Double Reality

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Double Reality, catalogo pubblicato in occasione dell'omonima mostra su Second Life di Adriano D'Angelo, illustra i suoi lavori artistici con foto e commenti dell'autore.

Transcript of Double Reality

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ADRIANO D’ANGELO

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© 2001 - 2008 by Adriano D’Angelo

www.adrianodangelo.net

Redazione e progetto grafico Adriano D’AngeloProductions

Copyright:

Il copyright delle opere riprodotte, dei progetti e dei testi

appartiene, se non diversamente specificato, all’artista.

Il copyright sul testo critico riportato a pag. 50 e sulla copertina

posteriore appartiene a Paolo Raimondo - www.presstletter.com

Stampa e distribuzione a cura di Lulu.com

Adriano D’angeloProductions è:WORDS IN THE VOIDBLOG - http://adrianodangelo.blogspot.com

WORDS IN THE VOIDCHANNEL - http://it.youtube.com/profile?user=00Adriano

Ad eccezione delle video installazioni, che necessitano di un’opportuno

spazio per essere correttamente fruite, è possibile prendere

visione di alcuni video presentati in questo libro agli indirizzi web

precedentemente indicati.

In copertina FACES series: SKULL fotografia 30x40 cm assemblata su doppio vetro e DVD video; durata 0’,23’’

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2008 locandina / invito della mostra “DOUBLE REALITY”

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RED SCULPTUREinstallazione

smalto acrilico, sale marino, statua di gesso

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by

ADRIANO D’ANGELO

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« TuTTo ciò che si può dire lo si può dire chiaramenTe. su ciò di cui non si può parlare si deve Tacere. »

(l. WiTTgensTein, TracTaTus logico-philosophicus)

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sommario

prefazione pag. 7double realiTy: una breve inTroduzione pag. 8cap.1 rifiuTi e mercaTo pag. 10cap.2 locale o globale? pag. 16cap.3 dualiTà, sdoppiamenTi, molTiplicazioni pag. 28cap.4 spazi vuoTi pag. 36cap.5 esporre l’arTe conTemporanea pag. 42

cap.6 comunicare l’arTe conTemporanea pag. 46posTfazione pag. 50noTe biografiche pag. 52elenco opere pag. 53

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PrEFaZioNE

Il libro che avete fra le mani è un testo autoprodotto. Uno strumento di promozione dell’attività artistica dell’autore che, spero, troverete interessante o almeno godibile. Insomma mi auguro che non rimpiangiate la somma che avete speso per comprarlo.

L’onestà intellettuale che mi contraddistingue mi ha posto il problema della chiarezza di una simile operazione mediatica, per cui l’acquisto del volume da parte del lettore è posteriore al dawnload gratuito del file in formato pdf del libro.

Infatti chi ha acquistato on line l’opera ha avuto la possibilità di scaricare l’intero testo prima di effettuare il pagamento. In questo modo la scelta di acquistare il libro è stata una scelta consapevole.

Questo libro nasce dalla mia mostra personale, dal titolo Double Reality , allestita su Second Life a cura di KarinaLaura Romano con l’organizzazione tecnica di portaleSILA.it e rappresenta il catalogo dell’evento.

Esporre su Second Life significa esporre in spazi inconsueti per il pubblico degli art lovers e degli addetti ai lavori. È un’esperienza temporanea di cui questo testo riporta parte delle opere esposte con corredo di testi critici.

I lavori esposti sono illustrati con immagini e testi, in modo da costruire un percorso discorsivo e non sempre legato alle opere installate. Anzi il catalogo contiene anche lavori non esposti nella mostra o testi che non nascono con uno scopo immediatamente esplicativo. In questo modo tento di rappresentare la molteplicità e complessità della costruzione dei miei lavori artistici e delle modalità con cui essi si rappresentano, senza azzardare risposte auto referenziali o perentorie. In particolare, alcuni testi presentati sono rielaborazioni di post che ho pubblicato nel mio BLOG e che sono stati adattati alle sequenze del libro.

Mi è sempre apparsa imprescindibile la lezione di Wittgenstein sulla limitatezza del linguaggio ad esprimere la totalità del pensiero, e quindi sull’inutilità di provarci, per cui non spreco ulteriori parole e vi lascio alla lettura del libro.

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DoublE rEality: uNa brEvE iNtroDuZioNE

Il tema della dualità è spesso presente, anche se in modi a volte inconsapevoli, nella costruzione dei miei lavori. È facile associare questo atteggiamento al relativismo psicologico caratteristico di alcune opere letterarie di Pirandello, anche se questa interpretazione non è l’unica possibile. Ho studiato, come tutti, l’opera di Pirandello a scuola e, come molti, l’ho fatto in maniera superficiale e poco appassionata. Anni dopo ho avuto l’occasione di leggere il testo della piece teatrale “Sei personaggi in cerca d’autore” che mi ha spinto a riflettere sul tentativo impossibile, cui anelano i personaggi, di vivere una vita coerente con i loro desideri e sul modo di trasmettere atteggiamenti che non corrispondono alla realtà interiore ma a convenzioni sociali.

