Dolo Sport n.11 del 18 luglio 2010

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Lo abbiamo visto entu- siasta delle vie d’acqua dolesi e pronto a tuffarsi nel Brenta cercan- do il suo elemento amato da oltre sessant’anni. “Ho incontrato per la priva volta l’acqua a cinque anni – ci racconta Paolo – caden- do dalla fondamenta della Misericordia a Venezia.” Un ini- zio traumatico che è sfociato nel- l’agonismo. “Ben presto sono entrato nella Rari Nantes Ferrovieri di Venezia, il dopolavo- ro ferroviario dove ho incontrato il nuoto agonistico. La società insegnava a nuotare ed inoltre veniva gestito l’atleta più promet- tente.” A quando risale la prima vittoria agonistica? “Nella mia prima gara, a 11 anni, ho vinto una gara della Rari Nantes contro il gruppo sportivo delle Zattere. Era il mio esordio agonistico. Poi sono entrato a far parte della società del Dopolavoro Ferroviario dove ho fatto parte delle squadre degli allievi. Gli allenamenti erano diversi da oggi e la stessa tecnica di nuoto era diversa. Poi a vent’anni mi sono dedicato al pentathlon militare. Intanto avevo partecipato alle staffette dei cento chilometri da Riccione ad Ancona, era una gara di nuoto pinnato molto dura.” Come nasce la passione per le maratone di nuoto? “Tutto è nato da un sfida con Fulvio Bergamin che era stato il primo a tentare la Trieste Venezia. Fu Bergamini, nel 1971, a tentare di stabilire il record sulle 24 ore di nuoto in piscina al Rench di Mestre. Andai con i miei amici ad assistere al tentativo, rimasi molto colpito dal tentativo di Bergamin. In quell’oc- casione mi sono sentito subito pronto a sfidare Bergamin. Il pro- prietario del Rench lanciò subito la sfida che abbiamo realizzato a San Donato Milanese. Arrivammo a parimerito dopo 59,8 chilometri percorsi. Per me la gara in piscina era massacrante e lasciai la spe- cialità dopo aver stabilito il record del mondo nelle 24 ore nel 1976 a Varedo, in provincia di Milano, con 70,693 chilometri percorsi.” La lista delle imprese di Donaggio è impressionante ma spicca la Pavia - Venezia: 416 chilometri percorsi in 83 ore. “Anche questa gara l’ho fatta con Bergamin, l’ennesima tappa della nostra sfida sportiva. Quei 416 chilome- tri sono stati durissimi anche per il nostro seguito che comprendeva anche il vicepresidente del Milan Gianni Nardi che ci accompagnò appassionandosi anche al nostro sport. Ricordo che il Po era in secca e ci ritardò di 36 ore ci die- dero per dispersi. I giornali di allora comunque ci soprannomi- narono ‘i coccodrilli’ ed anche Mike Buongiorno si occupò di noi nella sua trasmissione Rischiatutto: (Trovò - a pagina due) Venicemarathon 2010 Un coccodrillo in Riviera Paolo Donaggio aprirà la via d’acqua per Venicemarathon numero 25 Con una cerimonia sobria, molto familiare e gradita, Alberto Coletto ha presentato il suo primo libro ‘I Ragazzi dell’Isola Bassa’. Per la verità già in marzo vi era stata una prece- dente presentazione ma era riservata agli ‘allievi’ dell’Università della Riviera del Brenta. Comunque, dopo quella prima usci- ta del libro, la vendita si è subito dimostrata elevata tanto che in soli ventitre giorni le scorte della casa editrice laboratorio.ds sono andata esaurite. Si è resa necessaria la prima ristampa e con la stessa il Club Biancogranata, che è l’associazione che cura le edizioni librarie attraverso il labora- torio.ds, ha giustamente pensato di presenta- re a tutti l’opera di Alberto Coletto. (Perini - a pagina tre) La presentazione all’ex Macello: Lino Perini, Alberto Coletto, Giuseppe Bortolussi, Giuliano Zilio ed Antonio Pra. I RAGAZZI DELL’ISOLA BASSA DI COLETTO PRESENTATO ALL’EX MACELLO Andrea Magrassi UN DOLESE DA SERIE A Non abbiamo ricordi recenti di giocatori nati o cresciuti nel calcio Dolo e poi arrivati in serie A. A memoria ci sembra che l’ultimo sia stato Franco Dori col quali abbiamo parlato qual- che anno fa prima che un incidente lo portasse via. L’ala di Venezia, Roma e Messina, nato a Chirignago il 5 giugno del 1943, negli almanacchi delle figurine Panini risulta cresciuto calcisticamente nel Dolo e lui stesso ci ricordò il suo veloce passaggio nelle fila biancogra- nata. Fatta questa premessa che merita, da chi ne fosse a conoscenza, i dovuti aggiorna- menti, ci tuffiamo a scoprire il nostro personaggio il cui futuro da serie A sembra averlo scritto nel suo Karma e così, cinquant’anni dopo Dori un altro dolese ha l’opportunità di calcare i terreni verdi della massima serie. Quel che, in parte, stupisce è che solo pochi ragazzi dolesi siano riusciti a fare quel salto verso il massimo torneo nazionale e ciò a dispetto di un vivaio curato ed invidiato che ha sempre avuto la possibilità di occuparsi dei giovani con profitto, escluso qualche periodo buio e che, a parte Nicola Bisso, non ha regalato al professioni- smo altre gioie. Ma il discorso andrebbe in altre direzioni e non ci consentirebbe di conoscere a fondo Andrea Magrassi. Come molti ricorderanno il padre, Paolo, è stato un giocatore di buone doti ma di altalenante rendimento. E la storia di Andrea ricorda, fatte le debite proporzioni, quella di GianMarco Zigoni. Papà Gianfranco Zigoni era tutto genio e sregola- tezza ed arrivò sino ai vertici del calcio nazionale legando le sue fortune soprattutto alle stagioni juventine. (Perini - a pagina quattro)

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Dolo Sport - anno XXXIV - n. 11 domenica, 18 luglio 2010 - Autorizzazione del Tribunale di Venezia n. 1422 del 22 maggio 2002 Editore STEFANO TROVÒ Direttore responsabile LINO PERINI [email protected] Periodico del Club Biancogranata - Dolo Sport Associazione Culturale Senza Scopo di Lucro Iscritta all’Albo delle Associazione Dolesi n. 103 - via A. Manzoni, 18 - Dolo (Ve)

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...difendiamoi Tuoi diritti!!!N. 11 - DOMENICA, 18 LUGLIO 2010ANNO XXXIV

www.dolosport.it Periodico del Club Biancogranata

GRUPPO BANCA CARIGEAndrea Favaro Agente Generale

Via Matteotti, 59 - DOLO (Ve)Tel. 041 464473 - Fax 041 5131744

Paolo Donaggio si appresta atagliare i settant’anni ed è questofuoriclasse del nuoto in mare cheha raccolto la sfida di percorrere laVenicemarathon lungo le placideacqua del Brenta. Abbiamo incon-trato Paolo a Dolo in una caldagiornata estiva e gli abbiamo fattoconoscere la nostra cittadina cheattraverserà a nuoto il 24 ottobreprossimo. Lo abbiamo visto entu-siasta delle vie d’acqua dolesi epronto a tuffarsi nel Brenta cercan-do il suo elemento amato da oltresessant’anni. “Ho incontrato perla priva volta l’acqua a cinqueanni – ci racconta Paolo – caden-do dalla fondamenta dellaMisericordia a Venezia.” Un ini-zio traumatico che è sfociato nel-l’agonismo. “Ben presto sonoentrato nella Rari NantesFerrovieri di Venezia, il dopolavo-ro ferroviario dove ho incontratoil nuoto agonistico. La societàinsegnava a nuotare ed inoltreveniva gestito l’atleta più promet-tente.” A quando risale la primavittoria agonistica? “Nella miaprima gara, a 11 anni, ho vintouna gara della Rari Nantes controil gruppo sportivo delle Zattere.Era il mio esordio agonistico. Poisono entrato a far parte dellasocietà del DopolavoroFerroviario dove ho fatto partedelle squadre degli allievi. Gliallenamenti erano diversi da oggie la stessa tecnica di nuoto eradiversa. Poi a vent’anni mi sonodedicato al pentathlon militare.Intanto avevo partecipato allestaffette dei cento chilometri daRiccione ad Ancona, era una garadi nuoto pinnato molto dura.”Come nasce la passione per lemaratone di nuoto? “Tutto è natoda un sfida con Fulvio Bergaminche era stato il primo a tentare laTrieste Venezia. Fu Bergamini, nel1971, a tentare di stabilire ilrecord sulle 24 ore di nuoto inpiscina al Rench di Mestre. Andaicon i miei amici ad assistere altentativo, rimasi molto colpito daltentativo di Bergamin. In quell’oc-

