Dop e igp ProdUZionE 2013 a 53,6 mi LiOni di h · Terre di Chieti 101.963 1,2 13.595.125 Umbria...
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i n p r i m o p i a n oLunedì12 Maggio 2014
. . . d a l 1 9 2 8
O r g a n o d ’ i n f o r m a z i o n e d e l l ’ U n i o n e I t a l i a n a V i n i
associazione per La tuteLa generaLe deLLe attività deL cicLo economico deL settore vitivinicoLo
EditricE UnionE italiana Vini sede: 20123 Milano, via san Vittore al teatro 3, tel. 02 72 22 281, fax 02 86 62 26 abbonamento 2014 per l’italia: versamento ccp n. 508200, 120,00 euro (iva assolta); 90,00 euro versione on-line (iva inclusa); versione cartacea + on-line 150,00 euro - Una copia 5,00 euro, arretrati 6,00 euro - area internet: www.corrierevinicolo.com
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anno 87n. 14
ovvero 8,5 in più sul 2012.record in Puglia (+37%)
Dop e igptutti i dati degli imbottigliamenti nel 2013, divisi per regione e tipologia. Zonin: un patrimonio prezioso, su cui l’italia dovrà puntare sempre di più
Si è discusso soprattutto della struttura del Palazzetto vino, 2.000 mq su due livelli: al piano terra, un percorso emozionale dedicato al “primo approccio” al vino. Al primo piano, eventi, degustazioni e lo spazio per l’Enoteca dei vini
Expo, la “prima”dEl comitato vino
Pag. 6
A dispetto delle stime, che tutte concordementedavano un anno sì regolare, ma attorno ai 45-47 milioni di ettolitri, le dichiarazioni di produzione uscite da Agea
nei giorni scorsi danno un’altra fotografia del vigneto italiano. Che nel 2013 mette in cantina 53,6 milioni di ettolitri di vino e mosti, equivalenti a un aumento del 19% rispetto al 2012, ovvero 8,5 milioni di ettolitri in più: quanto l’intero Sudafrica, tantoper intenderci.è - la 2013 - la vendemmia più abbondante in assoluto dal 2000; da allora i 50 milioni di ettolitri sono superati solo altre 5 volte.Il top produttivo spetta quest’anno alla Puglia, che con 10,6 milioni di ettolitri (+37%) sorpassa il Veneto (+10% a 10 milioni tondi). In grande crescita tutte le altre grandi regioni: dall’Emilia (+22%) alla Sicilia (+29%), passando per i +16% e +13% di Abruzzo e Piemonte. In calo invece le produzioni di Friuli Venezia Giulia (-6%), Lazio (-4%) e Campania (-10%).Giova ricordare che nei dati delle dichiarazioni Agea (quadro G) sono compresi sia il vino feccioso (attorno al 7-8%), sia i volumidi vino, mosto e mosto concentrato provenienti, oltre cheda produzione propria, anche da acquisti di altre regionio Paesi esteri.
Vino e mosti (hl) Var. hl Var. %
Puglia 10.570.578 2.873.086 37%
Veneto 10.067.646 950.173 10%
Emilia romagna 9.100.381 1.641.780 22%
sicilia 6.141.645 1.390.775 29%
abruzzo 3.727.040 508.418 16%
Piemonte 3.124.698 358.194 13%
toscana 2.338.320 166.486 8%
lombardia 1.591.423 212.666 15%
Friuli V.G. 1.205.578 -82.051 -6%
lazio 1.179.137 -45.031 -4%
trento 1.172.753 223.341 24%
Marche 1.014.154 153.680 18%
sardegna 588.320 86.213 17%
campania 577.104 -64.634 -10%
Bolzano 347.733 24.935 8%
Umbria 346.280 -1.232 0%
Molise 261.063 79.483 44%
calabria 127.494 18.695 17%
Basilicata 91.124 36.370 66%
liguria 35.184 -8 0%
Valle d'aosta 17.037 3.388 25%
TOTALE 53.624.693 8.534.728 19%
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ProdUZionE 2013 a 53,6 miLiOni di hL
Fonte: dichiarazioni di produzione Agea
SPECIALE SPAGNAIl Paese delle grandi cisterne e del vino sottocosto sta mutando pelle. Un processo lento, che richiede grande spirito di squadra tra le diverse anime della filiera e una chiara visione strategica. Le potenzialità ci sono,i margini per crescere anche. Soprattutto su frontiper noi chiave, come il Nordamerica e l’Oriente. Eccoin numeri di che cosa sono fatti i nostri vicini di casa
!
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p r i m o p i a n oil corriere vinicolo n. 1412 Maggio 20142
Premio internazionale Vinitaly 2014A BIONDI SANTI E CHATEAU D’YQUEM Premio Internazionale Vinitaly 2014 alla Tenuta Greppo della famiglia Biondi Santi produttrice del Brunello di Montalcino e alla francese Chateau d’Yquem, produttrice dell’omonimo vino. Una scelta che premia quest’anno due cantine riconosciute nel mondo come esempi da seguire per il mantenimento dei propri valori nel tempo, attraverso la ricerca dell’eccellenza produttiva. Proclamati anche i vincitori del Premio Communicator of the year, istituito in collaborazione con l’IWSC e che verrà consegnato a Londra nell’autunno prossimo: Fiona Beckett, Helen McGinn, Victoria Moore, Jane Parkinson, per il loro contributo alla conoscenza del vino nel mondo.
Igp Ettolitri % sul totale
Bottiglie equivalenti
Delle Venezie 1.571.267 18,4 209.502.267
Veneto 1.280.234 15,0 170.697.867
Terre Siciliane 970.417 11,4 129.388.996
Emilia 923.237 10,8 123.098.221
Rubicone 538.423 6,3 71.789.780
Provincia di Pavia 475.575 5,6 63.410.027
Puglia 464.562 5,4 61.941.641
Toscana 421.709 4,9 56.227.802
Salento 295.436 3,5 39.391.407
Sicilia (Igt) 254.981 3,0 33.997.509
Vigneti delle Dolomiti 214.712 2,5 28.628.313
Verona 134.729 1,6 17.963.887
Marche 128.541 1,5 17.138.797
Lazio 106.114 1,2 14.148.525
Terre di Chieti 101.963 1,2 13.595.125
Umbria 101.576 1,2 13.543.455
Venezia Giulia 100.932 1,2 13.457.609
Altre 463.368 5,4 61.782.356
Totale 8.547.777 100,0 1.139.703.582
lE IGP PIù IMBOTTIGlIATE
NEl 2013(sopra i 100.000 hl)
Fonte tabelle e grafici in questa pagina: rielaborazioni Corriere Vinicolo su dati Mipaaf
Dimensione (hl) Numero Do % sul totale Hl imbottigliati % sul totaleFino 5.000 282 68% 296.020 3%
5-10.000 24 6% 179.451 2%
10-20.000 37 9% 529.504 5%
20-50.000 24 6% 822.345 7%
50-100.000 25 6% 1.899.059 16%
100-500.000 19 5% 3.319.968 29%
> 500.000 5 1% 4.511.537 39%
Totale monitorato 416 100% 11.557.885 100%
VINO IMBOTTIGlIATO 2013: GlI SCAGlIONI DEllE DOP
UNIVErSO DOP: frAMMENTAzIONE E CONCENTrAzIONENUMErO DOP E QUOTA % SUl TOTAlE IMBOTTIGlIATO
Un patrimonio prezioso
L a fotografia del “vigneto Italia” a denominazione che finisce in botti-glia diventa, finalmente, più nitida; i numeri sull’imbottigliato delle varie
Igt, Doc e Docg assumono una certezza mai co-nosciuta prima e, quindi, la fisionomia del mer-cato del vino italiano acquista una “leggibilità” nuova. Ritengo che sia questo il primo, impor-tante risultato che emerge dai dati sull’imbotti-gliamento 2013 delle Igt, Doc e Docg del nostro Paese, diffusi dalla Direzione generale per il riconoscimento degli organismi di controllo e certificazione e tutela del consumatore del mi-nistero per le Politiche agricole, ottenuti sulla base dei dati forniti dalle strutture di controllo dei prodotti vitivinicoli. Si tratta di un risulta-to, del nuovo sistema di controlli operante in Italia, che dobbiamo salutare con grande favo-re e interesse perché mette a disposizione de-gli operatori, dei produttori e delle imprese un quadro chiaro, trasparente – e soprattutto cer-to – del mercato delle varie denominazioni del Paese. Finalmente, saremo in grado di monito-rare con una certa precisione l’andamento del quadro produttivo e, quindi, prendere decisioni, orientare attività e valutare investimenti senza più affidarci al “naso”, alle “sensazioni” o, peg-gio ancora, a informazioni parziali del mercato. Una situazione nuova, che restituirà una diver-sa certezza alle nostre valutazioni, e quindi de-cisioni, permettendoci di migliorare l’efficienza e la professionalità delle imprese.Se nel dettaglio si trovano dati molto interessan-ti, la macro-lettura dei numeri sulla produzione italiana conferma un quadro già conosciuto: cinque denominazioni raccolgono il 39% del to-tale vino in bottiglia nel 2013, mentre le ultime 282 (ovvero il 68%) sono sotto i 5.000 ettolitri e rappresentano solo il 3% del volume totale. Un
po’ meglio il quadro delle Igt, dove 4 tipologie di vino riuniscono il 55% della produzione, ma le prime 17 rappresentano il 95% dell’intero imbot-tigliato. Una disparità dimensionale tra denominazioni che deve, certamente, continuare a far riflettere il nostro settore, nella consapevolezza, però, che non può essere compressa o mortificata la legit-tima “autodeterminazione” dei territori nella richiesta e gestione delle Do con decisioni “ver-ticistiche”, così come non ha senso impostare attività imprenditoriali senza la consapevolezza delle imprescindibili logiche del mercato.Ma, oggi, il quadro disegnato dai dati del mini-stero offre l’opportunità di valorizzare un altro aspetto di questa “varietà” di denominazioni che spesso rimane soffocato nel dibattito sulle Doc piccole o grandi, più o meno rivendicate,
Superf. rivendicata (ha) Uve rivendicate (q.li) Vino certificato (hl) Vino imbottigliato (hl)2012 2013 2012 2013 2012 2013 2012 2013
Docg 62.686 60.959 5.262.394 5.270.301 3.455.925 3.431.780 3.233.539 3.361.731
Doc 159.793 156.898 16.336.131 16.507.652 8.668.792 9.090.164 8.238.382 8.196.154
Totale Do 222.479 217.858 21.598.525 21.777.953 12.124.717 12.521.945 11.471.921 11.557.885
Totale Igt 67.942 120.761 7.213.718 16.722.284 2.997.698 8.547.777
Totale Do + Ig 290.421 338.618 28.812.244 38.500.237 12.124.717 12.521.945 14.469.619 20.105.662
DATI DI SINTESI DEllE DO E IG
ITAlIANE
Nota: anno solare. Per il 2012, gli imbottigliamenti Igp si riferiscono al periodo agosto-dicembre
Dop Ettolitri % sul totale
Bottiglie equivalenti
Prosecco 1.810.654 15,7 241.420.568
Chianti 760.650 6,6 101.420.048
Asti 745.524 6,5 99.403.200
Montepulciano d'Abruzzo 650.301 5,6 86.706.745
Conegliano Valdobbiadene Prosecco
544.408 4,7 72.587.770
Soave 357.798 3,1 47.706.407
Alto Adige 270.576 2,3 36.076.783
Trentino 255.973 2,2 34.129.791
Chianti Classico 247.867 2,1 33.048.909
Piemonte 239.385 2,1 31.918.000
Bardolino 210.690 1,8 28.092.005
Valpolicella Ripasso 188.887 1,6 25.184.967
Bonarda dell’Oltrepò Pavese 167.184 1,4 22.291.157
Barbera d’Asti 157.543 1,4 21.005.733
Valpolicella 148.844 1,3 19.845.808
Verdicchio dei Castelli di Jesi 136.554 1,2 18.207.232
Valdadige o Etschtaler 121.091 1,0 16.145.467
Oltrepò Pavese 120.392 1,0 16.052.227
Sicilia (Doc) 120.250 1,0 16.033.268
Franciacorta 119.070 1,0 15.876.052
Friuli Grave 116.819 1,0 15.575.901
Modena 114.670 1,0 15.289.287
Romagna 114.527 1,0 15.270.249
Langhe 111.849 1,0 14.913.200
Altre 3.726.379 32,2 496.850.511
Totale 11.557.885 100,0 1.541.051.283
lE DOP PIù IMBOTTIGlIATE
NEl 2013(sopra i 100.000 hl)
282 24 37 24 25 19 5
NUMERO DO
3% 2%5%
7%
16%
29%
39%
di Domenico ZoninPresidente dell’Unione Italiana Vini
I dati contenuti nelle pagine da 3 a 5 sono stati gentilmente fornitidal Mipaaf - Direzione generale per il riconoscimento degli organismi
di controllo e certificazione e tutela del consumatore, sulla base dei dati forniti dalle strutture di controllo dei prodotti vitivinicoli.
Si ringrazia il direttore generale, dottoressa Laura La Torre
p r i m o p i a n oil corriere vinicolo n. 14
12 Maggio 2014 3
Denominazione Superficie(ha)
Vino imbott.
(hl)Denominazione Superficie
(ha)
Vino imbott.
(hl)Denominazione Superficie
(ha)
Vino imbott.
(hl)
Gli imbottigliamenti nel 2013 (anno solare)
DoC InTerreGIonaLI
Lison 82 1.409
Lison-Pramaggiore 329 13.333
Prosecco 15.542 1.810.654
di cui: Veneto 1.436.806
Friuli V.G. 58.262
Fuori zona 315.586
Colli di Luni 146 8.084
Garda 999 32.491
Lugana 1.050 89.875
San Martino della Battaglia 8 190
IGT InTerreGIonaLI
Alto Livenza 17 1.159
Delle Venezie 3.560 1.571.267
Vigneti delle Dolomiti o Weinberg Dolomiten
905 214.712
Vallagarina 135 5.655
aBrUzzo
Doc
Abruzzo 150 3.976
Cerasuolo d'Abruzzo 684 40.392
Controguerra 43 1.432
Montepulciano d'Abruzzo 9.328 650.301
Ortona 19 0
Terre Tollesi o Tullum 22 808
Trebbiano d'Abruzzo 2.139 95.796
Villamagna 43 69
Totale Doc abruzzo 12.428 792.772
Docg
Montepulciano d'Abruzzo Colline Teramane
121 1.943
Totale Docg abruzzo 121 1.943
Igt
Colli Aprutini 154 7.792
Colli del Sangro 6 1.099
Colline Frentane 15 1.408
Colline Pescaresi 262 21.648
Colline Teatine 73 3.698
Del Vastese o Histonium 10 281
Terre Aquilane o Terre de L'Aquila
26 577
Terre di Chieti 1.669 101.963
Totale Igt abruzzo 2.215 138.467
ToTaLe aBrUzzo 14.765 933.183
BaSILICaTa
Doc
Aglianico del Vulture 602 13.817
Grottino di Roccanova 13 214
Matera 24 293
Terre dell'Alta Val d'Agri 14 30
Totale Doc Basilicata 653 14.355
Docg
Aglianico del Vulture Superiore 81 0
Totale Docg Basilicata 81 0
Igt
Basilicata 394 13.131
Totale Igt Basilicata 394 13.131
ToTaLe BaSILICaTa 1.127 27.485
CaLaBrIa
Doc
Bivongi 26 502
Cirò 421 27.388
Donnici 0 345
Greco di Bianco 35 120
Lamezia 26 577
Melissa 28 673
Pollino
S. Anna di Isola di Capo Rizzuto
1 0
San Vito di Luzzi 37 784
Savuto 9 234
Scavigna 198 1.339
Terre di Cosenza 0 44
Verbicaro
Totale Doc Calabria 781 32.006
Igt
Arghillà 1 50
Calabria 205 15.483
Costa Viola 2 160
Lipuda 0 0
Locride 10 13
Palizzi 16 148
Pellaro 3 86
Scilla 0 43
Val di Neto 60 5.176
Valdamato 0 0
Totale Igt Calabria 296 21.158
ToTaLe CaLaBrIa 1.076 53.163
CaMPanIa
Doc
Aversa 25 537
Campi Flegrei 113 3.328
Capri 1 50
Castel San Lorenzo 9 2
Cilento 80 540
Costa d'Amalfi 48 1.345
Falanghina del Sannio 950 18.906
Falerno del Massico 92 1.795
Galluccio 75 1.015
Guardiolo
Irpinia 286 9.657
Ischia 100 4.114
Penisola Sorrentina 70 2.790
Sannio 1.093 19.352
Sant'Agata dei Goti
Solopaca
Taburno
Vesuvio 178 6.124
Totale Doc Campania 3.120 69.554
Docg
Aglianico del Taburno 84 311
Fiano di Avellino 443 11.454
Greco di Tufo 691 19.402
Taurasi 363 5.593
Totale Docg Campania 1.581 36.760
Igt
Benevento o Beneventano 1.309 50.673
Campania 478 17.989
Casavecchia di Pontelatone 5 0
Catalanesca del Monte Somma
4 190
Colli di Salerno 30 478
Epomeo 9 396
Paestum 75 2.397
Pompeiano 27 1.110
Roccamonfina 134 2.831
Terre del Volturno 104 1.519
Totale Igt Campania 2.175 77.583
ToTaLe CaMPanIa 6.876 183.897
Igp Ettolitri % sul totale
Bottiglie equivalenti
Delle Venezie 1.571.267 18,4 209.502.267
Veneto 1.280.234 15,0 170.697.867
Terre Siciliane 970.417 11,4 129.388.996
Emilia 923.237 10,8 123.098.221
Rubicone 538.423 6,3 71.789.780
Provincia di Pavia 475.575 5,6 63.410.027
Puglia 464.562 5,4 61.941.641
Toscana 421.709 4,9 56.227.802
Salento 295.436 3,5 39.391.407
Sicilia (Igt) 254.981 3,0 33.997.509
Vigneti delle Dolomiti 214.712 2,5 28.628.313
Verona 134.729 1,6 17.963.887
Marche 128.541 1,5 17.138.797
Lazio 106.114 1,2 14.148.525
Terre di Chieti 101.963 1,2 13.595.125
Umbria 101.576 1,2 13.543.455
Venezia Giulia 100.932 1,2 13.457.609
Altre 463.368 5,4 61.782.356
Totale 8.547.777 100,0 1.139.703.582
Fonte tabelle e grafici in questa pagina: rielaborazioni Corriere Vinicolo su dati Mipaaf
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ecc.: cioè la ricchezza del nostro “vigneto” che, pur con innegabili contraddizioni, il nostro si-stema delle denominazioni rappresenta e valo-rizza in maniera importante.Territori, vitigni, tecniche produttive, storie im-prenditoriali, costituiscono un mix di ricchezza e varietà di offerta commerciale unico al mon-do. Abbiamo piccole produzioni che costitui-scono una straordinaria risposta al mercato di nicchia e alla sua continua ricerca di novità e particolarità; così come le grandi denominazio-ni sono oggi le nostre “corazzate” per la conqui-sta dei mercati internazionali. Se in Italia i vini “stranieri” non crescono ci sarà un motivo “di mercato”, in un popolo che non eccelle certo per sciovinismo. La risposta è nella nostra varietà di prodotti ed etichette che non stanca mai, per-ché non basta una vita, da appassionati, a sco-prirla e conoscerla tutta. Per altro verso, le dina-miche del mercato internazionale richiedono, di necessità, masse critiche di prodotto in grado di soddisfare le richieste della distribuzione dei vari Paesi e, quindi, garantire quella copertura commerciale indispensabile nel presidio dei di-versi mercati esteri. E noi abbiamo l’uno e l’altro.Tutto bene, quindi? Sì, ma si può fare meglio. I 20 milioni di ettolitri di vino Do-Ig imbottiglia-to devono crescere: diventare nei prossimi anni 25, 30 milioni. Perché la sfida globale del vino italiano – come dimostra la storia degli ultimi decenni - si gioca sul vino a denominazione che racconta territori, tipologie, vitigni, tradizioni. La partita dei vini generici non è la nostra parti-ta: ci sono Paesi (vedi, da ultimo, la Spagna) che, alla lunga, riescono a diventare più competitivi di noi. Lasciamola a loro. Il nostro futuro è un altro: si chiama “denominazione”, cioè qualità, valore. Giochiamola bene, perché abbiamo tutte le carte per vincere. Domenico Zonin
IMBOTTIGlIAMENTI2013
Continua a pagina 4
Imbo%gliamen, 2013
Igt 42%
Docg17%
Doc41%
p r i m o p i a n oil corriere vinicolo n. 1412 Maggio 20144
eMILIa roMaGna
Doc
Bosco Eliceo 30 872
Cagnina di Romagna 0 0
Colli Bolognesi 370 12.071
Colli di Faenza 23 275
Colli di Parma 86 4.893
Colli di Rimini 86 1.949
Colli di Scandiano e di Canossa
295 10.743
Colli d'Imola 179 3.756
Colli Piacentini 1.658 72.617
Colli Romagna Centrale 32 329
Gutturnio 1.271 72.444
Lambrusco di Sorbara 1.937 45.129
Lambrusco Grasparossadi Castelvetro
1.333 71.887
Lambrusco Salamino di Santa Croce
2.532 64.988
Modena o di Modena 1.017 114.670
Ortrugo 423 25.808
Pagadebit di Romagna 0 0
Reggiano 1.072 85.904
Reno 501 23.565
Romagna 4.694 114.527
Romagna Albana Spumante 0 0
Sangiovese di Romagna 0 8.153
Trebbiano di Romagna 0 69
Totale Doc emilia romagna
17.539 734.650
Docg
Colli Bolognesi Classico-Pignoletto
26 510
Romagna Albana 318 4.231
Totale Docg emilia romagna
344 4.741
Igt
Bianco di CastelfrancoEmilia
68 5.875
Emilia o dell'Emilia 4.622 923.237
Forlì 1.100 3.944
Fortana del Taro 8 493
Ravenna 4.525 4.505
Rubicone 3.085 538.423
Sillaro o Bianco del Sillaro 73 2.374
Terre di Veleja 4 94
Val Tidone 22 2.870
Totale Igt emilia romagna 13.507 1.481.816
ToTaLe eMILIa roMaGna
31.390 2.221.208
FrIULI VenezIa GIULIa
Doc
Carso 53 998
Collio Goriziano o Collio 1.234 46.256
Friuli Annia 27 678
Friuli Aquileia 498 21.616
Friuli Colli Orientali 1.806 47.941
Friuli Grave 2.879 116.819
Friuli Isonzo o Isonzodel Friuli
908 18.725
Friuli Latisana 132 3.268
Totale Doc Friuli Venezia Giulia
7.537 256.300
Docg
Colli Orientali del Friuli Picolit 53 308
Ramandolo 38 835
Rosazzo 25 273
Totale Docg Friuli Venezia Giulia
116 1.416
Igt
Venezia Giulia 2.229 100.932
Totale Igt 2.229 100.932
ToTaLe FrIULI VenezIa GIULIa
9.882 358.648
LazIo
Doc
Aleatico di Gradoli 0 0
Aprilia 2 5
Atina 59 551
Bianco Capena 0 0
Castelli Romani 1.589 98.413
Cerveteri 122 2.285
Cesanese di Affile o Affile 6 93
Cesanese di Olevano Romano o Olevano Romano
36 571
Circeo 63 4.589
Colli Albani 276 19.510
Colli della Sabina 8 120
Colli Etruschi Viterbesi 175 2.443
Colli Lanuvini 19 1.448
Cori 43 856
Est!Est!!Est!!! di Montefiascone
344 20.876
Frascati 840 77.306
Genazzano 1 0
Marino 564 55.155
Montecompatri Colonna o Montecompatri o Colonna
5 330
Nettuno 13 334
Roma 28 387
Tarquinia 5 100
Terracina o Moscato di Terracina
25 1.274
Velletri 20 429
Vignanello 30 696
Zagarolo 4 129
Totale Doc Lazio 4.276 287.900
Docg
Cannellino di Frascati 25 864
Cesanese del Piglio 121 3.872
Frascati Superiore 230 4.998
Totale Docg Lazio 376 9.735
Igt
Anagni 0 0
Civitella d’Agliano 16 851
Colli Cimini 77 2.603
Costa Etrusco Romana 18 279
Frusinate o del Frusinate 67 1.274
Lazio 2.484 106.114
Totale Igt Lazio 2.662 111.121
ToTaLe LazIo 7.314 408.756
LIGUrIa
Doc
Cinque Terre e Cinque Terre Sciacchetrà
53 2.127
Colline di Levanto 14 525
Golfo del Tigullio-Portofino o Portofino
31 1.800
Pornassio o Ormeasco di Pornassio
30 1.276
Riviera Ligure di Ponente 238 10.858
Rossese di Dolceacqua o Dolceacqua
53 1.639
Val Polcevera 1 58
Totale Doc Liguria 419 18.284
Igt
Colline del Genovesato 3 286
Colline Savonesi 14 661
Terrazze dell'Imperiese 3 96
Totale Igt Liguria 20 1.043
ToTaLe LIGUrIa 439 19.327
LoMBarDIa
Doc
Bonarda dell’Oltrepò Pavese 2.700 167.184
Botticino 23 532
Buttafuoco dell’Oltrepò Pavese
78 2.007
Capriano del Colle 26 1.993
Casteggio 9 64
Cellatica 10 349
Curtefranca 234 15.485
Garda Colli Mantovani 35 1.460
Lambrusco Mantovano 339 14.459
Oltrepò Pavese 2.960 120.392
Oltrepò Pavese Pinot Grigio 66 3.312
Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese
139 1.508
Riviera del Garda Bresciano o Garda Bresciano
75 4.004
Rosso di Valtellina 97 4.991
San Colombano al Lambro o San Colombano
62 1.745
Sangue di Giuda dell’Oltrepò Pavese
222 11.989
Terre del Colleoni o Colleoni 11 210
Valcalepio 159 6.674
Valtènesi 114 2.626
Totale Doc Lombardia 7.360 360.983
Docg
Franciacorta 2.309 119.070
Oltrepò Pavese Metodo Classico
133 2.603
Scanzo o Moscato di Scanzo 18 102
Sforzato di Valtellina o Sfursat di Valtellina
77 1.651
Valtellina Superiore 368 11.399
Totale Docg Lombardia 2.905 134.826
Igt
Alto Mincio 145 5.883
Benaco Bresciano 61 3.059
Bergamasca 100 5.306
Collina del Milanese 103 3.019
Montenetto di Brescia 24 817
Provincia di Mantova 330 62.249
Provincia di Pavia 2.626 475.575
Quistello 51 7.525
Ronchi di Brescia 13 569
Ronchi Varesini 5 157
Sabbioneta 4 175
Sebino 9 828
Terrazze Retiche di Sondrio 65 4.548
Terre Lariane 29 552
Valcamonica 24 405
Totale Igt Lombardia 3.589 570.666
ToTaLe LoMBarDIa 13.854 1.066.475
MarCHe
Doc
Bianchello del Metauro 207 9.623
Colli Maceratesi 114 2.985
Colli Pesaresi 200 4.272
Esino 80 1.380
Falerio 329 19.611
I Terreni di Sanseverino 3 0
Lacrima di Morro d’Alba 239 8.830
Pergola 13 313
Rosso Conero 230 10.581
Rosso Piceno o Piceno 1.161 41.686
San Ginesio 6 274
Serrapetrona 30 80
Terre di Offida 4 219
Verdicchio dei Castelli di Jesi 2.036 136.554
Verdicchio di Matelica 244 16.579
Totale Doc Marche 4.897 252.988
Docg
Castelli di Jesi Verdicchio Riserva
173 1.995
Conero 399 10.745
Offida 142 1.422
Verdicchio di Matelica Riserva
26 452
Vernaccia di Serrapetrona 36 858
Totale Docg Marche 777 15.472
Igt
Marche 2.927 128.541
Totale Igt Marche 2.927 128.541
ToTaLe MarCHe 8.600 397.001
MoLISe
Doc
Biferno 69 2.690
Molise o del Molise 238 5.365
Pentro di Isernia o Pentro 0 0
Tintilia del Molise 36 186
Totale Doc Molise 342 8.241
Igt
Osco o Terre degli Osci 489 23.748
Rotae 1 0
Totale Igt Molise 490 23.748
ToTaLe MoLISe 832 31.988
PIeMonTe
Doc
Boca 11 162
Bramaterra 29 210
Calosso 2 0
Canavese 110 2.110
Carema 12 560
Collina Torinese 16 183
Colline Novaresi 180 4.766
Coste della Sesia 33 1.201
Fara 6 121
Freisa di Chieri 79 1.395
Lessona 19 138
Pinerolese 36 984
Sizzano 3 71
Valli Ossolane 7 141
Valsusa 8 216
Alba 3 37
Albugnano 5 256
Barbera d’Alba 1.250 80.591
Barbera del Monferrato 793 40.390
Cisterna d’Asti 5 141
Colli Tortonesi 225 4.995
Colline Saluzzesi 9 460
Cortese dell’Alto Monferrato 223 7.249
Dolcetto d’Acqui 176 5.405
Dolcetto d’Alba 1.070 51.864
Dolcetto d’Asti 129 4.284
Dolcetto delle Langhe Monregalesi
0 0
Dolcetto di Dogliani 0 109
Dolcetto di Ovada 362 11.938
Freisa d’Asti 142 4.677
Gabiano 1 20
Grignolino d’Asti 217 8.913
Grignolino del Monferrato Casalese
100 3.144
Langhe 1.230 111.849
Loazzolo 2 6
Malvasia di Casorzo d’Asti 42 2.163
Malvasia di CastelnuovoDon Bosco
29 3.579
Monferrato 0 43.648
Nebbiolo d’Alba 464 17.981
Piemonte 0 239.385
Rubino di Cantavenna 1 21
Strevi 17 1.063
Terre Alfieri 17 993
Verduno Pelaverga o Verduno 2 139
Totale Doc Piemonte 7.064 657.556
Docg
Erbaluce di Caluso o Caluso 171 6.502
Gattinara 78 1.690
Ghemme 41 348
Alta Langa 67 1.662
Asti 9.484 745.524
Barbaresco 589 30.792
Barbera d’Asti 3.569 157.543
Barbera del Monferrato Super. 32 1.117
Barolo 1.820 86.764
Brachetto d’Acqui o Acqui 877 21.699
Dogliani 640 18.411
Dolcetto di Diano d’Albao Diano d’Alba
159 4.930
Dolcetto di Ovada Superiore 31 581
Gavi o Cortese di Gavi 1.369 90.404
Roero 705 38.374
Ruchè di Castagnole Monferrato
87 4.682
Totale Docg Piemonte 19.718 1.211.023
ToTaLe PIeMonTe 26.783 1.868.580
ProVInCIa aUTonoMa DI BoLzano
Doc
Lago di Caldaro o Caldaro (Kalterersee o Kalterer)
322 25.291
Alto Adige o dell’Alto Adige (Südtirol o Südtiroler)
4.943 270.576
Totale Doc Bolzano 5.265 295.867
Igt
Mitterberg 25 4.373
Totale Igt Bolzano 25 4.373
ToTaLe BoLzano 5.289 300.240
Denominazione Superficie(ha)
Vino imbott.
