Dossier Emilia Romagna 01 2012

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Dossier Emilia romagna

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L’INTERVENTO.........................................13Gaetano MaccaferriPietro Ichino

PRIMO PIANOIN COPERTINA ..................................... 16Pietro Ferrari

ACCESSO AL CREDITO ................... 20Emilio Bolzoni Riccardo FavaCorrado Sforza FoglianiAntonio Patuelli

RITRATTI ............................................... 30Giorgio Napolitano

ECONOMIA E FINANZAMERCATI ESTERI .............................. 36Franco Mosconi Romano Baruzzi Bruno Filetti

CONTRATTI DI RETE ........................ 42Carlo Alberto RoncaratiGiuseppe Tripoli

RETI D’IMPRESA ............................... 46Florenzo Vanzetto

DISTRETTI ............................................ 48Alessandro CurtiLuigi ZaffiFilippo ContadiniDaniela MorandiMario e Marzia Mengozzi

TECNOLOGIE ....................................... 58Nelso Antolotti e Alberto RavagniRino Bugiardini e Marcello MaffeiAlessandro CampiAlessandro PoliPaolo OssiMassimiliano BacchieriAntonio GelminiLorenzo CottignoliPietro GuizzardiMarisa RossiLuigi ValdinociSauro Boschi

IL COMPARTODELLA PLASTICA .............................. 86Paola Casali

CONSULENZA TECNICA ................. 88Stefania GhettiValerio Suzzi

INNOVAZIONE ..................................... 92Giovanni Marcotti e Bruno RiccòContecoMarino e Alessandro Bandini

ELETTRONICA .................................... 98Gilberto CristoforiEnzo Montani e Gian Marco BaldiniGianfranco Della Bartola

ENERGIA ............................................. 104Piero CottiCostantino Calzoni e Gabriele Amato

EXPORT ............................................... 108Piero Prati

INVESTIMENTI E SVILUPPO ........ 110Maurizio Corcelli

IL SETTORE NOLEGGIO ................. 112Federico Sandri

MODELLI D’IMPRESA ..................... 114Alberto CalderoniLiliana CaselliAlain LeporatiMiria Gagliardi

SERVIZI ALL’IMPRESA .................. 122Cinzia Zoli

PRODOTTI ALIMENTARI ............... 124Franca CarellaAlessandro GrandiPaola PivettiRuggero RuggeriRomana TamburiniGiovanni Palmieri

FOCUS PARMA ................................. 138Mario CiclosiUgo Margini

SISTEMA PORTUALE ...................... 144Anton Francesco AlbertoniUmberto MiccoliEgidio Dal FiumeGuido Ottolenghi Giuseppe Parrello Giannantonio Mingozzi

OSSIEREMILIA-ROMAGNA

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AMBIENTETUTELA DEL TERRITORIO ........... 156Corrado Clini

QUALITÀ DELL’ARIA ...................... 160Sabrina Freda Fabio FilippiFabrizio Matteucci

PROGETTI ECOSOSTENIBILI ...... 166Gianluca Celli

RINNOVABILI ...................................... 168Romeo Callegari

GESTIONE RIFIUTI ........................... 170Giovanni CostaRita Bandini

TERRITORIOINFRASTRUTTURE .......................... 176Pietro CiucciAlfredo Peri Marco MonesiManes Bernardini Lorenzo Frattini Gian Pietro Riccardi

TRASPORTI ....................................... 192Roberto Rossi

LOGISTICA ........................................ 194Cristina Arlango

NAUTICA .............................................. 198Italo CaporossiRoberto AgostiniMichele Marzucco

EDITORIALE ..................................... 204Vittorio Paolucci

EDILIZIA ............................................. 206Andreina FerrariCorrado SalustroAlessandro PesaresiIlaria VetrucciMaurizio BertozziMarcello AgostinoGiordano Rossi

MATERIALI ........................................ 220Paolo Zavatti

INTERNI .............................................. 222Roberto RubiniRoberto Tagliaferri

MASTRI VETRAI .............................. 226Alessandro Mugnaioni

TRASLOCHI ....................................... 228Massimo Miani e Massimo Goldoni

TURISMO ........................................... 230Gianfranco Lorenzo Maurizio MelucciAndrea BabbiMarco Ricchetti

GIUSTIZIAMICROCRIMINALITÀ ...................... 240Angelo TranfagliaVirginio Merola Roberto BalzaniGaleazzo Bignami

MAFIE IN RIVIERA .......................... 248Vittorio SaladinoAngelo TrovatoAlessandro Giorgetti

SANITÀFORMAZIONE ................................... 254Adelfio Elio Cardinale

TECNOLOGIA E SALUTE .............. 256Stefano Rimondi Alida Bellosi Maria GorniErio Luigi Munari

ATTREZZATURE MEDICALI ........ 266Silfradent

RUBRICHETRA PARENTESI............................... 268Giuliano Cazzola

Sommario

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Xxxxxxx XxxxxxxxxxxL’INTERVENTO

Il 2012 si presenta come un anno difficile e caricodi incertezze per l’economia dell’Emilia Romagna,ma gli imprenditori lo affronteranno con il con-sueto impegno alla ricerca di ogni possibile op-portunità. L’avvio dell’anno che ci siamo lasciati

alle spalle era stato favorevole, con segnali positivi sul ver-sante della produzione, degli ordini e degli investimentiindustriali, ma dopo l’estate la crisi dei debiti sovrani, ildeciso rallentamento della domanda e il calo dell’exporthanno nuovamente “fermato i motori”. In uno scenariocosì complesso non è semplice prevedere come evolve-ranno i prossimi mesi per la nostra economia. Le pro-spettive di breve periodo sono di una ulterioredecelerazione, con stime di crescita zero o sotto zero. Vi sono tuttavia alcuni fattori che consentono di guar-dare con fiducia al futuro, a partire dalla capacità del-l’Emilia Romagna di dare risposte concrete in tempirapidi e in un’ottica di sistema. Il Patto per la crescita, sot-toscritto dalla Regione e dalle organizzazioni datoriali esindacali, è certamente un riferimento importante. Visono poi tutte le azioni a favore dello sviluppo messe incampo a livello regionale: ricerca, innovazione, interna-zionalizzazione, formazione, reti d’impresa e sistema deiconsorzi fidi, asset strategici che possono contribuire a re-stituire slancio alle attività manifatturiere. Non dobbiamodimenticare che la crisi, rivoluzionando gli equilibri mon-diali, ha avviato un naturale processo di evoluzione delsistema economico: alcuni settori tradizionali tenderannoprogressivamente a perdere quote, mentre cresceranno glispazi per settori emergenti e innovativi. Per questo, le im-

prese sono impegnate a ripensare le strategie, le alleanze,l’organizzazione, nell’ottica di investire in nuovi settori eoffrire produzioni di ancora più elevato valore aggiunto,indispensabili per essere competitivi sui mercati. L’economia mondiale, del resto, mantiene un trend dicrescita, anche se a ritmi inferiori rispetto al passato e pre-valentemente in aree in cui la nostra presenza spesso nonè sufficientemente consolidata. Da qui, la necessità di raf-forzare ogni possibile intervento che permetta di compe-tere meglio sui mercati, da una maggiore produttività equalità a una più decisa internazionalizzazione del sistemaproduttivo. La capacità competitiva delle imprese e l’at-trattività dei nostri territori potranno essere incrementateanche dall’attuazione della nuova legge regionale in temadi semplificazione, alla quale abbiamo dedicato e dedi-cheremo grande impegno. Si tratta, infatti, di una riformastrutturale che, alleggerendo il quotidiano carico buro-cratico, potrà determinare riduzioni di costi e tempi perle aziende e per il sistema pubblico.Ma tutti questi sforzi delle imprese potranno avere ef-fetti positivi soltanto se il sistema del credito sarà alloro fianco. Oggi questa è la vera emergenza: occorresuperare in tempi rapidi, con l’impegno convinto ditutto il sistema bancario, la stretta creditizia che stapenalizzando in particolare le piccole aziende. Solo at-traverso un rinnovato impulso alla crescita l’EmiliaRomagna, che nonostante la crisi è e resta una delleregioni manifatturiere d’eccellenza mondiale, potrà ri-prendere a creare lavoro e prospettive di sviluppo peri prossimi anni

di Gaetano Maccaferri, presidente di Confindustria Emilia Romagna

L’Emilia Romagnaverso il rilancio

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Pietro Ferrari

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L’economia dell’EmiliaRomagna nel 2011 hacontinuato a crescere,nonostante la crisi, con

un ritmo ridotto rispetto agli annipassati, mentre per il 2012 si pre-vede un brusco rallentamento.Sono queste le indicazioni che pro-vengono dall’analisi realizzata inchiusura d’anno da Unioncamere edalla Regione. La situazione nelModenese non si discosta moltoda questo quadro: la risalita del-l’industria manifatturiera registratanel terzo trimestre 2011, trainatadalle esportazioni e dal ciclo dellescorte di magazzino, sembra osta-colata in prospettiva dal materia-lizzarsi degli scenari più pessimi-stici. Almeno è quanto emergedall’indagine congiunturale con-dotta dalla Camera di Commerciodi Modena, Cna e Confindustria,che rileva lo stato di salute di uncampione rappresentativo di im-prese attive con sei e più addetti. Ibuoni dati registrati a livello localedevono molto alle performance se-gnate nella produzione dei pro-dotti riconducibili alla fabbrica-zione di macchine e apparecchimeccanici, le cui esportazioni,

dopo la brusca caduta del 2009,sono tornate a crescere in doppiacifra. Qui i principali elementi dipreoccupazione per il futuro si leganoalla crisi di liquidità del sistema fi-nanziario e alle restrizioni al credito,che possono influire pesantementesulle decisioni di investimento.

Presidente, secondo una recenteindagine di Swg ottenere un pre-stito o aprire una linea di credito èdiventata una chimera per un terzodelle piccole e medie imprese ita-liane. Come si configurano sul ter-ritorio i rapporti tra banche e im-prese?«Anche per Modena il 2012 sullacarta si presenta molto più difficiledell’anno appena concluso sulfronte dell’accesso al credito. Dauna parte pesano i ben noti pro-blemi di liquidità degli istituti dicredito, causati anche dalle regoleimposte da Basilea, che li costrin-gono ad aumentare entro giugno lapercentuale del patrimonio di vi-gilanza; dall’altra il persistere dellacongiuntura internazionale nega-tiva mette in difficoltà le imprese,con un conseguente deteriora-mento del merito creditizio. A que-sto dobbiamo anche aggiungere

un’altra forte preoccupazione: leimprese che riescono ad avere ac-cesso al credito riscontrano pur-troppo spread elevati, in alcuni casitali da dover rinunciare al finan-ziamento bancario».

Sempre secondo la stessa inda-gine, per la maggioranza degli in-terpellati nei prossimi mesi la si-tuazione peggiorerà. Quali sono lesue previsioni?«Senza dubbio la situazione eco-nomica generale è molto difficile eil futuro prossimo non si prospettasemplice. Altrettanto indubbio è ilruolo essenziale che le banche de-vono continuare ad avere nel fi-nanziare il nostro tessuto produt-tivo, fatto di tante piccole e medieimprese che creano da sempre oc-cupazione e benessere. Rispettoagli anni scorsi, in cui Confindu-stria Modena è riuscita a siglareper i propri associati convenzionicon le banche basate principal-mente su spread di favore, il qua-dro attuale rende meno efficacequesta strada, in quanto negli ul-timi 18 mesi abbiamo assistito adiversi repricing delle condizioniche hanno parzialmente ridottol’efficacia degli accordi».

Tante le iniziative di Confindustria Modena a sostegno delle imprese nell’accesso al credito,

passaggio imprescindibile per investire nella crescita: dagli accordi con i principali istituti bancari ai

percorsi di approfondimento mirati. La parola al presidente Pietro Ferrari

Michela Evangelisti

PIÙ FORMAZIONE PER UNACORRETTA GESTIONE FINANZIARIA

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Quali sono i progetti che inten-dete mettere in campo per sostenerele imprese nell’accesso al credito?«Questo è un tema su cui Confin-dustria Modena continua a inve-stire molto, tanto che da diversotempo portiamo avanti un’attivitàdi sensibilizzazione e di forma-zione sulle materie finanziarie rea-lizzata anche con il supporto dellanostra scuola di management,Nuova Didactica, e dell’Universitàdi Modena e Reggio Emilia. Piùspecificatamente, stiamo conti-nuando a monitorare il rapportobanca-impresa e stiamo incon-trando tutti gli istituti di creditopresenti sul territorio provincialeper trovare soluzioni che consen-tano di facilitare l’accesso al creditodelle imprese associate».

Può farci qualche esempio?«Una di queste è il “desk del cre-dito”, che consente alle nostre im-prese, dopo una diagnosi detta-gliata delle problematicheaziendali, di ricevere gratuitamentele linee guida con la definizionedelle soluzioni e del piano di azionida intraprendere; successivamentearriviamo ad affiancare le aziendenei rapporti bancari, anche attra-verso la predisposizione di un “fa-scicolo” che contiene i dati quan-titativi e qualitativi dell’azienda. Atal proposito stiamo chiudendo unaccordo con i principali istituti dicredito».

Cosa prevede questo accordo? «A fronte di una comunicazionetrasparente da parte delle nostreassociate, con la presentazionecompleta del “fascicolo”, prevede

un tempo di risposta delle banchealla richiesta di fido non superioreai 30 giorni e uno sconto sui costilegati alla revisione dei fidi. Inoltre,consapevoli che è determinante pertutte le aziende poter contare suun sistema di controllo di gestione,stiamo valutando alcune opportu-nità per fornire questo servizio allenostre piccole e medie imprese chenon hanno la possibilità di orga-nizzarlo al proprio interno».

Un’altra iniziativa in questa di-rezione è il “Club della finanza”.«Un progetto che in pochi mesiconta già un centinaio di iscritti eche ha l’obiettivo di promuovere ilconfronto e l’approfondimento ditematiche specialistiche dettatedalle esigenze e dagli sviluppi diun mercato in continua evolu-zione. Gli incontri si svolgono pre-valentemente con la formula dellatavola rotonda con un numero li-mitato di partecipanti, nella qualeun moderatore introduce il tema,che viene poi discusso e analizzatodai presenti. Si sta ora definendo

l’attività del 2012, che sicuramentecomprenderà argomenti quali lacorretta gestione finanziaria, l’ana-lisi del costo effettivo del debito eil rischio di cambio».

Ma la vostra attività non si esau-risce con le azioni verso le piccolee medie imprese.«Chiaramente offriamo un impor-tante supporto anche alle nostre as-sociate più strutturate; presso i no-stri uffici è stato aperto unosportello del Fondo italiano d’in-vestimento e uno di Borsa Italiana.In particolare abbiamo già selezio-nato tre nostre aziende con alto po-tenziale di crescita che abbiamoportato all’attenzione del Fondoper un’analisi di investimento di-retto. Con Borsa Italiana, conside-rato il momento non favorevole allaquotazione, stiamo ragionando perfare entrare qualche nostra aziendanel progetto Elite, da loro promosso,che prevede un programma di for-mazione triennale con l’obiettivo di“allenare” le imprese a un’eventualefutura quotazione».

IN COPERTINA

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Le banche devono continuare a finanziareil nostro tessuto produttivo, fatto di tantepiccole e medie imprese che creanoda sempre occupazione e benessere

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Meno carico fiscale sul redditoda lavoro

R ilanciare la solida tra-dizione manifatturierapiacentina. A questoEmilio Bolzoni ha di-

chiarato di voler puntare al mo-mento del suo insediamento a capodella Confindustria locale. Un set-tore fortemente vocato all’esporta-zione, che ha permesso al territoriodi attraversare questo periodo buiocon una percentuale di disoccupa-zione nettamente più bassa dellamedia nazionale. Ora però, evi-denzia Bolzoni, ci sono chiari se-gnali di un peggioramento della si-tuazione. «Siamo anche noisottomessi alle regole dell’econo-mia in un mercato fortemente glo-balizzato – precisa –. Certamentestiamo portando avanti un’azionemirata per rimettere al primopunto dell’agenda la crescita delmanifatturiero, ma tanti fattorisfuggono al nostro controllo».

Presidente, a mettere in ginoc-chio molte imprese è la strettacreditizia. «In questa situazione di mercato laprima cosa che accade è che leaziende rimandano gli investi-menti, anche senza bisogno di sol-lecitazioni esterne. Ora, poi, è di-ventato inevitabile rinviarli, perchéè difficilissimo reperire il denaro a

medio termine; non è solo un pro-blema di costo (ma anche tale, per-ché i tassi sono aumentati sensi-bilmente). La speranza è chel’operazione compiuta dalla Bce,mettendo a disposizione capitali il-limitati all’1%, porti liquidità sulmercato. Purtroppo questo mecca-nismo non si è ancora messo inmoto, anche se è ragionevole pen-sare che l’operazione darà qualcherisultato positivo».

Le previsioni per i primi mesidel 2012 non sono rosee. Qualisono le più efficaci ricette per farripartire la crescita?«La crescita si può ottenere soloattraverso due azioni. Innanzituttooccorre individuare il famoso “pre-statore di ultima istanza”; può es-sere la Bce, il Fondo salva Stati, ilFondo monetario internazionale,ma è ora di deciderlo. Un minutodopo, infatti, cesseranno le specu-

Il pareggio di bilancio nel 2013 non è l’obiettivo prioritario.

Secondo Emilio Bolzoni, presidente di Confindustria Piacenza,

è più urgente che l’economia torni a crescere. «Occorre partire

dalla riduzione delle tasse sui salari»

Michela Evangelisti

ACCESSO AL CREDITO

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lazioni sull’euro e le tensioni sulmercato finanziario. In secondaistanza, è necessario ridurre il ca-rico fiscale sul reddito da lavoro, inparole povere le tasse sui salari.Sono tante le iniziative che pos-sono produrre crescita, ma questa èla prima e la più urgente, anche sedovesse provocare qualche piccoloproblema di deficit. L’obiettivo delpareggio di bilancio nel 2013 nonè, a mio avviso, prioritario: è piùimportante che l’economia reale ri-cominci a crescere. In caso contra-rio, al pareggio non arriveremomai».

Quali sono, dunque, le sue pre-

visioni?«Le mie previsioni sono fortementelegate alla decisione europea, che,se ci sarà, darà immediatamenteuna spinta alla situazione interna;mi sembra di vedere un consensoin aumento a livello europeo. Ri-mane la reticenza da parte dellaGermania, ma sono ottimista».

La metà delle aziende chehanno risposto al sondaggio sfo-ciato nell’ultima indagine trime-strale realizzata dalla Bancad’Italia e da Il Sole 24 Ore hannolamentato un peggioramentodelle condizioni di accesso al cre-dito negli ultimi tre mesi (sitratta, per l’esattezza, del 49,7%delle imprese, contro il 28,6%dell’inchiesta precedente). Inuna delicata contingenza comel’attuale, cosa vi aspettate dagliistituti di credito per la crescitadel tessuto economico?«Le aziende crescono e lavoranousando i soldi delle banche e diquello hanno bisogno: il compitodelle banche è di svolgere appienoil proprio ruolo, considerando che

le aziende che hanno superato lacrisi del 2009 e del 2010 hanno lespalle robuste e meritano fiducia».

Oltre al credito, un problemache attanaglia le imprese è al mo-mento anche quello dei tempi deipagamenti, che arrivano anchedopo 160, 200, addirittura 400giorni. Cosa chiedete a questoproposito al governo e agli entilocali?«Viviamo in un Comune virtuoso,che paga mediamente a 60 giorni.Naturalmente le aziende piacen-tine non lavorano solo sul territo-rio comunale, quindi il problemale tocca in prima persona: sembraci sia l’intenzione di accorciare dra-sticamente i pagamenti da partedegli enti pubblici, e si tratterebbedi un’iniezione di liquidità davveroimportante, dato il calibro delle ci-fre in gioco. Spero si stia concreta-mente pensando a una soluzioneefficace. Oggi lo Stato è davvero unpessimo pagatore: mi sembra giu-sto che, in una situazione del ge-nere, sia il primo a fare la suaparte».

Emilio Bolzoni

A sinistra,

Emilio Bolzoni, presidente

di Confindustria Piacenza

La speranza è chel’operazione compiuta dallaBce, mettendo a disposizionecapitali illimitati all’1%, portiliquidità sul mercato

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«Ci aspettano mesi impegnativi, nei quali la coesione

sociale e il contributo di tutti gli attori economici e politici

saranno indispensabili». Così il presidente di Unindustria

Ferrara, Riccardo Fava, commenta le previsioni

economiche per l’anno che si è appena aperto

Michela Evangelisti

Soluzioni per le imprese impegnatenella crescita

Secondo un’indagine di Swgper la Confederazione na-zionale degli artigiani, ot-tenere un prestito o aprire

una linea di credito è diventatauna chimera per un terzo delle pic-cole e medie imprese italiane. Leimprese della Provincia di Ferraranon fanno eccezione e scontano lestesse difficoltà rilevate a livellonazionale. «La scarsa liquidità dellebanche, gli stringenti vincoli pa-trimoniali imposti da Basilea 3 edall’Eba, la crescita delle sofferenzee dei crediti deteriorati frenano oritardano tutti i processi di deli-bera ed erogazione di denaro ri-chiesto dalle imprese al sistemabancario» illustra Riccardo Fava,presidente di Unindustria Ferrara.L’associazione degli industriali lo-cali monitora con attenzione l’an-damento del rapporto banca-im-presa, intervenendo ogni qualvolta l’azienda faccia richiesta disupporto. «Le relazioni consolidatecon i referenti delle banche presentisul territorio ci consentono di col-

loquiare con loro in modo chiaro etrasparente – precisa Fava –, cer-cando insieme di risolvere anomalie,ritardi o particolari difficoltà insortenei rapporti con le imprese».

Cosa prevede nei prossimi mesiper quanto riguarda la strettacreditizia?«Condividiamo, purtroppo, la pre-visione negativa formulata dagli in-tervistati dell’indagine sopra citata,pur cercando di contrastarla atti-vando tutte le azioni e gli strumentipossibili. Le previsioni del centrostudi di Confindustria valgono an-che per la provincia di Ferrara, siaper gli aspetti creditizi che per quellieconomici. Mentre il 2011 si è con-cluso con un, seppur piccolo, segnopositivo, il 2012 sarà un anno direcessione. Come Confindustria,stimiamo a livello nazionale un pilin flessione dell’1,6%. Solo nel2013 torneremo a vedere una ri-presa, seppur modesta. Ma se par-liamo di economia e crescita, nonpossiamo non spendere qualcheconsiderazione per uno degli indi-

catori più preoccupanti, quello del-l’occupazione».

Ferrara in questo senso è unaprovincia in particolare soffe-renza?«Confindustria prevede che l’occu-pazione scenderà dello 0,6% nel2012 e dello 0,2% nel 2013,quando la disoccupazione toccheràil 9%. A fine 2013, per fare un con-fronto con il periodo pre-crisi, cisaranno 800mila occupati in menorispetto all’inizio del 2008. Ferrara,che già sconta una sua condizione diparticolare debolezza economica eproduttiva, con tutta probabilità ve-drà acuirsi il gap con le altre pro-vince limitrofe. Ci aspettano mesiimpegnativi, nei quali la coesionesociale e il contributo di tutti gli at-tori economici e politici saranno in-dispensabili».

Dall’ultima indagine trime-strale Banca d’Italia-Il Sole 24Ore emerge come il 31% delleimprese dichiari che la proprialiquidità nei prossimi tre mesisarà insufficiente. In una deli-

ACCESSO AL CREDITO

Riccardo Fava, presidente di Unindustria Ferrara

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Xxxxxxx XxxxxxxxxxxRiccardo Fava

cata contingenza come l’attuale,quale dovrebbe essere il ruolo de-gli istituti di credito?«Da molti mesi ormai tante im-prese si trovano in una condizionedi tensione finanziaria che po-trebbe accentuarsi nel corso del2012, e il numero di nuove im-prese con problemi di squilibri ditesoreria generati da ritardi neitempi di incasso o da insoluti daclienti continua a crescere. Le ban-che, per quanto loro possibile e so-stenibile per qualità e prospettivedell’impresa, non si sottraggono davalutazioni di operazioni di riequi-librio o ristrutturazione finanziaria.Senz’altro l’attenzione sulle singolepratiche è molto alta, come altret-tanto elevata è la richiesta di ga-ranzie correlate al merito creditizioa copertura del rischio».

Quali sono i progetti che met-terete in campo prossimamenteper sostenere le vostre impresenell’accesso al credito?«Nell’attuale fase di emergenza ab-biamo ritenuto prioritaria l’azionedi rafforzamento patrimoniale delconfidi locale, il confidi Romagnae Ferrara, strumento indispensa-bile per supportare, con la suaazione di prestatore di garanzie, leimprese più in crisi. Verso il con-fidi sono state convogliate risorsedell’ente camerale e degli enti lo-cali. Unindustria Ferrara ha poi re-centemente promosso un progettoche si pone l’obiettivo di fornire uncontributo alla crescita delle pmiattraverso il potenziamento dellecapacità d’impresa di pianificare ifabbisogni finanziari. Alle bancheverranno fornite informazioni qua-

litative sull’azienda (business, pro-dotti, mercati), raccolte in un bu-siness plan, per facilitarle nella va-lutazione dei progetti aziendali, deifinanziamenti necessari e della lorosostenibilità».

Il mese scorso avete anche siglatol’accordo locale con Carisbo.«Esatto. Si tratta del recepimentodi un accordo nazionale tra Con-findustria e Intesa Sanpaolo, concui la banca mette a disposizioneun plafond di credito dedicato alleimprese per sostenerle in percorsidi crescita e rafforzamento del bu-siness. Si punta a soluzioni a sup-porto della crescita dimensionale, aprogetti di razionalizzazione e re-cupero di efficienza nell’organiz-zazione, ai percorsi di internazio-nalizzazione e ai progetti di ricercae innovazione».

Nell’attuale fasedi emergenzaabbiamo ritenuto prioritaria l’azione di rafforzamentopatrimonialedel confidi locale

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ACCESSO AL CREDITO

Il primo gennaio 2012 è sca-duta l’esenzione concessa allebanche italiane dalle autoritàdi vigilanza bancaria europea

sulla classificazione dei crediti conritardo nel rimborso, che consen-tiva alle banche di classificare nellacategoria “esposizioni scadute” (chefanno parte, cioè, del credito dete-riorato) operazioni con ritardi sinoa 180 giorni. Ore le banche ita-liane sono state allineate alle so-relle europee e lo scaduto scatta a90 giorni. I nuovi termini avrannoun forte impatto sia sulle bancheche sulle imprese. «Le banche do-

vranno fare maggiori accantona-menti, con conseguente aggraviodei requisiti patrimoniali, visto cheil passaggio da 180 a 90 giorni sitradurrà in un aumento delle posi-zioni deteriorate – spiega CorradoSforza Fogliani, vicepresidente del-l’Abi e presidente della Banca diPiacenza –. Invece l’effetto praticosulle imprese sarà prima di tuttoun aumento del costo del denaroper la parte scaduta e non rimbor-sata, e poi un pressante monito-raggio da parte di quelle bancheche intendono rientrare dagli esu-beri. Le conseguenze sulle imprese

rischiano di essere molto pesantisul piano del credito, tenuto contodella circolarità delle informazioninel sistema bancario». Al fine diattenuare l’impatto dei nuovi ter-mini sulla clientela, l’Associazionebancaria italiana ha sottoscritto unprotocollo d’intesa con alcune as-sociazioni di categoria: le banche siimpegnano a esaminare tempesti-vamente le posizioni delle impresee a evidenziare gli sconfinamentioltre la soglia di rilevanza e hannola possibilità di valutare, insiemeall’impresa cliente, eventuali solu-zioni personalizzate per il rientro,

«La vicinanza agli operatori locali ci consente di ridurre le asimmetrie informative

e di valorizzare adeguatamente i progetti di crescita e sviluppo delle piccole e medie imprese».

Corrado Sforza Fogliani illustra intenti e progetti della Banca di Piacenza

Michela Evangelisti

Banche popolari,un punto di forza

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anche ricorrendo a forme tecnichedi finanziamento sostitutive. «LaBanca di Piacenza – precisa Fo-gliani – ha aderito al protocollo eha previsto interventi ad hoc, va-lutando, attraverso un confrontocostante con le imprese, soluzionipersonalizzate».

In una contingenza come l’at-tuale, quale può o dovrebbe essereil ruolo degli istituti di credito perla ripresa dell’economia reale?«Le banche svolgono in prevalenzaattività di credito e hanno tutto l’in-teresse che essa si sviluppi corretta-mente a sostegno della ripresa eco-nomica. Le stesse, però, devonoessere messe in grado di poter faretale attività, senza essere costante-mente distratte da altri impegni in-dotti da provvedimenti che con ilsettore bancario hanno poco a che

vedere. Occorre poi distinguere ilruolo delle grandi banche nazionalida quello delle banche locali. A li-vello locale le banche nazionali pos-sono finire per assumere atteggia-menti poco rischiosi ecomportamenti a redditività imme-diata, standardizzando le relazionicon la clientela. L’attività creditizia afavore delle piccole e medie impresee delle famiglie svolta dalle banche diminori dimensioni si fonda, invece,sulla relationship banking/lending.Il sostegno all’economia fornito dallebanche popolari rappresenta unpunto di forza del nostro sistemabancario».

Quali sono le principali diffi-coltà ed esigenze espresse dalle im-prese locali rilevabili dal vostro os-servatorio?«Sono tre i settori nei quali si sonoconcentrate le difficoltà: le costru-zioni (ciò conferma il forte stato distress cui è sottoposto il comparto),il commercio e le attività manifat-turiere. In generale le imprese sof-frono i ritardi negli incassi dei creditivantati, e questo incide fortementesulla loro liquidità, costringendomolte aziende a ricorrere a prestitibancari per finanziare l’attività».

Quali i progetti della banca a so-stegno dell’imprenditorialità lo-

cale per l’anno che si apre?«Un accordo recentemente firmatocon la locale Confindustria si ponel’obiettivo di fornire un contributoalla crescita delle piccole e medie im-prese attraverso il potenziamentodelle capacità di pianificare il lorosviluppo e i relativi fabbisogni fi-nanziari. Le vicende economico-fi-nanziarie che stanno caratterizzandoquesti anni hanno reso più complessii rapporti tra il sistema del credito equello delle imprese, soprattutto dipiccole e medie dimensioni. LaBanca di Piacenza ritiene che, graziea questo accordo, si potranno meglioconiugare le informazioni, che leaziende riusciranno a rendere piùtrasparenti e facilmente leggibili, conle conoscenze che la Banca ha deglistessi imprenditori, relazioni che solouna Banca locale è in grado di colti-vare grazie alla costante presenza sulterritorio. La vicinanza agli opera-tori locali consente, infatti, a unaBanca come la nostra di ridurre leasimmetrie informative e di valoriz-zare adeguatamente i progetti di cre-scita e di sviluppo delle Pmi».

In cosa consiste, invece, il pro-getto “Guarda avanti”?«La banca locale ha previsto un pla-fond di 50 milioni di euro a disposi-zione delle aziende del commercio,

Corrado Sforza Fogliani

In basso, Corrado Sforza Fogliani presidente

della Banca di Piacenza e vicepresidente dell’Abi

Uno degli obiettividell’iniziativa “Guardaavanti” è il sostegnoai progetti formatividelle imprese

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26 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

ACCESSO AL CREDITO

dell’artigianato, dell’agricoltura edella piccola industria. I puntichiave su cui verte il progetto sono:sostenere la crescita dimensionaledell’impresa, sostenere gli investi-menti nel settore del risparmio ener-getico, sostenere i progetti forma-tivi delle imprese, potenziamentodell’attività su mercati nazionali edesteri. Rinnovando il progetto“Guarda avanti” la nostra banca di-mostra, ancora una volta, come siaparte attiva dello sviluppo sociale edeconomico dell’area d’insedia-mento».

Quali previsioni si sente di for-mulare in apertura d’anno perl’andamento dell’economia e dellastretta creditizia?«Per quanto riguarda l’andamentodell’economia, e in particolarmodo di quella locale, si rileva unapositiva ripresa del commercioestero: la provincia di Piacenza evi-

denzia un aumento delle esporta-zioni del 30,4% nei primi novemesi del 2011. Le esportazionidelle imprese piacentine tornanoai valori del 2008, recuperandoquindi le riduzioni del 2009 e del2010. Per il resto le previsioni nonpossono essere altro che quelle diuna lenta ripresa, condizionata dafattori macroeconomici che, perora, evidenziano solo fenomeni direcessione».

Una maggiore liquidità facilite-rebbe le banche nel tornare a darecredito. Quali interventi occorre-rebbero in questo senso?«Il funding, cioè la provvista di liqui-dità, avviene per il tramite di raccoltadiretta dei risparmi della clientela op-pure con l’accesso al mercato inter-bancario. La prima attività vede unaforte concorrenza sui tassi di interesse,mentre la seconda vede un mercatomolto attento e poco disposto alloscambio di fondi per mancanza di fi-ducia tra le controparti. Sul mercatodomestico c’è un problema di forbicedei tassi sfavorevole e l’attività è gravatada un costo del rischio elevato. Le ban-che popolari come la nostra hanno,dal canto loro, sempre basato la propriaattività di funding sulla raccolta di de-naro dalla propria clientela e ciò hagiovato in questo periodo di instabilitàdei mercati, garantendo la liquiditàsufficiente per sostenere il credito».

� �

In generale le impresesoffrono i ritardi negliincassi dei creditivantati, e questoincide fortementesulla loro liquidità

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EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 27

Antonio Patuelli

Il sostegno alle imprese turi-stiche è ormai una tradizioneper la Cassa di risparmio diRavenna, che ha deciso di re-

cente di stanziare in questa dire-zione un ulteriore plafond del-l’ammontare di 10 milioni di euro.«Il turismo è uno dei settori chepuò sviluppare una maggiore e piùtempestiva ripresa: Romagna edEmilia sono esempi internazionalidi innovazione e capacità di lavoro– commenta Antonio Patuelli, pre-sidente della banca e vicepresidente

Abi –. La riviera adriatica si integrastrettamente con le insigni cittàd’arte e con i tradizionali e i più in-novativi parchi a tema. L’impren-ditorialità locale è assai diffusa e vasostenuta particolarmente, ancheperché il turismo, specialmente ro-magnolo ed emiliano, può essereanticiclico. Continueremo con de-cisione su questo nostro indirizzo,con prodotti e sensibilità semprerinnovati».

In generale, come sta reagendo iltessuto imprenditoriale romagnoloalla delicata congiuntura interna-zionale?«La Romagna, a cominciare dalRavennate, è una specie di Cali-fornia, dove si integrano in com-plementarietà le più diverse tipo-logie imprenditoriali edeconomiche: dall’industria alle at-tività portuali, dal turismo alla cul-tura, dal commercio all’artigia-nato, dai servizi all’agricoltura eall’agroindustria. Questa ampis-

sima diversificazione tende anche aevitare che la crisi, incentrata inparticolare su un solo settore, possaessere eccessivamente travolgente.Così si può e si deve puntare deci-samente alla ripresa dello sviluppoe dell’occupazione, continuando afavorire la diversificazione delle at-tività d’impresa».

Quale può e dovrebbe essereoggi il ruolo degli istituti di cre-dito?«Le banche, non da sole, sono de-cisive per favorire la ripresa. Ope-rano in strettissima collaborazionecon le imprese e le famiglie, e ciòavviene in un mondo sempre piùcompetitivo e trasparente, dove lachiarezza e la lealtà sono quantomai inderogabili».

Quali sono le sue previsioni inapertura d’anno?«Luigi Einaudi insegnava che ibanchieri debbono parlare soltantoper consuntivi e non per previ-sioni. Comunque le banche non

«Occorre ritrovare un clima di

fiducia che favorisca la ripresa

produttiva» ammonisce

Antonio Patuelli, presidente

della Cassa di risparmio di

Ravenna. E aggiunge: «Serve

il massimo di trasparenza e

lealtà fra Stato, banche,

imprese e famiglie»

Michela Evangelisti

Innescare circuiti virtuosi

Antonio Patuelli, vicepresidente Abi � �

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28 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

ACCESSO AL CREDITO

sono “variabili indipendenti”: in-nanzitutto si debbono muovere al-l’interno di un quadro normativoquanto mai complesso e vinco-lante, sia di norme italiane sia diregole europee sempre crescenti,talvolta anche a sorpresa. Il fattoche il rapporto fra le banche (tuttein forte concorrenza fra loro) e iclienti si svolga in conseguenza diquesto rigidissimo quadro è un ele-mento che non va mai trascurato.Comunque occorre sempre ricor-dare anche che la funzione dellebanche è quella di intermediare idepositi che ricevono trasforman-doli in prestiti alle imprese e alle fa-miglie. Inoltre le banche italianesono tutte private e non hanno ri-cevuto alcun aiuto di Stato o daglienti locali, a differenza di tanti isti-tuti bancari di altre parti d’Europae del mondo».

Questo cosa ha comportato?«Che le banche italiane si sonosobbarcate in pieno anche i dannisubiti dai prestiti affidati a impresee famiglie in grave crisi e insol-venti. Queste perdite sono state in-genti e non ripetibili. Pertanto lasana e prudente gestione bancaria ènon solo una regola inderogabile inapplicazione a normative vinco-

lanti, ma è ugualmente una neces-sità inderogabile per il rispetto do-vuto ai milioni di risparmiatori ita-liani che hanno investito in azionibancarie».

Una maggiore liquidità facilite-rebbe le banche. Come occorre-rebbe muoversi?«Occorre innanzitutto ritrovare unclima di fiducia che favorisca la ri-presa produttiva. Servono mag-giore certezza e oculatezza dellaspesa, preliminarmente sui contidello Stato. Necessita innestare alpiù presto un circuito virtuoso cheblocchi i continui aumenti dellapressione fiscale, accentui la lottaall’evasione e favorisca maggiorispazi per i fondamentali fattoriproduttivi».

Dal 2012 il credito alle impreseviene classificato come deterioratodopo tre mesi invece degli attualisei. Come agire per attenuare l’im-patto dei nuovi termini?«Purtroppo le banche non defini-scono, ma debbono applicare ri-gorosamente, regole sempre piùnumerose e internazionali. Ora più

che mai occorre il massimo di tra-sparenza e lealtà fra Stato, banche,imprese e famiglie per voltare pa-gina e uscire dalla spirale della crisi.Recentemente l’Abi e le maggioriassociazioni di categoria hanno sot-toscritto il protocollo d’intesa “Co-municazione alle imprese sull’en-trata in vigore dei nuovi terminiper la segnalazione degli sconfina-menti bancari”».

Quali sono i termini dell’ac-cordo?«Si chiede alle banche aderenti dieffettuare un celere esame delle po-sizioni dei clienti affidati che do-vessero presentare esposizioni “pastdue”, quando presentate per il tra-mite delle associazioni imprendi-toriali firmatarie, fermo restandol’insindacabile giudizio della bancaper ogni eventuale facilitazione daconcedere. Anche le convergenzerealizzate di recente fra le diverseassociazioni di categoria possonoe debbono essere una premessa in-dispensabile del nuovo clima di fi-ducia che tutti insieme dobbiamocostruire».

Sosteniamo dasempre il turismo,settore che puòsviluppare unatempestiva ripresa� �

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MERCATI ESTERI

36 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

Pmi, una metamorfosi necessariaFranco Mosconi, professore associato di Economia industriale all’Università di Parma e titolare

della “Cattedra Jean Monnet”, parla del suo progetto di ricerca sulle trasformazioni che sta affrontando

il modello emiliano

Riccardo Casini

ual è il futuro del cosiddetto“modello emiliano”? Come sista adattando il tessuto im-prenditoriale della regione almutato contesto nel quale si

trova oggi ad agire? A queste domande ha pro-vato a dare una risposta con un progetto di ri-cerca ad hoc la “Cattedra Jean Monnet” del-

l’Università di Parma, il cuititolare Franco Mosconi, pro-fessore associato di Economiaindustriale, mette però le maniavanti. «Parliamo – spiega – didue processi in itinere: sarebbedunque un tantino presun-tuoso, anche parlando comepromotore di questo progetto,tirare conclusioni definitive».Il progetto di ricerca, dal ti-tolo evocativo “La metamor-

fosi del modello emiliano”, ha preso il via nel2009 coinvolgendo anche istituti di credito,università e centri di ricerca. «Ho sottoposto ilprogetto alla Fondazione Cariparma nel feb-braio 2008 – spiega Mosconi – e dal 2009 aoggi, in varie tappe, abbiamo cercato di gettareluce sui tratti più rilevanti di questa trasforma-zione. Sul sito della mia cattedra già vi sono ma-teriali, inoltre con la casa editrice Il Mulinoabbiamo messo in cantiere due uscite: la prima,che è già realtà, è una sezione monografica nelnuovo numero della rivista “L’Industria”; la se-conda, che si materializzerà in primavera inol-trata, è un libro ad hoc sulla metamorfosi. Nelcomplesso stiamo parlando della pubblicazionedi oltre 20 paper, moltissimi scritti a più mani,presentati e discussi nell’ambito del progetto».

Prima faceva riferimento a due processi initinere. Qual è il secondo?«L’altro processo è quello reale, legato alla “me-

Q

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tamorfosi del modello”, visto in una dimen-sione eminentemente economica. Qui il voca-bolario aiuta, in quanto per metamorfosi s’in-tende la trasformazione di un essere o di unoggetto in un altro di natura diversa. Ecco, èprecisamente questo ciò su cui abbiamo lavoratoin questi anni, con la partecipazione di molti ri-cercatori provenienti da varie regioni e anche dalservizio studi della Banca d’Italia: qui in Emilia,e lo stesso può ripetersi per il Nord Est delPaese, siamo di fronte a un’economia regionaleancora largamente fondata sulla manifattura eche su larga parte del suo territorio ha, vivi e ve-geti, i distretti industriali o cluster, ossia aggre-gazioni di imprese di tutte le dimensioni. Maqueste imprese, negli anni dell’euro e della sfida

asiatica, sono cam-biate e stanno tuttoracambiando».Quali sono oggivantaggi e svantaggidi questo modelloin rapporto all’in-ternazionalizza-zione delle impresee in particolaredelle pmi?«Nell’economia realec’è un binomio che èquasi una regola au-rea: forte base mani-fatturiera e spiccatavocazione all’export.L’Emilia Romagnanon sfugge alla re-

gola, come non vi sfugge, per fare un esempiodi grande scala a cui guardare con ammira-zione, la Germania. Ora, sia prima che dopo lacrisi del 2008 il cosiddetto “grado di apertura”della nostra economia regionale, dato dal rap-porto tra export e Pil, si colloca intorno al 30%:è un rapporto elevatissimo, che dice molto sullacapacità di esportare delle imprese emiliano-romagnole. Esportano naturalmente le grandiimprese e le multinazionali, ma esportano molto

anche le medie imprese industriali. E pure da di-versi distretti industriali, come quelli della filieraagro-alimentare, giungono buone notizie suifronti esteri».

In che modo a suo avviso le pmi della re-gione dovranno ulteriormente adattarsi alleesigenze del mercato globale? Quali sarannole sfide che si troveranno dinnanzi nel pros-simo futuro?«La questione fondamentale è quella di guardareai mercati che, seguendo il Fondo monetario in-ternazionale, vengono chiamati “Paesi emer-genti e in via di sviluppo”: il pensiero di tutticorre subito a Cina, India e Brasile, ma si trattadi un insieme molto più consistente, ovverodecine e decine di paesi che, pur tenendo contodel rallentamento generale dell’economia mon-diale, crescono a tassi del 5-6% annuo conpunte anche del 7-8%. Come dimostra benel’ultimo rapporto sull’economia regionale curatoda Unioncamere Emilia Romagna e Regione,questo ri-orientamento delle esportazioni daitradizionali mercati europei verso quelli asiaticie non solo è già cominciato».

Qual è invece oggi l’importanza delle retid’impresa in Emilia Romagna? In che dire-zione andrebbero sviluppate?«Per andare su mercati che distano migliaia emigliaia di chilometri, alle nostre Pmi servonospalle più larghe. Ebbene, le reti d’impresapossono essere uno strumento utile proprioper raggiungere questo scopo, ovvero condi-videre fra due o più imprese una funzioneaziendale particolarmente sensibile, come lo èl’internazionalizzazione, salvaguardando lapropria individualità. “RaceBo” e “Is Bologna”sono due esempi di nuove reti d’impresa citatidai massimi dirigenti di Confindustria ben aldi là dei confini cittadini e regionali. Un’altrafunzione sensibile, dentro l’impresa, che me-rita sforzi congiunti è quella della R&S e, piùin generale, dell’innovazione tecnologica. In-somma, reti d’impresa per la ricerca: eccoun’altra possibile direzione di marcia. Ed è unadirezione auspicabile».

Franco Mosconi

EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 37

In apertura,

Franco Mosconi,

professore associato

di Economia industriale

all'Università di Parma

e titolare della

“Cattedra Jean Monnet”

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MERCATI ESTERI

Sembrava destinato alla soppressione, in-vece il Governo Monti lo ha riportatoin vita. L’Istituto per il commercioestero, oggi denominato Agenzia per la

promozione all’estero e l’internazionalizzazionedelle imprese italiane, continuerà ad accompa-gnare le aziende nel loro percorso verso i mer-cati più lontani. Non farà ovviamente eccezionel’Emilia Romagna, dove secondo l’Istat neiprimi nove mesi del 2011 l’export è ammon-tato a circa 35 miliardi e 768 milioni di euro,superando del 14,3% (incremento superiore aldato medio nazionale) l’importo dell’analogoperiodo del 2010. E’ presto però per parlare diuscita dalla crisi: nonostante la crescita soste-nuta non si è infatti ancora raggiunto il livellodi export del 2008, a indicare quanto la caduta

del 2009 fosse pesante. «InEmilia Romagna – spiega Ro-mano Baruzzi, direttore Ice diBologna – sono oltre 430milale imprese attive registrate, inaumento nel 2011 rispetto al-l’anno precedente. Negli ultimi5 anni le pmi emiliano-roma-gnole esportatrici hanno con-solidato il proprio rapportocon i mercati esteri. Dall’ul-tima indagine di UnioncamereEmilia Romagna, che ha con-dotto una rilevazione statisticacon l’obiettivo di indagare sulrapporto tra le imprese espor-tatrici e i mercati internazio-nali, è emerso infatti che leimprese del nostro territorio sisono rafforzate nel processo

Secondo Romano Baruzzi, direttore Ice di Bologna, «in questo scenario difficile l’Emilia Romagna

si trova in una situazione migliore rispetto alle altre regioni: le imprese si sono rafforzate nel

processo di internazionalizzazione». Da Cina e India le dinamiche più interessanti

Riccardo Casini

Un modello di successo

d’internazionalizzazione, dotandosi di un ufficioestero all’interno della propria struttura e aumen-tando sia l’incidenza del fatturato estero sul fattu-rato Italia che il numero dei paesi esteri acquirenti».

Un percorso tutto sommato necessario.«È noto che la forza principale della regione è nel-l’economia manifatturiera. E l’attuale situazioneeconomica nazionale e internazionale, che è moltocomplessa, costringe a mio avviso le pmi emilianoromagnole a intraprendere sempre di più la viadella globalizzazione per la sopravvivenza».

Quali tra le imprese regionali stanno trovandooggi i maggiori sbocchi, in particolare verso ipaesi asiatici?«Con circa 36 miliardi di euro di esportazioni to-tali nel periodo gennaio-settembre 2011, la regioneEmilia Romagna è la terza d’Italia, dopo Lombar-dia (77,4 miliardi) e Veneto (37,5), in termini dimaggior peso sul commercio estero italiano. Le im-prese regionali che nell’anno passato hanno regi-strato maggiori sbocchi, oltre i mercati cosiddetti“tradizionali”, sono quelle del comparto mecca-nico, del settore della chimica e farmaceutica, delsistema moda e dell’industria alimentare. E da unadisamina del commercio estero dell’Emilia Roma-gna emergono novità dal punto di vista dei mercatidi destinazione».

Che tipo di novità?«Se tra i maggiori partner commerciali dell’EmiliaRomagna le prime cinque posizioni sono occupateda Germania, Francia, Stati Uniti, Regno Unito eSpagna, meritano molto interesse anche le dina-miche di alcuni paesi asiatici come la Cina, che èpassata dal 2001 al 2010 dalla tredicesima alla sestaposizione tra i paesi destinatari delle esportazionidella regione con un aumento del 266%, o l’India,verso la quale nello stesso periodo le esportazioni

Romano Baruzzi,

direttore Ice di Bologna

38 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

Page 29: Dossier Emilia Romagna 01 2012

Romano Baruzzi

EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 39

sono cresciute del 246%».Ma come sta reagendo al difficile momento

economico il cosiddetto “modello emiliano”?A suo avviso è in grado di affrontare le nuovesfide imposte dal mercato globale?«Dal 2000 fino a giugno del 2011 ho vissuto inAsia perché ho lavorato per 4 anni come vicedi-rettore all’ufficio Ice di Tokyo e diretto, da ul-timo, quello di Hong Kong Sar. Durante leinterviste i giornalisti stranieri mi chiedevanospesso se il modello italiano, fatto di piccole emedie imprese internazionalizzate nell’export,di distretti tra loro integrati e nel caso del“modello emiliano”, di stretti rapporti fra si-stema produttivo, prevalentemente manifat-turiero, e regione, fosse ancora una formuladi successo per affrontare le nuove sfide deltrade, della globalizzazione e delle nuove ra-gioni di sviluppo. Ebbene, la mia risposta èsempre stata affermativa perché quello emi-liano è un modello vincente che può essereanche esportato, se opportunamente adattato.In questo scenario difficile l’Emilia Romagnasi trova, dal mio punto di vista, in una situa-zione migliore rispetto alle altre regioni d’Ita-lia, forse grazie anche a questo modello unicodi successo».

Quale sarà ora l’impegno dell’Ice per fa-vorire l’approdo delle Pmi della regione suimercati internazionali?«Il nuovo piano di assistenza alle piccole emedie imprese che sarà operativo al più pre-sto con iniziative promozionali mirate ai set-tori strategici del made in Italy è orientato aobiettivi di immediato impatto e ritorno

commerciale. Per il 2012 gli interventi sa-ranno programmati principalmente verso igrandi mercati emergenti, caratterizzati datassi di crescita particolarmente elevati e connotevoli prospettive di sviluppo, ma ancheverso i Paesi del bacino del Mediterraneo e delMedio Oriente che anche per la prossimitàgeografica presentano notevoli opportunità dibusiness soprattutto nei settori costruzioni edenergia, e verso le aree economicamente avan-zate per consolidare le quote di mercato delleimprese nazionali. La nuova agenzia erogheràservizi di informazione, assistenza e consu-lenza alle imprese italiane che operano nelcommercio internazionale assicurando un ele-vato livello di attenzione ai settori industriale,agricolo e agro-alimentare, della distribuzionee del terziario, per incrementare la presenzadelle imprese italiane sui mercati esteri».

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I comparti con i maggiorisbocchi? Meccanica, chimica,moda e alimentare

Page 30: Dossier Emilia Romagna 01 2012

MERCATI ESTERI

40 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

Adattare le strategieBruno Filetti, presidente della Camera di Commercio di Bologna, illustra le iniziative dell’ente.

E dice: «Lo scenario internazionale è cambiato, i nuovi mercati rappresentano destinazioni

difficilmente alla portata delle piccole imprese»

Riccardo Casini

Ben 12 milioni di euroa sostegno delle im-prese bolognesi. È

questa la novità più rilevantedel budget di bilancio 2012della Camera di commerciodi Bologna, un budget cheva decisamente in contro-tendenza in un momento incui tagli e riduzioni sem-brano essere ovunque le pa-role all’ordine del giorno. Diquesti 12 milioni, tra l’altro,4 andranno a supporto delcredito delle piccole e medieimprese bolognesi, soste-nendo la rete dei consorzifidi e abbattendo gli oneriche le aziende devono accol-larsi. Ma aumentano anche gli interventi e gliincentivi per gli investimenti e l’internaziona-lizzazione, con il potenziamento dei desk ca-merali in Cina, Brasile, Russia e India, comespiega il presidente Bruno Filetti.

Presidente, gli interventi della Camera diCommercio giungono in un momento nonfacile per le pmi bolognesi, anche sul frontedell’internazionalizzazione. Quali sono leprincipali difficoltà che incontra oggi il co-siddetto “modello emiliano”?«Occorre partire da una considerazione, e cioèche lo scenario internazionale è cambiato: seprima le principali mete di destinazione dellenostre esportazioni erano i paesi dell’Unioneeuropea, ora sono prevalentemente l’estremoOriente e l’America. E purtroppo si tratta didestinazioni difficilmente alla portata delle pic-

cole imprese. Ma dobbiamo prendere atto delfatto che la geografia economica è mutata».

Quali settori produttivi si stanno com-portando meglio?«Direi meccanica e meccatronica, non a casoquelli maggiormente presenti nei paesi che oracrescono di più, ovvero Cina, India e Brasile».Quali Paesi invece offrono ancora i più si-gnificativi margini di sviluppo nei confrontidelle Pmi del territorio?«Il bacino del Mediterraneo è molto interes-sante, speriamo si arrivi presto a una stabiliz-zazione. L’Egitto in particolare è un Paese guidacon dimensioni importanti: è un mercato, senon da ricostruire, da rilanciare e sul quale tor-nare a investire. Come Camera di Commercioavevamo iniziato un lavoro molto interessantee ora seguiamo con attenzione i cambiamenti

Bruno Filetti, presidente della Camera di Commercio di Bologna

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Bruno Filetti

EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 41

politici e amministrativi: aspetti delicati, vistoche in questi paesi i mercati sono fortementecondizionati dallo Stato. Non siamo però gliunici a guardare al Nord Africa: abbiamo con-correnti molto forti per costi e capacità di pe-netrazione, come ad esempio, nell’ambito del-l’agroalimentare, la Spagna e soprattutto laTurchia, che stanno praticamente tagliandofuori le nostre esportazioni».

A dicembre avete dato il via alla secondaedizione del progetto “Temporary ExportManager”. Quali altre iniziative sono in pro-gramma in favore delle imprese che voglionoinvestire e promuoversi all’estero?«Davanti a una situazione economica mutatabisogna adattare di conseguenza la strategia.“Temporary export manager” è una metodolo-gia adeguata che mettiamo a disposizione inquesta fase storica ed economica. Così come larete delle Camere di Commercio italiane al-l’estero, i contributi per frequentare le fiere in-ternazionali e gli incontri formativi per per-mettere alle imprese di conoscereadeguatamente le normative da rispettare e leopportunità dei Paesi più interessanti».

Verrà consegnato il prossimo 29 gennaio conuna cerimonia pubblica al Palazzo degli Affariil “Premio per l’impegno imprenditoriale e ilprogresso economico 2011”, il riconoscimentovoluto dalla Camera di Commercio per leimprese che contribuiscono da più tempo allosviluppo del territorio bolognese. «Il significatodel premio – ha detto il presidente Filetti – èoffrire il giusto riconoscimento a imprenditoriche hanno avviato e fatto crescere aziendepiccole, medie e grandi, insieme alla crescitadelle loro famiglie e di quelle dei lorocollaboratori». Un riconoscimento specialeandrà ai giovani imprenditori che hannoraccolto il testimone dell’attività di imprese dilunga tradizione. Tra le realtà che riceverannoil Premio, che consiste in un diploma dibenemerenza, la più antica, la tipografiaFratelli Cava, ha iniziato ufficialmente l’attivitànel 1892, ma per tante altre la storia iniziaancora prima che la Camera di Commercioiniziasse a registrare ufficialmente tutte leattività economiche.

Un premio per chi crea sviluppo

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CONTRATTI DI RETE

42 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

Il progetto comune alla base del contrattodi rete può essere finalizzato a conseguirenuovi sbocchi di mercato, a coglierenuove opportunità, a potenziare la capa-

cità di innovare, attraverso l’incrocio tra com-petenze e tecnologie diverse e complementariche le imprese possono mettere a fattor co-mune. «Scegliendo di partecipare a una rete –spiega Carlo Alberto Roncarati, presidente diUnioncamere Emilia Romagna – si possono,ad esempio, impostare collaborazioni tecnolo-giche e commerciali, con aziende della stessa fi-liera produttiva, al fine di acquisire maggioreforza contrattuale, agevolazioni amministra-tive, finanziarie e per ricerca e sviluppo».

I contratti di rete sono la ricetta per con-trastare la crisi economica soprattutto dalpunto di vista delle piccole imprese? «I contratti di rete, e più in generale le diversi-ficate strumentazioni per agevolare i percorsi diaggregazione tra imprese, possono contribuirea recuperare competitività, mettendo le pmi inuna situazione più favorevole per affrontare lacrisi. In altre parole, un’impresa di dimensioniridotte acquisisce più possibilità di reggere lesfide del mercato globale se esce dall’isolamentoe sviluppa collaborazioni con altre strutture.L’internazionalizzazione e l’innovazione sono

leve altrettanto decisive per raggiungere lo stessoobiettivo. La pressione competitiva che devonoaffrontare le imprese più innovative impegnatead acquisire quote di mercato all’estero spinge,a sua volta, a intensificare il ritmo delle inno-vazioni di prodotto e di processo, alimentandoun circuito virtuoso. La peculiarità del con-tratto di rete consiste nel consentire un’aggre-gazione per attuare un progetto comune, senzaridurre il livello di autonomia decisionale diogni singola impresa aderente».

Qual è la tendenza da parte delle pmi emi-liane-romagnole a fare rete in un periodo di-stinto da economia altalenante come questo? «A inizio novembre del 2011, dalla fotografiascattata da InfoCamere risultavano registratipresso gli enti camerali 26 contratti di rete, conil coinvolgimento di oltre 130 imprese in Emi-lia Romagna. Insieme alla Toscana, l’Emilia Ro-magna si presentava come il contesto regionalenel cui ambito il contratto di rete veniva mag-giormente utilizzato dalle imprese. Oltre allapropensione delle imprese a collaborare, a que-sto risultato ha contribuito l’impegno delle isti-

Occorre crederenelle reti di impresa Il contratto di rete è uno strumento innovativo, perché

consente all’imprenditore di conseguire una dimensione

maggiormente competitiva senza perdere gradi

di autonomia nella propria attività e di godere di vantaggi

logistici e di know how. Carlo Alberto Roncarati

illustra i vantaggi dell’aggregazione

Nicolò Mulas Marcello

Page 33: Dossier Emilia Romagna 01 2012

EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 43

�tuzioni e del mondo associativo per promuoverelo strumento. La Regione ha promosso con deibandi specifici anche tale modalità di aggrega-zione di imprese, evitando di varare provvedi-menti normativi di dettaglio che avrebbero ri-schiato di irrigidire lo strumento, aggiungendosia un quadro normativo statale a maglie larghe,che costituisce un effettivo punto di forza».

E qual è stato il ruolo delle Camere diCommercio?«Il sistema camerale, da parte sua, ha sotto-scritto un accordo di programma con il mini-stero dello Sviluppo economico per promuo-vere lo strumento in tutti i contesti territoriali;inoltre, ha stipulato protocolli di collabora-zione operativa con le associazioni di rappre-sentanza delle imprese, a cominciare da Re-teimprese del presidente Aldo Bonomi,aderente a Confindustria».

Unioncamere l’anno scorso ha organizzatovari seminari per approfondire la conoscenzadegli stakeholders locali in materia di con-tratti di rete. Qual è stato finora il bilancio?I seminari continueranno anche quest’anno?

«L’iniziativa ha coinvolto quasi 600 parteci-panti tra imprenditori, rappresentanti di asso-ciazioni di categoria, liberi professionisti e fun-zionari della pubblica amministrazione. Il titoloscelto, “Crescere e competere con il contrattodi rete: creare valore attraverso economie discala e di specializzazione”, indica con chia-rezza l’obiettivo perseguito. Attraverso questociclo di seminari formativi sono state fornite in-dicazioni sulle opportunità e sui vantaggi offertidal contratto di rete, sulla normativa che lo re-gola e sulle agevolazioni per l’accesso al credito.Ai partecipanti è stato consegnato un manuale,realizzato da Universitas Mercatorum, l’Uni-versità telematica delle Camere di Commercio:si tratta di una sorta di “cassetta degli attrezzi”,utile per le imprese e i loro consulenti. Con unaspecifica indagine, stiamo approfondendo leesperienze avviate sulla base dei contratti direte già operativi. A breve termine, in conti-nuità rispetto al programma da poco concluso,partirà un nuovo ciclo di iniziative, articolatosu eventi formativi a carattere strettamente tec-nico e operativo».