casione mi sono sentito subitopronto a sfidare Bergamin. Il pro-prietario del Rench lanciò subitola sfida che abbiamo realizzato aSan Donato Milanese. Arrivammoa parimerito dopo 59,8 chilometripercorsi. Per me la gara in piscinaera massacrante e lasciai la spe-cialità dopo aver stabilito il recorddel mondo nelle 24 ore nel 1976 aVaredo, in provincia di Milano,con 70,693 chilometri percorsi.”La lista delle imprese di Donaggioè impressionante ma spicca laPavia - Venezia: 416 chilometripercorsi in 83 ore. “Anche questagara l’ho fatta con Bergamin,l’ennesima tappa della nostrasfida sportiva. Quei 416 chilome-tri sono stati durissimi anche per ilnostro seguito che comprendevaanche il vicepresidente del MilanGianni Nardi che ci accompagnòappassionandosi anche al nostrosport. Ricordo che il Po era insecca e ci ritardò di 36 ore ci die-dero per dispersi. I giornali diallora comunque ci soprannomi-narono ‘i coccodrilli’ ed ancheMike Buongiorno si occupò di noinella sua trasmissione Rischiatutto:

(Trovò - a pagina due)

Venicemarathon 2010

Un coccodrillo in RivieraPaolo Donaggio aprirà la via d’acqua per Venicemarathon numero 25

Con una cerimonia sobria, molto familiare egradita, Alberto Coletto ha presentato il suoprimo libro ‘I Ragazzi dell’Isola Bassa’. Perla verità già in marzo vi era stata una prece-dente presentazione ma era riservata agli‘allievi’ dell’Università della Riviera delBrenta. Comunque, dopo quella prima usci-ta del libro, la vendita si è subito dimostrataelevata tanto che in soli ventitre giorni le

scorte della casa editrice laboratorio.dssono andata esaurite. Si è resa necessaria laprima ristampa e con la stessa il ClubBiancogranata, che è l’associazione checura le edizioni librarie attraverso il labora-torio.ds, ha giustamente pensato di presenta-re a tutti l’opera di Alberto Coletto.

(Perini - a pagina tre)

La presentazione all’ex Macello: Lino Perini, Alberto Coletto, Giuseppe Bortolussi, Giuliano Zilio ed Antonio Pra.

I RAGAZZI DELL’ISOLA BASSA DI COLETTOPRESENTATO ALL’EX MACELLO

Andrea Magrassi

UN DOLESE DA SERIE ANon abbiamo ricordi recenti di giocatori nati o cresciuti nel calcio Dolo e poi arrivati in serieA. A memoria ci sembra che l’ultimo sia stato Franco Dori col quali abbiamo parlato qual-che anno fa prima che un incidente lo portasse via. L’ala di Venezia, Roma e Messina, natoa Chirignago il 5 giugno del 1943, negli almanacchi delle figurine Panini risulta cresciutocalcisticamente nel Dolo e lui stesso ci ricordò il suo veloce passaggio nelle fila biancogra-nata. Fatta questa premessa che merita, da chi ne fosse a conoscenza, i dovuti aggiorna-menti, ci tuffiamo a scoprire il nostro personaggioil cui futuro da serie A sembra averlo scritto nel suoKarma e così, cinquant’anni dopo Dori un altrodolese ha l’opportunità di calcare i terreni verdidella massima serie. Quel che, in parte, stupisce èche solo pochi ragazzi dolesi siano riusciti a farequel salto verso il massimo torneo nazionale e ciò adispetto di un vivaio curato ed invidiato che hasempre avuto la possibilità di occuparsi dei giovanicon profitto, escluso qualche periodo buio e che, aparte Nicola Bisso, non ha regalato al professioni-smo altre gioie. Ma il discorso andrebbe in altredirezioni e non ci consentirebbe di conoscere afondo Andrea Magrassi. Come molti ricorderanno ilpadre, Paolo, è stato un giocatore di buone doti madi altalenante rendimento. E la storia di Andrearicorda, fatte le debite proporzioni, quella diGianMarco Zigoni. Papà Gianfranco Zigoni era tutto genio e sregola-tezza ed arrivò sino ai vertici del calcio nazionalelegando le sue fortune soprattutto alle stagionijuventine. (Perini - a pagina quattro)

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Se ne stanno andando tutti. E’ il segnoindelebile del tempo che passa. Ecambiano anche i ritmi della vita.Dieci giorni fa è morto anche LelioLuttazzi, 87 anni, nella sua amataTrieste. Conduttore, cantante, compo-sitore. Agli albori della televisione,quando il tubo catodico trasmettevasolo in bianco e nero, era uno fra ipersonaggi più popolari. Per il suostile sobrio, la sua raffinatezza lingui-stica e capacità d’intrattenimento eraun signore dello spettacolo. Ma la suamassima popolarità la raggiunsecome conduttore di una trasmissionedivenuta famosa quanto il mitico

‘Tutto il calcio minuto per minuto’. Sichiamava ‘Hit parade’ ed era la clas-sifica dei dischi più venduti della set-timana secondo l’indagine di mercatodella Doxa. Per i ragazzi di allora eraun evento da non perdere. Tutti ivenerdì alle ore 13.00 le radio si sin-tonizzavano sul programma RAI.Anche perché all’epoca poche alter-native esistevano se non la miticaRadio Capodistria e, per qualcuno,radio Montecarlo. Il problema eraarrivare in tempo a casa uscendo dascuola perché le lezioni finivano alle13.05 e poi c’era il problema delpranzo. A quel tempo tutti si mangia-va assieme in religioso silenzio e conil massimo rispetto di orari e di pre-senza. Non esistevano concessioni opossibilità di deroghe. Ripensando ainostri tempi appare evidente che tuttoè cambiato. Le classifiche si ascolta-no o, meglio, si vedono, con conti-nuità quasi esasperante. Difficileritrovare ancora famiglie riunite atavola contemporaneamente ed anchese ciò accadesse la televisione accesapoco spazio darebbe all’ossequiosorispetto dello stare insieme comemomento di dialogo fra genitori efigli. L’evoluzione è una bella cosama l’attesa settimanale della HitParade, chissà perché, manca nonpoco come certe abitudini passate di

moda ma molto gradevoli che iltempo ci ha tolto. Soprattutto sonovenuti meno le piacevoli gioie chesono conseguenza dell’aspettativa.Troppo e facile non è sempre sinoni-mo di felicità. Lino Perini.