(hl)Denominazione Superficie
(ha)
Vino imbott.
(hl)Denominazione Superficie
(ha)
Vino imbott.
(hl)Denominazione Superficie
(ha)
Vino imbott.
(hl)
Gli imbottigliamenti nel 2013 (anno solare)
p r i m o p i a n oil corriere vinicolo n. 14
12 Maggio 2014 5
ProVInCIa aUTonoMa DI TrenTo
Doc
Casteller 30 3.162
Teroldego Rotaliano 402 29.687
Trentino 6.685 255.973
Trento 973 47.374
Totale Doc Trento 8.089 336.197
ToTaLe TrenTo 8.089 336.197
PUGLIa
Doc
Aleatico di Puglia 6 24
Alezio 3 48
Barletta 8 202
Brindisi 276 11.950
Cacc'e Mmitte di Lucera 15 296
Castel del Monte 339 17.905
Colline Joniche Tarantine 4 11
Copertino 106 4.773
Galatina 1 211
Gioia del Colle 90 1.994
Gravina 17 429
Leverano 129 6.527
Lizzano 41 315
Locorotondo 82 2.671
Martina o Martina Franca 22 487
Matino 1 0
Moscato di Trani 5 134
Nardò 11 383
Orta Nova 2 0
Ostuni 1 34
Primitivo di Manduria 2.050 77.851
Rosso di Cerignola 1 100
Salice Salentino 2.196 77.931
San Severo 315 10.466
Squinzano 222 3.223
Tavoliere delle Puglie o Tavoliere
48 275
Totale Doc Puglia 5.991 218.240
Docg
Castel del Monte Bombino Nero
28 450
Castel del Monte Nero di Troia Riserva
42 0
Castel del Monte Rosso Riserva
51 0
Primitivo di Manduria Dolce Naturale
45 498
Totale Docg Puglia 166 948
Igt
Daunia 1.283 44.415
Murgia 92 1.908
Puglia 5.280 464.562
Salento 9.899 295.436
Tarantino 743 15.466
Valle d’Itria 122 1.868
Negroamaro Terra d’Otranto 2 34
Terra d’Otranto 21 0
Totale Igt Puglia 17.443 823.688
ToTaLe PUGLIa 23.600 1.042.876
SarDeGna
Doc
Alghero 423 14.023
Arborea 4 33
Campidano di Terralba o Terralba
39 247
Malvasia di Bosa 16 42
Moscato di Sorso Sennori 5 4
Sardegna Semidano 15 232
Vernaccia di Oristano 13 278
Cagliari 39 958
Cannonau di Sardegna 2.187 59.308
Carignano del Sulcis 284 11.152
Girò di Cagliari 1 0
Malvasia di Cagliari 0 35
Mandrolisai 10 212
Monica di Cagliari 0 0
Monica di Sardegna 181 10.587
Moscato di Cagliari 0 201
Moscato di Sardegna 25 898
Nasco di Cagliari 5 5
Nuragus di Cagliari 131 6.999
Vermentino di Sardegna 845 69.317
Totale Doc Sardegna 4.222 174.532
Docg
Vermentino di Gallura 1.017 33.327
Totale Docg Sardegna 1.017 33.327
Igt
Barbagia 4 41
Colli del Limbara 232 3.647
Marmilla 7 0
Nurra 0 0
Ogliastra 31 1.546
Planargia 0 32
Provincia di Nuoro 0 0
Romangia 2 308
Tharros 8 605
Valle del Tirso 131 3.743
Isola dei Nuraghi 307 16.985
Parteolla 0 0
Sibiola 7 760
Trexenta 0 0
Valli di Porto Pino 10 189
Totale Igt Sardegna 740 27.855
ToTaLe SarDeGna 5.979 235.713
SICILIa
Doc
Alcamo 289 9.881
Contea di Sclafani 48 0
Contessa Entellina 20 602
Delia Nivolelli 12 150
Eloro 95 730
Erice 51 1.116
Etna 645 10.651
Faro 17 88
Malvasia delle Lipari 23 195
Mamertino di Milazzo o Mamertino
34 112
Marsala 1.672 53.197
Menfi 118 165
Monreale 53 185
Moscato di Pantelleria, Passito di Pantelleria, Pantelleria
281 8.054
Noto 99 1.063
Riesi 26 204
Salaparuta 28 176
Sambuca di Sicilia 0 0
Sciacca 55 0
Sicilia 11.964 120.250
Siracusa 17 168
Vittoria 73 1.139
Totale Doc Sicilia 15.621 208.125
Docg
Cerasuolo di Vittoria 179 4.996
Totale Docg Sicilia 179 4.996
Igt
Avola 3 0
Salemi 2 21
Salina 50 471
Terre Siciliane 34.065 970.417
Sicilia 254.981
Totale Igt Sicilia 34.119 1.225.891
ToTaLe SICILIa 49.919 1.439.012
ToSCana
Doc
Ansonica Costa dell’Argentario
26 602
Barco Reale di Carmignano o Rosato di Carmignano o Vin Santo di Carmignano o Vin Santo di Carmignano Occhio di Pernice
16 2.619
Bianco dell'Empolese 24 688
Bianco di Pitigliano 311 12.419
Bolgheri e Bolgheri Sassicaia 926 42.366
Candia dei Colli Apuani 41 745
Capalbio 33 243
Colli dell' Etruria Centrale 36 261
Colline Lucchesi 105 2.021
Cortona 260 2.858
Elba 99 3.209
Grance Senesi 5 0
Maremma Toscana 1.672 17.820
Montecarlo 96 2.326
Montecucco 154 6.065
Monteregio di Massa Marittima
219 2.212
Montescudaio 116 1.915
Moscadello di Montalcino 18 287
Orcia 152 1.920
Parrina 50 421
Pomino 88 2.450
Rosso di Montalcino 487 31.217
Rosso di Montepulciano 304 18.714
San Gimignano 60 310
Bianco Pisano S. Torpè 17 131
Sant’Antimo 531 1.845
Sovana 297 943
Terratico di Bibbona 14 381
Terre di Casole 11 278
Terre di Pisa 59 217
Val d’Arbia 0 7
Val d’Arno di Sopra o Valdarno di Sopra
9 38
Val di Cornia 32 429
Val di Cornia Rosso 3 0
Valdichiana Toscana 163 3.475
Valdinievole 15 538
Vin Santo del Chianti 105 1.219
Vin Santo del Chianti Classico
64 612
Vin Santo di Montepulciano 7 113
Totale Doc Toscana 6.626 163.914
Docg
Brunello di Montalcino 1.932 58.881
Carmignano 145 1.773
Chianti 14.183 760.650
Chianti Classico 6.518 247.867
Elba Aleatico Passito o Aleatico Passito dell'Elba
26 171
Montecucco Sangiovese 193 490
Morellino di Scansano 1.412 68.918
Suvereto 86 183
Vernaccia di San Gimignano 721 38.395
Vino Nobiledi Montepulciano
1.224 53.619
Totale Docg Toscana 26.441 1.230.946
Igt
Alta Valle della Greve 5 254
Colli della Toscana Centrale 236 1.484
Costa Toscana 201 1.849
Montecastelli 7 13
Toscano o Toscana 11.107 421.709
Val di Magra 16 112
Totale Igt Toscana 11.573 425.421
ToTaLe ToSCana 44.641 1.820.281
UMBrIa
Doc
Amelia 311 626
Assisi 59 1.428
Colli Altotiberini 87 298
Colli del Trasimeno o Trasimeno
281 3.330
Colli Martani 215 5.209
Colli Perugini 98 870
Lago di Corbara 50 820
Montefalco 351 11.011
Orvieto 1.952 95.834
Rosso Orvietano 55 351
Spoleto 6 137
Todi 142 1.984
Torgiano 182 3.372
Totale Doc Umbria 3.789 125.269
Docg
Montefalco Sagrantino 388 7.853
Torgiano Rosso Riserva 7 377
Totale Docg Umbria 395 8.230
Igt
Allerona 22 0
Narni 5 425
Umbria 3.328 101.576
Bettona 16 943
Cannara 1
Spello 3 32
Totale Igt Umbria 3.376 102.976
ToTaLe UMBrIa 7.560 236.476
VaLLe D’aoSTa
Doc
Valle d’Aosta o Vallee d’Aoste
154 10.230
ToTaLe VaLLe D’aoSTa 154 10.230
VeneTo
Doc
Arcole 73 1.234
Bagnoli di Sopra o Bagnoli
28 1.387
Bardolino 2.896 210.690
Bianco di Custoza o Custoza
1.243 90.272
Breganze 391 9.116
Colli Berici 751 14.787
Colli Euganei 705 18.957
Corti Benedettine del Padovano
88 1.748
Gambellara 369 9.240
Merlara 37 115
Montello e Colli Asolani 70 1.647
Monti Lessini 80 682
Lessini Durello 222 3.738
Piave 549 11.484
Riviera del Brenta 24 142
Soave 5.641 357.798
Valpolicella 7.062 148.844
Valpolicella Ripasso 0 188.887
Venezia 1.141 26.637
Vicenza 220 3.266
Vigneti della Serenissima 3 0
Valdadige o Etschtaler 958 121.091
Valdadige Terradeiforti 19 395
Totale Doc Veneto 22.570 1.222.154
Docg
Amarone della Valpolicella 99.923
Bagnoli Friularo o Friularo di Bagnoli
61 33
Bardolino Superiore 36 2.358
Colli Asolani-Prosecco o Asolo-Prosecco
216 8.906
Colli di Conegliano 47 1.161
Colli Euganei Fior d’Arancio o Fior d’Arancio Colli Euganei
138 5.430
Conegliano Valdobbiadene Prosecco
6.259 544.408
Montello Rosso o Montello
25 0
Piave Malanotte o Malanotte del Piave
16 94
Recioto di Gambellara 0 778
Recioto di Soave 0 878
Recioto della Valpolicella 0 2.207
Soave Superiore 26 1.190
Totale Docg Veneto 6.823 667.367
Igt
Colli Trevigiani 188 5.964
Conselvano 2 0
Marca Trevigiana 5.502 43.170
Veneto 9.221 1.280.234
Veneto Orientale 214 12.477
Verona o Provincia di Verona o Veronese
3.237 134.729
Totale Igt Veneto 18.363 1.476.574
ToTaLe VeneTo 47.756 3.366.095
Denominazione Superficie(ha)
Vino imbott.
(hl)Denominazione Superficie
(ha)
Vino imbott.
(hl)Denominazione Superficie
(ha)
Vino imbott.
(hl)Denominazione Superficie
(ha)
Vino imbott.
(hl)
Gli imbottigliamenti nel 2013 (anno solare)
P O L I T I C AIL COrrIere vInICOLO n. 1412 Maggio 20146
A l via i lavori del Comitato scientifico “vino” per l’Expo 2015 che, dopo l’ufficializzazione al Vinitaly da parte del ministro dell’Agricoltura, Maurizio Martina, si è riunito il 30 aprile a Roma nella sua prima sessione di lavori. Presentazioni di rito tra
i componenti indicati dal ministero – tra i quali il presidente di Unione Italiana Vini, Domenico Zonin - e poi l’analisi in dettaglio dello “spazio” che è stato riservato al vino italiano nella prossima esposizione universale di Milano. Il “Palazzetto del vino italiano”, di duemila metri quadrati e suddiviso in due piani - posto all’in-terno del Padiglione Italia sull’incrocio tra il cardo Nord-Est e il decumano, pertanto nella “piazza centrale” dell’intera area Expo, di fronte al Padiglione UE e allo stesso Palazzo Italia – sarà il cuore della partecipazione (e presentazione) della nostra vitivinicoltu-ra al mondo che si affaccerà all’Expo. “Un luogo privilegiato dove passeranno tutti i visitatori dell’esposizione universale - ha com-mentato Domenico Zonin – che dovrà essere attrezzato adeguata-mente per attrarre la loro curiosità e, soprattutto, rimanere nella loro memoria al termine del tour”. Oltre 110 ettari di superficie, 150 padiglioni di paesi partecipanti, migliaia di eventi nell’arco di sei mesi rappresentano un contesto espositivo e comunicativo denso, pieno di stimoli e suggestioni, molto competitivo “dove dovremo essere bravi - prosegue Zonin -
Expo, la prima riunione del Comitato scientifico vino
Si è discusso fra le altre cose della struttura del Palazzetto del vino: 2.000 mq su due piani, divisi tra percorso emozionale (piano terra) ed eventi, degustazioni, educational con l’Enoteca dei vini (primo piano). Domenico Zonin: “Un luogo privilegiato dove passeranno tutti i visitatori dell’esposizione universale, che dovrà essere attrezzato adeguatamente per attrarre la loro curiosità e, soprattutto, rimanere nella loro memoria al termine del tour”
di gIuLIO sOmmA
Lake ArenA
Palazzo itALiA PADiGLiOne
VinO
PiAzzA itALiA
Qui sopra, la piantina dell’Expo e - a destra - la collocazione dello Spazio Vino all’interno del Padiglione Italia, che sarà gestito da Vinitaly
Il ComItato sCIentIfICo
del PadIglIone VIno dell’exPo 2015
a sfruttare bene la posizione di privilegio che ci è stata assegnata per incuriosire i visitatori, soprattutto quelli dei Paesi nuovi con-sumatori (cinesi, asiatici ecc.) ai quali trasmettere l’idea che l’Ita-lia oltre alla moda è anche ‘vino’, e riuscire a garantire il ‘ricordo’ del nostro prodotto nella mente di coloro che verranno a visitarci”.
La struttura del Palazzetto del vino Per raggiungere l’obiettivo, il piano terra del “palazzetto” ospiterà un percorso “emozionale” dedicato al “primo approccio” al mondo del nostro vino per i milioni di visitatori che non lo conoscono, mentre il secondo piano sarà dedicato ad eventi, degustazioni, presentazioni, educational per approfondire la cultura della viti-vinicoltura italiana. In questa area sarà realizzata una “enoteca del vini italiani” – reale e virtuale – dove si potranno acquistare direttamente (e on-line) le bottiglie (con servizio di consegna pure a domicilio) “che dovrà, però, allargare la sua sfera di influenza e attività – ha sottolineato Zonin – anche nella ristorazione italiana presente all’Expo, soprattutto quella di alto livello, dove la presen-za dei vini italiani andrà adeguatamente valorizzata”. Al Comitato Scientifico il compito di supervisionare tutta la fase progettuale e realizzativa, portando idee e suggerimenti per orien-tare l’allestimento dello spazio “emozionale” - con giusto impatto e contenuti adeguati - e costruire il programma di iniziative che,
al primo piano, si svilupperanno nel corso dei sei mesi dell’espo-sizione. Ma la scommessa dell’Expo non si fermerà all’interno dell’area espositiva. “La sfida più importante – ha commentato, ancora, il presidente dell’Unione Italiana Vini - sarà quella di portare fuori dal Pa-diglione vino i visitatori e condurli nelle nostre aziende e nei nostri territori. Dovremo assolutamente evitare il mordi e fuggi, il pellegrinaggio all’Expo di turisti che magari stazionano nei Paesi limitrofi (Francia, Svizzera, Germania), proponendo una attrattiva che li inviti a rimanere in Italia. E quale miglior modo per organizzare questa permanenza che non quella di indiriz-zarli nei territori del vino, nelle nostre aziende, di farli vivere e toccare con mano l’esperienza della vitivinicoltura italiana, dato che il tema dell’Expo è proprio l’alimentazione ed il vino, oggi, costituisce uno dei motivi di maggior attrazione del nostro Pa-ese nel mondo?”. Una sfida importante verso la quale l’Unione Italiana Vini sta la-vorando da tempo con la costituzione del “tavolo di lavoro “ dedi-cato all’Expo coordinato da Raffaele Boscaini. “Fin dalla prossima riunione del Comitato scientifico – conclude Zonin – avanzeremo una serie di proposte emerse dal gruppo di lavoro, per vivere da protagonisti il nostro ruolo nel Comitato e rendere veramente protagonista il vino italiano all’Expo 2015”.
Riccardo Cotarellapresidente Assoenologi
(presidente)
Raffaele Borriellovice capo di Gabinetto del Ministero delegato
all’Expo 2015 (coordinatore)
Diana Braccocommissario generale
di sezione per il Padiglione Italia
Domenico Zoninpresidente Unione
Italiana Vini
Giovanni Mantovanidirettore generale
Veronafiere
Lamberto Vallarino Gancia
presidente Federvini*
Piero Antinoripresidente Istituto Vino
Italiano di Qualità -a Grandi Marchi
Carlo Guerrieri Gonzaga
presidente Comitato Grandi Cru
Ruenza Santandreapresidente Gruppo
Cevico - responsabile vino Legacoop-Agroalimentare
* il 5 maggio il Cda di Federvini ha proposto all’unanimità Sandro Boscaini come presidente per il triennio 2014/16. L’assemblea del 19 giugno sarà chiamata a ratificare la scelta del Consiglio
P O L I T I C AIL COrrIere vInICOLO n. 14
12 Maggio 2014 7
M entre i successi dell’export del vino italiano nel mon-do inebriavano i dibatti-ti del Vinitaly, l’Unione Italiana Vini chiamava a
raccolta produttori e istituzioni per confrontar-si sugli ostacoli e le difficoltà che, ancora oggi, frenano lo sviluppo commerciale sui mercati in-ternazionali, sempre più asse portante dell’eco-nomia vitivinicola italiana. All’incontro dal tito-lo “Successi sui mercati internazionali e barriere all’export: percorsi e prospettive”, è emersa con chiarezza la piena sintonia del triangolo istitu-zionale disegnato dai dicasteri italiani dello Svi-luppo economico e dell’Agricoltura, da un lato, Commissione europea e Comité vins, dall’altro, sulla partita relativa alle regole degli scambi commerciali internazionali “che rappresentano – ha commentato Domenico Zonin, presidente dell’Unione Italiana Vini - la sfida decisiva per il futuro della vitivinicoltura del vecchio conti-nente”. Felice Assenza e Amedeo Teti, diretto-ri generali rispettivamente del ministero per le Politiche agricole e del ministero dello Sviluppo economico, hanno ribadito la sinergia forte ope-rante tra i due ministeri nel supporto alle poli-tiche europee contro il proliferare di nuovi pro-tezionismi, consapevoli dell’estrema importanza dell’export per l’industria vinicola italiana. “Vo-gliamo essere sempre più vicini alle vostre istan-ze ed esigenze”, ha affermato Assenza, mentre Teti ha voluto ricordare “il forte impegno assun-to dal Mise nel supportare le aziende vitivinico-le italiane, nell’affaire Cina, sostenere Bruxelles nella conduzione delle trattative per chiudere i 12 accordi bilaterali ancora aperti” annunciando
In occasione del convegno UIV all’ultimo Vinitaly, è emersa con chiarezza la piena sintonia del triangolo istituzionale disegnato dai dicasteri italiani dello Sviluppo economico e dell’Agricoltura, Commissione europea e Comité vins, su questa tematica strategica per il futuro della filiera. Focus su Cina e Usa
UsA, tUrchiA, rUssiA e cinAOPerAtiVi i “Desk AnticOntrAffAziOne”
“È una buona notizia; adesso speriamo diventino efficaci in una delle battaglie cruciali del nostro export”. Così il presidente di Unione Italiana Vini, Domenico Zonin, ha commentato l’annuncio - dato al convegno di Vinitaly dal direttore genera del Mise, Amedeo Teti - dell’entrata in funzione di quattro Desk per la tutela della proprietà intellettuale e per l’assistenza agli ostacoli al commercio, aperti in mercati strategici per le esportazioni italiane quali Usa, Turchia, Russia e Cina. Annunciati a fine 2013 dal viceministro allo Sviluppo economico, Carlo Calenda, gli uffici sono stati presentati da Roberto Lovato dell’Ice. Saranno gestiti da personale locale e ogni sede avrà 3 addetti dedicati alla contraffazione, alla politica commerciale e, un terzo, alla segreteria. “È la nostra risposta alla richiesta delle imprese – aveva detto Calenda – di avere un aiuto immediato nei casi di contraffazione e di essere assistite nei casi di difficoltà all’accesso ai mercati”.Alle quattro sedi di Istanbul, Mosca, New York e Pechino si aggiunge anche l’ufficio di Tokyo che sarà dedicato al settore agroalimentare.
una strategia nuova nella battaglia anticontraf-fazione che “vedrà l’apertura da parte dell’Ice - Agenzia, su incarico del Mise, di quattro desk per la tutela della proprietà intellettuale e per l’as-sistenza agli ostacoli al commercio in mercati strategici per le esportazioni italiane quali Usa, Turchia, Russia e Cina”. (vedi box qui a fianco)
Cina, due anni di collaborazione tecnicaSul tema Cina, Josè ramon Fernandez, segre-tario generale del Comité vins, ha riepilogato la vicenda della procedura antidumping e, in par-ticolare, l’iter che ha portato di recente all’ac-cordo con i cinesi, “un accordo– ha sottolineato Fernandez – che siamo riusciti a chiudere in due anni, anziché nei cinque previsti, e con contro-partite estremamente più favorevoli rispetto a quelle avanzate dai cinesi nella fase iniziale dei negoziati”.Due anni di collaborazione tecnica nel corso dei quali impiantare qualche ettaro di vigneto speri-mentale in Cina e organizzare un programma di incoming con operatori cinesi ai quali trasferire know-how sulle varie fasi produttive del vino, “rappresentano un ‘prezzo’ non solo notevol-mente inferiore rispetto a quanto si ipotizzava prima – ha commentato Paolo Castelletti, se-gretario generale dell’Unione Italiana Vini - ma che può trasformarsi in opportunità per quelle aziende e associazioni che intensificheranno i contatti con gli imprenditori cinesi”.
Usa, un complesso accordo bilateraleSul fronte americano è, invece intervenuto, Fran-cesco meggiolaro, responsabile “Stati Uniti” della DG Agri della Commissione europea, che,
aggiornando sullo stato di avanzamento del complesso accordo bilaterale Usa-Ue, ha ricorda-to come il vino, forte di un accordo specifico del 2005 nel quale, tra l’altro, viene sancito il ricono-scimento reciproco di una serie di denominazio-ni, probabilmente non vedrà, nonostante il deciso impegno della Commissione a inserirlo all’inter-no dell’accordo-quadro, sostanziosi passi avanti sui temi della protezione e dell’abbattimento dei dazi doganali. “Sono invece fiducioso – ha detto Meggiolaro – sulla possibilità di riuscire a risol-vere una serie di problemi di natura amministra-tiva, segnalati dai vostri uffici, relativi all’appro-vazione delle etichette di alcune tipologie di vini, che oggi creano ostacoli all’importazione”.
Questione Ig E il procedere lento di questi accordi preoccupa Domenico Zonin “perché ogni partita di vino bloccata alle frontiere non è solo perdita di fat-
turato per le imprese ma mancata occupazione di spazi commerciali dove possono proliferare i falsi e gli ‘italian sounding’, nel merito del ri-conoscimento di Ig specifiche all’interno degli accordi bilaterali si profila una forte debolezza europea. “Chiedere da parte della Ue il ricono-scimento di liste positive di Ig all’interno degli accordi bilaterali – ha commentato Castelletti – implica la rinuncia a priori alla battaglia più im-portante che è quella di farsi riconoscere il prin-cipio giuridico, e quindi il sistema complessivo, delle protezioni legate alle denominazioni. Una debolezza che si paga non solo con lo stillicidio di trattative su singole Indicazioni geografiche, il cui valore e importanza può variare nel tempo a seconda degli andamenti di mercato, ma anche con dinamiche di accordi commerciali tra Paesi terzi che rischiano di vanificare i risultati nego-ziali ottenuti con gli accordi europei, come inse-gna il recente caso della Corea”. G.S.
scambi commerciali internazionali
Giocare al meGlio la partita delle reGole
SuccESSI E dIffIcoltà dEll’ExPort
VInIcolo ItalIano
s p e c i a l e s p a g n ail corriere vinicolo n. 1412 Maggio 20148
Città del VinoAmbAsCiAtor non portA penA… mA può riCeVere un premioSi tratta del “Premio internazionale ambasciatori delle Città del vino”, ideato da Mario Fregoni, coordinatore nazionale degli Ambasciatori e responsabile scientifico del progetto, che a cadenza annuale, è riservato a libri, opere o innovazioni documentate dedicate al settore vitivinicolo o di prodotti derivati, pubblicati nei due anni precedenti il bando. Invio opere entro il 30 giugno. Per informazioni: [email protected].
In rIcordoTutta l’Unione Italiana Vini è vicina
alla collega Marta Piccoli, della sede di Verona, per la recente perdita della mamma Ines.
Per noi italiani la Spagna costitu-isce un oggetto misterioso. Vista sempre con un po’ di snobismo, come gli ultimi della classe, quelli che fanno tanto volume ma ge-
nerano poco valore, quelli che stanno sempre dietro e di cui non c’è bisogno di curarsi, perché tanno non sanno mettersi d’accordo su nulla. Eppure, gli indicatori che arrivano dal Paese ibe-rico dovrebbero destare qualche attenzione in più da parte della nostra industria, se non altro perché non moltissimi anni fa l’Italia era in una situazione non dissimile: grossi volumi di pro-dotto di scarso valore, esportati in pochi mercati e per lo più in cisterna. Di conseguenza, consi-derazione sui mercati internazionali molto poca, ambasciatori e brand contabili sulle dita di una mano. Poi sappiamo com’è andata: passando at-traverso le forche caudine del metanolo, il nostro Paese ha costruito un nuovo rinascimento, che l’ha portato in cima ai competitor mondiali.Con le debite proporzioni, con le debite diffe-renze, la Spagna di oggi sta anch’essa sul ciglio di un precipizio: le opzioni sono dotarsi di ali e spiccare il volo oppure caracollare giù, trascinata da una produzione che – foraggiata dagli incen-tivi comunitari per le riconversioni - continua ad aumentare, fino al mostruoso record appena incasellato nel 2013, pari a 53 milioni di ettolitri, di cui 33 provenienti dal serbatoio Castilla-La Mancha. Questo nonostante negli anni il vigneto sia andato riducendosi, soprattutto nei tre anni delle estirpazioni con premio (2009/11), che han-no tolto dal mercato circa 100.000 ettari, la metà di quanto si sia estirpato nel periodo che va dal 2000 al 2013. Una evenienza – quella dell’aumen-to della produzione legato alle ristrutturazioni – che la Commissione europea ha sottovalutato nelle sue elaborazioni: si è sì calcolata una media di oltre 4 milioni di ettolitri di prodotto in meno nel triennio, ma si dimenticava di fare i conti con gli effetti dell’introduzione dell’irrigazione di soccorso su vigneti di grande estensione, col-
Primo comandamento non snobbarli
Il Paese delle grandi cisterne e del vino sottocosto sta mutando pelle. Un processo lento, che richiede grande spirito di squadra tra le diverse anime
della filiera industriale e una chiara visione strategica. Le potenzialità ci sono, i margini per crescere anche. Soprattutto su fronti per noi chiave,
come il Nordamerica e l’Oriente. Ecco in numeri di che cosa sono fatti i nostri vicini di casa. Che per certi aspetti non sono poi così diversi da noi
di carlo Flamini
direttore editoriale domenico zonin
comitato editoriale domenico zonin, nicolò mascheroni Stianti,ernesto Abbona, Luigi Bersano, Antonio Rallo,Sandro Sartor, ettore nicoletto, carlotta Pasqua,Paolo castelletti, Francesco Pavanello
direttore responsabile cARLo FLAmini [email protected] AnnA VoLonteRio [email protected] collaborato: Franca ciccarelli, Stefano tesi, Giulio Somma, Antonella Bosso, Gabriele di Gaspero, Guido cipriani, michele morgante, enrico Peterlunger, Raffaele testolin
graficaALeSSAndRA BAciGALuPi, ALeSSAndRA FARinA
segreteria di redazioneLAuRA LonGoni, [email protected] & sviluppoBRunA zAccAGnini, tel. 02 72 22 28 41
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Associato all'Unione Stampa Periodica Italiana
aderisce al progetto europeo
produzione di Vini e mosti in spAgnA (mln ettolitri)
53 Mln hl
Produzione
952.000 hA
Superfici
2,6 Mld €
Export
26,4
20,8
22,7 33,0
33,2
32,5
45,6
33,9 40,5
46,6
48,7
39,5 43,7
39,8
41,3
38,3
39,9
37,2
34,2
52,5
1994
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
Produzione di vini e mosti in Spagna (mln hl)
Aziende
630.000
Consumi
8 Mln hl
LA spAgnA Ai rAggi X
Dati 2013, esclusi consumi e aziende (2012)
Fonti grafici e tabelle di questo servizio:
Elaborazioni Corriere Vinicolo su dati
FEGA, Ministero dell’Agricoltura
spagnolo, Oemv, Ministero del
Commercio estero spagnolo
s p e c i a l e s p a g n ail corriere vinicolo n. 14
12 Maggio 2014 9
90 euro Abbonamento settimanale on line
(41 numeri l’anno/accesso web riservato)
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visibile anche
su tablet
. . . d a l 1 9 2 8
O r g a n o d ’ i n f o r m a z i o n e d e l l ’ U n i o n e I t a l i a n a V i n i
L’anaLisi comparata deLL’export dei principaLi paesi
tappi in sughero
Una guida per il corretto utilizzo, frutto
della collaborazione delle industrie
del settore e della ricerca universitaria,
con la partecipazione di Uiv
pag. 26 ~ t e c n i c a e n o L o g i c a ~
prova trattore
Lo specializzato Holder F 780,
potenza e versatilità di utilizzo.
