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PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO
DONNE E UOMINI
www.pariopportunita.provincia.tn.it
Assessorato all'emigrazione, solidarietà internazionale,
sport e pari opportunità
Unità organizzativa Pari Opportunità Via XXIV Maggio, 2 – 38100 Trento
Telefono: 0461/496338 – Fax 0461/496288e-mail: [email protected]
-
STRUMENTI PER MISURARE LE PARI OPPORTUNITÀ TRA
PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO
DONNE E UOMIN I
Osse
rvat
orio
per
le p
oliti
che
di p
ari o
ppor
tuni
tà
INDICATORI DI GENERE:
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Assessorato alle Pari Opportunità
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STRUMENTI PER MISURARE LE PARI OPPORTUNITÀ TRA
DONNE E UOMIN I
Osse
rvat
orio
per
le p
oliti
che
di p
ari o
ppor
tuni
tà
INDICATORI DI GENERE:
1
PROVINCIAAUTONOMA DI TRENTO
Trento 2004
Giunta della Provincia Autonoma di Trento
Assessorato alle Pari Opportunità
-
L'Unione Europea sta caratterizzando tutti i propri interventi in un'ottica di sviluppo sostenibile,
includendo in questo concetto non solo gli aspetti economici ed ambientali ma anche la dimen-
sione sociale, con particolare riferimento alle pari opportunità tra uomini e donne.
L'integrazione trasversale del principio di pari opportunità, infatti, continua a rappresentare una
sfida che anche la Provincia Autonoma di Trento ha accolto con impegno.
Il percorso verso una sempre maggiore affermazione dell'uguaglianza sostanziale tra uomini e
donne necessita di strumenti concreti attraverso i quali gli attori dello sviluppo locale possano
realmente agire con una consapevolezza di genere.
A questo scopo, l'Osservatorio per le politiche di pari opportunità della PAT ha progettato una col-
lana di approfondimenti, riflessioni e analisi, a sostegno di una reale inclusione del principio di
pari opportunità nelle scelte dello sviluppo locale.
Questo primo volume, che risponde all'esigenza di definire una base conoscitiva strutturata sulle
condizioni di vita di uomini e donne, fornisce una selezione di indicatori di genere, ossia di stru-
menti importanti da utilizzare nelle fasi di programmazione degli interventi, nonché nel costante
monitoraggio dello stato delle pari opportunità.
È possibile integrare fin da subito questi indicatori di genere nei processi di costruzione di tutte le
politiche, a partire dal lavoro, dalle politiche sociali fino alla formazione e alla sanità.
Auspico una reale attenzione e un utilizzo concreto di questi strumenti che si propongono di
sostenere l'equità sociale in un'ottica di genere, nella certezza che ciò possa contribuire a miglio-
rare la qualità degli interventi.
Iva BerasiAssessore all'emigrazione, solidarietà internazionale,
sport e pari opportunità
2 3
© Provincia Autonoma di Trento
Assessorato all'emigrazione, solidarietà internazionale, sport e pari opportunità 2004
Redazione del rapporto: dott.ssa Francesca Alioli, Animatrice di pari opportunità - PAT
Progettazione e coordinamento: dott.ssa Lucia Trettel, Unità organizzativa pari opportunità - PAT
Supervisione scientifica: prof.ssa Paola Villa, Università di Trento
INDICATORI di genere : strumenti per misurare le pari opportunità tra donne e uomini. - Trento : Provincia Autonoma di Trento, 2004. - 48 p. : tab. ; 24 cm. - (Osservatorio per le politiche di pari opportunità ; 1) In testa al front.: Giunta della Provincia autonoma di Trento, Trento 2004 1. Donna -Condizioni economiche e sociali -Indicatori 2. Indicatori di genere 305.42021
-
L'Unione Europea sta caratterizzando tutti i propri interventi in un'ottica di sviluppo sostenibile,
includendo in questo concetto non solo gli aspetti economici ed ambientali ma anche la dimen-
sione sociale, con particolare riferimento alle pari opportunità tra uomini e donne.
L'integrazione trasversale del principio di pari opportunità, infatti, continua a rappresentare una
sfida che anche la Provincia Autonoma di Trento ha accolto con impegno.
Il percorso verso una sempre maggiore affermazione dell'uguaglianza sostanziale tra uomini e
donne necessita di strumenti concreti attraverso i quali gli attori dello sviluppo locale possano
realmente agire con una consapevolezza di genere.
A questo scopo, l'Osservatorio per le politiche di pari opportunità della PAT ha progettato una col-
lana di approfondimenti, riflessioni e analisi, a sostegno di una reale inclusione del principio di
pari opportunità nelle scelte dello sviluppo locale.
Questo primo volume, che risponde all'esigenza di definire una base conoscitiva strutturata sulle
condizioni di vita di uomini e donne, fornisce una selezione di indicatori di genere, ossia di stru-
menti importanti da utilizzare nelle fasi di programmazione degli interventi, nonché nel costante
monitoraggio dello stato delle pari opportunità.
È possibile integrare fin da subito questi indicatori di genere nei processi di costruzione di tutte le
politiche, a partire dal lavoro, dalle politiche sociali fino alla formazione e alla sanità.
Auspico una reale attenzione e un utilizzo concreto di questi strumenti che si propongono di
sostenere l'equità sociale in un'ottica di genere, nella certezza che ciò possa contribuire a miglio-
rare la qualità degli interventi.
Iva BerasiAssessore all'emigrazione, solidarietà internazionale,
sport e pari opportunità
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© Provincia Autonoma di Trento
Assessorato all'emigrazione, solidarietà internazionale, sport e pari opportunità 2004
Redazione del rapporto: dott.ssa Francesca Alioli, Animatrice di pari opportunità - PAT
Progettazione e coordinamento: dott.ssa Lucia Trettel, Unità organizzativa pari opportunità - PAT
Supervisione scientifica: prof.ssa Paola Villa, Università di Trento
INDICATORI di genere : strumenti per misurare le pari opportunità tra donne e uomini. - Trento : Provincia Autonoma di Trento, 2004. - 48 p. : tab. ; 24 cm. - (Osservatorio per le politiche di pari opportunità ; 1) In testa al front.: Giunta della Provincia autonoma di Trento, Trento 2004 1. Donna -Condizioni economiche e sociali -Indicatori 2. Indicatori di genere 305.42021
-
I N D I C AT O R I D I G E N E R E : S T R U M E N T I P E R M I S U R A R E L E PA R I O P P O R T U N I T À T R A D O N N E E U O M I N I
Area “società e contesto”
Area “istruzione e formazione”
Area “salute”
Area “cittadinanza e partecipazione”
Area “economia e lavoro”
Area “armonizzazione famiglia-lavoro”
Tavola di sintesi
Le fonti statistiche utilizzate
Riferimenti bibliografici
15
19
21
23
27
41
44
47
48
PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO
Assessorato all'emigrazione, solidarietà internazionale,
sport e pari opportunità
Osservatorio per le politiche di pari opportunità
indi
ce
1.
2.
3.
4.
Prefazione, di Paola Villa
Introduzione
Quali strumenti?
Obiettivi e contenuti
6
8
9
13
4 5
-
I N D I C AT O R I D I G E N E R E : S T R U M E N T I P E R M I S U R A R E L E PA R I O P P O R T U N I T À T R A D O N N E E U O M I N I
Area “società e contesto”
Area “istruzione e formazione”
Area “salute”
Area “cittadinanza e partecipazione”
Area “economia e lavoro”
Area “armonizzazione famiglia-lavoro”
Tavola di sintesi
Le fonti statistiche utilizzate
Riferimenti bibliografici
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PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO
Assessorato all'emigrazione, solidarietà internazionale,
sport e pari opportunità
Osservatorio per le politiche di pari opportunità
indi
ce1.
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3.
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Prefazione, di Paola Villa
Introduzione
Quali strumenti?
Obiettivi e contenuti
6
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vani generazioni di donne ad aumentare l'offerta complessiva di lavoro e, al tempo stesso, convin-
cerle che è possibile rimanere attive senza rinunciare alla maternità. E' questa una sfida difficile,
ma importante, che richiede una crescente attenzione alle disuguaglianze di genere. Alcuni passi
in avanti sono stati fatti, ma rimane ancora molta strada da fare per rendere possibile la piena par-
tecipazione delle donne alla vita economica e sociale, consentendo la realizzazione sia della vita
professionale sia della vita familiare.
Poiché il lavoro delle donne per il mercato è fondamentale per il perseguimento di importanti
obiettivi sociali, è indispensabile promuovere la parità tra uomini e donne nelle diverse aree della
vita economica e sociale. Ciò implica una serie di attività tra loro strettamente collegate.
A livello locale, così come a livello nazionale e a livello europeo, è importante sostenere e rafforza-
re la volontà politica per la promozione della parità fra uomini e donne, partendo dal riconoscimen-
to dei diversi ruoli e dei modelli di comportamento che li distinguono. Poiché ogni azione politica
può avere effetti diversi su uomini e donne, ogni provvedimento dovrebbe integrare una prospetti-
va di genere in tutte le fasi di progettazione delle politiche e dei programmi pubblici. Ciò richiede
l'utilizzo di statistiche disaggregate per sesso per l'individuazione di indicatori capaci di rilevare
l'impatto potenzialmente diverso di uno stesso provvedimento sugli uomini e sulle donne.
Per promuovere questa attenzione generalizzata verso un approccio di genere è necessario un
effettivo monitoraggio delle diseguaglianze tra uomini e donne nelle diverse sfere della vita eco-
nomica e sociale. Il monitoraggio delle differenze ancora esistenti, e dei progressi che via via si
registrano nel campo delle pari opportunità tra uomini e donne, dipende in modo critico dalla
disponibilità di dati statistici disaggregati per sesso e dallo sviluppo di indicatori sintetici. Questo
insieme di indicatori dovrebbe servire a segnalare i punti di forza e di debolezza di un sistema
sociale, facilitando il processo di valutazione e promuovendo azioni orientate a ridurre le disegua-
glianze esistenti.
Il documento predisposto fornisce un insieme di dati statistici disaggregati per sesso ed un pac-
chetto di indicatori di genere per il monitoraggio delle pari opportunità tra uomini e donne nel con-
testo socio-economico del Trentino. Al tempo stesso, questa struttura informativa di base può
essere vista come un primo supporto per la programmazione ed il monitoraggio delle politiche
adottate a livello locale al fine della realizzazione di un effettivo mainstreaming di genere.