Un’altra lettura affascinante in questo senso è stato il libro di Stevenson “Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde”. Sdoppiamento, personalità differenti, impossibilità di cogliere le infinite sfaccettature dell’animo umano e di scrutarne a fondo la profondità, sono temi toccati dal romanzo e che si possono riscontrare nelle mie opere. “L’abito non fa il monaco” non è solo un modo di dire, è una sintesi dell’ambiguità dei comportamenti umani che rappresento in alcuni miei lavori. Opere come “Double 1” e “Double 2” ne sono l’esemplificazione più immediata.

Ma se la nostra interiorità non possiede cartteristiche univoche, la realtà esterna non è da meno. Quello che percepiamo è reale o è una interpretazione soggettiva dei nostri sensi? La trilogia di Matrix dei fratelli Wachowsky , a mio giudizio, analizza in modo impietoso quello che per noi è la rappresentazione del mondo. “What is Reality?” recita uno dei personaggi del film e in questa frase è racchiusa tutta l’insicurezza e l’incertezza delle nostre vite. Vediamo o interpretiamo quello che vediamo? O peggio, vediamo quello che qualcuno ci induce a vedere con strategie più o meno subdole? È il mondo della moderna comunicazione, della pubblicità, dei media che ci parlano di fatti che accadono in ogni luogo del mondo, dell’informazione filtrata da valutazioni di gruppi di potere che ne alterano il significato. “Dubbio” è la parola che meglio esprime il mondo che ci circonda, il mondo dell’apparenza. Ed è su questa riflessione che si sviluppa un altro tema che permea i miei lavori: la molteplicità dei significati espressi da una stessa immagine.

Viviamo in un mondo dominato dalle immagini che cambiano continuamente significato: esempio sorprendente è il ritratto fotografico di Che Guevara realizzato da Alberto Korda, una delle immagini più riprodotte a livello mondiale, simbolo rivoluzionario, ma anche gadget su prodotti di massa e a volte di lusso. Ogni immagine è ambigua e nasconde pluralità di significati, si sdoppia o si moltiplica. Così anche i miei lavori appaiono ambigui, sdoppiati. Perfino la “trasmigrazione” di un lavoro da un medium ad un altro è un aspetto di questa ambiguità che mi piace indagare. Mi spiego meglio: spesso le opere hanno più “formati” di visualizzazione: un video può avere una versione fotografica o una serie di foto possono trasformasi in una sequenza video, analogamente un’installazione diviene un video, in un processo di contaminazione infinito. Il significato resta uguale nel passaggio da un medium ad un altro o il concept si articola e si trasforma? Stiamo guardando la stessa opera o un’opera diversa che trasfigura e altera il lavoro di partenza? Non fidarti mai delle immagini. Le immagini ingannano, sempre. Esse non sono oggettive e sono strumentali a idee anche contrapposte.

Dopo quanto ho detto appare quasi scontato che io esponga il mio lavoro su Second Life, un luogo “doppio” per sua natura, che fa della realtà una mera apparenza.

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caPitolo 1 - riFiuti E mErcato

Mercificazione dell’arte, prodotto culturale, mercato, marketing, investimento sono termini che indicano una convergenza totale dell’opera d’arte con un prodotto di lusso. Un prodotto il cui prezzo è, a volte, gonfiato ad arte per garantirne il valore di investimento. A volte un’opera d’arte è un simulacro che trasforma l’artista in un mercante capace di vendere qualsiasi cosa. A volte un’opera d’arte è un rifiuto della modena società dei consumi.

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Faces seriesFoografie dimensioni variabili

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GUN Anno 2008 Video installazione, fotografia cm 39x39 Durata video 4 ore 38’50’’ Formato video DVD Visualizzazione 16:9

Un’immagine apparentemente fissa ma che si trasforma nel tempo: la sagoma di una pistola si scorge nel cubo di ghiaccio in cui è intrappolata. Lentamente il ghiaccio si scioglie. Esiste un forte legame fra il video, che registra lo scorrere del tempo, e la stampa fotografica che congela un istante di quel tempo: entrambi bloccano l’attenzione su un oggetto carico di tensione e inquietudine.

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Questo lavoro è la somma di più citazioni. Le citazioni sono come frammenti, che, senza prendere una forma definita, galleggiano nella mente dell’osservatore. Ad un primo sguardo appare immediata l’associazione alla scultura tradizionale, con un parziale riferimento al mondo classico. Uno sguardo più profondo non può non riconoscere dei rimandi ai movimenti artistici degli anni 60 e 70, in particolar modo al lavoro, ormai storicizzato, di artisti italiani. Ma l’opera racchiude in se anche il mondo industriale e post industriale in cui abitiamo. Ricorda gli oggetti sintetici, di plastica, che popolano le nostre case. Oggetti spesso inutili ma presenti nei più svariati prodotti, realizzati con materiali malleabili, di origine chimica, spesso inquinanti e legati indissolubilmente alla dissipazione di energia non rinnovabile. L’opera è uno scarto di produzione, come lo sono quasi tutti i prodotti che possediamo e che sostituiamo continuamente con altri oggetti ugualmente obsoleti. La forma dell’opera è un pretesto per addensare pensieri lontani e dissonanti.