Ecco i risultati del panel che ne ha
testato le performance in vigneto
pag. 22 ~ t e s t i n c a m p o ~
anno 85
n. 16
Lunedì
23 Aprile 2012
associazione per La tuteLa generaLe deLLe attività deL cicLo economico deL settore vitivinicoLo
Per qualche dollaro in piùEditricE UnionE italiana Vini sede: 20123 Milano, via san Vittore al teatro 3, tel. 02 72 22 281, fax 02 86 62 26
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stampa: sigraf, treviglio (Bergamo) - associato all’Uspi, Unione stampa Periodica italiana.
Siamo il Paese che esporta
di più, ma le nostre bottiglie in giro
per i cinque continenti sono tra
le meno care in assoluto.
Con l’Argentina già pronta a fare
il sorpasso e una Spagna
che non resterà a lungo cenerentola.
La nostra crescita a valori
è troppo lenta e l’equazione
“tanto a poco” va riequilibrata.
Altrimenti il giocattolo rischia
seriamente di rompersi
C A P S U L A T R I C I - G A B B I E T T A T R I C I - M A C C H I N E P E R L O S L E E V E
Nortan S.r.l. Via dell’Industria 37040 Veronella (Vr) Italy
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Alla Nortan trattiamo
ogni bottiglia come fosse
un’opera d’arte
ww
w.st
p.it
Prezzo medio vino
confezionato 2011 ($/litro)
S iamo il Paese che
ha esportato di più
nel 2011 e quello
che vende le sue
bottiglie in giro
per il mondo a uno dei prezzi
più bassi. A questo punto, la do-
manda è lecita: vendiamo tan-
to perché valiamo poco? È una
delle chiavi di lettura plausibili
delle tabelle che presentiamo
in questo numero del giorna-
le, da cui si evince che con 12
milioni di ettolitri l’Italia è il
top exporter mondiale a volu-
mi, ma lascia la prima piazza a
valori a una inarrivabile Fran-
cia (6,4 miliardi di dollari), e
scende al quinto posto quando
si tratta di prezzo medio: 3,70
dollari al litro, dietro Nuova Ze-
landa, Francia, Usa e Australia,
e incalzati da una dinamicissi-
ma Argentina, che ormai ci fa
sentire il fiato sul collo.
Segue a pagina 3
export di vino: maggiori paesi - 2011
.000 litriVar. %
.000 $ Var. %$/litro
Var. %
Francia995.500
5,3 6.381.39621,4
6,4115,3
Italia1.231.569
8,3 4.557.97816,6
3,707,7
spagna736.496
14,6 1.796.31719,8
2,444,5
australia361.800
-15,7 1.542.865-1,8
4,2616,4
cile
466.8843,1 1.470.194
10,83,15
7,5
Usa
208.46714,8 986.851
25,14,73
9,0
nuova Zelanda111.200
-1,4 763.1999,7
6,8611,3
argentina216.164
-6,2 762.7029,2
3,5316,4
di carLo FLamini
Fonte: elaborazioni
Corriere Vinicolo su dati
istituti di statistica
e associazioni nazionali
i n p r i m o p i a n o
australia4,26
spagna2,44
stati Uniti4,73
Francia6,41
nuova Zelanda 6,86
italia3,70
argentina3,53
cile3,15
iPad
Il Corriere Vinicolo
Campagna abbonamentI
2014
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10,0
20,0
30,0
40,0
50,0
60,0
70,0
80,0
400
450
500
550
600
650
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1996
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2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
Superfici e rese dei vigneti in Castilla-La Mancha
.000 ha Resa (hl/ha) asse dx
produzione di Vino e mosto in CAstiLLA-LA mAnChA
0
5.000
10.000
15.000
20.000
25.000
30.000
35.000
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
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Produzione di vino e mosto in Castilla-La Mancha
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locati in pianura e allevati sempre più con mo-derne forme di conduzione. Cosa puntualmente denunciata l’anno scorso dalla Corte dei conti europea, che individuava proprio nella Castilla-La Mancha il caso scuola del fallimento di una politica che con una mano finanziava per toglie-re e con l’altra incentivava a produrre di più. Ed ecco che la Castilla, nell’anno di grazia 2013, porta le sue rese medie per ettaro a 71 ettolitri, contro una media decennale di 40, per una produzione schizzata da 18 a 33 milioni di ettolitri.
Ma la domanda vera adesso è un’altra: a meno di cataclismi naturali, la Spagna è destinata a rima-nere su una produzione annua che non viaggerà più tra 35 e 40 milioni di ettolitri di media, ma molto più probabilmente nella forchetta 45-50, allineandosi di fatto a Italia e Francia. Questo, al di là della congiuntura 2013, è quindi il tema: che cosa farà di questo prodotto in più il Paese delle corrida, della paella e delle ramblas? Come gesti-ranno le produzioni e le remunerazioni, come evolveranno i rapporti tra cooperative e privati? E soprattutto, considerando che il mercato inter-no registra consumi in continua regressione, su quali mercati andrà a finire questo prodotto ed entrando in diretta collisione con chi?
La produzione e il nodo dei dirittiPartiamo dalla produzione, e da come potrebbe influire il nuovo sistema delle autorizzazioni, che dal 2016 manderanno in pensione i diritti d’impianto. Nella discussione preliminare sulla liberalizzazione dei diritti d’impianto, in fase di stesura della nuova Ocm nel 2008, la Spagna a differenza di Francia e Italia ha mantenuto un atteggiamento laico. La considerazione era basi-ca: il vigneto si sta contraendo, avremo un’ero-sione enorme con le estirpazioni, meglio avere la possibilità di accogliere chi ha risorse fresche e vuole investire nella viticoltura. Poi, al giro di boa, quando si prese coscienza del fatto che co-munque l’erosione c’era stata ma tutto sommato i rinnovi dei vigneti stavano incominciando a dare i primi segnali di inversione sul fronte sia quantitativo che qualitativo, compensando di fatto l’effetto degli espianti, gli spagnoli hanno incominciato a cambiare idea, arrivando a fir-mare l’appello di francesi e italiani nel 2012 per una revisione della decisione europea di libe-ralizzare. Il resto è cronaca di ieri, con l’introduzione del regime delle autorizzazioni al posto della semplice proroga di quello dei diritti di impianto, che agli spagnoli non dispia-ce affatto. A differenza dell’Italia, infatti, che come ab-biamo documentato da questo regime ha tutto da perdere, so-prattutto in termini di riduzione del potenzia-
Un nuovo attore: grande o grosso?Dove i castigliani collocheranno il grosso di que-sto prodotto, è facilmente prevedibile: sul mer-cato dello sfuso, specialmente in Francia, dove la produzione è stata scarsissima, e su altri mercati di vicinanza (Germania, Est Europa), entrando in diretta concorrenza con il prodotto italiano. Che l’anno scorso, grazie a una vendemmia 2012 tra le più scarse, era arrivato a quotazioni record, oltre gli 80 centesimi per litro. Cifre oggi che si guardano come un miraggio.
le, in quanto il meccanismo di calcolo dell’incre-mento delle superfici non compensa i continui fenomeni di erosione (vedi Corriere Vinicolo Vite), la Spagna dal sistema delle autorizzazioni ha tutto da guadagnare. Innanzitutto, soprattut-to in Castilla, avere rese dei vigneti potenzial-mente altissime può compensare eventuali ero-sioni future, se non tamponate da quel famoso 1% di nuovi impianti a disposizione (circa 9.000 ettari calcolati sul vigneto spagnolo di oggi, con-tro i 6.000 dell’Italia, al netto dei 100.000 ettari di diritti detenuti dai produttori iberici). Ma soprattutto il fatto di avere un vigneto di queste potenzialità può sempre dare la possibili-tà di una rimodulazione al ribasso, sia attraverso il meccanismo della vendemmia verde, poco o nulla utilizzato in Spagna finora, sia tramite le consuete pratiche di diradamento. Questa opzio-ne, in un Paese come il nostro, è invece per lo più impraticabile, sia per la collocazione dei nostri vigneti, che li rende non paragonabili a quelli spagnoli, sia per l’elevata parcellizzazione fon-diaria. In sostanza, gli spagnoli possono fare la vendemmia sulla nostra, mentre non è concesso il contrario. In caso quindi di erosione del potenziale viticolo dovuto a espianti, se i nuovi ettari concessi non dovessero sopperire in termini produttivi, l’Ita-lia si troverebbe presto spalle al muro, mentre la Spagna potrebbe spingere il suo potenziale al massimo, comunque a quel livello sufficiente a consentire di portare prodotto là dove il nostro non fosse disponibile ad arrivare. Se fossero di occhio corto, gli spagnoli potrebbero anche fer-marsi qui, mostrare i muscoli e portarci via mer-cati di basso valore aggiunto. Con quale ritorno sulla filiera, è tutto da verificare, ed è uno dei punti che un recente rapporto Rabobank sotto-
linea: quanto è sostenibile una filiera che porta in giro ancora molto
del suo prodotto su mercati saturi e in prospettiva ca-
lante, come quelli euro-pei? Se invece avessero
in animo di cogliere le potenzialità del nuovo scenario in ottica di riqualifi-care parte del loro export, allora la si-
tuazione potrebbe cambiare.
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Superfici e rese dei vigneti in Castilla-La Mancha
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Superfici e rese dei vigneti in Castilla-La Mancha
.000 ha Resa (hl/ha) asse dx
superfiCi e rese dei Vigneti in CAstiLLA-LA mAnChA
food&winenAsCe VytA sAntA mArgheritARitrovare nella frenesia di un viaggio, sapori e prodotti autentici dell’agroalimentare italiano: è questa la filosofia che anima VyTA Santa Margherita, la nuova partnership che il Gruppo vinicolo di Fossalta di Portogruaro (Venezia) ha avviato con Retail Food Srl. nelle rinnovate stazioni di Roma Termini, Milano Centrale, Torino Porta nuova e napoli Centrale un nuovo, prestigioso format di locale - boulangerie, caffetteria e ristorazione - åmette a disposizione dei viaggiatori momenti di relax e di alta degustazione. A breve anche Venezia, Bologna e Firenze.
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48,0 46,8 49,0 40,4 36,4 39,3 41,4 40,5 39,3 39,5 42,7 37,8 43,8 42,9
44,0 45,6 42,6 51,5 56,3 53,2 51,0 52,0 52,2 51,3 49,5 55,3 48,6 48,5
7,9 7,6 8,4 8,1 7,3 7,5 7,6 7,5 8,5 9,2 7,8 6,9 7,6 8,6
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15,3 13,5 12,0 16,5 18,7 16,2 15,5 16,2 18,1 15,7 15,0 19,3 19,0 20,7
18,2 17,3 18,2 18,0 17,8 18,3 17,1 17,2 18,5 19,4 19,2 17,2 17,0 16,2
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Bottiglia Sfuso e > 2 l Spumanti
1,93 1,98 1,91 1,88 1,86 1,81 1,86 1,89 1,82 1,88 1,68 1,68 1,74
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0,48 0,40 0,38 0,37 0,35 0,33 0,34 0,36 0,39 0,35 0,33 0,35 0,47 0,61
3,19 3,08 2,90
2,57 2,58 2,66 2,55 2,63 2,46 2,42
2,68 2,48
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Export per tipologie (euro/litro)
Bottiglia Sfuso e > 2 l Spumanti
I mercati internazionaliVediamo allora come si trovano posizionati oggi gli spagnoli e le differenze rispetto all’Italia. L’ex-port iberico è ancora equamente diviso a metà: il 50% del volume è fatto di vino in bottiglia e spu-mante, l’altro 50% è cisterna. Ovviamente, sul fronte dei valori, le percentuali si ribaltano, con poco più del 20% sfuso. L’andamento dei prezzi medi, indicatore che misura la bontà della stra-tegia di riposizionamento del prodotto, indica una sostanziale piattezza: si era, per il segmen-to bottiglia (escluso spumante), a 1,93 euro/litro nel 2000, si è arrivati a 2,09 nel 2013, passando attraverso una media di 1,85 nella prima par-te del decennio, quella ante-crisi, per scendere sotto gli 1,70 dopo lo scoppio della bolla econo-mica, in particolare nel biennio 2010/11, per poi lentamente risalire. Se si toglie l’effetto dell’in-
flazione, si può dire che oggi gli spagnoli abbiano guadagnato briciole. Il grafico a volumi indica specularmente una crescita nel biennio 2010/11, segno che la strate-gia fu abbastanza basica: si appiattirono i listini per tenere i mercati. Negli ultimi due anni, inve-ce, anche a causa della minore disponibilità di vino, si è tentata con successo la carta del rialzo dei prezzi, ma la cosa è stata prerogativa anche di altri produttori, italiani in primis. Niente di straordinario, quindi.Andiamo a vedere dove gli spagnoli fanno il grosso del business. A livello di volumi, la fetta più grande è fatta in Europa, che vuol dire so-prattutto UK, Germania, Svizzera e Paesi Bassi. Il Nordamerica, pur in crescita, continua a gio-care un ruolo tutto sommato marginale per le potenzialità e il valore che esprimono Stati Uniti
eXport spAgnoLo di Vino per tipoLogie
(quote % volume) (quote % valore)
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VinisolaArbAriA AL gALA deL 48° VinitALyl’avventura di Vinisola è iniziata da poco, ma i successi sono già arrivati. Come al Vinitaly 2014, dove Arbaria 2012, Zefiro 2012, Pantelleria Moscato liquoroso hanno ricevuto il diploma di Gran Menzione al 21° Concorso enologico. Al Passito di Pantelleria doc Arbaria 2011 si aggiunge poi anche il riconoscimento di essere stato scelto per la prestigiosa cena di gala del 48° Vinitaly, come abbinamento perfetto al dessert.
Agroalimentare certificatoon Line iL primo e-CommerCe Con “dispensA itALiAnA”dall’accordo tra Tuttofood, Fondazione Qualivita e Gruppo Poste Italiane nasce “Qualivita e-commerce”, online dal 10 aprile con il pacco “dispensa italiana”.
All’interno del paniere, che resterà online fino al 31 maggio a un prezzo promozionale, 6 eccellenze italiane tra cui il Brunello di Montalcino dop
(docg) di Banfi.
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12 Maggio 2014 11
A napoli dal 20 al 24 maggioWine&theCity® edizione n°7da sette anni si rinnova a napoli Wine&Thecity®, il fuori salone del vino: il grande evento diffuso che coinvolge 100 location e oltre 70 aziende vitivinicole, in una staffetta di aperitivi che combinano moda, design, cultura, arte, musica e vino. Una grande festa mobile. scandita da un tam tam di appuntamenti, mostre e performance d’arte, degustazioni, feste, dj set, aperi-shopping e cooking show. Info e programma: www.wineandthecity.it
(mln euro)
(quote % valore)
e Canada, mentre a valori le performance sono andate crescendo con maggior lena, arrivando al record dei 250 milioni di euro nel 2013, ovvero una quota del 16% (ma si era al 10% 13 anni pri-ma, non un exploit). Sul fronte asiatico, i volumi sono di poco inferio-ri al Nordamerica (66 milioni di litri contro 71), mentre a fatturati si è ancora indietro, 146 milio-ni di euro e una quota sul totale del 9% (per in-ciso, l’Asia per noi vale 262 milioni di euro e pesa sul totale export in bottiglia per il 7%).In Centro America, facilitati dalle affinità di lin-gua e cultura, gli spagnoli ricavano il 5% del loro fatturato export, per lo più fatto in Messico, Bra-sile e via via tutti gli altri. A livello di crescite cumulate, ovviamente è l’Asia quella che mostra i tassi più alti, essendo partita da livelli molto bassi: tra 2000 e 2013 il
80,8 80,4 78,0 77,6 76,3 74,9 71,9 71,1 69,8 70,7 68,1 66,4 64,4 64,7
10,0 10,3 12,2 12,6 13,6 14,7 16,4 15,9 15,4 15,5 15,6 15,1 15,0 16,0
2,5 2,2 2,2 2,3 2,6 2,7 3,0 3,6 4,3 4,9 6,2 8,0 9,8 9,3
4,4 4,5 4,5 4,2 4,4 4,9 5,6 5,4 5,4 4,7 5,4 5,5 5,2 5,2
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tasso composto di crescita annua segna +17%, contro +9% del Nordamerica e +3% dell’Europa. Come segnala il report di Rabobank, lo sbilancio esportativo su mercati a crescita lenta e price sensitive (UK e Germania) costituisce uno dei più seri problemi che l’industria spagnola deve tentare di risolvere, per dirigersi su mercati ma-turi o emergenti che potenzialmente possono garantire margini più interessanti.
Paralleli con l’ItaliaPer quanto riguarda i portafogli export di Italia e Spagna, possiamo notare similitudini importan-ti e altrettanto importanti punti di divergenza. Come abbiamo visto analizzando la performance export del nostro Paese, il grosso delle spedizio-ni di vino in bottiglia viene diretto in Europa e lo stesso può dirsi per la Spagna. Le destinazioni
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Europa Usa+Canada Asia America Centro-meridionale Africa Oceania
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CresCitA VALore eXport (cagr 2000/13)
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Americ
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eridionale
susegana, 18 maggioVino in ViLLA, 300 etiChette di proseCCo doCgl’evento dedicato al Prosecco Superiore varca le mura del Castello di San Salvatore di Susegana (Tv) e presenta il territorio con itinerari che faranno conoscere le colline di Conegliano Valdobbiadene, candidate a patrimonio Unesco. Appuntamento il 18 maggio. Info: www.prosecco.it - [email protected]
eXport spAgnoLo di Vino in bottigLiA per pAesi
s p e c i a l e s p a g n ail corriere vinicolo n. 1412 Maggio 201412
principali sono bene o male le stesse, con diver-si ordini di importanza: Germania, UK, Svizzera, Paesi Bassi, Danimarca, Svezia, Belgio e Francia. Diverso invece il ruolo del Nordamerica, per noi mercato di straordinaria importanza, con gli Usa prima destinazione a valore e il Canada in quar-ta, mentre per la Spagna gli Usa sono al terzo posto e il Canada all’ottavo, entrambi comunque con performance decise di crescita. Diverso il peso del Centro e Sudamerica, che per noi vale poco più dell’1% (53 milioni di euro) mentre per la Spagna come abbiamo visto si tratta di un 5% (83 milioni).Sull’Asia, invece, vi è una certa convergenza di interessi. Come abbiamo visto, il peso sul tota-le export bottiglia è relativamente contenuto, attorno al 7-8% per entrambi i Paesi. E la Cina vale per entrambi una sessantina di milioni di euro di valore, pur pesando in maniera differen-te sulla composizione export: sesta destinazione dei vini spagnoli, per l’Italia 15° posto. È del 2013, come abbiamo documentato, il sorpasso dei vini spagnoli sul mercato cinese dell’imbottigliato. Sul Giappone, infine, abbiamo ancora una certa distanza: per gli spagnoli vale 48 milioni di euro, meno della Cina, mentre per noi con 121 milioni di euro costituisce la sesta destinazione a valore.
Più chance per la SpagnaDalla composizione dei portafogli italiano e spa-
eXport per pAesi (mln euro)
(euro/litro)
gnolo, emergono un paio di considerazioni. La prima. La Cina rimane un campo apertissimo per entrambi i Paesi, ma per noi, che abbiamo saturato Europa e Nordamerica, resta una sorta di necessità, se non altro per garantire una terza gamba all’export, in caso di traballamento di una delle altre due. Per la Spagna, l’opzione Cina può essere considerata al pari di Usa e Canada, anzi in una ideale strategia da disegnare a tavolino potrebbe anche venire in secondo piano rispetto a due Paesi già maturi, in costante crescita e che si sono dimostrati comunque ricettivi alle novi-tà: gli australiani prima, il Malbec argentino poi, il Prosecco italiano oggi. Seconda considerazione. La composizione dell’industria spagnola, dove anima cooperativa e privata stentano a parlarsi, in maniera ancora più rigida di quanto non accada in Italia, potreb-be favorire sia un doppio binario separato, dove ognuno fa la sua partita, sia un tentativo di dia-logo. Sul mercato americano, le aziende di brand, meglio posizionate rispetto alle coop, possono fungere da apripista e monopolisti della distri-buzione, con allargamento progressivo alle coo-perative in funzione di serbatoio di prodotto, su cui innestare eventuali accordi societari. In Cina, invece, si potrebbe avere un’azione a tenaglia, che non necessariamente preveda lo sbocco ad accordi commerciali: alle cooperative il compito di presidiare il mercato dal basso, ai privati quel-
Prime 10 destinazioni a valore: 2000...
Altri22%
Paesi Bassi8%
usa8%danimarca 7%
Svezia 6%
Svizzera 6%
Francia 3%
norvegia 2%
Finlandia 2%
uK20%
Germania16%
eXport bottigLiAprime 10 destinAzioni A VALore
2000 ▶
2013 ▶
cina 4%Paesi Bassi 5%
Svizzera 6%Francia 4%
canada 3%
Giappone 3%
messico 3%
... 2013
Altri32%
usa11%
uK16%
Germania13%
Gli spumanti
nel 2013 export a 158,9 milioni di litri (+1%), per un valore di 424,7 milioni di euro (+1%) e un prezzo medio stabile a 2,67 euro al litro
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Export spumanti (mln euro)
Germania
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Export spumanti (euro/litro)
Germania
UK
Belgio
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4,50 4,70 4,90 5,10 5,30 5,50 5,70 5,90 6,10 6,30 6,50
2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013
Usa: import bottiglia ($/litro)
Italia Spagna Media mercato
iL posizionAmento d’ingresso di itALiA e spAgnA (import bottigLiA dei VAri pAesi, prezzi AL Litro)
cAnAdA (cAn$/litro)
4,00
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Canada: import bottiglia (CAN$/litro)
Spagna Italia Media mercato
uK (£/litro)
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UK: import bottiglia (£/litro)
Spagna Italia Media mercato
cinA ($/litro)
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Cina: import bottiglia ($/litro)
Italia Spagna Media mercato
GeRmAniA (euro/litro)
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Germania: import bottiglia (euro/litro)
Italia Spagna Media mercato
uSA ($/litro)
4,50 4,70 4,90 5,10 5,30 5,50 5,70 5,90 6,10 6,30 6,50
2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013
Usa: import bottiglia ($/litro)
Italia Spagna Media mercato
GiAPPone (yen/litro)
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Giappone: import bottiglia (yen/litro)
Italia Spagna Media mercato
SVizzeRA (euro/litro)
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Svizzera: import bottiglia (CHF/litro)
Italia Spagna Media mercato
lo di veicolare il marchio Spagna dall’alto. Vista la necessità di volume potenzialmente richiedi-bile dal mercato, la strada degli accordi societari o di distribuzione andrebbe comunque pensata. Le opzioni a disposizione degli spagnoli sem-brano maggiori, sia come mix di strategie po-tenzialmente attuabili, sia come scelta dei mercati su cui puntare: oltre a Nordamerica e Cina, si tenga conto del miglior posizio-namento della Spagna in Sudamerica (più Paesi oltre al solo Brasile) e – fattore da non sottovalutare – in Africa, dove noi siamo praticamente inesistenti, mentre gli ibe-rici hanno già portato qualche bandierina.
Fronti di competizioneTorniamo all’oggi. Dalla scomposizione dei por-tafogli export, come abbiamo visto, i fronti più caldi potrebbero essere sostanzialmente due: Nordamerica, dove la Spagna è ancora sottorap-presentata, e Cina, dove invece la corsa pare av-viata, anche se in maniera un po’ caotica e priva di grandi strategie se non quella del prezzo. Il po-sizionamento di ingresso dei prodotti italiani e spagnoli è un indicatore della percezione media sul mercato. Come si vede dai grafici, negli Stati Uniti, entrambi i Paesi sono sotto la media, con un vantaggio competitivo per l’Italia, leader di mercato. Gli spagnoli, dopo un ingresso in fascia alta, sopra i 6 dollari per litro, sono scesi brusca-mente allineandosi agli italiani nel 2010 per poi andare sotto. Oggi viaggiano attorno a una me-dia di 5,39 dollari per litro contro i 5,61 italiani. La differenza insomma non è così eclatante.Così come non lo è in Canada, dove la situazio-ne è piuttosto omogenea: entrambi i Paesi sono oggi a 6,50 dollari canadesi, sotto la media del mercato, ma gli spagnoli sembrano avere una progressione più regolare della nostra, soprat-tutto in ottica di lungo periodo. In Cina, Italia e Spagna hanno invece un livello di ingresso sul mercato ben differenziato: sopra i 4,50 dollari per gli italiani, quasi allineati alla media del mercato, appena sopra i 3 dollari gli spagnoli. È la convenienza aggressiva del prodot-to ad aver consentito il sorpasso sull’Italia l’anno scorso. Il problema probabilmente si porrà sul lungo periodo: una volta abituata la percezione sul mercato a livelli molto bassi, risulta più diffi-cile alzare il tiro. Anche in Giappone il posizionamento spagnolo è da prodotto low-level (2 euro scarsi), mentre l’Italia si piazza nella fascia dei 500 yen per litro (3,50 euro), poco sotto la media del mercato. En-trambi comunque hanno seguito come un’om-bra le oscillazioni del mercato, dovute in larga parte alle tendenze prima rialziste e poi ribassi-ste della moneta locale.Venendo ai Paesi europei consolidati, l’Inghil-terra costituisce una rara eccezione rispetto alla media dei mercati: qui, seppur di qualche penny, gli spagnoli sono sopra l’Italia, dopo aver avuto una forbice di differenza anche attorno alla ster-lina. Entrambi i Paesi stanno sotto la media del mercato, attestata sulle 3 sterline. L’andamento di lungo periodo sembra però migliore per i vini italiani, mentre gli spagnoli, dopo aver toccato il picco delle 2,50 sterline nel 2009, hanno comin-ciato una lenta ma graduale discesa, interrotta l’anno scorso.La Germania, pur caratterizzata da prezzi medi piuttosto avari (media di 2,60 euro al litro), vede oggi spagnoli e italiani appaiati sotto i 2,50. L’Ita-lia viene però da un periodo prolungato di cre-
scita, coinciso con la ripartenza tedesca dopo il primo periodo di crisi. La Spagna invece ha avu-to un andamento abbastanza irregolare, con una brusca caduta nel biennio 2011/12, fin sotto quota 2,30, che l’ha portata per la prima volta al di sotto dei prezzi italiani, e una ripartenza l’anno scorso.Infine, il posizionamento sul mercato elvetico, che vede entrambi i Paesi sotto la media e l’Ita-lia posizionata sopra la Spagna di 1,85 franchi. L’Italia ha avuto un calo molto più pronuncia-to dei vini spagnoli, partito nel 2008 e interrotto solo nel 2012. Della stessa durata, ma di ampiezza inferiore quello spagnolo, la cui ripartenza dei prezzi parte un anno prima di quelli italiani.