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(da pagina uno) era il 1973 ed era-vamo tutti più giovani.” Un grandeevento sportivo per l’epoca.“Eravamo seguiti da Notarnicola, uncorrispondente del Corriere dellaSera, che redigeva una rubrica gior-naliera sull’evento.” L’arrivo aVenezia. “Arrivati a Chioggia deci-demmo di arrivare a San Marcoassieme anche perché avevamo accu-mulato un grande ritardoci. IlSindaco, Giorgio Longo, ci premiòcon una prestigiosa medaglia d’orodel Comune. Per me fu un grandeonore.”Dopo un numero incredibile di chilo-metri nuotati nel 1979 tutto sembravaavere fine, ma nel 2006 tutto riprendecon la Chioggia-Venezia. Quali lemotivazioni di questo ritorno? “Nel2006 ho deciso di tornare alle gareperché nella mia società Nuoto Sub

Team Donaggio solo i vecchi si ricor-davano delle mie gare degli anni ‘70-‘80 ed i giovani apparivano incredulied erano arrivati al punto di volercambiare il nome stesso della società.Allora mi sfidarono per rinnovare lamia storia sportiva. Così da Chioggiaa Venezia ho coperto i trenta chilome-tri in sette ore e cinquanta.” I cosid-detti giovani si sono convinti?“Credo di si!” Nel futuro di Paolo laVenicemarathon a nuoto? “L’idea èvenuta a Loris Potente che mi ha pro-posto questa suggestiva impresa conmolti aspetti interessanti: l’arrivo aVenezia, la bellissima Riviera delBrenta che mi ha sempre affascinato.L’unico ostacolo vero era la verificadella qualità dell’acqua ma ho rice-vuto delle assicurazioni scientificherassicuranti.” Superato l’ostacolodella qualità dell’acqua del Brenta:

avete già studiato il percorso? “Sono34 chilometri molto impegnativi per-ché dovrò superare degli ostacoli perme e per il mio seguito dei gommo-ni.” Quale la preparazione in vista del24 ottobre? “La preparazione la divi-do fra la piscina a Mogliano, per 90minuti al giorno, ed il mare apertodove non ho virate che mi rallentanoil ritmo.” Quale sarà il tempo di per-correnza della Venicemarathon diPaolo? “Percorrerò i 34 chilometri incirca 7 ore.” Dopo la partenza da Straquali saranno le risorse mentali allequali attingere? “Per la prima ora cidevi mettere la voglia di farel’impresa e di portarla avanti di brac-ciata in bracciata. Poi esce la prepa-razione che ti porta avanti fino aVenezia con una nuotata più regolarepossibile.” La voglia di arrivare aVenezia è già molta? “A quasi settan-t’anni d’età di voglia di arrivare neho moltissima.” Stefano Trovò

Dicono di luiIo di “matti” che fanno le maratone in mare ne ho conosciuti molti,“matti” con le virgolette naturalmente: dai campioni di qualcheanno fa Baldini, Formentini, al campione mondiale uscente della25 Km Valerio Cleri, al mio caro amico Riccardo Bucci… maquello che ho capito è che quello che li spinge a simili imprese,perché di questo stiamo parlando, perché nuotare in piscina è unaltro mondo che nuotare tra le onde, con l’acqua salata in bocca,con le meduse che ti pungono o chissà cos’altro, quello che li spin-ge è la passione e una grossa forza d’animo, e Paolo Donaggioincarna alla perfezione tutto questo e ancora di più, nuotare per oree ancora ore non è cosa di poco conto... per me che ero abituato afare i 100 metri stile libero e ogni tanto i 200 quindi gareggiare trai 49 e i 110 secondi scarsi tutto questo mi sembra impossibile!Ora aspettiamo Paolo all’arrivo e festeggiamolo! Simone CercatoIl comitato d’accoglienza: Sacchetto. Donaggio e Cercato

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I RAGAZZI DELL’ISOLABASSA DI ALBERTO

COLETTO PRESENTATOALL’EX MACELLO

(da pagina uno) Un libro che ha suscitatotanto interesse e che ha avuto il potere dicoinvolgere due Amministrazioni comunali,quella uscente del sindaco Gaspari che avevapreso a cuore l’iniziativa di Coletto grazieall’interessamento dell’ex assessore alla cul-tura Alberto Polo, e quella subentrata con leparole, nel libro, del Sindaco Maddalena

Gottardo e dell’assessore alla culturaAntonio Pra. Quest’ultimo era presenteanche alla presentazione svoltasi all’exMacello assieme al vice sindaco GiulianoZilio mentre fra il pubblico si sono notatianche l’assessore allo sport Cecilia Canova equello ai lavori pubblici Alessandro Ovizacholtre a componenti della vecchia amministra-zione quali l’ex sindaco Antonio Gaspari egli ex assessori Alberto Polo e GianniLazzari. A completare il ‘parterre’ politico,dalla vicina Mira è intervenuto anche FabioZaccarin. Ad impreziosire la presentazionedell’opera la presenza di GiuseppeBortolussi che oramai è personaggio affer-mato e ricercato per la sua competenza tecni-ca ed economica ma che non ha dimenticatodi essere stato un ‘piassaroeo’ ed in taleveste ha parlato del libro che ha definito, inmodo del tutto azzeccato: “Un trattato diantropologia culturale.” Bortolussi ha poiraccontato aneddoti e si è tuffato con eviden-te piacere nel mare dei ricordi di anni passa-ti ma ricchi di momenti d’intensa partecipa-zione emotiva. Durante la presentazione lavoce calda di Ornella Vanuzzo ha ‘descritto’due brani del libro con la consueta stupendaintonazione e profondo coinvolgimento. Achiudere un bel pomeriggio di suggestioni ilbuffet, offerto da laboratorio.ds con la colla-borazione della macelleria ‘Da Massimo’ edil panificio ‘Terribile’, di cibi tipici deglianni cinquanta/sessanta. Un tocco di sapien-te revival e di gustoso presente molto apprez-zato dai convenuti.

Lino Perini

Metti una serata con LucaIn questa calda estatepovera di appuntamen-ti e ricca di alcool alloSquero Monumentaleandrà in scena ilConcerto di LucaFrancioso portato inscena, domenica primoagosto dalle ore 22, incollaborazione conl’Associazione CatarsiOnlus di Dolo. I concerti di Luca sonoun’occasione perascoltare la sua musicae per conoscere laprosa dei suoi romanzi.Affascinato da tutte leforme espressive arti-stiche, durante gli spet-tacoli sono frequenti lepartecipazioni di altri

artisti, musicisti e cantanti che condividono il viaggio di alcuni brani,ma anche fotografi, pittori, scultori, orafi che a volte, durante i con-certi, espongono le loro opere, con l’intento di condividere storie edemozioni. Stefano Trovò

SAPORI DI RIVIERA

LE SALSE NELLAPREPARAZIONE DEL PESCEHo sempre sostenuto, ed è una mia idea fissa, che il pesce, purché fre-schissimo, deve essere gustato nel modo più naturale possibile.Esistono però salse, le più fondamentali, che sono un ottimo accop-piamento nel presentarlo in tavola, fermo restando ovviamente chenon ci sia improvvisazione da parte di cuochi che, con la scusa di unipotetica cucina francese, mascherano odori sgradevoli, derivati dalunghe permanenze in frigorifero, propinandoci preparazioni disgu-stose: le salse insomma, devono esaltare le virtù del pesce anziché tra-visarle e nasconderle. Gli ingredienti devono essere minuziosamentetritati quasi a formare una poltiglia, quindi: tagliere, mezzaluna omortaio in pietra; usate il meno possibile il frullatore che è sicura-mente più pratico e comodo, ma gonfia e altera in maniera innaturalei componenti la salsa con risultati poco soddisfacenti.Cominciamo con la madre di tutte le salse: la maionese, di chiare ori-gini francesi anche se nel rinascimento qualcosa di simile assiemealla “colla” poi chiamata bechamel esisteva già nelle cucine dellecorti italiane.MAIONESEIngredienti: due rossi d’uovo, olio di semi, olio extra vergine di oliva,mezzo cucchiaio di senape, il succo di un limone, sale e pepe.Preparate tutti gli ingredienti a temperatura ambiente, ponete in unaciotola i rossi d’uovo e la senape, cominciate ad amalgamarli con unfrustino aggiungendo due cucchiai di olio di oliva e continuate poicon l’olio di semi, sempre a filo, finché la salsa sia addensata e mor-bida, consistente. Continuate sempre aggiungendo olio e alla fineaggiungete il limone, sale e pepe. Se impazzisce ricominciate tuttodaccapo.SALSA AURORAIngredienti: maionese, Worcester sauce, Ketchup, un cucchiaio dicognac per profumare.Preparate la maionese come sopra, aggiungete gradatamente il ket-chup, fino a raggiungere una tonalità rosata e una consistenza cremo-sa, poi, sempre mescolando, proseguite con due spruzzate diWorcester e il cognac. Ricordatevi che alla partenza la salsa deveessere molto soda, in modo che il risultato finale non sia troppo liqui-do. Si serve con cocktail di scampi o gamberi ma anche sopra unmeraviglioso filetto al carpaccio di Arrigo Cipriani.BESCIAMELLA PER PASTICCI DI PESCEIngredienti: 50gr. di burro, 50gr. di farina, mezzo litro di brodo dipesce ristretto, sale e pepe, un pizzico di noce moscata.Preparate una normale besciamella e al posto del latte usate il brodoristretto di pesce che preparerete con scarti di pesce assortito, fattibollire e aromatizzati a piacere con erbe. Francesco Danieletto