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RED MONUMENT Anno 2008 Installazione smalto acrilico, sale marino, statua di gesso altezza statua cm 30,5

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Un oggetto trovato tradisce sempre la sua provenienza. La provenienza è importante per definire il nuovo ruolo dell’oggetto. Star è un lavoro molto formalista, possiede un aspetto che è una sorta di marchio, di logo che è riconoscibile a tutti. Una stella a cinque punte richiama alla mente un recente e violento passato ma anche un disegno infantile, anzi, come in questo caso, una dimensione ludica e festiva. Infatti Star era parte di una luminaria natalizia e segnalava la posizione del presepe allestito per l’occasione. Le forme, come le immagini, denunciano sempre una pluralità di significati, spesso contrapposti. La nuova funzione di Star è di ricordare l’ambiguità dei segni.

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STAR Anno 2007 Installazione ambientale oggetto trovato, smalto acrilico, neon blu altezza cm 145

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Attualmente è difficile individuare un prodotto che, pur riportando il marchio “made in Italy” sia realizzato in ogni sua parte in Italia. Esiste una evidente incongruenza che identifica un oggetto in base ad una luogo di produzione ormai solo virtuale.L’opera Made in Italy individua un oggetto in cui ogni componente è stata prodotta nel nostro paese e versa in avanzata fase di disfacimento, evidenziando l’ambiguità e la dissonanza di un’asserzione ormai priva di qualsiasi fondamento. Il lavoro, selezionato per la sezione videoarte della Biennale Adriatica di Arti Nuove, non vuole essere una critica al concetto di globalizzazione, ma semplicemente tende ad evidenziare una asserzione contraddittoria della contemporanea situazione mondiale.

caPitolo 2 - localE o globalE?

Viviamo in un mondo in cui la fusione tra aspetti locali e globali ha assunto dimensioni incontrollate. Le spinte liberiste, sempre più forti, determinano squilibri sociali ed economici mai accaduti fino ad oggi. L’arte contemporanea è per sua natura globale o almeno aspira ad essere tale. Ma la creazione di una piattaforma globale su cui collocare l’attività artistica favorisce gli scambi culturali o li appiattisce su forme di dialogo pre-definite?

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MADE IN ITALY Anno 2006 Installazione ambientale, video, fotografie cm 30x40 ciascuna montate su doppio vetro a formare un unico pannello. Durata video 01’20’’ Formato video DVD Visualizzazione 4:3

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La Terra non ha bisogno di noi, ma noi abbiamo bisogno di lei. Allora perché seguitiamo a ferirla? Quanto può durare ancora?

Earth tratta evidentemente di tematiche ambientali, anche se il mio lavoro non è assolutamente documentaristico ma tenta di riflettere sulle azioni sconsiderate che realizziamo sul nostro pianeta. Lavoro su frammenti di video e immagini che prendono forma quasi per caso, nel senso che mentre realizzo un video non ho una sceneggiatura o un’idea generica di quello che sarà il risultato finale. Semplicemente improvviso. Nei miei lavori non esiste narrazione, non c’è una storia ma solo il fluire delle immagini che concorrono a costruire un significato nella mente dell’osservatore.

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EARTH Anno 2007 Installazione ambientale, video, fotografia cm 48x36 Durata video 03’54’’ Formato video DVD Visualizzazione 16:9

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Italia 1,33 figli per madreGrecia 1,29 Spagna 1,34 Francia 1,�1Germania 1,37Olanda 1,73Gran Bretagna 1,�4Norvegia 1,�1Polonia 1,23Russia 1,30Giappone 1,25

Dati quotidiano LA REPUBBLICA 2� agosto 2006

La procreazione non è più una priorità sociale per gran parte della popolazione mondiale. Ma le società non si evolvono attraverso ricambi generazionali?

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THE MOTHER ABSENT Anno 2006 Installazione ambientale, fotografie dimensione variabile

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Lo spazio contemporaneo è uno spazio isotropo, dove le differenze si annullano nella omologazione dei comportamenti sociali e culturali.E’ possibile pensare un modello alternativo di sviluppo sociale? Siamo ancora una società di individui differenti?

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ISOTROPYC SPACE Anno 2003 100 cubetti di sapone, resina spray, plexiglass Dimensione: cm 50X50

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Formiche che creano una sottile linea, un percorso obbligato,una barriera invisibile che costruiamo da soli intorno a noi stessi.Chi ha il coraggio di uscire dal percorso?

WE ARE LIKE ANTS NOW Anno 2007 Durata video 01’09’’ Formato video DVD Visualizzazione 4:3

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Video sperimentale in cui un’inquadratura fissa visualizza un paesaggio ammantato da una coltre di nebbia. Si individuano con difficoltà delle auto che passano in lontananza, evidenziando che quello che stiamo osservando in realtà è un viadotto schermato da una fitta vegetazione. Non stiamo scrutando un paesaggio naturale, ma un paesaggio artificiale. Questa osservazione appare più evidente quando, con l’approssimarsi dell’oscurità, i bagliori dei fari delle auto diventano i veri protagonisti dell’inquadratura. Esistono ancora paesaggi naturali?