Quali Spagne per il futuro?Il rapporto Rabobank, che abbiamo chiesto di commentare ad alcuni produttori spagnoli in-
contrati a ProWein (vedi a pagina 12), fa alcune ipo-tesi, a partire dai punti di debolezza del sistema spagnolo. Da una parte, lo sbilanciamento delle vendite su mercati saturi e potenzialmente in regressione, specialmente nell’Unione europea. Dall’altra, la mancanza di una strategia chiara di penetrazione dei mercati nuovi, specchio della frattura che regna nella filiera spagnola, dove le cooperative – questa la lettura della banca d’affa-ri – sono sedute su enormi quantità di vino fatto di vitigni che i mercati non riconoscono (come l’Airén), e i privati che – a parte qualche eccezio-ne – stentano ad affermare propri brand ricono-scibili, in grado di drenare grandi volumi di pro-dotto, meccanismo che metterebbe in moto una sinergia più costruttiva con le cantine sociali. Infine, il dilemma: quali strade percorrere a li-vello varietale? Da un lato la Spagna in questi
anni ha costruito un solo vitigno bandiera, il Tempranillo, che andrebbe però potenziato (e possibilmente affiancato da qualcos’altro, ag-giungiamo noi). Rabobank, in maniera piuttosto impietosa, suggerisce all’industria spagnola un cambio di passo: finora si è prodotto per produr-re, poco pensando ai consumatori, o meglio alle variegate platee di consumatori con esigenze diverse ai quattro angoli del mondo. Insomma, lo stesso vino lo si è proposto in Svezia come in America ed è questo il motivo per cui i Tempra-nillo spuntano prezzi inferiori in media rispetto ad altri vini icona come il Pinot grigio italiano o il Malbec argentino. Qui, dice Rabobank, va im-postata una nuova cultura d’impresa, che faccia perno sul marketing, mettendo a fuoco innan-zitutto i consumatori. Questo richiederà enormi sforzi prima che produttivi di mentalità, e dovrà mettere insieme le esigenze dei produttori, le vi-sioni delle grandi cooperative e quelle dei privati.Seconda strategia suggerita dalla banca d’affa-ri, che può essere complementare a quella del Tempranillo, è quella di gettarsi con maggiore convinzione nell’agone dei grandi varietali in-ternazionali, strada apparentemente più faci-le della prima, ma che espone gli spagnoli alla concorrenza diretta di tutto il mondo. Gli esperi-menti fatti, soprattutto in Castilla, indicano che il marketer distintivo territoriale a questi vini non è stato ancora associato, e che a seconda del-le fluttuazioni del mercato i vini sono stati poi immessi sulle piazze internazionali come rossi o bianchi generici, di fatto interrompendo un pro-cesso che invece va costruito con costanza. Ciò ha finora esposto i Cabernet Sauvignon e Merlot fatti in Spagna più a casi di insuccesso che non a case history degne di nota e riporta al punto di partenza, ovvero alla necessità che le tre anime della filiera incomincino a parlarsi in maniera più costruttiva.
museo del vino di torgianoQuArAnt’Anni firmAti dA JeAn CoCteAunell’essenzialità delle linee e intensità degli smalti a brillante contrasto con la terracotta, il satiro, creazione di Jean Cocteau, prende vita nell’etichetta del Rubesco Riserva Vigna Monticchio 2007 coniata dalle Cantine lungarotti per festeggiare i quarant’anni del MUVIT - Museo del Vino di Torgiano. Una limited Edition o, meglio, Muvit Edition, nei formati classico e magnum. debutto all’ultimo Vinitaly.
giri di poltroneALberto fiorini nuoVo presidente mtV emiLiA romAgnAAlberto Fiorini di Podere Fiorini e Torre dei nanni, modenese, è il nuovo presidente del Movimento Turismo del Vino Emilia Romagna nominato dopo Francesco lambertini, Tenuta Bonzara. Fiorini ha presentato un programma di attività per il triennio volto a creare iniziative e visibilità per le cantine associate che non sia focalizzato solo su Cantine Aperte, con la ricerca di collaborazioni e sinergie con istituzioni, privati e altre associazioni.
s p e c i a l e s p a g n ail corriere vinicolo n. 1412 Maggio 201414
Meno muscoli, più cervelloEcco la Spagna dEl futuro
Nelle reazioni al report di Rabobank,l’orgoglio di un Paese che conosce beneil suo passato e che sta cercando di trovareun nuovo equilibrio. Dove vendereper vendere non sia più il verbo
D üsseldorf. Vigneti ridotti di oltre 200 mila ettari in poco più di dieci anni, una produzione (già eccedentaria) rimasta invariata, anzi addirit-tura esplosa nel 2013, con il record storico di 53 milioni di ettolitri, grazie a un abile uso dei fi-
nanziamenti comunitari dell’Ocm che ha messo a frutto sia gli incentivi all’espianto che quelli per il miglioramento dei vigneti, inclusa l’irrigazione di soccorso contro la siccità. Mercati di sboc-co dello sfuso concentrati per un terzo del totale dell’export (5,8 milioni di ettolitri su 17 milioni) su piazze a loro volta eccedenta-rie, e quindi poco ricettive se non in termini di ribasso dei prezzi, come Francia e Italia. Un’immagine generale un po’ appannata e la permanente preponderanza del bulk wine sull’imbottigliato che tende a comprimere i valori. La necessità di scegliere, per in-vertire la rotta, tra la valorizzazione dei vitigni autoctoni e l’uti-
lizzo dei più commerciabili vitigni internazionali. L’esigenza di rafforzare il numero e il peso di grandi brand nazionali capaci di fare da traino nel mondo al prestigio dell’intera produzione.è un ritratto tra luci e ombre, con prevalenza delle seconde, quello che ha fatto del distretto Castilla-La Mancha, presa come regione-simbolo dell’enologia spagnola, il recente rapporto realizzato dalla banca d’affari olandese Rabobank: “In the middle”, titola il report. Come dire: “Nel mezzo del cammin”. Che però si potrebbe anche interpretare nel senso di “né carne, né pesce”.Con il suo carico di visioni macroeconomiche un po’ tranchant, il documento è planato sui rappresentanti dell’enologia iberica pro-prio nel mezzo del ProWein. Forse non del tutto inatteso, ma ma-gari un po’ sottovalutato nei suoi contenuti. E, come se si trattasse di un pesante aero-cargo colmo di vino in cisterna, l’atterraggio in fiera non è stato proprio morbido. Le reazioni? Varie.
di stefano tesi
I produttorI spagnolI
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L’esperienza dà sempre buoni frutti
L’innovazione fungicida contro numerosemalattie fungine di vite da vino,
pomacee e drupacee.
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Javier Pagés, direttore generale della Codorníu Raventos e presidente della Fev, Federazione spagnola del vino
Vecchie e nuove generazioniAlla fine, un po’ a sorpresa, la principale scrimi-nante tra le tante risposte è però il fattore anagra-fico, insomma l’età degli interpellati. E non, come si poteva pensare, quello legato alle dimensioni aziendali, o ai mercati di riferimento, o alla natu-ra dell’impresa, o alla sua ubicazione geografica. A conferma di quanto dice il report della ban-ca d’affari, che parla di ricambio generazionale come spina dorsale della nuova Spagna. “Non ho letto nel dettaglio ciò che dice Rabobank – dice carmen ramirez, export manager della Vinico-la de Tomelloso, grossa cantina cooperativa del-la Mancha da 120mila hl e 3 milioni di bottiglie prodotti all’anno – ma noi stiamo già puntando, e decisamente, sulle varietà tipiche spagnole, come Maccabeo e Tempranillo. Nulla di nuovo, quindi. Siamo gli unici, ad esempio, ad usarli anche per fare vini frizzanti. E stiamo procedendo a creare nuovi vigneti utilizzando proprio queste varietà. Il motivo è che siamo convinti che, privilegiando i vitigni internazionali, saremmo meno concor-renziali sul mercato globale, in particolare sulle piazze più nuove, lontane, vergini. Questo non significa che a priori rinunciamo al Merlot e al Cabernet Sauvignon, naturalmente. Ma si tratta di una scelta di fondo. Del resto – aggiunge – non siamo da soli. è un trend che ormai si sviluppa ovunque, lentamente a causa della classica visco-sità che pervade il sistema cooperativo, ma la via pare tracciata. Anche per effetto del forte ricam-bio generazionale che è in corso nel management delle nostre aziende”. La strategia a medio termine della Vinicola de Tomelloso è di invertire progressivamente il rap-porto tra sfuso e imbottigliato, oggi attestato ri-spettivamente sul 60% e 40%, e di produrre vino restando in costante equilibrio tra buoni prezzi e buona qualità. “Calibrare questi due elementi è secondo noi decisivo per poter competere sui mercati internazionali - dice la Ramirez -. Sul primo versante diventano sempre più importan-ti la reputazione aziendale e l’annullamento del gap d’immagine tra i privati e le cooperative, sul secondo è invece fondamentale il rinnovamento tecnologico: un cammino che noi abbiamo inizia-to nel 2004 con grandi investimenti e l’acquisizio-ne della certificazione Iso 2001”.
La convergenza degli oppostiSulla stessa linea si pone anche Julián Martinez robles, direttore commerciale della Bodegas La Remediadora, cooperativa di Albachete che con-trolla 1.500 ettari di vigneti producendo 400mila ettolitri di vino l’anno e circa 500mila bottiglie. Nemmeno lui trova le analisi di Rabobank sul sistema-vino spagnolo troppo aderenti alla realtà. Almeno nella lettura che si dà della cooperazione: “Mi pare che il rapporto abbia di noi cooperativi un’immagine un po’ vecchia. In realtà tutto sta cambiando già da qualche anno, sotto la spinta delle nuove generazioni che piano piano vanno sostituendo le vecchie alla guida delle aziende. Non mi riferisco tanto alle imprese viticole, anco-ra legate a una mentalità non sempre all’altezza dei tempi, quanto ai manager della cooperazione. A noi spetta far crescere l’imprenditorialità e la propensione al rischio dei nostri soci. La profes-sionalità, la preparazione, la conoscenza dei mer-cati e la capacità gestionale sono enormemente cresciute negli ultimi anni. Questo da un lato ha
portato forse a qualche frizione coi produttori, sempre molto legati all’esigenza di una redditivi-tà a breve e meno alle strategie a lungo termine, ma al tempo stesso ha aperto al vino spagnolo prospettive prima inimmaginabili. è vero infatti che tuttora le coop spagnole sono legate prevalen-temente alla produzione di vino sfuso ricavato da vitigni internazionali, loro storico core business. E che questi, perciò, rappresentano la maggioran-za dei loro vigneti. Ma non bisogna credere che lo status quo sia quello a cui il sistema tende”.A confermare questa convergenza degli opposti contribuisce il parere di oscar alvarez, giovane
conquista di nuovi mercati e per il mantenimen-to dei vecchi. Al tempo stesso, non bisogna crede-re che ciò sia sufficiente. Il ruolo che un’azienda come la nostra può svolgere in questa prospettiva è molto importante: dare il proprio contributo di esperienza al sistema, dimostrando come la ricer-ca dell’equilibrio tra radici e richieste del mercato sia la chiave per la crescita e il consolidamento. Occorrono però misura e strategia, quindi un adeguato know how, che solo una profonda cono-scenza del terreno può darti”.
Modelli sbagliati e molti alibiProduttore anch’egli giovane di un’azienda giova-nissima, ma di successo, adolfo Hornos prados del Pago de Vallegarcia (31 ettari di vigneti nella regione dei Monti di Toledo, nella Spagna centra-le) dà invece una lettura più complessa del rap-porto e delle sue conclusioni. “Fino a quarant’anni fa la Mancha era una terra al 90% di uve bianche destinate alla produzione di alcol per fare cognac – esordisce -. Solo a partire dagli anni Ottanta è stata introdotta la coltivazione del Tempranillo e delle grandi varietà internazionali. Ma parten-do da un’idea sbagliata: fare quantità, avendo per modello un esempio non imitabile come l’Au-stralia. Questo messaggio, fatto di grandi volumi e di un unico vitigno autoctono di riferimento, è passato così bene sui mercati che oggi tutto il mondo crede che, con piccole eccezioni, l’enologia spagnola si riduca a questo. Naturalmente non è così. In realtà la Spagna ha il clima ideale per fare ottimi vini capaci di reggere la concorrenza mon-diale e con volumi produttivi costanti”. Il problema, obiettiamo, è che il sistema coope-rativo, che è ancora molto solido nel Paese, prefe-risce in genere vendere lo sfuso ai commercianti anziché imbottigliare il proprio vino. “è vero – risponde – e ciò è l’alibi per non andare in giro per il mondo a venderlo. Questo ci priva da un lato dei grandi ambasciatori commerciali di cui avremmo bisogno e dall’altro non aiuta l’acqui-sizione di prestigio e di visibilità. è insomma un problema di mentalità, di cultura. Anche se con il ricambio generazionale le cose stanno cambian-do. Naturalmente le cose sono diverse per le pic-cole aziende che fanno qualità, come la nostra: noi abbiamo scelto da subito di metterci in gioco con vini adatti al gusto internazionale, che pro-poniamo in una chiave di lettura tutta spagnola. E la cosa funziona”.
Tempranillo? Il nostro nuovo Pinot grigioMa anche nel settore del bulk wine per Hornos la Spagna ha ancora molto terreno da recuperare: “Italiani e francesi hanno molta più esperienza di noi in questo campo, dove il nostro prodotto è ancora alla ricerca del giusto equilibrio tra quan-tità e qualità. Penso a mercati estremamente pro-mettenti per noi, come ad esempio la Gdo negli Usa, dove a mio parere ci sarebbero grandi spazi da conquistare se il sistema cooperativo sapesse affacciarcisi con le giuste azioni di marketing”. Quali? “Evitare richiami troppo zuccherosi a una tradizione che non c’è e fare come hanno fatto gli italiani con il Pinot grigio, usando però il Tem-pranillo come grimaldello per aprire il mercato. Tentare di competere, con lo stesso vino, contro altri Paesi già presenti su quelle stesse piazze da
responsabile per i mercati esteri della Bodegas Ju-lian Chivite, storica casa vinicola fondata nel 1674 in Navarra e giunta oggi all’undicesima genera-zione. “Il limite del rapporto di Rabobank è forse di fare un quadro troppo generico dell’enologia spagnola, perché tra le diverse aree vinicole esi-stono differenze strutturali di prodotto, di rappor-ti commerciali e di avviamento davvero enormi. In termini generali – dice – sono dell’opinione che sia sempre uno sbaglio perdere di vista non solo i vitigni autoctoni di ogni regione, ma anche il pa-trimonio di tradizione che di solito li accompagna e che spesso costituisce una leva decisiva per la
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Carmen Ramirez, export managerdella Vinicolade Tomelloso
Oscar Alvarez, responsabile mercati
esteri di Bodegas Julian Chivite
Jesus Fernandez, titolare della Dominio de Punctum
Adolfo Hornos Prados, Pago de Vallegarcia
28,8 27,4 27,9
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Consumo pro capite di vino in Spagna (litri)
28,8 27,4 27,9
26,2 24,4
21,1 18,7 17,6 17,0 16,6 16,8
2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012
Consumo pro capite di vino in Spagna (litri)
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2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012
Consumo di vino in Spagna (mln litri)
Fermo Cava (asse dx)
consumo dI vIno In spagna (mIlIonI dI lItrI)
consumo pro capIte dI vInoIn spagna (lItrI)
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decenni sarebbero, a mio parere, tempo e soldi sprecati”. Che ruolo potrebbe svolgere il governo in questa attività di penetrazione oltreoceano? “Scarso. Lo Stato non aiuta le cooperative a com-mercializzare meglio e fare buone strategie, ma solo a creare nuovi impianti. E poi non dimenti-chiamo che la Spagna è profondamente divisa in regioni diverse, spesso ostili fra loro. Il concetto di ‘Spanish wine’ è da noi, più che sconosciuto, in-concepibile. Mentre forse nei confronti del consu-matore americano, che nel nostro Paese riconosce l’idea del sole, del calore e dei suoi frutti, potreb-be essere una leva vincente”. E i mercati europei e asiatici? Hornos è perplesso: “L’Europa sarebbe uno sbocco naturale, ma è un mercato saturo e difficile. Mentre l’Asia è ancora troppo volatile”.
Marcare la territorialitàBiodinamica, 1 milione di bottiglie l’anno per 120 ettari nell’area di Cuenca, Castilla-La Mancha, Dominio de Punctum è l’azienda condotta da Je-sus fernandez e rappresenta una delle cantine emergenti in un settore, il vino “naturale”, che in Spagna rappresenta ancora una quota minima della produzione. Quota che, trainata dal trend in-ternazionale, sta conoscendo però flussi di espor-tazione molto sostenuti. “Non credo che noi bio superiamo il 3% del totale nazionale – esordisce – ma l’interesse che riscontriamo sui mercati per il nostro prodotto è fortissimo. In generale, tutta la Spagna del vino sta conoscendo un periodo di for-te cambiamento. Che ha avuto una accelerazione negli ultimi anni sia sul versante tipologico, sia su quello tecnico. In questo senso penso che aziende come la nostra possano fungere da rompighiac-cio per lo sbarco sulle piazze più sofisticate. La direzione da seguire, anche per il calo irreversi-bile dei consumi interni, non può che essere una produzione di qualità sempre migliore, con quote di imbottigliato crescenti, riduzione del traffico di sfuso e soprattutto un’attenta politica dei prezzi. Prima parola d’ordine: concorrenzialità. Seconda parola d’ordine: valorizzazione delle differenze. Oggi la Spagna ha più ettari vitati di Italia e Fran-cia, occorre quindi sia marcare meglio la territo-rialità del vino, sia evitare scelte troppo rigide in senso opposto. Sarebbe sciocco rinunciare ai viti-gni internazionali. E non credo che si tratti di una scelta obbligata. A mio parere – insiste – c’è spazio per tutti, purché si faccia attenzione alle leve della qualità e del prezzo. Noi, ad esempio, insistiamo molto sulla specialità del nostro territorio e sul terroir che esso riesce a esprimere, sia vinificando i vitigni autoctoni, sia utilizzando vitigni interna-zionali, sia ricorrendo ai tagli tra le due tipologie, come l’unione di Tempranillo e Petit Verdot. Lo scopo è dimostrare che sono il terreno e il clima a dare identità al vino e su questo basiamo il nostro marketing”.
Nell’Ocm non v’è contraddizioneDisincantato il giudizio sul rapporto e, più in ge-nerale, sul vigneto-Spagna di Javier pagés, diret-tore generale della Codorníu Raventos (60 milioni di bottiglie di Cava prodotte all’anno) e presiden-te della Fev, Federazione spagnola del vino. “Da-rei una lettura più pacata della correlazione tra gli incentivi comunitari all’espianto finanziati dall’Ue e gli aumenti di produzioni derivati dalle sovvenzioni comunitarie per il miglioramento dei vigneti – esordisce -. L’Ocm del 2008 incentivava essenzialmente chi aveva intenzione di uscire dal business del vino e, in questo, ha avuto successo. Ma, parallelamente, incentivava anche a miglio-rarsi chi invece non voleva uscire da quel busi-ness. E anche in questo la strategia ha funzionato. Non vedo contraddizioni. Anzi, trovo tutto molto normale: escono di scena il vecchio e il poco buo-no, si rafforza e cresce il buono. Non condivido, inoltre, chi interpreta il mondo del vino in base ai dati medi. Le eccedenze sono valori che possono oscillare molto, anche in base all’andamento delle vendemmie, che un anno possono essere molto abbondanti e quello dopo scarse. E variano molto pure da zona a zona. Il dato di fatto – insiste - è invece che l’export del vino spagnolo è in forte crescita. Meno male, visto che i consumi interni sono in costante calo e che quindi l’esportazione è l’unico modo per smaltire il prodotto: oggi la Spagna è 16ª in Europa per consumo pro capite, con circa 17 litri a testa, ma è prima per numero di ettari vitati. Non vedo quindi molte alternative”. Rabobank sostiene, però, che per ragioni struttu-rali non è facile piazzare sul mercato il surplus
di vino spagnolo. “Il punto è che bisogna impa-rare, attraverso l’autoregolamentazione, a gestire le eccedenze - insiste Pagés – e in tal modo avere anche una ragionevole padronanza delle dina-miche dei prezzi. Per la legge della domanda e dell’offerta, se il prodotto cresce il valore unitario cala e non credo che su questo possa molto in-fluire il fatto che il vino provenga, come dice Ra-bobank, da varietà autoctone o internazionali. Mi pare una specificazione oziosa”. Quindi? “La veri-tà è che controllando i prezzi si controlla anche l’immagine del nostro vino, che è la principale leva per sostenere il mercato. La mia opinione è che oggi il vino spagnolo abbia una qualità molto superiore alla sua immagine ed è su questo che si deve lavorare. Si tratta di un messaggio non facile, che va fatto penetrare in profondità a par-tire dal mondo dei produttori. E affinché questo avvenga occorre che il loro abituale interlocuto-re, cioè il sistema cooperativo, gli dia una mano. Bisogna chiudere con l’idea che il prezzo del vino venga subìto, anziché determinato, dai produtto-ri. Del resto, ogni mercato sogna una realtà fatta di demografia e di denaro. Dove ci sono questi due elementi, c’è spazio per vendere. Ed è lì che il vino spagnolo deve dirigersi”. Stefano Tesi
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L a Vicente Gandía è una delle più dinamiche re-altà spagnole. Fondata
a Valencia nel 1885, da azienda produttrice di sfuso si è pro-gressivamente specializzata, vendendo oggi il 100% della sua produzione in bottiglia, so-prattutto nel canale off-trade (70%), con una fortissima vo-cazione all’export, dove ricava oltre due terzi del proprio fat-turato, pari nel 2013 a oltre 40 milioni di euro.Innovazione produttiva, atten-zione alle dinamiche di con-sumo sui vari Paesi obiettivo, marketing, sensibilità a tutto ciò che ruota attorno al socia-le, dal campo (il biologico) fino alla solidarietà, con progetti in Africa, Spagna e - ultimo in ordine di tempo - la partecipa-zione al progetto “Whatever It Takes”, che ha utilizzato la cre-
Javier Gandía in vigna con suo padre, D. José María Gandía Perales
atività e l’immagine di grandi personaggi dello star system per firmare vini etici, il cui rica-vato verrà utilizzato dalla fon-dazione per finanziare progetti di sviluppo nei Paesi più poveri.Abbiamo incontrato Javier gandía, direttore aziendale e marketing, che insieme al fra-tello José rappresenta la quar-ta generazione della famiglia Gandía.
Qual è lo stato di salute dell’industria vinicola spagnola dopo 5 anni di applicazione della nuova ocm? pensa che le misure introdotte, specialmente la promozione, abbiano avuto un impatto positivo sui vini spagnoli?Dopo cinque anni possiamo dire che l’industria spagnola abbia guadagnato un poco in
Vicente Gandíacase History
Il segreto?Adattarsiai consumatoriNoi lo facciamo dal 1885
La Spagna, secondo Javier Gandía, direttore aziendale e marketing, può crescere molto sui mercati. Di quanto? Dipende da quanto riusciremo a essere appealing, soprattutto verso le nuove generazioni
competitività, anche se c’è an-cora molto lavoro da fare. Gli investimenti finanziati sugli equipaggiamenti e attrezzature di cantina stanno aiutando le imprese a essere più innovative ed efficienti. Il piano di estirpa-zioni ha in qualche modo rego-lato l’offerta, anche se l’ultima vendemmia pare essere andata al di là di ogni aspettativa. Al di là di queste misure, quella che noi riteniamo più importante è la promozione, che sta aiutan-do le aziende spagnole a pene-trare nuovi mercati e - cosa più importante - contribuisce in quello sforzo di costruzione di un’immagine unitaria del vino spagnolo, sia sul versante delle denominazioni di origine che dei brand.
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il corriere vinicolo n. 1412 Maggio 201418
ancora metà del vino spagnolo è venduto sfuso. pensa che nei prossimi cinque anni questa quota possa essere ridotta, virando verso l’imbottigliato?se sì, quali sono le condizioni essenziali per ottenere questo obiettivo?L’indicatore da lei citato mostra che il settore spagnolo non è an-cora al livello che gli compete, ma allo stesso modo mostra il potenziale di crescita futura del vino in bottiglia. Quarant’anni fa, tutta la produzione della Vi-cente Gandía era venduta sfusa, oggi abbiamo completamen-te invertito gli ordini di peso, diventando 100% vino in bot-tiglia e - cosa più importante - venduta esclusivamente sotto i nostri marchi commerciali. Queste cose richiedono tempo e una strategia. Penso che la produzione spagnola in botti-glia sia destinata a crescere nei prossimi cinque anni; di quan-to crescerà dipende da quanti
investimenti in promozione riusciremo a fare sui mercati obiettivo e quanto riusciremo ad essere appealing soprattutto verso le nuove generazioni di consumatori.
secondo lei perché i vini spagnoli fanno così fatica a penetrare il mercato nordamericano?Tradizionalmente noi spagnoli abbiamo sempre venduto sul mercato domestico e su quel-li europei. La crisi ha spinto le aziende a guardare sempre più lontano, su mercati più profit-tevoli come quello americano. Siamo ancora piccoli, rappre-sentiamo appena il 6% del vino venduto in America, ma abbia-mo tutte le carte in regola per crescere e penso che lo faremo, soprattutto tenendo conto che la cultura spagnola sta diven-tando sempre più popolare. Gli americani stanno scoprendo la nostra gastronomia, come le tapas, e apprezzano sempre di
più il value for money garantito dai nostri vini. Nel nostro caso, Vicente Gandía ha aperto un ufficio commerciale in America due anni fa, proprio perché sia-mo consci dell’importanza cre-scente che avrà questo mercato, dove la cultura che ruota attor-no al vino è percepita come re-almente trendy.
le ultime statistiche mostrano che i vini spagnoli stanno riscuotendo un certo successo in cina. pensache la cina sarà “il” mercato del futuro e, se sì, per quali tipologie di vino?Assolutamente, la Cina sta cre-scendo ma – sfortunatamente - per l’industria spagnola con un po’ troppo vino sfuso o vino in bottiglia di basso valore. La buona notizia è che i cinesi vo-gliono imparare sempre di più e stanno maturando una vera “cultura del vino”. Questo signi-fica che le potenzialità di questo mercato sono enormi e che il
vino in un pros-simo futuro sarà consumato non solo nelle grandi città della costa, ma si spera an-che nel resto del Paese. I consu-matori oggi per-cepiscono i vini francesi come i premium wines per eccellenza, ma per noi spa-gnoli, specie sul versante dei vini rossi, i preferiti dal consumatore, c’è l’opportuni-tà di smarcarci dall’ immagine
12ºrank nella
classifica spagnola
125numero
dipendenti
Sediquartier generale a Valencia, uffici
commercialiin Usa e Cina
32 milionibottiglie prodotte
350ettari di proprietà
4.000sotto diretta gestione
42 mln eurofatturato 2013
25% Spagna
composizionevendite
75% export
Principalimercati
Nordamerica, Giappone, Paesi Bassi, Norvegia,
Svizzera, Messico, Russia, Nigeria,
Camerun
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di vini a basso costo, per comu-nicare anche i nostri premium wines, specie puntando il seg-mento più giovane della popo-lazione, i più aperti a scoprire nuovi gusti. La nostra strategia deve essere quella di adattare i nostri vini alle loro esigenze.
la spagna si è dotatadi un piano nazionaleper supportare le imprese?Un vero piano strategico non c’è, tuttavia ci sono molte ini-ziative e fondi che si stanno dirigendo verso questo mercato, sia sul fronte della partecipa-zione a fiere, sia con i consorzi che utilizzano i fondi dell’Ocm. Tuttavia, devo dire che data la grandezza del mercato e le di-versità di culture che lo com-pongono, stiamo parlando di investimenti non sufficienti allo scopo.
parliamo di “varietali”.la spagna sta puntandosu questa nuova tipologiadi vino prevista dalla riforma ocm?è ancora presto per dirlo, tut-tavia vediamo in giro sempre più vini di questo tipo. Qual-siasi cosa che aiuti ad avere più strumenti sul mercato è benvenuta. Un sacco di mer-cati non capiscono il sistema delle denominazioni di origine, per cui si preferisce avere vini semplici, identificati dal nome della varietà. Abbiamo percepi-to chiaramente questo in Ame-rica, dove alcuni vini spagnoli si vendono sotto il nome della varietà. Noi stessi ci crediamo, e un buon esempio è fornito dalla nostra nuova collezione di vini “Whatever it Takes”, un proget-to nato per raccogliere fondi da
dare in beneficenza che si av-vale del contributo di celebrità come Penelope Cruz, George Clooney e Pierce Brosnan. Que-sti vini sono venduti come va-rietali, Verdejo, Bobal, Cabernet, Tempranillo ecc.
provi a immaginareil mercato mondiale del vino fra dieci anni. Quali nuove tendenze di oggi potranno diventare “the next big thing”? L’industria del vino deve adattar-si ai nuovi consu-matori e ai nuovi stili di vita. Per esempio, i vini con ridotto tenore al-colico, più facili da bere sono un trend che sta crescendo molto e che va te-nuto sott’occhio. Così come nuovi packaging potran-no trasformare completamente il modo in cui ven-diamo oggi. Lo stesso discorso per quanto riguarda le nuove forme di comunicazione che viaggia-no in rete, che sono piene di opportunità. Infine, i prodotti 100% sostenibili ed eco-friendly assumeranno un ruolo sempre più importante, che coinvolge-ranno non solo il prodotto, ma tutto ciò che lo circonda. Alla Vicente Gandía stiamo lavo-rando in questo senso, ed è per questo che siamo soliti dire “ci adattiamo ai consumatori dal 1885”.
