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dott. Andrea Lazzari ENEA -UnitàCentrale Studi e Strategie Lungotevere Thaon de Revel 76 00196–Roma Componente della Commissione Tecnica di Verifica dell'Impatto Ambientale VIA e VAS Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare Via C.Colombo 44 00147 Roma 1 di 28

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dott. Andrea LazzariENEA - Unità Centrale Studi e Strategie

Lungotevere Thaon de Revel 76 00196– Roma

Componente della Commissione Tecnica di Verifica dell'Impatto Ambientale VIA e VAS

Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare

Via C.Colombo 44 00147 Roma

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La valutazione ambientale ha finalità di assicurare che l’attività antropica sia compatibile con le condizioni per uno sviluppo sostenibile, e quindi nel rispetto della capacità rigenerativa degli ecosistemi e delle risorse, della salvaguardia della biodiversità e di un’equa distribuzione dei vantaggi connessi all’attivitàeconomica.

Per mezzo della stessa si affronta la determinazione della valutazione preventiva integrata degli impatti ambientali nello svolgimento delle attività normative ed amministrative, di informazione ambientale, di pianificazione e di programmazione

la valutazione ambientale dei progetti attraverso il procedimento della VIA ha la finalità di proteggere la salute umana, contribuire con un migliore ambiente alla qualità della vita, provvedere al mantenimento della specie e conservare la capacità di riproduzione dell’ecosistema in quanto risorsa essenziale per la vita. A questo scopo essa individua, descrive e valuta in modo appropriato gli impatti diretti ed indiretti di un progetto sui seguenti fattori:

1. L’uomo, la fauna e la flora;

2. Il suolo, l’acqua, l’aria ed il clima,

3. I beni materiali ed il patrimonio culturale;

4. L’interazione tra i fattori di cui sopra.

E’ quindi il procedimento che accerta la compatibilità ambientale di un’opera.

Il provvedimento di compatibilità ambientale –VIA, sostituisce e coordina tutte le autorizzazioni, le intese, le concessioni, le licenze, i pareri, i nulla osta e gli assensi comunque denominati in materia ambientale, contiene le condizioni per la realizzazione, esercizio e dismissione dei progetti, nonché quelle relative ai malfunzionamenti, in nessun caso, in assenza del provvedimento, può farsi luogo all’inizio dei lavori, ha validità di cinque anni, salvo particolari caratteristiche del progetto o salvo proroga su istanza del proponente, trascorsi i quali la procedura VIA deve essere reiterata.

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� Il campo applicativo nella normativa statale. Gli impianti eolici.

� Si tratta degli unici impianti alimentati a FER per i quali è prevista la VIA statale.

� Di seguito il succedersi di modifiche attributive del potere autorizzativo e di VIA per gli impianti eolici offshore:

• dal 2003 sino alla finanziaria 2007 la competenza in ordine all’autorizzazione e alla VIA era regionale;

• dalla finanziaria 2007 al 12 febbraio 2008 (quando entra in vigore il d.lgs. 4/2008 di modifica del d.lgs. 152/2006) passa allo Stato la competenza autorizzatoria e di VIA;

• dal 13 febbraio 2008 (con il correttivo del Codice dell’ambiente di cui al d.lgs. 4/2008 la competenza della VIA per tutti gli impianti eolici viene attribuita alle regioni) sino al luglio 2009 si assiste ad una scissione delle competenze: statale per l’autorizzazione all’impianto e regionale per la VIA;

• dal luglio-agosto 2009 (con l’approvazione legge 99/2009) ritorniamo all’attribuzione allo Stato di entrambe le competenze, autorizzatoria e di VIA.

� Il d.lgs. 152/2006 sottopone a preventiva valutazione di impatto ambientale statale obbligatoria (del ministero dell’ambiente, del territorio e del mare di concerto con il Mibac) tutti gli “Impianti eolici per la produzione di energia elettrica ubicati in mare” (che sono dunque inclusi nell’allegato II, appunto dedicato ai progetti di competenza statale, al punto 7-bis, che è stato aggiunto dall’art. 27, comma 43, della legge 99/2009 (il cd. “Collegato sviluppo”).

� La compatibilità ambientale dell’opera è rilasciata previa l’emanazione di un decreto interministeriale MATTM - MIBAC , necessario per l’autorizzazione all’esercizio del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

I progetti valutati nell’ambito di un procedimento di VIA al Ministero dell’ Ambiente si possono suddividere in :

Procedure di scoping: 8 progetti presentati per la valutazione preliminare;

Verifica di assoggettabilità: 1 progetto;

Procedura di VIA : 6 progetti hanno avuto parere favorevole ( 900 MW) 2 progetti hanno avute parere negativo;

Procedure sospese dal Proponente: 1

Decreti : 1

Decisioni CdM : 1

Costruzione : nessuno

Criticità del percorso autorizzativo: siti non sempre idonei alla realizzazione di impianti eolici, carenza di informazioni nel SIA che necessitano di integrazioni, necessità di produrre tutti gli studi propedeutici, carenza di indagini sul campo che non possono essere inquadrate nel quadro prescrittivo, decreto Ministeriale di Concerto MIBAC – MATTM o in difetto procedura ex art. 5 della L. 400/88.

Per gli impianti eolici, gli aspetti valutativi non tecnologici sono concentrati in particolare su alcune componenti: fondali, avifauna e paesaggio.

