DOMENICA 15 SETTEMBRE 2013 -...

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Settimanale Imprenditore per la fraternità La missione di Livio Bertola è mettere al centro l’uomo La fede ritrovata di un vaticanista Lo speciale rapporto tra Mimmo Del Rio e Giovanni Paolo II Pamela Saino: “Sento la presenza di Dio” La giovane attrice ci parla della sua vita di credente Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abb. Postale D.L.353/2003 (conv. in L.27/2/2004 n. 46) - art. 1, comma 1 - LO/MI Num. 36 - 14 settembre 2013 SETTIMANA SOCIALE DEI CATTOLICI ITALIANI Speranza e futuro della società, la famiglia è al centro dell’evento di Torino La via per il bene comune TUTTI I GIORNI CON MADRE TERESA 365 pensieri per 365 giorni. Le sue preghiere più belle CHIEDI IL LIBRO IN EDICOLA Si alza il monito di Papa Francesco: “Vogliamo che in questa nostra società, dilaniata da divisioni e da conflitti, scoppi la pace” Mai più la guerra! Anno I • Num. 36 (36) Settimanale del 14 settembre 2013 • Rivista € 1,50 • Rivista + A Sua Immagine Plus n. 35 a € 5,99 in più • Rivista + A Sua Immagine Extra n. 8 a € 9,99 in più • Rivista + A Sua Immagine DVD n. 33 a € 9,99 in più • Rivista + Don Matteo Collection n. 1 a € 9,99 in più

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Settimanale

Imprenditore per la fraternitàLa missione di Livio Bertolaè mettere al centro l’uomo

La fede ritrovata di un vaticanistaLo speciale rapporto tra Mimmo Del Rio e Giovanni Paolo II

Pamela Saino: “Sento la presenza di Dio”La giovane attrice ci parla della sua vita di credente

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Num. 36 - 14 settembre 2013

All’interno La raccolta

con i più bei pensieri del Santo Padre

SETTIMANA SOCIALE DEI CATTOLICI ITALIANI

Speranza e futuro della società, la famiglia è al centro dell’evento di Torino

La via per il bene comune

TUTTI I GIORNI CON MADRE TERESA

365 pensieri per 365 giorni. Le sue preghiere più belle

CHIEDI IL LIBRO IN EDICOLA

TUTTI I GIORNI CON MADRE TERESA

365 pensieri per 365 giorni. Le sue preghiere più belle

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Si alza il monito di Papa Francesco: “Vogliamo che in questa nostra società, dilaniata da divisioni e da conflitti, scoppi la pace”

Si alza il monito di Papa Francesco: “Vogliamo che in questa

Mai più la guerra!

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Settimanale

TUTTI I GIORNI CON MADRE TERESA

365 pensieri per 365 giorni. Le sue preghiere più belle

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Il Vangelo della settimana DA SABATO 14 A VENERDÌ 20 SETTEMBRE 2013

Prima lettura Il Signore si pentì del male che aveva minacciato di fare al suo popolo

Dal libro dell’Èsodo(Capitolo 32, versetti 7-11.13-14)

In quei giorni, il Signore disse a Mosè: «Va’, scendi, perché il tuo popolo, che hai fatto uscire dalla terra d’Egitto, si è pervertito. Non hanno tardato ad allon-tanarsi dalla via che io avevo loro indi-cato! Si sono fatti un vitello di metallo fuso, poi gli si sono prostrati dinanzi, gli hanno offerto sacrifici e hanno detto: “Ecco il tuo Dio, Israele, colui che ti ha fatto uscire dalla terra d’Egitto”».Il Signore disse inoltre a Mosè: «Ho os-servato questo popolo: ecco, è un popolo dalla dura cervìce. Ora lascia che la mia ira si accenda contro di loro e li divori. Di te invece farò una grande nazione». Mosè allora supplicò il Signore, suo Dio, e disse: «Perché, Signore, si accenderà la tua ira contro il tuo popolo, che hai fatto uscire dalla terra d’Egitto con grande forza e con mano potente? Ricòrdati di Abramo, di Isacco, di Israele, tuoi servi, ai quali hai giurato per te stesso e hai detto: “Renderò la vostra posterità nu-merosa come le stelle del cielo, e tutta questa terra, di cui ho parlato, la darò ai tuoi discendenti e la possederanno per sempre”». Il Signore si pentì del male che aveva minacciato di fare al suo popolo.

Salmo responsoriale (Sal 50)

R. Ricordati di me, Signore, nel tuo amore.

Pietà di me, o Dio, nel tuo amore;nella tua grande misericordiacancella la mia iniquità.Lavami tutto dalla mia colpa,dal mio peccato rendimi puro. R.

Crea in me, o Dio, un cuore puro,rinnova in me uno spirito saldo.Non scacciarmi dalla tua presenzae non privarmi del tuo santo spirito. R.