Carlo Flamini
s p e c i a l e s p a g n a
IN NuMerI
s p e c i a l e s p a g n ail corriere vinicolo n. 14
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Meno ettari
Ecco come sono cambiate la composizione e la struttura del vigneto dopo 12 anni di Ocm. Un grande intervento di ristrutturazione e riconversione varietale, pari a oltre 274.000 ettari, non ancora
ultimato, che ha permesso di parare i colpi delle estirpazioni. E di ritrovarsi con un potenziale produttivo di amplissima portata.
Come testimoniano i 52 milioni di ettolitri prodotti nel 2013
più uva
È ormai stabil-mente sotto la soglia del mi-lione di ettari la superficie di uva
da vino in Spagna. Il fatto risale al 2011, ma i dati delle campa-gne successive lo confermano: l’inventario 2013 ne ha rilevati infatti 951.693, con una perdita di oltre il 19% rispetto al 2001, quando invece di ettari questo Paese ne vantava 1,2 milioni.L’adesione al regime di estirpa-zione con premio è stata sicura-mente determinante. Durante il triennio della sua applicazio-ne – dal 2008/09 al 2010/11 - ha portato infatti all’eliminazione di 94.183 ettari di vigneto. Ma la tendenza ha radici più profon-de, perché quanto è stato estir-pato con premio rappresenta meno della metà di quanto è andato perso dal 2001 in poi (230.000 ettari circa), e perché nel 2012 e 2013, quando il regi-me di aiuto era ormai chiuso, il vigneto spagnolo ha comunque continuato a perdere posizioni, perdendo 18.000 ettari nel 2012 e altri 2.300 l’anno dopo.Ciò nonostante il Paese con-serva la leadership assoluta nell’Unione europea (e nel mondo) in termini di superfici vitate: detiene infatti 197.000
ettari più della Francia, che ne ha 756.000, e quasi 300.000 più dell’Italia, attestata a 654.823 (dati 2012). Ma al di là della contrazione delle superfici, che peraltro caratterizza tutti i pro-duttori storici dell’Unione euro-pea, dove sta andando il vigneto spagnolo? A fornire qualche risposta sono i dati tratti dall’inventario e dalle comunicazioni delle co-munità autonome che l’OeMv (Observatorio Español del Mer-cado del Vino) ha recentemen-te pubblicato.Così come in Italia, in Spagna il vigneto è presente dappertutto, ma la Castilla-La Mancha pre-vale come un gigante sulle altre comunità autonome attribuen-dosi, con 464.000 ettari, poco meno della metà delle superfici vitate nazionali. L’Extremadu-ra, in seconda posizione, ne rap-presenta appena 84.000, il 9%, e Valencia 68.000 (7%).La tendenza all’arretramento delle superfici vitate è comun-que generalizzata, fatta salva solo qualche eccezione: tra il 2000 e il 2013, infatti, sono au-mentati gli impianti ne La Ri-oja (+6.600 ettari) e nei Paesi Baschi (+2.300 ettari), mentre la Mancha ne ha persi 145.000.
Superficie vitata per comunità autonome (ettari)
2001 2003 2005 2007 2009 2011 2013Var.
2013/2001
Castilla-La Mancha 608.827 569.874 564.739 581.875 542.944 473.050 463.639 -145.188
Extremadura 90.109 85.710 89.489 89.719 87.078 84.148 84.096 -6.013
Valencia 74.810 91.091 86.527 77.810 76.150 69.111 67.994 -6.816
Castilla y León 77.342 74.627 74.861 72.132 67.595 65.837 63.468 -13.874
Cataluña 63.269 61.699 61.405 60.766 59.129 55.114 53.590 -9.679
La Rioja 42.485 44.210 45.178 48.696 49.165 47.866 49.072 6.587
Aragón 49.144 49.109 44.674 47.291 43.671 38.386 37.481 -11.663
Galicia 30.388 28.127 28.004 25.232 26.647 26.532 26.092 -4.296
Murcia 37.905 46.085 45.560 38.132 34.642 27.940 26.054 -11.851
Andalucía 40.658 46.494 43.457 32.278 30.071 27.178 25.259 -15.399
Navarra 29.038 31.144 29.714 27.410 23.567 20.376 19.639 -9.399
Paesi Baschi 11.096 9.125 11.842 12.139 12.912 13.478 13.407 2.311
Madrid 12.071 14.003 13.829 13.103 12.587 12.041 10.817 -1.254
Canarie 12.237 11.954 7.096 7.922 8.488 8.116 8.239 -3.998
Baleari 1.677 3.028 3.498 3.435 2.866 2.885 2.831 1.154
Cantabria 39 39 39 15 19 14 14 -25
Asturias 33 26 21 6 4 12 1 -32
totale 1.181.128 1.166.347 1.149.894 1.137.963 1.077.535 972.085 951.693 -229.435
ripartizione Superfici per
comunità (2013)
Valencia 7%
La Rioja 5%
Aragón 4%
Galicia 3%
Murcia 3%
Andalucía 2%
Extremadura 9%
Castilla y Leon 7%
Ripar&zione superfici per comunità (2013)
Castilla-La Mancha49% Cataluña 5%
Altri6%
di Franca ciccarelli – Ismea
1.154
1.123
1.123
1.133
1.139
1.160
1.181
1.208
1.166
1.153
1.150
1.136
1.138
1.130
1.078
1.022
972
954 952
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
Superfici vitate in Spagna (.000 ettari)
superfici vitate in
spagna (.000 ettari)
Fonte: elaborazione su dati dell’inventario spagnolo
L’equazione SpagnoLa
Sondaggio on linequando iL vino è megLio di una conference caLLun affare su due si conclude fuori dalle sale riunioni, durante un aperitivo o un pasto. nell’80% dei casi scegliere il vino giusto aiuta le trattative, in particolare, i rossi (56%) sono preferiti ai bianchi (18%) e il Brunello, con il 57% dei consensi, è ritenuto garanzia di
successo. risposte positive anche per il Chianti (56%), simbolo di praticità, e il Soave (48%) preferito da chi cerca duttilità nei rapporti di lavoro. il ribolla Gialla (35%) viene consigliato come indicatore di vivacità e creatività, mentre la scelta dell’amarone (27%) è prova di passione verso il proprio lavoro. È quanto emerge da un sondaggio di vino75, enoteca online, condotto in rete tra 800 manager e imprenditori, selezionati tra gli 11mila iscritti al sito web.
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compoSizione dei vigneti SpagnoLi neLLa campagna 2011/12
ettari %
Dop Igp Comuni Totale Dop Igp Comuni
Andalucía 19.917 11.286 3.195 34.398 58% 33% 9%
Aragón 30.057 5.838 2.833 38.728 78% 15% 7%
Asturias 0 103 0 103 - 100% -
Baleari 1.254 408 0 1.662 75% 25% -
Canarie 6.384 0 12.442 18.826 34% - 66%
Cantabria 0 105 0 105 - 100% -
Castilla-La Mancha 424.061 12.479 0 436.539 97% 3% -
Castilla y León 65.565 8.964 0 74.529 88% 12% -
Cataluña 54.877 0 1.479 56.356 97% - 3%
Extremadura 32.255 33.146 12.159 77.560 42% 43% 16%
Galicia 9.687 20 23.362 33.069 29% 0,1% 71%
Madrid 13.039 0 1.764 14.803 88% - 12%
Murcia 19.487 0 7.222 26.709 73% - 27%
Navarra 18.589 21 38 18.648 100% 0,1% 0,2%
Paesi Baschi 14.232 0 0 14.232 100% - -
La Rioja 44.025 186 66 44.277 99% 0,4% 0,1%
Valencia 60.041 0 2.592 62.633 96% - 4%
totale Spagna 813.470 72.555 67.152 953.177 85% 8% 7%
totale ue 2.050.466 666.085 519.500 3.236.052 63% 21% 16%
Fonte: Commissione Ue e Oemv su comunicazioni delle comunità autonome e inventario spagnolo
compoSizione deL potenziaLe viticoLo in Spagna neL 2011/12 (ettari)
Diritti di reimpianto detenuti dai produttori
Diritti di impianto nelle
riserve
Diritti di impianto allocati dalle
riserve ai produttori ma non ancora
utilizzati
Totale diritti di impianto disponibili
Superficie vitata
Totale potenziale
Andalucía 5.481 911 0 6.392 34.399 40.791
Aragón 4.410 738 0 5.148 38.728 43.876
Asturias 0 69 0 69 103 172
Baleari 195 11 0 207 1.662 1.869
Canarie 43 172 0 215 18.826 19.041
Cantabria 4 14 8 26 105 131
Castilla-La Mancha 36.886 10.558 0 47.444 436.539 483.983
Castilla y León 4.026 1.394 0 5.420 74.529 79.949
Cataluña 9.485 478 0 9.963 56.356 66.319
Extremadura 5.389 641 0 6.030 77.560 83.590
Galicia 1.017 0 0 1.017 33.069 34.086
Madrid 1.583 0 0 1.583 14.803 16.386
Murcia 4.042 574 0 4.616 26.709 31.325
Navarra 2.267 1.299 0 3.566 18.648 22.214
Paesi Baschi 505 150 45 699 14.232 14.931
La Rioja 779 0 484 1.263 44.277 45.540
Valencia 4.545 773 11 5.329 62.633 67.962
totale Spagna 80.658 17.782 548 98.989 953.177 1.052.166
totale ue 225.460 70.705 6.757 302.924 3.236.052 3.538.976
% Spagna 36% 25% 8% 33% 29% 30%
Fonte: Commissione Ue e Oemv su comunicazioni delle comunità autonome e inventario spagnolo
tipoLogia di aziende viticoLe in Spagna 2011/2012
Aziende Numero aziende % n. aziendeSuperficie vitata
(ettari)% superficie
fino a 0,5 ettari 410.693 65,2% 63.222 6,6%
> 0,5 e ≤ 1 ettaro 82.240 13,1% 58.676 6,2%
> 1 e ≤ 2 ettari 54.625 8,7% 76.444 8,0%
> 2 e ≤ 10 ettari 62.425 9,9% 274.975 28,8%
oltre 10 ettari 19.746 3,1% 479.860 50,3%
totale Spagna 629.729 100,0% 953.177 100,0%
Fonte: Oemv su comunicazioni delle comunità autonome e inventario spagnolo
L’85% dei vigneti a DopIl vigneto spagnolo è chiara-mente spostato verso il vertice della piramide qualitativa. Le superfici atte a produrre vini con indicazione geografica in-cidono infatti per il 93% sul totale, più di quanto non si ri-scontri nell’Unione europea nel complesso, dove ci si ferma all’84%. In particolare, la Spagna è tra gli Stati membri con la mag-giore porzione di vigneti desti-nati a Dop: l’85%, anche se non significa che tutti i vini prodot-ti in queste zone siano com-mercializzati come tali, contro una media Ue del 63%. Un ulte-riore 8% dei vigneti il paese l’ha riservato alle Igp, che a livello dell’Unione europea incidono invece per il 21%. A orientare il dato nazionale, date le dimensioni della sua viticoltura, è soprattutto Ca-stilla-La Mancha, dove le Dop occupano il 97% delle superfici vitate, ma un contributo im-portante lo danno anche Valen-cia, Cataluna, La Rioja, Navarra e Paesi Baschi, dove la quota corrispondente è compresa tra il 95% e il 100%. Galizia e Canarie hanno invece orientato la parte prevalente dei vigneti, rispettivamente il 71% e 66%, verso i vini senza indicazione geografica, mentre l’incidenza maggiore delle IGP – il 43% - si riscontra in Extre-madura (oltre che nelle Asturie e in Cantabria, dove raggiunge il 100%).
Quasi 100.000 ettari di diritti ancora inutilizzatiMa se tutti i diritti di reimpian-to e di impianto ancora validi si trasformassero in vigneto, cosa accadrebbe? Sommando ai 953.177 ettari di superficie vitata del 2012, i 98.989 ettari di diritti di impianto disponi-bili alla stessa data, si ottiene un potenziale produttivo di 1.052.166 ettari. Insomma, il vi-gneto spagnolo avrebbe la po-tenzialità per riportarsi sopra la soglia del milione di ettari.I diritti sono rappresentati es-senzialmente, per 80.658 ettari, da diritti di reimpianto detenu-
ti dai produttori. Nelle riserve delle comunità autonome giac-ciono invece 17.782 ettari, men-tre la quota di diritti nuovi non utilizzati è limitatissima (poco più di 500 ettari).Quasi la metà della disponibili-tà complessiva di diritti, 47.444 ettari (il 48%), ricade nella co-munità autonoma di Castilla-La Mancha e 9.963, il 10%, in Cataluña. Intorno ai 5-6.000 ettari, invece, le disponibilità
zione, la superficie aziendale in Spagna raggiunge una media di 2,52 ettari, frutto di una leg-gera ma costante tendenza alla crescita. Cinque anni prima, nel 2006/07, quando le azien-de erano circa 100.000 in più (724.910), la superficie media era infatti di 2,32 ettari. Insom-ma, il numero delle aziende è diminuito, ma in proporzione minore di quanto sia accaduto alle superfici vitate.Anche in questo caso la situa-zione varia notevolmente sul territorio. La principale comu-nità autonoma produttrice, Castilla-La Mancha, è intorno a una media di 4,9 ettari per azienda, ma anche Navarra ed Extremadura superano i 4 etta-ri e Murcia e Paesi Baschi addi-rittura i 6 ettari. Si mantengo-no invece sotto il mezzo ettaro, in media, le aziende di Galicia, Canarie e qualche comunità autonoma meno importante dal punto di vista vitivinicolo (Asturias e Cantabria), mentre quelle di Cataluña e Castilla y León sono intorno a 0,7-0,9 et-tari.
il 44% del vigneto impiantato con airén e tempranilloLa vitivinicoltura spagnola vede prevalere le uve a bacca nera nel 53% dei vigneti, re-legando le bianche intorno al 44% (la parte restante della superficie non è classificabile nelle due categorie). Ma non è stato sempre così. Nel 2000 il rapporto era infatti ribaltato: le bianche occupavano il 50% delle superfici e le nere il 39%. Da allora, però, le prime hanno perso il 26% (-147.651 ettari) e le seconde hanno guadagnato il 15% (+64.160 ettari).La varietà più diffusa in asso-luto è a bacca bianca. Si tratta dell’Airén, caratteristica di que-sto Paese, che è impiantata su 213.397 ettari ma che rispetto al 2000 è arretrata di oltre 125.000 ettari (-37%). Segue il Tempra-nillo, a bacca nera, principale uva utilizzata nella Rioja, che ha accorciato le distanze e or-mai segue dappresso l’Airén. Nello stesso periodo, le sue su-
in Andaucia, Aragona, Castilla y León, Extremadura e Valencia.
il 65% delle aziende non supera il mezzo ettaroLa vitivinicoltura spagnola è anche molto frammentata. Delle quasi 630.000 aziende ri-levate nel 2012, il 65% non su-pera il mezzo ettaro: si tratta di 410.693 unità che insieme co-prono meno del 7% della super-ficie vitata nazionale. Portando
invece la soglia a un ettaro si arriva ad intercettare oltre i tre quarti (il 78%) delle aziende, ma ancora una quota molto limi-tata del vigneto, meno del 13%. Invece le 19.746 aziende con oltre 10 ettari, appena il 3% del totale, detengono la metà della superficie. La frammentazio-ne è particolarmente evidente in Galicia, Canarie e Castilla y León.Partendo da questa stratifica-
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principaLi varietà di vite impiantate in Spagna*
inventario 1999/00
inventario 2011/12
Variazione 2000/2012 quota 2012
ettari ettari ettari % %
Airén 338.635 213.397 -125.238 -37,0% 22,4%
Macabeo-Viura 32.905 37.514 4.609 +14,0% 3,9%
Pardina, Jean Blanco, Baladi Verdejo, Robal
53.215 28.116 -25.099 -47,2% 2,9%
Verdejo 5.380 18.077 12.697 +236,0% 1,9%
Palomino 3.917 13.689 9.772 +249,5% 1,4%
Cayetana Blanca 10.743 11.099 356 +3,3% 1,2%
Moscatel Alejandria 8.386 10.234 1.848 +22,0% 1,1%
Altre bianche 115.952 89.356 -26.596 -22,9% 9,4%
totale bianche 569.133 421.482 -147.651 -25,9% 44,2%
Tempranillo 117.857 205.975 88.118 +74,8% 21,6%
Bobal 92.629 65.718 -26.911 -29,1% 6,9%
Garnacha Tinta 86.848 63.676 -23.172 -26,7% 6,7%
Monastrell 65.112 48.116 -16.996 -26,1% 5,0%
Cabernet Sauvignon 5.516 21.421 15.904 +288,3% 2,2%
Syrah 791 20.553 19.762 +2498,4% 2,2%
Garnacha Tintorera 7.540 20.082 12.542 +166,3% 2,1%
Merlot 3.569 13.283 9.714 +272,2% 1,4%
Altre nere 60.950 46.148 -14.802 -24,3% 4,8%
totale nere 440.812 504.972 64.160 +14,6% 53,0%
Mezcla 41.107 11.854 -29.253 -71,2% 1,2%
Altre 90.934 14.868 -76.066 -83,6% 1,6%
totale Spagna 1.141.986 953.177 -188.809 -16,5% 100,0%
*oltre i 10 mila ettari
Fonte: Commissione Ue e Oemv su comunicazioni delle comunità autonome e inventario spagnolo
compoSizione vigneto per coLore (ha)
569.133 421.482
440.812 504.972
2000 2012
Composizione vigneto spagnolo per colore (ha)
Bianche
Nere
principaLi vitigni coLtivati (ha) (esclusi Airén e Tempranillo)
0
10.000
20.000
30.000
40.000
50.000
60.000
70.000
80.000
90.000
100.000
bobal
garnacha ti
nta
monastre
l
macabeo-v
iura
pardin
a
cabernet s
.
syrah
granacha ti
ntore
ra
verdejo
palomin
o
merlo
t
Principali vitigni coltivati (ha)
2000 2012
airÉn e tempraniLLo a confronto (ha)
338.635
117.857
213.397 205.975
airen tempranillo
Airén e Tempranillo a confronto (ha)
2000
2012
338.635
117.857
213.397 205.975
airen tempranillo
Airén e Tempranillo a confronto (ha)
2000
2012
perfici sono infatti cresciute da 117.857 a 205.975 ettari (+88.118), segnando un +75%. Queste due varietà si sparti-scono in parti sostanzialmen-te uguali il 44% del vigneto spagnolo. Alle loro spalle tre uve nere: il Bobal, con 65.718 ettari e il 7%, in arretramento, e a poca distanza la Garnacha Tinta (63.676 ettari e il 7%), affi-ne al nostro Cannonau, e il Mo-nastrell (48.116 ettari e il 5%). Tutti gli altri vitigni sono sotto i 40.000 ettari e il 5%.A partire dal 2000 il calo più consistente delle superfici è stato riscontrato, come antici-pato, per l’Airén, ma nella stes-sa tendenza sono state coin-volte anche la Pardina (-25.099 ettari), sempre a bacca bianca, e le nere Bobal (-26.911 ettari), Garnacha tinta (-23.172 ettari) e Monastrell (-16.996 ettari)Tra le uve in crescita, inve-ce, oltre al Tempranillo sono da annoverare anche varietà internazionali rinomate: lo Syrah soprattutto, che nel 2000 contava appena 791 ettari e nel 2012 si è attestato a 20.553 etta-ri (+19.762 ettari), il Cabernet Sauvignon, che nello stesso periodo ha quasi quadrupli-cato le superfici, portandosi a 21.421 ettari (+15.904 ettari), e il Merlot, passato a 13.283 ettari (+9.714 ettari). Segno positivo, sempre tra le nere, anche per la Garnacha Tintorera (+12.542 ettari) e, tra le bianche, per Ver-dejo (+12.697 ettari) e Palomino (+9.772 ettari).
Quasi il 30% del vigneto ristrutturatoOvviamente la struttura del vi-gneto spagnolo è anche il risul-tato di un’intensa attività di ri-strutturazione e riconversione che ha trovato finanziamento nell’ambito dell’omonima mi-sura dell’Ocm. Da quando è nata (nel 2001) fino al 2012 ha infatti consentito a questo Pa-ese di ristrutturare 274.631 etta-ri, corrispondenti al 29% delle superfici vitate del 2011/12. Vale la pena fare un piccolo inciso per ricordare che nello stesso periodo l’Italia ha ristrutturato 176.871 ettari, ovvero il 27% dei suoi vigneti (654.823 ettari). Tornando alla Spagna, tra il 2001 e il 2008, sotto l’Ocm del regolamento (CE) 1439/1999, questo Paese ha erogato 1,3 miliardi di euro di fondi Ue su 203.233 ettari, per un aiuto me-dio a ettaro di 6.435 euro. Inve-ce nel periodo 2009-2012, con l’Ocm unica (regolamento (CE) 1234/2007), inserendo la misura all’interno del programma di sostegno, la Spagna ha pagato per la ristrutturazione e ricon-versione 358 milioni di euro su 71.397 ettari di vigneti, per un aiuto medio di 5.019 euro/ha.Oltre il 47% delle superfici ri-strutturate tra il 2001 e il 2012 risulta localizzato in Castilla-La Mancha, e una quota ab-bastanza rilevante, il 14%, in Extremadura. Nel 2012, in par-ticolare, sono stati 10.173 i be-neficiari della misura, di cui il 99% partecipanti a piani col-
appLicazione deLLa miSura di riStrutturazione e riconverSione dei vigneti in Spagna daL 2001 aL 2012
2001-2008 2009-2012 2001-2012 % 2001-2012
€ ettari € ettari € ettari € ettari
Andalucía 39.234.497 5.653 13.952.154 1.250 53.186.651 6.904 3,2% 2,5%
Aragón 55.175.971 12.823 17.351.034 3.688 72.527.005 16.511 4,4% 6,0%
Asturias 189.337 14 23.370 5 212.707 19 0,0% 0,0%
Baleari 2.625.306 472 91.868 15 2.717.174 487 0,2% 0,2%
Canarie 17.923.007 1.217 969.053 99 18.892.060 1.315 1,1% 0,5%
Cantabria 0 0 3.474 1 3.474 1 0,0% 0,0%
Castilla-Mancha 657.889.990 93.193 184.330.680 36.129 842.220.670 129.321 50,5% 47,1%
Castilla y León 72.040.211 11.722 14.793.246 2.597 86.833.457 14.319 5,2% 5,2%
Cataluña 83.945.407 14.432 30.497.229 5.639 114.442.636 20.072 6,9% 7,3%
Extremadura 160.422.466 26.439 48.549.253 12.503 208.971.719 38.941 12,5% 14,2%
Galicia 37.779.941 2.636 9.802.954 687 47.582.895 3.323 2,9% 1,2%
Madrid 4.597.173 1.063 212.561 42 4.809.734 1.104 0,3% 0,4%
Murcia 31.834.658 4.891 5.117.934 926 36.952.591 5.817 2,2% 2,1%
Navarra 24.182.235 4.436 3.472.734 585 27.654.969 5.021 1,7% 1,8%
Paesi Baschi 11.175.506 3.107 2.753.968 602 13.929.474 3.709 0,8% 1,4%
La Rioja 33.227.849 6.547 12.469.164 2.250 45.697.013 8.797 2,7% 3,2%
Valencia 75.562.931 14.588 13.931.611 4.381 89.494.543 18.969 5,4% 6,9%
totale Spagna 1.307.806.486 203.233 358.322.286 71.397 1.666.128.772 274.631 100,0% 100,0%
Fonte: Oemv su dati CCAA e FEGA
lettivi (solo Castilla y León e Paesi Baschi hanno applicato piani individuali), e 30.947 gli ettari ristrutturati, per oltre 150 milioni di euro di aiuti pa-gati. Di questo importo il 91% è stato un contributo ai costi di ristrutturazione e il 9% un in-dennizzo per le perdite di red-dito connesse alle operazioni realizzate sul vigneto.
Sempre nello stesso anno, la maggior parte delle comuni-tà autonome ha applicato la percentuale massima di aiuto consentita dalla Ue (solo due l’hanno ridotta) e dieci hanno pagato anticipi.Il principale tipo di intervento realizzato è stato il reimpian-to, con un’incidenza del 64% sulle superfici; seguono il mi-
glioramento delle tecniche di gestione del vigneto (36% della superficie), attraverso la tra-sformazione da vaso a spalliera, e infine la riconversione varie-tale (appena lo 0,2%). Le prin-cipali varietà utilizzate per il reimpianto dei vigneti nel 2012 sono state Airén (24%), Tempra-nillo (18%) e Macabeo (17%).Insomma sono questi i numeri
e le tendenze con cui la Spagna si appresta ad entrare in una nuova programmazione della Pac e dell’Ocm, quella che co-prirà il periodo dal 2014 al 2020 e che, per il settore vitivinicolo in particolare, avrà proprio nel-la disciplina delle superfici vi-tate e degli impianti dei vigne-ti uno dei principali elementi di novità rispetto al passato.
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.000 ettolitri 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013
Castilla-La Mancha 24.542 15.977 21.100 25.528 26.300 21.682 23.282 21.501 23.056 18.995 21.568 18.622 18.387 32.550
Extremadura 3.684 2.873 3.528 4.621 4.058 3.214 3.048 2.973 3.664 3.127 3.903 4.282 3.158 4.175
Cataluña 3.143 2.980 3.389 3.692 4.045 2.719 3.271 3.197 3.238 3.512 3.483 3.293 2.808 3.714
Valencia 2.347 2.150 2.996 3.500 2.711 2.692 2.671 2.761 2.310 2.810 2.249 2.341 2.077 2.915
Castilla y León 1.668 1.317 1.405 1.721 1.870 1.671 2.014 1.621 1.452 1.471 1.581 1.825 1.713 2.073
La Rioja 2.622 1.857 1.419 2.236 2.427 2.304 2.085 2.200 2.007 2.125 2.101 2.003 1.836 1.753
Andalucía 1.873 1.950 1.821 1.900 2.080 1.265 1.246 1.709 1.412 1.350 1.315 1.369 837 1.323
Aragón 1.029 777 848 1.193 1.629 1.115 1.400 1.571 898 1.406 1.117 1.148 993 1.028
Murcia 605 585 799 698 609 575 609 705 675 681 907 675 686 910
Navarra 1.700 772 690 933 1.232 981 1.071 1.087 769 850 822 680 604 684
País Vasco 744 589 410 637 706 661 662 626 577 756 647 601 577 591
Galicia 1.048 1.442 1.423 1.785 1.912 1.738 1.600 1.880 1.018 888 909 1.500 328 418
Madrid 330 444 533 642 277 268 431 234 325 143 180 122 114 178
Canarie 205 183 154 195 159 184 219 26 144 101 60 86 81 100
Baleari 28 38 31 53 42 44 46 45 36 43 46 35 41 46
Asturias 1 3 4 4 4 4 4 3 2 2 1 2 1 1
Cantabria 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 5 1 1 1
totale 45.572 33.937 40.549 46.638 48.659 39.542 43.659 39.832 41.282 38.325 39.985 37.199 34.241 52.460
Fonte: elaborazioni Corriere Vinicolo su dati FEGA e Oemv
euro/litro 2005 2007 2009 2011 2013
Castilla y León 3,39 3,70 3,59 4,01 4,62
Paesi Baschi 3,47 3,05 3,46 3,27 3,42
La Rioja 2,64 2,82 2,72 3,10 2,98
Cataluña 2,09 2,57 2,33 2,41 2,71
Madrid 0,87 1,49 1,90 1,65 2,19
Andalucía 2,19 2,44 2,01 1,41 2,14
Navarra 1,60 2,24 2,14 1,83 1,92
Aragón 1,27 1,35 1,68 1,69 1,88
Galicia 0,67 0,68 0,85 1,31 1,61
Valencia 0,62 0,66 0,74 0,74 1,12
Castilla-La Mancha 0,47 0,49 0,49 0,47 0,77
Extremadura 0,33 0,40 0,37 0,39 0,64
Altri 4,76 2,52 3,15 3,93 4,11
totale 1,04 1,13 1,11 0,96 1,39
euro 2005 2007 2009 2011 2013
Castilla-La Mancha 297.194.074 386.338.604 370.541.236 586.727.230 727.909.045
Cataluña 455.038.745 543.020.982 488.803.298 554.305.421 615.261.049
La Rioja 220.377.534 256.714.318 226.383.808 293.302.304 340.258.134
Valencia 129.798.502 148.027.561 130.313.136 174.022.161 221.351.822
Murcia 77.506.810 92.047.758 103.690.370 164.949.095 189.464.803
Paesi Baschi 103.786.777 147.249.024 121.037.797 150.304.137 180.851.409
Castilla y León 71.413.362 90.686.592 96.757.352 110.535.178 134.819.237
Aragón 74.543.712 72.024.424 79.542.583 93.034.574 112.256.981
Andalucía 130.932.929 122.470.913 104.699.964 108.701.550 111.971.149
Extremadura 38.101.062 33.359.226 45.973.645 102.354.294 99.215.717
Navarra 53.191.283 61.713.303 55.091.540 70.169.961 68.164.796
Galicia 23.419.647 31.163.922 24.531.873 30.496.218 45.678.428
Madrid 16.471.256 18.708.030 16.311.981 31.298.058 41.759.784
Baleari 495.934 1.159.862 1.746.255 3.398.706 4.811.704
Canarie 147.839 497.544 1.367.962 1.929.116 2.881.405
Asturias 451.126 1.957.415 1.403.423 1.377.725 1.439.455
Cantabria 38.978 18.259 247.284 193.899 94.783
Altri 2.123.178 419.878 729.353 9.273.058 7.716.466
totale 1.695.032.748 2.007.577.615 1.869.172.860 2.486.372.685 2.905.906.167 export per comunità: queLLe a maggior vaLore (euro/litro)
... e queLLe a minor vaLore (euro/litro)
0
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Export per comunità autonome (mln euro)
Castilla‐La Mancha Cataluña La Rioja
Valencia Murcia Paesi Baschi
litri 2005 2007 2009 2011 2013
Castilla-La Mancha 629.318.899 783.707.347 749.962.803 1.261.635.591 948.160.237
Cataluña 217.736.615 211.374.102 209.520.739 230.035.279 227.223.140
Valencia 208.740.212 223.472.341 175.370.300 234.995.837 197.549.219
Murcia 111.412.106 123.543.940 118.826.777 212.896.044 166.400.010
Extremadura 116.555.281 84.311.536 122.905.321 264.971.059 154.575.495
La Rioja 83.391.893 91.006.896 83.327.638 94.479.523 114.302.357
Aragón 58.492.420 53.464.685 47.287.700 55.207.315 59.672.236
Paesi Baschi 29.921.168 48.223.475 34.967.304 46.017.914 52.834.411
Andalucía 59.732.892 50.129.851 52.005.547 76.918.769 52.223.608
Navarra 33.336.597 27.597.169 25.758.347 38.308.230 35.505.266
Castilla y León 21.081.609 24.506.226 26.938.161 27.548.754 29.174.308
Galicia 35.105.371 45.982.798 28.897.651 23.280.824 28.341.397
Madrid 19.003.449 12.554.832 8.603.884 18.945.521 19.026.799
Baleari 68.707 229.932 345.759 422.768 635.580
Asturias 151.018 595.205 818.537 986.524 604.299
Canarie 27.314 381.799 215.552 368.602 327.656
Cantabria 5.900 603 168.709 26.955 61.992
Altri 446.241 166.641 231.271 2.360.401 1.878.659
totale 1.624.527.692 1.781.249.378 1.686.152.000 2.589.405.910 2.088.496.669
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Castilla-LM (asse dx) Cataluña Valencia
Murcia Extremadura La Rioja
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... e quelle a minor valore (euro/litro)
Navarra
Aragón
Galicia
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Castilla‐La Mancha
Extremadura
pro
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I DATI STATISTICI Delle ComuNITà AuToNome
exp
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(mln euro)
(mln litri)
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Export per comunità: quelle a maggior valore (euro/litro)
Castilla y León
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COMUNE DI NAPOLI
10edizione
8-9-10 giugno 2014 | Castel dell’Ovo - Napoli
1 Castello6.000 Operatori40 Buyer internazionali200 Aziende nazionali700 Workshop one to one
X Salone dei vini e dei territori vitivinicoli italiani
mar
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t e c n i c a e n o l o g i c ail corriere vinicolo n. 14
12 Maggio 2014 25
PackagingRINNOVAMENTO PER I VINI LA DELIZIACambio d’abito per La Delizia, la linea di vini Doc Friuli Grave. Un nuovo packaging che si inserisce in un più ampio progetto di rinnovamento complessivo della cantina di Casarsa. Fanno parte della rinnovata linea La Delizia lo Chardonnay, il Cabernet Sauvignon, il Merlot, il Pinot bianco, il Pinot grigio, il Refosco dal Peduncolo rosso, il Sauvignon, il Friulano e il Prosecco Spumante Doc Extra Dry.
