DOMENICA 27 OTTOBRE 2019 Domenica Diocesi IL VALORE …matura annualmente un'offerta per il...
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36 L’ECO DI BERGAMO
DOMENICA 27 OTTOBRE 2019
GIULIO DELLAVITE
«All Hallows’ Eve» ininglese significa «vigilia di tuttii Santi», nasce da una storpiatu-ra popolare di questo termine lasempre più popolare ricorrenzadi Halloween del 31 ottobre.Qualcun altro dice che la radicepotrebbe essere da «hallowedevening» cioè «sera consacrata»,ma poco cambia rispetto al signi-ficato. La tradizione di Hallowe-en ha un’antichissima origineceltica ed era una festa ruraleche celebrava la conclusionedell’estate: questo giorno segna-va la fine del tempo della luce odel sole e l’inizio di quello oscu-ro, ossia l’inverno. Le giornate siaccorciano, diciamo noi, come sesempre più le ombre inghiottis-sero la realtà. È esattamente ilcontrario della scelta della dataper la Pasqua, cioè il solstizio diprimavera, giorno nel quale laluce vince la notte.
La tradizione popolare irlan-
dese, trasportata in America, sitrasforma nella leggenda chenarra che nella notte tra il 31ottobre e il 1° novembre le ani-me dei morti tornano sulla terrae cercano di entrare nei corpidegli uomini per rubare la vitae risucchiare ogni energia. Perpaura i vivi scappano, aggiran-dosi nella notte. Per difendersida questi predatori di vita ci simaschera da morti, da streghee da fantasmi così che si possaessere confusi tra gli spiriti enon essere presi.
«Dolcetto o scherzetto?». Il«trick or treating», il passare di
Domenica Diocesi
do celtico derivasse dal fatto chein quella notte i poveri bussava-no a tutte le porte per riceverein dono aiuti per passare l’inver-no e in cambio offrivano dellepreghiere per le anime dei de-funti. Chi non offriva nienteavrebbe avuto in cambio l’augu-rio di cattiva sorte al posto dellepreghiere.
Nella stessa data noi cristianicelebriamo i Santi e in comunio-ne con loro i nostri morti, cioè iSanti di casa nostra, i Santi casa-linghi, quotidiani, nostrani.Qualcuno dice che più che Hal-loween dovrebbe essere per noiHOLY-ween. La fede nella risur-rezione di Gesù che vince la mor-te, ogni morte, ci invita in questigiorni ad essere pellegrini al ci-mitero perché noi non scappia-mo dai morti, ma andiamo loroincontro, andiamo a trovarli nel-la luce della speranza. Per questole tombe vengono riempite difiori, per dire che la morte vienevinta dai germogli di vita nuovae perché ogni gesto d’amore ri-fiorisce nei cuori di chi ami.
Il Vescovo Francesco medi-tando su questa festa, così sug-geriva in una omelia: «Ogni reli-gione ha i suoi Santi, ma - pursembrando paradossale - si puòdire che ogni società ha i suoi“santi”: donne e uomini ricono-sciuti per le loro virtù, per unavita esemplare, anche per unaloro particolare familiarità conDio. Proprio per queste caratte-ristiche i Santi assumono la figu-ra di “ponti” tra l’umanità e Dio.Non è difficile immaginare chenella vita di moltissime personeavvenga prima o poi di attraver-sare questi ponti. I Santi sonofinestre aperte sul cielo, ma an-che frammenti di Dio sulla terra.La santità non è la conquista diuna vetta, ma è il frutto di unamore. È l’amore che trasfor-ma». Questo attira, non fa scap-pare. L’amore non è una ma-schera, ma è vita.