Signore, apri le mie labbrae la mia bocca proclami la tua lode.Uno spirito contrito è sacrificio a Dio;un cuore contrito e affranto tu, o Dio, non disprezzi. R.

Seconda lettura Cristo è venuto per salvare i peccatori

Dalla prima lettera di San Paolo apostolo a Timòteo

(Capitolo 1, versetti 12-17)

Figlio mio, rendo grazie a colui che mi ha reso forte, Cristo Gesù Signore nostro, perché mi ha giudicato degno di fiducia mettendo al suo servizio me, che prima ero un bestemmiatore, un persecutore e un violento. Ma mi è sta-ta usata misericordia, perché agivo per ignoranza, lontano dalla fede, e così la grazia del Signore nostro ha sovrabbon-dato insieme alla fede e alla carità che è in Cristo Gesù. Questa parola è degna di fede e di essere accolta da tutti: Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, il

La liturgia della Parola domenicale è commentata da padre Ermes Ronchi e Marina Marcolini

primo dei quali sono io. Ma appunto per questo ho ottenuto misericordia, perché Cristo Gesù ha voluto in me, per primo, dimostrare tutta quanta la sua magnanimità, e io fossi di esempio a quelli che avrebbero creduto in lui per avere la vita eterna. Al Re dei secoli, incorruttibile, invisibile e unico Dio, onore e gloria nei secoli dei secoli. Amen.

Vangelo Ci sarà gioia in cielo per un solo peccatore che si converte

Dal Vangelo secondo Luca

(Capitolo 15, versetti 1-32)

In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascol-tarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». Ed egli disse loro questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel de-serto e va in cerca di quella perduta, fin-ché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novanta-nove giusti i quali non hanno bisogno di conversione. Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la tro-va? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto”.

Le ragioni della speranza

DOMENICA 15 SETTEMBRE 2013

A Sua Immagine

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Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte». Disse ancora: «Un uomo aveva due fi-gli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperpe-rò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una gran-de carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto sa-ziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho pecca-to verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre. Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il pa-dre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, am-mazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa.Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto am-mazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo

padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo co-mando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sem-pre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».

CommentoLe tre parabole della misericordia sono il “Vangelo del Vangelo”, annun-ciano un volto di Dio che è la più bella notizia che potevamo ricevere.Gesù accoglieva i peccatori e man-giava con loro. Scandalo per i farisei: questi peccatori sono nemici di Dio! E Gesù per tre volte a mostrare che Dio è amico di quanti gli sono nemici.Pubblicani e prostitute sono i lontani da Dio! E Gesù a raccontare che Dio si fa vicino ai lontani. Scribi e sacerdoti si ribellano: per loro Dio è nel tempio, nell’osservanza della legge, nei sacri-fici, nella religione, nella penitenza. Gesù abbatte questi recinti: Dio è nella vita, là dove un figlio soffre e si per-de, è nella paura della pecora smarri-ta, è accanto all’inutilità della moneta perduta, nella fame del figlio prodigo. I farisei dicono: troverai Dio come ri-sultato dei tuoi sforzi. E Gesù: no, sarà Dio a trovare te; lasciati abbracciare e ci sarà gioia, libertà e pienezza. Le tre parabole sottolineano la pena di Dio quando cerca il suo bene perdu-to, ma soprattutto la sua gioia quando lo trova. Ecco allora la passione di un Dio pastore nel suo inseguimento per steppe e pietraie. La pecora perduta non è tornata, non trova lei il pasto-re, ma è trovata. Non è pentita ma è a rischio della vita. Il pastore non la punisce ma se la carica sulle spalle perché sia più facile il ritorno. La pena di un Dio donna-di-casa che ha perso

una moneta, madre in ansia che non ha figli da perdere, e se ne perde uno solo la sua casa è vuota; che accende la lampada e si mette a spazzare ogni angolo e troverà il suo tesoro, lo tro-verà sotto tutta la spazzatura raccolta nella casa. E mostra come anche noi, sotto lo sporco e i graffi della vita, sot-to difetti e peccati, possiamo scovare, in noi e in tutti, un tesoro in vasi di creta. Tutte e tre le parabole termina-no con un crescendo. L’ultima nota è una gioia, una contentezza, una felici-tà che coinvolge cielo e terra. Da che cosa nasce questa felicità di Dio? Da un innamoramento. Questo perdersi e cercarsi, questo ritrovarsi e poi per-dersi di nuovo, è la trama del Cantico dei Cantici. Dio è l’Amata che di notte gira per la città e a tutti chiede una sola cosa: avete visto l’amato del mio cuore? Sono io l’amato perduto. Dio è in cerca di me. E io non fuggirò più.