Negli anni più recenti è andata emergendo la consapevolezza che le donne giocano un ruolo cru-
ciale nel disegnare quella che sarà la futura struttura socio-economica. Per comprendere ciò è
sufficiente richiamare l'attenzione sugli indicatori che identificano tre aree problematiche della
società contemporanea: il basso tasso di fecondità; il basso tasso di occupazione; infine
l'elevata incidenza della povertà nei nuclei familiari con figli minori.
Dati i bassi tassi di fecondità e il progressivo aumento dell'aspettativa di vita, la popolazione sta
invecchiando. L'andamento demografico pone difficili sfide alla sostenibilità del modello di welfa-
re. Al fine di consentire ai sistemi pensionistici, ai sistemi sanitari e all'assistenza di lunga durata
di continuare a perseguire i relativi obiettivi sociali, mantenendo nel contempo la sostenibilità
finanziaria, è cruciale un allargamento dell'offerta di lavoro. Un aumento del tasso di occupazio-
ne è necessario, oltre che a questo scopo, anche per migliorare le performance del sistema eco-
nomico. Le riserve di lavoro potenziale a cui attingere per innalzare il tasso di occupazione sono
costituite dagli immigrati, dai lavoratori anziani e dall'ulteriore innalzamento dei tassi di attività
femminili. In termini assoluti, la principale componente della forza lavoro potenziale è comunque
costituita dalle donne. Ciò giustifica l'enfasi posta sull'innalzamento del tasso di occupazione
femminile (al 60% entro il 2010) all'interno della strategia europea per l'occupazione. Infine, per
ridurre il rischio di povertà ed esclusione sociale è cruciale favorire l'occupazione delle madri con
figli piccoli, ovvero aumentare la diffusione delle famiglie a doppia partecipazione (con entrambi i
partner occupati). Va sottolineato che la maggior parte dei minori poveri vive in famiglie in cui
entrambi i genitori sono presenti, ma uno solo è occupato. In questi casi la povertà non dipende
dalla assoluta mancanza di lavoro e di reddito, ma dall'insufficienza del reddito rispetto ai bisogni
familiari. Facilitare l'accesso delle donne al lavoro retribuito significa aumentare l'occupazione e
il reddito all'interno del nucleo familiare, riducendo il rischio di povertà.
Per favorire la sostenibilità del modello di welfare europeo (basato su un sistema di sicurezza
sociale di tipo universale), per migliorare il tasso di crescita del sistema economico europeo, infi-
ne per ridurre il rischio di povertà ed esclusione sociale occorre innalzare ulteriormente il tasso di
occupazione femminile. Al tempo stesso, per contenere l'invecchiamento progressivo della
popolazione (e ridurre il costo economico e sociale associato a ciò) è necessaria una ripresa
della fecondità. La sfida che i sistemi di governo sono chiamati ad affrontare è convincere le gio-
1. Prefazione di Paola Villa Prefazione
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vani generazioni di donne ad aumentare l'offerta complessiva di lavoro e, al tempo stesso, convin-
cerle che è possibile rimanere attive senza rinunciare alla maternità. E' questa una sfida difficile,
ma importante, che richiede una crescente attenzione alle disuguaglianze di genere. Alcuni passi
in avanti sono stati fatti, ma rimane ancora molta strada da fare per rendere possibile la piena par-
tecipazione delle donne alla vita economica e sociale, consentendo la realizzazione sia della vita
professionale sia della vita familiare.
Poiché il lavoro delle donne per il mercato è fondamentale per il perseguimento di importanti
obiettivi sociali, è indispensabile promuovere la parità tra uomini e donne nelle diverse aree della
vita economica e sociale. Ciò implica una serie di attività tra loro strettamente collegate.
A livello locale, così come a livello nazionale e a livello europeo, è importante sostenere e rafforza-
re la volontà politica per la promozione della parità fra uomini e donne, partendo dal riconoscimen-
to dei diversi ruoli e dei modelli di comportamento che li distinguono. Poiché ogni azione politica
può avere effetti diversi su uomini e donne, ogni provvedimento dovrebbe integrare una prospetti-
va di genere in tutte le fasi di progettazione delle politiche e dei programmi pubblici. Ciò richiede
l'utilizzo di statistiche disaggregate per sesso per l'individuazione di indicatori capaci di rilevare
l'impatto potenzialmente diverso di uno stesso provvedimento sugli uomini e sulle donne.
Per promuovere questa attenzione generalizzata verso un approccio di genere è necessario un
effettivo monitoraggio delle diseguaglianze tra uomini e donne nelle diverse sfere della vita eco-
nomica e sociale. Il monitoraggio delle differenze ancora esistenti, e dei progressi che via via si
registrano nel campo delle pari opportunità tra uomini e donne, dipende in modo critico dalla
disponibilità di dati statistici disaggregati per sesso e dallo sviluppo di indicatori sintetici. Questo
insieme di indicatori dovrebbe servire a segnalare i punti di forza e di debolezza di un sistema
sociale, facilitando il processo di valutazione e promuovendo azioni orientate a ridurre le disegua-
glianze esistenti.
Il documento predisposto fornisce un insieme di dati statistici disaggregati per sesso ed un pac-
chetto di indicatori di genere per il monitoraggio delle pari opportunità tra uomini e donne nel con-
testo socio-economico del Trentino. Al tempo stesso, questa struttura informativa di base può
essere vista come un primo supporto per la programmazione ed il monitoraggio delle politiche
adottate a livello locale al fine della realizzazione di un effettivo mainstreaming di genere.
Negli anni più recenti è andata emergendo la consapevolezza che le donne giocano un ruolo cru-
ciale nel disegnare quella che sarà la futura struttura socio-economica. Per comprendere ciò è
sufficiente richiamare l'attenzione sugli indicatori che identificano tre aree problematiche della
società contemporanea: il basso tasso di fecondità; il basso tasso di occupazione; infine
l'elevata incidenza della povertà nei nuclei familiari con figli minori.
Dati i bassi tassi di fecondità e il progressivo aumento dell'aspettativa di vita, la popolazione sta
invecchiando. L'andamento demografico pone difficili sfide alla sostenibilità del modello di welfa-
re. Al fine di consentire ai sistemi pensionistici, ai sistemi sanitari e all'assistenza di lunga durata
di continuare a perseguire i relativi obiettivi sociali, mantenendo nel contempo la sostenibilità
finanziaria, è cruciale un allargamento dell'offerta di lavoro. Un aumento del tasso di occupazio-
ne è necessario, oltre che a questo scopo, anche per migliorare le performance del sistema eco-
nomico. Le riserve di lavoro potenziale a cui attingere per innalzare il tasso di occupazione sono
costituite dagli immigrati, dai lavoratori anziani e dall'ulteriore innalzamento dei tassi di attività
femminili. In termini assoluti, la principale componente della forza lavoro potenziale è comunque
costituita dalle donne. Ciò giustifica l'enfasi posta sull'innalzamento del tasso di occupazione
femminile (al 60% entro il 2010) all'interno della strategia europea per l'occupazione. Infine, per
ridurre il rischio di povertà ed esclusione sociale è cruciale favorire l'occupazione delle madri con
figli piccoli, ovvero aumentare la diffusione delle famiglie a doppia partecipazione (con entrambi i
partner occupati). Va sottolineato che la maggior parte dei minori poveri vive in famiglie in cui
entrambi i genitori sono presenti, ma uno solo è occupato. In questi casi la povertà non dipende
dalla assoluta mancanza di lavoro e di reddito, ma dall'insufficienza del reddito rispetto ai bisogni
familiari. Facilitare l'accesso delle donne al lavoro retribuito significa aumentare l'occupazione e
il reddito all'interno del nucleo familiare, riducendo il rischio di povertà.
Per favorire la sostenibilità del modello di welfare europeo (basato su un sistema di sicurezza
sociale di tipo universale), per migliorare il tasso di crescita del sistema economico europeo, infi-
ne per ridurre il rischio di povertà ed esclusione sociale occorre innalzare ulteriormente il tasso di
occupazione femminile. Al tempo stesso, per contenere l'invecchiamento progressivo della
popolazione (e ridurre il costo economico e sociale associato a ciò) è necessaria una ripresa
della fecondità. La sfida che i sistemi di governo sono chiamati ad affrontare è convincere le gio-
1. Prefazione di Paola Villa Prefazione
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Il principio delle pari opportunità tra uomini e donne non si può ridurre ad una mera questione sta-tistica. Ma la disponibilità di numeri e informazioni statistiche sulle situazioni di vita di uomini e donne costituisce il punto di partenza per la programmazione e progettazione di nuovi interventi, nonché uno strumento fondamentale nel monitoraggio dei progressi compiuti verso la realizza-zione dell'uguaglianza di genere (European Commission Working Group on Gender and Indicators of the Advisory Committee on Gender Equality, 2001). Lo sforzo di migliorare e raffor-zare le pari opportunità, dunque, ha bisogno di essere affiancato da riscontri oggettivi relativa-mente alle condizioni di vita di uomini e donne.L'importanza di disporre di informazioni statistiche sensibili alla dimensione di genere è stata sot-tolineata fortemente nel corso della Quarta conferenza mondiale sulla donna tenutasi a Pechino
1(1995) e rilanciata a livello comunitario, nazionale e locale . È stato così formalmente assunto l'impegno alla produzione e diffusione di dati statistici disaggregati per sesso, oltre alla raccolta di nuove informazioni rilevanti ai fini dell'analisi delle dis/eguaglianze di genere. Il mercato del lavoro, l'istruzione, la famiglia così come la rappresentanza politica o la salute sono ambiti in cui uomini e donne sperimentano ruoli, risorse ed opportunità differenti. Per riusci-re a cogliere le specificità di queste differenze, e comprendere come gli interventi politici messi in campo possano incidere su di esse, è necessario integrare le tradizionali analisi con il punto di vista di genere. Più precisamente si tratta di individuare degli strumenti ad hoc che siano in grado di mostrare dove esistono e come si caratterizzano le differenze e le diseguaglianze di genere. Le informazioni statistiche sensibili alla dimensione di genere, inoltre, costituiscono uno stru-mento cruciale per la diffusione dell'approccio del mainstreaming di genere (European Commission, 2004b), cioè l'integrazione della prospettiva di genere in tutti gli ambiti politici e a tutti i livelli decisionali.