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NATURAL LANDSCAPE? Anno 2007 Durata video 15’51’’ Formato video DVD Visualizzazione 4:3

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A BEAUTIFUL DAY Anno 2008 Durata video 01’49’’ Formato video DVD Visualizzazione 16:9

L’inquadratura mostra una registrazione video a bassa definizione che, aiutati dal rumore di sottofondo, riconosciamo come una scena in cui compare il mare. I fotogrammi scorrono e, improvvisamente, una dissolvenza ci mostra dei pesci morti. L’inquadratura indugia e si sofferma su questi corpi morti. A volte la vita e la morte si confondono.

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Simply Watching è un lavoro in progress. Si compone di immagini relative a luoghi che ho attraversato o che attraverso quotidianamente e che in qualche modo mostrano i segni di un passaggio, di un uso che di essi viene fatto dalla gente che li abita. Simply Watching è un archivio, una documentazione sulle pratiche di cui è oggetto il territorio che guardo. E’ un archivio per sua natura incompleto e parziale che congela un frammento di realtà.

SIMPLY WATCHING Anno 2004/2008 Fotografie varie dimensioni

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caPitolo 3 - Dualità, sDoPPiamENti, moltiPlicaZioNi

Cosa è vero e cosa è falso? Sono più veri i guanti di lattice o la loro fotocopia? Quante Marilyn ci vogliono per produrre un’opera di Andy Warhol? Le immagini ingannano e così fa anche l’arte.

GLOVES Anno 2003 Fotocopie, guanti di lattice su pannelli di compensato e vetro. Dimensioni: due pannelli cm 30X40 ciascuno, quattro pannelli cm 30X30 ciascuno, dimensione totale cm 30X200

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Un corpo, due corpi, molti corpi. Riprodurre e moltiplicare genera alterazioni infinite.

TOTAL BODY Anno 2005 Stampa a getto di inchiosto su carta fotografica Dimensioni cm 100X150

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DOUBLE 1 Anno 2006 Plexiglass, gancio metallico, radiografia, maschera, tempera acrilica, bulloni. Dimensioni cm 50X50

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DOUBLE 2 Anno 2006 Plexiglass, gancio metallico, radiografia, guanti di lattice, bulloni. Dimensioni cm 50X50

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SELFPORTRAIT IN THE ARCHITECTURE Anno 2005 Stampa a getto di inchiostro su cartone telato, colori acrilici, matita, sanguigna Dimensione cm 60,5X53

Ho costruito questo autoritratto rielaborando una foto che mi ritraeva, sono intervenuto manualmente sul mio volto provando a copiare il volto di Paul Guillaume dal celebre quadro di Modigliani. Ovviamente il mio tentativo è imperfetto e il risultato finale crea un lavoro a metà strada fra una riproduzione seriale e un esemplare unico.

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Le persone che incontriamo sulla nostra strada modificano la nostra esistenza, anche se l’incontro avviene tra le pagine di un libro, nelle sequenze di un film o attraverso la visione di un quadro. Ognuno di noi si trasforma continuamente fino ad oltrepassare le soglie della vita.

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FACES Anno 2006 - 2007 Video, Fotografie montate su doppio vetro. Dimensioni foto cm 30X40 Durata video 00’23’’ Formato video DVD Visualizzazione 4:3

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WAR ARCHITECTURES Anno 2008 Fotografie Dimensione cm 36X46

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War architectures è un’opera tesa ad evidenziare le false certezze che hanno caratterizzato l’architettura moderna e contemporanea: l’architettura non è salvifica. L’architettura non è altro che un ulteriore strumento di pressione sociale che asseconda le volontà dei vari poteri, è legata inesorabilmente a forme di capitalismo fortemente costrittive nei confronti delle popolazioni.

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Le immagini di cui si compone l’opera Around My House Into My House documentano gli spazi in cui nascono i miei lavori e gli oggetti che caratterizzano questi spazi.

I nostri pensieri sono influenzati dagli spazi in cui abitiamo e in cui ci muoviamo? Lo spazio influenza il modo in cui ci spostiamo? Il corpo reagisce allo spazio o lo subisce con adattamenti imprevisti?

Ognuno ha un luogo in cui il pensiero e la creatività trovano la dimensione giusta per nascere.

caPitolo 4 - sPaZi vuoti

Lo spazio è un vuoto fra gli oggetti. Il vuoto è arte? Il vuoto è la matrice di sviluppo per progetti artistici? L’artista plasma il vuoto con le sue opere o con la loro disposizione, delimitando o dilatando gli spazi. Il suo sguardo può trasformare un luogo ordinario in un’opera d’arte.

