Dott.ssa Francesca Grimaldi- Psicologa-psicoterapeuta · La famiglia agisce il conflitto...

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Dott.ssa Francesca Grimaldi- psicologa-psicoterapeuta

Dott.ssa Francesca Grimaldi-

Psicologa-psicoterapeuta

La famiglia agisce il conflitto comportandosi come un insieme.

Quando nella coppia vi è un conflitto collusivo o una manipolazione emotiva ,uno dei mezzi di difesa è rappresentato dal coinvolgimento di terze persone nel conflitto,spesso i figli si trovano a dover assumere questo ruolo disfunzionale

Il terzo ha un carattere funzionale di difesa e serve alla coppia per evitare che il conflitto diventi aperto,manifesto e intollerabile.

Per lo stress il bambino può ammalarsi . La famiglia si riorganizza intorno al malato e si lascia assorbire da questa malattia. Il bambino malato si offre come mezzo sostitutivo in cui poter trasferire il conflitto coniugale.

Questo a volte comporta al minore un guadagno narcisistico poiché egli si sente indispensabile ed ha l’impressione che senza di lui i genitori non potrebbero continuare a vivere.

IL COINVOLGIMENTO DEI MINORI NEL CONFLITTO DI COPPIA

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Molti genitori manipolano inconsciamente il bambino causandogli disturbi comportamentali e sintomi patologici , grazie ai quali, possono scaricarsil’uno sull’altro e, accusandosi reciprocamente, portano il bambino dallo psichiatra

La rigidità di uno dei due porta ad un atteggiamento educativo più elastico da parte dell’altro e viceversa. Si sviluppa un circolo vizioso nel quale nonè più possibile stabilire di chi sia la colpa. Quando non si osa avanzare direttamente richieste per sé un frequente meccanismo di difesa è quello di trincerarsi dietro altre persone, per la soddisfazione delle quali ci si vuole adoperare

IL COINVOLGIMENTO DEI MINORI NEL CONFLITTO DI COPPIA

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●1) la coppia si unisce e si fortifica contro la ''minaccia''che per entrambe partner è

●rappresentata dal minore

●2) il minore assume una funzione di mediazione e di tampone tra i due genitori

●3) il minore diventa alleato unilaterale di uno dei due genitori contro l'altro

●4) il minore diventa il sostituto del coniuge

4 possibili forme di inserimento del minore nel conflitto coniugale:

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I coniugi litigiosi ritrovano la loro unità quando si sentono alle prese con un bambino difficile,la cui educazione richiede un'azione congiunta Il figlio diventa una provocazione e minaccia per entrambi,cosicchè, la coppia deve unirsi e allearsi e le sue tensioni interne vengono relegate in secondo piano i genitori avendo bisogno del figlio per arginare la loro collusione di coppia, lo terranno in una posizione di dipendenza che ne ostacolerà il distacco da essi. Il bambino diventa il portatore di tutto ciò che la famiglia non vuole riconoscere in sé, la vergogna della famiglia, il traditore e l’apostata, che va tenuto a distanza .

La coppia si unisce e si fortifica contro la ''minaccia''che per i partner èrappresentata dal minore

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Sul bambino vengono proiettati , tutti i ruoli le identificazioni che dall’infanzia in poi sono state per loro pericolose, negative,perverse (e tuttavia fonte di attrazione peccaminosa quasi irresistibile). Il figlio diventa la loro Ombra, ossia il lato oscuro, torbido, inferiore della loro personalità; . Come in tutti i ruoli imposti al bambino, i genitori stabiliscono con lui una relazione narcisistica, considerando come una estensione del proprio Sé. . scaricano sul figlio (rimproverandolo o punendolo) le proprie tendenze autopunitive (i castighi sono autopunizioni esteriorizzate).

Perché i genitori fanno assumere al figlio il ruolo di capro espiatorio?

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Per quali motivi il genitore proietta sul bambino l’aspetto negativo del Sé e non quello ideale?

