Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

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Dossier Trentino alto adige

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10 • DOSSIER • TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011

L’INTERVENTO.........................................13Ferruccio DardanelloStefan Pan

PRIMO PIANO

IN COPERTINA .......................................16Paolo Mazzalai

MODELLI D’IMPRESA ........................22Matteo LunelliStefano MarzadroLuca Granata

ENTI LOCALI..........................................32Mauro GilmozziMario Malossini Marino Simoni Maurizio Del TennoCristano De EccherMaurizio Fugatti

ECONOMIA E FINANZA

ACCESSO AL CREDITO.....................50Luca ErzegovesiClaudio GrassiNorbert PlattnerGiuseppe Bertolini

MERCATO DEL LAVORO ..................58Lorenzo DellaiWalter ViolaMaria Cristina BridiErmanno Monari

FOCUS ALTO ADIGE ...........................70Luis Durnwalder Giorgio HolzmannLuigi Spagnolli

IMPRENDITORI DELL’ANNO ...........76Josef UnterholznerAlessandro De Nicolòe Wolfram MessnerLuciano ErcolaniGiovanni Coletti

SICUREZZASUI LUOGHI DI LAVORO ...................90Claudio Corrarati

CONSULENZA.......................................94Philipp Oberrauch

GESTIONE FISCALE ...........................96Bruno Mosca

SISTEMI DI COMUNICAZIONE........98Stefano Osler

TERRITORIO

APPALTI ................................................104Aurelio MisitiSergio Santoro

INFRASTRUTTURE.............................112Paolo DuiellaAlessandro Andreatta Giorgio Leonardi

EDILIZIA ................................................120Alexander Gostner e Christian GrossLuigi LeonardiAldo ZorteaAlessio VulcanGiuseppe Gilli

DISTRETTO PORFIDO......................134Simone CaresiaMariano Gianotti

IMMOBILIARE......................................136Reinhard Hofer

TESSUTI ................................................138Giuseppe Gallizioli

TURISMO ..............................................142Tiziano Mellarini Hans BergerManuela Di Centa

OSSIERTRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL

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AMBIENTE ED ENERGIA

MOBILITÀ SOSTENIBILE ................152Stefania Prestigiacomo

POLITICHE ENERGETICHE ............156Giulio VolpiMarcella PavanStefano SagliaAlessandro Clerici Walter RighiniGiovanni LelliAlberto PacherMichl LaimerMarco Onida Riccardo Blumer Paolo Grigolli

RINNOVABILI.......................................182Andrea Lanzingher

GIUSTIZIA

EVASIONE FISCALE..........................186Victor UckmarCarlo Federico GrossoFrancesco AttardiVincenzo Giunta

GESTIRE IL CONTENZIOSO ...........194Luca Scopa

DIRITTO DI FAMIGLIA ......................196David Biasetti

SICUREZZA URBANA.......................198Sabino GiarrussoFrancesco SquarcinaFulvio Testi

SANITÀ

POLITICHE SANITARIE...................206Ugo RossiGiovanni FlorLivia Ferrario

TOSSICODIPENDENZE....................212Giovanni Serpelloni

APPARECCHIATURE SANITARIE....216Antonella Marini Gritti

TRA PARENTESI ...............................220Antonio Catricalà

IL COMMENTO ...................................222Raffaele Guariniello

Sommario

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L’INTERVENTO

Innovazione, export e viabilità sono i tre temi sucui Assoimprenditori Alto Adige e ConfindustriaTrento intendono focalizzare l’attenzione inquanto sono di importanza strategica per leaziende delle due province. È importante trovare

proficue sinergie e proporre soluzioni congiunte perraggiungere gli obiettivi che stanno a cuore agli im-prenditori sia dell’Alto Adige che del Trentino. Tra que-sti ricoprono sicuramente un posto rilevante lo snelli-mento burocratico e la riduzione della pressione fiscaleper i cittadini e le aziende. Esportare con successo è una grande sfida per un’im-presa e richiede sicuramente una certa organizzazione in-terna. Soprattutto le imprese medie hanno ancora ungrande potenziale da sfruttare: oggi meno di un terzo diqueste aziende opera nell’export. Buona parte dellegrandi aziende operano su mercati stranieri, tra le pic-colissime imprese, invece, la quota delle aziende cheesportano raggiunge - almeno in Alto Adige - appena il5%. È necessario, quindi, offrire alle aziende, in parti-colare a quelle medio-piccole, il sostegno e la collabo-razione per affrontare anche i mercati esteri. A livello re-gionale negli ultimi anni il volume delle esportazionirispetto al Pil si attesta sia in provincia di Trento che inquella di Bolzano al 20% circa. Dobbiamo fare tutto ilpossibile per aumentare tale percentuale. Ricerca e innovazione sono di fondamentale impor-tanza per il futuro sviluppo economico del Trentino AltoAdige. Sicuramente le aziende locali hanno investito efatto molto in questi anni per non farsi trovare impre-

di Stefan PanPresidente della Federazione degli industriali

del Trentino Alto Adige

Sinergie utiliallo sviluppo

parate dalla fine della crisi, c’è però ancora molto da re-cuperare in questi due campi. Il rafforzamento delle at-tività di R&S e innovazione nelle aziende è un puntochiave per assicurare la futura competitività dell’econo-mia. È innanzitutto necessario creare un ambiente fa-vorevole all’innovazione. Ciò presuppone una forte cul-tura innovativa, specialisti e incentivi da parte dell’entepubblico. Soprattutto, occorrono imprese che sviluppinonuovi prodotti da introdurre sul mercato, nuovi sistemiproduttivi e nuovi processi.L’incentivazione di questi due campi è di importanzastrategica e a tale proposito il sostegno diretto alle aziendeè particolarmente significativo. Proprio in periodi segnatidalla riduzione dei bilanci pubblici bisogna investire inquei campi che possono dare il maggiore valore ag-giunto. L’effetto moltiplicatore del sostegno all’innova-zione è enorme: 1 euro investito in ricerca e sviluppo negenera 19 in fatturato. Infine le infrastrutture, un importantissimo fattore com-petitivo per l’economia e una condizione fondamentaleper la garanzia e la qualificazione dei posti di lavoro. Laviabilità dell’Alto Adige, però, è relativamente carente siaper quanto riguarda i trasporti stradali, sia per quelli fer-roviari e soprattutto aerei. Per questo motivo Assoim-prenditori Alto Adige collabora al cosiddetto “Tavolo dilavoro sull’accessibilità“ attivato dalla Camera di Com-mercio di Bolzano per migliorare l’accessibilità dell’AltoAdige. Questo gruppo di lavoro ha elaborato un pianoa lungo termine per affrontare le sfide del futuro che lanostra associazione condivide completamente.

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Tengono l’economia e l’occupazione a Trento, ma adesso il problema del Paese è strutturale,

sostiene Paolo Mazzalai: «Non ci sono le condizioni di contesto per una ripresa stabile e gli sforzi

delle imprese da soli non bastano, anche nel nostro piccolo Trentino»

Elisa Fiocchi

IN COPERTINA

ECONOMIE IN RECUPERO, MA SERVONO NUOVE RIFORME

Ilivelli produttivi e di fatturatonella provincia di Trento sem-brano essere ritornati in mediasui valori precedenti alla crisi,come conferma l’indagine del-

l’ufficio informazione economicadella Camera di Commercio le cuistime, relative al secondo trimestredel 2011, indicano la fase di recu-pero ormai giunta a compimento.L’andamento economico positivo,trainato dal settore manifatturiero edell’artigianato, emerge già nei primitre mesi dell’anno con un recuperoche coinvolge anche l’occupazione,in aumento, su base annua, dello0,8%. Paolo Mazzalai fotografa ilcontesto economico del territorio, il-lustra tutti gli interventi in vista del2012 e presenta la nuova task forceche opererà in quattordici aree strate-giche.

Per quali ragioni gli imprendi-tori rimangono ancora piuttostocauti nonostante le buone perfor-mance economiche?«Negli ultimi anni la crisi ha colpitoduramente l’economia trentina, an-che se in maniera minore rispetto allamedia nazionale. La manovra anti-crisi messa in campo dalla Provinciaè stata tempestiva e consistente ed è

servita a tamponare gli effetti dellarecessione, soprattutto preservando ilivelli occupazionali. Ma adesso il pro-blema si sposta dalla fase congiuntu-rale negativa a un problema più strut-turale. Nel nostro Paese mancano leriforme per la crescita. Non ci sono lecondizioni di contesto per una ripresastabile e gli sforzi delle imprese dasoli non bastano, anche nel nostropiccolo Trentino».

In quali campi d’intervento ope-reranno i membri di giunta all’in-terno del piano operativo 2011-2012?«Il progetto principale è seguito dal-l’area Giovani ed education e punta aintensificare i rapporti tra le impresee le scuole, a favorire l’ingresso deigiovani nel mondo del lavoro e ad

aiutarli a costruirsi un futuro. Un al-tro tema riguarda le aggregazioni, dalnuovo strumento dei contratti di reteai tradizionali consorzi. Stiamo giàassistendo diverse aziende interessatea collaborare su progetti specifici. Unaltro campo sarà quello relativo al po-tenziamento dell’internazionalizza-zione delle aziende associate, anche at-traverso la riorganizzazione diTrentino Export che dovrà diventareuna “business unit dedicata” che opericome braccio operativo di Confin-dustria Trento. Gli altri settori di in-tervento sui quali sarà operativa l’as-sociazione sono l’energia, la logisticae i trasporti, la ricerca e innovazione(in particolare per quanto riguarda irapporti con i centri di ricerca), le re-lazioni industriali, l’urbanistica e leinfrastrutture, la comunicazione, lesezioni merceologiche e la rappresen-tanza sul territorio. In quest’ultimocaso, con l’importante impegno diadeguarci, anche con le necessariemodifiche allo statuto, alla costitu-zione delle Comunità di valle, chevanno a sostituire gli ex comprensori.A queste aree si aggiungono poi ilgruppo Grandi aziende, la Piccolaindustria e il gruppo Giovani».

In tema di credito quali prospet-Paolo Mazzalai, presidente di Confindustria Trento

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Xxxxxxx XxxxxxxxxxxPaolo Mazzalai

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tive ci sono per le imprese?«Un ulteriore aspetto su cui vogliamoporre l’attenzione concerne proprio ilcredito, il fisco e la finanza, soprat-tutto cercando di accompagnare leimprese nel passaggio al nuovo si-stema di incentivi provinciali e dialo-gando con le banche per evitare chechiudano i rubinetti alle imprese,come invece sta purtroppo acca-dendo. Il credito continua a essereuna delle criticità per le imprese, an-che in considerazione del fatto che laforbice di 300-400 punti base appe-santisce molto i tassi di interessi, senzadimenticare che le banche applicanocriteri sempre più selettivi nel conce-dere prestiti e faticano a prestarsi il de-naro tra di loro, figuriamoci quandoun’azienda chiede un finanziamento.In Trentino le convenzioni con i con-fidi provinciali hanno permesso fi-nora di mantenere entro limiti accet-tabili il costo del denaro anche se in

prospettiva, vista la situazione gene-rale, la restrizione del credito sembrain aumento anche nella nostra pro-vincia».

La sezione Giovani ed educationpunterà anche sul marketing asso-ciativo verso gli spin-off e le start-uppresenti nei Bic. «L’obiettivo è quello di aiutare e faci-litare l’inserimento dei giovani nelmondo del lavoro. E proprio in que-sta direzione stiamo lavorando a unprogetto ambizioso che vuole pun-tare al miglioramento dell’offerta for-mativa degli istituti scolastici di se-condo grado e dell’università, perrendere i programmi sempre più ri-spondenti alle esigenze delle aziende.Dobbiamo cercare di ridurre, se noneliminare, la mancata corrispondenzafra domanda e offerta che da semprecaratterizza il nostro mercato del la-voro. Stiamo cercando, in altri ter-mini, di creare un ponte tra il mondo

della scuola, quello dei giovani equello delle imprese, perché diventafondamentale far capire alle nuovegenerazioni che nelle nostre aziende illoro talento può essere valorizzato e leloro ambizioni realizzate. In generale,poi, vorremmo promuovere la cul-tura del lavoro, facendo fare ancheesperienze di manualità, per metterele nuove generazioni nelle condizionidi scegliere consapevolmente il pro-prio futuro».

Da presidente si occuperà del-l’internazionalizzazione, conl’obiettivo di trasformare TrentinoExport in una business unit di Con-findustria Trento. Come si articolail progetto e come saranno poten-ziati i servizi agli associati?«In una fase, come quella attuale, dicontrazione della domanda interna,l’export può rappresentare un’opzionestrategica in grado di determinare leopportunità di crescita del nostro si- � �

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Come rappresentanza sul territorio, l’impegno è di adeguarci,anche con le necessarie modifiche allo Statuto, alla costituzione

delle Comunità di valle, che vanno a sostituire i Comprensori

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stema produttivo e, più in generale,della nostra provincia. Di conse-guenza stiamo cercando di aumen-tare i servizi per l’internazionalizza-zione attraverso un potenziamentodella collaborazione con Trentino Ex-port, consorzio collegato a Confin-dustria Trento, che sarà sempre più unvero e proprio braccio operativo dellanostra associazione. Continueremo apuntare su servizi quali la creazione di“antenne” all’estero, le missioni pergruppi omogenei di aziende, l’orga-nizzazione di stand collettivi in fiereinternazionali».

Come procedono i contatti con imercati esteri?«Su questo lavoreremo anche assiemealle associazioni territoriali vicine: unprimo risultato di questa strategia perl’internazionalizzazione è l’accordosottoscritto nelle scorse settimane conl’associazione degli imprenditori dellostato brasiliano di Santa Caterina. Ab-

biamo aperto una corsia preferenzialeper le aziende trentine in un’area aforte crescita. È su progetti così con-creti che vogliamo concentrare le no-stre risorse».

Un’altra occasione per le impresedel Nord Est riguarda la vetrinamondiale dell’Expo 2015. Cheruolo potrebbe rivestire la provin-cia e il suo tessuto produttivo inrapporto ai mercati esteri e allaLombardia?«Il tema scelto per l’Expo 2015,“Nutrire il pianeta, Energia per lavita”, è di grande impatto socio-eco-nomico. Il Trentino è all’avanguardiasu questi temi e penso che per le no-stre aziende possa rappresentareun’occasione importante per am-pliare la loro visibilità, cogliere nuoveopportunità e individuare nuovi fi-loni di business. Noi ci stiamo muo-vendo insieme a Confindustria na-zionale, che sull’Expo ha attivato un

gruppo di lavoro specifico».In tema di energia e ambiente,

ha annunciato sinergie con gli im-prenditori dell’Alto Adige, par-lando della creazione di un consor-zio unico. Di cosa si tratta?«L’idea è quella di condividere le ri-flessioni in materia di energia e di faremassa critica. Noi abbiamo già ot-time esperienze in associazione, comequelle di Assoenergia e del Consorziod’acquisto. Mettendo insieme ungruppo di aziende è possibile creareeconomie di scala e quindi otteneremigliori condizioni di acquisto dienergia. Una collaborazione a livelloregionale permetterebbe pertanto diottimizzare ulteriormente la bollettaenergetica delle nostre aziende. Neiprossimi mesi lavoreremo con i colle-ghi di Bolzano con l’obiettivo discambiare esperienze anche finaliz-zate a costituire un unico gruppod’acquisto».

IN COPERTINA

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Abbiamo sottoscritto un accordo con l’Associazione degli imprenditoridello Stato brasiliano di Santa Caterina, aprendo una corsiapreferenziale per le aziende trentine in un’area a forte crescita

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MODELLI D’IMPRESA

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«Il vino è la poesia della sua terra»Matteo Lunelli, presidente delle Cantine Ferrari, cita il celebre verso di Mario Soldati per

spiegare perché le bollicine non lasceranno mai i vigneti trentini e cosa significa, oggi,

raccontare l’Italia attraverso i suoi calici d’eccellenza

Paola Maruzzi

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Matteo Lunelli

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Con 5 milioni di bottiglieconfezionate all’anno, lospumante Ferrari occupaun posto di rilievo nel pa-

norama nazionale, una posizione con-quistata limitandosi, si fa per dire, adaccompagnare personaggi e momentiemblematici della nostra storia: dallavittoria degli azzurri ai mondiali del1982 alle cerimonie di gala nelle nottidegli Oscar, passando per i festeggia-menti del Quirinale per i 150 annidell’Unità d’Italia. Oggi a presiedere leCantine Ferrari c’è il giovane MatteoLunelli, che propone un mix equili-brato di nuove regole e schemi collau-dati. Tra tutte, conserva la lezionedello zio Gino Lunelli, a capo del-l’azienda per più di cinquant’annie simbolo della caparbietà impren-ditoriale italiana. «Mi ha insegnatola passione per l’azienda e i suoi la-voratori. Mi ha passato la convin-zione che senza entusiasmo non sipuò far nulla di grande, ad avereuna visione a lungo termine ed es-sere fedeli ai valori, in modo in-transigenze». Un metodo validoanche per la prossima sfida: con-quistare Russia, Stati Uniti, Ger-mania e Giappone.

Con le festività natalizie è alleporte la stagione più calda perun prodotto come il vostro: quali

previsioni andranno a chiudereil 2011?«Gli ultimi mesi dell’anno sono fon-damentali per tirare le somme, datoche Natale e Capodanno hannoun’importanza rilevante. Spero di riu-scire a chiudere con un +5% del fat-turato, un risultato che riterrei ab-bondantemente soddisfacente,premesso che la crescita è sostenutasui mercati esteri e contenuta all’in-terno. Il 2010 è stato positivo, ora sitratterebbe di consolidare il recupero,confermando un percorso virtuoso.Dal punto di vista qualitativo mi in-teressa confermare le vendite al-l’estero, l’obiettivo strategico a medioe lungo termine».

In questo caso come avete inten-zioni di muovermi?«Con il claim “Ferrari arte del vivereitaliano”, in Russia è appena partitauna campagna pubblicitaria a mezzostampa: è il primo episodio nella no-stra storia. Oltre confine, infatti, ilnostro marchio non è noto come loè in Italia. All’estero siamo presenti dadiversi anni, ma ora vogliamo dareun imprinting significativo, pur con-tinuando a mantenere la leadershipnazionale. Sono ansioso di vedere i ri-sultati. Nel periodo natalizio porte-remo la campagna di comunicazioneanche negli altri principali mercati

di riferimento, Stati Uniti, Germaniae Giappone. Senz’altro per la terza ge-nerazione delle Cantine, l’estero rap-presenta la grande sfida».

A proposito di cambiamento,quali altre regole non sono più at-tuali per affrontare i mercati?«Il mercato del vino è ormai globale.Se negli ultimi decenni potevamo an-cora “accontentarci” di avere una lea-dership esclusiva in Italia, oggi oc-corre essere presenti sulle tavole piùprestigiose di Londra, New York, Mo-sca, Tokyo. Questo, per una piccolaazienda come la nostra, è uno sforzoche richiede un diverso approcciostrutturale e manageriale. L’eccellenzadel prodotto non è sufficiente, biso-gna promuovere e comunicare usandostrategie innovative. I consumatoriviaggiano e lo fanno in vari modi. Intal senso il web offre opportunità stra-ordinarie. In un’economia in diffi-coltà la rete è forse l’unica notizia po-sitiva perché abbatte i costi. Ci stiamolavorando da un po’, forti del fatto cheil vino è un argomento che fa moltapresa sui social network». In Italia non avete mai fatto pubbli-cità nel senso tradizionale del ter-mine.«La nostra comunicazione si è raffor-zata attraverso la sponsorizzazione de-gli eventi più rilevanti dello spetta- � �

Matteo Lunelli, presidente delle Cantine Ferrari

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MODELLI D’IMPRESA

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La nostracomunicazione si è rafforzata attraversola sponsorizzazionedegli eventi più rilevanti dello spettacolo e dello sport

colo, dello sport, delle istituzioni. Pro-muovere l’immagine comporta fareinvestimenti importanti, ma per for-tuna siamo ancora un’azienda che la-vora ancora sulla qualità del prodotto,sui vigneti, nelle cantine».

La galleria di “brindisi famosi” èvastissima. Oggi quale testimonialsceglierebbe?«Da sempre Ferrari si è imposto comesimbolo dello stile nazionale, raccon-tando luoghi, situazioni e personaggiche interpretano quello che il mondoci invidia, cioè l’arte italiana di vi-vere. Oggi stiamo portando le bolli-cine nel modo della moda e del de-sign. Penso a Prada, Versace,Ferragamo, Boffi, Alessi. Poche setti-mane fa il marchio Zegna ha festeg-giato i suoi vent’anni di presenza inCina e siamo fieri di aver accompa-gnato la ricorrenza. Un testimonialche mi è particolarmente caro è il

presidente Giorgio Napolitano, cheha brindato con noi al 150esimo an-niversario dell’Unità d’Italia. Il legametra Ferrari e il Quirinale parte da lon-tano, siamo entrati nel mondo nelleistituzioni dai tempi di Sandro Per-tini».

A proposito di radici, il GruppoLunelli ha acquistato delle tenute inToscana dove si producono vinirossi. Le bollicine rimarranno sem-pre in Trentino? «Assolutamente sì. Come aveva in-tuito Giulio Ferrari, il Trentino è par-ticolarmente votato alla produzione diuve Chardonnay e Pinot nero. Ab-biamo un territorio ottimale per farespumante metodo classico. Il Ferrariverrà sempre fatto solo da uve trentinedi nostra proprietà e delle centinaia diagricoltori conferenti, con cui mante-niamo un rapporto costante perchésiamo un’azienda, ma anche una rete.

I viticoltori sono il segno tangibile delnostro radicamento. D’altronde,come diceva Mario Soldati, il vino è lapoesia della sua terra».

Prima di prendere le redini delleCantine ha vissuto una lunga espe-rienza all’estero: cosa ha signifi-cato lasciare l’Italia per poi tor-nare? «Confesso che quando ho finitol’università avevo voglia di mettermialla prova e conoscere nuove realtà,non pensavo di vivere a Trento. Il mioprimo giorno di lavoro l’ho fatto aNew York, in un banca d’affari, concolleghi di tutto il mondo. I cinqueanni fuori casa sono stati un’esperienzastraordinaria. All’epoca non avevo cer-tezze, non sapevo se e quando sareitornato, ma oggi sono felice di esserequi. Nel 2003 mi chiamò mio zio,Gino Lunelli, per propormi di rien-trare. Accettai senza esitazione».

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MODELLI D’IMPRESA

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Grappa, un concentrato di territorialitàMolto più che prodotti industriali, le grappe italiane resistono alle mode e si ricavano

nicchie di mercato tra i consumatori attenti alle etichette e alle provenienze.

Ne parla Stefano Marzadro, a capo di una delle storiche distillerie trentine

Paola Maruzzi

Pochi, fedeli e sensibili allaterritorialità dei marchi: è lafotografia dei consumatoriitaliani di acquavite scattata

dall’Istituto nazionale della grappa.Nel 2009, l’ultimo anno di cui si di-spongono i dati, sono stati prodotti11 milioni di litri, di cui 1,9 hannopreso la via dell’estero, distribuiti traGermania, Svizzera e Austria. Tal-volta è proprio varcando i confiniche la grappa rischia di perdere la suaautenticità: infatti, tralasciando chiesporta il prodotto già imbottigliato,c’è un terzo degli acquirenti checompra la grappa sfusa per poi “ta-gliarla”, generando una bevandaibrida. Per promuovere le peculia-rità della grappa autoctona, edu-cando i neofiti a un consumo consa-pevole, in Trentino è nato l'Istitutodi tutela della grappa che, effet-tuando severi controlli, appone il si-gillo del “tridente” solo a chi rispettagli alti standard di qualità. Oggi l’isti-tuto riunisce 21 distillatori e rappre-senta la quasi totalità della produ-zione regionale. Tra questi c’èStefano Marzadro, a capo della Di-stilleria Marzadro, oggi al suo se-condo passaggio generazione. Nonsorprende, quindi, sentire parlarel’imprenditore riferendosi prima ditutto alla «cultura del prodotto»,come se la grappa racchiuda molto di

più che una merce industriale dilargo consumo.

Che momento sta attraver-sando il mercato della grappa inItalia?«Il limite della grappa può esserevisto nei consumi che tendono alribasso, ma questo al tempo stessopermette di concentrarsi su pro-dotti di qualità e su un consumopiù accorto e professionale. I puntidi forza della nostra produzionesono sicuramente molteplici, tracui la tipicità che permette dicreare un consumo culturale, at-tento alle diversità di prodotti ealle pratiche produttive».

Come vede il futuro?«Vedo un mercato fatto di tante“nicchie”, in grado di apprezzare

caratteristiche diverse: questo passaperò dalla formazione, dalla cul-tura del prodotto appunto».

L’Istituto di tutela della grappadel Trentino quale valore ag-giunge alle pmi locali?«L’Istituto è prima di tutto ungruppo di distillatori che da tantianni si è regolamentato, in un ot-tica comune di far diventare lagrappa trentina un’eccellenza ita-liana. Nel tempo abbiamo creatocredibilità e valore aggiunto per lenostre acquaviti».

La distilleria Marzadro inter-cetta anche un turismo enoga-stronomico. Com’è nata l’idea?«La nostra casa, inaugurata nel 2005,è stata studiata appositamente peraccogliere gli appassionati della

Stefano Marzadro, amministratore delegato della Distilleria Marzadro

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Xxxxxxx XxxxxxxxxxxStefano Marzadro

TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011 • DOSSIER • 27

grappa: la cultura del prodotto è fon-damentale per capirne le qualità. Ilturismo in Trentino non manca esempre di più chi viaggia vuole ap-procciarsi al territorio tramite i suoiprodotti. La grappa è uno dei sim-boli del nostro territorio e, non acaso, riceviamo circa 40mila visita-tori ogni anno».

Se guarda indietro qual è ilcambiamento aziendale più rile-

vante, quello che ha segnato unasorta di punto di non ritorno?«La nostra azienda ha vissuto duemomenti cruciali, il primo risaleagli anni Ottanta, all’epoca lagrappa non era più accettata dalmercato come prodotto di qualità,questo ha costretto noi distillatori amigliorare i nostri prodotti per riu-scire a recuperare terreno rispetto aicompetitor internazionali più bla-

sonati. Il secondo crocevia è pas-sato attraverso una botte di rovere,quando alla fine degli anni Novantaè cominciata la sperimentazione di“Le Diciotto Lune”. Questo ci hadato la possibilità di proporre unanovità all’interno di un mercato tra-dizionale come quello della grappa,con il grande merito di averla fattaapprezzare a chi prima non la con-siderava».

Qual è il momento più delicatonella fase di produzione? «Tutta la produzione è un momentodelicato e allo stesso tempo affasci-nante: servono cento giorni d'in-tenso lavoro, durante i quali l’at-tenzione per la materia prima èfondamentale al fine di avere unprodotto di qualità. Ma questa nonbasta, bisogna avere cura maniacaleanche nella scelta del packaging enel rispetto dei tempi di consegna».

Quanto pesa l’export sui vostriaffari?«A fronte di un fatturato annuo chenel 2010 si è attestato attorno ai 18milioni di euro e una produzione diun milione e mezzo di bottiglie, dicui 50% grappe e 50% liquori,l’85% è stato destinato all’Italia,mentre il 15% all’estero, un terrenoche si sta dimostrando molto ricet-tivo e rappresenterà la vera sfida peri prossimi anni».

Per avere una grappadi qualità servono cento giornid’intenso lavoro, durante i qualiè fondamentale l’attenzioneper la materia prima

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28 • DOSSIER • TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011

Nella valle dei grandi numeriZoccolo duro della frutticoltura italiana, il marchio Melinda cresce

in competitività senza rinunciare «al patto cooperativo degli agricoltori

del posto». Ne parla il direttore del consorzio, Luca Granata

Paola Maruzzi

MODELLI D’IMPRESA

Sono oltre 300mila le ton-nellate di mele raccolteogni anno nei frutteti dellaVal di Non, una quantità

che copre quasi tutto il fabbisognodel Trentino e raggiunge 30 mi-lioni di tavole, prevalentementeitaliane: è solo un assaggio in cifredi Melinda, ma il direttore del con-sorzio, Luca Granata, puntualizza:«Siamo una piccola realtà basatasulla cooperazione tra agricoltoriche abitano dove producono». Lalontananza dai numeri delle grandimultinazionali dell’alimentare non

manca di riservare un «modesto»investimento per lanciare periodi-camente spot televisivi sempre ef-ficaci. I 4mila soci rappresentanocosì lo zoccolo duro del compartofrutticolo made in Italy: è anchemerito loro se nel 2010 la produ-zione trentina ha registrato segnalipositivi, in controtendenza rispettoad altre realtà europee, calate del15%. Seppure il marchio Melindapoggi su un terreno solido, affron-tare il mercato interno non è sem-plice. «L’Italia è il principale pro-duttore di mele da tavola

dell’Europa a 27 Stati – spiegaGranata – e quindi dobbiamo con-frontarci con innumerevoli com-petitor» . Non preoccupano, in-vece, le mele importate per via delloro scarso appeal sui consumatori,viceversa l’obiettivo estero rimanefondamentale: oggi il 25% di meleMelinda vanno in 33 Paesi, «ma lastrada è ancora da consolidare».

È presto per fare previsioni at-tendibili sul 2011, ma ci sono se-gnali interessanti?«Fino a oggi il raccolto è statobuono in termini di quantità, circa

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+8% rispetto a quello del 2010,ma quasi il 25% della produzioneimmagazzinata ha subìto danni dagrandine più o meno intensi. Sap-piamo anche che il contesto inter-nazionale dovrebbe essere un po’meno favorevole di quello che hacaratterizzato la scorsa stagione, inrelazione a una produzione gene-ralmente superiore a quella del2010 in molti degli Stati membridell’Europa a 27».

Evelina è l’ultimo “acquisto”tra le varietà Melinda. Perchéquesta scelta di mercato?«Melinda Evelina ha caratteristi-che organolettiche ed estetiche ot-timali in ambienti di coltivazionemontani, proprio come il nostro.È, inoltre, caratterizzata da unequilibrio di gusto particolare: fre-sca, succosa, lievemente acidula,croccante, sicuramente incontreràil favore di molti consumatori ita-liani. Insomma, è un’alternativainteressante».

I consumatori si lamentanoperché la frutta costa troppo. Èdavvero così? «Secondo i dati Istat del 2010, pa-tate, frutta e verdura hanno rap-presentato circa il 3,5% della spesamedia delle famiglie italiane, unapercentuale tenutasi costante an-che negli anni precedenti e questononostante il nostro Paese sia tra i

maggiori consumatori di frutta everdura pro capite a livello comu-nitario. Le patate incidono per ol-tre l’1% della spesa, mentre fruttae verdura per il 2,2%. Se si consi-dera che quest’ultime si equival-gono, ciò significa che la fruttaconsumata in un anno costa alle fa-miglie poco più dell’1% di quelloche spendono. Le mele, pur es-sendo molto gettonate, incidonoper circa lo 0,2% della spesa dellefamiglie. Se poi si considera cheun 1 chilo di mele di ottima qua-lità costa circa 2 euro è facile capirecome quasi tutti i prodotti ali-mentari costino di più, dal 200 al1000%. La frutta non solo è tra iprodotti alimentari più salutari, maè anche tra i più economici. Lapercezione opposta credo derivi, in

parte, dalla scarsa informazione dinoi tutti consumatori, ma soprat-tutto da una campagna di disin-formazione sistematica compiutada molti mass media».

Come sfatare questo pregiudi-zio?«Sarebbe sufficiente che chi si oc-cupa di informazione consultasse,su uno dei moltissimi siti internetche trattano l’argomento, i dati re-lativi a prezzi e caratteristiche nu-trizionali di frutta e verdura e li ri-portasse correttamente, magari conqualche commento esplicativo.Una comunicazione corretta e in-formata sarebbe probabilmente piùefficace e incomparabilmentemeno costosa di qualsiasi campa-gna a favore del consumo di fruttae verdura, quindi risulterebbe

Xxxxxxx XxxxxxxxxxxLuca Granata

TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011 • DOSSIER • 29

� �L’investimento in comunicazione è dell’ordinedel 2% del fatturato, una percentuale modesta

� �Luca Granata, direttore del consorzio Melinda

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MODELLI D’IMPRESA

30 • DOSSIER • TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011

molto utile anche per la salutepubblica, a tutto vantaggio dellariduzione tendenziale della spesasanitaria. Ma ciò non avviene. Anzispesso accade il contrario e le fotodi frutta e verdura sono spessousate a corredo degli articoli in cuisi parla di rincari, inflazione, spe-culazione alimentare e via dicendo.Invece tanti altri prodotti alimen-tari, per esempio dolciumi, salumi,snack, magari molto più cari,spesso con un profilo nutrizionalemeno favorevole rispetto a frutta everdura e, in aggiunta, con un pac-kaging difficile da smaltire, nonsono mai oggetto di attenzione eriflessione da parte dei media».

Perché questo squilibrio?«Mi chiedo se non possa dipen-dere, per caso, anche dall’entità de-gli investimenti pubblicitari soste-nuti dalle diverse categorie dialimentari sui principali media».

Ma come tutti i grandi marchi,anche Melinda ha bisogno di

“rinfrescare la memoria”al consumatore. Quantoinvestite in pubblicità? «L’investimento in comu-nicazione è dell’ordine del2% del fatturato, unapercentuale modesta.D’altronde siamo un con-sorzio di agricoltori di montagna, ilnostro importo non è paragona-bile a quello di una grande multi-nazionale dell’alimentare. Questagrande differenza, come ho detto,spiega l’approccio molto diversoriservato da alcuni media ai diversiprodotti. Nonostante il nostro pic-colo budget, rimane importanteinformare i consumatori e lo fac-ciamo tenendo presenti quattroaspetti: gusto e bontà unici; sicu-rezza alimentare totale, quindi do-cumentata dai nostri disciplinari edalle centinaia di migliaia di con-trolli eseguiti ogni anno in ognifase del ciclo di produzione e dalleinnumerevoli certificazioni di pro-

dotto e di processo che cisono state riconosciute; ri-spetto dell’ambiente; infinenon trascuriamo di ricor-dare che il consorzio è fattodi piccoli agricoltori, chevivono e lavorano nel loroterritorio».

Un marchio e i valori che tra-smette vanno adattati ai modi diespressione di una società: comeimmagina il futuro di Melinda?«Come il nostro presente, come ilnostro passato: impegno senzacompromessi e tanta passione pro-fusi da migliaia di piccoli agricol-tori per fornire a tutte le personealimenti che siano buoni, sani, ita-liani e trasparenti a trecentoses-santa gradi, sperando di riuscire aguadagnare il privilegio di potersitramandare di generazione in ge-nerazione la possibilità di conti-nuare a svolgere il lavoro cheamano restando nel territorio dovesono nati».

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Nel 2010la produzionedi Melinda è

aumentata graziealle nuove piante

messe a dimora daisoci frutticoltori

È quanto vieneraccolto ogni anno

nella Val di Non;solo il 15% dellaproduzione viene

esportato

RACCOLTO

+15%

TONNELLATE mila

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ENTI LOCALI

32 • DOSSIER • TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011

Piccoli Comuni, è necessariosalvaguardare storia e serviziTra ipotesi di accorpamento ed estensione dei vincoli del patto di stabilità,

l’assessore della Provincia autonoma di Trento, Mauro Gilmozzi il futuro degli enti locali:

«Qui la spesa standard è realtà già da tempo»

Riccardo Casini

Mentre a livello nazio-nale la riforma rela-tiva al federalismo fi-scale sembra essersi

(almeno momentaneamente) are-nata, il Trentino Alto Adige proseguenel suo cammino di riforma deglienti locali. L’istituzione delle Comu-nità di valle, avvenuta lo scorso annocon le prime elezioni, ha dotato laProvincia di Trento di un nuovo enteintermedio, ma oggi il dibattito si èesteso al futuro di tanti piccoli Co-muni (in regione quelli al di sottodei 5mila abitanti costituiscono il90,1% del totale): a incombere in-fatti sono l’estensione dei vincoli delpatto di stabilità ai Comuni sopra imille abitanti e l’ipotesi di accorpa-mento, anche se su quest’ultima ilpresidente Dellai si è già detto ten-denzialmente contrario. Sul primopunto invece Mauro Gilmozzi, as-sessore agli Enti locali della Provin-cia di Trento, ricorda che «come peril 2011, anche nel 2012 i Comunida tremila a cinquemila abitanti ri-sultano coinvolti» nel rispetto deivincoli. «In merito invece all’esten-sione dal 2013 della disciplina delpatto ai Comuni oltre i mille abi-tanti – prosegue – va evidenziato

che gli enti di ridotte dimensioni de-mografiche presentano indubbia-mente un limitato margine di ma-novra e scarsa flessibilità nellagestione del proprio bilancio: aspettiquesti che dovranno essere conside-rati nell'ambito della disciplina che,a livello provinciale, dovrà governareil patto di stabilità degli enti locali alfine di renderlo maggiormente coe-rente con la dimensione finanziariadegli stessi. Occorre comunque evi-denziare che l’applicazione per un

decennio a tutti i Comuni del-l’obiettivo di miglioramento ten-denziale del saldo finanziario, as-sieme a misure di razionalizzazionedella spesa, ha reso maggiormenteresponsabili gli enti nella propriagestione finanziaria e ha fatto loroacquisire una maggiore capacità digoverno della spesa e di utilizzodelle risorse».

Oggi però molti enti locali inItalia attraversano difficoltà a li-vello di bilancio. L’introduzione

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del criterio della spesa standardpuò essere una soluzione verso unamigliore gestione dei loro costi? «Già a partire dalla fine degli anniOttanta, per la quantificazione deitrasferimenti, gli enti locali della Pro-vincia autonoma di Trento adottanoil modello statistico della spesa stan-dard, che consente una redistribu-zione delle risorse tra Comuni sullabase del loro fabbisogno teorico dispesa, stimato in relazione alle ri-spettive caratteristiche demografiche,territoriali, turistiche e socio-econo-miche. Tale modello, in presenza diuna riduzione delle risorse finanzia-rie provinciali destinate al compartodegli enti locali, svolge una funzioneperequativa e di riequilibrio di par-

ticolare rilevanza, rico-noscendo nel contempole peculiarità degli entilocali. In particolare,sono valorizzati i Co-muni di piccole dimen-sioni, a cui è ricono-sciuta una maggiorespesa standard pro-ca-pite, il cui livello do-vrebbe tuttavia tenden-zialmente abbassarsiattraverso la gestione in

forma associata di servizi di back of-fice, come previsto dalle attuali poli-tiche provinciali».

Cosa insegna quindi la vostraesperienza?«Il raffronto tra il parametro dispesa standard stimato attraversoil modello di regressione e il livellodi spesa corrente effettiva consentedi valutare la virtuosità dei singoliComuni e di calibrare i trasferi-menti in relazione a tale virtuosità.Considerando che, oltre ai servizibase gestiti direttamente o in formaassociata dai Comuni, il livello deiservizi svolti a favore dei cittadinicome asili nido, istruzione obbli-gatoria o servizi socio-assistenziali,è regolato da politiche provinciali

che ne fissano i livelli minimi, sipuò plausibilmente ritenere chenon esistano significative disomo-geneità nell’offerta di servizi traenti con caratteristiche simili. Vaperaltro osservato che ai Comunituristici oppure ai Comuni centrodi sistema, che forniscono unamaggiore gamma di servizi rivolti aun’utenza più ampia e maggior-mente distribuita sul territorio, ilmodello riconosce una più elevataspesa standard».

Sempre in tema di piccoli Co-muni, il presidente Dellai ha riba-dito di recente la sua contrarietà alloro “accorpamento forzato”.Quali risparmi contate invece diottenere tramite la gestione asso-ciata dei servizi da parte delle Co-munità di valle?«Affrontare il tema dei piccoli Co-muni della Provincia autonoma diTrento non può prescindere dal con-siderare la loro origine storica, checostituisce il fondamento stesso dellanostra autonomia e dal quale derivala necessità di salvaguardarli e valo-rizzarne l’identità. Il particolare con-testo in cui operiamo non ha tutta-via fatto perdere di vista la necessitàdi fornire ai cittadini residenti in

Xxxxxxx XxxxxxxxxxxMauro Gilmozzi

TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011 • DOSSIER • 33

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La disciplina che a livello provincialegovernerà il Patto di stabilitàdei piccoli Comuni dovrà tener contodel loro limitato margine di manovra

Mauro Gilmozzi, assessore agli Enti locali della Provincia di Trento.

Nella pagina seguente, il presidente della Comunità della Valle di Fiemme

firma la convenzione con il difensore civico

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34 • DOSSIER • TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011

tutti i comuni, anche in quelli piùpiccoli, dei servizi adeguati alle loroesigenze. Il decentramento alle Co-munità di attività provinciali chepossono essere meglio gestite dal ter-ritorio si affianca inoltre alla possibi-lità, prevista dalla norma, di affidarealle stesse la gestione di servizi co-munali per i quali siano perseguibilieconomie di scala a livello locale.Pertanto l’iniziale possibilità, lasciataalla facoltà dei singoli comuni, digestire i propri servizi mediante leComunità, si tradurrà per alcune at-tività in un obbligo che sarà ulte-riormente rafforzato con la finanzia-ria provinciale 2012 attualmente infase di predisposizione».

Quali saranno i prossimi servizia essere trasferiti?«Al momento si è provveduto a svol-gere un’analisi dell’organizzazionedelle funzioni e dei servizi svolti da-gli enti del territorio, Comuni e Co-

munità, al fine di valutare possibilinuovi assetti organizzativi per mi-gliorare la qualità dei servizi offerti aicittadini e per produrre economie discala nella gestione dei servizi. Lasfida che i governi locali devono af-frontare oggi è infatti quella di farfronte a bisogni crescenti di servizi daparte dei cittadini potendo contaresu una sempre più ridotta disponi-bilità di risorse: l’istituzione e la va-lorizzazione del ruolo delle Comu-nità di valle quali enti di riferimentoper la gestione dei servizi comunaliconsente da un lato di raggiungeretali obiettivi e dall’altro di salvaguar-dare l’identità delle collettività localie l’autonomia delle amministrazionicomunali».

A proposito di Comunità di valle,come replica a chi le accusa di averincrementato livelli decisionali e co-sti della macchina pubblica?«In un territorio in cui oltre a una

Provincia autonoma con i poteridi un piccolo Stato vi sono 217Comuni, avere degli enti intermediè condizione imprescindibile peruna buona amministrazione, comela cooperazione e i consorzi d’im-presa. Tra le soluzioni accettabilidi cultura metropolitana e quelladella rete di matrice alpina, noi ab-biamo scelto la seconda, comescritto nella nostra storia e, au-spico, nel nostro futuro. Le Co-munità permetteranno di fare megliocon meno e costano esattamentequanto i “vecchi” Comprensori.Inoltre, mi pare che a criticare inTrentino le Comunità siano queipartiti che a livello nazionale noncredo offrano alternative migliori:infatti, le Unioni previste dall’ordi-namento statale non eliminano i Co-muni, istituiscono nuove istituzionicon relativi costi e apparati, oltre aipotizzarne l’elezione diretta».

In un territorioin cui oltre a unaProvinciacon i poteridi un piccolo Statovi sono 217 Comuni,avere degli entiintermediè indispensabile

ENTI LOCALI

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Xxxxxxx XxxxxxxxxxxMario Malossini

TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011 • DOSSIER • 35

Istituita dall’articolo 107 delloStatuto di autonomia delTrentino Alto Adige, la Com-missione dei Dodici è un or-

gano a composizione politica e tec-nica che ha il compito di elaboraree proporre le norme di attuazionedello stesso statuto, esprimendo pa-reri vincolanti. Fra le priorità com-paiono una serie di tematiche legateal trasferimento di competenze fraRoma e Trento, prima fra tuttequella in materia di federalismo fi-scale, ma anche relative a personaleamministrativo in capo allo Stato erelativa logistica, università, strade

e grandi infrastrutture. Da novem-bre 2009 il presidente della com-missione è Mario Malossini, cheoggi dice: «La mia elezione ha coin-ciso con una circostanza di granderilievo politico e istituzionale, ov-vero la firma dell’accordo di Mi-lano fra il Governo Berlusconi e ipresidenti Dellai e Durnwalder, ac-cordo che ha aperto nuove pro-spettive per le nostre autonomiespeciali».