Carlo Alberto Roncarati,

presidente

di Unioncamere

Emilia Romagna

Carlo Alberto Roncarati

�Con una specifica indagine stiamoapprofondendo le esperienze avviate sullabase dei contratti di rete già operativi

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CONTRATTI DI RETE

44 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

La crescita dimensionale delle impresespesso rimane un grande ostacolo perchi vuole intraprendere un percorso diinternazionalizzazione. Il contratto di

rete studiato dal Governo cerca di venire in-contro a questo problema. «Consentire allepmi – spiega Giuseppe Tripoli, capo del Di-partimento per l’impresa e l’internazionalizza-zione del Ministero dello Sviluppo economico– aggregandosi tra loro o con una o più impreseleader di maggiori dimensioni a cui sono legatein rapporto di subfornitura, di essere maggior-mente presenti sui mercati esteri, era uno deiprincipali obiettivi che ci siamo posti con lostrumento “contratto di rete”. Anche le più re-centi rilevazioni congiunturali hanno infatticonfermato che, a fronte di un mercato in-terno stagnante se non in recessione, l’exportcontinua a tirare. Quindi le nostre piccole im-prese o “sono” sui mercati internazionali o “non

sono”».In un momento di crisi eco-

nomica come quello attuale,le reti di impresa hannoavuto uno sviluppo?«Assolutamente sì, anche su-periore al previsto. Pur nonavendone noi mai fatto unaquestione di quantità ma diqualità strategica, il fatto chesiano già stati formalizzati oltre215 contratti di rete per non

La recessione economica ha spinto le imprese a trovare soluzioni

per non soccombere. Importante in questa fase è il ruolo delle reti di impresa.

Giuseppe Tripoli, spiega in che modo si stanno sviluppandoPaolo Bianchi

Condividere soluzioni organizzative

Giuseppe Tripoli, capo

del Dipartimento

per l’impresa e

l’internazionalizzazione

del Ministero dello

Sviluppo economico

meno di 1.000 imprese coinvolte in 18 diverseregioni ci sembra un risultato importante».

Esistono incentivi per favorire l’accesso alcredito per quelle imprese che decidono diaderire ai contratti di rete?«Non ne esistono di specifici, e in generale ag-gregarsi alla sola ricerca di qualche forma di in-centivo pubblico è una strategia di scarso pro-filo e prospettiva. Esiste, invece, un interesse dialcuni big player del sistema bancario italiano aproporre strumenti di finanziamento specificoper le imprese che si aggregano, naturalmente afronte di una valutazione seria delle prospettivecompetitive e di mercato associate al progetto diaggregazione e alla costituzione del patrimoniocomune. Anche per le banche l’aggregazione inrete, se ben fatta, garantisce una ripartizionedel rischio di credito di particolare valore in unmomento congiunturale non facile come quelloche stiamo attraversando».

Quali sono le prospettive per le reti di im-presa e quali sono le azioni a loro sostegno? «Le prospettive sono quelle di “uscire dal lo-cale” - troppe reti sono ancora confinate al li-vello provinciale o regionale - e di condivideresoluzioni organizzative a problemi che, manmano che si fa rete, le imprese stesse risol-vono “dal basso”. Si pensi agli elementi legatialla gestione del patrimonio comune, a quellidella managerializzazione e agli aspetti giu-slavoristici, o alla creazione di reti con im-prese estere».

Page 35: Dossier Emilia Romagna 01 2012
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Negli ultimi anni il settore dell’auto-motive è stato attraversato da unaprofonda crisi, che ha inevitabil-mente interessato anche tutte

quelle piccole e medie imprese che, lavorando astretto contatto con le case automobilistiche,fanno sempre più fatica a mantenersi competi-tive sul mercato. Il distretto dei motori bolo-gnese, la cosiddetta Motor Valley, ha però cercatodi far fronte a questa difficile congiuntura in ma-niera costruttiva e innovativa, puntando sulle po-tenzialità del suo tessuto produttivo e dandovita, attraverso un vero e proprio contratto, a unnetwork che oggi riunisce ben 12 imprese ma-nifatturiere, subfornitrici per i colossi del mondoautomobilistico e delle moto. Presenti singolar-mente in comparti diversi ma tra loro comple-mentari, le aziende di RaceBo, questo il nomedella rete, insieme oggi possono contare su piùdi mille dipendenti, e su un fatturato globale dioltre 100 milioni di euro. Capofila di questainiziativa è stato Florenzo Vanzetto, presidente diRaceBo e socio fondatore, insieme a VittorioClò, della Vrm Spa, società di Zola Predosa spe-cializzata nel campo delle lavorazioni meccanichedi precisione, al fianco di realtà del calibro di Fer-rari e Ducati. «I grandi clienti ormai non pren-dono neppure in considerazione chi è troppopiccolo. RaceBo non è una semplice aggrega-zione di imprese, ma una vera e propria rete chemette in sinergia aziende specializzate, garan-tendo l’eccellenza produttiva. Basti pensare che,nonostante la crisi, nel 2010 Vrm è cresciuta del30% rispetto all’anno precedente. Grazie ancheal valore aggiunto rappresentato da RaceBosiamo infatti riusciti ad aggiudicarci nuove e im-portanti commesse, che difficilmente avremmoottenuto senza questo fondamentale supporto». Al contrario delle strategie adottate da moltissimeimprese italiane, sempre più propense a una po-litica di delocalizzazione, Vrm, così come tutte lealtre aziende facenti parte di RaceBo, può van-tare una filiera produttiva completamente lo-cale, come conferma lo stesso Vanzetto. «Tutto

I soci fondatori di VRM, l’ingegnere Florenzo Vanzetto e Vittorio Clò

www.vrm-italia.it

Nasce a Bologna RaceBo, grazie alla partnership

tra alcune aziende operanti nei diversi comparti

della meccanica per l’automotive. Ne parla Florenzo

Vanzetto, titolare della Vrm e ideatore del progetto

insieme a Unindustria Bologna

Guido Puopolo

RaceBo, il primo“contratto di rete” per la meccanica

RETI D’IMPRESA

46 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

Page 37: Dossier Emilia Romagna 01 2012

Florenzo Vanzetto

EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 47

il processo produttivo è seguito in maniera ca-pillare, per garantire l’assoluta qualità del pro-dotto finito e massima puntualità nelle consegne.Dal 2003 ad oggi abbiamo investito in rinnova-mento tecnologico ed innovazione oltre venti mi-lioni di euro, con un’ottimizzazione delle fasi dilavoro che ci permette di essere competitivi an-che nei confronti dei cosiddetti Paesi low cost,primi tra tutti Cina e India». Altro ingrediente importante nel successo diVrm è l’attenzione dedicata alla formazione dellerisorse umane che operano al suo interno, ancheper sopperire alle difficoltà di reperire sul mercatopersonale all’altezza: «La mancanza di una for-mazione tecnica adeguata da parte delle nuovegenerazioni è un problema molto sentito, so-prattutto nel territorio bolognese. Per quel che ciriguarda da diversi anni collaboriamo con nu-merosi istituti scolastici, anche del Sud Italia, percercare di avvicinare i ragazzi al mondo del la-voro, anche attraverso stage formativi finalizzatiall’assunzione, perché crediamo che i nostri col-

laboratori siano la ric-chezza più importante dicui disponiamo».Gli ottimi risultati fatti re-gistrare da Vrm e da Ra-ceBo hanno acceso l’inte-resse del mondoistituzionale e imprendito-riale su questa particolareiniziativa. «Le associazionidi categoria stanno inve-stendo molto sulla creazione di nuove reti diimpresa, che rappresentano una soluzione otti-male ai problemi di sottodimensionamento cheaffliggono molte aziende che, in questo modo,possono presentarsi sul mercato in maniera piùsolida e strutturata. Credo che l’aggregazione siaun percorso vantaggioso per il sistema econo-mico del nostro Paese, al di là della tendenza al-l’individualismo che da sempre caratterizza l’im-prenditoria italiana».Per il futuro Vrm punta a proseguire sulla stradaintrapresa, forte di una strategia di investimentiche continua a dare risultati eccellenti: «Nel2011 – conclude Vanzetto - abbiamo investito al-tri 5 milioni di euro nel miglioramento delle no-stre linee produttive, anche se la situazione ge-nerale certo non è delle più favorevoli. Stiamoinfatti assistendo a una crescita dei costi di pro-duzione che potrebbe incidere, nel futuro, sugliordinativi dei nostri partner. Allo stato attualepensiamo però di poter continuare nel trend dicrescita fatto registrare negli ultimi anni, graziesoprattutto a partnership con importanti multi-nazionali estere».

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L’Emilia Romagna è un’area geo-grafica caratterizzata da una forteconcentrazione di aziende di pic-cole e medie dimensioni, speciali-

ste nelle lavorazioni meccaniche. Ne conse-gue che per differenziarsi, e riuscire quindiad emergere all’interno di un settore alta-mente competitivo, diventa indispensabilepuntare sulla qualità produttiva e sulla ri-cerca e lo sviluppo di soluzioni innovative,che possano fornire risposte adeguate allereali necessità della committenza. Unastrada, questa, intrapresa fin dal 1955 dallaCurti Costruzioni Meccaniche Spa, aziendacon sede a Castel Bolognese (RA) fondata daLibero Curti e attualmente guidata dai figliClaudia e Alessandro, che spiega: «Fin dal-l’inizio delle attività ci siamo specializzati

nella meccanica di precisione, poi nella pro-gettazione e nella realizzazione di parti egruppi meccanici destinati al settore tessilee agricolo; oggi siamo presenti nell’ industriadella difesa e dell’aerospazio. Pionieri nel-l’utilizzo delle prime macchine utensili acontrollo numerico, nel corso degli anni ab-

biamo continuato, con co-stanza e determinazione, l’ar-ricchimento del nostropatrimonio tecnologico». E così, da piccola realtà locale,grazie soprattutto a scelte ocu-late e a una lungimirante stra-tegia imprenditoriale, la societàè riuscita ad affermarsi ancheall’interno del difficile mercatodelle macchine automatiche,come conferma lo stesso Curti:«Rispetto all’idea iniziale di bu-siness, che proponeva al mer-cato lavorazioni meccanichee/o la costruzione di carpente-ria di elevata qualità in leghepregiate, a partire dagli anni 80abbiamo sviluppato un servi-zio di fornitura di macchine

DISTRETTI

La meccanica di precisione si rinnova,

puntando su moderne e avanzate

tecnologie, per offrire prodotti ad alto

valore aggiunto e imporsi sui mercati

internazionali. Alessandro Curti

delinea l’evoluzione e le ultime novità

del settore

Guido Puopolo

48 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

La Curti Spa ha il suo

stabilimento produttivo

a Castel Bolognese (RA)

www.curti.com

La meccanica di qualitàconquista i mercati

Page 39: Dossier Emilia Romagna 01 2012

complete per conto terzi, com-prensive di cablaggio elettrico.Questa attività – sottolineaCurti – che prosegue tutt’oggi,con la fornitura ai nostri par-tner di moduli e macchinecomplete per vari settori, daltessile alla robotica, passandoper il packaging e il beverage,senza dimenticare, come ac-cennato in precedenza, la no-stra collaborazione con l’indu-stria della difesa e quellaaerospaziale, per la quale co-struiamo componenti meccanici per satel-liti».Oggi Curti è infatti una realtà sfaccettata,che sfruttando l’esperienza e le competenzeacquisite ha ampliato il proprio raggiod’azione, arrivando a produrre e commer-cializzare prodotti a marchio proprio nelsettore packaging e delle automazioni per ilcablaggio elettrico, entrando in competi-zione con importanti società internazio-nali. «Questa è stata una svolta decisiva peril nostro business. Per continuare a crescere,e mantenere al tempo stesso trend di lavorosoddisfacenti – prosegue Curti – abbiamoattuato un’efficace strategia di diversifica-zione, acquisendo anche partecipazioni inaziende specializzate in nuovi settori. Ab-biamo così fatto il nostro ingresso nel campodelle macchine per il settore alimentare e perla lavorazione dei cavi elettrici, dove oggisiamo leader indiscussi a livello mondiale,grazie anche alla creazione di una fitta retedi fornitori presenti sul territorio italiano enon solo. Di questi circa 70 sono piccoleimprese, cresciute con la Curti attraversoun continuo e proficuo dialogo con il nostroReparto Controllo Qualità, che – sottolinea

l’amministratore - ci permette di risponderein maniera adeguata e puntuale alle richie-ste provenienti da un mercato in continuaevoluzione, riuscendo così a offrire un pro-dotto innovativo, performante ed economi-camente vantaggioso». L’attenzione chel’azienda dedica alla qualità del prodotto, ri-corda Curti, è confermata anche dalle nu-merose certificazioni in possesso del gruppo,a testimonianza di un percorso di crescitacostante che ha proprio nella ricerca dellamassima qualità il suo filo conduttore: «La-voriamo in conformità alle più stringentinormative internazionali, tanto che oggi di-sponiamo anche della prestigiosa certifica-zione del sistema di gestione Qualità in am-bito aeronautico, spazio e difesa UNI EN9100».Ultima novità, ma solo da un punto di vistatemporale, la costituzione della divisioneCurti Energia, «una divisione – concludeCurti – attraverso cui stiamo sviluppandoinnovativi progetti a carattere energeticoimprontati sulla green economy, perchésiamo convinti che questo sia un settore chenei prossimi anni potrà riservare grandisoddisfazioni».

Alessandro Curti

EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 49

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Oggi siamo leader indiscussi a livellomondiale nel campo delle macchineper il settore alimentare e perla lavorazione dei cavi elettrici

Page 40: Dossier Emilia Romagna 01 2012

Le recenti oscillazioni nel prezzo delferro e dei minerali ferrosi stannoavendo pesanti ripercussioni sull’in-dustria siderurgica e le imprese ita-

liane non fanno eccezione. «Nonostante nel2011 i volumi di produzione siano cresciuti ri-spetto all’anno precedente – spiega DanielaMorandi, titolare di Simo – e di conseguenzaè cresciuto il fatturato, questo non si è tra-dotto in un aumento degli utili. Al contrario,a causa degli aumenti improvvisi del costo dellamateria prima, abbiamo registrato un crollodei margini». Simo è un’azienda siderurgicaspecializzata nello stampaggio a freddo delle la-miere e nella lavorazione in automatico di ma-terie prime come ferro, inox, ottone, leghe di

alluminio e tita-nio. Inserita nelcontesto dell’in-dustria meccanicaemiliana, si rivolgeprincipalmente alsettore della co-struzione di mac-chine agricole e al-l ’ a u t o m o t i v e ,realizzando parti ecomponenti desti-

nate al montaggio dei motori.Come ha reagito il vostro settore di fronte

alle notevoli oscillazioni del prezzo delle ma-terie prime e in particolare del ferro?«Le difficoltà, nel nostro settore, sono legate allaconcorrenza dei prodotti italiani con quelliesteri. Questi ultimi vengono immessi sul mer-cato a prezzi contro i quali difficilmente un’im-presa con i nostri costi può competere. Questoè un problema che però precede l’attuale si-tuazione del mercato del ferro e che riguardatutte le imprese metalmeccaniche. Chi avevaavviato un’azione di inseguimento dei prezzibassi della concorrenza straniera, si è trovatocosì con una fortissima riduzione dei margini.Da una parte per i costi di gestione, dall’altraper le richieste degli acquirenti e per le specu-lazioni sulle materie prime. Quella che parevauna mossa vincente, si è ritorta contro chil’aveva intrapresa, abbattendosi su utili e pro-

Le oscillazioni del prezzo del ferro

e i loro effetti nell’industria

metalmeccanica. Daniela Morandi

spiega quale può essere la strategia

per incrementare gli utili schiacciati fra

costi fissi di gestione e speculazioni

Manlio Teodoro

Daniela Morandi,

titolare di Simo Srl,

Modena

www.tranciatura.it

54 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

Il costo delle materie primepesa sul siderurgico

DISTRETTI

Page 41: Dossier Emilia Romagna 01 2012

Daniela Morandi

EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 55

fitti. Noi, al contrario, stiamo cercando di ren-dere più efficiente la produzione, per cercare diavere costi certi. E cercheremo di favorire laconcorrenza fra i fornitori per acquistare lamateria prima a prezzi privi di speculazione».

Quali interventi normativi potrebberocontribuire a un abbassamento dei costi fissidi gestione dell’impresa?«Certamente il nodo cruciale è quello dell’or-ganizzazione e dei costi del lavoro – questi ul-timi sono un problema antico. Il tentativo diuna diversa organizzazione del lavoro, invece,che ha avuto come strumenti in questi anni icontratti atipici, si è rivelato non risolutivo,dato che ha creato soltanto incertezza e ha de-motivato i lavoratori. Di fronte a una situa-zione come quella attuale, in cui le oscillazioniproduttive pesano sui costi aziendali, sarebbenecessario creare le possibilità per una maggioreflessibilità. Questo processo dovrebbe passareattraverso un cambiamento di mentalità nei la-

voratori – che, peresempio, dovrebbero ac-cettare periodi di parttime alternati a periodi di full, secondo le esi-genze produttive. L’accettazione di tali riformedovrebbe però fare salva la sicurezza e la con-tinuità del lavoro, in modo che i lavoratoriconsiderino il cambiamento un’opportunità enon una perdita».

A livello industriale, quali sono stati imaggiori cambiamenti che hanno caratte-rizzato la vostra impresa nel corso deglianni?«Negli anni Novanta abbiamo iniziato ad ap-portare i primi cambiamenti nella struttura enell’assetto dell’azienda, sia dal punto di vistatecnologico sia da quello dei rapporti con inostri partner. Era necessario un cambiamentodi strategia, per dare una nuova impronta aun’azienda che ancora risultava troppo staticae concentrata su un unico cliente. Da allora ab-biamo anche avviato una più articolata azionecommerciale, puntando alla diversificazionedell’offerta merceologica di nostra competenzae sviluppando nuovi servizi. Entro pochi mesiquesto nuovo corso si tradusse nell’acquisi-zione di nuovi clienti. Una delle ultime evolu-zioni ha riguardato invece l’automazione delprocesso produttivo. Questo ci ha permesso diavere macchinari capaci di funzionare con ritmiprima impensabili, consentendoci di raggiun-gere volumi di prodotto di gran lunga più con-sistenti rispetto al passato».

~

Di fronte a una situazionecome quella attuale, in cuile oscillazioni produttivepesano sui costi aziendali,sarebbe necessario creareuna maggiore flessibilità

Page 42: Dossier Emilia Romagna 01 2012

Si è chiuso in maniera più che soddi-sfacente il 2011 per la Torneria Men-gozzi Srl. L’azienda forlivese, specia-lizzata nella lavorazione di componenti

e per la meccanica di precisione, ha infattifatto registrare una crescita considerevole, conperformance di assoluto livello, in totale con-trotendenza rispetto a un mercato che fatica auscire dalla stagnazione generata dalla crisieconomica internazionale. «Per la nostra atti-vità il 2009 è stato senza dubbio l’anno più dif-ficile, a causa del crollo degli ordinativi dovutoalla negativa congiuntura economica», rac-conta Mario Mengozzi, che insieme alla moglieMarzia ha creato l’azienda nel lontano 1978,trasformandola da piccola impresa artigianalea consolidata realtà nel settore della meccanicadi precisione. «Abbiamo però affrontato que-sta situazione di criticità con spirito costrut-tivo, cercando di trasformare la crisi in un’op-portunità di sviluppo, ottimizzando erazionalizzando le risorse a nostra disposizione.Grazie a questa strategia, affiancata da un’effi-cace politica di innovazione tecnologica e di di-versificazione produttiva, nell’ultimo bienniosiamo stati in grado di acquisire nuove e im-

portanti commesse, inaugurando un trend dicrescita che, dai primi riscontri, crediamopossa continuare anche nei prossimi mesi».Il core business aziendale è rappresentato,come detto, dalla produzione di componenti eapplicazioni meccaniche, realizzate su specifi-che richieste dei committenti, che vengonopoi installati su appositi macchinari destinatia diversi ambiti, tra cui ad esempio, il settorenavale, quello edile, dei trasporti e del packa-ging. «Operiamo inoltre nel settore dei ri-cambi per l’industria della ceramica», spiega lasignora Marzia, «per il quale realizziamo, at-traverso un apposito reparto presente inazienda, non soltanto semplici componentima anche macchine già assemblate, completecioè di motore elettrico e cablaggio». I princi-pali referenti di Mengozzi sono grandi gruppiindustriali emiliani e romagnoli, che sono peròpresenti sul mercato a livello globale. «In par-ticolare possiamo vantare una consolidata par-tnership con un’importantissima azienda bo-lognese, per la quale produciamo specificicomponenti che vengono poi consegnati an-che all’estero, non soltanto in Europa ma an-che in India e Asia».All’interno dell’azienda, la presenza di perso-nale altamente specializzato e sottoposto acontinuo aggiornamento produce un’attività

La meccanica di precisione punta sul just in time Flessibilità, versatilità, differenziazione

sui prodotti e capacità di gestire

piccole, medie e grandi serie, nel

rispetto dei target di qualità richiesti.

L’evoluzione della meccanica

di precisione sulla base dell’esperienza

di Mario e Marzia Mengozzi

Diego Bandini

La Mengozzi Srl

ha la sua sede produttiva

a Forlì

www.torneriamengozzi.com

DISTRETTI

56 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

Page 43: Dossier Emilia Romagna 01 2012

EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 57

di ricerca e sviluppo tecnologico, volta a offrireal mercato prodotti sempre più affidabili eperformanti: «Siamo particolarmente sensi-bili all’innovazione e al miglioramento dei no-stri processi produttivi – conferma Mengozzi-, ed è per questo che periodicamente provve-diamo al rinnovamento tecnologico dei mezzia nostra disposizione, dotati di sistemi di ge-stione di ultima generazione e sempre più in-tegrati a processi automatizzati di carico e sca-rico per lavorazioni non presidiate.Recentemente, a questo proposito, abbiamoultimato il processo di automatizzazione dialcune isole di lavoro, in modo da poter rag-giungere performance produttive sempre piùelevate, riducendo al contempo al minimo i

margini di errore». «Il nostro obiettivo, in-fatti – gli fa eco Marzia – è quello di assicurareai nostri committenti un servizio di assolutaqualità, anche attraverso una produzione justin time, che ci permette di soddisfare in ma-niera precisa e puntuale anche le più specificheesigenze».Il domani, quindi, si preannuncia ricco di op-portunità per la Mengozzi, come conferma ilsuo titolare: «Ci apprestiamo ad affrontare ilnuovo anno con il nostro abituale entusia-smo, ma con la cautela che i tempi suggeri-scono. Abbiamo infatti in cantiere diversi pro-getti, che ci potranno aprire la strada a nuovie interessanti mercati. Abbiamo sempre cre-duto nella bontà del nostro lavoro, che in que-sti anni ci ha riservato tante soddisfazioni, eche con grandi sacrifici cerchiamo di portareavanti nel migliore dei modi. Da alcuni anni– conclude Mengozzi - nella nostra attività ioe mia moglie siamo inoltre affiancati anche danostro figlio Manuele, ingegnere meccanicoche con le sue competenze tecniche ha portatoin azienda un ulteriore valore aggiunto, so-prattutto per quel che riguarda l’ottimizza-zione dei processi produttivi, aiutandoci a mi-gliorare ulteriormente i nostri standardqualitativi, sempre in un’ottica di massimasoddisfazione dei nostri partner».

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Abbiamo ultimato il processo di automatizzazione di alcuneisole di lavoro, per raggiungere performance produttivesempre più elevate, riducendo al minimo i margini di errore

Mario e Marzia Mengozzi

Page 44: Dossier Emilia Romagna 01 2012

TECNOLOGIE

58 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

Un modulo di potenza per cogene-razione di elettricità e calore ba-sato sulla tecnologia innovativadelle celle a combustibile a ossidi

solidi, capace di generare calore ed energiaelettrica, e che per questa sua peculiarità sipone come alternativa sostenibile ed econo-micamente vantaggiosa rispetto alle classichecaldaie per uso domestico e rappresenta laprossima generazione delle caldaie ad alta ef-ficienza. È questo il risultato raggiunto daSofcpower Spa, giovane realtà nata come spin-off del Gruppo Industriale Eurocoating e Tur-bocoating di Rubbiano di Solignano, che inquesti anni ha concentrato l’attività proprio

nello sviluppo di sistemi di microcogenera-zione per applicazioni stazionarie e di remotepowering, come spiega il presidente delgruppo, Nelso Antolotti. «Dopo aver otte-nuto riscontri positivi anche da un punto divista tecnico, siamo ormai prossimi all’avviodell’attività produttiva di questa particolaretecnologia. Spiace però constatare come inItalia, soprattutto in un momento di diffi-coltà come quello attuale, risulti particolar-mente difficile trovare un adeguato supportoeconomico da parte delle istituzioni, pocopropense a concedere credito a start-up comela nostra. Negli USA, specialmente in Cali-fornia, gli investimenti in questa tecnologia simoltiplicano.». L’attività di Sofcpower, infatti, richiede natu-ralmente importanti risorse per la ricerca e losviluppo tecnologico, ma allo stesso tempo,sottolinea il responsabile del progetto, l’inge-gner Alberto Ravagni, è in grado di generarericadute occupazionali ed economiche moltosignificative: «Con il nostro lavoro abbiamodimostrato che è possibile, anche in Italia,dare vita a un’industria “Cleantech” senza do-ver necessariamente dipendere da pesanti in-centivi e sussidi che spesso, come nel caso delfotovoltaico, in assenza di un’adeguata filieraproduttiva, non permettono di generare oc-cupazione e ricchezza sul nostro territorio,come recentemente sottolineato dallo stessoministro dell’Ambiente Clini».Alla base del progetto realizzato da Sofcpower

Non solo caldaie. In futuro il riscaldamento domestico avrà anche il volto dei cogeneratori.

Una tecnologia innovativa in grado di renderci produttori autonomi di energia elettrica.

A parlarne sono Nelso Antolotti e Alberto Ravagni

Guido Puopolo

Nelso Antolotti, presidente

del Gruppo Industriale

Eurocoating

e Turbocoating di cui

Sofcpower fa parte

www.turbocoating.comwww.sofcpower.com

Se l’elettricità si produce in casa

Page 45: Dossier Emilia Romagna 01 2012

EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 59

c’è l’idea che nel futuro l’elettricità non siprodurrà più soltanto nelle centrali, ma anchein maniera diffusa. «Questo è il concetto dismart grid », evidenzia Ravagni. «Pur utiliz-zando il metano, il risparmio energetico ot-tenuto dai nostri moduli può infatti essereequiparato, anche da un punto di vista nor-mativo, a quella ottenuta dalle fonti alterna-tive. Il comune di Bologna, ad esempio, ha re-centemente recepito la direttiva comunitariache obbliga le nuove costruzioni a produrrealmeno 1 kw di energia da fonti rinnovabili.Questo risultato, come riportato dalla legge,può essere raggiunto installando un pannellofotovoltaico, una pompa di calore, oppureanche con un microcogeneratore». Nello specifico un microcogeneratore può es-sere paragonato a un qualsiasi elettrodome-stico, con la differenza che, al contrario dellenormali caldaie, ha la capacità di produrreenergia elettrica con un’efficienza altissima, eli-minando anche le perdite dovute al trasporto:«Oggi una moderna turbina riesce a conse-gnare al massimo il 40% dell’energia prodotta.Il nostro cogeneratore – spiega Antolotti – su-pera la soglia del 50%, consegnato alla presadell’utente finale. A ciò va però aggiunto ilfatto che, con la tecnologia da noi ideata, pos-siamo recuperare il calore che di solito viene in-vece disperso nell’ambiente, utilizzandolo cosìper il riscaldamento, ottenendo così un’effi-

cienza pari a circa il 90%, irraggiungibile da ge-neratori di elettricità tradizionali. Sono Ovvi glienormi benefici sia da un punto di vista am-bientale che economico». Il prossimo step del gruppo emiliano, affermaAntolotti, sarà quello di aumentare la capacitàproduttiva, per poter raggiungere, nel piùbreve tempo possibile, la parità di rete, la co-siddetta grid parity, ovvero il momento incui un Kilowattora prodotto in casa costameno di quello acquistato dalla rete. «In col-laborazione con la provincia di Trento ab-biamo condotto diversi test, che hanno di-mostrato come, con la microcogenerazione,sia possibile ottenere la grid parity anche convolumi di produzione molto inferiori ri-spetto al solare fotovoltaico, e soprattuttomantenendo la produzione industriale ed i re-lativi posti di lavoro in Italia. Il 2012 saràquindi l’anno della svolta, grazie anche a unprogetto europeo a cui noi parteciperemo,che porterà all’installazione di ben duemilamicrocogeneratori su tutto il continente». Ilfuturo, dunque, sembra sorridere a Sofcpo-wer,: «Oggi siamo pronti a sostenere una pro-duzione “di massa”, e la nostra speranza èche, come accennato in precedenza, ad inve-stitori stranieri si aggiungano anche attori Ita-liani, perché solo così il nostro Paese sarà ingrado di riacquistare il ruolo che gli spetta nelsistema economico mondiale».

Oggi una modernaturbina riesce aconsegnare al

massimo il 40%dell’energiaprodotta. Il

cogeneratore,raggiunge invece

la soglia del 50%,cui va aggiunto unulteriore recupero

del 40%, altrimentidisperso

nell’ambiente

EFFICIENZA

90%

Nelso Antolotti e Alberto Ravagni

Page 46: Dossier Emilia Romagna 01 2012

Le aziende italiane che operano in set-tori nevralgici per lo sviluppo del-l’economia nazionale sono ancora allaprese con gli strascichi della crisi eco-

nomica che lascia intravedere prospettive di ri-lancio soprattutto nel potenziamento degli in-vestimenti sui mercati stranieri e nelladiversificazione delle linee produttive. Per quantoriguarda il comparto oleoidraulico, il rilancioparte dalla valorizzazione della qualità aggiuntaalla componentistica e da un elevato grado diprogettualità e di specializzazione dei laboratoritecnici che devono massimizzare gli sforzi perproporsi positivamente ai mercati e sconfiggerele logiche di prezzo dominanti. In tal senso,

l’esperienza consolidata inanni di attività e la ricercadi partnership che au-mentino il livello di con-correnzialità delle impresesono fattori strategici de-terminanti. Ed è propriosu tali presupposti cheaziende come la Hidro-

mec di Modena – attiva dal1976 nella progettazione erealizzazione di cilindriidraulici - stanno costruendoil proprio futuro, nonostantele difficoltà del momento e lafarraginosità della burocrazia italiana. Le cono-scenze e le capacità progettuali dello staff tecnicounite alla qualità intrinseca riflessa nelle lavora-zioni e nei controlli del prodotto, hanno semprecaratterizzato lo sviluppo di questa società mo-denese e continuano a rimanere i punti fermidella produzione. Tale scelta strategica ha per-messo di raggiungere ambiziosi traguardi e im-portanti affermazioni sui principali mercati in-

Marcello Maffei

e, a sinistra,

Rino Bugiardini,

amministratori

della Hidromec Srl

di Modena

www.hidromec.it

Anche l’oleoidraulica italiana inizia ad affacciarsi ai

mercati emergenti per trovare nuovi margini di crescita:

know-how e qualità, sono questi i punti di forza su cui

l’economia italiana deve investire per credere nel suo

rilancio. Ne sono convinti anche Rino Bugiardini

e Marcello Maffei, della Hidromec di Modena

Erika Facciolla

L’oleoidraulica si affaccia a nuovi settori

60 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

Page 47: Dossier Emilia Romagna 01 2012

ternazionali. A parlarne sono i due amministra-tori, Rino Bugiardini e Marcello Maffei.

Quali sono i campi in cui i cilindri di Hi-dromec trovano una migliore applicazione? MARCELLO MAFFEI «Esperienza e consolidate co-noscenze tecniche permettono a Hidromec di in-tervenire su ogni tipo di applicazione, dal settoremobile all’industriale, dal siderurgico al marinoe all’ ingegneria civile».

Quali sono stati risultati più importanticonseguiti nel 2011? RINO BUGIARDINI «Il 2011 è stato un anno moltocomplesso in termini di sviluppo economico;abbiamo assaporato un inizio di ripresa, poi unsuccessivo e rapido calo di fatturato, che ci hamesso di fronte a scelte difficili e impegnative daintraprendere. Questa crisi ci ha però spronato arivolgere lo sguardo ai mercati esteri che unavolta non facevano parte dei nostri target, comeCina ed India, che erano da sempre stati consi-derati fuori dalla nostra portata».

Il contesto italiano soffre per le note criticitàeconomiche. Nel vostro caso soprattutto qualiostacoli avete dovuto superare? M.M. «I gap sono prevalentemente dovuti al-l’erodersi dei margini operativi, male di cui stasoffrendo un po’ tutta l’economia nazionale. Lacausa di questo male è ben conosciuta da tutti gliimprenditori: costi del lavoro troppo alti, nessunaiuto da parte dello Stato, livelli di tassazione

delle imprese troppo alti, burocrazia farraginosa.Tutto ciò, unito ad una impossibilità di aumen-tare i prezzi di vendita, si traduce in una drasticacompressione dei margini industriali e un con-seguente impoverimento delle aziende».

La crisi economica ha imposto di modificarele strategie aziendali di molte imprese in sva-riati settori produttivi. È stato così anche perHidromec?R.B. «Siamo dovuti intervenire principalmentesulla diversificazione del prodotto. Attualmentestiamo operando anche su settori alternativi ri-volti al risparmio energetico, piuttosto che allacosiddetta “green economy”. Stiamo realiz-zando e brevettando strutture innovative perimpianti solari, studiando nuovi dispositivi dicottura che consentano un risparmio energe-tico, che si traduca in beneficio per l’ambiente.Investire sulla green economy è un po’ come in-vestire su noi stessi e il nostro futuro. Parallela-mente, cerchiamo di sondare nuove possibilitàoperative e di intervento direttamente sui mer-cati emergenti, magari attraverso partnership ejoint venture».

Rino Bugiardini e Marcello Maffei

EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 61

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Questa crisi ci ha spronatoa rivolgere lo sguardo ai mercati esteriche una volta non facevano partedei nostri target, come Cina e India

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Da quali settori derivano le performancemigliori? M.M. «I settori di applicazione che riguardano ilnostro core business sono molteplici, ma le per-formance economiche migliori sono e restano inquei prodotti dove è ancora prevalente la neces-sità di qualità piuttosto che prezzo».

Quali saranno, presumibilmente, le inno-vazioni tecnologiche che più caratterizze-ranno il futuro prossimo della vostra attività? R.B. «La nostra attività non necessita particolar-mente di innovazione tecnica, in quanto l’idrau-lica, come scienza in se stessa, è la più antica dellastoria umana: considerando, infatti, che già gliegizi utilizzavano sistemi idraulici, l’innovazionesta nel incrementare il know-how in merito allarealizzazione della componentistica di qualità.Un esempio? abbiamo “scoperto” che realizzarealcuni componenti in fusione di ghisa ad alte pre-stazioni ci portava ad essere il benchmark diprezzo, quindi ci siamo messi a progettare stampiin ghisa e a realizzare componenti con questa tec-nologia».

Che posto occupa la ricerca di nuove solu-zioni e lo sviluppo di prodotti sempre più

performanti? M.M. «Stiamo studiando e proponendo soluzionimigliorative per aumentare la resistenza alla cor-rosione dei nostri cilindri finalizzata all’impiegoin ambienti aggressivi: ingegneria civile per sbar-ramenti sui fiumi e porti, macchine da minierae tutti quegli impieghi dove la politica “low cost”non può essere applicata. Questo può divenire unfattore strategico decisivo che ci potrà aiutare apenetrare maggiormente anche i mercati emer-genti i quali, bene o male, necessitano anche diprodotti di qualità piuttosto che solamente diprezzo».

Parlando di mercati esteri, quanto incidel’export sui bilanci aziendali? R.B. «L’export, soprattutto riferito al mercato te-desco, rappresenta la “fetta grossa” del nostrofatturato, e la cosa ci fa piacere, in quanto lavo-rare per i tedeschi significa dare innanzituttoqualità».

Quali sono le scelte strategiche che adotte-rete nel 2012 per superare l’empasse econo-mica e cercare nuovi margini di crescita?M.M. «Il 2012 sarà un anno di sacrifici e di sceltestrategiche volte a ricercare partnership con attoristranieri che necessitino di un fornitore affidabile.La cosa interessante è che diversi attori stranieridi paesi emergenti stanno bussando alla nostraporta per ventilare, se non per proporre, unapartnership. Diciamo che il nostro prodotto,benché maturo nella sua tecnologia, è comunqueun componente critico molto ricercato nei mer-cati emergenti, che necessitano di produrre dasoli i macchinari per la loro industria. Speriamoche il nostro governo favorisca chi come noi haancora forza e voglia di combattere per compe-tere e produrre ricchezza nel nostro paese».

TECNOLOGIE

62 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

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Stiamo studiando e proponendosoluzioni migliorative per aumentarela resistenza alla corrosionedei nostri cilindri

Page 49: Dossier Emilia Romagna 01 2012
Page 50: Dossier Emilia Romagna 01 2012

Alessandro Campi,

amministratore

delegato della OilSafe

Srl di Modena

www.oilsafe.it

Tempo di bilanci per le imprese italianeche dopo un triennio particolarmentedifficile iniziano a recuperare terreno,grazie alla lungimiranza di una classe

imprenditoriale che non ha mai smesso di inve-stire in tecnologia e ricerca. E se in molti settorile commesse ancora scarseggiano, c’è chi ha sa-puto trovare nuovi margini di sviluppo nel con-solidamento di attività ugualmente redditizie,puntando sull’affidabilità del servizio e sullo svi-luppo di soluzioni all’avanguardia. È questo ilcaso dell’azienda modenese OilSafe che ha fattodella manutenzione di fluidi e impianti oleodi-namici e di lubrificazione, e della progettazionee costruzione specialistica di banchi prova e si-stemi di decontaminazione dei lubrificanti, lasua attività di punta. La ricerca dell'affidabilità èda sempre il primo obiettivo di OilSafe, i cuipiani di intervento specialistici consentono di

individuare il giusto compromesso tra icosti di manutenzione e il raggiungi-mento del livello di rischio prefissato. Neparliamo con Alessandro Campi, ammi-nistratore delegato della OilSafe di Mo-dena.

Cosa ha rappresentato, in terminiproduttivi e di crescita, il 2011 per laOilSafe? «Il 2011 è stato l’anno del consolida-mento delle due principali divisioniaziendali di OilSafe, la prima dedicataalla manutenzione di fluidi e impianti oleodina-mici e di lubrificazione, la seconda alla progetta-zione e costruzione di banchi di collaudo e sistemidi decontaminazione dei lubrificanti. I risultatipiù significativi sono riconducibili all’acquisi-zione di nuovi contratti di manutenzione di im-pianti oleodinamici installati in stabilimenti ap-

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Segnali di ripresaper l’industria emilianaLa crescita ancora lenta e i mercati incerti non scoraggiano l’industria italiana che accoglie con

entusiasmo i primi segnali di ripresa e punta decisa al consolidamento. Alessandro Campi

descrive il settore della costruzione e manutenzione di impianti oleodinamici e di lubrificazione

Erika Facciolla

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EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 65

partenenti a realtà d’impresa regionalied extraregionali».

Avete constatato anche un recu-pero del fatturato rispetto alla fles-sione degli anni precedenti? «Il fatturato 2011 è tornato ai livelli2008 recuperando quindi la flessioneoriginata dalla crisi, con una crescitaapprossimativamente del 25%. Il ral-lentamento dell’economia ci ha con-sentito di riguadagnare il baricentro, ri-ducendo i volumi e incrementando la qualitàdei servizi».

Quali sono state le strategie che hanno per-messo il conseguimento di questi risultati? «Al sensibile aumento di fatturato ha parteci-pato la realizzazione di impianti di testing e l’ac-quisizione di importanti commesse per unità dicollaudo destinate al mercato nazionale, ma an-che a paesi dell’Est e asiatici. Tutto questo è statopossibile grazie all’ingresso di professionalità diprimo livello, provenienti da importanti realtà na-zionali e investimenti mirati in ricerca e sviluppo,in particolare sul laboratorio interno di analisi deilubrificanti, sulle apparecchiature specialisticheper la gestione della contaminazione di fluidi eimpianti e sul potenziamento dell’ufficio tec-nico».

In che direzioni l’attività di OilSafe ha mo-strato i margini di crescita più incoraggianti? «Il settore della generazione dell’energia ha con-sentito di mantenere una buona periodicità eredditività degli interventi, grazie alla coperturadi alcune fermate per manutenzione di impianti

turbogas. In questo caso, è risultata strategica lariqualificazione dei riscontri analitici forniti dallaboratorio interno di analisi dei lubrificanti,consentita grazie all’approvvigionamento dinuova strumentazione e al consolidamento dellecollaborazioni con istituti ed enti di ricerca».

Di contro, quali sono le principali criticitàriscontrare nei vostri mercati di riferimento? «La congiuntura europea e la stagnazione in cuisi trova l’economia Italiana, risultano evidentidalla mancanza di investimenti nei settori trai-nanti. Tra i nostri clienti rientrano diverse accia-ierie e inevitabilmente il rallentamento di partedei loro mercati ha avuto ripercussioni sulle ven-dite e sulla propensione ad investire».

Nello specifico, quali sono i vostri target diriferimento sul mercato? «I costruttori di componenti o impianti oleodi-namici si rivolgono a noi per la realizzazione dinuove unità di testing e per l’aggiornamento o lamanutenzione delle unità già in possesso. I pro-duttori di impianti di perforazione o per la ge-nerazione dell’energia ci consultano per la de- › ›

OilSafe ha strutturato negli anni due divisioni principali: La Hydraulic Division,attiva dal 1995 per la progettazione, realizzazione e manutenzione di impiantioleodinamici di potenza, regolazione e testing; la Power Generation/Oil&GasDivision attiva dal 2001 per la fornitura di servizi di analisi e decontaminazionedi lubrificanti e impianti in realtà legate alla generazione dell’energia e agliimpianti di perforazione ed estrazione di idrocarburi. I programmi dimanutenzione predittiva OilSafe nascono dall'evidenza statistica che l'80% dirotture e guasti negli impianti oleodinamici e di lubrificazione sono causati daolio inquinato, come conseguenza di interventi di monitoraggio emanutenzione inadeguati. La collaborazione e il supporto di università, centri diricerca e centri per l'innovazione, consentono di attingere a conoscenzespecifiche per la realizzazione di studi e analisi approfondite.

Le divisioni

Alessandro Campi

Page 52: Dossier Emilia Romagna 01 2012

contaminazione dei circuiti in fase di costruzionedi impianti nuovi o nel corso di importanti in-terventi di manutenzione. Gli utilizzatori finali,invece, affiancano i nostri servizi specialistici digestione della contaminazione, alle loro attività dimanutenzione, anche per ridurre i costi delle as-sicurazioni grazie alle certificazioni rilasciate».

Cosa rappresentano per voi i mercati esteri? «Ad oggi il mercato estero rappresenta il 30 percento del nostro fatturato, realizzato principal-mente attraverso l’appoggio di multinazionaliche dopo aver beneficiato del nostro supporto instabilimenti italiani, decidono di replicare le so-luzioni adottate negli stabilimenti esteri».

Buona parte dei guasti e dei problemi negliimpianti oleodinamici sono causati dalla pre-senza di particelle solide, acqua o morchie ne-gli oli. Le imprese del settore quanto sonoconsapevoli di questa incidenza? «La sensibilità sulle tematiche della contamina-zione del fluido è cresciuta notevolmente in que-sti anni. All’incremento di questa sensibilità,hanno sicuramente contribuito gli Oem e i co-struttori di componenti e macchinari che neglianni sono diventati sempre più esigenti in mate-ria di pulizia di fluidi e componenti».

A tal proposito, quali effetti ha l’utilizzodelle vostre soluzioni sugli impianti? «Una corretta gestione della contaminazione difluidi e impianti oleodinamici e di lubrificazioneconsente un considerevole incremento nella lorodurata. Conseguentemente si riducono i costiper manutenzione, ricambi e fermi macchina, eper fluidi lubrificanti, che in quanto ‘rifiuti alta-mente inquinanti’, risultano soggetti a specifici

obblighi normativi». Applicando sistematicamente questo ap-

proccio alla materia, i vantaggi si moltipli-cano.«Sicuramente è possibile standardizzare la com-ponentistica utilizzata su differenti tipologie diimpianti, rivedere le soluzioni obsolete e ridurrei consumi energetici, rendendo gli impianti stessipiù efficienti, più affidabili e ovviamente menocostosi da mantenere».

Quali saranno le innovazioni più impor-tanti che proporrete nel prossimo futuro? «Il futuro di OilSafe passa per l’integrazione ditutti questi servizi in “pacchetti” che possano co-prire le principali esigenze di costruttori e utiliz-zatori di impianti oleodinamici e di lubrifica-zione, in un mondo in cui è sempre più difficileammortizzare l’acquisto di sistemi nuovi e sem-pre più necessario ottimizzare l’utilizzo degli im-pianti esistenti».

E per quanto riguarda le sfide che attende-ranno la OilSafe nel 2012? «L’obiettivo primario è quello di dare continuitàal lavoro di questi anni. In questo senso ci sonotre priorità: il potenziamento della distribuzionedei prodotti a marchio MOOG, multinazionaleamericana, leader mondiale nei sistemi di rego-lazione oleodinamici, di cui OilSafe è partner econcessionaria unica per l’Emilia Romagna; ilrafforzamento della presenza sul territorio regio-nale; il consolidamento delle attività di deconta-minazione di fluidi e impianti in gruppi indu-striali strutturati, che consenta di rendere OilSafepiù forte d’innanzi alle ripercussioni derivantidalla variabilità dei mercati».

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È possibile ridurrei consumi energetici,rendendo gli impianti piùefficienti, affidabilie ovviamente meno costosida mantenere

66 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

TECNOLOGIE

Page 53: Dossier Emilia Romagna 01 2012
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68 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

Nonostante sia avversata da piùfronti, la plastica continua a es-sere il materiale di base di molteproduzioni industriali. Anche

grazie al fatto che questa può essere facilmentericiclata e che esiste una raccolta differenziataspecifica per i prodotti composti di plastica.La quasi totalità degli oggetti in plastica chequotidianamente si utilizzano vengono co-struiti attraverso stampi, che negli anni sistanno evolvendo nelle loro potenzialità tec-nologiche, permettendo la realizzazione diforme sempre più sofisticate. Come spiegaAlessandro Poli, titolare della Cantelli e Poli,azienda specializzata nello stampaggio di ma-terie plastiche: «Attualmente sono in imple-mentazione degli stampi di nuova generazioneche sfruttano un'innovativa tecnologia. Per-mettendo l’utilizzo di più figure rispetto aquelle usate tradizionalmente, passando da

trenta figure al doppio».Com’è organizzata la vostra produzione?

«La nostra azienda esegue internamente tutti ipassaggi connessi con lo stampaggio delle ma-terie plastiche, dalla progettazione dellostampo alla prototipizzazione e si concludeovviamente con la realizzazione dello stampo.Eseguiamo tirature dai grandi numeri. Per fareun esempio, per il settore della caccia, produ-ciamo le borre per le cartucce in una quantitàdi circa 800 milioni di pezzi ogni anno. La no-stra forza è quella di avere costantemente unapprovvigionamento consistente di materiaprima, in questo modo siamo nelle condizionidi evadere in poco tempo anche un ordine ur-gente di molti pezzi. Abbiamo a disposizionequaranta macchine orizzontali di stampaggioa iniezione che possono lavorare pezzi di variedimensioni e pesi – da un minimo di 1grammo a 1 kg».

Cantelli e Poli Srl

ha sede a Granarolo

dell’Emilia (BO)

www.cantelliepoli.it

Dalla progettazione e prototipizzazione degli stampi all’imballaggio e alla logistica.

Un sistema integrato di produzione di oggetti in materiale plastico studiato per affrontare

i grandi numeri. Ne parla Alessandro Poli

Manlio Teodoro

Lo stampaggio in plasticaper alte tirature

Page 55: Dossier Emilia Romagna 01 2012

Alessandro Poli

EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 69

Si parla sempre genericamente di plastica,nella pratica esistono differenze fra i varimateriali che utilizzate?«L’esperienza maturata negli anni ci permettedi scegliere le materie prime più adatte in basealle esigenze di prodotto da realizzare. Pos-siamo utilizzare materiali di alta qualità – cor-redati da schede di sicurezza, certificati Rhose forniti di dichiarazione di conformità ali-mentare –, come pure materiali meno pre-giati per prodotti di minori pretese. In ognicaso, in base alle esigenze dei nostri partner,siamo in grado di garantire la massima flessi-bilità e disponibilità di materiali, pesi, di-mensioni e quantitativi prodotti, in modo daottenere un risultato ottimale».

Come realizzate i vostri stampi?«Disponiamo di un’attrezzeria dotata delle piùsofisticate tecnologie Cad Cam, in grado disoddisfare le più esigenti richieste di proget-tazione di stampi in acciaio bonificato e tem-prato. I nostri tecnici, inoltre, sono a disposi-zione per intervenire tempestivamente perogni eventuale modifica o effettuare ripara-zioni di emergenza su accidentali rotture chepossono manifestarsi in corso di produzione.Fra i macchinari che utilizziamo nella nostraattrezzeria abbiamo elettroerosioni a tuffo, fre-satrici a controllo numerico e macchinari direttifica».

Vi occupate anche degli aspetti di logi-stica?«Quotidianamente il materiale pronto a usciredallo stabilimento viene caricato e trasportatoverso tutte le destinazioni utili ai nostri par-tner. Garantiamo la miglior accuratezza negliimballaggi per mantenere nei trasporti e neglistoccaggi la massima integrità del prodotto. Inparticolare offriamo un servizio di avvolgi-mento automatico dei bancali con film esten-dibile che assicura una perfetta tenuta».

Quali sono le tappe fondamentali nellastoria della vostra impresa?«La nostra società è nata nel 1969 – alcuni deinostri partner più importanti lavorano connoi dalla fondazione e con questi abbiamoimpostato un rapporto strutturato che ci per-mette di offrire un bagaglio completo di com-petenze tecniche. Un momento di svolta èstato il 1999, quando la nostra trentennaleesperienza sul mercato ha permesso la forma-zione di un nuovo staff giovane e dinamicopassato alla dirigenza della società. Questomomento è coinciso anche con un rinnova-mento dei macchinari con l’introduzione dellepiù moderne strumentazioni».

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L’esperienza maturata negli annici permette di sceglierele materie prime più adattein base alle esigenze di prodottoda realizzare

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TECNOLOGIE

Èstato stimato che sono appena sette isecondi che un consumatore impiegaa scegliere un prodotto fra quelli espo-sti sullo scaffale di un supermercato.

In questo brevissimo intervallo di tempo l’eti-chetta diventa quasi l’abito del prodotto e ne rap-presenta il principale veicolo di comunicazione.Non a caso nel disegno di una veste grafica rico-noscibile e d’impatto – realizzata con supporti in-consueti e stampata con inchiostri speciali – si in-vestono consistenti risorse. E si utilizzanotecnologie di stampa e realizzazione raffinate perincrementare il potere di attrazione del prodotto,concorrendo ad aumentare le probabilità di sceltae acquisto. Al contempo, l’etichetta può anchesvolgere altre funzioni: può essere usata per ri-chiudere il prodotto o per mantenerne la fre-schezza. O ancora per esporlo, per suggerirne ilgusto o il profumo. Però l’etichetta ha ancheun’altra funzione importantissima: quella di ga-rantire l’autenticità del prodotto. Parliamo diquesti temi con la proprietà di Idea srl, Massi-miliano Bacchieri, uno dei membri della fami-glia, specializza da più di 30 anni nella produ-zione di etichette adesive.

Il tema della contraffazione dei prodotti èoggi molto attuale. Quali garanzie danno letecniche di etichettatura?«Oggi sono disponibili delle innovative solu-zioni di etichettatura anticontraffazione, adatteanche a essere applicate su beni di lusso ad altovalore unitario. Ma anche a impedire la con-traffazione di buoni sconto o bollini per le rac-colte promozionali. Ovviamente questa stessatecnologia viene impiegata per limitare la possi-bilità di contraffare i prodotti di marca dei settorimerceologici più comuni – dall’enoalimentarealla cosmetica e al farmaceutico da considerarsidi notevole impatto la diffusione di etichetta a ra-diofrequenza denominate RFID che produciamoormai da diverso tempo. Siamo inoltre partnertecnici e realizzativi di tecnologie RFID conl’università degli studi di Parma, RFID Lab,nonché Laboratorio Accreditato dal MIUR (Mi-

Famiglia Bacchieri,

proprietaria

della Idea Srl,

Vicofertile (PR)

www.rolmarkem.itwww.idea-paper.it

Le nuove funzioni dell’etichettaIdentificare il marchio e spingere

all’acquisto. Queste le funzioni classiche

dell’etichetta. Oggi però può diventare

anche garanzia contro la contraffazione

e misura antitaccheggio. Ne parliamo

con Massimiliano Bacchieri

Valerio Germanico

72 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

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nistero Istruzione Università dellaRicerca). Ci vediamo impegnati inprogetti di ricerca e sviluppo tec-nologico per l’ideazione di eti-chette antitaccheggio innovativecon lo scopo di coniugare l’inno-vazione a costi contenuti. Lo scopoè quello di poter applicare nuoveetichette intelligenti ai beni di largoconsumo».

Considerando anche la vostra collocazionegeografica, quanto è stata importante perl’azienda la creazione di etichette per il settorealimentare?«Essere al centro della Food Valley italiana èstato fondamentale. La nostra storia ha avuto ini-zio 30 anni fa proprio con la fornitura di eti-chette per prodotti alimentari. Nel tempo siamoriusciti a rispondere in modo efficace alla richie-ste di partner sempre molto esigenti sul pianoqualitativo, ma estremamente attenti ai costi.Produrre le etichette per prodotti tipici della no-stra regione, ma esportati in tutto il mondo, hapoi contribuito a raggiungere una specializza-zione sempre più sofisticata».

Come si svolge l’elaborazione tipograficadelle vostre etichette?«Abbiamo uno studio grafico dedicato, che ciconsente di assistere i nostri partner dalla sem-plice modifica di un particolare fino allo svi-luppo creativo di una nuova etichetta. Il serviziodi prestampa è in grado di trattare ogni tipo dioriginale, sia su supporto cartaceo sia elettronico.Nel caso di nuove etichette, prima dell’approva-zione definitiva, presentiamo un capitolato tec-nico e una scheda corredata di bozze definitive eprove colori. Abbiamo 6 linee produttive per lastampa tipografica, flessografica, serigrafica, in ri-lievo e a caldo – le varie tecniche possono ancheessere combinate».

E per quanto riguarda i materiali?«Grazie all’integrazione della produzione di cartaautoadesiva, siamo in grado di garantire, oltre alleproduzioni standard, anche produzioni speciali.Possiamo adesivizzare qualsiasi materiale, dalcartoncino al film metallico ai tessuti. Utiliz-ziamo vari tipi di inchiostri standard e speciali,inchiostri profumati, sensibili al calore, fosfore-scenti, a rilievo, metallici e ologrammati. La fe-deltà dei colori è garantita nel tempo dallo spet-trofotometro impiegato nella preparazione delcolore e dai colorimetri elettronici impiegati nelcontrollo periodico della produzione».

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Oggi sono disponibili innovativesoluzioni di etichettaturaanticontraffazione

Massimiliano Bacchieri

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TECNOLOGIE

Con l’esperienza sviluppata a con-tatto con i produttori della cosid-detta food valley, la tecnologia ita-liana per la lavorazione industriale

di salumi e formaggi sta per approdare al-l’estero. L’abitudine di consumare pasti ve-loci ma nutrienti, ha imposto anche all’indu-stria tradizionale del formaggio Grana l’avviodi una linea di prodotti in monoporzione.L’industria dell’automazione alimentare ha ri-sposto a questa esigenza proponendo diversepossibilità di presentazione del prodotto, cre-ando macchinari per realizzare design a cu-betti, stick e scaglie. «Abbiamo cominciato lanostra attività nel settore della lavorazione delformaggio realizzando tecnologie per il taglioproporzionato - spiega Antonio Gelmini, ti-tolare dell’omonima società – che ci ha per-messo di conoscere da vicino la realtà di tuttii produttori di formaggio Grana e le loro esi-genze. Abbiamo in seguito introdotto, neglianni, le nuove tecnologie per il monopor-zione. Da sempre, il 99% delle aziende che la-vorano questo formaggio sono nostri partner.A queste forniamo non solo macchine tecno-logicamente innovative, ma anche un servizio

di consulenza».Come si è tradotta

la vostra esperienzacon i prodotti tipicidel vostro territorio inuna proposta di mac-chinari anche per leproduzioni estere?«Il successo ottenuto inItalia e il consolidatorapporto con i produt-tori locali sono stati lostimolo per trasferire ilnostro know how an-che sui formaggi a pasta

semidura e tenera. Abbiamo così progettato lemacchine per il taglio in fette a peso fisso e perla porzionatura di forme rotonde anche digrosse dimensioni. Grazie a questo tipo dimacchine intendiamo svilupparci anche nelmercato estero, in particolare in quello delNord Europa, consumatore di formaggi ditipo Emmentaler. Quello che le nostre mac-chine garantiscono è una diminuzione dei co-sti legati alla manodopera e inoltre una grandefacilità nell’uso e nella manutenzione».

In che modo la vostra azienda si è evolutafino a raggiungere questa specializzazione?«Il nostro sviluppo si può suddividere in treperiodi. Inizialmente ci occupavamo esclusi-vamente della produzione di macchine per ilconfezionamento sottovuoto degli alimenti. Inseguito siamo passati alla progettazione e pro-duzione di macchine per la lavorazione delprosciutto stagionato. In questa fase, corri-spondente al nostro momento di massimosviluppo, il settore delle carni e quello delprosciutto, subirono però una significativaflessione. In quel momento – a metà deglianni Novanta – che decidemmo di affrontarecon decisione il settore del formaggio, chefino ad allora avevamo soltanto sfiorato».

Quali sono state le vostre strategie per

Dalla food valley al Nord Europa

Antonio Gelmini,

titolare della Gelmini Srl

di Langhirano (PR)

www.gelminimacchine.com

La tecnologia sviluppata per

lavorare il Grana viene declinata per

macchine destinate alle lavorazioni

di formaggi tipici di altri Paesi.

Antonio Gelmini spiega come

si sono evoluti i sistemi

per l’industria alimentare

Luca Cavera

74 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

Page 59: Dossier Emilia Romagna 01 2012

Antonio Gelmini

EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 75

entrare in contatto con le diverse realtàproduttive del settore alimentare?«Abbiamo sempre scelto di stabilire un con-tatto diretto con ogni singolo partner, inmodo da conoscerne le esigenze, ma anchequello che è l’andamento del mercato e le so-luzioni che richiede per il superamento delleproblematiche che via via si incontrano.Quando entrammo nel settore delle macchineper la lavorazione del formaggio, la richiestaera quella di una maggiore ottimizzazione dicosti e tempi e quindi la nostra azienda ha in-vestito e lavorato in questa direzione. Sononate così le macchine per la porzionatura apeso fisso, per la raschiatura e per il taglio de-dicate al grana. Inoltre, la necessità di recu-perare gli sfridi di produzione, ci ha indiriz-zati verso il completamento di una gamma di

grattugie che, grazie alle sue innovative

peculiarità, ha trovando ampio consenso neiproduttori».Quali garanzie di praticità dal punto di vi-sta igienico garantiscono le vostre mac-chine?«Le nostre macchine sono completamenterealizzate in acciaio inox e tutte le parti acontatto con il prodotto sono facilmente ri-movibili, in modo da permettere una totale eperfetta igienizzazione. Questo è un fattorefondamentale nella progettazione di un mac-chinario – ma anche dei singoli componenti– destinato a processare alimenti».

Oltre alla conquista del mercato nordeu-ropeo, quali sono i vostri progetti futuri?

«Stiamo studiando soluzioni perottimizzare la manipolazione deiformaggi sia a pasta dura che apasta tenera nella fase di confe-zionamento. Inoltre, il mo-mento economico che stiamo at-

traversando ci invita aproporre un restyling e un

aggiornamento delle macchinegià vendute. Abbiamo così con-cepito un progetto che ingloberàle più recenti innovazioni, per-

mettendo ai nostri partner fideliz-zati di tenere il passo con i tempi, investendorisorse minime».

~

Il successo ottenutoin Italia è stato lo stimoloper trasferire il nostroknow how anche suiformaggi a pasta semidurae tenera, come quellidi tipo Emmentaler

Page 60: Dossier Emilia Romagna 01 2012

Tutte le province del territorio del-l’Emilia Romagna esprimono grandieccellenze con le produzioni agroali-mentari. Non a caso queste sono co-

nosciute, apprezzate – e imitate – anche fuori re-gione e in alcuni casi anche oltre i confininazionali. È in questo contesto che si è sviluppata,

di pari passo all’evolu-zione e all’industrializza-zione dei sistemi produt-tivi, la competenza perla progettazione e lo svi-luppo di tecnologie perl’automazione delle im-prese agroalimentari.Questo know how oggisi propone anche al-l’estero. «Il nostrogruppo – spiega Lorenzo

Cottignoli, presidente di Greentechnology – sipropone di trasferire nei paesi che si sono affac-ciati di recente sulla scena internazionale le più in-novative tecnologie studiate per le lavorazionidelle imprese agroalimentari».

