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DONNE ISTITUZIONI E POLITICA Messina 10 ottobre 2013 TRANSESSUALITA’ TRANSGENDERISMO INTERSESSUALITA’ tra scienza e luoghi comuni L’Androgino. Immagine tratta da “Aurora Consurgens”, Codex Renoviensis 172, Svizzera, XV sec.

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DONNE ISTITUZIONI E POLITICA

Messina 10 ottobre 2013

TRANSESSUALITA’

TRANSGENDERISMO

INTERSESSUALITA’

tra scienza e luoghi comuni

L’Androgino. Immagine tratta da “Aurora Consurgens”, Codex Renoviensis 172, Svizzera, XV sec.

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I termini

TRANSESSUALEIl termine nasce in ambito medico-scientifico.

Il termine "transessuale" e' stato coniato nel 1949 dal dottor David Cauldwell (1897-1959), ma diventera' di uso comune solo dopo la pubblicazione del libro The transsexual phenomenon (Il fenomeno transessuale) del dott. Harry Benjamin, edito nel 1966

TRANSESSUALE è l’individuo che vive un profondo disagio (DISFORIA, termine contrario di euforia) rispetto al sesso in cui è nato. Questa persona sente di appartenere, a livello psicologicoe corporeo, al sesso opposto assegnatogli/le alla nascita, sulla base del riconoscimento dei genitali e della mappa cromosomica.

Una semplificazione assai comune descrive la persona transessuale come “una donna intrappolata nel corpo di un uomo” (MtF) o come “un uomo intrappolato nel corpo di una donna (FtM)

Sul piano medico la condizione della persona transessuale è stata formalizzata con una serie di criteri diagnostici nel DSM (Diagnostic and Statistic Manual of Mental Disorder), il manuale dei disturbi mentali più utilizzato da psicologi clinici e psichiatri

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In sintesi:

Il termine TRANSESSUALE nasce in ambito medico e comprende quelle persone che sentono ed intendono percorrere un transito da un sesso all’altro.

TRANSITO DI SESSO

Dunque TRANSESSUALE non mette in discussione la visione sessista bipolare che prevede l’esistenza di due soli sessi:

MASCHIO E FEMMINA

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TRANSGENDER

Questo termine nasce invece all’interno del movimento per i diritti delle persone Trans.Il termine viene usato per la prima volta da una militante trans, Virginia Prince, negli USA nel 1970

Non si parla più di TRANSITO DI SESSO, ma di TRANSITO DI GENERE

Nella teoria TRANSGENDER le identità di genere non possono essere incasellate negli stereotipi di MASCHIO o di FEMMINA, che rappresentano solo i due punti estremi di un ventaglio di possibli variazioni di genere che non rispecchiano più la dicotomia sessista binaria basata sul binomio cromosomico XX (femmina) o XY (maschio)

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La filosofia TRANSGENDER introduce inoltre il concetto di

RUOLO DI GENERE

Vale a dire tutto ciò che attiene ai comportamenti differenziati maschili e femminili, in un determinato momento storico ed in una determinata società.

Si comprende dunque come il RUOLO DI GENERE sia una componente VARIABILE dell’identità di genere, ciò che spiega come i concetti di UOMO e di DONNA possano variare nella storia e nelle diverse culture.

Il RUOLO DI GENERE è cioè l’aspetto ANTROPOLOGICO dell’identità di genere.Una sorta di prassi comportamentale entro cui si può essere considerati uomini o donne” normali”, senza subire stigma

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In sintesi

L’identità sessuata di una persona, ovvero la percezione del sé sessuato, risulta dalla combinazione di:

SESSO GONADICO

IDENTITÀ DI GENERE

RUOLO DI GENERESolo il RUOLO DI GENERE varia nei diversi contesti culturali e storici, pur essendo inevitabilmente legato al sesso gonadico, che è l’elemento più VISIBILE, cio che del genere è AUTOPTICAMENTE ed immediatamente verificabile (vagina e mammelle, pene e barba).