Da allora quali sono stati i ri-sultati più importanti conseguitidalla commissione?«La traduzione in norme di attua-zione dei contenuti di quell’ac-cordo, in particolare la riscritturadel titolo VI dello statuto, che ri-guarda la nuova architettura deirapporti finanziari fra lo Stato e lenostre autonomie, ha rappresentatoda subito un impegno tuttora inatto. E la norma di attuazione, giàentrata in vigore, riguardante la de-lega sull’università alla Provincia diTrento ha segnato un altro signifi-cativo passaggio politico da partedella commissione. Altre norme diattuazione hanno interessato poi iltribunale regionale di giustizia am-ministrativa, il controllo dellaCorte dei Conti, la delega alle pro-vince sugli ammortizzatori sociali e

l’assistenza sanitaria ai detenuti».Recentemente l’assessore Gil-

mozzi ha lanciato l’allarme sul ri-spetto del patto di stabilità, chedal 2013 potrebbe coinvolgereanche i Comuni tra i mille e i tre-mila abitanti, oggi esenti. Cosacomporterebbe questo per la vo-stra regione?«Le misure volte a fronteggiare lacomplessiva situazione di difficoltàfinanziaria che sta coinvolgendotutto il sistema pubblico non po-tranno che riguardare tutti i livelliistituzionali, compreso quello deiComuni, quindi le politiche do-vranno confrontarsi qui come al-trove con le esigenze della finanzapubblica. Credo peraltro sia im-portante evidenziare che l’eventualeulteriore allargamento della basedei Comuni chiamati al rispetto deivincoli del patto di stabilità sia de-finito nell’ambito del protocollo difinanza locale stipulato tra Provin-cia autonoma e Consiglio delle au-tonomie, e quindi con il direttocoinvolgimento e la responsabiliz-zazione di tutte le autonomie lo-cali».

Una soluzione per contrastare itagli ai servizi può essere quella diuna loro gestione associata. Inche modo è possibile realizzarla

Mario Malossini, presidente della Commissione dei Dodici,

illustra come procede il trasferimento di competenze. «Ma

sull’allargamento dei Comuni interessati dal patto di

stabilità vanno coinvolte le autonomie locali»

Riccardo Casini

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Una nuova architettura dei rapporticon Roma

Mario Malossini, presidente della Commissione dei Dodici

Page 32: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

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36 • DOSSIER • TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011

senza creare ulteriori livelli deci-sionali, e quindi ulteriore buro-crazia?«Certamente una gestione associatadi servizi può creare condizioni perrazionalizzare i costi degli stessi eper ridurre conseguentemente glioneri a carico dei cittadini. In Pro-vincia di Trento la gestione obbli-gatoria di servizi in forma associatanon dovrebbe creare ulteriori livellidecisionali rispetto a quelli già esi-stenti, considerato che la gestioneobbligatoria potrà essere assicuratadalle Comunità di valle, già isti-tuite dal 2006 in sostituzione deicomprensori anche per contribuirealla maggior efficienza dei servizi eal superamento della frammenta-zione del tessuto istituzionale lo-cale. Non a caso numerose funzionitrasferite dalla Provincia ai Comunicome servizi sociali, edilizia abita-tiva o urbanistica, devono già essereesercitate obbligatoriamente attra-verso le Comunità di valle».

Dopo l’approvazione dellanorma di attuazione relativa al-l’Università di Trento, quali sonoora i prossimi progetti al vagliodella commissione?

«Di fronte alla crisi epocale deimercati finanziari che vede prota-goniste le grandi speculazioni, per ilnostro Paese si evidenzia ancora dipiù come la madre delle riformestrutturali sta nella rivisitazionedello Stato in termini federalisti.In primis, meno stato e più società;poi, una più diffusa autonomia infunzione di autogoverni regionaliche si assumono piena correspon-sabilità nella programmazione dellescelte e delle risorse. Per questo ladifesa e il rafforzamento del dise-gno costituzionale delle nostre au-tonomie speciali non rappresentanoun privilegio, ma un’ulteriore pro-spettiva per promuovere buona am-ministrazione e un virtuoso im-piego delle disponibilità finanziarie:la gente vuol vedere se l’asilo nidofunziona, se le strade sono asfal-tate, se si praticano efficienti poli-tiche per il welfare, se non si spre-cano soldi in moltiplicatori diburocrazia e così via. Il valore dellanostra autonomia speciale può edeve essere l’ulteriore opportunitàper un laboratorio positivo di au-togoverno».

Ma in quali direzioni prose-

guirà il trasferimento di compe-tenze da Roma?«Un passaggio fondamentale, che lacommissione paritetica dovrà ap-provare a breve è quello riconduci-bile alla norma di attuazione intema di nuova finanza regionale eprovinciale: in sostanza più auto-nomia e responsabilità. Sono pre-viste tra le altre cose entrate certe,come i 9/10 dei tributi erariali in-cassati nei territori provinciali, maanche un’autonomia impositivasulle materie di competenza e lacollaborazione e compartecipazionenelle azioni di accertamento fiscale.Nel contempo va detto che conl’accordo di Milano alle Province èstato chiesto di concorrere al con-seguimento degli obiettivi di pere-quazione e di solidarietà nazionaleattraverso la soppressione dell’Ivaall’importazione e della quota va-riabile, i trasferimenti sulle leggi disettore dello Stato e l’assunzione dioneri relativi all’esercizio di fun-zioni statali delegate nonché del so-stegno a progetti di sviluppo con iComuni territorialmente confi-nanti, per un totale di 100 milionidi euro annui».

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La nostra autonomiapuò e deve esserel’opportunità perun laboratoriodi autogoverno

ENTI LOCALI

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ENTI LOCALI

38 • DOSSIER • TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011

Esperienze da esportare e prenderead esempioSecondo Marino Simoni,

presidente del Consorzio dei

Comuni trentini, i piccoli enti

locali «oggi sono la ricchezza

di questo Paese». Ma

sull’ipotesi di accorpamento

dice: «Siamo favorevoli»

Riccardo Casini

Tre best practice per ilPaese: questo il contri-buto del Consorzio deiComuni trentini alla re-

cente assemblea congressuale del-l’Anci a Brindisi, dove il presidenteMarino Simoni ha presentato lapanchina in legno certificato Pefcche permette di accogliere chi simuove su carrozzine, il servizio“Dimmi” (che veicola informa-zioni 24x24 via sms) e “sensoRci-vico”, il nuovo sistema di peoplecentric sensing che raccoglie diret-tamente dai cittadini, via web omobile, le segnalazioni sul gradi-mento del proprio Comune, mo-nitorando in automatico altrefonti. «Si tratta di servizi decisa-mente innovativi – spiega Simoni –e che puntano a semplificare la vitadei cittadini, coinvolgendoli nellescelte che operano le amministra-zioni. E si inseriscono in quellagamma di servizi di qualità dai qualinon possiamo prescindere affinché il

rapporto con il cittadino sia semprepiù trasparente e proficuo».

A proposito di servizi, comecontinuare a erogarli nonostantei tagli previsti dalla manovra eco-nomica? Dove reperire le risorsenecessarie?«In questo momento la manovra digoverno penalizza gli enti locali,ma proprio per questo Regioni eProvince a statuto autonomo de-vono essere prese ad esempio per lacapacità di governare dal basso illoro futuro. Dobbiamo impegnarcimaggiormente per “esportare” lanostra esperienza. È per questo chei Comuni oggi sono la ricchezza diquesto Paese. Per garantire i serviziservono risorse, è vero, ma le ri-sorse si trovano se lo spazio ai Co-muni verrà dilatato anziché com-presso. Solo chi vive il territorio sa

cosa può dare e cosa può fare ilterritorio. Alla recente Giornata deicomuni in Trentino abbiamo por-tato a testimonianza la collabora-zione già in atto con i Comuni diconfine veneti: sono solo i primipassi per sviluppare una green eco-nomy che garantisce occupazione,idee e sostenibilità».

Secondo l’assessore Gilmozzi dal2013 il patto di stabilità potrebbeinteressare tutti i Comuni al di so-pra dei mille abitanti. Come giu-dica questo meccanismo, soprat-tutto nei confronti degli entivirtuosi?«Non possiamo nascondere chesiamo preoccupati. In ogni caso lemunicipalità trentine, e in parti-colare il loro organo di rappresen-tanza, non si chiamano certo fuorida questo momento difficile che

Una vista della val di Ledro e, a destra, Marino Simoni, presidente del Consorzio dei Comuni trentini

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Xxxxxxx XxxxxxxxxxxMarino Simoni

TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011 • DOSSIER • 39

comporta sacrifici per tutti: grazieanche all’esperienza degli anniscorsi cercheremo di fare fronteagli impegni. Per quanto riguardai meccanismi del patto di stabilitàè ovvio che dovranno essere pre-miati gli enti virtuosi. So che,quando si tratta di finanza locale,trovare la giusta chiave di lettura èassai difficile, ma in questo caso ildiscorso non è solo tecnico: lascelta infatti deve essere politica ela politica deve assumersi la re-sponsabilità di decidere. Fare oggidi tutta l’erba un fascio rischia difar emergere domani derive peri-colose. Insomma è impensabile chela virtù non venga premiata: la

buona politica paga, come la sanaamministrazione paga e deve es-sere pagata».

Come vede l’ipotesi di accorpa-mento dei piccoli Comuni, da piùparti ventilata di recente? È anchelei contrario, come il presidenteDellai, o ritiene che siano pratica-bili passi in questa direzione?«Il ragionamento è complesso edeve partire da una precisa conte-stualizzazione, senza però dimenti-care che serve anche pensare a ciòche le scelte comporteranno in unprossimo futuro. Su questo argo-mento ho già annunciato un tourtra i Comuni trentini che partirà abreve. In linea di massima siamo

comunque favorevoli all’ac-corpamento dei Comuni,purché il processo parta dalbasso e cioè dagli stessi Co-muni e che alla base di tuttociò vi sia una forte volontàpopolare. Esempi positivi, inTrentino, sono quelli che siriferiscono ai Comuni di Le-dro e di Comano Terme: inquesta direzione le indica-zioni sono partite dagli stessiComuni e la realtà odiernavede un'ottimale distribu-zione sul territorio dei ser-vizi associati. Una strada chesi sta dimostrando il migliorviatico per raggiungereobiettivi concreti».

In che modo oggi il con-sorzio tutela gli interessi deiComuni trentini? «Il consorzio è il loro sin-dacato. Tramite una serie diservizi, ma non solo, si

pone come punto di riferimentoper la vita amministrativa dellemunicipalità: presta ogni formadi assistenza con particolare ri-guardo al settore contrattuale,amministrativo, contabile, legale,fiscale, sindacale, economico etecnico; inoltre, promuove e fa-vorisce l’innovazione nei Comunie nelle Comunità attuando ini-ziative e compiendo operazioniche favoriscono un ottimale as-setto organizzativo. Ma l’attivitàdei consorzi si esplica anche nellaformazione e nell’aggiornamentoprofessionale del personale di-pendente degli enti locali. E at-traverso il Consorzio i Comunisono fortemente attivi anche nelmettere in atto i valori della Coo-perazione trentina. È uno scam-bio, che mira a porsi su scala na-zionale, con esperienze suprogetti di sostenibilità ambien-tale, bisogni di welfare e tecnolo-gie innovative».

Qual è il suo obiettivo?«Creare un mondo che tenga pre-sente le esigenze di tutti a partireda chi, come il Comune, opera nellocale e con il locale è a contattoquotidiano. È questo il senso delmanifesto partito dalle municipa-lità trentine in accordo con la Coo-perazione e la Provincia autonomadi Trento: una carta che ha comepunti di riferimento la Convezionedell’Onu per i diritti alle personecon riferimento alla disabilità, ilmanifesto del turismo accessibilee i nuovi indirizzi di digitalizza-zione e informatizzazione dellaProvincia».

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Sul patto di stabilitàil discorso non è solotecnico: la sceltadev’essere politica

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ENTI LOCALI

40 • DOSSIER • TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011

Razionalizzare partendo dalle testeIl deputato del Pdl Maurizio Del Tenno è autore di una proposta di legge sulla riorganizzazione

degli enti locali. «Ma so cosa vogliono dire identità e senso di appartenenza al territorio»

Riccardo Casini

Accorpamento dei Co-muni sotto i 5mila abi-tanti ed entro un certoraggio (15 chilometri la

distanza massima tra i municipi),facoltà alle Regioni di sopprimere leComunità montane e trasforma-zione delle Province in enti rappre-sentativi di secondo grado, espres-sione cioè della rappresentativitàdiretta e di primo grado dei Co-muni e non più della volontà deicittadini. Sono questi i punti fon-danti della proposta di legge sullariorganizzazione degli enti localilanciata in estate dal deputato son-driese del Popolo della Libertà,Maurizio Del Tenno, il cui territo-rio di provenienza pareva interes-sato dall’ipotesi di abolizione delleProvince sotto i 300mila abitanti,prevista inizialmente nella manovradel governo.«So cosa vogliono dire identità esenso di appartenenza – spiega oggiDel Tenno – visto che vivo in unpaese di 3mila anime; un paese incui, tra l’altro, la storia recente parlaproprio di un accorpamento di piùComuni, anche se oggi nessuno,nemmeno le passate generazioni, ri-corda con nostalgia quella situa-zione o accusa disagi legati a quellaattuale. Insomma, credo che spessosia l’idea stessa di cambiamento aspaventare. Venendo alla mia pro-posta di legge, questa punta a otte-

nere una maggiore razionalizzazionee un risparmio economico, almenoa medio termine. Anche se il veronodo da sciogliere resta quello deicentri decisionali: la “razionalizza-zione delle teste” è fondamentaleper ottenere risparmi, soprattuttoin termini di tempo».

Lei si è detto contrario invece al-l’abolizione delle Province, pro-ponendo una loro trasformazionein enti rappresentativi di secondogrado. Non crede sia proprio pos-sibile trasferire le loro funzioni aRegioni e Comuni, eliminando unulteriore apparato burocratico?«In territori come la Valtellina o ilTrentino, costituiti per la maggiorparte da piccoli Comuni, la Provin-cia deve rappresentare l’ente chetrova una sintesi tra i diversi inte-

ressi e che risponde all’esigenza diun tavolo per azioni programmati-che e di sviluppo relative a un terri-torio sovracomunale: in Lombar-dia, ad esempio, sarebbeimpensabile accentrare tutto a Mi-lano. Ma il disegno di legge pre-vede anche un’incentivazione a eli-minare le Comunità montane,sostituite come enti rappresentatividi secondo grado a livello sovraco-munale proprio dalle Province. Ca-pisco cosa possa significare questopunto, ma credo fosse giusto met-tere nero su bianco una proposta dicui da tempo si parlava in aula. Ilmio ddl insomma vuol essere ancheuno spunto per avviare una discus-sione: le critiche, in questo senso,sono ben accette».

Ma quale riscontro trovano in

Maurizio Del Tenno, deputato del Popolo della Libertà

Page 37: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

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La riduzione dei parlamentarisarebbe utile soprattutto per snellirele procedure decisionali

Xxxxxxx XxxxxxxxxxxMaurizio Del Tenno

TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011 • DOSSIER • 41

Parlamento proposte di leggecome la sua?«La mia proposta è stata accolta po-sitivamente dai tanti che voglionoavviare un confronto sull’argo-mento prima di essere scavalcati daun decreto ministeriale. Dall’altraparte, eliminare enti significa eli-minare rappresentanze che fannoquasi sempre capo a un orienta-mento politico: questo spiega la dif-fidenza e la volontà di preservare lostatus quo che a volte incontro eche, si badi bene, è trasversale aglischieramenti partitici. Si tratta diquella parte d’Italia, non solo diParlamento, che a parole vuole ilcambiamento ma nei fatti cerca dievitarlo».

Uno dei principali problemi deiComuni resta comunque il ri-spetto dei vincoli del patto di sta-bilità. In che modo è possibile al-lentarli ed evitare tagli a servizi

essenziali?«Premesso che il patto di stabilità ri-sponde a una direttiva europea, lapreoccupazione degli amministra-tori c’è ed è fondata. Il problemastorico dell’Italia, emerso anche inoccasione del dibattito sul federali-smo fiscale, riguarda i tagli trasver-sali e non regolamentati, per colpadei quali pagano anche gli enti vir-tuosi. Occorre invece puntare suivalori standard, che permettono dicapire chi spreca e chi no; a quelpunto sarebbe più facile intervenirecon tagli mirati. Purtroppo si trattadi una riforma che prevede costielevati in fase di startup, e senzafondi è difficile avviarla: siamo in-somma al classico cane che si mordela coda».

Dove andrebbero cercate le ri-sorse necessarie?«Penso a una vera lotta all’evasioneo a ulteriori tagli, questa volta sugli

enti nazionali. Sono consapevole diattirare delle critiche, ma credo cheuna revisione del funzionamentodella macchina pubblica statale siaimprorogabile: basti pensare che idipendenti pubblici italiani sono iltriplo rispetto a quelli tedeschi.Certo, non chiedo licenziamentisommari, ma di valutare il ricorsoad ammortizzatori sociali e a ini-ziative di formazione per ricollocareil personale in eccesso: i risparmi,anche se non nel breve periodo, sa-rebbero evidenti. Ritengo giusto an-che il taglio dei parlamentari, anchese credo che la nostra categoria siasovraccusata. E la diminuzione delnumero dei deputati sarebbe utilenon tanto per risparmiare nei costi,che sono risibili, quanto piuttostoper snellire le procedure decisionali.Che è poi la stessa finalità dell’ac-corpamento dei Comuni previstodal mio ddl».

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ENTI LOCALI

Le Comunità di valle,una presenza ingiustificataDodici mesi fa le prime elezioni. Oggi il senatore Cristano De Eccher, da sempre

contrario alla loro istituzione, prevede «difficoltà» nel confronto tra Provincia

e Comuni sulle loro competenze

Riccardo Casini

Nate un anno fa con leprime elezioni, le Co-munità di valle sono entipubblici locali previsti

dalla legge provinciale di riforma isti-tuzionale del Trentino. Enti che vannoa sostituire i comprensori preesistenti,svolgendo le attività prima esercitateda questi, oltre a molte altre trasferiteprogressivamente da Provincia e Co-muni: dall’urbanistica alle politichesociali, da quelle della casa ai servizipubblici locali. Cristano De Eccher,oggi senatore e co-coordinatore delPdl in Trentino, quando sedeva inconsiglio provinciale si oppose alla

legge di riforma che istituiva le Co-munità (lamentando un certo isola-mento anche nel centrodestra), pro-prio perché contrario a togliereprerogative e funzioni ai Comuni. Direcente il presidente della ProvinciaDellai ha dichiarato però che l’istitu-zione delle Comunità «non si confi-gura affatto come una sottrazione dicompetenze, bensì come una riorga-nizzazione dei servizi in un’ottica di“service” a favore dei Comuni». Comerisponde De Eccher? «Rivendico – re-plica – una posizione di assoluta ecoerente contrarietà a questa riforma,da un lato per motivazioni di ordine

amministrativo ed econo-mico, dall'altro culturali e va-loriali: credo infatti che il prin-cipio di appartenenza risultifondamentale per qualsiasimodello di società. In questosenso passare nell'articolazionepolitico-amministrativa daiComuni, nei quali si realizzaun forte e partecipato senti-mento di identificazione, alleComunità di valle, definite atavolino unendo in modospesso incomprensibile ambitioggettivamente poco omoge-nei, appare, proprio in questaottica, pienamente in linea

con quella filosofia di fondo della si-nistra che mira a distruggere tutti queilegami che concorrono a strutturareogni società retta e ordinata in fun-zione di quell'obiettivo di omologa-zione, livellamento e atomizzazioneche permane purtroppo come ereditàche viene da lontano».

Quali sono invece le motivazionidi ordine economico che la vede-vano “contro”?«Durante la fase delle audizioni incommissione tutti gli intervenuti, aldi là della loro posizione rispetto allaproposta in esame, hanno manife-stato forti preoccupazioni sull'incre-mento di spesa che si sarebbe inevita-bilmente determinato. Ricordo inparticolare i referenti del coordina-mento provinciale imprenditori,quindi albergatori, artigiani e com-mercianti, che, anche sulla base dipuntuali richiami su questo specificopunto, motivavano la loro forte con-trarietà all'intero provvedimento e latotale condivisione per le osservazionicritiche che avevo in precedenza illu-strato, a testimonianza del fatto che,seppure isolata all'interno del consi-glio provinciale, la mia posizione sitrovava ad avere ampio consenso nellasocietà civile. Ricordo infine come, sumia precisa richiesta, siano stati chia-

44 • DOSSIER • TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011

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mati anche il rappresentante della Vald'Aosta e soprattutto del Tirolo».

Quale fu il loro contributo?«Quest’ultimo in particolare aveva ri-badito come in tutto il mondo tede-sco risultassero positivamente presentisolo i Laender, equiparabili alle nostreRegioni, e i Comuni, liberi di asso-ciarsi, con il sistema chiamato a geo-metria variabile, per l’organizzazionedei diversi servizi. In conclusione pen-sare, a fronte di una popolazionecomplessiva di 500mila abitanti, al-l'attivazione di un ente intermedio, alseguito peraltro anche del fallimentodell'esperienza dei comprensori, de-nota irresponsabilità, arroganza e inultimo la volontà di subordinare gliinteressi collettivi alle proprie finalitàdi controllo del territorio. Quantoalla sottrazione di competenze chesembra colpire in prospettiva più iComuni che la Provincia autonomadi Trento, penso che il presidente Del-lai incontrerà qualche difficoltà nelconfronto con i sindaci, anche tra i

molti a lui politicamente affini».Oggi il dibattito verte principal-

mente sull’esigenza di tagliare i co-sti della politica. A suo avviso la ge-stione di questi enti è troppodispendiosa rispetto ai loro effet-tivi compiti? In concreto, quantosono costate e cosa hanno prodottoin questo primo anno di vita?«Il problema non è dato in realtà daicosti di gestione, allo stato ancora didifficile definizione, quanto dalla fun-zione e dall’esistenza stessa dell'ente,che appaiono senza giustificazione disorta. Peraltro al fine di una correttavalutazione in termini strettamenteeconomico-finanziari il confrontonon va impostato con la realtà preesi-stente, comunque di suo meno pro-blematica, ma con un quadro ammi-nistrativo strutturato esclusivamentesui Comuni e la Provincia autonoma,e quindi senza ente intermedio, com-prensorio o Comunità di valle chesia. Questo è a mio avviso il percorsoda seguire politicamente e da soste-

nere nel programma elettorale per il2013, fermo restando che ogni sceltaa livello di partito dovrà maturare al-l'interno degli organismi preposti».

La Lega nord intanto è intenzio-nata a proporre un referendum abro-gativo. In tal caso, come si compor-terà il Pdl? Siete disposti a sostenerlo?«L’argomento sarà affrontato nel corsodi una delle prossime riunioni del co-ordinamento regionale. Gli aspetti daconsiderare sono in ogni caso molte-plici e complessi e meritano tutti inecessari approfondimenti: si trattadi comprendere, per fare un soloesempio, se l'abrogazione della ri-forma istituzionale possa, come con-seguenza, resuscitare i comprensorimantenendo quindi irrisolto il pro-blema di fondo. Peraltro la Lega Nordnon ha sinora sollecitato un con-fronto con il Pdl su questa sua speci-fica iniziativa: disponiamo dunque ditutto il tempo per assumere le deci-sioni più responsabili, corrette e con-formi agli interessi generali».

Xxxxxxx XxxxxxxxxxxCristano De Eccher

TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011 • DOSSIER • 45

Il problemadelle Comunitànon sono i costima la loro stessaesistenza, che appareingiustificata

Nella pagina a fianco, Cristano De Eccher,

senatore e co-coordinatore del Pdl in Trentino.

A fianco, un momento degli stati generali

delle Comunità di valle dello scorso marzo

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ENTI LOCALI

46 • DOSSIER • TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011

Una decisione in controtendenza«Mentre a livello nazionale si discute l’abolizione delle Province, qui si istituisce

un nuovo ente intermedio». Maurizio Fugatti, segretario della Lega nord Trentino,

provoca: «Piuttosto darei qualche competenza alla Regione»

Riccardo Casini

Aun anno dalla loro na-scita non si placa il di-battito sulle 15 Comu-nità di valle volute

dalla Provincia autonoma diTrento. Di certo la loro istitu-zione ha fatto nascere molti puntiinterrogativi, in primis tra chi datempo invoca una riduzione deicosti della politica e lo snelli-mento dell’apparato amministra-tivo: sul primo punto, il presi-dente della Provincia Dellai hasempre sostenuto che la riformaistituzionale non introduce so-stanziali spese in più rispetto aicosti dei preesistenti compren-sori. Di certo però con le nuovecompetenze che Provincia e Co-muni dovrebbero cedere, le Co-munità di valle si troveranno agestire un tesoretto che i com-prensori non avevano, prove-niente anche dal Fondo unicoterritoriale: un fondo che finoalla riforma che ha modificato gliassetti istituzionali era gestito daisingoli Comuni e che ora verràpreso in carico unitariamentedalle varie Comunità. Ma l’ul-timo colpo di scena di questoprimo travagliato anno vienedalla Lega nord Trentino, chenelle scorse settimane ha addirit-tura proposto un referendum

abrogativo per abolire i nuovienti. I motivi di questa iniziativali spiega Maurizio Fugatti, depu-tato e segretario della Lega nordTrentino.

A un anno dall’elezione deiloro organi direttivi come giu-dica il cammino delle Comunità

di valle? Da più parti si punta ildito contro l’incremento dei li-velli decisionali e dei costi che laloro istituzione ha comportato.Sono questi i principali punti aloro sfavore? «Le Comunità si stanno dimo-strando un fallimento: in un anno

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Xxxxxxx XxxxxxxxxxxMaurizio Fugatti

TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011 • DOSSIER • 47

di attività si sono riunite pochis-sime volte. E lo hanno fatto per de-liberare su indennità delle giunte,ubicazione della sede della Comu-nità, acquisto attrezzature per lasede stessa e poco altro. In praticanon hanno competenze, e le giuntedella Comunità sono costrette ainventarsi di andare a incontrarele giunte dei Comuni per far ve-dere che stanno facendo qualcosa.In qualche piccola comunità il nu-mero di convocazioni in un annonon ha raggiunto nemmeno le cin-que unità; in un caso la Comunitàsi riunisce in questi giorni ed era damarzo che non veniva convocata.L’imbarazzo è palese anche neimembri della giunta delle Comu-nità che si sentono in una situa-zione di forte disagio».

Ma in ottica futura l’accorpa-mento di funzioni tra Comuniportato da questi enti non ri-sponde invece a un’esigenza dirazionalizzazione, oggi moltosentita?«A livello nazionale si sta discu-tendo di abolire le Province, entiintermedi tra Regione e Comuni;in Trentino invece, in totale con-trotendenza, si istituisce un enteintermedio tra i Comuni e la Pro-vincia. Difficile che i cittadinipossano capire una simile deci-

sione. La razionalizzazione vafatta, ma non istituendo unnuovo ente, semmai eventual-mente favorendo le collaborazionivolontarie tra Comuni su deter-minati settori. La legge nazionaleappena approvata prevede soloper i Comuni sotto i mille abi-tanti un obbligo di unione, abo-lendo però le giunte comunali eistituendo le Unioni comunali. IComuni sotto i mille abitantiinoltre, se dimostrano di rispet-tare criteri di efficienza e rispar-mio, possono rimanere autonomi.La differenza con Trento è em-blematica: qui si istituiscono leComunità di valle obbligandotutti i Comuni, non solo quellisotto i mille abitanti, ad aderire,lasciando però in vita le giuntecomunali, e quindi i posti di go-verno e i relativi costi, senza por-tare a un effettivo risparmio».

Negli ultimi mesi la Lega nordsi sta muovendo in direzione diun referendum abrogativo.Crede che il quorum, e primaancora il numero di firme ne-cessario, siano raggiungibili?Non pensa che andrebbe lasciatoil tempo a questi enti di muo-vere i primi passi?«I primi passi le Comunità lihanno già mossi e non hanno

fatto un granché. Il referendum èuno strumento per far esprimerei cittadini e capire se vogliono omeno queste strutture. Non di-mentichiamo che al voto dell’ot-tobre 2010 andò circa il 40% de-gli aventi diritto: le Comunitàfurono già allora sconfessate daglielettori. Credo che non ci sa-ranno problemi a raccogliere le8mila firme necessarie; il quorumpoi verrà raggiunto perché in unmomento di crisi economica lagente è molto sensibile su costiinutili».

Nel vostro disegno quali entidovrebbero allora assolvere allefunzioni rese necessarie dallostatuto di autonomia e a quelleche verranno introdotte dal-l’eventuale riforma federalistasempre inseguita dalla Lega?«I Comuni e la Provincia devonoassolvere a tali funzioni. I Comunilo potranno fare favorendo le col-laborazioni volontarie tra Co-muni. Altre funzioni potranno an-dare in capo alla Provincia. E, pursapendo di dire una provocazionesarebbe interessante, all’internodel perimetro dello statuto di au-tonomia, magari dare qualchecompetenza alla Regione che è or-mai un ente svuotato da lustri dipolitica di centrosinistra».

In un momentodi crisi economicala gente è moltosensibile su costiinutili come questi

Maurizio Fugatti, deputato e segretario Lega nord Trentino

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ACCESSO AL CREDITO

50 • DOSSIER • TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011

I confidi al tempo della crisi,limiti e opportunitàLe turbolenze dello scenario economico hanno rilanciato una nuova diffusa consapevolezza

sull’importante funzione svolta dai consorzi di garanzia collettiva dei fidi. Il docente Luca

Erzegovesi esamina le attuali fasi di trasformazione del sistema

Francesca Druidi

Traghettare le piccole e medie impreseoltre lo scoglio della crisi individuaun imperativo funzionale per il si-stema economico italiano. In un

contesto critico come quello odierno, caratte-rizzato dalle difficoltà d’accesso al credito permolte di queste realtà produttive, i confidistanno svolgendo un ruolo decisivo nel rap-porto tra aziende e istituti di credito. Il ruolo deiconfidi è analizzato, tra ostacoli e prospettive fu-ture, da Luca Erzegovesi, docente presso la fa-coltà di Economia dell’Università degli studi diTrento.

Con la riforma del titolo V del Testo unicobancario, introdotta dal decreto legislativo141 del 13 agosto 2010, si è aperta una nuova

stagione nel settore dei confidi, che riguardasia i confidi minori che quelli di maggiori di-mensioni. Come si delinea, dunque, lo sce-nario italiano e, soprattutto, con quali pro-spettive future?«Oggi il sistema comprende 49 confidi iscrittiall’elenco ex art. 107 Tub, vigilati dalla Bancad’Italia. Dovrebbero diventare 55-60 nei pros-simi mesi. Detengono l’80% circa dello stock digaranzie, in base ai dati forniti da Assoconfidi.Possono erogare garanzie efficaci secondo le re-gole di Basilea 2. Ci sono 620 confidi “minori”iscritti presso la Banca d’Italia, di fatto non re-golamentati. Di questi, 250 sono affiliati a sigleassociative e pesano sul sistema per il 18% circa.Dei 370 confidi minori non affiliati, molti nonsono operativi. Con il decreto141/2010, il tra-dizionale divario tra confidi minori, non rego-lamentati, e confidi vigilati dovrebbe attenuarsi.I primi saranno monitorati da un apposito or-ganismo di supervisione, da costituirsi entrol’anno. I confidi maggiori trasmigreranno nelnuovo albo degli intermediari finanziari previ-sto sempre dal decreto 141/2010. Saranno sog-getti a un impianto di vigilanza equivalente aquello delle banche, rafforzato rispetto alla nor-mativa precedente».

Il ruolo dei confidi a sostegno delle piccolee medie imprese costituisce un volano deci-sivo per promuovere la crescita. Senza la loroazione nel biennio 2008-2009 le difficoltà

Palazzo Koch, sede

della Banca d’Italia

Page 47: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

Xxxxxxx XxxxxxxxxxxLuca Erzegovesi

TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011 • DOSSIER • 51

delle pmi si sarebbero, infatti, accentuate no-tevolmente. Quali le principali sfide e que-stioni da affrontare allo stato attuale, tenutoconto delle turbolenze finanziarie nazionalie internazionali?«I confidi, sin dall’immediato “dopo-Lehman”,hanno fatto molto per sostenere la liquiditàdelle pmi colpite dalla crisi. Dal dicembre 2008sono state lanciate molte azioni in tal senso, ba-sate sulla collaborazione tra enti pubblici (Stato,Regioni, Camere di Commercio), banche econfidi. Oggi, purtroppo, la situazione si è irri-gidita e le azioni basate sul credito sono menopraticabili rispetto a due anni fa. Scarseggianoi fondi pubblici destinati alle garanzie. Le ban-che fanno selezione e sono meno propense a la-vorare con la clientela tipo dei confidi, com-plessivamente più fragile. Ma è lo stessostrumento del credito garantito a essere in di-scussione. Per molte aziende, gli squilibri fi-nanziari non sono temporanei, ma strutturali. Ilcredito è una cura palliativa. Servono azionipiù radicali, di ristrutturazione o accompagna-mento verso una liquidazione ordinata».

È possibile migliorare nel complesso i rap-porti dei confidi con il sistema bancario percontenere la rischiosità del credito?«Sì, lo ritengo possibile. Occorre però ripensarealla radice la partnership tra banca e confidi inun contesto che è drammaticamente cambiato.Oggi le banche sono sulla difensiva. Il canaleconfidi non ha più l’appeal commerciale di untempo e veicola operazioni poco redditizie ri-spetto al rischio. Semmai, il confidi interessaquando assorbe una parte delle perdite attese ene scarica il costo sull’impresa o sui fondi pub-blici. È urgente superare questo antagonismo dicorto respiro. Ci sono diverse opportunità perfarlo. La banca e il confidi possono gestire inmaniera coordinata e più efficiente le pratichedi fido, con formati elettronici standard. Più diogni altra cosa, il confidi può far valere il suoruolo di garante della sana gestione dell’im-presa, oltre che del rischio di default. Per farquesto, la garanzia deve essere accompagnata daservizi di assistenza finanziaria alle pmi».

Ritiene siano necessari ulteriori aggiusta-menti normativi o inerenti ad esempio alla ri- � �

Sopra,

Luca Erzegovesi,

docente presso la

facoltà di Economia

dell’Università degli

studi di Trento

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XXXXXXXXXXX

52 • DOSSIER • TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011

patrimonializzazione per quanto riguarda iconfidi a livello nazionale?«Il quadro normativo ha già subito riformestrutturali negli ultimi dieci anni. Non ritengoopportuno modificarlo ancora. Occorre com-pletare il percorso di attuazione delle normegià varate, con le opportune correzioni di rotta.Può giovare una semplificazione del quadro divigilanza, e il settore ne sta discutendo con laBanca d’Italia. I confidi “107” devono ancoratrovare un modello di business sostenibile, checonsenta di erogare garanzie efficaci per Basilea2, cosa che oggi i più possono fare soltantosulla carta. Tra i confidi “106” potrebbe cam-biare molto o non cambiare nulla. Tutto di-pende da come funzionerà l’organismo, previ-sto dal decreto legislativo 141, incaricato dellavigilanza sui confidi minori. Quanto alla ripa-trimonializzazione, si tratta di un problema ge-neralizzato. Non serve aprire il capitale dei con-fidi alle banche, che hanno già i loro problemi.Le risorse pubbliche sono in calo, e se ne con-sumeranno molte per sanare le crisi già matu-rate. Occorre che il confidi trovi nuove fonti direddito, sviluppando servizi nuovi, come la con-

sulenza continuativa alla finanza d’impresa».Come valuta la situazione in Trentino Alto

Adige sul fronte del sistema confidi e del-l’erogazione del credito alle imprese?«La situazione dei confidi è molto diversa nelledue province. In Trentino, troviamo tre confidi“107”, con garanzie in essere superiori a 400 mi-lioni di euro. In Alto Adige operano quattroconfidi, con uno stock garantito di 75 milionicirca. I motivi di questa differenza stanno nellepolitiche seguite dalle due amministrazioni pro-vinciali. La Provincia di Trento ha sostenuto iconfidi con apporti stabili ed elevati ai fondi ri-schi. Nel dopo-crisi ha varato ben cinque pro-grammi di riassetto finanziario delle imprese. LaProvincia di Bolzano ha affidato ai confidi unruolo più focalizzato, ma è in discussione unalegge di riforma che punta a rafforzarli e a farlicrescere. La situazione del credito nelle due pro-vince presenta delle criticità. I flussi a incaglioe a sofferenza rimangono elevati. Alcune banchehanno problemi di funding. Nel complesso, vameglio che nel resto d’Italia per la presenzadelle casse rurali e delle altre banche locali. Maoccorre restare vigili».

ACCESSO AL CREDITO

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Occorre che il confidi trovi nuovefonti di reddito, sviluppando servizinuovi, come la consulenzacontinuativa alla finanza d’impresa

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Page 49: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

Xxxxxxx XxxxxxxxxxxClaudio Grassi

TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011 • DOSSIER • 53

Migliora il vitivinicoloÈ una fotografia dai contorni favorevoli quella scattata da Claudio Grassi,

direttore di Cooperfidi, all’economia del territorio, dove il consorzio di garanzia fidi

svolge un importante ruolo operativo al fianco di cooperative e imprenditori agricoli

Francesca Druidi

Èpositivo il bilancio 2010 per Cooper-fidi: il patrimonio ha toccato quota68 milioni di euro, mentre le garanziehanno superato i 136 milioni di euro

con una crescita della base sociale, che conta1095 soci. A commentare la situazione attuale egli scenari futuri è il direttore Claudio Grassi.

I risultati del consorzio di garanzia fidi delmovimento cooperativo riflettono in qualchemodo l’andamento dei settori in cui operanole aziende associate. Quali sono i compartimaggiormente in difficoltà e, in generale, glielementi sui quali intervenire?«In questo momento, soffrono soprattutto il com-parto dell’edilizia, nel quale siamo presenti solomarginalmente, e le industrie che non hanno sa-puto o potuto sviluppare prodotti che incorpo-rano qualità e innovazione. La Provincia di Trentosta muovendosi bene promuovendo, da un lato,l’innovazione e l’internazionalizzazione e, dall’al-tro, stimolando una domanda interna per l’edili-zia. Da parte nostra, agevoleremo l’accesso al cre-dito, reso ancora più difficile dalla carenza diliquidità del sistema finanziario».

Cooperfidi ha garantito nel 2010 finanzia-menti per 41,3 milioni di euro portando ilmonte garanzie a 136 milioni, in aumentodell’8% rispetto all’anno precedente. Versoquali operazioni in particolare sono state de-stinate queste risorse? Come stanno reagendole aziende associate?«Nel 2010 ci siamo dedicati in prevalenza al set-tore della zootecnia e della filiera del latte, oltre alcomparto vitivinicolo. I due settori si trovano at-tualmente in condizioni migliori, aiutati dall’au-mento dei prezzi. In entrambi i casi, abbiamo no-

tato una buona reattività nelle nostre associate, chehanno migliorato il loro assetto industriale ehanno sviluppato efficaci politiche di mercato».

Con quali leve si possono sostenere le pmi,tenuto conto delle previsioni sull’andamentodell’economia del territorio e delle condizionidell’accesso al credito?«Il panorama esterno, in questo momento, non èdei migliori. Bisogna, tuttavia, tenere i nervi saldi:i fondamentali delle nostre imprese produttivesono generalmente buoni e dalla crisi si uscirà conaziende più forti».

In che misura l’avvento di Basilea 3 e lo statodi salute precario della finanza a livello mon-diale, si faranno sentire sullo scenario dei con-fidi italiano e, nello specifico, del vostro con-testo di azione?«I contadini nostri soci citano spesso un lorodetto: “è inutile chiudere le porte della stallaquando i buoi sono già scappati”. Con tutto il ri-spetto per gli economisti e i banchieri che hannoelaborato Basilea 3, mi pare che giunga nel mo-mento sbagliato».

Claudio Grassi,

direttore di Cooperfidi

Page 50: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

ACCESSO AL CREDITO

54 • DOSSIER • TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011

Sostenere l’economia localecontenendo i costiLa crisi attuale, pur con le difficoltà che comporta, può sollecitare cambi di rotta

e aggiustamenti significativi nell’ottica di acquisire competitività.

Lo sostiene Norbert Plattner, presidente della Cassa di risparmio di Bolzano

Francesca Druidi

Si presenta solido il valore dei dati di bi-lancio realizzati dalla Cassa di rispar-mio di Bolzano in relazione all’eserci-zio 2010. In rialzo il risultato operativonetto, che cresce di circa il 10% atte-

standosi sui 29,1 milioni di euro. Aumentano del6,2% anche gli impieghi verso la clientela, rag-

giungendo quota 7,2 miliardidi euro. A destare però preoc-cupazione è, come spiega il pre-sidente dell’istituto NorbertPlattner, un clima generale diinstabilità che getta ombre lun-ghe sul futuro.

Qual è la sua valutazionedell’attuale mercato del cre-dito in Alto Adige, ma anchenel Triveneto dove siete pre-senti?«In Alto Adige, come nel Trive-neto, il mercato del credito è ca-ratterizzato in questo momentoda una domanda piuttosto de-

bole, segno che la situazione di incertezza suimercati - ed economica in generale - frena la pro-pensione agli investimenti. Per quanto riguardala nostra banca, il credito viene concesso in modonormale, come sempre, alle famiglie e alle im-prese meritevoli, però sappiamo che altri istitutiiniziano ad applicare una politica creditizia piut-tosto restrittiva».

Quali sono le sfide oggi per una banca dalla

spiccata vocazione territoriale come la Cassa dirisparmio di Bolzano?«Le sfide sono molteplici. La prima è quella di farcomprendere alle persone che il nostro tipo dibanca, in questi anni di crisi, garantisce più si-curezza. Il fatto che non abbiamo mai investitoil denaro dei nostri clienti in titoli rischiosi, comegreci o derivati, costituisce una garanzia che le ri-sorse le abbiamo investite meglio rispetto ad al-tri soggetti. Dobbiamo dire ad alta voce che sonostate le piccole e medie banche territoriali adavere maggiormente sostenuto il territorio, con-tinuando a dare affidamenti alle famiglie e alleimprese. Inoltre, con i margini ridotti che haoggi il settore, dobbiamo essere pronti a studiareprodotti innovativi per la clientela e organizzarcial meglio per un obbligato, necessario, risparmiodei costi. Non si può spingere sulla leva dei tassielevati. Le crisi servono anche a questo, a esami-nare bene la situazione ed essere più snelli e com-petitivi domani».

Su quali elementi vi siete concentrati perridurre i costi?«Sul processo di back office, ossia quello che nonsuccede allo sportello. Si possono realizzare eco-nomie se tutte le dinamiche di gestione che labanca mette in pratica, vengono effettuate inmodo più razionale».

Quali settori produttivi mostrano particolaredinamismo e quali, invece, segnano il passo?«In Alto Adige l’eccellenza è rappresentata dalturismo che, nelle ultime stagioni, è andato a

Norbert Plattner,

presidente della Cassa

di risparmio di Bolzano

Page 51: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

Xxxxxxx XxxxxxxxxxxNorbert Plattner

TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011 • DOSSIER • 55

gonfie vele. Per il 2011 si annuncia quasi un’an-nata record. In un territorio come il nostro, dovegli affidamenti della banca risultano il 35-40% perquesto settore, se il comparto va bene abbiamomeno difficoltà. La situazione economica generaleè buona, l’unico vero settore problematico restaquello dell’edilizia e delle costruzioni. Gli altri rea-lizzano buone performance, anzi stanno rag-giungendo i livelli pre-crisi del 2008. Nel Trive-neto, oltre all’edilizia, anche altri settori industrialie dell’artigianato mostrano qualche criticità».