Quali sono le vostre soluzioni di enginee-ring?«Poiché la tecnologia deve sempre corrisponderealle esigenze e alla realtà di chi la deve utilizzare,sviluppiamo sempre soluzioni personalizzate. Ela-boriamo i nostri progetti partendo dall’analisi edalla conoscenza diretta dei diversi mercati e,soprattutto, dalle esigenze proprie di ogni im-prenditore. Per noi, infatti, non esistono progettiche siano sempre validi: ogni richiesta prevedeuno studio e una soluzione adeguata allo speci-fico ciclo produttivo con modalità operative piùefficaci che al contempo rispettino l’ambiente».

La creazione di soluzioni personalizzate

La tecnologia sviluppata per l’industria agroalimentare della regione si espande all’estero.

Soluzioni e impianti personalizzati per la gestione del prodotto agricolo dal seme

al packaging. La parola a Lorenzo Cottignoli

Manlio Teodoro

Dall’analisi di mercatoal progetto dell’impianto

76 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

Page 61: Dossier Emilia Romagna 01 2012

Lorenzo Cottignoli

quali servizi postvenditacomprende?«Siamo in grado di consegnareimpianti e stabilimenti secondola modalità del chiavi in mano.Completano la collaborazionela fornitura di tutte le tecnolo-gie necessarie a comporre le li-nee di produzione. Dopo la realizzazione delprogetto, inoltre, siamo disponibili per suppor-tare la clientela nel raggiungimento degli obiet-tivi mediante la formazione del personale, l’assi-stenza durante la fase di avviamentodell’impianto e l’ottimizzazione del processo pro-duttivo attraverso un’articolata attività di consu-lenza: dagli studi di fattibilità alle analisi finan-ziarie. Si perfeziona il servizio con gli strumentidi ricerca di mercato e verifica dei fornitori, ol-tre alla progettazione generale e dettagliata dei la-vori, l’assistenza contrattualistica, il project ma-nagement, la programmazione e direzione lavori,assistenza ai montaggi e avviamenti, collaudi e as-sistenza tecnica».

Quali sono i settori specifici con i qualiavete lavorato?«Abbiamo realizzato impianti per la frigocon-servazione di frutta e verdura, il confeziona-mento di prodotti freschi e la produzione di sur-gelati, succhi, polpe e cremogenati di vegetali.Inoltre impianti di essiccamento per pomodori,prodotti ortofrutticoli, impianti automatizzatiper il trattamento e l’insilaggio di cereali. In am-bito enologico, abbiamo realizzato impianti perla produzione, l’imbottigliamento e il magazzi-

naggio. Per vari prodotti – surgelati e non – ab-biamo progettato centri logistici e magazzini au-tomatici. Infine, impianti per la produzione dienergia da biomasse solide o liquide – biodige-stione, gassificazione e combustione».

Quali risultati avete raggiunto attualmentedal confronto con i mercati internazionali?«Abbiamo maturato le nostre competenze, cheriguardano l’intero processo agroindustriale,dalla produzione agricola alla realizzazione deiprodotti alimentari, all’interno delle principaliimprese agroalimentari del gruppo Legacoop.Questo ci ha permesso – e l’attuale congiunturaeconomica in Italia e in Europa ha spinto inquesta direzione – di trasferire il nostro knowhow consolidato verso i mercati che oggi pro-mettono importanti margini di crescita. Oltreal mercato italiano ed europeo, che comunquenegli ultimi anni sta evidenziando un calo de-gli investimenti, Greentechnology mantienerapporti commerciali per almeno il 50% delproprio volume d’affari con l’Argentina, il Bra-sile, i paesi africani del bacino del Mediterraneo,i paesi arabi e il Medio Oriente, la Russia, le re-pubbliche ex sovietiche e la Repubblica Popo-lare Cinese».

In apertura, Lorenzo

Cottignoli, presidente

di Greentechnology,

Ravenna

www.greentechnology.it

❝~

Abbiamo maturato le nostre competenzeall’interno delle principali impreseagroalimentari del gruppo Legacoop

EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 77

Page 62: Dossier Emilia Romagna 01 2012

78 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

L’ottimizzazione dell’uso degli antiparassitari

attraverso le ultime tecnologie garantisce

un buon raccolto attraverso un minimo utilizzo.

Con buona soddisfazione dell’ambiente.

La parola a Pietro Guizzardi

Nicoletta Bucciarelli

Dietro la buona resa di un frutteto

Tifone srl ha la sede a Ferrara

www.tifone.com

TECNOLOGIE

Tutti gli alimenti destinati al consumoumano o animale nell’Unione Euro-pea sono sottoposti a un limite mas-simo di residui di antiparassitari nella

loro composizione, in modo da proteggere la sa-lute degli animali e dell’uomo. Questa disposi-zione ha comportato necessariamente degli ade-guamenti per quelle realtà come la Tifone che dal1955 costruisce macchine per trattamenti anti-parassitari nei frutteti. «L’adeguamento alle disposizioni europee è ve-nuto in maniera spontanea e naturale, graziealla nostra “visione”, sempre orientata a forniretecnologia utile al cliente, e non fine a se stessa»,spiega Pietro Guizzardi, titolare e fondatoredell’azienda di Ferrara. «A questo proposito i

Page 63: Dossier Emilia Romagna 01 2012

Pietro Guizzardi

EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 79

nuovi apparati Torre Dielectric e AspirazioneAnteriore Dielectric sono stati progettati pen-sando alla simmetria assoluta. Questa peculia-rità, confermata nei test eseguiti, garantisce lastessa quantità d’aria in uscita in ogni settoredell’apparato irrorante, con l’enorme vantaggioche l’agricoltore, per avere garantita la buonariuscita del trattamento, non ha bisogno di ec-cedere nell’irrorazione su un lato per compen-sare la carenza di simmetria rispetto all’altro,ma può ottimizzare in maniera pressoché per-fetta, la quantità di prodotti fitosanitari. È perquesto motivo che le disposizioni europee nonci hanno penalizzato, tutt’altro».I cambiamenti che hanno interessato il mercatodi riferimento dell’azienda si rispecchiano nellepolitiche aziendali. «Come in ogni settore tec-nologico», precisa il fondatore Guizzardi «an-che nella meccanica ad uso agricolo si è rispo-sto a due principali esigenze: incrementare laproduttività, che nel nostro ambito si traducenell’incremento della resa di un frutteto, e ren-dere lo sviluppo tecnologico un vantaggio peri nostri clienti».Producendo macchine per trattamenti anti-parassitari, l’operato della Tifone si lega ine-quivocabilmente alla causa ambientale. «Ot-timizzare la distribuzione di prodottiantiparassitari, cioè utilizzarne il minimo in-dispensabile per garantire un buon raccolto,

è un’esigenza imprescindibile e primaria» pre-cisa Guizzardi. «Già da tempo abbiamo ca-pito questa necessità concentrando una no-tevole quantità di sforzi nel ricercaresoluzioni orientate alla riduzione della quan-tità di prodotti antiparassitari distribuiti.Questo è stato fatto con idee come ad esem-pio l’Elica a Passo Variabile, e con i nuovi ap-parati Torre Dielectric e Aspirazione Ante-riore Dielectric, che permettono l’utilizzo delsistema Dielettrico a Polarizzazione assolutaE±S per ridurre l’effetto della deriva e mi-gliorare la distribuzione fogliare dei prodottifitosanitari».La Tifone è stata la prima azienda italiana a co-struire macchine per i trattamenti antparassitarinei frutteti. «Negli anni 50 si trattava tutto amano, con lance e lunghi tubi, spesso da tra-scinare faticosamente nel fango. Da allora adoggi, tutti i nostri sforzi si sono orientati a for-nire all’agricoltore delle apparecchiature pro-gettate per le specifiche esigenze in adempienzaalle Normative Europee che sensibilmente sifanno sempre più restrittive».

❝~

Utilizzare il minimo indispensabiledi antiparassitari per garantireun buon raccolto è un’esigenzaimprescindibile e primaria

Page 64: Dossier Emilia Romagna 01 2012

IL COMPARTO DELLA PLASTICA

86 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

Il 2012 sarà decisivo per il mondo dellaplastica. Negli ultimi anni il settore hadovuto rispondere a una sempre piùmarcata attenzione nei confronti del-

l’impatto ambientale. Non solo, il compartodeve anche fare fronte a una concorrenzasempre più agguerrita da parte degli attori ci-nesi, ormai onnipresenti sul mercato. Ma no-nostante le criticità, non sono poche le im-prese italiane del campo a registrarecambiamenti positivi, o almeno confortanti,e tra queste merita una menzione anche laTecnoplastica, azienda individuale sita aParma e inserita nel commercio e nella di-stribuzione di granuli plastici. «Tanto il diffi-cile momento economico quanto i pregiu-dizi che ancora permangono a riguardo dellaplastica – commenta Paola Casali, a capo del-l’azienda fondata dal padre, attuale presidentedel Consiglio d’Amministrazione, GiuseppeCasali – hanno portato alla chiusura di molteattività di trasformazione del materiale pla-stico, ma non per questo bisogna sminuire ilfatto che, al contempo, molte altre si sono af-facciate sul mercato, specializzandosi nellevarie applicazioni del granulo plastico e pre-sentando nuovi e interessanti prodotti».

Parlando, nello specifico, della vostra re-altà imprenditoriale, quali difficoltà prin-cipali avete dovuto affrontare nel corso del2011 e come le avete risolte?«La problematica più importante a cui ab-biamo dovuto far fronte è stata quella dellascarsa puntualità nei pagamenti delle forni-ture, che, soprattutto in un periodo di crisieconomica come quello che stiamo vivendo,crea un continuo e dannoso ricorso al creditobancario, sempre più difficile da ottenere emeno vantaggioso di un tempo. La Tecno-

I granulati trainano il settore della plasticaNonostante per il 2012 le previsioni relative

al comparto della plastica non siano delle migliori,

nel settore stanno nascendo molte nuove aziende,

in particolare nell’ambito dei granuli.

Il punto di Paola Casali

Emanuela Caruso

Page 65: Dossier Emilia Romagna 01 2012

Paola Casali

EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 87

plastica è riuscita a barcamenarsi in tale si-tuazione e a risentirne in minima parte attra-verso una politica di studio, di informazionesui potenziali nuovi clienti a cui rivolgersi e dimonitoraggio degli utenti storici».

Quali prodotti commercializza la Tecno-plastica e a quali settori e mercati di riferi-mento sono indirizzati?«La nostra impresa commercializza e distri-buisce svariati tipi di granuli plastici, dalle re-sine plastiche ai granulati termoplastici, dallematerie plastiche al polistirolo, fino ad arri-vare al polipropilene e ai tecnopolimeri.Siamo in grado di coprire tutti i settori di uti-lizzo di questi materiali e in particolare ilcampo del giocattolo, la farmaceutica, l’edi-lizia e l’imballaggio, in modo da garantireall’azienda una notevole differenziazione set-toriale. Questa strategia si è dimostrata vin-cente soprattutto nell’ultimo periodo perchéha evitato ripercussioni negative sul trend disviluppo dell’attività nei casi di calo di do-manda di alcuni specifici settori di applica-zione. Il nostro mercato di riferimento èquello nazionale e le vendite si concentranoin Lombardia, Emilia Romagna, Veneto ePiemonte».

Quale filosofia aziendale sta alla base del-l’attività della Tecnoplastica?«Sin dal 1972, anno di fondazione della so-cietà, l’azienda è stata impostata sui principidi affidabilità, sincerità e correttezza ed è stataguidata dalla consapevolezza che un mercatofortemente concorrenziale non crea serenità e

collaborazione né tra i vari competitorné tra il bacino d’utenza, ostacolandocosì la crescita del settore e disperdendoimportanti risorse e risultati. Al contra-rio, lo staff della Tecnoplastica è con-vinto che una sana competitività porti al mi-glioramento tanto del proprio ambito diriferimento quanto del mercato, creando cer-tezze e opportunità per la propria attività».

Da sempre, la Tecnoplastica pone grandeattenzione e investe grandi quantità di ca-pitale nel reparto logistico dell’azienda.«Sì, in questo modo, e facendo leva anchesulla solvibilità e sull’affidabilità che caratte-rizzano la nostra società, siamo riusciti acreare canali di distribuzione, sia di prodottigià conosciuti che di nuovi articoli, ben or-ganizzati e funzionanti. Per questo motivo, cisiamo posti come obiettivi da raggiungeredurante il 2012 il consolidamento dell’atti-vità di vendita e distribuzione e l’amplia-mento di quest’ultima anche in quelle re-gioni italiane in cui la nostra presenza èancora minima o poco sviluppata».

Da sinistra, Paola, Giuseppe

e Gianluca Casali della società

Tecnoplastica di Parma

www.tecnoplasticaparma.com

~

Nonostante la situazionedel comparto plastico sia poco rosea,sono tante le imprese del campoa registrare cambiamenti positivi,o almeno confortanti

Page 66: Dossier Emilia Romagna 01 2012

92 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

L’Italia è il secondo maggior mercatodell’automazione industriale d’Eu-ropa, preceduto soltanto dalla Ger-mania. Non solo, l’automazione in-

dustriale, insieme alla componentistica elettrica,rappresenta da sempre una grande eccellenza del“made in Italy”. Ecco spiegati i motivi per cuiquesto settore, nel nostro Paese, gode di un’at-tenzione particolare, volta al miglioramento co-stante e all’innovazione continua. La maggiorparte delle aziende specializzate in tale ambitosi concentra nell’area formata da Lombardia edEmilia Romagna, bacino in cui sorgono circa il70% degli stabilimenti produttivi, e il baricen-tro indiscusso del polo dell’automazione èParma, che vanta la maggiore densità di opera-tori del settore in Italia. Tra le tante imprese par-mensi spicca la Rimar, fondata più di trent’annifa da Giovanni Marcotti e Bruno Riccò. «La no-stra società – spiega Giovanni Marcotti – è dasempre orientata all’innovazione tecnologica ealla soddisfazione delle svariate esigenze delmercato, e in campo nazionale si posiziona trale aziende leader per la realizzazione di soluzioni

industriali elettroniche ed elettromeccanicheper l’automazione di processi produttivi». Un valido e moderno impianto industriale nonè solo una serie di automatismi, ma anche un fe-lice connubio tra creatività e professionalità,ragion per cui ai clienti operanti nei settori ali-mentare, cosmetico chimico, chimico farma-ceutico, manifatturiero civile, plastico e vetrario,Rimar offre «impianti concepiti secondo i criteridi modularità, espandibilità e integrabilità, cosìda consentire la massima flessibilità delle auto-mazioni realizzate. Inoltre, i quadri elettrici e dipotenza di controllo vengono progettati e co-struiti in base alle specifiche richieste dei com-mittenti e secondo le più rigorose disposizioni

L’Emilia Romagna guadagna la prima posizione

per densità di imprese specializzate nell’ambito

dell’automazione industriale e fa di Parma il centro

nevralgico di tale settore. Il commento

di Giovanni Marcotti e Bruno Riccò

Emanuela Caruso

La Rimar e la Cosma

hanno entrambe sede

a Parma

www.rimar.itwww.cosmapr.it

Parma capitale dell’automazione

Page 67: Dossier Emilia Romagna 01 2012

EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 93

tecniche e normative». Tutte le fasi del ciclo produttivo della Rimar,dalla progettazione al montaggio al collaudo,sono svolte all’interno dell’azienda, che in primapersona si occupa anche della scelta dei mate-riali e dei componenti. «Poniamo grande at-tenzione durante la scelta dei dispositivi e dellacomponentistica che andrà a formare i nostriprodotti – continua Giovanni Marcotti –; inquesto modo garantiamo la sicurezza e l’affida-bilità degli impianti e la pronta disponibilità dipezzi di ricambio». Nel 1990, a completamento della Rimar, i duetitolari danno vita alla Cosma, società specia-lizzata nella progettazione e costruzione di mac-chine e impianti industriali. «Tutti i macchinarisviluppati – commenta Bruno Riccò – sono ela-borati seguendo le esigenze peculiari di ognicliente e usufruendo delle migliori tecnologieesistenti in commercio, quali ad esempio 2DAutodesk Autocad e 3D Autodesk Autocad In-ventor. Tutta l’attività, inoltre, viene integrata inmodo da produrre documentazione conformea quanto previsto dal Sistema di Qualità Iso9001 e dalla Direttiva Macchine in merito allamarcatura CE. La nostra struttura aziendale, in-fine, ci consente di effettuare studi di fattibilità,di progettazione, di produzione e di installa-zione presso il cliente finale di macchine e im-pianti “chiavi in mano”». I prodotti realizzati da Cosma sono tantissimie si rivolgono ad altrettanti settori del mercatoitaliano. «La nostra officina – conclude BrunoRiccò – è in grado di realizzare carpenterie dimacchine con tubolari, profili o lamiere; com-ponenti meccanici; rulliere e nastri trasporta-tori; elevatori e discensori; navette; e sistemi di

pesatura, dosaggio e confezionamento; occu-pandosi delle varie fasi di montaggio, installa-zione, avviamento, manutenzione e revisione. Isettori di nostra competenza sono quelli del-l’industria alimentare, degli impianti di palet-tizzazione di cartoni e flaconi, della movimen-tazione interna, elevamento e convogliamento,delle macchine automatiche e speciali, e deinastri per trasporto prodotti». L’alta qualità degli impianti e dei compo-nenti, l’assistenza di uno staff tecnico alta-mente qualificato, la filosofia innovativa allabase dell’attività e la collaborazione con lepiù grandi realtà multinazionali italiane fannodi Rimar e Cosma due partner importantiper chiunque operi nel settore dell’automa-zione industriale.

~

Tutti i macchinari sviluppati sonoelaborati usufruendo delle miglioritecnologie esistenti in commercio,quali ad esempio 2D Autodesk Autocade 3D Autodesk Autocad Inventor

Giovanni Marcotti e Bruno Riccò

Page 68: Dossier Emilia Romagna 01 2012

INNOVAZIONE

Dall’analisi svolta sui dati raccoltidall’Osservatorio brevetti, marchie domande di design realizzata pe-riodicamente da Unioncamere è

emerso che in 11 anni l’Italia ha depositato inEuropa circa 40mila brevetti, ovvero il 3,5%del numero totale di domande di brevetto pub-blicate. Con tali numeri, il nostro paese si po-siziona ottavo tra le 12 nazioni più industria-lizzate del mondo, continuando così a segnalarela scarsa dinamicità e competitività che stannocaratterizzando il mercato italiano degli ultimianni. Nonostante i dati poco confortanti, però,le società nazionali, consapevoli del ruolo fon-damentale giocato dall’innovazione e dallenuove idee, continuano a essere tante e a rea-lizzare senza sosta prodotti coperti da brevetto.Proprio tra queste si colloca l’impresa Contecodi S. Bernardino di Lugo, in provincia di Ra-venna, che sin dalla sua fondazione ha visto nel-l’evoluzione, nei miglioramenti e nelle innova-zioni il motore dello sviluppo e si è così

specializzata nella produzione di brevetti nonsolo dedicati alla realizzazione di tubi spiralatiin pvc, ma anche pensati per altri campi dellatecnica suscettibili di perfezionamento. E la Conteco, negli anni, ha avuto ragione diquesta sua attività, in quanto molti dei brevettidepositati hanno riscosso grande successo evengono attualmente utilizzati nei settori pro-duttivi e merceologici di interesse; altri sono infase di miglioramento e ultimazione, così dapoter poi essere collocati in precisi spazi com-merciali; e altri ancora sono in attesa di trovareil giusto partner con cui procedere alla produ-zione e alla commercializzazione. Un brevetto,infatti, dal momento in cui viene depositato aquello in cui viene realizzato e distribuito, puòveder trascorrere molto tempo, ma non perquesto diminuisce il valore aggiunto che con-ferisce all’azienda ideatrice, che con i suoi pro-dotti aiuta e movimenta il mercato sia in pe-riodi di prosperità che in periodi di crisi. Gliultimi brevetti presentati e depositati dallaConteco, sviluppati per risolvere piccoli pro-blemi quotidiani in modo semplice e pratico,hanno riguardato ambiti molto diversi tra loro,ma tutti hanno attirato l’attenzione del pub-blico e delle potenziali aziende investitrici. Trai più interessanti è doveroso nominare il de-

Nonostante la difficile congiuntura

economica alcune aziende italiane

continuano a ideare e sviluppare

prodotti nuovi e creativi. Diversificando

così l’offerta su un mercato sempre più

competitivo. Il caso della Conteco

Emanuela Caruso

Sotto, contenitore

“bisboccia” per

alimenti. Nella pagina

accanto, in alto il gancio

regolabile e bloccabile e

la manopola frenante.

Sotto, il deviatore

universale per docce.

Conteco ha sede

a S. Bernardino

di Lugo (RA)

www.contecosrl.com

L’innovazione a portata di brevetto

94 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

Page 69: Dossier Emilia Romagna 01 2012

Conteco

EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 95

viatore universale per docce e il gancio regola-bile e bloccabile. Il primo permette di far de-fluire l’acqua nel piatto doccia, in attesa del-l’arrivo dell’acqua calda ed evita il rischio dibagnarsi improvvisamente e di far arrivare l’ac-qua sul pavimento o sui vicini sanitari. L’ap-parecchio è costituito da un corpo installabilefra il tubo flessibile di mandata dell’acqua e il“telefono” della doccia, da un selettore aziona-bile a mano attraverso cui si può decidere dovefar defluire l’acqua e di interrompere il gettosenza variare la temperatura per il successivoutilizzo, e da un tubo flessibile aggiunto il cuicompito è quello di portare l’acqua solo nelpiatto doccia. Come molti altri brevetti dellaConteco, anche questo è universale e installa-bile su allestimenti già esistenti.Il gancio regolabile, invece, vuole risolvere iproblemi che molto spesso si presentano almomento di appendere un quadro, uno spec-chio o qualsiasi altra superficie a una parete.Con questo dispositivo, infatti, formato dauna parte mobile e una fissa, entrambe realiz-zate con dentature che rendono possibile lospostamento verso l’alto dell’una rispetto al-l’altra, diventa facile e veloce riallineare gli og-getti qualora i fori praticati nel muro non sianoperfettamente allineati. Degni di nota sono

anche i prodotti pensati peril settore alimentare e perquello del trasporto su dueruote. Analizzando la cre-scita e la diffusione delmondo del fast food e le esi-genze di una popolazioneche sempre più spesso nonpranza a casa, ma sul luogodi lavoro, la Conteco haideato il contenitore “ bisboccia” per alimenti,che va a migliorare la fruibilità dei prodotti ali-mentari da asporto. Il contenitore dispone didue valve simmetriche che, una volta aperte,fungono da piatto e da ciotola per lo scarto;è inoltre presente un bicchiere rimovibile chepermette tanto la divisione di due cibi diversiquanto quella tra cibo e oggetti non alimen-tari, come ad esempio le posate o i condi-menti confezionati monodose. Infine, l’im-presa ha sviluppato un particolaremeccanismo di frenatura da applicare alle bi-ciclette e da integrare o sostituire ai disposi-tivi standard, ovvero le leve a mano, che con-sente di frenare ruotando le manopole delmanubrio e di conseguenza di accorciare iltempo che intercorre tra percezione del peri-colo e frenata.

❝~

I prodotti coperti da brevetto rappresentanoil valore aggiunto di un’azienda che miraa migliorare e innovare i settoridel mercato italiano

Page 70: Dossier Emilia Romagna 01 2012

ELETTRONICA

98 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

Il mercato dell'elettronica è soggetto allacontinua ricerca di soluzioni tecnologi-che avanzate ed a basso costo, tale situa-zione sta spingendo molti protagonisti

del settore a delocalizzare la produzione e/o alimitarsi al solo trade. A rendere ancora piùcomplicate e confuse le dinamiche del mercatoelettronico, inoltre, ci hanno pensato, e con-tinuano a farlo, la globalizzazione, la forteconcorrenza, la reperibilità dei materiali, la ri-duzione dell’interesse per alcuni settori e l’in-cremento per altri, quali il lighting, il con-trollo dell’energia, la microelettronica e ilramo medico.È in questo scenario che le aziende italianetentano di rimanere competitive studiando emettendo in pratica apposite strategie ed èsempre in tale panorama che opera la Gr Elet-tronica di Massa Lombarda, in provincia diRavenna. «Per contrastare gli ostacoli portatidalla globalizzazione e dall’inflazione – spiegaGilberto Cristofori, titolare dell’attività in-sieme alla moglie Roberta – abbiamo cercatodi capire quale collocazione sul mercato fossela più adatta alla nostra impresa, ed essendoposizionati in una zona ad alta concentra-zione di aziende operanti in differenti settori

ma tutte accomunate dal bisogno di un par-tner di riferimento per la fornitura, la ab-biamo individuata nell’outsourcing».

Quindi, nello specifico, quali cambia-menti avete apportato alla vostra attività?«Abbiamo basato il nostro approccio su per-sonalizzazione, prestazione, affidabilità, pun-tualità nelle consegne e costi competitivi; cosìfacendo siamo riusciti ad affinare la capacitàdi gestione del prodotto durante tutto il suoiter produttivo, dalla nascita alla realizzazionefinale. Questo venire incontro alle esigenze delcliente ci ha consentito di consolidare la po-sizione della GR Elettronica tanto sul mercatoquanto presso i clienti leader dei vari settori diriferimento dell’impresa».

A tal proposito, quali sono i vostri settorid’interesse e da quali stanno derivando lemigliori risposte in termini commerciali?«Progettiamo e produciamo apparecchiatureelettroniche ed elettriche custom per moltiambiti, come ad esempio quelli industriale,elettromedicale, lighting, automotive e con-sumer. Tra questi, il settore industriale è quelloche sta risentendo maggiormente della sta-gnazione del mercato; mentre i campi chestanno tenendo bene e addirittura innovando

L’eccesso di offerta di cui soffre

il comparto elettronico ha spinto

molte imprese del settore a riflettere

sulla collocazione da far assumere

alla propria attività all’interno

del mercato nazionale e mondiale.

L’analisi di Gilberto Cristofori

Emanuela Caruso

Verso un’elettronica personalizzata

Gilberto Cristofori

e Roberta Stambrini,

titolari della

G.R. Elettronica Srl

di Massa Lombarda (RA)

insieme ai figli

[email protected]

Page 71: Dossier Emilia Romagna 01 2012

EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 99

il mondo elettronico sono quelli capaci diimplementare delle interfacce uomo-mac-china sempre più user-frendly con grafiche in-telligenti e touch-screen; delle unità di con-trollo, impiegate per la gestione di processisulle automazioni industriali; della connetti-vità, dove necessita lo scambio di dati tra lemolte piattaforme esistenti (Seriali, Wirelessecc) e del lighting, ovvero l’illuminazione conled, il cui obiettivo è di permettere un utilizzoflessibile e integrabile della luce».

Quanta attenzione ripone e quanto inve-ste la GR Elettronica in ricerca, innova-zione e sviluppo?«L’innovazione, nel nostro campo, è inces-sante e fondamentale, ragion per cui inve-stiamo in maniera costante sui processi pro-duttivi, dotandoci di strumenti in grado dimonitorarli e renderli più efficienti e veloci, ein know how, così da sviluppare applicazioniallineate agli standard di mercato e basate suprocessori sempre più avanzati e sofisticati esu grafiche user-friendly. La tecnologia delnostro settore ci pone ogni giorno primacome utenti, per studiarla e coglierne le op-portunità, e poi come azienda che deve ser-virsene per creare e migliorare i propri pro-

dotti».Quali sono le prospettive per il 2012?

«L’obiettivo è quello di aumentare ancora lepeculiarità della nostra impresa, in modotale da poter realizzare soluzioni progettualie produttive che possano offrire e far otte-nere il massimo vantaggio competitivo deinostri articoli, in termini sia tecnici che eco-nomici. Inoltre, vogliamo continuare a in-novare le caratteristiche tecnologiche deiprodotti e superare i numeri del 2011, ov-vero le 400 tipologie di articoli in produ-zione e gli 80mila prodotti elettronici ven-duti. Infine, porteremo avanti gliinvestimenti iniziati l’anno scorso, che ri-guardano la realizzazione di apparecchi consistema operativo Linux e Android, caratte-rizzati da capacità grafiche e operative similia quelle dei tablet e dalla possibilità di esserepersonalizzati, e lo sviluppo di soluzioni sumisura in grado di utilizzare led per l’illu-minazione e la segnalazione».

❝~

La fornitura in outsourcing ci ponecome partner di riferimentonella gestione e personalizzazionedel prodotto

Gilberto Cristofori

Page 72: Dossier Emilia Romagna 01 2012

Un’azienda leader nella produzionedi circuiti stampati che, grazie al-l’alto livello di automazione e allaprofessionalità dei propri collabo-

ratori ha raggiunto livelli di competitività eperformance importanti, che hanno permessoall’azienda di superare in maniera brillante an-che la fase più acuta della crisi, affermandosicome punto di riferimento a livello interna-zionale in questo particolare ambito. È la Pi-ciesse Elettronica, società di Taverna di MonteColombo, in provincia di Rimini, che dal 1993produce circuiti stampati di grande qualità,affidabili e assolutamente performanti, comeraccontano i suoi titolari, Enzo Montani eGian Marco Baldini.

Nonostante la congiuntura, il 2011 per voisi è rivelato un anno strategico.GIAN MARCO BALDINI «Con grande soddisfazione

possiamo affermare che i risultati ottenuti sonostati tanti, primo fra tutti una buona e rilevantecrescita dell’attività. A questo sono seguiti, poi,una maggiore internazionalizzazione dell’im-presa. Abbiamo inoltre provveduto ad assumerenuovo personale, un particolare certo da nonsottovalutare soprattutto in un momento comequello attuale. Infine, da gennaio a giugno 2011ci siamo anche impegnati sul fronte interno,ampliando la nostra sede operativa, sia perquanto riguarda la parte produttiva, sia per quelche concerne la parte direzionale».

A quali settori si rivolgono i vostri articoli?ENZO MONTANI «Collaboriamo soprattutto con leaziende OEM ed EMS, ovvero con società ap-partenenti ai più svariati settori, dall’automo-tive a quello della tele e videocitofonia, dall’illu-minazione a Led alle unità di controllo, dallaventilazione alla regolazione termica, fino ad ar-rivare al fotovoltaico. Essere un punto di riferi-mento tecnico per tutti i nostri clienti è unaparte fondamentale di Piciesse. Oggi, i settoriche ricoprono la fetta più rilevante del nostro fat-turato sono proprio l’automotive, caratterizzatoda un forte incremento dell’elettronica a bordomacchina, per il quale disponiamo anche diun’apposita certificazione, e l’illuminazione, gra-zie all’avvento dei led. Registriamo però perfor-mance incoraggianti provenienti anche da altricomparti, tra cui il mondo musicale, quello de-gli elettrodomestici e il consumer in generale».

Come sono mutate nell’ultimo periodo leesigenze del vostro bacino d’utenza e quali pe-

La Piciesse Elettronica

Srl ha sede a Taverna

di Monte Colombo (RN)

www.piciesse.it

Dalla Romagna un esempio di come affrontare la crisi in maniera costruttiva, investendo

in innovazione e ricerca tecnologica. La produzione di circuiti stampati, destinati

a innumerevoli applicazioni, nell’esperienza di Enzo Montani e Gian Marco Baldini

Emanuela Caruso

L’elettronicaconquista nuovi mercati

ELETTRONICA

100 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

Page 73: Dossier Emilia Romagna 01 2012

culiarità vi permettono di soddisfarle?G.B. «Oggi il sistema economico e imprendito-riale italiano, già di per sé penalizzato da unaburocrazia invasiva che spesso limita le possi-bilità di azione delle imprese, è costretto a farei conti con la concorrenza proveniente soprat-tutto dai costruttori cinesi e indiani. Per quelche ci riguarda abbiamo deciso di affrontare ilmomento puntando con forza sull’innovazionetecnologica e sull’automazione dei nostri pro-cessi produttivi, cercando di rispondere in ma-niera competitiva ed efficace alle richieste pro-venienti da un mercato sempre più globale. Lasoddisfazione del committente è infatti, da sem-pre, il nostro obiettivo fondamentale, nonchél’asset che intendiamo capitalizzare nel tempo,così da fidelizzarlo e conquistare la sua fiducia.Il cliente in Piciesse è considerato come una ri-sorsa e in ogni azienda che si rispetti non può es-sere ammesso alcuno spreco».

L’apertura verso il mercato internazionale èda sempre una delle principali caratteristichedella Piciesse Elettronica. In quanti paesiesteri siete presenti e quanto è importantel’export per la vostra attività?E.M.«Grazie ai continui investimenti in tecnolo-gia e automazione, sin dagli inizi della nostra at-tività, siamo stati in grado di soddisfare sia le esi-

genze del mercato nazionale che di quello euro-peo, e di conseguenza, di internazionalizzarel’azienda. Oggi riforniamo 26 Stati e oltre 200clienti, e l’export ammonta al 40% della pro-duzione totale, il nostro obiettivo è quello diportare questa quota al 50% entro il 2013. Il no-stro mercato di riferimento, al momento, èquello Tedesco, ma stiamo lavorando per au-mentare la nostra presenza in Francia e in altriPaesi potenzialmente molto interessanti».

Recentemente la vostra azienda è stata tra leprotagoniste di Interlight Moscow, eventofieristico organizzato in Russia, con il prin-cipale obiettivo di radunare nella capitalerussa realtà imprenditoriali provenienti datutto il mondo. Cosa ha rappresentato per voiquesta vetrina?G.B. «È stato un momento di incontro moltopositivo per noi. Partecipando all’Interlight Mo-scow ci siamo infatti accorti del grande fer-mento che si respira, tanto a Mosca quanto nelresto della nazione. Durante la fiera siamo cosìentrati in contatto con varie aziende del settoredell’illuminazione, a cui abbiamo poi propostoalcune offerte. Proprio a breve, inizieremo a col-laborare con uno di questi clienti, così da capire,nel concreto, quali aspettative nutrono e comesi sviluppa la loro organizzazione logistica».

Xxxxxxx Xxxxxxxxxxx

L’azienda esportail 40% della sua

produzione totale,ma punta araggiungere

il 50% attraversol’apertura al

mercato francesee russo

EXPORT

40%

EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 101

Enzo Montani e Gian Marco Baldini

�Registriamo performanceincoraggianti da diversi comparti,tra cui anche il mondo musicale,quello degli elettrodomesticie il consumer in generale

Page 74: Dossier Emilia Romagna 01 2012

Nella realizzazione delle grandi opere– i cantieri aperti sono ancora nu-merosi nel nostro Paese – uno deiproblemi fondamentali è quello

della disponibilità di una fonte di energia elettricain loco. Nelle località più impervie o mai rag-giunte dalla rete elettrica è quindi necessario“portare” le fonti energetiche. Per questo la co-struzione, nei cantieri, di cabine elettriche e dicentri di trasformazione dell’energia è la prassi. Inalcuni contesti particolari, in più, esiste la neces-sità di “trasportare” la fonte energetica, per esem-pio per i lavori di scavo di gallerie con l’utilizzodelle fresatrici Tbm (Tunnel Boring Machine). Le

condizioni estreme in cui si svol-gono questi lavori hanno spintoun’impresa bolognese a sviluppareun sistema di trasformazione ener-getica svincolato da una sede fissasul terreno, trasportabile là dove glioperatori ne hanno necessità, ancheall’interno delle gallerie in scavo, eche garantisce le elevate potenze ri-chieste per i lavori. Piero Cotti, am-ministratore della Cotti & Marchi,spiega com’è nata l’idea di inserirsi

in questo settore. «Osservando la realizzazione digrandi opere, per le quali l’energia è un fattore in-dispensabile e per le quali è necessario avere cen-tri di trasformazione dell’energia da poter muo-vere secondo le situazioni, abbiamo studiato erealizzato cabine elettriche di trasformazione tra-sportabili. Questo permettere agli operatori diavere centri di energia non vincolati al terreno e,soprattutto, nel caso di realizzazione di gallerie,di poterli portare anche all’interno degli spessorirocciosi e muoverli nelle fasi di scavo».

Come siete arrivati allo sviluppo di questasoluzione?«La nostra società ha una lunga esperienza nellaprogettazione e installazione di impianti elettriciindustriali, civili e tecnologici, nella costruzione

Piero Cotti,

amministratore

della Cotti & Marchi Srl

di Bologna

www.cottiemarchi.it

Un sistema di cabine elettriche

svincolate dal terreno. Piero Cotti spiega

com’è stato possibile portare l’energia

elettrica anche nelle condizioni estreme

dei cantieri che usano le frese Tbm

per lo scavo delle gallerie

Manlio Teodoro

104 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

Fonti energetiche “trasportabili”

Page 75: Dossier Emilia Romagna 01 2012

Piero Cotti

EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 105

di cabine elettriche di trasformazione per ogniesigenza – compresa le containerizzate per grandicantieri e le cabine da galleria di tipo blindato.Tutti i progetti vengono sviluppati dal nostro uf-ficio tecnico, mentre la produzione e l’installa-zione delle cabine di trasformazione prefabbricate– sia per interni sia per esterni – viene eseguitadalle nostre squadre operative, che sono dispo-nibili anche per un servizio di assistenza dopo chegli impianti sono stati ultimati».

Oltre a questo settore particolare, versoquali ambiti vi siete orientati?«Ultimamente, l’evolversi della nostra tecnologiaci ha permesso di occuparci anche dei tradizio-nali impianti di riscaldamento e condiziona-mento, idricosanitari e dei sistemi per il ricam-bio e il trattamento dell’aria, dell’acqua e degliimpianti a gas. In ognuno di questi tipi di im-pianti la componente elettronica è diventata im-portante e indispensabile, per questo, in ognimacchina la gestione di funzionamento è affidataa regolazioni automatiche elettromeccaniche edelettroniche, permettendo, se necessario anche ilcontrollo a distanza».

Dunque il vostro prodotto si sta spostandodal contesto dell’edilizia pesante anche ad al-tri ambiti, come quello civile.«Iniziando a occuparci anche della parte mecca-nica, abbiamo esteso il nostro campo di inter-vento agli ambienti industriali e anche civili re-sidenziali, con particolare attenzione all’utilizzo

di fonti di energia alternative. Per ottenere una ri-duzione dei costi di gestione e un maggiore com-fort all’utilizzatore finale, realizziamo inoltre im-pianti fotovoltaici – con potenze che vannodall’uso domestico a quello industriale –, in ese-cuzione a terra o su coperti. Ci siamo specializ-zati nell’intervento sugli impianti tecnologici esi-stenti, integrando o sostituendo i sistemi diilluminazione con analoghi a tecnologia Led.Questo in una complessiva azione di verifica e ot-timizzazione dei consumi energetici, portataavanti attraverso strumenti per la supervisione ela gestione anche dei sistemi più complessi e perun monitoraggio e possibilità di intervenire co-stantemente sui vari parametri energetici in que-stione. Offriamo un servizio di global service siaper gli impianti di nuova realizzazione sia per lamanutenzione di quelli esistenti. Il vantaggioper il committente è quello di interagire con unsolo interlocutore».

❝~

Abbiamo progettato cabine elettrichedi trasformazione trasportabili.Questo permettere di avere centridi energia non vincolati

Page 76: Dossier Emilia Romagna 01 2012

ENERGIA

Negli ultimi anni, e in particolare nel2011, molte imprese italiane si sonointeressate alle possibilità di svi-luppo nei mercati esteri. In testa si

collocano quelle del settore idroelettrico, che so-prattutto in Africa e in America Latina ha di-mostrato di essere dinamico e pronto a espan-dersi. A conferma di questo trend si possonocitare gli investimenti portati avanti in Etiopia,dove la produzione idroelettrica è addirittura su-periore alla domanda di energia nazionale, inCongo e in Sudafrica, dove è stato recentementefirmato l’accordo per il più grande progettoidroelettrico del mondo, ovvero il Grand Inca.Allo stesso modo, in America Latina, il compartoidroelettrico ed elettromeccanico si sta dimo-strando uno dei più strategici per rilanciare lo svi-luppo e l’economia dei vari paesi sudamericani emolti interessanti progetti sono già stati realizzatiin Cile e Perù. Tra le società italiane che hannosaputo cogliere il potenziale idroelettrico estero si

colloca la Calzoni Hydro di Zola Predosa. «A dif-ferenza di quanto succede in Italia, dove si ri-scontrano notevoli difficoltà di sviluppo per il no-stro settore – spiegano Costantino Calzoni eGabriele Amato, rispettivamente presidente eamministratore delegato dell’impresa –, in Africae America Latina le possibilità di investire e rea-lizzare impianti d’avanguardia è altissima, anchegrazie alla grande presenza di risorse idriche».

Nello specifico, di quali progetti esteri si staoccupando al momento la Calzoni Hydro?COSTANTINO CALZONI «Attualmente, stiamo lavo-rando su un progetto di una centrale idroelettricadi notevoli dimensioni in Sudafrica, Ingula, chesarà terminata nel 2013 e disporrà di una pompaturbina e di apparecchiature elettromeccaniche diultima generazione; e stiamo progettando unimpianto in Algeria , Tabellout dove a breve apri-remo anche una nuova sede aziendale. L’input adacquisire tali commesse e ad affrontare impor-tanti investimenti ci è stato dato dagli ottimi ri-scontri che tutto il nostro settore sta registrandoin quelle zone».

Quali sono le attività principali della Cal-zoni Hydro?C.C. «Il business tradizionale della nostra societàè costituito dalla progettazione, costruzione einstallazione di impianti idroelettrici e fornitureelettromeccaniche, studiati di volta in volta inbase alle specifiche esigenze della clientela. Nel-l’ultimo periodo, inoltre, ci siamo specializzatianche nella ristrutturazione e nel rinnovamentodi macchinari già installati. Tale attività prevede

All’estero, nel settore idroelettrico, non mancano grandi commesse. Ecco perché

molte aziende italiane hanno deciso di investire in progetti destinati all’Africa

e all’America Latina. L’esperienza di Costantino Calzoni e Gabriele Amato

Emanuela Caruso

Da sinistra, Costantino

Calzoni e Gabriele

Amato, rispettivamente

presidente e

amministratore

delegato della Calzoni

Hydro Spa di Zola

Predosa (BO)

www.calzonihydro.it

Il comparto idroelettrico guarda all’estero

106 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

Page 77: Dossier Emilia Romagna 01 2012

svariati interventi, dalla manutenzione meccanicaordinaria e/o straordinaria di componenti usu-rati, alla fornitura di ricambi all’automazione diinteri impianti o di nuovi sistemi per ridurne icosti di esercizio».

Quali sono i vostri mercati e committenti diriferimento e quali prodotti, oltre agli im-pianti, fornite loro?GABRIELE AMATO «La nostra attività si rivolge almercato nazionale ed internazionale sia pub-blico che privato e tra i nostri committenti piùimportanti possiamo ricordare i produttori dienergia, ad esempio l’Enel, i consorzi per la ge-stione delle risorse idriche e gli appaltatori diopere di ingegneria civile. Serviamo inoltre entielettrici statali e privati, fornitori di impiantiidroelettrici chiavi in mano e produttori di tur-bine. Oltre a realizzare impianti, mettiamo a

loro disposizione componenti quali valvole, pa-ratoie, panconi, griglie e sgrigliatori; e, ancora,meccanismi oleodinamici, quadri elettrici di co-mando e automazione. La qualità dei nostri pro-dotti e servizi è garantita dall’altissima profes-sionalità del personale e dalle loro competenzeche rappresentano il vero vantaggio competitivodella nostra azienda».

Proprio l’automazione rappresenta per laCalzoni Hydro un ramo molto rilevante,perché?G.A. «L’automazione è il miglior modo per ri-spondere con efficienza e qualità alle richieste deiclienti. L’esperienza centenaria che caratterizza lanostra attività e che abbiamo acquisito attra-verso la progettazione, la fabbricazione e l’assi-stenza ai prodotti e agli impianti ci consente dioffrire sistemi di automazione idonei al perfettoesercizio e controllo delle apparecchiature elet-tromeccaniche. In particolare, sviluppiamo au-tomatismi per quanto riguarda la gestione re-mota dei macchinari, ad esempio delle manovredi movimentazione e di emergenza; la regola-zione , il monitoraggio con la relativa registra-zione delle portate, dei livelli idrici, dello statodelle varie strumentazioni, del loro grado diapertura e dei parametri di esercizio; la messa anorma degli impianti; e la video sorveglianza lo-cale e remota».

EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 107

❝~

Al momento, la nostra azienda starispondendo a due grandi commesse:una centrale idroelettrica in Sudafricae un impianto in Algeria

Costantino Calzoni e Gabriele Amato

Page 78: Dossier Emilia Romagna 01 2012

108 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

Dalla Siberia al Giappone, dal Ca-nada al Cile, chi cerca presse perpolpe di barbabietole ha un pre-ciso riferimento, la Babbini di

Civitella di Romagna. Sette presse su dieci,destinate al mercato mondiale, partono pro-prio dalla cittadina romagnola, dalla Babbiniin particolare, realtà che detiene oggi il 70%del mercato mondiale saccarifero ed esportail 100% della produzione. Il costante trenddi crescita, seppure in un settore di nicchia,fa dell’azienda romagnola senz’altro un bel-l’esempio di “made in Italy” nel mondo. «Lanostra azienda è nata oltre 150 anni fa ed èpassata di proprietà nel 2001 dalla famigliaBabbini all’industriale locale Mauro Can-

Da Civitella di Romagna parte il 70% delle presse

per polpe di barbabietole presenti sul mercato

mondiale. Vengono prodotte negli stabilimenti

della Babbini Spa. Piero Prati delinea le prospettive

e gli obiettivi dell’azienda

Eugenia Campo di Costa

Produzioni di nicchianel mercato globale

In apertura, sei presse Babbini tipo PB48FS, situate nello stabilimento

di Arcis-sur-Aube (F) e in grado di lavorare 230.000 q di barbabietole al giorno

Page 79: Dossier Emilia Romagna 01 2012

Piero Prati

EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 109

gialeoni» afferma il direttore Piero Pratiche, insieme al nuovo titolare, si è im-pegnato in prima persona nel dare al-l’impresa nuovo slancio e sviluppo.

Come siete riusciti a detenere quasiil monopolio nel vostro mercato?«Quando siamo entrati in questa nicchiadi mercato un produttore norvegese de-teneva il monopolio incontrastato. Altri pro-duttori italiani, spagnoli e tedeschi arranca-vano per avere quote molto marginali dimercato. La Babbini ha puntato su assistenzatempestiva, affidabilità e tecnologia per avereuno spazio significativo nel settore dellepresse per polpe di barbabietole, facendoleva anche sulla disponibilità della proprietàa effettuare importanti investimenti in ri-cerca e sviluppo. Vorrei evidenziare che tuttociò è stato fatto senza avere mai avuto fi-nanziamenti o altri contributi. Abbiamoconquistato la fiducia dei più grandi gruppisaccariferi mondiali e attualmente collabo-riamo con loro attraverso un team di lavorocomune, con l’obiettivo condiviso di mi-gliorare il prodotto finale».

Quali rischi si possono correre conun’attività monoprodotto?«Difficile avere ulteriori margini di crescitanel mercato dove operiamo attualmente e

ovviamente riflettiamo suquesto tipo di rischio. Siamogià operativi in altri settoriquali il rendering e la farinadi pesce, ma certo questo non basta. Fac-ciamo parte del Cangialeoni Group assiemead altre quattro aziende, la GPS Engineeringdi Legnano, che produce riduttori speciali, laBartoletti, conosciuta per i suoi rimorchi,l’Artigianferro, azienda madre del gruppoche opera nel settore metalmeccanico, e laSoniastil, azienda che opera nel settore ter-moidraulico. Ho fatto riferimento al gruppopoiché, attraverso la sinergia di questeaziende, intendiamo sviluppare attività al-ternative, legate magari alla green economy,al riciclo dei rifiuti o ad altri settori, in me-rito ai quali per ora preferiamo non scenderenel dettaglio».

Come vede il futuro della Babbini rela-tivamente al gruppo gestionale?«Enrico, figlio di Mauro Cangialeoni, as-sieme a una struttura snella, giovane, moti-vata e capace, di cui fa parte anche mio figlioErmanno, sono il futuro per il quale stiamoinvestendo risorse importanti».

Come sono, invece, le prospettive per iprossimi anni?«Senz’altro positive per il 2012 e non pes-simistiche per il 2013, sempre che si atti-vino linee di credito verso alcuni paesi invia di sviluppo, indispensabili per espor-tare il “made in Italy” e fare girare l’econo-mia italiana».

Piero Prati, secondo da sinistra, insieme al team

della Babbini Spa di Civitella di Romagna (FC)

www.babbinipresses.com

~

Le prospettive sonosenz’altro positive per il2012 e non pessimisticheper il 2013, sempre chevengano attivate lineedi credito verso alcunipaesi in via di sviluppo

Page 80: Dossier Emilia Romagna 01 2012

INVESTIMENTI E SVILUPPO

La città di Ravenna, negli ultimi anni,forte della sua posizione geografica, èstata protagonista di un notevole in-cremento di presenze industriali e di

un miglioramento e consolidamento delle in-frastrutture, quali ferrovie e aree portuali, fon-damentali allo sviluppo delle realtà impren-ditoriali della zona. Proprio per il valorestrategico di Ravenna e dei suoi ultimi inve-stimenti, alcune importanti imprese hannodeciso di concentrare la loro attività in città edi incentivare in modo ancora più sostenutoil potenziamento dell’area. Tra queste impreseanche la Bunge Italia, consociata italiana delGruppo Bunge, società multinazionale ope-rante nel mercato agroalimentare su scalamondiale. «In stretta collaborazione con l’Au-torità portuale di Ravenna – spiega MaurizioCorcelli, amministratore delegato della fi-liale nazionale – abbiamo lanciato, e stiamoora realizzando, interessanti lavori di incre-

mento delle capacità logistiche già presentisul territorio».

Che cosa prevede e come si articola questoprogetto?«Nodi centrali del progetto d’investimento,che ammonta a un totale di 24 milioni dieuro, 8 dei quali dedicati a infrastrutture por-tuali realizzate dall’Autorità Portuale, sono ilpotenziamento delle zone di sbarco, il miglio-ramento di tutti i trasporti interni, e l’ade-guamento e il rafforzamento dei punti di ca-rico e scarico di prodotti e materie prime.Tutti questi fattori sono stati pensati per por-tare a una netta riduzione dell’impatto am-bientale e per creare notevoli benefici in ter-mini di produttività e competitività. Gliinterventi saranno ultimati nella primaveradel 2012 e raddoppieranno i volumi di trafficomovimentato ogni anno dalla Bunge, consen-tendoci così di aumentare la nostra presenzasul territorio di Ravenna, di valutare un ulte-riore sviluppo dell’attività in termini di im-portazioni, e di razionalizzare il ciclo produt-tivo, in particolare per quanto riguarda l’areadi raffinazione degli oli».

Quanto è importante un investimento delgenere per la Bunge Italia?

Maurizio Corcelli,

amministratore

delegato di Bunge Italia,

con sede a Ravenna

www.bunge.com

Nuovi investimenti potenzianol’economia ravennate

Investire nel potenziamento

delle capacità logistiche di alcuni territori

strategici significa incentivare

lo sviluppo industriale ed economico

di molte città. È il caso di Ravenna.

L’analisi di Maurizio Corcelli

Emanuela Caruso

110 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

Page 81: Dossier Emilia Romagna 01 2012

Maurizio Corcelli

EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 111

«Per una società di commodities agroalimen-tare come la nostra, migliorare l’assetto logi-stico rappresenta una strategia indispensabileper dare continuità alle operazioni aziendali eaumentare la competitività sul mercato na-zionale e mondiale. La città di Ravenna si è di-mostrata davvero adatta al nostro obiettivo eaver iniziato un investimento del genere testi-monia quanto positive e necessarie possano es-sere le sinergie e le collaborazioni tra industriee autorità del territorio. Attualmente, pos-siamo dire con certezza che l’ambito agroali-mentare italiano è quello che sta assistendo aipiù rilevanti incentivi e miglioramenti».

Quali sono le attività di cui si occupa ilGruppo Bunge e quali i suoi numeri?«Il Gruppo Bunge impiega oltre 32mila per-sone in più di 40 nazioni sparse in tutto ilmondo e riesce a farlo attraverso una catenaintegrata che inizia dalla coltivazione e arrivafino ai clienti e ai consumatori finali. Le atti-vità su cui si concentrano gli sforzi e le ener-gie imprenditoriali e produttive dell’aziendasono l’approvvigionamento di semi oleosi e ce-reali, e il conseguente trasporto e commerciosui mercati mondiali; la spremitura dei semiper ottenere farine a uso zootecnico e oli per

l’industria di biocarburanti ed energie rinno-vabili; e la produzione di olio raffinato e con-fezionato, di margarine e maionese. La Bungesi occupa, inoltre, anche della macinazione digrano e mais per realizzare materie prime de-stinate a prodotti da forno e alimentari; dellaproduzione di zucchero di canna per la gene-razione di etanolo ed energia elettrica; e infinedella vendita di fertilizzanti».

Nello specifico, quali sono invece le atti-vità e le lavorazioni svolte nello stabilimentodella consociata italiana della Bunge?«Grazie all’impianto produttivo sito a PortoCorsini, la Bunge Italia, che conta 160 addetti,lavora in particolare soia, colza e girasole perottenere farine e olio, compreso quello raffi-nato. La nostra azienda nazionale vende sulmercato tanto i prodotti del sito produttivoitaliano, quanto grano e farine di importa-zione. L’attività della Bunge Italia viene poicompletata dalle operazioni svolte dal repartodi confezionamento dell’olio in bottiglia. Èmolto importante ricordare anche che la no-stra filiale è collegata all’impianto di biodieseldi Novaol, per il quale provvede alla forniturae alla neutralizzazione di olio di soia e colza,volte alla produzione dei biocarburanti».

❝~

La collaborazione tra realtà industriali e autoritàdel territorio è necessaria per portare avanti progetti voltiallo sviluppo territoriale

Page 82: Dossier Emilia Romagna 01 2012

Il noleggio auto con conducente rappre-senta un settore che nel corso degli anni hasubito diversi cambiamenti e attraversatomomenti di grave difficoltà, soprattutto a

causa di una regolamentazione incerta e a voltecontraddittoria. A questo proposito è bene ri-cordare che le imprese operanti nel cosiddettoNcc (noleggio con conducente), a differenza deitaxi, hanno licenze senza limiti territoriali e autodi rappresentanza di classe alta, il ché vuol direforti costi di manutenzione e consumi elevati.Ecco perché la maggior parte degli operatori delsettore sta gradualmente convogliando in realtàcooperative e consortili. Un esempio, in tal senso,è quello di Amne, società consortile modeneseche offre servizi di autonoleggio con conducentein Italia e all’estero grazie ad un ampio parco diautovetture e monovolume dotate di ogni com-fort. Analizziamo il momento che il comparto stavivendo con il titolare di Amne, Federico Sandri.

Quali sono i principali cambiamenti che ilvostro settore ha affrontato? «Il principale cambiamento che queste impresehanno dovuto fare è stato quello di organizzarsiin consorzi o intraprendere relazioni con aziende

concorrenti per affrontare un mercato con ri-chieste sempre più complesse e per offrire una lo-gistica specializzata».

Come funziona il regolamento che deter-mina la concessione delle licenze? «L’emissione di nuove licenze dipende dalle po-litiche dei singoli comuni e viene regolamentatatramite bando di concorso. L’alternativa è ac-quistarle da chi ne è giàin possesso, ma questocostituisce un aspettomolto delicato in quantol’elemento speculativo incerti casi è forte».

Qual è la posizionedi Amne rispetto a que-sto fenomeno? «Siamo contrari a politi-che speculative sulprezzo della licenza det-tate dal contingenta-mento della licenzastessa o da posizionipredominanti esercitateda una singola coope-

Il mondo dell’autonoleggio con conducente è alla ricerca di risposte legislative più certe che

pongano un limite alle speculazioni di mercato e al costante aumento dei costi che gli operatori

devono sopportare. Il parere di Federico Sandri, legale rappresentante e presidente di Amne

Erika Facciolla

Federico Sandri,

presidente di Amne

che ha la sede

a Modena

www.amne.it

112 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

Un settore in cerca di risposte

Page 83: Dossier Emilia Romagna 01 2012

Federico Sandri

EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 113

rativa. Amne è convinta che vada valorizzatal’impresa per il volume d’affari che garantisce,per la qualità della clientela e per la sua capa-cità progettuale».

In tale senso, quale dovrebbe essere la giu-sta linea di condotta da seguire? «L’errore che fanno molte cooperative è quello diproporre prezzi che sono tre o quattro volte il vo-lume d’affari reale. Amne ritiene che il consorziodebba sforzarsi di trovare il giusto equilibrio pertutelare sia il vecchio che il nuovo socio. Questafilosofia ha permesso ai soci di non temere la li-beralizzazione ma di concentrarsi sempre di piùsul mercato e le sue dinamiche».

Il vostro settore si pone inevitabilmente incompetizione con quello dei taxi. «In realtà non ci sarebbe scontro se si rispettasseuna sostanziale differenza che la norma mette inevidenza. Infatti il servizio taxi si rivolge adun’utenza indifferenziata, le tariffe sono deter-minate dal comune e garantite dall’uso del tas-

sametro, mentre l’Ncc si rivolge ad un’utenza dif-ferenziata la quale “prenota” il servizio a fronte diuna tariffa concordata. Questa sostanziale diffe-renza fa comprendere quali sono gli elementi cheil cliente ricerca: garanzia della macchina, del-l’orario, richiesta di un autista particolare o di untipo di mezzo, logistica nell’organizzare eventi ecosto certo».

Negli ultimi giorni abbiamo assistito al-l’impennata dei prezzi dei carburanti, insiemead altri rincari come assicurazione e bollo.Come incide tutto ciò nel vostro settore? «Sicuramente questi rincari ci preoccupano an-che se siamo maggiormente preoccupati deitempi di pagamento che si allungano sempre dipiù. Probabilmente se fossimo più tutelati po-tremmo anche tentare di sostenere i rincari senzaincrementare le tariffe».

Cosa occorre fare, a suo parere, per miglio-rare il trend del settore? «Gli operatori Ncc hanno spesso una mentalitàprovinciale e poco lungimirante. Questa è la cri-tica che ci facciamo spesso. Mai come adesso oc-corre fare uno sforzo imprenditoriale notevoleproponendo idee innovative che abbiano risvoltisociali e non solo elitari».

❝~

Siamo contrari a politiche speculativesul prezzo della licenza dettate dalcontingentamento della licenza stessao da posizioni predominanti

Page 84: Dossier Emilia Romagna 01 2012

MODELLI D’IMPRESA

«Il fattore umano e la produttivitàaziendale sono saldamente inter-connessi. Sono fermamente con-vinto dell’importanza basilare che

i rapporti umani rivestono nelle attività com-merciali, soprattutto se queste sono di di-mensione familiare». Secondo Alberto Cal-deroni la dimensione relazionale rappresentaquindi un aspetto di primaria importanzadell’imprenditoria di oggi. Sulla base di que-sta convinzione porta avanti l’attività dellaInter-Stock Lamiere insieme ad Aldo Zauli,fondatore e titolare dell’azienda romagnola.«Zauli ha creato un ambiente lungimirante emotivato, ha motivato e soprattutto realiz-zato prospettive concrete per persone che la-vorano all’Inter-Stock Lamiere creando ag-gregazione, partecipazione e produttività».

Quali sono i valori imprenditoriali sucui si fonda l’attività?«L’azienda è vissuta non solo dallafamiglia, ma da tutti i dipendenti.Cerchiamo di ritagliarci sempre iltempo per condividere esperienzee opinioni e questo aspetto anchedal punto di vista commerciale sirivela vincente. Conoscersi meglionon solo a livello professionale sitraduce in aggregazione, parteci-pazione, produttività. Personal-mente non trovo necessario ri-pensare economie “a misura

d’uomo”, semplice-mente perché il si-stema economico eproduttivo che ab-biamo oggi si pre-sta già a essere ri-condotto a questadimensione. Lacrisi che ci attana-glia oggi è socialeprima che econo-mica ed è in quel-l’ambito che va curata: vanno prima di tuttorecuperati i valori di condivisione, socia-lità, senso di comunità e allontanate lespinte negative e gli squilibri che si riper-cuotono poi anche sulla sfera lavorativa equindi economica».

Quali sono le difficoltà che vi trovate adaffrontare?«A livello imprenditoriale ci si trova ovvia-mente a occuparsi di tutti gli aspetti ine-renti all’attività aziendale: risorse umane, re-parti produttivi, politica commerciale,incombenze finanziarie. Questo significa sot-toporsi costantemente e obbligatoriamente aun continuo aggiornamento, che spesso tra-smette la sensazione di trovarsi in un’eternarincorsa dato che tutti gli aspetti commer-ciali, finanziarie, burocratici e tecnologicisono in continuo movimento».

In cosa consiste nello specifico l’attività

I momenti di crisi sono la migliore occasione per riflettere non solo sul sistema economico

e industriale del Paese, ma anche sul modo di relazionarsi nel mondo lavorativo.