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AROUND MY HOUSE INTO MY HOUSE Anno 2008 Libro fotografico, fotografie dimensioni variabili, video Formato video DVD Visualizzazione 4:3

Cover libro fotografico autoprodotto

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STILL-LIFE WITH TELEVISION Anno 2007 Durata video 03’04’’ Formato video DVD Visualizzazione 4:3

Grado zero della rappresentazione filmata: stiamo guardando un video in cui non accade nulla. L’inquadratura è fissa su alcuni oggetti: un televisore, alcuni frutti, un divano. Non vi è alcun movimento se non lo schermo del televisore, sintonizzato su un canale “oscurato”: questa è l’unica traccia che ci avverte che ci troviamo di fronte ad una registrazione video anziché ad un’immagine immobile. La fissità e l’inutilità di un televisore che non trasmette suoni e movimenti contrappone l’oggetto artificiale all’elemento naturale. C’è un senso di vuoto, di disagio che si moltiplica nelle quattro partizioni in cui è diviso il video. Entrambi gli elementi ci ricordano, come nella tradizione delle nature morte, la precarietà dell’esistenza: i frutti marciscono, il televisore ha perso la sua capacità di comunicare.

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Documentazione di un breve viaggio. L’esperienza di percorrere un’autostrada è, per ciascuno di noi, consueta e forse banale. Perché allora la registrazione video restituisce un mondo inquietante, ravvivato da labili bagliori che, repentini, scompaiono nell’oscurità?

DARKNESS Anno 2008 Durata video 05’40’’ Formato video DVD Visualizzazione: 4:3

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TRITTICO Anno 2005 Fotografie montate su doppio vetro a formare un unico pannello Dimensione foto cm 40,5X25,6 ciascuna Dimensione pannello cm 131X32

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Sequenze video tratte dalla mostra “We are all photographers now!” tenutasi presso il Musèe de l’Elysèe di Losanna dall’8 al 20 febbario 2007.

Fotografie da telecamera a circuito chiuso

caPitolo 5 - EsPorrE l’artE coNtEmPoraNEa

Esporre l’arte contemporanea è un problema di particolare attualità. Come esporre le opere d’arte contemporanea che hanno dimensioni, formati e caratteristiche sempre diverse? E ancora, quali sono i luoghi deputati a tale funzione? I musei? Le Kunsthalle? O anche luoghi inconsueti come centri commerciali, locali pubblici, internet, appartamenti privati, aree dimesse? Queste domande evidenziano la pluralità di situazioni in cui un lavoro artistico può trovare posto, ma anche l’impossibilità di tracciare un confine allo sviluppo dell’arte contemporanea e ai luoghi che possono ospitarla.

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Immagini dell’esposizione a cura di MUSAE Museo Urbano Sperimentale d’Arte Emergente presso Villa Vidua a Conzano in Piemonte. La mostra si è tenuta dal 22 al 24 settembre 2006. In quella occasione ho esposto il mio lavoro dal titolo Double 1. Il MUSAE, in collaborazione con le amministrazioni cittadine, propone esperienze di arte contemporanea all’interno di luoghi spesso non accessibili al pubblico o spazi urbani marginali, da riqualificare o riscoprire grazie all’arte contemporanea.

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Immagini tratte dalla mia personale dal titolo “Dualità, Sdoppiamenti, Moltiplicazioni” tenutasi a Pesaro, palazzo Gradari, presso l’enoteca 075 per la rassegna annuale 075 Eventi, dal 8 novembre al 5 dicembre 2006, a cura di Sara PaceLa strategia comunicativa dei gestori del locale è di accomunare la presentazione di un nuovo vino, rigorosamente marchigiano, con una mostra di arte contemporanea, coniugando il piacere di sorseggiare un’ottimo vino con l’opportunità di vedere opere di artisti emergenti.

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Immagini tratte della mia personale su Second Life, dal titolo “Double Reality”, a cura di KarinaLaura Romano con la collaborazione tecnica di PortaleSila.it

la mostra si è svolta dal 13 settembre al 12 ottobre 2008

Alcuni lavori installati presso il mio alloggio privato.

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caPitolo 6 - comuNicarE l’artE coNtEmPoraNEa

Esistono strategie per comunicare l’arte contemporanea? Si può parlare d’arte in modo chiaro e comprensibile? L’arte è un linguaggio per iniziati? Il lavoro dell’artista si esaurisce con l’opera o l’opera vive nelle parole e nei gesti dell’artista? I nuovi sistemi di comunicazione garantiscono un’efficiente comprensione dei fenomeni artistici? Troppe domande, che evidenziano che comunicare l’arte è un territorio ancora largamente inesplorato.

Mi interessa molto l’idea di operare senza uno spazio fisico e istituzionale, o comunque in uno spazio alternativo ai luoghi riconosciuti e deputati a parlare di arte. Credo che la rete possa divenire questo luogo. Per quanto mi riguarda, ho dislocato i miei interventi in più “luoghi” della rete. Cerco in questo modo, non avendo nessuno spazio reale che mi ospiti (a parte il mio studio e la mia casa), di rendere manifesti i miei lavori e le mie idee ad un pubblico più vasto rispetto a quello che visita fisicamente le esposizioni.