Com’è la situazione del credito alle famiglie? «Le famiglie fanno più fatica di una volta ad ac-cedere velocemente ai mutui per l’acquisto dellacasa. L’incertezza che regna si fa sentire, mo-strando possibilità di risparmio minori rispetto aqualche anno fa».

E come si profila il rapporto con i confidi?«Il rapporto è buono. Ora la nostra Provinciaspinge verso l’unificazione dei confidi, per age-volare l’utilizzo della leva provinciale di sostegno,ma anche per evitare che le banche collaborinocon molti soggetti diversi».

Alla Cassa di risparmio di Bolzano, Moody’s

ha abbassato il rating sulla raccolta a medio-lungo, che passa da A2 a Baa2, mentre quellosulla raccolta a breve passa da Prime-1 aPrime-2. In che misura inciderà questa valu-tazione sull’andamento dell’istituto?«Il rating è stato abbassato per l’Italia e, di conse-guenza, per le banche del territorio. Non stiamosubendo un downgrading individuale, fatto sumisura per noi. Moody’s ha abbassato il rating inmaniera generalizzata, senza considerare il singolocaso. Queste classificazioni negative non fannomai bene, né al mercato né all’istituto di credito.Conseguenza di un rating negativo è un pesomaggiore del costo dell’approvigionamento deldenaro. Questo vale in generale, ma si ripercuo-terà anche in un aumento del costo del denaro perchi si rivolgerà a noi. È una catena che si innesca».

Quali sono le prospettive per i prossimimesi?«Sono diventato più pessimista, perché le turbo-lenze proseguono e non hanno trovato una so-luzione. Anche i problemi politici ci danneg-giano. È uno scenario difficile, dove si devenavigare a vista».

In alto, la sede

della Cassa di risparmio

di Bolzano

��

Sono state le piccolee medie banche territorialiad aver maggiormentesostenuto il territorio

Page 52: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

ACCESSO AL CREDITO

56 • DOSSIER • TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011

L’obiettivo è recuperare liquiditàAccesso al credito e risorse per gli investimenti. Sono gli orizzonti sui quali si concentrerà nei

prossimi mesi l’azione della Cooperativa artigiana di garanzia, insieme a banche e istituzioni.

Ne parla il presidente Giuseppe Bertolini

Francesca Druidi

La Cooperativa artigiana di garanziasi conferma un forte interlocutoredel mondo artigiano, il quale iden-tifica una componente importante

del tessuto produttivo trentino. Sono attual-mente 5.700 le aziende associate e i finanzia-menti garantiti in essere ammontano a circa180 milioni di euro. L’utile d’esercizio 2010della Cag ha toccato quota 1 milione 470mila euro; le sofferenze sono circa il 5,8% sultotale degli affidamenti, mentre il patrimoniodi vigilanza si attesta attorno ai 23 milioni725 mila euro, pari a circa il 24% dei rischiin essere. Il presidente della Cooperativa ar-tigiana di garanzia Giuseppe Bertolini illustrale misure allo studio per alleviare le criticitàattuali delle aziende.

Come commenta lo scenario in cui operala Cooperativa artigiana di garanzia?«Si sconta il periodo che stiamo vivendo, contutte le difficoltà che tipicamente caratteriz-zano le piccole aziende. Difficoltà che stannoaccentuandosi nel 2011, soprattutto sul ver-sante dell’accesso al credito. Siamo in unafase nella quale anche le banche soffrono dicrisi di liquidità e si registra una selettività piùaccentuata nel concedere finanziamenti allerealtà produttive. Il Trentino presenta qualchevantaggio in più rispetto ad altre zone, inquanto il sistema di credito cooperativo ha dasempre sostenuto le piccole aziende. Oggiperò anche questo soggetto fatica a dare ilgiusto ossigeno alle imprese. La liquidità rap-presenta il problema centrale: le banche fati-cano a concedere i prestiti, le aziende non in-cassano con regolarità. Questo genera una

ricaduta generale. C’è poi daevidenziare come molteaziende artigiane lavorino insubappalto, scontando ancoradi più il problema. A ciò siaggiunge l’attuale, progres-siva, riduzione dei margini,soprattutto nel settore del-l’edilizia. Anche questo fat-tore contribuisce ad alimen-tare il deficit di liquidità».

Quali interventi sono pre-visti per aiutare i vostri soci? «Il ruolo della garanzia èquello di sostenere le realtàproduttive, pur con tutti i li-miti esistenti. Come tutti glienti vigilati, abbiamo l’ob-bligo di mantenere un equili-brio tra rischio assunto e pa-trimonio, anche se in questomomento il patrimonio ga-rantisce ampiamente il rischio che abbiamo incasa. È previsto, di concerto con il sistema dicredito delle banche, un rafforzamento delruolo della garanzia, prevedendo però anchedei limiti massimi di perdita. Si tratta di unragionamento tuttora in corso, dove occorretrovare un punto d’incontro tra le esigenzedelle banche, del confidi e delle imprese.Serve un sistema che “fortifichi” la garanziaofferta dal confidi, rendendola più spendibileper la banca, in modo che l’artigiano riesca apresentarsi con maggiori possibilità di otte-nere credito. Questo per quanto riguarda ilvalore della garanzia. Con la Provincia

Giuseppe Bertolini,

presidente della

Cooperativa

artigiana di garanzia

Page 53: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

Xxxxxxx XxxxxxxxxxxGiuseppe Bertolini

TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011 • DOSSIER • 57

stiamo, inoltre, ragionando sul tema del so-stegno ai finanziamenti per gli investimenti.Predisporre formule e strumenti in grado diaiutare gli artigiani a investire, costituisceuno degli obiettivi prioritari del 2012».

Quali sono, allo stato attuale, le specifi-che esigenze degli artigiani?«In primis, raggiungere un nuovo equilibrio sulfronte della liquidità e della gestione finanziaria.La maggioranza delle aziende risulta, infatti, insofferenza da questo punto di vista. Abbiamo il40% delle imprese che gravita attorno al mondodell’edilizia che adesso è in difficoltà. L’obiettivoper il settore è quello di uscire da questa fase digrossa crisi, dove il nodo centrale è trovarenuove opportunità di lavoro e di commesse perguardare avanti. A parte qualche realtà in gradodi ritagliarsi comunque un proprio spaziod’azione positivo, la maggioranza delle impreseha paura dell’incapacità di riuscire a tenere unagestione ottimale della liquidità, tra sofferenzecome il mancato rispetto dei limiti di fido o dif-

ficoltà a pagare con puntualità. Tutto ciò pre-clude agli imprenditori la possibilità di pro-grammare gli investimenti. Affrontare questotipo di problematiche quotidiane significaspesso concentrare le energie solo in questa di-rezione, senza proiezione sul futuro e con unaprovvisorietà di fondo che, di fatto, non incen-tiva gli investimenti. Per questo, sono più chemai necessarie formule che aiutino gli impren-ditori a investire».

Come valuta il rapporto della Coopera-tiva con le banche del territorio?«Il Trentino rappresenta un’oasi felice, ma inquesto momento soffre anche il sistema dicredito cooperativo, a cui va dato comunqueatto di essersi fatto carico in larga misuradella piccola impresa. Il risultato è una mag-giore selezione rispetto alla concessione delcredito. Stiamo perciò ragionando anche conle banche, pur con i limiti che sappiamo, perrealizzare politiche capaci di garantire la giu-sta liquidità alle aziende».

� �Molte aziende artigiane lavorano in subappalto,scontando ancora di più il problema della liquidità

Page 54: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

Crescita del sistema economico lo-cale, rigore nella gestione delle ri-sorse pubbliche e coesione sociale.Sono queste le parole chiave della

manovra di bilancio 2012 presentata di recentedal presidente della Provincia autonoma diTrento, Lorenzo Dellai. «Innanzitutto vogliamoindividuare e sviluppare una serie di interventidi natura strutturale che siano in grado di ri-lanciare la crescita e con essa l’occupazione –spiega Dellai –. Una sfida non semplice, data larapidità con cui evolvono le condizioni di con-testo, ma possibile grazie al buono stato e aimargini di miglioramento del sistema socio-economico provinciale».

Su quali priorità punterete per il rilancioeconomico?«Un’attenzione particolare verrà riservata a tuttiquei settori e a quelle filiere capaci di assicurarealla piattaforma produttiva del Trentino inno-vazione e competitività: penso, ad esempio, al-l’ampio ventaglio di attività comprese nella de-finizione di green economy, dall’energia allegno, dall’edilizia sostenibile ai trasporti, allereti telematiche. Fra le priorità vi è inoltre la de-finizione di nuove modalità di incentivazionedel sistema delle imprese. L’azione pubblica do-vrà favorire la loro crescita dimensionale, ancheagevolando la formazione di reti, sostenere laloro apertura internazionale, promuovere unpiù elevato livello di innovazione, perfezio-

MERCATO DEL LAVORO

58 • DOSSIER • TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011

Stringere il nodo tra formazione,ricerca e impresaIl presidente Lorenzo Dellai illustra gli interventi messi in campo dalla Provincia autonoma

di Trento per il rilancio dell’economia e dell’occupazione. «Il rigore – avverte – deve essere

il necessario corollario di tutte le politiche orientate allo sviluppo»

Michela Evangelisti

Page 55: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

Xxxxxxx XxxxxxxxxxxLorenzo Dellai

TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011 • DOSSIER • 59

nando il rapporto con l’università e i centri diricerca».

La 26esima edizione del rapporto sull’oc-cupazione in provincia parla di segnali di ri-presa: quali sono le linee guida del pianotriennale 2011-2013 delle politiche del la-voro approvato dalla giunta? «Le azioni che abbiamo previsto puntano inparticolare a migliorare la condizione profes-sionale e occupazionale dei giovani tra i 16 e i35 anni, anche attraverso incentivi e contributiai datori di lavoro. Vogliamo intervenire sia sulversante dell’ingresso sia su quello della stabi-lizzazione dei posti di lavoro. In particolare,l’Agenzia provinciale del lavoro erogherà in-centivi economici ai datori che assumono gio-vani precari atipici con contratti a tempo inde-terminato o a tempo determinato di lungadurata, cioè di almeno 24 mesi. In questo am-bito sono previsti anche incentivi per l’assun-zione di giovani genitori disoccupati».

In particolare intendete rafforzare il con-tratto di apprendistato.«Le azioni previste hanno l’obiettivo di contra-stare la dispersione scolastica e contenere il nu-

mero dei giovani che non proseguono l’iter sco-lastico ma non entrano neanche nel mondo dellavoro; ciò attraverso servizi di orientamento epercorsi di formazione mirati, nonché incentivialla stabilizzazione del posto di lavoro mediantel’assunzione, al termine dell’apprendistato, concontratto a tempo indeterminato. A sostegnodell’apprendistato professionalizzante s’inter-viene sia attraverso la semplificazione burocra-tica e i servizi di assistenza alle aziende, sia me-diante incentivi per favorire la continuità deipercorsi. Sul versante dell’inserimento lavorativodei giovani secondo modalità che concilianolavoro e alta formazione, infine, sono previstetutta una serie di azioni di sostegno fra cui, dinuovo, contributi economici alle aziende per losviluppo di percorsi ad hoc, di cui un domanilo stesso datore possa beneficiare».

Nella classifica stilata da Eurostat sulla di-soccupazione giovanile la vicina provincia diBolzano si attesta all’11esimo posto, mentreper trovare la provincia di Trento bisognascendere al 97esimo. Come si spiega questadifferenza di velocità tra due realtà così vicineed egualmente autonome?

In alto,

Lorenzo Dellai,

presidente della

Provincia autonoma

di Trento

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Occorre contenere il divariotra domanda e offerta dispecifiche professionalità

Page 56: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

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«La differenza è data dal fatto che molti giovanibolzanini ricorrono all’apprendistato - trascor-rendo in aula solo una frazione minima del lorotempo, in genere un giorno a settimana - e finda subito vengono catalogati come forza lavorooccupata. In provincia di Trento, invece, il gio-vane prima frequenta gli istituti di formazioneprofessionale a tempo pieno, poi entra nelmondo del lavoro. Solo al termine del percorsodi studi si ritrova a cercare attivamente un’oc-cupazione e viene inserito nella categoria dellaforza lavoro, come disoccupato. Resta comun-que il fatto che anche noi in Trentino dob-biamo potenziare la categoria dell’apprendi-stato».

Un tassello fondamentale per favorire l’oc-cupazione giovanile èrappresentato dalla for-mazione. Quali sono inprovincia i margini dimiglioramento dell’of-ferta?«Abbiamo compiuto inquesti anni un lungo per-corso per ottimizzare lanostra offerta formativache, peraltro, è semprestata molto alta. L’obiet-

tivo prioritario oggi è contenere il divario tra do-manda delle imprese e offerta di specifiche pro-fessionalità, un obiettivo possibile potenziandoulteriormente le attività di studio e di ricerca, diinformazione e di orientamento a sostegno dellescelte di carriera dei giovani, nonché con misurenuove, come ad esempio la creazione della“Città dei mestieri” a Trento, o la realizzazionedi poli scolastici di nuova concezione, specienelle discipline tecniche, che mettano assieme laformazione, la ricerca e l’attività d’impresa».

Il tasso di disoccupazione femminile inTrentino tocca il 5,3%. Come intervenire perridurre questo differenziale di genere? «Gli interventi che la Provincia mette in campoprevedono, oltre agli incentivi economici perl’assunzione delle giovani lavoratrici, anche op-portunità di flessibilizzazione dell’impegno la-vorativo e di conciliazione famiglia-lavoro. Tuttoquesto va ricondotto anche a un più generale di-segno di tutela e valorizzazione della famiglia edella natalità, sistematizzato con legge dalla Pro-vincia e diventato in qualche modo un’espe-rienza apripista nel nostro Paese. L’Agenzia dellavoro, inoltre, ha in cantiere progetti di inseri-mento occupazionale per giovani donne chesono in possesso di titoli di studio poco richie-sti dal mercato».

60 • DOSSIER • TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011

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MERCATO DEL LAVORO

Page 57: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

Walter Viola

TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011 • DOSSIER • 61

«Rispetto agli obiettivi dichiaratidella crescita e dell’occupa-zione, le linee politiche por-tate avanti dal presidente nella

sua relazione appaiono inadeguate e insuffi-cienti». Non ricorre a mezzi termini WalterViola, presidente del gruppo Pdl nel consiglioprovinciale di Trento, nel commentare la pre-sentazione da parte di Lorenzo Dellai della ma-novra di bilancio 2012; una manovra che sipropone, nonostante il grado di incertezza delloscenario globale, di confermare i progetti stra-tegici di investimento sul capitale umano e sulleinfrastrutture già definiti nel programma di le-gislatura, accelerando i processi di riforma dellapubblica amministrazione trentina e adottandoulteriori misure per stimolare l’economia delterritorio. «Nonostante la crisi economica, chedovrebbe indurre la giunta provinciale a una

profonda revisione dei propri interventi –incalza Viola – l’ente pubblico con i

suoi moltissimi satelliti, e mi riferiscoalla galassia delle società controllate e

collegate, continua a essere conside-rato il principale motore dello svi-luppo e il centro del sistema».Quali sarebbero, dunque, lemisure più urgenti da applicareper favorire davvero lo sviluppoeconomico del territorio?«Occorre innanzitutto ridimensio-

nare il ruolo dell’apparato pub-blico, che il governo di centro-sinistra ha enormemente

dilatato negli ultimi 15-16 anni. Solo così saràpossibile restituire il primato alle imprese e allasocietà civile, al cui servizio la Provincia deveporsi, puntando da un lato a un deciso allegge-rimento della burocrazia, dall’altro al poten-ziamento delle infrastrutture di collegamento».

Secondo dati Istat relativi al secondo trime-stre 2011, nella provincia di Trento si è regi-strato un significativo miglioramento nelmercato del lavoro: le forze lavoro hannoraggiunto le 242.000 unità, in crescitadell’1,6% su base annua, gli occupati sonoaumentati di circa 5.400 unità, mentre i di-soccupati si sono ridotti di poco meno di1.700 unità. Come giudica il pacchetto dellemisure occupazionali della Provincia rivolteai giovani? «Certo nessuno nega i dati positivi, anzi, ma sa-rebbe un errore sottovalutare alcuni segnali pre-occupanti: l’accresciuto ricorso alla cassa inte-grazione registrato negli ultimi mesi; laquestione dei quarantenni e cinquantenniespulsi dal mercato del lavoro che faticano arientrarvi e che hanno bisogno di strumentiformativi e di supporto flessibili e adeguati;l’enorme difficoltà di accesso al mondo del la-voro che molti giovani oggi incontrano. Unadifficoltà che persiste anche per i diplomati e peri laureati. È proprio a questo livello che le mi-sure messe in campo dalla Provincia risultanonon del tutto adeguate».

A cosa di riferisce?«Penso ai piani giovani che ogni anno distribui-scono a pioggia una notevole quantità di risorse

Un vero patto per i giovani,no agli sloganBasta con i piani che ogni anno distribuiscono a pioggia risorse pubbliche.

Secondo il capogruppo del Pdl trentino, Walter Viola, occorre puntare su forme

di avvicinamento e introduzione al lavoro

Michela Evangelisti

Walter Viola, presidente

del gruppo del Popolo

della Libertà nel

consiglio provinciale

e coordinatore

del partito per la

provincia di Trento

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MERCATO DEL LAVORO

62 • DOSSIER • TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011

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La formazione, che in Trentino haun’ottima tradizione, deve cercare di potenziare ulteriormente il raccordodiretto con le imprese

pubbliche per i più disparati progetti e attivitàanziché puntare su forme di apprendistato e suesperienze di avvicinamento e introduzione allavoro. Da questo punto di vista occorrerebbestringere a favore dei giovani un nuovo pattocon le categorie economiche e le organizzazionisindacali».

Nonostante i buoni risultati di Trento, laquota di giovani disoccupati a Bolzano si at-testa al 4,2%, secondo dati Eurostat, mentrenella provincia di Trento la percentuale saleal 15,1%. Come si spiega questa differenza?«La riposta è molto complessa, ma credo chel’Alto Adige oggi possa contare ancora su com-parti produttivi molto robusti anche in perife-ria, come pure su una tradizione familiare ca-pace di assorbire i giovani nel turismo enell’agricoltura sicuramente più di quanto nonaccada da noi. Bolzano ha scelto politiche menocentralistiche e più sussidiarie rispetto a Trento.L’autonomia è stata utilizzata da Bolzano perrafforzare ulteriormente questi punti di forzatradizionali e decentrati sul territorio, con punti

di grande eccellenza nel fondo valle e nei grandicentri, mentre nella nostra provincia le popola-zioni residenti nelle aree più periferiche e le at-tività economiche di queste zone si sono via viaindebolite a causa della forte attrazione eserci-tata da Trento e dalla valle dell’Adige, vistecome gli unici veri “poli del benessere” in gradodi garantire un futuro. Per questo non poche fa-miglie hanno scelto di trasferirsi progressiva-mente dalle valli in città e le politiche dellaProvincia hanno assecondato questo processosenza mettere in campo interventi incisivi perincentivare la permanenza e il lavoro nelle areedi montagna».

Il nuovo patto con i giovani auspicato dal-l’amministrazione provinciale intende pren-dere le mosse da misure concrete, comel’apprendistato. Crede sia la strada giusta?Come costruire un nuovo rapporto con leimprese per favorirne lo sviluppo?«Il rilancio dell’apprendistato, ma anche unascuola e una formazione professionale forte-mente agganciata ai bisogni reali delle aziende

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TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011 • DOSSIER • 63

e del mondo del lavoro in termini di risorseumane e manodopera, sono sicuramente lastrada maestra per dare sostanza a un patto coni giovani che non resti solo uno slogan. Un si-mile progetto dovrebbe partire da una Provin-cia disposta a “scendere dalla cattedra” per met-tersi davvero in ascolto e a servizio delle impresee del mondo del lavoro. Si tratta di offrire aglioperatori economici il massimo supporto pos-sibile da parte della pubblica amministrazione(che va semplificata e sburocratizzata), dei cen-tri di ricerca e della stessa università di Trento,per fornire loro assistenza, conoscenze e tecno-logie non più calate dall’alto ma “ritagliate sumisura” delle necessità delle aziende. Solo conun simile approccio innovativo i “tavoli” aiquali siedono Provincia, imprenditori e sinda-cati potranno portare frutto, aprendo credibilispazi e prospettive di lavoro per i giovani».

Fondamentale per favorire l’occupazionegiovanile è rinnovare e ripensare la forma-

zione. Quali direzioni seguire per migliorarel’offerta in provincia?«Come ho appena detto la formazione, che inTrentino ha un’ottima tradizione, deve poten-ziare ulteriormente il raccordo diretto con le im-prese per facilitare il successivo ingresso dei gio-vani nel mercato del lavoro. Si tratta diperfezionare il rapporto tra domanda e offertadi personale che effettivamente serva alleaziende e sia professionalmente aggiornato ri-spetto all’evoluzione dei servizi e dei prodotti.In questo senso margini per migliorare l’offertave ne sono molti».

In che modo occorre muoversi?«È necessario rinnovare e sviluppare gli ac-cordi e i protocolli già in essere tra le scuole, icentri di formazione, le associazioni di catego-ria e le organizzazioni sindacali. Solo se la Pro-vincia saprà farsi carico di questo sforzo, ancheil ruolo della formazione professionale farà unsalto di qualità nella percezione diffusa delle fa-miglie e dei ragazzi, assumendo sempre più ilvalore di una “formazione al lavoro” ed eman-cipandosi dal ruolo di scuola “serie B” di cuiancora soffre rispetto al sistema dell’istru-zione».

Se il tasso di disoccupazione in Trentino èdel 4,4%, quello femminile tocca il 5,3%.Con quali misure colmare questa differenza? «Potenziando i servizi alla famiglia, e in parti-colare l’offerta di servizi alla prima infanzia, eazioni di conciliazione famiglia-lavoro. Questodarebbe alle donne la possibilità di trovareun’occupazione coerente con gli studi; il nu-mero di giovani diplomate e laureate nella no-stra provincia è sempre più elevato e devequindi trovare maggiore sbocco nel mondodel lavoro. L’altra soluzione, di pari impor-tanza, è il riconoscimento economico pub-blico del lavoro domestico svolto dalle donnee dalle madri per la cura e l’educazione dei fi-gli o per assistere gli anziani e gli ammalati. Sa-rebbe, infatti, ingiusto limitare le opzioni pos-sibili nel caso in cui la donna scegliesse dioccuparsi della famiglia, il cui valore sociale enon privato, ammesso a parole ma politica-mente ancora mortificato, va invece final-mente e pienamente affermato».

Walter Viola

Page 60: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

MERCATO DEL LAVORO

64 • DOSSIER • TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011

Mettere i giovani “in movimento”L’Enaip Trentino, spiega il direttore

Maria Cristina Bridi, vuole accompagnare,

anticipare e sostenere le scelte di

sviluppo del territorio e di successo

formativo e lavorativo dei giovani

Michela Evangelisti

Non solo formazione finalizzata al-l’assolvimento del diritto-dovere al-l’istruzione, ma anche aggiorna-mento professionale e iniziative di

orientamento e a sostegno delle politiche attivedel lavoro. Sono questi gli obiettivi dell’EnaipTrentino, istituto formativo paritario promossodalle Acli provinciali. Per realizzare le proprie at-tività, l’Enaip si avvale di nove centri di forma-zione professionale presenti nella provincia diTrento e di un rapporto di stretto confronto e dicollaborazione con i soggetti rappresentativi delterritorio. «La nostra è una realtà assai consolidata– racconta il direttore, Maria Cristina Bridi –. Lapresenza capillare della formazione professionalee la possibilità di assolvere l’obbligo scolastico neicentri di formazione ha consentito al Trentino dimisurarsi con tassi di abbandono scolastico assaiinferiori a quelli registrati complessivamente nelPaese».

Come legge l’attuale situazione economicae occupazionale del Trentino?«Dentro l’insieme di indicatori che ci parlanodella difficile fase economica, la situazione deigiovani è quella che desta le maggiori preoccu-pazioni. Oggi il Trentino cresce, come tutto ilnord est, più della media del Paese ma menodi quanto potrebbe crescere. La provincia vedeleggermente migliorare gli indicatori sull’oc-cupazione rispetto agli ultimi due anni, anchegrazie a importanti scelte e investimenti messiin campo a partire dal 2009, ma assiste al calo

della possibilità per i giovani di inserirsi nelmondo del lavoro».

Cosa pensa delle recenti politiche messe incampo dall’amministrazione provinciale perfavorire l’occupazione giovanile?«Quello che si legge nei documenti provinciali, econ grande chiarezza nelle prese di posizione delpresidente Dellai, è la consapevolezza che daquesta fase si esca solo con iniziative del tutto in-

Maria Cristina Bridi,

direttrice dell’Enaip

Trentino

Page 61: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

novative, che connettano l’idea di sviluppo ter-ritoriale, economico e sociale con la capacità diindividuare nuovi strumenti di sostegno alla cre-scita: centrale, in questo, la capacità di fornire op-portunità ai giovani ma, al contempo, di “metterein movimento i giovani”. Quello che spesso fa-tichiamo a spiegare, e che sostanzia la nostra sto-ria e la nostra autonomia speciale, è proprio que-st’idea di comunità, che fa sì che si lavori tutti

insieme attorno alle questioni delnostro sviluppo e che impone cheanche i nostri giovani siano attiviprotagonisti dell’innovazione».

Quali sono le questioni da af-frontare?«La questione fondamentale, in un

territorio provinciale che sa in che direzionevuole portare il proprio sviluppo, riguarda lemodalità con cui garantire formazione, politi-che e pratiche orientative, la mobilitazione dirisorse pubbliche, ma anche di imprese, partisociali, scuola, famiglie».

Come sostenere, dunque, l’inserimento la-vorativo dei giovani?«L’apprendistato è certamente uno strumentoche, se fortemente innovato, può favorire l’inse-rimento e “suggerire” la stabilizzazione, quantomeno nel medio periodo. Allo stesso tempo, puòessere una delle modalità per proseguire nellaformazione/scolarizzazione dei giovani, portareinnovazione in azienda, promuovere nuove formedi auto imprenditorialità. Credo che l’idea dipensare a un grande patto del nostro territorioche orienti in tal senso parte delle nostre risorsee le attenzioni di tutte le componenti sia un’ideainteressante. Le incognite ci sono; penso, però,che al termine di un percorso innovativo comequello tratteggiato da Dellai, assieme all’appren-distato avremo innovato anche la scuola e la for-mazione professionale, l’Università e i nostri cen-tri di ricerca e di alta formazione».

Xxxxxxx XxxxxxxxxxxMaria Cristina Bridi

TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011 • DOSSIER • 65

L’apprendistato è unostrumento che, se innovato,può favorire l’inserimentoe “suggerire” lastabilizzazione

Le aziendedel territorio

coinvolte negli stageorientativi

del terzo anno

IMPRESE

500

Il monte ore chel’Enaip realizza nei

percorsi diformazione triennali

ORE mila

Page 62: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

MERCATO DEL LAVORO

66 • DOSSIER • TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011

Ancora troppi contratti precariErmanno Monari, segretario della Uil Trentino, invita a

leggere con più attenzione i dati sull’occupazione:

«Emergono forti squilibri». E sulla questione giovanile:

«Una grande sfida per tutti»

Michela Evangelisti

Iprimi mesi dell’anno hanno fatto regi-strare nella provincia di Trento un mi-glioramento nel mercato del lavoro. Lo di-cono i numeri Istat e anche quelli

dell’Agenzia del lavoro locale, che mostranocome, dal confronto fra assunzioni e cessazionidei rapporti di lavoro dipendente, emerga unsaldo positivo. «Indagando però dentro questidati, scopriamo una realtà che non ci soddisfaaffatto - precisa Ermanno Monari, segretario ge-nerale Uil Trentino -. Il piccolo saldo positivo èdeterminato per la quota maggiore dal com-parto agricolo, spesso esposto agli andamentistagionali e climatici».

Qual è, invece, l’andamento degli altri set-tori?«Il secondario presenta un bilancio in pareggio,con un incremento di 500 unità nel manifat-turiero a fronte di una perdita del settore edilepari a 534 unità. I dati della Cassa edile, riferitial periodo maggio-luglio 2011, rilevano un’ul-teriore perdita di 285 posti di lavoro fra i solioperai. Stabili sono invece i comparti del com-mercio e dei pubblici esercizi, mentre cresconodi 276 unità gli addetti ai servizi nel terziario.Dentro questo scenario emergono poi forti squi-libri».

A cosa fa riferimento? «All’ulteriore riduzione delle assunzioni di gio-vani (-2,6%) e alla debolezza e precarietà deirapporti di lavoro: ben 52.372 contratti a ter-mine contro soli 6.966 rapporti a tempo inde-terminato. Crescono i contratti di sommini-

strazione e i lavori intermittenti, mentre calanole assunzioni di apprendisti. La speranza di unsignificativo miglioramento del mercato del la-voro trentino, al momento, è ancora lontana».

Presentando la manovra di bilancio 2012,il presidente Dellai ha indicato nei giovani lapriorità. Come giudica il pacchetto di misureoccupazionali a loro rivolte?«Con la recente approvazione del piano trien-nale di politiche del lavoro 2011-2013, la Pro-vincia, recependo le indicazioni dell’Agenziadel lavoro, ha incrementato gli incentivi per leaziende che intendono assumere dei giovani.Come Uil riteniamo che possano essere intro-dotti nella legge per l’economia dei parametri dimaggior qualificazione per le società che assu-mono congrue aliquote di giovani. Appare poisempre più urgente definire un vero contratto diingresso nel mercato del lavoro per i giovani,sopprimendo e contrastando altre forme più omeno lecite di avviamento».

Di fronte ai piani per la crescita messi incampo dalla pubblica amministrazione, hapiù volte ribadito che una riforma della stessaPa è un passo fondamentale per lo sviluppodel Trentino. «Cinque livelli amministrativi sono eccessiviper un territorio con poco più di mezzo milione

Ermanno Monari,

segretario generale

Uil Trentino

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di abitanti. La Regione variempita di nuove competenze,che rendano maggiormenteeconomica la gestione di al-cune questioni fondamentali(ricerca, università, produzionedi energia idroelettrica, mul-tiutility), o va abolita, trasfe-rendo alle Province le pochecompetenze e le meno modesteentrate finanziarie. Le Comu-nità di valle vanno anch’esseriempite di competenze, in-nanzitutto dal basso, con dele-ghe concrete affidate dai Co-muni; diversamente,rappresenterebbero solo un ul-teriore livello istituzionale inu-tilmente costoso».

Tornando ai giovani, ilnuovo patto auspicato dal-l’amministrazione provin-ciale intende puntare sull’ap-prendistato. Crede sia lastrada giusta?«È la strada giusta ma, ad oggi,si frappongono ancora moltiostacoli. Il contratto di ap-prendistato è diventato menoappetibile per le aziende, per-chè in questi ultimi anni è ve-nuto a costare molto più diprima, perché l’incremento sa-lariale stabilito dalla contratta-zione ha avvicinato le retribu-zioni degli apprendisti a quelledei lavoratori qualificati e perl’obbligo formativo, previsto

per legge, che porta con sé. Nelcontempo, la legislazione na-zionale si è sbizzarrita nel farconcorrenza all’apprendistatointroducendo numerose formedi lavoro atipico, con costi eobblighi decisamente infe-riori».

Quanto una formazionemirata può rivelarsi vincenteper l’ingresso nel mondo dellavoro? «In Trentino, grazie all’autono-mia e alle politiche di concer-tazione, si sono profusi grandisforzi sul versante della forma-zione. Il livello dell’offerta sulterritorio è elevato, ma neces-sita di maggiore promozione edi una continuità con vere oc-casioni di lavoro: per i giovaniriteniamo fondamentale che,a partire dagli ultimi anni dellascuola secondaria, venganoprevisti stage e tirocini azien-dali».

Di quali professionalità habisogno al momento l’eco-nomia trentina?«Di quelle legate alla profondatrasformazione in corso: l’in-novazione di processo e di pro-dotto, la green economy, il ri-sparmio energetico, lavalorizzazione e la difesa del-l’ambiente. La Uil ritiene chedovrebbero essere potenziati iservizi all’impiego, con la per-sonalizzazione dell’orienta-mento e la definizione del li-bretto formativo del cittadino.Un’analisi attenta del fabbiso-gno formativo andrebbe com-piuta strutturando un vero eproprio osservatorio delle qua-lifiche e professioni, nonchédelle esigenze dei vari settoriproduttivi».

Xxxxxxx XxxxxxxxxxxErmanno Monari

TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011 • DOSSIER • 67

Saldo positivo nelconfronto traassunzioni ecessazioni di

rapporti di lavorodipendente in

Trentino nel primosemestre 2011

rispetto allo stessosemestre del 2010

Ista

t

OCCUPAZIONE

1,5%

la riduzione delleassunzioni nellostesso periodo

GIOVANI

� �L’apprendistato è la strada giusta masi frappongono ancora molti ostacoli

-2,6%

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FOCUS ALTO ADIGE

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Il rilancio parte dai cervelliSecondo il presidente della Provincia di Bolzano, Luis Durnwalder, l’Alto Adige per

crescere deve spingere sui settori nei quali eccelle: dal turismo alle energie rinnovabili,

dall’artigianato alle tecnologie alpine. E sull’ambiente: «La vera sfida è culturale»

Michela Evangelisti

«Punteremo con forza sulla ricerca,sull’innovazione e sulla forma-zione, che consideriamo settorichiave per il futuro della nostra

terra».Con questi propositi Luis Durnwalder, pre-sidente della Provincia autonoma di Bolzano, rea-gisce agli ultimi dati sull’economia altoatesina,espressione di una ripresa ancora debole. «Nonavendo a disposizione grandi risorse naturali, al dilà delle nostre montagne, dobbiamo investire suicervelli, dunque sulla formazione di alto livello –precisa –. Solo in questo modo potremo restarecompetitivi e garantire anche alle future genera-zioni il livello di benessere e la qualità di vita cheabbiamo raggiunto. Una struttura fondamentale,da questo punto di vista, sarà il parco tecnologicoche sorgerà nei prossimi anni a Bolzano».

Anche il turismo rappresenta una voce fon-damentale della vostra economia; in occasionedella giornata mondiale del turismo l’Istitutoprovinciale di statistica ha reso noti i risultatiparziali registrati nell’alta stagione estiva, chesegnalano un aumento sia negli arrivi (+2,5%)che nelle presenze (+2,4%). Con quali politi-che la Provincia sta sostenendo questo settore?«La strategia resta quella degli ultimi anni: occorrepuntare sulla qualità, offrendo agli ospiti non solola bellezza del nostro territorio, le tradizioni e lacultura locale, ma anche un servizio di alto livello.Anche in virtù del recente riconoscimento del-l’Unesco, che ha nominato le Dolomiti patri-monio mondiale dell’umanità, moltiplicheremoi nostri sforzi per garantire un turismo sostenibile,con un occhio di riguardo alla mobilità e al tra-sporto pubblico, che deve rappresentare una vera

Luis Durnwalder, presidente della Provincia autonoma di Bolzano

� �La provincia di Bolzano conta il 12%degli impianti solari d’Italia

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Xxxxxxx XxxxxxxxxxxLuis Durnwalder

TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011 • DOSSIER • 71

alternativa all’auto privata anche per gli ospiti.Tutto ciò rafforzando la presenza della provinciadi Bolzano non solo sui due mercati tradizionalidi riferimento, ovvero Italia e Germania, maguardando con sempre maggiore interesse ai co-siddetti nuovi mercati».

L’Alto Adige occupa la prima posizione nellaclassifica delle regioni e province italiane conil minor tasso di disoccupazione. Come sispiega un risultato così positivo e con quali mi-sure intendente rafforzare questo trend?«Abbiamo un tessuto economico estremamentesolido, caratterizzato da tantissime piccole e pic-colissime imprese, la maggior parte delle quali aconduzione familiare che si tramandano di ge-nerazione in generazione. Agricoltura e artigia-nato possono beneficiare di una formazione pro-fessionale, gestita interamente dalla Provincia diBolzano, che funziona in maniera eccellente,senza dimenticare la particolare attenzione con laquale viene seguito il cosiddetto commercio di vi-cinato. Per il futuro contiamo di dare maggiori

prospettive occupazionali a quei giovani checompiono studi di alto livello».

Ridurre le emissioni di CO2 da 5 a 1,5 ton-nellate entro il 2050 e coprire il restante fab-bisogno energetico attingendo alle fonti rin-novabili: sono questi gli obiettivi espressi dallagiunta provinciale sul fronte ambientale.Come intendete procedere? «Per quanto riguarda l’energia alternativa, par-tiamo già da una situazione molto positiva: la “pic-cola” provincia di Bolzano può contare sul 12% de-gli impianti solari di tutta Italia, e nella classifica diLegambiente sui comuni più virtuosi nel settoredelle energie rinnovabili, 14 delle prime 20 am-ministrazioni premiate sono altoatesine. La giuntaprovinciale ha comunque elaborato un programmaa lungo termine per abbattere le emissioni, pun-tando non solo sul passaggio dalle fonti fossili aquelle rinnovabili, ma anche sul miglioramentodell’efficienza energetica partendo da CasaClima,progetto che ha ormai fatto scuola in tutta Europa.La vera sfida, però, è culturale: serve un maggioreimpegno nella ricerca, nell’innovazione e nello svi-luppo di un’economia sostenibile. Sarà fonda-mentale riuscire a creare una rete intelligente degliimpianti energetici, realizzando un forte e stabileequilibrio fra produzione e consumo, nonché fareleva sul prezzo dell’energia e sulle politiche di so-stegno sia dirette che indirette».

Periodicamente torna alla ribalta la que-stione dell’indipendenza dell’Alto Adige. Qualè il suo auspicio per il futuro ?«Se pensiamo alla situazione altoatesina di 40 o50 anni fa non possiamo che essere soddisfatti:siamo riusciti a garantire il benessere e la pacificaconvivenza tra i gruppi linguistici, tanto che lanostra autonomia è un modello preso ad esem-pio in tutto il mondo. Parlare di autodetermina-zione o di ritorno all’Austria significa fare sola-mente demagogia populista: abbiamo unostatuto garantito da un accordo internazionale, enell’Europa del dopo-Schengen sarebbe anacro-nistico spostare i confini. Il futuro di questa terraè in un’autonomia sempre più forte e ampia, e inun rapporto di collaborazione e lavoro comunecon Tirolo del Nord e Trentino nell’ambito delGruppo europeo di cooperazione territoriale del-l’Euregio».

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Avanti tutta su turismo, energie alternative e innovazione. Ma sempre con un occhio di riguardo al

paesaggio. «No alla cementificazione e all’eolico. L’Alto Adige non deve dimenticare – dice il

deputato Giorgio Holzmann – che la sua bellezza naturale è una ricchezza da difendere»

Michela Evangelisti

Un territorio da rispettare

Turismo, agricoltura e industria.Sono questi, spiega il deputatoGiorgio Holzmann, i tre pilastri suiquali si fonda l’economia dell’Alto

Adige. Settori che negli ultimi decenni, per ri-manere competitivi, si sono lanciati in processidi specializzazione e riconversione. In un con-testo economico relativamente tranquillo, selo si paragona ai contemporanei scenari nazio-nali e internazionali, cosa si può fare di più?«Possiamo creare nuova occupazione attorno

a idee interessanti e innovative» propone Hol-zmann. E cita uno degli esempi più noti, ilprogetto CasaClima. «Si tratta di una speri-mentazione che ha preso fortemente piede;vengono molti professionisti da tutta Italia aimparare questi metodi e regioni come la To-scana e la Lombardia stanno adottando i no-stri protocolli. Seguendo questo filone, si po-trebbe continuare a lavorare alla realizzazionedi materiali e sistemi di costruzione, sia civileche industriale, all’insegna del risparmio ener-getico».

Una preziosa fonte di entrate perl’economia regionale è rappresentata dalturismo. Come valorizzarla ulteriormente?«Fortunatamente quello turistico è un settoreche non ha mai conosciuto una vera e propriacrisi. Credo che il successo dell’Alto Adige siariconducibile a un’offerta di qualità a prezzicompetitivi, che ci ha permesso di mantenereelevato il livello delle presenze. Dobbiamocontinuare a ripensare e aggiornare le nostreproposte, puntando sulla qualità, ma il settorenon si può sviluppare ulteriormente, perchésignificherebbe avviarci verso una cementifi-cazione del territorio; moltiplicare gli eserciziricettivi significa, infatti, strade più ampie,altri parcheggi e nuove infrastrutture, che mo-dificherebbero l’assetto paesaggistico. Po-tremmo finire per pagarne uno scotto nega-tivo».

L’Alto Adige occupa la prima posizionenella classifica delle regioni e province ita-liane con il minor tasso di disoccupazione;come difendere i risultati raggiunti?«La nostra situazione economica è buona e

FOCUS ALTO ADIGE

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TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011 • DOSSIER • 73

contiamo su un comparto pubblico impor-tante: l’autonomia ha portato a gestire local-mente risorse e competenze che prima eranodello Stato, e che hanno creato posti di lavoro.La provincia ha circa 40mila dipendenti pub-blici, 8% della popolazione globale, che di-venta il 24% circa della popolazione attiva.Questo contribuisce a diminuire il tasso di di-soccupazione, che qui in Alto Adige si attestaa un livello fisiologico: il lavoro insomma nonmanca. Tra i giovani incontra difficoltà solochi ha titoli di studio specifici, per i quali ilterritorio non offre occasioni professionali».

Sul territorio è alta l’attenzione verso leenergie rinnovabili e la sostenibilità. Sucosa investire nel prossimo futuro?«Abbiamo da sempre un settore idroelettricomolto sviluppato, grazie a una morfologia delterritorio che ci aiuta in questo senso. Oggihanno preso fortemente piede anche le ener-gie alternative; nel meranese abbiamo unagrande azienda che produce pannelli fotovol-taici e contiamo altre importanti realtà che sioccupano di energia alternativa e vendonoimpianti in tutto il mondo. Siamo una provin-

Giorgio Holzmann,

deputato altoatesino

del Popolo della Libertà

cia leader in Italia nel settore, mapenso che si potrà fare ancora di più nei pros-simi anni, investendo ulteriormente sull’idroe-lettrico e sul fotovoltaico piuttosto che sull’eo-lico, molto più invasivo a livello di equilibripaesaggistici. La quota di energia verde, giàmolto alta, è insomma destinata a crescere».

Periodicamente torna alla ribalta la que-stione dell’indipendenza dell’Alto Adige.In particolare la consigliera Eva Klotz, fon-datrice del partito indipendentista sudti-rolese della Südtiroler Freiheit, da gennaiosta portando avanti nei comuni della ValleAurina una consultazione referendaria sul-l’argomento. Qual è la sua opinione a ri-guardo?«È una questione che dal punto di vista giu-ridico non sta assolutamente in piedi; nonesiste alcuna possibilità di una totale autono-mia della Provincia, così come di una sua an-nessione all’Austria. Sono questioni che perio-dicamente vengono tirate in ballo da partitiestremisti per fare propaganda, ma non espri-mono in alcun modo una spinta radicata sulterritorio».

Giorgio Holzmann

��Nei prossimi anni occorrerà investire

ulteriormente sull’idroelettrico e sul fotovoltaico:la quota di energia verde è destinata a crescere

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FOCUS ALTO ADIGE

La vocazione al commercio è uno dei punti forti dell’economia di Bolzano che,

grazie all’impegno evidenziato negli ultimi decenni, sta tenendo testa alla crisi economica.