IL VALOREdel ricordoL’importanza dei Santi«ponti» tra l’uomo e DioSanti e Halloween. La festa pagana può solo essere
una simpatica iniziativa per far divertire i più piccoli,
ma chi crede non può scordare il significato di Ognissanti
Fiori sulle tombe, segno di rinascita COLLEONI
n È la fede nella risurrezione di Gesù che ci invita in questi giorni a visitare i cimiteri
n Non scappiamo dai morti ma andiamo loro incontro nella luce della speranza
porta in porta, stando a questaleggenda viene dal fatto che idolci erano usati dai morti cometrucco per scoprire quali fosserogli umani mascherati, perché imorti non mangiano. Storica-mente invece pare che nel mon-
UNA LUNGA STORIA DI SANTITÀ
I Santi bergamaschi
Nati o vissuti nella nostra terra, si uniscono al patrono della diocesi
Sant’Alessandro e al compatrono San Vincenzo, diacono di Saragozza,
cui era dedicata la Cattedrale precedente all’attuale.
La Santità bergamasca
Si è particolarmente distinta in grandi figure femminili che hanno
esaltato il valore della «maternità» anche spirituale come donazione
della vita nell’educazione e nell’assistenza ai bisogni del tempo.
Preti Santi
Sono fioriti dalle nostre parrocchie e da figli ne sono diventati poi
padri e pastori. Oltre a quelli canonizzati, diverse figure di sacerdoti
sono pregati in alcuni paesi e la loro testimonianza è ancora viva.
Un disegno tratto dal film «Coco», della
Disney Pixar, una delicatissima
riflessione sull’importanza della
famiglia e del ricordo dei propri morti,
sull’elaborazione del lutto. Un invito a
celebrare il ricordo di chi non c’è più
invece di logorarsi per la perdita.
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L’ECO DI BERGAMO 37DOMENICA 27 OTTOBRE 2019
Il Papa: «La Messa non si paga»È la preghiera che diventa caritàLa gratuità di Cristo. Un detto sacerdotale dice: «Ciò che viene dall’altare
deve tornare all’altare»: l’offerta che il prete riceve non è per lui,
ma «per l’altare», cioè per la carità verso chi è maggiormente bisognoso
Papa Francesco ha det-to in modo chiaro: «La Messanon si paga, Cristo è gratuito. Setu vuoi fare l’offerta falla, bene!Ma non paghi la Messa!». Nonè «acquistare» il diritto di pub-blicizzare un nome, ma è affida-re una vita alla comunità in mo-do che il ricordo personale di-venti preghiera che insieme sipone sull’altare. Non è una tas-sa, ma è un gesto simbolico per-ché la preghiera diventi carità,cioè faccio in modo che la miatristezza del distacco da unapersona diventi carezza perqualcuno che è nel bisogno.
Un detto sacerdotale dice:«Ciò che viene dall’altare, devetornare all’altare»: l’offerta cheil prete riceve non è per lui, ma«per l’altare», cioè per la caritàverso chi è bisognoso o per lenecessità della comunità.
Che senso ha far dire unaMessa? Quando una persona acui voglio bene compie gli annio celebra una data importante,le faccio un regalo. La data dellamorte per noi cristiani è «ilnuovo compleanno», è l’iniziodi una vita nuova. Per questo iSanti vengono segnati sul ca-lendario appunto nel loro «dies
natalis», il giorno della nascitaal cielo, cioè il giorno della mor-te. Come ogni regalo fa sboccia-re un sorriso, così la Messa è unsorriso di risurrezione. Attra-verso i sacerdoti che conosconoi segreti dei bisogni di tantepersone, qualcuno può averegermogli di speranza. Una lacri-ma evapora, un fiore sulla tom-ba appassisce, una preghieraarriva dritta al cuore di Dio erimane come sorriso. Fare ilbene fa bene e porta bene.
Ma si possono far dire Messeanche per i vivi? Il ricordo nellaMessa per tradizione è legato al
suffragio dei defunti, ma la pre-ghiera più preziosa della comu-nità che è la Celebrazione Euca-ristica è possibile chiederla perla sofferenza di qualcuno o perqualche necessità particolare.È un modo per dire: io da solonon ce la faccio, per me questacosa è molto importante, hobisogno dell’aiuto della comu-nità per sostenere la mia pre-ghiera, per insistere con il Si-gnore. Lo ha detto Gesù: «Dovedue o più sono riuniti nel mionome io sono in mezzo a loro ese si accorderanno nel chiederequalcosa, io li ascolterò».