“La qualità legata alla completezza dell'informazione resta il primo obiettivo, perché al di là delle tendenze riscontrate (dalla distinzione per sesso, alle informazioni di genere, all'analisi delle relazioni) il sistema delle rilevazioni statistiche non ha ancora evaso il primo livello informativo, quello dell'esaustiva declinazione dei due sessi […].La seconda esigenza di qualità riguarda il passaggio da un'ottica di informazione specifica sulle donne e sul genere ad una prospettiva di mainstreaming, che include sia la costruzione di indica-tori di genere all'interno di ogni importante settore di rilevazione statistica, sia una politica di pub-blicazioni statistiche ufficiali attraversate costantemente dall'approccio di genere” (Bimbi, 1998).
2. Introduzione
Esistono diverse categorie di informazioni statistiche che possono aiutare a misurare lo stato delle pari opportunità tra uomini e donne e il loro andamento nel tempo; ogni categoria fornisce un contributo conoscitivo differente (UNDP, 2001; Bimbi, 1998; Beck, 1999):
dati statistici disaggregati per sessoindicatori di genere
2 indici di pari opportunità
es.: presenza nei percorsi scolastici calcolata separatamente per maschi e femmine
Relativamente a un dato fenomeno, i dati statistici disaggregati per sesso forniscono informazio-ni circa il numero, assoluto o percentuale, delle donne e degli uomini in esso coinvolti.Per alcuni fenomeni sociali ed economici l'attenzione alla variabile genere è relativamente recente. A partire degli anni '80, infatti, è stato possibile osservare una crescente sensibilità alla disaggregazione dei dati statistici per sesso anche in quelle aree per le quali tali distinzione era prima ritenuta irrilevante. Ciò ha permesso lo “svelamento” della componente femminile entro fenomeni prima indagati solamente, o comunque prevalentemente, al maschile (Bimbi, 1998).
es.: gap di genere nella partecipazione al percorso x e suo andamento nel tempo
Un indicatore può essere definito come una misura sintetica, frutto del rapporto tra alcuni dati di partenza, in grado di riassumere in un unico valore più informazioni sul problema oggetto di ana-lisi. Esso si differenzia dai dati disaggregati per sesso poiché, invece di fermarsi alla descrizione di un fatto, racchiude in sé un confronto (rispetto ad un gruppo di riferimento o ad un valore stan-dard) (Beck, 1999). Un indicatore, pertanto, non è semplicemente un dato ma rappresenta il risultato di un ragionamento.
Dati statistici disaggregati per sesso
Indicatori di genere
3. Quali strumenti?
1 La Commissione Europea ha recepito le indicazioni formulate in occasione della Conferenza di Pechino attraverso la COM(96)67, “Integrare la parità di opportunità tra le donne e gli uomini nel complesso delle politiche e delle azioni”; tali orien-tamenti sono stati recepiti a livello nazionale con la Direttiva Prodi-Finocchiaro del 1997 e a livello locale tramite la Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province Autonome del 1997.
8 9
2 Il termine pari opportunità è qui sempre inteso con riferimento alla situazione di uomini e donne.Per semplicità espositiva, seguendo la convenzione adottata nella letteratura, si usa il termine abbreviato "pari opportu-nità" anziché il termine " pari opportunità tra uomini e donne".
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Il principio delle pari opportunità tra uomini e donne non si può ridurre ad una mera questione sta-tistica. Ma la disponibilità di numeri e informazioni statistiche sulle situazioni di vita di uomini e donne costituisce il punto di partenza per la programmazione e progettazione di nuovi interventi, nonché uno strumento fondamentale nel monitoraggio dei progressi compiuti verso la realizza-zione dell'uguaglianza di genere (European Commission Working Group on Gender and Indicators of the Advisory Committee on Gender Equality, 2001). Lo sforzo di migliorare e raffor-zare le pari opportunità, dunque, ha bisogno di essere affiancato da riscontri oggettivi relativa-mente alle condizioni di vita di uomini e donne.L'importanza di disporre di informazioni statistiche sensibili alla dimensione di genere è stata sot-tolineata fortemente nel corso della Quarta conferenza mondiale sulla donna tenutasi a Pechino
1(1995) e rilanciata a livello comunitario, nazionale e locale . È stato così formalmente assunto l'impegno alla produzione e diffusione di dati statistici disaggregati per sesso, oltre alla raccolta di nuove informazioni rilevanti ai fini dell'analisi delle dis/eguaglianze di genere. Il mercato del lavoro, l'istruzione, la famiglia così come la rappresentanza politica o la salute sono ambiti in cui uomini e donne sperimentano ruoli, risorse ed opportunità differenti. Per riusci-re a cogliere le specificità di queste differenze, e comprendere come gli interventi politici messi in campo possano incidere su di esse, è necessario integrare le tradizionali analisi con il punto di vista di genere. Più precisamente si tratta di individuare degli strumenti ad hoc che siano in grado di mostrare dove esistono e come si caratterizzano le differenze e le diseguaglianze di genere. Le informazioni statistiche sensibili alla dimensione di genere, inoltre, costituiscono uno stru-mento cruciale per la diffusione dell'approccio del mainstreaming di genere (European Commission, 2004b), cioè l'integrazione della prospettiva di genere in tutti gli ambiti politici e a tutti i livelli decisionali.
“La qualità legata alla completezza dell'informazione resta il primo obiettivo, perché al di là delle tendenze riscontrate (dalla distinzione per sesso, alle informazioni di genere, all'analisi delle relazioni) il sistema delle rilevazioni statistiche non ha ancora evaso il primo livello informativo, quello dell'esaustiva declinazione dei due sessi […].La seconda esigenza di qualità riguarda il passaggio da un'ottica di informazione specifica sulle donne e sul genere ad una prospettiva di mainstreaming, che include sia la costruzione di indica-tori di genere all'interno di ogni importante settore di rilevazione statistica, sia una politica di pub-blicazioni statistiche ufficiali attraversate costantemente dall'approccio di genere” (Bimbi, 1998).
2. Introduzione
Esistono diverse categorie di informazioni statistiche che possono aiutare a misurare lo stato delle pari opportunità tra uomini e donne e il loro andamento nel tempo; ogni categoria fornisce un contributo conoscitivo differente (UNDP, 2001; Bimbi, 1998; Beck, 1999):
dati statistici disaggregati per sessoindicatori di genere
2 indici di pari opportunità
es.: presenza nei percorsi scolastici calcolata separatamente per maschi e femmine
Relativamente a un dato fenomeno, i dati statistici disaggregati per sesso forniscono informazio-ni circa il numero, assoluto o percentuale, delle donne e degli uomini in esso coinvolti.Per alcuni fenomeni sociali ed economici l'attenzione alla variabile genere è relativamente recente. A partire degli anni '80, infatti, è stato possibile osservare una crescente sensibilità alla disaggregazione dei dati statistici per sesso anche in quelle aree per le quali tali distinzione era prima ritenuta irrilevante. Ciò ha permesso lo “svelamento” della componente femminile entro fenomeni prima indagati solamente, o comunque prevalentemente, al maschile (Bimbi, 1998).
es.: gap di genere nella partecipazione al percorso x e suo andamento nel tempo
Un indicatore può essere definito come una misura sintetica, frutto del rapporto tra alcuni dati di partenza, in grado di riassumere in un unico valore più informazioni sul problema oggetto di ana-lisi. Esso si differenzia dai dati disaggregati per sesso poiché, invece di fermarsi alla descrizione di un fatto, racchiude in sé un confronto (rispetto ad un gruppo di riferimento o ad un valore stan-dard) (Beck, 1999). Un indicatore, pertanto, non è semplicemente un dato ma rappresenta il risultato di un ragionamento.
Dati statistici disaggregati per sesso
Indicatori di genere
3. Quali strumenti?
1 La Commissione Europea ha recepito le indicazioni formulate in occasione della Conferenza di Pechino attraverso la COM(96)67, “Integrare la parità di opportunità tra le donne e gli uomini nel complesso delle politiche e delle azioni”; tali orien-tamenti sono stati recepiti a livello nazionale con la Direttiva Prodi-Finocchiaro del 1997 e a livello locale tramite la Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province Autonome del 1997.
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2 Il termine pari opportunità è qui sempre inteso con riferimento alla situazione di uomini e donne.Per semplicità espositiva, seguendo la convenzione adottata nella letteratura, si usa il termine abbreviato "pari opportu-nità" anziché il termine " pari opportunità tra uomini e donne".
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Un indicatore di genere, quindi, può essere definito come una misura sintetica che ha lo scopo di fornire un'informazione rilevante ed immediata sul genere, ossia sulla posizione relativa di uomi-ni e donne.Gli indicatori di genere mettono in relazione la posizione delle donne con quella degli uomini e “contribuiscono all'analisi delle trasformazioni delle relazioni di genere” (Bimbi, 1998). Essi, quin-di, non isolano la donna focalizzando l'attenzione unicamente sulle sue situazioni di vita, ma si fondano su una concezione relazionale (uomo-donna).
Un indice di pari opportunità costituisce una misura composta capace di riassumere e sintetizza-re in un unico numero le diverse dimensioni del concetto di pari opportunità. L'elaborazione di un indice di pari opportunità tra uomini e donne ha come scopo principale quello di consentire un confronto tra più contesti socio-economici (siano essi i paesi del mondo, gli stati membri dell'Unione Europea, oppure delle realtà locali) rispetto al grado di integrazione del principio di uguaglianza di genere.In ogni caso, per l'elaborazione di un indice di pari opportunità risulta necessario, innanzitutto, definire in modo adeguato il concetto di pari opportunità e le dimensioni che esso coinvolge; que-sto passaggio è fondamentale per individuare quali elementi andranno a comporre l'indice.Inoltre, un indice di pari opportunità deve essere in grado di stimolare una reale attenzione nei confronti dell'uguaglianza di genere. L'indice deve quindi consentire qualcosa di più di una sem-plice graduatoria di paesi o di realtà locali; dovrebbe individuarne chiaramente la posizione rispetto agli obiettivi di pari opportunità e metterne a fuoco i punti di forza e di debolezza. Per riu-scire in questo, gli indicatori selezionati per la composizione dell'indice devono risultare concreti, coerenti, significativi e semplici da leggere (Plantenga et al., 2003).