Il punto del sindaco Luigi Spagnolli

Nicolò Mulas Marcello

Nel 2010 l’economia della provinciadi Bolzano ha confermato i se-gnali di recupero emersi dalla se-conda metà del 2009. La ripresa è

stata tuttavia debole. L’industria manifatturieraha beneficiato nel corso dell’anno scorso di unaumento degli ordini, più accentuato per lacomponente estera. Il commercio e il turismopermangono due fattori trainanti dell’economiae su questi aspetti punta anchel’amministrazione locale. «Vi sono alcune inizia-tive di grande richiamo – spiega il primo citta-dino Luigi Spagnolli – come il mercatino di Na-tale, le fiere, i concerti e gli altri eventi culturalidi Bolzano Estate, la Mostra dei vini, il Mercatodei fiori».

Bolzano è molto attiva dal punto di vistaeconomico e stanno nascendo molte inizia-tive a carattere commerciale. Possiamo trat-

teggiare una panoramica di carat-tere economico anche alla luce dellacrisi economica? «Bolzano ha una storica vocazionecommerciale, ma è diventata negli ul-timi decenni sede di numerose atti-vità di piccola, media e grande indu-stria, di artigianato e di servizi. Haanche una vocazione agricola, essendoil terzo comune dell’Alto Adige perproduzione di vino. Questa molte-plicità dell’economia locale ha con-sentito, finora, di sentire relativa-mente gli effetti della crisi».Il turismo è senz’altro un aspettoimportante dell’economica citta-dina. Quale peso ha questo settore

Lo sviluppo parte dal commercio

per la città?«A Bolzano il turismo ha un peso relativo ri-spetto all’Alto Adige, con poco più di 500.000pernottamenti rispetto ai 28 milioni della pro-vincia intera. Però una parte consistente di co-loro che vengono a soggiornare in altri centri de-dicano a Bolzano una o più giornate di visita.Per cui il centro storico è affollato, più o meno,nell’arco di tutto l’anno poiché vi sono molteiniziative di grande richiamo, tra cui il merca-tino di Natale e e gli altri eventi culturali di Bol-zano Estate».

Per quanto riguarda le infrastrutture cisono in programma nuove opere che contri-buiscano allo sviluppo territoriale? «Bolzano punta sulla mobilità sostenibile e sulprogetto “Città CO2 neutrale”. Sono in previ-sione lo spostamento in galleria di alcune arte-rie di attraversamento della città, la realizza-zione di nuove linee di trasporto pubblico surotaia e a fune, la realizzazione, presso la città,di un nuovo impianto di produzione di energiaidroelettrica e la promozione delle energie alter-native e dell’edilizia sostenibile».

Sul fronte ambientale quali sono le politi-che adottate dall’amministrazione comunale? «Oltre a quanto già detto, sottolineando la vo-lontà di far ristrutturare nei prossimi decennigran parte degli edifici della città usando le mi-gliori tecnologie edilizie di risparmio energeticocome Casaclima, Bolzano punta molto sullabicicletta: con 50 km di piste ciclabili, a frontedi 130 km di rete stradale, la bici ha superatol’auto come mezzo di trasporto più usato incittà, per cui si amplieranno la rete ciclabile e lezone a traffico limitato e pedonali».

Luigi Spagnolli,

sindaco di Bolzano

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Automobili di pregio, in cui sono i particolari

a fare la differenza. Il mondo dell’automotive

innova e si rinnova, puntando sulla ricerca

tecnologica e sull’elevato livello qualitativo

garantito dagli operatori del settore.

L’analisi di Josef Unterholzner,

che con Autotest torna a investire

sulle eccellenze made in Italy

Diego Bandini

Bolzano scommettesull’automotive

Josef Unterholzner, fondatore e titolare della Autotest Spa di Lana, in provincia di Bolzano

www.autotest.it

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Josef Unterholzner

TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011 • DOSSIER • 77

Il mondo automobilistico è interessato daun processo di profonda trasformazione,necessario per lasciarsi alle spalle un pe-riodo di difficoltà dovuto alla crisi mon-

diale, ma anche per adeguare le nuove produ-zioni alle mutate esigenze del mercato. Le grandicase automobilistiche, d’altra parte, soprattuttoper quel che riguarda il segmento di mercato re-lativo alle auto di lusso, sono sempre più orien-tate verso la produzione di modelli innovativi, incui ogni minimo particolare è progettato e rea-lizzato per rispondere a precisi requisiti di fun-zionalità e design. Per poter raggiungere risultatiottimali diventa quindi fondamentale rivolgersia partner di provata esperienza, capaci di garan-tire elevati standard qualitativi ma anche preci-sione e puntualità nella consegna degli ordini.«Know-how e attenzione per i dettagli sono re-quisiti fondamentali per avere successo nel settoredell’automotive», sottolinea Josef Unterholzner,titolare della Autotest Spa azienda di Lana, inprovincia di Bolzano, fondata nel 1983 comepiccola officina locale e divenuta oggi una delleaziende leader nel settore delle forniture per l’in-dustria automobilistica.

La crisi ha inciso fortemente anche sul com-parto dell’automotive. Quali strategie azien-dali avete attuato per cercare di fronteggiarequesta situazione?«Il settore, in concomitanza della crisi interna-zionale, tra il 2008 e il 2009 è stato costretto a

fare i conti con una situazione di grande diffi-coltà. Anche la nostra azienda ha pagato lo scottodi questa congiuntura negativa, tanto che nel2009 il nostro fatturato ha subito una flessionedi circa il 40 per cento. Tuttavia sono convintoche ogni crisi, se affrontata nel modo giusto,possa essere trasformata in un’opportunità dicrescita e sviluppo. In quest’ottica, abbiamo at-tuato una nuova strategia, attraverso una riorga-nizzazione aziendale con la quale abbiamo prov-veduto a potenziare la nostra divisionecommerciale, in maniera da acquisire nuovecommesse e nuove fette di mercato. Possiamodire che la scelta si è rivelata azzeccata, visto chein breve tempo siamo riusciti a recuperare il ter-reno perduto».

Si può inserire in questo contesto anchel’acquisizione di un’azienda tedesca operantenel settore della componentistica, recente-mente entrata a far parte del vostro gruppo?«Assolutamente sì. Grazie a questa operazione ab-biamo avuto la possibilità di avviare nuove e im-

È il fatturatoprevisto

dall’aziendaper il 2011

EURO

40mln

~

Grazie anche al contributodi ottimi stampisti italianirealizziamo componentiper automobili di lussocome Porsche Panamera,Porsche 991, LamborghiniAventador e Mercedes SLS

› ›

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IMPRENDITORI DELL’ANNO

portanti operazioni, collaborando con case au-tomobilistiche del calibro di Mercedes, Porsche,Aston Martin e Rolls Royce. Per il futuro, se sidovesse presentare l’opportunità, intendiamoproseguire in questa direzione, ampliando e raf-forzando ulteriormente il nostro gruppo».

La vostra azienda collabora anche con al-cune importanti imprese italiane specializ-zate nella realizzazione di stampi. Quale va-lore aggiunto deriva da questo tipo dipartnership?«Da diversi anni abbiamo instaurato un rap-porto di proficua collaborazione con realtà ita-liane di assoluto livello nel settore della produ-zione di stampi, come Mold, Regro,Compositech, Ennegi e Lanulfi, con cui ab-biamo collaborato per i nuovi modelli di Seat eLamborghini. Tutte queste imprese italianehanno svolto un ruolo fondamentale nel nostroprocesso di crescita. Grazie al contributo di que-sti eccezionali professionisti siamo oggi in gradodi realizzare, ad esempio, componenti per auto-mobili di lusso come Porsche Panamera, Porsche

991, Lamborghini Aventador e Mercedes SLS,attraverso un servizio completo che va dalla faseprogettuale alla consegna dei prodotti».

Ricerca e sviluppo sono fondamentali perl’industria automobilistica. Che ruolo rico-prono per voi queste attività?«All’interno dei nostri stabilimenti siamo do-tati di macchinari all’avanguardia, altamentetecnologici e gestiti da software sofisticati.Ogni anno investiamo tra i due e i tre milionidi euro per garantire un costante aggiorna-mento degli strumenti a nostra disposizione,perché questa è l’unica strada percorribile perriuscire a competere sul mercato internazio-nale. Realizziamo inoltre prototipi da presen-tare a fiere ed esposizioni, senza dimenticare ilfatto che collaboriamo attivamente con di-verse Università e Centri di Ricerca. Mi premeperò sottolineare che, al di là del lato tecnolo-gico, esistono ancora fasi di lavorazioni in cuil’abilità del nostro personale svolge un ruolodecisivo, contribuendo in maniera determi-nante ad assicurare articoli sempre in linea

› ›

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Autotest è il risultato di una storia di successo,fatta di duro lavoro e felici intuizioni, iniziata nel1983, quando Josef Unterholzner inaugura lasua prima officina. Una crescita inarrestabileporta, nel 1988, a un primo ampliamentodell’azienda. L’anno che segna la definitivaconsacrazione del gruppo è però il 2005, conl’inaugurazione del nuovo stabilimento di Lana.Determinante a questo proposito è il primoordine dell’Audi relativo al modello Q7, conl’allestimento di oltre 10.000 automobiliall’anno. Da questo momento in poi fioccano lecollaborazioni prestigiose, che ancora oggifanno di Autotest uno dei punti di riferimentoper tutto il settore.

Passione e costanza

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con i più elevati standard qualitativi».Autotest è un’azienda fortemente orien-

tata all’internazionalizzazione. Quali sonoinvece le prospettive di sviluppo sul mercatoitaliano?«In effetti è vero, visto che attualmente circa il90 per cento del nostro fatturato proviene dal-l’export. In questi anni abbiamo consolidato lanostra presenza sul mercato europeo, conqui-standoci la stima e il rispetto di alcune tra lepiù importanti case automobilistiche. L’Italiaperò è un Paese che vanta una grande tradi-zione nel settore auto, grazie alla presenza dimarchi storici come Fiat, Ferrari, Maserati eLamborghini. Per questo crediamo sia giuntoil momento di radicarci anche sul nostro ter-ritorio, dove di certo non mancano le oppor-tunità di crescita».

Recentemente l’azienda ha dato vita a unprogetto molto significativo, volto a favorirela diffusione di una mobilità elettrica e so-stenibile. Di cosa si tratta nello specifico?«Siamo stati i primi, in Trentino Alto Adige,ad attuare un progetto di questo tipo. Ab-biamo infatti iniziato a importare e a com-mercializzare nella nostra regione “Think”, laprima vettura elettrica fabbricata in serie perun uso giornaliero. Si tratta di un autoveicolopiccolo ma moderno, senza emissioni nocive econ una efficienza energetica tre volte supe-

riore rispetto a quella di un motore conven-zionale, che per le sue caratteristiche risultaideale per le esigenze di mobilità di Enti Pub-blici e grandi aziende».

Quali sono, infine, i programmi per il fu-turo dell’azienda?«Il 2010 è stato un anno molto positivo, du-rante il quale abbiamo portato a termine im-portanti commesse che ci hanno permesso dichiudere il bilancio con un fatturato pari a circa25 milioni di euro, che nel 2011, grazie ancheall’ampliamento del gruppo, dovrebbe rag-giungere i 40 milioni. Crediamo di aver supe-rato la fase più acuta della crisi, tanto che cisiamo già assicurati commesse per i prossimidue anni. Per il futuro non intendiamo accon-tentarci ma anzi vogliamo continuare a cre-scere, forti della passione, della creatività e dellaprofessionalità che da sempre rappresentano ilnostro marchio di fabbrica».

TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011 • DOSSIER • 79

~

Ogni anno investiamotra i due e i tre milionidi euro per garantireun costanteaggiornamentodegli strumentia nostra disposizione

Fasi di lavorazione

all’interno

dello stabilimento

aziendale

Josef Unterholzner

Page 76: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

Lo sviluppo di Autotest, in Italia, è le-gato indissolubilmente alla collabora-zione con alcuni dei migliori stampi-sti del comparto automotive. Un

progetto imprenditoriale in controtendenza ri-spetto a molti altri competitor del settore, piùorientati sulla delocalizzazione verso i paesi adeconomia emergente. Nei piani di Josef Unter-holzner, titolare di Autotest Spa, vi è invece la vo-lontà di investire sempre di più sui marchi e sulleeccellenze produttive made in Italy, attraversouna rete di sinergie che ha già dimostrato di po-ter dare ottimi frutti.

COMPOSITECH

Quella messa a segno con la Compositech, af-fermata realtà imprenditoriale udinese, con sedea Martignacco, è una delle collaborazioni vin-centi che meglio esemplificano il modus ope-randi di Autotest. Compositech, nel corso de-gli anni, ha saputo svilupparsi specialmentesotto il profilo delle tecnologie di produzione,fattore che ha permesso all’azienda di guada-

gnarsi nel tempo la fiducia di clienti prestigiosi.La società friulana progetta, sviluppa e producemaster, prototipi e articoli in serie utilizzandomateriali compositi per parti strutturali e non,rivolgendosi ai settori motorsport, aeronautico,nautico, militare e medicale.(www.compositech.it)

LANULFI

Si trova a Monticello Conte Otto, in provincia diVicenza, la nota modelleria fondata dai fratelliLino e Ferdinando Lanulfi, che collabora assi-duamente con la Autotest di Bolzano. Unendo iknow how accumulati dalle due aziende, si sonoportati a termine importanti progetti per marchicome Seat e Lamborghini. La società veneta at-tualmente è coinvolta in primari progetti as-sieme ai principali produttori nazionali ed euro-pei di componentistica per i settori automotive,motociclo, agromeccanico, nautica, trasporti,camper e mezzi ricreativi. Non solo, negli ultimianni è riuscita a imporsi in ambiti come design,medicale e wellness.(www.lanulfi.com)

IMPRENDITORI DELL’ANNO

Una collaborazione con alcune tra le migliori aziende di progettazione e stampaggio

per l’automotive. Compositech, Lanulfi, Mold, Ennegi, Regro. Questa la strategia

attraverso cui Autotest punta a sviluppare ulteriormente il mercato interno

Filippo Belli

Con queste impreseAutotest punta all’Italia

In questa pagina,

dall’alto, uno stampo

per Seat Sport EXEO

in RIM realizzato

dall’azienda Lanulfi.

Sotto, progetto

dell’azienda

Ennegi

80 • DOSSIER • TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011

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TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011 • DOSSIER • 81

MOLD

Sempre in Veneto, vale la pena di citare la si-nergia con la Mold Srl di Bassano del Grappa,che collabora con Autotest già dal 2004. Graziealla sua pluridecennale esperienza, l’azienda svi-luppa, progetta particolari e costruisce stampi inserie a iniezione per materie plastiche con le piùavanzate tecnologie, tra cui i supporti PDC perLamborghini e il soffietto aspirazione per Por-sche. Questa si è distinta, nella realizzazione distampi prototipi in alluminio, per le sue rapi-dissime tempistiche produttive. Molti i partico-lari sviluppati assieme ad Autotest, tra questi an-che gli stampi prototipi Bosch con insertimetallici, costruiti e ottimizzati in sole tre setti-mane, e il freno KTM a bi-iniezione.(www.mold.it)

ENNEGI

Anche con la marchigiana Ennegi si è sviluppatoun interessante progetto per la casa automobili-stica Porsche, nello specifico per la realizzazionedella nuova GT3. L’azienda di Pesaro, leader nelsuo settore, è specializzata nella progettazione erealizzazione di stampi per materiali poliuretanicirigidi, flessibili e integrali. Crea attrezzature perfonderia, modelli e conchiglie, avendo acquisitonegli anni un importante know how tecnologicoampiamente riconosciuto sul mercato. Un’espe-rienza che ha reso questa azienda estremamentecompetitiva nello sviluppo di nuove produzioniautomotive. Grazie al suo ufficio tecnico, Ennegiè impegnata con successo in operazioni di resty-ling e di modifica dei processi produttivi.(www.ennegisrl.it)

REGRO

Decisiva, per Autotest, anche la collaborazionecon la società bresciana Regro, tra le più im-portanti nell’ambito della progettazione e rea-lizzazione di stampi per pressofusione e ter-moplastici. L’impresa di Adro, in provincia diBrescia, si è guadagnata un’importante fetta dimercato sfruttando le sue competenze in am-biti differenziati. Dunque non solo automo-tive, ma anche industrial design. I suoi tecnicisi avvalgono dei più sofisticati sistemi 3D esoftware Cad, assistendo i clienti anche nellafase di sviluppo del prodotto. Per la realizza-zione, poi, l’azienda si avvale delle macchineutensili di ultima generazione, proponendo lemigliori tecnologie in circolazione.(www.regro.it)

«Con questi fornitori la ditta Autotest ha in-staurato un’ottima e duratura collaborazione –dichiara Joseph Unterholzner – con loro af-frontiamo le nuove sfide e i nuovi progetti sicuridi avere al nostro fianco dei partner affidabili ecompetenti».

Dall’alto, interno

dell’azienda

Compositech,

a fianco, progetto

dell’azienda Mold

e, in basso, stampo

per Lamborghini

Aventador –

Reinforcement

realizzato

dall’azienda Regro

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Il settore automobilistico, che comunementeviene immaginato come un insieme diaziende che costruiscono e assemblanograndi ingranaggi e carrozzerie, in realtà è

formato anche da tante imprese che si occupanodella realizzazione di piccoli componenti indi-spensabili per il funzionamento corretto di un’au-tomobile. La produzione di questi particolari nonè cosa semplice: infatti prevede tipologie di lavo-razione molto elaborate e, di conseguenza, costialquanto elevati. Quando i quantitativi raggiun-gono elevate quantità vi sono tecnologie che pos-sono offrire prodotti a costi molto competitivi. A metà della Val Pusteria, ai piedi del compren-sorio sciistico del Plan de Corones, è situata unadelle realtà aziendali più forti del settore, la GKNSinter Metals, che a Brunico ha uno dei suoi 30stabilimenti sparsi in tutto il mondo. «Per otte-nere come prodotto finito i piccoli componentimetallici – spiega Alessandro De Nicolò, direttoretecnico dell’impresa –, il processo di lavorazioneparte dall’utilizzo di una particolare materiaprima, la polvere metallica, che viene compattatain presse con stampi molto complessi in grado dicreare elementi dalle geometrie finite. Questi

elementi, chiamati verdi, non possiedono an-cora resistenza meccanica e per questa ragionevengono sottoposti al trattamento termico dellasinterizzazione, un riscaldamento dei vari pezzi aldi sotto della temperatura di fusione in atmosferacontrollata. I granuli di polvere si fondono e for-mano così il metallo solido». Caratteristica nontrascurabile della polvere metallica è quella di ca-dere dall’alto verso il basso e perciò di non essereiniettabile o pompabile. Ecco perché la GKNSinter Metals ha sviluppato internamente ilknow-how per produrre presse ottimali e adattealla lavorazione di questa polvere. «Avendo creatopresse a misura dei prodotti che vogliamo rica-varne, riusciamo a realizzare in modo più eco-nomico pezzi dalla geometria molto complessa,che vanno a sostituire i componenti metallicitradizionali». Le forme ottenibili attraverso il tipo di lavora-zione proposto dalla società sono tante e vengonoottimizzate in fase di co-progettazione con ilcliente. «Le varie soluzioni tecniche che studiamovengono sempre discusse con l’utente, perchécosì facendo creiamo ogni volta componenti di-versi e innovativi, cosa essenziale in un periodo

Creare piccoli “gioielli” in metallo con forme complesse e con alta resistenza meccanica

a costi competitivi. L’esperienza di GKN Sinter Metals

Emanuela Caruso

Tra geometrie complesse e materiali performanti

In apertura, processo

di sinterizzazione eseguito

dalla GKN Sinter Metals Spa

di Brunico

www.gknsintermetals.com

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in cui si assiste a una lenta ma costante evolu-zione tecnologica che porterà in breve all’uso dimotori ibridi o elettrici». La grande preparazione dello staff aziendale,composto da operai, tecnici, impiegati e diri-genti, e l’elevata qualità dei prodotti hanno per-messo alla società di sviluppare una produttivitàeccellente. «Il gruppo GKN – continua WolframMessner, direttore di stabilimento a Brunico – èuno dei principali fornitori del mercato auto-mobilistico, off road ed areospaziale. Assiemealla noi è presente a Brunico anche la GKNDriveline, altra azienda del gruppo che producesemiassi, differenziali e giunti omocinetici. Ledue aziende appartengono senza dubbio ai mi-gliori stabilimenti del gruppo industriale inglesee rappresentano uno dei principali datori di la-voro della val Pusteria, rivestendo così un im-portante ruolo sia economico che sociale. At-

tualmente la GKN Sinter Metals si aggira at-torno ai 100 milioni di fatturato, che abbiamoraggiunto grazie sia alla produzione per il settoreautomobilistico che alla porzione di businessimpegnata su altri fronti, in particolar modoquello degli elettrodomestici. Nei recenti annidi crisi economica, la scelta di coprire anche ilmercato esterno alla subfornitura automobili-stica si è rivelata una mossa vincente e ab-biamo capito che la flessibilità nella gestionedei rapporti commerciali costituisce una pre-rogativa determinante per il successo. Questadiversificazione produttiva ha portato tra i no-stri clienti molte piccole-medie aziende delNord Italia e anche grandi gruppi internazio-nali come Bosch e Valeo». Ma gli utenti acquisiti dall’impresa attraversoun’attività produttiva capace di coprire piùambiti sono sparsi in varie zone del mondo e

hanno fatto aumentare le esportazioni dellaGKN Sinter Metals. «I Paesi dove siamopiù forti sono Italia e Germania, ma i no-stri prodotti arrivano anche in America enei mercati emergenti quali quelli di India,Cina e Brasile». La società di Brunico, intanti anni di attività, ha capito che, nono-stante il successo, la ricerca e il migliora-mento non devono fermarsi, ma aiutare atrovare continue innovazioni. «I nostriobiettivi futuri riguardano la ricerca di geo-metrie sempre più precise e complesse, e lostudio di materiali performanti, adatti sia alsettore automobilistico che a quello deglielettrodomestici».

Alessandro De Nicolò e Wolfram Messner

TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011 • DOSSIER • 85

~

Date le caratteristichepeculiari della polveremetallica, la GKN SinterMetals ha sviluppatopresse idonee allalavorazione di questamateria prima

In alto, da sinistra,

Alessandro De Nicolò

e Wolfram Messner

rispettivamente

direttore tecnico e

direttore di stabilimento

della GKN Sinter

Metals. Sotto, polveri

e componenti

Page 82: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

IMPRENDITORI DELL’ANNO

86 • DOSSIER • TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011

L’ingresso della parola delocalizzazionenel lessico pubblico è stato favoritodall’andamento in picchiata del-l’economia mondiale dell’ultimo

triennio. Così la delocalizzazione produttiva èormai facilmente riconoscibile come quel fe-nomeno di “fuga” delle imprese verso Paesi piùproduttivi e competitivi dal punto di vista sa-lariale – e dove esistono minori diritti per i la-voratori –, fuga che coincide di norma con lachiusura degli stabilimenti in Italia. Questascelta, naturalmente legittima, viene giustificatacome inevitabile. Però esistono esempi di imprenditori chehanno fatto altre scelte e hanno dato una formadiversa al loro processo di delocalizzazione e,soprattutto, sono riusciti a evitare il limbo dellacassa integrazione. Questa è l’esperienza di Lu-ciano Ercolani, direttore generale di Gread,una società specializzata nel settore dell’elet-

tronica. «La nostra realtà è composta da dueimprese, una in Italia che occupa 80 persone eun’altra in Romania che ne occupa 110. La no-stra distaccata romena, la Ergad Technologynon è un semplice stabilimento di assemblag-gio, ma un’azienda strutturata con un vero eproprio progetto imprenditoriale. È una strut-tura gemella di quella italiana sia per attrezza-tura che per tecnologia. L’avere questa presenzain Romania ci ha permesso di assorbire com-pletamente la crisi, tanto che qui in Italia nonl’abbiamo avvertita e anzi siamo cresciuti.Quindi, al contrario di quello che accade soli-tamente, la nostra delocalizzazione – che disolito è uno svantaggio per il proprio Paese – haavvantaggiato l’Italia». Gread è costituita da due divisioni, una elet-tronica (90%) e l’altra informatica (10%). Èuna delle poche aziende del Nord Est di que-sto settore che esegue l’intero ciclo di produ-zione. «Noi ci occupiamo di ricerca, sviluppo,realizzazione delle campionature e dei prototipi,acquistiamo i materiali, produciamo in serie leschede, eseguiamo i collaudi e l’imballaggiofino alla consegna al cliente finale di un pro-dotto completo. Ci rivolgiamo al settore del-l’automazione industriale, dell’automotive,della domotica, dell’illuminazione, del solare edell'eolico realizzando gli inverter. Poiché i no-stri partner vendono in tutto il mondo, la no-stra produzione non è legata esclusivamenteall’andamento del mercato interno, né a unmercato nazionale specifico. Inoltre recente-

Due strutture gemelle in due Paesi diversi, unite da un obiettivo: eseguire l’intero ciclo

industriale nella produzione di schede elettroniche, dalla progettazione all’imballo finale.

Luciano Ercolani presenta un modo alternativo di portare la produzione all’estero

Valerio Germanico

Una nuova formulaper la delocalizzazione

Nell’altra pagina,

un’immagine

del laboratorio

della Gread Elettronica

Srl di Rovereto (TN)

www.gread.it

Page 83: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

mente un nostro partner storico, la Pedrollo,una multinazionale del settore meccanico,ha rilevato una quota della nostra società conl’obiettivo di investire sia nella Progettazioneche nella Produzione. Si tratta di una quotadi minoranza, ma di una quota importante.La nostra azienda realizzava un prodotto stra-tegico per Pedrollo, che quindi ha deciso difare questo passo per garantirsi la continuitàproduttiva e per avere un maggiore controllosulla realizzazione». All’interno dell’azienda,l’età media dei dipendenti è di circa 35 anni.Questa scelta di avere una struttura giovaneè in linea con l’impegno nell’innovazione enella ricerca di Gread. «Abbiamo un labora-

torio interno – sul quale investiamo annual-mente il 12% del nostro fatturato – con seipersone dedicate alla progettazione e allo svi-luppo. Inoltre, la nostra produzione si trovaall’interno di un Bic (Business InnovationCentre), uno dei sei centri promossi dallaProvincia di Trento che offrono una strutturae favoriscono il contatto fra le imprese e leistituzioni locali che fanno ricerca. Il Tren-tino offre degli enti di ricerca all’avanguardiaper il settore elettronico, sta però agli im-prenditori saper cogliere l’innovazione e farele scelte giuste. Anche per queste ragioni ab-biamo intenzione di restare ancorati al nostroterritorio, nonostante l’avvio della delocaliz-zazione a Est sia stato vitale per la sopravvi-venza della nostra azienda. Soprattutto perchéla Romania ci dà la flessibilità per andare sulmercato con l’offerta di un prodotto che haun rapporto fra qualità e prezzo che in Italiasarebbe impossibile ottenere. Dall’altra parte,però, l’avere mantenuto l’unità di progetta-zione e produzione qui in Trentino ci per-mette di continuare ad avere con i clienti rap-porti diretti. L’unica nota dolente è che senzaun’inversione di tendenza nel sistema, restarein Italia sarà sempre più difficile».

Luciano Ercolani

TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011 • DOSSIER • 87

La società hainvestito su un

personale giovanedi ingegneri e

ricercatori,destinando inoltre

al laboratoriointerno il 20%

del fatturato annuo

ETÀ MEDIA 35

L’incrementoregistrato da Gread

nel 2010 rispettoall’anno

precedente:da 12 mln di euro

nel 2009 a 15 mlnnel 2010. Il 2011

è iniziatocon un +12%

FATTURATO +25%

~

La nostra produzione nonè legata esclusivamenteall’andamento delmercato interno, perchéi nostri partner vendonoin tutto il mondo

Page 84: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

IMPRENDITORI DELL’ANNO

Vivere in un ambiente sano e respi-rare aria pulita sono bisogni irri-nunciabili dell’uomo, per questolavorare nel rispetto dell’ambiente

è un dovere. Al contempo è altrettanto irri-nunciabile avere la stessa attenzione che si ri-serva all’ambiente naturale per gli ambienti dilavoro, nei quali le persone trascorrono la mag-gior parte del loro tempo. Per questo motivole normative impongono alle aziende – prin-cipalmente a quelle operanti nei settori metal-meccanici, farmaceutico, alimentare, chimico,della verniciatura, della lavorazione della la-miera, della plastica, del cemento e di qualsiasialtro settore produttivo nel quale vengono trat-tati fumi, gas e polveri – di installare impiantidi filtraggio e depurazione dell’aria. «Le esi-genze impiantistiche e le richieste del mercato– spiega il cavalier Giovanni Coletti, presi-

dente di Tama, azienda che produce unità fil-tranti, componenti e sistemi di depurazione –impongono un’ampia conoscenza non solo de-gli aspetti di funzionalità ed efficienza dei pro-dotti, ma anche delle norme, per sviluppare so-luzioni che vi si allineino». L’azienda ha maturato un’importante espe-rienza nell’applicazione della direttiva Atex.Questo le permette di offrire un servizio dianalisi, consulenza e progettazione in tuttequelle situazioni in cui è necessario considerarela possibilità di formazione di atmosfere po-tenzialmente esplosive a causa di polveri com-bustibili. «A partire dal 2003 abbiamo iniziatola produzione di gruppi filtranti destinati alavorazioni in atmosfere classificate Atex, po-nendo conseguentemente in essere una serie diadempimenti procedurali, di processo e for-mativi. Siamo in grado di fornire le soluzioniimpiantistiche che meglio coniugano gliaspetti normativi con quelli legati alla produ-zione, adottando i sistemi di protezione piùadatti al contesto di utilizzo e fornendo al-l’utilizzatore le conoscenze necessarie per in-teragire con tali sistemi. Abbiamo progettatodiversi apparecchi e impianti, elettrici e nonelettrici, destinati a essere impiegati in atmo-sfere che contengono miscele di polvere e ariapotenzialmente esplosive. A questi si aggiun-gono i componenti e i dispositivi di sicurezza,controllo e regolazione, come ventilatori, val-vole stellari, coclee, serrande. Tutte realizzateper l’installazione in zone classificate Atex.

Limitare l’impatto di polveri, fumi e gas sulla salute di chi lavora in determinati

processi industriali. In particolare nelle atmosfere potenzialmente esplosive.

L’impegno del cavalier Giovanni Coletti fra azienda, ambiente e sociale

Manlio Teodoro

La salubrità dell’aria nei luoghi di lavoro

Giovanni Coletti,

presidente di Tama

Spa, Mollaro

di Taio (TN)

www.tama.eu

88 • DOSSIER • TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011

Page 85: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

Giovanni Coletti

TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011 • DOSSIER • 89

Questi gruppi filtranti devono essere sotto-posti a una valutazione di conformità alla di-rettiva Atex e adottare le soluzioni richieste inbase alle varie esigenze impiantistiche. Talivalutazioni vengono estese a tutti i prodotti,anche non elettrici, individuando i requisiti es-senziali di sicurezza (ESR) che devono soddi-sfare affinché il loro utilizzo sia conforme allenorme vigenti». Tama negli ultimi anni ha ricevuto importantiriconoscimenti. Nel 2008 ha vinto il premioImprese per l’Innovazione, classificandosi tra leprime sette aziende italiane. «Nel 2009 ab-biamo partecipato nuovamente e abbiamo ot-tenuto il premio Prize nella categoria piccole emedie imprese, classificandoci fra le prime seia livello nazionale. Tama è stata premiata perl’innovazione e il miglioramento continuo cheinsieme alla forte partnership con i clientihanno consentito all’impresa di ottenere risul-tati eccellenti nel mercato nazionale e in quelliinternazionali. Lo scorso anno siamo stati scelti

per partecipare all’iniziativa “Ita-lia degli innovatori”, promossa erealizzata congiuntamente dalministero per la Pubblica ammi-nistrazione e l’Innovazione e dalcommissariato generale del go-

verno, che si è tenuta all’Expo di Shanghai». Il profondo sentimento di appartenenza terri-toriale di Giovanni Coletti l’ha portato a pro-muovere il rispetto per l’ambiente e per lo svi-luppo sociale. «Grazie alla nostra politicaambientale, abbiamo investito risorse econo-miche non indifferenti per migliorare il livellodi salubrità dei nostri processi produttivi e illoro impatto ambientale. Inoltre siamo impe-gnati nel nostro territorio attraverso sponso-rizzazioni, elargizioni liberali e il sostegno di at-tività benefiche. In particolare siamo attenti almondo giovanile, sportivo e del disagio. Peranni sono stato a capo dell’Associazione Geni-tori Soggetti Autistici del Trentino (AGSAT) eattualmente sono Presidente della FondazioneTrentina per l’Autismo ONLUS istituita que-st’anno con l’obiettivo di poter creare un cen-tro specializzato in Trentino nella diagnosi,nella cura e nella riabilitazione dell’autismo,dando sostegno alle famiglie colpite da questadifficile patologia».

Il fatturatodi Tama Sparelativo alla

chiusuradi bilancio

dell’anno 2010

EURO

10mln

❝~

Abbiamo investito molte risorseper migliorare il livello di salubritàdei nostri processi produttivi

Page 86: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

SICUREZZA SUI LUOGHI DI LAVORO

Q uanto investono le nostreimprese in sicurezza? Unadomanda tutt’altro che scon-tata se posta in uno scenariocritico come quello in cui ri-versa attualmente il tessuto

produttivo. Nell’elaborare una risposta ri-sulta significativo l’incremento della mole dilavoro registrato da alcune aziende, impe-gnate nel fornire consulenza sul fronte sa-fety. Il caso della M.C. System, in questo, èemblematico. Consolidando la sua presenzasull’area Alto Atesina e trovando nuovi

sbocchi anche nei viciniterritori del Trentino, delVeneto e della Lombardia,questa realtà ha superatobrillantemente la provadel bilancio. La società,un punto di riferimentoper moltissimi attori eco-nomici locali, rappresentauna garanzia anche invirtù del fatto che ad am-ministrarla vi sia ClaudioCorrarati, presidente diCNA Alto Adige e del Co-mitato Paritetico Edile.«Nel 2010 abbiamo supe-

rato considerevolmente il bilancio del 2009attestandoci ben al di sopra del milione dieuro – spiega Corrarati – Il trend del 2011,poi, prosegue allo stesso ritmo di crescita». L’azienda, che al suo interno ha sei divi-sioni - sicurezza lavoro, cantieri, studio tec-nico, certificazioni, igiene, verifiche tecni-che sugli impianti - rappresenta un punto diosservazione privilegiato. Da qui, infatti, sipuò comprendere come le Pmi si approc-ciano ai temi della sicurezza e delle certifi-cazioni. Corrarati, che tra le altre cose èanche membro del Cda e socio della BodenService, società di pavimenti, sottofondi eresine facente parte del gruppo di famigliaCorrarati-Lazzarini, nonostante la crescitadi M.C. System non nasconde certamente latesta sotto la sabbia.

Quale scenario osserva?«Oggi le imprese vivono una situazione dielevata crisi economica. Viene facile pensarecome, soprattutto per le piccole aziende,l’assolvimento degli obblighi legati alla si-curezza possa apparire un ennesimo laccioburocratico. Le Pmi si trovano ad affrontareuna quantità di documenti che spesso fannofatica a redigere e di cui non comprendonol’utilità. Questo non significa che gli im-prenditori abbiamo delle disattenzioni nel-

Un nodo critico e pericoloso. La complessità documentale relativa alla sicurezza

sui luoghi di lavoro distoglie l’attenzione da attività fondamentali come

formazione e prevenzione. L’esperienza del numero uno della Cna Alto Adige,

Claudio Corrarati, che attraverso la società M.C. System affianca numerose

imprese del Nord Italia

Aldo Mosca

La burocrazia che ostacolala cultura della sicurezza

90 • DOSSIER • TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011

Claudio Corrarati,

amministratore della M.C.

System di Bolzano

www.mcsystemsrl.com

Page 87: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

Claudio Corrarati

TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011 • DOSSIER • 91

l’applicare le norme. Né tantomeno chenon vi sia la volontà di tutelare i lavoratori.Su questi due temi le aziende hanno giàcompiuto molti passi in avanti in termini dipreparazione culturale».

Dunque la documentazione richiestarisulta troppo complicata. Ma su questonon potrebbe intervenire il legislatore?«Sicuramente la quantità di documenta-zione cartacea che deve produrre un da-tore di lavoro, anche per un’azienda di pic-cole dimensioni, è un problema rilevante.Si pensi che per una ditta di soli tre di-pendenti, che è poi la media delle aziendelocali, si deve attivare una lunga serie diazioni formali scritte. Documenti che de-vono dimostrare, all’atto di un eventualeinfortunio, le effettive valutazioni eseguitein azienda al fine di prevenire i rischi.Troppe volte ciò si riduce nel creare del car-taceo che in realtà non testimonia affattoquali siano stati i comportamenti effettivi.Per questo il legislatore dovrebbe con-frontarsi maggiormente con le associazionidi categoria e con tutte le parti sociali coin-volte, per capire realmente cosa è possibileeffettuare sul campo, ottenendo un verorisultato, vale a dire la riduzione degli in-fortuni».

Il suo impegno, tra l’altro, si concre-tizza anche sul fronte delle associazionidi categoria.«Vero. In qualità altresì di presidente Cnadella provincia autonoma di Bolzano, si staproprio cercando di permettere ai datori dilavoro, tramite strumenti semplici e com-prensibili, di applicare le regole, stimolandoin loro una vera cultura della sicurezza».

Con la crisi questa cultura è andataforse scemando?«La soglia della sicurezza di fatto non do-vrebbe mai abbassarsi. Attualmente, però,sui mercati agiscono attori non sempre benpreparati, che offrono prestazioni e servizia prezzi molto bassi, diventando di fattoconcorrenti non leali per tutti quegli im-

~

Il certificato di qualità, di sicurezzao ambientale deve rappresentareuna scelta ponderata, non solouna necessità dettata dalle richiestelegate alle gare di appalto

› ›

Page 88: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

prenditori che, al contrario, lavorano ri-spettando le regole. Purtroppo questa lo-gica del ribasso incide su una riduzionedelle attenzioni anche nel campo della si-curezza e tutela delle risorse umane. La se-conda variabile che abbassa la soglia è ilgrado di preparazione formativa del lavo-ratore e il suo grado culturale verso la si-curezza nei luoghi di lavoro. Non è semprepensabile di porre come unico responsa-bile il datore di lavoro. Molti dei nostriclienti attivano una formazione continua ecostante verso i dipendenti. Credo che siaobiettivo di entrambe le parti ottenere unasoglia di attenzione elevata. Insieme, datorie lavoratori, possono fare molto, preve-

nendo rischi e pericoli».A livello pratico con quali gap, soprat-

tutto, vi scontrate?«Una delle difficoltà maggiori rimane il cor-retto utilizzo delle attrezzature e dei mezzidi protezione individuale. I datori di lavorodevono sicuramente prestare attenzione allaformazione e all’uso di dette attrezzature eprotezioni. Troppe volte, però, si dà perscontato che un lavoratore addetto a unmacchinario, in virtù della sua esperienza,sia consapevole dei rischi che corre. È ne-cessario formare i lavoratori e le lavoratriciin modo continuo. In questo caso M.C.System stimola le formazioni aziendali at-traverso la propria struttura, ma anche at-traverso le associazioni di categoria e glienti bilaterali».

Quali settori si rivolgono principal-mente ai vostri servizi?«La fetta più grossa la ricoprono le realtà ar-tigiane e industriali. Ma devo dire chestiamo crescendo anche nelle consulenzeper il settore del commercio. Al tempostesso, invece, è il mondo dei servizi a essererimasto indietro, occorrerebbero maggioriattenzioni, specie nell’ambito dei lavori diufficio, dei servizi sociali assistenziali e deiservizi alla persona i rischi sono tanti e nonsi possono sottovalutare».

Una colonna della vostra attività è rap-presentata dalle certificazioni. Uno stru-mento che ha rivoluzionato la culturad’impresa, ma il cui utilizzo inflazionatotalvolta viene mal giudicato. Qual è ilsuo punto di vista?«Le certificazioni sono nate spesso come

completamento di un percorso cheun’azienda intende seguire nel campo dellaqualità così come della sicurezza. Troppevolte però le certificazioni vengono richie-ste per aspetti meramente commerciali. La

› ›

❝~

Le Pmi si trovano ad affrontare unaquantità di documenti che spessofanno fatica a redigere e di cui noncomprendono l’utilità

SICUREZZA SUI LUOGHI DI LAVORO

92 • DOSSIER • TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011

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TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011 • DOSSIER • 93

nostra politica è di spingereun’azienda verso la certifica-zione di sistema nel mo-mento in cui la stessa vuoleintraprendere realmente unpercorso di crescita interna,più che economica. Il certi-ficato di qualità, di sicurezzao ambientale deve rappre-sentare una scelta ponde-rata, non solo una necessitàdettata dalle richieste legatealle gare di appalto. Leaziende con cui lavoriamohanno trovato in questo spirito una condi-visione di contenuto. Ora, dopo la certifi-cazione, le imprese per cui lavoriamo bene-ficiano effettivamente del valore aggiunto,non solo economico, che un sistema di qua-lità garantisce».

Parlando nello specifico di M.C. Sy-stem, sotto quali aspetti vi state evol-vendo?«Attraverso l’introduzione in azienda dinuove tecnologie informatiche si sta otte-nendo una gestione migliore del rapportocon i nostri committenti. Riusciamo a sod-disfare maggiormente le aziende tramite uncontinuo aggiornamento che avviene for-niamo attraverso i più moderni sistemi elet-tronici. Questo è fondamentale al fine digarantire un monitoraggio costante sul-l’adeguamento alle normative vigenti e perapplicare un’azione continuativa di verificasui rischi aziendali».

In cosa investirete nei prossimi mesi?«Cercheremo di sviluppare servizi in favoredella manutenzione programmata preven-tiva. Di fatto abbiamo già al nostro internoun’attività denominata “Service” che miraalla verifica continua e preventiva sui luoghidi lavoro e sulle attrezzature. Il nostro obiet-

tivo è aumentare tali servizi anche attraversol’investimento in apparecchiature e attrezza-ture avanzate tecnologicamente, per potereseguire verifiche specializzate nel settore deimacchinari, dell’igiene sul lavoro, delle veri-fiche strumentali. Altro investimento strate-gico è sulla formazione e sull’aggiornamentodei nostri collaboratori. Senza di loro M.C.System non potrebbe aver raggiunto il li-vello in cui si trova oggi. Investiremo, poi,sulle capacità comunicative. Tutti i soggettiinterni a un’impresa devono saper comuni-care efficacemente tra di loro. La riduzionedei rischi passa anche dalla capacità di spie-garli efficacemente ai lavoratori gli stessi,pretendendo un rispetto delle regole tramiteuna collaborazione attiva».

Quali aspettative ripone sul futurodella società?«Ci impegneremo sempre per poter soddi-sfare al meglio le esigenze delle aziende chesi rivolgono a noi. Ricordiamoci che unaconsulenza mal fatta può corrispondere aun infortunio o a una malattia professio-nale. Ci sentiamo responsabili di quello chefacciamo e comunichiamo. A livello di bu-siness, invece, intendiamo continuare a cre-scere verso nuovi mercati regionali».