Santi del giornoS. Acardo di Jumieges, S. Albino di Lione, B. Anton

Maria Schwartz, S. Apro di Toul, S. Baldo Penitente

a Sens, B. Vergine Maria Addolorata, B. Camillo

Costanzo, B. Carlo da Montegranelli, S. Caterina

Fieschi Adorno da Genova, B. Cristiano da Peru-

gia, SS. Emila e Geremia, SS. Francesco, Giacomo,

Sancio, Ildefonso, Giovanni e Dionisio, B. Giorda-

no di Pulsano, B. Giovanni Battista e Giacinto de

los Ángeles, Beato Ladislao Miegon, Serva di Dio

Lavinia Sernardi, S. Niceta il Goto, S. Nicomede

di Roma, B. Paolo Manna, B. Pasquale Penades

Jornet, B. Rolando de’ Medici, SS. Stratone, Valerio,

Macrobio e Gordiano, B. Tommasuccio di Foligno,

S. Valeriano di Tournus

Beata Vergine Maria AddolorataChiama i credenti a rivivere il momento della salvezza. La Madre, ai piedi

della croce di Gesù, è associata alla passione del Figlio. Si presenta come la nuova Eva, perché, come la disobbedienza della prima donna portò alla morte, così la sua obbedienza porti alla vita.

Il Vangelo della settimana DA SABATO 14 A VENERDÌ 20 SETTEMBRE 2013

A Sua Immagine

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Scrivo que-sto artico-lo prima

che cominci il digiuno per la pace del 7 set-tembre e pri-ma che inizi la guerra, speran-

do che un conflitto non ci sia e che anzi il “massacro a cui stiamo assi-stendo”, come lo ha chiamato papa Francesco riferendosi alle violenze in Siria, abbia a finire subito. Sono giorni particolari, nei quali mi sor-prendono alcune cose.

1. Chi vuole l’intervento militare?Avete notato quanti sono diventati pochi i Paesi convinti della necessità di un conflitto? Praticamente solo due, Francia e Stati Uniti, dopo i no dell’Italia, dell’Inghilterra, della Germania, della Spagna. Ogni Pa-ese si è defilato, in modo diverso e con parole diverse, e al fronte, col cerino in mano, sono rimasti in due: Hollande e Obama, più incerti che baldanzosi, come ha notato il quoti-diano francese Liberation, titolando: “Soli contro tutti”. Soltanto pochi anni fa, per altri conflitti, la brigata

Nessuno vuole la guerra ma la fanno lo stesso Vedo che in tutti i Paesi solo minoranze sparute dicono sì al conflitto. Una maggioranza invece si oppone, ma è senza voce. Il papa ci dà coraggio

pronta a scendere in campo vedeva presenti quasi tutti i principali Paesi, che sgomitavano per mettersi in mo-stra. Cos’è successo nel frattempo? Secondo i sondaggi, poi, la maggio-ranza dei cittadini di tutte le nazioni del mondo non vuole questo conflitto. Non lo vogliono neppure i francesi e gli americani, ma non li ascolta nessuno. Anche qui: cos’è successo? È successo che sappiamo tutti com’è andata a finire, sappiamo dei con-flitti che né le manifestazioni, né le preghiere e i digiuni, né le bandiere della pace sventolate per le strade, né gli appelli del papa, hanno potuto interrompere. Sappiamo che quelle guerre che dovevano essere brevi, intelligenti e preventive si sono tra-mutate in conflitti senza fine (“un Vietnam”, come dicono i giornali ricordando il pantano in cui s’infi-larono gli Stati Uniti tra gli anni ’60 e ’70, senza imparare la lezione), in guerre massacranti per i civili pri-ma di tutto, e che hanno fatto tanti morti che chiamarle preventive, cioè

volute per evitare massacri, sembra una presa in giro.

2. Eravamo rassegnati?Epperò ci stavamo avviando a que-sto conflitto con una rassegnazione non degna degli uomini. Ci voleva Papa Francesco ad alzare un grido, a chiamare a raccolta, a federare dentro una proposta di civiltà e di impegno sociale tutti gli uomini di buona volontà. Ed è accaduto che non credenti parlino di digiuno, che la parola pace venga elevata al cielo in lingue diverse da religioni diverse. Unità. Il papa ha interpretato le no-stre parole e i nostri sentimenti: il no alla guerra non è un sì alle violenze di un dittatore, non è un lasciar fare, non è un abbandonare al loro destino i siriani. La via alla pace non è mai menefreghismo. È una strada diplo-matica, pacifica, politica, di dialogo e che ha portato già altre volte alla risoluzione dei conflitti. Dobbiamo pretendere il rifiuto della guerra e l’avvio di trattative di pace. E cosa dite? Possiamo chiederlo, forse an-che pretenderlo, dal Nobel per la pace Obama?

Rosario Carello

Dopo la diretta IL SALOTTO DEL CONDUTTORE

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Quelli che dovevano essere brevi, intelligenti e preventivi si sono tramutati in conflitti senza fine

La via alla pace è una strada diplomatica, politica, di dialogo e che ha portato già altre

volte alla risoluzione delle controversie