Indici di pari opportunità
3. Quali strumenti?
UNDP
Gender-related Development Index GDI:
Gender Empowerment Measure GEM:
SVEZIA
EqualX Gender Equality Index:
I più importanti indici di pari opportunità sono stati elaborati dall'UNDP (United Nations Development Program). L'UNDP, che nel 1990 aveva messo a punto un indice per misurare lo sviluppo umano (Humand development Index HDI), nel 1995 ha definito due indici di pari opportunità:
rappresenta una versione aggiustata dell'HDI che risulta sensibile alla dimensione di genere e misura le pari opportunità nello sviluppo umano. Il GDI è costituito da tre dimensioni:aspettativa di vita, definita come la possibilità di vivere a lungo e in buone condizioni di salute. Viene misurata attraverso la speranza di vita alla nascita.istruzione, definita come la possibilità di acquisire conoscenza, comunicare e partecipare alla vita della comunità. Viene misurata dal tasso di alfabetizzazione degli adulti e dal tasso lordo di iscrizione nei livelli di istruzione primaria, secondaria, terziaria.accesso alle risorse, definito come uno standard di vita dignitoso. Viene misurato dal reddito percepito stimato.
misura il grado di partecipazione di uomini e donne alla vita economica e politica di un paese ed è costituito da tre dimensioni:la partecipazione politica e il potere decisionale, misurata dalla quota di donne e uomini presenti in parlamento.la partecipazione alla vita economica, misurata dalla quota di donne e uomini con cariche dirigenziali nel mercato del lavoro e dalla quota di donne nei lavori tecnico-professionali.le risorse economiche, misurate dal reddito percepito dalle donne e dagli uomini.(UNDP, 2003)
Al lavoro dell'UNDP sono seguite alcune esperienze nazionali di definizione di indici di pari opportunità. Un'esperienza particolarmente significativa è quella della Svezia.
l'indice di pari opportunità messo a punto in Svezia consiste in una combinazione di 13 variabili che includono diverse aree dell'ambito socio-economico del paese (istruzione, mercato del lavoro, utilizzo dei congedi parentali, stato di salute, rappresentanza politica).Il calcolo dell'indice per i diversi comuni della Svezia consente un confronto rispetto al livello di uguaglianza di genere. Il principale limite di questo indice è rappresentato dalla difficoltà di ripetere il calcolo per altri Paesi.(Statistics Sweden, 2002)
Box 1 Alcuni esempi di indici di pari opportunità
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3. Quali strumenti?
-
Un indicatore di genere, quindi, può essere definito come una misura sintetica che ha lo scopo di fornire un'informazione rilevante ed immediata sul genere, ossia sulla posizione relativa di uomi-ni e donne.Gli indicatori di genere mettono in relazione la posizione delle donne con quella degli uomini e “contribuiscono all'analisi delle trasformazioni delle relazioni di genere” (Bimbi, 1998). Essi, quin-di, non isolano la donna focalizzando l'attenzione unicamente sulle sue situazioni di vita, ma si fondano su una concezione relazionale (uomo-donna).
Un indice di pari opportunità costituisce una misura composta capace di riassumere e sintetizza-re in un unico numero le diverse dimensioni del concetto di pari opportunità. L'elaborazione di un indice di pari opportunità tra uomini e donne ha come scopo principale quello di consentire un confronto tra più contesti socio-economici (siano essi i paesi del mondo, gli stati membri dell'Unione Europea, oppure delle realtà locali) rispetto al grado di integrazione del principio di uguaglianza di genere.In ogni caso, per l'elaborazione di un indice di pari opportunità risulta necessario, innanzitutto, definire in modo adeguato il concetto di pari opportunità e le dimensioni che esso coinvolge; que-sto passaggio è fondamentale per individuare quali elementi andranno a comporre l'indice.Inoltre, un indice di pari opportunità deve essere in grado di stimolare una reale attenzione nei confronti dell'uguaglianza di genere. L'indice deve quindi consentire qualcosa di più di una sem-plice graduatoria di paesi o di realtà locali; dovrebbe individuarne chiaramente la posizione rispetto agli obiettivi di pari opportunità e metterne a fuoco i punti di forza e di debolezza. Per riu-scire in questo, gli indicatori selezionati per la composizione dell'indice devono risultare concreti, coerenti, significativi e semplici da leggere (Plantenga et al., 2003).
Indici di pari opportunità
3. Quali strumenti?
UNDP
Gender-related Development Index GDI:
Gender Empowerment Measure GEM:
SVEZIA
EqualX Gender Equality Index:
I più importanti indici di pari opportunità sono stati elaborati dall'UNDP (United Nations Development Program). L'UNDP, che nel 1990 aveva messo a punto un indice per misurare lo sviluppo umano (Humand development Index HDI), nel 1995 ha definito due indici di pari opportunità:
rappresenta una versione aggiustata dell'HDI che risulta sensibile alla dimensione di genere e misura le pari opportunità nello sviluppo umano. Il GDI è costituito da tre dimensioni:aspettativa di vita, definita come la possibilità di vivere a lungo e in buone condizioni di salute. Viene misurata attraverso la speranza di vita alla nascita.istruzione, definita come la possibilità di acquisire conoscenza, comunicare e partecipare alla vita della comunità. Viene misurata dal tasso di alfabetizzazione degli adulti e dal tasso lordo di iscrizione nei livelli di istruzione primaria, secondaria, terziaria.accesso alle risorse, definito come uno standard di vita dignitoso. Viene misurato dal reddito percepito stimato.
misura il grado di partecipazione di uomini e donne alla vita economica e politica di un paese ed è costituito da tre dimensioni:la partecipazione politica e il potere decisionale, misurata dalla quota di donne e uomini presenti in parlamento.la partecipazione alla vita economica, misurata dalla quota di donne e uomini con cariche dirigenziali nel mercato del lavoro e dalla quota di donne nei lavori tecnico-professionali.le risorse economiche, misurate dal reddito percepito dalle donne e dagli uomini.(UNDP, 2003)
Al lavoro dell'UNDP sono seguite alcune esperienze nazionali di definizione di indici di pari opportunità. Un'esperienza particolarmente significativa è quella della Svezia.
l'indice di pari opportunità messo a punto in Svezia consiste in una combinazione di 13 variabili che includono diverse aree dell'ambito socio-economico del paese (istruzione, mercato del lavoro, utilizzo dei congedi parentali, stato di salute, rappresentanza politica).Il calcolo dell'indice per i diversi comuni della Svezia consente un confronto rispetto al livello di uguaglianza di genere. Il principale limite di questo indice è rappresentato dalla difficoltà di ripetere il calcolo per altri Paesi.(Statistics Sweden, 2002)
Box 1 Alcuni esempi di indici di pari opportunità
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3. Quali strumenti?
-
3. Quali strumenti?
UNIONE EUROPEA
Gender Equality Index (GEI):
Recentemente si è posta l'attenzione sulla costruzione di un indice europeo di pari opportunità basato su indicatori alternativi rispetto agli indici predisposti dall'UNDP. Gli indici GDI e GEM non sembrano adatti per un confronto tra i paesi dell'UE. Questi indici, essendo stati pensati per un confronto tra paesi a livello mondiale, si basano su indicatori rispetto ai quali i paesi UE presentano differenze minime, inoltre, non si propongono di quantificare il concetto di pari opportunità nella sua completezza, piuttosto focalizzano l'attenzione su alcune tematiche specifiche (come il concetto di empowerment).
ll lavoro di Plantenga et al. (2003), al contrario, adotta una visione ampia del concetto di pari opportunità, che coinvolge l'idea di una cittadinanza piena, e viene definito come “an equal sharing of paid work, money, decision-making power, knowledge and time”. Viene quindi proposto un indice di pari opportunità tra uomini e donne, denominato gender equality index (GEI), partendo dalla individuazione di alcuni requisiti di base (Plantenga et al., 2003, pp. 8-9):
l'indice deve di misurare il grado di dis/eguaglianza di genere senza coinvolgere altri ambiti, come avviene, invece, nel caso dell'indice GDI che non misura la dis/eguaglianza di genere in sé ma in relazione al livello di benessere generale;l'indice deve includere gli indicatori di genere utilizzati nell'ambito della Strategia Europea per l'Occupazione perché, anche se riferiti al solo ambito occupazionale, essi giocano un ruolo centrale nel dibattito sociale europeo;l'indice deve essere fattibile e attendibile.
l'indice proposto si compone di diversi indicatori riferiti a cinque differenti dimensioni:
equa ripartizione del lavoro retribuito, misurata dal gap di genere nell'occupazione e nella disoccupazione;equa ripartizione del denaro, misurata dal gap di genere nella retribuzione e nelle situazioni di povertà;equa ripartizione del potere decisionale, misurata dal gap di genere nel parlamento e nelle posizioni dirigenziali;equa ripartizione della conoscenza, misurata dal gap di genere nella partecipazione all'istruzione/ formazione e nei livelli di istruzione;equa ripartizione del tempo per attività non retribuite, misurata dal gap di genere nel tempo dedicato alla cura dei figli e nel tempo libero.(Plantenga et al., 2003).
4. Obiettivi e contenuti
L'obiettivo principale di questo lavoro è quello di individuare una selezione ragionata di dati e indi-catori sensibili alla dimensione di genere, attraverso i quali poter effettuare un efficace monito-raggio del contesto socio-economico del Trentino, valutandone i punti di forza e di debolezza secondo una prospettiva di pari opportunità. La definizione di questo set di dati e indicatori, da mantenere regolarmente aggiornato, risponde all'esigenza di disporre di una struttura informati-va di base sensibile al genere, che possa essere utilizzata come punto di riferimento nella pro-grammazione e monitoraggio degli interventi realizzati sul territorio. Gli indicatori selezionati e di seguito presentati sono stati scelti, a partire dagli studi disponibili (v. Box 2), in base a precisi requisiti:
capacità di fornire informazioni rilevanti per il Trentino;possibilità di aggiornamento regolare;possibilità di effettuare confronti nel tempo e tra contesti diversi.
