSan Bernardino e delle meraviglie che contiene. E poi la vicenda dell’elefante Annone, primopachiderma dopo il periodo dell’impero romano atornare a Roma, dono del re di Portogallo aLeone X, altra prova dell’amicizia tra Branconio eRaffello, che tanta suggestione provocò tra i dottie le persone più semplici e tanto impatto ebbe sul-l’immaginario artistico della cerchia raffaellesca,viene riesaminata con rigore critico daGasbarrini, con nuovi apporti inerenti l’influssoche questa celebre immagine destò in quelmomento e in epoche successive. Basandosi, inol-tre, su una esauriente disamina del DoppioRitratto del Luovre, il volume arricchisce di ulte-riori prove la tesi, già avanzata da studiosi dirango come lo Shearman, che l’uomo in primopiano sulla cui spalla il pittore posa amichevol-mente la mano è proprio Giovan BattistaBranconio, un’interpretazione che a sua volta faentrare l’aquilano, definitivamente e a pieno tito-lo, tra i personaggi che ebbero un effettivo pesosull’evoluzione dell’ultimo Raffaello.

Stanza azzurra 2006 Foto Claudio Abate Particolare del centro storico di Loreto

TERZA GIORNATANAZIONALEDEGLI AMICIDEI MUSEIA LORETOAPRUTINO1 OTTOBRE 2006

IL COLORESI STENDEASCIUGASPESSISCE,RIPOSA.ETTORE SPALLETTIROMA

MUSEODEL COSTUMEABRUZZESEMOLISANOE DELLATRANSUMANZASULMONA

Giovedì 11 maggio 2006Domenica 16 luglio 2006Accademia di Francia a RomaVilla MediciViale Trinità dei Monti,1 - 00187 RomaTel. +39 06 67611

Corso Ovidio, SulmonaTel 0864.640004 www.crbc.it

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Il 6 giugno scorso la direzione del Giornale MU6 si èincontrata,presso la sede del Centro Servizi Culturalia L’Aquila, con i direttori dei Musei d’Abruzzo e ilresponsabile regionale dott. Paolo Antonetti. L’incontro era stato sollecitato da MU6 per chiarirefinalità, modalità e sviluppi del rapporto di collabo-razione tra il giornale ed i musei regionali. La partecipazione dei musei è stata ampia (eranopresenti circa 20 Direttori di museo), anche varianella loro distribuzione geografica, campod’azione.Il risultato più importante dell’incontro ècostituito dall’intenzione dei Direttori di museo distabilire, anche attraverso il giornale MU6, uncanale di confronto e collaborazione per la realizza-zione di progettazioni comuni. La Direzione del giornale MU6 si è dichiaratainteressata a seguire i musei su queste ed altreproblematiche che ruotano attorno alla vita deimusei abruzzesi. Per questo si è chiesto uno strettoscambio col giornale fornendo alla redazione pro-grammi e spunti dotati di originalità ed attrazio-ne, per far convergere sui musei l’interesse deilocali e dei turisti. A questo proposito moltoapprezzate sono state le proposte operative dei rap-presentanti: Ermanno De Pompeis (responsabilemusei di Pescara), Irene De Nigris (direttrice delMuseo d’Arte e Pinacoteca Civica di Teramo)Mariapia Graziani (Museo della Transumanza),il rappresentante del Centro di DocumentazionePermanente sulle case di terra cruda del Comunedi Casalincontrada eccetera.

Acerbo, la prima delle collezionid’arte della Fondazione Musei Civicidi Loreto Aprutino.

La FIDAM (Federazione Italiana AssociazioniAmici dei Musei) sotto l'Alto Patronato delPresidente della Repubblica e con il Patrocinio delMinistero dei Beni e le Attività Culturali ha indettoper il mese di ottobre la Terza Giornata Nazionaledegli Amici dei Musei dal tema: “Una storia, unmuseo”. In questa giornata in tutta Italia le varieAssociazioni organizzeranno un evento che metteràin evidenza i diversi musei e le loro storie.L'Associazione Amici dei Musei dell’Abruzzo parte-ciperà, anche quest’anno, all’importante iniziativaorganizzando una visita al museo Acerbo di LoretoAprutino che, oltre ad avere più importante e vastaraccolta di ceramica castellana, offre una singolarestoria di collezionismo nella nostra regione.La manifestazione prevede anche la visita neidiversi spazi del polo museale: l’ Antiquarium e lacollezione Casamarte; il museo della civiltà conta-dina, il museo dell’Olio e il museo di Storiadell’Arte olearia d’Abruzzo. Tra le vie del centrostorico i visitatori potranno scoprire e conoscere ilpiccolo borgo in tutte le sue bellezze e peculiarità.A tale iniziativa è dedicato l’inserto del giornaleche vuole essere anche strumento per i musei civicidi Loreto Aprutino e guida per i partecipanti allagiornata nazionale. Manifestazione gratuita.Per informazioni: [email protected]