Un’antica tradizione
Fondare un «legato pio»per far memoria dei defunti
Impariamo a guardare alla nostra
chiesa per sentirci più Chiesa!
Nelle nostre chiese ci sono tante
statue o raffigurazioni di Santi,
ma ci sono anche tantissimi segni
di altri Santi che spesso non
consideriamo. Ogni chiesa edifi-
cio dovremmo sentirla casa
nostra, perché le meraviglie che
le impreziosiscono sono frutto dei
sacrifici dei nostri padri, dei
nostri nonni, che dal Cielo conti-
nuano a vivere concretamente
oggi la loro Chiesa, partecipando
nella comunione dei Santi ad ogni
nostra Messa. Sono tutti i nostri
Santi, quelli senza nicchia. La fede
li ha portati a rendere bella la casa
di Dio come se fosse casa propria:
si sentivano non visitatori di un
museo, ma figli nella casa del
padre. Questo legame alcune
La morte spezza legami fonda-
mentali: lo sguardo, il contatto,
l’ascolto della voce, ma non spezza
l’amore e il desiderio di mantenere
viva, sebbene in altro modo, la
comunione che abbiamo cercato di
edificare. L’amore ha bisogno di
gesti e di parole per potersi espri-
mere: la celebrazione dell’Eucari-
stia per i defunti è un atto di amore,
un dono, da riscoprire in tutta la
sua ricchezza e bellezza. Tra le
varie forme previste ve n’è una
antica ma poco conosciuta, cioè
fondare un «legato pio». Si affida
alla Chiesa una quota importante
che apre un legame (da cui «lega-
to») della durata di 25 anni. Da qui
matura annualmente un’offerta
per il suffragio dei defunti. Questa
modalità evidenzia due aspetti: il
prolungamento nel tempo del
ricordo dei propri cari e il fatto che
si affida alla Chiesa la responsabili-
tà di custodire tale ricordo nella
celebrazione della Messa. L’amore
infatti, per sua natura, è comunio-
ne e genera legami, superando il
rischio di privatizzare la morte e di
relegare il ricordo solo alla memo-
ria del cuore di chi resta. L’ufficio
per la promotoria dei legati pii
della Curia diocesana è disponibile
nell’offrire informazioni e nell’ac-
compagnamento (tel.: 035278271).
Donazioni e testamenti
Ogni chiesa è casa nostraRicordiamoci di aiutarla
persone lo vogliono vivere anche
oltre la fine della vita, consideran-
do la comunità come parte della
propria famiglia e della propria
storia, da ricordare nel testamen-
to: quante case di assistenza agli
anziani o ai disabili, quante opere
delle parrocchie a sostegno dei
ragazzi, dei giovani, delle famiglie
sono ancora oggi possibili grazie a
donazioni testamentarie, anche
piccole. Basta parlarne con il
proprio parroco. Gabriele D’An-
nunzio disse «Io ho quello che ho
donato», ma è anche di più: «Io
sono» quello che ho donato.
I Beati
Non sono Santi di «Serie B», ma la Chiesa indica in questo modo quelle figure che ritiene parimenti esemplari ma inizialmente per un particolare territorio limitato e non per la liturgia di tutto il mondo.
Bergamo, Chiesa benedetta
La Chiesa di Bergamo in questi ultimi anni è stata particolarmente benedetta con 4 nuovi Beati, oltre alle due canonizzazioni per cui Papa Francesco ha proclamato Santi i beati Papa Giovanni XXIII e don Spinelli
In cammino...
È in corso la causa di beatificazione di diverse figure significative bergamasche, sia a livello diocesano, sia in Santa Sede. Il percorso prevedeapprofondimenti e studi, ma insieme alla preghiera e alla invocazione.
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