Beck T. (1999), Using Gender-Sensitive Indicators. A Reference Manual for Governments and Other Stakeholders, Commonwealth Secretariat, London.Commission Europeenne (2004), Renforcer la dimension locale de la strategie europeenne pour l'emploi: etude de faisabilite sur les indicateurs destines aux niveaux regional et local et a l'economie sociale, DG Empoi at affaires sociales, Brussels.Feletto M., Schizzerotto A. (2001), Le donne nella dirigenza pubblica in Trentino, Provincia Autonoma di Trento, Trento.Plantenga et al. (2003), Towards an EU gender equality index. Feasibility study commissio-ned by and presented to the European Commission, UMIST.Rubery J., Fagan C., Grimshaw D., Figueiredo H., Smith M. (2002), Indicators on Gender Equality in the European Employment Strategy, EWERC, Manchester School of Management, UMIST. UNDP - United Nations Development Programme (2001), Gender Analysis, UNDP Learning and Information Pack.
L'aggiornamento costante di queste informazioni sarà realizzato dall'Osservatorio per le politi-che di pari opportunità della Provincia Autonoma di Trento, di recente costituzione, che si occupa della raccolta, organizzazione e diffusione (anche online) di dati relativi alle condizioni di vita di uomini e donne.Il rapporto si articola in diverse aree tematiche, per ognuna delle quali viene proposto un breve commento e la presentazione dei principali indicatori. Vale la pena sottolineare che l'individuazione delle aree tematiche è avvenuta anche in base alla disponibilità dei dati: alcune aree, quali la povertà o la violenza, non sono state incluse a causa dell'impossibilità di reperire dati disaggregati per sesso relativi al Trentino. Nella presentazione dei dati e degli indicatori è stata fatta la scelta di concentrare l'attenzione dapprima sul Trentino (o, in caso di mancanza di dati a livello provinciale, per il Trentino, utiliz-zando i dati a livello regionale, per il Trentino - Alto Adige) e successivamente di allargare lo sguardo per mettere a confronto la realtà locale con quella del paese e dell'Unione Europea.
Box 2 Gli studi utilizzati per la selezione degli indicatori di genere
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3. Quali strumenti?
UNIONE EUROPEA
Gender Equality Index (GEI):
Recentemente si è posta l'attenzione sulla costruzione di un indice europeo di pari opportunità basato su indicatori alternativi rispetto agli indici predisposti dall'UNDP. Gli indici GDI e GEM non sembrano adatti per un confronto tra i paesi dell'UE. Questi indici, essendo stati pensati per un confronto tra paesi a livello mondiale, si basano su indicatori rispetto ai quali i paesi UE presentano differenze minime, inoltre, non si propongono di quantificare il concetto di pari opportunità nella sua completezza, piuttosto focalizzano l'attenzione su alcune tematiche specifiche (come il concetto di empowerment).
ll lavoro di Plantenga et al. (2003), al contrario, adotta una visione ampia del concetto di pari opportunità, che coinvolge l'idea di una cittadinanza piena, e viene definito come “an equal sharing of paid work, money, decision-making power, knowledge and time”. Viene quindi proposto un indice di pari opportunità tra uomini e donne, denominato gender equality index (GEI), partendo dalla individuazione di alcuni requisiti di base (Plantenga et al., 2003, pp. 8-9):
l'indice deve di misurare il grado di dis/eguaglianza di genere senza coinvolgere altri ambiti, come avviene, invece, nel caso dell'indice GDI che non misura la dis/eguaglianza di genere in sé ma in relazione al livello di benessere generale;l'indice deve includere gli indicatori di genere utilizzati nell'ambito della Strategia Europea per l'Occupazione perché, anche se riferiti al solo ambito occupazionale, essi giocano un ruolo centrale nel dibattito sociale europeo;l'indice deve essere fattibile e attendibile.
l'indice proposto si compone di diversi indicatori riferiti a cinque differenti dimensioni:
equa ripartizione del lavoro retribuito, misurata dal gap di genere nell'occupazione e nella disoccupazione;equa ripartizione del denaro, misurata dal gap di genere nella retribuzione e nelle situazioni di povertà;equa ripartizione del potere decisionale, misurata dal gap di genere nel parlamento e nelle posizioni dirigenziali;equa ripartizione della conoscenza, misurata dal gap di genere nella partecipazione all'istruzione/ formazione e nei livelli di istruzione;equa ripartizione del tempo per attività non retribuite, misurata dal gap di genere nel tempo dedicato alla cura dei figli e nel tempo libero.(Plantenga et al., 2003).
4. Obiettivi e contenuti
L'obiettivo principale di questo lavoro è quello di individuare una selezione ragionata di dati e indi-catori sensibili alla dimensione di genere, attraverso i quali poter effettuare un efficace monito-raggio del contesto socio-economico del Trentino, valutandone i punti di forza e di debolezza secondo una prospettiva di pari opportunità. La definizione di questo set di dati e indicatori, da mantenere regolarmente aggiornato, risponde all'esigenza di disporre di una struttura informati-va di base sensibile al genere, che possa essere utilizzata come punto di riferimento nella pro-grammazione e monitoraggio degli interventi realizzati sul territorio. Gli indicatori selezionati e di seguito presentati sono stati scelti, a partire dagli studi disponibili (v. Box 2), in base a precisi requisiti:
capacità di fornire informazioni rilevanti per il Trentino;possibilità di aggiornamento regolare;possibilità di effettuare confronti nel tempo e tra contesti diversi.
Beck T. (1999), Using Gender-Sensitive Indicators. A Reference Manual for Governments and Other Stakeholders, Commonwealth Secretariat, London.Commission Europeenne (2004), Renforcer la dimension locale de la strategie europeenne pour l'emploi: etude de faisabilite sur les indicateurs destines aux niveaux regional et local et a l'economie sociale, DG Empoi at affaires sociales, Brussels.Feletto M., Schizzerotto A. (2001), Le donne nella dirigenza pubblica in Trentino, Provincia Autonoma di Trento, Trento.Plantenga et al. (2003), Towards an EU gender equality index. Feasibility study commissio-ned by and presented to the European Commission, UMIST.Rubery J., Fagan C., Grimshaw D., Figueiredo H., Smith M. (2002), Indicators on Gender Equality in the European Employment Strategy, EWERC, Manchester School of Management, UMIST. UNDP - United Nations Development Programme (2001), Gender Analysis, UNDP Learning and Information Pack.
L'aggiornamento costante di queste informazioni sarà realizzato dall'Osservatorio per le politi-che di pari opportunità della Provincia Autonoma di Trento, di recente costituzione, che si occupa della raccolta, organizzazione e diffusione (anche online) di dati relativi alle condizioni di vita di uomini e donne.Il rapporto si articola in diverse aree tematiche, per ognuna delle quali viene proposto un breve commento e la presentazione dei principali indicatori. Vale la pena sottolineare che l'individuazione delle aree tematiche è avvenuta anche in base alla disponibilità dei dati: alcune aree, quali la povertà o la violenza, non sono state incluse a causa dell'impossibilità di reperire dati disaggregati per sesso relativi al Trentino. Nella presentazione dei dati e degli indicatori è stata fatta la scelta di concentrare l'attenzione dapprima sul Trentino (o, in caso di mancanza di dati a livello provinciale, per il Trentino, utiliz-zando i dati a livello regionale, per il Trentino - Alto Adige) e successivamente di allargare lo sguardo per mettere a confronto la realtà locale con quella del paese e dell'Unione Europea.
Box 2 Gli studi utilizzati per la selezione degli indicatori di genere
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Area
“so
ciet
à e
cont
esto
”Area “società e contesto”
Dati e indicatori di genere principali
Fonte: Servizio Statistica PAT, Istat - Demoistat, Eurostat
TN2002
M
F
MF
92,4
150,3
120,6
M
F
MF
105,0
159,2
131,4
UE15 nd
nd
97,4
Co
nfr
onti
L'andamento demografico corrente eserciterà un impatto significativo sul futuro contesto di vita del Trentino. Le trasformazioni in atto, comuni all'intera Unione Europea, stanno rimodellando la struttura sociale: l'innalzamento dell'aspettativa di vita, in particolare per la componente femmi-nile, e i livelli di fecondità ancora molto bassi stanno determinando un progressivo invecchia-mento della popolazione. Per il Trentino, tuttavia, è interessante notare una leggera ripresa del tasso di fecondità a partire dalla metà degli anni '90.Tra gli elementi che contribuiscono a ridisegnare l'assetto demografico, i fenomeni migratori assumono una rilevanza sempre maggiore dato che l'immigrazione è il principale motivo di cre-scita demografica. Anche il cambiamento delle strutture familiari, infine, potrà incidere in modo significativo nella definizione di una nuova struttura sociale.
INDICE DI VECCHIAIA, PER SESSORapporto percentuale tra la popolazione con 65 anni e oltre e quella della classe 0-14 anni, cal-colato separatamente per maschi e femmine.Nota: l'indice permette di apprezzare l'incidenza della popolazione convenzionalmente defini-bile come anziana su quella giovane. I valori superiori a 100 denotano uno squilibrio nel senso di un maggior peso degli appartenenti alle fasce di età più anziane.
Fonte:Servizio Statistica PAT, Istat, Eurostat
SPERANZA DI VITA ALLA NASCITA (VITA MEDIA), PER SESSONumero medio di anni che restano da vivere a un neonato, calcolato separatamente per maschi e femmine.
IT2002 2000
TN2000
M
F
76,9
83,7
M
F
76,5
82,5
UE15 75,3
81,4
Con
fro
nti IT2000
-
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Area “società e contesto”
Dati e indicatori di genere principali
Fonte: Servizio Statistica PAT, Istat - Demoistat, Eurostat
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L'andamento demografico corrente eserciterà un impatto significativo sul futuro contesto di vita del Trentino. Le trasformazioni in atto, comuni all'intera Unione Europea, stanno rimodellando la struttura sociale: l'innalzamento dell'aspettativa di vita, in particolare per la componente femmi-nile, e i livelli di fecondità ancora molto bassi stanno determinando un progressivo invecchia-mento della popolazione. Per il Trentino, tuttavia, è interessante notare una leggera ripresa del tasso di fecondità a partire dalla metà degli anni '90.Tra gli elementi che contribuiscono a ridisegnare l'assetto demografico, i fenomeni migratori assumono una rilevanza sempre maggiore dato che l'immigrazione è il principale motivo di cre-scita demografica. Anche il cambiamento delle strutture familiari, infine, potrà incidere in modo significativo nella definizione di una nuova struttura sociale.