I DIRETTORIDEI MUSEID’ABRUZZOINCONTRANO MU6

Angolo 2000 Foto Claudio AbateEco rosso azzurro, oro 1996

info

A new portal of the Abruzzo Region wasopened to discover 100 museums belong-ing to the telematic museums system: itis an advanced application of informationtechnology applied to arts and theirimprovement. The sites on the portalshow a general survey of museums andtheir specific collections. The historicaland art heritage of our region is nowavailable on the net with no limits toinformation and details. The sites are:

www.crbc.it; www.musei.abruzzo.it;www.regione.abruzzo.it/cultura.

Professor Fabio Redi made an hypothesisconcerning the Cathedral of San Massimoin L’Aquila; in fact recent experimentsshowed that probably the tomb of theSaint and perhaps his mortal remainswere buried under the floor of the crypt.A plan of research and excavations will bedevised soon.

Abruzzo and Croatia have very similar fea-tures: culture, traditions and architectureshow similar roots and you can easilycompare the medieval fortress of Klis, aseat of the Croatian Kings for centuriesnear Split, to the fortress of Civitella delTronto, which was built around the yearone thousand, underwent different trans-formations and, after restoration, recov-ered its ancient majesty. The two monu-ments seem identical also in the aston-ishing view they offer.

The project Twin - Twin waterfront inte-grated project - aims at linking Pescaraand Split i the tourism and natureimprovement of urban waterfronts andcoastal resources. The seminar “TheAdriatic coasts” showed the this sea canbe considered like a small MediterraneanSea whose shores have a common identi-ty despite different local customs.

The house in Pescara where the famouswriter and scriptwriter Ennio Flaiano wasborn on 5th March 1910 is on sale; thebuilding represents one of the symbols ofculture historical memory in town andlocal government is negotiating the pur-chase to grant its use and destination asa cultural centre.

“Captain Abruzzo” is a new two-monthlycomic dedicated to students and pub-lished by the Abruzzo Region to promotethe unity of the region and its commonidentity. President Ottaviano Del Turcochose the modern language of the youngto spread the fundamental ideals of socie-ty: courage and civil commitment, whichare embodied by a bear and a dolphin.

The Festival of transhumance is held torecall the great value of this old tradition,the tracks, handiwork, dialects and rites,to discover strong relationships withother European similar customs and thecultural identities of the populationsinvolved, but also to revive all the fea-tures which are still present and visibleon the territories.Info: 3395060962

The area which comprises Fossa,Bazzano, Poggio Picenze, Capestrano,Caporciano and Navelli in the provinceof L’Aquila is an unlimited source ofinformation concerning the Vestini peo-ple, a stern and advanced civilization.Latest discoveries in Santa Maria inCenturelli brought to light a Roman vil-lage with workshops and furnaces whichwas connected with Peltuinum by theroad Claudia Nova built by emperorClaudius in 54 A.D.: this village was asort of industrial area of those timeswith workshops, furnaces and kilnswhere traveller stopped at the Mansio.The necropolis housed sixty-seventombs (dating back between the eighthand the second centuries b.C.) where alarge number of weapons was found,while more recent tombs (fourth-thirdcenturies b.C.) contained everyday lifeobjects and also female jewels ofCarthaginian origin. The refinement ofthe Vestini peoples is confirmed oncemore also by the finds recovered fromthe site of Poggio Picenze, which are ondisplay at the Museum of Paludi inCelano.

The President of the Abruzzo RegionOttaviano Del Turco was a chief tradeunionist, the Minister of Finance, a sen-ator, a Euro MP, but he never forgot hisdeep passion for art and painting, whichhe loved since he was a child.“Museums should be concentrated - hesays - around two or three general foun-dations to grant high standards of qual-ity and cultural events should beupgraded to attract tourism: great exhi-bitions are the new trend in holidaysand effective promotion is fundamental,as for “The de Chirico Family” inFrancavilla and Mario Schifano inCastelbasso this summer. I wouldappreciate the interest of sponsors ininvesting in art and we are working tocreate a complete circuit of detailedinformation for tourists, a net of cultur-al routes, a sort of task force able tocreate great events. For example I wouldlike to realize an annual book fair of theMediterranean sea.”