Per la loro struttura narcisistica essi non possono accettare la diversità del figlio rispetto alle loro aspettative. La delusione delle loro speranze è così insopportabile che dopo avere a lungo idealizzato il figlio vedendolo come una creatura straordinaria, ora - di colpo - lo demonizzano trasformandolo in un capro espiatorio del quale vedono e odiano i difetti con la stessa passionale e irragionevole esaltazione con cui prima lo sopravvalutavano. l’insuccesso del figlio rende evidenti, non più occultabilii i loro stessi limiti e difetti, a lungo negati Al bambino capro espiatorio viene imposto a priori di fallire Infatti il bambino deve farsi carico della “parte sinistra” del genitore, perché si possa evitare di assumersi il peso dell’aspetto negativo del proprio Sé.

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IL BAMBINO CHE DIVENTA IL CAPRO ESPIATORIO….CONSEGUENZE

se l’educazione è molto rigida sviluppa le più svariate forme di patologie . Egli deve pagare la colpa con una nevrosi al posto del genitore. affinchè il padre o la madre possono conservare la propria immagine positiva di sé il bambino può sopportare la propria“cattiveria” solo perché il suo “lato luminoso” vive nella figura “totalmente buona” del genitore. sviluppa un grave disturbo nella formazione della sua identità Se l’educazione è più permissiva, sviluppa atteggiamenti anti-sociali. E sono proprio i genitori a spingere il bambino verso quei pericoli da cui, a parole, sembrano cercare di tenerlo lontano. Vengono lasciate passare tante piccole mancanze al figlio che a parole vengono decisamente condannate. (Ad un figlio criticato come immaturo, spendaccione ed incapace di mantenersi, vengono pagati dai genitori debiti)

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IL BAMBINO CHE DIVENTA IL CAPRO ESPIATORIO….CONSEGUENZE

vedere il figlio non come un individuo a se stante ma solo come la realizzazione del proprio Super-Io serve a placare gli inconsci bisogni di autopunizione dei genitori. il bambino se introietta come proprio ideale le richieste del genitore, può ribellarsi al genitore nel comportamento esteriore, ma internamente nasce la convinzione: “Io sono incapace. Io non valgo. Io sono sbagliato. Io sono cattivo”. Ne derivano angoscia e sensi di colpa che possono spingere a combinare disastri per costringere il genitore a punirlo. La duplice autopunizione (diretta e per mano dei genitori) causa depressione auto-aggressività. profondo senso di colpa e di inadeguatezza.

●Molte coppie si proteggono da un'intimità troppo grande, evitando di condurre una vita a due, così si vogliono avere i figli sempre vicino per non rimanere a tu per tu con il partner

●Il rischio per i minori è l'instaurarsi di una regressiva dipendenza e scarsa autonomia Spesso l’incapacità degli adolescenti di diventare adulti e autonomi, si fonda sulla loro convinzione di essere insostituibili ed essenziali per i loro genitori. I figli inoltre devono dover farsi carico dell' inconscio dramma emotivo di essere necessari e indispensabili affinchè i genitori restino insieme.

il minore con funzione di mediazione e di tampone tra i due genitori

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Il figlio minore come alleato unilaterale

•uno dei partner attira il figlio nel conflitto come alleato, creandosi così un appoggio contro il partner che viene messo in una posizione di svantaggio E’ il caso in cui la moglie istiga i figli contro il marito o viceversa •Il bambino funge da arbitro nei dissidi coniugali dei genitori, lo si utilizza come spia, come delatore, come intrigone . •per farsi ben volere dal bambino, si tende far apparire il partnernella luce del cattivo. Oppure si cerca di farlo ingelosire, riversando attenzioni eccessive sul bambino o incoraggiandolo in quegli aspetti nei quali il partner lascia desiderare e irrita •Questo gioco di intrighi rende impossibile il superamento del complesso di Edipo: se la madre si appoggia sul figlio, gli confida tutte le sue lamentele nei confronti del padre, lo incoraggia alla ribellione comune contro di lui, o se il padre va a piangere da sua figlia, lamentando le frustrazioni sessuali che le dà la moglie, i bambini per tutta la vita saranno inibiti nei loro rapporti intimi. •Questa è una delle manovre più pericolose per lo sviluppo psichico del minore perché genera in lui sentimenti inconsci di tradimento verso un genitore e lealtà obbligata verso l’altro, con la conseguenza di determinare una sfiducia futura nei confronti di tutte le relazioni future