Alberto Calderoni propone le sue considerazioni sul tema

Amedeo Longhi

Sopra, Alberto Calderoni,

amministratore della

Inter-Stock Lamiere di Forlì.

Sotto, Aldo Zauli, fondatore

e titolare dell’azienda

www.interstocklamiere.com

Un’imprenditoria“a misura d’uomo”

114 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

Page 85: Dossier Emilia Romagna 01 2012

Alberto Calderoni

EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 115

dell’azienda?«Siamo commercianti puri di acciai al car-bonio, di eccedenze di prima, seconda e terzascelta. Siamo anche distributori. Il nostrocore business è la commercializzazione diprodotti piani – coils, lamiere, nastri –, ri-vestiti – zincati, elettro-zincati, alluminati –, laminati a freddo e a caldo. Abbiamo fattola scelta di investire sul materiale e non sullatecnologia per trasformarlo. Per ora siamocontenti di questa decisione, poiché abbiamoriscontrato una buona risposta di un mercatoche premia la velocità del servizio e la fles-sibilità. La costante disponibilità a magaz-zino ci consente di essere un valido fornitoresia per centri di servizio, coloro che trasfor-mano il materiale, sia per piccoli o grandiutilizzatori».

Quali sono i parametri in base ai qualiselezionate i clienti, i fornitori e in gene-rale partner con cui lavorare?«Credo che questo aspetto rappresenti il veroproblema imprenditoriale italiano: granparte del nostro tempo ormai lo trascor-riamo a prendere informazioni, scambiarci

conoscenze e opinioni con colleghi al fine divalutare principalmente una sola cosa: la se-rietà del cliente, cioè la sua solvibilità. Oggisi può dire che il problema non è tanto ven-dere quanto piuttosto incassare. Diventiamoretorici nel sottolineare le sempre maggioridifficoltà di accesso al credito, quindi sedobbiamo “fare da banca al cliente” lo fac-ciamo con chi ci fornisce più garanzie, a co-sto di abbassare i volumi di vendita. Di man-cato guadagno si campa, di insolvenza simuore e l’insolvenza in Italia sembra quasilegittimata da un sistema giudiziario inde-coroso. Da qui nasce l’esigenza di ripensareil sistema nella sua interezza partendo danoi stessi, stando attenti a non tradire quelmandato che la scuola, la politica e in partela famiglia ha disatteso».

❝~

La crisi che ci attanaglia oggiè sociale prima che economicaed è in quell’ambito che va curata

Page 86: Dossier Emilia Romagna 01 2012

La recessione che tre anni fa ha col-pito l’intero settore dei misuratoridel tempo ha allentato la presa, per-mettendo così al mercato italiano di

riassestarsi e di analizzare con calma i risultatiottenuti nel 2011. Dai dati ufficiali è emersoche il totale degli orologi venduti è stato dipoco inferiore alla quantità registrata nel2010, ma ben superiore a quelle raggiunte nelbiennio 2008-2009. L’Italia, inoltre, ha sa-puto tenere il ritmo dei grandi del settoreorologeria, ovvero Svizzera, Cina e Germania,e portare in tutto il mondo lo stile unico del“made in Italy”.

Proprio del “made inItaly”, più precisamentedel “made in Modena”,ha fatto la sua caratteri-stica distintiva la societàLowell, guidata da Li-liana Caselli. «La nostraazienda – spiega LilianaCaselli – è un classicoesempio di imprendito-ria modenese, quellache nasce da intuizione,tenacia e passione. Sonoqueste le carte vincenticon cui affrontiamo

ogni giorno il mercato e che ci hanno per-messo di arrivare al vertice del mercato euro-peo nella produzione di orologi da parete».

Com’è nata e come si è evoluta negli annila Lowell?«La società è stata fondata da me e da FabioMeschieri nel 1969 con il nome di ModenaWatch ed è stata la prima a presentare al mer-cato il rivoluzionario modello di orologio-agenda, prodotto che ha riscosso subito unenorme successo e che è stato adottato daimportanti strutture alberghiere, tra cui anchel’Hotel Real Fini di Modena. L’azienda hapreso il nome di Lowell all’inizio degli anni70, specializzandosi contemporaneamentenella produzione di orologi da parete e grandeorologeria. Negli anni seguenti, il raggiod’azione dell’attività si è ampliato ed è andatoa inglobare tutti i misuratori del tempo, dallesveglie alle stazioni barometriche agli orologida polso. Oggi vantiamo un catalogo di oltre2500 prodotti, più di 4000 punti vendita inItalia e un export che si rivolge ai mercati eu-ropeo, con una buona presenza anche neipaesi dell’Est, giapponese, nord e sud ameri-cano, e medio orientale».

Uno degli ambiti più cari alla Lowell èquello della produzione di orologi da pa-rete. Come sono realizzati e quali peculia-

MODELLI D’IMPRESA

L’imprenditoria modenese spicca per la produzione

di misuratori del tempo e dona agli orologi

“made in Italy” tutte le carte in regola per competere

con gli esperti esteri del settore. L’esperienza

di Liliana Caselli

Emanuela Caruso

Liliana Caselli è titolare

della Lowell di Modena

www.lowell.it

La cultura del tempomade in Modena

116 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

Page 87: Dossier Emilia Romagna 01 2012

rità li contraddistinguono?«Il ciclo produttivo degli orologi da parete sisvolge totalmente all’interno dell’azienda e siserve di tecniche esclusive messe in pratica dauno staff qualificato e preparato. L’iter è com-posto dalle fasi di progettazione, costruzione,verniciatura, serigrafia e assemblaggio; la pre-sentazione al mercato viene affidata ad unacollaudata rete di agenti. Il punto di forza diquesta collezione di orologi è la serigrafia suvetro, un delicato processo che consente diimprimere sui quadranti i segni e le misuredel tempo. È una tecnica molto antica e deltutto manuale, che necessita di precisione eabilità e che è stata messa a punto dalla no-stra società come “marchio di fabbrica”».

Un’altra produzione Lowell che ha in-contrato il favore del pubblico e del mer-cato è quella degli orologi da polso. Qualile principali caratteristiche?«I nostri orologi da polso hanno da subitotrovato un buon posizionamento a livello dimercato grazie alle particolari caratteristicheestetiche, alla ricercatezza dei materiali e deimeccanismi, e all’ottimo rapporto qualità-prezzo; e ancora, alla buona vestibilità di cuisono dotati, a un servizio di distribuzionepuntuale e a un’assistenza post vendita rigo-rosa e ormai collaudata. Poniamo grande at-

tenzione nella scelta di ciascun modello, per-ché oltre al design vogliamo garantire unameccanica di estrema affidabilità, obiettivoche ci spinge a effettuare severi controlli diqualità del prodotto».

Sin dall’inizio dell’attività, avete datogrande importanza alla comunicazione. «Comunichiamo con il mercato e il nostropubblico utilizzando le potenzialità di tuttigli strumenti, dalla stampa di settore allenewsletters che inviamo al nostro bacinod'utenza, dai cataloghi curati nella graficacome libri da sfogliare, al sito web fino allanuova app scaricabile gratuitamente ILowell.Editiamo poi in 5.000 copie il magazine “Ol-tre il Tempo” che ha creato nel tempo un filodiretto con la nostra clientela. La rivista parladella cultura del tempo, mostra i volti e leopinioni del nostro staff, e introduce le ul-time proposte del marchio e le iniziative delgruppo».

Liliana Caselli

EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 117

��

La tecnica della serigrafia su vetroè il “marchio di fabbrica”che identifica i nostri prodotti

Page 88: Dossier Emilia Romagna 01 2012

MODELLI D’IMPRESA

118 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

Modena, culla italiana di autoprestigiose come Ferrari, Lam-borghini, Maserati e Pagani. Maanche patria di un settore che

sta riscuotendo un enorme successo in molteparti del mondo, quello dei manichini. «La vi-cinanza con case automobilistiche così impor-tanti ci ha consentito di accedere alle miglioritecnologie e professionalità in merito alle ver-niciatura dei nostri manichini, vissuta esatta-mente come la verniciatura di un’automobiledi lusso. L’utilizzo di vernici pregiate rende inostri manichini ancor più unici ed esclusivi».Racconta Alain Leporati, titolare della KingManichini.

Come siete arrivati all’intuizione di spe-cializzarvi proprio in manichini? «La nostra società nasce alla fine degli anni 80quando la zona di Carpi stava vivendo il mo-mento più magico della sua realtà industrialelegata al settore della maglieria e dell’abbiglia-mento. Siamo partiti rispondendo alle esigenzedel settore producendo busti sartoriali realizzatisecondo le misure desiderate dagli stilisti piùesigenti, poi abbiamo esteso la nostra produ-zione al mondo retail con linee di busti uomo

e donna creati specifica-tamente per la vetrina.Nel 2000 si è assistito aun “boom economico”dei manichini, che nonsi vedevano nei negozi ditendenza dagli anni 70, eci siamo specializzatinella produzione di ma-nichini a corpo intero».

La vostra aziendasi confronta continua-mente con il mercatointernazionale. Versoquali paesi esteri espor-

tate maggiormente e con quali numeri?«Il 65% della produzione è destinata all’esteroe il restante 35% viene assorbito dal mercatointerno. I mercati che ci hanno premiato mag-giormente sono stati i mercati arabi, i mercatidell’est e i mercati europei. Si è assistito a unrallentamento delle vendite negli Stati Uniti acausa del cambio così sfavorevole col dollaroma contestualmente abbiamo avuto venditein luoghi inaspettati come il Kazakistan, laTanzania o l’Azerbaijan».

Quali sono i materiali con cui vengonorealizzati i manichini e che tipo di lavora-zione necessita il materiale per arrivare alprodotto finale?«Fra busti e manichini nelle nostre lavorazionivengono utilizzati davvero i materiali più sva-riati come vetroresina, kevlar, acciaio, legno,pelle, cuoio, tessuti tra i più ricercati e lavora-zioni innovative come la carta stratificata everniciature speciali. Tutte le materie primevengono scrupolosamente selezionate e finoad oggi siamo riusciti a non piegarci all’im-portazione dai paesi asiatici per nessun ele-mento. L’unica importazione proviene dallaSvizzera e riguarda le calamite al neodimio pergli attacchi spalla brevettati. Un’unicità che cidifferenzia in termini di praticità dai nostriconcorrenti».

Tra cura meticolosa dei dettagli e

particolare attenzione a ogni singolo

anello che porta dall’idea alla vetrina,

nascono i manichini che espongono

l’alta moda italiana ed estera. Ne parla

Alain Leporati

Nicoletta Bucciarelli

Sculture per l’alta moda

Alain Leporati, titolare

della King Manichini

di Carpi (MO)

www.kingmanichini.it

Page 89: Dossier Emilia Romagna 01 2012

Alain Leporati

EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 119

Una componente fondamentale dei vo-stri prodotti è rappresentata dall’estetica edalla cura nei dettagli.«La progettazione nasce come in tutti gli altrisettori da un’idea. L’idea viene sviluppata cre-ando una vera scultura che diventa una sortadi statua che deve essere sezionata per per-metterne la vestizione. Abbiamo cercato di ri-durre al minimo i tagli che tolgono eleganzaall’oggetto evitando i tagli in vita e nella giun-tura delle mani. Terminata questa fase si passaalla realizzazione vera e propria dello stampoper poi essere pronti per la produzione. Anchese viene utilizzato uno stampo, l’applicazionedella vetroresina avviene del tutto manual-mente e anche quando il manichino è pronto,occorrono ancora ore ed ore di manodoperaper poterlo passare al reparto verniciatura.Terminata la verniciatura a triplo strato, ilmanichino può essere ultimato montando unaserie di dettagli che lo completano».

Siete riusciti a garantire l’unicità e allostesso tempo la qualità del prodotto. Comelavorate sotto questo punto di vista?«Ogni articolo che esce dalla nostra produ-

zione è sempre unico in quanto viene lavoratoartigianalmente. Ogni passaggio viene affidatoa personale specializzato in quella determi-nata specifica lavorazione e quando il pro-dotto è finito viene eseguito il collaudo ed ef-fettuato il controllo qualità finale. Per noi laqualità implica un’attenzione anche al mate-riale d’imballaggio affinché i nostri prodottiarrivino perfetti a destinazione. Dato che lamaggior parte delle nostre spedizioni sono di-rette all’estero utilizziamo cartoni realizzati amisura, vulcanizzati ad alta resistenza, foderatiin polistirolo, ed effettuiamo un grande uti-lizzo di pluriball a maxi bolla a protezione ul-teriore delle vernici dagli urti. Il tutto com-porta ulteriori costi ma l’attenzione ancheall’ultimo anello del ciclo produttivo è neces-saria per garantirne la qualità d’insieme. Il ci-clo di produzione per noi finisce quando il no-stro prodotto è montato in vetrina in perfettecondizioni».

~

Ogni articoloche esce dallanostra produzioneè sempre unicoin quanto vienelavoratoartigianalmente

Page 90: Dossier Emilia Romagna 01 2012

124 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

Il 2011 è stato un anno molto difficile peri torrefattori italiani, soprattutto perquelli operanti nel settore bar – caffette-rie. Oltre alla crescita esponenziale del

prezzo del caffè, iniziata già nel 2010, si è as-sistito ad un crollo di circa il 30 per cento delconsumo delle colazioni mattutine nei bar,dovuto principalmente alla crisi economica.Inoltre ha certamente influito l’uso sempre piùfrequente e diffuso della monoporzione (cap-sula e cialda) sia a casa che negli uffici e nellecomunità di lavoro. I consumi, dunque, con-fermano il trend in progressiva contrazione,una contrazione quanto mai difficile da dige-rire soprattutto in un paese come l’Italia,amante per tradizione della buona tavola e deisapori autentici.Resistono, però, diversi casi di eccellenza. Traquesti, la Moka Rica di Forlì, torrefazione at-tiva dal 1950 e fondatrice del famoso marchiodel ‘caffè in frac’. Oggi Moka Rica è sinonimodi ricerca e innovazione nel campo del-

l’espresso, grazie ad una costantepolitica di sviluppo e di innova-zione tecnologica sviluppata neglianni dalla famiglia Carella, pro-prietaria dell’impresa. Franca Ca-rella, amministratore della MokaRica, spiega che «vi è un forte im-pegno nel mantenere inalteratolo standard qualitativo delle no-stre miscele, ritoccando solo minimamente iprezzi di vendita. Si è migliorata, allo stessotempo, l’assistenza tecnica post-vendita allaclientela e si è portato a compimento il pro-getto di una scuola di caffetteria dove si pro-pone un’offerta formativa che arricchisce laspecializzazione del barista». La rete distributiva della Moka Rica si avvale diagenti specializzati e concessionari di venditache contribuiscono a diffondere il marchio indiverse regioni del nord e del centro Italia, cosìpure all’estero attraverso importatori europeidiretti. «Il nostro prodotto – racconta Franca

Nata nel 1950 e fondatrice del famoso marchio del ‘caffè in frac’,

oggi Moka Rica è sinonimo di ricerca e innovazione nel campo

dell’espresso. Franca Carella descrive la costante politica

di sviluppo e innovazione portata avanti dalla famiglia

Erika Facciolla

La qualità nella tradizione

La Moka Rica Spa

si trova a Forlì

www.mokarica.com

Page 91: Dossier Emilia Romagna 01 2012

Franca Carella

EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 125

Carella – si rivolge soprattutto al settore ‘bar’e si presta ad essere consumato sia al banconeche al tavolo, per un breve momento di relax ouna sosta più lunga. Ma la gamma dei prodottifirmati Moka Rica – continua Carella – sta en-trando anche nelle case degli italiani con lepratiche cialde e capsule». In un mondo che cambia ed evolve veloce-mente, garantire la qualità di sempre è uno deivalori sulla quale l’azienda forlivese ha co-struito la propria immagine e credibilità. Ilfondatore Franco Carella, creatore del ‘caffè infrac’, volle comunicare proprio l’alto livelloqualitativo che caratterizzava il prodotto dellasua torrefazione. È per questo che ancoraoggi, la famiglia Carella, prosegue l’attività nelsegno di quegli stessi valori: «Moka Rica sce-

glie la qualità della tradi-zione. Il nostro laborato-rio di analisi garantiscetale qualità partendo dalcontrollo delle materieprime in arrivo fino ai processi di lavorazionedel prodotto finito. L’esperienza e l’abilità deimastri torrefattori – sottolinea la Carella -sono fondamenti per l’equilibrio e la co-stanza delle miscele prodotte». Una scelta lungimirante, che ripercorre ipunti di forza della storia imprenditoriale enon cede alla globalizzazione dei sapori, madifende e valorizza le peculiarità di una sceltacompiuta ogni giorno da oltre sessant’anni.«Siamo pronti al 2012 con una serie di no-vità: il restyling della nostra immagine e l’im-pegno a favore dell’ambiente, inteso comeuna delle chiavi di valorizzazione del nostromarchio che ci porterà a racchiudere tutta laqualità e la fragranza del prodotto anche incapsule biodegradabili. Il caso delle cialdemonouso – conclude Franca Carella – è em-blematico: il contenitore diventa parte inte-grante del prodotto finale e come tale devegarantire l’aroma del caffè che scende lenta-mente nella tazzina un attimo prima di esseresorseggiato con piacere».

~

Affronteremo il 2012con una serie di novità:il restyling della nostraimmagine e un maggioreimpegno in favoredell’ambiente

Page 92: Dossier Emilia Romagna 01 2012

Secondo quanto prevede il bando appro-vato nei giorni scorsi dalla Giunta regio-nale, su proposta dell’assessore all’Agri-coltura Tiberio Rabboni, due milioni e

100mila euro sono stati destinati alla promo-zione del consumo di prodotti tipici e di qualitàdell’Emilia-Romagna, tutelati dall’Unione euro-pea e dalle leggi italiane, grazie al Piano regionaledi sviluppo rurale. Tra i prodotti cui è rivolto ilbando, non poteva mancare il riso del Delta delPo Igp: la sua produzione copre attualmentecirca 9mila ettari di territorio tra Veneto ed Emi-lia Romagna. Da Pontelangorino, nel ferrarese,l’ultimogenito di una tradizione risicola che risalea quattro generazioni, Alessandro Grandi, è riu-scito a condurre il “testimone” della Grandi Riso,con una produzione complessiva nel territorio dimezzo milione di quintali di riso l’anno e l’exploitcommerciale verso la nazione simbolo del riso e

del suo consumo, la Cina.Sfondare una fetta di mer-

cato della “patria del riso” èuna conquista notevole. At-traverso quali strategie laGrandi Riso è riuscita a espan-dere la commercializzazionein Cina?«L’azione commerciale della Grandi Riso è cer-tamente connessa a una nuova tendenza dellegrandi imprese attive nel settore della ristora-zione che sempre più spesso decidono di espor-tare la cucina italiana anche in Oriente. E proprioin Cina, ad esempio, ogni giorno viene avviatoun numero sempre più alto di ristoranti italianidi diverso target e affluenza. Il pubblico consu-matore che vanta un reddito importante nonaccetta che il riso utilizzato per il risotto, piattotipico della nostra cucina, non abbia le caratteri-

Alessandro Grandi,

amministratore della

Grandi Riso Spa con

stabilimento a

Pontelangorino (FE).

Nelle altre immagini,

dettagli delle risaie e

una fase di

confezionamento

www.grandiriso.it

Il mercato orientale apre le porte al riso ferrarese del Delta del Po.

In particolare sono sempre più numerosi i ristoranti italiani in Cina

e che lo utilizzano. A confermarlo, Alessandro Grandi

Adriana Zuccaro

Il riso italianosempre più apprezzato all’estero

126 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

Page 93: Dossier Emilia Romagna 01 2012

Alessandro Grandi

EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 127

stiche di quello italiano. Con la crescitadella richiesta dei ristoranti italiani pre-senti in Cina si è dunque incrementato ilvolume d’affari della società per azioni dicui sono fieramente amministratore».

Quali dati indicano invece la cre-scita della commercializzazione delriso in Italia?«Grandi Riso è un marchio che nel 2011ha registrato un aumento del 82% con-fermando una maggiore crescita e pene-trazione nei mercati nazionali. Un risul-tato ancor più straordinario, poiché iconcorrenti sono marchi storici del madein Italy. Per intendere il “gran salto”, ne-gli ultimi anni, il nostro stabilimento diPontelangorino è passato da una produ-zione di poche centinaia di quintali di riso finoa 280.000 quintali annui, con una produzionecomplessiva nel territorio di mezzo milione».

Cosa contraddistingue la filiera GrandiRiso?«Innanzitutto la riseria, che è un giusto com-promesso tra macchine tradizionali e tecnologiaavanzata, controllo a fibre ottiche e infrarossi, ca-pace di garantire uno standard qualitativo alto ecostante (una produzione attuale di 2mila e 500quintali al giorno con previsione di arrivare a4mila e 500 nel 2012), ottenendo un giustorapporto tra qualità e prezzo. Il nostro marchiorappresenta una filiera trasparente che ha origine

proprio nel delta del Po». Quanto incide l’export sui bilanci della

società?«Esportiamo in paesi come Germania, Fran-cia, Inghilterra, Spagna, Grecia, paesi del-l’Est, Medio Oriente, Stati Uniti, Canada,Australia, solo per citarne alcuni. Abbiamochiuso l’anno appena salutato con un fattu-rato di circa 25 milioni di euro contro i 15 didue anni fa. Gli alti livelli di export raggiuntidipendono in parte anche dalla qualità, che ilnostro territorio ci regala, da oggi anche cer-tificata Igp. Un atto di valorizzazione moltoimportante per il nostro territorio e che unitoalla migliore qualità del prodotto potrebbedare risultati eccellenti».

Dove risiede la forza della tradizioneGrandi?«Nell’attenta gestione delle opportunità of-ferte dai mercati. Sappiamo bene che sel’obiettivo è far conoscere il nostro riso, biso-gna dare un prezzo giusto e competitivo chepermetta alla distribuzione di avere rotazioniimportanti e garantite nel tempo. Solo cosìpotremmo dare un valore aggiunto a tutti gliagricoltori che si impegneranno seriamente aseguire i disciplinari richiesti».

❝~

Tra macchine tradizionali e tecnologiaavanzata, la produzione di Grandi Risoammonta 2mila e 500 quintalidi riso al giorno

Page 94: Dossier Emilia Romagna 01 2012

PRODOTTI ALIMENTARI

Non è pastorizzata, non contieneadditivi o conservanti e non hazuccheri aggiunti. Stiamo par-lando della frutta di IV gamma

proposta da Macè, l’azienda nata nel 2000 e cheha sede a Sant’Agostino (FE). Paola Pivetti ci haparlato del processo di lavorazione che la suaazienda utilizza ed in particolare del procedi-mento denominato feel-pure, «I nostri pro-dotti vengono sottoposti ad un trattamento adalta pressione a freddo che li stabilizza e rallentaconsiderevolmente lo sviluppo degenerativodei microrganismi naturalmente presenti nellafrutta. Non vengono quindi “cotti”, mante-nendo inalterate le caratteristiche organoletti-che e nutritive. Una tecnica innovativa, utiliz-zata in Italia solo da Macè».

Che tipo di frutta propone Macè?«Macè produce frutta di IV gamma (tagliata,pelata e pronta da mangiare), frutta da bere,frutta da gustare (creme non pastorizzate conpezzi di frutta fresca) e fruit bags, ovvero “fruttada passeggio” confezionata per il consumo ve-loce. Inoltre, in occasione del Sigep, il SaloneInternazionale della Gelateria e della Pasticce-ria, che si terrà a Rimini dal 21 al 25 gennaio,abbiamo preparato un’interessante novità: una

linea dedicata alla ge-lateria. Si tratta di unaserie di polpe di fruttafresca, conservabili nelfrigorifero, sempretrattate con il procedi-mento feel-pure,quindi senza conser-vanti e non pastoriz-zate, utili per la prepa-razione del gelato. Perchi vorrà venirci a tro-vare, saremo al padi-glione C5, stand 32.»

Quali sono le caratteristiche di questo tipodi frutta?«Sostanzialmente frutta fresca pronta da man-giare: sana, priva di conservanti, non pastoriz-zata, che garantisce un importante apporto diantiossidanti naturali, fibre, vitamine e sali mi-nerali. La nostra frutta viene pelata, lavata, ta-gliata e confezionata in pratiche vaschette chedanno la possibilità di consumarla in qualsiasiluogo ed ora della giornata. I nostri prodotti,essendo freschi, vanno conservati in frigoriferoed hanno una scadenza che va dagli otto ai di-ciotto giorni, le polpe di frutta fresca per la pre-parazione del gelato che hanno invece una sca-denza di 25 giorni. Una volta aperti sono daconsumare entro le successive quarantotto ore».

A chi sono destinati i vostri prodotti? Dovesono distribuiti?«I nostri prodotti sono destinanti a tutti: adultie bambini. Da sempre distribuiamo la nostrafrutta attraverso due importanti canali, quellodell’Ho.Re.Ca e quello della Grande Distribu-zione Organizzata. Col tempo abbiamo matu-rato un solido legame con alcuni importantigruppi nazionali ed internazionali. Per questomotivo abbiamo diverse tipologie di clienti,dai ristoranti agli hotel, dalle agenzie di cateringalle mense, dalla gelateria al singolo consuma-tore finale».

Da poco avete presentato la linea Onlyou.Quali sono le sue particolarità?

L’alternativa alla pastorizzazione

Paola Pivetti (a destra),

titolare della Macè di

Sant’Agostino (FE),

insieme Silvia Pivetti

www.macefruit.com

Proporre frutta naturale al 100% senza

utilizzare tecniche che ne modificano

le proprietà fisico-organolettiche oggi è

possibile. Ecco l’analisi di Paola Pivetti,

titolare dell’azienda Macè

Amedeo Longhi

128 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

Page 95: Dossier Emilia Romagna 01 2012

Paola Pivetti

EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 129

«Onlyou è la nostra nuova collezione dispre mute e creme di frutta. Una linea di fruttapronta da consumare, assortita e sempre fresca,comoda e sana. Come tutti i nostri prodotti,gode di tutti i vantaggi del trattamento feel-pure. E’ una linea dedicata al consumatore fi-nale che la può trovare nel banco frigo dei su-permercati. Gusto e benessere a portata dimano, direttamente dal proprio frigorifero,con una scadenza di 18 giorni».

Ci parli dell’attività di ricerca e sviluppodell’azienda.«Il nostro stabilimento è dotato delle tecno-logie più moderne, utili per un’attenta attivitàdi ricerca e sviluppo del prodotto. Importantiper noi sono gli standard igienico-sanitaridel settore. Inoltre, la nostra conoscenza dellepiù delicate tecnologie di pelatura, taglio econservazione (cut & chill) garantisce al con-

sumatore un prodotto di ele-vata qualità che mantiene

il sapore e le pro-prietà organolet-tiche dellafrutta fresca.».

Che tipodi supporto fornite

alla salvaguardia am-

bientale?«Per noi è molto importante il rispetto del-l’ambiente e della terra, perché è da lì che na-sce la nostra frutta. Proprio per questo lo ri-spettiamo adottando i metodi più sicuri emoderni. Per la sanificazione della frutta uti-lizziamo tecniche all’avanguardia, come l’ozo-nizzazione dell’acqua e dell’aria. Effettuiamocontrolli sistematici della materia prima, delprocesso di lavorazione e del prodotto finito.Interventi molto importanti in quanto si ri-ducono i passaggi di lavorazione, si risparmiaenergia e materia prima, contenendo la quan-tità di scarti da smaltire. Gli scarti organicidella produzione vengono poi mandati aduna centrale che produce biogas. Dispo-niamo poi di un impianto fotovoltaico di360 kW e di un sistema di depurazione au-tonoma delle acque».

Feel pure è il nostro esclusivoprocedimento freddo ad altapressione che non “cuoce”l’alimento come invece avvienecon la pastorizzazione

Page 96: Dossier Emilia Romagna 01 2012

PRODOTTI ALIMENTARI

In periodi di ristrettezze economiche le fa-miglie, per far quadrare i conti, sono co-strette a “tagliare” diverse spese consideratesuperflue. Anche per questo la gente si reca

al ristorante con meno frequenza rispetto al pas-sato, ma quando lo fa pretende giustamente dimangiare bene. È partendo da questi presuppo-sti che la Surgital Spa, azienda nata nel 1980 a La-vezzola, in Romagna, come piccolo laboratorioartigianale e oggi diventata una realtà leader nellaproduzione di pasta fresca surgelata e sughi per laristorazione di qualità, ha ideato una nuova lineadi prodotti, che in breve tempo ha rivoluzio-nato il mondo della pasta fresca, come raccontail presidente del gruppo, Romana Tamburini:«Dedicata agli chef e ai ristoratori che sanno ri-

conoscere e apprezzare i sa-pori autentici della migliorecucina italiana, questa linea,denominata Divine Crea-zioni, con i suoi ingredientiDop, gli abbinamenti ricer-cati e il confezionamentoesclusivo in plateau, è senzadubbio il piccolo capolavorodi Surgital». Quali sono le peculiarità

che rendono i prodotti amarchio Divine Creazionicosì speciali?«La linea Divine Creazionipresenta tutte le caratteristi-

che della pasta fatta a mano, sia nell’aspetto chenelle qualità organolettiche, permettendo cosìdi offrire ai consumatori un prodotto superlativoper consistenza e gusto, senza per questo rinun-ciare agli innegabili vantaggi della surgelazione.Ma c'è di più, perché la pasta fresca surgelata Di-vine Creazioni, nelle sue diverse referenze, rap-presenta un vero e proprio viaggio alla riscopertadi prelibatezze tipiche della tradizione italiana».

Per garantire la qualità dei suoi prodotti,Surgital ha scelto fin dall’inizio il metodo dellasurgelazione. Quali sono i vantaggi derivantida questa tecnica?«La surgelazione è il sistema di conservazionepiù naturale che permette di mantenere inalteratele caratteristiche qualitative e nutrizionali deglialimenti, senza dover ricorrere all’uso di conser-vanti. All’interno del nostro stabilimento la sur-gelazione avviene in IQF - Individually QuickFrozen, che significa surgelare ogni pezzo sepa-ratamente dagli altri, a tutto vantaggio dell’uti-lizzo finale. Il risultato è una pasta delicata, di altaqualità organolettica che si conserva a lungo,senza però perdere le qualità della pasta fresca».

Ricerca e innovazione sono dunque fonda-mentali anche nel vostro settore. Quali solu-zioni avete adottato a questo proposito?«La continua ricerca rappresenta la base del no-stro lavoro. In questi anni abbiamo sostenutoconsiderevoli investimenti, primo tra tutti lacreazione di un Centro Ricerca e Sviluppo al-l’avanguardia. Qui lavorano biologi e tecnici al-

In Emilia-Romagna il mangiare bene è una vera filosofia di vita, che si tramanda

da generazioni. Romana Tamburini spiega come produrre pasta fresca surgelata

nel solco della migliore tradizione artigianale

Guido Puopolo

Romana Tamburini,

fondatrice e presidente

della Surgital Spa di

Lavezzola (RA). Nella

pagina a fianco, fasi di

lavoro all’interno dello

stabilimento aziendale

www.surgital.it

La pasta surgelataconquista la ristorazione

132 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

Page 97: Dossier Emilia Romagna 01 2012

EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 133

tamente specializzati, che grazie anche al sup-porto fornito da macchinari di ultima genera-zione, assicurano un’accurata selezione delle ma-terie prime e il controllo di tutto il processoproduttivo, per offrire al mercato un prodotto dieccellenza, capace di conquistare anche i palatipiù raffinati».

Quali sono attualmente i vostri mercati diriferimento e quali quelli che presentano lemaggiori possibilità di sviluppo?«Oggi esportiamo i nostri prodotti praticamente

in tutto il mondo, dall’Europa agliUsa, passando per il Giappone e leFilippine. Siamo però sempre allaricerca di nuove opportunità dibusiness. Per questo guardiamocon grande interesse alla Russia eal Brasile, due Paesi dalle enormipotenzialità che intendiamo con-quistare anche attraverso la partecipazione afiere ed eventi promozionali, indispensabili perdiffondere i nostri marchi su scala globale».

Quali sono, infine, le prospettive per ilfuturo di Surgital?«La nostra è un’azienda giovane e dinamicache, pur in un contesto economico non facile,è riuscita a crescere notevolmente in pochianni. Attualmente stiamo ultimando la co-struzione di un nuovissimo magazzino auto-matizzato capace di contenere fino a 14.000pallet a –20°C, in quanto siamo convinti chepresto le cose miglioreranno, e non vogliamocerto farci trovare impreparati. Siamo unagrande squadra, e con questo spirito guar-diamo al futuro con ottimismo, con l’obiet-tivo di proseguire nel nostro percorso di cre-scita e sviluppo».

❝~

La linea Divine Creazioni presenta tuttele caratteristiche della pasta fatta a mano,senza per questo rinunciare ai vantaggidella surgelazione

Romana Tamburini

Page 98: Dossier Emilia Romagna 01 2012

La dieta mediterranea rappresentaun orgoglio tutto italiano, da circaun anno riconosciuta come patri-monio dell’Unesco. Mette un po’

in allarme quindi la notizia pubblicata dalWall Street Journal nella quale si ipotizza lapossibilità che la nostra cucina, quella tra-mandata di generazione in generazione dalledonne di casa, si estingua, in un rapido e tri-ste declino. Il quotidiano in ogni caso sug-gerisce un modo per evitare il tracollo defi-nitivo, invitando la nuove generazioni arecuperare la tradizione culinaria, poiché lacucina italiana, da sempre stimata e apprez-zata proprio per i suoi sapori, non può per-dere nel tempo precisione e accuratezza. Traqueste tradizioni da recuperare c’è sicura-mente la lavorazione delle alici, perno delladieta mediterranea e direttamente collegateall’antica cultura culinaria del nostro Paese.«Le alici rappresentano un prodotto dellatradizione italiana da conservare e difen-dere. Però oggigiorno risulta di fondamen-tale importanza la presentazione di tale pro-dotto in ottica moderna». A parlare èGiovanni Palmieri, amministratore delegatodella Zarotti Spa, azienda che da oltre cin-

Pilastro della dieta mediterranea, le alici rappresentano

una delle tradizioni culinarie italiane. Zarotti

da cinquant’anni armonizza memoria gastronomica

e filosofia commerciale. Ne abbiamo parlato

con Giovanni Palmieri

Nicoletta Bucciarelli

Tradizioni gastronomiche mediterranee

Giovanni Palmieri è amministratore delegato della Zarotti Spa di Parma

www.zarotti.it

134 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

Page 99: Dossier Emilia Romagna 01 2012

Giovanni Palmieri

EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 135

quant’anni produce filetti dialici, sgombri e sardine, von-gole e tonno.

Zarotti risulta in una posi-zione di eccellenza per quanto ri-guarda la presenza nella Gdo. Che cosa sicela dietro questi successi? «Dietro il successo del brand Zarotti c’è in-dubbiamente la ricerca costante del migliorpescato e una dedizione particolare mostratadurante la fase produttiva al fine di garantirel’eccellenza del prodotto finito. Perché, ènoto, il consumatore italiano è un cultoredel buon cibo e non intende rinunciare allaqualità, anche in periodo di crisi econo-mica. Inoltre risultano essere sicuramentedeterminanti altresì le scelte strategiche inambito commerciale e per quanto concerneil marketing».

La vostra realtà guarda soprattutto allagrande distribuzione italiana. Distribuiteanche in altri paesi europei? «La nostra realtà industriale è senza dubbioorientata in primo luogo verso la GDO ita-liana, nostro canale distributivo per eccel-lenza. Però all’export abbiamo sempre guar-dato come un’importante opportunità dalleprospettive estremamente interessanti. At-tualmente siamo presenti sul mercato euro-peo prevalentemente in Germania ed Au-stria e negli ultimi anni abbiamoconsolidato la nostra posizione di mercatoanche negli Stati Uniti, in Australia e inGiappone. L’obiettivo del brand Zarotti èquello di raggiungere una quota pari al 20%del fatturato totale per quanto concerne ilcomparto estero».

Zarotti ha messo in primo piano la tra-dizione senza però accantonare l’innova-zione attraverso la ricerca di prodottisempre innovativi. Su quali prodotti vistate indirizzando?«Le ricerche alla base dell’innovazione ri-

guardano essenzialmente il nostro core bu-siness ovvero le alici. Gli sforzi in tal sensomirano alla realizzazione di prodotti di al-tissima qualità e di varianti delle nostre re-ferenze di punta che stuzzichino sempre piùil palato e la fantasia del consumatore».

Da dove proviene la materia prima e inche modo ne viene garantita la qualità?«La materia prima viene selezionata scanda-gliando il miglior pescato del Mediterraneoe non solo. Successivamente, avvalendocidel supporto di uno staff altamente specia-lizzato preposto al controllo qualità dell’in-tera filiera produttiva, siamo in grado di ga-rantire l’eccellenza del prodotto finito».

Come è andato il 2011 e che cosa viaspettate per il 2012?«L’anno che si è appena concluso, compati-bilmente con la congiuntura economicamondiale vigente, è stato soddisfacente perquanto riguarda il nostro comparto di riferi-mento. Per il 2012 ci auguriamo di rafforzareo quantomeno di confermare la nostra posi-zione di mercato, e in primis di conservarel’affezione dei nostri consumatori».

❝~

Il consumatore italiano è un cultoredel buon cibo e non intenderinunciare alla qualità, anche inperiodo di crisi economica

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FOCUS PARMA

138 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

Il bilancio di previsione 2012-2014 pre-sentato di recente dal commissario stra-ordinario del Comune di Parma, MarioCiclosi, risponde necessariamente a cri-

teri di rigore per il risanamento dei conti. «Ilcommissariamento è naturalmente una ri-sposta a una situazione eccezionale. E il bi-lancio è figlio di questa situazione, oltre chedel contesto generale, che richiede a tuttiuno sforzo di rigore e di sobrietà». Per questola gestione commissariale è intervenuta inmodo deciso per contenere i costi dell’ente.Si è razionalizzato sul personale, rinunciandoa dirigenti e professionisti con contratto inscadenza.

Come prevede di pagare i fornitori edestinguere i debiti, nonostante la crisi e i ta-gli da parte dello Stato? «Da subito ci si è concentrati sui pagamentiai fornitori, con l’intento di dare una primarisposta di sollievo a tante realtà produttiveche già versano in una condizione di diffi-coltà. Non sono state dimenticate nemmenole società partecipate, su cui stiamo interve-nendo in un’ottica di decisa razionalizzazione.Il tutto attraverso una filosofia fondata suquattro pilastri, che ho deciso di declinare finda subito nello statuto del Comune. Le paroled’ordine sono trasparenza, legalità, efficienzae controllo».

Per superare la forte riduzione dei trasferi-menti da parte dello Stato, passati da 43 mi-lioni nel 2011 a 6,8 del 2012, c’è necessità dimaggiori entrate. Da dove arriveranno equanto ciò graverà sui cittadini?«La maggior parte dei cittadini ha capito lacomplessità del momento e sa che questo è iltempo dei sacrifici. Tra i numerosi messaggi acui rispondo quotidianamente, ci sono natu-ralmente anche quelli di chi si lamenta perl’aumento delle aliquote Irpef e Imu. A tutticerco di offrire una spiegazione semplice e one-sta: i sacrifici di oggi servono a costruire la se-renità di domani. A Parma, come a livello na-

zionale. I parmigiani sono persone responsabilie - ne sono certo - stanno comprendendo le dif-ficoltà e il senso del nostro impegno».

La riduzione della spesa inciderà sui servizialla persona e, più in particolare, sul disagio,sulla disabilità e sulla disoccupazione?«No, anzi. Ho illustrato in sede di presenta-zione, e mi piace sottolineare nuovamente la fi-losofia di questa manovra, che è nel segno delrigore e ha l’obiettivo di risanare i conti e di ga-rantire i servizi. Perciò, sulla base di un dove-roso criterio di equità, si è agito per non doversacrificare welfare e servizi educativi e soprat-tutto per non scaricarne i costi sui cittadini. Letariffe avranno un incremento minimo, pari oin alcuni casi anche inferiore ai parametri del-l’Istat. Quanto alla disoccupazione, abbiamodeciso di creare un fondo ad hoc di un milione

«Le parole d’ordine sono trasparenza, legalità,

efficienza e controllo». Mario Ciclosi, commissario

straordinario del Comune di Parma, offre ai cittadini

una spiegazione semplice: «I sacrifici di oggi servono

a costruire la serenità di domani»

Renata Gualtieri

Agire subito e bene

Mario Ciclosi, commissario

straordinario del Comune

di Parma

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Mario Ciclosi

EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 139

di euro. Il problema esiste, la crisi morde e, no-nostante la congiuntura indubbiamente diffi-cile, abbiamo il dovere di affrontare questa cri-ticità. Per sostenere chi è in difficoltà, senzadimenticare i giovani».

Quanto tempo si è dato per far fronte aigravosi impegni di pagamento?«Dal giorno del mio insediamento, in pocopiù di un mese, sono stati sbloccati quasi 10milioni di euro per i pagamenti ai fornitori. Ingennaio, è in arrivo un altro pacchetto di 15milioni. Ora è stato approvato un piano trien-nale per oltre 100 milioni: il tutto nel pienorispetto del patto di stabilità, che, a Parmacome in tutti gli altri Comuni italiani, vincolafortemente queste operazioni, nonostante labuona disponibilità di cassa che ho registrato

al mio arrivo. Ma, proprio per questo, sonostati accelerati i tempi di approvazione del bi-lancio di previsione, nonostante la possibilitàdi prorogare i termini che molte altre ammi-nistrazioni hanno invece deciso di sfruttare.Agire subito e agire bene, insomma. Perchéun’amministrazione pubblica ha il dovere dionorare i suoi obblighi e di tutelare i suoi cit-tadini. A questo proposito, credo che sia giu-sto ricordare i criteri adottati per garantireequità e omogeneità ai pagamenti, incidendoda subito su una vasta platea di fornitori».

Un rapido esame dei costi mensili e seme-strali dell’ex Giunta Vignali e dell’attuale fasecommissariale ci riporta alla sobrietà e al-l’antipolitica?«Sobrietà sì, antipolitica mai. La sobrietà è, in-

fatti, un imperativo impostodalla difficile situazione chestiamo vivendo, oltre che na-turalmente da una doverosaetica pubblica. Ma la politicaresta un’attività fondamentalee chi la esercita ha tutto il miorispetto e la mia considera-zione. Come affermava PaoloVI, “la politica è la più altaforma di carità”. Quando hodeciso di rendere noti i costidella gestione politica e dellagestione commissariale, hovoluto dare risposta a specifi-che richieste dei cittadini: hoagito senza alcun intento po-lemico, ma avendo comeunico obiettivo la trasparenza.Solo con questo approcciopossiamo avvicinare i citta-dini alle istituzione, incenti-vando partecipazione e con-divisione sulle scelte cheriguardano il nostro futuro.E questa, appunto, è la mis-sione della politica, intesa nelsuo senso più alto».

La cifra che il comunedi Parma riceveràdallo Stato. I fondisono stati ridottinel 2012 rispetto

ai 43 milioni del 2011

TRASFERIMENTI

6,8 mln

Stanziamentoapprovato nel

piano triennale delComune

PROGETTI100 mln

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«Agiremo a sostegno della piccola e media impresa, importante valore economico e sociale per

il territorio». Lo assicura Ugo Margini, presidente di Confcommercio regionale e Ascom Parma

Renata Gualtieri

Lo sviluppo è nel bene comune

Parma e le imprese del territoriohanno subìto l’evoluzione della crisimondiale, che ha colpito il tessutoproduttivo, in maniera leggermente

minore della media nazionale, essendo l’eco-nomia della provincia basata per lo più sulsettore agroalimentare, che ha avuto cali mi-nori. Malgrado ciò «gli effetti reali della crisi,ma anche la psicosi che ne è conseguita,hanno portato a una riduzione dei consumiche – precisa Ugo Margini – unitamente alladiminuzione dell’erogazione del credito daparte delle banche, hanno determinato lafuoriuscita dal mercato di numerose piccoleimprese commerciali».

Quali le risposte di Ascom Confcom-mercio Parma alle molteplici istanze dellacollettività e del tessuto commerciale?«Ci siamo battuti e continueremo a farlo contutta l’energia per garantire un adeguatoequilibrio distributivo, intervenendo in pri-mis a sostegno della piccola e media impresacommerciale, che riteniamo essere un im-portante valore non solo economico ma an-che sociale per l’intero territorio. In que-st’ottica abbiamo lavorato in particolare peragevolare l’accesso al credito delle piccoleimprese mediante la nostra cooperativa digaranzia e investendo direttamente sui grandieventi, perché riteniamo che questi possano

FOCUS PARMA

140 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

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essere un importante motore per lo sviluppoeconomico e turistico del territorio provin-ciale, che rappresenta uno degli elementifondamentali per la ripresa dei consumi in-terni. Da ultimo, ma non per importanza,abbiamo attivato accordi con alcune istitu-zioni locali volti a garantire un sostegno ef-ficace e costante per favorire i processi di ri-collocazione delle persone che perdono illavoro a causa della crisi».

Basta l’export per uscire in maniera de-finitiva dalla crisi o vanno rilanciati i con-sumi interni? «Le esportazioni da sole non sono sufficientia rilanciare l’economia e sostenere la cre-scita, soprattutto se non innescano uno sti-molo per l’incremento dell’occupazione. Ba-sta pensare che nel terzo trimestre del 2011,in cui il nostro Paese ha mostrato una ridu-zione del Pil dello 0,2% rispetto al secondotrimestre, l’export è cresciuto, in volume,dell’1,6%. Va anche detto che in termini dicontributo al Pil della domanda estera biso-gna considerare il saldo che si determina traimportazioni ed esportazioni. Analizzandoquanto accaduto dal 1990 a oggi si riscontracome in molti periodi il saldo abbia contri-buito negativamente, in relazione a un’evo-luzione delle importazioni più sostenuta ri-spetto all’export, e in linea generale si evincecome l’andamento delle esportazioni nettenon sia in grado di condizionare in misura ri-levante la crescita economica. Decisamentediverso è il ruolo svolto dai consumi delle fa-miglie e dagli investimenti sul Pil, che rap-presentano le uniche componenti in grado dideterminare un vero impulso allo sviluppo.Secondo nostre analisi, peraltro, i consumidelle famiglie si orientano per l’80% a pro-duzioni nazionali, contribuendo non soloallo sviluppo del settore dei servizi ma anchea quello del manifatturiero».

In che misura la politica regionale è disostegno al terziario?«Il confronto con la Regione ha visto un si-gnificativo lavoro di coordinamento tra tuttele componenti del nostro sistema associativoregionale, consentendo di portare a sintesi le

istanze delle categorie. Nel periodo 2008-2011 sono stati, infatti, stanziati dalla Re-gione oltre 160 milioni di euro sulle princi-pali leggi regionali di sostegno ai nostrisettori. La programmazione dei fondi strut-turali per il periodo 2007-2013 ha visto as-segnare al terziario 70 milioni di euro sul-l’Asse 4 del Por-Fesr, a copertura di azionivolte ad incentivare iniziative di riqualifica-zione e valorizzazione commerciale e turi-stica su tutto il territorio regionale».

È stato, inoltre, avviato un confrontocon l’assessorato alle Attività produttive. «Sì, per evidenziare la necessità di azioni con-giunte a vantaggio delle imprese del terziario,offrendo loro le stesse opportunità di svi-luppo riservate alle imprese degli altri settoriproduttivi, in particolare bandi relativi agreen economy e sviluppo energetico soste-nibile, innovazione, internazionalizzazione ecredito. A queste risorse si aggiungono i 7milioni di euro assegnati per il sostegno aprogetti di eccellenza per il turismo, destinatidi concerto con la Regione alla riqualifica-zione delle strutture ricettive della filiera tu-ristica congressuale regionale. Ma il con-fronto con la Regione sul tema delle risorsesarà garantito e intensificato per interveniresu eventuali assestamenti al bilancio regio-nale e per impostare i lavori sulla politica eu-ropea di coesione 2014-2020».

In un periodo di crisi “La festa scende in

Ugo Margini, presidente

di Ascom Parma e

Confcommercio

regionale

Ugo Margini

EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 141

� �

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strada” è ancora un’interessante opportu-nità che Ascom offre per il rilancio del ter-ritorio, dei suoi prodotti e delle imprese?«Credo che i mercatini e le feste di quartiereche organizziamo nel centro storico dellacittà rappresentino un momento importantedi vivacizzazione del territorio e un’oppor-tunità per il commerciante di promuoveredirettamente la propria offerta commerciale.Infatti, nostro obiettivo è ed è sempre statoquello di coinvolgere in primo luogo glioperatori commerciali in sede fissa chehanno la possibilità di uscire con propristand merceologici sulla via e di inserireinoltre altri banchi di qualità specializzati,con merceologie che non vadano in direttaconcorrenza con quelle del commercio fisso,ma le integrino sinergicamente rappresen-tando cosi un elemento di maggiore attrat-tiva sia per i visitatori locali che i potenzialituristi. In quest’ottica ci siamo da semprebattuti per evitare l’invasione di massiccepresenze di operatori ambulanti provenientida province diverse dalla nostra e con offertemonotematiche, convinti che le stesse nonaiutassero di certo a far sopravvivere i nostrisettori».

Durante il forum di 2 giorni dal titolo

“Il buon governo e il bene comune” si èparlato di politica sociale e di rilancio del-l’economia. Quanto è importante in eco-nomia una politica sociale che tenda albene comune?«La qualità della vita o “benessere” della po-polazione di una comunità è un argomentoimportante sia in economia che in politica, èun indicatore della civiltà democratica diuna comunità e si misura anche dal buon go-verno e dalla capacità di chi amministra direndere tutto semplice e comprensibileusando bene i canali di informazione e sti-molando i cittadini e le categorie a parteci-pare e a decidere. Quando una città ha unabuona qualità della vita, sia in termini eco-nomici che sociali, significa che la sua po-polazione e le sue imprese possono fruire diuna serie di vantaggi che le permettono disviluppare le proprie potenzialità in un vir-tuoso circolo di crescita complessiva. Il benecomune deve essere posto, dunque, assolu-tamente al primo posto in quella scala di va-lori fondamentali da tenere come riferimentoper attuare adeguate politiche di buon go-verno. Solo nel bene comune si hanno lebasi per uno sviluppo armonico e duraturodella nostra società».

I mercatinivivacizzanoil territorio epromuovono l’offertacommerciale

Secondo i dati diConfcommercio

i consumidelle famiglie si

orientano per l’80%a produzioni nazionali

MADE IN ITALY80%

FONDI70 mln

Le risorseassegnateal terziario

per il periodo2007-2013

� �

FOCUS PARMA

142 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

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SISTEMA PORTUALE

144 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

Un settore a rischio isolamento

Dal 1 maggio 2012 entrerà in vi-gore la tassa sulle imbarcazionicontenuta nel decreto “salva Ita-lia” della manovra Monti che

avrà come destinatari tutte le unità di di-porto, a vela o a motore, di dimensioni su-periori ai dieci metri di lunghezza, che sta-zionano in porti marittimi nazionali,navigano o sono ancorate in acque pubbliche,anche se in concessione a privati. Da calcolaresu base giornaliera, l’imposta avrà un gettitopari a 285 milioni di euro secondo le stimefornite dall'Osservatorio nautico nazionale,con un impatto forte sulle regioni che deten-gono il maggior numero di posti barca e sultraffico di diportisti stranieri. Anton France-sco Albertoni, presidente di Ucina, ribadiscel’impegno dell’associazione affinché «la tassadi stazionamento venga tramutata da tassadi soggiorno, quale di fatto è attualmente, atassa sul bene, per evitare il naufragio dellaportualità turistica nazionale».

Il comparto offre lavoro a 100mila per-sone, rappresenta la quinta forza dell’exportdel nostro Paese: quali sono i punti di forzadel settore su cui investire nel 2012?«La capacità di innovare, le competenze e leprofessionalità altamente qualificate cheoperano all’interno delle nostre aziende e laforza dei nostri brand è confermata anche

dai dati dell’ultimo Global Order Book, laclassifica della prestigiosa rivista internazio-nale Show Boat, che vedono ai primi tre po-sti altrettante aziende italiane che realizzanomegayacht».

Come il settore della nautica da diportoesce dalla crisi economica degli ultimi dueanni e in che modo ha accolto le misure pre-sentate dal governo nell’ambito della mano-vra finanziaria? «La crisi che si è abbattuta sulle economie in-ternazionali ha colpito duramente anche ilnostro settore che, nel biennio 2008-2010, haregistrato una contrazione del fatturato glo-bale di circa il 45%, passando da circa 6,2 mi-liardi di euro agli attuali 3,4. Con riferimentoalle norme sulla nautica contenute all’internodella manovra finanziaria “salva Italia”, Ucina,pur accogliendo con soddisfazione i correttivitecnici apportati dall’esecutivo alla tassa distazionamento destinata alle unità da diporto,ritiene che tale provvedimento avrà ripercus-sioni fortissime sulle economie locali dellafiliera nautica, dei sevizi, dei porti, del ri-messaggio e del commercio legato al settore,rischiando di dare il colpo di grazia al nostrocomparto».

L’introduzione di una tassa di staziona-mento sui posti barca quali ripercussioni avràsulle economie locali della filiera nautica,

La nuova tassa di stazionamento

colpisce la nautica da diporto.

«Ucina è consapevole della situazione

di difficoltà in cui versa il Paese ma il

governo, da parte sua, non può non

comprendere il valore economico del

turismo nautico in Italia». Il punto di

Anton Francesco Albertoni

Elisa Fiocchi

Sopra,

Anton Francesco

Albertoni, presidente

Ucina Confindustria

Nautica

Page 109: Dossier Emilia Romagna 01 2012

Anton Francesco Albertoni

EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 145

quali settori saranno maggiormente colpititie quali regioni? «Secondo le stime fornite dall’Osservatorionautico nazionale, la nuova norma avrà unimpatto molto forte sulle regioni che deten-gono il maggior numero di posti barca: Li-guria, Toscana, Campagna, Sardegna, FriuliVenezia Giulia e Veneto. Tra le realtà più col-pite figurano le centinaia di imprese portualituristiche dislocate sulle coste. Inoltre, è fortela preoccupazione per le possibili ricadutenegative che la norma potrà avere anche suiprogetti in essere riguardanti la costruzione dinuovi ormeggi, con la reale prospettiva di unallontanamento del sistema creditizio dalleinfrastrutture in fase di realizzazione».

In merito ai diportisti stranieri che nel2011 hanno registrato un flusso del 15%,quali provvedimenti rischiano di isolare ilnostro Paese dai traffici internazionali? «La nuova tassa di stazionamento penalizzeràulteriormente il settore della nautica da di-porto, già messo in ginocchio dalla crisi eco-

nomica degli ultimi due anni. I diportisti ita-liani e stranieri saranno inevitabilmente sco-raggiati a permanere sulle nostre coste dalmomento che in altri paesi confinanti, comead esempio Francia, Croazia, Slovenia, Malta,Montenegro, Grecia e Tunisia, tale imposta èassente. Inoltre, una flessione del 25% del-l’indotto derivante dal traffico charter an-nullerebbe da sola l’intero gettito dell’impo-sta, stimato in circa 285 milioni di euro,senza contare la mancata contribuzione Ivasulla vendite di nuove unità acquistabili conleasing estero e la diminuzione dei ricavi delleaziende del turismo e dei servizi legati all’usodelle barche di proprietà dei privati».

Come Ucina sta collaborando in vista del52° Salone nautico di Genova, punto di rife-rimento mondiale per l’industria nautica eper tutti i diportisti?«Nel corso dell’ultima assemblea generale, te-nutasi lo scorso mese di dicembre a Genova,sono state lanciate le assise generali della nau-tica, un’iniziativa che terminerà nel prossimo

mese di maggio in occasionedell’annuale conventionUcina Satec. Tra gli argo-menti che verranno discussiall’interno dei gruppi di la-voro che sono stati costituiti,ampio spazio verrà riservatoa tematiche prioritarie per ilcomparto nautico quali, adesempio, gli strumenti fi-nanziari a sostegno delle im-prese, l’internazionalizza-zione e la competitività, leinfrastrutture e la portualitàturistica, la sostenibilità am-bientale e lo sviluppo dellostesso Salone Nautico Inter-nazionale, vetrina nel mondodell’eccellenza made in Italylegata alla nautica».

Il biennio 2008/2010,ha registrato unacontrazione del

settore nautico dicirca il 45%

FATTURATO

3,4 mld

La stima dell’interogettito dell’imposta

TASSA

285 mln

Page 110: Dossier Emilia Romagna 01 2012

Il Circolo Velico Raven-nate è un’associazionesportiva senza fini di lu-cro, nata nel 1949 per

iniziativa di un gruppo diamici appassionati di mare,con sede nei pressi della co-struzione del Faro lungoun’area di circa 65mila mq.Affiliato alla Federazione ita-liana vela, nel 1989 è statoinsignito dal Coni con laStella d’argento al meritosportivo. Il presidente, Egi-dio Dal Fiume, analizza il va-lore dell’economia nautica sulterritorio ravennate e i bene-fici in grado di offrire al set-tore del commercio e del tu-rismo, oltre ai rischi dellatassa di stazionamento sul-l’intero comparto. «Si com-prende subito che il valore

dell’economia nautica di Ma-rina di Ravenna è di tutto ri-spetto e insieme alle attivitàportuali costituisce il filoneportante dell’economia ra-vennate e del suo indotto».

Il Circolo conta oggi circa600 soci: che valore offre al-l’economia nautica e turisticadel territorio?«Di questi, 333 sono soci ar-matori, possessori, cioè, di284 barche a vela e 49 barchea motore, di lunghezza varia-bile tra 8 e 19 metri. Di que-ste, circa un terzo sono di-mensione inferiore a 10 metrie quindi non soggette al pa-gamento della tassa di stazio-namento. Il rimanente, copreprincipalmente la fascia tra10 e 14 metri e pagherannodal mese di maggio la tassadel decreto “salva Italia”. Alcircolo si aggiungono altricircoli privati e un marina,per un totale di più di due-mila barche ormeggiate. Perla nautica da diporto sono icantieri e l’indotto terziario abeneficiarne principalmente.Ma non è certamente trascu-rabile la parte turistica, percui i ristoranti e il commercioin generale ne beneficiano in

modo sostanziale. Si pensiche ogni natante da diporto,soprattutto nei weekend, in-dirizza a Marina di Ravennadalle due alle quattro per-sone, per cui una semplicemedia porta a presenze del-l’ordine di svariate migliaia dipersone che gravitano sul-l’economia turistica raven-nate di provenienza nautica:non sono numeri trascurabiliin periodi di crisi come quelloattuale. Il decreto “salva Ita-lia”, sebbene necessario e im-prorogabile, non favorisce dicerto lo sviluppo della nauticada diporto e del suo indotto».

Se si considera che nel Me-diterraneo esiste un’offertaturistica appetibile e compe-titiva come in Francia, Spa-gna, Croazia, Turchia, Gre-cia, quali soluzioni eprovvedimenti possonoescludere la perdita di flussicroceristici sul territorio na-zionale con l’introduzionedella tassa di stazionamento?«Una soluzione percorribile èquella francese che prevede unatassa di stazionamento per leimbarcazioni da diporto mamolto più limitata e soprat-tutto articolata: si paga da 8

PORTO DI RAVENNA

146 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

Ravenna, vocazione nautica Come alternativa valida alla tassa di stazionamento presto in vigore, Egidio Dal Fiume

pensa all’esempio dei francesi: «Una soluzione percorribile, che ne prevede

una per le imbarcazioni da diporto ma molto più limitata e soprattutto articolata»

Elisa Fiocchi

Egidio Dal Fiume,

presidente del Circolo

Velico Ravennate

SISTEMA PORTUALE

Page 111: Dossier Emilia Romagna 01 2012

Egidio Dal Fiume

EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 147

In chiusura del 2011 l’Autorità portuale, assieme al Circolo Velico Ravennate e alRavenna Yacht Club, ha firmato un protocollo d’intesa atto alla valorizzazione dell’area

demaniale marittima compresa tra il molo guardiano Dalmazia, la darsenetta lungo ilcanale e la sede del Circolo Velico Ravennate. La finalità del progetto è quella di offrirenuovo impulso allo sviluppo della nautica lungo il canale Candiano, così come già è statoprevisto nel quadro più ampio degli interventi infrastrutturali che dalla darsena di città,passando per la Cittadella della nautica, arrivano fino a Marina di Ravenna. L’iniziativa sicolloca all’interno del quadro complessivo di sviluppo dell’intero comparto attuato inquesti anni sul territorio con gli interventi di banchinamento dell’avamporto, ilcompletamento del porto turistico di Marinara - attualmente in fase di rilancio - con larealizzazione dei servizi a terra, la riqualificazione dell’area della darsena. «Vivasoddisfazione» è stata espressa da Umberto Miccoli (in alto, nella foto), presidente delRavenna Yacht Club fondato nel 1976 come Circolo motovelico, oggi cresciuto con circa250 posti barca per imbarcazioni dai 6 ai 15 metri e con un pescaggio garantito di 3metri. Il campionato invernale che in questa stagione compie 30 anni, raccoglie ben 140iscritti che si traducono in 700 velisti, due percorsi di regata, tre diverse partenze e treclassifiche di gruppo. Gli altri due eventi di punta del calendario, sono la classicissima“Lui e Lei” a settembre, e la veleggiata di Santo Stefano, la cui edizione 2011 ha vistoscendere in acqua 53 barche.

di Elisa Fiocchi

Un patto di sviluppo

metri di lunghezza e si au-menta di metro in metro perun valore tassabile molto piùadeguato all’appassionato nau-tico. Non credo che nel Medi-terraneo esistano soluzioni talida far perdere flussi crocieri-stici sul territorio nazionale, senon per imbarcazioni di lun-ghezza superiore ai 14 metri ea motore. Ricordiamo che latassa di stazionamento è di-mezzata per le barche a vela etiene conto per tutte le imbar-cazioni della vetusta con ridu-zioni fino al 45%».