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“Io non mi sento italiano, ma perfortuna o purtroppo lo sono” canta-va il mitico Giorgio Gaber (in foto).In questa complessa ed arroventataestate di piena crisi e costretta dal-l’aria condizionata, molti di noi – asfogliare giornali e ad ascoltaretelegiornali – si sentirà certamentecosì. Il Paese della cronaca, dellapolitica, delle inchieste giudiziarie,della televisione e dei gossip è sem-

pre più disgiunto dalla vita di ciascuno di noi. Noinon abbiamo nessun attico fronte Colosseo e noncentriamo nulla con le feste a bordo piscina nellelocalità balneari più modaiole del pianeta. Nonabbiamo mai potuto contare sul “legittimo impedi-mento” perché non siamo neppure mai riusciti acontestare una multa, non sappiamo cosa si provi abere champagne sul ponte di uno yacht perché pre-feriamo il prosecco italiano e il mezzo più simile adun panfilo che abbiamo preso è stato, nella miglio-re delle ipotesi, un traghetto. L’ONU non ci ha mai

detto che una nostra decisione porta dritti verso ladittatura. Noi siamo quel pezzo di Paese che, comesi suol dire, “fa il suo”; non abbiamo la pretesa diessere riconosciuti come i migliori e i più integerri-mi, ma neppure accettiamo di essere banalizzaticome bamboccioni, sfaticati, lazzaroni, spreconi,pensionati sfigati o donne buone solo per renderepiù attraente una stanza o un ricevimento. La que-stione non è politica, o meglio non è partitica. Non si parla di Destra, Centro, Sinistra o Lega. Siparla di CULTURA. Allora io mi chiedo, e mi permetto di chiedere, sonoi modelli che ci propongono quotidianamente adessere sbagliati o siamo noi a commettere l’erroremarchiano di non essere come dovremmo, come civogliono? “Io non mi sento italiano” cantava Gaberperché se l’Italia è quella rappresentata, mi vanto diessere un esponente pieno di quella reale.Nel Paese di qua la gente sta perdendo il controllo.Ogni giorno si devono registrare licenziamenti,aziende che chiudono, ricatti per lavorare, inciden-ti determinati dall’esasperazione di produrre e cor-

rere e omicidi di chi, senza coraggio, non sa più chiè, chi dovrebbe essere e quale ruolo potrà ricoprirenel mondo di qua. Stiamo assistendo ad una escala-tion di violenza senza eguali. Uomini soli che ucci-dono i propri amori e poi si tolgono la vita magariper raggiungerli. Il Paese che si vede e quello chesi vive sono profondamente diversi e quando sidecide di voler vivere in quello che si vede si perdela bussola, i sentimenti, il senso della realtà, ladignità e, purtroppo, a volte anche la vita.Un sondaggio prima dei Mondiali ha dimostratocome il Paese Italia non si sentisse partecipe dellaspedizione azzurra in Sudafrica. Polemiche sulleconvocazioni, incertezze sulla conduzione tecnica,delusione per il modulo con il quale si scendeva incampo, diatribe politiche sull’inno e sull’identitàdella nazionale e persino poco gradimento per lenuove maglie. Il Paese delle chiacchiere, dellepolemiche televisive è riuscito dove nessuno maiprima aveva nemmeno osato pensare di poterosare: rompere il sillogismo indissolubile che legagli italiani all’amata arte pedatoria del calcio. Noi

s

Corsivodi MatteoBellomo

(da pagina uno) Trevigiano di Oderzo conobbenotorietà anche al Verona nella famosa vittoriaper 5-3 al Bentegodi del maggio del 1973 cheimpedì al Milan di Rocco, Rivera, Bigon, Prati,Chiarugi e del povero Roberto Rosato, scom-parso qualche settimana fa, di vincere un meri-tato scudetto. Ironia della sorte vuole che ilfiglio GianMarco, tutto l’opposto del padrecome carattere e conformazione fisica, siastato acquistato nell’estate del 2009 dal Milanche lo prelevò dal Treviso. Ora il giocatore èstato ceduto in comproprietà al Genoa edovrebbe giocare in prestito all’Atalanta.Nel caso del nostro personaggio le similitudinisono molte. Paolo Magrassi era un attaccantetutto genio e ‘nervi’ mentre Andrea è un ragaz-zo riflessivo e dal fisico incredibile con i suoi193 centimetri di altezza. Paolo Magrassi esor-dì in serie D nel Dolo di Romolo Camuffo a 17anni, Andrea per ora la prima squadra la sognaancora ma siccome parliamo di Brescia, forma-zione di serie A, il suo esordio sarebbe sicura-mente di ben altro spessore rispetto a quello dipapà Paolo che del figlio è il primo tifoso, unconsigliere, un amico, un grande fan e spesso ilsuo angelo custode. “Se sono arrivato dovesono lo dove molto a mio padre che mi haseguito sempre, mi ha sostenuto e continua adarmi un sacco di consigli.” Che Andrea, natoa Dolo il 6 febbraio del 1993, fosse predestina-to a giocare a calcio lo si era capito sin da quan-do era bimbo, forse già da quando era ancoranella pancia della mamma che assieme allasorella sono sue caldissime tifose. A quattroanni era già in campetto a Sambruson a tirarecalci al pallone sotto lo sguardo attento edammirato di mister Otello Ditadi. Poi il passag-gio al Dolo con Franco Cazzuffi ad indottrina-re il piccolo campione nella formazione Primicalci ed in quella dei Pulcini. Ma Andrea lastoffa ce l’aveva sin da Pulcino ed a nove anniecco il grande salto al Venezia. Otto anni agirovagare in campetti della provincia dove siallenavano i neroverdi e giocavano: Zelarino,Gazzera, al Taliercio di Mestre, Spinea,Marano. Il papà a fare da autista e tanti tecniciad insegnargli il calcio: Remigio Renosto,Michele Serena, Ivan Galante, DanieleFortunato, Aldo Viganò ed il primo che è statoFabio Toffanello e che per due stagioni diventòil primo grande maestro di Andrea.Nel 2009 il Brescia adocchia questo centravan-ti che va a segno con continuità nella squadradegli Allievi Regionali (saranno 17 a fine cam-