INDICE DI VECCHIAIA, PER SESSORapporto percentuale tra la popolazione con 65 anni e oltre e quella della classe 0-14 anni, cal-colato separatamente per maschi e femmine.Nota: l'indice permette di apprezzare l'incidenza della popolazione convenzionalmente defini-bile come anziana su quella giovane. I valori superiori a 100 denotano uno squilibrio nel senso di un maggior peso degli appartenenti alle fasce di età più anziane.
Fonte:Servizio Statistica PAT, Istat, Eurostat
SPERANZA DI VITA ALLA NASCITA (VITA MEDIA), PER SESSONumero medio di anni che restano da vivere a un neonato, calcolato separatamente per maschi e femmine.
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INCIDENZA DELLA POPOLAZIONE ULTRA65ENNEPercentuale di persone ultrasessantacinquenni sul totale della popolazione, calcolato separa-tamente per maschi e femmine, e rapporto di genere tra la popolazione con più di 65 anni.
INCIDENZA DEGLI STRANIERI RESIDENTIPercentuale di stranieri residenti in provincia di Trento sul totale della popolazione residente, cal-colato separatamente per maschi e femmine, e rapporto di genere tra la popolazione straniera residente.
TASSO DI FECONDITÀ TOTALE DEL MOMENTOMisura la fecondità media delle donne in età fertile nell'anno di riferimento, ovvero il numero medio di figli per donna nell'anno considerato.Nota: data una popolazione qualsiasi in un anno base, in assenza di flussi migratori e di modifi-che nell'aspettativa di vita, il tasso di fecondità deve assumere un valore pari a 2,1 (figli per donna in età fertile) per assicurare la costanza di quella popolazione nel tempo.
ETÀ MEDIA AL PRIMO MATRIMONIO, PER SESSONumero medio di anni al momento del primo matrimonio, calcolato separatamente per maschi e femmine.
TIPOLOGIA DELLE FAMIGLIE PER SESSO DEL CAPOFAMIGLIADistribuzione percentuale delle tipologie familiari e distinzione secondo il genere del capofami-glia.
47,1
20,3
10,6
16,7
83,3
22,0
34,0
66,0
100,0
Con
fron
ti
M>65/M %
F>65/F %
F /M>65 >65
14,6
21,6
1,54
15,9
21,4
1,44
nd
nd
nd
Co
nfr
onti
M>65/M %
F>65/F %
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Fonte: Servizio Statistica PAT, Istat Demoistat
2000
2001
2002
1,49
1,52
1,55
1,26 1,47
Con
fro
nti
Fonte: Servizio Statistica PAT, Eurostat
MS/M %
FS/F %
F /MS S
3,9
3,2
0,86
4,3
3,6
0,87
2,8
2,3
0,88
Co
nfr
onti
MS/M %
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FS/MS
Fonte: Servizio Statistica PAT, Istat
M
F
31,3
28,2
M
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30,4
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29,9
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Co
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M
F
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28,7
M
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nd
nd
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30,0
27,7
Fonte: Servizio Statistica PAT, Eurostat
Coppie con figli
Coppie senza figli
Monogenitori
di cui %M
di cui %F
Persone sole
di cui %M
di cui %F
Totale
Coppie con figli
Coppie senza figli
Monogenitori
di cui %M
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Persone sole
di cui %M
di cui %F
Altro
Totale
%fam.
44,6
21,0
8,9
14,5
85,5
24,8
37,3
62,7
0,7
100,0
Fonte: Servizio Statistica PAT, Istat
TN2002 IT2002 UE15
2001 TN 2001 IT
2002
MS/M %
FS/F %
F /MS S
TN 2002 IT UE15
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Rapporto di genere Rapporto di genere
Rapporto di genere
Rapporto di genere
Rapporto di genere
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INCIDENZA DELLA POPOLAZIONE ULTRA65ENNEPercentuale di persone ultrasessantacinquenni sul totale della popolazione, calcolato separa-tamente per maschi e femmine, e rapporto di genere tra la popolazione con più di 65 anni.
INCIDENZA DEGLI STRANIERI RESIDENTIPercentuale di stranieri residenti in provincia di Trento sul totale della popolazione residente, cal-colato separatamente per maschi e femmine, e rapporto di genere tra la popolazione straniera residente.
TASSO DI FECONDITÀ TOTALE DEL MOMENTOMisura la fecondità media delle donne in età fertile nell'anno di riferimento, ovvero il numero medio di figli per donna nell'anno considerato.Nota: data una popolazione qualsiasi in un anno base, in assenza di flussi migratori e di modifi-che nell'aspettativa di vita, il tasso di fecondità deve assumere un valore pari a 2,1 (figli per donna in età fertile) per assicurare la costanza di quella popolazione nel tempo.
ETÀ MEDIA AL PRIMO MATRIMONIO, PER SESSONumero medio di anni al momento del primo matrimonio, calcolato separatamente per maschi e femmine.
TIPOLOGIA DELLE FAMIGLIE PER SESSO DEL CAPOFAMIGLIADistribuzione percentuale delle tipologie familiari e distinzione secondo il genere del capofami-glia.
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Fonte: Servizio Statistica PAT, Eurostat
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Fonte: Servizio Statistica PAT, Istat
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Fonte: Servizio Statistica PAT, Eurostat
Coppie con figli
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Fonte: Servizio Statistica PAT, Istat
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Rapporto di genere
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Area
“is
truzio
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form
azio
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Area “istruzione e formazione”
Dati e indicatori di genere principali
Negli ultimi decenni in Trentino si è assistito ad un significativo innalzamento dei livelli di istruzio-ne della popolazione, in linea con la tendenza nazionale, in particolare per la componente fem-minile. La presenza femminile nelle istituzioni formative, infatti, ha raggiunto e in alcuni casi superato quella maschile. Permangono tuttavia forti differenze tra le ragazze e i ragazzi trentini sia nella scelta del canale formativo post-obbligo (scuola secondaria superiore o formazione professionale) sia nella scelta degli indirizzi di studio. Se i ragazzi scelgono più spesso la forma-zione professionale e sono più sensibili alle condizioni del mercato, le ragazze sono più attratte dalle scuole superiori e, nonostante un forte investimento nell'istruzione, incontrano più difficol-tà dei coetanei maschi nell'inserimento nel mercato del lavoro.
TASSO DI SCOLARITÀ, PER SESSOIl tasso di scolarità nella scuola superiore e nella scuole di formazione professionale è calcolato come rapporto tra gli iscritti e la leva demografica corrispondente (14-18 anni per la scuola supe-riore, 14-16 anni per le scuole di formazione professionale), separatamente per maschi e fem-mine. Il tasso di scolarità totale è calcolato come rapporto tra il totale degli iscritti alle scuole superiori e alla formazione professionale e la popolazione di 14-18 anni, separatamente per maschi e femmine.
TASSO DI PASSAGGIO ALL'UNIVERSITÀ, PER SESSOImmatricolati per 100 diplomati di scuola secondaria superiore dell'anno scolastico precedente, calcolato separatamente per maschi e femmine.
Con
fro
nti
Scuola superiore
Formazione professionale
Totale
Fonte: Servizio Statistica PAT, Istat
70,5
30,3
88,6
72,9
30,5
91,2
86,0
19,6
97,4
87,1
19,0
98,6
Scuola superiore
88,1 91,5
55,3 53,5
* il dato non è disponibile con la disaggregazione Trentino e Alto Adige Fonte: Istat
2001/02 M F
2001/02 M F
Scuola superiore
Formazione professionale
Totale
2001/02 IT M F
Co
nfr
onti
59,1 65,8
2001/02
IT
M F2001/02 M F*TAA
-
18 19
Area
“is
truzio
ne e
form
azio
ne”
Area “istruzione e formazione”
Dati e indicatori di genere principali
Negli ultimi decenni in Trentino si è assistito ad un significativo innalzamento dei livelli di istruzio-ne della popolazione, in linea con la tendenza nazionale, in particolare per la componente fem-minile. La presenza femminile nelle istituzioni formative, infatti, ha raggiunto e in alcuni casi superato quella maschile. Permangono tuttavia forti differenze tra le ragazze e i ragazzi trentini sia nella scelta del canale formativo post-obbligo (scuola secondaria superiore o formazione professionale) sia nella scelta degli indirizzi di studio. Se i ragazzi scelgono più spesso la forma-zione professionale e sono più sensibili alle condizioni del mercato, le ragazze sono più attratte dalle scuole superiori e, nonostante un forte investimento nell'istruzione, incontrano più difficol-tà dei coetanei maschi nell'inserimento nel mercato del lavoro.
TASSO DI SCOLARITÀ, PER SESSOIl tasso di scolarità nella scuola superiore e nella scuole di formazione professionale è calcolato come rapporto tra gli iscritti e la leva demografica corrispondente (14-18 anni per la scuola supe-riore, 14-16 anni per le scuole di formazione professionale), separatamente per maschi e fem-mine. Il tasso di scolarità totale è calcolato come rapporto tra il totale degli iscritti alle scuole superiori e alla formazione professionale e la popolazione di 14-18 anni, separatamente per maschi e femmine.
TASSO DI PASSAGGIO ALL'UNIVERSITÀ, PER SESSOImmatricolati per 100 diplomati di scuola secondaria superiore dell'anno scolastico precedente, calcolato separatamente per maschi e femmine.
Con
fro
nti
Scuola superiore
Formazione professionale
Totale
Fonte: Servizio Statistica PAT, Istat
70,5
30,3
88,6
72,9
30,5
91,2
86,0
19,6
97,4
87,1
19,0
98,6
Scuola superiore
88,1 91,5
55,3 53,5
* il dato non è disponibile con la disaggregazione Trentino e Alto Adige Fonte: Istat
2001/02 M F
2001/02 M F
Scuola superiore
Formazione professionale
Totale
2001/02 IT M F
Co
nfr
onti
59,1 65,8
2001/02
IT
M F2001/02 M F*TAA
-
21
Area “salute ”
Dati e indicatori di genere principali
Le condizioni di salute della popolazione non sono determinate solo dal livello delle strutture sanitarie ma anche dalle situazioni socio-economiche, ambientali e dallo stile di vita. I migliora-menti riguardo i fattori che possono garantire un buon livello di salute sono da ricondurre non solo alle politiche sanitarie ma anche a quelle che influiscono sulla salute in modo indiretto (poli-tiche del lavoro, ambientali).Nell'analisi del tema della salute, la prospettiva di genere risulta interessante in quanto sia le cause della diversa diffusione delle patologie sia le conseguenze sociali legate a situazioni di malattia o di non-autosufficienza coinvolgono in modo differente uomini e donne. I dati relativi al tema della salute evidenziano come “a fianco di un ruolo indubbio giocato da fattori genetici indi-viduali o comunque attinenti alle specificità biologiche di uomini e donne, notevole sia il ruolo gio-cato da condizioni di lavoro e comportamenti privati” (Facchini, 2003). Nella lettura dei dati e degli indicatori di seguito riportati è importante tenere in considerazione le diverse condizioni di vita degli uomini e delle donne (rispetto, ad esempio, alla durata media della vita o alla parteci-pazione al mercato del lavoro).