In anteprima a VinitalyNuOVO LOOk PER FIchIMORI DI TORMAREscAOutfit total black... and cool. Bottiglia elegante e appealing, con dettagli curatissimi. Etichetta ricercata, illuminata da fluorescenze e cromie accattivanti sul fronte, chiara ed esplicita sul retro. Così, con questo abito da sera, Fichimori - già protagonista estivo di enoteche, wine bar e ristoranti - entra nei chiringuiti e nei locali notturni, conservando la sua atipicità unica, o unicità atipica: essere il primo vino rosso da bere freddo (8-10°C), grazie allo speciale processo di vinificazione.
Una rassegna delle proprietà e delle ultime ricerche su questi prodotti, quando utilizzati come additivi dei vini
I tannini enologici comprendono una fa-miglia alquanto ete-rogenea di molecole differenti tra di loro
per caratteristiche chimiche ed enologiche e per origine bota-nica. In base alla composizione chimica, distinguiamo 2 gruppi principali: quello dei tannini idrolizzabili e quello dei tanni-ni condensati. I tannini idroliz-zabili si distinguono a loro volta in gallotannini ed ellagitannini, molecole che per idrolisi acida liberano rispettivamente acido gallico o suoi derivati (acidi di-gallico e trigallico) e acido ella-gico e glucosio.I tannini idrolizzabili sono estratti dal legno di diverse essenze, in particolare rovere (Quercus spp.), castagno (Casta-nea sativa), ma anche dai frutti secchi di mirabolano (Thermina-lia chebula), dal frutto della tara (Caesalpina spinosa) o dalle galle, escrescenze ipertrofiche dovute a punture di insetti (esempio Cinipedi su quercia). L’estrazio-ne viene effettuata con acqua o con l’impiego di soluzioni alco-liche, in particolare acqua/eta-nolo, ad essa segue una fase di liofilizzazione per l’ottenimento delle polveri. I tannini idrolizzabili sono i tannini tradizionalmente im-piegati in enologia. Ad esempio in Francia, l’aggiunta di tannini di noce di galla (gallotannini) ai mosti è una pratica tradizionale del processo di vinificazione dei vini Champagne. Sono, inoltre, principalmente costituiti da ellagitannini i tannini estratti dal legno di rovere, largamente impiegati nei vini rossi. I tannini condensati presenta-no la struttura delle proantocia-nidine e le loro soluzioni in am-biente acido a caldo si colorano di rosso. Sono tannini conden-sati i tannini estratti dalle buc-ce e dai vinaccioli dell’uva, da alcuni legni di piante tropicali (Quebrachia spp.) e dalla corteccia della mimosa (Acacia mearusii).
Tannini enologicicome, quando, perché
di antonella Bosso, Consiglio per la Ricercae la Sperimentazione in Agricoltura - Centro di ricercaper l’Enologia di Asti
lare gustative: alcuni tannini hanno un sapore amarognolo, altri provocano un incremento della struttura fenolica dei vini naturalmente poveri in estrat-to. È stato osservato che talvolta possono causare un incremento dell’intensità colorante; in ge-nerale la scelta del tipo di tan-nino dovrebbe sempre tenere conto delle possibili interferen-ze con il colore, che sarebbero da evitare. A causa delle mo-dalità con cui sono ottenuti, i preparati a base tannino non possiedono alcun effetto diretto sull’aroma dei vini. L’impiego dei tannini non è un interven-to aromatizzante, al contrario dell’utilizzo dei pezzetti di le-gno (comunemente noti come “chips”) che liberano nei mosti
o nei vini cui sono aggiunti, mo-lecole aromatiche proprie del legno o prodotte nel corso delle operazioni di stagionatura e/o di tostatura; lo stesso avviene quando i vini sono conservati in barrique o in piccoli recipienti di legno. Non sempre l’apporto dei tanni-ni determina un miglioramento della qualità dei vini. L’assenza di effetti potrebbe principal-mente dipendere dal fatto che i vini presentano una ric-chezza naturale in tan-nini tale per cui risulta trascurabile la quantità esogena aggiunta, con-siderando, inoltre, che una parte di queste mo-lecole viene persa per ad-sorbimento, precipitazione o ossidazione nel corso del processo di vinificazione.
Per ovviare a ciò non sempre è consigliabile intervenire incre-mentando il dosaggio. Esiste, infatti, per ciascun preparato una soglia di preferenza, oltre-passata la quale, si può avere un deprezzamento del vino, in par-ticolare per la comparsa di odori poco gradevoli e per la perdita dell'equilibrio gustativo
Principali proprietàenologichePer quanto riguarda le principa-li proprietà enologiche, i tanni-ni sono molecole estremamen-te reattive nei confronti delle reazioni di ossidazione; la reat-tività varia con la ricchezza dei gruppi idrossilici posti in posi-zione orto sulle molecole, di cui i tannini idrolizzabili, in parti-colare i gallotannini, sono più ricchi dei tannini condensati. Si ritiene che nei vini bianchi l’apporto di questi tannini a vini che presentano un ridotto corredo polifenolico consenta di prolungarne la longevità nel tempo. I tannini, infatti, in presenza di ferro e rame, reagiscono ra-pidamente con l’ossigeno mo-lecolare disciolto e tendono a proteggere dall’ossidazione altri costituenti presenti nel vino. Se l’effetto sulla longevità dei vini è stato largamente dimostrato nel caso di vini conservati in recipienti di legno, gli apporti contenuti (dosi di impiego com-prese tra 20 e 40 mg/l) di tanni-ni idrolizzabili, sia gallotannini che ellagitannini, tuttavia non sempre porta
Dal CoDiCe oiv al CoDex alimentarius
I TANNINI cOME chIARIFIcANTIL’impiego dei tannini in enologia è incluso nel Codice internazionale delle pratiche enologiche dell’Oiv soltanto come chiarificante dei mosti e dei vini.Anche l’Ue (Regolamento n. 606/2009) ammette l’impiego dei tannini su diverse categoriedi prodotti vitivinicoli (mosto di uve parzialmente fermentato e prodotti definiti nell’allegato IV punti 1, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 15 e 16 del regolamento (CE) n. 479/2008) facendo esplicito riferimento soltanto al loro effetto di chiarificanti (punto 10 dell’allegato 1A reg. 606/09). Recentemente è stata avviata una revisione degli additivi ammessi nel processo di produzione dei vini nell’ambito del Codex Alimentarius, documento che raccoglie un insieme di norme elaborate da una commissione intergovernativa, finalizzate alla protezione del consumatore e ad assicurare la correttezza degli scambi internazionali.Questa revisione probabilmente riguarderà anche le modalità di impiego dei tannini enologici e porterà a considerare le numerose proprietà di questi prodotti, quando utilizzati come additivi dei vini.
Presso l’Oiv è attualmente in corso di valutazione un metodo analitico per la determinazione del titolo in polifenoli applicabile ai diversi preparati. L’acquisizione ufficiale di una metodica di rapida e semplice applicazione consentirebbe un migliore controllo da parte del produttore della composizione dei preparati commerciali che, principalmente a causa della loro origine naturale, presentano una composizione variabile da lotto a lotto, offrendo maggiori garanzie per gli utilizzatori.
la revisione dei metodi di analisidei preparati a base di tannini
Reattività con le proteineed effetto sull’astringenzaI tannini possiedono differenti proprietà enologiche che di-pendono anche dalla loro com-posizione chimica. Essi sono in grado di reagire con le proteine provocandone la flocculazione: questa loro proprietà è sfruttata per allontanare una parte della frazione proteica presente nei mosti e nei vini. Alcuni test per valutare la stabilità proteica dei vini si basano, inoltre, sulla mi-surazione dell’aumento di tor-bidità dei vini successivamente all’aggiunta di tannino. La stes-sa sensazione di astringenza in bocca provocata dai tannini è dovuta all’effetto flocculante sulle proteine della saliva che in questo modo perde la sua ca-pacità lubrificante sulle mucose del cavo orale. La reattività con le proteine è comune a tutti i tannini enolo-gici anche se i meccanismi che intervengono sembrano essere diversi: si ritiene ad esempio che i tannini idrolizzabili for-mino uno strato idrofobico alla superficie delle proteine, men-tre i tannini condensati si leghi-no prevalentemente alle protei-ne attraverso legami idrogeno.Il grado di astringenza dei tan-nini, così come la loro reattività con le proteine, in senso gene-rale, si riteneva che variasse al variare dell’origine botanica: alcuni Autori francesi, operando con soluzioni modello, hanno determinato le soglie di perce-zione dell’astringenza di prepa-rati a base di tannini di rovere, castagno e galla riportando con-centrazioni rispettivamente di 50, 80 e 67 mg/l. I tannini estratti dal legno di rovere secondo que-sta ricerca sarebbero caratteriz-zati da una maggiore astringen-za rispetto a quelli di galla e di castagno, i meno astringenti. Studi più recenti hanno, invece, evidenziato che esistono scarse differenze nel grado di astrin-genza tra i diversi estratti.L’impiego dei tannini come co-adiuvanti è, comunque, limitato nella pratica: la loro efficacia come agenti deproteinizzanti è soltanto parziale. Recentemente alcuni autori hanno rilevato che i tannini enologici in grado di precipitare le proteine dei vino sono presenti in basse concen-trazioni nei preparati commer-ciali (dal 12 al 48% dei tannini totali).
Caratteristiche sensorialie gustativeOltre all’effetto sull’astringenza, i tannini possiedono altre carat-teristiche sensoriali, in partico-
In base alla composizione
chimica, si distinguono due gruppi principali:
i tannini idrolizzabili e quelli
condensati
t e c n i c a e n o l o g i c ail corriere vinicolo n. 1412 Maggio 201426
a miglioramenti della con-servabilità dei vini bianchi in bottiglia. Nel caso dei vini rossi, l’aggiun-ta di tannini idrolizzabili du-rante la conservazione in vasca abbinato ad apporti controllati di ossigeno (microssigenazio-ne), invece, favorirebbe la sta-bilizzazione della materia co-lorante. La presenza di tannini, infatti, accelererebbe il processo di ossidazione del vino, favoren-do la produzione di perossido di idrogeno a partire dall’ossigeno molecolare e la successiva for-mazione di acetaldeide dall’eta-nolo. L’acetaldeide che si forma è una molecola particolarmente reattiva che accelera le reazioni di condensazione tra antociani e tannini. Sono proprio i pig-menti che si formano dalla re-azione tra antociani e tannini attraverso i ponti di etilici che intervengono favorevolmente sull’intensificazione e sulla sta-bilizzazione della colorazione rossa dei vini; inoltre essi ri-sultano, rispetto agli antociani monomeri da cui derivano, più stabili alle variazioni del pH e non decolorabili dalla SO2.I tannini possiedono, inoltre, un’attività antiossidasica che è di particolare interesse pratico per il controllo dell’azione della laccasi nei mosti da uve botri-tizzate. L’efficacia è importante su mosti di uve sia a bacca rossa che bianca.
Modalità d’impiegoI tannini condensati sono im-piegati nella vinificazione in rosso; nei vini bianchi l’ag-giunta di tannini condensa-ti, portando a un incremento della frazione flavonoidica, ne aumenterebbe la suscettibilità all’imbrunimento.Essi possono essere aggiunti ai vini durante o dopo la fermen-tazione alcolica e consentono di incrementarne la concentrazio-ne polifenolica. In presenza di ossigeno, i composti flavanici, naturali e contenuti nei tannini condensati, reagiscono diret-tamente o tramite ponti etilici, con la frazione antocianica libe-ra dando pigmenti stabili. Nel caso in cui si vogliano li-
mitare le perdite degli antocia-ni per ossidazione enzimatica (azione sulla tirosinasi) nel corso della macerazione fer-mentativa dei vini, si consiglia di effettuare le aggiunte di tan-nini condensati o idrolizzabili nel corso dei primi giorni di macerazione (entro 48 ore dalla svinatura), poiché in quel mo-mento il mosto-vino è ancora povero in composti polifenolici naturali che vengono estratti più lentamente degli antociani in soluzione acquosa.Alcuni Autori hanno tuttavia recentemente rilevato che le pareti delle cellule della buccia presentano un’elevata affinità per molti tannini enologici che possono venire adsorbiti e trat-tenuti dalle vinacce nel corso della fermentazione alcolica. Il grado di affinità sembra soprat-tutto dipendere dal peso mole-colare dei polifenoli piuttosto che dalla loro composizione (es. grado di galloilazione). Questi risultati potrebbero suggerire una diversa modalità di impie-go dei tannini, sia per quanto riguarda il momento delle ag-giunte e la scelta delle dosi che le modalità con cui effettuare gli apporti (esempio al mosto dopo un rimontaggio ecc..) per minimizzarne l’adsorbimento. Approfondimenti al riguardo sono di particolare interesse pratico. È stato, inoltre, studiato l’effetto dell’aggiunta di tannini sulla eliminazione dell’odore di ri-dotto dei vini. I tannini, di per sé non reagiscono direttamente con le molecole tioliche, respon-sabili del difetto, e l’apporto dei tannini deve sempre essere accompagnato da un arieggia-mento dei vini. Sono, infatti, le forme chinoniche dei tannini, che si formano durante il pro-cesso di ossidazione, a reagire ed asportare le molecole tioli-che. La perdita dei tioli, infatti, non avviene immediatamente dopo l’arieggiamento, ma si ma-nifesta dopo circa 48 ore dall’ap-porto di ossigeno. Tuttavia si ritiene che nella maggior parte dei casi il solo apporto di ossige-no sia sufficiente al raggiungi-mento di questo scopo.
Molti lavori scientifici hanno studiato il ruolo dei tannini condensati sull’intensità colorante dei vini rossi, i risultati però non sono stati univoci. Alcuni Autori spagnoli hanno studiato l’effetto dei tannini di quebracho aggiunti a 3 diverse dosi (50, 100 e 200 mg/l) in 3 differenti momenti del processo di vinificazione (dopo 2 e 8 giorni e dopo circa 4 mesi dalla pigiatura) su vini Cabernet sauvignon nel corso della vendemmia 2004, osservando che l’apporto di tannini aveva svolto un modesto ruolo sul colore dei vini. Nel corso di un’altra esperienza, impiegando tannini estratti dai vinaccioli e dosi maggiori (200-600 mg/l) prima e al termine della FA altri Autori hanno rilevato un miglioramento dell’intensità colorante soltanto nei vini naturalmente più poveri in composti polifenolici (contenuti pari a circa 1.600 mg/l), in presenza delle dosi maggiori. Le differenze più significative si sono osservate quando le vinificazioni hanno riguardato uve colpite da Botrytis, a conferma della maggiore importanza dell’attività antiossidasica di questi preparati.
ruolo dei tannini condensatisull’intensità colorante
dei vini rossi
incremento estabilizzazione
del colore
Recentemente alcuni ricercatori francesi,
operando con una soluzione idroalcolica sintetica avente pH acido (3-4) e aggiunta di
vescalagina (ellagitannini)e di estratti antocianici
dell’uva hanno identificato un nuovo pigmento ibrido antociano-ellagitannino di
colore violaceo, in grado di intensificare il colore dei vini rossi. Se la formazione
di questi pigmenti fosse confermata anche nel vino,
significherebbe che i tannini idrolizzabili intervengono
sulla stabilizzazione del colore dei vini rossi, non soltanto
in modo indiretto, come catalizzatori delle reazioni di condensazione tra antociani
e flavani (produzione di acetaldeide), ma anche
in modo diretto, secondo reazioni simili a quelle cui
partecipano gli antociani e i tannini dell’uva.
Alcuni Autori hanno verificato un incremento del colore rosso dei vini,
successivamente all’aggiunta di tannini, per effetto della
copigmentazione. Si tratta di un fenomeno che si verifica in una soluzione in cui molecole
colorate e non, formano complessi molecolari che
determinano l’aumento dell’intensità colorante
ed, in alcuni casi, una modificazione della tonalità
(spostamento del valore della lunghezza d’onda in cui si ha
il massimo di assorbanza). Si è osservato però che questo
effetto, evidente all’inizio della fermentazione, tende a scomparire nel corso del
processo di vinificazione.
lepropostedelmercato
Agrovin ItaliaBatteri lattici Viniferm OE, utilizzo certificato per vini bio
AgROVIN ha confermato la sua leadership nel settore dei prodotti enologici, sviluppando un processo specifico di produzione dei batteri lattici per la fermentazione
malolattica del vino. Questo processo è il risultato di vari Progetti di Ricerca consecutivi con l’Università di Valencia, Dipartimento di Microbiologia, sotto la direzione del professor Sergi Ferrer, con cui Agrovin collabora nell’R&D dall’anno 2006.
L’ultimo progetto associato a questa linea di lavoro (CENIT DEMETER) è culminato con il disegno e l’acquisizione di un
fermentatore specifico con tecnologia propria per colture di batteri lattici liquidi Oenococus oeni ad inoculo diretto in
vino, commercializzate sotto il marchio Viniferm OE. Il nuovo fermentatore permette l’ottenimento di colture uniche nel mercato, affidabili ed efficaci, e a un prezzo più competitivo. Questo apparato innovativo, sviluppato dall’equipe tecnica di Agrovin, dispone di una maggior capacità produttiva, oltre a consentire un miglioramento delle condizioni della coltura, con controlli diretti in tempo reale. La produzione di batteri lattici Viniferm OE si realizza su substrati vinici naturali, è adatta alla produzione di vini biologici, per il cui utilizzo è stata recentemente certificata.
Chr Hansen (Vason Group)Gamma Viniflora per fermentazioni malolattiche in sicurezza
Chr Hansen (Vason Group)Gamma Viniflora per fermentazioni malolattiche in sicurezza
L a gamma Viniflora® è la soluzione più completa e affidabile, per condurre le fermentazioni malolattiche in sicurezza, anche a condizioni estreme. Punta di diamante della
proposta è il famoso Viniflora® CiNe, dalle prestazioni uniche, ideale per la produzione di vini dalle note varietali pienamente espresse. CiNe non consuma l’anione citrato, pertanto non produce i tipici aromi burrati delle FML tradizionali. L’effetto finale sul vino è che al consumo di acido malico, corrisponde un rispetto del
bouquet fruttato. La gamma si completa con:Viniflora® Oenos, il più diffusoViniflora® CH35, ideale per bianchi e rosatiViniflora® CH16, alcoltolleranteViniflora® CH11, per vini con pH bassiTutti i ceppi vengono prodotti secondo un brevetto esclusivo e controllati secondo il sistema MACC, il Malic Acid Conversion, per garantire la vitalità del preparato in vino. Ciò rende i ceppi idonei all’inoculo diretto, il sistema d’utilizzo più semplice e sicuro, che al contrario delle tecniche che prevedono più step di propagazione, consente di tenere completamente sotto controllo il possibile sviluppo di una microflora indigena e di sentori sgraditi. Tutti i ceppi sono certificati come “non produttori” di ammine biogene. Alcuni sono disponibili nella loro forma congelata Viniflora® LS, la proposta più innovativa. Queste soluzioni biotecnologiche innovative sono disponibili attraverso il comparto tecnico del VASON gROUP, sia per eseguire fermentazioni sequenziali sia per co-inoculi lieviti-batteri.
P er una fermentazione malolattica di grande soddisfazione qualitativa DAL CIN propone i batteri malolattici PN4 e V22, entrambi frutto della ricerca
italiana e prodotti da Lallemand. Entrambi i ceppi sono ormai largamente impiegati, soprattutto in coinoculo, garantendo sempre qualità, sicurezza ed economicità del processo.PN4, selezionato dall’Istituto Agrario di San Michele all’Adige, si distingue per una non comune adattabilità alle condizioni del vino, arrivando a lavorare con successo su vini ad elevata alcolicità (> 15% alcol) o con SO2 relativamente alte (50-60 ppm).V22 è un ceppo di Lactobacillus plantarum selezionato dall’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza. Si tratta di un ceppo omofermentante, caratteristica particolarmente preziosa per condurre la fermentazione malolattica in vini con pH elevato (>3,5), in caso di inoculo con zuccheri residui o di co-inoculo.ULTRasi è la gamma di enzimi specifici per le diverse applicazioni. Nella chiarifica statica dei mosti bianchi consigliamo ULTRasi g e L per lavorazioni standard; ULTRasi Select in caso di uve poco mature, pH basso e varietà difficili. ULTRasi Flot è la preparazione specifica per accelerare i tempi della flottazione. Per ottenere vini rossi giovani e vini rosati intensamente fruttati, proponiamo ULTRasi Redberry; indicato anche per l’impiego in termovinificazione. ULTRasi Cherry, novità 2014, è dedicato ai vini più strutturati e longevi. L’equilibrata estrazione dei polifenoli garantisce l’ottimale affinamento del colore, che si mantiene stabile nel tempo.
Dal CinAmpia gamma di enzimi e batteri per la vendemmia 2014
enzimi&batteriUna selezione, a cura delle aziende, di alcune delle ultime novità disponibili sul mercato
v e t r i n ail corriere vinicolo n. 14
12 Maggio 2014 27
RESISTENZA AGLI STRESS IDRICIUNA QUESTIONE (ANCHE) VARIETALE
OenobrandsIdentità di marchio ringiovanitaper gli enzimi Rapidase
P er rinforzare la propria posizione di leader nel settore degli enzimi per l’enologia, OENObRANDS ha effettuato una completa rivisitazione del marchio Rapidase®. gli enzimi
Rapidase sono prodotti da DSM, un leader nel mercato globale degli enzimi alimentari nonché l’azienda con la più antica storia di produzione di enzimi per l’enologia. L’impegno di DSM nell’affidabilità è evidenziato dal documento Quality for lifeTM, un programma che assicura che tutti i prodotti DSM rispettano i più alti livelli di qualità, affidabilità, riproducibilità, tracciabilità e che sono stati elaborati in un modo sicuro e sostenibile.La nuova identità del marchio Rapidase comprende la riprogettazione delle denominazioni dei prodotti e il loro imballaggio. Il marchio sarà commercializzato con lo slogan “enzimi ad alta velocità d’azione dal 1922” ed ogni prodotto avrà un nuovo nome facile da ricordare poiché basato sul proprio utilizzo. Ad esempio, l’enzima Rapidase Ex Color, famoso per l’estrazione del colore dalle bucce d’uva, prenderà ora il nome di Rapidase Extra Color. Uno dei più chiari risultati dell’indagine avviata per il rinnovamento del marchio è stata la fiducia degli enologi nella capacità degli enzimi Rapidase di accelerare i processi di vinificazione. Per continuare ad offrire i prodotti più efficaci, Oenobrands continuerà a mettere a punto, a sperimentare ogni formulazione di Rapidase con gli istituti di ricerca di fama mondiale e a convalidarne l’efficacia in cantina, nelle reali condizioni di produzione.
I preparati enzimatici Everzym hanno l’obiettivo di valorizzare la qualità e migliorare le rese quali e
quantitative nel processo di lavorazione delle uve e dei vini. Per ogni applicazione - macerazione pellicolare, chiarifica, estrazione colore e aromi, affinamento, prevenzione della FML, miglioramento della filtrabilità dei vini, rigenerazione di membrane e cartucce - sono disponibili valide soluzioni. Everzym VRT: concentrato liquido, ad elevata attività pectolitica, specifico per mosti di cultivar aromatiche, attivo su pectine solubili e insolubili, efficace in condizioni di pH e temperature difficili. È raccomandato su mosto
fiore di uve bianche aromatiche, subito dopo la pressa soffice, per accelerare la chiarifica. È indicato per mosti derivati da appassimenti, criomacerazioni o lavorati in iper-riduzione, in cui valorizza l’azione di estrazione e concentrazione aromatica.Everzym XPL: liquido ad elevata attività pectolitica, evidenzia la sua specifica azione sulle pectine della polpa (idrolisi veloce e completa). Su uve e pigiato accelera l’estrazione di mosto fiore, aumentandone la resa e limitando la produzione di feccia. In macerazione pellicolare, favorisce l’estrazione di precursori aromatici, aromi e polisaccaridi, grazie al dilavamento
delicato della buccia, che rimane integra. È ideale su uve in cui è opportuno limitare l’estrazione del colore (es. Pinot grigio). Everzym Sur Lies: preparazione pectolitica liquida con elevata attività ß-glucanasica e moderate attività proteasica e ß- glicosidasica. Accelera la lisi di lieviti e batteri, aumenta la complessità e l’impatto aromatico. È di comprovata efficacia per il miglioramento della filtrabilità dei vini.
T EbALDI ha scelto di portare soluzioni biotecnologiche
ai suoi clienti adatte per le esigenze di ogni vino. In quest’ottica propone, ad esempio, gli enzimi ExperZyme, una gamma di preparati granulari facilmente solubili, FCE, stabilizzati a pH bassi, e in grado di mantenere l’attività significativa anche a bassa temperatura. Prerogativa di ExperZyme S (settling) è la chiarifica statica dei mosti bianchi, anche per condizioni difficili, quali alto contenuto di pectine, pH basso e bassa temperatura. Per la macerazione pellicolare e la pressatura di uve bianche propone ExperZyme P (pressing), un pool di attività enzimatiche per migliorare l’estrazione di sostanze aromatiche dalla buccia e aumentare la resa in pressa con successivo illimpidimento del mosto. Per i mosti rossi, l’estrazione di tannini eleganti e antociani è garantita da ExperZyme R (red), particolarmente adatto a vini rossi di carattere fruttato e durante la MPF, mentre l’estrazione profonda e selettiva dei polifenoli e dei polisaccaridi è una peculiarità di ExperZyme V (vintage), per la macerazione di uve rosse e la produzione di vini destinati all’affinamento. ExperZyme R e V sono purificati da attività antocianasica. La gamma include inoltre ExperZyme beta, ricco di attività ß-glucanasica per l’affinamento sur lies. Non mancano soluzioni per lavorazioni di elevate quantità di mosto e di facile applicazione: gli enzimi liquidi pectolitici ExperZyme L-gP, per la flottazione e la chiarifica di mosti bianchi, ed ExperZyme L-gR, arricchito di attività secondarie tra cui cellulasica ed emicellulasica per la vinificazione in rosso. La novità 2014? Experzyme Thiol, preparazione enzimatica ottimizzata per l'idrolisi dei precursori dei tioli volatili.