The Museum of the Gran Sasso Peopleis in the Marquis’ Palace in Tossicia, asmall village at the foot of Mount GranSasso in the heart of the “SicilianValley”, which stretches for abouttwohundred-forty square kilometres inthe province of Teramo and in the ParkGran Sasso - Monti della Laga. Thename of the valley probably derivesfrom “silica” which referred to theimposing overlooking mountain; theinhabitants lived in total harmony withnature for centuries and created a pop-ular culture which the museum tries topreserve. Life was hard and precariousso magic was used for treatment andprotection and the image of a smallsinging bird was recurrent as a sign ofdivinity and fertility on basins, carts andcloths. Today this small bird is the sym-bol of the museum, which aims at com-municating the deep system of popularvalues of the past and promotes educa-tional laboratories for students.

The former Dominican convent inFrancavilla al Mare dating back to thesixteenth century will become aresearch centre concerning contempo-rary art, temporary exhibitions andanthropic environment and will be dedi-cated to Francesco Paolo Michetti. Anadjoining building will be the perma-nent seat of the museum of Michetti’sartistic coterie, a complex and dynamicspace which develops around the largecentral hall containing the two greatpaintings by Michetti: “Le serpi” (thesnakes) and “Gli storpi” (the crippled).

The Museum of the Abruzzo People,placed in Pescara, presents a fullydetailed outline of the ethnic composi-tion, historical evolution, traditions,handicraft and customs of agropastoralcommunities. It is one of the most inno-vatory structures in the field of demo-graphic and anthropological museumsfor the richness of the finds, the exactreconstruction of settings, the impres-sive dioramas, multimedia systems,ancient photographs and popular songs.The seat of the museum was built inthe eighteenth century; the exhibitiongoes from the first appearance of menin Abruzzo during the Paleolithic ageuntil 1950s, when mechanization of pro-duction processes inevitably changedthe ethnographic patrimony of popularculture. The first finds belonged toancient Neolithic villages of the regionand to the Italic warrior shepherds ofthe Iron Age; the following rooms arededicated to sheep farming, the produc-tion cycles of rural economy, the differ-ent types of houses, weaving, clothesand majolica. The Museum has also aprojection room, a library, a videolibrary and photographic archives, anauditorium, multi-purpose halls, a cul-tural café and a bookshop. The educa-tional centre “P. Barberini-R. Laporta”inside the museum promotes theme vis-its, courses and laboratories of experi-mental archaeology for primary and sec-ondary schools students also with sum-mer programmes .

Loreto Aprutino can boast very ancientorigins dating back to Italic, Roman andearly Christian settlements with the old-est centre documented since 884; thetown became a Norman county in 1071and was conquered by Conrad of Anjou in1252, with a succession of powerful fami-lies until 1806 , when the Napoleoniccode ended counties. The town centrestill shows the signs of such a gloriouspast with two systems of town wallswhich divided the upper town from themarket, its various gates which lead tothe heart of the town, its famous CastleChiola. The palaces are majestic and fine,with rich architecture and decorations, andalso the Abbey of Saint Peter and the

numerous churches contain masterpiecesof sacred art and remarkable frescoes. Thetown’s millenary history is preserved in themunicipal museums: the “Antiquarium”,the museum of folk wisdom, the museum“Acerbo” of ceramics from Castelli, themuseums of oil and oil art.

The museum is placed in the former con-vent of church of Saint Francis and wasopened in 1998 to collect the historicaland archaeological heritage of the areasince prehistory to the Middle Ages. Thefinds on display belonged to the necrop-olises of Colle Fiorano, Farina - Cardito,and Colle Caprini, and the Italic templededicated to the goddess Feronia,besides the precious collectionCasamarte. The objects are arranged inchronological order and belong to every-day life and work, hunt and fishing. Otherfinds date back to the ancient villas andagriculture, such as tools to produce oil.

The Museum of Ceramics of Castelli atLoreto Aprutino is one of the oldest andmost interesting in Abruzzo. It is themost complete collection since the endof seventeenth century to the end ofnineteenth century, when the ceramicsproduced by the famous Grue brothersand the Gentili where in great demand inevery European court. In particular theCollection Acerbo was the first nucleus ofthe museum and has five hundredobjects: pharmacy majolica, bottles, holywater stoups, small statues of saints, tileswith sacred scenes, dinner sets withplates, jugs and fruit bowls. The exhibi-tion follows the chronological order andfocuses upon the most important familiesof potters, from the anonymous artists ofthe sixteenth century towards the eigh-teenth century with the Grue and theGentili families, and other artists of theCastelli style.