In questa pagine e nella pagina successiva, rispettivamente:la pagina index del mio sito web www.adrianodangelo.netla pagina del mio canale su YouTube Words in the Void CHANNEL http://it.youtube.com/profile?user=00Adrianola pagina del mio blog Words in the Void BLOG http://adrianodangelo.blogspot.com/

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PHOTOGRAPHIC SYSTEM Anno 2005 Progetto di sito web HTML format

Progetto elaborato in occasione del concorso per l’ideazione di un progetto web sulla fotografia per il Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo

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La fotografia, sintesi della discontinuità del mondo contemporaneo, crea delle immagini che hanno perso la loro centralità come soggetto della rappresentazione del reale. Più verosimilmente sono solo visioni parziali di un mondo complesso e soprattutto non schematizzabile. Il senso delle immagini rimanda ad un’infinità di punti di vista. Le inquadrature non possono essere simmetriche, ordinate secondo una costruzione prospettica studiata. La fotografia accetta ancora di registrare il reale ma ne riproduce immagini con un senso altro. Lo spazio contemporaneo, costruito da gruppi sociali sempre più eteronomi, si offre all’occhio del fotografo in modi parziali e non inclusivi. Il panorama, ovvero visione del tutto, è una parola associata ad un genere fotografico che di fatto è incapace di contenere gli infiniti strati conoscitivi che oggi caratterizzano un luogo.

Il progetto di web site tenta di costruire una struttura che rappresenti questa frammentazione dei punti di vista. Esso è essenzialmente basato su alcuni concetti che ritengo interessanti per la mia personale ricerca artistica: indeterminatezza, ripetizione e interazione ovvero riproduzione e esemplare unico.Indeterminatezza perché non è possibile aprioristicamente definire la configurazione finale dell’immagine che comparirà sullo schermo del pc in quanto è l’utente a decidere quale visualizzazione è quella finale.La ripetizione delle immagini e l’interazione dell’utente divengono quindi gli unici elementi che caratterizzano l’operazione artistica. Questo progetto non ha punti di arrivo predeterminati, ma ha uno sviluppo temporale teoricamente infinito. Più che un progetto è un processo di accumulazione che restituisce una visione parziale ma personale (personalizzata?) della realtà registrata dal medium fotografico. Questo procedimento affianca una modalità di fruizione moderna (internet) con qualcosa di tradizionale, nel senso che il prodotto finale può essere stampato su un supporto cartaceo. La fotografia è ancora aggrappata a processi che le sono tradizionalmente connaturati e la sua fruizione non fa ancora a meno della produzione fisica di un esemplare stampato.

Il progetto si compone di un semplice file html suddiviso in più frame in cui trovano posto delle immagini.Ciascuna immagine è dotata di un link ad un’altra immagine e questa ad un’altra ancora, in un procedimento che teoricamente è infinito. Operativamente è possibile, in un lasso di tempo ragionevole e lavorando anche in gruppi, realizzare un database di almeno un migliaio di fotografie (meglio se in numero maggiore), magari quelle di proprietà dell’archivio di del museo di fotografia oppure facendosele spedire direttamente dagli utenti che aderiranno all’iniziativa. In ogni caso posso disporre del mio database di fotografie di cui, essendone l’autore, sono proprietario del copyright. Il numero di scatti è tale da garantire la riuscita del progetto.

L’utente ottiene, interagendo, una visualizzazione personale, una sorta di patchwork infinito del quale può ottenere anche una stampa e, quindi, un esemplare unico. Chi è l’autore dell’opera? L’utente o il sistema?

La scelta di realizzare un file html risponde ad un criterio di facilità di lettura da parte di tutti i sistemi informatici (minimalismo tecnologico) e anche dalla possibilità di realizzare il file da parte di moltissimi programmi, alcuni distribuiti gratuitamente in rete. I singoli files che comporranno frames dovranno, compatibilmente con la velocità di rigenerazione del sistema, avere una risoluzione relativamente alta, nel senso che dovrà essere possibile realizzare stampe di buona qualità magari anche in grande formato (30x40, 50x70, 70x100). Il sistema dovrà consentire all’utente di salvare l’immagine fotografica da lui composta in formato pdf, in modo da poter stampare il file in qualsiasi centro o copisteria dotato di stampanti o plotter per i grandi formati.

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Testo tratto dal sito del Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo:

“NETSHOT è stato un concorso indetto dal Museo di Fotografia Contemporanea e dal network UnDo.Net di cultura contemporanea per un progetto di fotografia sul web riservato a fotografi, artisti, designer, autori singoli o collettivi, senza limitazioni di età o cittadinanza. L’invito a partecipare non era quindi riservato solo a coloro che già operano con l’immagine sulla rete, ma era esteso ad autori che, lavorando su tematiche attinenti a quelle di relazione e comunità implicate dall’utilizzo del web, volessero in questa occasione sperimentare nuove forme di espressione, organizzazione e fruizione del proprio lavoro. ................”

Il progetto è stato ammesso alla fase finale del concorso con la seguente motivazione:

“L’utente si muove in un database di immagini collegate tra loro, creando un patchwork fotografico di nuove associazioni e visioni, figlio dell’utente e del sistema. Mette in gioco i concetti di serie, ripetizione, interazione.”