Quali iniziative e progettidell’associazione saranno at-tuati nel 2012?«Le principali iniziative del no-stro circolo iniziano con lezioni,teoriche e pratiche, nelle scuoledella provincia di Ravenna perinvogliare i giovani nelle atti-vità sportive veliche. Tutto ciòprosegue con la scuola vela pergiovanissimi sugli Optimist esui “420” laser e recentementesui “470”. In sostanza, unaparte consistente dei nostri bi-lanci è dedicata ad attività spor-tive indirizzate ai giovani. Pernon parlare delle numerose ve-leggiate che organizziamo percoinvolgere i soci».

Page 112: Dossier Emilia Romagna 01 2012

Investire sui collegamenti per crescere

Un aumento del 12%nella movimentazionecontainer: questo, se-condo Tcr, il dato più

rilevante riferito alle attività delporto di Ravenna nel 2011. Il pre-consuntivo dell’anno appena con-cluso parla infatti di una movi-mentazione di circa 195mila teuscontro i 174mila del 2010 e i177.575 del 2009. Dati confor-tanti, che fanno intravedere unseppur faticoso ritorno ai livellipre-crisi, come conferma GuidoOttolenghi, presidente di Confin-dustria Ravenna. «Oggi – dice – ilporto di Ravenna sta vivendo unmomento di lento recupero, allaricerca di nuove prospettive di svi-luppo. Nonostante l’incrementodella movimentazione container,che in effetti è tornata ai livelli pre-crisi, nel complesso siamo ancoraal di sotto dei traffici del 2008».

In che direzioni occorre allorasviluppare il porto?«Resta centrale investire su infra-strutture e servizi adeguati a reg-gere il peso della concorrenza degliscali con cui Ravenna compete,prestando grande attenzione allasicurezza, tema su cui Confindu-stria è da sempre fortemente im-pegnata. La direzione in cui oc-corre sviluppare il porto è quelladell’approfondimento dei fondali e

dell’adeguamento delle banchineal vigente piano regolatore por-tuale. Vanno, inoltre, sviluppati icollegamenti logistici che amplianol’entroterra del porto».

A proposito di approfondimentodei fondali: che importanza hal’adozione da parte del consigliocomunale della variante relativa alCandiano? Quali prospettive disviluppo offre al porto?«La variante adottata il 22 dicem-bre scorso consente lo svuotamentodelle casse di colmata e il conferi-mento del materiale in esse conte-nuto presso le aree del comparto 3del Poc logistica, creando di fatto lecondizioni per avviare i lavori di

escavo. Questa è una prospettiva disviluppo concreta e apprezzabile:l’approfondimento dei fondali è ilrequisito imprescindibile per ren-dere il 2012 l’anno del porto, cosìcome l’adeguamento delle ban-chine. Questo anche a causa delgrande cambiamento che in questianni hanno subìto le navi, chesono diventate più grandi per com-primere i costi, e ciò ha modifi-cato significativamente il mondodei trasporti. Bisogna rapidamenteadeguarsi a questi mutamenti,pena una perdita di competitivitàdi tutto il porto».

Cosa vi attendete invece dal pro-getto della nuova darsena? Quale

Guido Ottolenghi, presidente di Confindustria Ravenna, parla di un «lento recupero» nel 2011 e

dice: «Resta centrale puntare su infrastrutture e servizi adeguati a reggere il peso della

concorrenza degli scali con cui compete il nostro porto»

Riccardo Casini

148 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

Guido Ottolenghi, presidente di Confindustria Ravenna

PORTO DI RAVENNASISTEMA PORTUALE

Page 113: Dossier Emilia Romagna 01 2012

Guido Ottolenghi

valore aggiunto potrà portare allacittà e alla sua economia?«Si tratta di una porzione impor-tante della città, con un waterfrontche può essere al centro di una ri-qualificazione dal respiro interna-zionale, come è stato per altri pro-getti europei. È un’operazione chepotrebbe rendere l’area attrattiva peril sistema finanziario e immobiliarenon solo italiano, e può giocare unruolo anche per la candidatura diRavenna a Capitale europea dellacultura 2019. Crediamo che sia op-portuna una molteplicità di desti-nazioni d’uso, residenziale, com-merciale, direzionale, culturale,universitario per un investimentoche oggi viene stimato in oltre 800milioni di euro».

Cosa sta facendo Confindustriain questo senso?«Per Confindustria questo rappre-senta un intervento che cambierà esvilupperà tutta la città, e potràtrovare collegamenti con progettiquali la cittadella della nautica,Marinara, e ovviamente il portostesso. L’associazione dal 2004 haassistito e affiancato il ConsorzioNuova darsena, che riunisce lamaggioranza dei proprietari dellearee, per un confronto continuosul futuro di una zona tanto im-portante».

Collegato al porto c’è sicura-mente il discorso del corridoio eu-ropeo Baltico-Adriatico. In chemodo gli industriali ravennati pos-sono favorirne la realizzazione, in

particolare per quanto riguarda iltratto Ravenna-Venezia della E55?Quali altre opere infrastrutturalisarebbero necessarie per la logi-stica nel vostro territorio?«Per quanto riguarda il tratto dellaE55, guardiamo con speranza al-l’impegno del ministro delle Infra-strutture e dei trasporti Corrado Pas-sera e al pacchetto sulle grandi operestrategiche. Da parte nostra, sul ter-ritorio abbiamo ribadito nel Pattoper lo sviluppo, recentemente pre-sentato in Provincia, la necessità diaccelerare tutti i lavori in attesa direalizzazione e per i quali sono giàstate individuate le risorse necessarie,anche ricercando forme di parteci-pazione di capitali privati attraversoil project financing».

EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 149

Una visuale dell’area della cosiddetta penisola Trattaroli, dove potrebbe sorgere il nuovo terminal container

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Nel cuore ricco dell’Europa

Dal 2003 Giuseppe Par-rello «è» il porto diRavenna. Oggi,giunto al termine del

suo secondo mandato come presi-dente dell’Autorità portuale, puòguardare indietro con soddisfa-zione. «Negli ultimi anni – spiega– e ancor di più da quando il Paeseè stretto nella morsa della crisi cheha colpito l’economia mondiale, siè lavorato a Ravenna per realizzareappieno tutte le potenzialità che lapresenza di uno scalo di rango in-ternazionale offre e per crearenuove opportunità di un suo svi-luppo». Ecco perché, prosegue,«non esiste un “anno del porto”:ogni anno è “l’anno del porto”,ogni anno per un progetto diverso.Possiamo parlare di una continuitàche ha visto il ruolo del porto diRavenna sempre centrale in quantooccasione di crescita e di sviluppodi tutto il territorio, dal punto divista degli investimenti e della rea-lizzazione di infrastrutture».

Il 2011 allora potrebbe venire ri-cordato come l’anno delle crociere.«In generale, in termini di movi-mentazione di merci e passeggeri il2011 si conclude in costante ri-presa rispetto all’anno precedente,con una crescita di traffico com-plessivo delle merci dell’8,6%, al-

meno secondo i dati rela-tivi ai primi 11 mesi. Sipuò affermare che si è nellafase finale del percorso che,si auspica, porterà in fu-turo a raggiungere nuova-mente i livelli di trafficodel 2008, che a tutt’oggirappresentano risultati record perlo scalo. Certo, per quanto ri-guarda il traffico passeggeri nel2011, suo primo anno di attività, ilterminal di Ravenna ha raggiunto160mila passeggeri contro i 15miladegli anni precedenti, ospitandopiù di 80 toccate di 17 navi di dif-ferenti compagnie internazionali».

Che eredità lascia allora la suapresidenza? Quali margini di svi-luppo offre ancora la struttura, inparticolare in caso di realizzazionedei lavori di approfondimento delcanale Candiano?«Diciamo che molte cose sonostate fatte, per un valore pari a 400milioni di euro di investimento;molte sono a un avanzato stadiodella loro realizzazione, e qui par-liamo di un valore pari a oltre 140milioni di euro, mentre molto sista lavorando per creare le condi-zioni di un ulteriore sviluppo delloscalo, che presuppone investimentiper circa 250 milioni di euro. L’ap-profondimento dei fondali è sicu-

ramente una condizione prioritariae necessaria ma non sufficiente agarantire tale sviluppo».

Cosa occorre ancora?«C’è bisogno di infrastrutture por-tuali, di risorse finanziarie, di im-prenditoria privata. Per questo si èlavorato al fine di valorizzare il pa-trimonio portuale e potenziare icollegamenti infrastrutturali al ser-vizio del porto, come le strade Ba-iona o Classicana, il ponte mobilesul Candiano o la ferrovia in sini-stra Canale. Sono poi stati realiz-zati 4,5 chilometri di nuove ban-chine, si è passati da fondaliprofondi 9,40 metri a 11,50 metrie sono state già destinate nel bi-lancio 2012 risorse proprie del-l’ente per garantire ulteriori ap-profondimenti. Inoltre si è svoltauna costante azione di primo pianoa livello internazionale, che ha por-tato alla decisione della Commis-sione europea di inserire il corri-doio Baltico-Adriatico tra le suepriorità infrastrutturali e in parti-

Secondo Giuseppe Parrello, presidente dell’Autorità portuale di Ravenna, l’approvazione del

corridoio Baltico-Adriatico porterà ulteriori possibilità di sviluppo allo scalo. «Ma servono

infrastrutture, l’approfondimento dei fondali non è sufficiente»

Riccardo Casini

150 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

PORTO DI RAVENNASISTEMA PORTUALE

Page 115: Dossier Emilia Romagna 01 2012

colare di riconoscerne la completaestensione con il porto di Ravennaquale terminale meridionale. In-fine, in tre anni si è progettato,realizzato e promosso il nuovo ter-minal passeggeri che ha consentitodi movimentare nel corso del 2011oltre 220mila persone tra passeg-geri e membri di equipaggio».

La nuova darsena, il futuro diMarinara, il progetto di un nuovoterminal container nella penisolaTrattaroli: sono però ancora moltii nodi da sciogliere per il futuro.«Non esistono “nodi” ma “azioni”che devono esser realizzate in ter-mini imprenditoriali e manageriali.

L’Autorità portuale è stata promo-trice della costituzione di Agenda, lasocietà sorta per la realizzazione delprogetto di riqualificazione dellaDarsena di città, società nella qualel’Autorità Portuale (socia al 40%) èparte attiva insieme alle altre istitu-zioni locali e la cui attività ha fattosì che nell’ultimo anno il tema dellaDarsena divenisse un tema centraleper le istituzioni e la comunità ra-vennate intera. Inoltre ha sostenutogli sviluppi del progetto di Mari-nara, attualmente in fase di rilancio,che rappresenta una delle poche ini-ziative urbanistiche di qualità effet-tivamente portate a compimento sulterritorio».

E il nuovo terminal container?Qual è la situazione?«L’Autorità portuale partecipa, peri suoi compiti istituzionali, alla rea-lizzazione del nuovo terminal inPenisola Trattaroli, così come stacontinuando a svolgere le normaliattività imprenditoriali e manage-riali che sono indissolubilmente le-gate a una realtà economica, indu-

striale e commerciale importantecome quella del porto di Ravenna.Bisogna cercare di individuare edefinire con chiarezza le azioni daporre in essere al fine di dare corsoai progetti che si ritengono strate-gici per lo sviluppo del porto e per-seguire questi progetti con deter-minazione. Bisogna impegnarsi perdeburocratizzare il sistema il piùpossibile e tentare di trovare solu-zione ai problemi e alle criticitàche possono costituire un “alibi”per non fare le cose».

Prima parlava del corridoio Bal-tico-Adriatico. Può fornire un ul-teriore impulso in questo senso?«A Ravenna la coesione del si-stema, la condivisione da partedelle istituzioni, lo spirito e le ini-ziative imprenditoriali e manage-riali hanno prevalso su logiche dialtro tipo, sulla tentazione di facilicampanilismi e hanno consentito ilraggiungimento di importanti ri-sultati, come il citato inserimentodi Ravenna quale terminale sud delCorridoio. Questo offre ora signi-ficative opportunità al mondo del-l’impresa e a tutti gli operatori eco-nomici, mirando a facilitare lamovimentazione di 50 milioni dipasseggeri e 100 milioni di tonnel-late di carichi l’anno, peraltro nelcuore più ricco dell’Europa».

Giuseppe Parrello

Marinara? Una dellepoche iniziativeurbanistiche di qualitàportate a compimentosul territorio

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EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 151

Una vista del porto turistico

di Marinara e, a sinistra,

Giuseppe Parrello,

presidente dell’Autorità

portuale di Ravenna

Page 116: Dossier Emilia Romagna 01 2012

PORTO DI RAVENNA

«L’anno del porto»:così nei giorni scorsiil sindaco FabrizioMatteucci ha defi-

nito il 2012 per Ravenna. E in ef-fetti, tra l’adozione da parte del con-siglio comunale della varianterelativa ai lavori di approfondimentodel canale Candiano e la possibilitàdi inserirsi nel corridoio europeo Bal-tico-Adriatico, nei prossimi mesi po-trebbero crearsi prospettive di svi-luppo interessanti. «Il 2011 – spiegaGiannantonio Mingozzi, vicesin-daco di Ravenna con delega al porto– è stato un buon anno, nel quale siè registrata una ripresa della movi-mentazione container. Certo, questanon rappresenta l’attività prevalentedel porto, ma è comunque signifi-cativa in termini di innovazione. Inumeri poi non sono ancora ai livelli

di 2007 e 2008, ma rappresentano inogni caso un’inversione di tendenza».Un ulteriore impulso potrebbe ve-nire poi dalla realizzazione del nuovoterminal container nella cosiddettapenisola Trattaroli, che sembra piùvicina dopo che «l’amministrazionecentrale ha manifestato la volontà difinanziare il tratto più importantedei lavori di approfondimento dei

fondali», come conferma Mingozzi.Anche se una delle novità principalidell’anno appena trascorso viene dalmovimento passeggeri, con l’avviodell’attività del terminal crociere diPorto Corsini.«Grazie all’intraprendenza dell’Au-torità portuale e del presidente Par-rello – spiega ancora Mingozzi –Ravenna si sta ritagliando uno spa-zio fino a poco tempo fa impensa-bile nella terminalistica passeggeri.Per quanto riguarda le crociere, nel2012 sono previste infatti circa 50toccate, una base dalla quale si po-trà solamente crescere. Ravenna èdivenuta una sosta ormai acquisitanel bacino del Mediterraneo. Ora èimportante dimostrare che la cittàè all’altezza, e qui parlo in partico-lare agli esercenti: occorrerebberonegozi aperti con un ventaglio di

Il vicesindaco Giannantonio Mingozzi traccia

un bilancio positivo del 2011, sia per il

movimento container che in termini di

crociere. E dice: «Restiamo deficitari sotto il

profilo dei collegamenti. Incomprensibili certe

posizioni contro la E55»

Riccardo Casini

Per Ravenna èl’anno del porto

152 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

SISTEMA PORTUALE

Page 117: Dossier Emilia Romagna 01 2012

orari più ampio, dal momento chele crociere approdano a volte anchedi sera. Serve insomma maggioreflessibilità».

Come procede invece la realizza-zione del progetto della nuova dar-sena? In che modo potrà contri-buire allo sviluppo del porto?«Una darsena come quella di Ra-venna risulta appetibile anche per ilfatto di mettere insieme attivitàcommerciali, possibilità di attraccodi piccole barche e strutture legateall’università, che vi intravede pos-sibilità di studio o lavoro. Si trattadi un elemento che solo la nostracittà può spendere: altrove inveceurbanizzazioni di questo tipo inpiena città hanno creato più pro-blemi che soluzioni».

Quali collegamenti infrastruttu-rali si rendono necessari? Quali

contributi possono giungere inquesto senso dopo l’approvazioneda parte della Commissione Ue delcorridoio Baltico-Adriatico?«Sotto il profilo dei collegamenti ilporto di Ravenna è deficitario, nonc’è dubbio. Ci ha fatto piacere l’ap-provazione del corridoio europeo,per la quale il Napa (l’associazionedei porti del Nord Adriatico, ndr.)ha esercitato un’utile pressione.Siamo però ancora nella fase dellepremesse e delle promesse, mentrequi resta il problema della statale“Romea”, che difficilmente potràsopportare ulteriore traffico. Senzaparlare della ferrovia che attraversaancora la città. Insomma, sul frontedelle infrastrutture le prospettive re-stano a lungo termine: possiamo ra-gionare in termini di vent’anni.Sono indubbiamente più ottimista

invece per quanto riguarda i tempidei lavori ai fondali».

Restando in tema di infrastrut-ture, il Comune si è detto favore-vole al progetto della nuova auto-strada Orte-Mestre.«Abbiamo risposto alla Regione econcordato il percorso: siamopronti a partire, anche alla lucedella situazione in cui versa la E45,sulla quale i tempi di percorrenzaaumentano continuamente anzichédiminuire. Il progetto, che prevedeanche le interconnessioni con laviabilità esistente e con il porto, èstato consegnato alla Gefip Hol-ding di Vito Bonsignore, che sem-brava la società più accreditata. IlCipe ha esaminato tutto, ora siamoin attesa di comunicazioni. Pur-troppo in questo ambito ho impa-rato presto a essere realista».

Contro la nuova E55 si sono le-vate molte voci, che ne criticano icosti e l’impatto ambientale. Comereplica?«Il Comune ha una posizione chiarain merito, avendo approvato il trac-ciato in consiglio comunale. Di più,credo che questa opera consentirebbedi risolvere anche alcuni problemidi traffico interno nei paesi limitrofi.Per questo trovo invece incompren-sibile la posizione di Legambiente:non sembrano rendersi conto che ilvero problema è dato da una stradache non regge più un traffico costi-tuito da mezzi diversi da quelli pre-senti quando è stata realizzata. LaRomea può essere un tracciato turi-stico, ma solo nel momento in cuinascerà un’alternativa».

Giannantonio Mingozzi

A lato, l’area della nuova darsena del porto di Ravenna.

Sotto, il vicesindaco Giannantonio Mingozzi

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QUALITÀ DELL’ARIA

160 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

Interventi concretiper un’aria più pulita

«Spingere semprepiù verso l’uti-lizzo dei mezzipubblici è uno

dei punti chiave sui cui inve-stire e in cui anche le chiu-sure del giovedì possono direla loro». Con queste paroleSabrina Freda, assessore al-l’Ambiente della RegioneEmilia Romagna, spiega unadelle soluzioni al problemadell’inquinamento regionale.«Non vediamole solo comeuna momentanea interru-zione delle emissioni inqui-nanti, ma come un mo-mento di riflessione in cuiamministrazioni e cittadinidevono ripensare la mobilitàcittadina e i servizi necessariaffinché questa sia sempre

meno legata al mezzo pri-vato». In questo ambito èperò fondamentale l’impe-gno del governo nazionalenel promuovere e sostenere iltrasporto pubblico locale e iltrasportosu ferro. Il 19 di-cembre si è svolto a Milanoun incontro con il ministroClini, durante il quale è statodeciso di attivare un tavolodi lavoro tra le Regioni delBacino Padano, gli enti lo-

cali e il ministero per definireun pacchetto di misure di li-vello nazionale con l’obiet-tivo di individuare le azioninazionali e le modalità disupporto delle Regioni, iden-tificare misure statali di raf-forzamento del trasportopubblico e definire lineeguida per gli interventi lo-cali di protezione dell’ariadall’inquinamento.

Oggi qual è la situazioneinquinamento in regione?«I provvedimenti di limita-zione della circolazionehanno contribuito, insiemeagli interventi di rinnovo econversione del parco autocircolante e agli investimentiper la mobilità sostenibile, auna costante riduzione delparticolato fine Pm10 nel-l’ultimo decennio. In noveanni dal 2002, le polveri sot-tili sono calate del 25%come valor medio annuale.Nel 2010, e per la primavolta nel corso degli ultimi10 anni, il valore della media

Nonostante i provvedimenti adottati, gli sforamenti delle pm10

rimangono sopra il limite consentito ogni anno in quasi tutte

le province della regione. Sabrina Freda illustra gli interventi locali

di protezione dell’aria dall’inquinamento

Nicolò Mulas Marcello

Page 121: Dossier Emilia Romagna 01 2012

Sabrina Freda

EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 161

annuale è sceso in tutte lestazioni al di sotto del limitenormativo previsto di 40μg/m3. Ciò nonostante, l’in-quinamento atmosferico ri-mane per l’Emilia Romagnauna criticità da affrontare elo stato della qualità dell’ariapermane critico per inqui-nanti quali biossido di azoto,Pm10 e ozono, come dimo-strano i ripetuti episodi disuperamento del limite gior-naliero del particolato fineregistrati pressoché su tutto ilterritorio regionale nelle ul-time settimane del 2011».

Quali sono le politichedella Regione per far frontea questo problema?«Le azioni messe in campoda Regione ed enti locali nel-l’ultimo decennio attraversolo strumento dell’accordo diprogramma per la qualitàdell’aria prevedono limita-zioni alla circolazione veico-lare, ma anche interventistrutturali nel settore dei tra-sporti, dell’industria, del-l’energia, dell’agricoltura, perun finanziamento comples-sivo di quasi 1 miliardo dieuro. In questi anni gli ac-cordi hanno visto una cre-scente adesione da parte deiComuni e hanno contribuitoa una progressiva riduzionedegli inquinanti. L’insiemedei provvedimenti varati nelcorso degli anni, sicuramente

coadiuvati da una serie diiniziative anche a livello na-zionale, quali incentivazioneal cambio delle auto, finan-ziamento della ristruttura-zione degli edifici con ri-sparmio energetico, hacomunque lentamente erosoquote di Pm10 portandocialla situazione attuale. Il ri-sparmio energetico e la coi-bentazione degli edifici, adesempio, operano nel ridurrele emissioni dovute al riscal-damento domestico, che è si-curamente una delle fonti diPm10 e ossidi di azoto piùimportanti e sulla quale sipuò e si deve fare di più, an-che perché il risanamentoavrebbe non solo benefici perl’inquinamento ma anche suicosti di gestione delle nostreabitazioni».

Quest’anno alcune am-ministrazioni emiliano-ro-magnole hanno deciso dinon adottare i divieti di cir-colazione. Manca una cul-tura dell’utilizzo del tra-sporto pubblico? «Ciò che è emerso dall’in-tenso confronto avuto con iComuni per fronteggiarecongiuntamente la situazionecritica degli ultimi mesi è lanecessità di una azione piùincisiva sull’intero territorioregionale, che non si limitiad una serie di misure di ca-rattere “emergenziale” ma si

Sabrina Freda,

assessore all’Ambiente

della Regione Emilia

Romagna

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Page 122: Dossier Emilia Romagna 01 2012

QUALITÀ DELL’ARIA

162 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

configuri piuttosto come unprogramma d’azione orga-nico e di carattere multi-set-toriale, in grado di affrontareefficacemente ed in mododurevole le criticità della qua-lità dell’aria. Per questo il dia-logo con le Province e i Co-muni è in corso e ci vedràimpegnati in una serie di in-contri mirati a individuarestrategie di intervento più in-cisive, sempre nel rispettodello spirito di condivisionedelle scelte e di responsabilitàche ci ha visto lavorare con-giuntamente in questi anni.Un’ampia azione di sistemache ci porterà a rivedere, ovenecessario, gli esistentiaspetti e strumenti di ge-stione della qualità dell’ariain Emilia Romagna, alla lucedelle modifiche intervenute

qualità dell’aria e il rientronegli standard definiti dal-l’Unione europea è un obiet-tivo imprescindibile, neces-sario per la tutela della salutedei cittadini. Certo, occorreproseguire sulla strada intra-presa e consolidare gli sforzi,chiedendo il contributo ditutti, dalla pubblica ammi-nistrazione, al livello nazio-nale, regionale e locale, agliattori socio-economici, allasocietà civile. Occorrerà an-che mettere in atto soluzioni“innovative”, che ci consen-tano di rafforzare gli sforzinonostante la situazione eco-nomica attuale che di certonon ci consentirà di porre incampo le stesse risorse inve-stite nell’ultimo decennio».

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Nel 2010, e per la prima volta nel corso degli ultimi 10 anni, il valoredella media annuale di Pm10 è sceso in tutte le stazioni al di sotto del limitenormativo previsto di 40 ug/m3

nel contesto nazionale e in-ternazionale che delinea unnuovo quadro gestionaledella qualità dell’aria al finedi garantire un approcciocoerente ed uniforme nelquadro del riparto di com-petenze tra Stato, Regioni edenti locali».

Quali sono le prospettiveper il futuro per quanto ri-guarda la salvaguardia del-l’aria delle città emilianoromagnole?«I risultati positivi e incorag-gianti ottenuti negli ultimidieci anni, anche grazie al-l’ingente investimento di ri-sorse, ci devono far rifletteresu una sfida che è sì difficilema anche possibile. D’altraparte il miglioramento della

I superamenti dellimite consentitodelle Pm10 (35)nella provincia di

Parma

PARMA93

CESENA26I superamenti

del limite consentitodelle Pm10 (35) nellaprovincia di Cesena

Page 123: Dossier Emilia Romagna 01 2012

Fabio Filippi

EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 163

L’inquinamento in Emilia Romagna mina la salute dei cittadini e le strategie per il contrasto

secondo il Pdl sono insufficienti. Fabio Filippi spiega cosa occorre fare per migliorare la situazione

Nicolò Mulas Marcello

Secondo Fabio Filippile politiche regionalidi contrasto all’inqui-namento sono inade-

guate. Per il consigliere re-gionale del Pdl occorrerivedere i piani energetici enon bisogna penalizzare lacircolazione automobilistica.

Le politiche di salvaguar-dia dell’aria, adottate dallaRegione sono sufficienti? «Non sono sufficienti inquanto seguono un canovac-cio molto ideologico, incen-trato sulle responsabilità pre-valenti del traffico veicolaresull’inquinamento ambien-tale. Molte città subiscono leconseguenze negative dell’in-quinamento dell’aria e del-

Occorrono strategie più convincenti

Fabio Filippi,

consigliere regionale

del Popolo della Libertà

l’acqua a seguito del mancatocompletamento di parcheggi,strade e tangenziali, come adesempio a Reggio Emilia. Inmateria di risorse energetichesi è poi demonizzato, inmodo pregiudiziale, il ricorsoall’energia nucleare pulita,puntando esclusivamentesulle energie alternative,come quella solare o eolica.Questa politica ha contri-buito a mantenere elevato ilprezzo dell’energia, soprat-tutto per le imprese indu-striali e artigianali, tenutoconto che con le energie al-ternative si può assicurare amalapena l’acqua calda per loscaldabagno di un’abitazione,non certo riscaldare un edificioo far camminare un’azienda».

Quali sono le propostedel Popolo della Libertà al-lora?«La politica ambientale dellaregione è stata pesantementecondizionata dall’elucubra-zioni dei verdi fondamentali-sti, che vogliono imporre atutti di andare in bicicletta epretendono di ristringere lestrade per piantarvi alberi. A

ciò va aggiunta una tutelaambientale dei cittadini tuttaconcentrata nel penalizzare lacircolazione automobilistica.Per questa ragione il Pdl pro-pone di non trascurare le altrefonti di inquinamento del-l’aria, del suolo e dell’acqua;fonti che sono riconducibilialle attività agricole, indu-striali e alle utenze private,soprattutto nell’ambito del ri-scaldamento degli edifici re-sidenziali».

Molti amministratori lo-cali hanno deciso di auto-regolamentarsi per quantoriguarda i divieti di circola-zione. Cosa ne pensa?«Ritengo che in materia am-bientale anche i Comuni pos-sano compiere scelte specifi-che e limitate, ma senzadanneggiare gli automobilistie i cittadini residenti nei co-muni limitrofi. Sono altresìconvinto che dei provvedi-menti decisi a macchia di leo-pardo rischiano di essere deltutto ininfluenti rispetto al-l’obiettivo di contenere e diridurre l’inquinamento am-bientale».

Page 124: Dossier Emilia Romagna 01 2012

QUALITÀ DELL’ARIA

164 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

Come ogni anno isindaci emiliano-romagnoli sonocostretti ad adot-

tare provvedimenti sulla cir-colazione del traffico per farfronte agli sforamenti diPm10 rilevati dalle centralineArpa. Questi interventi,frutto di un’intesa decennaleche si rinnova annualmentetra Regione, Province e Comuni, cerca di arginare ilproblema. «Gli enti pubblici –sottolinea Fabrizio Matteucci,sindaco di Ravenna – devonomettere in campo servizi e in-centivi che stimolino a usaredi più l’autobus o mezzi menoinquinanti per quanto ri-guarda in particolare il traffico. Ravenna è servita dauna buona rete di piste cicla-bili che amplieremo; coltempo abbiamo anche sosti-tuito i vecchi autobus con

mezzi a metano».La giunta comunale ha

deciso lo stop ai mezzi piùinquinanti nei giorni feriali.Decisione necessaria manon sufficiente? «Il Comune mette in atto unaserie di provvedimenti anti-smog in base al decimo ac-cordo sulla qualità dell’aria si-glato fra la Regione, leProvince, i Comuni capo-luogo e i Comuni sopra i 50mila abitanti. Questi provve-dimenti prevedono che, dal 4ottobre fino al 30 marzo, neigiorni feriali dalle 8,30 alle18,30 nel centro urbano nonpossano circolare i veicoli abenzina e diesel pre euro, euro1 ed euro 2 (in questo casosolo se sprovvisti di filtro an-tiparticolato) oltre ai motoci-cli e ai ciclomotori a duetempi pre euro. A queste mi-sure già in vigore, si affian-

cano i blocchi del traffico delgiovedì a partire dal 12 gen-naio fino al 29 marzo. In que-ste giornate il divieto siestende ai veicoli a benzina ediesel fino all’euro 3, nonchéai ciclomotori e ai motoveicolieuro 1. Le condizioni critichedell’aria ci hanno costrettopoi a un fuori programma:due giornate straordinarie diblocco del traffico sono giàstate effettuate il 29 dicem-bre e il 4 gennaio. Ritengoche questa sia una misura ne-cessaria ma non certo suffi-ciente per sconfiggere l’inqui-namento atmosferico. Se nonaltro ci costringe a tenere unavolta a settimana l’auto in ga-rage e a ricorrere a mezzi al-ternativi come l’autobus o labicicletta. E questa è una cosache dovremmo fare semprepiù spesso, anche perché Ra-venna è una città che si gira

Oltre al blocco del traffico Ravenna cerca di far fronte al

problema inquinamento incentivando l’utilizzo delle biciclette e

dei mezzi pubblici, che con il tempo sono stati sostituiti con

quelli a metano. Fabrizio Matteucci spiega come in città ci si

possa muovere anche senza automobile

Nicolò Mulas Marcello

Usiamo i mezzipubblici percontrastare lo smog

Page 125: Dossier Emilia Romagna 01 2012

Fabrizio Matteucci

EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 165

facilmente sia a piedi che inbici. In questo modo la qua-lità dell’aria migliorerebbe eci guadagneremmo tutti in salute».

La concentrazione diPm10 in città è legata sola-mente al traffico urbano?«Il traffico viene consideratola principale causa di concen-trazione di Pm10. Ma inci-dono anche altri fattori comele emissioni da riscaldamentodomestico, la presenza di in-dustrie e il verificarsi di parti-colari condizioni atmosferi-che. Quest’anno, ad esempio,abbiamo avuto finora un in-verno eccezionalmente sicci-toso. Anche la scarsità dipiogge e la mancanza di ventocontribuiscono ad aumentarela concentrazione delle pol-

veri sottili in atmosfera. Il fat-tore meteo non è irrilevante:spero in qualche giornata dipioggia in più, perché ci po-trebbe aiutare a tenere sottocontrollo il Pm10. Nel caso cifossero ulteriori sforamentidel limite decideremo se af-fiancare le misure già in es-sere con altre iniziative».

Quali interventi occor-rono per fare fronte a questoproblema in maniera più in-cisiva?«Combattere l’inquinamentoatmosferico è un problemache riguarda tutti: istituzionipubbliche, imprese, semplicicittadini. Serve un cambio dimentalità e tutti devono farela propria parte, anche modi-ficando le nostre abitudiniquotidiane e imponendoci

qualche piccolo sacrificio,come appunto usare sempremeno l’auto e andare sempredi più in bici o a piedi. Glienti pubblici devono metterein campo servizi e incentiviche stimolino a usare di piùl’autobus o mezzi meno in-quinanti. Ravenna è servita dauna buona rete di piste cicla-bili che amplieremo; coltempo abbiamo sostituito an-che i vecchi autobus conmezzi a metano. Poi c’è tuttoil capitolo che riguarda l’uti-lizzo di fonti delle energie alternative e del risparmioenergetico per ridurre le emis-sioni inquinanti in atmosfera:nella scorsa legislatura ab-biamo approvato il pianoenergetico comunale che vain questa direzione».

In apertura,

Fabrizio Matteucci,

sindaco di Ravenna

Page 126: Dossier Emilia Romagna 01 2012

Gli italiani sono trai maggiori consu-matori al mondodi acque mine-

rali, con un consumo medioannuo di circa 200 litri procapite. Ciò fa sì che ogni annoarrivino in discarica oltre 5miliardi di bottiglie di pla-stica, equivalenti a 130milatonnellate di rifiuto. Poiché èancora limitata la percentualedi bottiglie di plastica avviataal riciclo, è evidente comequesto consumo da record diacqua minerale abbia comerovescio della medaglia ungravissimo impatto sull’am-biente. A monte c’è inoltre ilconsumo di petrolio ed ener-gia per la produzione, l’im-bottigliamento e la distribu-zione delle bottiglie. Unapossibile soluzione sarebbequella di trovare un’alterna-tiva alla confezione dell’ac-qua, mantenendo però le ca-ratteristiche qualitative diquest’ultima. Verso un’ipotesidi questo tipo, con il progettoFonteAlma si è orientataAlma, la divisione acqua dellaCelli S.p.A., società specializ-zata nella realizzazione di im-pianti di spillature e refrige-razione di bevande. Ne spiegai dettagli il Responsabile dellaDivisione, Gianluca Celli.

In cosa consiste il vostroprogetto e qual è la sua por-tata innovativa?«FonteAlma è un progettoecosostenibile nato per sod-disfare una domanda cre-scente: quella di poter consu-mare l’acqua potabile degliacquedotti pubblici. Questoconsumo avviene attraversoerogatori di acqua installati inapposite strutture, denomi-nate “Casette dell’Acqua”. Aqueste casette è possibile at-tingere un’acqua di ottimaqualità, fresca ed eventual-mente anche frizzante.L’aspetto innovativo del pro-getto sta nel fatto che è possi-bile utilizzare un’acqua a “km0”, viva e costantemente con-trollata, senza il problemadello smaltimento del conte-nitore».

L’alimentazione delle ca-sette erogatrici quale im-patto ha sull’ambiente?«L’impatto dell’impianto èstato analizzato e misurato perl’intero ciclo di vita con le tec-niche Lca e Lct. Le principalicriticità sono state individuatenella fase di utilizzo. Sonostate quindi individuate dellesoluzioni tecniche in grado diridurre i consumi energeticie quindi le emissioni di ani-drite carbonica anche del

Diminuire la quantità di rifiuto

in plastica derivato dal consumo

di acqua minerale. Senza rinunciare

alle caratteristiche di un’acqua

dal sapore gradevole e alla sicurezza

per la salute. Gianluca Celli spiega

qual è la nuova soluzione

Luca Cavera

Un’alternativa di qualitàall’acqua in bottiglia

Goffredo Celli con i figli Gianluca e Manuel della Celli Spa

di San Giovanni in Marignano (RN)

www.celli.com

PROGETTI ECOSOSTENIBILI

166 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

Page 127: Dossier Emilia Romagna 01 2012

50% – le riduzioni sono stateformalizzate da un ente indi-pendente e certificate se-condo la normativa Iso14021. Per evitare vernicia-ture e altri trattamenti, l’ero-gatore è interamente realiz-zato in acciaio. Il progetto èstato studiato per garantireuna durata della struttura neltempo in modo che, termi-nato l’utilizzo, il “conteni-tore” non si trasformi in unrifiuto da smaltire. Anche ildesign delle casette è statoprogettato per adattarsi al re-sto dell’arredo urbano».

Quali le garanzie per lasalute del consumatore?«Tutti i materiali utilizzatisono adeguati al contatto conalimenti. A questi si sono ag-giunte nuove soluzioni desti-nate a proteggere le partiesposte al pubblico da even-

tuali contaminazioni batteri-che, per questo è stato instal-lato un ozonizzatore e altri si-stemi di protezione igienica.Grazie a questi accorgimentiFonteAlma è stato il primosistema, e a oggi è ancoral’unico, realizzato per le fon-tane o casette pubbliche del-l’acqua ad aver ottenuto ilmarchio di conformità igie-nica Tifq (Istituto per la Qua-lità Igienica delle TecnologieAlimentari). Inoltre, la fon-dazione per lo Sviluppo so-stenibile ha assegnato alla no-stra società unriconoscimento per l’efficacia

dei risultati ambientali, ilcontenuto innovativo, i risul-tati economici e la possibilitàdi diffusione».

Con quali accorgimentitecnici è possibile ottenereun’acqua sicura e gradevoleal gusto?«Dal punto di vista igienico,la scelta più importante ri-guarda i componenti. È suf-ficiente un nipplo realizzatocon un trattamento superfi-ciale inadeguato – che rilascinikel o altre sostanze tossichenell’acqua – a rendere inutilitutti gli sforzi per l’erogazionedi un’acqua di qualità. Anchela filtrazione ha la sua impor-tanza. FonteAlma utilizzaprefiltri e filtri a carbone at-tivo che garantiscono un’ac-qua di qualità, privata dieventuali odori e sapori sgra-devoli e di particelle in so-spensione. Il risultato è unfiltraggio dolce ed efficace,che non richiede energia enon spreca parte dell’acquada filtrare, come accade confiltri più aggressivi».

~

FonteAlma è un progettoecosostenibile nato persoddisfare la domandadi consumo dell’acquapotabile degli acquedotti

Gianluca Celli

EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 167

Page 128: Dossier Emilia Romagna 01 2012

RINNOVABILI

168 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

Secondo il Gse (gestoredei Servizi Energetici)la potenza installata inItalia di impianti foto-

voltaici ha già superato i 12GWe. Questo dato, però, nongarantisce ancora la sostituzioneintegrale delle fonti fossili perapprovvigionamento energe-tico. Come spiega Romeo Cal-legari, amministratore unico diSiet, società nata nel settore

delle telecomunicazioni e in se-guito specializzatasi nelle energierinnovabili ad alto potenzialetecnologico: «Il fotovoltaico,parte importante del gruppodelle energie rinnovabili, seb-bene stia vivendo un incredi-bile sviluppo – sia come ricercadi nuovi materiali, sia come in-troduzione di sistemi applica-tivi innovativi –, difficilmentepotrà sostituire, nel breve e me-dio periodo, le fonti fossili. Almassimo potrà essere conside-rato complementare in misuracrescente. Certamente, dallasua, il fotovoltaico, ha il van-taggio di non avere emissionidi anidrite carbonica. La veradifferenza quindi fra energia so-lare ed energia da fonti fossili sigioca, più che in termini di effi-cienza da un punto di vistacomparativo, sul diverso im-patto ambientale che le dueforme energetiche determinano.Inoltre, la riflessione che questiargomenti dovrebbe indurre èstrettamente legata a una diversaconcezione della produzione dienergia elettrica capillare, diprossimità all’utenza, total-

mente diversa dalla produzionedi energia da fonti fossili cheavviene de-localizzata rispettoalle grandi utenze con la neces-sità quindi di avere reti di tra-smissione complesse ed esteseper molti chilometri». Negli ultimi anni, il boom delsettore ha determinato un’ac-cesa concorrenza fra gli opera-tori, che per emergere e diffe-renziarsi hanno puntatosull’innovazione e nelle attivitàdi ricerca e sviluppo, unicimezzi per garantirsi un vantag-gio competitivo. «La nostra ri-cerca nel campo fotovoltaico èindirizzata verso un migliora-mento del rapporto fra effi-cienza di conversione e costodel modulo fotovoltaico. Perquesto si punta su materiali se-miconduttori e tecniche di rea-lizzazione che coniughino ilbasso costo con un’alta effi-cienza di conversione. Le uni-versità americane stanno svi-luppando materiali plastici chesfruttano le nanotecnologie perconvertire in elettricità i raggisolari della banda dell’infra-rosso, cioè funzionante anche

Attualmente in Italia il fotovoltaico ha raggiunto i 12 GWe. Entro il 2015 si prevede

un importante ulteriore incremento. Romeo Callegari spiega su cosa stanno puntando

le aziende del settore: la sfida si gioca sull’avanzamento tecnologico

Manlio Teodoro

Siet Srl, Ferrara

www.sietonline.it

Prospettive di crescitaper l’energia pulita

Page 129: Dossier Emilia Romagna 01 2012

Romeo Callegari

EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 169

con cielo coperto».Siet ha al suo interno ingegnerie tecnici la cui mission è ana-lizzare e implementare idee datradurre in applicazioni inno-vative concrete, sia di prodotto,ma soprattutto di processo. «Ilteam è composto da specialistiprovenienti per formazione daambiti diversi, sebbene com-plementari: dalla meccanica allaelettronica, dalla chimica allafisica dei materiali. Questi ope-rano in stretta collaborazionecon tutti i responsabili dei can-tieri, realizzando una sinergianel passaggio dalla fase concet-tuale alla fase applicativa. Daquesta attività nasce lo sviluppoe la messa a punto dei servizi of-ferti dalla Siet». La società è concessionaria diEnel.si attraverso un contrattoin franchising. «Attraverso lagestione di quattro punti a mar-chio Enel, siamo impegnati nelproporre servizi, prodotti e so-luzioni integrate per il rispar-mio e l’efficienza energetica. Fraquesti l’analisi e l’ottimizzazionedei consumi di elettricità e gas,la certificazione energetica –

con particolare focalizzazionesulle fonti rinnovabili di energiache utilizzano la tecnologia fo-tovoltaica e solare termica. Ilnostro obiettivo per i prossimianni è quello di diventare unodegli attori principali dell’Italiasettentrionale nel settore delleenergie rinnovabili. Riteniamoche, sebbene con drastiche ri-duzioni legate al quarto contoenergia, entro il 2015 sarannoinstallati oltre 20 GWe di solofotovoltaico. Per quanto attienele energie rinnovabili nel com-plesso, si può ragionevolmentestimare di arrivare nel 2015 aottenere almeno 30 GWe in-stallati, con concreti vantaggidi impatto ambientale ridotto,cioè con contenute emissioniin atmosfera di anidride car-bonica». La società è impe-gnata nella sicurezza e nella tu-

tela ambientale in azienda einveste molte risorse nello svi-luppo delle risorse umane.«Abbiamo introdotto degli in-dicatori per monitorare co-stantemente questi parametrinelle sedi di lavoro e avere unriferimento statistico neltempo. Un contributo al mi-glioramento di questi indica-tori è dato dalle attività di for-mazione, sensibilizzazione ecoinvolgimento del personale.Due sono le direttrici princi-pali di intervento sulle quali cistiamo muovendo per diffon-dere a tutti i livelli la culturaaziendale in tema di sicurezzae ambiente: una orientata allaformazione continua di tutto ilpersonale attraverso corsi spe-cifici, l’altra attenta a coinvol-gere su queste tematiche tutti iresponsabili di cantiere».

��

Entro il 2015 saranno installati oltre 20 GWedi solo fotovoltaico. E le energie rinnovabilinel complesso avranno raggiunto i 30 GWe

Page 130: Dossier Emilia Romagna 01 2012

Esperienza e competenza espresse in

un servizio di pubblica utilità, per la

salvaguardia dell'ambiente. Il

riciclaggio di rifiuti aziendali descritto

da Giovanni Costa

Lodovico Bevilacqua

La Eco-Recuperi Srl ha

sede a Solarolo (RA)

www.ecorecuperi.it

Negli ultimi anni lamaturazione diuna coscienzaecologica sta favo-

revolmente condizionando –in maniera sempre più inclu-siva – un numero crescente disocietà, enti e aziende, afferentiagli ambiti commerciali, indu-striali e appartenenti alla sferapubblica più disparati. Conte-stualmente a questa tendenza,stanno nascendo cospicui ecomplessi codici normativi conil fine di disciplinare e sorve-gliare l'attività di raccolta e diriciclaggio dei materiali. Conquella che ormai può essere de-

finita – senza timore di incor-rere in un’iperbole storica – laterza rivoluzione industriale,l'uso della tecnologia informa-tica e dei suoi dispositivi è di-venuto sempre più pervasivoin ogni ambito lavorativo e,con esso, si è imposto di auto-rità il problema relativo al re-cupero – inteso nel senso piùampio di raccolta, riciclaggio,rigenerazione – di tutti i con-gegni elettrici ed elettronici.Questo, in sintesi, lo scenarioin cui si contestualizza l'espe-rienza e la competenza profes-sionale di Giovanni Costa, am-ministratore unico dellaEco-Recuperi di Solarolo. «Lasocietà si costituisce nel 1997,in conseguenza del varo del de-creto Ronchi, il primo, consi-stente testo normativo finaliz-zato alla disciplina dei rifiutispeciali e pericolosi nell'inte-resse comune». Il testo, in ef-fetti, distingue le categorie so-pracitate, individuando unatipologia di rifiuti nel riciclag-gio dei quali la Eco-recuperi siè specializzata, come raccontaCosta. «In questi quindici anni

di attività abbiamo sviluppatoun efficiente e completo servi-zio di recupero dei rifiuti pro-dotti all'interno delle aziende,fino alla gestione – a prezzi mo-dici – di tutte le successive fasiburocratiche». Estremamentepreziosa, vista la complessitàdei regolamenti vigenti – ri-cordiamo inoltre la comple-mentare sovrapposizione dinormative nazionali e comu-nitarie – la competenza acqui-sita dalla Eco-Recuperi nellagestione della fase burocraticadel processo. «Il servizio cheoffriamo è decisamente piùcomplesso di quanto si possaimmaginare; la fase operativaprevede la fornitura di adeguaticontenitori e il successivo ri-tiro degli stessi, conforme-mente alle esigenze del cliente.Segue poi il trattamento e il re-cupero vero e proprio dei ri-fiuti. Contestualmente ci oc-cupiamo dell'assolvimentodell'aspetto burocratico e pro-cedurale, compilando il for-mulario per l’identificazione eil trasporto dei rifiuti, redi-gendo il registro di carico e sca-

GESTIONE RIFIUTI

Smaltire i rifiuti aziendali

170 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

Page 131: Dossier Emilia Romagna 01 2012

Giovanni Costa

EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 171

rico e presentando – infine – ilmodello unico di dichiarazioneambientale». Un servizio integrato ed effi-ciente, frutto di una metico-losa organizzazione e di una va-sta esperienza. Nonmillantazioni propagandisti-che, ma caratteristiche formal-mente certificate, come precisaCosta. «I parametri di qualitàcui ci siamo sempre attenutisono valsi il conseguimento dinumerosi riconoscimenti atte-stanti l'attenzione che dedi-chiamo alla salvaguardia del-l'ambiente e alla soddisfazionedel cliente, primi fra tutti il si-gillo Uni En Iso 14001:2004

in materia ambientale e UniEn Iso 9001:2008 per la qua-lità». Un grande potenzialeoperativo che si codifica nelprogramma EcoWay; conside-rando l'aumento esponenzialedell'utilizzo – e dunque dellenecessità di smaltimento – deidispositivi elettrici da ufficio,particolare importanza ricopre,all'interno del sopracitato pro-gramma, il servizio di raccoltaRaee. «Questo servizio si oc-cupa appunto della gestionedei rifiuti di apparecchiatureelettriche ed elettroniche e ilsuo perfezionamento ha assor-

bito buona parte dei recentisforzi operativi e gestionali del-l'azienda; una scelta inevitabile,considerando che l'aumentodei questa tipologia di rifiuti èesponenziale – attualmente ein prospettiva – e, per questomotivo, gli obiettivi fissati dallenormative comunitarie sonosempre più ambiziosi e difficilida raggiungere». L'esperienza e la professiona-lità della Eco-recuperi sonotuttavia una garanzia di suc-cesso, in Italia come all'estero.«L'efficienza dei nostri servizici ha permesso di estendere lanostra attività ben oltre i con-fini nazionali; del milione e500mila cartucce vuote checommercializziamo ognianno – infatti – quasi la metàviene venduta all'estero, fraGermania, Inghilterra, Cina,America, Canada, Francia,Spagna e India, contribuendoin maniera consistente al rag-giungimento dei circa 5 mi-lioni di euro che fatturiamoannualmente».

❝~

In questi anni di attività abbiamo sviluppatoun efficiente e completo servizio di recuperodei rifiuti prodotti all'interno delle aziende

Page 132: Dossier Emilia Romagna 01 2012

GESTIONE RIFIUTI

172 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

Èormai entrata nellacoscienza comunel’importanza del rici-clo e del trattamento

dei rifiuti, comuni e speciali. Lacarta, la plastica, il legno, il ve-tro, il ferro e l’alluminio sonotutti materiali che, abbandonatinell’ambiente, possono dan-neggiarlo. Tuttavia, se trattatiadeguatamente, possono cono-scere una nuova vita, contri-buendo anche ad un risparmiodi materie prime. Per questovanno raccolti, selezionati e re-cuperati da chi ha sviluppato lecompetenze per farlo al meglioe in sicurezza. «La nostra so-cietà – spiega Rita Bandini dellaBandini-Casamenti – opera nelcampo della raccolta, della la-vorazione e della selezione diprodotti cartacei, di alluminio,di rottami ferrosi e metallici, diplastica, di legno e di vetro di re-cupero di ogni tipologia. Ci im-pegniamo quotidianamente afianco delle aziende che hannoscelto di stare dalla parte dellanatura a salvaguardare l’am-biente, evitando ogni giorno,per esempio, la distruzione dimigliaia di alberi».

Come agite concretamente?«Ci occupiamo direttamente ditutte le attività di ritiro, tra-sporto, stoccaggio e trattamentodi rifiuti speciali. Operiamo sututto il territorio romagnolo,nel settore nord delle Marche enel Triveneto con 400 containerscarrabili di varie cubature, 50

compattatori elettroscarrabili e10 presse stazionarie che sonofunzionali alla raccolta dei ri-fiuti da avviare al recupero o dasmaltire in discariche autoriz-zate. In questo modo contri-buiamo a restituire una nuovavita a 70 mila tonnellate annuedi materiali della più varia na-tura, che altrimenti finirebberobruciati o distrutti in discarica».

Quali sono i vostri processidi lavorazione?«In base al trattamento necessa-rio, il rifiuto raccolto viene mo-vimentato e indirizzato all’in-terno dello stabilimento. Laprima linea di lavorazione è co-stituita da un impianto di sele-zione che, tramite nastri tra-sportatori a più livelli, convogliail rifiuto verso una cabina dicernita. Qui gli operatori, conl’ausilio di ulteriori nastri rego-labili, provvedono alla separa-zione e alla selezione dei diversimateriali, lavorando in defini-tiva circa 60 tonnellate di rifiutial giorno. Separati per tipologiae qualità, i rifiuti vengono fatticadere in appositi bunker di sca-rico, dai quali il materiale ac-cede meccanicamente all’im-pianto di triturazione e infineall’impianto pressante che prov-vede, con un processo comple-tamente automatizzato, allacompattazione in balle del pesodi circa 1.300 kg cadauna».

Qual è la tipologia diaziende che si rivolge a voi peril servizio di raccolta e smalti-

Rita Bandini spiega come

il trattamento controllato dei rifiuti

industriali consenta di ottenere

tonnellate e tonnellate di materiali

senza intaccare le materie prime

Valerio Germanico

A destra, Rita Bandini insieme al team direzionale

della Bandini-Casamenti Srl di Forlì

www.bandinicasamenti.it

Da rifiuto a risorsa

Page 133: Dossier Emilia Romagna 01 2012

Rita Bandini

EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 173

mento?«Attualmente serviamo circa500 clienti appartenenti a dif-ferenti realtà industriali, arti-gianali, commerciali, dellagrande distribuzione, delle am-ministrazioni pubbliche, isti-tuti bancari, enti religiosi e noprofit. Alle aziende che aderi-scono al sistema Sistri – un si-stema di controllo per la trac-ciabilità dei rifiuti – forniamoun servizio specifico. Mentreper tutte garantiamo un’effi-cienza tempestiva e puntualecon il nostro servizio di call cen-ter, sempre operativo. Inoltresiamo una piattaforma opera-tiva del Comieco (ConsorzioNazionale Recupero e Riciclo

degli Imballaggi a Base Cel-lulosica) e del Consorzio Na-zionale Acciaio. Dal 1996rappresentiamo uno dei cen-tri di conferimento del Core-pla (Consorzio Recupero Pla-stica). È inoltre da sempreun’azienda vicina all’am-biente, dotata di un impiantofotovoltaico di ultima gene-razione, che produce annual-mente energia pari a 160.000kWh, e attiva per la sua sal-vaguardia anche attraversouna serie di azioni sul territo-

rio, che hanno lo scopo di so-stenere il Fai (Fondo Am-biente Italiano) nella sua pro-mozione di una cultura dirispetto del patrimonio natu-ralistico e artistico italiano».

Trattate anche rifiuti spe-ciali?«Tutti i rifiuti dannosi e in re-gime di ADR – l’accordo eu-ropeo per il trasporto interna-zionale stradale delle mercipericolose – vengono da noiritirati e smaltiti nell’assolutorispetto delle normative euro-pee. In questa categoria di so-stanze, oggetti e materiali che,esaurito il loro ciclo di vita,non possono più essere recu-perati e risultano pericolosi perl’ambiente, come ad esempiogli oli esausti minerali e vege-tali, le batterie, i residui chi-mici, tutti gli oggetti ingom-branti, i nastri stampanti adaghi e a getto d’inchiostro, i to-ner, gli inerti e le macerie, glipneumatici».

❝~

La raccolta dei rifiuti da avviare al recuperoo da smaltire in discariche autorizzatepermette di restituire una nuova vitaa 70mila tonnellate l’anno di materiali

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INFRASTRUTTURE

176 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

E55, via al nuovo corridoiotra Tirreno e Adriatico

Èda quando, nel2001, venne inseritotra le opere delprimo programma

delle “infrastrutture pubblichee private e degli insediamentiproduttivi” previsto dallaLegge obiettivo del Cipe, chesi parla di un collegamento au-tostradale Orte-Mestre, ovverola cosiddetta E55. Un asse via-rio che metterebbe in connes-sione Tirreno e Adriatico, at-traversando quell’Italiacentrale ancora carente a li-vello di infrastrutture e che,per quanto riguarda l’EmiliaRomagna, permetterebbe ilsuperamento dell’ormai saturastrada statale Romea. Attual-mente è in corso una valuta-zione preliminare del progettoe del piano finanziario, poil’iter per la realizzazione del-l’opera potrebbe finalmenteprendere il via. I tempi sem-brano insomma maturi, comeconferma l’amministratoreunico dell’Anas, Pietro Ciucci.«La struttura tecnica di mis-sione del Ministero delle In-frastrutture e dei Trasporti –spiega – ha pressoché conclusole sue istruttorie. L’Anas in-vierà a breve le ultime valuta-zioni sugli aspetti finanziariper le successive valutazionidel ministero. Pertanto, il pro-getto potrà essere presentatodal governo, se lo riterrà op-

portuno, al Cipe presumibil-mente nelle prossime setti-mane. Dopo l’approvazione ela registrazione della deliberaCipe per l’assegnazione dellerisorse previste, l’Anas potràbandire la gara per la scelta delconcessionario privato. A quelpunto il cronoprogramma pre-vede 2 anni per la progetta-zione definitiva ed esecutiva e

L’amministratore unico dell’Anas, Pietro Ciucci, fa il punto sulla

realizzazione di un’opera di cui si parla da un decennio: «nelle prossime

settimane il progetto potrà essere presentato all'approvazione del Cipe.

E con il project financing sarà possibile contenere la spesa pubblica»

Riccardo Casini

Un tratto della statale 309 “Romea” e, sotto,

l’amministratore unico dell’Anas, Pietro Ciucci

Page 137: Dossier Emilia Romagna 01 2012

Pietro Ciucci

EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 177

per gli espropri, 7 ulteriorianni per la realizzazione dellenuove opere e altri 6 per ilcompletamento della E45».

Il progetto risulta avereun costo complessivo di ol-tre 9 miliardi di euro, conun contributo pubblico ri-chiesto di circa 1,5 miliardi.Oggi vi sono le condizioniper ottenerlo?«Grazie al project financingsarà possibile contenere laspesa pubblica in misura rile-vante, con un contributo acarico dello Stato inferiore al20% del totale. L’eventualericorso alle misure di defisca-lizzazione recentemente in-trodotte dal governo con lalegge 183 del 2011 potrebbeconsentire di ridurre, anchein maniera rilevante, l’im-porto del contributo richie-sto. L’applicazione della defi-scalizzazione e l’assegnazionedel finanziamento necessariodipenderà comunque dallavalutazione del Ministerodelle Infrastrutture e dei tra-sporti e dalla deliberazionedel Cipe».

Quale impulso, in parti-colare per quanto riguardala realizzazione della trattaRavenna-Venezia, può ve-nire dall’approvazione daparte della Commissioneeuropea del corridoio Bal-

tico-Adriatico che colle-gherà Ravenna a Helsinki?«Il progetto ha di per sé unavalenza strategica nel pianoinfrastrutturale sia italianoche europeo, poiché consen-tirà non solo di collegare vastearee del centro e del sud tir-renico con il nord-est delpaese, ma anche di intercon-nettersi con il corridoio tran-seuropeo 5 Lisbona-Kiev.L’opera era stata peraltro di-chiarata strategica e di premi-nente interesse nazionale giàdalla delibera Cipe del 21 di-cembre 2001, confermatadall’intesa sottoscritta nel no-vembre 2004 dalle Regioniinteressate con il Governo edalla delibera Cipe del 2006».

Quali saranno i principalivantaggi di quest’opera, unavolta ultimata?«A livello nazionale verrà rie-quilibrata la distribuzione deigrandi flussi nazionali di traf-fico che oggi insistono sul-l'itinerario A1 Orte-Bologna,A13 Bologna-Padova e A4Padova-Venezia. Inoltre, con-trariamente al corridoio A1-A13-A4, che insiste essen-zialmente nell’entroterra, lanuova opera consentirà l’in-terconnessione e l’interscam-bio con un gran numero diimportanti hub portuali (co-stituiti dagli scali di Civita-

vecchia, Ancona, Ravenna,Chioggia e Mestre) e una mi-gliore accessibilità alle areecostiere tra Venezia e Ra-venna».

Come replica invece a chipunta il dito contro l’im-patto ambientale cheavrebbe l’opera, in partico-lare nel tratto tra Ravenna eVenezia?«Il potenziamento del corri-doio della E55 consentirà dialleggerire drasticamente iltraffico che oggi grava sul-l’attuale strada statale 309Romea, caratterizzata per lascarsa capacità della sede stra-dale (con una corsia per sensodi marcia) rispetto ai flussidi traffico. La trasformazionedell’attuale statale 309 Ro-mea in “strada parco” con-sentirà poi una straordinariaoccasione di riqualificazionedell’attuale itinerario, che in-teressa aree di raro pregioambientale e ne garantirà lafruizione al traffico turisticoe locale».

Il potenziamento del corridoio della E55 consentirà di alleggerire il traffico che oggi grava sull’attualestrada statale Romea, che verràtrasformata in “strada parco”

Sopra,

il tracciato della E55

Page 138: Dossier Emilia Romagna 01 2012

INFRASTRUTTURE

L’idea del passanteautostradale di Bo-logna, meglio cono-sciuto come Pas-

sante Nord, consistente in unsemianello autostradale da co-struirsi a nord della città perbypassarla, nasce nel 2002. Unopera strategica per consentirel’alleggerimento e l’ammoder-namento del sistema territo-riale felsineo. Il passante colle-gherà A1, A13 e A14. Dopo 7anni di “tira e molla” (lo studiodi fattibilità per la riorganizza-zione del sistema autostradale-tangenziale bolognese risale al2004), il 21 novembre scorso èstato firmato l’accordo tra Anase Autostrade per l’Italia per lapredisposizione del progettodefinitivo dell’opera alla pre-senza dell’assessore regionalealla Mobilità e infrastruttureAlfredo Peri. Un percorso “sof-ferto”, a causa anche dell’op-posizione di alcune forze poli-tiche locali (Lega Nord eMovimento 5 stelle) e comitatidi cittadini.