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Ancora su SESSOIDENTITÀ DI GENERERUOLO DI GENERE

IL SESSO si identifica nei cromosomi e dunque nello sviluppo di gonadi e di altri caratteri secondari diversificati (presenza o assenza di barba, distribuzione dei grassi, diverso equilibrio ormonale tra estrogeni e testosterone).

L’IDENTITÀ DI GENERE si identifica nella percezione del sé sessuato, dunque nella psicologia della persona e dunque ha la sua sede fisica nel cervello, con possibili componenti di carattere neurofisiologico o psiconeuroendocrinologico

IL RUOLO DI GENERE è il risultato di un modello culturale di comportamenti sociali indotti e diversificati tra maschi e femmine

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Dunque TRANSGENDER supera il dualismo sessista MASCHIO/FEMMINA o UOMO/DONNA

A questa visione si oppone a quella del cd. GENDERISMO o TEORIA DEL GENDER, che si basa, partendo da osservazioni errate o semplicistiche della natura, sulla convinzione che i sessi, e di conseguanza anche i generi, sono due (sessismo), si basano sulla unica componente cromosomica o gonadica, escludendo tutto il resto, e non possono essere dunque modificati.

Problema della similitudine con alcuni aspetti, di sovente strumentalizzati in chiave sessista, del cd. “Femminismo delle Differenze”

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INTERSESSUALITÀ

È la condizione in cui nascono in media lo 0,5-1% dei bambini, in cui l’identificazione del sesso gonadico non è univoca e chiara (macroclitoridi o micropeni sono la condizione più diffusa).

Attualmente in Italia si tende ad operare una RETTIFICAZIONE CHIRURGICA alla nascita, verso il sesso che sembra essere quello più prossimo.

Si tratta di interventi che tengono conto solo di una delle componenti delll’identità sessuale dell’individuo, interventi che spesso dunque conducono, o possono condurre, a modificazioni incongrue ed irreversibili.

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Le norme in Italia

LEGGE 164/1982(…)Art. 3Il tribunale, quando risulta necessario un adeguamento dei caratteri sessuali da realizzare mediante trattamento medico-chirurgico, lo autorizza con sentenza.In tal caso il tribunale, accertata la effettuazione del trattamento autorizzato, dispone la rettificazione in camera di consiglio.

La legge 164 del 1982 è una delle prime leggi che in Europa permetteva alle persone transessuali la riassegnazione anagrafica. Si trattò di una imprtante conquista, che aprì la strada al riconoscimento delle persone transessuali.Oggi questa legge, che in sostanza depenalizzava la chirurgia di riassegnazione sessuale regolando in maniera lacunosa la rettifica anagrafica e lo scioglimento dell’eventuale matrimonio, pone l’inderogabile problema del suo aggiornamento all’evoluzione del dibattito recente sul tema più generale del riconoscimento dell’Identità di Genere

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Di fatto la legge si fonda sulla errata convinzione che la riassegnazione anagrafica dovesse essere conseguenza di una “normalizzazione” da conseguire attraverso l’adeguamento chirurgico all’uno o all’altro sesso, confondendo e sovrapponendo il concetto di sesso gonadico (una sola delle componenti che definiscono la percezione del sé sessuato) a quello più generale di Identità di Genere.

AGGIORNARE LA 164

In sostanza l’adeguamento della legge deve consentire la possibilità della rettifica anagrafica senza prevedere l’obbligatorietà di alcun intervento chirurgico, come avviene oramai nella legislazione più avanzata in molti paesi (prima su tutte la nuova legge argentina del maggio 2012, "Ley de Identidad de Género y atención integral de la salud de las personas trans" n. 26743 del 9 maggio 2012), garantendo il libero sviluppo della persona in base alla propria identità di genere

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Norme in materia di modificazione dell'attribuzione di sesso

La proposta elimina definitivamente l’obbligo di sottoporsi all’intervento chirurgico per poter ottenere il cambiamento di sesso. La scelta di operarsi è rimessa all’autodeterminazione della persona, nel caso in cui lo ritenga necessario per il suo equilibrio. Viene offerta la possibilità di cambiare nome anche prima dell’intervento chirurgico, laddove si decida di farlo, e viene eliminato il doppio procedimento dinanzi all’autorità giudiziaria, facendolo diventare un unico procedimento amministrativo affidato al prefetto