The economy of Loreto Aprutino hasalways been linked to the production offine olive oil and two institutions pre-serve the memory of millenary rites andtraditions belonging to the whole com-munity. The Museum of Oil houses tools,machinery, documents and images of oneof the oldest oil mills of the town datingback to the end of the Second World andalso more modern machinery up totoday’s technology. The Regional OilCentre collects all the best oil regionalproductions, with a special room for tech-nical tasting: it is a place where the evo-lution of the production techniques blendwith the high standards of Abruzzan oil.

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A large number of institutions carry outeducational courses to train specializedstaff pertinent to cultural patrimony; forexample the IRRE - Institute of educa-tional research of Abruzzo cooperateswith the museums’ projects, universitiesand schools to support and stimulateinnovatory programmes in education. Infact the project “The museum goes toschool” involved a group of primary andsecondary schools students of Chieti andits province with laboratories, archaeo-logical excavations, analysis and cata-loguing of the finds with historical con-textualization, the manufacture of smallclay oil lamps according to the old pot-ters’ techniques.

The Archaeological Museum of Vasto isone of the oldest in Abruzzo and was re-opened in 1998 in the prestigious PalazzoD’Avalos, with more than one thousandremarkable finds which testify the past ofHistonium and its territory, the threethousand years old preexistent town. Youwill see the precious funerary sets fromthe necropolis of Tratturo, the two bronzeplates with inscriptions, the rich collec-tion of epigraphs, the monumental sar-cophagus, Roman statues of differentperiods; the whole exhibition of themuseum give a complete picture sincethe Iron Age until Dark Ages and also thetown centre preserves interesting remainsof the past. Besides the ancient urbanplanning you can see the Roman thermalbaths, which date back between the endof the first century A.D. and the firstdecades of the second century, the ruinsof the amphitheatre, which became themain square of Vasto, monuments andwalls, the large cisterns in the highestpart of the town.

The village of Scontrone overlooks thevalley of the river Sangro and is the cen-tre of many cultural events and a networkof museums. For example theInternational Museum of Women in Art,which houses about one hundred worksby women artists from thirty-five coun-tries of the world and a section of creativewriting. Every year the collection isenriched by the works of the exhibition“Rose’s choice” with the Mida Prize forart, theatre, poetry and music. Scontronealso houses the Museum of Comicswhich contains the works and drawingsfrom the Festival of Comics in Alfedena,which was first an ancient village ofSamnite shepherds and then a Romantown, as the finds in the Civic MuseumAufidenate in Castel di Sangro and in theArchaeological Museum of Alfedenashow. The Musem of Folk Wisdom inAteleta preserves the hard life and workof the ancient farming civilization, whilethe paleontologic research centre ofAlfedena contains fossils dating back toten million years ago.

The ancient Vestini people were strongwarrior shepherds with a surprising aes-thetic sense and convivial intimacy intimes of peace, as the exhibition “At tablewith the ancient Vestini people” in theArchaeological Museum of Penne demon-strates. The marvellous dinner-sets ondisplay belong to the oldest Vestini’scraft tradition and date back from theBronze Age to the imperial one. Thisevent is part of a cultural circuit whichincludes the Diocesan Museum of SacredArt, the Archaeological Museum“Leopardi” and the Naturalistic Museum“Nicola de Leone”, which is in the middleof the regional reserve of the lake ofPenne. This oasis contains a large num-ber of naturalistic paths, the botanicalgarden, the garden of butterflies, the fau-nal area for land turtles, the aquariumswith fish species from the lake and theTavo river, the prestigious centre for theprotection and study of European otter.

In the Museum of Arts of the Castle inNocciano culture and oenogastronomyare the themes of interesting events,such as “Stars’ Goblets”, a wine tasting oflocal productions to celebrate the open-ing of the exhibition by Gino SabatiniOdoardi. This artist produces works bythe particular technique of heat mould-ing, which gives objects a symbolic andtimeless value.Info: www.comune.nocciano.pe.it

Castelbasso, a small village overlookingthe valleys of the Vomano river, is theseat of a great festival of art, music, the-atre, and oenogastronomy since the mid-dle of July to the end of August everyyear with success. In this edition theexhibition dedicated to Mario Schifanowill be one of the main events, togetherwith the travelling exhibition “Cunuscite”,concerning the ancient history of themedieval village.At Montone the event “Between the sunand the moon” will be based on thetheme of migrants developed by theatre,music and poetry in a strong relationshipbetween past and present, avant-gardeart and tradition.