Passante e Cispadana, i nodi da sciogliereDue infrastrutture strategiche per tutta la regione che non hanno

ancora visto la luce a causa di procedure burocratiche troppo lente

e stop per questioni di impatto ambientale. Prova a tirare le fila del

discorso, l’assessore regionale alle Infrastrutture, Alfredo Peri

Tiziana Bongiovanni

178 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

Page 139: Dossier Emilia Romagna 01 2012

Alfredo Peri

EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 179

Sul suo sito internet Le-gambiente ha pubblicatoun’ipotesi verosimile di trac-ciato. Ne è a conoscenza? «No. Ora siamo nel momentodella verifica, non dell’annun-cio. Il Passante attraverserà unterritorio fortemente urbaniz-zato, quindi un conto è fare undisegno sulla carta in scala a20.000, un conto è farne unoin scala 5.000. Solo in que-st’ultimo caso si possono averei dettagli e, quindi, comuni-care quali saranno i Comuniinteressati, il cui elenco precisoancora non ho, anche se so chesaranno molti di quelli ipotiz-zati».

Quanto costerà l’opera?«Dipenderà molto dal pro-getto. Si era parlato di circa unmiliardo e 400 mila euro a to-tale carico privato, cioè di So-cietà Autostrade, che ricaveràdal traffico il ristoro dell’inve-stimento fatto».

Quali saranno i beneficiper i cittadini bolognesi?«Società Autostrade diceva noalla banalizzazione dell’attualesede autostradale, ma noi ab-biamo voluto la liberalizzazionedel tratto che verrà trasformatoin un’unica tangenziale a 3 cor-sie per senso di marcia. I bolo-gnesi avranno a disposizione

quasi il doppio della tangen-ziale: una maggiore piattaformanell’area metropolitana stretta eun allontanamento del trafficodall’area cittadina e urbana. Unvantaggio secco».

Gianni Galli, portavoce delcomitato dei cittadini nel no,parla di un’opera superata,che sposterà solo 36mila vet-ture al giorno. «Una cifra astronomica. Nonso come faccia a dirlo, mi sem-bra un po’ azzardato. Oggi pas-sano dall’attuale sede autostra-dale, assieme alla tangenziale,110mila veicoli al giorno, dicui il 60% in autostrada e il40% in tangenziale. Se in fu-turo con la banalizzazione dellasede autostradale si passasse aun rapporto di 50 e 50, già sa-rebbe un successo».

Un’altra critica è quella re-lativa agli autotrasportatori,che non sarebbero disposti adallungare il percorso e, purdi guadagnare tempo, attra-verserebbero la città. «Stiamo ragionando di preve-dere un meccanismo tariffariodisincentivante. Il tempo ri-sparmiato sarebbe di soli 5 mi-nuti, ma con penalizzazione. � �

Assessore Peri, soddisfattodell’accordo? «Sì. Abbiamo condiviso con ilministro Corrado Passera e tuttii soggetti interessati l’avvio dellaprocedura, cioè l’affidamentoalla società Autostrade della re-sponsabilità di progettare, ban-dire la gara per la realizzazionedei lavori e gestire il Passante. Il“pronti via” è in mano al mini-stro, che dovrà emanare un de-creto di incarico diretto a So-cietà Autostrade. Da quelmomento saremo dentro la pro-cedura operativa. È ragionevol-mente prevedibile che l’iterverrà completato in pochigiorni perché tutti gli elementidi merito che erano stati di osta-colo finora sono stati risolti».

Un’anteprima del progetto?«Ci sono state delle verifichepreparatorie degli atti doveviene evidenziato che rispettoall’ipotesi della provincia, cheprevedeva un tracciato ampio,e a quello di Società Auto-strade, che optava per unomolto stretto, la soluzione saràintermedia fra le due. La lun-ghezza complessiva si attesteràsui trenta chilometri. Con l’av-vio delle verifiche progettuali,nel giro di qualche mese po-tremo avere una prima ipotesidi tracciato».

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Se in futuro con la banalizzazionedella sede autostradale si passasse a un rapporto di 50 e 50, già sarebbeun successo

Alfredo Peri,

assessore regionale

ai Infrastrutture

e trasporti

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180 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

Vogliamo rendere quasi impos-sibile l’attraversamento per chinon deve accedere alla città. In-somma, chi esce a Borgo Pani-gale e rientra a San Lazzaro, po-trà pagare pegno».

Il Passante avrà un forte im-patto sull’agricoltura. «Il Passante è un’opera impor-tante, quindi come tale avrà si-curamente un impatto sul ter-ritorio che cercheremo diridurre al minimo con la veri-fica in dettaglio del tragitto».

Poi dovrete affrontare la de-licata questione degli espro-pri. «Sì, faremo degli espropri.

Certo l’impatto sarà pesante suisingoli, ma è un’opera pubblicafatta con l’intento di produrreun beneficio per la collettività».

E per quanto riguarda l’in-quinamento?«Dovrebbe assolutamente mi-gliorare, nel senso che la fluidi-ficazione del traffico e la divi-sione di flussi così concentratidi veicoli su infrastrutture piùdedicate produrrà degli effettipositivi. Cito l’esempio classicodella quarta corsia fra Modenae Bologna, che ha prodotto unadiminuzione della congestionedel 70%».

Si tratta pur sempre di

un’opera di grande cementifi-cazione. «Certo, io sono per dire le cosecome stanno: mettiamo del ce-mento dove prima c’era l’erba,ma l’abbiamo attentamente va-lutato e fa parte delle grandiopere nazionali. Dal quadrantedi Bologna, che soffre di un’in-frastruttura vecchia di decined’anni, passa il 70% del trafficonazionale». Altre critiche dicono che ilPassante incentiva il trasportosu gomma anziché quello surotaia. «Negli ultimi 8 anni abbiamoaumentato del 30% i treni a

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L’accordo di realizzazione del Pas-sante Nord è già stato firmato.Però il sindaco di Castelmaggiore,

Marco Monesi, ancora non ha idea dicome sia e di come interesserà il suo Co-mune. «Attualmente non sono in grado divalutare la cosa. Mi definisco neutro, inattesa vigile. Non abbiamo notizie sulnuovo progetto – dichiara –. Su quellovecchio invece avevamo sottoscritto unaccordo condiviso con gli altri Comuni». Castelmaggiore, cerniera tra Bologna el’area centrale della pianura sarà, assiemea Calderara, Anzola, Granarolo, Caste-naso e Ozzano, zona di passaggio dellasupertangenziale. Si tratta del progettobis del Passante, versione light rispetto alprecedente, che prevedeva un tracciatolungo oltre 40 km. La prima proposta, in-fatti, fu bocciata dal commissario del-l’Unione europea per violazione dellenorme che regolano il conflitto di inte-

ressi (l’attuazione e la gestione del Pas-sante era stata affidata senza gara a So-cietà Autostrade). La seconda, invece,non è stata ancora resa pubblica. «In giroci sono solo ipotesi giornalistiche. Sefosse come è apparso sulla stampa non ciinteressa» taglia corto il sindaco. Anchese prova ad azzardare: «Se fosse realiz-zato sotto terra si potrebbe valutare» e,come ogni buon amministratore locale,guarda a casa propria: «Però se passassetra Castelmaggiore e Funo non sarebbeuna buona soluzione. Ci sono criticità piùimportanti da risolvere – continua –. Adesempio sarebbe il caso di migliorare latrasversale di pianura e alcuni nodi chesono congestionati, come i collegamentiest-ovest, al fine di consentire l’aggira-mento dei centri urbani». I livelli di congestione di questo paeseagricolo (l’87% del territorio è adibito acoltivazioni) e l’aumento dei veicoli hanno

gravato su molte strade comunali, cari-candole di funzioni improprie e peggio-rando il livello di sicurezza. Monesi puntamolto alla realizzazione della Nuova Gal-liera, per la quale è stata bandita la garad’appalto a dicembre, che dovrebbe alle-viare il problema di attraversamento dipaese: «Sono favorevole alla sua attua-zione. È un intervento su cui è molto fortela richiesta dei nostri cittadini che, a ra-gione, individuano in quest’infrastrutturaun elemento per garantire maggiore so-stenibilità e vivibilità dei centri urbani».La nuova strada provinciale Galliera, bre-tella di collegamento a due corsie con laTrasversale di Pianura, sarà attuata nellaparte nord del capoluogo, ai lati della fer-rovia, in una pianificazione concertatacon il Comune di Argelato, che prevedeanche la realizzazione di servizi comuni,dall’istruzione alla cultura, al sociale, alsanitario.

I DUBBI SUL TRACCIATONonostante la mappa sia ancora top secret, molte sono le perplessità intorno alPassante Nord. A partire da quelle del sindaco Monesi, che preferisce pensare allanuova strada provinciale Galliera

INFRASTRUTTURE

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disposizione e raddoppiato lalinea ferroviaria dell’asse princi-pale della Via Emilia, inve-stendo complessivamente inEmilia Romagna 10 miliardi dieuro. Nell’anno di crisi ab-biamo avuto un calo del trafficoferroviario merci del 30%,mentre di quello su gommasolo del 4%. Il sistema paese èorientato su gomma».

E l’autostrada Cispadana, ache punto è?

«Sta per partire la predisposi-zione del progetto definitivo ela valutazione dell’impatto am-bientale».

Il Movimento 5 stelle asse-risce che il Passante è in con-flitto con la Cispadana. «È esattamente il contrario.Sono due opere complemen-tari e le accuse del Movimento5 stelle sono infondate e stru-mentali».

Ma insomma, tutte queste

EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 181

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Nell’anno di crisi abbiamo avuto un calo del traffico ferroviariomerci del 30%, mentre di quello su gomma solo del 4%

Alfredo Peri

critiche non la toccano?«Sono tutte rispettabili e da va-lutare con attenzione perché igiudizi negativi sulle infrastrut-ture hanno sempre una quota dibuon senso. Rispetto ai citta-dini che vengono impattati bi-sogna avere trasparenza eascolto. Ho visto la Lega Nordandare contro la Cispadana, maal contempo voler realizzareun’autostrada analoga in Ve-neto. C’è un po’ di competi-zione territoriale, legittima an-che quella, ma mi sento dirispettarla di meno rispetto alleesigenze dei cittadini. Del restoloro sostengono il punto di vi-sta dei “comitati dei no” perchécavalcare la protesta gli convienedal punto di vista del consenso».Perché i cittadini non hannocapito l’importanza di que-st’opera?«Io non ci credo che non l’ab-biano capita. I cittadini che at-traverso quattro turni politici cihanno votato hanno approvatoanche i nostri programmi, cheprevedevano il Passante. Fra unpaio di mesi inizierà il lavoro diconfronto con le istituzioni, coni comitati, con le rappresentanzesociali per arrivare a un progettoche cercherà di essere condivisoal massimo».

Fine lavori?«Sarei già contento di fissare uninizio. Spero che sia fra almenoun paio di anni. Se tutto proce-derà bene, vedo una data reali-stica nel 2014».

Siamo in Emilia. Si sbi-lanci. Saranno le Coop a rea-lizzare i lavori?«C’è un bando di gara. Saràvinto da chi farà l’offerta mi-gliore”.

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INFRASTRUTTURE

182 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

Manes Bernardini, leghista, con-sigliere regionale e vicepresi-dente della III commissioneAmbiente e Territorio è l’altra

voce contraria alla realizzazione del PassanteNord.

Perché la sua posizione contro tale infra-struttura è così netta? «Perché non coglie gli obiettivi dichiarati daisuoi sostenitori e il costo, in termini econo-mici e ambientali, non trova giustificazione.Parliamo di un’infrastruttura che comportaun impiego ingiustificato di territorio in con-trasto con le raccomandazioni internazionalie con le leggi regionali che mirano ad azzerarequesto consumo e risolvere i problemi mi-gliorando le strutture esistenti. La sfida futuraè sul servizio pubblico efficiente, la prioritànon può essere il Passante. Qui colgo il ritardoe l’incapacità di programmare che ha questagiunta».

Il Passante Nord è stato fortemente volutoproprio dal presidente di tale giunta, VascoErrani, suo avversario politico. La sua po-trebbe sembrare più una battaglia perso-nale.«È una battaglia contro le cose che ha fatto osta facendo. La Regione, pur avendo una con-tinuità politico-gestionale, non ha saputo co-gliere i segni del cambiamento, delle nuovesfide. Errani per anni ha sostenuto il policen-trismo regionale che ha portato a una con-correnza interna di fiere, aeroporti e servizi,con la conseguente perdita di competitività neiconfronti delle altre realtà regionali. Bolognaha perso fiere di prestigio e servizi efficientisenza sviluppare un’adeguata attrattiva sto-rico-turistica. La pianificazione urbanistica haprodotto un’urbanizzazione selvaggia di città

«Dalla giunta regionale proposte superate»

La Lega Nord è contraria alle scelte dall’amministrazione

Errani sulle infrastrutture strategiche per la regione,

giudicandole non lungimiranti e in contrasto anche

con le direttive imposte dall’Unione europea.

Il commento di Manes Bernardini

Tiziana Bongiovanni

Manes Bernardini,

consigliere regionale

della Lega Nord

e periferie prive di servizi pubblici e potenzia-mento delle viabilità locali. Il consumo di ter-ritorio ha caratterizzato le scelte di questagiunta, per quantità di urbanizzazione, per ri-tardo nella disciplina del fotovoltaico e più re-centemente nella realizzazione di centrali abiomasse e le cosiddette discariche “control-late”. Il recente Ptr approvato dalla regionearriva a prevedere per i prossimi 10 anni unosviluppo urbanistico del +20% con relativiservizi e strade; ma quale sviluppo se la nata-lità è piatta? Qual’è il futuro di Bologna e del-l’Emilia? Inoltre siamo in ritardo di circa ventianni per la metrotranvia, mentre l’alta velocità

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Manes Bernardini

EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 183

del traffico bolognese: interventi veloci conopere utili a costo relativamente basso; comple-tamento della viabilità ordinaria di grande scor-rimento est-ovest esistente, da Castenaso a Cal-derara con 3 rotonde, collegandola con latangenziale di Trebbo fino al superamento delfiume Reno con il nuovo ponte Trebbo. Inter-vento che ridurrebbe del 10% l’attuale utilizzodella tangenziale; completare la trasversale dipianura nei tratti mancanti; un’uscita dedicatasull’A13 per Interporto. Oggi circa 1.200 auto-treni al giorno entrano ed escono dall’inter-porto e percorrono circa 1.800 metri della tra-sversale per arrivare al casello attuale interportoA13 creando blocchi, ingorghi e ritardi nella cir-colazione. Qualora la situazione richiedesse ul-teriori interventi sarebbe ipotizzabile la fase suc-cessiva come un intervento strutturale sul nodobolognese (tangenziale + autostrada), interventisulla piattaforma attuale con le modalità pro-poste dal Comitato di cittadini che da annipropone una soluzione alternativa al Passante».

Ha da dire qualcosa all’assessore AlfredoPeri? «A Peri chiedo di riconsiderare la scelta delle au-tostrade a scapito della ferrovia. I continui cam-biamenti, i mutamenti economici, la crisi in-dustriale richiedono aggiornamenti eaggiustamenti di azioni, di interventi. Per qualeragione le scelte infrastrutturali stradali come ilPassante dovrebbero essere ancora attuali? È suprogrammi e scelte di tale importanza che rim-provero a questa giunta l’assenza di un cambiodi marcia, di una discussione aperta alle prioritàd’intervento. Si continua a parlare di ferrovia,ma si programmano autostrade. La cosa peg-giore che sta avvenendo consiste nel progettaresempre nuove opere, lasciando altre opere stra-dali ordinarie incomplete da anni. Spreco di de-naro, ritardi e mancanza di una programma-zione lungimirante».

è pronta, ma i fondi assegnati al metrò sonostati dirottati per l’acquisto di nuovi locomo-tori da utilizzare sui binari che saranno la-sciati liberi. La linea Sfm Bologna-Portomag-giore è stata recentemente elettrificata ma suibinari corre un nuovo treno a gasolio inauguratolo scorso anno, perché? Il Prit 2000/2010 nonha portato a conclusione interventi importanti,fermi da anni, come la trasversale di pianura ela realizzazione del servizio ferroviario metro-politano».

Però ormai l’accordo per la realizzazionedel Passante Nord è stato firmato lo scorsonovembre. Deluso?«Deluso no, ma rammaricato sì perché non cisono informazioni e c’è scarsa trasparenza. ARoma si sono cercate nuove modalità per otte-nere il “via libera” da parte dell’Ue per l’affida-mento diretto ad Autostrade a condizione chevenga realizzato un tracciato più corto di qual-che chilometro. Non esiste a oggi alcun nuovotracciato alternativo più corto. Non se n’è di-scusso nelle sedi proprie e neppure con le co-munità coinvolte. La Regione sta conoscendouna crisi economica profonda, ma la risposta alleemergenze è ancora secondo vecchie logiche emodelli di sviluppo superati».

Ma lei ha un’alternativa? «Un esame attento consiglia un approccio mo-dulare e pragmatico ai problemi della criticità

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La cosa peggiore che sta avvenendoconsiste nel progettare sempre nuoveopere, lasciando altre opere stradaliordinarie incomplete da anni

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INFRASTRUTTURE

184 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

zata dalla Società Autostra-dale Cispadana. Vedrà la rea-lizzazione di numerose opereaccessorie (10 viadotti, 24sottovia, 21 cavalcavia, 2 areedi servizio). Andando ad ag-gredire pesantemente la cam-pagna circostante, è previstanel progetto una mimesi del-l’opera (mitigazioni ambien-tali per 2,7 milioni di mq e42 km di barriere acustiche).L’assessore Alfredo Peri haparlato di uno «sforzo coralesul quale la Regione ha cre-duto, crede e investe che ri-guarda territori fondamen-tali: Ferrara, Modena, Reggioe anche Parma. Un’occasionestorica che consentirà di darerisposte alla viabilità non solodi questi territori ma di tuttal’Emilia Romagna». Legam-biente, la maggiore associa-zione italiana a tutela del-l’ambiente, dice no aentrambe le opere. Una con-trarietà espressa chiaramentedal presidente della sezioneEmilia Romagna, LorenzoFrattini.

Perchè siete contrari? «Perché si assommano a tantealtre infrastrutture autostra-dali già previste in Emilia Ro-

magna, come la bretellaCampogalliano-Sassuolo e laTirreno-Brennero, in una re-gione dove, negli ultimi 25anni, abbiamo consumatoterritorio al ritmo di circaotto ettari al giorno. È unfurto di terreno all’agricol-tura. Tra l’altro siamo in unafase storica dove l’Europa èimpegnata nella riduzione deiconsumi energetici e delleemissioni di anidride carbo-nica. Quest’anno nella pia-nura padana l’incrementodelle Pm10 è stato fino a 50volte superiore ai limiti dilegge. E il trasporto sugomma è uno dei principalifattori di immissione di que-sto inquinante. Poi c’è la ce-mentificazione, e l’inurba-mento che avviene attorno aquesti nuovi rami autostra-dali ne porta con sé altra. Simangia suolo spostando lecittà sempre più verso la pia-nura. Noi stiamo facendouna campagna di sensibiliz-

Infrastrutture utili solo ad aumentare la cementificazione. È questo il pensiero della più

grande associazione ambientalista italiana sulle due grandi infrastrutture viarie della regione.

Il presidente regionale, Lorenzo Frattini, sposta l’attenzione su una mobilità più green:

«Meglio aumentare il trasporto su ferro»

Tiziana Bongiovanni

Partiamo da alcunecifre: l’area dellaprovincia bolo-gnese, cerniera tra

Nord e Sud, è attraversataogni giorno da 2,5 milionidi spostamenti, con un ca-rico annuale di 67 milioni diveicoli. Cifre da capogiro.Per alleggerire il traffico pas-sante dal nodo bolognese, èstato predisposto il PassanteNord, un’opera di forte im-patto ambientale. In Regioneinvece, si sta per costruireun’altra infrastruttura ancorapiù impattante. È l’auto-strada regionale Cispadana.Collegherà l’A22 del Bren-nero, in località Reggiolo,con l’A13 Bologna-Padova,in prossimità dell’attualesvincolo Ferrara Sud, ponen-

dosi come alterna-tiva all’asse centraledel corridoio viaEmilia (A1/A14).Lunga 67 km, co-sterà un miliardo e150 milioni di euro(di cui un miliardoa carico di privati e179 milioni comecontributo pub-blico) e sarà realiz-

Grandi opere, Legambiente dice no

Lorenzo Frattini,

presidente della

sezione Emilia

Romagna

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Lorenzo Frattini

EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 185

zazione sul fatto che il terri-torio agricolo non è illimitato.Se ogni anno ne cementiamoun pezzo - questo processo èsempre più veloce da tren-t’anni a questa parte - prima opoi si avranno non solo menozone da dedicare alle coltiva-zioni, ma meno capacità ditrattenere le piogge e menobellezza del paesaggio».

Ci vorrebbe un cambio dimentalità.«Esattamente. Dobbiamocambiare modello di sposta-mento collettivo. Le personeche si devono muovere dauna città all’altra devonousare mezzi alternativi al-l’auto. È la strada ottimalepropugnata non solo da noiambientalisti, ma anche dal-l’Unione europea. Meglio au-mentare il trasporto su ferro».

L’assessore Peri però, a fa-vore del Passante, dice che ilsistema ferroviario per iltrasporto merci, come alter-

nativa a quello su gomma èstato fortificato in EmiliaRomagna, ma non ha pro-dotto i risultati sperati. «Noi non vogliamo certo eli-minare il trasporto sugomma, ma non siamo piùnegli anni 50 o 70. Peri dicegiustamente che ha investitosul treno e questo in parte èvero, ma se guardiamo la pro-porzione degli investimenti,questi ultimi sono a favoredelle grandi opere autostra-dali. Non chiediamo certoche non si vada più in auto,ma piuttosto destiniamo le ri-sorse a favore del trasportopubblico. Il Passante Nordera stato previsto una decinadi anni fa, nel frattempo nel2007 è stato concluso un in-tervento sul ramo esistentedell’autostrada che ha portatoalla realizzazione della corsiadinamica. Ho letto che itempi di percorrenza e i di-sagi da rallentamenti del traf-

fico si sono ridotti del 50%con tale modifica».

Però il raddoppio della tan-genziale bolognese dovrebbealleviare molto la congestioneattuale, che spesso si risolvein code.«Ma se noi potenziassimo vera-mente il Servizio FerroviarioMetropolitano di cui si parlada anni, ma che non vede iltermine, la congestione tro-verebbe la sua soluzione inmodo più giusto, abituando icittadini a servirsi del serviziopubblico».

Il decreto che darà il via allafase operativa del PassanteNord sarà firmato fra pochigiorni dal ministro Passera.Voi che farete?«Bisognerà vedere il progettodefinitivo e valutarlo dal puntodi vista ambientale nel dettaglio.Di sicuro noi ci saremo».

Quest’anno nella pianurapadana l’incremento delle Pm10 è stato fino a 50 volte superiore ai limiti di legge

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In Colombia, nel 2011, èiniziata la costruzione diun’ impor tant i s s imaopera per l’industria pe-

trolifera sudamericana, che èstata battezzata “OleoductoBicentenario”, a celebrazionedei due secoli dell’indipen-denza colombiana. Si tratta diun oleodotto di quasi millechilometri che permetterà ditrasportare idrocarburi dallaparte occidentale dell’Amaz-zonia – attraversando la cor-digliera delle Ande – fino alporto di Cavenas, che si affac-cia sull’oceano Atlantico. Sitratta di un progetto impe-

gnativo e denso di difficoltàtecniche, come attraversa-menti di grandi fiumi e con-dizioni climatiche proibitive.A finanziare la realizzazionedell’opera è la colombianaOBC, partecipata della societànazionale petrolifera Ecope-trol, della canadese Pacific Ru-biales e altri operatori del set-tore. L’opera avrà un costocomplessivo di 4,2 miliardi didollari e una volta completatagarantirà una portata minimadi 450mila barili di greggio algiorno, fino a un massimo di600mila. La scorsa primavera,una società di costruzioni par-

Una società italiana, la Sicim, sta costruendo l’oleodotto più importante

della Colombia. Gian Pietro Riccardi, presidente dell’impresa protagonista del progetto,

spiega quali sono le prospettive aperte da quest’opera

Luca Cavera

L’oleodotto attraversola Foresta Amazzonica

Gian Pietro Riccardi, presidente della Sicim S.p.a. di Busseto (PR)

www.sicim.eu

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EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 189

migiana, la Sicim, è riuscitaad aggiudicarsi la costruzionedel primo tratto dell’oleo-dotto, 230 km con diametrodi 42 pollici che si sviluppe-ranno nei dipartimenti diArauca e Casanare, nella zonasudorientale del paese. GianPietro Riccardi, presidentedella Sicim, spiega le fasi direalizzazione del progetto.

Quale organizzazione si èdata la vostra società perrealizzare un progetto delledimensioni dell’OleoductoBicentenario, oltretutto al-l’estero?«La prima azione è stataquella di aprire una sede am-ministrativa e commercialenella capitale colombiana, aBogotà. A questa si è affian-cata una base operativa nellacittà di Yopal. Abbiamo co-struito quattro campi abita-tivi per alloggiare parte delle

2500 persone che sarannocoinvolte. Per l’esecuzionedei lavori è stato necessariotrasferire in loco circa il 50%delle attrezzature della so-cietà. Tutti questi sforzihanno avuto come obiettivoprincipale il conseguimentodell’opera nei tempi richie-sti, mantenendo al contempoi più elevati standard quali-tativi. Fra le priorità è statoanche posto il coinvolgi-mento delle competenze pre-senti nelle comunità locali.La Colombia, infatti, pos-siede una grande tradizionenell’oil & gas – per questoabbiamo impiegato risorsecolombiane anche in altri no-stri progetti in Kazakhstan,Congo e Messico».

Quali prospettive haaperto per la vostra società

l’ingresso nel mercato suda-mericano?«In realtà non si è trattato del-l’ingresso in un mercato to-talmente nuovo per noi, piut-tosto di un ritorno. Infatti,già nel 1984 eravamo staticoinvolti in un progetto perl’attraversamento delle Ande– questo aveva rappresentatouna delle prime esperienzedella Sicim al di fuori dei con-fini nazionali. Prima di parte-cipare al progetto di questooleodotto, abbiamo operatodurante il 2010 nell’area ame-ricana, realizzando il progettoManzanillo-Guadalajara inMessico. Per il futuro preve-diamo di continuare a inve-stire nell’area, rafforzando lanostra presenza nei paesi incui già stiamo operando e am-pliando il raggio di azione ad

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Una pipeline è un’opera molto complessatecnicamente. Soprattutto quando va realizzatasu territori rocciosi e in forte pendenza

Gian Pietro Riccardi

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altri mercati come Bolivia,Costa Rica, Cile, Venezuela ePorto Rico».

Può fare qualche esempiodi progetti di cui avete già lacommessa?«I forti investimenti fatti inColombia nei primi mesi del2011 ci hanno permesso diottenere altri due progetti im-portanti nella stessa area: lacostruzione di un loop perTGI di 54 km e 20 pollici didiametro, che unirà la sta-zione di El Porvenir con lastazione di compressione diMiraflores; la costruzione diun gasdotto per EcoPetrol di45 km e 18 pollici, per colle-gare gli impianti di Cupiaguae Cusiana. Pur essendo pro-getti di dimensioni minori ri-spetto al colosso OleoductoBicentenario, si tratta di operemolto complesse tecnica-mente, da realizzare su terri-

tori rocciosi e in forte pen-denza. Nei periodi di mag-giore picco prevediamo cheavremo coinvolte circa 3500persone. Questi progetti sa-ranno terminati entro giugno2012, però già siamo al lavoroper garantire continuità sia in

Colombia che in altri paesidell’area: abbiamo infatti ac-quisito progetti di grandi di-mensioni in Perù – una pi-peline di 116 km attraversouna foresta ai piedi delleAnde, nell’area di MachuPicchu – ed in Messico - unapipeline di 380 km nellaparte settentrionale delpaese, quasi al confine congli Stati Uniti».

Quali sono i fattori pecu-liari che vi hanno resocompetitivi a livello inter-nazionale?«Sicuramente è stato fonda-mentale rinforzare diparti-menti come la logistica e ilrecruitment. Questo ci hapermesso di operare con lastessa semplicità e flessibilitàin Europa così come negli al-tri continenti. A livello com-merciale, abbiamo fatto scelteimportanti che ci permettes-

INFRASTRUTTURE

190 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

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La Colombia possiede una grandetradizione nell’oil & gas. Per questoimpieghiamo da anni risorsecolombiane anche in altri progetti

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EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 191

sero di essere sempre aggior-nati sui progetti in corso a li-vello mondiale ed essere co-stantemente presenti nellearee in cui dovevano essererealizzate queste opere. Ab-biamo sempre avuto una fortepropensione all’investimentoin attrezzature, in infrastrut-ture e nello sviluppo delle ri-sorse umane. Inoltre in questianni abbiamo affiancato allacostruzione di pipeline – cheè il nostro core business a par-tire dalla fondazione – l’ese-cuzione di progetti EPC neisettori delle condotte e del-l’impiantistica, sia onshoreche offshore».

La crisi globale quale im-patto sta avendo sul vostrosettore?«A livello globale, non si puòparlare di crisi nell’oil & gas.Le grosse compagnie hannocontinuato a investire inesplorazione e infrastrutture,per soddisfare la crescentenecessità di energia e materieprime. A livello locale, in-vece, abbiamo registratodelle fluttuazioni nell’anda-mento del settore. Per esem-pio, in Italia – e più general-mente in Europa –, abbiamoassistito a un rallentamentodegli investimenti da partedei grandi gruppi del settore.Tuttavia riteniamo che que-sta sia una condizione tem-poranea, dato che sono già inprogetto, a livello europeo,opere colossali come il Na-bucco, il South Stream e il

Galsi. È stata questa situa-zione di stallo nel mercatoeuropeo, unita al presentarsidi opportunità interessanti,che ci ha spinto oltre oceano.Però non abbiamo abbando-nato quei mercati che cihanno permesso, nel corsodegli anni, di essere quelloche siamo».

Dove orienterete i vostriprossimi investimenti?«In Italia ed Europa siamosempre stati presenti e lo sa-remo ancora in futuro – an-che se dalla fine del 2010 nonabbiamo più operato in Italiaper assenza di progetti rile-vanti. Simultaneamente aiprogetti che stiamo portando

avanti in altri continenti,stiamo operando in Francia,Spagna, Germania e GranBretagna, ponendo le basi perla realizzazione di grandiopere nel vecchio continente.Per quanto riguarda il restodel mondo, la tendenza èquella di rinforzare le posi-zioni acquisite negli ultimianni in Kazakhstan, Congo,Messico e Colombia con l’in-tenzione di espanderci neipaesi limitrofi – Turkmenistan,Angola, Camerun, Perù –, cer-cando di sfruttare l’esperienzaacquisita dopo anni di atti-vità, e stringendo partnershipcon le organizzazioni presentiin loco».

La Sicim, fondata nel 1962 come società di costruzioni, ha festeggiato a Gennaio 50anni di attività. Nel tempo si è specializzata nell’esecuzione di progetti EPC nelsettore dell’Oil & Gas, realizzando condotte ed impianti in tutto il pianeta. Oltre aiprogetti che la vedono attualmente impegnata in Sud America, Sicim ha realizzatoparte il metanodotto Opal, che collega Lubmin a Olbernhau in Germania, il gasdottoche collega Tivissa a Paterna in Spagna e quello fra Manzanillo e Guadalajara inMessico. Ha sviluppato il centro olio di M’Boundi in Congo e ha partecipato allacostruzione dell’impianto di trattamento di idrocarburi di Bolashak, fra le opere chesi sono realizzate per lo sviluppo del giacimento di Kashagan in Kazakhstan.

Cinquant’anni nell’oil & gas

Gian Pietro Riccardi

Page 152: Dossier Emilia Romagna 01 2012

TRASPORTI

Dopo quello britan-nico, il mercatoitaliano è stato ilprimo nel quale si

è avviato un network speciali-stico dedicato alla distribuzionedi merce su pallet, ponendo cosìle basi per la creazione di unnetwork europeo. L’idea di baseè quella di fornire un metodo ditrasporto alternativo rispetto aquello dei tradizionali traspor-tatori generici di groupage e aicorrieri espresso. Al centro delsistema c’è il pallet, assunto aunità di misura fondamentale.

La creazione di network specia-lizzati ha semplificando l’offertacommerciale, abbassato i costied eliminato gli oneri accessorie permesso di superare comestandard il rapporto peso/vo-lume comunemente utilizzato.Una struttura nata in Italiacome costola di un networkoggi di dimensioni continentaliè Palletways Italia. Come spiegaRoberto Rossi, presidente diPalletways Italia: «Il nostro mo-dello di business ha conosciutouna crescita importante negliultimi anni. Il calo dei carichicompleti e la distribuzioneframmentata e meno regolaredelle merci hanno permesso alnostro sistema di trasporto perpallet di mostrare la propria fles-sibilità».

Come si è evoluto neltempo il servizio di trasportodi merci su pallet? «In passato si utilizzava il palletesclusivamente per carichi com-pleti, diretti a un’unica destina-zione oppure un unico caricodistribuito su più destinazioni.In seguito è nata una nuova

modalità di sfruttamento diquesto sistema di trasporto: ilpallet network. Si tratta di un si-stema sviluppato negli anni No-vanta nel Regno Unito che con-sente di avere tariffe competitivee performance elevate anche difronte alla graduale riduzionedegli stock e alle esigenze dellaproduzione just in time. Il ri-sultato è un nuovo modello ditrasporto espresso adatto allaspedizione di piccole partite dimerce pallettizzata verso desti-nazioni multiple o con flussi ditipo irregolare».

Qual è l’organizzazione delvostro pallet network?«Il Network é un raggruppa-mento di aziende di dimensionimediopiccole e medio grandi,fatte salve le dovute eccezioni.L’avere creato un gruppo ha per-messo a questa rete di aziende didiversificare l’offerta dei servizi,garantendo degli standard diqualità che agendo indipen-dentemente non avrebbero po-tuto offrire. La qualità del ser-vizio si basa anche sullacapillarità e l’omogeneità della

Roberto Rossi,

presidente di

Palletways Italia Spa,

Calderara di Reno (BO)

www.palletways.com

Un modello di trasporto che unisce i vantaggi del corriere espresso

con le quantità e la tipologia di merci del distributore tradizionale.

Roberto Rossi spiega le ragioni del successo del pallet network.

Nato nel Regno Unito, oggi diffuso in tutta Italia

Valerio Germanico

Il pallet, unità di misuraper un Network europeo

192 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

Page 153: Dossier Emilia Romagna 01 2012

Roberto Rossi

copertura territoriale, oltre chesulla salvaguardia dell’integritàdel prodotto. Tutti i mezzi sonosottoposti a un controllo di per-formance attraverso un sistemainformatico centralizzato».

Quali sono i settori che in-vestono soprattutto nel vostroservizio?«L’agroalimentare secco è il no-stro mercato più importante.In questo, il trasporto di vino,destinato alla grande distribu-zione,al trade o alla ristorazione,è una parte consistente del no-stro business. Infatti, il 50%delle nostre spedizioni appar-tiene all’agroalimentare e diquesto oltre la metà è trasportodi vino – che è concentrato so-prattutto in tre picchi annuali –periodo pasquale, luglio, pe-riodo natalizio - che riusciamoa gestire grazie alla nostra spe-cializzazione e alla flessibilitàintrinseca del nostro Network.Nel complesso, comprendendoanche le merci non alimentari,circa un terzo dei nostri flussi

sono destinati alla grande di-stribuzione».

Il vostro network pallet èsviluppato anche all’estero.Quali sono le differenze conil mercato italiano?«Oltre a coprire il territorioitaliano in maniera omogenea,siamo presenti, con un sistemadi network interconnessi, an-che nel Regno Unito e Irlanda,in tutta la penisola iberica, nelBenelux, in Germania e inFrancia. La differenza più mar-cata fra noi e l’estero non è dimercato, ma riguarda le infra-strutture. Tuttavia, il nostromodello funziona allo stessomodo sia in Italia che al-

l’estero. Le vere differenze dimercato riguardano l’atteggia-mento nei confronti dei com-mittenti. Da noi, in genere, lesocietà di trasporti, puntanosulla tariffa per essere compe-titive, piuttosto che su un ser-vizio di qualità. Questo natu-ralmente fa il gioco di un certotipo di committenza, che cercaprima di ottenere un prezzobasso con la speranza poi diavere il massimo di serviziopossibile. Fuori dall’Italia, alcontrario, il mercato si gioca inmodo molto più marcato sulleperformance, sia da parte deitrasportatori che della com-mittenza».

EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 193

❝~

Il pallet networkha tariffe competitivee performance elevateanche con stock limitati

La mediadi trasporto

giornaliera diPalletways ItaliaSpa attraverso

il proprio networkdi 78 concessionari

in Italia e oltre300 in Europa

PALLET

4mila

Page 154: Dossier Emilia Romagna 01 2012

I paesi africani sono una destinazione particolare per gli spedizionieri: elevati tassi di crescita

economica consentono buoni margini operativi, ma bisogna fare i conti con le criticità sociali e

strutturali che ancora persistono. Cristina Arlango descrive la situazione

Amedeo Longhi

L’Africa “smuove”il mercato della logistica

La Adrialogica Srl ha

sede a Ravenna

www.adrialogica.com

194 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

La Costa d’Avorio,uno dei principalipaesi dell’Africa oc-cidentale, ha un tasso

di crescita economica doppiorispetto a quello dell’Italia, maun tasso di alfabetizzazione cheè pari a meno della metà delnostro. Questi due semplici datiben riassumono le particolaricondizioni in cui si trova a ope-rare chi lavora in questa zonadel mondo. Cristina Arlango leconosce bene, poiché nel parti-colare settore della logistica, lasua azienda è specializzata nelWest Africa. «Adrialogica nascenel 2006 – racconta la titolaredella casa di spedizione roma-gnola – e, pur coprendo capil-

larmente l’Italia tirrenica ebuona parte di Europa e Asia etutta l’Africa, si concentra pre-valentemente sui paesi delGolfo di Guinea. Questo è do-vuto all’esperienza di mio pa-dre, che mi ha aiutato a fondarel’azienda cinque anni fa e chel’ha caratterizzata sin dall’iniziocon la sua esperienza come di-rigente di un’importante com-pagnia marittima che traspor-tava legname con l’Africaoccidentale». Oggi, oltre alla destinazionegeografica, si è sviluppata anchela gamma di categorie merceo-logiche trattate: «Il legnamerappresenta attualmente circail quaranta per cento del vo-

lume di prodotto che traspor-tiamo. Il restante sessanta percento è costituito dalle mercipiù disparate, dal the allepenne. Questo perché molti deipaesi in cui operiamo partonoda una condizione di grandearretratezza economica, tecno-logica e strutturale e stanno co-minciando ora a dotarsi di beniche da noi vengono consideratidi prima necessità». Le basi di Adrialogica in Africasono due, una in Costa d’Avo-rio e una in Camerun: «Siamouna realtà abbastanza piccola –racconta Cristina Arlango –, inItalia possiamo contare su tredipendenti, cui se ne sommaun’altra quindicina distribuita

Page 155: Dossier Emilia Romagna 01 2012

Cristina Arlango

fra i due paesi africani in cuisiamo presenti grazie a due so-cietà di spedizioni locali. Siamoinoltre in procinto di aprire al-tre due sedi, una in Liberia euna in Ghana». Chi opera in questi paesi è le-gato a doppio filo allo sviluppoeconomico della zona, che peròriserva delle sorprese rispetto aquello che ci si potrebbe aspet-tare: «Al di là dell’instabilità po-litica – l’anno scorso c’è stata laguerra in Costa d’Avorio, conconseguente blocco dei trafficicommerciali e dei flussi finan-ziari – quest’area non è maistata colpita da particolari crisi.Anche in questo periodo di re-cessione globale c’è stata unadiminuzione della redditivitàma non dei volumi, perché sitratta di economie con tassi dicrescita molto elevati». È interessante anche analizzarecome si deve muovere chi la-vora in questi paesi. «L’attività –spiega Arlango – si fa moltosulla base delle conoscenze di-rette. Sussistono dinamiche dimercato molto diverse dalle no-stre, ci sono differenti proble-matiche lavorative e relazionali

dovute anche soltanto al bassotasso di scolarizzazione dellepersone; è difficile trovare per-sonale competente, è difficilemotivarlo. In questo periodostiamo aprendo un ufficio inLiberia e mi rendo conto diquanto sia difficile trovare qual-cuno che sappia anche solo leg-gere e scrivere in un paese che èappena uscito da vent’anni diguerra. Per altri versi tuttavia,alcune procedure sono più sem-plici rispetto a quanto avvienenei paesi più sviluppati; peresempio, è più facile entrare incontatto con le aziende peravere il primo colloquio in cui

vengono proposti i servizi, c’èmeno concorrenza e più elasti-cità nei rapporti personali». Anche dal punto di vista dellaconcorrenza, si tratta di unmercato molto particolare:«Sono paesi in cui non sonopresenti molti operatori. Ce nesono due molto grossi, uno deiquali è fra i maggiori al mondoe opera in regime monopoli-stico in Africa, a cui si aggiun-gono altre realtà abbastanza ri-levanti, soprattutto francesi,dato che molti paesi di quel-l’area sono ex colonie dellaFrancia. C’è anche una societàitaliana di medie dimensionicon un’esperienza ormai ven-tennale. Tenuto conto dellosviluppo demografico del con-tinente, della ricchezza di ma-terie prime di cui dispone e deitassi di sviluppo delle sue eco-nomie arretrate che a tappe for-zate cercano di raggiungere li-velli di sostenibilità, crediamonell’avvenire della logistica inAfrica».

❝~

Il legname rappresenta circa il 40%della produzione da noi trasportata. Il restante60% è costituito dalle merci più disparate

EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 195

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198 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

Èil mare il suggestivoscenario che fa dasfondo all’attività diItalmet, azienda ra-

vennate che da oltre trent’anniopera nel settore dell’arma-mento navale e del solleva-mento, come racconta suo iltitolare, Italo Caporossi: «Lanostra è una realtà in costanteespansione. Ad esempio que-st’anno Italmet è diventata di-stributore esclusivo di funispeciali Casar, una delle funimigliori al mondo come qua-lità e applicazioni. Siamo inol-tre legati da anni alla Gun-nebo, storico fornitore dicatene Grado 80 e 100 di ec-celsa qualità, e alla Van Beest,leader nel settore degli acces-sori di sollevamento».

Quali sono le caratteristi-che della vostra produzione?

«L’elemento vincente alla basedella nostra attività è senza dub-bio rappresentato dalla qualitàdel prodotto, testimoniata dalpossesso di numerose certifica-zioni. Italmet infatti non ha maitralasciato l’aspetto normativo elegislativo relativo proprio allaqualità del prodotto e alla sod-disfazione delle esigenze deicommittenti. Prestiamo sempregrande attenzione ai suggeri-menti provenienti dal mercato,adattandoci rapidamente ai di-versi cambiamenti. AttualmenteItalmet è in grado di fornire cer-tificati di collaudo da parte diprestigiosi enti navali qualiRina, Lloyd’s Register, DNV eBureau Veritas, oltre a disporredi un Sistema di Qualità Certi-ficato Rina Iso 9001:2008. Aldi là di questo, però, credo chela flessibilità di produzione, uni-

Ancore, catene e funi d’acciaio,

per il mondo del sollevamento

e dell’armamento navale, nel segno

della qualità e dell’innovazione

tecnologica. L’esperienza

di Italo Caporossi

Guido Puopolo

Qualità certificataper il settore navale

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Italo Caporossi

EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 199

tamente al vasto e completostock di magazzino di cui di-sponiamo, sia l’arma che ci per-mette di essere competitivi econcorrenziali sul mercato, siaper quel che riguarda la rapiditàdelle consegne che per i costi».

Quale percentuale del vo-stro fatturato viene investitain rinnovamento tecnolo-gico e quali, nello specifico,le ultime innovazioni da voiadottate?«Non vi è una vera e propriapercentuale d’investimento de-stinata al rinnovamento tecno-logico, in quanto questo è unconcetto che permea tutta lafilosofia della nostra azienda.Attualmente siamo in attesa diottenere nuove certificazioni, eprecisamente la DNV 2.7.1,che ci qualificherebbe mag-giormente nel mondo off-shore, permettendo un con-fronto più competitivo ecompetente con le altre realtàeuropee. Allo stesso modo ab-biamo recentemente rinnovatoil nostro parco macchine, ac-quistando un bobinatore di ul-tima generazione, indispensa-

bile per le lavorazioni dellefuni, e una nuova pressa. Ab-biamo inoltre provveduto adaggiornare il software delbanco prova a trazione, ele-mento fondamentale per for-nire un adeguato servizio di as-sistenza pre e post vendita, maanche per il continuo aggior-namento delle normative cheregolano il settore navale e delsollevamento».

Qual è il bilancio dell’ul-timo biennio di attività del-l’azienda, anche alla lucedella crisi economica?«Questo è stato un periododuro, in cui abbiamo lavoratoalacremente per mantenere lenostre relazioni commerciali,consolidando i rapporti con ipartner e i fornitori storici, cer-cando di non disperdere il pa-trimonio di conoscenze accu-mulate in quasi quarant’annidi attività. Dal mio punto divista il problema principale è lamancanza, se non la totale as-senza, di lavoro, non solo inItalia ma anche a livello euro-peo. Tuttavia siamo convintidi aver operato nella maniera

migliore, e questa convinzioneè ciò che ci permetterà di nonfarci trovare impreparatiquando si avvierà la ripresa».

A questo proposito, cosasi aspetta Italmet dal nuovoanno?«Le prospettive per il pros-simo futuro sono quanto maiincerte. I comparti che lavo-rano e producono sono sem-pre meno, e per superarequesta fase di difficoltà sarànecessario un maggiore con-fronto a livello internazio-nale. Comunque, inten-diamo consolidare la nostraposizione, cercando però ditrovare anche nuovi sbocchisul mercato estero, puntandosulla correttezza, la flessibilitàe la qualità che da semprecontraddistinguono il nostrolavoro».

In apertura, al centro

Italo Caporossi,

a sinistra Maura

Caporossi

e a destra Giovanna

Caporossi. Italmet

ha sede a Ravenna

www.italmet.com

~

Prestiamo sempregrande attenzione aisuggerimenti provenientidal mercato, adattandocirapidamente ai diversicambiamenti

Page 160: Dossier Emilia Romagna 01 2012

200 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

Le ristrettezze economiche generate

dalla recessione hanno influito

fortemente sui mercati dei beni

di lusso, rallentandoli. Roberto Agostini

spiega come ha reagito il settore nautico

Amedeo Longhi

La nautica si riassesta dopo la crisi

Apartire dalla finedell’estate 2008 lanautica da diportoha assistito a un

crollo verticale delle nuovecommesse a seguito di una crisiprincipalmente finanziaria eglobale. Gli acquirenti di im-barcazioni da diporto avevanoimmediatamente ridimensio-nato le loro richieste. SecondoRoberto Agostini, «minor di-sponibilità economica, ridottapredisposizione da parte delmondo bancario a favorireforme di finanziamento e mag-gior necessità di concentrare icapitali sui beni di primaria ne-cessità sono state le principalicause di questo calo». Agostiniè il titolare dell’omonimaazienda, che dal 1973 svolge at-tività di stampaggio principal-mente per il comparto nautico.«Successivamente la crisi si èespansa a tutti settori e perduraancora oggi. Le previsioni at-

tuali fanno ipotizzare che i mer-cati dei beni di lusso torne-ranno a svilupparsi solo dopoche si sarà consolidata la ripresadei mercati dei beni primari e diinvestimento; pertanto la nau-tica da diporto vivrà un periododi incertezza e di riduzione divolumi per un orizzonte tem-porale che non può essere dibreve periodo. In più, il settoredovrà assorbire la cessazionedell’attività di tanti cantieri ita-liani di medie e piccole dimen-sioni che, non avendo unastruttura commerciale interna-zionale, faticano a trovare sboc-chi nel mercato domestico».Un semplice dato da l’idea dellaportata della recessione: i vo-lumi di produzione della Ago-stini Nautica nel 2009 sono ca-lati in un solo anno del 71%rispetto agli 11,5 milioni dieuro prodotti nel 2008. «A ciòsi aggiunga, sempre nel 2009, ilconcordato al 40% che

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EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 201

l’azienda ha dovuto affrontarerelativamente al proprio se-condo cliente in termini di fat-turato, il cantiere Dalla PietàYacht di Venezia».Agostini spiega come si è mossala sua azienda per fronteggiare ilmomento difficile: «Per primacosa abbiamo avviato la ricercadi nuovi clienti, intercettando larichiesta di quei cantieri cheavevano ancora un mercato disbocco vivace, come i CantieriEstensi, Monte Carlo Yacht(gruppo Benetteau), Rose Is-land, Se.Ri.Gi». La secondamossa ha riguardato l’acquisi-zione di attività esistenti: «Ab-biamo assorbito lo stabilimentoproduttivo di Forlì di proprietàFerretti Yacht che realizzavascafi dai 15 a 24 metri. Questaacquisizione ha fornito anchel’occasione per procedere, in

terzo luogo, alla riorganizza-zione dei siti produttivi». In talmodo, nel 2010 Agostini Nau-tica ha più che raddoppiato ipropri volumi rispetto all’annoprecedente, chiudendo il 2011con una crescita di fatturato diun ulteriore 10% e consoli-dando le proprie collaborazionicon, fra gli altri, Alfamarine,Cantieri Estensi, Carnevali,Ferretti, Monte Carlo Yacht,Rose Island, Se.Ri.Gi, Sly Ma-rine, Wally. «Con tutti la colla-borazione nasce in fase di per-fezionamento delle specifichecostruttive – spiega Agostini il-lustrando il processo produt-tivo –, specie per quanto ri-guarda i materiali e la tecnica dicostruzione più idonea; succes-sivamente si passa alla fase rea-lizzativa che prevede, da partenostra, la costruzione dellascocca in vetroresina e un suopreallestimento relativo a tutti icomponenti che sono solidalialla vetroresina, come ad esem-pio paratie, serbatoi e paioli.Per alcuni cantieri ci preoccu-piamo anche della realizzazionedei modelli a controllo nume-rico dai quali ricaviamo poi gli

stampi per la successiva messain produzione dell’imbarca-zione». In questi ultimi tre annil’azienda ha perfezionato tuttele tecniche di costruzione pre-viste per la nautica da diporto –manuale, infusione e RTM –,approfondendo l’analisi delleproblematiche costruttive ine-renti la realizzazione di imbar-cazioni e componentistica cheprevedono l’uso di carbonio eresine epossidiche, in partico-lare quelle che permettono unapolimerizzazione a medie tem-perature, intorno ai 50 gradi.«Un altro fronte su cui stiamosperimentando tecniche enuovi materiali è quello della fi-nitura superficiale dei manu-fatti in vetroresina, in partico-lare quelli realizzati ininfusione, che spesso presen-tano dei disavviamenti superfi-ciali che ne deteriorano l’este-tica». Il 2012 sarà ancora unanno di assestamento; la nor-malizzazione del settore nau-tico si completerà solo quandoanche sul lato della gestione deiflussi di incasso e pagamento sisarà ristabilita una regolarità dirapporti.

La Agostini Nautica

ha sede a Castiglione

di Ravenna (RA)

www.agostininautica.it

❝~

Per fronteggiare il momento difficile abbiamointercettato la richiesta di quei cantieriche avevano ancora un mercatodi sbocco vivace

Roberto Agostini

Page 162: Dossier Emilia Romagna 01 2012

EDITORIALE

La fiscalità dei terreniedificabili si è evo-luta sostanzialmentenegli ultimi anni. In

passato in diritto tributario,anche nella sua applicazione,il concetto di edificabilità erariconnesso alla sua sostanzagiuridica, e veniva quindimutuato dalla disciplina ur-banistica. La stessa norma-tiva, richiamando concetti,strumenti e riferimenti propridella disciplina urbanistica�Piani urbanistici generali;Piani attuativi; urbanizza-zioni; lottizzazioni; zonizza-

zioni (Zone A, B, C, D, E, edF); etc.� portava a conside-rare l’edificabilità di un’areaquale presupposto esogeno enon endogeno alla normativatributaria. Dalla disciplina ur-banistica la giurisprudenza sidiscostava solo occasional-mente in presenza di casi as-solutamente peculiari. Talepanorama è oggi radical-mente mutato, e non certonella prospettiva della cer-tezza del diritto. Benché la le-gislazione fiscale continui afare riferimento a concetti estrumenti propri della disci-

plina urbanistica, e sebbenela normativa di settore tengachiaramente distinti gliaspetti qualificatori dell’edifi-cabilità dei suoli da quelliestimativi, il legislatore prima-con i c.d. Decreti Bersani- ela giurisprudenza poi, hannomutato il quadro di riferi-mento, iniziando a riconnet-tere il concetto di edificabilitànon più alla sua sostanza giu-ridica bensì ad una econo-mica. Si è finito, sostanzial-mente, con il confondere ipiani della qualificazione edi-ficatoria e della valutazioneestimativa, sconfinando nelparadosso di assoggettare aimposta come edificabili an-che beni che non hanno al-cuna effettiva giuridica possi-bilità di venire edificati.Addirittura la Corte di Cas-sazione ha cristallizzatoespressamente il concetto chel’“edificabilità fiscale” sarebbecosa diversa dalla “edificabi-lità urbanistica”. Di qui unaserie di problematiche appli-cative non certo in linea conla certezza del diritto, di cui ilnostro Paese dichiaratamentesi vanta essere la culla, ma cheormai risulta totalmente ine-sistente per qualsivoglia ope-ratore.In questo il caso dell’Emilia

La “Babele”dei terreni edificabilidi Vittorio PaolucciAvvocato del Foro di Bologna

[email protected]

204 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

Page 163: Dossier Emilia Romagna 01 2012

Vittorio Paolucci

Romagna è emblematico. LaLegge Regionale Urbanistican.20 del 24 marzo 2000 haacuito le problematiche in-terpretative e applicative.Questa legge ha “sostanzial-mente” scisso (“spacchettato”)il Piano Regolatore Generalein tre diversi strumenti: PianoStrutturale Comunale(P.S.C.), Regolamento Urba-nistico Edilizio (R.U.E.), ePiano Operativo Comunale(P.O.C.). In base alla normativa ilP.S.C. non è destinato preci-puamente a individuare qualiambiti abbiano natura edifi-cabile o meno, bensì ha la fi-nalità di delineare le sceltestrategiche di assetto e svi-luppo del territorio, curandoin particolare la tutela del-l'integrità fisica e ambientalee l'identità culturale dellostesso. La Legge Regionale chiariscecon fermezza (vieppiù oggidopo la novella introdottacon la L.R.n.6/2009) che il

P.S.C. non ha portata confor-mativa dei diritti edificatori.La stessa Assemblea Legisla-tiva della Regione Emilia Ro-magna ha precisato che “l’ele-mento qualificante di dettariforma del sistema è datodalla distinzione tra un pianostrategico strutturale, ilP.S.C., che in nessun caso at-tribuisce diritti edificatori; eun piano operativo che regolale trasformazioni da realizzarenei successivi cinque anni, ilPOC, il quale attribuiscedetta edificabilità”, preci-sando altresì espressamenteche non possono essere ri-chiamati i c.d. Decreti Ber-sani per considerare edifica-bile un’area già solo sulla basedelle previsioni del P.S.C.,chiarendo ulteriormente che:“dal P.S.C. non è desumibileuna vocazione edificatoriache giustifichi una legittimaaspettativa sulla possibilità diedificare le aree attualmentenon urbanizzate, in quanto lafunzione attributiva dello jus

aedificandi è propria esclusi-vamente del P.O.C.”. Pur dovendo ricordare che leRegioni non hanno potestàlegislativa propria in materiatributaria, si rileva tuttaviache la Regione ha qui legife-rato non in materia fiscale masolo in materia di governo delterritorio, mentre le interpre-tazioni della normativa in or-dine ai riflessi fiscali costitui-scono unicamente “Atto diindirizzo”.Per contro, la Corte dei Contiha assunto orientamento di-verso da quello dell’Assem-blea Legislativa della RegioneEmilia Romagna, preten-dendo che l’edificabilità (fi-scale) sia riconducibile già alleprevisioni di P.S.C., ma ciòassumendo, avendo dato perassodati concetti presuppostiinvero invece errati. È dun-que in questo quadro norma-tivo che si sta aprendo unavera e propria “babele” inter-pretativa con effetti applica-tivi devastanti.

EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 205

Page 164: Dossier Emilia Romagna 01 2012

EDILIZIA

Le misure a sostegno del settoreedile varate dal Governo Monticon la Manovra Salva Italiasono state approvate e confer-mate dal Senato e dalla Ca-mera. Non solo è diventata per-manente la detrazione fiscaledel 36% attuabile sulle ristrut-turazioni edilizie, ma è anchestata prorogata la detrazione del55% per la riqualificazioneenergetica degli edifici fino al31 dicembre 2012, data dopola quale la percentuale scenderàal 36% e sarà assimilata a quellaper le ristrutturazioni. Il mondo edile ha accolto conottimismo queste nuove diret-tive che, a rigor di logica, do-vrebbero permettere una buonaripresa del comparto delle co-struzioni e invogliare pubblici eprivati a migliorare le condi-zioni della propria abitazione odel proprio stabile e a dotarlidegli idonei accorgimenti stu-diati per il risparmio energe-tico. Tra le aziende che hannoapprezzato l’aiuto offerto al-l’edilizia dalla politica, troviamol’Impresa Ferrari, società edilesita a Parma e impegnata nelramo residenziale civile e indu-striale. «Questa manovra –spiega Andreina Ferrari, tito-lare dell’attività – è importanteperché oltre a consentire il re-cupero di edifici obsoleti e la-

sciati al macero, permetterà an-che di rinnovare il mercato im-mobiliare. Una casa ristruttu-rata e migliorata dal punto divista energetico, infatti, acqui-sisce un valore elevato e si po-siziona meglio sul mercato, peruna successiva vendita».

L’Impresa Ferrari è statauna delle aziende precursorinel campo del risparmio ener-getico. Cosa significa?«La nostra società si è impe-gnata a realizzare edifici inun’ottica d’incremento del ri-sparmio energetico ancorprima che le relative leggi di-ventassero obbligatorie. Ne èun esempio la palazzina delLotto 2 costruita a Parma in viaMarconi, i cui lavori sono ini-ziati alla fine 2006 e terminatinel 2009 e già prevedevanol’installazione di pannelli foto-voltaici, di sistemi di isola-mento termico e acustico e diaccorgimenti volti all’utilizzodelle fonti di energia rinnova-bili. Abbiamo realizzato appar-tamenti in classe B caratteriz-zati da un elevato comfortabitativo e da una grande ridu-zione dei consumi».

L’Impresa Ferrari accettacommesse solo dai privati oanche dalle pubbliche ammi-nistrazioni?«Lavoriamo anche per gli enti

In alto, Andreina Ferrari della impresa di costruzioni Ferrari Spa di Parma.

Nelle altre immagini, cantieri in corso d’opera

www.impresaferrari.com

Le detrazioni fiscali del 36%

e del 55% sulle ristrutturazioni

e le riqualificazioni energetiche sono le

nuove leve su cui far forza per

rimettere in sesto il comparto edile

italiano.

Ne parliamo con Andreina Ferrari

Emanuela Caruso

Detrazioni confermate,ossigeno per il settore

206 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

Page 165: Dossier Emilia Romagna 01 2012

Andreina Ferrari

pubblici. Una delle nostre operepiù interessanti e importanti daquesto punto di vista è quellache riguarda i comparti di viaMarconi e via Budellungo aParma, dove abbiamo realizzatocase in edilizia agevolata, o sov-venzionata, destinate alle Forzedell’Ordine. Ciò significa che ilMinistero delle Infrastrutture edei Trasporti agevola la nostraimpresa con alcuni fondi, chenoi dedichiamo alla costruzionedi tali abitazioni, che una voltafinite passano in consegna allaPrefettura di Parma, la quale sioccupa di indire i bandi di garanecessari ad affittare o venderegli appartamenti».

Cosa cerca in un’abita-zione o, più in generale, inun edificio l’acquirenteodierno?«A differenza di quanto succe-deva alcuni anni fa, quando iclienti compravano o com-missionavano la costruzionedi una casa o di uno stabilequasi a scatola chiusa, oggi i

clienti sono esigenti e soprat-tutto informati. Conoscono imateriali più pregiati, quellipiù idonei al loro progetto etutte le normative varate inmerito alla sicurezza degli edi-fici, al risparmio energetico eall’ecosostenibilità; motivi percui, sempre più spesso, ci chie-dono di poter vedere e analiz-zare il capitolato relativo allacommessa. L’acquirente mo-derno non cerca una casa dilusso, ma un’abitazione di fa-scia media dotata delle mi-gliori tecnologie, di buonaqualità, dal prezzo contenuto eche sappia ottimizzare al me-glio lo spazio a disposizione,senza lasciare angoli morti ozone non utilizzate».