pionato, le retirealizzate). Lochiama a far deiprovini. A finestagione il Venezia perde l’affiliazione e tutti isuoi tesserati sono liberi. Andrea riceve varierichieste da squadre professionistiche, fra lequali quelle di Chievo e Padova, ma ha deciso:“Ho pensato al Brescia perché sin dalle primevolte avevo capito che era una società seria,ben organizzata e che punta molto a valorizza-re i giovani.” A Brescia Andrea deve adattarsia nuove regole, cambia abitudini ed amicizie.Un’esperienza difficile, ogni tanto si sfoga altelefono col papà che gli dice: “Tornaa casa se non ce la fai.” Andreaha il calcio nel sangue e risponde:“No, voglio restare, devo farce-la.” Nonostante giochi nelCampionato Allievi Nazionali hafrequentemente modod’incrociare i giocatori della primasquadra contro i quali gioca anchediverse volte. Molti lo accostano aCaracciolo per la sua enorme somi-glianza fisica. “La prima volta che l’hoincontrato è stato lui a venirmi incontroed a presentarsi. E’ un ragazzo molto allamano ma in campo si fa rispettare, come si farispettare!” Allenatore del Brescia è MassimoDe Paoli figlio di Virginio grande centravantidelle Rondinelle, giocò anche nella Juventus, eche è scomparso il 24 agosto del 2009.Massimo pretende molto da Andrea perchécrede in lui e mentre molti lo accostanoall’Airone Caracciolo lui lo chiamo ‘Doge’ perla sua provenienza veneziana. Col Venezia arri-vò al massimo a disputare le finali nazionaliquando giocava nei Giovanissimi, a Bresciadeve affrontare costantemente squadre di asso-luto livello e dalla grande tradizione giovanile.Quali le gare che ricordi con maggiore piacere?“Sicuramente quelle contro l’Inter (dimentica-vamo di dire che Andrea, come papà Paolo, èjuventino, N.d.R.). Una squadra fortissima.All’andata perdiamo in casa per 2-1 ma riescoa segnare. Al ritorno, ad Interello, dove loroavevano sempre vinto, a parte un pareggio,pareggiamo anche noi per 1-1 ed anche stavol-ta segno. Due reti all’Inter che ne ha subitedieci in tutta la stagione, davvero una bellissi-ma soddisfazione.” Quest’anno Andrea passerànelle fila della squadra Primavera allenata daGiampaolo Saurini, la vista sulla serie A c’è

a

tutti gli attaccanti non fossero disponibili,comunque se si verificasse sarebbe bello. Quelche mi fa ben sperare, comunque, è la politicadella società che punta molto sui giovani e cheanche nell’ultima stagione di serie B ha attintopiù volte dalla Primavera.” Achiare, è un ragazzo determinato e convintodelle sue possibilità come dev’essere. Gli chie-diamo dove vorrebbe andare a giocare.“Juventus, Milan ed Inter sono il massimo, chi

non vorrebbe andarci a giocare, il miosogno è arrivare a giocare conuna di queste squadre.”Sembrerebbe la risposta di unpresuntuoso, invece, è la rispostaserena di una persona che nonfinge e dice quello che pensa,

merce rara al giorno d’oggi. Infondo è un sogno ed ai sogni non si

devono porre limiti, come quellodella Nazionale che è attualmente

diretta da un bresciano come Prandelli...vuoi vedere che... Ma torniamo ad Andrea

e cerchiamo di capire la sua giornata tiponella realtà bresciana. “Vivo in un convitto conaltri 14 ragazzi del Settore Giovanile che ven-gono da fuori come me. Mi alzo alle sei delmattino, dopo poco passa il pulmino che ciporta a scuola. All’una ho il permesso di usci-re per il pranzo. Poi nel pomeriggiol’allenamento che dura di solito dalle tre sinoalle cinque, cinque e mezza. Quattro allena-menti la settimana e la partita.” Qfrequenti? “L’anno scorso ero iscritto allaScuola Alberghiera ma m’impegnava troppo e,soprattutto avrei avuto difficoltà con le partiteche quest’anno si giocano di sabato ed alloraho deciso di cambiare e di passare alCommerciale.” E la tua vita sociale, hai amici?“Si, c’è lo spazio anche per stare con gli amici.Frequento sia i compagni di squadra che icompagni di Scuola. Ci piace uscire perBrescia e trovarci in centro.” Cco delle ‘Rondinelle’? “E’ caldo ma anche esi-gente. Purtroppo è diviso in due fazioni, curvanord e curva sud, una contro il PresidenteCorioni e l’altra che lo sostiene. Spesso sono inlotta fra loro. Di certo, se le cose non vannobene, il tifoso bresciano non aiuta molto lasquadra.” Consulente del Presidente Corioni è

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chi, senza coraggio, non sa più chiè essere e quale ruolo potrà ricopriren a. Stiamo assistendo ad una escala-t senza eguali. Uomini soli che ucci-d mori e poi si tolgono la vita magarip Il Paese che si vede e quello ches ofondamente diversi e quando sid ivere in quello che si vede si perdel ntimenti, il senso della realtà, lad ppo, a volte anche la vita.U rima dei Mondiali ha dimostratoc alia non si sentisse partecipe dellas rra in Sudafrica. Polemiche sullec certezze sulla conduzione tecnica,d modulo con il quale si scendeva inc politiche sull’inno e sull’identitàd e persino poco gradimento per len Il Paese delle chiacchiere, dellep sive è riuscito dove nessuno maip emmeno osato pensare di potero l sillogismo indissolubile che legag mata arte pedatoria del calcio. Noi

siamo riusciti a non goderci i Mondiali ed i gioca-tori, evidentemente, a non sentirsi sostenuti e moti-vati a sufficienza. Il Paese che si vede ha compro-messo, anche in questa occasione, il Paese che sivive. Noi avremmo voluto vivere i Mondiali, i gio-catori avrebbero voluto vivere appieno questomomento, ma la cosa non era conciliabile con ilPaese che si vede, quello che indirizza, educa edetermina. L’impero romano in pieno decadimento,la dittatura fascista giunta ormai a fine corsa,l’Unione Sovietica pre Perestrojka, gli USA allafine degli edonistici anni ’80 stavano crollando econtinuavano a voler far credere ai cittadini e aglialtri Stati che tutto andava bene e che sarebbe dura-to per sempre. Noi stiamo crollando e ci dicono dipensare che vada bene così, che non è vero, che ènecessario far finta di niente… Io voglio poteressere libero di scegliere il Paese reale, io vogliopotermi sentire italiano e togliere dal verso diGaber quel “purtroppo”; nessun “ma” e nessun“nonostante tutto”. Italiano, per fortuna. Che sce-glie.

anche se...“Sarà molto dif-ficile, dovrebbeaccadere che

t fossero disponibili,c sarebbe bello. Quelc munque, è la politicad lto sui giovani e chea di serie B ha attintop ” Andrea ha le ideec erminato e convintod dev’essere. Gli chie-d andare a giocare.“ sono il massimo, chi

n arci a giocare, il mios vare a giocare conu queste squadre.”S la risposta di unp invece, è la rispostas na persona che nonf quello che pensa,

m l giorno d’oggi. Inf no ed ai sogni non si

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e a sua giornata tipon vo in un convitto cona e Giovanile che ven-g Mi alzo alle sei delm a il pulmino che cip il permesso di usci-r i nel pomeriggiol solito dalle tre sinoa zza. Quattro allena-m rtita.” Quale scuolaf so ero iscritto allaS impegnava troppo e,s ficoltà con le partitec di sabato ed allorah e di passare alC a sociale, hai amici?“ r stare con gli amici.F i di squadra che ic i piace uscire perB o.” Com’è il pubbli-c caldo ma anche esi-g in due fazioni, curvan contro il PresidenteC tiene. Spesso sono inl e le cose non vannob non aiuta molto las Presidente Corioni è