RAPPORTO DI GENERE NELLE CAUSE DI MORTALITÀRapporto tra il numero di donne e uomini deceduti secondo la causa della morte. Nota: un valore dell'indicatore superiore ad 1 indica che la mortalità delle donne per quel gruppo di cause è superiore a quella degli uomini; un valore inferiore ad 1, viceversa, segnala una mino-re mortalità delle donne rispetto agli uomini per quel gruppo di cause.
TASSO DI ISCRIZIONE ALL'UNIVERSITÀ, PER SESSOIscritti all'università per 100 giovani di 19-25 anni, calcolato separatamente per maschi e femmine.
INDICATORE DI PRESENZA DI GENERE NEGLI INDIRIZZI DI STUDIOL'indicatore di presenza di genere nelle scuole confronta la presenza di femmine e maschi in ogni indirizzo di studio con la presenza di femmine e maschi nel totale degli indirizzi. Viene cal-colato come rapporto tra la presenza di genere in un indirizzo (Fi/Mi) e la presenza di genere nel totale degli indirizzi (F/M).Nota: Un valore dell'indicatore pari ad 1 indica una presenza di maschi e femmine nell'indirizzo i pari a quella complessiva. Valori maggiori di 1 segnalano una sovrappresentazione della com-ponente femminile nell'indirizzo i rispetto al dato complessivo. Valori inferiori ad 1, al contrario, indicano una sottorappresentazione della componente femminile.
20
Area
“is
truzio
ne e
form
azio
ne”
NELLA FORMAZIONE PROFESSIONALE
20,6 25,7 28,6 37,7
* il dato non è disponibile con la disaggregazione Trentino e Alto Adige Fonte: Istat
Industria, artigianato, abbigliamento, graficoAlberghieroTerziarioServizi alla persona
Indirizzo
1.63438010437
107294267605
NELLA SCUOLA SUPERIORE
ProfessionaleTecnicoLicealeMagistraleArtistico
6984.7072.522
147267
1.2042.4043.5211.867
473
NELL'UNIVERSITÀ*
Area scientificaArea medicaArea dell'ingegneriaArea dell'agrariaArea economicaArea politico-socialeArea giuridicaArea umanistica
512273
2.247123
1.065498576863
42059763882
982883737
3.123
* i dati si riferiscono agli iscritti residenti in provincia di Trento che frequentano l'università sia in provincia che fuori provincia Fonte: Servizio Statistica PAT
Con
fro
nti
Fonte: Servizio Statistica PAT, Istat
Con
fro
nti 2001/02
IT
M F2001/02 M F*TAA
2001/02 M F
Indirizzo2001/02 M
Indirizzo2001/02 M F
TN2002 F/M
Infettive e parassitarie
Tumori
Disturbi psichici e delsistema nervoso
Sistema circolatorio
Apparato respiratorio
Apparato digerente
Altre malattie
Sintomi e stati morbosi mal definiti
Cause esterne
0,91
0,74
1,14
1,28
0,75
0,76
1,71
1,71
0,38
0,1 1,3 4,327,7
FIndicatore di presenza
di genere
1,5 0,4 1,211,2 1,6
Indicatore di presenza di genere
0,71,80,20,60,81,51,13,0
Indicatore di presenza di genere
Rapportodi genere
TN2000 F/M
Infettive e parassitarie
Tumori
Disturbi psichici e delsistema nervoso
Sistema circolatorio
Apparato respiratorio
Apparato digerente
Altre malattie
Sintomi e stati morbosi mal definiti
Cause esterne
1,01
0,74
1,41
1,24
0,72
0,93
1,31
1,14
0,65
Rapportodi genere
-
21
Area “salute ”
Dati e indicatori di genere principali
Le condizioni di salute della popolazione non sono determinate solo dal livello delle strutture sanitarie ma anche dalle situazioni socio-economiche, ambientali e dallo stile di vita. I migliora-menti riguardo i fattori che possono garantire un buon livello di salute sono da ricondurre non solo alle politiche sanitarie ma anche a quelle che influiscono sulla salute in modo indiretto (poli-tiche del lavoro, ambientali).Nell'analisi del tema della salute, la prospettiva di genere risulta interessante in quanto sia le cause della diversa diffusione delle patologie sia le conseguenze sociali legate a situazioni di malattia o di non-autosufficienza coinvolgono in modo differente uomini e donne. I dati relativi al tema della salute evidenziano come “a fianco di un ruolo indubbio giocato da fattori genetici indi-viduali o comunque attinenti alle specificità biologiche di uomini e donne, notevole sia il ruolo gio-cato da condizioni di lavoro e comportamenti privati” (Facchini, 2003). Nella lettura dei dati e degli indicatori di seguito riportati è importante tenere in considerazione le diverse condizioni di vita degli uomini e delle donne (rispetto, ad esempio, alla durata media della vita o alla parteci-pazione al mercato del lavoro).
RAPPORTO DI GENERE NELLE CAUSE DI MORTALITÀRapporto tra il numero di donne e uomini deceduti secondo la causa della morte. Nota: un valore dell'indicatore superiore ad 1 indica che la mortalità delle donne per quel gruppo di cause è superiore a quella degli uomini; un valore inferiore ad 1, viceversa, segnala una mino-re mortalità delle donne rispetto agli uomini per quel gruppo di cause.
TASSO DI ISCRIZIONE ALL'UNIVERSITÀ, PER SESSOIscritti all'università per 100 giovani di 19-25 anni, calcolato separatamente per maschi e femmine.
INDICATORE DI PRESENZA DI GENERE NEGLI INDIRIZZI DI STUDIOL'indicatore di presenza di genere nelle scuole confronta la presenza di femmine e maschi in ogni indirizzo di studio con la presenza di femmine e maschi nel totale degli indirizzi. Viene cal-colato come rapporto tra la presenza di genere in un indirizzo (Fi/Mi) e la presenza di genere nel totale degli indirizzi (F/M).Nota: Un valore dell'indicatore pari ad 1 indica una presenza di maschi e femmine nell'indirizzo i pari a quella complessiva. Valori maggiori di 1 segnalano una sovrappresentazione della com-ponente femminile nell'indirizzo i rispetto al dato complessivo. Valori inferiori ad 1, al contrario, indicano una sottorappresentazione della componente femminile.
20
Area
“is
truzio
ne e
form
azio
ne”
NELLA FORMAZIONE PROFESSIONALE
20,6 25,7 28,6 37,7
* il dato non è disponibile con la disaggregazione Trentino e Alto Adige Fonte: Istat
Industria, artigianato, abbigliamento, graficoAlberghieroTerziarioServizi alla persona
Indirizzo
1.63438010437
107294267605
NELLA SCUOLA SUPERIORE
ProfessionaleTecnicoLicealeMagistraleArtistico
6984.7072.522
147267
1.2042.4043.5211.867
473
NELL'UNIVERSITÀ*
Area scientificaArea medicaArea dell'ingegneriaArea dell'agrariaArea economicaArea politico-socialeArea giuridicaArea umanistica
512273
2.247123
1.065498576863
42059763882
982883737
3.123
* i dati si riferiscono agli iscritti residenti in provincia di Trento che frequentano l'università sia in provincia che fuori provincia Fonte: Servizio Statistica PAT
Con
fro
nti
Fonte: Servizio Statistica PAT, Istat
Con
fro
nti 2001/02
IT
M F2001/02 M F*TAA
2001/02 M F
Indirizzo2001/02 M
Indirizzo2001/02 M F
TN2002 F/M
Infettive e parassitarie
Tumori
Disturbi psichici e delsistema nervoso
Sistema circolatorio
Apparato respiratorio
Apparato digerente
Altre malattie
Sintomi e stati morbosi mal definiti
Cause esterne
0,91
0,74
1,14
1,28
0,75
0,76
1,71
1,71
0,38
0,1 1,3 4,327,7
FIndicatore di presenza
di genere
1,5 0,4 1,211,2 1,6
Indicatore di presenza di genere
0,71,80,20,60,81,51,13,0
Indicatore di presenza di genere
Rapportodi genere
TN2000 F/M
Infettive e parassitarie
Tumori
Disturbi psichici e delsistema nervoso
Sistema circolatorio
Apparato respiratorio
Apparato digerente
Altre malattie
Sintomi e stati morbosi mal definiti
Cause esterne
1,01
0,74
1,41
1,24
0,72
0,93
1,31
1,14
0,65
Rapportodi genere
-
2322
Area
“sa
lute
”
RAPPORTO DI GENERE NEL TASSO DI INFORTUNIO SUL LAVORORapporto tra il tasso di infortunio sul lavoro delle donne e quello degli uomini, dove il tasso di infortunio viene calcolato come rapporto tra il numero di casi di infortunio sul lavoro e il numero totale degli occupati (Fi/Focc e Mi/Mocc).Nota: un valore dell'indicatore superiore ad 1 indica che il tasso di infortunio sul lavoro è più ele-vato per le donne rispetto agli uomini; un valore inferiore ad 1, viceversa, segnala un tasso di infortunio sul lavoro meno elevato per le donne rispetto a quello degli uomini.
INTERRUZIONI DI GRAVIDANZA E INDICI DI ABORTIVITÀNumero di interruzioni di gravidanza, spontanee e volontarie, delle donne residenti in provincia di Trento e indici di abortività (tasso di abortività, calcolato come numero delle interruzioni di gra-vidanza per 1.000 donne in età feconda, 15-49 anni, e rapporto di abortività, calcolato come numero delle interruzioni per 1.000 nati vivi).