Art.3.(Modificazione dei caratteri sessuali)1. Le persone di cui all’articolo 1, qualora lo ritengano necessario per il proprio equilibrio psicofisico, possono modificare o adeguare i loro caratteri sessuali mediante trattamenti medicochirurgici, terapie ormonali o trattamenti di carattere estetico.2. Gli interventi di cui al comma 1, a cui la persona si sia liberamente determinata, incluse le modificazione dei caratteri sessuali primari, non costituiscono atti contrari a norme civili o penali.3. La modificazione o l’adeguamento dei caratteri sessuali primari mediante trattamento medicochirurgico non è un requisito necessario per l'attribuzione di un sesso diverso da quello indicato nell'atto di nascita.

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INTERSESSUALITÀArt. 13.

(Diritto all’autodeterminazione del sesso).

1. Chi alla nascita presenta caratteristiche anatomo-fisiologiche sia maschili che femminili non può essere sottoposto a trattamenti medico-chirurgici per l’assegnazione di caratteri sessuali di un solo sesso, se non vi sono pericolo di vita o esigenze attuali di salute fisica che lo impongano.

19 ottobre: International Day for Action for Trans Pathologization

L'Azione 2013: gli interventi di chirurgia cosmetica sui genitali dei bambini con corpi intersex

STOP PATHOLOGIZING GENDER DIVERSITY IN CHILDHOOD

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L'obbligo alla RCS e' oggi decisamente superato anche dal punto di vista scientifico. Al contrario e' ormai considerato una violazione dei diritti umani.

In più occasioni il Consiglio d'Europa per i Diritti Umani ha chiesto agli stati membri di abolire la sterilizzazione e ogni terapia medica obbligatoria dai requisiti legali necessari a riconoscere l'identità di genere di una persona

Il 16 giugno 2010 la WPATH (World Professional Association for Transgender Health ha dichiarato: “Nessuna persona dovrebbe essere sottoposta a intervento chirurgico o accettare la sterilizzazione come condizione necessaria al riconoscimento di identità.

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il processo di depatologizzazione dell'omosessualità, iniziato nel 1973, si conclude nel 1987 con la rimozione definitiva, nel DSM III-R, anche dell'omosessualità "egodistonica".

La transessualità invece è stata derubricata come "disturbo mentale" solo nel recente DSM V (2013), che però conserva, anzi ritorna alla definizione di "Disforia di Genere" per descrivere "le difficoltà emotive dovute ad una incongruenza marcata tra il genere sentito e il genere biologico".

In definitiva anche per l'APA (l'American Psychiatric Association), che redige il DSM (Diagnostic and Statistic Manual of Mental Disorders), le persone transessuali NON sono più malate di mente.

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DEPATOLOGIZZAREnon vuol dire

DEMEDICALIZZAREovvero privare le persone transessuali dell'assistenza sanitaria garantita a tutti i cittadini. E le recenti polemiche sul finanziamento ordinario del Centro per la Disforia di Genere del Policlinico di Bari mostrano quanto sia viva la necessit‡ di tenere alta l'attenzione su questi temi.

La transizione resta una NECESSITÀ, e non una SCELTA

Le nostre identità di genere sono la nostra CONDIZIONE, e non abbiamo altre strade da percorrere.

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L’ORIENTAMENTO SESSUALE

L’identità di genere è il risultato della sommatoria di elementi genetici e neurocerebrali (dimorfismo sessuato del cervello) sociologici (ruoli di genere). Questa sommatoria di elementi NON può dar luogo sempre e comunque ad un risultato binario e univoco: MASCHIO O FEMMINA

CONSEGUENZAAnche l’orientamento sessuale, così come siamo abituati a pensarlo, non ha più ragione di essere, ovvero OMOSESSUALE o ETEROSESSUALE

Possiamo allora parlare di ATTRAZIONE DI GENERE o di ORIENTAMENTO AFFETTIVO O SENSUALE

Vale a dire che aumentando le variabili dell’identità di genere, si incrementano i possibili orientamenti sessuali.