Gigi Maifredi, ex allenatore di Bologna,Venezia e Juventus, che opinione ha di te?“Tutti i tecnici mi spronano molto, mi dannoconsigli e spesso mi dicono che pretendonomolto di più.” Ma se sbagli e l’allenatore tirimprovera, come reagisci?“Fondamentalmente se sbaglio e vengo rim-proverato mi viene la tentazione di reagiremale. Specialmente i primi tempi gli allenatoriche mi criticavano mi facevano giocare male,poi hanno capito che era meglio non provocar-mi, anzi ora mi danno coraggio e cercano difarmi reagire, così va meglio.”Andrea sa che chi vale è soggetto più degli altrialle critiche quando non riesce ad esprimersi almeglio. Lui è giovane ed ha ancora tanto biso-gno di sentire la fiducia su di sé ma siamo certiche appena affinerà il carattere saprà superareanche le fasi più delicate ed i momenti menofacili di una gara. Come preferisci giocare?“Sono una punta centrale. A Venezia dovevovenire all’indietro per giocare di sponda e poidovevo ripartire, ora ho un po’ modificato ilmio modo di stare in campo. Devo stare inlinea coi difensori e cercare di sfruttare sia ilanci del centrocampo che i cross, preferiscoquesto tipo di gioco.” A Venezia hai conosciu-to dei ragazzi con i quali sei rimasto in contat-to? “Sono in buoni rapporti con Silvestri unragazzo di Fiesso che era spesso con me nelpulmino che ci portava agli allenamenti delVenezia. Lui è un difensore centrale del 1991che gioca nella Primavera della Juventus.Quest’anno ci siamo incrociati quando laJuventus Primavera ha giocato contro ilBrescia, ci siamo visti e ci siamo anche scam-biati la maglia.” Per finire, vorrei un tuo pare-re sui mondiali sudafricani, chi ti ha colpitomaggiormente? “E’ stata un edizione un po’deludente. I migliori son un mancati comeMessi, Kaka, Torres. Il più bravo di tutti è statoRobben dell’Olanda mentre fra gli attaccantipuri mi sono piaciuti Higuain e David Villa.”Salutiamo Andrea che assieme a papà Paolo cilascia, tra poco lui sarà in ritiro col Brescia aPinzolo, dove a lungo è stata anche la Juventus,un segno del destino? Lo speriamo per lui ementre facciamo il tifo per il suo esordio inserie A anche noi sogniamo un giorno di vede-re Andrea Magrassi al Mondiale con la magliadella Nazionale Italiana. In fondo potremmosempre dire che la prima intervista di un gran-de campione l’ha concessa a Dolo Sport.

Lino Perini

ASummer Volley ad Arino

I Tutti Rotti bissano il successo dell’anno scorso

Il successo dei Tutti Rotti era nell’aria già dai primiincontri; anche se alla fine del girone di qualifica-zione il primato era dei miresi ex-equo, a 9 punti,coi Mister X di capitan Minotto. Di grande livelloagonistico anche le semifinali che hanno vistoopposti i Tutti Rotti al Volley Airone di Scaltenigoed i Mister X contro i G8 di Mira. Quest’ultimasemifinale, in particolare, si è rivelata combattutafino all’ultimo punto grazie alle giocate determi-nanti dell’ottimo Massimo Trevisan: G8 apparsimolto agguerriti in fase offensiva.La finalissima fra i Tutti Rotti ed i Mister X apre laserata di martedì 13 luglio. Con la luce naturale lapartita appare fin dalle prime battute molto equili-brata. La dice lunga il 25 a 23 che ha concluso ilprimo set a favore dei Tutti Rotti. Nel secondo set imartelli Fascina e Livieri non sbagliano un colpolasciando solamente 11 punti agli avversari che,anche per le precarie condizioni fisiche dellaUkotić, non sanno reagire.I Tutti Rotti sono apparsi più squadra e hannoampiamente meritato la vittoria nel torneo arineseottimamente organizzato da Matteo Baldan, giudicearbitro, e da Davide Tamiazzo. “Noi vogliamo farcrescere il torneo di Arino – ci confida Tamiazzo –appuntamento che sa attirare pubblico di tutte leetà per la qualità del gioco e per le strutture messea disposizione. Il nostro obiettivo è quello di averemolte più squadre iscritte tanto da far crescere ilvolley estivo amatoriale anche in Riviera.”

Alberto Terribile

I Tutti Rotti. In piedi: Enrico Gandolfo, Emanuele Livieri, DiegoFascina e Antonio Urgias; accosciate: Anna e Maria Chiara DiStefano e Claudia Schivalocchi.

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Sono tornati i ciclisti dolesi chehanno partecipato alla Dolo–Dachau,la storica visita che il GrippoCiclistico “i Molini” ha realizzandola straordinaria idea del suoPresidente Gianfranco Carraro che havoluto coniugare la sua passione peril ciclismo al forte richiamo dellamemoria. A rispondere alla chiamatadel Presidente molti atleti del GruppoCiclistico dolese; particolarmentegenerosi quei soci che, nonostantel’impossibilità di prepararsi con con-tinuità, hanno saputo dare il propriocontributo all’impresa. LaDolo–Dachau fin dalla sua ideazioneha raccolto l’appoggio delle istituzio-ni locali: il giorno 10 giugno quando

alla presenza del Sindaco MaddalenaGottardo, dell’Assessore allo SportCecilia Canova, la Benedizione diDon Giovanni Olivato, famigliari eamici, sono partiti da Dolo i ciclisti:Gianfranco Carraro, Simone Cagnin,Silvano Baldan, Paolo Coin, LucianoBorgiò, Maurizio Furlanetto, AdrianoGambato, Roberto Stradiotto eFrancesco Merli e l’autista, GianniBasso, del mezzo di supporto messoa disposizione dalla Stefar di Mirano.Chiediamo al Presidente Carraro didescriverci la sua Dachau?“All’ingresso del Campo hai la sen-sazione che in quello è un luogo di

sofferenza e morte, – ci spiegaCarraro con ancora negl’occhi queiluoghi, - entrando nel campo ti vienein mente quello che è successo inquelle costruzioni, in quelle stanze.Durante la visita cresce il rispettoper tutte le persone che in quei luoghihanno sofferto e sono morte. Resta lasperanza e l’augurio che quantoavvenuto a Dachau non si ripeta più.Forti di tale sentimento, abbiamodeposto una corona di alloro allabase del monumento dedicato aideportati.”Una bella storia di sport.

Stefano Trovò

Eccoci qua... una manciata di saluti estivi a tutti.E ripartiamo con la nostra serie a puntate sul piede e su dichi ne fa e ne ha fatto un uso veramente speciale.Tutti noi al mattino quando ci alziamo e facciamo le varieoperazioni di toilette guardiamo ripetutamente il nostroviso, lo curiamo, controlliamo la nostra pelle, usiamocreme e lo massaggiamo... ed i nostri piedi?Li abbiamo trattati come si deve? Credo proprio di no.Una doccia veloce e via a letto o un pedicure ogni tanto.Soltanto quando i piedi ci fanno male o capita qualcheinfortunio li prendiamo in debita considerazione. Gliinfortuni sono particolarmente spiacevoli, perché rovina-no i nostri programmi di allenamento, se ne abbiamo, operché rendono difficili il nostro movimento in generenecessario per il benessere fisico.Calma ragazzi… non dobbiamo scoraggiarci: sono incon-venienti del mestiere e fanno parte del gioco anche perchéè meglio rischiare di subire qualche piccolo infortunio chestarsene inattivi. Rimanendo seduti sul divano di casa,magari davanti alla televisione sicuramente non ci accadenulla ma allo stesso tempo trascuriamo le necessità fisichedel nostro corpo.Il mio scopo è comunque quello di trasmettervi tutto quel-lo che si può fare per scongiurare gli infortuni o, nel peg-giore dei casi, per risolverli il prima possibile.Si tratta sempre e comunque di piccoli infortuni cheriguardano i piedi ma di conseguenza anche le caviglie, leginocchia, le anche, la schiena, il collo e si possono cata-logare così: dolori muscolari, crampi e contratture, stira-menti e strappi, infiammazioni e distorsioni.In questa puntata parleremo dei Dolori Muscolari.Innanzitutto quando cominciamo la nostra carriera di cor-