Claudio Corrarati

Page 90: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

GESTIONE FISCALE

Da gennaio 2011, per alcuni Stati giàda metà del 2010, il documentoamministrativo di accompagna-mento (Daa) dei prodotti è stato so-

stituito dall’Electronic administrative document(e-ad), sua versione telematica, che oggi viene uti-lizzata per il trasferimento dei prodotti soggetti adaccisa in regime sospensivo in ambito europeo.Quello che è cambiato è che adesso tutti gli ope-ratori europei, che ricevono e spediscono prodottisoggetti ad accise, devono essere in grado di com-pletare la transazione attraverso un messaggioelettronico. Questo sostituisce la firma e la resti-tuzione al mittente della terza copia, che era pre-vista nel Daa cartaceo. «L’e-ad è un documentoelettronico che viene emesso nel Paese di partenzae a cui nel sistema informatico integrato EuropeoEMCS viene attribuito un numero chiamatoArc (Codice unico di riferimento amministra-tivo), composto da 21 caratteri alfanumerici»,spiega Bruno Mosca, doganalista e rappresen-

tante fiscale. «Il codice Arc permette in qualsiasiparte d’Europa, di capire da dove è partita lamerce, verso dove è destinata e tutte le caratteri-stiche salienti. Nel sistema informatico è poipossibile trovare anche informazioni utili per lacommercializzazione e le aliquote accisa dei variStati, che non sono ancora uniformate».

In che modo si opera nel mercato dei pro-dotti soggetti alle accise e cosa sono queste ul-time?«Le accise sono delle imposte di consumo che siapplicano a determinati prodotti, come gli alco-lici, le sigarette, la benzina e, recentemente, gli olivegetali usati come combustibili. Per operare nelcommercio di questi prodotti bisogna possedereun codice che viene rilasciato dall’Agenzia delledogane. A partire dal 1993, con l’apertura dellefrontiere europee, a prescindere dalle accise, chicommercia nell’area della Comunità Europea, ètenuto alla compilazione e presentazione dei mo-delli Intrastat. Si tratta di documenti che de-vono essere compilati sia dai venditori che dagliacquirenti, per permettere agli organi di controllonegli Stati di riferimento, di eseguire dei controlliincrociati per verificare la correttezza delle ope-razioni ai fini IVA. Da quest’anno sia per i ven-ditori sia per gli acquirenti è in funzione ancheil sistema VIES, cui ci si può iscrivere pressol’Agenzia delle Entrate».

Può spiegare in dettaglio a cosa serve il co-dice accisa?«Il codice accisa è un codice identificativo for-

Novità per il commercio in Europa. Un sistema completamente informatizzato sostituisce

i vecchi moduli cartacei per la gestione fiscale dei prodotti soggetti ad accisa. Bruno Mosca

spiega i cambiamenti per operatori, doganalisti e rappresentanti fiscali

Valerio Germanico

Cambia la gestione fiscale dei prodotti soggetti ad accisa

Bruno Mosca,

doganalista

e rappresentante fiscale,

titolare dell’omonima

azienda di Bolzano,

insieme alla figlia

Elisabetta

www.moscabruno.comwww.moscabruno.eu

96 • DOSSIER • TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011

Page 91: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

Bruno Mosca

TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011 • DOSSIER • 97

mato da tredici caratteri alfanumerici che iden-tifica a livello comunitario il soggetto assegnata-rio del codice. Per ottenerlo occorrono di normatempi lunghi e nella richiesta bisogna presentarei dati relativi all’eventuale deposito fiscale, la pla-nimetria del magazzino, i consumi previsti, oltrea prestare apposite garanzie. Un titolare di codiceaccisa deve tenere specifici registri, trasmettere te-lematicamente la contabilità dei prodotti e tributialla Dogana centrale, e pagare l’accisa tramitemodello F24».

L’uso delle tecnologie informatiche sta av-viando il settore verso una progressiva sem-plificazione?«In realtà il sistema si sta complicando. Il quadronormativo risulta poco aggiornato e andrebbe ri-visto, soprattutto per adeguarlo all’informatizza-zione che ha investito il settore. Per un nuovooperatore che voglia avviare un’attività di acqui-sto all’estero, in assenza di tutti questi requisiti,è impossibile lavorare. Per questo motivo esisteuna figura, il rappresentante fiscale, che svolge ilcompito di intermediario. Questa figura di in-termediazione è necessaria, perché il susseguirsidei regolamenti – compreso quello sull’etichet-tatura dei prodotti – e i relativi adempimentispesso risultano troppo “specialistici” per esseregestiti per proprio conto dalle imprese, chequindi preferiscono affidarsi a un professionistache già possieda un codice accisa ed abbia le

competenze e i mezzi per svolgere tutte le prati-che, invece di dover distrarre importanti risorsedall’attività principale».

Quali categorie di imprese si rivolgono avoi?«Noi serviamo dalle piccole e medie imprese a ge-stione familiare fino alla grande distribuzione(Gdo). In particolare, la Gdo, avendo moltipunti vendita, dovrebbe tenere un registro perogni filiale. Quindi la tendenza oggi è quella diacquistare la merce “franco destino”, cioè prontaalla vendita, con le accise già inserite nella fattura.Per agire in questo modo bisogna necessaria-mente sfruttare un intermediario dotato di codiceaccisa o un vero e proprio deposito fiscale ed èquesto il servizio che noi offriamo. Inoltre, anchesoggetti in possesso del codice accisa, spesso nonsono in grado di gestire in prima persona il ser-vizio telematico di trasmissione dati – che ri-chiede l’utilizzo di software specifici il cui costodi acquisto, non di rado risulta antieconomico ri-spetto al numero esiguo di operazioni da svolgeredurante l’anno».

~

Per commerciare i prodottisoggetti ad accisa – alcolici,sigarette, benzina – bisogna avereun codice rilasciato dall’Agenziadelle dogane

Page 92: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

SISTEMI DI COMUNICAZIONE

Èancora molto diffusa l’opinione co-mune secondo cui la telefonia, l’uti-lizzo di internet, i servizi fax e lamobilità siano strumenti indipen-

denti l’uno dall’altro, soprattutto all’internodi un’azienda. Ma è proprio a livello azien-dale che un efficace sistema di comunica-zione può trovare metodi d’uso utili e inte-ressanti, in quanto non serve solo acontattare un cliente o un fornitore, ma rap-presenta l’opportunità di organizzare e otti-mizzare il lavoro, aumentandone la produt-tività. Wildix, società multinazionale con

sede a Trento, opera nelsettore delle telecomunica-zioni guidata dall’obiettivopreciso di creare un nuovostile di comunicazione conl’aiuto di un utilizzo mi-rato della tecnologia. «Lanostra impresa – com-menta Stefano Osler, am-ministratore delegato diWildix – sviluppa e pro-duce soluzioni di comuni-cazione integrata, per per-mettere all’utente didisporre di uno strumentounico in grado di gestirediverse tecnologie contem-poraneamente».

Sin dall’inizio dell’atti-

vità, Wildix si è specializzata in prodottiVoice over IP, quali sono i motivi di questascelta?«La società ha ideato e creato una soluzionedi telefonia VoIP, integrata con una piatta-forma di comunicazione unificata, per of-frire agli utenti le massime prestazioni intermini di qualità, affidabilità e semplicità diutilizzo. Questi prodotti possono sostituire ointegrare le vecchie apparecchiature telefo-niche e introdurre all’istante maggiore ri-sparmio ed efficienza nelle comunicazioniaziendali».

Le grandi potenzialità della comunica-zione integrata vengono però espresse almeglio dalla Wildix Unified Communica-tion. In che cosa consiste tale strumento?«L’idea che sta alla base della Wildix UnifiedCommunication è quella per cui l’utentepossa avere a disposizione uno strumento ca-pace di consentirgli di interagire, nello stessomomento, con tecnologie di natura diffe-rente, ad esempio funzioni presence, sms,mail, chat, fax. Le performance garantite daquesto strumento sono di gran lunga mi-gliori e innovative rispetto a quelle offerte daisistemi tradizionali e superano quelle usatedalle aziende neoproduttrici in quanto Wil-dix si occupa dell'ideazione e della realizza-zione di tutta la filiera produttiva delle suesoluzioni».

Quali sono gli effettivi vantaggi portati

La comunicazione sta diventando una risorsa sempre più importante nel mondo del lavoro.

Ecco perché deve essere sfruttata nei modi e con gli strumenti tecnologici migliori.

Stefano Osler presenta la telefonia VoIP e il Wildix Unified Communication

Emanuela Caruso

La comunicazione integrataincrementa la produttività

Stefano Osler,

CEO di Wildix Srl

www.wildix.com

98 • DOSSIER • TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011

Page 93: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

Stefano Osler

TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011 • DOSSIER • 99

dall’impiego di queste tecnologie?«Innanzitutto grazie al miglioramento deglistrumenti di lavoro si riduce notevolmente iltempo impiegato nell’eseguire determinateoperazioni e si accorciano le distanze, cioè glispazi che separano il cliente dall’impresa oun operatore da un altro. Potendo contare suquesti nuovi fattori, il lavoratore riesce ad af-frontare più attività e ad avere più tempo perportare a termine i propri compiti. È in que-sto modo che l’immagine della società mi-gliora e che la qualità dei servizi offerti au-menta, ed è sempre così che aumenta anchela professionalità dello staff aziendale».

Wildix pone grande attenzione ancheallo studio del design dei vari prodotti ealla gestione della produzione degli har-dware. Di quali esigenze bisogna tenerconto quando si parla di design e har-dware dei sistemi di comunicazione?«Per quanto riguarda il design del prodotto,che è importante quanto la sua efficienza,vengono considerati i parametri di usabilità,di ergonomia e semplicità, tutti aspetti nontrascurabili quando uno strumento vieneusato in ambito lavorativo. A livello invecedi hardware, cioè dell’oggetto fisico che sup-

porta il funzionamento dei programmi, èimportante gestirne la produzione perchéin questo modo si assicura una totale ade-renza tra software e hardware, che andrà acreare un prodotto efficiente sotto ognipunto di vista. Gli studi relativi a questielementi vengono effettuati dal nostro cen-tro di ricerca interno, in Ucraina, formatoda oltre 30 sviluppatori, che con la sua com-petenza è riuscita a creare soluzioni in gradosoddisfare le aspettative del mercato di altolivello».

~

I sistemi dicomunicazione integratariuniscono diversetecnologie in un unicostrumento in gradodi migliorare il lavorodi un’azienda

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APPALTI E INFRASTRUTTURE

• I progetti per unire l’Europa. Intervista a Aurelio Misiti

• Occorrono snellimenti procedurali per l’assegnazione degli appalti.

Intervista a Sergio Santoro

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INFRASTRUTTURE

112 • DOSSIER • TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011

Una nuova era per l’autostrada A22 È partita la gara per la gestione dell’autostrada del Brennero dal 2014 e si allontana la speranza

di una proroga dell’attuale concessione alla società Autobrennero Spa. L’amministratore delegato

Paolo Duiella indica quali sono le strade praticabili

Renata Gualtieri

La concessione cin-quantennale dell’auto-strada del Brenneroandrà in gara. Paolo

Duiella, amministratore dele-gato di Autostrada del Bren-nero, sottolinea che la societàfa gola a molti per la strategicitàdell’infrastruttura autostradale,che costituisce un tratto essen-ziale del corridoio europeo 1. Èuna società in salute: ricavi dioltre 300 milioni, un utile supe-riore ai 60, ricchi dividendi di-stribuiti quasi ogni anno, an-che se i 21 milioni dell’utile2010, destinati inizialmente agliazionisti, sono ancora congelati.La concessione andrà in garama per averla bisogna sborsare104 milioni l’anno. Se il bandodovesse vincerlo altri enti, oltrea dividendi e investimenti sulterritorio, Trento e Bolzano per-derebbero anche le imposte pa-gate dall’A22.

Che cosa rischiano dunquele province di Trento e di Bol-zano?«Sono soci di riferimento, conla Regione autonoma TrentinoAlto Adige, dell’attuale società

Page 99: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

Paolo Duiella

TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011 • DOSSIER • 113

economico-finanziario asseve-rato e quindi sostenibile ban-cabile. Il modello concesso-rio basato sull’idea della“società di corridoio” mirava auna forte integrazione fra lediverse modalità trasportisti-che: autostrada, ferrovia e svi-luppo dell’intermodalità. Lagara preserva solo il finanzia-mento trasversale».

Nei collegamenti con larete viaria extraurbana chevantaggi porta la nuovauscita di Trento sud dell’au-tostrada del Brennero?«La nuova uscita è in direttocollegamento con la tangen-ziale cittadina e sono in corsoi lavori per analogo collega-mento con la viabilità provin-ciale in destra Adige. Ciòcomporta una migliore distri-buzione del traffico da e perl’autostrada relativamente al-l’intera rete viaria urbana edextraurbana. L’apertura diTrento sud ha in particolareconsentito la chiusura inuscita del casello di Trentocentro con un sensibile mi-glioramento del traffico lo-cale in corrispondenza delcasello stesso».

tità delle risorse accantonate esull’utilità della realizzazionedell’autostrada Cispadana. Sirischia, forse, di dare solocontributi annuali alle ferro-vie, senza realizzare attraversoil tunnel del Brennero unacompleta integrazione terri-toriale?«Le risorse per il finanziamentotrasversale vengono accanto-nate in apposito fondi di bi-lancio nella misura previstadalla vigente convenzione diconcessione. L’autostrada Ci-spadana si realizza in projectfinancing, secondo un piano

concessionaria. La perdita dellaconcessione in capo ad Auto-brennero si rifletterebbe inevita-bilmente sui relativi soci e, inparticolare, sui suoi soci di rife-rimento che, in quanto tali,possono indirizzare le strategiedella società in specie perquanto riguarda gli aspetti am-bientali e la gestione coordinatadelle diverse modalità trasporti-stiche attraverso il Brennero nel-l’ottica del finanziamento tra-sversale autostrada-ferrovia e delpotenziamento del trasportodelle merci su ferrovia».

C’è polemica anche sull’en-

��Il modello concessorio basato sull’idea della

“società di corridoio” mirava a un’integrazionefra le diverse modalità trasportistiche

In alto a destra,

Paolo Duiella,

amministratore

delegato di Autostrada

del Brennero Spa

Page 100: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

INFRASTRUTTURE

114 • DOSSIER • TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011

Come è cambiatoil volto di Trentoualche decen-

nio fa Trentoera del tutto di-versa dalla cittàdi oggi. Basta

pensare che la chiusura dellostabilimento Michelin, a po-che centinaia di metri in linead’aria da piazza Duomo, è solodel 1997 o che la Sloi hasmesso di produrre nel 1978.Trento era una città in mezzo alguado, la cui economia era an-cora strettamente legata all’in-dustria più che al terziario. Unacittà di uffici pubblici, essendosede della Provincia autonoma,ma la sua centralità era più le-gata alle funzioni amministra-tive che a un vero ruolo trai-nante anche sul pianoculturale. Oggi è tutto cam-biato. L’economia della cittàruota attorno ai servizi, al-l’istruzione, alla ricerca, all’uni-versità. A Trento lavorano quasi

2.650 persone tra ricercatori etecnici, circa lo 0,52% dei resi-denti, rispetto allo 0,4% nazio-nale. Dal 2000 al 2008, la spesain ricerca e sviluppo è più cheraddoppiata, toccando l’1,25%del Pil: una percentuale supe-riore all’1,24 della Lombardia edell’Italia, 1,23. «È chiaro – sot-tolinea il sindaco AlessandroAndreatta – che la città, in se-guito a questa rivoluzione, ènotevolmente cambiata sia dalpunto di vista urbanistico chedal punto di vista sociale. Ibrownfields industriali in viadi riqualificazione si trasforme-ranno in nuovi quartieri, la po-polazione si è svecchiata grazieagli studenti dell’università, lacittà è diventata più vivace an-che dal punto di vista cultu-rale».

Sul disegno complessivodella città quale l’impegnoprofuso per mobilità e verde?«La mobilità a Trento non è untema facile. Perché la città èlunga e stretta e si compone divari sobborghi collinari, chenon sono periferie ma comu-nità integrate anche perché un

Questi sono anni importanti dal punto di vista del cambiamento urbano

per Trento. Il sindaco Alessandro Andreatta spiega come sta cambiando

l’immagine della città e la distribuzione sociale dei suoi abitanti,

tra elemento naturale e costruito

Renata Gualtieri

tempo erano municipi auto-nomi. Le distanze, le pendenze,le barriere fisiche talvolta com-plicano i collegamenti tra iquartieri, che però possono con-tare su un trasporto pubblicoefficiente. Anche se gli autobussono i più utilizzati d’Italia(Trento è la prima città mediaper numero di viaggi in autobuspro capite all’anno: ogni abi-tante sale in autobus almeno182 volte in dodici mesi), in-dubbiamente molto può esserefatto per migliorare la mobilità.Il piano urbano della mobilità,crea i presupposti per passaredalla supremazia assoluta del-l’auto a un sistema multimo-dale. Quanto al verde, Trento èper sua natura circondata da bo-schi e montagne. Ma anche ilverde urbano è sviluppato e cu-rato grazie alla presenza digrandi parchi pubblici. Prestola città si arricchirà di una nuovaarea verde: il parco pubblicoprevisto nel nuovo quartieredell’ex Michelin progettato daRenzo Piano, dove è attual-mente in costruzione anche uninnovativo museo della

Qu

Page 101: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

Alessandro Andreatta

TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011 • DOSSIER • 115

Nella pagina precedente,

il sindaco di Trento

Alessandro Andreatta.

Qui sotto, piazza Duomo

«L’apertura del nuovo caselloautostradale a sud ha indub-biamente alleggerito la pres-sione del traffico sul centrocittà, mentre le gallerie dellaValsugana hanno fatto “scom-parire” nei tunnel il traffico dipassaggio, trasformando quelloche era un tratto di strada ascorrimento veloce in unastrada urbana. Certo, la costru-zione di nuove strade hal’effetto di velocizzare il trafficoma anche di renderlo più ab-bondante, com’è in qualchemisura accaduto con l’aperturadella Trento-Rocchetta. Perquesto il piano urbano dellamobilità ha previsto una co-rona di parcheggi di attesta-mento che saranno collegati alcentro da un sistema di tra-sporto pubblico efficiente e ve-loce».

Quali invece i progetti dirilievo strategico che riguar-dano le infrastrutture ferro-viarie?«Nei prossimi decenni la fer-rovia diventerà la protagonistadella mobilità trentina essen-zialmente grazie a due grandiprogetti: il primo è quello dellalinea ad alta capacità Brennero-Verona, il secondo è quello di“Metroland”. Si tratta di unprogetto della Provincia auto-noma che prevede quattro lineeferroviarie che convergono sullacittà di Trento. L’idea è quella didecongestionare dal traffico lestrade della provincia, colle-gando i nodi principali delTrentino con una rete ferrovia-ria quasi metropolitana che ri-

scienza». Accanto alle trasformazioni

urbane ci sono stati interventiimportanti di completamentodella viabilità, in particolare ilraccordo tra la circonvalla-zione e i territori a nord dellacittà, verso Mezzolombardo e

la valle di Non, il potenzia-mento della Valsugana,l’apertura di un nuovo caselloautostradale a sud. Come sisono modificati i tempi di ac-cesso alla città e che effetti cisono stati per flussi di pen-dolarismo giornaliero?

��La centralità di Trento era più legata alle

funzioni amministrative che a un ruolo trainantesul piano culturale. Oggi è tutto cambiato

� �

Page 102: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

116 • DOSSIER • TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011

duca di molto i tempi di percor-renza, tutt’altro che contenutisulle strade di montagna. Larete dovrebbe essere servita datreni a scartamento normale eintegrata con una fitta rete dibus elettrici. La prima tratta adessere realizzata dovrebbe esserela Trento-Tione».

Il progetto dell’architettomilanese Vittorio Gregotti ri-disegna il vecchio cuore indu-striale di Trento nord?«Sì, certo. Pensiamo al fatto cheoggi quell’area è uno spazio in-quinato e dunque abbandonatoe degradato. Con la bonifica,sarà restituito alla città e tor-nerà ad ospitare case, negozi,uffici che si svilupperanno at-torno ad una piazza alberatagrande quasi 6mila metri qua-drati. Non mancherà un grandeparco e anche giardini pensili,che passeranno sopra i binaridella ferrovia, neutralizzandocosì una delle barriere che ta-gliano l’area e tutta la zona di

genze della cittadinanza. Lasfida allora non è quella del-l’espansione, ma quella della ri-qualificazione. Ci saranno poialcune grandi partite come lacostruzione del nuovo ospedalesui 20 ettari che oggi ospitanole ex caserme Bresciani, o delnuovo quartiere che nascerà anord, a Canova, dove le resi-denze convivranno conl’agricoltura. L’ex Italcementi,rinascerà come polo scolasticoe della ricerca affiancato a unnucleo residenziale e il nuovoquartiere che sta sorgendo al-l’ex Michelin con il museodella scienza diventerà, in-sieme al castello del Buon-consiglio, una delle maggioriattrazioni turistiche dellacittà. Buonconsiglio e Musesono la sintesi perfetta dellaTrento di oggi, che riesce afar convivere il passato e il fu-turo, la storia e la ricerca,l’elemento naturale e quellocostruito».

� � Trento Nord. I dettagli del pro-getto naturalmente devono es-sere ancora definiti, perchéquello presentato da Gregotti èsolo un piano guida, però èchiaro che la riqualificazionedell’area un tempo occupata da-gli stabilimenti della Sloi e dellaCarbochimica è un obiettivoimportante per tutta la città».

Quali le sfide per il futurosviluppo urbanistico dellacittà?«La città futura disegnata da-l’architetto catalano Joan Bu-squets tende a porre un freno aldisordine dello sviluppo del se-condo dopoguerra e a rendereTrento una città che si riconci-lia con i suoi elementi naturali.Secondo questa visione, i nuovisegmenti urbani non nasconoall’esterno ma all’interno dellacittà, dunque non per esplo-sione ma per implosione, attra-verso il superamento el’adeguamento di funzioni or-mai decadute alle mutate esi-

Sopra.

il Castello

del Buonconsiglio

INFRASTRUTTURE

Page 103: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

Giorgio Leonardi

TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011 • DOSSIER • 117

Gli interventi che sono stati realizzati sulle nuove strutture stradali erano nati per rispondere

a una maggiore domanda di mobilità ma si sono rivelate, secondo il consigliere Pdl

della Provincia di Trento Giorgio Leonardi, misure insufficienti e confuse che

mancano di concretezza

Renata Gualtieri

Sulla viabilità sono stati fatti troppi errori

Giorgio Leonardi,

consigliere provinciale

del Popolo della Libertà

La Provincia di Trentodichiara da decenni divoler soddisfare le ri-chieste di una viabilità

più veloce e più scorrevole, sianelle principali città che nellezone periferiche. In realtà solu-zioni concrete si devono ancoratrovare, basti pensare al colle-gamento Rovereto-Alto Garda,oppure al progetto trentennaledella tangenziale di Rovereto,per il quale la Provincia ha chie-sto indicazione ai singoli co-muni su cosa fare per poi deci-dere di non realizzarla a causadelle scarse risorse economiche.C’è confusione anche nella solu-zione dell’attraversamento diCles per la Val di Sole o nel bypass di Cavalese. «Si sta assi-stendo – commenta GiorgioLeonardi, consigliere del Pdldella Provincia di Trento – a unapolitica provinciale che pro-mette ma non realizza capaceunicamente di “incolpare” le co-munità locali di mancato deci-sionismo».

A quali esigenze risponde il

piano urbanistico provincialeaggiornato di recente e pre-sentato come il progetto per ilTrentino di domani?«Il nuovo piano sembra più in-novativo nella facciata che nellasostanza. Infatti, se da una partesi introduce il concetto di de-centramento sul nuovo assettoamministrativo, consentendouna pianificazione territoriale esocio economica alle Comunitàdi Valle, dall’altra, non ha te-nuto conto che queste comu-nità non sono operative equindi c’è un rischio di paralisi,di aumento delle procedure bu-rocratiche e di confusione sullapianificazione urbanistica. Esappiamo bene che la pianifica-zione significa tutela ambien-tale, sviluppo armonico del ter-ritorio, ma anche economia nelsettore delle costruzioni edili,delle infrastrutture, della piani-ficazione delle aree produttive. Iltentativo di uniformare i regola-menti edilizi comunali e di in-trodurre procedure uniformi sulterritorio provinciale sembra fal-

lito». Perché nel maggio

scorso si è deciso dichiudere il caselloTrento centro dell’au-tostrada del Brenneroal transito dei veicoli inuscita, mantenendo inesercizio le entrate?«Si pensava probabilmente checon l’apertura del casello diTrento sud si potesse alleggerireil traffico in uscita da Trentocentro, senza tenere conto dellarealtà della situazione urbani-stica del capoluogo. In questianni si è sviluppata una cittàproiettata verso nord, si sonospostati gli uffici e gran partedei servizi della città quindi, sesi esce dall’autostrada a Trentosud ci si trova ad attraversare lacittà sulla tangenziale versonord, con la conseguenza chein orari di punta si assiste nuo-vamente all’effetto collo di bot-tiglia; lasciando aperto il caselloTrento centro anche in uscita sisarebbe potuto distribuire il traf-fico e renderlo più scorrevole. È � �

Page 104: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

INFRASTRUTTURE

118 • DOSSIER • TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011

mancato il coraggio al sindacoAndreatta, che nella sua azionepolitica ha complicato la vitadei suoi concittadini adottandosoluzioni poco razionali e risolu-tive».

Offerta dei servizi ferroviarie incremento passeggeri:come ottimizzare i flussi ditraffico?«Si sta cercando di migliorare adecine di errori frutto di de-cenni di cattivo sviluppo urba-nistico di Trento e più in gene-rale della provincia. Lepianificazioni pensate dagli al-lora sindaci Lorenzo Dellai eAlberto Pacher hanno portato aun allungamento della cittàverso nord e a una concentra-zione dei servizi e delle funzioniunicamente sulla città capo-luogo invece che distribuirli suiterritori periferici. Tutto ciòcomporta lo spostamento dicentinaia di migliaia di trentiniche ogni giorno si muovonosulle vie di comunicazionelungo le valli, già congestionate

� �

��

Rovereto è priva di una tangenzialecapace di togliere il traffico, anchepesante, dal centro della città

da elementi naturali oltre che dainfrastrutture stradali e ferrovia-rie poco efficienti. I mezzi pub-blici presentano il problema del-l’adattabilità alle esigenze deipendolari, allungano notevol-mente i tempi di percorrenzarispetto al mezzo privato. Unapolitica seria della mobilità devetenere conto del decentramentodei servizi sul territorio e dellaflessibilità degli orari, però tuttoquesto mal si addice alla visionecentralista sviluppata dalla poli-tica provinciale in questi anni».

Una sua soddisfazione perun’infrastruttura portata a ter-mine e un’altra da realizzare. «Da trentino e da cittadino diRovereto e della Vallagarinasono costretto a sottolineare la

situazione disastrosa sotto ilprofilo delle infrastrutture in cuiversa la città. Rovereto, secondacittà del Trentino per numero diabitanti, si presenta priva di unatangenziale capace di toglieretutto il traffico anche pesantedal centro della città. La giuntaprovinciale, assieme alla com-piacente amministrazione co-munale, ha bloccato l’unica so-luzione possibile e attesa datrent’anni a Rovereto, cioè ilprogetto della tangenziale ovest.La città vivrà ancora per de-cenni assediata dal traffico edallo smog, mi auguro sola-mente che i roveretani si ricor-dino di queste mancate azionioperate dall’amministrazionecomunale e provinciale».

Page 105: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011
Page 106: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

EDILIZIA

Ripercorrere la vita diogni edificio signi-fica poter retroce-dere fino alla prima

cantierizzazione del progetto.Protagonisti dello scenariostrutturale da cui prenderàforma il manufatto ediliziosono i ponteggi e le macchine,scelti ogni volta in base alla ti-pologia di cantiere in cui sa-ranno adoperati. Per soddisfare in modo innova-tivo le esigenze del mercatoedile, soprattutto in materia disicurezza del lavoro, AlexanderGostner e Christian Gross diri-

gono l’operatività delle impreseAlpipont e Alpikran, attive nelnoleggio di ponteggi sia in ac-ciaio che in alluminio, la prima,e di moderne gru, autogru e au-tocarri, la seconda.I due imprenditori esprimono lanecessità di ridurre la burocraziagravitante intorno al settore.

Quali vantaggi apporte-rebbe al lavoro in cantiere losgravio degli apparati buro-cratici?ALEXANDER GOSTNER «Dalla ri-duzione dei controlli burocraticipotrebbe trarre profitto la to-tale esecuzione dei lavori. Perchétalvolta, per la mancanza o l’in-completezza di un documentoviene bloccato il cantiere, si al-lungano i tempi di posa inopera del ponteggio, e quindidei lavori esecutivi che ne ne-cessitano l’uso. Piuttosto, sa-rebbe opportuno incrementarele verifiche in cantiere. Consi-derando inoltre che i controllivengono effettuati per accertareche i lavori vengano svolti inpieno rispetto delle normative –per il montaggio di ponteggi adesempio, bisogna rispettare tutte

le norme presenti nei decreti le-gislativi 81/08 e 106/09 – l´ot-tenimento della certificazioneOhsas 18001 conseguito da Al-pipont dimostra la nostra vo-lontà di essere sempre aggiornatie conformi alle ultime novitàlegislative in materia di salute esicurezza del lavoro».

A quali rischi possono in-correre le imprese che parteci-pano attivamente alla cantie-rizzazione? A.G. «Il pericolo é sempre la ca-duta dall’alto sia dei pontatori –che non rispettano le norme disicurezza –, sia di materiali chepossono accidentalmente scivo-lare e colpire con non poca vio-lenza le cose e le persone sotto-stanti. Per legge, infatti, durante

Il noleggio di ponteggi e mezzi utili alla cantierizzazione rappresenta una delle poche attività

che fa ancora respirare il comparto edile. Alexander Gostner e Christian Gross, esperti in materia

di sicurezza, esprimono la necessità di ridurre la burocrazia gravitante intorno al settore

Adriana Zuccaro

Ponteggi sicurie bracci telescopici

Christian Gross

e, in basso, Alexander

Gostner, soci

delle aziende Alpipont

e Alpikran di Bolzano

www.alpipont.it

120 • DOSSIER • TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011

Page 107: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

Alexander Gostner e Christian Gross

TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011 • DOSSIER • 121

la fase di allestimento del pon-teggio nessun’altra impresadeve sostare o lavorare nelle vi-cinanze; inoltre nessuno puòsalire sul ponteggio se non equi-paggiato delle corrette attrezza-ture di sicurezza».

Quali disponibilità di ma-teriali, competenze, sistemi di

sicurezza e risorse in genere,oggi comporta la costruzionedi un ponteggio? A.G. «Per giungere alla com-pleta soddisfazione della com-mittenza e al rispetto dellenorme che regolano il settore,è innanzitutto necessario che ilpersonale sia costantementeaggiornato, mediante corsi diformazione, nel rispetto dellenorme vigenti in materia diigiene e sicurezza del lavoro.Per offrire poi la soluzione ot-timale per ogni cantiere la Al-pipont ha a disposizione circa150 mila metri quadrati diponteggi – a telai prefabbri-cati in acciaio e alluminio, amontanti e traversi prefabbri-cati in acciaio – oltre che strut-ture per la realizzazione di pal-chi e podi».

Dalla progettazione allarealizzazione di moduli e si-

stemi di ponteggio, qual èl’iter da seguire per la messain opera di una specificastruttura? CHRISTIAN GROSS «Dopo unprimo contatto con il respon-sabile commerciale, il poten-ziale cliente incontra il tecnicoin cantiere per procedere con lamisurazione e l’ipotesi della mi-gliore soluzione per il montag-gio. In ufficio viene emessa l’of-ferta; dopo la firma si concordala data di inizio lavori; successi-vamente il geometra procedecon la progettazione in Auto-cad o MapMax del ponteggio,e viene preparata tutta la docu-mentazione necessaria per poteriniziare le lavorazioni (Pos + Pi-mus) a cui viene allegato il pro-getto e le foto che i nostri di-pendenti analizzano prima dipartire verso il cantiere. Tuttoquesto ci aiuta anche a valutare › ›

È l’ammontaredella somma dei

fatturati dellaAlpipont e

Alpikran, societàcon sede legale eamministrativa aBolzano e sede

operativa a Lana

EURO

8mln

Page 108: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

122 • DOSSIER • TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011

e caricare il tipo e la quantità diponteggio occorrente».

E se il ponteggio traspor-tato non fosse sufficiente?C.G. «Alpipont ha a disposizionemezzi, quali ad esempio camioncon rimorchio e bilico, per po-terne trasportare anche grossequantità. Se il ponteggio non éin schema standard – cioè altopiù di 20 metri o con partenzacon montanti per sbalzo – e senon rispecchia lo schema dimontaggio del libretto d’uso, siprocede con l’emissione di uncalcolo statico, redatto da unnostro ingegnere di fiducia».

Oltre che per il trasporto,per quali altre attività ven-gono richiesti in noleggio imezzi Alpikran?

C.G. «La nostra attività é basataessenzialmente sul noleggio diautogru che servono nel settoreedile per il montaggio e losmontaggio di gru a torre e pereseguire lavori di sollevamentodi prefabbricati di qualsiasi tipo.I rimorchi ribassati, invece, ser-vono per il trasporto delle za-vorre, necessarie per stabilizzarele autogru durante le varie fasidi lavoro. Disponiamo inoltredi veicoli omologati per ese-guire le scorte tecniche, neces-sarie quando si eseguono tra-sporti eccezionali comeappunto nel caso del transitodelle autogru».

Qual è al momento ilmezzo più innovativo? C.G. «Il fiore all’occhiello del

nostro parco auto é l’autogruLiebherr da 200 tonnellate, ilcui braccio telescopico hauna lunghezza complessiva di72 metri e può essere ulte-riormente allungato con unaprolunga telescopica di 7 me-tri e un falcone a volata va-riabile di 36 metri».

Che tipo di resoconto puòoffrire sull’andamento deivostri ultimi bilanci? A.G. «Nonostante la crisi, l’Al-pipont non ha mai rallentatoil processo di crescita, incre-mentando il fatturato, ade-guandosi alle richieste delmercato relativamente aprezzi e pagamenti e cercandodi superare i momenti di dif-ficoltà. C’é anche da dire cheproprio a causa della crisi,tante ditte non comprano piùponteggi, ma preferiscononoleggiarli, anche perché, permontarli, dovrebbero avereoperai specializzati».

› ›

~

Il fiore all’occhiello del nostroparco auto é l’autogru Liebherrda 200 tonnellate, il cui bracciotelescopico ha una lunghezzacomplessiva di 72 metri

In queste pagine, alcuni

ponteggi della Alpipont

e cantieri in cui sono

stati utilizzati i mezzi

Alpikran come l’autogru

da 200 ton con falcone

tralicciato, ovvero

con prolungamento

del braccio

EDILIZIA

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Page 110: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

EDILIZIA

Non sono pochi icasi che dimo-strano l’inadegua-tezza strutturale

degli edifici presenti in Italia.Una situazione che di recenteSilvio Sarno, presidente dell’as-sociazione aziende produttricidi calcestruzzo preconfezionato– Atecap – ha così presentato: «èda molto tempo che stiamo de-nunciando l’alto rischio strut-turale di un patrimonio edilizioobsoleto». D’altro canto, però, non è poicosì ridotto il numero di edificiche rispondono perfettamenteai requisiti strutturali idonei econformi alle leggi in vigore.Soprattutto nelle aree trentinedella Valle di Non e Valle diSole, dove il mercato ediliziopuò contare sulla Co.Beton, so-cietà leader nella produzione

di calcestruzzo pre-confezionato. LuigiLeonardi il presi-dente della Co.Be-ton, ex presidentedella Cassa Ediledi Trento, esponee analizza le pre-

rogative necessarie per una pro-duzione di calcestruzzo che siain grado di abbandonare persempre l’amara soglia di “edili-zia obsoleta”.

Il calcestruzzo è il prodottoedilizio per antonomasia. Inche modo la sua produzionepuò dunque partecipare a unpiù “solido” e nuovo pano-rama edilizio?«In un mercato sempre più ag-guerrito dove a scapito dellaqualità il costo diviene spessol’elemento di scelta, la produ-zione del calcestruzzo preconfe-zionato deve essere allineata aun’attenta politica di gestione.Per questo, insieme all’espe-rienza e alle costanti attività disviluppo, grazie a un fornitoparco automezzi dei soci tra-sportatori di oltre 25 macchinetra autobotti, autopompe e au-tocarrate, la Co.Beton è ingrado di soddisfare le diversenecessità della committenza an-che nei luoghi maggiormenteavversi della montagna e in con-dizioni dove la specializzazionedella manodopera e la cono-scenza del territorio diventa ele-

mento preponderante e distin-tivo nel servizio, motivo per cuipiù del 96% del personale è delterritorio».

Quanto incide la disponi-bilità di strumenti automatiz-zati sul valore e volumi d’affaridella Co.Beton?«Al giorno d’oggi le tecnologiedisponibili nel nostro ambitooperativo stanno divenendofondamentali per l’espansioneimprenditoriale e il migliora-mento del ciclo produttivo. Difatto, tutte le nostre centrali dibetonaggio sono automatizzatee monitorate in rete al fine diuna mappatura continua ditutti i dati inerenti alla produ-zione e alle forniture di calce-struzzo permettendo anche mo-difiche tecniche all’interno deiparametri minimi che tendonoal just in time e il controllo diqualità. La produzione dei flussidei dati di processo viene quindiregistrata in continuo da un si-stema all’avanguardia che pre-vede l’utilizzo di un “concen-tratore” – server di dati dellasede centrale – che in temporeale dialoga con i computer e

L’amara situazione in cui versano molti edifici, strutturalmente inadeguati e obsoleti,

può essere ribaltata. Partendo innanzitutto con l’utilizzo di materiali edili di qualità: in primis

il calcestruzzo. Il punto di Luigi Leonardi

Adriana Zuccaro

Il calcestruzzo di qualitàrimpiazza “l’edilizia obsoleta”

Luigi Leonardi

è presidente della

Co.Beton di Cles (TN).

Nella pagina a fianco,

alcuni momenti

di produzione e

utilizzo di calcestruzzo

in cantiere

www.co-beton.com

124 • DOSSIER • TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011

Page 111: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

Luigi Leonardi

TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011 • DOSSIER • 125

con i sistemi di controllo ditutte le centrali di betonaggio».

Quale sarà il prossimopasso per avvalersi di tecno-logie ancora più efficaci?«A breve partiremo con la spe-rimentazione di un sistema in-tegrato di rilevazione satellitaresu 5 automezzi. Tale sistemaoltre a rilevare gli spostamentidella flotta, al fine di ottimiz-zare i tempi di trasporto, con-sente di monitorare e registraretutti i dati relativi allo stato delprodotto e all’operatività degli

automezzi. Una strategia ope-rativa che va in linea agli obiet-tivi principali di Co.Beton, ov-vero l’espansione capillare sulterritorio e il consolidamentosul mercato anche attraverso si-nergie con altre imprese, sem-pre nella prospettiva di valoriz-zazione e soddisfazione delleesigenze della committenza».

Sotto quali aspetti è possi-bile comprovare la qualità delcalcestruzzo preconfezionato?«Innanzitutto operando in re-gime di sistema di qualità cer-

tificata Uni En 9001:2008 eFpc – Factory production con-trol –, certificazioni che per-mettono anche di rafforzare efidelizzare il rapporto con lacommittenza attraverso il mo-nitoraggio continuo del gradodi soddisfazione e l’analisi delleesigenze. La certezza poi di ri-manere leader sul territorio Valdi Non e Val di Sole nella tra-sformazione del cemento in cal-cestruzzo preconfezionato passaanche attraverso il rigoroso con-trollo delle materie prime chevengono sottoposte a verificacontinua delle performance conrigorosi test interni ed esterni econtrolli di enti certificati».

~

Le centralidi betonaggio Co.Betonsono automatizzatee monitorate in reteper garantire di unamappatura continuadi tutti i dati inerenti laproduzione e le forniture

Page 112: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

Inumeri parlano chiaro:negli ultimi quattro anniin Trentino 252 realtà delsettore edile hanno

chiuso l’attività e 1.148 per-sone hanno perso il lavoro. «Lanostra regione non è immunealla crisi che attanaglia l’eco-nomia mondiale, e il compartoedile è stato pesantemente col-pito da questa situazione, an-che a causa delle difficoltà nel-l’accesso al credito da partedelle aziende, che così facendonon hanno modo di investire esvilupparsi e dei privati citta-dini che non riescono più a co-struirsi una casa», sottolineaAldo Zortea, fondatore e am-ministratore unico della ZorteaSrl, azienda di Castelnuovo

Valsugana, in provincia diTrento, nata nel 1974 come re-altà specializzata in attività discavo e movimento terra, chenel tempo ha fatto della versa-tilità il suo marchio di fabbrica. «Le imprese edili trentine sonotutte di piccole e medie di-mensioni e fortemente radicatesul territorio - continua Zortea–. Questo, che da un lato rap-presenta il nostro punto diforza, implica però una certadifficoltà nel trovare nuovisbocchi e opportunità al difuori dei confini regionali».L’attività dell’azienda, infatti,si concentra prevalentementenella Valsugana e nella Vald’Adige, sulla base di una pre-cisa scelta strategica che, come

L’edilizia trentina prova a uscire

da una fase di difficoltà prolungata,

puntando sulle risorse locali

e sulla professionalità degli operatori.

Aldo Zortea indica le peculiarità

e le maggiori criticità del settore

Guido Puopolo

Ripartiamo dal territorio

126 • DOSSIER • TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011

Page 113: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

Aldo Zortea

TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011 • DOSSIER • 127

ricorda l’amministratore, «per-mette di seguire direttamentetutte le fasi di lavoro. Così fa-cendo abbiamo la possibilità dirapportarci quotidianamentecon gli appaltatori e con i for-nitori, senza tralasciare il fattoche, disponendo esclusiva-mente di maestranze del posto,contribuiamo a salvaguardare erafforzare il tessuto economicoe sociale locale. Non bisognainoltre dimenticare che lavo-rare in un ambiente montuosocome quello trentino richiedecompetenze particolari, perchécostruire un acquedotto nelmezzo di boschi e montagnepresenta peculiarità difficil-mente riscontrabili nella co-struzione della stessa infra-struttura in pianura». Dall’edilizia civile, industriale eagricola alla realizzazione di ac-quedotti e impianti di inneva-mento, fino alla realizzazione diopere stradali, fluviali e di con-solidamento dei terreni, è am-pio e diversificato il ventagliodelle attività portate avanti dal-l’azienda. «Il nostro lavoro sidivide fondamentalmente indue ambiti», specifica Zortea.«Siamo infatti specializzati inattività di edilizia civile e indu-striale, con la costruzione e ri-strutturazione di abitazioni,edifici pubblici, stabilimentiindustriali e magazzini. A que-ste affianchiamo una consoli-data esperienza nella realizza-zione di infrastrutturefondamentali per il territorioin cui viviamo, tra cui, adesempio, strade, acquedotti efognature, piste da sci». Sono

numerosi gli interventi ultimatidall’azienda in questi anni, afavore non soltanto dei privatima anche di diversi enti pub-blici, come ricorda Zortea: «At-tualmente stiamo completandouna nuova scuola elementarenel Comune di Terlago,un’opera di cui andiamo parti-colarmente fieri e che ha ri-scosso il plauso dell’ammini-strazione locale. Siamo inoltreprossimi alla conclusione deilavori relativi alla strada di col-legamento tra i comuni di Sa-mone Strigno e Bieno, mentreabbiamo da poco avviato unanuova operazione immobiliarenel comune di Borgo, che pre-vede la costruzione di una pa-lazzina che ospiterà negozi, uf-

fici e abitazioni, il tutto sullabase dei più moderni standardqualitativi». Pur in una situazione di disagiogenerale, dunque, l’aziendatrentina dimostra grande viva-cità e spirito imprenditoriale,come testimoniato anche dal-l’attività di lavorazione degliinerti e di recupero dei rifiutiprovenienti dalle demolizioni:«Il nostro sogno – concludeZortea - è quello di realizzareun impianto in grado di risol-vere l’annoso problema legatoal riutilizzo di quei materialialtrimenti destinati a finire indiscarica. Un progetto ambi-zioso, che speriamo di poterportare a termine nel più brevetempo possibile».