Da esperta del settore, puòfornire un quadro generaledel comparto edile dell’Emi-lia Romagna e, più precisa-mente, della provincia diParma?«Nonostante la zona di Parmasia protagonista di un’offerta

edile di gran lunga superioreall’effettiva domanda, l’inte-resse per le nuove costruzionie per le ristrutturazioni rimanecomunque molto alto e, diconseguenza, il mercato non èfermo. È però vero che se nelbiennio 2004-2005 su 5 con-tatti che ricevevamo 3 si tra-sformavano in vendite, oggisu 10 contatti solo 2 diven-tano vendite. Cause principalidi questa situazione sono i li-miti imposti dalle banche, chenon concedono mutui o cre-diti e che quindi frenano leiniziative di chi vorrebbe ac-quistare un appartamento ouno stabile o ristrutturare unedificio. In altre parole, sonole banche a protrarre la crisidel settore edile».

EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 207

Page 166: Dossier Emilia Romagna 01 2012

La stretta dei mutui ha determinato un blocco nella vendita degli immobili residenziali.

Le imprese di costruzioni che per tradizione e competenze hanno potuto orientarsi anche verso

altre tipologie sono riuscite a mettersi al riparo dalla crisi. L’esperienza di Corrado Salustro

Manlio Teodoro

La diversificazione nelle costruzioni

La differenziazionedelle attività di co-struzione è stato unodei fattori chiave per

la resistenza alla crisi di molteimprese edili. Non a caso ilgrosso dell’invenduto è rimastonell’ambito residenziale, men-tre altri settori dell’iniziativa pri-

vata o statale – come la co-struzione di alberghi, diattività commerciali o di sediper le forze dell’ordine –,hanno permesso di tenere ilmercato. Infatti ciò che hafrenato gli acquisti di singolicittadini interessati a investirein una prima o seconda casaè stato l’impossibilità di acce-dere al credito, a causa della

stretta delle banche sui mutui.Resta ancora impossibile per al-cune imprese edili, infatti, spo-stare risorse nella proposta dinuove abitazioni civili, che nonavrebbero mercato. Parliamo diquesti temi con Corrado Salu-stro, amministratore unico diCogefer, impresa di costruzionidel bolognese, che nonostante lacrisi è riuscita a chiudere il bi-lancio 2011 con un fatturato di38 milioni di euro e 5 di utile.

La vostra azienda è semprestata contraddistinta dalla di-versificazione produttiva.Qual è stato il settore trai-nante nel 2011?«Certamente quella commer-ciale. Un progetto particolare è

stato quello della realizzazionedi un centro commerciale aCento di 18mila metri quadratiche al suo interno ospita oltrealle classiche attività commer-ciali anche un cinema. Inoltreabbiamo scelto di dare un’im-pronta del nostro impegno peril rispetto ambientale a tutte lenostre costruzioni, installandopannelli fotovoltaici e servizi diclasse energetica A in ogni rea-lizzazione».

Qual è il valore aggiuntoche ha permesso alla vostraimpresa di raggiungere i ri-sultati attuali?«La nostra competenza è cre-sciuta attraverso una continuaevoluzione delle conoscenze tec-

208 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

Corrado Salustro,

amministratore unico

di Cogefer Spa, Casalecchio

di Reno (BO). In alto, Palazzo

dei Banchi (BO) ristrutturato

da Cogefer

www.cogeferspa.it

Page 167: Dossier Emilia Romagna 01 2012

Corrado Salustro

niche, degli strumenti di lavoroe con l’introduzione in cantieredi nuove tecnologie. Inoltre,una gestione accurata dei for-nitori, la mancanza di conte-stazioni, l’offerta di un pro-dotto finito che rispetti ilgiusto rapporto tra prezzo equalità ci hanno permesso diottenere importanti riscontri,anche di fatturato».

Qual è il fattore che ha mag-giormente penalizzato il set-tore dell’edilizia?«Sicuramente alla base c’è statoil fatto che le banche hannostretto le maglie nella conces-sione dei mutui. Questo hastrozzato il mercato, dato chemolti dei potenziali acquirentihanno a disposizione appena un20-30% del capitale necessarioall’investimento. Questo datotrova riscontro nel fatto chemolti dei nostri cantieri sonofermi proprio con prenotazioniin grado di coprire fino a questaquota. Ma il resto, che una voltasarebbe stato finanziato dallebanche, non viene concesso da-gli istituti di credito».

Affinché dunque l’ediliziaritorni a essere un pilastro del-l’economia la prima cosa dafare è sbloccare i rubinettidelle banche?«Sarebbe una mossa strategica,

che avrebbe un effetto vivifi-cante per le costruzioni e a ca-tena per molti altri settori pro-duttivi. E soprattuttorimetterebbe in moto i con-sumi, condizione senza laquale in ogni caso il mercatonon potrà ripartire. Per faretutto ciò, però, è necessariauna chiara volontà politica.Ciò che è nelle possibilità degliimprenditori non è sufficienteper fronteggiare una situazionedi questo tipo. Sarebbero ne-cessari degli interventi, peresempio, di recupero di risorsedai cosiddetti capitali “scudati”,rientrati con tassazioni incredi-bilmente basse se paragonate aquello che un’impresa paga ognianno allo Stato. E, sicuramente,sarebbe possibile recuperarequelle risorse da immettere nelsistema attraverso il controllosui capitali che certamente – inquesta fase in cui si profila unmaggiore rigore rispetto al pas-sato – stanno per oltrepassare iconfini nazionali e fiscali. Sesolo il 20% dei 400 miliardi dieuro degli evasori “scudati” ve-nisse immesso nel mondo im-prese, avremmo risolto moltidegli attuali punti critici del-l’intero sistema».

In che modo la vostra im-presa sta tentando di rispon-

dere a questa situazione distallo?«Purtroppo noi siamo comple-tamente fermi nel settore dellevendite residenziali. Quello chestiamo provando a fare è – comeabbiamo fatto in passato, du-rante altri momenti grigi – diimpostare un discorso di mobilea reddito. Questo consiste nel-l’avere un reddito con un frui-tore che all’inizio è garantito enel quale noi in seguito inve-stiamo. Andare direttamente nelmercato immobiliare risultaperò impossibile. La nostra im-presa è nata con una specializ-zazione nella costruzione di ca-serme, sia per l’Arma deiCarabinieri che per le fiammegialle. Queste, una volta ulti-mate, anziché essere vendute,sono rimaste di nostra proprietàe messe a disposizione dellostato con un affitto coordinatoe concordato attraverso una va-lutazione dell’ufficio tecnicoerariale».

EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 209

Sopra, il Grand Hotel

White Palace di Canto

(FE); in basso, sala del

cinema del centro

commerciale White Park

di Cento. Entrambe

le opere sono state

realizzate dalla Cogefer

Page 168: Dossier Emilia Romagna 01 2012

EDILIZIA

L’utilizzo di “sottoprodotti” originati

dai processi produttivi di costruzioni

e demolizioni edili è la “buona notizia”

di una normativa moderna che rilancia

il civico buon senso. Ne parla

Alessandro Pesaresi, alla guida

di un’impresa che sviluppa soluzioni

e nuovi materiali per l’edilizia stradale

Manlio Teodoro

Le normative non agevolanol’eco-sostenibilità edilizia

Q uando siparla di eco-sostenibilitànel settoredelle costru-zioni, le im-

prese che puntano sull’inno-vazione si trovano spesso ascontrarsi con le normative econ chi tenta di interpretarle.Un esempio è quello dell’uti-lizzo del “sottoprodotto” chesi origina in edilizia, comespiega Alessandro Pesaresi,amministratore delegato dellaPesaresi Giuseppe Spa Costru-zioni: «Gli imprenditori sonomolto attenti alla nuova defi-nizione di “sottoprodotto”della normativa contenuta neldecreto 205/2010 e al loro le-gittimo utilizzo nell’attivitàedile; tuttavia, paradossal-mente, ciò che è già legale etecnicamente fattibile vienepurtroppo ostacolato da alcuniPubblici Ufficiali che non siimpegnano, responsabil-mente, a comprendere le no-vità normative. Tra queste, lanuova definizione di “rifiuto” edi “sottoprodotto” viene erro-neamente recepita: alcuni fun-zionari pubblici continuano aritenere come “rifiuti” queimateriali che, invece, hannola nobile caratteristica di “sot-toprodotto”, ostacolandone il

normale impiego e determi-nando molto spesso il ricorsoa nuove risorse minerarie na-turali, oltre a complicare la ge-stione amministrativa dei me-desimi materiali che, seritenuti rifiuti, devono esseresottoposti a tutta una serie diincombenze burocratiche e,quindi, di costi aggiuntivi inu-tili e gravosi che certamentenon favoriscono la sopravvi-venza delle nostre aziende».

Stando a quello che la nor-mativa prevede, in quali am-biti si manifesta il vostro im-pegno per uno svilupposostenibile?«Dal punto di vista operativorealizziamo grandi opere siapubbliche che private, comeaeroporti, autodromi, auto-strade. Lavori edili e di boni-fica per la sistemazione di ar-gini, oltre a operare per ilconsolidamento di zone fra-nose e intervenire nei cedi-menti collinari. Tuttavia, unadelle caratteristiche dell’im-presa è quella di aver avviatogià da molti anni un laborato-rio interno dedicato all’inno-vazione. L’idea di per sé è giàinnovativa, dato che nel set-tore delle costruzioni nonviene ancora attribuito suffi-ciente valore alla ricerca. Alcontrario, noi abbiamo sem-

210 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

Page 169: Dossier Emilia Romagna 01 2012

Alessandro Pesaresi

pre avuto la consapevolezzache per essere competitivifosse necessario offrire un pro-dotto la cui qualità si esprimeinnanzitutto nei materiali dicostruzione».

La vostra impresa è specia-lizzata nell’edilizia stradale enella produzione di conglo-merato bituminoso. Può spie-garne le caratteristiche?«I nostri materiali sono ilfrutto delle ricerche del no-stro laboratorio, impegnatonell’individuare soluzioninuove. Fra questi, il conglo-merato per il ripristino e la

manutenzione delle strade èstato un ambito di ricerca par-ticolarmente importante, datoche è studiato per essere uti-lizzato per interventi rapidi,senza la necessità di riscaldareo rimescolare il materialeprima dell’impiego. E in par-ticolare, alcuni conglomeratiadatti al ripristino di piccolesuperfici stradali».

In che modo la Pesaresiparteciperà al rilancio delsettore?«Siamo sempre molto attentiagli andamenti del mercato,specialmente in una situa-

zione economica come quellacontemporanea. Per questomotivo stiamo valutandol’ipotesi di ottenere commesseanche all’estero».

Lei rappresenta la secondagenerazione della famigliaPesaresi. Qual è la vostra or-ganizzazione managerialeattuale?«La struttura è guidata da unconsiglio d’amministrazionee da vari dirigenti che gesti-scono i settori commerciale,marketing e di comunica-zione. Fra questi figurano di-versi membri della famiglia.La scelta di affidare le posi-zioni chiave dell’azienda, cheha compiuto cinquant’anninel 2011, alla nuova genera-zione, è derivata dalla collau-data sinergia di gestione che siè venuta a creare tra loro. Cer-tamente frutto dell’esperienzatrasmessa dalla prima genera-zione alla quale si è affiancatoa suo tempo questo nucleo,che ha contribuito a valoriz-zare il lavoro svolto con nuoveidee creative, strategie di mar-keting mirate e specifiche co-noscenze tecnologiche e in-formatiche».

Alessandro Pesaresi,

amministratore

delegato della Pesaresi

Giuseppe Spa

Costruzioni di Rimini

www.pesaresi.com

��

Già da molti anni abbiamo avviatoun laboratorio interno dedicatoall’innovazione dei materiali

EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 211

Il fatturato medioannuo della

Pesaresi GiuseppeSpa Costruzioni

EURO

25mln

Page 170: Dossier Emilia Romagna 01 2012

Nonostante l’im-patto significativodella crisi sul set-tore dell’edilizia,

che ha fatto diminuire prima lecompravendite e a seguire lenuove costruzioni, l’ambitodella riqualificazione nell’ul-timo biennio ha registrato unincremento, non vistoso, mapur sempre un attivo. Infatti, leattività di riqualificazione diimmobili sono cresciute del2,2% nel 2010 e del 2% nel2011 (fonte Cresme – CentroRicerche Economiche Socialidi Mercato per l’Edilizia e ilTerritorio). Questo fenomenomostra la possibilità di una viaalternativa alla politica che ha

governato il mondo delle co-struzioni degli ultimi decenni:prima di creare nuove costru-zioni è meglio recuperare, ri-qualificare, restaurare e valoriz-zare gli edifici esistenti. Fra leimprese che lavorano in questocomparto dell’edilizia c’è la Ve-trucci, come spiega Ilaria Ve-trucci, presidente: «La nostraattività è sempre stata concen-trata nella realizzazione diponti, strade, acquedotti, maanche nelle riqualificazioni ur-bane, nella ristrutturazione diopere murarie di grandiaziende, nel restauro di immo-

Ilaria Vetrucci, presidente di Vetrucci Srl, Lugagnano Val d’Arda (PC)

Una specializzazione del settore edile

cresciuta sottotraccia. Quella delle

ristrutturazioni e della riqualificazione

urbana. «In tempi di crisi delle

costruzioni, è meglio valorizzare

l’esistente che innalzare nuovi edifici».

La parola a Ilaria Vetrucci

Manlio Teodoro

212 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

Il recupero ossigena il settore edile

Page 171: Dossier Emilia Romagna 01 2012

Ilaria Vetrucci

bili sottoposti a vincolo dei beniculturali. Queste attività di re-cupero, negli ultimi anni,hanno assunto un ruolo semprepiù importante».

Qual è oggi il vostro corebusiness?«Inizialmente ci occupavamoprevalentemente di lavori perprivati nel campo dell’ediliziae del movimento terra. In se-guito, siamo cresciuti e ci siamospecializzati, tanto che oggioperiamo quasi esclusivamenteper committenti pubblici egrandi società private per la rea-lizzazione di infrastrutture, la-vori industriali, stradali, civili,opere strutturali speciali e di in-gegneria naturalistica. L’area diintervento della nostra impresarisulta essere principalmentequella del territorio della pro-vincia di Piacenza, ma ope-riamo spesso nelle province anoi limitrofe e anche oltre iconfini regionali».

Qual è stata la strategia chevi ha permesso di affrontaregli ultimi anni, difficili permolte imprese?«Pur ammettendo che proce-diamo di mese in mese nellaprogrammazione del lavoro –non avendo la possibilità di pia-nificare per il lungo periodo –,siamo una delle poche aziende

che non ha ancora fatto ri-corso alla cassa integrazione.Anzi, questo periodo di crisi ciha spinto a puntare sul rinno-vamento e il miglioramentosia delle nostre strutture chedelle competenze interne al-l’azienda. Abbiamo intrapresoe portato a conclusione tutti iprocessi di certificazione, manon ci riteniamo ancora sod-disfatti. La crescita diun’azienda si deve misurarecostantemente con i bisognidella comunità, con la quoti-diana acquisizione di nuovecompetenze e con l’aggiorna-mento del suo staff, attraversola formazione continua».

Di quali certificazioni visiete dotati?«Attualmente l’impresa disponedell’attestazione Soa – stru-mento indispensabile per l’ese-cuzione di lavori pubblici. Aquesta si affiancano le certifica-zioni Iso 9001:2008, le certifi-cazioni Ce degli aggregati pro-dotti direttamente nei propriimpianti, le certificazioni aisensi della normativa Bs Ohsas18001:2007 e la Uni En Iso14001:2004. Sui temi della si-curezza si concentra la nostramassima attenzione. I nostri la-vori richiedono un elevatogrado di sensibilità verso l’am-

biente e il territorio. dato che cioccupiamo – con autorizza-zione delle Provincia di Pia-cenza – anche di stoccaggio dirifiuti non pericolosi, messa inriserva e trattamento per la tra-sformazione in materie primesecondarie, attraverso un im-pianto mobile. Mentre la Pro-vincia di Parma ci ha autorizzatiallo smaltimento, stoccaggio etrattamento di tutti i rifiuti de-rivanti dall’attività edile del ter-ritorio provinciale».

Qual è la storia della vostraazienda?«È stata fondata nel 1970 daEnrico Vetrucci, al quale suc-cessivamente si sono affiancati ifratelli Benedetto, Renzo, Ro-berto e Deliso. Quest’ultimodiede l’imprinting ai grandi la-vori pubblici. A prendere inmano le redini dell’azienda, poi,è subentrata la seconda genera-zione, composta dai giovaniNiccolò e Giampaolo, nel ruolodi consiglieri delegati, e da menel ruolo di presidente».

EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 213

~

Questo periodo di crisi ci ha spintoa puntare sul rinnovamentoe il miglioramento sia delle nostrestrutture che delle competenzeinterne all’azienda

Page 172: Dossier Emilia Romagna 01 2012

214 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

Dai settori specializzati al mercato del fai da te. Dall’edilizia al comparto energetico

e alla nautica. Sono queste le principali evoluzioni e rivoluzioni che hanno interessato il mondo

dell’edilizia. La parola a Maurizio Bertozzi, che ha messo al centro qualità e servizio

Emanuela Caruso

Capire e interpretareun mercato di nicchia

In queste pagine,

dettagli del ciclo

produttivo della

Isoltema Spa con sede

a Gambettola (FC)

www.isoltema.com

Èun nastro autoade-sivo in alluminio,usato soprattutto nel-l’edilizia di Inghil-

terra e Paesi del Nord per im-permeabilizzare, riparare esigillare i tetti in legno, il pro-dotto che grazie alle sue evolu-zioni nel tempo ha permesso losviluppo e la produzione dellemembrane bituminose autoa-desive e dei sigillanti butilici.L’importanza di questi mate-riali si è manifestata per laprima volta negli anni 60,quando hanno iniziato a rivo-luzionare e a migliorare inmodo continuo l’approccio aiproblemi di impermeabilizza-

zione e di sigillatura in svariaticampi; ed è stata chiara per laseconda volta proprio negli ul-timi periodi, quando tali stru-menti, utilizzati in passato soloda tecnici professionisti del me-stiere, sono approdati anche nelsettore del fai da te, rispon-dendo con estrema efficienzaalle richieste del mercato. Chiha cavalcato l’onda di questosettore di nicchia è la societàromagnola Isoltema, sita aGambettola, in provincia diForlì-Cesena. «Siamo riusciti adistinguerci dalle altre realtàpresenti nel nostro campo –spiega Maurizio Bertozzi, am-ministratore delegato dell’atti-

vità – intuendo che abbando-nare la produzione e concen-trarsi sulla commercializzazionedel prodotto, allo stesso mododi tutte le aziende concorrenti,non sia la mossa giusta da farein un momento in cui i forni-tori asiatici immettono sul mer-cato grandi quantità di pro-dotti, ragion per cui ci siamoposti sin dall’inizio come pro-duttori specializzati. In altre pa-role, ci siamo focalizzati sullarealizzazione di membrane bi-tuminose autoadesive e sigil-lanti butilici, lasciando ai nostriclienti la facoltà di distribuire inmaniera capillare gli articolicreati». L’interesse del signor

Page 173: Dossier Emilia Romagna 01 2012

EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 215

Bertozzi per questi strumenti ènato tra gli anni 70 e 80 du-rante una visita alla Fiera Cam-pionaria di Milano, vetrinadelle novità tecnologiche glo-bali, ed è stato il vero motoredell’avvio di attività della Isol-tema. «In poco tempo – conti-nua Maurizio Bertozzi –, tra-mite vari accordi, joint venturee acquisizioni, siamo riusciti aportare una piccola azienda ar-tigiana ai vertici mondiali delsettore degli impermeabilizza-tori per edilizia. E, maturandoesperienza, abbiamo costante-mente ampliato il nostro raggiod’azione, per cui oggi siamo ingrado di servire moltissimi am-biti, tra cui l’automotive, il ri-vestimento tubi, l’ambito ener-getico, l’industria, lamanutenzione stradale, il ramodelle strutture prefabbricate ela nautica. Ogni anno realiz-ziamo oltre 5mila tonnellate diarticoli bituminosi e butilici e liesportiamo in tutti i paesi delmondo; partecipiamo, inoltre,alle più importanti opere inge-gneristiche italiane ed estere».Ai prodotti personalizzati, alletecnologie aggiornate, ai prezzimolto competitivi e agli ottimiservizi svolti anche sul campo,

si aggiunge un ulteriore puntodi forza della Isoltema, il labo-ratorio aziendale di ricerca e svi-luppo. «La società – concludeMaurizio Bertozzi – dispone diun laboratorio all’avanguardia,impegnato nella ricerca e nel-l’innovazione, che sviluppa,monitora, aggiorna e potenziale linee di prodotto dell’im-presa. I macchinari altamentetecnologici di cui ci serviamosono in grado di mettere apunto nastri, membrane e ma-stici con compound bituminosio butilici a seconda delle spe-cifiche richieste ed esigenzedei committenti e dei mercatiinternazionali, sempre in con-tinua evoluzione. Inoltre, pergarantire la validità dei risul-tati ottenuti e la qualità deiprodotti e per abbattere la

percentuale di fattori d’errorepossibile, il laboratorio è cer-tificato dal protocollo FPC,Factory Production Control,e si avvale di ambienti di la-voro con microclima control-lato e di apparecchiature sot-toposte a programmi ditaratura. Ulteriori compiti dellaboratorio sono, infine,quelli di conservare i cam-pioni di prodotto finito e i re-lativi test qualitativi e di ar-chiviarli sia in formatocartaceo che elettronico, cosìda assicurare, in caso di ne-cessità, una rapida rintraccia-bilità dell’articolo anche a di-stanza di molto tempo».

Maurizio Bettozzi

❝~

Abbiamo conquistato questosettore di nicchia imponendoci dasubito come produttori specializzati

Page 174: Dossier Emilia Romagna 01 2012

L’interior design,quando si tratta diarredare centri di-rezionali, fonda-

zioni o anche lo studio di unprofessionista, è il risultato diun progetto di insieme, cheparte dallo studio dello spazioe si occupa della scelta di tuttii materiali di arredo, mobili eimmobili. «L’arredamento diogni interno – spiega l’inge-gnere Roberto Rubini, am-ministratore delegato di AcfTrading Arredamenti – èsempre sostenuto da una pre-cisa e attenta attività di pro-gettazione eseguita al Cad, daun concept, completo di im-magini fotorealistiche, finoall’esecutivo particolareggiato

al dettaglio». Acf Trading èuna società bolognese che sioccupa di contract, fornituredi arredamento per ufficio,per residenze private e di pro-gettazione di interni. «For-niamo soluzioni chiavi inmano per le aziende di tuttele dimensioni, dalle piccolealle grandi, oltre a lavorareanche per enti pubblici ecommittenti privati per lascelta di materiali edili, di pa-vimentazione, impiantistica,illuminazione e finiture inmateriali lapidei o ceramici».Le maestranze artigianalidella società sono in grado dilavorare su misura, realiz-zando anche l’adattamento diarredi di serie o producendo

Acf Trading Arredamenti ha sede a Bologna

www.acftrading.eu

L’ingegnere Roberto Rubini spiega

l’importanza di una progettazione

complessiva per l’interior design

di contesti di pregio. «Dalla scelta

dei materiali a quella delle rifiniture,

bisogna avere una visione di insieme.

E la capacità di integrare

armonicamente tutti gli elementi»

Valerio Germanico

Il designcome progetto integrato

INTERNI

222 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

Page 175: Dossier Emilia Romagna 01 2012

ex novo progetti particolari esingoli pezzi di arredo. «Met-tiamo a disposizione dei pro-gettisti il nostro archivio dicataloghi e materiali, oltre aoffrire il supporto tecnico einformatico dei nostri colla-boratori. In questo modo ilcommittente può recarsipresso la nostra sede accom-pagnato dal suo professioni-sta di fiducia per valutare escegliere personalmente gliarticoli e i materiali con cuirealizzare i progetti. Data laconoscenza approfondita deiprodotti e dei materiali, met-tiamo a disposizione la nostraesperienza per i servizi di in-stallazione e assistenza po-stvendita». Fra le più importanti realiz-zazioni di arredo di Acf Tra-ding degli ultimi anni si con-tano oltre mille lavorirealizzati in Italia e all’estero,di cui duecento agenzie ban-carie e relative sedi direzio-nali. «Abbiamo lavorato perla Fondazione della Cassa dirisparmio della Spezia, le sedidella Banca del Monte diParma e della Camera dicommercio di Parma, BerBanca, le agenzie della Bancadi Bologna in piazza Mag-giore, Galvani e via Murri –quest’ultima è stata un’im-portante commessa chiavi inmano, che ha compreso unaristrutturazione globale e la

sostituzione delle struttureportanti del fabbricato. Ab-biamo inoltre seguito diret-tamente la realizzazione dellasala stampa e delle sale dirappresentanza del Comunedi Bologna nella sede storicadi palazzo D’Accursio, lasede della Fondazione dellaCassa di risparmio in Bolo-gna e quella della Fonda-zione del Monte, l’oratoriodei Celestini e l’importanteallestimento della chiesa diSanta Cristina. Sempre aBologna abbiamo curato lafornitura totale degli arredidei palazzi e della sede dellaFederazione delle banche dicredito cooperativo e delCedecra nel complesso Me-raville Business Park – con lesue importanti sale congressie sale corsi – e fornito e in-stallato la biblioteca e l’in-tera sala del consiglio di am-ministrazione». Sono inoltreinnumerevoli i lavori ese-guiti per aziende private diogni dimensione e per glistudi di professionisti, avvo-cati, notai e commercialisti.«La nostra società svolge an-che una continua attività dipromozione dell’arte e dellacultura, mettendo a dispo-sizione i suoi locali per ma-nifestazioni selezionate, fracui Arte Fiera Off. Ognianno ospitiamo la seratainaugurale del festival inter-

nazionale di Santo Stefano,organizzato da Inedita. Inoltre vent’anni di attivitàininterrotta, il festival diSanto Stefano è diventatoun appuntamento storicoper la città di Bologna e peri numerosi appassionati dimusica classica, jazz e con-temporanea, che trovanonella manifestazione interes-santi anticipazioni e la ga-ranzia di scelte artistiche se-lezionate e originali. Iconcerti del festival rappre-sentano molto spesso il de-butto su scala nazionale diartisti stranieri e anteprimepensate in esclusiva per ilparticolare contesto».

Roberto Rubini

EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 223

Page 176: Dossier Emilia Romagna 01 2012

INTERNI

Èla perfetta integra-zione tra l’artigiana-lità tipica delle anti-che botteghe di

falegnameria e le più modernetecnologie la soluzione vincenteche può permettere, alleaziende operanti nel settore del-l’arredamento e dell’allesti-mento, di soddisfare le richiestedi un mercato sempre più com-petitivo ed esigenze. Ne è con-vinto Roberto Tagliaferri, tito-lare della ArtigianaLegno srl,società di Russi fondata nel

1984 e specializzata nella rea-lizzazione di allestimenti di ne-gozi, uffici, banche, stand fieri-stici, centri benessere e nellaproduzione di arredamenti sumisura per locali commerciali eper la casa. «Grazie all’evolu-zione tecnologica e alla colla-borazione con importanti studidi architettura e di interior de-sign, ArtigianaLegno è stata ingrado, fin dalla nascita, di svi-luppare la sua produzione, in-tercettando e interpretando lenecessità dei committenti, inun costante progresso e conti-nuo perfezionamento anchedegli aspetti tecnici. Oltre al le-gno, infatti, disponiamo dellecompetenze per lavorare varietipologie di materiali, come ve-tro, pelli, metalli, marmo e ple-xiglass». Come si può facil-mente intuire, l’attivitàdell’azienda romagnola èquindi piuttosto diversificatatanto che, come ricorda lostesso Tagliaferri ,«la necessità diintegrare al meglio e nel modopiù efficace queste varie realtàha reso necessaria l’attivazionedi un apposito ufficio tecnico,composto da professionisti al-

tamente qualificati che rappre-sentano per noi un importan-tissimo valore aggiunto». Proprio la flessibilità della strut-tura aziendale e la sua capacitàdi rispondere in maniera rapidae puntuale agli input prove-nienti dal mercato, rappresentala chiave del successo di Artia-gianaLegno, oggi capace di rea-lizzare non soltanto le grandiproduzioni ma anche pezziunici: «Progettiamo e co-struiamo ambienti su misura,affiancando il committente e/oil progettista nelle scelte, e in-staurando con i vari attori coin-volti un rapporto di proficuacollaborazione, nell’ottica delraggiungimento della massimasoddisfazione dei nostri partner.L’obiettivo finale – sottolineaTagliaferri – è infatti quello difornire proposte per l’arreda-mento di bar, negozi e ambienticommerciali, che rispettino icriteri di armonia estetica e fun-zionalità, con particolare atten-zione al comfort e alla vivibilitàdi un ambiente pensato persoddisfare le diverse aspettativeed esigenze».Lo sforzo e l'impegno profuso

ArtigianaLegno ha la sua sede operativa a Russi (RA)

www.artigiana-legno.it

Da piccola falegnameria di provincia a consolidata realtà a livello nazionale nella progettazione

e realizzazione di allestimenti per ambienti domestici e commerciali. Il caso della

ArtigianaLegno, raccontato da Roberto Tagliaferri

Guido Puopolo

Manualità e innovazione nella lavorazione del legno

224 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

Page 177: Dossier Emilia Romagna 01 2012

Roberto Tagliaferri

in questi anni, evidenzia Ta-gliaferri, consente oggi ad Arti-gianaLegno di offrire un servi-zio “chiavi in mano”, che lepermette così di essere estrema-mente competitiva: «L’utilizzodi sofisticati macchinari, fruttodi una lungimirante politica diinvestimenti sostenuta dal-l’azienda, convive armoniosa-mente con il lavoro portatoavanti da esperti artigiani. Nerisulta una produzione che, purmantenendosi nei costi indu-striali, si caratterizza per l’altogrado di finitura e per l'estremacura dei particolari». L’azienda è inoltre da sempremolto sensibile al tema dellatutela dell’ambiente, avendoanche avviato una serie diazioni concrete per promuovere

e valorizzare proprio il temadella sostenibilità ambientale.«Creo che un’impresa - spiegaTagliaferri - debba essere attentaall’impatto che la sua attivitàha sul territorio in cui opera.Recentemente, a questo propo-sito, abbiamo rinnovato la no-stra sede, realizzando un edifi-cio votato al risparmioenergetico. La costruzione è im-postata con moderne soluzionidi riscaldamento/raffresca-mento, mentre per l’illumina-zione degli uffici e dei luoghi dilavoro si utilizzano impianti abasso consumo. A questo biso-gna aggiungere i pannelli foto-voltaici presenti sul tetto, checon una potenza installata dicirca 100 kW, rendono nelcomplesso l’azienda completa-

mente autonoma dal punto divista energetico». Per il futuro,conclude Tagliaferri, non man-cano nuove idee e progetti dasviluppare, a testimonianza diuna vivacità produttiva che ne-anche la crisi economica in attoè riuscita a scalfire. «Abbiamoin cantiere numerosi progetti,alla base dei quali c’è semprel’idea che lo sviluppo del terri-torio debba essere inevitabil-mente legato a un concetto disostenibilità. Puntiamo infatti acreare una coscienza impostataal risparmio energetico e al-l’energia pulita, sia per i nostrilavoratori che per i partnercon i quali collaboriamo. Pro-prio per raggiungere questi ri-sultati ci stiamo impegnandoper il conseguimento della“Certificazione dell'energiaprodotta proveniente da fontirinnovabili”».

EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 225

~

Progettiamo e costruiamoambienti su misura, affiancando ilcommittente e il progettista nellescelte, e instaurando un rapportodi proficua collaborazione

Page 178: Dossier Emilia Romagna 01 2012

Dare forma all’ec-cellenza attraversola ricerca del per-fetto equilibrio tra

funzionalità progettuale e ispi-razione artistica, per creare og-getti capaci di suscitare emo-zioni attraverso una materiaunica e preziosa come il cri-stallo lavorato con perizia daimaestri soffiatori la cui tradi-zione si tramanda da intere ge-nerazioni. È questo, in sostanza,il cuore di un’arte antica e pre-ziosa come quella della lavora-zione e della produzione del cri-stallo, la cui unicità è rimastaintatta di epoca in epoca pur as-similando le innovazioni tec-nologiche ed estetiche più mo-derne. La storia di RogaskaCristallo, società italiana che daoltre vent’anni distribuisce og-getti in cristallo prodotti nellamanifattura dell'omonima cit-tadina slovena, è la storia di

un’arte le cui origini si perdononei secoli. Ancora oggi lavoranonello storico stabilimento no-vecento persone e la conoscenzadelle tecniche di lavorazione delcristallo si è tramandata neltempo fra i vari maestri vetraiche si sono succeduti. La preci-sione e la qualità con cui sonorealizzati i prodotti Rogaskahanno consacrato il marchiocome uno dei brand di riferi-mento del settore conosciutoin tutto il mondo, che vantanella sua storia alcune lavora-zioni realizzate per personaggi

come la Regina d’Inghilterra eGiovanni Paolo II. AlessandroMugnaioni, presidente della so-cietà Rogaska Cristallo diParma, ci svela i segreti di que-sto lungo successo.

Che tipo di evoluzione haconosciuto, nel corso deglianni, il marchio Rogaska nelsettore dei cristalli? «L’attività della società RogaskaCristallo è iniziata quindicianni fa, ma è soltanto dal 2007che è iniziata la vera svolta diquesta realtà, quella che ha tra-sformato l’interpretazione che ilmondo esterno dava al nomeRogaska. Sino a quel mo-mento, infatti, era consideratoun mero produttore di cristalloed era poco conosciuto al li-vello del consumatore finale.Oggi invece Rogaska si sta af-fermando come brand nel set-tore degli articoli in cristallo perla tavola e l’arredo grazie adun’incisiva spinta commercialeche ha riguardato principal-mente l’assortimento delle col-

MASTRI VETRAI

La lavorazione del cristallo rappresenta un’arte

dalla tradizione centenaria che ancora oggi rivive

attraverso la sapienza artigiana dei mastri vetrai.

Conosciamo da vicino un marchio storico

del settore, “Rogaska”, attraverso le parole

di Alessandro Mugnaioni, presidente

della società Rogaska Cristallo

Erika Facciolla

L’arte della lavorazione del cristallo

Alessandro Mugnaioni

di Rogaska Cristallo.

Nelle altre immagini,

alcuni oggetti

in esposizione e vendita

a Parma

www.rogaska.it

226 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

Page 179: Dossier Emilia Romagna 01 2012

Alessandro Mugnaioni

lezioni e le modalità della di-stribuzione».

Quali sono i vantaggi dirappresentare e commercia-lizzare un solo brand? «Concentrarsi su un solo brandoffre la possibilità di diventareuna realtà da tutti identificatain modo molto preciso. Com-mercializzare più brand offre si-curamente altri vantaggi, ma daun certo punto di vista rischiadi “spersonalizzarti”».

Quali sono i principali in-terlocutori commerciali at-traverso i quali proponete almercato le vostre innovativecollezioni? «Fino al 2007 i principali in-terlocutori commerciali di Ro-gaska erano i punti vendita spe-cializzati soprattutto nella listanozze, non necessariamente se-lezionati. Oggi i prodotti di Ro-gaska, la cui distribuzione coprein modo capillare tutto il terri-torio italiano grazie a diciottoagenzie di vendita, sono pre-senti nei più importanti negozidi lista nozze, di regalistica e diarredo, nonché nelle gioielleriee nei negozi specializzati dibomboniere per tutti glieventi».

A cosa si ispirano i designer

in fase di progettazione? «Per quanto riguarda la fase diprogettazione è fondamentalela perfetta conoscenza del mer-cato e dei gusti del consuma-tore, anche perché, ragionandosolo sul territorio italiano, i gu-sti del nord sono quasi semprediversi da quelli del centro e daquelli del sud. L’ispirazione va-ria da designer a designer e nonè qualcosa di schematizzabile».

Quali sono gli oggettid’arte Rogaska che al mo-mento rappresentano laprincipale innovazione an-che in termini di successocommerciale? «Negli ultimi anni è cresciutal’attenzione del pubblico versogli oggetti in cristallo destinatiall’arredo della casa e caratte-rizzati da forme molto mo-derne, mentre è un po’ dimi-nuita l’attenzione verso il calicedi cristallo, dove è stato ancorpiù importante ideare colle-zioni molto innovative. All’in-terno delle sue collezioni, Ro-

gaska ha molti oggetti che sidistinguono dai classici oggettiin cristallo che il pubblico eraabituato a conoscere».

Alla luce di questa espe-rienza, quali sono a suo pa-rere gli elementi strategici in-dispensabili al successo diun’azienda come la vostra? «Il primo riguarda la gestionedella società. Oggi avere il pro-dotto giusto è solo il punto dipartenza, ma gestire in modocapillare anche le aree degli ac-quisti, della distribuzione edell’amministrazione è fonda-mentale. Il secondo punto ri-guarda specificatamente la di-stribuzione. La distribuzionetradizionale che aveva rettofino a non molto tempo faoggi non è più sufficiente;oggi “distribuzione” significamulticanalità, comunicazione“tailor made” e web. Per averesuccesso occorre abbracciaretutti i nuovi concetti di di-stribuzione dei prodotti sulmercato».

EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 227

❝~

Rogaska si sta affermando come brandnel settore degli articoli in cristalloper la tavola e l’arredo grazie ad un’incisivaspinta commerciale

Page 180: Dossier Emilia Romagna 01 2012

230 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

ferenziati per aree. Nella diffi-coltà del momento l’Emilia Ro-magna è riuscita a consolidareimmagine e posizionamento suimercati turistici, soprattutto suquelli stranieri per i quali le pre-senze del 2011 sono stimate inforte crescita. Preoccupano, in-vece, le prospettive per il 2012,indicato da molti osservatoricome l’anno della stagnazione.«Considerato che oltre il 75%della domanda turistica è costi-tuita da italiani – fa presenteGianfranco Lorenzo, direttorestudi e ricerche Centro studi tu-ristici di Firenze – il sistema tu-ristico regionale dovrà intensifi-care gli sforzi sui i mercatiesteri».

Com’è vista l’Emilia Roma-gna dagli operatori turisticiinternazionali?«Le indagini più recenti suitrend del turismo segnalano unacrescita dei cosiddetti “turisti fai

Dall’analisi deiprincipali indicituristici si scopreche il turismo del-

l’Emilia Romagna tiene megliodi altre regioni e i risultati sti-mati sono positivi. Il 2011 do-vrebbe segnare una crescitadelle presenze ben oltre l’1%,anche se i fatturati delle im-prese rimarranno stabili o inlieve flessione. Città d’arte ebalneare sono stati i prodottitrainanti, ma con risultati dif-

«L’Emilia Romagna è vista come un territorio da esplorare». Gianfranco Lorenzo, direttore studi

e ricerche del Centro studi turistici di Firenze, spiega perché il web è una grande opportunitàRenata Gualtieri

L’immagine della regione online

da te”, rispetto a quelli dei viaggiorganizzati. Nonostante tutto ilruolo degli organizzatori e degliintermediari continua ad avereuna grande importanza nellescelte del turista. Ma a prescin-dere dal dato statistico, sui mer-cati turistici internazionalil’Emilia Romagna rappresentauna destinazione di assoluto in-teresse. In termini d’attrattiva, ilprincipale prodotto regionale èrappresentato sempre dalla costaadriatica, ma non vanno tra-scurate le potenzialità del pro-dotto “città d’arte”».

Quale immagine turisticaviene veicolata sui diversi mer-cati attraverso il web?«Risulta molto apprezzato tuttoil sistema regionale dei servizi,sia quelli turistici sia gli altri ser-vizi del territorio. Però l’EmiliaRomagna non ha un brand de-finito, ma l’immagine più dif-fusa è quella di un territorio da

Gianfranco Lorenzo,

direttore studi e

ricerche del Centro

studi turistici di Firenze

Page 181: Dossier Emilia Romagna 01 2012

Gianfranco Lorenzo

EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 231

esplorare, capace disuscitare aspettative,stimoli e curiosità:una destinazione so-stenuta dalla culturae dalle persone che civivono, che sa valo-rizzare tutti i suoi at-tributi e sviluppareuna rete di relazionisettoriali. Spesso laregione è rappresen-tata mediante il suopatrimonio storico-artistico, contrappo-

sto però al dinamismo dell’of-ferta d’intrattenimento, dieventi, di architettura modernae d’infrastrutture, probabil-mente percepite come sviluppoeconomico e sociale del territo-rio. Ciò che invece non trasparein maniera univoca è l’associa-

zione spontanea dell’offerta bal-neare all’Emilia Romagna, cheresta legata prepotentementealle singole località della Ri-viera».

Si può ipotizzare un au-mento dell’incoming turi-stico, utilizzando la forza dellarete e del web?«Tutti concordano sul fatto cheil web contribuirà ad aumen-tare la conoscenza e le possibilitàdi acquisto dei servizi offerti inun territorio: la rete è ormai ilcanale di comunicazione più ac-creditato. Però, oltre che allar-gare la collaborazione tra ope-ratori pubblici e privati, èpreferibile puntare alla promo-commercializzazione di precisearee tematiche per differenziarsidalla comunicazione “generali-sta” dei grandi siti già presentiin rete, magari ampliando i ser-vizi vendibili per presentare almercato una serie di proposteflessibili. Quando si fanno si-mili scelte, tutto il sistema diofferta deve avere prima un’ideaprecisa di tutto ciò che può es-sere motivo di attrazione per ilvisitatore, poi deve predisporreaccuratamente i prodotti/ser-vizi e dopo pensare a come vei-colarli sul web».

Conoscere la qualità perce-pita dal turista spinge le am-ministrazioni regionali ad ap-portare dei correttiviimmediati o a valorizzarnedeterminati aspetti? «Ascoltare i bisogni del clienteè un obbligo e il web è un’op-portunità irrinunciabile per au-mentare il livello competitivodell’attività manageriale. Ciò

vale anche per l’ente pubblicoche, indipendentemente dalleazioni che svilupperà, deveavere una strategia di coordi-namento delle informazionionline. Oggi per gli utenti diInternet è naturale utilizzare larete per discutere, confrontarsi,decidere e pianificare i viaggi,confinando i canali tradizionalia un ruolo sempre più margi-nale. Il Travel 2.0 ha sviluppatouna nuova dimensione delmercato: l’utente non dipendepiù solo dai suggerimenti del-l’operatore, ma è consigliato damigliaia di “amici” che indi-cano dove andare e cosa evi-tare».

La sussidiarietà applicata alturismo emiliano-romagnoloè un sistema virtuoso daesportare?«Già da anni molte realtà re-gionali guardano con interessealle esperienze dell’Emilia Ro-magna e spesso hanno adottatosoluzioni analoghe. Penso peresempio alle Unioni di pro-dotto che suscitarono tanta cu-riosità, ma soprattutto un dif-fuso apprezzamento per ilnuovo modo di concepire unsistema di offerta territoriale.Rimane comunque la convin-zione che non sempre i modellisono replicabili in realtà e con-testi diversi. Le scelte spessovengono realizzate in base altessuto imprenditoriale di unterritorio, alla tipologia preva-lente di offerta turistica e algrado di diffusione di una cul-tura turistica, sia a livello disoggetti pubblici sia a livello diprivati».

In termini d’attrattiva, il principale prodotto regionale

è la costa adriatica, ma non vanno trascurate le

potenzialità delle città d’arte

Page 182: Dossier Emilia Romagna 01 2012

TURISMO

232 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

L’offerta turistica in un click

Sono oltre 20.000 gliiscritti ai social net-work dedicati al tu-rismo dell’Emilia

Romagna. L’attività webdella Regione è in costantecrescita e vanta 5 milioni divisitatori, con un tasso di in-cremento del 13% nei primidieci mesi del 2011. «È unrisultato – dichiara l’asses-sore Maurizio Melucci – checi riempie di soddisfazione epremia quello che stiamo fa-cendo per presentare, attra-verso Internet, l’offerta turi-stica regionale. Un’azione insintonia con la crescente ten-denza del consumatore fi-nale, in Italia e all’estero, autilizzare i social network perla scelta del viaggio».

Cosa ha condotto a que-sti risultati, come giudicaquesti dati e quali i mar-gini di crescita nei prossimimesi?«Nell’aprile del 2008 conl’introduzione di un repartoweb interno ad Apt Servizi siè deciso di incominciare apuntare con decisione suquesto settore che negli ul-timi anni sta assumendosempre più importanza e ri-levanza, non solo nel mondo,ma anche in campo turistico.L’offerta turistica diversifi-cata proposta tramite i no-stri portali dedicati aglieventi e ai singoli prodottiregionali e la presenza quoti-

diana sui principali socialnetwork come Facebook eTwitter e i canali tematici dicondivisione di foto e videocome Flickr e YouTube hapermesso di raggiungere que-sti risultati. I dati finora con-fermano che la scelta di in-vestire in questo settore èstata azzeccata e gli ottimi ri-sultati ottenuti ci spingono acercare di innovare e svilup-pare il prodotto Emilia Ro-magna sempre di più nel

«La community è il cuore pulsante del nostro network ed è composta

da turisti e amanti dell’Emilia Romagna provenienti da diverse parti

del mondo». L’assessore regionale, Maurizio Melucci, descrive

l’esperienza sul pianeta Internet

Renata Gualtieri

Maurizio Melucci,

assessore al Turismo

e al commercio

della Regione Emilia

Romagna

Page 183: Dossier Emilia Romagna 01 2012

Maurizio Melucci

EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 233

mondo del web».Come partecipano i visi-

tatori alle community?«Inviando, oltre a commentie domande, anche foto, vi-deo, proposte, segnalazioni eracconti della propria espe-rienza in regione, interagendoogni giorno con lo staff di Tu-rismo Emilia Romagna, che sioccupa della gestione dei di-versi canali dei social networkregionali e di un blog,www.travelemiliaromagna.it,che viene aggiornato con ca-denza quotidiana. La commu-nity è quindi il cuore pulsantedel nostro network ed è com-posta da turisti e amanti del-l’Emilia Romagna provenientida diverse parti del mondo,grazie alla presenza costante suicanali social non solo in linguaitaliana, ma anche in linguainglese e tedesca».

A quali mercati si rivolgeil network del turismo?«Il portale www.emiliaroma-gnaturismo.it offre unaprima visione d’insieme deitesori che l’Emilia Romagnaha da offrire. Inoltre, i por-tali dedicati agli eventi e aisingoli prodotti come le cittàd’arte, la costa, l’Appennino,le terme e la Motor valleypresentano al meglio l’offertaturistica su Internet, nonsolo per il mercato italiano,ma anche per i mercatiesteri, grazie ai singoli sitispecializzati per il mercatotedesco, francese, cinese,brasiliano, inglese, russo epolacco».

In cosa è davvero innova-tiva la recente “App mobiledelle città d’arte”?«In due parole: sinergia isti-tuzionale. L’aspetto social diquesta applicazione è statofondamentale per la sua rea-lizzazione fin dall’inizio.L’iniziativa ha coinvolto isti-tuzioni e imprese private inuna cooperazione congiunta;secondo il criterio di rete si èdato vita a un unico dialogoterritoriale grazie al quale èstato possibile creare unostrumento che garantisce unaggiornamento continuodelle informazioni. Mal’aspetto ancor più rivolu-zionario è che la comunica-zione istituzionale ha avuto,e tuttora continua ad avere,una modalità fresca e dina-mica».

La presenza della regionesu Internet avrà nuovi svi-luppi nel 2012?«Certamente, il portale turi-stico ad esempio sarà pub-blicato in lingua russa, spa-gnola e polacca e a brevesaranno presentati nuoviprogetti che coinvolgerannosia i turisti che le impresestesse».

La scelta della vacanzadunque inizia online?«In questi ultimi anni Inter-net ha chiaramente modifi-cato il modo in cui viene in-fluenzato il viaggiatore nellascelta prima e nell’organiz-zazione poi della vacanza.L’Emilia Romagna ha decisodi rispondere presente».

I portali dedicati agli eventie alle città d’arte, la costa,l’Appennino, le terme e laMotor valley presentano al meglio l’offerta turisticasu Internet

Page 184: Dossier Emilia Romagna 01 2012

Il turismo regionale online entra nella top ten italiana del settore travel e, in una fase di

continui cambiamenti, l’amministratore delegato Apt Servizi Emilia Romagna, Andrea Babbi,

conferma che Internet rimane uno strumento determinante per il nostro turismo

Renata Gualtieri

Un’offerta unica che parte dalla rete

Da tempo Apt Ser-vizi presenta inrete il megliodell’offerta turi-

stica dell’Emilia Romagna,offrendo uno spaccato il piùpossibile multimediale e vi-vido del territorio, in conti-nuità con quei tratti di caloree simpatia che da sempre ca-ratterizzano l’ospitalità dellagente emiliano romagnola.«La tecnologia non ci ha fattoperdere la voglia d’incontro edi scambio – precisa l’ammi-nistratore delegato Apt Ser-vizi Emilia Romagna AndreaBabbi – elementi che caratte-rizzano tutt’ora il nostro si-stema di accoglienza». Oggisono attivi 18 siti Internet initaliano e 7 dedicati ai mer-

cati esteri (in tedesco, fran-cese, cinese, portoghese, in-glese, russo, polacco). È at-tivo, inoltre, sia in italianoche in inglese, il blog Turi-smo Emilia Romagna (con lesezioni dedicate alla Riviera,arte e cultura, natura, sport ebenessere, Motor valley, Winefood festival) come canale co-municativo con tutti gli amicidella nostra regione. Sono ol-tre 5 milioni i visitatori annuisui nostri network turisticiche testimoniano l’esperienzae l’impegno da parte di Aptsul web per sottolineare l’im-portanza dell’utilizzo di in-ternet per il settore.

La vacanza nelle cittàd’arte dell’Emilia Romagnasi programma sul proprio

smartphone grazie a un’in-novativa App. Come hannoreagito le nuove e le vecchiegenerazioni al primo esem-pio in Italia che mette inrete le 9 città d’arte della re-gione? «La reazione a questo nuovoservizio è positiva: da quandoil servizio è partito, il 4 di-cembre scorso, abbiamo regi-strato oltre 2.000 download e15.000 visite sulla webappwww.art-city.mobi. Perquanto riguarda la distin-zione generazionale, pos-siamo dire che l’utilizzo delservizio è trasversale, tantopiù che sono diversi i modiper arrivare a scaricare l’ap-plicazione. È chiaro che per lenuove generazioni, grazie alla

Sopra, la Basilica

di San Vitale a Ravenna

(archivio fotografico

Apt Servizi Emilia

Romagna).

Sotto, Andrea Babbi,

amministratore

delegato Apt Servizi

Emilia Romagna

234 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

Page 185: Dossier Emilia Romagna 01 2012

Andrea Babbi

EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 235

maggiore diffusione deglismartphone, l’accesso è piùrapido».

Quali sono le opportunitàper i visitatori?«L’applicazione, che si scaricagratis sul proprio smartphoneo digitando www.art-city.mobi, è in pratica unaguida di viaggio virtuale spe-cializzata in arte e cultura. Se-gnala oltre quattromila puntid’interesse vicino al turista:basta regolare a che raggio didistanza si vuole effettuare laricerca o indicare semplice-mente la provincia prescelta.In tutti i casi c’è anche il fil-tro “Consigliati dalla reda-zione”, con le indicazionisuggerite da una rete di reda-zioni presenti sul territorio.L’applicazione consente di se-gnalare ben 314 eccellenze ar-tistiche, 4.301 strutture ri-cettive, 16 videopromozionali, 34 pacchettivacanza, 28 grandi eventi. Ilsistema offre agli utenti in-formazioni curate nei minimidettagli, con aggiornamentiogni quattro ore per tutti glieventi indicati e i pacchettivacanza offerti. È un altro se-

gnale dell’evoluzione tecno-logica del pianeta turismo inEmilia Romagna».

Cosa racchiude il con-cetto di web marketing incampo turistico?«In una fase di rapidi e conti-nui cambiamenti in cui avan-zano nuove forme di fare e divivere il turismo, a fronte dipresenze sempre più ricondu-cibili al concetto di short-break, il web marketing con-sente di sviluppare una nuovacultura di settore in cui l’in-novazione è fondamentale. Ea sua volta l’innovazione nonpuò prescindere dalla tecno-logia e dall’uso di tutti i nuovisistemi di comunicazione epromo-commercializzazione.Da questo punto di vista In-ternet si propone come stru-mento determinante per ilnostro turismo. Eventi come

la Notte rosa, il Wine food fe-stival e i Riviera beach games,diventati nel tempo veri epropri prodotti turistici, ciconfermano che il turista èattratto da occasioni unichedi vacanza».

Come si presenta il turi-smo emiliano-romagnolosui social network?«La nostra presenza nella ga-lassia dei social network è ri-levante, oltre 20.000 iscritti ciseguono ogni giorno sui no-stri canali social: Facebook,Twitter, Flickr, Youtube,Foursquare e Wikipedia, initaliano, inglese e tedesco.Un’attività intensa, questa,che ha permesso al nostro tu-rismo online di entrare nellatop ten italiana del settoreTravel, come emerge da unaricerca sulle fanpage condottada Blogmeter».

Qui sopra, da sinistra,

una pagina della guida

digitale “Città d’arte

dell’Emilia Romagna”

(archivio fotografico Apt

Servizi Emilia Romagna)

e, a destra, un momento

della Notte rosa

��

Eventi come la Notte rosa confermanoche il turista è attratto da occasioniuniche di vacanza

Page 186: Dossier Emilia Romagna 01 2012

TURISMO

Il viaggio come forma diarricchimento culturale,come via di fuga dall’op-pressione della routine

quotidiana, come occasione disocializzazione. Da sempre vi-sitare e conoscere luoghinuovi, lontani ed esotici èun’aspirazione e un’attivitàdiffusa e apprezzata; per que-sto motivo si è creato un mer-cato sempre più specialistico,contraddistinto da un cre-scente livello di professiona-lità e da una varietà di offertavia via maggiore. L’organizzazione di un viag-

gio richiede infatti grandecompetenza ed esperienza e ladelega a professionisti del tu-rismo di questa complessa faseorganizzativa concede al-l’utente ulteriore distensionee relax. Questo – in sintesi – ilprincipio che deve animareogni operatore turistico mo-dellandone la professionalità,come conferma – dall’altodella sua esperienza – MarcoRicchetti, presidente della ri-nomata Robintur, importantegruppo della distribuzione tu-ristica italiana attivo sin dal1989. «La soddisfazione delcliente rimane l’obiettivo fi-nale della nostra strategiacommerciale; per questo mo-tivo ritengo fondamentale of-frire all’utenza la massima pro-fessionalità nella consulenzaorganizzativa di un viaggio e lapiena capacità di gestire la for-mula concordata». Destinazioni globali ma strut-ture saldamente legate al ter-ritorio, è questa la filosofia diRobintur che non viene tra-dita neanche in Romagna:«Abbiamo diverse agenzie

sparse in regione, in partico-lare tre a Ravenna: Orinoco,Esarcotours ed Esarcotours Fi-liale». La concentrazione di trerealtà nello stesso Comune –due sono addirittura nellastessa via, non è casuale ed èfunzionale a una strategia chemira a fornire un serviziocompleto e diversificato.«Orinoco è attiva da venticin-que anni; grazie alle 63 ore diapertura settimanali è sempredisponibile per risolvere qual-siasi emergenza logistica. Lasua specialità è offrire un ser-vizio personalizzato su misureper le aziende, con un repartospecifico a loro dedicato».Sempre nel capoluogo roma-gnolo, addirittura a poche de-cine di metri l’una dall’altra, sitrovano Esarcotours ed Esar-cotours Filiale. Ricchettispiega la strategia che sta die-tro a questa scelta: «Esarco-tours può essere consideratacome la “sartoria” del turismo.L’ambiente dell’agenzia èmolto accogliente e conforte-vole e l’abilità del personale,altamente specializzato, consi-

Marco Ricchetti, presidente

della Robintur. Nella pagina

seguente, l’agenzia Orinoco

di Ravenna

www.robintur.it www.robintur.it/orinoco

www.robintur.it/esarcotours

Viaggi in tutto il mondo che partono da una struttura organizzativa radicata in maniera capillare

sul territorio, capace di offrire competenze specifiche e diversificate per soddisfare

ogni esigenza. La descrive Marco Ricchetti

Lodovico Bevilacqua

Sempre più specializzatie presenti sul territorio

236 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

Page 187: Dossier Emilia Romagna 01 2012

Marco Ricchetti

ste nel “cucire” il programma,anche attraverso incontri ri-servati, a seconda delle esi-genze di viaggio del cliente, susua misura e secondo un ele-vato grado di personalizza-zione». Tutt’altra la specialità acui è dedicata Esarcotours Fi-liale, a pochi civici di distanzadalla agenzia sorella: «Questoufficio si occupa esclusiva-mente dell’organizzazione diviaggi di gruppo con accom-pagnatore, rivolgendosi aqualsiasi tipo di ente: Cral, as-sociazioni private o incentiveper aziende. Il viaggio digruppo rappresenta infatti una

modalità tutta particolare divivere questa esperienza,unendo al piacere di scoprireposti nuovi la possibilità distringere amicizie e la garanziadi un’organizzazione sicura.Per fronteggiare ogni tipo diemergenza, Esarcotours Filialeoffre una reperibilità di 24 oresu 24». Come conferma la comple-tezza del servizio offerta nellazona di Ravenna, un aspettodi importanza primaria è rap-presentato dall’organizzazionedel gruppo: «La Robintur na-sce a Bologna, ma la sua dif-fusione sul territorio – prima

regionale e poi nazionale – èstata continua e capillare. Pos-siamo contare su una rete am-pia e solida, che si avvale delleproprie potenzialità e del sup-porto di numerose partnershipcommerciali con altre agenziee tour operator». La capilla-rità della diffusione territorialee la varietà delle collaborazioniistituite consentono alla Ro-bintur di operare in tutti gliambiti dell’organizzazione tu-ristica. «La nostra versatilitàorganizzativa è frutto di unaprecisa strategia commerciale;per aumentare l’efficienza intale ambito abbiamo anchesperimentato una diversifica-zione logistica basata sull’as-segnazione di differenti com-petenze a diverse agenzie e ilcaso delle tre sedi di Ravennaè un ottimo esempio a questoproposito». Una professiona-lità pluriennale che si rinnovadunque per continuare a es-sere in grado di offrire la solu-zione migliore.

~

Una fase di congiunturacome questa, offretempo e mododi implementarele risorse umanee operative

EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 237

Page 188: Dossier Emilia Romagna 01 2012
Page 189: Dossier Emilia Romagna 01 2012
Page 190: Dossier Emilia Romagna 01 2012

MICROCRIMINALITÀ

240 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

«Una particolare importanza ri-veste la collaborazione deicittadini per la capacità diintercettare e segnalare alle

forze di polizia ogni anomalia di per sé signifi-cativa, in una dialettica costruttiva che, peral-tro, contribuisce anche a rafforzare la fiducianelle istituzioni. La sicurezza richiede, infatti,nel rispetto delle diverse competenze, unosforzo comune». Così ha risposto il ministroCancellieri alla lettera che il sindaco di Forlì leha inviato, sottoponendo alla sua attenzione lecriticità del comune romagnolo in materia dicriminalità. Recepiti i suggerimenti provenientidal ministero e confrontatili con i dati già insuo possesso, Roberto Balzani ha elaborato, in-sieme agli enti del territorio, Prefettura e Re-gione su tutti, una serie di interventi mirati alripristino della cultura della legalità.

Recentemente sono avvenuti diversi epi-sodi di microcriminalità in città, alcuni deiquali hanno visto coinvolti anche giovanis-simi. A cosa è dovuta questa escalation e inche modo, anche attraverso un’azione pre-ventiva, l’amministrazione comunale puòcontribuire ad arginare il fenomeno?

«Che il rapporto fra cittadini vada mutando,anche nelle piccole realtà di provincia, è evi-dente. Basta considerare l’ondata di furti inappartamento che ha interessato tutta l’areaurbana regionale, soprattutto le zone di perife-ria meno sorvegliate, nel corso del 2011. Cisono poi i casi diffusi di microcriminalità, perfortuna a Forlì ancora contenuti, che tuttaviarappresentano quadri di disgregazione del tes-suto sociale in corso. Credo che i sistemi re-pressivi, data la vastità dei fenomeni, finiscanosempre per rincorrere la cronaca: se si tieneconto che le unità disponibili sul territorio,mettendo insieme tutti i corpi, ammontanoda noi a poche decine di elementi presenti incontemporanea, è facile immaginare che vi sa-ranno sempre “buchi” e che i reportage conti-nueranno ad appuntarsi su ciò che non ha fun-zionato. Il Comune, che non ha compitiprioritari di pubblica sicurezza e che comun-

La recente escalation di eventi criminosi ha

indotto il sindaco Roberto Balzani a rivolgersi

direttamente al ministro Anna Maria Cancellieri.