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IL BAMBINO COME ALLEATO CONTESO Quali conseguenze sullo sviluppo dell’Io?

Disfunzione nella formazione dell’ideale dell’Io e del Super-Io: non può interiorizzare principi morali univoci,

perché il “SI” di un genitore è annullato dal “NO” dell’altro, l’uno definisce “bene” ciò che l’altro considera

“male” e disapprova

quanto più il bambino introietta e realizza il ruolo imposto da un genitore, tanto più aumentano la tensione conflittuale dell’altro genitore e le sue richieste. (Per esempio: Madre con un complesso di virilità psicologica, desidera un figlio docile e dolce, facile da comandare. Padre succube ed inconsciamente femmineo pretende che il figliosia “un vero uomo” deciso e rude). Ognuno dei due genitori, quando il bambino si discosta dalle sue richieste per accedere a quelle dell’altro, cessa di vedere il figlio come il “bambino buono” e lo respinge, come “bambino cattivo”

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IL BAMBINO COME ALLEATO CONTESO Quali conseguenze sullo sviluppo dell’Io?

Se uno dei due genitori lo respinge e lo punisce il bambino impara che conviene rivolgersi all’altro.

(opportunismo morale :“sono amato solo se mi schiero con l’uno contro l’altro”).

Quando poi l’equilibrio di porre tra i genitori si inverte, il bambino sarà abbandonato dal genitore

che prima lo tirava a sé e sarà attirato dall’altro nella sua sfera.

Egli deve sempre aspettarsi di essere tradito domani da chi oggi lo vizia per tirarlo a sé.

Nell’esperienza dell’impossibilità di fidarsi, in questo continuo mutamento di alleanza egli non

potrà mai acquisire il senso del proprio volere e delle proprie autentiche manifestazioni. .“È possibile

legarsi a qualcuno e potere restare legati? O si verrà sempre traditi, abbandonati, rifiutati?”

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IL BAMBINO COME ALLEATO CONTESO

Quali conseguenze sullo sviluppo dell’Io?

• poiché percepisce l’odio che vi è tra i genitori, impara a odiare se stesso,

• per allentare la tensione che ha dentro, tenta di liberarsi di quest’odio per se stesso, proiettandolo

all’esterno e,

• odia i genitori,

• non impara a controllare gli impulsi aggressivi e quindi sviluppa la tendenza a continue esplosioni

aggressive contro il mondo esterno e contro se stesso.

il bambino e l’adolescente coinvolti nel conflitto genitoriale perdono entrambi i genitori, ne deriva un sentimento di abbandono, di perdita e di rabbia che può prendere le forme più varie, (sintomo somatico, disturbo comportamentale, depressione, ecc.). L‘abbandono, può essere sperimentato come la perdita di una base sicura che inciderà sulla capacità di formare legami future

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Preso in mezzo a dilemmi di lealtà può sviluppare presentare un “falso Sé” per compiacere ad un padre e una madre profondamente discordi. Il figlio corre il rischio di vivere la scissione dei propri sentimenti, sentiti come inaccettabili e incomunicabili. Si può ad esempio pensare a cosa provi un bambino sentendo la madre nominare il padre per cognome, o attraverso ingiurie, o all’impossibilità per un bambino, di manifestare i propri sentimenti di affetto per il genitore “che se n’è andato” per paura di ferire i sentimenti del genitore con cui vive.