3Area “cittadinanza e partecipazione”
L'ambito della partecipazione ai processi decisionali rimane ancora oggi un settore in cui le dif-ferenze di genere sono particolarmente evidenti. Nonostante l'impegno dell'Unione Europea nella promozione di misure volte ad eliminare eventuali discriminazioni nei confronti delle don-ne, la presenza femminile nei luoghi di potere rimane bassa, pur con delle differenze significati-ve tra i paesi membri, e non riesce ad oltrepassare quel soffitto di cristallo che rende particolar-mente difficile per le donne l'accesso a posizioni di responsabilità.
Rappresentanza politicaLa partecipazione delle donne alla vita politica, e più in particolare la possibilità di accedere alle cariche pubbliche, ha subito in Trentino un andamento abbastanza irregolare nel corso del tem-po. Se nelle elezioni provinciali del 1998 era stata raggiunta la più alta percentuale di elette nel Consiglio provinciale, quanto verificatosi nelle elezioni del 2003 (dove nonostante un incremen-to delle candidature femminili sono state elette solo tre donne) testimonia come “la presenza delle donne nella rappresentanza politica non è né costante, né progressiva sul piano quantitati-vo. La rottura del monopolio maschile non si fa una volta sola e le inversioni di tendenza sono sempre possibili” (Del Re, 2003).
Dati e indicatori di genere principaliINDICE DI PROBABILITÀ NELL'ACCESSO AGLI ORGANI DI GOVERNO (IP)L'indice di probabilità (IP) nell'accesso agli organi di governo, calcolato con la formula (Felette o nomimate/F>18)/(Meletti o nominati/M>18), indica la probabilità di accesso delle donne, posta quella degli uomini uguale a 100.Nota: l'indice confronta le probabilità di accesso di donne e uomini nelle posizioni considerate. Quanto più l'indice è inferiore a 100 tanto più si è lontani dalla situazione in cui la popolazione femminile è equamente rappresentata nelle istituzioni.
3 Gli indicatori di genere presentati in questa sezione sono stati individuati a partire dalle indicazioni comunitarie (indicatori elaborati dalla presidenza Finlandese al Consiglio Europeo nel corso del 1999) e dalla recente analisi di Feletto e Schizzerotto (2001). Dati e indicatori aggiuntivi su questo tema sono stati estratti dal database “Women and Men in Decision-making” predisposto dalla Commissione Europea (aprile 2004).
ORGANI DI GOVERNO COMUNALE*: RAPPORTO DI GENERE E IP
Con
fro
nti
TAA*
Numero
Tasso di abortività ‰
Rapporto di abortività ‰
Numero
Tasso di abortività ‰
Rapporto di abortività ‰
Numero
Tasso di abortività ‰
Rapporto di abortività ‰
Interruzioni volontarie
Interruzioni spontanee
749
6,6
145,8
694
6,1
135,1
743
6,5
147,1
658
6,8
130,3
766
6,7
151,2
749
6,6
147,8
Co
nfr
on
ti
Consiglio
Giunta
498
154
77
27
* per i comuni con meno di 5.000 abitanti è stato utilizzato un campione di 19 amministrazioni
Fonte: dati raccolti presso le amministrazioni, Presidenza del Consiglio dei Ministri
* il dato non è disponibile con la disaggregazione Trentino e Alto Adige Fonte: INAIL
Fonte: Servizio Statistica PAT
2002(Fi/Focc)(Mi/Mocc)
Rapportodi genere
0,39 IT
2002(Fi/Focc)(Mi/Mocc)
Rapportodi genere
0,51
TN2000
2001
2002
TN1998 M F
Rapportodi genere
M/F% IP
15,0
15,0
14,9
16,0
Consiglio
Giunta
56.170
17.693
10.690
3.102
IT1998 M F
Rapportodi genere
M/F% IP
18,9
17,5
17,4
16,2
-
2322
Area
“sa
lute
”
RAPPORTO DI GENERE NEL TASSO DI INFORTUNIO SUL LAVORORapporto tra il tasso di infortunio sul lavoro delle donne e quello degli uomini, dove il tasso di infortunio viene calcolato come rapporto tra il numero di casi di infortunio sul lavoro e il numero totale degli occupati (Fi/Focc e Mi/Mocc).Nota: un valore dell'indicatore superiore ad 1 indica che il tasso di infortunio sul lavoro è più ele-vato per le donne rispetto agli uomini; un valore inferiore ad 1, viceversa, segnala un tasso di infortunio sul lavoro meno elevato per le donne rispetto a quello degli uomini.
INTERRUZIONI DI GRAVIDANZA E INDICI DI ABORTIVITÀNumero di interruzioni di gravidanza, spontanee e volontarie, delle donne residenti in provincia di Trento e indici di abortività (tasso di abortività, calcolato come numero delle interruzioni di gra-vidanza per 1.000 donne in età feconda, 15-49 anni, e rapporto di abortività, calcolato come numero delle interruzioni per 1.000 nati vivi).
3Area “cittadinanza e partecipazione”
L'ambito della partecipazione ai processi decisionali rimane ancora oggi un settore in cui le dif-ferenze di genere sono particolarmente evidenti. Nonostante l'impegno dell'Unione Europea nella promozione di misure volte ad eliminare eventuali discriminazioni nei confronti delle don-ne, la presenza femminile nei luoghi di potere rimane bassa, pur con delle differenze significati-ve tra i paesi membri, e non riesce ad oltrepassare quel soffitto di cristallo che rende particolar-mente difficile per le donne l'accesso a posizioni di responsabilità.
Rappresentanza politicaLa partecipazione delle donne alla vita politica, e più in particolare la possibilità di accedere alle cariche pubbliche, ha subito in Trentino un andamento abbastanza irregolare nel corso del tem-po. Se nelle elezioni provinciali del 1998 era stata raggiunta la più alta percentuale di elette nel Consiglio provinciale, quanto verificatosi nelle elezioni del 2003 (dove nonostante un incremen-to delle candidature femminili sono state elette solo tre donne) testimonia come “la presenza delle donne nella rappresentanza politica non è né costante, né progressiva sul piano quantitati-vo. La rottura del monopolio maschile non si fa una volta sola e le inversioni di tendenza sono sempre possibili” (Del Re, 2003).
Dati e indicatori di genere principaliINDICE DI PROBABILITÀ NELL'ACCESSO AGLI ORGANI DI GOVERNO (IP)L'indice di probabilità (IP) nell'accesso agli organi di governo, calcolato con la formula (Felette o nomimate/F>18)/(Meletti o nominati/M>18), indica la probabilità di accesso delle donne, posta quella degli uomini uguale a 100.Nota: l'indice confronta le probabilità di accesso di donne e uomini nelle posizioni considerate. Quanto più l'indice è inferiore a 100 tanto più si è lontani dalla situazione in cui la popolazione femminile è equamente rappresentata nelle istituzioni.
3 Gli indicatori di genere presentati in questa sezione sono stati individuati a partire dalle indicazioni comunitarie (indicatori elaborati dalla presidenza Finlandese al Consiglio Europeo nel corso del 1999) e dalla recente analisi di Feletto e Schizzerotto (2001). Dati e indicatori aggiuntivi su questo tema sono stati estratti dal database “Women and Men in Decision-making” predisposto dalla Commissione Europea (aprile 2004).
ORGANI DI GOVERNO COMUNALE*: RAPPORTO DI GENERE E IP
Con
fro
nti
TAA*
Numero
Tasso di abortività ‰
Rapporto di abortività ‰
Numero
Tasso di abortività ‰
Rapporto di abortività ‰
Numero
Tasso di abortività ‰
Rapporto di abortività ‰
Interruzioni volontarie
Interruzioni spontanee
749
6,6
145,8
694
6,1
135,1
743
6,5
147,1
658
6,8
130,3
766
6,7
151,2
749
6,6
147,8
Co
nfr
on
ti
Consiglio
Giunta
498
154
77
27
* per i comuni con meno di 5.000 abitanti è stato utilizzato un campione di 19 amministrazioni
Fonte: dati raccolti presso le amministrazioni, Presidenza del Consiglio dei Ministri
* il dato non è disponibile con la disaggregazione Trentino e Alto Adige Fonte: INAIL
Fonte: Servizio Statistica PAT
2002(Fi/Focc)(Mi/Mocc)
Rapportodi genere
0,39 IT
2002(Fi/Focc)(Mi/Mocc)
Rapportodi genere
0,51
TN2000
2001
2002
TN1998 M F
Rapportodi genere
M/F% IP
15,0
15,0
14,9
16,0
Consiglio
Giunta
56.170
17.693
10.690
3.102
IT1998 M F
Rapportodi genere
M/F% IP
18,9
17,5
17,4
16,2
-
25
ORGANI DI GOVERNO PROVINCIALE:
RAPPORTO DI GENERE E IP
ORGANI DI GOVERNO REGIONALE:
RAPPORTO DI GENERE E IP
Cariche dirigenzialiLa scarsa presenza delle donne osservata negli organi di governo si ripresenta anche quando si prendono in esame le posizioni apicali nel mercato del lavoro. Ciò è riscontrato sia nella pubbli-ca amministrazione, sia nel settore privato. E' tuttavia nel settore privato che si osservano le maggiori differenze tra uomini e donne.In Trentino i valori degli indicatori evidenziano una presenza delle donne nelle posizioni apicali ancora più modesta rispetto alla media italiana.
Area
“ci
ttadi
nanz
a e
parte
cipa
zione
”
24
Dati e indicatori di genere principaliINDICE DI PROBABILITÀ NELL'ACCESSO ALLE CARICHE DIRIGENZIALIL'indice di probabilità (IP) nell'accesso alle posizioni di vertice, calcolato con la formula (Fdirigen-ti/Fdipendenti)/(Mdirigenti/Mdipendenti), indica la probabilità di accesso delle donne, posta quella degli uomini uguale a 100.Nota: l'indice confronta le probabilità di accesso di donne e uomini nelle posizioni dirigenziali. Quanto più l'indice è inferiore a 100 tanto più si è lontani dalla situazione in cui la popolazione femminile ha le stesse probabilità di accesso alle cariche dirigenziali.
4 Pubblica Amministrazione: settore statale (misteri, aziende autonome, scuola, corpi di polizia, magistratura, carriera pre-fettizia, università) e settore pubblico (enti pubblici non economici, regioni ed enti locali, istituti ed enti di ricerca, servizio sanitario nazionale).
30
9
5
1
Consiglio
Giunta
ConsiglioRISULTATO ELEZIONI
DOPO NOMINA GIUNTA
Consiglio
Giunta*
32 3
35