Dott.ssa Cinzia Frascheri Giuslavorista

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Convegno internazionale L’accordo europeo relativo allo stress lavoro-correlato tra le parti sociali: lo sviluppo e l’implementazione in Italia Dott.ssa Cinzia Frascheri Giuslavorista Responsabile nazionale Salute e Sicurezza sul Lavoro e della RSI CISL

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Convegno internazionale L’accordo europeo relativo allo stress lavoro-correlato tra le parti sociali: lo sviluppo e l’implementazione in Italia. Dott.ssa Cinzia Frascheri Giuslavorista Responsabile nazionale Salute e Sicurezza sul Lavoro e della RSI CISL. Accordo volontario europeo - PowerPoint PPT Presentation

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Convegno internazionale

L’accordo europeo relativo allo

stress lavoro-correlato tra le parti sociali:

lo sviluppo e l’implementazione in Italia

Dott.ssa Cinzia Frascheri

Giuslavorista

Responsabile nazionale Salute e Sicurezza sul Lavoro e

della RSI

CISL

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Identificare se c’è un problema di stress lavoro-correlato può richiedere

un'analisi dei fattori come l’organizzazione del lavoro e i processi

(disposizioni di orario di lavoro, grado di autonomia, abilità e requisiti

professionali dei lavoratori, carico di lavoro, ecc.), condizioni di lavoro

ed ambiente (esposizione a comportamenti negativi, rumore, calore, sostanze

pericolose, ecc.), comunicazione (incertezza circa che cos’è previsto sul

lavoro, prospettive di carriera, cambiamenti, ecc.) e fattori soggettivi

(pressioni emotive e sociali, incapacità di fare fronte alle richieste, percezione

della mancanza di supporto, ecc.) (art.4).

 

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Accordo volontario europeo

tra le parti sociali sul tema dello stress lavoro-correlato

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• Direttiva europea 90/270 sui rischi da ViDeoTerminaliall’art.3, c.1, si dispone che: «I datori di lavoro sono tenuti a svolgere un’analisi delle postazioni lavorative al fine di valutare le condizioni di salute e sicurezza dei lavoratori, in particolare per quanto attiene ad eventuali rischi per la vista, disturbi fisici e problemi di stress mentale».

• Direttiva europea 93/104 in materia di Orario di lavoroall’art.8 in tema di durata del lavoro notturno, un termine particolare per i lavoratori notturni esposti a rischi particolari o a rilevanti tensioni di natura psichica o mentale.

• Direttiva europea 96/459 denominata “Direttiva macchine” e la successiva 98/37all’Allegato I relativo ai Requisiti essenziali di sicurezza e di salute relativi alla progettazione e alla costruzione delle macchine e dei componenti di sicurezza che «nelle condizioni d’uso previste devono essere ridotti al minimo possibile il disagio, la fatica e le tensioni psichiche (stress) dell’operatore, tenuto conto dei principi dell’ergonomia».

Indicatori “ergonomici” di lavoro

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1. La valutazione di cui all'articolo 17, comma 1, lettera a), anche nella scelta delle attrezzature di lavoro e delle sostanze o dei preparati chimici impiegati, nonché nella sistemazione dei luoghi di lavoro, deve riguardare tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori, ivi compresi quelli riguardanti gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari, tra cui anche quelli collegati allo stress lavoro-correlato, secondo i contenuti dell'accordo europeo dell'8 ottobre 2004, e quelli riguardanti le lavoratrici in stato di gravidanza, secondo quanto previsto dal decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, nonché quelli connessi alle differenze di genere, all'età, alla provenienza da altri Paesi.

Art.28, c.1,D.lgs.81/08Nuova legislazione prevenzionale

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R.Fisico R.Biologico

R.Chimico R.MMC…

Età

Genere

Stresslavoro-correlato

Altri Paesi

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Misure generali di tutela

art.15, d.lgs.81/08

b) la programmazione della prevenzione, mirata ad un complesso che integri in modo coerente nella prevenzione le condizioni tecniche produttive dell'azienda nonché l'influenza dei fattori dell'ambiente e dell'organizzazione del lavoro (art.15, d.lgs.81/08);

d) programmazione della prevenzione mirando ad un complesso che integra in modo coerente nella prevenzione le condizioni tecniche produttive ed organizzative dell’azienda nonché l’influenza dei fattori dell’ambiente di lavoro (art.3, d.lgs.626/94);

f) rispetto dei principi ergonomici nella concezione dei posti di lavoro, nella scelta delle attrezzature e nella definizione dei metodi di lavoro e produzione, anche per attenuare il lavoro monotono e quello ripetitivo (art.3,D.lgs.626/94).;

d) il rispetto dei principi ergonomici nell'organizzazione del lavoro, nella concezione dei posti di lavoro, nella scelta delle attrezzature e nella definizione dei metodi di lavoro e produzione, in particolare al fine di ridurre gli effetti sulla salute del lavoro monotono e di quello ripetitivo (art.15, d.lgs.81/08);

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