Paesaggio : la componente paesaggio, sulla quale si esprime in maniera più completa il MIBAC ( insieme all’archeologico) è certamente una delle più critiche del percorso valutativo ( distanza dalla costa, superficie occupata, lay out, punti di osservazione, manufatti storici costieri, ecc.). Su questo aspetto, che ha registrato in molti casi pareri difformi tra i Ministeri competenti, sono stati raggiunti risultati interessanti, originali e unici in Europa, passando da configurazioni classiche a grappolo a lay out innovativi e in alcuni casi più performanti. A differenza dell’onshore il parco eolico offshore èfruibile per attività di tipo turistico (esempio del Nord Europa) e per attività marinare (pesca e acquacoltura) e anche queste attività possono concorrere a rendere più familiare il paesaggio dell’eolico offshore e probabilmente contribuire ad incrementare nuove attività. Rispetto alla distanza dalla costa impianti che hanno ottenuto la compatibilità ambientale presentano distanze minime di 4 km e massime di oltre 10 km.

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Avifauna

Stima dei potenziali impatti diretti ( collisioni ) e indiretti ( disturbo, deviazione rotte, zone alimentazione, ecc.) su area di progetto e area buffer 10 km.

relazione avifaunistica (aree di importanza avifaunistica, specie censite nell’area di progetto, avifauna stanziale, nell’area vasta, ZPS, IBA a mare, lista rossa, migrazioni e rotte migratorie).

VINCA su elettrodotto onshore e offshore quando in adiacenza di aree Natura 2000 ( aree natura 2000 escluse dalla installazione di turbine)

programma di monitoraggio ante operam, sito specifico ( consigliato nella procedura di scoping e vincolante nella fase di progetto ante operam, minimo 12 mesi). Censire la presenza delle specie stanziali, migratrici totali e parziali ed i loro spostamenti all’interno dell’area di studio, tramite avvistamenti diretti e punti di ascolto. Trattandosi di opere in mare esiste la difficoltà di effettuare indagini sul campo e spesso di trovare letteratura specifica sui siti, ma dove sono censite zone IBA a mare è più facile che siano stati fatti studi specifici con uscite in mare, utili anche nella fase di valutazione del progetto.

Misure di mitigazione ( in esercizio es. MERLIN Avian Radar System-SCADA se non troppo distante dalla costa).

Statistiche sulla mortalità: censimenti della mortalità diretta non possibile e quindi maggiore attenzione nella fase di valutazione

Pro-contro: (altezza sul livello del mare è minore dell’ onshore, chirotteri, ittiofagi, effetto selva, ecc.

Nel quadro prescrittivo tipo, chiediamo che venga effettuato il monitoraggio ante operam, secondo i protocolli e con le modalità di esecuzione ISPRA per un periodo minimo di 12 mesi, i cui risultati dovranno essere presentati in sede di presentazione del progetto esecutivo. Sulla base dei risultati del monitoraggio potranno essere previsti specifiche mitigazioni e/o modifiche progettuali.

Il monitoraggio dell’avifauna dovrà essere protratto per tutta la fase di cantiere e per i primi cinque anni di esercizio e in esercizio, dovranno essere previsti specifici sistemi di prevenzione dalle collisioni e di dissuasione per il rallentamento delle pale in caso di avvistamenti in base alla soglia di rischio che saràdeterminata dall’esito del monitoraggio preventivo.

Dovrà inoltre essere verificata la possibilità di realizzare appositi posatoi per l’avifauna esterni al perimetro del campo eolico e di diversificare la colorazione delle strutture del campo eolico.

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IBA ( Important Bird Areas) marine

Figura Ubicazione dei transetti in mare effettuati per l’individuazione delle IBA marine (Fonte LIPU – BirdLife Italia, modificato)

Riquadro rosso= area di pertinenza del presente studio;

Cerchio rosso= punto di osservazione costiero pugliese

Scenari Europei e nazionali

� In Europa a fine 2012 oltre 5 GW installati, 10% della capacità installata in Europa, 40 GW è la previsione per il 2020 equivalenti al 4% della domanda elettrica della UE, 150 GW al 2030, equivalenti al 14% della domanda elettrica Europea (562 TWh) quasi il doppio della domanda elettrica Italiana nel 2012.

� l’Italia nel suo piano sulle rinnovabili del 2010 (direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili) ha approvato e presentato alla UE un piano che prevede l’installazione di 780 MW elettrici con l’eolico offshore, al 2020.

� L’eolico offshore su bassi e medi fondali (sino a -40 m di profondità) è una tecnologia matura che guarda al proprio interno per contenere i costi di produzione, di installazione, di trasporto e per aumentare il grado di efficienza migliorando le componenti tecnologiche.

� Barriere allo sviluppo del settore sono rappresentate la componente del paesaggio, che ha sinora certamente ritardato l’evoluzione del settore ma che è una risorsa fondamentale e con rilevanti risvolti economici per il nostro Paese, l’avifauna, per la presenza di numerosissime aree sensibili e loro abitanti a terra da tutelare ( laghi, paludi, aree natura 2000,ecc.) i fondali profondi delle nostre coste, dove con le tecnologie attualmente disponibili non si potranno realizzare molti impianti.

� Per lo sviluppo dell’eolico si deve quindi guardare alle tecnologie che potrebbero spostare verso il largo questi impianti (flottanti o multipurpose) e i nostri Enti di ricerca, ENEA e RSE per primi, stanno lavorando per preparare il terreno alle tecnologie emergenti e sono già note le aree che, in base a velocità del vento ma anche alle sensibilità ambientale e ai diversi usi della costa, sono le piùidonee per l’installazione di campi eolici e queste sono localizzate a distanze di almeno 5-10 km dalla costa.

� Ulteriori sviluppi del settore, in precedenza non preventivati, si possono ottenere con nuovi impianti in aree avamportuali già densamente infrastrutturale e con le tecnologie disponibili già da subito.

Risorse del vento in mare aperto (medie annuali) a 60 m s.l.m. –

Mediterranean Wind Map

Potenziale eolico offshore nazionale in acque profonde

Fonte : ENEA