The Museum Michetti in Francavilla alMare houses the exhibition “The deChirico family, the geniuses of painting”until 24th September 2006; for the firsttime sixty masterpieces by Giorgio deChirico, his brother Alberto Savinio andhis nephew Ruggero Savinio are collectedto show the deep transformation of aes-thetical codes in the twentieth century.

The multi-purpose complex of SantaMaria dei Raccomandati in L’Aquila willbe the seat of exhibitions and culturalevents and will be managed by localauthorities and a foundation to organizegreat art events.

The International Museum of Fly-Fishingin Castel di Sangro is unique in Italy andis dedicated to the fisherman StaniKuckiewcz, a myth for thousands of fish-ing fans in the world. In this you will seegiant posters of water insects, copies ofbaits by the best international manufac-tures, videos concerning extraordinaryphases of fishing, which requires a deepknowledge of water habitats and preys’habits. The museum will also house alaboratory for visitors and an exhibitionof fishermen artists. The idea is by LinoAlviani, a keen fisherman himself.

The Festival of Earth will be held since11th to 17th September 2006 atCasalincontrada (CH). Building with eachcan be considered a cultural patrimonyto preserve since this technique isspread all over the world and also inItaly. In particular, Abruzzo’ typical manu-factures are the small houses made ofearth and straw, the result of a balancebetween availability and cheapness ofraw materials, in times of poverty, back-wardness and social alienation. Buttoday earth houses acquire strong valueand meaning in the context of biologicalbuilding and a clear sign of the evolutionof the territory. You can find the full pro-gramme on the site: www.casediterra.it.

Erminio Di Carlo is an expert and keenresearcher of fossils and thanks to hiswork the Geo-paleontologic MuseumAlto Aventino was opened in Palena,which was the first museum of fossils inAbruzzo. The geology and paleontologyof our region is in fact a common patri-mony to protect and improve, and Mr. DiCarlo trains students to look for findsalong the fossil-bearing paths .

The Modern Art Museum “VittoriaColonna” in Pescara houses until the31st July 2006 the exhibition “TheDivine Comedy illustrated byHungarian artists”, a collection of 105works of art by 45 artists inspired tothe three parts of the Divine Comedyand originated from a cooperationbetween Italian and Hungarian culturalcentres. Dante Alighieri created animmense iconographic legacy whichwas interpreted and elaborated withenergy and inventiveness.

The impressive halls of Villa Medici inRome house the exhibition of paintings,sculptures and settings dedicated toEttore Spalletti, the artist whose worksshow both a three-dimensional and geo-metric quality, with a special use ofcolour to establish a relationship withnature. In fact the thin and intangiblemodulation of colour creates forms:white, light blue, soft grey, pale pink areinspired by light and atmosphere .

The FIDAM - Italian Federation of theFriends of Museums Associations – pro-moted the Third National “Friends of theMuseums Day” during next October withthe theme “A story, a museum”; theAssociations will plan events in every partof Italy to draw attention to the differentmuseum and their development. TheAssociation Friends of Museums ofAbruzzo will organize a visit to the AcerboMuseum, the Antiquarium, the CasamarteCollection, the Museum of Folk Wisdom,the Museum of Oil and the Museum ofHistory of Oil Art in Loreto Aprutino.Info: [email protected]

The art critic Antonio Gasbarrini pub-lished his new book “Branconio andRaffaello: friends for life and art” after fiveyears of research in the Europeanlibraries to recollect information concern-ing Giovan Battista Branconio fromL’Aquila, a friend of Raffaello Sanzio, aleading figure at the court of Leone X inRoman culture of the beginning of 1500.