Il bambino che assiste a violenza fisica e psicologica tra i genitori

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IL BAMBINO COME SOSTITUTO DEL CONIUGE: I RUOLI TIPICI

La madre ha bisogno inconsciamente che il figlio svolga alcune funzioni di un sostituto maritale oppure il padre ha bisogno inconsciamente che la figlia prenda il posto della moglie, esempi: • “La piccola donnina” del papà, coccolata, vezzeggiata, corteggiata e usata come strumento per ingelosire la madre. • “La compagna spirituale fidata ed intelligente” con la quali il papà condivideva una sintonia di comunicazione intellettuale, in contrasto con atteggiamenti freddi, sprezzanti e spesso di aperta svalutazione dell’intelligenza e cultura della madre. • “Il piccolo cavaliere”, protettore e consolatore di una mamma passiva ma con tali insaziabili bisogni di intimità e di continui eccessivi contatti fisici col bambino, (far dormire nel proprio letto un figlio fino ai suoi 8-12-13 anni, o fargli il bagno fino alla stessa età, è sicuramente morboso). In profondità, a livello inconscio, la madre cerca senza rendersene conto di far rivivere il suo antico rapporto di bambina la quale cercava di attirare le attenzioni del proprio padre..

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IL BAMBINO COME SOSTITUTO DEL CONIUGE: IL CONFLITTO IRRISOLTO DELLA MADRE

La madre, a livello inconscio, è pervasa da fantasie sessuali dove lei ha quel ruolo di amante che non poté avere col padre e che riuscì insoddisfacente col marito ma, a livello cosciente, reprime la propria sessualità; Sentendo tale pericolo, lo proietta sul figlio e soffoca nel bambino - tutti gli impulsi sessuali e le amicizie con compagne di scuola descritte sempre come pericolose il bambino non riesce ad integrare la propria sessualità nella totalità delle manifestazioni della propria personalità. A causa della rimozione, gli impulsi sensuali restano bloccati in un inconscio legame incestuoso con la madre, Dalla madre ha imparato che non si possono vivere insieme tenerezza ed impulsi sessuali

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. Se la dinamica conflittuale fra i partner favorisce il disimpegno di un genitore dai suoi doveri con la complicità dell’altro, il genitore affidatario può sentirsi esclusivo proprietario del figlio e coinvolgerlo in un ruolo di vice-compagno incoraggiandolo ad assumersi delle responsabilità pseudo-coniugali. Per il bambino può risultare impossibile riconoscersi in un modello di identificazione sessuale che è stato pesantemente svalutato dal conflitto, ed essere in definitiva costretto, per mantenere un senso del proprio valore, ad identificarsi col modello materno e a scelte oggettuali in contrasto con il proprio genere. Il risultato può essere il mantenersi di un legame di dipendenza infantile e di una pretesa di possesso totale della madre La carente interiorizzazione dell’interdizione edipica può determinare lo strutturarsi di personalità di tipo “borderline” che rivolgeranno verso l’ambiente la loro richiesta di un contenimento strutturante o forme di immaturità affettiva che limiteranno profondamente la capacità di amare del soggetto.

Il minore come sostituto del coniuge e il mancato superamento dell’Edipo

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IL BAMBINO COME SOSTITUTO DEL CONIUGE : GLI ESITI

in caso di genitore passivo/debole con facilità alla sottomissione adorante verso il figlio/figlia, questi sviluppa aspetti di presunzione, rifiuto alla disciplina, egocentrismo, tendenza alla manipolazione. • Se il genitore assume un ruolo dominante verso il bambino, i suoi impulsi vengono soffocati sul nascere. Spesso si hanno disturbi nella sfera dei movimenti. Il bisogno della madre di tenere sempre presso di sé il bambino induce a frenare molto precocemente la libertà di movimenti del figlio. È come se la madre pensasse che correre vuol dire correre via da lei, Può comportare per il ragazzo grosse difficoltà nel necessario distacco dal genitore, non solo nella gioventù ma anche in età adulta. •Abbastanza tipicamente, il figlio/figlia continua - per senso di colpa - a far fallire i possibili rapporti con l’altro sesso). La causa è l’ordine dato inconsciamente dalla madre (o padre) e assimilato inconsciamente dal figlio/figlia sotto la forma: “Io devo rimanere fedele a mia madre/padre, perché io (in profondità) sono sposato con questo genitore”.