❝~

Stiamo completando una nuova scuolaelementare nel Comune di Terlago, un’opera cheha riscosso il plauso dell’amministrazione locale

Nelle immagini,

momenti di lavoro

della Zortea Srl

di Castelnuovo

Valsugana (TN)

www.zortea.it

Page 114: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

128 • DOSSIER • TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011

Un centro residenziale e funzionale che offre servizi e occasioni

di aggregazione alle cittadinanze della piana Rotaliana e della zona

a nord di Trento. Un progetto architettonico all’insegna del rispetto

ambientale. La parola ad Alessio Vulcan

Valerio Germanico

È sorta una nuova Lavisa impatto zero sull’ambiente

Non lontano dalcentro storico diLavis, è stato re-centemente ulti-

mato un complesso residenzialee commerciale che nelle inten-zioni dei progettisti ha l’ambi-zione di diventare una “nuovaLavis”. Su un’area di 48.000mq sorge il Residence Felti, uninsieme di strutture residenziali,attività direzionali, commer-ciali, di pubblica utilità – unasilo nido e una scuola materna– immerse in 7.000 mq diverde e con al centro una nuovapiazza cittadina. «Il progetto èstato pensato e realizzato –spiega Alessio Vulcan, rappre-sentante della Vulcan Srl, l’im-presa edile che ha eseguito i la-vori – con una particolare curaper la qualità dell’architettura edello stile di vita. Tutte le co-struzioni sono a risparmio ener-getico e si collocano in una po-sizione strategica a metà stradafra Trento e Mezzocorona, incorrispondenza della nuova sta-

EDILIZIA

Page 115: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

Alessio Vulcan

TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011 • DOSSIER • 129

zione ferroviaria Trento-Malè». Dell’ampio complesso, 5.600mq sono dedicati alle attivitàdirezionali e commerciali,comprese le amministrazionipubbliche e private, come uf-fici, banche, centri di calcolo ecentri ricreativi. «Ben 2.200mq di superficie sono destinatia essere frazionati in base alle ri-chieste degli esercenti e sonogià predisposti per ospitare ne-gozi, magazzini e attività com-merciali alimentari e non. Ac-canto a quest’area c’è unelegante edificio di quattropiani destinato a uffici e servizi.Questa moderna struttura, chesi caratterizza per il colorerosso, è realizzata secondo imassimi standard qualitativi edè certificata Casa Clima. Di-spone inoltre di un particolarerivestimento a parete ventilatache garantisce un maggiore be-nessere interno. Infatti, in in-verno, il rivestimento miglioral’efficacia dell’isolamento ter-mico, smaltendo rapidamentel’umidità accumulatasi all’in-terno delle pareti durantel’estate». In previsione del fattoche questo diventerà presto ilnuovo fulcro direzionale ecommerciale per il paese di La-vis, per la piana Rotaliana e per

la zona a nord di Trento, sonodisponibili 340 posti auto dicui 168 coperti. «Il complessocomprende anche una parteresidenziale di circa 20.000mq, che è stata curata nei mi-nimi dettagli per poter offrirequalità, armonia, eleganza eluminosità. L’idea progettualedi base è stata l’alternanza co-stante di edifici da quattro acinque piani. Queste strutturehanno al centro un caseggiatobasso, di soli due piani, checrea un grande spazio centralesul quale si affacciano tutte lecostruzioni circostanti. Questadisposizione è stata studiataper consentire una grande fles-sibilità distributiva interna, lu-minosità e una vista interes-sante godibile da ogniabitazione. Tutti gli edificisono certificati Casa Clima esono l’eccellenza in materia dirisparmio energetico. È statopossibile raggiungere questi ri-sultati investendo – a partiredalla fase di progettazione –

sui materiali e sugli spessori,con un’attenta correzione dei“ponti termici”. Questo peravere una concreta tutela del-l’ambiente e dell’uomo, maanche per garantire un rispar-mio sui costi di gestione».Sono disponibili circa 160 ap-partamenti con differenti me-trature ed esposizioni. «In fasedi progettazione è stato possi-bile effettuare modifiche de-gli spazi interni e delle fini-ture. Sono comunquedisponibili per ogni apparta-mento cantine, garage e par-cheggi privati. Tutta l’area èimmersa nel verde, sia grazie alvicino parco, sia grazie al pratoche circonda ogni edificio.Principale luogo di aggrega-zione è la piazza del quartiere,che è stata accuratamente pavi-mentata e illuminata. Al suocentro è stata collocata una fon-tana che con i suoi getti d’acquaravviva il luogo e ne sottolineail ruolo di punto di riferimentodell’intera zona».

❝~

Tutti gli edifici del complesso residenzialesono certificati Casa Clima e sono l’eccellenzain materia di risparmio energetico

Vedute del Residence Felti

realizzato dalla Vulcan Srl,

Lavis (TN)

www.vulcancostruzioni.com

Page 116: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

La cultura della sostenibilità non ha modificato solo i sistemi

di costruzione. Una nuova coscienza dell’abitare guarda ai vantaggi

delle case ecologiche e ne stimola lo sviluppo. Giuseppe Gilli

descrive le potenzialità delle costruzioni in legno

Adriana Zuccaro

Spazi confortevolied ecologici

130 • DOSSIER • TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011

In queste pagine,

alcune case in legno

realizzate dalla Rasom

Wood Technology

con sede a Pozza

di Fassa (TN)

www.rasom.it

Page 117: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

Giuseppe Gilli

TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011 • DOSSIER • 131

Ècambiato il modo diconcepire l’ediliziaabitativa. Si avvertel’esigenza di adope-

rare materiali costruttivi ecoso-stenibili, di applicare tecnologieorientate al risparmio energe-tico e di abitare spazi che nonsiano solamente confortevolima soprattutto salubri. Il “mat-tone” perde il podio e lasciaspazio innanzitutto al legno. Difatto, se nel 2005 sono state co-struite in Italia solo mille abita-zioni in legno, nel 2010 si ègiunti a superare le 5 mila. «Sta maturando una nuova co-scienza del costruire e soprat-tutto dell’abitare. Oggi ci sirende conto che, anche in ter-mini economici, la positivitàdell’acquisto di una casa si mi-

sura in base ai livelli della qua-lità percepita». E non ha dubbiGiuseppe Gilli quando descri-vendo i progetti realizzati dallasocietà di cui è responsabilecommerciale, la Rasom WoodTechnology, si ferma a sottoli-neare: «nei casi in cui si utilizzacome principale materiale dacostruzione, il legno rappre-senta l’elemento catalizzatore diuna proficua riduzione dei con-sumi energetici e della massimaresa prestazionale degli edifici».Per valutare i livelli di risparmioenergetico ottenibili nelle co-struzioni in legno «già durantela prima fase di progettazione, siesegue un calcolo di “bilancioenergetico”, ovvero un’accuratavalutazione di ogni elementoche partecipa all’efficiente resa

della costruzione – spiega Gilli–. È inevitabile poi sottolinearequanto incida il luogo in cuiedificare, perché una casa in Valdi Fassa non può avere le stessecaratteristiche di un’altra cheverrà realizzata a Bologna, a Pe-scara o in Sicilia. Tuttavia, inzone diverse, con requisiti di-versi, l’obiettivo rimane il me-desimo: conferire all’abitazionealtissime prestazioni sia nel pe-riodo invernale che estivo».Ma quando si parla di ottimiz-zazione prestazionale, outdoor eindoor, non si può tacere l’im-portanza della conformità anti-sismica di un qualsiasi manu-fatto edilizio. Per questo laRasom Wood Technology ef-fettua il calcolo sismico e lo stu-dio personalizzato tramite la › ›

Sono le abitazioniin legno realizzate

in vent’annidalla Rasom cuivanno aggiunte

25 strutturealberghiere, scuolee asili per l’infanzia

e oltre 2000coperture di ogni

grandezzae complessità

CASEECOLOGICHE

500

Page 118: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

132 • DOSSIER • TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011

realizzazione di un modello vir-tuale tridimensionale con «unsoftware specifico in cuil’equipe specializzata ha inse-rito tutti i dati delle prove si-smiche realizzate in Giapponeal N.I.E.D. nel 2006 e 2007 –precisa Gilli –. Solo da qui sipuò ottenere la certezza che lacasa ottenga la certificazioneSofie Veritas, il consorzio di cuifacciamo parte come impresatitolare del marchio Sofie per lacostruzione di case a strutturain legno a pannello X-lam». Ma considerando che il nucleoimprenditoriale dell’attuale Ra-som risale al 1959 e che il legnone è ancora il protagonista,viene da chiedere: quali svi-luppi ha subito l’operativitàdell’impresa? «La nostra tecno-logia – così il nostro modo dioperare – ha come scopo ul-timo la qualità del vivere. Ab-biamo analizzato molti sistemi emolte tecnologie costruttive perscegliere quello che a nostro av-viso è il migliore secondo criteririguardanti il concetto di soste-nibilità, il rispetto per l’am-biente, l’Lca – Life Circe Asses-sment, ciclo di vita dei materialiutilizzati –, la durabilità, le pre-stazioni energetiche e acustichedell’edificio, il consumo ener-getico nelle varie lavorazioni deimateriali, il comfort, la salubritàdello spazio abitato – precisa ilportavoce della Rasom –. Po-niamo la ricerca scientifica alprimo posto e siamo statil’unico partner industriale non-ché propositori del progetto So-fie sviluppato da C.N.R. -

I.V.A.L.S.A.».Dunque tra certificazione, ri-cerca scientifica, progettazioneavanzata e innovazione sosteni-bile pare che la Rasom abbiastimolato la collaborazione diaziende e centri ricerca per lamessa in opera di nuovi sistemicostruttivi come Casa Fiemme. «Il modello di costruzione percase ecologiche prefabbricatedenominato Sistema CasaFiemme è un nostro marchioregistrato che viene applicatosolo quando la casa raggiungedei termini assoluti in fatto diqualità e prestazioni. È il fruttodella ricerca Sofie applicata alprodotto ed è certificabile inqualsiasi momento e con qual-

siasi protocollo, da Casa Climaal L.E.E.D. – afferma Gilli –. Latecnica costruttiva adottata dalSistema Casa Fiemme, si basasull’utilizzo di pannelli X-lam,cioè pannelli lamellari in legnomassiccio, di spessore variabile,realizzati incollando strati in-crociati di tavole di spessore me-dio di 2 cm».Diviene esplicito come la co-struzione di case ecologiche pre-fabbricate permetta di abbatterei prezzi migliorando la qualità:«Rasom continua a sviluppareinfatti soluzioni sempre più van-taggiose in termini di benessereabitativo, efficienza energetica,basso impatto ambientale e con-venienza economica».

› ›

EDILIZIA

❝~

La tecnica costruttiva adottata dal SistemaCasa Fiemme si basa sull’utilizzo di pannelliX-lam, pannelli lamellari in legno massiccio

Page 119: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011
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134 • DOSSIER • TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011

per la pietra trentinaIl distretto trentino del porfido guarda oltre la crisi, valorizzando le realtà presenti sul territorio

attraverso la creazione di una nuova rete d’impresa. L’analisi del presidente della sezione porfido

di Confindustria Trento, Simone Caresia

Guido Puopolo

Comparto storicodell’industria tren-tina, il distretto delporfido, con oltre

70 aziende e un indotto di circa3mila addetti coinvolti, in que-sti ultimi anni sta attraversandouna fase di profonda trasforma-zione. Un’evoluzione necessariaper far fronte alle mutate esi-

genze del mercato e per salva-guardare quel patrimonio co-stituito da decine di piccole emedie imprese che quotidiana-mente lavorano per offrire unprodotto di altissima qualità,conosciuto e apprezzato in tuttoil mondo. «La crisi ci ha obbli-gato a rivedere le nostre strate-gie», sottolinea Simone Care-sia. «Oggi, per riuscire acompetere su mercati caratte-rizzati dalla crescita esponen-ziale di produttori indiani, ci-nesi e sudamericani, èindispensabile attuare meccani-smi virtuosi, che permettanoalle aziende trentine di raffor-zarsi e di continuare a essereprotagoniste».

Qual è, dunque, la ricettaproposta da Confindustria?«Come associazione lavoriamoper promuovere un sistema di

Strategie di sviluppo

Simone Caresia,

presidente della

sezione porfido di

Confindustria Trento

sinergie tra tutti gli operatoridel settore, con l’obiettivo distringere alleanze e collabora-zioni tra aziende altrimenti de-stinate a pagare pesante dazioalla crisi economica. È necessa-rio favorire nuovi modelli di ag-gregazione per creare delle veree proprie “reti di impresa”, chetutelino l’artigianalità delleaziende presenti sul nostro ter-ritorio e che permettano a que-ste stesse aziende di presentarsisul mercato in maniera unitaria,con un approccio innovativo ingrado di ottimizzare e massi-mizzare le risorse a disposi-zione».

A livello internazionalequali sono attualmente i mer-cati più interessanti per il por-fido trentino?«Il distretto del porfido è stori-camente caratterizzato da una

Page 121: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

Simone Caresia

TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011 • DOSSIER • 135

forte propensione all’export, cheattualmente rappresenta circa il40% del fatturato totale. Seprima della crisi i nostri princi-pali riferimenti erano la Franciae il centro Europa, oggi no-tiamo che il baricentro si stasempre più spostando verso est,dove la sensibilità nei confrontidei prodotti made in Italy èmolto forte. Paesi arabi edEstremo Oriente rappresentanoun ulteriore sbocco per le nostreproduzioni, con mercati moltoattenti non soltanto alla qualitàdei prodotti finiti ma anche allemodalità di lavorazione dei pro-dotti stessi».

A questo proposito, su qualiaspetti le aziende dovrannofocalizzare la loro attenzioneper rendere i loro prodotti an-cora più competitivi?«Il porfido trentino, al contrariodi molte altre pietre, presentavantaggi enormi, soprattutto daun punto di vista ambientale, inquanto è il risultato di lavora-zioni prevalentemente manuali,con un impatto sull’ambiente

L’unione fa la forzaLa cooperazione tra istituzioni locali e imprese è un fattore determinante per poter perseguire un’efficacepolitica di valorizzazione della pietra trentina. Una dimostrazione in questo senso è venuta dalla 46°edizione di “Marmomacc”, la mostra internazionale di pietre, design e tecnologie svoltasi a Verona lo

scorso settembre, durante la quale Trentino Spa, Camera di Commercio,Trentino Sprint e distretto del porfido e delle pietre trentine si sonopresentate ai visitatori con un unico stand. «Un segnale importante –commenta Mariano Gianotti (nella foto), presidente del distretto – che ciha dimostrato come questo tipo di sinergia possa portare risultatisignificativi, a tutto vantaggio dell’economia locale. In agenda abbiamodiversi eventi di grande rilevanza, tra cui la Fiera Internazionale di LasVegas del prossimo gennaio. Vogliamo provare a ripetere l’esperienza diVerona per aumentare la penetrazione dei prodotti trentini a livellointernazionale, perché siamo convinti che sia questa la carta vincente».

praticamente nullo. Questa pe-culiarità costituisce un valoreaggiunto molto apprezzato daun mercato sempre più orien-tato verso la ricerca di soluzioni“green”, e credo che per il futurole nostre imprese dovrannopuntare con forza su produzioniad elevato livello di sostenibilità.Etica, trasparenza, affidabilità erispetto delle regole sono gli al-tri elementi che hanno per-messo al nostro sistema produt-tivo di affermarsi a livellointernazionale. Purtroppo di-spiace constatare come tali va-lori spesso siano riconosciuti piùall’estero che in Italia, dove an-cora scontiamo una certa arre-tratezza su questi temi».

Quali saranno, infine, leprossime iniziative di Confin-dustria a supporto del di-stretto?«Lo scorso 29 marzo, insiemeall’Associazione artigiani e pic-cole imprese della provincia diTrento e all’ente Sviluppo por-fido, abbiamo siglato un’impor-tante protocollo d’intesa, teso a

migliorare la qualità di sistemaper il comparto produttivo e di-stributivo del porfido trentino.Un esempio significativo dellasinergia tra categorie che portaad azioni concrete. Per il futurointendiamo quindi proseguiresulla strada tracciata, soste-nendo tutte quelle azioni, por-tate avanti da enti pubblici e daprivati, volte a unire le forze incampo e a favorire e valorizzareil concetto di “rete d’impresa”,perché è questa la chiave chepermetterà alle nostre aziende diresistere alla crisi e conquistarenuove fette di mercato».

Page 122: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

Al fine di scongiurarespeculazioni edili-zie o manovre im-mobiliari, e vo-

lendo salvaguardare le bellezzedel territorio, in Alto Adigevengono applicate leggi parti-colari che regolamentano lacomplessa materia immobi-liare della zona. Un esempio diqueste normative speciali ri-guarda i cosiddetti “masichiusi”, Geschlossener Hof,dove la parola “Hof” indicagenericamente la corte, ma haassunto il significato più am-pio di podere. Il termine“maso chiuso” deriva dal la-tino medioevale “mansio” cheindicava sia la casa che la fa-miglia. In Alto Adige, con ladizione “maso chiuso”, si in-tende quindi quel particolareistituto per cui il podere, incasi di trasferimenti di pro-prietà, non viene suddiviso fragli eredi, ma passa a una sola

persona, di solito uno dei coe-redi, detto erede assuntore(“Anerbe”). In questi casi, glialtri coeredi hanno diritto soloa un compenso. La gestionedei “masi chiusi” è evidente-mente molto delicata ed è unadelle attività in cui è specializ-zata l’agenzia immobiliare IM-MOS - Immo Südtirol di Bol-zano guidata da ReinhardHofer.

A quali normative specialisono soggetti i masi chiusi?«I masi chiusi sono soggetti aregole particolari della leggeurbanistica provinciale 11 ago-sto 1997 n. 13 e relative, re-golamento DPGP 23 febbraio1998 n. 5, con modifiche ap-portate dalla L.P. 2 luglio 2007n. 3. La nostra agenzia è spe-cializzata in questo tipo di me-diazioni, che richiedono un’ot-tima preparazioneprofessionale e un costante ag-giornamento. Non capita tutti

Anche in Alto Adige il settore

immobiliare fa i conti con la crisi

economica. E osserva le leggi speciali

che tutelano le costruzioni tipiche

del territorio. Reinhard Hofer, titolare

della IMMOS, fa il quadro

del mercato immobiliare altoatesino

Eugenia Campo di Costa

La gestione dei “masi chiusi”

Reinhard Hofer, titolare della IMMOS - Immo Südtirol di Bolzano. Nella pagina

accanto, in alto un “maso chiuso” gestito dall’azienda e un castello che l’agenzia

ha in vendita. In basso, la piazza Walther a Bolzano nelle cui vicinanze ha sede

la IMMOS - Immo Südtirol www.immos.it

136 • DOSSIER • TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011

Page 123: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

Reinhard Hofer

TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011 • DOSSIER • 137

i giorni di avere l’opportunitàdi mediare su un “masochiuso” e la soddisfazione chesi ottiene è molto alta, indi-pendentemente dal torna-conto economico. La IM-MOS - Immo Südtirol,tuttavia, si occupa anche ditutte le altre attività inerenti ilramo immobiliare: stime, pe-rizie, valutazioni, successioni,vendita ed elaborazioni dicontratti, locazioni, conun’ampia offerta di servizi cheriguarda sia l’edilizia di tipoabitativo-residenziale chequella del settore turistico, ca-ratterizzata, in particolar

modo, da immobili di presti-gio ed esclusivi».

Qual è l’attuale situazionedel mercato immobiliare inAlto Adige?«L’Alto Adige non è statoesente dalla crisi che ha inve-stito il settore immobiliare ne-gli ultimi anni, ma credo siagiusto non perdere l’ottimi-smo e guardare al futuro confiducia. Il mercato senz’altro siriprenderà. Allo stato attualevi é una forte domanda sugliaffitti, il settore commercialeinvece non decolla e riman-gono invenduti o sfitti tanticapannoni, laboratori e ma-gazzini. Un altro fenomenoche si riscontra spesso sul mer-cato in quest’ultimo periodoriguarda gli imprenditori chehanno investito in nuove co-struzioni: purtroppo, moltihanno comprato immobili eterreni in periodi più floridi equindi, avendoli pagati parec-chio, devono per forza di cosemantenere un determinatoprezzo. Se si considera che lametà della nuove costruzionidi solito rimangono invenduteper alcuni anni, e una parte diutile si trova proprio nell’altra

metà, sicuramente le proble-matiche sono molto evidenti».

Dunque la richiesta di lo-cazioni supera la domandadi acquisti immobiliari?«Al momento sì. Il ceto me-dio, effettivamente, non rie-sce ancora a far fronte a unmutuo che possa permettereil pagamento di un alloggioadeguato, pertanto molti pre-feriscono rimanere in affitto eattendere la buona occasioneper potere acquistare. Va d’al-tra parte sottolineato che, ne-gli ultimi anni, in Alto Adige,la qualità delle costruzioni émigliorata di molto, si co-struiscono case certificate conriconoscimento istituzionale,il certificato Casa Clima, diconseguenza i costi sono alti ele offerte devono rispettare de-terminati parametri a frontedell’alto livello costruttivo chesi raggiunge».

Page 124: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

Insieme alle case dall’in-confondibile stile alpinoe alla famosa lavorazionedel legno, le caratteristi-

che tovaglie e i particolari ten-daggi in stile altoatesino rap-presentano un articolo cherispecchia in pieno l’idea di ar-tigianalità, di folklore e di tra-dizione tirolese. Il fatto che sipunti molto sulla tradizione te-stimonia il grande attaccamentoal territorio della Galtex diTrento, azienda spina dorsale eragione sociale di altre tre divi-sioni tutte incentrate sulla com-mercializzazione e produzionedi tessuti e biancheria per lacasa. «Sicuramente il legamecon il territorio è una delle no-stre componenti fondamentali»,spiega Giuseppe Gallizioli, am-ministratore e socio di maggio-ranza della Galtex. «Nella pra-tica, per quanto riguarda la

divisione Daunex, questo si tra-duce in un filo diretto con latecnica sartoriale e la qualità delpiumino da noi prodotto. Unarticolo delle zone nordiche cherispecchia il territorio e le nostremontagne, ma che raggiungeun mercato più ampio rispettoa quello nordico». Nella divisione ingrosso la tra-dizione altoatesina si traduce in-vece nella scelta del colore rossoper la fantasia delle componentid’arredo per la casa. «Il punto diforza di questi prodotti in ognicaso sta nel fatto che possonoessere utilizzati anche nella cu-cina di una casa di campagna».Sottolinea Guido Furlan, diret-tore commerciale della divisioneingrosso. «Abbiamo cercato distudiare una serie di articoli chetoccasse una linea country enon solo tirolese in sensostretto».

Partire dal classico stile tirolese

di tessuti e attualizzarli. Uscendo

così dal localismo. Senza tralasciare

qualità e sartorialità dei prodotti.

Questo il compito della Galtex

Nicoletta Bucciarelli

Gusto altoatesino d’oltralpe

138 • DOSSIER • TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011

Da sinistra, Guido Furlan, responsabile della divisione ingrosso,

Giuseppe Gallizioli, amministratore e socio di maggioranza della Galtex srl

di Trento e Agostino Gallizioli, socio fondatore

Page 125: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

Giuseppe Gallizioli

TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011 • DOSSIER • 139

L’arredamento tessile è da sem-pre l’ambito di appartenenzadella famiglia Gallizioli. È il1950 infatti quando AgostinoGallizioli, padre di Giuseppe,arriva a Trento per aprire unnegozio tutto dedicato alla casa.Biancheria, tovaglie, tendaggie tessuti d’arredamento. Daquell’esperienza nasce la Gal-tex. «Galtex» spiega GiuseppeGallizioli, «è l’azienda che in-corpora le altre divisioni. Dopocirca due anni nasce infatti laDaunex e una decina di annidopo Hotelier Gallizioli. Tutterealtà operanti nell’ambito deitessuti per ambienti domesticio, nel caso di Hotelier Galli-zioli, di hotel o residence. A se-conda dell’esigenza della com-mittenza abbiamo cercato dicreare dei rami che si sono spe-cializzati». Perfezionatasi nella produ-zione di piumini di qualità c’èproprio la Daunex. «Da più ditrent’anni» spiega Fabio Bo-lognani, direttore della divi-sione Daunex, «produciamomanufatti rigorosamente inpiuma d’oca, l’“alleato” piùvalido per permettere sonnicaldi in climi rigidi comequelli delle montagne». Una divisione di più recenteformazione è invece HotelierGallizioli. «Qui ci siamo spe-cializzati nella produzione diforniture tessili per hotel, risto-ranti, comunità e residence».Racconta il responsabile LucaZanfei. «Da anni la continuaricerca dei materiali più inno-vativi e degli articoli più mo-

derni, ha indirizzato l'aziendaad avere una particolare sensi-bilità verso le esigenze dellestrutture alberghiere, molto nu-merose in Trentino». Hotel cherispecchiano la tradizione al-pina ma guardano anche a delleinnovazioni particolari. «Inquesti mesi stiamo proponendoin esclusiva un oscurante igni-fugo con effetto misto lino. Im-portante per noi inoltre è ilruolo che riveste la moquette diqualità nel settore Hotel; da al-cuni anni collaboriamo infatticon i leader mondiali per pro-porre un prodotto di design etecnologicamente avanzato».

Il 2011 ha portato novità inte-ressanti per la Galtex. «La no-stra azienda non ha mai guar-dato fuori dall’Italia» concludeGiuseppe Gallizioli, «ma la di-visione ingrosso proprio daquest’anno si sta espandendosull’Austria, la Germania e dapoco anche sulla Francia. Per il2011 abbiamo delle notizie po-sitive e vogliamo investire an-cora. Ai nuovi fabbricati acqui-stati nel 2010 aggiungiamo ilavori per un impianto fotovol-taico che stiamo terminando.A testimonianza di comel’azienda si stia concentrandoanche sulle energie pulite».

In questa pagina

Fabio Bolognani,

direttore della divisone

Daunex e Luca Zanfei,

responsabile

di Hotelier Gallizioli,

in un momento

di riunione

con i collaboratori

www.galtex.itwww.daunex.itwww.hoteliergallizioli.com

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TURISMO

142 • DOSSIER • TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011

Il prodotto turistico del Trentino è già di per sé competitivo ma il turismo è un settore dinamico

e non si può restare fermi. L’assessore della Provincia di Trento, Tiziano Mellarini, illustra il piano

previsto per offrire una vacanza all’insegna della qualità della vita

Renata Gualtieri

Tra le linee guidaper la politica turi-stica provincialecompaiono tre pa-

role chiave: formazione delcapitale umano, qualità delprodotto e governance. Traqueste direttive trovano spa-zio accorgimenti che vannoin due macrodirezioni, laprima è quella dell’imple-mentazione del contesto am-bientale, per il quale si ri-chiede ancora maggioreattenzione all’ecosostenibilitàe integrazione tra turismo,agricoltura, selvicoltura e tu-tela dell’ambiente. La se-conda è quella del fattoreumano, dunque si punta sulla

Il futuro del turismo trentino

formazione per migliorare lacultura dell’accoglienza e del-l’ospitalità. Misure, rivelal’assessore al turismo dellaProvincia di Trento TizianoMellarini, «che rispondonoalle nuove, sempre più pun-tali, esigenze del turismo con-temporaneo».

Come accrescere la com-petitività del vostro pro-dotto?«Occorre dire che il prodottoturistico trentino è già di persé competitivo e, anzi, pre-senta, per quanto riguarda ledestinazioni montane, puntedi eccellenza in vari settori.Detto questo, è chiaro che sitratta di un settore dinamicoed è impensabile rimanerefermi facendo affidamentosolo sui buoni risultati degliultimi anni. Per questo ab-biamo ideato alcune lineeguida che scaturiscono dallaConferenza provinciale per ilturismo, gli “stati generali”del comparto, che ha portatoa un momento di grandeconcertazione tra tutti gli at-tori del territorio. Da qui èemersa l’esigenza di un lavoropiù puntuale sul migliora-mento di un prodotto già di

livello, consci che solo la qua-lità e l’attenzione ai partico-lari porta veri risultati».

Ha parlato di un Trentinodalle quattro stagioni.Quali le potenzialità e i ser-vizi offerti al di là del pro-dotto montano?«Il concetto di destagionaliz-zazione dell’offerta turistica ècentrale in una visione strate-gica del settore e per realiz-zarla in modo compiuto pun-tiamo una volta di più sulnostro territorio che vuol diresoprattutto montagna, manon solo. Esso, infatti, si pre-sta a offrire una serie di espe-rienze e di approcci, cultu-rali, artistici, sportivi conaltrettanti punti di eccellenzasparsi su tutto il territorioprovinciale. Penso al Buon-consiglio di Trento, al Martdi Rovereto, alle tante mani-festazioni sportive di respirointernazionale ospitate nellanostra terra, giusto per farequalche esempio. Senza di-menticare le grandi potenzia-lità dei laghi, il Garda sututti, dove è possibile faresport per gran parte del-l’anno. Ecco, partendo daqueste “punte di diamante” il

L’assessore

all’Agricoltura, foreste,

turismo e promozione

della Provincia

autonoma di Trento,

Tiziano Mellarini.

Nella pagina

seguente,

il Garda trentino

Page 129: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

Tiziano Mellarini

TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011 • DOSSIER • 143

��Occorre puntare sul mercato internazionale, direzione da tempo intrapresa dal Garda trentino, dove gli stranieri rappresentano la maggioranza

nostro sistema turistico deveessere in grado di costruireuna rete complessiva che pre-senti questa terra sotto lalente delle “esperienze vere”,puntando sull’autenticitàdelle proprie risorse ambien-tali e della propria enogastro-nomia».

Quale futuro turistico peril Trentino, dunque?«È importante avere benchiaro il profilo di quello chela nostra terra vuole espri-mere e di come vuole rappre-sentarsi. In quest’ottica deveessere sempre di più un Tren-tino dove sia piacevole e sti-molante vivere, incontrarsi,

studiare, lavorare. E, proprioper questo, anche far vacanza.Il Trentino del futuro deveessere luogo delle identità indialogo tra tradizione e inno-vazione, delle quattro sta-gioni, dell’autenticità e delleesperienze vere, dell’interna-zionalizzazione per aprirsi almondo, della sostenibilitàambientale e della montagnacome sistema di valori, dellafiliera corta per promuoverela qualità e salubrità dei pro-pri prodotti, della formazionee della semplificazione per va-lorizzare l’impegno impren-ditoriale degli operatori. Ma,soprattutto, deve essere il

Trentino della complessivaqualità della vita ma anchedei servizi, delle infrastrut-ture, della mobilità, delle re-lazioni sociali. Sempre più laqualità della vita influiscesulla scelta di “dove” fare lavacanza».

Cosa comporterà questoe quale importanza avràl’innovazione?«Qualità è un termine glo-bale, che riguarda sia i profiliambientali (vivibilità, paesag-gio, sostenibilità, protezionedell’ambiente), sia i valoriemozionali e relazionali (cul-tura dell’accoglienza, espe-rienze, conoscenza). Qualità � �

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TURISMO

144 • DOSSIER • TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011

significa rispondere subitoalla richiesta di informazione,risolvere velocemente un pro-blema, rendere facilmente erapidamente accessibile ciòche l’ospite e anche il citta-dino cerca. Per farlo occor-rono certo strumenti innova-tivi e la Provincia stalavorando proprio in questosenso, si pensi solo ai grandiprogetti di viabilità e di mo-bilità alternativa per il tra-sporto locale, oppure al pro-getto di cablaggio a bandalarga di tutto il territorio pro-vinciale per portare la tecno-logia anche nella più amenadelle valli, sposandol’ambiente incontaminatocon la velocità e l’efficienzanei collegamenti».

Oltre ai molti aspetti po-sitivi vi sono, però, anchedei punti di debolezza comelei stesso ha affermato. Tra

� � � �Il Mart di Rovereto è tra i punti dieccellenza del territorio provinciale

questi, la scarsa internazio-nalizzazione, la raggiuntamaturità di alcuni prodottituristici e la poca attenzionealla domanda da parte deglioperatori. Come occorreagire?«Si tratta di tre criticità che,analizzate e comprese, pos-sono diventare altrettante op-portunità ed è quanto ab-biamo cercato di fare nellaConferenza provinciale per ilturismo. Innanzitutto occorreche gli operatori rafforzino ilproprio ruolo imprenditorialeosando di più in termini diproduzione di idee e di inno-vazione, sostenuti in questoda Apt e provincia. È chiaroche occorre puntare con con-vinzione sul mercato interna-zionale ed è la direzione da

tempo intrapresa, sul modelload esempio, del Garda tren-tino dove gli stranieri rappre-sentano la stragrande mag-gioranza. Poi è importante ilconsolidamento di una cul-tura turistica da rafforzarecon un’azione di marketinginterno, rivolto alla forma-zione delle persone, senza laquale non si va lontano, né intermini di progettazione, néin termini promozionali ecommerciali. Poi è impor-tante che il marketing territo-riale lavori in primo luogo“dentro” il territorio, con gliattori e la popolazione che civive. È essenziale che i resi-denti, operatori e non, pren-dano attivamente parte allapromozione del luogo e sianoin grado di fare sistema».

Sopra,

il Museo d’arte

moderna e

contemporanea di

Trento e Rovereto

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TURISMO

146 • DOSSIER • TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011

Una terra autentica che affascina i turistiL’Alto Adige Südti-

rol è da sempre unameta molto ap-prezzata da turisti

provenienti da diversi Paesi, ela conferma arriva dai risul-tati della stagione estiva 2011(maggio-agosto) che segna-lano un complessivo aumentosia negli arrivi (+2,5%), chenelle presenze (+2,4%): solonel mese di luglio si sono regi-strate più di 4 milioni di pre-senze negli esercizi ricettivi.Oltre ai due principali mercatiche sono la Germania (45%delle presenze) e l’Italia (quasi40%), sono in continua cre-scita gli arrivi di turisti prove-nienti da altri paesi, con glistati dell’Europa centrale cherappresentano ormai il 15%del totale. Commenta questidati l’assessore al turismo dellaProvincia autonoma di Bol-zano, Hans Berger.

Sono in calo i turisti ita-liani ma arrivano gli sviz-zeri.«Per quanto riguarda la Sviz-zera abbiamo raggiunto ottimirisultati in termini percen-tuali, dovuti anche a unfranco particolarmente forte,con un +13,9% rispetto al-l’estate 2010, ma bisogna rile-vare che il paese elvetico, conil 4,3% delle presenze totale,rappresenta ancora un mer-cato di nicchia. La flessionedella presenza italiana la con-sidero un fenomeno passeg-gero: gli italiani preferisconoprenotare all’ultimo mo-

mento, in base anche alle pre-visioni meteo. Il maltempo diagosto ha avuto un ruolo im-portante e la crisi economicaha fatto il resto, spingendomolti a rinunciare alle vacanzein montagna».

Quanto è importante la-vorare in sinergia per valo-rizzare e potenziare il com-parto?«Ottimizzare le sinergie è fon-damentale per valorizzare epotenziare qualunque econo-mia e qualunque settore. InAlto Adige puntiamo molto

sulla collaborazione tra for-mazione, turismo, agricoltura,artigianato e commercio,coinvolgendo anche altri set-tori come i trasporti el’innovazione. In questomodo riusciamo a creareun’economia “sana” e unasorta di simbiosi tra i vari am-biti. Ciò porta vantaggi atutti, soprattutto al cliente fi-nale, che riceve un prodottoautenticamente altoatesino».

Quanto si investe in pro-getti di formazione?«Molto. Basta pensare agli sva-

I dati turistici della stagione estiva appena trascorsa sono confortanti,

ma il futuro dipende dal saper mantenere sia l’autenticità che l’altissimo

livello qualitativo dei servizi offerti. L’analisi dell’assessore al turismo

della Provincia autonoma di Bolzano Hans Berger

Renata Gualtieri

Page 133: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

Hans Berger

TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011 • DOSSIER • 147

ment del turismo, dello sporte degli eventi. Anchel’associazione provinciale delleorganizzazioni turistiche del-l’Alto Adige, i vari consorzituristici che operano sul terri-torio e l’Unione albergatori epubblici esercenti, puntanomolto sulla formazione.L’elevato standard di prepara-zione di insegnanti e studentirappresenta una delle princi-pali garanzie per l’alta qualitàdell’offerta turistica altoate-sina».

Turismo sportivo e sicu-rezza: ci vuole più rigore omaggiore prudenza?«Ci vogliono sia rigore cheprudenza, però dobbiamopuntare molto di più sullasensibilizzazione piuttosto chesulle punizioni. Da anni inprovincia di Bolzano por-tiamo avanti vari progetti chehanno come obiettivo la sen-sibilizzazione dell’opinionepubblica, con un occhio di ri-guardo per turisti e sportivi.Cerchiamo di prevenire il piùpossibile i rischi prestandoparticolare attenzione ai bam-bini e ai ragazzi, senza dimen-ticare gli adulti. In Alto Adigela prevenzione si concretizza,ad esempio, attraverso le cam-pagne stradali con cartellonirivolti agli amanti degli sport

invernali o ai motociclistiestivi: l’obiettivo è quello difarli riflettere sui “rischi delmestiere”. Ci sono poi le ini-ziative itineranti del Collegioregionale dei maestri di sci cheorganizzano presso i vari com-prensori sciistici eventi dedi-cati alla sicurezza in pista.Tutto ciò é finalizzato nonsolo a far conoscere agli“utenti finali” le regole dellasicurezza, ma anche a pro-muovere l’uso del casco, delguscio e degli altri strumentidi protezione. Ci sono poi iclub alpini, che puntanomolto sulla formazione e sullaprevenzione con iniziativeaperte al pubblico, e per con-cludere i gruppi di lavoro checoinvolgono tutti gli opera-tori del settore e che operanodi concerto con le scuole diogni lingua e grado allo scopodi avvicinare i nostri ragazzialla montagna rendendoliperò coscienti dei rischi chesi possono correre».

Da cosa dipende il futurodel turismo nel suo territo-rio?«I turisti che scelgono l’AltoAdige apprezzano non solo lavarietà dell’offerta, ma soprat-

riati indirizzi delle scuole pro-fessionali provinciali presentisul territorio, che offrono unaformazione di elevata qualità:si va dalle scuole perl’economia domestica a quelleagroalimentari, da quelle perl’agricoltura, la frutti viti e or-ticoltura sino a quelle alber-ghiere e alimentari. Ma nonsolo: la formazione prosegueanche a livello più elevato conla Libera Università di Bol-zano, che nella sua sede diBrunico offre il corso di laureadi primo livello in Manage-

��

In Alto Adige puntiamo sullacollaborazione tra formazione, turismo,agricoltura, artigianato e commercio

Sopra,

Hans Berger, assessore

all’Agricoltura, turismo,

libro fondiario, catasto

fondiario e urbano della

Provincia autonoma

di Bolzano

� �

Page 134: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

TURISMO

148 • DOSSIER • TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011

tutto l’ospitalità e l’autenticitàche incontrano nella nostraterra. Il futuro dipende dal sa-per mantenere sia l’autenticitàche l’altissimo livello qualita-tivo dei servizi. I nostri eserciziricettivi offrono prodotti al-toatesini di qualità e la mag-gior parte di loro è a condu-zione familiare: siamo convintiche questi fattori, in un’epocacaratterizzata dalle offerte glo-balizzate e intercambiabili dialtre destinazioni turistiche,facciano la differenza. Il futurodel settore dipende moltissimodalla congiuntura generale emi auguro che vi sia presto unaripresa dell’economia nazio-nale e internazionale».

Qual è l’equilibrio idealetra agricoltura e turismo?«L’equilibrio fra questi due set-

nostre strutture ricettive edenogastronomiche vengonoofferti anche molti prodottisenza marchi, con un livello diqualità altrettanto alto. Spessosono specialità che non si tro-vano altrove e molte volte sonoil risultato di un’attività agri-cola e gastronomica che sisvolge quasi esclusivamente inaziende a conduzione fami-liare. Ecco perché le decisioniche abbiamo preso negli anni,e che continueremo a pren-dere in futuro, rispecchianovalutazioni di lungo periodoche hanno come punto di rife-rimento una generazione anzi-ché l’ultimo trimestre. Il risul-tato di questa politica è unambiente e un paesaggio chesono rimasti intatti e che affa-scinano turisti e residenti».

� � tori è fondamentale e ognicontroversia rappresenta undanno collettivo. In Alto Adigeviviamo già una buona situa-zione, anche se ci sono ancoradelle potenzialità da potersfruttare. Puntiamo sulla “fi-liera corta” e sull’incentiva-zione al consumo dei prodottidel territorio, perché siamoconvinti che siano degli im-portanti “differenziatori” in unmercato turistico che tende adiventare sempre più ano-nimo. La filiera corta ha unenorme potenziale per tra-smettere l’immagine di unAlto Adige Südtirol autenticoe unico: marchi come “QualitàAlto Adige” o “Gallo Rosso”aiutano il consumatore a tro-vare i prodotti tipici nei varicanali distributivi, ma nelle

Page 135: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

Manuela Di Centa

TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011 • DOSSIER • 149

Lo sport può essere un veicolo promozionale di sani valori, di turismo, di business

e di economia. L’onorevole Manuela Di Centa spiega quanto è fondamentale

per il Trentino poter ospitare eventi internazionali e quali sono le manifestazioni

che danno più lustro all’intera regione

Renata Gualtieri

Una lunga cultura di sport

L’onorevole

Manuela Di Centa,

eletta nelle liste del

Popolo della Libertà

Dopo avere ospi-tato le più impor-tanti competi-zioni mondiali

estive e invernali, le montagnedel Trentino si candidano perla sfida più importante nellaloro secolare storia agonistica:le Universiadi invernali 2017.L’onorevole Manuela Di Centaha elogiato l’affidabilità delTrentino e la validità di coniu-gare sport e cultura. È la cam-pionessa a presiedere il Comi-tato promotore dell’evento esottolinea nelle sue parolecome la candidatura del Tren-tino possa mettere in risalto lepeculiarità di questa terra e diun ambiente eccezionale. Anovembre ci saranno le ele-zioni e sono innumerevoli ipunti di forza della regione inquesta competizione. In più leUniversiadi permetterebberodi promuovere un binomioimportante, quello fra giovanie sport.

Ha lavorato per anni alprogetto dell’organizzazionedei percorsi della sezione diindirizzo sportivo del sistemadei licei. Come ha accoltol’ok del governo e come favo-risce le tante possibilità di la-

voro che il mondo dello sportpuò offrire ai giovani?«I licei a indirizzo sportivosono stati fortemente voluti dame ed inseriti in Commissionecultura della Camera alla qualeio appartengo durante l’iterdell’approvazione della Ri-forma dei licei dell’annoscorso. La scuola viene inseritatra i licei speciali, tra i quali cisono anche quello internazio-nale e quello europeo. Questoprovvedimento istituzionalizzaun percorso di studio per glistudenti che vorranno prepa-rarsi in modo specifico e com-pleto per tentare le tante pos-sibilità di lavoro che il mondodello sport può loro offrire esottolinea il riconoscimentodel valore educativo e forma-tivo dello sport. La nostra pro-posta formativa ben si allineaalle linee di “Europa 2020” e aquello che è stato richiesto dal-l’Europa in questo campo, cioèdare la possibilità di scegliere airagazzi una formazione che liporti a essere pronti alle nuoveesigenze del mondo del lavoroche stanno emergendo, anchenello sport. È il caso ad esem-pio di manager, dirigenti e per-sone che lavorano in aziende

che attraverso il mar-keting o la comuni-cazione o le scelte dibusiness seguono gliatleti. Il 50% degliinsegnanti viene dalmondo dello sport edal comitato Olim-pico e il 50% dalMiur. Queste scuole,attraverso il primoprogetto pilota cheincomincerà il pros-simo anno scolastico,non nasceranno a caso sul ter-ritorio nazionale, ma, attra-verso un regolamento del Mi-nistero, sorgeranno dove c’èuna cultura di sport e infra-strutture sportive adeguate».