The Museum of Abruzzo - Molise PopularCostume and Transhumance is inSulmona inside Palace of SS. Annunziataand represents a significant patrimony oflocal ethnography to show a cross-sec-tion of everyday life and pastoral work ofAbruzzan peasants. The costumes aremade of different cloths and styles, withfine laces and jewels, particularly thosefrom Scanno and Pescocostanzo. The col-lection in Sulmona also contains 161prints dating back to 1700 until the timebefore Italian unification.Info: www.crbc.it

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MUSEI D’ABRUZZO

Pescara

Caramanico Terme Museo Naturalistico "Paolo Barrasso" Naturalistico-Archeologico

Castiglione a Casauria Museo dell'A

bbaziaArtistico-Archeologico

Città Sant'Angelo Museo-Laboratorio d’Arte contem

poraneaArtistico

Loreto Aprutino Museo Archeologico "Antiquarium

"Archeologico

Loreto Aprutino Museo della Civiltà ContadinaEtno-Antropologico

Loreto Aprutino Museo dell’O

lioSpecialistico

Loreto Aprutino Museo AcerboArtistico

Loreto Aprutino Museo del BurattinoEtno-Antropologico

Penne Museo Naturalistico "Nicola De Le

one"Naturalistico

Penne Museo Civico DiocesanoArcheologico-Artistico

Pescara Museo Casa Natale di Gabriele D'Ann

unzioCasa Museo

Pescara Museo Civico "Basilio Cascella" Artistico

Pescara Museo delle Genti d'AbruzzoEtno-Antropologico

Pescara Collezione Paparella Treccia – DeveletArtistico

Pescara Museo ItticoNaturalistico

Pescara MediaMuseum, m

useo nazionale del cinem

a e dell'aud

iovisivoSpecialistico

Pescara Museo Vittoria ColonnaArtistico

Pianella Pinacoteca d'Arte ContemporaneaArtistico

Picciano Museo Arte e tradizioni ContadineEtno-Antropologico

Roccamorice Centro di Docum

entazione erem

i celestiniani P

arco m

ajellaSpecialistico

S. Eufemia a Maiella Museo Etnografico "Diana e Tam

ara"Etno-Antropologico

Salle Museo civicoStorico

Torre dè Passeri Museo Dantesco "Fortunato Bellonzi"Artistico

L’Aquila

Alfedena Museo Civico "A. D

e Nino"Archeologico

Aielli Museo del CieloSpecialistico

Ateleta Museo della Civiltà ContadinaEtno-Antropologico

Avezzano Museo della Civiltà Contadina e PastoraleEtno-Antropologico

Avezzano Museo Lapidario MarsicanoArcheologico

Avezzano Pinacoteca d'Arte ModernaArtistico

Barete Museo Civiltà ContadinaEtno-Antropologico

Bisegna Centro di Visita Fratello In

settoNaturalistico

Bisegna Museo del CaprioloNaturalistico

Bugnara Ecom

useo del te

rritorioEtno-Antropologico

Campo Imperatore Museo Giardino AlpinoNaturalistico

Campo di Giove Museo Etnografico "Oasi di San Francesco"Etno-Antropologico

Cansano Centro di Docum

entazione Ocriticum

Archeologico

Capestrano Museo S. G

iovann

i da CapestranoSpecialistico

Castel Di Ieri Museo di A

rti graficheSpecialistico

Castel del Monte Museo Civico - Circuito CulturaleEtno-Antropologico

Castel di Sangro Museo In

ternazionale della Pesca a m

oscaSpecialistico

Castel di Sangro Museo Civico AufidenateArcheologico

Castelvecchio Subequo Museo d’Arte Sa

craArtistico

Castelvecchio Subequo Museo ArcheologicoArcheologico

Castelvecchio Subequo Pinacoteca dei pittori peligniArtistico

Celano Museo Nazionale d'arte Sa

cra della MarsicaArtistico

Celano Museo di P

reistoriaArcheologico

Cerchio Museo Civico di CerchioArtistico

Civita D'Antino Museo Civico Antinum

Archeologico

Civitella Alfedena Museo del Lup

oNaturalistico

Civitella Roveto Museo Pinacoteca "Enrico Mattei"Artistico

Cocullo Museo Civico etnograficoEtno-Antropologico

Collelongo Museo Civico ArcheologicoArcheologico

Collelongo Percorso Museo della Civiltà Contadina e del LavoroEtno-Antropologico

Corfinio Museo Archeologico dell’Antica CorfinioArcheologico

Fano Adriano Museo delle Tradizioni P

opolariEtno-Antropologico

Fontecchio Cultura della Mem

oriaEtno-Antropologico

Gagliano Aterno Centro di Docum

entazione etnograficaEtno-Antropologico

Isola del Gran Sasso Museo Stauros d'Arte Sa

cra ContemporaneaArtistico

L'Aquila Istituto statale d'arte, centro di Docum

entazioneArtistico

L'Aquila (Campo Imperatore) Giardino alpino d'altitud

ineNaturalistico

L'Aquila Museo di Scienze Naturali e Umane di San Giulia

noNaturalistico

L'Aquila Museo Nazionale d'AbruzzoArtistico-Archeologico

L'Aquila "M

USP

AC" Museo Sperimentale d’ A

rte ContemporaneaArtistico

L'Aquila Museo di Speleologia "V. Rivera"Naturalistico

L'Aquila Monastero della beata Antonia Artistico

L'Aquila Casa museo Signorini CorsiCasa Museo

Morino Museo Naturalistico-antropologico della Riserva Naturale Zompo Lo schioppoNaturalistico