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PostFaZioNE

Di seguito, a conclusione di questo libro, riporto il testo di Paolo Raimondo dal titolo “Adriano D’Angelo l’artista-poeta disincantato” apparso su presS/Tmagazine n.12 anno 2006, Magazine on line di architettura a cura di Luigi Prestinenza Puglisi e Anna Baldini ai quali rinnovo i miei ringraziamenti per l’attenzione che hanno prestato al mio lavoro. Chi volesse informazioni o far richiesta di presS/Tmagazine può visitare il sito http://www.presstletter.com

Credo che questo testo illustri il mio lavoro in una prospettiva con cui mi sento di essere d’accordo, anche se il lettore può, ovviamente, trarre proprie valutazioni anche differenti. In fondo “sono gli spettatori che fanno il quadro” sosteneva saggiamente Duchamp ed io condivido pienamente questa osservazione.

“Uno dei motivi per i quali l’arte è una modalità espressiva storicamente cara agli uomini consiste forse nella sua peculiarità di stimolare una riflessione su ciò che si è stati, su ciò che si è e, dunque, su come si è cambiati. È il primo flash che mi ha coinvolto mentre osservavo per la prima volta le opere di Adriano D’Angelo. Si tratta di un giovane artista (uno dei pochi, ahinoi), dai cui lavori si evince una preparazione basata sulla roccia. Nelle sue opere è infatti spesso evidente il richiamo ai motivi e alla tematiche affrontate dalle avanguardie artistiche della seconda metà del Novecento. In Made in Italy, per esempio, risalta il richiamo ai celebri impacchettamenti di Christo, uno dei maestri del Nouveau Realisme. Si badi bene, però: non si tratta, in questo caso come in altri, di meri riadattamenti di un originale, bensì di una vera e propria interpretazione critica. Essa si limita a partire da quanto nel mondo dell’arte è già stato sperimentato e acquisito per manifestare le proprie idee. Questo è accaduto da sempre nel mondo dell’arte. Questa è l’umiltà che ha contraddistinto i veri grandi.Prendiamo l’istalllazione precedentemente citata. La macchina giace abbandonata, inutilizzabile. Il telo che la copre le dona un’aura di decoro. Copre una cosa ormai morta. Superata da una logica di produzione basata sui modernissimi e tecnologizzati processi neo-industriali, il ferrovecchio MADE IN ITALY è la reliquia rifiutata e dimenticata di un modo di concepire la produzione, il mercato e la società che paiono lontani anni-luce.Adriano D’Angelo indaga su ciò che viene nascosto dalla superficie, si spinge nel profondo, in un’analisi dell’Essere che si addentra nell’oggetto di studio, che si lascia inghiottire nelle sue viscere. Se l’opera Double 2 è tanto splendidamente armonica nella sua composizione quanto difficile da interpretare (a essere maliziosi, sembrerebbe un riferimento ai tristi casi si mala sanità troppo frequenti nel nostro Paese), Double 1 pare suggerire una domanda inquietante. Pirandello nelle sue commedie ha denunciato come in realtà l’uomo nella vita non fa altro che indossare delle maschere, nascondendo ipocritamente la sua vera identità al suo prossimo. Ma se una maschera non solo mistificasse la parvenza esterna, ma celasse profondamente anche ciò che ciascuno di noi è e non penserebbe mai di essere? D’Angelo parla all’inconscio, e all’inconscio risponde. Entra in una zona buia, in cui accedono solo i poeti.”

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Faces series still da video

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NotE biograFicHE

Adriano D’Angelo, artista e architetto, ha partecipato a numerose esposizioni e concorsi nei quali ha avuto significativi riconoscimenti per le sue opere e per i suoi progetti. Ha esposto il suo lavoro in spazi pubblici e privati, in Italia e all’estero.