Il primo cittadino forlivese illustra i progetti previsti

per contrastare la delinquenza

Francesco Bevilacqua

La ricettadi Forlì control’illegalità

Roberto Balzani,

sindaco di Forlì

Page 191: Dossier Emilia Romagna 01 2012

EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 241

que, anche dopo le ultime innovazioni legisla-tive, è sempre subordinato a Prefettura e Que-stura, ha tuttavia una grande chance: utilizzareil proprio personale, dalle scuole al welfare,oltre ovviamente alla polizia municipale, perpromuovere e difendere lo spirito di legalità,inducendo i cittadini a comportamenti vir-tuosi. Non è facile, ma si può fare».

Quali misure verranno attuate a seguitodell’inclusione di Forlì nel programma“Mille occhi per la città” annunciata dal mi-nistro Cancellieri? Ritiene che questo pro-getto possa contribuire a risolvere o quan-tomeno mitigare i fenomeni di piccolacriminalità?«Firmeremo a breve un atto in Prefettura e ciimpegneremo, insieme alle forze di pubblica si-curezza e alle agenzie dei vigilantes, a creare unarete informativa, in modo che il monitoraggiodi porzioni rilevanti della città, fino a ora de-legato al controllo delle telecamere o alla nor-male attività dei corpi di polizia, possa accre-scersi considerevolmente. Una volta filtratedalle centrali operative, le informazioni do-vranno poi trovare congruo riscontro: perquelle riguardanti il degrado e altri fenomeniminori la risposta giungerà da parte del Co-mune, mentre per quelle relative ai reati piùgravi, arriverà da parte di Polizia, Carabinieri eGuardia di Finanza. Il programma “Mille oc-chi” è teso a rendere più intensa ed efficace unacollaborazione che, a livello territoriale, esistegià, inserendo nel network quei soggetti privati

che già operano con interfacce pubbliche nelcampo della sicurezza».

In che modo verranno impiegati i fondi re-centemente erogati dalla Regione nell’am-bito del programma di finanziamento diprogetti di supporto e promozione della le-galità? «Il programma regionale che interessa pure ilComune di Forlì ormai da anni, prevede da unlato l’ampliamento numerico del corpo e ilsuo costante aggiornamento tecnologico, pro-prio per far fronte a una delle domande piùpressanti della cittadinanza, quella di sicurezza.D’altro canto, il comando del nostro corpo dipolizia municipale è in costante contatto conla Regione e con i comandi degli altri capo-luoghi per confrontare politiche e modalità diazione. I vigili sulla strada sono stati incre-mentati, tanto per il controllo degli autoveicoli,quanto per l’intervento nei quartieri. La colla-borazione con le altre forze di pubblica sicu-rezza è assai buona».

Il Comune ha una grande chance:utilizzare il proprio personale perpromuovere lo spirito di legalità,inducendo i cittadini acomportamenti virtuosi

Page 192: Dossier Emilia Romagna 01 2012

MICROCRIMINALITÀ

242 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

Sempre in prima fila nell’opera di tu-tela dell’ordine pubblico e della lega-lità, la Prefettura di Bologna, insiemeagli altri enti preposti al controllo del

territorio, non ha sottovalutato il recente peg-gioramento del quadro cittadino in termini dipubblica sicurezza, che pure, come sottolineail prefetto Angelo Tranfaglia, va analizzataattentamente e affrontata con consapevolezza,anche attraverso collaborazioni con gli altriattori politici e sociali.

Secondo il rapporto “Qualità della vita2011”, nell’ultimo anno a Bologna sonoaumentati soprattutto i reati che contri-buiscono a generare nei cittadini la perce-

zione di insicurezza: scippi, rapine e bor-seggi, furti in casa, truffe e frodi informa-tiche. Che rispondenza c’è, a suo giudizio,fra tale percezione e l’effettiva situazionedell’ordine pubblico e in che maniera sideve porre l’operatore a questo proposito?«Se si guarda al complesso dell’andamento deireati, in effetti si rileva che l’incremento èmodesto, inferiore al 3%, dopo anni di co-stante e consistente calo. Tuttavia l’aumentodei reati predatori, che destano maggiore al-larme sociale e incidono sulla sicurezza per-cepita molto più di altri crimini gravi macon minore “visibilità”, è inconfutabile. Ed èun dato che registriamo con grande preoccu-pazione, che impone massima attenzione,nessuna sottovalutazione e impegno semprepiù grande per individuare e mettere incampo sempre maggiori misure di contrasto.E questo, pur dando doverosamente atto del-l’assoluta efficacia dell’azione di contrastosvolta dalle forze dell’ordine, che proprio neisettori in cui più rilevante è stato l’incre-mento dei reati è stata di particolare efficacia,come dimostrato tra l’altro dall’aumentoconsiderevole degli arresti».

Quali sono secondo lei le cause chehanno innescato questo sensibile aumento,che in alcuni casi hanno fatto segnare per-centuali considerevoli (+44% per i bor-seggi, +34% per gli scippi, + 32% per ifurti in appartamento)?«Le cause sono molteplici: non è ovviamente

Nel capoluogo emiliano i valori di alcuni indicatori, riguardanti in particolar

modo i reati predatori, hanno destato preoccupazione nell’opinione

pubblica e sono oggetto di particolare attenzione da parte delle istituzioni.

Il prefetto Angelo Tranfaglia fa il punto della situazione

Francesco Bevilacqua

Bologna, il punto sulla sicurezza

Angelo Tranfaglia,

prefetto di Bologna

Page 193: Dossier Emilia Romagna 01 2012

Angelo Tranfaglia

EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 243

ininfluente la situazione economica di per-durante crisi, le crescenti difficoltà che in-contrano fasce sempre più ampie delle po-polazione, il timore per la perdita del lavoroe un generale diffuso pessimismo sulle pro-spettive future, elementi tutti che generanoinevitabilmente inquietudine, tensioni so-ciali e innescano un aumento dei criminipredatori. Così come non è ininfluente ilmassiccio afflusso proveniente dal NordAfrica a seguito delle note vicende della “pri-mavera araba”. La tendenza riguarda pur-troppo tutto il Paese, ma colpisce in modoparticolare le realtà dove il reddito medio el’entità dei patrimoni è superiore alla media:di conseguenza Bologna, per le sue caratteri-stiche - città universitaria, centro a forte pre-senza di immigrati e ad alto livello di benes-sere generale - è più esposta di altre realtàurbane».

Un corrispondente aumento dei dati re-lativi all’azione repressiva evidenzia chel’azione delle forze dell’ordine sinora hasaputo rispondere ottimamente al boomdi reati. In prospettiva, ritiene che l’orga-nico a disposizione sia sufficiente o pensache ci sia bisogno di ottimizzare l’organiz-zazione?«La capacità di contrasto dei fenomeni de-linquenziali, da svolgere con azioni sia pre-ventive che repressive, è evidente che mi-gliori sempre sia con incremento delle risorseche con l’ottimizzazione nell’uso e nell’orga-

nizzazione delle stesse. Ogni sforzo e impe-gno per proseguire sulla strada da tempo in-trapresa di sempre maggiori coordinamentoe ottimizzazione delle risorse disponibili èquindi doveroso e va portato avanti con as-soluta determinazione. Per quanto concernel’incremento di risorse, ovviamente sempreauspicabile, esso non può tuttavia prescindereda valutazioni di ordine generale che ten-gono conto da un lato della delicata situa-zione delle finanze pubbliche, dall’altra diun’indispensabile comparazione delle esi-genze a livello nazionale».

Su quali aspetti si dovrebbe basare la col-laborazione con le altre forze sociali - cit-tadini, operatori economici, sindacati, rap-presentanti politici - nell’affrontare iproblemi relativi alla sicurezza urbana ealla microcriminalità?«Quella della sicurezza urbana è problematicacomplessa che comprende anche fenomeni easpetti non riconducibili allo stretto ambitodella criminalità, come il degrado architet-tonico e ambientale e forme di cosiddetti “il-leciti morbidi” che scaturiscono da compor-tamenti devianti e da inciviltà sociale. Suquesto versante è fondamentale l’implemen-tazione di sinergie tra forze dell’ordine edenti locali; l’imminente rinnovo del “Pattoper Bologna sicura” tra Prefettura e Comunesi muove in quest’ambito e con questo obiet-tivo, anche con il coinvolgimento di privatie associazioni».

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244 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

Stando ai dati specifici, in quella che IlSole 24 Ore ha definito “la città più vi-vibile d’Italia” degrado e sicurezza rap-presentano ancora una ferita da risa-

nare. Il sindaco di Bologna, Virginio Merola,pensa alla cura. Unitamente a una sempre piùintensa collaborazione con le forze dell’ordinee al potenziamento degli strumenti in mano al-l’amministrazione, come la Polizia municipale,il primo cittadino ritiene prioritario attuaremisure che favoriscano la riappropriazione, daparte della cittadinanza, delle aree urbane, inmodo da sostituire al degrado la socialità, lacultura della legalità e la cura per la propriacittà.

Qual è la sua agenda per il 2012 perquanto riguarda la lotta al degrado?«Con i pesanti tagli statali varati dalle ultimemanovre, il bilancio del Comune si prean-nuncia drammatico. Nonostante questo cer-cheremo di difendere il più possibile i serviziai cittadini e ritagliare risorse per la cura e lamanutenzione della città. Il decoro dello spa-zio in cui viviamo è fondamentale per far cre-scere nelle persone un senso di amore verso lacittà e, quindi, di rispetto verso il bene pub-

blico, primo elemento per la lotta contro il de-grado. Questo obiettivo inizierà a concretiz-zarsi con l’avvio del piano della pedonalità delcentro storico, in primavera. Tra gli appunta-menti più importanti c’è sicuramente il con-fronto con il ministero dell’Interno sul Pattoper la sicurezza, che dovrebbe concretizzarsi agiorni. La città ha bisogno di uomini e mezziper poter contrastare al meglio la criminalità,in primis quella organizzata, che sempre piùcerca di infiltrarsi anche sul nostro territorio.Altro tassello fondamentale della nostra poli-tica di sicurezza è la riorganizzazione della Po-lizia municipale, con l’istituzione di uno spe-ciale nucleo per il centro storico».

Ritiene che le pedonalizzazioni attuate epreviste in futuro rischino di esacerbare lesituazioni di degrado o di crearne di nuove? «Considero il piano della pedonalità uno stru-mento chiave per riconsegnare la città alle per-sone, sottraendola alle automobili e alle moto.I cittadini saranno così liberi di muoversi e so-cializzare in sicurezza negli spazi urbani, vi-vendo da protagonisti la città.Da sempre, inoltre, le frequentazioni positiveallontanano quelle negative e sono un antidoto

Riempire le strade di vita e di socialità

è un modo per combattere degrado

e insicurezza. Virginio Merola fa il

punto sulla situazione bolognese e

illustra le iniziative in programma

Francesco Bevilacqua

Vivere la cittàper renderlapiù sicura

Virginio Merola,

sindaco di Bologna

Page 195: Dossier Emilia Romagna 01 2012

Virginio Merola

EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 245

contro il degrado. Le pedonalizzazioni sonouno dei punti chiave della svolta ecologicache come amministrazione vogliamo per Bo-logna e con la grande partecipazione ai T-Days i cittadini ci hanno dimostrato di esserepronti per andare in questa direzione. Il pianodella pedonalità del centro storico che ab-biamo presentato a dicembre verrà discussocon tutta la città in questi mesi, per esserepronto a partire ad aprile. Prevediamo princi-palmente zone ad alta pedonalità, dove pos-sono accedere solo residenti, trasporto pub-blico e mezzi di servizio o di soccorso. Cisaranno anche pedonalizzazioni integrali, T-Days e zone a traffico limitato».

Secondo il rapporto del Sole 24 Ore, Bo-logna è la città più vivibile d’Italia, anche senella classifica dei valori legati all’ordinepubblico si piazza solo 92esima su 107.Come commenta questa discrepanza?«Il primo posto in classifica conferma che il

nostro sistema urbano ha tutte le condizioniper reggere al meglio la crisi ed è importate sa-pere che abbiamo tutte le possibilità per af-frontare questa difficile situazione. Certo, nonci accontentiamo e dobbiamo investire sullacittà per eliminare qualsiasi problema. Perquanto riguarda la sicurezza c’è un calo deireati, ma al tempo stesso persiste una diffusapercezione d’insicurezza, dovuta ai temi noti,come l’invecchiamento della popolazione, conle comprensibili apprensioni dei ceti più an-ziani. A Bologna c’è poi l’abitudine di denun-ciare molto di più rispetto ad altre città d’Ita-lia, perché vige la consapevolezza che l’attivitàdelle forze dell’ordine è efficace e permette diassicurare i colpevoli alla giustizia. Dobbiamoquindi investire sulla città, perché se potessimoeliminare le immagini di degrado presenti,dalle aree dismesse fino alla manutenzione deinostri giardini, sicuramente il clima generalemigliorerebbe».

��

Considero il piano della pedonalità uno strumento chiaveper riconsegnare la città alle persone, sottraendola alleautomobili e alle moto

Page 196: Dossier Emilia Romagna 01 2012

MICROCRIMINALITÀ

In diverse province emiliano-romagnole ledenunce per piccoli reati, che contribui-scono a generare la percezione di insicu-rezza, stanno crescendo sensibilmente. «Da

un lato questo è un fatto positivo, poiché indicala diffusa propensione a denunciare tali feno-meni e questo è importante perché la prima pre-venzione è proprio l’azione dei cittadini». È que-sta l’opinione del consigliere regionale GaleazzoBignami, che aggiunge però che «le istituzionitutte, Questura ma anche enti locali, devono es-sere posti nelle condizioni di prevenire e di re-primere questa tendenza. I sindaci devono assu-mersi la responsabilità di adottare ordinanzeadeguate e di dotare i corpi di Polizia municipaledi tutti gli strumenti necessari per affrontare que-ste urgenze: penso a strumenti di dissuasione, diautodifesa e competenze per intervenire sul pianodella prevenzione e del contrasto di fenomeni dimicrocriminalità associati al degrado urbano». Secondo Bignami, le possibilità per intervenire in

questo senso esistono già: «Il primostrumento è già a disposizione ditutti i livelli di governo ed è la vo-lontà politica. Il Governo Berlu-sconi ha varato provvedimenti e de-creti che consentono ai sindaci diintervenire direttamente nella lottaalla criminalità. Per contrastare ildegrado urbano esistono, invece,contratti di servizio con società in-caricate di eseguire questi inter-venti, anche se bisogna vigilare conattenzione in questo senso, poichéqueste società spesso per interessi

politici vengono lasciate un po’ troppo libere, spe-cialmente per quanto riguarda la pulizia». Proprio il principio della volontà politica è la di-scriminante a cui si richiama Bignami nel di-stinguere i casi che hanno adottato la linea da luiauspicata: «Ci sono delle amministrazioni chehanno emanato provvedimenti importanti. Pensoper esempio a quella di Sassuolo, che sul frontedella tutela della sicurezza ha dato risposte im-portanti ai cittadini: il sindaco del Comune mo-denese ha voluto svolgere il proprio ruolo assu-mendosi le sue responsabilità. Purtroppo altreamministrazioni, che guardano a sinistra, riten-gono che siano le questure a doversi impegnaree i sindaci abdicano alle loro funzioni».In conclusione, l’analisi si concentra sulla situa-zione bolognese. Bignami insiste sulla necessità dipotenziare gli strumenti in capo all’amministra-zione comunale utili a contrastare fattualmenteil degrado e la microcriminalità: «La Polizia mu-nicipale non ha più un nucleo sicurezza e il Co-mune ha chiuso la direzione sicurezza, vale a direche gli apparati amministrativi e operativi, a miogiudizio centrali, non sono più funzionanti. Oggil’unica risposta può arrivare dalla Questura edalla polizia locale, più impegnata sul versante disanzioni e controllo del traffico, rinunciando agliinterventi sui fenomeni di microcriminalità, chespesso però non sono fra le priorità di piazzaGalileo. Per prima cosa è quindi necessario ri-mettere in funzione gli uffici di sicurezza e dotaregli agenti di Polizia municipale degli strumentiadeguati. Diversamente temo che lotte comequelle contro i graffiti o contro i bivacchi sarannodestinate al fallimento».

Sfruttare gli strumenti forniti dal

Governo Berlusconi per affiancare le

questure nella lotta alla piccola

criminalità. È questo l’invito che

Galeazzo Bignami rivolge ai sindaci

dell’Emilia Romagna

Belinda Pagano

Responsabilizzarei sindaci nella lottaal degrado

246 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

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Page 198: Dossier Emilia Romagna 01 2012

MAFIE IN RIVIERA

248 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

R imini, insieme a Bologna, è la cittàdell’Emilia Romagna con più ope-razioni sospettate di infiltrazionimafiose. Lo rivela l’Unità di infor-

mazione finanziaria di Banca d’Italia che vedele due città in testa alla testa classifica regionale,in base alle segnalazioni fornite da banche, Po-ste, intermediari. L’area riminese, per le suenote peculiari caratteristiche socio-economi-che, ha sempre destato l’interesse di organizza-zioni criminali. «Infatti – spiega il prefetto Sa-

ladino – la sua posizionegeografica, i suoi collega-menti stradali, ferroviari,aeroportuali con zone ovela criminalità organizzata èradicata, il suo preponde-rante assetto imprendito-riale, basato su piccole emedie aziende nel settoreturistico e dello svago, lavicinanza con la Repub-blica di San Marino, costi-tuiscono elementi tali darenderla fortemente appe-tibile per investimenti o in-sediamenti criminosi».

Come si sta muo-vendo la Prefettura inproposito?«La Prefettura ha recente-mente rinnovato l’azione

di coinvolgimento degli uffici comunali pre-posti al rilascio delle licenze ai fini di imple-mentare i controlli sui trasferimenti di titolaritào di gestione di alcune attività economiche,dietro cui potrebbero celarsi forme di riciclag-gio di denaro di origine illecita. La banca datidella Camera di Commercio costituisce unapreziosissima fonte informativa per il monito-raggio sulle nuove partite Iva e sui nuovi sog-getti imprenditoriali dietro i quali potrebberocelarsi collegamenti ad ambienti criminali. An-che i titolari degli alberghi sono stati invitati esollecitati a comunicare in via telematica alla lo-cale Questura le presenze dei soggiornanti, inmodo da consentire alle forze dell’ordine diconoscere in tempo reale i soggetti che dimo-rano in questa provincia».

In che cosa consiste l’Osservatorio pro-vinciale antimafia e come contrasta e pre-viene questo fenomeno?«La creazione dell’osservatorio rientra in unprogetto presentato dall’amministrazione pro-vinciale di Rimini alla Regione, in adesionealla legge n. 3/2011 che prevede contributieconomici per iniziative specifiche da parte de-gli enti locali a favore della prevenzione delcrimine organizzato e mafioso. Tra le funzioniprincipali dell’osservatorio, che prevede il coin-volgimento anche di quest’ufficio, ci sono ilmonitoraggio e l’analisi degli atti illeciti legatialla criminalità organizzata di stampo mafioso;tali attività saranno propedeutiche alla realiz-

L’Osservatorio provinciale antimafia contrasta la malavita nel territorio, che sinora – assicura

il prefetto di Rimini Vittorio Saladino – non ha subito forme generalizzate di infiltrazione

né di stabile radicamento di gruppi criminali

Renata Gualtieri

Favorire la prevenzione del crimine organizzato

Il prefetto di Rimini,

Vittorio Saladino

Page 199: Dossier Emilia Romagna 01 2012

Vittorio Saladino

EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 249

zazione di attività di prevenzione, formazioneed educazione da realizzare nelle scuole delterritorio».

In provincia di Rimini esistono organiz-zazioni criminali per le quali, come succedein Calabria o Campania, serve una mappa-tura o si può parlare di soggetti pericolosiper i quali è necessario un controllo co-stante?«No, non ne esistono. Tuttavia già da tempoviene costantemente tenuta aggiornata una“mappatura” delle presenze, dei patrimoni edelle attività sul territorio provinciale di sog-getti, anche non colpiti da provvedimenti dellamagistratura, collegati ad ambienti della cri-minalità organizzata, dimoranti provvisoria-mente o stabilmente in provincia. In tal sensoho richiesto alle forze di polizia territoriali uncostante e intenso interscambio dei rispettivipatrimoni informativi e, in particolare, un’at-tività di verifica patrimoniale e della titolaritàdelle licenze e autorizzazioni commerciali e dipolizia da parte anche della Guardia di Fi-nanza».

Corruzione e mafie quanto hanno corrosole potenzialità economiche della provincia?«Al momento si può sicuramente affermareche, pur essendo più volte emerse evidenze dipresenze stabili o assidue di soggetti legati ad

ambienti della criminalità organizzata, il tes-suto socio-economico riminese, basato su pic-cole e medie imprese spesso a carattere fami-liare, non ha sinora subito forme generalizzatedi infiltrazione criminale e neppure di sicuro estabile radicamento nel territorio di gruppicriminali facenti capo a organizzazioni crimi-nali italiane o straniere. Ne deriva che le po-tenzialità economiche della provincia non ri-sultano, al momento, fondamentalmentecompromesse».

La criminalità organizzata perché vien cosìattratta dalla Riviera?«La riviera romagnola, oltre a un’elevata capa-cità ricettiva determinata dalla presenza di nu-merosissime strutture alberghiere e residence,registra una florida imprenditoria legata ai luo-ghi di divertimento e ai locali notturni in ge-nere, con evidente richiamo per le organizza-zioni dedite sia al traffico di sostanzestupefacenti che alla prostituzione. La fortepropensione imprenditoriale, infatti, costituisceun appetibile approdo per interessi malavitosidi gruppi connessi alla criminalità organizzata(soprattutto di quella di matrice camorristica)i quali possono “approfittare” della pressochétotale mancanza di associazioni delinquenzialilocali e dell’inesistenza di un predominio au-toctono nelle attività illecite».

Page 200: Dossier Emilia Romagna 01 2012

MAFIE IN RIVIERA

250 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

Il Consiglio nazionale dell’economia edel lavoro, in un suo recente rapportosulle infiltrazioni mafiose nel nord Italia,fa capire che si è conclusa una fase di

transizione: «In passato, l’Emilia Romagna eraper le cosche mafiose una terra di passaggio, unterritorio lungo il quale transitare senza darenell’occhio, per non attirare troppo l’atten-zione delle istituzioni preposte al controllo dilegalità. Oggi, la realtà con la quale occorre mi-surarsi è ben diversa: una delle regioni più im-portanti per l’economia del Paese è al centrodelle attenzioni di mafia, camorra e ‘ndran-gheta». Il tessuto di piccole e medie imprese ela vocazione turistica sono le calamite chehanno attirato gli uomini delle cosche. Du-rante il convegno “Il turismo globale neglianni della crisi. Il mercato del lavoro nella ri-viera low-coast”, che si è tenuto lo scorso di-cembre a Cesenatico, il prefetto Angelo Tro-vato ha evidenziato che nel settore ci sono

alcuni segnali preoccupanti, anche se si trattadi casi isolati. «A ogni modo, stanno conti-nuando le verifiche da tempo avviate su even-tuali infiltrazioni mafiose in un ambito chepotrebbe costituire un utile veicolo di esten-sione nel tessuto economico provinciale. Il no-stro tessuto economico è “sano” e, proprio perquesto, l’attenzione verso eventuali infiltra-zioni è molto alta».

Come vengono effettuate le verifiche supossibili collusioni, in particolare nellestrutture alberghiere?«L’aspetto su cui da tempo ci si è concentratiè quello dell’acquisizione o dell’uso, con con-tratti temporanei di affitto, di strutture alber-ghiere attraverso l’impiego di significativesomme di denaro sulle quali, anche per la pro-venienza, sorgono sospetti di riciclaggio di de-naro sporco».

Occorre allora controllare la corretta ap-plicazione di norme già esistenti?

Sono emersi segnali preoccupanti nel settore

turistico ma si tratta di casi isolati. «Le regole ci sono

però vanno rispettate». Il commento del prefetto di

Forlì e Cesena, Angelo Trovato

Renata Gualtieri

Un tessuto economico sanoma a rischioinfiltrazioni

Sopra,

Angelo Trovato,

prefetto di

Forlì-Cesena

Page 201: Dossier Emilia Romagna 01 2012

Angelo Trovato

EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 251

«È esattamente questo l’obiettivo che, attra-verso il più efficace coordinamento del sistemadella sicurezza provinciale ci siamo posti insede di Comitato provinciale per l’ordine e lasicurezza pubblica, unitamente al procuratoredella Repubblica, al questore e ai vertici pro-vinciali delle forze di polizia. Da anni viene at-tivato durante l’estate il posto estivo di polizia,che si caratterizza per l’integrazione e il coor-dinamento di tutte le forze presenti e rafforzatenel territorio con fattiva e integrata parteci-pazione degli enti locali».

L’Unità di informazione finanziaria dellaBanca d’Italia rivela che nel primo semestredel 2011 sono state segnalate 1.250 situa-zioni sospette. E l’andamento delle segna-lazioni nelle province vede nel 2010 al ver-tice Bologna (21%), poi Rimini (17%),Modena (15%), Reggio Emilia (14%),Parma (10%), Forlì-Cesena (8%), Ferrara(6%), Ravenna (5%), Piacenza (4%). Sonodati destinati a crescere?«Anche se non si tratta di dati ufficiali e nellanostra disponibilità, essendo stati elaborati etrattati dalla Banca d’Italia, sono dati preoc-

cupanti. Il trend di crescita, che emerge dalrapporto sulle mafie in Emilia Romagna, miindurrebbe a rispondere di sì, anche perché sitratta di forme utili di investimento di profittiilleciti. È per questo che è vigile l’attenzione sututti i segnali che possono essere significatividella sussistenza di tali operazioni».

Perché il tessuto economico della rivieraromagnola fa gola al crimine?«Al pari di altre zone in cui sono forti i flussidi persone nel corso dell’anno, con conse-guente spostamento di ingenti somme di de-naro, anche nella zona rivierasca della provin-cia di Forlì-Cesena è possibile che siaconsorterie criminali associate sia appartenentialla criminalità comune possano avere neltempo indirizzato la propria attenzione. Delresto, l’intervenuta confisca dei beni apparte-nuti alla criminalità comune, oggi restituiti amiglior uso, testimonia l’appetibilità di talezona. Peraltro è indubbio che la forte pre-senza turistica (circa 3.500.000 presenze du-rante l’ultima stagione estiva) può costituireun bacino potenziale di attrattiva criminale,specie per gli spacciatori di droga».

��

Ci si è concentrati da tempo sull’acquisizione o l’uso di strutturealberghiere con l’impiego di ingenti somme di denaro sulle qualisorgono sospetti di riciclaggio di denaro sporco

Page 202: Dossier Emilia Romagna 01 2012

MAFIE IN RIVIERA

L’Emilia Romagna è la quinta regioneper numero di segnalazioni bancariesu possibili infiltrazioni mafiose neltessuto economico locale, con un au-

mento nel 2010 del 121% rispetto all’anno pre-cedente. Bologna, Modena, Reggio Emilia e Ri-mini sono tra le prime 15 province italiane pernumero assoluto di segnalazioni sospette e lastessa provincia di Rimini balza al sesto posto inItalia se la si valuta in rapporto agli sportellibancari presenti sul territorio. L’allarme vienelanciato dal settore bancari della Cisl Emilia Ro-magna. Le possibili infiltrazioni mafiose preoc-cupano tutte le attività economiche, perché «di-spongono di elevati flussi di denaro che possonoessere utilizzati a fini malavitosi». Con Alessan-

dro Giorgetti, presidente Fede-ralberghi Emilia Romagna, ve-diamo quanto interessano epreoccupano il settore alber-ghiero.

Sono sufficienti gli stru-menti di verifica e monito-raggio da parte delle forze del-l’ordine e della magistraturasulle strutture ricettive?«Riteniamo siano sufficientisotto l’aspetto dei controlli checonosciamo. Le leggi d’altraparte non sempre riescono asupportare verifiche più strin-genti. Così come operazioni di“intelligence” si scontrano conla capacità di incidenza chehanno le leggi attuali. Un aiuto

potrà venire dall’Osservatorio per il monitorag-gio e l’analisi dei fenomeni di illegalità collegatialla criminalità di stampo mafioso in fase di av-vio nella provincia di Rimini. All’osservatorioprenderanno parte i Comuni, la Camera diCommercio, la Prefettura, la Questura e le as-sociazioni di categoria».

Quale l’impegno di Federalberghi per con-trastare il fenomeno?«Federalberghi quando le perviene una richiestadi adesione da parte di una impresa ha la possi-bilità, in collaborazione con gli enti camerali, diincrociare i dati del richiedente per verificare lavisura storica dell’attività dell’impresa, la parte-cipazione di altre imprese ed assicurarsi che sia “sana”».

Il prefetto di Forlì ha dichiarato che in uncaso è stata scoperta la mancata compilazionedelle schedine di notifica delle persone in al-bergo ed in un caso c’era un pregiudicato cheaveva fatto base in un hotel. Si tratta dunqueprima di tutto di far sì che vengano rispettatele regole o ne vanno applicate di nuove?«Le nuove disposizioni riguardanti la registra-zione dei clienti, oltre a consentire l’invio tramitefax degli alloggiati, sollecitano gli albergatori adavvalersi del sistema informatico per la comuni-cazione ed è rituale che tutti gli arrivi nelle strut-ture ricettive siano segnalati. Questa operazioneha comunque un costo e deve poter essere so-stenuta, soprattutto a favore delle piccole strut-ture alberghiere, perché possano disporre di unprogramma gestionale che permetta di superarein molti casi la compilazione, ancora effettuataa mano, delle presenze».

La Riviera desta l’interesse delle organizzazioni criminali ma assicura il presidente di

Federalberghi Emilia Romagna, Alessandro Giorgetti, «il settore ha gli anticorpi per respingere

le infiltrazioni malavitose»

Renata Gualtieri

Alessandro Giorgetti,

presidente di

Federalberghi Emilia

Romagna

Al vaglio le strutture ricettive

252 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

Page 203: Dossier Emilia Romagna 01 2012
Page 204: Dossier Emilia Romagna 01 2012

TECNOLOGIA E SALUTE

I dispositivi medici rivestono un ruolo pri-mario nel funzionamento del sistema salutenazionale, «Basti pensare – afferma StefanoRimondi, presidente di Assobiomedica – chela sala operatoria e quella di terapia intensivaè fatta essenzialmente di dispositivi medici:dai ferri chirurgici alle apparecchiature alta-mente tecnologiche». Si tratta dunque di stru-menti indispensabili non solo negli ospedali,ma anche nei laboratori e negli ambulatori,che consentono la prevenzione, la diagnosi, lacura e la riabilitazione e da cui dipende spessola sopravvivenza del paziente. «Purtroppo lepolitiche d’acquisto continuano a prestaremaggiore attenzione al prezzo che alla qualità,le gare centralizzate minacciano così le im-prese e insieme la salute di tutti noi». StefanoRimondi fa il punto sul settore biomedicale,che continua a registrare numeri in attivo euna rapida innovazione tecnologica.

Quali investimenti nelle tecnologie me-diche sono previsti nel 2012?

«L’ultimo anno si è chiuso con l’economia ita-liana in recessione ed è ormai assodato che nelcorso del 2012 il Pil diminuirà con un con-seguente aumento della disoccupazione. Inuna fase così critica e delicata è difficile pre-vedere quali investimenti verranno attuati,ma il nostro è un settore che investe in modosignificativo in ricerca. Sono 460 i milioniche le aziende produttrici di dispositivi me-dici hanno investito nel 2010 in ricerca e svi-luppo in Italia, ben il 6,8 % della produ-zione nazionale del settore».

In che modo, le scelte politiche vanno in-dirizzate sull’industria della salute perchédiventi un motore di sviluppo?«Assobiomedica da anni, in linea con altripaesi europei, sostiene che il settore sanitariodebba essere un volano per lo sviluppo eco-nomico. Investire nell’alta tecnologia po-trebbe essere una sfida da portare avanti inquesta particolare contingenza. E la sanità èun campo ideale. Ma perché ci sia spazio per

Sono 460 i milioni che le aziende

produttrici di dispositivi medici hanno

investito nel 2010 in ricerca e sviluppo

in Italia, ben il 6,8 % della produzione

nazionale del settore.

Ne parla Stefano Rimondi

Elisa Fiocchi

Il biomedicaleitaliano secondosolo alla Germania

256 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

Page 205: Dossier Emilia Romagna 01 2012

EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 257

Stefano Rimondi

gli investimenti in sanità è indispensabile chela politica cambi rotta, che interrompa le ri-cerca ossessiva e scriteriata di risorse attra-verso tagli, tetti e centralizzazione degli ac-quisti e inizi quindi a vedere la sanità comeun’opportunità. Il risparmio, sia chiaro, vaperseguito attraverso la riorganizzazione dellestrutture, efficienza e con la promozione dipolitiche che incentivino gli investimenti intecnologia».

A tal proposito, il problema dei ritardatipagamenti della pubblica amministrazionecome incide sullo sviluppo del settore?«Come dimostra uno studio che Assobiome-dica ha condotto sui ritardi nei pagamentidelle singole Asl, alcune di esse onorano i

propri debiti ben oltre i 1.500 giorni. È evi-dente che per molte imprese, soprattuttoquelle di piccole dimensioni, l’attuale sistemadi pagamento rischia di portare alla chiusuradell’attività. È inammissibile che il governotrascuri un problema la cui soluzione contri-buirebbe anche a contrastare evidenti ten-denze recessive. Assobiomedica è convintache accanto ai problemi di risorse e di vincolieuropei ci siano gravi inefficienze gestionali,eccessi di burocrazia e scarsa capacità di pro-grammazione. I nostri associati non possonocontinuare a subire l’attuale situazione.Siamo pronti a ricercare con i ministri del-l’economia e dello sviluppo economico, oltreche con la Conferenza Stato Regioni, solu-zioni che trovino un punto di intesa fra ivari interessi. Intanto abbiamo avviato sututto il territorio nazionale la nostra campa-gna di comunicazione contro i ritardi nei pa-gamenti».

Page 206: Dossier Emilia Romagna 01 2012

TECNOLOGIA E SALUTE

258 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

Il settore italiano delle tecnologie sani-tarie quale eccellenza rappresenta incampo internazionale?«L’Italia ha un ruolo pionieristico e di livelloscientifico internazionale nell’interventisticaoncologica, nella robotica e nelle tecnichemini-invasive guidate da immagini, nella ri-cerca sui biosensori per il glucosio, nella ri-cerca sulle malattie infiammatorie croniche,quelle neurodegenerative e legate all’invec-chiamento, e in numerosi altri campi».

Come si sta sviluppando il settore bio-medicale strumentale?«I settori nei quali le imprese italiane si di-fendono meglio sono il biomedicale stru-

mentale (in attivo) e l’elettromedicale dia-gnostico (in leggero passivo): due industrieparticolarmente adatte al nostro tessuto in-dustriale, notoriamente forte, ad esempio,nella meccanica di precisione. Per quanto ri-guarda il biomedicale strumentale, l’Italiadetiene un buon posizionamento internazio-nale, sebbene su livelli inferiori a quelli dellaGermania che resta il paese europeo leader. Ilnostro principale mercato di sbocco peraltroè proprio la Germania, seguita dagli StatiUniti e dalla Francia, paesi dove la quota ita-liana è migliorata nell’ultimo decennio.Buono anche il nostro posizionamento in al-cuni mercati emergenti».

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L’Italia si trova nell’urgente bisognodi generare crescita e la sanitàè un campo ideale

Page 207: Dossier Emilia Romagna 01 2012

Alida Bellosi

EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 259

Le patologie legate allo stile di vita eil progressivo invecchiamento dellapopolazione hanno aumentato for-temente la richiesta di materiali bio-

mimetici per la medicina rigenerativa. «I set-tori di interesse – spiega Alida Bellosi,direttrice del centro di ricerca Cnr-Istec di Fa-enza – sono l’ortopedia, la neurochirurgia, ilmaxillofacciale-dentale e la chirurgia estetica,

tutti settori che, per farfronte alla mancanza ditessuto dovuta a fattoritraumatici, malattie dege-nerative o deformità, ri-chiedono “scaffolds”, cioèimpianti biomimetici,bioattivi e bioriassorbibilicapaci di essere integratidall’organismo umano,abitati dalle cellule e ri-modellati fino a rico-struire la porzione man-cante». L’Istituto diScienza e tecnologia deimateriali ceramici haconseguito elevati suc-cessi e riconoscimenti in-ternazionali in questi

anni, grazie a una politica di aggregazione esinergie che, partendo dall’ambito regionale,si allarga a quelli nazionali e internazionali ealla realizzazione di una rete interdisciplinareche comprende la scienza dei materiali, labiologia e la ricerca clinica. «Solo grazie aun’alleanza tra le eccellenze nei diversi settoriè possibile affrontare con successo la ricercafutura in un orizzonte di globalizzazione». Ilpunto di Alida Bellosi.

Come si stanno sviluppando le tecnolo-gie “biologically inspired”?«Dai primissimi anni Ottanta, presso l’Istec-Cnr di Faenza è attivo un gruppo di ricerca subioceramici e compositi bio-ibridi che nel-l’ultimo decennio ha affrontato una svoltaconcettuale dedicandosi allo sviluppo di ma-teriali biomimetici e tecnologie “biologicallyinspired”, i quali vengono progettati per ri-generare e riparare un organo o un tessuto esi propongono come una emergente alterna-tiva all’approccio invasivo finora utilizzato eforiero di interventi di revisione accompa-gnati da elevatissimi costi per la spesa pub-blica nazionale e internazionale».

Quali risultati ha ottenuto l’attività spe-rimentale di ricerca?«Sono stati sviluppati una serie di materiali

La richiesta di impianti per sostituzione ossea sta aumentando progressivamente,

soprattutto per le applicazioni ortopediche e odontoiatriche. La ricerca risponde con

dispositivi privi degli effetti indesiderati della chirurgia spinale

Elisa Fiocchi

Alida Bellosi,

direttrice del centro di

ricerca Istec-Cn

di Faenza

Bioceramica, rigenerare i tessuti senza invasività

Page 208: Dossier Emilia Romagna 01 2012

nano-strutturati e dispositivi innovativi digrande rilevanza per il settore clinico di rife-rimento. Il numero dei brevetti mondiali edei riconoscimenti nazionali e internazionaliricevuti negli ultimi anni fanno di questogruppo un riferimento di eccellenza a livelloeuropeo, con qualificate collaborazioni negliStati Uniti. Il gruppo ha coordinato e coor-dina numerosi progetti europei nel settoredella medicina rigenerativa per un totale di 20milioni di euro negli ultimi cinque anni. Perfar fronte agli sviluppi di queste tematiche in-novative l’istituto si è dotato di un laborato-rio di nanobiomagnetismo con lo scopo di va-lutare biocompatibilità e biofunzionalità dimateriali e dispositivi in relazione alla loro ca-pacità rigenerativa in differenti organi e tes-suti umani in condizioni fisiologiche o sottol’attivazione di campi magnetici. Queste at-tività si svolgono prevalentemente in colla-borazione con gli Istituti ortopedici Rizzoli».

Come si ottengono questi materiali?

«Cementi ossei bioattivi e bioriassorbibilivengono preparati mediante processi di idro-lisi da fasi calcio-fosfatiche biomimetichecontenenti fattori anti-osteoporotici qualiioni Stronzio. Lo sviluppo di questi disposi-tivi nasce dalla necessità di ottenere soluzionirigenerative e prive di effetti secondari inde-siderati in chirurgia spinale, in particolareper la riparazione di corpi vertebrali danneg-giati da osteoporosi. Le soluzioni cliniche at-tuali si basano, infatti, sull’uso di cementiacrilici che soffrono di effetti secondari gravicome la necrosi del tessuto circostante l’im-pianto, a causa dell’esotermia della reazione dipolimerizzazione».

Quali altre attività svolgete all’internodell’istituto?«L’istituto non si limita ai materiali di basema sviluppa veri e propri impianti 3-D bio-attivi e funzionalizzati per la rigenerazione diestese perdite di tessuto. È stato anche af-frontato recentemente con successo e con

260 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

Il gruppo coordina numerosiprogetti europei nel settore dellamedicina rigenerativa per untotale di 20 milioni di euro negliultimi cinque anni

TECNOLOGIA E SALUTE

Page 209: Dossier Emilia Romagna 01 2012

tecnologie originali e di avanguardia il pro-blema della sostituzione e rigenerazione diossa lunghe da ricostruire in caso di traumagrave o degenerazione tumorale per il qualenon esistono ancora efficaci soluzioni clini-che. Una dei più recenti settori di studio èquello dei compositi bio-ibridi per la rigene-razione di regioni anatomiche multifunzio-nali: queste tecniche consentono di svilup-pare strutture a gradiente che mimano lecaratteristiche dei differenti tessuti di re-gioni anatomiche multifunzionali ed hannoportato all’ottenimento di impianti per la ri-generazione di osso, cartilagine, dentina,smalto, cemento».

Da dove derivano i finanziamenti in pro-

getti di ricerca?«Principalmente da progetti europei per unammontare dell’80%, a cui si aggiungonoanche fonti di finanziamento da progetti na-zionali, sebbene insufficienti, e sono attivi an-che alcuni contratti con aziende del settore.Al momento, Istec-Cnr non ha progetti attivisulle tematiche sopra citate da fondi regio-nali. Al di fuori di quanto promosso dalla Re-gione per l’innovazione nei settori collegati albiomedicale, l’Istituto ha attivato accordi dicollaborazione con gli Istituti ortopedici Riz-zoli e le cliniche universitarie con cui condi-vide progetti che prevedono la fornitura didispositivi e prototipi e tale attività vienesupportata da fondi interni dell’istituto».

EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 261

Alida Bellosi

Page 210: Dossier Emilia Romagna 01 2012

TECNOLOGIA E SALUTE

262 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

Fondato a Mirandola nel 1990, Consobiomedè una società consortile senza fini di lucro cheraccoglie le piccole medie imprese operanti nelsettore biomedicale a cui lavorano circa 10milaaddetti. Da uno studio sulla ricerca e produ-zione del settore dei dispositivi medici in Italia,realizzato nel 2010 da Assobiomedica in colla-borazione con varie università, è emerso che laproduzione totale del settore raggiunge i 6800milioni di euro con 700 imprese di produzioneconcentrate per la maggior parte in Lombardia,Veneto, Lazio ed Emilia Romagna. «Una veraeccellenza per il nostro Paese» dichiara MariaGorni, al vertice di Consobiomed. In partico-lare, il distretto di Mirandola, chiamato anche“Biomedical valley”, è specializzato nei disposi-tivi per la dialisi, la cardiochirurgia, la plasma-feresi, le terapie trasfusionali ed infusionali men-tre in provincia di Bologna, un cluster diimprese biomedicali opera nel settore dell'orto-pedia.

Quanto è importante in ottica futura atti-vare collaborazioni tra aziende biomedicali euniversità e quale accesso è garantito ai fi-nanziamenti? «Gli investimenti in R&S rappresentano il 6,8%della produzione nazionale. In Italia, le aree diricerca medico-clinica, biotecnologica e biome-dicale sono al primo posto per fattore di impattodei ricercatori. Molti istituti e centri universitarie di ricerca italiani in ambito medico e clinicosi collocano, per la somma di impact factor, trai primi venti in Europa. La ricerca italiana è an-

cora competitiva nel mondo. Le nostre univer-sità producono molti ingegneri biomedici, mai rapporti sono soprattutto di tipo cliente-for-nitore invece che di partnership tra impresa emondo accademico. Esistono quindi impor-tanti potenzialità inespresse. Per quanto riguardal’accesso ai finanziamenti pubblici per investi-menti di ricerca, innovazione di prodotto, soloil 14% delle imprese ha usufruito più di unavolta dei finanziamenti pubblici, il 35% solo invia sporadica, ma il restante 51% non ne ha maiusufruito».

Per quali motivi?«In primis per le precedenti esperienze negativeda parte delle imprese che non hanno ottenutopoi concretamente i soldi per i finanziamenti;poi c’è da sottolineare il deficit di comunica-zione nei confronti so-prattutto delle pic-cole imprese chespesso non ven-gono a cono-scenza della di-sponibilità difondi in tempiutili; infine, nongiova l’imprevedibi-lità di tali opportu-nità, per cui non èpossibile farciaffidamentoin fase dipianifica-

Maria Gorni annuncia la nascita di un nuovo consorzio concentrato su operazioni di marketing

e sull’export, «collegato all’Università di Modena, per la programmazione di corsi a Mirandola

dedicati ai nuovi laureandi in medicina»

Elisa Fiocchi

La fondazione biomedicaledi Mirandola compie cinquant’anni

Maria Gorni,

presidente di

Consobiomed e general

manager Ri.Mos

Page 211: Dossier Emilia Romagna 01 2012

Maria Gorni

EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 263

zione aziendali degli investimenti (che per la RSè almeno triennale), e la loro caratteristica di es-sere “una tantum”».

Quale contributo al settore potrebbe ap-portare la collaborazione tra ModenaFiere el’Exposanità di Bologna?«Modena Fiere quest’anno per la prima voltaha organizzato un evento dedicato all’industriamanufatturiera italiana "Medtec", fiera dedicataai produttori di componenti di dispositivi me-dici, molto diversa da Exposanità di Bologna,dove i produttori presentano prodotti finiti e ivisitatori sono coloro che utilizzano o vendonoagli ospedali tali prodotti. Potrebbe essere inte-ressante e sicuramente di maggior interesse siaper le aziende che per i visitatori unire le duemanifestazioni come si fa a Dusseldorf».

Secondo gli ultimi dati forniti da Assobio-medica, l’Emilia Romagna è la regione che nel 2010 aveva pagato le fornitura con ilmaggior ritardo. E nei primi 10 mesi del 2011 i tempi di pagamento si sono addi-rittura allungati. Oggi ormai le più grosse società sono state acquisite da multinazionaliestere.«Le piccole aziende di certo non sono in alcunmodo tutelate. Qualche banca offre la possibi-lità di tenere nel castelletto i crediti con le strut-ture pubbliche, ma questo non risolve il pro-

blema della liquidità necessari per fare ricercae nuovi investimenti. Per quanto riguarda gli in-sediamenti produttivi, c’è una modesta pro-pensione a delocalizzazione in paesi a basso co-sto del lavoro, la maggior parte della produzioneper ora resta ancora in Italia».

Nel novo catalogo per la guida agli inve-stimenti stranieri in Cina, è presente comesettore d’interesse anche il biomedicale ita-liano. Che aperture ci sono con i mercati in-ternazionali?«Le aziende medie, piccole, ancora non si muo-vono abbastanza. L’export risulta difficile, spe-cialmente per i problemi legati alle registra-zioni dei prodotti medicali. Questo aspettoscoraggia molte aziende, e nessun aiuto è datodalle istituzioni. Le stesse Camere di Commer-cio, collegate direttamente con i paesi esteri o glienti creati per l'export, sono assolutamente ina-deguate e dare anche il più piccolo aiuto. Lamia azienda, Ri.Mos, vende il 72 paesi ma hodovuto fare tutto da sola con notevole dispen-dio di energie di tutti i tipi e temo che dovròcontinuare a farlo, perché lo ritengo assoluta-mente indispensabile per il futuro delle nostreaziende. Non tutto il mondo è in crisi e inmolti paesi siamo accolti come chi fa prodotticari ma di qualità e anche nei paesi più poveric'è chi cerca questo».

Page 212: Dossier Emilia Romagna 01 2012

TECNOLOGIA E SALUTE

Modena Emilia Romagna Italyempowering agency” è l’aziendaspeciale della Camera di Com-mercio di Modena che si oc-

cupa dell'internazionalizzazione delle impresemodenesi, operando per la loro promozioneoltre i confini nazionali, organizzando mis-sioni economiche, fiere e workshop. «La pro-mozione passa attraverso la conoscenza e siamoconvinti che non esista presentazione miglioredell’esperienza diretta» afferma il presidenteErio Luigi Munari. «Per questo motivo rite-niamo fondamentale attirare gli operatori esteria Modena e, attraverso visite aziendali, “farrespirare” l’eccellenza e l’innovazione che con-traddistingue il nostro distretto per fornire alle

imprese concrete opportunitàda cogliere».

In che modo diffondete leeccellenze modenesi nelmondo, in particolare del di-stretto biomedicale?«Le iniziative si muovono supiù livelli: in prima battuta,allacciando rapporti istituzio-nali con i Paesi obiettivo peragevolare gli scambi interna-zionali e intraprendere par-tnership che aprano la stradaalle nostre aziende; penso al-l’Africa e ai quattro ambascia-tori che sono intervenuti loscorso dicembre di fronte a130 imprenditori, spiegandoquali opportunità offre questo

mercato emergente. In secondo luogo, ope-riamo attraverso le presentazioni all’estero adopinion leader ed operatori specializzati, sele-zionati per meglio diffondere la nostra culturaimprenditoriale nel mondo».

Quali collaborazioni intercorrono tra ilmondo accademico e quello imprendito-riale e quanto è importante l’ausilio delleuniversità nella ricerca biomedicale?«Fondamentale. Da un paio d’anni siamo im-pegnati in un programma regionale in cui cre-diamo molto, il “Temporary export manager”,un autentico punto di incontro tra tessuto im-prenditoriale e mondo accademico per lo svi-luppo del commercio con l’estero. Il progettoè finalizzato all’inserimento in azienda di un ti-rocinante in marketing internazionale cheopera in stretta collaborazione con i verticiaziendali, affiancato da un consulente senior».

La presentazione del distretto biomedi-cale al BioAlps networking day 2011 a Gi-nevra, quali importanti risultati ha otte-nuto in termini di promozioneinternazionale?«Abbiamo presentato il distretto di Mirandoladi fronte a una platea di 500 esponenti dei set-tori biotech, medtech e foodtech con l’intentodi promuovere le nostre eccellenze ed esplorarele opportunità di partnership per le imprese delnostro territorio con la Health Valley svizzera:al momento attuale, l’iniziativa ha portato al-l’organizzazione di un “incoming” di opinionleader a Mirandola, tenutosi lo scorso novem-bre, e un’ipotesi di collaborazione con un’im-portante università svizzera».

«Stiamo valutando un’ipotesi di collaborazione con un’importante università svizzera», spiega

Erio Luigi Munari, a capo dell’azienda speciale che promuove le eccellenze d’impresa,

rafforzandone il posizionamento internazionale

Elisa Fiocchi

Erio Luigi Munari,

presidente di Modena

Emilia Romagna Italy

empowering agency

Modena, distretti e alta tecnologia

264 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

Page 213: Dossier Emilia Romagna 01 2012
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ATTREZZATURE MEDICALI

266 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

Nell’ultimo decennio l’ingegneriatissutale ha fatto enormi pro-gressi nell’identificazione dinuove strategie nel campo della

rigenerazione. Tra queste, una delle più in-novative, consiste nell’utilizzo di “concen-trati piastrinici”: un interessante approccioclinico che ha aperto orizzonti finora inim-maginabili. Diversi studi, infatti, hanno evidenziato l’im-portanza delle piastrine nei meccanismi di ri-generazione tissutale grazie alla loro capa-cità di fornire un ricco apporto di fattori dicrescita. Tali concentrati risultano coinvoltinell’induzione della proliferazione cellulare,nel rimodellamento della matrice extracellu-lare e nei meccanismi angiogenetici che si at-tuano durante le diverse fasi della rigenera-zione. Come conferma Tiziano Batani, dellaSilfrandent, «negli ultimi anni sono stati svi-luppati diversi metodi per produrre concen-trati piastrinici in grado di contenere un’ot-timale concentrazione di fattori di crescitaautologhi». Ricerca e innovazione continua: sono questii presupposti fondamentali che muovono laricerca scientifica e che rendono possibiliapplicazioni cliniche inesplorate. I pionieridi questa continua evoluzione sono proprioaziende come la Silfrandent che dal 1975 èspecializzata nella produzione di strumentiper laboratori odontotecnici ed anche per ilsettore orafo ed estetico. Silfradent disponedi una gamma completa di prodotti checomprende micromotori, isoparallelometridi massima precisione, sabbiatrici modulari,potenti generatori di vapore ed affidabili mi-scelatori. Dal 2003, inoltre, l’azienda produce anchestrumenti medicali con risultati apprezzabili.Il costante supporto della clientela, uno staffmotivato e una organizzata rete distributiva didepositi dentali hanno contribuito a far dive-nire Silfradent un’azienda leader in Italia e

fra le più apprezzate a livello mondiale. Dietro ogni strumento e ogni nuova tecnicaindividuata dall’equipe scientifica di Sil-frandent, c’è un lavoro di accurata ricercacondotto nel pieno rispetto del cliente finalee dell’ambiente. «Le innovative apparec-chiature odontoiatriche realizzate da Silfra-dent – precisa Tiziano Batani - sono frutto

La Silfradent ha sede

a Santa Sofia (FC)

www.silfradent.com

La ricerca scientifica in ambito odontotecnico

è trainata anche da aziende specializzate

nella progettazione di strumenti, attrezzature

e tecniche medicali sempre più innovative.

Il caso della Silfradent

Erika Facciolla

Dalle piastrine la rigenerazionedei tessuti

Page 215: Dossier Emilia Romagna 01 2012

Silfradent

EMILIA-ROMAGNA 2012 • DOSSIER • 267

di un intenso lavoro di studio svolto rile-vando attraverso una fitta rete di consulentispecialisti e i preziosi suggerimenti degliutilizzatori». Tornando alle tecniche di rigenerazione tis-sutale identificate negli ultimi tempi, sonotante le applicazioni cliniche che hanno di-mostrato la grande efficacia dei preparati

piastrinici, tra cui la chirurgia maxillo-fac-ciale, la chirurgia ortopedica, estetica, l’of-talmologia, la medicina sportiva e la der-matologia. I ricercatori che hanno lavoratoal progetto, oltre a Tiziano Batani, RodellaL., Favero G., Boninsegna R., Buffoli B.,Labanca M., Scari G., Sacco L., Rezzani R.hanno ottenuto i concentrati piastrinici dalsangue venoso attraverso uno standardiz-zato processo di centrifugazione che, utiliz-zando talvolta l’aggiunta di sostanze eso-gene, permette di isolare una frazione riccain piastrine e fattori di crescita, detta ap-punto ‘concentrato piastrinico’ o ‘gel pia-strinico’. In particolare il C.F.G. (Concen-trated Growth Factors) rappresenta unanuova generazione di concentrati piastriniciin grado trattenere al suo interno una mag-gior concentrazione di fattori di crescita au-tologhi. La principale caratteristica di questo con-centrato risiede nella sua consistenza: sitratta, infatti, di una matrice organica piùricca in fibrina e quindi più densa rispettoagli altri concentrati in grado di “intrappo-lare” una maggiore quantità di elementi pia-strinici e fattori di crescita. Tiziano Bataniprecisa che «in esso è stata rilevata la presenzadi cellule CD34 positive, elementi cellulariche vengono normalmente richiamati dalsangue verso i tessuti danneggiati e che gio-cano un ruolo chiave nel mantenimento del-l’omeostasi vascolare e nei processi angioge-netici e di neovascolarizzazione». Ma quali sono le reali applicazioni che questoconcentrato può incontrare? «La sua efficacia– risponde Batani - è stata finora dimostratain chirurgia orale e maxillo-facciale negli in-terventi di rialzo del seno mascellare e di au-mento del profilo crestale. Tuttavia, le sue ca-ratteristiche lo rendono idoneo ad essereimpiegato ad altri biomateriali, dove si rendenecessaria la rigenerazione tissutale».

Il C.F.G. rappresenta una nuovagenerazione di concentratipiastrinici in grado di trattenereuna maggior concentrazionedi fattori di crescita autologhi

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268 • DOSSIER • EMILIA-ROMAGNA 2012

IL COMMENTO

Dopo la stretta sulle pen-sioni, toccherà alla ri-forma del mercato dellavoro scuotere gli animi

della politica così come della societàitaliana. Giuliano Cazzola, vicepresi-dente della commissione Lavoro dellaCamera, prende in esame i temi piùcaldi, primo fra tutti l’articolo 18.

Il presidente Napolitano e Con-findustria invocano la necessità diproseguire sulla strada tracciatadall’accordo interconfederale del28 giugno scorso su contratti erappresentanza. Cosa ne pensa?«Sono d’accordo, anche se trovostrano e inaccettabile l’ostracismo ri-volto all’articolo 8 del decreto di fer-ragosto, che pure attribuisce alle partisociali la possibilità di negoziare, an-che in deroga, importanti innova-zioni nel rapporto di lavoro e nell’or-ganizzazione produttiva».

Lei non è d’accordo con il con-tratto unico di inserimento e conla flexsecurity di Pietro Ichino.

Quali sono, invece, le sue propostein merito?«Ho stima del senatore Ichino, con ilquale ho condiviso parecchie inizia-tive. Tutto sommato, il suo modellodi contratto unico è anche il più ac-cettabile perché in pratica costituisceuna revisione del contratto a tempoindeterminato e non ha la pretesa,come i progetti mutuati da quello diTito Boeri, di eliminare sostanzial-mente tutte le altre tipologie contrat-tuali che, a mio avviso, servono a re-golare situazioni specifiche in modoappropriato. Del progetto Ichino noncondivido, invece, che si applichi soloai nuovi assunti, poi non mi convinceil piano di flexsecurity perché, in so-stanza, carica il problema solo sulleimprese. Quanto alle mie proposte, ioritengo sia necessaria una riforma del-l’articolo 18».

In che modo?«Lo si può fare in via sperimentale odefinitiva. In Parlamento giaccionodiversi progetti di legge, meno notidel “pacchetto Ichino”, ma altrettantoappropriati nelle soluzioni che sugge-riscono. Si potrebbe, per esempio,elevare, per alcuni anni, il tetto dei 15dipendenti oltre il quale opera la rein-tegra (proposta di legge Beltrandi);oppure riconoscere al datore soc-combente la facoltà di versare una ro-busta penale in alternativa alla reinte-gra, sempre facendo salva la nullità deilicenziamenti discriminatori (pdlCazzola, Della Vedova). Ancora, sipotrebbe attribuire una tutela sol-tanto risarcitoria nel caso di stabiliz-zazione dei contratti a termine (pdlCazzola, Contento) o della creazione

Una riforma efficace del lavoroin Italia deve necessariamentepassare dalla revisionedell’articolo 18. Ne parliamocon Giuliano Cazzola

Page 217: Dossier Emilia Romagna 01 2012

di nuovi posti di lavoro a tempo in-determinato nelle regioni del Sud.Queste misure potrebbero essere ac-compagnate da interventi di outpla-cement (ddl Treu e Castro)».

Per chi dovrebbe valere?«Se, finalmente, fosse scoccata l’oradella revisione, essa non potrà nonvalere per tutti i lavoratori dipendentie non solo per i nuovi occupati. Al-trimenti non si verrebbe a capo deldualismo del mercato del lavoro, sem-pre a scapito delle giovani genera-zioni. E si finirebbe per caricare leimprese di nuovi disincentivi e vincoliper l’uso della manodopera “atipica”,senza concedere - in cambio - unamaggiore flessibilità in uscita nellostock degli attuali occupati».

Esistono concretamente le con-dizioni per modificare l’articolo 18,su cui sindacati ed esponenti delPd pongono il veto? Quanto ilnodo dell’articolo 18 risulta deter-

minante per una riforma del lavoro,dei licenziamenti e degli armoniz-zatori?«È un impegno assunto nella letteradi intenti presentata il 26 ottobre daSilvio Berlusconi in occasione delG20. L’attuale governo risponde diquell’impegno che riguardava sol-tanto i licenziamenti per motivi eco-nomici, quelli che dovrebbero essereliberati oggettivamente dal capestrodell’articolo 18 e dalla minaccia dellareintegra, come se toccasse a un giu-dice valutare le condizioni di soliditàdi un’azienda che è costretta a licen-ziare».

I più penalizzati sul mercato dellavoro sono soprattutto i giovani.Come arginare una volta per tutte ilprecariato? «Non sono le norme a creare occupa-zione e, in particolare, buona occu-pazione. Tra il 2001 e il 2006, l’oc-cupazione è cresciuta in media

dell’1,4% all’anno, grazie anche aicontratti flessibili. La speranza risiedein una ripresa dell’economia. Credo,però, che la precarietà assoluta peruna parte del mercato del lavoro la sipossa superare se tutti accettano di es-sere un po’ meno stabili e un po’ piùprecari».

La Regione Emilia Romagna staavviando la prima sperimentazionedi dottorato di ricerca mediante ap-prendistato. Potrebbe essere unmodo per avvicinare mondo dellaricerca e mondo dell’impresa?«L’apprendistato, come riformato se-condo le intuizioni di Marco Biagi,può essere senza dubbio una rispostaa tante esigenze del mercato del lavoroe dell’accesso dei giovani. Spero chel’iniziativa della Regione vada in porto.Il collegamento con il dottorato di ri-cerca per ora era soltanto una enun-ciazione. Se diventerà una buona pra-tica sarà un successo per tutti».

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