ErbslÖhNuovi arrivi nella famiglia Trenolin
P er vini di carattere dotati di un vasto bagaglio aromatico, con un’elevata resa in mosto e di facile chiarifica, arrivano Trenolin® Frio DF e Trenolin® FastFlow DF.
Trenolin Frio DF: speciale enzima liquido con una intensa attività pectolitica e per la macerazione a freddo già a partire da 5 °C esente da attività di depsidasi. L’enzima già dai 5 °C provvede a incrementare la resa in mosto e a migliorare la chiarifica. Esplica la sua attività pectolitica tramite la lisi delle pectine che tendendo a legarsi alle molecole di acqua rendono il mosto viscoso, quindi possiamo ridurre il ciclo di pressatura e ottenere una maggiore quantità di mosto fiore evitando il rilascio di sostanze amare e tanniche indesiderate, inoltre si facilita la successiva filtrazione, sedimentazione e flottazione. Si consiglia il suo utilizzo anche nelle fermentazioni in rosso a basse temperature.Trenolin FastFlow DF: speciale enzima liquido per un’efficace depectinizzazione di tutte quelle varietà ricche di pectine quali
Moscati, Traminer, greco, Sylvaner, Malvasie ecc., e per tutte le varietà nelle annate in cui, per le alte temperature, si hanno uve appassite e con scottature. Incrementa la resa in mosto e facilita la pressatura. È altamente attivo anche a basse temperature (dai 5°). Contiene moderne attività pectino degradanti quali Arabingalactan II idrolasi che agisce sulle catene laterali delle Hairy Region delle pectine. Questo enzima è stato sviluppato per aiutare i produttori nelle vinificazioni sia in bianco che in rosso nelle sempre più difficili operazioni di chiarifica e filtrazione, e per poter vinificare mosti sempre più puliti e così incrementare il carattere fruttato e fresco dei vini.
Enologica Vason (Vason Group)Pool enzimatici Zimaclar pH3 e Zimafruit
L' attenzione che il VASON gROUP pone a favore dell’eco-sostenibilità si manifesta anche nel fatto che gli enzimi a marchio ENOLOgICA VASON sono certificati
in materia ambientale ISO 14000 “Carbon Footprint”. Novità specifiche in questo particolare ambito applicativo enologico, sono la selezione di due esclusivi pool enzimatici: Zimaclar pH3 e Zimafruit.Il primo è il classico pectolitico, specifico però, per essere utilizzato nell’illimpidimento di mosti destinati all’ottenimento
di basi spumanti. Privo di attività secondarie indesiderate, l’innovativo Zimaclar pH3 è ideale per l’utilizzo su mosti provenienti da vendemmie anticipate, o in genere su mosti che per loro caratteristica, sono dotati di bassi pH.Zimafruit invece è un particolare pool enzimatico glicosidasico, indicato per permettere la piena espressione varietale, del carattere fruttato dei vini. Come tale, ottimo nelle vinificazioni in bianco, anche per incrementare il corpo dei vini. Innovativo e molto apprezzato invece su mosti rossi, superando così
l’annosa riserva all’utilizzo dei preparati glicosidasici in presenza di zuccheri, per permettere un’estrazione combinata di colore e di sostanze aromatiche nel corso della macerazione. Test specifici hanno fatto decadere le riserve sulle glicosidasi di una possibile perdita di intensità cromatica, per azione antocianasica: ai classici dosaggi enologici, i vini ottenuti con Zimafruit si sono presentati con medesima intensità del colore rispetto a un campione di riferimento, e con un quadro aromatico decisamente più intenso e fruttato.
Una selezione, a cura delle aziende, di alcune delle ultime novità disponibili sul mercato
LallemandDalla Francia una nuova selezione per condizioni difficili e vini fruttati
I solato nel sud della Francia dall’Institut francais de la vigne et du vin, OmegaTM è il nuovo batterio selezionato per la sua capacità di portare a termine la fermentazione malolattica
in un ampio range di applicazioni. Le numerose prove svolte nei bianchi, rossi e rosati di tutto il mondo hanno messo in luce una particolare attitudine nello sviluppare il profilo aromatico e fruttato dei vini. La lenta cinetica di degradazione dell’acetaldeide tipica di questo ceppo ha inoltre un effetto positivo sulla stabilità colorante. Omega è un O. oeni particolarmente robusto, resistente a bassi valori di pH (≥3,1) ed elevate concentrazioni alcoliche (fino a 17% v/v). Le prove in cantina su vini della vendemmia 2013 ne hanno confermato l’elevata efficacia specialmente in condizioni critiche per l’innesco della FML. Di particolare interesse è la gamma dei batteri selezionati in Italia VP41®, PN4® e V22TM.
Lalvin VP41 (selezione Valpolicella) è da anni il riferimento per tolleranza all’alcol e sicurezza in condizioni difficili. Si caratterizza per il rispetto degli aromi fruttati (ridottissima produzione di diacetile) e l’elevata morbidezza dei vini. Altro batterio di
sicurezza è il PN4. Isolato dall’Istituto Agrario di San Michele all’Adige in collaborazione con Lallemand e Cavit, ha dimostrato di saper valorizzare l’espressione qualitativa di vini prodotti in regioni a vocazione diversa, con particolare riguardo al volume e alla complessità aromatica.Infine, L. plantarum V22 nasce da un progetto pluriennale in compartecipazione tra Lallemand e l’Università di Piacenza. batterio unico nel panorama dei non-Oenococcus, presenta un’ottima tolleranza ad alcol e SO2 e non produce acido acetico da glucosio e fruttosio, una garanzia in più in caso di coinoculo.
Ever Everzym: gamma completa di soluzioni enzimatiche efficaci
TebaldiExperZyme, una gamma di preparati per le esigenze di ogni vino
TrerèBiozim Aromatic, enzima pectinolitico con azione betaglucosidasica
L'impiego in prima fermentazione e rifermentazione, su
mosti bianchi e rossi, di preparati enzimatici betaglucosidici
consente la massima espressione aromatica originaria dei vini ottenuti per effetto della completa liberazione dei terpenoli, con associata una buona degradazione delle pectine
Per ottenere il miglior risultato da questi preparati è importante
conoscere, in particolare, la specifica attività betaglucosidasica, espressa in unità enzimatiche per mg di proteine, e l’attività cinnamolesterasica, che deve essere assente. Una ricerca su tali enzimi è stata effettuata presso l’Università degli Studi di Firenze – Dipartimento di biotecnologie agrarie, dai proff. giovanna Fia, Caterina Dinnella, Iolanda Rosi. La pubblicazione è stata presentata dagli autori in occasione del Simposio Wine Active Compounds 2011, beaune – France. In sintesi, su 17 campioni di enzimi è emerso che il biozim Aromatic, contraddistinto nella tabella degli atti con la sigla E4, è risultato tra i prodotti con titolo e purezza più elevati.
t e c n i c a v i t i c o l ail corriere vinicolo n. 1412 Maggio 201428
Iga - UnIversItà dI UdIne In collaborazIone con UIv e vcr
Le nuove viti resistenti aLLe maLattie Criteri di valutazione agronomica
di Gabriele Di Gaspero1-2, GuiDo cipriani1-2, Michele MorGante1-2, enrico peterlunGer1, raffaele testolin1-2
1Dipartimento di Scienze agrarie e ambientali, Università di Udine 2Istituto di Genomica Applicata, Parco Scientifico e Tecnologico ‘Luigi Danieli’, Udine
Programmi di incrocio con-trollato e selezione nella vite da vino per la resistenza alle malattie sono iniziati in Euro-pa nella seconda metà del XIX secolo a seguito dell’introduzio-ne dal Nuovo Mondo di tre pa-togeni (fillossera, peronospora e oidio), che hanno devastato la viticoltura. Risultato di queste attività sono state una serie di varietà otte-nute per incrocio con specie di vite americane, ma anche asia-tiche. Di queste varietà sono molto noti gli ibridi di prima generazione (Clinton, Isabel-la, Noah, Bacò, Seyval, Villard blanc ecc.), ma il percorso dei breeders è stato lungo e a queste varietà di prima generazione sono seguite quelle di seconda e poi di terza e quarta generazio-ne, con le quali il sangue ame-
ricano è stato via via progres-sivamente ridotto a favore del sangue di vite europea. Oggi ci troviamo di fronte a oltre un centinaio di varietà e selezioni, che non ricordano assoluta-mente le caratteristiche enolo-giche negative delle viti selva-tiche e a buon titolo - come ha deciso alcuni anni fa l’Unione Europea - possono essere colti-vate nei Paesi dell’Unione.In questo contesto europeo, dal quale l’Italia era rimasta fuori, si inserisce l’attività di incro-cio e selezione avviata nel 1998 dall’Università di Udine, assi-stita dal 2006 dall’Istituto di Ge-nomica Applicata, che, nel giro di un anno appena dal proprio avvio, aveva messo al proprio attivo il sequenziamento del genoma della vite, nell’ambito di un progetto italo-francese.
Alla luce della diversità di background genetico dovuto all’uso di parentali diversi, dell’opportunità di lasciareal mercato il diritto di selezionare le varietà migliori e della diversità degli ambienti in cui le nuove selezioni
potranno essere introdotte, l’intenzione per ora è di registrare una decina di varietà, comprendentiselezioni a bacca bianca e selezioni a bacca rossa
Le fontidi resistenza
Per quanto riguarda le due malattie fungine (peronospora e oidio), su cui ha lavorato il gruppo di Udine, le fonti di resistenza sono numerose (v. tabella). Il gruppo ha lavorato finora con due resistenze monogeniche a peronospora (Rpv3, Rpv12), provenienti rispettivamente da alcune specie americane e asiatiche e due resistenze monogeniche a oidio (Ren1 e Run1), la prima delle quali identificata in alcune varietà di “vinifera” coltivate in Uzbekistan e
in altri repubbliche dell’Asia centrale. Ovviamente per le resistenze identificate in viti americane e asiatiche non si è partiti dalle specie selvatiche, ma si è fatto uso dei risultati di incroci operati da ricercatori di altri Paesi come Germania, Francia, Ungheria, Svizzera, Austria, Repubblica Ceca, Repubblica Serba, Russia e Uzbekistan. Si tratta di selezioni avanzate, alcune già in coltivazione in diversi Paesi della Ue e fuori Europa. Le selezioni resistenti utilizzate negli incroci sono Bianca, Regent, 20/3, Seyval, Pannonia, SK-00-1/2 e altre.
I pianidi incrocioe l’attività
di selezione
Il miglioramento geneticodella vite in Europa
Di fronte a una richiesta pressante dell’Unione Europea e dell’opinione pubblica di ridurre l’usodi agrofarmaci in agricoltura, finalmente anche la viticoltura si è incamminata più speditamentesulla strada che può portare all’introduzione su larga scala di nuove varietà resistenti ad alcune malattie.In questo articolo viene descritta, in sintesi, l’attività svolta in 15 anni dall’Università di Udine e dall’Istituto
di Genomica Applicata (IGA), in collaborazione con l’Unione Italiana Vini e i Vivai Cooperativi di Rauscedo.
Il piano di incroci prevedeva all’inizio l’incrocio di alcune varietà di pregio internazionali come Chardonnay, Sauvignon, Merlot, Cabernet Sauvignon, nazionali come il Sangiovese e locali come il Tocai friulano (oggi Friulano) da una parte e una serie di varietà e selezioni avanzate ottenute dai Centri di ricerca viticola soprattutto dell’Europa continentale, tra i quali è doveroso ricordare, per la disponibilità e il valore del materiale fornito, l’Istituto per la Viticoltura di Geilweilerhof e l’Università di Geisenheim (Germania) l’Istituto di Viticoltura ed Enologia di Pecs (Ungheria) e l’Università di Novi Sad (Serbia).I ricercatori dell’Università di Udine hanno eseguito finora oltre 360 combinazioni di incrocio, utilizzando nel tempo alcune decine di varietà commerciali di pregio e oltre una decina di genotipi portanti resistenze. Sono stati eseguiti anche incroci di seconda e terza generazione, utilizzando come genitori i figli degli incroci precedenti con lo scopo, come si vedrà più avanti, di differenziare la tipologia di prodotto e di combinare insieme resistenze provenienti da varietà e selezioni diverse.Per ogni combinazione di incrocio sono stati allevati dai 100 ai 2.000 semenzali. (Il semenzale è una pianta ottenuta da seme generalmente attraverso un incrocio controllato in cui le varietà da incrociare sono pianificate a tavolino).I semenzali sono stati valutatiattraverso un processo a tre stadi.La prima valutazione hariguardato la resistenza.Gli individui che non risultavanoresistenti sono stati esclusi daglistadi successivi. Sugli individuiresistenti, innestati su portinnestoclonale, è stata condotta unavalutazione agronomicae sugli individui migliori sono statecondotte le nano e micro-vinificazioni.Il processo di selezione viene descrittobrevemente di seguito.
patogeno gene cromosoma fonte riferimento
peronospora
Rpv1 12 M. rotundifolia Blanc et al 2012
Rpv2 18 M. rotundifolia Blanc et al 2012
Rpv3 18 V. rupestris (a) Di Gaspero et al 2011
Rpv8 14 V. amurensis Blasi et al 2011
Rpv10 9 V. amurensis Schwander et al 2011
Rpv12 14 V. amurensis Venuti et al 2013
oidio
Run1 12 M. rotundifolia Pauquet et al 2001
Run2 18 M. rotundifolia Riaz et al 2011
Ren1 13 V. vinifera Coleman et al 2011
Ren4 18 V. romanetii Mahanil et al 2011
Ren5 14 M. rotundifolia Blanc et al 2012
Werner Morandell, appassionato viticoltore del lago di Caldaro fotografato nella sua tenuta di Lieselehof,dove ha raccolto una splendida collezione di varietà di vite resistenti alle malattie provenienti da vari Paesi
Frontespizio di una edizionedel 1525 della “Naturalis historia” di Plinio, dove l’autore evoca per primo il valoredel connubio vitigno-terroir
Kishmish Vatkanauna varietà di Vitis vinifera,coltivata nelle repubbliche
dell’Asia centrale e caratterizzatada una resistenza ad oidio
Alcuni geni di resistenzA A peronosporAe oidio identificAti in vite
Rpv3 è una regione del cromosoma 18 non ancora risolta. Contiene probabilmenteun cluster di geni di resistenza che possono avere avuto origine anche da specie diverseda V. rupestris,come V. riparia,V. lincecumiie V. labrusca
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La valutazione ha riguardato soprattutto la resistenza a perono-spora e, in secondo ordine, la resistenza ad oidio. Si è lavorato con due geni per la resistenza a peronospora, portati rispettivamente da specie americane e asiatiche e due geni di resistenza a oidio por-tati rispettivamente da varietà di “vinifera” coltivate in alcune ex-repubbliche sovietiche (Uzbekistan, Tadjikistan, Daghestan, Mol-dova, Armenia, Russia, Georgia) e da selezioni portanti un gene di Muscadinia, un genere affine al genere Vitis, su cui in passato hanno lavorato per alcuni decenni i francesi. Gli ibridi interspecifici fertili ottenuti all’inizio del XX secolo da Detjen, nonostante il diverso nu-mero di cromosomi che caratterizza le due specie ( 2n = 38 per Vitis e 2n = 40 per Muscadinia) hanno permesso con una serie di incroci successivi di ottenere discendenze con 2n = 38, fertili, con il gene RUN1 e caratteristiche interessanti delle bacche.Nei primi anni, l’attività di selezione per la peronospora è stata ba-sata sia su osservazioni di campo su piante non trattate con anti-crittogamici, sia su osservazioni di laboratorio condotte su dischi fogliari sottoposti a inoculo artificiale con sospensioni conidiche. Negli ultimi anni, grazie anche al lavoro di sequenziamento del genoma della vite e alla mappatura delle regioni del genoma dove sono presenti i geni di resistenza, è stato possibile adottare le tec-
niche di selezione as-sistita, basate sull’ana-lisi di sequenze di DNA delle regioni che portano la resistenza. Si tratta di un metodo di selezione noto come MAS (Marker-assisted selection), che permette di sostituire le osser-vazioni di campo, lun-ghe e non del sempre e del tutto affidabili, con l’analisi di marcatori molecolari associati ai geni di resistenza. L’analisi del DNA si fa in qualche ora e, so-
prattutto, è possibile farla quando ancora le piante nate da seme sono piccole, allo stadio di 2-3 foglie vere. Sono evidenti i vantaggi di questo approccio che permette di eli-minare rapidamente le piante che non interessano, riducendo gli spazi in campo per l’allevamento degli incroci e riducendo di con-seguenza i tempi e i costi della selezione stessa. Un vantaggio non trascurabile dell’analisi molecolare è la possibilità di selezionare, mediante una analisi aplotipica della regione che porta la resi-stenza, gli individui che hanno mantenuto una parte molto pic-cola della regione del cromosoma della specie selvatica originale, eliminando in tal modo le regioni non legate alla resistenza, che spesso portano caratteri indesiderati.
La valutazione della resistenza
La valutazione enologica
Considerata l’importanza, l’argomento verrà trattato in un successivo articolo. è tuttavia utile ricordare in questo contesto che da un incrocio non si ricostruisce il genoma di un genitore molto eterozigote, come sono le varietà di vite e quindi la richiesta di alcuni viticoltori di “rifare”, per esempio, attraverso incrocio un Cabernet o un Sangiovese resistenti alla malattie è fuori luogo. Ciò nonostante, come avviene nell’uomo, in cui i figli non sono uguali a nessuno dei genitori, ma ne ricordano le sembianze e alcuni tratti del carattere, anche nella vite, alcuni genitori lasciano un’impronta più o meno marcata delle proprie attitudini enologiche nella discendenza. Così le selezioni resistenti figlie di Sauvignon spesso ricordano il genitore, per la presenza nei vini di tioli e metossipirazine; analogamente, i figli di Tocai friulano sono caratterizzati spesso dalla presenza nel vino di norisoprenoidi e terpenoli tipici del genitore da cui provengono.
Valutazione agronomica delle selezioni di vite.Viene fatta dopo la selezione per le resistenze.
Si valuta il comportamento e la vigoria della pianta,la produttività e le caratteristiche del grappolo
Test di sensibilità a peronospora mediante inoculo artificiale
su dischi fogliari.A sinistra selezione suscettibile,
a destra selezione resistente
L’allevamento dei semenzali occupa gran parte delle risorse economiche
di un programmadi incrocio e selezione.
Per tale motivo, la selezione assistita dai marcatori molecolari è di grande
aiuto per scartare i materialinon resistenti fin dalle prime fasi
di vita di un semenzale
La valutazione agronomicaLa valutazione agronomica ha riguardato la vigoria delle piante, la fertilità basale delle gemme, la produttività, la forma e le dimensioni del grappolo.Sono state eliminate durante la valutazione le piante troppo deboli o eccessivamente vigorose, quelle con bassa fertilità basale delle gemme, quelle con produttività troppo bassa o troppo elevata. Particolare attenzione è stata posta al grappolo, selezionando di preferenza individui con grappolo spargolo o non troppo compatto, dato che spesso il grappo molto compatto è soggetto a marciumi in fase di maturazione dell’uva.
Progenie a grappolo eccessivamente compatto (sopra) vengono scartate in fase di selezione, perchéil grappolo può essere facilmente soggetto ad attacchi di muffa grigia. In fase di selezione vengono preferiti grappoli come quelli nella foto sotto
Il mercato e le prospettIve fUtUre
Quelli in via di introduzione sul mercato sono incroci fatti prevalentemente negli anni 2002-2003, utilizzando un numero limitato di genitori. Da allora i ricercatori dell’Università di Udine e dell’IGA hanno continuato ad eseguire nuovi incroci con due obiettivi: (1) combinare insieme geni diversi di resistenza allo stesso patogeno, per rendere durevoli le resistenze stesse; (2) differenziare il prodotto, orientando la scelta dei parentali alla produzione di varietà utili come base spumante, varietà adatte all’invecchiamento, varietà aromatiche e da dessert ecc.Nel frattempo continua la ricerca di nuove fonti di resistenza, sempre nell’ottica di avere a disposizione una batteria di geni che possano far fronte al mutare del patogeno, nel quale è da attendersi nel tempo la selezione di nuove razze in grado di superare geni di resistenza presenti nelle varietà commerciali. è un’attività che non ha fine: una lotta per la sopravvivenza – come dice Darwin – in cui il patogeno deve superare le resistenze della pianta ospite e la pianta creare nuove varianti di
resistenza, con l’obiettivo per entrambi di sopravvivere. C’è da esplorare per esempio le fonti di resistenza presenti nelle specie asiatiche, diffuse in Cina (V. amurensis, V. betulifolia, V. chunganensis, V. brevipedunculata, V. romanetii, V. thumbergii, V. lanata e altre), per le quali sono disponibili poche accessioni in occidente. Per quanto riguarda la strategia di mercato, l’intenzione per ora è di registrare una decina di varietà, comprendenti selezioni a bacca bianca e selezioni a bacca rossa. Tante, troppe, dirà qualcuno. Riteniamo di no, considerando tre aspetti: la diversità di background genetico dovuto all’uso di parentali diversi, l’opportunità di lasciare al mercato il diritto di selezionare le varietà migliori, la diversità degli ambienti in cui le nuove selezioni potranno essere introdotte. Riteniamo che alcune selezioni siano adatte ad ambienti mediterranei, ma, considerata la tolleranza alle basse temperature, riteniamo che alcune di queste possano adattarsi bene anche a climi più freddi, tipici del centro Europa e dell’Asia centrale.
Una selezione in produzione sperimentale. Le piante non hanno
ricevuto trattamenti antiparassitari durante l’intera stagione.
La selezione è stata scartataper eccesso di produttività.
La nuova selezione “Royal Cabernet” (incrocio Cabernet Sauvignon x 20/3) in produzione sperimentale pe la realizzazione del dossier presentatoal ministero delle Politiche agricole nel dicembre 2013 per l’iscrizionenel Registro delle varietà
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Mercati vinicoliquotazioni e andamentidel vino sfuso
commissione prezzi med.&a.
Piemonte Enrico e Carlo Miravalle (Miravalle 1926 sas)Lombardia a cura di Med.&A., con la collaborazione di Livio CagnoniVenetoVEronA: Severino Carlo repetto (L’Agenzia Vini repetto & C. srl)TrEViSo: Fabrizio Gava(Mediavini srl), Bernardo Piazza(P. & B. srl di Bernardo Piazza)trentino aLto adigeFabrizio Gava (Mediavini srl)con la collaborazionedi Lucia Lanzafame (Cciaa Trento)FriuLi Venezia giuLiaFabrizio Gava (Mediavini srl)
romagna ed emiLiaAndrea Verlicchi (impex srl)toscanaEnrico e Bernardo Brecci (Brecci srl)con la collaborazionedi Fabio Vittorio CaroneLazio e umbriaEnrico e Bernardo Brecci (Brecci srl)marcheEmidio Fazziniabruzzo-moLiseAndrea e riccardo Braconi (Braconi Mediazioni Vini sas)PugLiaDomenico Colucci, Andrea Verlicchi (impex srl)siciLiaAntonino Panicola (rappresent. Enot. Salvatore Panicola sas) sud
nord
centro
pagine a cura di Med.&A.
Mercato stazionario / scambi regolari
noTA: tutti i prezzi sono espressi in euro. Tra parentesi sono riportate le variazioni percentuali rispetto alle precedenti rilevazioni.
Mercato attivo / scambi sostenuti
Mercato debole / scambi ridotti
situAzione Al 30 Aprile 2014
IN VETTA PRIMITIVO E ROSSI SALENTO
I listini dei vini da tavola rossi e bianchi, dei mosti mutie dei concentrati si sono raffreddati ulteriormentenon per deficit di richiesta, ma per concorrenza estera.Le ragioni sono da ritrovarsi soprattutto nell’aumento della produzione spagnola con i suoi 52,5 milionidi ettolitri contro stime iniziali di circa 45 milioni.Sui mercati europei dello sfuso si nota questa “ingombrante” presenza:, infatti offrono prodotti qualitativamente ottimi con quotazioni in mediapiù basse rispetto alle nostre. Mercati nella norma e senza scossoni per i prodotti Igp Salento, Primitivo e Negroamaro, con una discreta domanda dei rosati di qualità e rossi Dop Salice riserva e non, con quotazioni in leggera flessione che restano comunque su buoni livelli, in un range qualitativotra il buono e l’ottimo. Mercato attivo per il DopPrimitivo Manduria con prezzi decisamente importanti.
Domenico ColucciAgenzia Vini Intermediazioniper Med.&A.
andamento dei mercatii simboli riportati accanto alle regioni indicano la percezione dell’andamento dei mercati espressa dagli operatoridi Med.&A., che hanno modo di osservare dal vivo e rilevare puntualmente le tendenze di ciascuna piazza, determinate dall’interesse e dal fabbisogno dei clienti, dalla disponibilitàe dalla qualità dei prodotti, dal rapporto fra la domandae l’offerta e l’andamento degli scambi, indipendentementedal rialzo o dalla diminuzione dei prezzi dei singoli prodotti.
LOMbARDIAVino Igp:
Chardonnay Pv 2012 11,5° 1,00 - 1,10Croatina Pv 2012 12° 0,70 - 0,75
Barbera Pv 2012 11,5° 0,75 - 0,85Pinot grigio Pv 2012 12° 1,20 - 1,30
Pinot grigio Pv 2013 1,10 - 1,20
Pinot nero 2012 vinific. in rosso 12° 1,35 - 1,35 Pinot nero 2012 vinific. in bianco 11,5° 1,10 - 1,30Prezzi kg partenza.Lambrusco Mn. 2013 11,5° 5,70 - 5,90Prezzi gr. q.le partenza.
Alessandria
Monferrato Dolcetto Dop 2013 70,00 - 80,00 Piemonte Barbera Dop 2013 70,00- 80,00
Piemonte Cortese Dop 2013 70,00 - 75,00Ovada Dolcetto Docg 2013 75,00 - 85,00
PIEMONTEAsti
Piemonte Barbera Dop 2013 70,00 - 80,00Piemonte Cortese Dop 2013 70,00 - 75,00
Piemonte Grignolino Dop 2013 100,00 - 110,00Barbera d’Asti Docg 2012 13,5° 115,00 - 120,00Barbera d’Asti Docg 2012 12,5° 95,00 - 105,00
Barbera del Monferrato Dop 2013 12-13,5° 80,00 - 90,00Grignolino d’Asti Dop 2013 115,00 - 130,00Mosto da uve bianche 2013 59,00 - 63,00Mosto da uve aromatiche 2013 65,00 - 70,00
Alba
Barbaresco Docg 2009 280,00 - 320,00Barbaresco Docg 2010 260,00 - 300,00
Barbera d’Alba Dop 2012 130,00 - 150,00Roero Arneis Docg 2013 125,00 - 150,00
Prezzi q.le partenza.
Vino Igp:Sangiovese 2013 3,00 - 3,20 Pinot Chardonnay 2013 4,00 - 4,30
Prezzi gr. hl partenza.
Trebbiano 2013 3,70 - 3,80Prezzi gr.hl partenza.
Vino Dop:Montepulciano d’Abruzzo 2012 6,00 - 6,00Montepulciano d’Abruzzo 2013 5,50 - 5,70
Vino Dop:
Barbera O.P. 2012 12° 0,80 - 0,85Riesling O.P. 2012 11,5° 1,00 - 1,10
Bonarda O.P 2012 12° 0,80 - 1,00Pinot nero 2012 vinific. in rosso 11,5° 1,35 - 1,35
Pinot nero ‘12 vinific. in bianco 11,5° 1,10 - 1,30 Pinot grigio O.P. 2012 11,5-12° 1,40 - 1,50
Pinot grigio O.P. 2013 1,50 - 1,70
Moscato O.P. 2012 10,5° 1,30 - 1,50Moscato O.P. 2013 1,20 - 1,40Malvasia O.P. 2012 11,5°1,00 - 1,10 Chardonnay O.P. 2012 11,5° 1,00 - 1,10Buttafuoco-Sangue di Giuda O.P. 2012 11,5° 1,10 - 1,30Prezzi kg partenza.Lambrusco Mantov. 2013 11,5° 5,90 - 6,10 (Pr. gr. q.le partenza)
PugLIA - fOggIA, CERIgNOLA, bARLETTA, bARIVino comune:
Bianco 2013 10-11° 2,30 - 2,60
Bianco termovinif. 2013 10-11,5° 2,60 - 3,00Rosso 2013 11-12° 2,20 - 2,50
Rosso da uve Montepulciano 2013 11-12° 2,80 - 3,20Rosso da uve Lambrusco 2013 12,5-13,5° 4,00 - 4,40
Prezzi gr. q.le partenza.Mosto muto bianco 2013 10-11° 1,90 (-5,00) - 2,10 (-4,55)
Mosto muto rosso 2013 11-12° 1,70 (-5,56) - 2,30 (-4,17)
Mosto muto rosso da uve Lambrusco 2013 12-13° n.q. Mosto concentrato bianco 2013 33-35° 2,80 - 3,00Mosto concentrato rosso 2013 33-35° 2,50 - 3,00Mosto conc. tradiz. certificato CSQA per ABM 2013 33-35° 3,00 - 3,20Prezzi gr. Bé x q.le partenza.MCR 2013 65-67° 2,80 (-6,67) - 3,00 (-6,25)Prezzi gr. rifr. x 0,6 x q.le arrivo.