ridori, camminatori qualsiasi tipo di attività sportiva (emagari proveniamo da un periodo di inattività) dobbiamomettere in preventivo alcuni dolori muscolari diffusi.Questi non compaiono subito… compaiono solitamente12-24 ore dopo che abbiamo fatto movimento, aumentan-do d’intensità per uno/due giorni per poi diminuire grada-tamente nel giro di qualche giorno.Cosa possiamo fare per scongiurarli? Prima di tutto nondobbiamo pensare di essere dei supereroi. Partiamo sem-pre in maniera graduale ad allenarci: non dobbiamo dimo-strare di essere i più forti. Il vecchio proverbio “Chi vapiano va sano e lontano” è perfettamente applicabile allanostra situazione e io aggiungerei muoviamoci con intel-ligenza. Aumentiamo gradualmente la durata dei nostriallenamenti e tutto andrà per il meglio. In secondo luogocerchiamo di non distanziare troppo gli allenamenti traloro e di non interromperli per lunghi periodi, altrimentiquesti dolori si ripresenteranno. In concreto non bastaandare a correre o camminare solo la domenica mattina emagari saltare anche qualche allenamento perché piove.La pioggia è bella e ci mette in simbiosi con la natura.Come ultimo consiglio, associamo ai nostri allenamentisempre una buona dose di esercizi di streching, sia primache dopo la corsa/camminata e otterremo un beneficio peri giorni successivi.Vedrete che partire con il piede giusto è importante anchee soprattutto per prevenire gli infortuni e qualsiasi ideaabbiate in mente da una semplice attività di camminata, dicorsa o di attività sportiva fatela sempre precedere da unadeguata programmazione a breve, medio o lungo termi-ne concordata con persone esperte e preparate.

Luca Damin

Dolo–Dachau: storia di sport e memoria

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NuotoTROFEO SETTE COLLIIl nostro campione Mattia Nalesso convocato dalla nazio-nale azzurra assoluta ha partecipato al rinomatissimo tro-feo internazionale dei Sette Colli. A lui si aggiunge lanostra junior Alice Conte che si cimenterà nei 50 farfalla.A tale trofeo la partecipazione è aperta a coloro che hannoconseguito i tempi limite federali o su segnalazione delsettore nazionale giovanile.

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IL CALCIO NON SI FERMA MAIAnche d’estate la macchina del calcio funziona a pienoregime. Non parliamo del calcio giocato ma di quelloburocratico. Il Comitato Regionale ha diffuso i comunica-ti che interessano le squadre dilettantistiche con particola-re riguardo all’aspetto organizzativo. La prossima stagio-ne 2010/2011 inizierà il 5 settembre con la prima gara deltriangolare del primo turno di Coppa Italia, le altre duegiornate saranno in programma il giorno 8 settembre, innotturna, e domenica 12 settembre.I campionati prenderanno il via domenica 19 settembre esi concluderanno l’8 maggio del 2011, quantomeno perquel che riguarda la fase regolare. In questo periodo laFederazione è stata impegnata anche per quanto riguardal’esame delle domande di fusione e di ammissione aicampionati. Per quanto riguarda le prime sono state unaventina quelle accolte mentre per le seconde non si regi-strano particolari casi di rinuncia. In Eccellenza,Promozione e Prima categoria le graduatorie dei play-offhanno determinato i ripescaggi mentre per la Secondacategoria il Comitato ha stilato una graduatoria in basealle domande presentate. Undici i posti diventati disponi-bili, fra i ripescati anche il Gambarare e loScorzèPeseggia, ultimo dei richiedenti è, invece risultato

il club dell’Ambrosiana Sambruson, classificatosi al 42°posto e, quindi, non ammesso al torneo di categoria supe-riore. Per quanto riguarda l’organico del torneo diEccellenza, per ora poco si discosta da quello della scor-sa stagione ma c’è da dire che ben 17 formazioni profes-sionistiche hanno rinunciato ad iscriversi nei loro cam-pionati ed un altra ventina non sono state ammesse perinadempienze. Ciò provocherà conseguentemente il ripe-scaggio di formazioni di categoria inferiori, per giuntaanche sette formazioni di serie D hanno rinunciato, è pen-sabile che almeno una fra Montecchio Maggiore eTreviso, che hanno prodotto istanza di ripescaggio, possa-no ritrovarsi a giocare la prossima stagione in serie D eciò causerebbe l’effetto domino con ulteriori ripescaggi.In attesa di ulteriori sviluppi riportiamo l’attuale organicodi 32 squadre che compone la griglia delle formazioni cheparteciperanno al torneo di Eccellenza, la suddivisione ingironi avverrà probabilmente all’inizio di agosto: Abano,Adriese, Ambrosiana, Ardita Moriago, Calcio Monselice,Campodarsego, CastelnuovoSandrà, Cerea, Chiampo,Delta 2010, Dolo RdB, Feltreseprealpi, Garcia MorenoArzignano, Giorgione, Liapiave, Marano, Marosticense,Miranese, MM Sarego, Montecchio Maggiore, Piovese,Ponzano, Real Vicenza, Romano d’Ezzelino, Rossano,Somma, Sottomarina, Team S. Lucia Golosine, Treviso,Trissino, Vigontina, Vittorio Falmec S.M. Colle.

Lino Perini

La Prima Squadra ha raggiunto il suo obiettivo, cioè lapermanenza nella categoria dell’Eccellenza, dopol’ultima partita disputata vittoriosamente contro l’EdoMestre.Purtroppo la categoria Juniores ha disputato un pessimocampionato retrocedendo nella categoria Regionale.Il Settore Giovanile abbiamo avuto la migliore stagionedegli ultimi anni in quanto abbiamo raggiunto gli obietti-vi nelle Regionali,con il piazzamentoall’ottavo posto siaper gli Allievi cheper i Giovanissimi.Per le altre squadreabbiamo vinto ilcampionato con iGiovanissimi 1996e con gliEsordienti 1998abbiamo vinto siail torneo federaleautunnale quantoquello primaverile.La squadra deiGiovanissimi 1997si è ben piazzata, èriuscita a far partedel “podio”, ed havinto il Torneointernazionale Venezia CUP che si è disputato a Jesolo,battendo in finale la squadra del Fanfulla. I Pulcini ePrimi Calci hanno vinto sempre nel senso che già il fattoaver giocato a calcio per 9 mesi su un anno è già una vit-toria sia della famiglia e sia del bambino. Divertimento èil loro obiettivo alla partenza e della fine dell’annata spor-tiva.Volevo spendere due parole per i Tornei che abbiamosvolto a Cazzago, con la collaborazione della società dicalcio di Cazzago l’ASD Naviglio, relative ai Pulciniannate 1999, 2000 e 2001 ed Esordienti annate 1997 e1998, con la partecipazione di circa 30 società. Questi tor-nei iniziati il 3 maggio si sono conclusi il 13 giugno. Vorrei fare un ringraziamento al Gianluca Vanin, nostrosegretario, il quale da solo è riuscito ad organizzare tuttiquesti tornei. Il plauso per Gianluca è d’obbligo ancheperché è riuscito a far arbitrare le partite ad alcuni nostri

giovani tesserati, e non da dirigenti di società che, con laloro presunzione di saper le regole a “mena dito” sareb-bero incorsi in proteste da parte di qualche allenatore“fenomeno” e/o di qualche genitore che va sopra le righeincitando la propria squadra. La Tribuna è sempre statacomposta, con la giusta espressione di esultanza, rispet-tando sia i giocatori - bambini che gli arbitri - ragazzi.Vale la pena esortare la FIGC a valutare l’esperienza posi-

tiva che viene dainostri tornei: fararbitrare le partitedei Pulcini e degliEsordienti ai giova-ni tesserati calcia-tori si è rivelatomolto positivo ede s t e n d e r el’esperienza aicampionati autun-nali e primaverilidarebbe maggioretranquillità alle par-tite. I dirigenti disocietà arbitrodevono rimanereun ricordo. Quindiuna citazione parti-colare va ai ragazziBiagio Beneduce,

Riccardo Di Luzio e Alessio Dainese, che hanno dimo-strato per tutta la manifestazione di vestire i panni del-l’arbitro, riuscendo a trasmettere ai ragazzini che gioca-vano la serenità e la vitalità necessaria. Ringrazio inoltrele 4 splendide ragazze che hanno gestito i bar la Nicoletta,la Claudia, la Rosita e la Stefania, alle quali vanno il pre-mio di Miss Bar 2009/2010. Nel concludere l’annata sportiva 2009/2010 ringrazio tuttii collaboratori che si sono sacrificati e in campo e in diri-genza dal Vice Presidente Doriano Venturini, al dsRoberto Tonicello, al Dirigente Agostino Dittadi eFrancesco Bajardo. Non me ne vogliano coloro che nonsono stati citati che comunque sono nel cuore di coloroche vogliono il bene di questa società.