Ocre Museo CivicoArtistico-Archeologico

Opi Museo del Cam

oscioNaturalistico

Ortucchio Museo CivicoArtistico-Archeologico

Pescasseroli Museo delle Tradizioni P

opolariEtno-Antropologico

Pescasseroli Museo NaturalisticoNaturalistico

Pescina Centro Stud

i "Ignazio Silone"Specialistico

Pescina Museo MazzarinoCasa Museo

Pescocostanzo Museo della Basilica di S. M

aria del Colle Artistico

Pescocostanzo Museo del Tom

bolo e dell’Artigianato ArtisticoEtno-Antropologico

Pettorano sul Gizio Museo CivicoEtno-Antropologico

Poggio Picenze Centro Stud

i e Museo Civico lavorazione Pietra biancaArtistico

Prata D'Ansidonia Museo Sabatino TarquiniArtistico

Pratola Peligna Museo Civico della Civiltà ContadinaEtno-Antropologico

Pratola Peligna Museo etnografico m

issionario Etno-Antropologico

Rivisondoli Museo Civico parrocchiale di arte PresepialeArtistico

Rocca di Mezzo Museo ArcheologicoArcheologico

Rocca di Mezzo Museo d’Arte Sa

cra “Cardinal A

gnifili”Artistico

Rocca Pia Museo Civico di Docum

entazione Storico-AmbientaleEtno-Antropologico

Roccacasale Museo e centro Stud

iEtno-Antropologico

Scanno Museo della LanaEtno-Antropologico

Scontrone Centro di Docum

entazione PaleontologicoNaturalistico

Scontrone Museo internazionale della donna nell'arteArtistico

Secinaro Centro di Docum

entazioneArcheologico

Stiffe Museo di SpeleologiaNaturalistico

Sulmona Museo Archeologico "in situ"Archeologico

Sulmona Museo Civico - ArcheologicoArtistico-Archeologico

Sulmona Pinacoteca Civica d'Arte ModernaArtistico

Sulmona Museo della Transum

anza e del Costume Abruzzese e MolisanoEtno-Antropologico

Sulmona Museo di A

mbientale di Storia NaturaleNaturalistico

Sulmona Museo DiocesanoArtistico

Sulmona Museo dell’arte e della Tecnologia ConfettieraSpecialistico

Sulmona Museo dell'immagine e della documentazioneSpecialistico (fotografia)

Tagliacozzo Museo di Santa Maria OrientaleArtistico-Archeologico

Tione degli abruzzi Centro di Docum

entazione letteraria G. Tittarosa e M. lely Specialistico

Trasacco Centro di Docum

entazione "A. R

admilli"Archeologico

Villalago Museo CivicoArtistico

Villavallelonga Museo dell'O

rsoNaturalistico

Villetta Barrea Museo della Transum

anzaEtno-Antropologico

Vittorito Centro di Docum

entazione sul vinoSpecialistico

Teramo

Atri Archivio di JorioSpecialistico (Musica)