Rosso 2013 12-13,5° 3,00 - 4,50Prezzi ettogrado partenza
Mosto muto 2013 n.q.Prezzi grado complessivo in peso.
Bianco 2013 2,80 - 3,00Bianco TC 2013 9-10,5° 3,20 - 3,50
Bianco TC 2013 10,5-12°3,30 - 3,80Rosso 2013 11-12,5° 3,50 - 4,00
Prezzi gr. q.le partenza.Mosto muto 2013 3,00 - 3,40 (pr. Fehling peso x 0,6)MCR 2013 3,00 - 3,20 Prezzi gr. rifr. x 0,6 x q.le arrivo
Merlot Rubicone 2013 4,30 - 4,80Chardonnay/Pinot Rubicone 2013 5, 00 - 5,50
Vino Igp:Rosso Sangiovese Rubicone 2013 11-12° 3,80 - 4,30
Bianco Trebbiano Rubicone ‘13 11-12,5° 4,00 - 4,40
ROMAgNAVino comune:
AbRuZZO - MOLISEVino comune:
Bianco 2013 2,30 - 2,50 (pr. grado compless. in peso)Bianco TC 2013 3,00 - 3,70 (pr. grado compless. in peso)
Rosso 2013 11-12° 2,50 - 2,80
Vino Dop:Romagna Sangiovese 2013 12-13° 5,20 - 5,60 Romagna Trebbiano 2013 11,5-12,5° 4,30 - 4,60
Prezzi gr. q.le partenza.
Prezzi gr. q.le partenza.
EMILIAVino comune:
Rossissimo desolforato 2013 5,70 - 6,00Rossissimo desolforato mezzo colore 2013 4,80 - 5,20
Mosto muto Lancellotta 2013 5,50 - 5,80
Prezzi gr. q.le partenza.Filtrato di Lancellotta 2013 6,00 - 6,30 Prezzi grado Bé.
Vino Igp:
Lambrusco Emilia 2013 5,60 - 5,80Bianco Lambrusco Emilia 2013 5,80 - 6,00
Prezzi gr.q.le partenza.
Lambr. Emilia spumantiz. pronto per bottiglia 2013 6,10 (-1,61) - 6,30 (-1,56) Lambr. bianco Emilia spum. pronto per bottiglia ‘13 6,20 (-1,59) - 6,40 (-1,54) Prezzi grado distillazione+zuccheri.Malvasia Emilia 2013 60,00 - 70,00 (Prezzi q.le partenza)
Barolo Docg 2010 690,00 - 730,00 Nebbiolo d’Alba Dop 2011 180,00 - 200,00Dolcetto d’Alba Dop 2013 110,00 - 140,00
p i A z z A A f f A r iil corriere vinicolo n. 1412 Maggio 201430
Accordo Brunello - FranciacortaProgetto triennAle di Promozione insiemeSinergia e complementarietà, le parole chiave dell’accordo tra il Consorzio del Brunello e il Consorzio Franciacorta.Il progetto triennale di promozione è dedicato ai media e agli operatori attraverso azioni che si sviluppano all’estero. Dopo una prima fase, che ha visto stampa e operatori tedeschi in visita in Franciacorta e a Montalcino, è in programma un educational rivolto agli addetti del settore inglesi. A Monaco, Francoforte, Londra e Manchester invece le due denominazioni proporranno seminari di degustazione e offriranno l’opportunità di approfondire la cultura gastronomica italiana.
VENETO - VERONA E TREVISO
Vino comune:
Bianco 2013 (Verona) 9,5-12° 5,00 - 5,50Rosso 2013 (Verona) 9,5-12° n.q.
Prezzi ettogrado partenza.
Mosto concentrato rettificato 2013 65/68 Bx 3,00 - 3,30Prezzi gr. rifr. x 0,6 x q.le arrivo.
Vino Igp:
Bianco Marca Trev./Veneto/Venez. ‘13 12° 4,80 - 5,30Rosso Marca Trev./Veneto/Venez. 2013 10-12° n.q.
Bianco Verona 2013 9-12° 6,00 - 6,50Rosso Verona 2013 10-12° 5,80 - 6,20
Rosso Verona 2013 13-14° 1,15 - 1,30 (pr./litro)Pinot bianco 2013 9,5-12,5° 6,80 - 8,00
Chardonnay 2013 9,5-12,5° 6,80 - 7,50Garganega 2013 6,00 (-7,69) - 6,50 (-7,14)
Verduzzo 2013 10-12° 6,00 - 6,50Sauvignon 2013 10-12° 6,50 - 7,50
Durello 2013 6,50 - 7,00Tai Marca Trevigiana 2013 10,5-12,5° 5,20 - 5,70
Merlot 2013 10-12° 5,20 - 5,80
Merlot Verona 2013 10-12° 5,80 - 6,20Cabernet Franc 2013 11-13° n.q. Cabernet Sauvignon 2013 11-13° 5,30 - 6,00Raboso rosso 2013 10-11° 6,30 - 6,80Raboso rosato 2013 9,5-11° 6,70 - 7,00Refosco 2013 11-13° n.q.Prezzi ettogrado partenza. Pinot grigio Veneto/Venezie 2013 12-12,5° 1,20 - 1,30Pinot nero 2013 10,5-12° n.q.Glera 2013 9-10° n.qPrezzi al litro.
Vini friuli grave Dop:
Friulano 2013 (Tocai) 12-12,5° 0,90 - 1,00Pinot bianco 2013 12-12,5° 0,90 - 1,00Chardonnay 2013 12-12,5° 0,90 - 1,00
Pinot grigio 2013 12-12,5° 1,45 - 1,55Sauvignon 2013 12-12,5° 1,30 - 1,50
Verduzzo 2013 12-12,5° 0,85 - 0,95
Merlot 2013 12-12,5° 0,80 - 0,90Cabernet Franc 2013 12-12,5° 0,90 - 1,00Cabernet Sauvignon 2013 12-12,5° 0,85 - 0,95Refosco 2013 12-12,5° 0,85 - 0,95 Pinot nero 2013 12-12,5° 1,00 - 1,15Prezzi al litro.
Vino Igp:Marche Sangiovese 2013 12-13° 0,70 - 0,80
Marche Trebbiano 2013 12-12,5° 0,50 - 0,60Marche Bianco 2013 12-12,5° 0,50 - 0,60Marche Passerina 2013 11,5-13° 0,90 - 1,00Prezzi al litro.
Vino Dop:Verdicchio Castelli Jesi cl. 2013 12-13° 1,15 - 1,20
Verdicchio Matelica 2013 12-12,5° 1,10 - 1,10
Rosso Conero 2013 13° 1,30 - 1,40Falerio Pecorino 2013 12-13° 1,20 - 1,40
Offida Pecorino 2013 Docg 14-15° 1,40 - 1,70 Offida Passerina 2013 Docg 12,5-13° 1,20 - 1,50
Rosso Piceno 2012 12-13° 0,70 - 0,80Rosso Piceno superiore 2011 12,5-13,5° 0,80 - 0,90Prezzi al litro.Lacrima di Morro d’Alba 2013 12,5-13° 1,25 - 1,35Prezzi ettogrado partenza.
MARChEVino comune:
Bianco fermentazione controllata 2013 12-12,5° 5,00 - 5,30Rosso Sangiovese 2013 11-14° 4,00 - 5,40
Rosato 2013 11-12,5° 4,50 - 5,00Montepulciano 2013 14-15° n.q.Prezzi ettogrado partenza.
Prezzi gr. q.le partenza.
LAZIOVino comune:
Bianco 2013 11-12° 3,20 - 4,00 Rosso 2013 11-12° 3,50 - 4,00
Vino Igp:Chardonnay Lazio 2013 13° n.q. Prezzi q.le partenza.
LAZIO (segue)Vino Dop:
Frascati Dop 2013 100,00 - 115,00Frascati superiore Docg 2013 110,00 - 120,00
Prezzi q.le partenza.Colli Albani 2013 11,5-12° 0,70 - 0,80
Marino 2013 11,5-12° 0,70 - 0,80 Prezzi litro partenza.Castelli Romani bianco 2013 11-11,5° 4,70 - 5,50Castelli Romani rosso 2013 11,5° 4,70 - 5,50Prezzi ettogrado partenza.
SICILIAVino comune:
Bianco 2013 12-12,5° 2,20 - 2,30Bianco TC 2013 12-12,5° 3,00 - 3,20
Rosso 2013 12-13,5° 3,20 - 3,30Prezzi gr. q.le partenza.
Mosto muto bianco 2013 16-17 Babo 1,20 - 1,30 Prezzi gr. Babo x q.le partenza.MCR 2013 3,10 - 3,30Prezzi Brix x 0,6 x q.le arrivo.
Vino Igp:
Bianco 2013 12-12,5° 2,30 - 2,40Bianco TC 2013 12-12,5° 3,30 - 3,40
Prezzi gr. q.le partenza.Rosso Nero d’Avola 2013 13° 0,45 - 0,50
Rosso Nero d’Avola 2013 14-14,5° 0,55 - 0,60
Chardonnay 2013 13,5° 0,60 - 0,65Cabernet 2013 14° 0,65 - 0,70Merlot 2013 14° 0,65 - 0,70 Syrah 2013 14° 0,65 - 0,70Prezzi al litro.
LECCE, bRINDISI, TARANTO (segue)
fOggIA, bARI Vino Dop:
Bianco San Severo 2013 11-11,5° 60,00 - 65,00Bianco Castel del Monte 2013 11-11,5° 65,00 - 75,00Rosato Castel del Monte 2013 11-12° 65,00 - 75,00
Rosso Castel del Monte 2013 12-13° 75,00 - 85,00Locorotondo 2013 60,00 - 65,00 Prezzi quintale partenza.
LECCE, bRINDISI, TARANTO Vino comune:
Bianco 2013 10-10,5° 2,20 (-21,43) - 2,40 (-20,00)Rosato 2013 12-13° 2,40 (-20,00) - 2,50 (-21,88)
Rosso 2013 12-13° 3,20 (-15,79) - 3,80 (-9,52) Prezzi gr. q.le partenza.
Rossi strutturati 14-15° 85,00 - 100,00 (pr. q.le partenza)Mosto muto 2013 10-10,5° 1,90 (-9,52) - 2,00 (-9,09)Prezzi gr. Bé x q.le partenza.
PugLIA - fOggIA, CERIgNOLA, bARLETTA, bARI (segue)Vino Igp:
Pinot Bianco 2013 11-12,5° 5,00 - 5,50Chardonnay Puglia 2013 11-12° 4,50 - 5,00
Sangiovese Daunia 2013 11-11,5° 3,00 - 3,50Sangiovese Puglia 2013 11-11,5° 3,00 - 3,50
Trebbiano Puglia 2013 10-11° 3,20 - 3,50
Primitivo Puglia 2013 12,5-13,5° 6,00 - 6,80Lambrusco Puglia 2013 12,5-13,5° 4,30 - 4,70 Prezzi gr. q.le partenza.Mosto varietale da uve moscato 2013 60,00 - 65,00Prezzi quintale partenza.
Vino Igp:
Fiano Salento 2013 13-13,5° 95,00 - 100,00Chardonnay 2013 13-13,5° 90,00 - 92,00
Prezzi q.le. partenza
Merlot Tarantino 2013 13-14° 4,50 - 4,70Cabernet Salento 2013 13-14° 4,50 - 4,70Prezzi gr. q.le partenza.
Vino Dop:
Primitivo Manduria 2013 14-15° 150,00 (+3,45) - 160,00 (+3,23)Prezzi q.le partenza.
Salice 2013 13-14° 6,70 - 7,20
Salice riserva 2012 13,5-14° 7,30 - 7,50Prezzi gr. q.le partenza.
Vino Igp:
Bianco Malvasia Puglia 2013 12-12,5° 3,80 - 4,00Rosso Sangiovese Puglia 2013 12-12,5° 3,80- 4,00
Rosato Puglia 2013 4,00 - 4,20Rosato Salento 2013 13-14° 6,00 - 6,20
Primitivo Salento 13-14° 7,00 - 7,20Primitivo Salento 2013 15-16° 7,20 - 7,50 Negroamaro Salento 2013 12-12,5° 4,50 - 4,70 Prezzi gr. q.le partenza.
Vino Docg:Chianti Docg 2012 12° 140,00 - 170,00Chianti Docg 2013 12° 140,00 - 170,00
Chianti Classico Docg 2012 12° 160,00 - 180,00
Chianti Classico Docg 2013 12° n.q.Vernaccia di San Gimignano Docg 2012 12°115,00 - 140,00Vernaccia di San Gimignano Docg 2013 12°n.q.
Vino Dop:Soave 2013 11-12,5° 7,40 - 8,00 (ettogrado partenza)
Soave classico 2013 11-12,5° 1,10 - 1,25 (pr./litro)Soave classico superiore Docg 2013 12,5-13° n.q. (prezzi/litro)
Bardolino 2013 11-12° 6,80 - 7,00Bardolino Chiaretto 2013 7,00 - 7,20
Bardolino classico 2013 11-12° 7,20 - 7,50Prezzi ettogrado partenza
Valpolicella 2013 11-12° 2,20 - 2,40Valpolicella Classico 2013 2,50 (+8,70) - 2,70 (+8,00)
Valpolicella atto a ripasso 2013 n.q. Valpolicella atto a super. 2013 12-13° 2,50 (+8,70) - 2,80 (+12,00)Valpolicella cl. atto a super. 2013 12-13° 2,50 (+4,17) - 2,90 (+11,54)
Valpolicella atto a superiore 2012 11-12° n.q.Valpolicella cl. atto a superiore 2012 12-13° n.q.
Valpolicella atto a ripasso 2012 n.q.Valpolicella cl. atto a ripasso 2012 n.q.
Amarone e Recioto Docg 2011 8,50 - 9,00 Amarone e Recioto Docg 2011 class. 9,00 - 9,50
Prezzi al litro.
Gambellara 2013 11-12° n.q. (prezzi ettogrado partenza)Lugana 2013 n.q.Valdadige bianco 2013 11-12° 0,90 - 1,00Valdadige rosso 2013 11-12° 0,90 - 1,10Pinot grigio Valdadige 2013 11-12° 1,45 - 1,55Arcole bianco 2013 n.q.Arcole rosso 2013 n.q.Prezzi al litro.Custoza 2013 11-12° 7,00 - 7,50Durello Monti Lessini 2013 10-11° n.q.Prezzi ettogrado partenza. Prosecco Atto 2013 10,5° 1,10 - 1,20Conegliano V. Prosecco Docg 2013 10,5° 2,00 - 2,10Conegliano V. Prosecco Docg Sup. Cartizze 2013 11-12° n.q.Pinot grigio Venezia 2013 11-12,5° 1,35 - 1,45Prezzi al litro.Merlot Piave 2013 12-12,5° 6,50 - 7,00Cabernet Piave 2013 12-12,5° 6,70 - 7,50 Prezzi ettogrado partenza.
uMbRIAVino Igp:
Bianco Umbria 2013 12° 3,70 - 4,20Rosso Umbria 2013 12-12,5° 3,80 - 4,50
Prezzi ettogrado partenza.Chardonnay Umbria 2013 12-12,5° 65,00 - 70,00
Grechetto Umbria 2013 12° 85,00 - 95,00Pinot grigio Umbria 2013 90,00 - 100,00 Prezzi q.le partenza.
Vino Dop:Orvieto 2013 11,5-12° 75,00 - 80,00 Orvieto classico 2013 85,00 - 90,00
Prezzi quintale partenza.
Vini Trentino Dop:
Chardonnay 2013 base spumante n.q.Chardonnay 2013 1,10 - 1,20Pinot bianco 2013 1,35 - 1,45
Riesling 2013 n.q.Müller Thurgau 2013 1,20 - 1,30
Pinot grigio 2013 1,60 - 1,70Traminer 2013 2,60 - 2,80
Moscato 2013 1,60 - 1,80Sauvignon 2013 1,50 - 1,80
Nosiola 2013 n.q.Sorni Bianco 2013 n.q. Cabernet Sauvignon 2013 1,30 - 1,60Cabernet 2013 n.q.Marzemino 2013 1,30) - 1,50Pinot nero 2013 2,40 - 2,80Lagrein 2013 1,50 - 1,70Merlot 2013 1,20 - 1,40Prezzi litro partenza.
Vino Igp Vigneti delle Dolomiti:
Altre Dop:Trento 2013 1,80 - 1,80
Pinot nero base spum. Trento 2013 2,00 - 2,20Lago di Caldaro 2013 n.q.
Valdadige Schiava 2013 n.q.Teroldego Rotaliano 2013 1,50 - 1,70Lagrein rosato Kretzer 2013 n.q.
Prezzi litro partenza.
fRIuLI VENEZIA gIuLIAVino Igp Venezia giulia e Igp delle Venezie:
Chardonnay 2013 12-12,5° 0,90 - 1,00Pinot bianco 2013 12-12,5° 0,90 - 1,00
Sauvignon 2013 12-12,5° 1,00 - 1,30Pinot grigio 2013 12-12,5° 1,25 - 1,35
Pinot nero 2013 12-12,5° 0,95 - 1,00 Merlot 2013 12-12,5° 0,70 - 0,80Cabernet Sauvignon 2013 12-12,5° 0,70 - 0,80Prezzi al litro.
Chardonnay 2013 0,90 - 1,00Müller Thurgau 2013 1,00 - 1,10
Pinot grigio 2013 1,30 - 1,40
Merlot 2013 0,80 - 1,00Teroldego novello 2013 n.q.Schiava 2013 1,15 - 1,25
Prezzi litro partenza.
TRENTINO ALTO ADIgE
Prezzi hl partenza.
Prezzi hl partenza.
TOSCANAVino Igp:
Rosso toscano 2013 11-12° 1,00 - 1,20 Sangiovese Toscana 2013 1,10 - 1,30
p i A z z A A f f A r iil corriere vinicolo n. 14
12 Maggio 31
chiusure select BioPer Vino liBero PArtnershiP con nomAcorcNomacorc e Vino Libero, associazione di 12 produttori di vino italiani e 1 distilleria, hanno stabilito un accordo di partnership per migliorare la qualità del vino e promuovere i loro prodotti con una forte attenzione alla sostenibilità ambientale, che prevede nel corso del 2014 l’utilizzo delle chiusure Select Bio di Nomacorc, tappo con impronta a zero emissioni di carbonio, 100% riciclabili e realizzate con materiali rinnovabili derivati da canna da zucchero.
cantina di montefortecon “etichettA Verde” Vino Ad imPAtto zeroIn occasione di Vinitaly l’azienda ha presentato in anteprima le prime bottiglie che si fregeranno della “green label”, l’etichetta verde che certifica, secondo il modello LCA, Lyfe Cycle Assessment, l’impatto ambientale della produzione di vino. è il risultato di un importante progetto, denominato appunto Etichetta Verde, realizzato in collaborazione con Sprim.
p i a z z a a f f a r iil corriere vinicolo n. 1412 Maggio 201432
Rilevazioni a cura di Enrico e Carlo Miravalle (Miravalle 1926 sas)con la collaborazione di Serge Dubois, presidente dell’Union Internationale des Oenologues
francia
Sauvignon 97,00 (+7,78) -108,00 (+8,00)Chardonnay 103,00 (+5,10) - 120,00 (+4,35)
Viognier 100,00 - 120,00 (+4,35)Merlot 87,00 - 97,00
Cabernet 87,00 - 97,00Syrah 87,00 - 100,00
Grenache rosé 89,00 (+8,54) - 102,00 (+7,37)
Aoc Corbières 92,00 - 100,00Aoc Minervois 93,00 - 98,00Aoc Languedoc Rosé 98,00 - 110,00Vino comune rosso 70,00 (+2,94) - 75,00 (+2,74)Vino comune rosato 80,00 (+6,67) - 85,00 (+3,66)Vino comune bianco 80,00 (+2,56) - 94,00Prezzi q.le partenza
Rilevazioni a cura di Severino Carlo Repetto (L’Agenzia Vini Repetto & C. srl) con la collaborazione di Matthias Walter, consulente in viticoltura ed enologia, membro del Comité Européen des Entreprises Vins
Vendemmia 2013
germania
Rheinhessen (Renania)
Vino comune bianco 0,60 - 0,80Vino comune rosso 0,40 - 0,45
Igp bianco 0,85 (+6,25) - 1,00 (+11,11)Igp rosso 0,50 - 0,60
Müller Thurgau Igp 0,90 - 1,00 Müller Thurgau Dop 1,20 - 1,25
Riesling Igp 1,10 - 1,20Riesling Dop 1,30 - 1,40Pinot bianco 1,20 - 1,40Pinot grigio 1,55 - 1,80Dornfelder 0,80 - 0,85 Pinot nero 1,10 - 1,20
Prezzi al litro.
Pfalz (Palatinato)
Vino comune bianco 0,60 - 0,85Vino comune rosso 0,40 - 0,45
Igp bianco 0,85 - 0,95Igp rosso 0,55 - 0,65
Müller Thurgau Igp 0,90 - 1,00Müller Thurgau Dop 1,10 - 1,20
Riesling Igp 1,05 - 1,20Riesling Dop 1,20 - 1,40Pinot bianco 1,20 - 1,50Pinot grigio 1,55 - 2,00Dornfelder 0,80 - 0,85Pinot nero 1,10 - 1,15
Prezzi al litro.
Mosel (Mosella)
Vino comune bianco n.q.Vino comune rosso n.q.
Igp bianco n.q.Igp rosso n.q.
Müller Thurgau Igp n.q.Müller Th. Dop 1,40 - 1,50
Riesling Igp n.q.Riesling Dop 1,75 - 2,00Pinot bianco 1,70 - 1,80Pinot grigio 1,70 - 1,80Dornfelder 0,80 - 0,85Pinot nero 1,80 - 2,00
Prezzi al litro.
Vendemmia 2013
spagna Vendemmia 2013
Vino bianco fiore 2,30 - 2,50Vino rosso (var. locali) 2,50 - 2,70
V. rosso (Merlot, Cabernet, Syrah) 3,00 - 3,70Vino rosato Fc (ferm. controllata) 2,70 - 3,20Vino bianco Fc (ferm. controllata) 2,70 - 3,10
Tintorera 1° (35-50 punti colore) 13-14°n.q.
Tintorera 2° (25-35 punti colore) 12-13° n.q.Prezzi ettogrado partenza.Mosto fiore muto bianco 2,20 - 2,50Mosto di seconda (pressato) 2,10 - 2,30Mosto rosso n.q.Prezzi gr.Bé x hl.
california
Bianco comune 0,48 - 0,61 Chardonnay 0,76 - 0,95 Pinot grigio 1,05 - 1,24
Muscat 0,76 - 0,95 White Zinfandel 0,67 - 0,81
Colombard 0,62 - 0,70
Rosso comune 0,67 - 0,86 Cabernet Sauvignon 1,05 - 1,43 Merlot 0,86 - 1,05 Pinot noir 1,24 - 1,43 Syrah 0,86 - 1,05 Zinfandel 0,95 - 1,34
Vendemmia 2013Dazi doganali per l’Europa sui vini con gradazione <13% 0,099 Euro/litro
sui vini con gradazione alcolica 13-15% 0,121 Euro/litroVini filtrati e stabilizzati a freddo
FCA Cantina, Central Valley
cile
Bianco comune 0,47 - 0,51 Chardonnay 0,72 - 1,05
Sauvignon Blanc 0,61 - 0,98 Pinot Noir 0,69 - 1,08
Syrah 0,45 - 0,61 Carmenere 0,45 - 0,61
Rosso comune 0,38 - 0,42 Cabernet Sauvignon (basic) 0,43 - 0,46 Cabernet Sauvignon 0,48 - 0,65 Cabernet Sauvignon (alta qualità) 1,08 - 2,89 Merlot 0,48 - 0,65
Malbec 0,65 - 1,45
Vendemmia 2013/2014Nessun dazio doganale per l’Europa
Vini filtrati e stabilizzati a freddoFOB, Valparaiso australia/nuova zelanda
Bianco secco (2014) 0,34 - 0,51 Chardonnay 0,34 - 0,51
Sauvignon Blanc 0,51 - 0,61 NZ Marlborough SB 2,83 - 3,27
Pinot gris 0,65 - 0,82
Rosso secco (2014) 0,48 - 0,54 Cabernet Sauv. 0,58 - 0,787 Merlot 0,51 - 0,68 Shiraz 0,58 - 0,75 Muscat 0,48 - 0,65
Australia: Vendemmia 2013Dazi doganali per l’Europa sui vini con gradazione <13% 0,099 Euro/litro
sui vini con gradazione alcolica 13-15% 0,121 Euro/litroVini filtrati e stabilizzati a freddo
FOB, AdelaideNuova Zelanda: Vendemmia 2013
Vini filtrati e stabilizzati a freddoFOB, Auckland
sudafrica
Bianco comune 0,32 - 0,34 Chardonnay 0,41 - 0,50
Sauvignon Blanc 0,41 - 0,54 Rosé comune 0,33 - 0,41
Cultivar rosé 0,41 - 0,45Chenin Blanc 0,33 - 0,36
Muscat 0,34 - 0,36
Rosso comune 0,41 - 0,43 Cabernet Sauvignon 0,47 - 0,55 Ruby Cabernet 0,41 - 0,43 Merlot 0,47 - 0,55 Pinotage 0,47 - 0,52 Shiraz 0,47 - 0,57 Cinsault 0,41 - 0,43
Vendemmia 2013/2014Dazi doganali per l’Europa sui vini con gradazione <13% 0,099 Euro/litro
sui vini con gradazione alcolica 13-15% 0,121 Euro/litroNessun dazio doganale per l’Europa sui rosé e rossi <13%
Dazi doganali per l’Europa sui vini bianchi 0,099 Euro/litroVini filtrati e stabilizzati a freddo
FOB, Capetown
argentina
Bianco comune 0,27 - 0,28 Bianco comune (Criolla) 0,24 - 0,25
Chardonnay 0,47 - 0,61 Torrontes 0,40 - 0,43
Chenin Blanc 0,33 - 0,36 Muscat 0,36 - 0,40
Vendemmia 2013Dazi doganali per l’Europa sui vini con gradazione <13% 0,099 Euro/litro
sui vini con gradazione alcolica 13-15% 0,121 Euro/litroVini filtrati e stabilizzati a freddo
Rosso comune 0,29 - 0,36 Cabernet Sauvignon 0,47 - 0,61 Malbec 0,65 - 0,72 Malbec Reserva 0,72 Syrah Merlot 0,47 - 0,62 Bonarda 0,36 - 0,43
FCA Cantina, Mendoza
Le frecce accanto ai prezzi e le variazioni percentuali indicano il trend rispetto al mese precedente.
I prezzi per il Nuovo mondo sono espressiin Euro per litro, a pieno carico: 24.000 litri per flexitank,
28.000-30.000 per cisterna.FCA: Free Carrier (franco vettore)
FOB: Free on board
www.ciatti.com
Quotazioni per il restodel mondo rilevate
da Ciatti Company nella prima decade di aprile
Quotazioni per l’Europa rilevate da Med.&.A.
Prezzi al 30 aprileEmisfero Sud:2014 nel segno della scarsità?
I produttori dell’Emisfero Sud sono ormai alle battute finali della vendemmia 2014, che si annuncia mediamente più bassa rispetto al 2013. Cile e Argentina riportano sostanziali cali rispetto all’anno precedente, anche se in Cile a fine 2013 si contavano ancora 12 milioni di ettolitri di vino in stock. In Oceania, a una vendemmia abbondante in Nuova Zelanda fa da contraltare un minore raccolto per l’Australia (-10%). Il Sudafrica dovrebbe essere invece in linea con la sua media storica.
Il mercato dello sfuso nell’Emisfero Nord continua ad avere andamenti differenziati a seconda delle regioni: i produttori spagnoli stanno combattendo sotto il peso di una vendemmia straordinaria (53 milioni di ettolitri), con i prezzi in caduta libera e operatori che si attendono ulteriori cali in maggio e giugno. Il mercato francese segnala una certa tranquillità: disponibilità molto ristretta di bianchi e rosati, situazione molto critica per i rossi. In Germania la domanda è piuttosto contenuta, a fronte di un’offerta scarsa e prezzi generalmente stabili. La produzione italiana, infine, ha reso un dato molto superiore alle stime vendemmiali effettuate da tutte le organizzazioni di categoria: i 53,6 milioni di ettolitri risultano superiori del 20% al 2012.
Rilevazioni a cura di Giorgio Meneghetti con la collaborazione di Antonio Cano,direttore della Cooperativa San Isidro di Pedro Muñoz