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Le conseguenze di queste dinamiche disfunzionali per il minore, a seconda dell’età…

Come mezzo di collusione, come alleato o capro espiatorio, come sostituto del coniugele conseguenze per il bambino hanno spesso un esito psicopatologico….

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•- confusione, ansia e paura:

•- forti fantasie di riconciliazione:;

•- aggressività: la rabbia dei figli deriva spesso dal senso di perdita e di rifiuto.;

•- senso di colpa : i figli spesso immaginano che sia colpa loro se i genitori non vanno più

d’accordo.

•- regressione: mancanze nella propria cura personale, tornano a bagnare il letto, mostrando

comportamenti eccessivamente dipendenti;

•- accresciuto timore del buio, ad esempio , o sviluppo di problemi alimentari.

Dai 2 a 5 anni…

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-tristezza e sofferenza profonde;

-nostalgia del genitore assente: simile alla sofferenza per la morte di un genitore,

ma con maggiore senso di rifiuto;

-paura e senso di abbandono

-rabbia: spesso i figli rivolgono la propria rabbia contro il genitore che ritengono

il responsabile della rottura;

-conflitto di lealtà

- fantasie di riconciliazione.

Dai 5 ai 7 anni

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-maggiore coscienza delle cause e delle conseguenze dei dissidi genitoriali

-profondo senso di perdita, rifiuto, vulnerabilità e solitudine;

-sentimenti di vergogna, risentimento per il comportamento dei genitori;

-forte rabbia e scatti d’ira;

-timori, fobie e rifiuto;

-malesseri psicosomatici;

-identificazione di uno dei genitori come “buono”e dell’altro come “cattivo”, e rifiuto del genitore

cattivo;

-alleanza con uno dei genitori, non necessariamente con quello al quale si sentono più vicini;

- ridotta autostima

Dagli 8 ai 12 anni

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-perdita dell’infanzia i ruoli genitoriali sono rovesciati: : responsabilità attribuite dalle pretese di un

genitore emotivamente dipendente;

-pressioni per prendere decisioni: riguardo alle visite o allea scelta di vivere con uno dei due genitori;

- conflitto fra il desiderio di vedere un genitore assente e quello di portare avanti attività con i coetanei;

-gelosia nei confronti del nuovo partner di un genitore;

-paura di creare legami a lungo termine e di fidarsi delle persone;

-depressione: chiusura in se stessi, rifiuto di comunicare;

-delinquenza furto, assunzione di droghe.

Dai 13 ai 18 anni

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Le reazioni tipiche del minore: Il senso di colpa

L’osservazione delle liti familiari, di urla e pianti, provoca paura per sé, per i suoi genitori, eccitazione, angoscia, paura di perdere le proprie figure di attaccamento. Per far fronte a questi sentimenti penosi, il bambino riattiva modalità di pensiero regressive che avevano la conseguenza di calmare l’angoscia, 4 Attribuisce a sé, attraverso un sentimento rabbioso e distruttivo, la decisione dei genitori di separarsi.penserà di essere stato la causa del conflitto coniugale, con varie conseguenze per il suo sviluppo e per la sua capacità di legarsinell’ambito delle relazioni affettive

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Nei casi più gravi di conflittualità fra i genitori , il bambino può sperimentare attacchi alla sua vita psichica. L’impossibilità di portare al pensiero e alla parola il traumatico e il doloroso a causa della menzogna, dell’ipocrisia e dell’inganno provoca reazioni di tal genere: il corpo parla attraverso il sintomo psicosomatico, riflessi di aggrappamento, reazioni d’ansia e di evitamento.

Il bambino che assiste a violenza fisica e psicologica tra i genitori