Come giudica la qualitàdelle strutture sportive tren-tine e l’impegno della Re-gione in campo formativo?«Il Trentino è all’avanguardia elo dico come atleta perchésono legata al Trentino daigrandi successi sportivi che hoottenuto nella Val di Fiemme.Il Trentino ormai da decenniha impostato una politica diriconoscimento della forzadello sport attraverso i grandieventi. Nel 1991 ci sono stati iprimi Campionati del mondo � �

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TURISMO

150 • DOSSIER • TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011

di Sci nordico in Val diFiemme, e questo guardandoalla qualità dell’impiantisticae delle strutture sportive, èstato un punto di partenza im-portante. Da allora il Trentinoha iniziato un percorso chelega lo sport e l’agonismo di al-tissimo livello all’economia, alturismo. Il Trentino pianificadegli eventi annuali, altri qua-driennali e la programmazionea lungo termine garantiscel’elevata qualità delle infra-strutture di carattere invernalepresenti sul territorio. Il tram-polino di Pedrazzo ad esem-pio innalza il Trentino adunico territorio capace di ospi-tare importanti eventi. È que-sto è lo spirito attraverso ilquale la Provincia crede, inparticolare attraverso il presi-dente Dellai, investe e lavorain un comparto che, attraversole manifestazioni sportive, creaeconomia».

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I successi sportivi ottenuti nella Val di Fiemme dimostrano che ilTrentino ha strutture all’avanguardia

Nel mese di maggio,Gianni Petrucci e LorenzoDellai hanno firmato la di-chiarazione d’intenti traConi e Provincia di Trento.Quali gli impegni presi e leopportunità che possono ar-rivare da questo accordo?«Questa dichiarazione è un ri-conoscimento da parte dellosport italiano di ciò che ilTrentino rappresenta nella sto-ria dello sport e della valenzadegli eventi sportivi che ha giàorganizzato sul suo territorio.Il protocollo sancisce la conti-nuazione di questo percorsocon una maggiore sinergia conlo sport nazionale e sottolinea

il comune interesse della Pro-vincia autonoma di Trento edel Coni nel procedere su unpiano di fattiva collaborazioneper una politica di sviluppodella pratica sportiva. Ci saràanche una biblioteca specialeche racchiude e mantiene vivala storia e la memoria dellosport nel Trentino e in Italia. Èstata anche l’occasione per ri-badire che il Trentino vorrebbeun giorno ospitare i grandieventi di carattere olimpico. Il2017 potrebbe essere il primoevento globale degli sport in-vernali e una sorta di “prova ge-nerale” delle Olimpiadi, anche alivello organizzativo».

Page 137: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011
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172 • DOSSIER • TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011

Nuovi traguardi nella corsa verso le rinnovabili

Con i suoi 400 chi-lometri di piste ci-clopedonali e altri150 da realizzare,

la Provincia autonoma diTrento si presenta con un buonbiglietto da visita in fatto dimobilità sostenibile, contri-buendo a rafforzare un’iden-tità territoriale improntata sulturismo a impatto zero. Si cal-colano, infatti, 2 milioni al-l’anno di passaggi di cicloturi-sti, mentre sono 2mila icittadini di Trento che ognigiorno percorrono sulle dueruote il tratto che dal centro vaverso il nord della città.L’ultimo rapporto di Legam-biente ha fatto notare come nelcapoluogo trentino l’indice diciclabilità sia del 65%, mentreogni abitante compie 181viaggi all’anno sui mezzi pub-blici, la media più alta d’Italia.Pienamente soddisfatto èl’assessore all’Ambiente dellaProvincia, Alberto Pacher, chepensa già al prossimo pianoenergetico, attivo dal 2013: bi-sognerà convincere, attraversofondi e bandi ad hoc, ancorapiù cittadini e imprese ad adot-tare misure “pulite”.

Trento è all’avanguardia infatto di sostenibilità, ma cosabisognerà migliorare nel

prossimo piano energetico-ambientale?«Il nuovo piano 2013-2020 re-cepirà sia le indicazioni che sa-ranno contenute nel burdensharing sia quelle previste nellalegge provinciale 5/2010 “IlTrentino per la protezione delclima”. Gli obiettivi ci sono, sitratta di raggiungerli nel piùbreve tempo possibile, appog-giandosi innanzitutto a una po-litica di risparmio. L’ente pub-blico sarà chiamato a dare ilbuon esempio tramite la ri-strutturazione del proprio pa-trimonio edilizio con la mas-sima attenzione allasostenibilità e al risparmio ener-getico. Infine, si punterà in ma-niera decisa a sviluppare set-tori, quali la biomassa e lageotermia, dove i margini pergarantire risultati significativinella produzione di energia ri-sultano ancora molto ampi».

Sul piano nazionale sicorre per raggiungere, entroil 2020, il 17% di rinnova-bili sull’energia totale. Cosa

La Provincia autonoma di Trento è al lavoro per stabilire

il prossimo piano energetico, attivo dal 2013: secondo

l’assessore all’Ambiente, Alberto Pacher, «gli obiettivi ci sono,

si tratta solo di raggiungerli nel più breve tempo possibile»

Paola Maruzzi

POLITICHE ENERGETICHE

Page 139: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

Alberto Pacher

TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011 • DOSSIER • 173

Ogni anno la Provinciaemana bandi specifici per in-centivare la sostenibilità deicittadini: quante risorse ven-gono destinate per questicontributi?«I bandi sono rivolti ai cittadinie alle imprese al fine di incen-tivare gli interventi di rispar-mio energetico e di produzionedi energia da fonte rinnovabile.La legge provinciale che incen-tiva i suddetti interventi è statapromulgata nel 1980 e mette adisposizione risorse che si aggi-rano attorno ai 15-20 milionidi euro all’anno».

Si dice che la green eco-nomy generi nuovi posti la-voro: cosa fare affinché nonsia solo mera retorica?«Sono convinto, e i dati degliultimi anni sostengono que-st’idea, che la green economysarà il volano per la prossima ri-voluzione economica e cultu-rale. In Trentino, per via delleparticolari modalità con le

quali avvengono i trasferimentidi risorse dallo Stato verso laProvincia, è indispensabile chele imprese sostenibili si inse-dino sul territorio, generino po-sti di lavoro e reddito e diano illoro apporto al raggiungimentodei risultati che il nuovo pianoenergetico-ambientale provin-ciale si prefiggerà».

Di recente ha detto che ilproblema posto dai cambia-menti climatici è lo stesso po-sto dalla attuale crisi econo-mica: come costruire unagovernance efficace?«I problemi causati dai cam-biamenti climatici possonoessere affrontati tramite unadecisa virata verso interventidi risparmio energetico e disostituzione della produzionedi energia da fonti fossili afonti rinnovabili: ciò contri-buirà a contrastare gli effettidell’attuale crisi economicaperché ci sarà bisogno dinuove imprese che si specializ-zino in questi campi. Inoltre, ildenominatore comune di en-trambi i problemi è rappresen-tato dal fattore tempo, nelsenso che la svolta energeticaverso le rinnovabili deve essereattuata nel minor tempo pos-sibile, un imperativo necessa-rio anche per il superamentodella crisi economica».

ne pensa e come vi state pre-parando?«In sintonia con le altre re-gioni e in piena collaborazionecon il Piemonte, capofila inmaterie energetiche, stiamoseguendo attentamentel’evoluzione del testo sul bur-den sharing predisposto dalMinistero dello Sviluppo eco-nomico, nonché la relativa ta-bella di riparto dell’obiettivonazionale. L’unica difficoltàche finora abbiamo riscon-trato riguarda le modalità diriparto fra noi, la Provinciaautonoma di Bolzano e il Ve-neto dell’energia prodotta da-gli impianti idroelettrici a sca-valco, nonché sullasuddivisione fra noi e Bolzanodei consumi petroliferi. Supe-rate queste problematiche nonavremo difficoltà a soddisfarela quota che ci verrà richiestae, se possibile, proveremo amigliorare gli obiettivi che civerranno assegnati».

A destra,

Alberto Pacher,

assessore all’Ambiente

della Provincia

autonoma di Trento

Page 140: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

POLITICHE ENERGETICHE

174 • DOSSIER • TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011

Bolzano, crocevia esemplare di scelte greenL’Alto Adige conti-

nua a collezionarepremi e riconosci-menti in fatto di

politiche energetiche. SecondoLegambiente, Bolzano è a parimerito con Potenza la provin-cia più verde d’Italia, grazie aisuoi 114 Comuni (il 98,2%)in cui sono installati impiantifotovoltaici. Fresco di nominaè ancora una volta il capo-luogo, primo tra la classificadelle città di media grandezzasecondo il rapporto di Ecosi-stema Urbano, stilato in baseai dati del 2010. Se questesono le premesse non stupi-sce, quindi, che di fronte agliobiettivi del cosiddetto burnersharing, la bozza di decretoministeriale in cui si stabili-scono gli obiettivi che ciascunaRegione o Provincia auto-noma dovrà conseguire entroil 2020 per incrementare leenergie rinnovabili, l’assessoreall’Ambiente Michl Laimerabbia dichiarato: «Contiamodi andare ben oltre i suggeri-menti che ci vengono rivolti,sperando di farlo per un co-mune interesse».

Come fare più di quanto ilgoverno chiede? «La giunta provinciale diBolzano ha adottato nelmese di giugno un ambiziosopiano per ridurre drastica-mente la propria produzionedi CO2 entro il 2050. Giàoggi l’Alto Adige produce inloco, soprattutto attraverso

impianti idroelettrici, circa ildoppio del proprio consumoannuale di energia elettricadirettamente da energie rin-novabili. È nostra intenzionefarne una regione modello alivello europeo».

Grazie a quali incentivisiete giunti a risultati cosìvirtuosi? «La Provincia di Bolzanonon ha fatto altro che utiliz-zare al meglio tutte le misuredi sostegno al fotovoltaicoimplementati in Italia datempo. L’amministrazione haaccompagnato con iniziativedi sensibilizzazione e di for-mazione queste opportunità,ma il grande merito vai aicittadini, che hanno aderitocon entusiasmo alle offerte.Va ricordato, inoltre, che perragioni di tutela del paesag-gio sono vietate grandi istal-lazioni in campo aperto. No-nostante questo e la nostraposizione settentrionale,siamo tra i primi nel paese».

Nel più ampio quadro di

rinnovabili, a cosa bisognapuntare?«Considerata l’abbondanza diacqua e montagne alte, pun-tiamo molto sull’energiaidrica, con costante attenzionea sole, vento e biomasse comeimportanti settori di nicchia,tenendo d’occhio la geoter-mia, molto promettente nelmedio periodo. Un questionechiave è quella dell’efficienza:a breve presenterò un nuovodecreto che imporrà l’utilizzocongiunto di calore (almeno

Pluripremiata per le politiche sostenibile, la provincia di Bolzano promette

di fare più di quanto chiesto dal governo per adeguarsi ai parametri europei:

per l’assessore all’Ambiente Michl Laimer è già in atto «un piano per ridurre

drasticamente la produzione di CO2 entro il 2050»

Paola Maruzzi

Michl Laimer,

assessore all’Ambiente

della Provincia

autonoma di Bolzano

Page 141: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

Michl Laimer

TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011 • DOSSIER • 175

degli edifici. Quale ulterioreimpegno chiede la Provin-cia?«La Provincia vuole, e ci sta riu-scendo, accreditare la sensibilitàalla sostenibilità nella vita diciascuno non più come un fat-tore limitante che chiede sforzial portafoglio, ma come un fat-tore di benessere e di vanto. Letarghe certificatici di Casaclimasono ormai entrate nella listadegli oggetti più “rubati” dallenostre parti. Chi è ecologica-mente sensibile è in, chi in-quina è out. Il nuovo quartierenella zona sud di Bolzano saràinteramente costruito secondoil più severo dei diversi proto-colli di Casaclima. Tutto questomi fa pensare che ormai lamentalità è quella giusta. Ri-mane aperta la grande sfida delrisanamento dell’esistente, chestiamo cercando di affrontarecon grande impegno».

Che riscontri sta dando lapromozione della mobilità so-stenibile e a che punto è la dif-fusione di auto eco friendly? «Questa rimane una questionedi difficile soluzione. Puravendo agevolato in tutti imodi carburanti puliti e stili

di vita responsabili, il trafficorimane invariato e le automo-bili sono quelle classiche. Ab-biamo in cantiere nuove ini-ziative per essere pronti allosviluppo della mobilità elet-trica e stiamo realizzando, nelcontesto di un ambizioso pro-getto europeo, un impiantodi produzione di idrogeno,alimentato al 100% da ener-gie rinnovabili e inserito inun corridoio verde che do-vrebbe collegare Berlino e Ve-rona su un asse dotato di im-pianti di distribuzione diidrogeno. Aspettiamo con in-teresse e ansia anche le sceltedell’industria automobilistica.Sono cautamente ottimista chenei prossimi due-tre anni do-vrebbe realmente iniziare la tra-sformazione dei nostri mezzidai tradizionali motori a scop-pio a quelli moderni a emis-sioni bassissime o addiritturaazzerate. Nelle nostre città, chesono già oggi al vertice di tuttele classifiche di modal split perl’uso della bicicletta e delmezzo pubblico, stiamo mag-giormente investendo nelcomfort e nella sicurezza dipedoni e ciclisti».

70 %) ed energia prodotti pertutti i nuovi impianti di coge-nerazione».

Con Casaclima la Provin-cia è stato il primo ente a do-tarsi di una legge in materiadi certificazione energetica

��

Il nuovo quartiere nella zona sud di Bolzano sarà costruito secondo il più severo dei protocolli Casaclima

Sopra, dimostrazione

a Bolzano

dell’isolamento termico

del cubo di ghiaccio

itinerante ideato

da Casaclima

Page 142: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

POLITICHE ENERGETICHE

176 • DOSSIER • TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011

I rischi dell’autosufficienzaenergeticaLa Convenzione delle

Alpi celebra que-st’anno il suo vente-simo anniversario da

quel novembre del 1991 in cuitutti gli stati “alpini” firmaronoa Salisburgo un importantetrattato con l’obiettivo di salva-guardare il territorio alpino ol-tre i confini nazionali. MarcoOnida, segretario generaledella Convenzione, intervienesui cambiamenti avvenuti negliultimi anni e sull’esigenza,sempre più attuale, di indivi-duare una politica comunevolta al superamento delle resi-stenze dettate dal taglio deiconfini amministrativi: «La so-luzione sta nel mettere da partei piccoli e grandi egoismi, unirele forze e riconoscere la specifi-cità e “unicità” della monta-gna, rafforzando la coopera-zione non solo a parole maanche nei fatti».

È davvero possibile far con-vergere lo sviluppo sosteni-bile dell’area alla tutela degliinteressi economici e cultu-rali delle popolazioni resi-denti nei Paesi aderenti? «È uno degli obiettivi supremidella Convenzione. Gli stru-menti e gli interventi per per-seguire quest’obiettivo consi-stono in primo luogo neiprotocolli di attuazione, appro-vati fra il 1994 e il 2000, suitemi della pianificazione terri-toriale, della tutela della na-tura, agricoltura, foreste, suolo,energia, turismo e trasporti.

Questi protocolli sono in vi-gore dal 2002 in tutti i Paesi al-pini che li hanno ratificati:Francia, Austria, Slovenia, Ger-mania, Liechtenstein e parzial-mente Monaco. La Svizzera hascelto di non ratificare i proto-colli ma attua misure nazionalianaloghe e, come nel caso deitrasporti, ancora più ambi-ziose. Manca all’appello sola-mente l’Italia, dove la ratificadei protocolli della Conven-zione, proposta dall’attuale go-verno nel 2009, è paradossal-mente ostacolata proprio dalpartito che si erge a difensore

degli interessi del territorio - especialmente di quello di mon-tagna - la Lega Nord».

Lei ha affermato che pur-troppo non c’è ancora unapolitica comune nelle Alpiper quanto il tema sia condi-viso. Come favorire un agirecondiviso?«Vi sono temi rispetto ai qualinon si possono perseguire po-litiche di sviluppo sostenibilesenza condividere obiettivi eprogrammi: penso all’energiao al turismo, settori nei qualila concorrenza fra le regionialpine danneggia il territorio,

«L’energia è un bene che circola in rete, non ha senso

compartimentarla geograficamente». Marco Onida invita a uscire

dalle logiche provinciali senza aver paura di importare energia

da aree extra alpine. Le rinnovabili? «Poco “pulite” per la montagna»

Elisa Fiocchi

Page 143: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

Marco Onida

TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011 • DOSSIER • 177

bardia e Veneto». Cosa pensa del tentativo di

rendere le Alpi autonome dalpunto di vista energetico?«Su questo nutro forti perples-sità perchè causerebbe un ulte-riore distruzione del territoriolegata alla costruzione delle in-frastrutture necessarie (dighe,parchi eolici). Da decenni leAlpi sono sfruttate a fini energe-tici e il territorio ne soffre - nonesistono quasi più corsi d’acquaallo stato naturale - ma i bene-fici economici non vanno allapopolazione alpina. Le energierinnovabili, anche se a primavista “pulite”, occupano spazioe assorbono risorse paesaggisti-che, quindi in montagna tanto“pulite” non sono. Operare concoscienza sul territorio significaindividuare in comune le areepiù adatte a realizzare nuovi im-pianti energetici, escludendol’alta montagna da nuove infra-strutture e uscendo da logiche“provinciali”».

Il progetto “Superalp” inluglio ha monitorato lo statodei ghiacciai alpini di MonteBianco, Monte Rosa, Aletsch,Bernina e Alpi Venoste. Aquali conclusioni sono giuntigli esperti locali?«Gli effetti del cambiamentoclimatico nelle Alpi sono sotto

gli occhi di tutti. A fronte di unaumento medio delle tempe-rature di circa un grado nel-l’emisfero nord del pianeta nel-l’ultimo secolo, nelle Alpi siregistra un aumento di circa 2gradi. I ghiacciai alpini hannoperso almeno 1/3 del loro vo-lume totale negli ultimi 25anni. L’innevamento nell’arcodi 8-10 mesi non riesce più acompensare lo scioglimentoche si verifica durante pochesettimane di caldo estivo. Tuttigli esperti locali e internazio-nali che abbiamo incontratoconcordano su queste dinami-che. In alcuni casi, come al Ber-nina o al Tonale, la coperturadei ghiacci con teli rallenta, manon evita, lo scioglimento. Neiprossimi anni avremo un au-mento delle quantità d’acquarilasciate dai ghiacciai, ma aquesto seguirà per forza una di-minuzione nel lungo periodonella disponibilità di questa ri-sorsa, con effetti negativi sul-l’energia, sull’agricoltura e sulturismo. E se si considera ilfatto che le Alpi sono il serba-toio d’acqua dell’Europa, gli ef-fetti si avvertiranno in un’areamolto più ampia, compresa lapianura padana».

anche a livello economico. Ciòderiva in parte dal fatto chel’ambito geografico di applica-zione della Convenzione delleAlpi non corrisponde ai confiniamministrativi dei Paesi mem-bri né a quelli delle loro regionima, essendo la Convenzioneun trattato per il territorio dimontagna, “tagliano” i confiniamministrativi. Questo causaresistenze, specialmente nelleregioni comprese solo in partenel territorio della Conven-zione, come Piemonte, Lom-

��

Da decenni le Alpi sono sfruttate a fini energetici ma i benefici economici non vanno alla popolazione alpina

Sopra,

Marco Onida, segretario

generale della Convenzione

delle Alpi.

Qui sotto,

la diga di Specchieri

Page 144: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011
Page 145: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

Riccardo Blumer

TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011 • DOSSIER • 179

«Perchè mettiamo la parola economia davanti alla nostra società come se fosse il motore che

giustifica ogni cosa? Oggi questa parola è il viatico del bene, come se il contrario di essa fosse

il male». Le riflessioni architettoniche di Riccardo Blumer su paesaggio e impianti energetici

Elisa Fiocchi

Ambiente ed energia: come cambiail concetto di costruire

Come si affronta nel2011 il tema dellosviluppo sostenibilee del rapporto tra

l’economia turistica el’economia energetica? A questae ad altre domande ha rispostol’architetto Riccardo Blumer(nella foto), docente pressol’Accademia di Architettura diMendrisio, che ha posto al cen-tro del forum della XII Borsaiinternazionale del turismomontano, il tema del paesaggioe dei nuovi impianti energetici:alla ricerca di una mediazionedel conflitto attraversol’invenzione formale. Alla basedel suo pensiero si pone un ra-gionamento essenziale: «Intantoperché economia turistica edeconomia energetica? E se par-lassimo solo di turismo ed ener-gia?».

Come si riduce l’impatto vi-sivo delle recenti opere di pro-duzione energetica collocatein ambiente montano senzaimpedirne lo sviluppo?«L’impatto visivo non va ri-dotto, dobbiamo imparare cheil mimetismo è un’attività mili-tare e non culturale. Bisogna ri-

baltare il concetto stesso di co-struire: non più il costruirecome danneggiamento per ilpaesaggio ma il costruire comeun bene. Costruire è l’attività diogni essere vivente sulla terra, laprima cosa che si costruisce è lavita, fenomeno già di per sé “in-quinante”. Dobbiamo smetterladi pensare che la costruzione èmale, quando è efficiente è sem-pre bellezza e quindi qualifica».

Fino a che punto, la poli-tica energetica può condizio-nare il mutamento dell’imma-gine del paesaggio? «La politica energetica muteràmolto il paesaggio, la culturamodifica la condizione di na-tura. Si pensi solo all’agricolturae a quanto essa qualifichi erenda meraviglioso il paesaggiodi ogni luogo. Anzi, da essa bi-sognerebbe ricominciare perchèoggi è l’unica disciplina artifi-ciale, e quindi economica, chegrazie alla sue condizione di effi-cienza è sempre bella».

L’architettura che ruolodeve assumere in una fase de-licata di cambiamento dellaproduzione e del consumodelle energie?

«L’architettura è l’unico ele-mento che può progettare e rea-lizzare costruzioni e produzionidi energia alternative in quantounica disciplina dell’uomo chepuò formalmente stare estetica-mente nel paesaggio, per incisoogni macchina della produzionedi energia quali le pale eoliche oi pannelli solari. Se la loro con-dizione rientra in quella dell’ar-chitettura, non può essere realiz-zata senza la costituzione di unsito architettonico. Le macchineche producono energia sono an-che i pozzi petroliferi. È evi-dente quanto essi non siano ar-chitettura esattamente come lepale o i pannelli solari: man-cano di alcuni postulati basesenza i quali saranno sempre imulini a vento contro cui DonChisciotte si scaglia».

Page 146: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

POLITICHE ENERGETICHE

La sostenibilità, oltre a essere leva competitiva per le imprese che la applicano,

può anche rappresentare un vantaggio economico per il settore turistico.

Lo spiega Paolo Grigolli di Trentino School of Management

Elisa Fiocchi

Sostenibilità, tra marketing e risparmio

su montagne, oceani, foreste,vulcani, deserti. Ecco come stacambiando l’approccio delleaziende energetiche e dellestrutture turistiche e ricettivein materia di sostenibilità.

Il suo intervento al forumdella XII Borsa internazio-nale del turismo montano si èconcentrato sull’energia comeprodotto turistico: quali casied esperienze ha esposto inoccasione del convegno?«Mi premeva mettere in evi-denza come il tema della soste-nibilità vista dal punto di vistaenergetico può rappresentareuna leva competitiva non soloper singole aziende ma anche

per territori turistici. Alcunestrutture alberghiere si promuo-vono sui siti di booking utiliz-zando proprio tale leva per dif-ferenziarsi dalle altre, a parte ilcaso limite del Solar Valley Mi-cro-E Hotel, il più grande ho-tel al mondo alimentato daenergia solare situato a Dezhou,dove il 70% dell’energia derivadai pannelli fotovoltaici che co-prono 75mila mq di superficie,si sta facendo strada l’idea che lasostenibilità è uno strumentodi marketing sempre più im-portante, oltre a offrire interes-santi risparmi di costo così daevitare incrementi di tariffe al-berghiere e salvare posti di la-

Paolo Grigolli,

direttore dell’area

Alta formazione

di Trentino

School of Management

Mantenere lecondizioni ori-ginarie dell’ha-bitat montano

e al tempo stesso colmare il gaptecnologico e comunicativo checontraddistingue le zone alpineè un tema al centro del dibat-tito sullo sviluppo economico eturistico sostenibile. SecondoPaolo Grigolli, direttore del-l’area Alta formazione di Tren-tino School of Management, cisono diversi approcci e moltiprogetti che riguardano lo spa-zio alpino e in ognuno di essi sipossono scoprire interessantidirettrici di sviluppo: «Gli abi-tanti delle Alpi, se ascoltati, ca-piti e coerentemente suppor-tati, potrebbero fornire

un’importante ipo-tesi di uno svi-luppo diverso, poiestendibile ad altriecosistemi e cul-ture, altrettanto inpericolo». Vieneutile, suggerisceG r i g o l l i ,l’insegnamento delfilosofo Remo Bo-dei che spiegacome il paesaggionon sia natura, macultura proiettata

180 • DOSSIER • TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011

Page 147: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

Paolo Grigolli

TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011 • DOSSIER • 181

��Il Solar Valley Micro-E Hotel a Dezhou è il più grande hotel al mondo alimentato da energia solare

voro. Per quanto riguarda i ter-ritori ci sono interessantiesempi in Austria e Svizzera,dove aziende di produzione dienergia da fonti rinnovabilisupportano la promozione diquelle strutture che la utiliz-zano; in altri casi aziende “ener-getiche” hanno fatto diventareprodotti turistici le infrastrut-ture utilizzate per la costruzionedegli impianti».

Quale concetto di turismosostenibile emerge dal suo li-bro Turismi responsabili: casi,esperienze, confronti?«Nel libro ho cercato di dimo-strare che è possibile identifi-care una domanda di mercatoper la quale le istanze legate allasostenibilità ambientale, so-ciale, economica e alla respon-sabilità sono l’elemento distin-tivo del prodotto turistico,imprescindibile nel momentoin cui si acquista una vacanza.Questo è coerente con un trenddi consumo legato a prodotti diqualità che offrono garanziesempre più forti in materia disalvaguardia dell’ambiente edelle risorse naturali e paesaggi-stiche, rispetto della cultura edelle tradizioni locali e equa ri-distribuzione dei proventi deri-vanti dall'attività turistica».

I consumatori si dimo-strano più attenti al tema?«Il turismo responsabile si sposaperfettamente con alcune ten-denze che riguardano le societàoccidentali contemporanee.Ciò che oggi si sta lentamente

imponendo all’attenzione ge-nerale, in tema di sostenibilità eresponsabilità, è sempre stata la“materia costituente” del turi-smo responsabile. Questa fasciadi consumatori ricerca prodottituristici responsabili non peresigenze di carattere altruistico,ma piuttosto di appagamentodelle proprie aspettative e deipropri desideri. È un nuovoconsumatore che non si accon-tenta del prodotto turisticomassificato ma ricerca caratteri-stiche - l’esperienza, l’incontro,il rispetto dell’altro, la scoperta,l’innovazione - tali da soddi-sfare alcuni valori personali».

Green economy e turismonecessitano di basso impattoenergetico nelle zone alpine.Come va impostata la proget-tazione in queste aree affin-ché la regione possa garan-tire specifiche tutele alterritorio?

«Abbiamo bisogno di costruirelinguaggi e una teoria di riferi-mento nuovi rispetto al con-cetto di vivibilità sia rispetto achi vive in certi luoghi sia dichi li visita per una vacanza. Ein questa nuova ipotesi di la-voro forse è proprio una nuovasensibilità del mercato che puòaiutare una progettazione an-cora più attenta dello sviluppoturistico. In ogni caso, non èsolo il tema dell’impatto ener-getico che va messo in discus-sione, ma anche e soprattuttoun modello di vacanza che pergarantire le stesse presenze habisogno di un numero semprecrescente di arrivi da mercatisempre più lontani poiché lapermanenza media sul territo-rio diminuisce anno dopoanno. E questa è una questioneche ha a che fare realmentecon l’insostenibilità di un mo-dello di sviluppo».

Page 148: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

RINNOVABILI

In una zona tradizional-mente attenta alla qua-lità della vita e al rispettodella natura, chi si oc-

cupa di energia non può esi-mersi dal portare avanti la pro-pria attività seguendo questiprincipi. Sostenibilità e tuteladel territorio sono infatti dueprincipi cardine per l’AziendaEnergetica Spa – EtschwerkeAG di Bolzano, di cui Andrea

Lanzingher è direttore generale.«A una gestione commercialepositiva e in continua crescita,affianchiamo un codice etico acui ci atteniamo con rigore»,spiega Lanzingher.

Come viene favorito oggi losviluppo di una cultura ener-getica innovativa e sosteni-bile?«In Alto Adige c’è sempre stato,sia da parte delle istituzionipubbliche che di quelle private,un fortissimo interesse nei con-fronti della produzione di ener-gia elettrica da fonti rinnovabili.Non per niente ci sono tantis-sime aziende che hanno svilup-pato all’interno e all’esterno delterritorio italiano impiantiidroelettrici, eolici e fotovol-taici. Oggi più che mai questosettore, per quanto attienel’Alto Adige e le società altoate-sine, è attivo e pieno di inizia-tive. Questo naturalmente rap-presenta un valore aggiunto intermini di occupazione, lavoroe benessere».

Di quali sostegni neces-sita la vostra filiera per po-tersi sviluppare ulterior-mente a livello economico e

tecnologico?«Azienda Energetica copre l’in-tera filiera dell’energia elettricae del teleriscaldamento, mentreper quanto riguarda il gas lamateria prima deve essere ac-quistata. Questo vuol dire prov-vedere a produzione, trasportoin alta tensione, distribuzione alcliente e vendita. Siamo una re-altà che da più di 110 anni è sulmercato, una società che pro-duce autonomamente utili e lidistribuisce ai Comuni i quali,in virtù di un sistema ben or-ganizzato, li reinvestono per icittadini. In questo modo la ric-chezza rimane sul territoriocontribuendo al suo sviluppo evalorizzando l’economia locale.Non abbiamo sostegni esterni,siamo l’azienda che paga piùimposte di tutto l’Alto Adige, cisosteniamo da soli».

Quale valore porta essereiscritti al sistema di certifica-zione Recs?«Essere iscritti a questo sistemavuol dire certificare la prove-nienza dell’energia elettrica cheproduciamo da fonti rinnova-bili. Abbiamo moltissimiclienti che comprano energia

Curare l’intera filiera energetica mantenendo come priorità

il ricorso a fonti pulite e rinnovabili e il reinvestimento sul territorio

della ricchezza generata. Andrea Lanzingher illustra le peculiarità

del mercato altoatesino dell’energia

Andrea Mantovani

Energia locale e pulita

Andrea Lanzingher, Direttore Generale di Azienda Energetica Trading Srl di

Bolzano. Nelle altre foto, il bacino di Vernago in Val Senales e l’interno della

centrale idroelettrica di Tel

www.eltrading.it

182 • DOSSIER • TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011

Page 149: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

Andrea Lanzingher

TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011 • DOSSIER • 183

elettrica certificata da fontirinnovabili e questo è un ser-vizio molto utile».

In cosa si differenzia il vo-stro servizio?«Il cliente viene seguito da unaddetto specializzato e questogli consente di rivolgersi diret-tamente a chi lo assiste peravere delle risposte immediatee precise. Inoltre cerchiamo dirisolvere tutti i problemi:utenti che hanno anche diverseforniture sparse su tutto il ter-ritorio nazionale chiamano noi

per avere le risoluzioni a pro-blemi ed esigenze varie, dallanecessità di un nuovo allaccia-mento allo spostamento di uncontatore. Ci occupiamo an-che del servizio tecnico “dietrole quinte”, non direttamente

ma appoggiandoci ai vari di-stributori».

Cosa ha rappresentato il2010 per Azienda EnergeticaTrading, anche in termini difatturato e bilancio? Quali ri-sultati avete raggiunto e qualitrend state registrando al-l’inizio del 2011?«Il 2010 è stato un annomolto positivo per il gruppoAzienda Energetica e per laSocietà Azienda EnergeticaTrading. C’è stato un forte in-cremento del fatturato, un mi-glioramento dei risultati eco-nomici, il numero di clientiseguiti sul mercato libero èpassato da 2.500 a 15.000 equesto ha portato a un au-mento degli introiti notevole.Nel 2011 il fatturato cresceràancora e la sola Azienda Ener-getica Trading avrà ricavi per350 milioni di euro».

❝~

La società produce autonomamente utilie li distribuisce ai Comuni proprietari di Bolzanoe Merano, i quali, in virtù di un sistema benorganizzato, li reinvestono per i cittadini

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EVASIONE FISCALE

Nella provincia di Trento, tra le indagini piùimportanti ricordo quella posta in essere inun settore particolare come quello della spesasanitaria. È stata “smascherata” una funziona-ria infedele dell’Azienda provinciale servizisanitari che, dopo essersi guadagnata neglianni la piena fiducia dei superiori e ottenutola delega alla gestione dei rimborsi per acqui-sti di protesi, di attrezzature speciali e di me-dicinali per malati cronici, ha iniziato a pre-disporre pratiche totalmente fittizie e virtuali,fino a far autorizzare, a nome di ignari pa-zienti, la liquidazione e il conseguente accre-dito di ingenti rimborsi sui conti correnti in-testati al marito, al padre e al fratello».

Qual è il bilancio di quest’anno?«Posso senz’altro dire che l’attività di controlloche stiamo sviluppando è del tutto soddisfa-cente. Sotto il profilo qualitativo il rendimentoè in crescita rispetto al già ottimo andamentodello scorso anno. Per fornire solo qualche nu-mero generale, a testimonianza della nostratensione operativa, posso dire che nei primi 9mesi dell’anno sono state scoperte basi imponi-bili evase ai fini delle imposte dirette per oltre

Nell’anno in corso i controlli dellaGuardia di Finanza del TrentinoAlto Adige hanno fatto emergereuna certa diffusione di fenomeni

legati alla cosiddetta esterovestizione. «Nelledue province – sottolinea Francesco Attardi, co-mandate regionale della Guarda di Finanza –sono in corso di svolgimento numerose ispe-zioni nei confronti di soggetti sospettati di de-tenere attività finanziarie o investimenti al-l’estero non dichiarati, individuati grazie allacooperazione amministrativa internazionale ov-vero attraverso l’azione di intelligence e di con-trollo economico del territorio».

Quali le operazioni più importanti cheavete effettuato negli ultimimesi in Trentino Alto Adige?«Tra i servizi di maggior rilievodi questi ultimi mesi desiderocitare un’importante indaginedi polizia giudiziaria che è incorso a Bolzano nei confrontidi una fondazione formalmenteresidente in Liechtenstein, madi fatto operante in Alto Adigenel settore dell’intermediazionefinanziaria, nel cui ambito sonostate constatate basi imponibilisottratte a tassazione per oltre40 milioni di euro, utilizzandola presunzione di redditività in-trodotta di recente tra le misuredi contrasto ai paradisi fiscali.

Controlli capillariLa Guardia di Finanza del Trentino Alto Adige è impegnata

quotidianamente nella lotta all’evasione su tutto il territorio

regionale. I numerosi controlli hanno permesso

di ottenere importanti risultati. Francesco Attardi

illustra le più recenti operazioni effettuate

Nicolò Mulas Marcello

190 • DOSSIER • TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011

Francesco Attardi,

comandante

della Guardia di Finanza

del Trentino Alto Adige

Page 153: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

Francesco Attardi

TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011 • DOSSIER • 191

670 milioni di euro, Iva dovuta o non versataper oltre 75 milioni di euro, circa 450 lavora-tori in nero e irregolari e ben 200 evasori totali.Ritengo, comunque, che non siano le cifre adare segno di una buona lotta all’evasionequanto, piuttosto, l’impegno quotidiano e si-lenzioso di ogni singolo finanziere che opera inquesta regione».

Come giudica il contributo fornito da tuttigli organi che svolgono attività di lotta quo-tidiana all’evasione in regione?«Non dispongo di informazioni sui numeri e laresa delle attività di contrasto all’evasione fiscaledei nostri partner istituzionali, principalmentel’Agenzia delle Entrate e l’Agenzia delle Do-gane. Posso comunque affermare che tra noi viè un ottimo livello di collaborazione, che siconcretizza in uno scambio continuo di espe-rienze, riflessioni e pareri nel segno di una co-stante tensione verso il miglioramento del li-vello qualitativo dei controlli. Tale proficuocoordinamento preventivo con l’Agenzia delleEntrate è frequente specie prima della formu-lazione di rilievi connotati da incertezza norma-tiva, ovvero fondati su interpretazioni di norme

��

Sotto il profilo qualitativo il rendimento dei controlli è in crescita rispetto al giàottimo andamento dello scorso anno

o su disconoscimenti di effetti fiscali di opera-zioni ritenute elusive o abusive».

Nella manovra finanziaria sono state intro-dotte norme che cercano di costituire un de-terrente all’evasione fiscale. In particolare siè intervenuti per regolamentare le cosiddettesocietà di comodo. Qualcosa cambierà?«La nuova stretta sulle società di comodo ha loscopo di evitare la prassi invalsa di costituireveicoli societari su cui scaricare i costi di acqui-sto e gestione di autovetture di lusso, yacht eimmobili utilizzati non per finalità d’impresama per uso privato dei soci. La manovra ha in-trodotto importanti novità: dalla comunica-zione all’anagrafe tributaria dell’attribuzionein godimento ai soci di beni intestati a societàall’introduzione di una nuova ipotesi di “red-dito diverso” per coloro che usufruiscono dibeni aziendali a titolo gratuito o pagando cor-rispettivi inferiori a quelli di mercato; dal focusispettivo sulle società di comodo in perdita si-stematica alle nuove sanzioni in caso di inosser-vanza dei citati obblighi di comunicazione».

Page 154: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

Il bilancio degli accertamenti fiscali per quanto riguarda la provincia di Trento è positivo.

Vincenzo Giunta spiega in quali progetti è impegnata l’Agenzia delle Entrate della provincia

per fare sviluppare una coscienza tributaria più spiccata

Nicolò Mulas Marcello

Si chiama Dbgeo, DataBaseGeomar-ket, ed è la banca dati approntatadall’Agenzia delle Entrate al fine digestire i controlli antievasione. Se-

condo i dati in essa presenti, la provincia diTrento non presenta alte criticità, ma di fattonon esclude che il sommerso non coinvolgaanche questa provincia. Gli accertamenti fi-scali sono aumentati nell’arco del 2011 mi-rando con più precisione alle transazioni so-spette di denaro. Come sottolinea VincenzoGiunta, direttore provinciale dell’Agenziadelle Entrate di Trento, questa e altre politi-che di controllo stanno permettendo al-l’Agenzia delle Entrate di ottenere impor-tanti risultati nel contrasto all’evasione:

«L’inasprimento di certe mi-sure come il limite ai paga-menti in contanti,l’abbassamento delle soglied’evasione superate le qualiscatta il reato tributario equindi la denuncia penaledell’evasore, la velocizzazionedella riscossione degli accerta-menti non impugnati e nonpagati, fa intravedere un fu-turo nel quale potrebbe au-mentare la compliance, cioèl’adesione spontanea agli ob-blighi tributari».

Qual è la situazione di

Occorre sviluppareuna cultura della legalità

Vincenzo Giunta,

direttore dell’Agenzia

delle Entrate di Trento

Trento per quanto riguarda l’evasione fi-scale rispetto alla media nazionale? Pos-siamo stilare un bilancio?«L’Agenzia delle Entrate recentemente ha ela-borato Dbgeo, uno strumento che mappa ilterritorio nazionale in gruppi sulla base delrapporto tra imposta non dichiarata e impo-sta versata (tax gap). Secondo quanto elabo-rato attraverso l’applicativo, la provincia diTrento rientra in un cluster di territori chenon presenta particolari criticità. Certo, ilfenomeno dell’evasione fiscale è così diffuso,che risulta difficile non pensare che non siapresente anche in Trentino. Si registra tutta-via un'adesione spontanea agli obblighi fi-scali, supportata da una cultura della legalitàfiscale abbastanza diffusa. In ogni caso, gli ul-timi dati sull'evasione che siamo in grado didiffondere sono relativi al 2010 e parlano dipiù di 75 milioni di euro recuperati da que-sta direzione provinciale».

Quali attività sono state pianificate dal-l’Agenzia delle Entrate trentina per quantoriguarda il 2011?«La nostra attività di controllo quest’anno ècaratterizzata da un deciso incremento dell’ac-certamento con determinazione sintetica delreddito, il cosiddetto “redditometro”, lo stru-mento che consente di mettere a confrontodifferenze rilevanti tra il tenore di vita e il red-dito dichiarato. E se, da un lato, abbiamoanche aumentato gli accertamenti supportati

192 • DOSSIER • TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011

EVASIONE FISCALE

Page 155: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011 • DOSSIER • 193

«Credo che lo scenario all’orizzonte sia quellodi una maggior efficacia nell’accertamento del-l’evasione fiscale tramite strumenti come il“redditometro”. L’inasprimento di certe misurecome il limite ai pagamenti in contanti,l’abbassamento delle soglie d’evasione superatele quali scatta il reato tributario e quindi la de-nuncia penale dell’evasore, la velocizzazionedella riscossione degli accertamenti non impu-gnati e non pagati, fa intravedere un futuro nelquale potrebbe aumentare la compliance, cioèl’adesione spontanea agli obblighi tributari.Credo che saranno sempre di più coloro checomprenderanno una verità di fondo:l’adempimento del dovere fiscale è necessarioper soddisfare le esigenze della collettività e ga-rantire l’erogazione dei servizi primari di pub-blica utilità».

da indagini finanziarie per mirare con preci-sione alle transazioni sospette di denaro, dal-l’altro lato, abbiamo previsto una certa ridu-zione, rispetto al 2010, degli accertamenti edelle verifiche nei confronti di imprese dipiccole dimensioni e professionisti».

Spesso si parla di sinergie tra istituzioniper migliorare l’articolazione degli accerta-menti. Quali risultati importanti hanno pro-dotto nella lotta all’evasione?«Il confronto e il dialogo con istituzioni qualila Guardia di Finanza e l’Agenzia delle Do-gane è costante. Coordiniamo i nostri sforzi permigliorare l’efficacia dell’azione amministra-tiva, penso ad esempio al controllo dell’Iva in-tracomunitaria con le Dogane, e per evitaresovrapposizioni d’indagine. Con la Provinciaautonoma di Trento stiamo avviando un ac-cordo di collaborazione per lo scambio di datie informazioni di reciproca utilità».

La manovra finanziaria è stata da poco ap-provata. In essa sono presenti norme relativealla lotta all’evasione. Quale scenario si pro-spetta?

��Si registra un’adesione spontanea agli obblighi fiscali, supportata da una cultura della legalità fiscale diffusa

Vincenzo Giunta

Page 156: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

GESTIRE IL CONTENZIOSO

Settore pubblico e settore privato, duerealtà che condizionano l’andamentoeconomico, sociale e lavorativo di ognicomune, provincia o regione di uno

Stato. Due ambiti che non sempre collaboranotra loro e che spesso invece presentano dina-miche e situazioni ben diverse l’uno dall’altro,come nel caso specifico del Trentino AltoAdige. Se infatti è notizia di fine settembre ilfatto che l’Alto Adige sia tra le regioni europeecon il più basso tasso di disoccupazione, infe-riore addirittura al 3%, e che il settore privatostia migliorando in maniera continua, è peròanche vero che il pubblico si trova in condizioniben diverse. L’avvocato Luca Scopa di Bolzanosi occupa da anni di diritto del lavoro, recuperocrediti e mediazione e ha delineato una situa-

zione piuttosto infelice del pubblico impiego.«I rapporti tra lavoratori pubblici e dirigenti -spiega l’avvocato Scopa – si stanno incrinando,a causa soprattutto delle scelte e delle azionimesse in atto dalle varie amministrazioni chesempre più spesso vanno a minare i diritti deidipendenti, creando così lunghi ed estremizzaticontenziosi».