Laurea con lode in Architettura - Facoltà di Architettura NapoliPersonali “Double Reality” 13 settembre 12 ottobre 2008 Second Life a cura di KarinaLaura Romano con la collaborazione tecnica di Portalesila.it “Dualità/Sdoppiamenti/Moltiplicazioni” 075 Eventi 8 novembre 5 dicembre 2006 Palazzo Gradari PesaroEsposizioni collettive “Due Video Summer Compilation” a cura di Francesca Di Nardo UNDO.NET esposizione on line di video d’artista da luglio 2007 (attualmente on line)“We are all photographers now!” Musée de l’Elysée a museum for photography dall’8 febbraio al 20 maggio 2007 Losanna -Svizzera“Hype Gallery” Berlino 28 ottobre -18 novembre 2006 – Cafè Moskau, Karl Marx Allee 34 .MUSAE – Museo Urbano Sperimentale d’Arte Emergente circuito Monferrato villa Vidua dal 22 al 24 settembre 2006“CONTAGIO -Biennale Adriatica Arti Nuove” sezione videoarte – San Benedetto del Tronto agosto 2006“Hype Gallery” Amsterdam 8 aprile -28 aprile 2006 -BG (old Post CS-building), Oosterdokskade 3-5.“L’Isola dei Platani concorso europeo di idee” - Palazzo del Turismo 21 gennaio -10 febbraio 2006 a cura del Comune di Bellaria Igea Marina“Hype Gallery” Milano 18 novembre -28 novembre 2005 -Galleria Hype via Hassab One“Itinerari di architettura contemporanea” mostra itinerante Palazzo Reale Caserta 24 maggio – 30 maggio 2004, Castello Ducale Sessa Aurunca 12 luglio – 31 luglio 2004 -Sovrintendenza per i beni architettonici, D.A.R.C., MI.B.A.C.,Ordine degli architetti Caserta”Frontiere materiali” terza edizione Tempio di Pomona Salerno 14 febbraio – 22 febbraio 2004 - Gruppo Giovani Architetti Salerno, A.D.I. , Comune di Salerno, Provincia di Salerno - progetto vincitore del primo premio del concorso“Foro Boario” ex Mattatoio associazione Ararat Roma 6 settembre -30 settembre 2000 -STALKER laboratorio di arte urbana con il patrocinio dell’Accademia di Francia e della Fondazione Olivetti“Designing craft europe” mostra itinerante Torino dicembre 1999, Clermont l’Heraut 2000, Barcellona2001, Helsinki 2001, Alessandria 2001 - Unioncamere Piemonte, Regione Piemonte - progetto selezionato con realizzazione prototipoPubblicazioni MUSAE – Museo Urbano Sperimentale d’Arte Emergente circuito Monferrato catalogo 2008“Biennale Adriatica Arti Nuove-VIDEOARTE” – San Benedetto del Tronto agosto 2006presS/Tmagazine n.12 anno 2006 Magazine on line di architettura e arte a cura di Luigi Prestinenza Puglisi e Anna Baldini Testo di Paolo Raimondo“Abitare ecosostenibile:metodi ed idee progettuali” - Regione Marche -Agenzia per l’Innovazione nell’Amministrazione e nei Servizi Pubblici Locali - 2006“L’Isola dei Platani concorso europeo di idee” - catalogo della mostra a cura del Comune di Bellaria Igea Marina - 2006“Premio Celeste 05” promozione della pittura figurativa e pittura mediale in Italia -Associazione Culturale l’Albero Celeste -2005“Mete” rivista dell’Ordine degli architetti della Provincia di Caserta -n.1 maggio 2003“Designing craft europe” -Unioncamere Piemonte Regione Piemonte -1999 casa editrice Lindau

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ElENco oPErE(in ordine di apparizione)

red monumenT pag. 4 - 12 - 13

gun pag. 10 - 11

faces series pag. 9 - 33 - 51

sTar pag. 14 - 15

made in iTaly pag. 16 - 17

earTh pag. 18 - 19

The moTher absenT pag. 20 - 21

isoTropyc space pag. 22 - 23

We are like anTs noW pag. 24

naTural landscape? pag. 25

a beauTiful day pag. 26

simply WaTching pag. 27

gloves pag. 28

ToTal body pag. 29

double 1 pag. 30

double 2 pag. 31

selfporTraiT in The archiTecTure pag. 32

War archiTecures pag. 34 - 35

around my house inTo my house pag. 36 - 37

sTill-life WhiT Television pag. 38

darkness pag. 39

TriTTico pag. 40 - 41

phoTographic sysTem pag. 48 - 49

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... La macchina giace abbandonata, inutilizzabile. Il telo che la copre le dona un’aura di decoro. Copre una cosa ormai morta. Superata da una logica di produzione basata sui modernissimi e tecnologizzati processi neo-industriali, il ferrovecchio MADE IN ITALY è la reliquia rifiutata e dimenticata di un mododi concepire la produzione, il mercato e la società che paiono lontani anni-luce.Adriano D’Angelo indaga su ciò che viene nascosto dalla superficie, si spinge nel profondo, in un’analisi dell’Essere che si addentra nell’oggetto di studio, che si lascia inghiottirein un’analisi dell’Essere che si addentra nell’oggetto di studio, che si lascia inghiottirenelle sue viscere. Se l’opera Double 2 è tanto splendidamente armonica nella sua composizione quanto difficile da interpretare (a essere maliziosi, sembrerebbe un riferimentoai tristi casi si mala sanità troppo frequenti nel nostro Paese), Double 1 pare suggerire una domanda inquietante. Pirandello nelle sue commedie ha denunciato come in realtà l’uomo nella vita non fa altro che indossare delle maschere, nascondendo ipocritamente la suavera identità al suo prossimo. Ma se una maschera non solo mistificasse la parvenza esterna,ma celasse profondamente anche ciò che ciascuno di noi è e non penserebbe mai di essere?ma celasse profondamente anche ciò che ciascuno di noi è e non penserebbe mai di essere?D’Angelo parla all’inconscio, e all’inconscio risponde. Entra in una zona buia, in cui accedonosolo i poeti...

Paolo Raimondo

Adriano D’Angelo, artista e architetto, ha partecipato a numerose esposizioni e concorsi nei quali ha avuto significativi riconoscimenti per le sue opere e per i suoi progetti.Ha esposto il suo lavoro in spazi pubblici e privati, in Italia e all’estero.