Atri Museo ScenograficoSpecialistico

Atri Museo CapitolareArtistico

Atri Museo Archeologico Archeologico

Atri Museo Civico EtnograficoEtno-Antropologico

Atri Museo didattico degli strumenti m

usicali m

edievali Specialistico

Campli Museo Archeologico NazionaleArcheologico

Castelnuovo Vomano Collezione Auto d'Ep

ocaSpecialistico

Castelli Museo della Ceram

icaArtistico

Castelli Raccolta Internazionale d'Arte Ceram

ica ContemporaneaArtistico

Cermignano Museo Civico ed antiquarium

Artistico-Archeologico

Civitella del Tronto Museo Storico delle Arm

i e delle Mappe della FortezzaStorico

Colonnella Museo CivicoArtistico

Controguerra Museo della Civiltà Contadina in Val VibrataEtno-Antropologico

Giulianova Sale "R. P

aglia

ccetti" Artistico

Giulianova Pinacoteca Com

unale "Vincenzo Bindi"Artistico

Giulianova Casa Museo "V. Cermignani"Casa Museo

Giulianova Museo d'Arte Moderna dello SplendoreArtistico

Giulianova Centro Culturale S. FrancescoArtistico

Martinsicuro Museo delle Arm

i AnticheStorico

Martinsicuro Museo te

rritoriale dell'alto Abruzzo - Antiquarium

Etno-Antropologico

Montepagano Museo della Cultura MaterialeEtno-Antropologico

Montorio al Vomano Museo CivicoEtno-Antropologico

Morro D'Oro Museo della civiltà Contadina delle Arti e delle Tradizioni P

opolariEtno-Antropologico

Mosciano Sant'Angelo Museo delle Scienze NaturaliNaturalistico

Nereto Museo Civico val V

ibrataArtistico

Notaresco Museo Civico Rom

ualdiArcheologico

Roseto degli Abruzzi Civica raccolta d'arteArtistico

Teramo Museo Civico ArcheologicoArcheologico

Teramo Pinacoteca CivicaArtistico

Teramo Museo di C

olluraniaSpecialistico

Torano Museo di arte sacraArtistico

Torricella Sicura Museo Etnografico e delle Tradizioni C

ontadine "Borgo Antico"Etno-Antropologico

Tortoreto Lido Museo della Cultura MarinaraEtno-Antropologico

Tossicia Museo delle Tecniche e delle Tradizioni d'AbruzzoEtno-Antropologico

Valle Castellana Museo del BrigantaggioSpecialistico

Chieti

Bomba Museo EtnograficoEtno-Antropologico

Borrello Museo Civico, m

emorie d'arte contadinaEtno-Antropologico

Canosa Sannita Museo CivicoArtistico

Casalincontrada Centro di docum

entazione perm

anente sulle case di te

rra crud

aEtno-Antropologico

Casoli Museo CivicoArtistico-Archeologico

Castel Frentano Museo CivicoArcheologico-Artistico

Castiglione Messer Marino Museo delle tradizioni familiari Etno-Antropologico

Chieti Museo Archeologico Nazionale d'AbruzzoArcheologico

Chieti Museo d'Arte "Costantino Barbella"Artistico

Chieti Museo di storia delle scienze BiomedicheSpecialistico

Chieti Museo Diocesano TeatinoArtistico

Chieti Museo della CivitellaArcheologico

Crecchio Museo dell'A

bruzzo Bizantino ed Alto MedievaleArcheologico

Francavilla al mare Museo Michetti (Mum

i)Artistico

Gessopalena Museo Parrocchiale “M

adonna dei Raccomandati”Etno-Antropologico

Gissi Museo per l’Arte e l’Archeologia del VasteseArtistico-Archeologico

Guardiagrele Museo del DuomoArtistico

Guardiagrele Museo Civico- ArcheologicoArtistico-Archeologico

Guardiagrele Museo del Costume e della Tradizione della nostra GenteEtno-Antropologico

Lama dei Peligni Museo Naturalistico Archeologico "M

aurizio Locati"Archeologico-Naturalistico

Lanciano Museo Archeologico Archeologico

Lanciano Museo DiocesanoArtistico

Lanciano Deposito Museale della parrocchia di San NicolaArtistico

Lanciano Casa Museo Federico Sp

oltoreCasa Museo

Monteodorisio Museo castello medievaleArtistico-Archeologico

Ortona Museo Civico ArcheologicoArcheologico

Ortona Museo CapitolareArtistico-Archeologico

Ortona Museo Musicale d'Abruzzo - Archivio "Francesco Paolo Tosti"Specialistico (Musica)

Ortona Museo della battagliaStorico

Ortona Pinacoteca "M

ichele e Basilio Cascella"Artistico

Paglieta Museo delle Tradizioni P

opolari e della Civiltà ContadinaEtno-Antropologico

Palena Museo geopalontologico dell'Alto AventinoNaturalistico

Rapino Pinacoteca e Centro di docum

entazione della Ceram

icaArtistico

S. Eusanio del Sangro Museo e Palazzo De TittaCasa Museo

S. Giovanni Teatino Museo delle Scienze NaturaliNaturalistico

San Benedetto in Perillis Museo della Cultura MaterialeEtno-Antropologico

San Salvo Museo Civico "porta della te

rra"Artistico

Vasto Musei Civici di P

alazzo d’Avalos: Pinacoteca e Museo del CostumeArtistico-Archeologico

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