In quali specifici ambiti è più evidentequesto peggioramento di situazione del set-tore pubblico?«Al momento, gli ambiti più travagliati, e dicui mi sto occupando, sono il settore dellascuola e quello delle pubbliche amministra-zioni. Nel primo caso, ho riscontrato tratta-menti molto rigidi e controproducenti neiconfronti degli insegnanti, in particolar mododei precari, che non vedono tutelati e rispet-tati i loro diritti. Per quanto riguarda la pub-blica amministrazione, invece, permangonoancora gravi problemi legati al pagamento deisalari, che vengono subito sacrificati o addi-rittura negati ai lavoratori nei casi in cui leaziende stiano fallendo o si affronti un periodoeconomico più difficile del solito».

Insieme al diritto del lavoro lei si occupaanche del recupero crediti. Quali proble-matiche sono presenti in questo campo equali le soluzioni possibili?«In quest’ultimo periodo la realtà più in diffi-coltà per quel che concerne il recupero creditiè senza dubbio quella del piccolo artigiano, chesi trova a essere spesso sfruttato dalle grandi

Si è intensificato il lavoro degli avvocati: devono districare l’impiego pubblico

da una situazione non rosea, diminuire le problematiche del recupero crediti e cominciare

a far girare il motore della mediazione. L’esperienza dell’avvocato Luca Scopa

Emanuela Caruso

Il contenziosonel settore pubblico

L’avvocato Luca Scopa

esercita la professione

forense a Bolzano

[email protected]

194 • DOSSIER • TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011

Page 157: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

Luca Scopa

TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011 • DOSSIER • 195

ditte appaltatrici. Queste infatti tendono asubappaltare i lavori per cui vengono com-missionate, ma poi, inciampando nei vari osta-coli economici, non riescono a erogare i dovuticompensi agli artigiani, che con un fatturatolimitato e molti insoluti non sanno comemandare avanti l’attività. L’unica soluzionepossibile è una più ampia tutela a livello con-trattuale, ad esempio concordare il versamentodi una cauzione da parte delle grandi aziendeai piccoli imprenditori, in modo che gli arti-giani possano difendersi in caso di fallimentie dissolvenze. Una specializzazione dello stu-dio è inoltre quella dei recuperi in serie. L’im-prenditore conferisce infatti allo studio il man-dato per tutte le posizioni che sono insofferenza e dopo un primo colloquio lo stu-dio è in grado di trattare la situazione azien-dale in maniera globale».

Dall’ 1 ottobre 2011 lei è mediatore pro-fessionista e iscritto a due organismi di me-diazione presso l’Ordine degli avvocati diBolzano e la Dolomiti Conciliazioni Srl.Come può essere definita la mediazione?«La mediazione è una modalità alternativa dirisoluzione delle controversie che vuole ri-spondere con velocità ed efficienza alle do-mande di giustizia avanzate dai cittadini incontesa tra loro. I mediatori cercano di assisterele parti in causa nella ricerca di un accordo non

giudiziale che possa risolvere o rendere menoconflittuale un contenzioso. I mediatori, anchechiamati conciliatori, possono intervenire inmerito a cause riguardanti diritti reali, divi-sioni, successioni ereditarie, locazioni e como-dati. E ancora, affitti di azienda, contratti assi-curati, bancari e finanziari, e risarcimentodanni da colpa medica e a partire dal marzo2012 di risarcimento danni da circolazionestradale. Anche la competenza riguardante leliti condominiali partirà dal marzo 2012».

La mediazione è ormai attiva da circa seimesi; che giudizio si è fatto vista la sua espe-rienza professionale?«Nonostante la mancanza di dati statistici si-curi sulla situazione, il mio giudizio sulla me-diazione è positivo. È un settore in fase di in-novazione strutturale sia giuridica che sociale,e sta aumentando il numero di corsi e asso-ciazioni. Inoltre il sistema giudiziario è in fortefermento e in relazione al lavoro dei mediatoriavvocati è già stato riformato il codice deon-tologico con l’articolo 55 bis: è stato stipulatoche i mediatori avvocati non possono accettareincarichi da ex clienti al di sotto dei 24 mesidi rapporto».

❝~

I mediatori possono intervenirein merito a cause riguardanti affittid’azienda, contratti assicurati,bancari e finanziari

Page 158: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

DIRITTO DI FAMIGLIA

196 • DOSSIER • TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011

«Sostenere che il problema dellaseparazione non è una piaga so-ciale, o comunque un problemache investe la collettività, signi-

fica vivere bendati». In questa dimensioneopera lo studio dell’avvocato David Biasetti,da 32 anni nel centro storico di Bolzano, conoltre 4.000 casi trattati in campo locale, na-zionale e internazionale. Lo studio si avvale diuna decina di unità, tra avvocati e personale,con molte collaborazioni esterne.

Com’è il ruolo dell’avvocato matrimo-nialista oggi?«Difficile e complicato, sempre stimolante enon sempre gratificante, specie se nell’impo-stazione si intende tenere conto di tutti i fat-tori e le esigenze che ogni caso presenta».

Cioè?«La separazione è un faccia a faccia con la vita.È spesso arduo trovare il punto di convergenzatra la normativa, le esigenze delle persone coin-volte, la personalità del Giudice, la figura delcollega avversario e soprattutto cucire il tuttocon un’etica che riesca ad arrivare dove la leggenon arriva, mixando anche l’irrinunciabile in-transigenza davanti ai punti cardine, ovvero idiritti degli incolpevoli figli».

Quali sono le difficoltà maggiori?«Molto spesso far ragionare l’assistito è ilcompito più difficile. Anche se non man-cano casi di encomiabile maturità, di desi-derio di andare d’accordo, di spirito genito-riale improntato a collaborazione,generalmente la spinta primaria di chi si se-para è quella della vendetta, con il proprio as-sistito che reclama per sé tutto il proscenio. Ilprimato della ragione giunge spesso al capo-linea. Per questo è fondamentale impararead avere in sé una visuale super partes; in-quadrare le diverse angolazioni senza lentifiltranti; studiare una strategia, anche tramitegli scacchi».

Perché gli scacchi?«La separazione è in primis lotta di strategia,

poi di nervi e poi di diritto; se il civile è di-ritto ed il penale è fatto, il matrimoniale èfatto e diritto. Un avvocato “normale” re-gola il passato: se un cliente chiede di recu-perare un prestito fatto ad un terzo, unavolta recuperato questo credito i rapporticon il legale terminano, il caso è risolto e de-finito. L’avvocato matrimonialista regola in-vece il futuro del separando; trarrà dal pas-sato e dal vissuto dello stesso delle giustelezioni, ma avrà come target il futuro; nonper nulla i clienti rimangono tali per anni, oaddirittura a vita».

Al centro, l’avvocato

David Biasetti nel suo

studio di Bolzano

insieme ad alcuni

collaboratori

[email protected]

L’avvocatomatrimonialista tra “fatto e diritto” David Biasetti analizza alcune situazioni in cui si trova

spesso ad operare l’avvocato matrimonialista

e spiega perché è importante studiare una strategia,

«anche tramite gli scacchi»

Nicoletta Bucciarelli

Page 159: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

David Biasetti

TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011 • DOSSIER • 197

I padri separati lamentano una discri-minazione nei loro confronti. Hanno ra-gione?«Un aspetto tra i più crudi nel dolore, ma nonsempre condivisibile. L’importante è osservarela stessa situazione da entrambe le angolazioni,perché in una separazione ogni parte ha svan-taggi e vantaggi. Un uomo che si separa e cheha un reddito normale, nel caso abbia accesoun mutuo per la casa coniugale, lo deve conti-nuare a pagare, perché il mutuo riguarda laproprietà. Se a questa spesa si aggiungono unaffitto per se stesso e un contributo per i figli,la conseguenza è la fame».

E quindi?«Da tale prospettiva è naturale che un marito,un padre che si separa, subendo una simile si-tuazione, se ne lamenti. Ha dovuto lasciare lacasa, e il quotidiano è cambiato per lui, nonper la moglie. Lei è rimasta nella casa con i fi-

gli perché la casa è stata assegnata aifigli, che in quanto vittime della se-parazione hanno diritto di rimanerenel loro habitat naturale».

È quindi vero che l’uomo si ritrovain una posizione di netto svantaggio.«Sí, ma solo nell’immediato. Allamedia e lunga distanza la situazionesi capovolge e la maggiore “fortuna”,vantaggio, sarà invece dell’uomo.L’uomo si trova infatti con venti-quattro ore al giorno per potere la-vorare e svolgere un’attività, che lo

mette nella condizione di pagare i contributipensionistici a full time; ed anche di arro-tondare con un secondo lavoro. In una cop-pia con due figli, una famiglia standard in cuila moglie dedica dai quindici ai diciotto anniper gestire i figli, lavorando a part time, si ri-trova svantaggiata tanto nella possibilità difare carriera quanto perché andrà in pen-sione con un importo molto inferiore».

La famiglia resta dunque un “onere” pre-valentemente a carico della donna? «Prendiamo ad esempio un caso classico,quello di coppie in cui il marito è libero pro-fessionista. Si separano, lui fa carriera; lei cre-sce i figli. Solo quando i figli sono grandi ladonna può tornare a lavorare full time e allorapuò riaprire il discorso contributivo. È in que-sto frangente che una ex moglie può rivendi-care il tempo perso. Può avere ragione al puntodi chiedere il pagamento, un risarcimento,della chance persa. In un caso simile si verifi-cherebbe un ri-equilibrio a livello economico,peraltro raramente invocato e richiesto».

Un luogo comune sfatato?«Di fatto l’uomo è nettamente avvantaggiatonella quasi totalità dei casi. Pertanto, nell’im-mediato ci rimette l’uomo, ma sulla lunga di-stanza, salvo casi particolari di affidamento alpadre o di donne che antepongono la carrieraai figli, in oltre il 90% delle separazione, losvantaggio è della donna».

~

La materia è legata al detto latinorebus sic stantibus: si regola l’oggipensando a come sarà il domani.Anche se le modifiche nel tempopossono essere molteplici

Page 160: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

SICUREZZA URBANA

198 • DOSSIER • TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011

La scarsa incidenza dei reati sul territorio di Trento influisce sull’efficienza

del lavoro del tribunale, che vanta bilanci positivi anche per quanto riguarda le tempistiche

della giustizia. Sabino Giarrusso spiega qual è la situazione attuale

Nicolò Mulas Marcello

i numeri sull’attuale situazione a Trento? «La criminalità a Trento non è particolarmenteallarmante. Anzi, si può affermare che è in di-minuzione. Dalle relazioni e statistiche fornitedai comandanti nelle annuali feste tenute del-l’Arma dei Carabinieri, della Polizia di Stato edella Guardia di Finanza risulta una diminu-zione dei reati denunziati del 20/25%. Devodire che in buona parte le denunce provengonodai servizi sociali che lavorano molto bene. Nelcorso dei periodici e frequenti controlli operatinel monitoraggio delle situazioni di disagio fa-miliare vengono accertati reati di violazione de-

I l Tribunale di Trento si pone al decimoposto nella graduatoria delle perfor-mance dei 165 uffici giudiziari presentisul territorio nazionale. «La parte più

consistente del settore penale – spiega SabinoGiarrusso, presidente del tribunale – è compo-sto dalla microcriminalità che certamente ri-sente di variazioni proporzionali all’espansionedei flussi migratori, come è avvenuto per i re-centi episodi di sbarchi a Lampedusa, e con-cerne prevalentemente il piccolo spaccio. Gliepisodi criminosi più gravi sono in discesa».

Dal punto di vista giudiziario cosa dicono

Una giustizia efficiente non è un’utopia

Page 161: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

Sabino Giarrusso

TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011 • DOSSIER • 199

Sabino Giarrusso,

presidente del Tribunale

di Trento

gli obblighi di assistenza familiare, maltratta-menti in famiglia e abusi sessuali. La criminalitàè in buona parte legata all’immigrazione, preva-lentemente extracomunitaria ma anche internadal Sud, e concerne più che altro il piccolospaccio. Si tratta insomma, in un certo senso, direati commessi per sopravvivenza. Peraltro nontutti vengono al dibattimento giacché buonaparte dei reati vengono definiti avanti il Gip oal Gup per la scelta da parte dell’imputato di unrito di patteggiamento o abbreviato».

Per quanto riguarda i reati derivanti dallacircolazione stradale?«Vi sono alcune ipotesi di guida in stato di eb-brezza che però in genere vengono definiti rapi-damente. La legge 120 del 29 luglio 2010 hamodificato l’articolo 186 del codice della stradae introdotto, per il reato di guida in stato di eb-brezza, la possibilità di sostituire la pena con illavoro di pubblica utilità. In tutte le ipotesi direato di guida in stato di ebbrezza da alcool, aesclusione di quelle in cui vi sia stato un inci-dente stradale, in caso di condanna nel giudiziopenale è prevista (se vi è consenso dell’imputato)la sostituzione della pena dell’ammenda e del-

l’arresto con quelladella prestazione diun’attività non retri-buita a favore della col-lettività da svolgere, invia prioritaria, nelcampo della sicurezza edell’educazione stradale presso lo Stato, le re-gioni, le province, i comuni o presso organizza-zioni di assistenza sociale e di volontariato o cen-tri specializzati di lotta alle dipendenze. Con losvolgimento positivo del lavoro di pubblica uti-lità il reato viene dichiarato estinto, il periodo disospensione della patente è ridotto alla metà edè revocata la confisca del veicolo. Vi è stata in-fine una forte diminuzione, peraltro conse-guente a modifiche sulla competenza, dei pro-cedimenti trattati dalla Direzione distrettualeantimafia. Evidenzio che il Tribunale di Trentoè ai primi posti d’Italia per efficienza e rapiditàdi definizione dei processi civili e penali. Nellagraduatoria stilata dal Ministero della Giustizia,la cosiddetta “pagella Alfano”, Trento si pone aldecimo posto».

Secondo lei qual è il grado di percezionedella sicurezza da parte dei cittadini diTrento? «Il grado di percezione della sicurezza da partedei cittadini di Trento sia buono e rassicurante:la sensazione dei trentini è di sicurezza. Peraltroho notato che questa sensazione è influenzatadalle notizie divulgate dai mass media. Ossia, adesempio, allorquando viene divulgata la notiziadi un furto in appartamento in una vallata,tutti gli abitanti della stessa avvertono un sensodi preoccupazione. In altri termini non è unsenso di preoccupazione generalizzato insito neicittadini, ma derivato dall’apprendere un episo-dio avvenuto dove si abita o lì vicino».

��Il Tribunale di Trento è in cima

alla classifica delle sedi più produttive,ai primi posti d’Italia per efficienza e rapiditàdi definizione dei processi civili e penali

Page 162: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

SICUREZZA URBANA

Trento può essere considerata a tutti gli effetti una città sicura? Secondo il prefetto

Francesco Squarcina, i rari episodi di criminalità e i numeri della questura testimoniano

un bilancio positivo per quanto riguarda la percezione delle sicurezza tra i cittadini

Nicolò Mulas Marcello

Per quanto riguarda la sicurezza ur-bana, la città di Trento costituisce untermine di paragone decisamentepositivo rispetto a molte altre città

italiane. Gli eventi criminosi gravi e i feno-meni di microcriminalità sono nettamente aldi sotto della media nazionale e i dati testimo-niano una stabilità di questo tipo di episodinel corso dell’anno rispetto al passato. L’azionecapillare delle forze dell’ordine su tutto il ter-ritorio cittadino conferisce, secondo il pre-fetto, una percezione di sicurezza elevata neicittadini, anche nelle ore notturne. I controlliorganizzati, finalizzati a un monitoraggio pre-ciso, con agenti in divisa e in borghese, e tesia contrastare l’attuale disagio dei cittadini perla presenza di persone che bivaccano perstrada e nei giardini, producono un effetto de-terrente nei confronti di comportamenti con-trari all’ordine pubblico. «Fenomenologiegravi, come aggressioni o altri atti criminosiseri – spiega Francesco Squarcina, prefetto diTrento – non ci sono o sono rarissime.Quando una città ha un livello di vita altocome quello di Trento anche un fenomeno

marginale, come certi comporta-menti poco urbani, diventa subitonotizia».

Negli ultimi tempi Trento è statateatro di diverse risse. Qual è la si-tuazione in città?«Non c’è una situazione d’allarme esoprattutto non è un fenomeno rile-vante. Le risse che si sono verificatequest’estate riguardavano liti trastranieri e secondo le indagini della

Azioni mirate per la sicurezza urbana

questura sono avvenute semplicemente perconsumo di alcool, all’uscita di locali pub-blici, ma senza connotazione di altro genere».

Qual è l’andamento di fenomeni comefurti, scippi e rapine nell’ultimo anno aTrento?«Sono più o meno stabili. Sono in calo, se-condo i dati della questura, i furti in apparta-mento mentre sono in crescita i furti negliesercizi pubblici, tipo taccheggio nei super-mercati. Anche sotto questo punto di vistanon vi è nulla di allarmante».

Per quanto riguarda la sicurezza urbanadel territorio di Trento pensa che il numerodi agenti delle forze dell’ordine impiegatisia sufficiente?«Il numero è sicuramente adeguato. Quandofacciamo i servizi di pattuglia funziona tuttobene e non possiamo certamente lamentarci».

Qual è secondo lei la percezione di sicu-rezza della città da parte dei cittadini?«La percezione che c’è della sicurezza in cittàè buona, anche perché chi gira di notte perTrento può notare che non c’è una sensazionedi paura. Nelle zone periferiche può accaderequalche raro fatto di cronaca, enfatizzato dallastampa proprio perchè sotto questo aspetto disolito c’è poco da raccontare. Può accadere, in-fatti, di trovare in prima pagina anche un ba-nale furto in appartamento in quanto risultaquasi un fatto eclatante. Fenomenologie gravicome aggressioni non ci sono o sono rarissime.Quando una città ha un livello di vita altocome quello di Trento anche un fenomenomarginale come certi comportamenti pocourbani diventa subito notizia».

Francesco Squarcina,

prefetto di Trento

200 • DOSSIER • TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011

Page 163: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011
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SICUREZZA URBANA

202 • DOSSIER • TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011

Sinergie produttive tra le forze dell’ordine

tervento degli agenti in caso dinecessità, efficace e senza so-vrapposizioni. Inoltre, nei mesidi massimo afflusso turistico,per esempio durante l’Avventoo in occasione del mercatino diNatale, in città la presenza delleforze dell’ordine è ulteriormenterafforzata con presidi mobili, i cosiddetti “cam-per” di Polizia e Carabinieri.

Ci sono altri tipi di reati diffusi a Bolzano?«La provincia e la città di Bolzano non sonoesenti dal fenomeno dello spaccio delle sostanzestupefacenti, che comunque ha registrato an-ch’esso una lieve diminuzione rispetto agli anniprecedenti. Un altro fenomeno che interessa que-sta provincia è quello dell’abuso di sostanze alco-liche, cui conseguono spesso violazioni alle normedel codice della strada, episodi di lesioni volon-tarie e di vandalismi».

La presenza di pattuglie sul territorio è suf-ficiente come deterrente per la commissionedei reati più comuni? «La presenza di pattuglie è sufficiente sia riguardoalle dotazioni organiche delle tre forze di poliziasia in funzione del coordinamento e della ottimiz-zazione delle risorse. A mero titolo esemplifica-tivo la presenza delle pattuglie delle forze dell’or-dine nella città di Bolzano è pari a 4 nelle orenotturne e a 8 in quelle diurne. Inoltre, l’adozione

L’impegno delle forze dell’ordine sulterritorio della provincia di Bolzano,anche nei mesi di maggiore affluenzadi turisti, permette un vita cittadina

senza timori di insicurezza da parte degli abitanti.«Anche nei periodi dell’anno di massimo afflussoturistico come gli esodi estivi o la stagione turi-stica invernale – spiega Fulvio Testi, prefetto diBolzano – le pattuglie sul territorio sono coadiu-vate dal controllo aereo effettuato dagli elicotteridi stanza a Bolzano dei Carabinieri e della Guar-dia di Finanza».

C’è stato un incremento dei reati di micro-criminalità in città rispetto agli ultimi anni?«Non c’è stato alcun aumento dei reati di micro-criminalità né nella città di Bolzano né negli al-tri centri della provincia, anzi, assistiamo al mo-mento a una lieve diminuzione. L’attività dicontrollo del territorio è sempre molto alta, pro-prio al fine di mantenere l’elevato standard di si-curezza che si registra da anni in questa provin-cia. L’attività di contrasto delle forze dell’ordinecontro i reati cosiddetti predatori che tendono acolpire maggiormente i centri urbani è efficace ecoordinata, anche in virtù di precisi e dedicatipiani di controllo, pianificati in prefettura, qualiad esempio il piano coordinato di controllo delterritorio. In sostanza l’area è suddivisa in precisiquadranti, ognuno assegnato a una forza di po-lizia. In questo modo si ottiene l’immediato in-

I cittadini di Bolzano hanno da sempre una spiccata attenzione

per la sicurezza, testimoniata anche dalla collaborazione e dalla fiducia

che riservano nelle forze dell’ordine. Fulvio Testi spiega in che modo

la prefettura coordina le azioni di prevenzione sul territorio

Nicolò Mulas Marcello

Page 165: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

Fulvio Testi

TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011 • DOSSIER • 203

sulle città”, siglato e che pre-vede la collaborazione degliistituti di vigilanza privatanella segnalazione alle forze dipolizia di ogni elemento utile

alla prevenzione e al contrasto dei fenomenicriminosi».

A suo avviso qual è il grado di percezionedella sicurezza da parte dei cittadini di Bol-zano? «Il grado di percezione della sicurezza da partedei cittadini di Bolzano è elevato. La popola-zione è molto esigente e attenta al tema sicu-rezza, fortemente portata alla collaborazione ealla spontanea segnalazione di fatti e situa-zioni che diventano poi oggetto di approfon-dimento da parte delle forze di polizia.L’ottimo controllo del territorio, che ha abi-tuato la popolazione a vivere in tranquillità, fasì che ogni minima variazione dello standardabituale, per esempio atti commessi in fla-granza o sospetti, vengano immediatamente se-gnalati alle autorità competenti».

di specifici piani per tipologie di reato, qualiquello antirapine negli istituti bancari, che scattain automatico secondo strategie predetermi-nate, anche con il supporto degli elicotteri hapermesso l’abbattimento del numero delle ra-pine sull’intero territorio provinciale. Inoltregli istituti di credito in Alto Adige hanno ade-rito al protocollo d’intesa, proposto dalla pre-fettura e voluto dal ministro dell’Interno edall’Abi per la prevenzione della criminalità inbanca e si sono dotate di misure di sicurezzapassiva adeguate. Un analogo protocollo, dedi-cato alla sicurezza degli esercizi commerciali,che attua a Bolzano l’accordo tra Ministerodell’Interno e associazioni di categoria, è statosottoscritto in prefettura nell’anno 2009. Alcontrollo del territorio contribuisce infine an-che il contenuto del protocollo “Mille occhi

Fulvio Testi,

prefetto di Bolzano

��

L’ottimo controllo del territorio fa sì che ogni reato vengaimmediatamente segnalato

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206 • DOSSIER • TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011

Nella pagina

successiva,

Ugo Rossi, assessore

alla Sanità

della Provincia

autonoma

di Trento

mento deve consentire trasparenza sull’anda-mento del sistema a vantaggio dei cittadini,che devono poter controllare come vengonoinvestite le risorse e verificare lo stato di attua-zione dei programmi. I decisori poi, attra-verso l’osservatorio, possono valutare qualisono le azioni da intraprendere per i profes-sionisti del sistema. È, in sostanza, uno stru-mento di osservazione per tenere monitoratolo stato di salute dei cittadini».

Dunque, la Provincia d’ora in poi con-trollerà di più e meglio la sanità locale avantaggio dei cittadini? «La legge provinciale 16 tutela la salute deicittadini in un senso ampio di benessere e diapproccio complessivo alle problematiche le-gate alla salute. Al centro si trova il cittadino,al quale vanno assicurati da un lato risposteadeguate e dall’altro strumenti per indicare ilproprio gradimento. Allo stesso tempo ven-gono individuate chiare e precise responsabi-lità di soggetti, istituzioni e organismi perfar raggiungere al servizio sanitario trentino lemigliori performance. La legge ha, quindi,previsto un rafforzamento delle funzioni di

«L’istituzione del nuovo organoè senza aumenti di spesa per-chè è frutto della riorganiz-zazione delle risorse già pre-

senti nell’Azienda sanitaria o nella stessaProvincia». È questo per l’assessore Rossil’aspetto più innovativo dell’Osservatoriodella Salute, nato per migliorare le perfor-mance del sistema sanitario della provincia diTrento e utile soprattutto ai cittadini, chetramite questo strumento potranno verificarel’ammontare della spesa sanitaria, in un’otticadi razionalizzazione dei costi sanitari oggisempre più stringente. «Al cittadino verrannoforniti, da un lato, risposte adeguate e, dall’al-tro, strumenti per indicare il proprio gradi-mento», continua Rossi. Tra i compiti dell’os-servatorio, la verifica della qualità edell’efficienza dei servizi erogati, nonché deirisultati conseguiti.

Assessore, di recente la giunta provin-ciale di Trento ha ufficialmente costituito,su sua proposta, l’Osservatorio per la saluteprevisto dalla legge 16/2010. Di che cosa sitratta? «Si tratta di un organo di supporto tecnico-scientifico alla giunta con compiti di rileva-mento e verifica della qualità ed efficienza delservizio sanitario provinciale. Questo stru-

Ottimizzare la sanitàa costo zeroPer migliorare la qualità e l’efficienza del sistema sanitario

trentino, la giunta provinciale ha istituito l’Osservatorio

della salute. L’assessore Ugo Rossi spiega

perchè sarà utile soprattutto ai cittadini

Luca Donigaglia

POLITICHE SANITARIE

Page 169: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011 • DOSSIER • 207

��

L’osservatorio si occupa di valutare i risultati conseguiti, i servizi e le prestazioni erogate dal servizio sanitario provinciale

indirizzo, vigilanza, controllo e valutazionedel servizio sanitario in capo alla giunta. È inquesta architettura che si inseriscel’Osservatorio per la salute, un vero e proprioorgano di supporto dell’esecutivo provincialecon compiti di verifica della qualità e dell’ef-ficienza dei servizi erogati, nonché dei risul-tati conseguiti. L’Osservatorio svolge anchefunzioni di supporto del Consiglio per la sa-lute, istituito all’interno di ogni Comunità diValle, per l’analisi delle condizioni di salutedella popolazione e dell’offerta sanitaria lo-cale».

Nel dettaglio, quali sono le attività di cuisi farà carico l’Osservatorio? «L’Osservatorio si occupa di monitorare lostato di salute della popolazione; valutare i ri-sultati di salute conseguiti, i servizi e le pre-stazioni erogate dal servizio sanitario provin-ciale; valutare le prestazione e i risultatigestionali dell’Azienda provinciale per i servizisanitari, nonché la loro rispondenza agliobiettivi fissati dalla giunta; analizzare e valu-tare il fabbisogno del servizio sanitario pro-vinciale negli ambiti della formazione, ricerca

e informazione; proporre e valutare gli inve-stimenti tecnologici di impatto rilevante».

A sua volta, l’osservatorio agirà d’intesacon un comitato scientifico che ne control-lerà l’operato. Un modo per verificare ulte-riormente il buon esito del sistema? «Il comitato scientifico esprime parere in or-dine ai criteri da adottare in sede di valuta-zione del servizio sanitario provinciale e veri-fica l’attività complessiva svoltadall’osservatorio, fornendo indicazioni utili aifini della programmazione sanitaria. Redigeannualmente una relazione sull’andamentogenerale del servizio sanitario provinciale. Ilcomitato scientifico è costituito da quattrocomponenti di comprovata competenza nellematerie delle scienze mediche, sociali, infer-mieristiche, dell’economia, dell’organizza-zione socio-sanitaria e dell’epidemiologia. Icomponenti vengono nominati dalla giuntaprovinciale, di cui due designati dal consiglioprovinciale, uno dei quali indicato dalle mi-noranze. I componenti del comitato restanoin carica per la durata della legislatura e nonpossono svolgere alcuna attività, a qualsiasi ti-tolo, a favore delle strutture operanti nel-l’ambito del servizio sanitario provinciale».

Ugo Rossi

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POLITICHE SANITARIE

208 • DOSSIER • TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011

Giovanni Flor. Tra il 30 novembre e il 2 dicembre, a Le-

vico Terme si terrà la 14esima conferenzanazionale Health Promoting Hospitals &Health Services. La promozione della saluterappresenta una strategia di sviluppo per lavostra azienda sanitaria? «La legge provinciale 16 di riordino del servi-zio sanitario provinciale, approvata a luglio2010, pone particolare enfasi sulla promo-zione della salute, sull’orientamento alla per-

La sanità trentina si mette in rete.Una riorganizzazione, ospedaliera edistrettuale, che punta a razionaliz-zare la struttura del sistema, otti-

mizzando il servizio ai cittadini. Nella consa-pevolezza di accelerare «sulla capacità deisingoli professionisti di stabilire relazioni, dicondividere obiettivi, linguaggi, tecnologie,modelli organizzativi e informazioni», in-somma, di fare «squadra, rete e sistema coni colleghi e con i cittadini-utenti» precisa

Avanti con la rete unica dei serviziL’approvazione della legge provinciale 16 ha messo al centro del sistema trentino

la promozione della salute. Lo spiega Giovanni Flor, direttore generale dell’Azienda

provinciale per i servizi sanitari trentina

Luca Donigaglia

Page 171: Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

Giovanni Flor

TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011 • DOSSIER • 209

Giovanni Flor, direttore

generale dell’Azienda

provinciale per i servizi

sanitari trentina

��Un’idea di rete e di compiuta integrazione

operativa potrà garantire omogeneità di erogazione dei servizi sanitari esociosanitari su tutto il territorio

sona e sul coinvolgimento del cittadino. Inol-tre, oggi, il tema delle reti assume uno specialesignificato per le strutture aziendali. La re-cente riorganizzazione è stata improntata allalogica dell’unica rete provinciale dei serviziospedalieri e distrettuali. Un’idea di rete e dicompiuta integrazione operativa che potràgarantire omogeneità e tempestività di eroga-zione dei servizi sanitari e sociosanitari sututto il territorio trentino. La costruzione direti necessita di un’azione di sistema, tanto piùefficace quanto più è contestualizzata ai di-versi luoghi e momenti della pratica assisten-ziale».

Quali benefici, allora, possono derivareper il sistema sanitario trentino dalla pro-gettualità in rete? «È proprio il tema al centro della prossimaconferenza nazionale. Una visione strategicadi orientamento dei servizi in rete, che puntaa massimizzare gli esiti di salute per i singoliindividui e per le popolazioni, utilizzando almeglio le risorse disponibili, non può che es-sere incentrata sulla promozione della salute.Servizi sanitari di elevata qualità, capaci di ge-nerare valore, scaturiscono dal rapporto, bensostanziato, tra i complessi bisogni dei citta-dini e le risposte assistenziali, che per essereappropriate devono specificare con chi, come,dove e quando agire. Per questo, serve unmetodo di lavoro condiviso, fondato sulla

coesione, sulla fiducia e sulla comunicazionetra tutte le parti interessate. I bisogni degliutenti vanno analizzati in maniera precisa, alfine di configurare l’offerta e definire il per-corso di presa in carico a maggior valore: dia-gnostico, terapeutico assistenziale, ma anche,e non solo a parole, di prevenzione, riabilita-zione ed empowerment».

Creare reti, però, comporta sempre sa-crifici individuali. Anche in questo caso? «Creare reti per erogare servizi di qualità com-porta qualche rinuncia, in particolare all’au-toreferenzialità, e l’umiltà di confrontarsi congli altri, in modo trasparente, sapendo rendereconto del proprio operato. Tutto ciò è da per-seguire nella consapevolezza che per far fun-zionare le reti bisogna aggiungere alle compe-tenze e alla pratica del singolo professionistala capacità di stabilire relazioni, di condividereobiettivi, linguaggi, tecnologie, modelli orga-nizzativi e informazioni, ovvero di fare, nel-l’ordine, squadra, rete e sistema con gli altriprofessionisti e con i cittadini-utenti per unamigliorare la qualità dei servizi erogati ai cit-tadini».

Venendo al concetto di rete applicato allestrutture presenti sul territorio, l’assessoreprovinciale alla Sanità, Ugo Rossi, ha chia-rito a un’iniziativa pubblica che gli ospedalidi valle non spariranno, ma che farannoparte di una rete di centri che assieme co- � �

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210 • DOSSIER • TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011

consiglio sanitario, che vieneinterpellato dalla giunta provincialeper tutte le decisioni di rilievo, siedeun rappresentante della consulta. Inquesto senso la due giornipromossa da Cittadinanzattiva aRiva del Garda ha rappresentato unmomento importante, dove lediverse realtà hanno potuto faresintesi, confrontarsi e stabilire retidi collaborazione».

L’obiettivo della conferenza èstato quello di accendere iriflettori sul tema delle patologiecroniche e rare, per far sì che leistituzioni orientino le politichepubbliche volte a sostenere eprendere in carico questepatologie. Com’è la situazione inTrentino? «Nel nostro territorio è stato creatoun centro di riferimento unico pertutta la provincia, collegato con ilVeneto e il Friuli Venezia Giulia,sulle cronicità e le malattie rare

Livia Ferrario, dirigente del Dipartimento politiche sanitarie della Provincia di Trento,spiega come sta cambiando il sistema sanitario trentino

“Un’assistenza all’altezza delleaspettative. È questo lo

sforzo che sottende alla riformasanitaria trentina, impostata sì alrigore dei conti ma che tiene anchepresente i bisogni dei cittadini,soprattutto quelli affetti da malattierare, e del fatto che la società stacambiando: ci sono sempre piùanziani e meno bambini. I puntisalienti della “nuova” sanitàtrentina nel punto di Livia Ferrario.

Per affrontare le criticitàdell’assistenza sanitaria esociale delle persone colpite dapatologie croniche e permigliorare il confronto su welfaresostenibile, avete ospitato a Rivadel Garda la Conferenzanazionale delle organizzazioniciviche per la salute. Che cosa viha animato? «La partecipazione dei cittadini èuna necessità assoluta inparticolare nel governo della

sanità. Senza il loro coinvolgimentonella gestione delle politichesanitarie vi è il rischio dicondannare molte, troppe personemalate, insieme con le loro famiglie,all’esclusione sociale. Questoconsiderando che l’accrescimentodella vita media e la possibilità dicura di tante malattie rendonosempre più numerosi i cittadini aiquali garantire efficacia ditrattamento e tutela dei diritti, mapongono per ciò stesso ineludibiliquestioni legate alla sostenibilitàdella spesa pubblica».

È in questa direzione, fral’altro, che si è mossa la riformadel sistema sanitariorecentemente approvata inTrentino? «La legge provinciale ha istituito laConsulta provinciale della saluteche dà una voce certa a tutte leorganizzazioni che si muovono inambito sanitario. Inoltre, nel

POLITICHE SANITARIE

CON LA CONSULTA DIAMO VOCE A TUTTI I SOGGETTI SANITARI

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TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011 • DOSSIER • 211

stituiranno un unico nosocomio provin-ciale. L’occasione è stata l’incontro pub-blico sul futuro dell’ospedale di Tione, unodegli ospedali su cui vi siete spesi molto inquesti anni. Come stanno andando i lavoridel secondo lotto? «Terminato il primo lotto, ci si concentra orasui lavori interni alla struttura. Il primo stral-cio del secondo lotto interesserà l’ala nord,che nel frattempo è stata sgomberata. Abbiamoprivilegiato l’esecuzione dei lavori in verticale,dal piano terra al sottotetto, invece che in oriz-

zontale, con l’obiettivo di provocare meno di-sagi possibili agli utenti e agli operatori delpresidio. Per il completamento dell’opera sa-ranno necessari quattro o cinque anni. Il costocomplessivo dell’intervento gravita intorno ai17 milioni di euro, a fronte di un costo annuodi gestione dell’ospedale pari a 23 milioni dieuro circa. Anche l’ospedale di Tione, per fareparte della rete ospedaliera su cui abbiamo la-vorato, oltre ai reparti disponibili ora dovrà di-ventare centro di riferimento provinciale in unsettore specialistico».

soprattutto a livello infantile. InTrentino vi è una situazionepositiva, come hanno evidenziatoanche i rappresentanti diCittadinanzattiva che, come unicoappunto, hanno evidenziato che idati Istat rilevano una presenza piùbassa di medici di medicinagenerale (6,5 per 10.000 abitantirispetto a una media nazionale di7,9) e di servizi di guardia medica(4 per 100.000 abitanti rispetto auna media di 5,1)».

Sul fronte delle malattie rare,quali strutture concrete esistonoin Trentino? «In Trentino c’è un centro unico diriferimento gestito dall’unitàoperativa di pediatria dell’ospedaledi Trento, che opera nell’ambitodell’area vasta del Nord. Conriferimento alla celiachia, adesempio, di recente è stataapprovata una legge provinciale adhoc che non solo garantisce i dirittisulla fornitura degli alimenti, ma ilcapitolato di appalto per laristorazione ospedaliera prevede

una corretta gestione dei pasti perdipendenti e pazienti che ne sonoaffetti. L’Azienda provinciale per iservizi sanitari ha inoltre realizzatoalcuni corsi di aggiornamentointitolati “Cucina dieteticaospedaliera e sicurezza alimentare”,coordinati dalle dietiste dei servizidi dietetica e nutrizione clinica,destinati al personale delle menseospedaliere (cuochi e operatoritecnici). Gli ultimi corsi sono statitenuti nel 2009 e nel 2010».

E per quanto riguarda i farmaci

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Giovanni Flor

e i livelli di assistenza? «In merito ai farmaci, in Trentinovengono garantiti, ad esempio,anche quelli per la terapia deldolore; sono state semplificate tuttele prescrizioni. Per quanto riguarda iLea, i livelli essenziali di assistenza,nel nostro territorio sono garantiti.In ambiti come quellodell’odontoiatria esistono, in basealla legge provinciale del 2007,prestazioni aggiuntive che copronola fascia di età da 0 a 18 anni (nelresto dell’Italia va dai 0 ai 14 anni».

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APPARECCHIATURE SANITARIE

Il settore della sanità del Trentino AltoAdige è sempre stato una macchina benoliata e ottimamente funzionante, capacedi contraddistinguersi per la qualità dei

servizi offerti. Ma oggi a causa della riforma sa-nitaria messa in atto nella regione e della ridu-zione delle risorse finanziarie da parte della pro-vincia di Bolzano, le strutture ospedaliere, lecase di riposo e le cliniche private si trovano ingrande difficoltà. Questa intensa contrazioneeconomica ha innescato una serie di impor-tanti cambiamenti, tra cui quello di maggior ri-levanza è la nuova necessità dei fornitori e deiclienti del settore di valutare prodotti e servizinon più secondo il criterio qualità/prezzo, masecondo il binomio inverso: prezzo/qualità. Lasanità, quindi, richiede ancora qualità e inno-

vazione continua, ma allostesso tempo, dovendo af-frontare i tagli finanziariattuati dalla riforma, sitrova a non poter più so-stenere costi troppo one-rosi. Obiettivo principaledelle aziende del campo,tra cui troviamo la Grittidi Bolzano, diventa alloraquello di soddisfare le esi-genze del mercato rima-nendo però competitivisui prezzi. «La nostra so-cietà – commenta Anto-

nella Marini Gritti, amministratore unico del-l’impresa – cerca di rispondere alle richieste de-gli interlocutori del settore sanitario offrendoloro prodotti esclusivi di alta qualità, supportotecnico e costi accessibili».

Qual è il core business della Gritti e qualii prodotti che immettete sul mercato?«Il nostro mercato di riferimento è la sanitàpubblica e privata, e ci occupiamo della forni-tura e della vendita di un’ampia gamma di stru-menti e apparecchiature. Da quelle per le disci-pline chirurgiche e per la disinfezione esterilizzazione passiamo agli ausili per i diversa-mente abili e alle sofisticate tecnologie per ladiagnostica, ad esempio TAC, risonanze ma-gnetiche, software gestionali clinici, ecografi emacchinari per la dermatologia. La Gritti di-stribuisce alcuni dei prodotti trattati solo nelleprovince di Bolzano, Trento e Verona, mentrealtri prodotti arrivano su tutto il territorio na-zionale».

Il fiore all’occhiello dell’azienda è il servi-zio di assistenza tecnica. Come viene gestito?«Stipuliamo con i nostri utenti, in base alle spe-cifiche esigenze di ognuno, dei contratti di ma-nutenzione preventiva, strategia che riduce alminimo eventuali problematiche tecniche e chegarantisce un controllo costante delle attrezza-ture, evitando di conseguenza ulteriori costinon preventivati. Il laboratorio che si occupadell’assistenza tecnica si avvale di personale qua-lificato, di adeguate apparecchiature di con-

Protagonista di grandi cambiamenti strutturali e di continue innovazioni

tecnologiche, il settore sanitario deve adeguarsi alle sempre più esigenti richieste

del mercato. Ne parla Antonella Marini Gritti

Emanuela Caruso

Gestire il rapportoqualità-prezzo nella sanità

Antonella Marini Gritti

della Gritti Spa

di Bolzano. A lato,

alcuni dei macchinari

e degli strumenti messi

in commercio

dall’azienda

www.grittispa.it

216 • DOSSIER • TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011

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Antonella Marini Gritti

TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011 • DOSSIER • 217

trollo e di un consistente deposito di pezzi di ri-cambio. È così che assicuriamo la veloce iden-tificazione del guasto e l’intervento entro le 12-24 ore dalla chiamata».

Il progresso tecnologico è uno degli aspettiche maggiormente influisce sul settore sani-tario. In che modo riuscite a offrire sempreprodotti di ultima generazione?«Per riuscire a seguire nel modo giusto le con-tinue innovazioni tecnologiche è necessario te-nersi costantemente aggiornati e carpire le ten-denze del mercato, in questo modo è possibileoffrire in maniera continuativa la qualità di cuiil settore ha bisogno. Negli ultimi anni, gli am-biti specifici della sanità in cui si sono avvicen-dati più cambiamenti tecnologici sono la ra-

diologia, la sterilizzazione e la dermatologia».Quali sono i progetti commerciali e im-

prenditoriali portati avanti dalla Gritti nel-l’ultimo periodo?«Da qualche tempo ci stiamo occupando di unprogetto piuttosto importante, che prevede lafornitura di un servizio completo di strumen-tazioni per le sale operatorie e di apparecchia-ture per la radiologia di un prestigioso centromedico. Siamo certi che in futuro le forniturecomprensive di attrezzature e servizi sarannosempre più richieste dal mercato. Per quantoriguarda invece l’aspetto imprenditoriale e or-ganizzativo, negli ultimi mesi abbiamo am-pliato e rafforzato la rete di vendita della so-cietà e stiamo studiando possibiliaggiornamenti e miglioramenti da effettuaresui macchinari e gli strumenti che mettiamo incommercio. Già nei primi mesi del 2012 sa-remo in grado di presentare qualche interes-sante novità tecnologica».

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Negli ultimi anni, gli ambiti specificidella sanità in cui si sonoavvicendati più cambiamentitecnologici sono la radiologia,la sterilizzazione e la dermatologia

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