Il PresidenteMoreno Volpe

Un anno di Dolo RdB

Il presidente Moreno Volpe ci racconta la stagione appena conclusa

I Giovanissimi 1997 trionfatori al Torneo Internazionale Venezia Cup

Page 8: Dolo Sport n.11 del 18 luglio 2010

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In Redazione: Matteo Bellomo, Mauro Poletto, Marino Salviato e Stefano Trovò Hanno collaborato: Fausto Scocco, Emiliano Saccon, Cecilia Canova, Anna

Canova e Giorgio Scocco oltre a: Francesco Danieletto, Alberto Terribile,Simone Cercato, Luca Damin

Stampa Tip. Canova Dolo - Chiuso in redazione giovedì 15 luglio 2010

ANNO XXXIV - n. 11 DOMENICA 18 LUGLIO 2010Editore STEFANO TROVÒ

Direttore responsabile LINO PERINI

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Periodico del Club Biancogranata Ass. Culturale Senza Scopo di LucroIscritta all’Albo delle Associazione Dolesi n. 103

Autorizzazione del Tribunale di Venezia n. 1422 del 22 maggio 2002via A. Manzoni, 18 - Dolo (Ve) Tel. 041412598

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COME SMALTIRE I RIFIUTI TECNOLOGICIDevono essere portati in Ecocentro o eliminati con ilservizio ingombranti

Il modo corretto per eliminare i RAEE (rifiuti tecnologi-ci) è la raccolta differenziata. I rifiuti tecnologici devonoinfatti essere consegnati negli Ecocentri autorizzatioppure eliminati con il servizio di Veritas di asporto adomicilio degli oggetti ingombranti (su prenotazione,numero verde 800-811333).Negli Ecocentri, i RAEE vengono divisi in cinque gruppi,stabiliti dalla normativa:R1 - freddo e clima (frigoriferi, con dizionatori e scal-dacqua); R2 - grandi bianchi (lavatrici, lava stoviglie,forni e piani cottura); R3 - tv e monitor; R4 - piccoli elet-trodomestici ed elet tronica, apparecchi di illuminazione;R5 - sorgenti luminose.Una volta divisi, i RAEE sono avviati al riciclo negliimpianti di trattamento, dove vengono eliminate le com-ponenti pericolose per l’ambiente. I gruppi più dannosiper l’ambiente sono R1, R3 e R5.Gruppo R1. Categoria che comprende gli elettrodome-stici che contengono gas pericolosi quali CFC e HCFC(gas dannosi per l’ozono, considerati i principaliresponsabili dell’immissione di doro nell’atmosfera)

che sono contenuti nei circuiti refrigeranti e nelle schiu-me isolanti degli apparecchi più vecchi. Per prima cosadal circuito di raffreddamento vengono estratti gli olii ei gas CFC/HCFC, poi viene smontato il compressore.Solo dopo l’elettrodomestico viene triturato in unambiente ermetico, per evitare la dispersione dei gasnocivi contenuti nelle schiume isolanti.Gruppo R3. La quasi totalità delle televisioni e dei moni-tor raccolti ha un tubo catodico che deve essere tratta-to per evitare di spargere polveri di metalli pesanti e perriciclare il vetro, che diventa nuovi monitor e tv. Oltre il90% dei materiali di cui è composto un monitor a tubocatodico (rame, ferro, alluminio, vetro e plastica) vieneriutilizzato.Gruppo R5. Dalle lampade fluorescenti è possibile rici-clare il 99% delle componenti: metalli, vetro e materieplastiche. Viene recuperato anche il mercurio, con unprocesso di distillazione dalle polveri fluorescenti chelo contengono.Il riciclaggio degli altri elettrodomestici (lavatrici,lavastoviglie, cappe aspiranti) è più semplice, per-ché non hanno gas all’interno. Dopo la rimozionedelle parti pericolose (come interruttori e conden-satori) e dell’eventuale contrappeso di cemento,possono quindi essere triturati anche in ambien-te non ermetico.Ogni abitante produce in un anno in Italia circa 14 kg di

RAEE che spesso finiscono in discarica o in strada, congravi danni per l’ecosistema. Infatti, vengono dispersenell’ambiente sostanze pericolose e non possono esse-re recuperate parecchie materie prime quali vetro, pla-stiche e metalli (ferro, rame, acciaio, ghisa e alluminio).Da un elettrodomestico è possibile ricavare 28 kg diferro, 6 kg di plastica e oltre 3 kg tra rame e alluminio.

Rinuncia alla carta, chiedi la bolletta via mailOggi è possibile ricevere via mail le bollette diVeritas, rinunciando alla carta e quindi preser-vando la natura. Il servizio è su richiesta e pre-visto solo per chi ha la domiciliazione bancariao postale delle bollette. Per ricevere le fatturevia mail è sufficiente compilare uno stampatodisponibile agli sportelli del Servizio ClientiVeritas oppure collegarsi al sito:www.gruppoveritas.it ed entrare prima nelloSportello fai da te e poi nella sezione Servizi online. E’ anche possibile ricevere un sms di avvi-so contemporaneamente alla partenza dellamail. La fattura arriverà in tempo reale, nellostesso giorno in cui viene emessa, senza pos-sibilità di smarrimento o ritardi.

Dai nostri rubinetti esce soprattutto acqua di falda, di ottimaqualità, attinta da una sessantina di pozzi a una profonditàcha arriva fino a 300 metri.Viene immessa in rete anche acqua di superficie, resa pota-bile nell’impianto Ca’ Solaro (Mestre) che preleva l’acqua dalSile, il principale fiume italiano di risorgiva, e di Cavanella(Chioggia), che tratta l’acqua dell’Adige.Nei due impianti funziona un sistema di filtri a carboni attiviche migliora il sapore e le caratteristiche dell’acqua potabi-lizzata.L’acqua potabile erogata da Veritas è attentamente control-lata: ogni anno il laboratorio aziendale verifica 10.000 cam-pioni e analizza 200.000 parametri. La qualità è controllata in maniera indipendente anche

dall’Arpav e dalle Usi competenti cui spetta - attraverso ilServizio igiene alimenti e nutrizione - il giudizio di potabilità.La qualità dell’acqua Veritas è apprezzata dai cittadini.L’annuale indagine sulla soddisfazione dei clienti mette infat-ti in luce che cresce costantemente (78,7% nel 2007, 80,7%nel 2008, 82,4% nel 2009) il numero di persone che bevel’acqua che esce dal rubinetto. Il dato è notevolmente supe-riore alla media nazionale.I cittadini, inoltre, apprezzano la velocità di intervento incaso di emergenza, le caratteristiche dell’acqua Veritas(soprattutto la limpidezza), lo sforzo e l’impegno della socie-tà per ridurre i consumi.

trattodaVeritasNotizieewww.gruppoveritas.it

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Acqua VeritasOgni anno 200.000 Analisi e Controlli