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2
Firme
Datore di Lavoro (Direttore Generale)
Dott. Ricciardi Alfredo
R.S.P.P.
DDootttt.. SSiiggnnoorreellllii SSiirriioo
Medico Competente
Dott. Beninato Giovanni
R.L.S.
Sig. Condino Guglielmo
Documento Valutazione Rischi
Ai sensi del D.Lgs. 81 del 09 Aprile 2008
ANALISI dei FATTORI di RISCHIO
e relative valutazioni in ordine alla sicurezza
e la salute sui luoghi di lavoro
SEDE: ASILO NIDO “PRATO FIORITO”
VIA CAMPO DEI FIORI – 20026 NOVATE MILANESE (MI)
COMUNE DI NOVATE MILANESE
SEDE Via Vittorio Veneto 18 – 20026
PARTITA IVA/ C.F. 02032910156
Telefono
02.354731
Fax
02.33240000
g 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12
13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24
25 26 27 28 29 30 31
m 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12
a 2012 2013 2014 2015 2016 2017
I emissione Revisione del Documento redatto nel mese di
Gennaio 2010
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INDICE
1. ANAGRAFICA AZIENDALE 4
1.1. DATI IDENTIFICATIVI 4
1.2. SUDDIVISIONE RISORSE 4
1.3. ORGANIGRAMMA SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE 5
1.4. DESCRIZIONE ATTIVITÀ SVOLTA 7
2. OGGETTO E METODOLOGIA DI VALUTAZIONE 7
2.1. ASPETTI GENERALI 7
2.2. CRITERI PER LA VALUTAZIONE DEI RISCHI 8
3. VALUTAZIONE DEI RISCHI 13
3.1. RISCHI CONNESSI AGLI AMBIENTI DI LAVORO / IMPIANTI 13
3.2. RISCHI CONNESSI ALLA MANSIONE / FASI DI LAVORO 23
3.2.1. Suddivisione dei lavoratori in gruppi omogenei – Identificazione dei rischi 23
3.2.2. Schede di Valutazione 23
3.3. RISCHI DERIVANTI DA MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI 27
3.4. VALUTAZIONE DEI RISCHI DERIVANTI DA ESPOSIZIONE AD AGENTI FISICI: RUMORE 29
3.5. VALUTAZIONE DEI RISCHI DERIVANTI DA ESPOSIZIONE AD AGENTI FISICI: VIBRAZIONI 31
3.6. VALUTAZIONE DEI RISCHI DERIVANTI DA ESPOSIZIONE AD AGENTI FISICI: CAMPI ELETTROMAGNETICI 33
3.7. VALUTAZIONE DEI RISCHI DERIVANTI DA ESPOSIZIONE A SOSTANZE PERICOLOSE 38
3.8. VALUTAZIONE DEI RISCHI DERIVANTI DA ESPOSIZIONE AD AGENTI FISICI: ATMOSFERE ESPLOSIVE 43
4. VALUTAZIONI AGGIUNTIVE 44
4.1. PRESENZA DI PERSONALE STRANIERO IMMIGRATO/ EXTRACOMUNITARIO 44
4.2. GESTANTI 44
4.3. MISURE PREVENTIVE E DISPOSIZIONI PER I DISABILI 47
4.4. MISURE PREVENTIVE E DISPOSIZIONI PER I MINORENNI 47
4.5. AZIENDA A RISCHIO DI INCIDENTE RILEVANTE 47
5. VALUTAZIONE RISCHI INCENDIO 48
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5.1 CRITERI ADOTTATI PER LA VALUTAZIONE 48
5.2 VALUTAZIONE 48
6. DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE 52
7. SORVEGLIANZA SANITARIA 53
7.1. ANDAMENTO INFORTUNI 53
7.2. VISITE MEDICHE 53
8. INDIVIDUAZIONE DELLE PROCEDURE PER L’ATTUAZIONE DELLE MISURE PREVENTIVE E
PROTETTIVE 54
9. GESTIONE DEI CONTRATTI D’APPALTO O D’OPERA E DI SOMMINISTRAZIONE 55
10. RISULTATI DELLA VALUTAZIONE - PROGRAMMA INTERVENTI MIGLIORATIVI MISURE DI
PREVENZIONE E PROTEZIONE 55
10.1. RISULTATI DELLA VALUTAZIONE 55
10.2. PROGRAMMA INTERVENTI 56
11. PROFESSIONALITÀ UTILIZZATA 57
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1. ANAGRAFICA AZIENDALE
1.1. DATI IDENTIFICATIVI
ENTE COMUNE DI NOVATE MILANESE
SEDE LEGALE
Indirizzo CAP Comune Provincia
Via Vittorio Veneto, 18 20026 Novate Milanese Milano
RECAPITO
TELEFONICO
Telefono Fax
02.354731 02.33240000 [email protected]
PARTITA IVA 02032910156 CODICE FISCALE 02032910156
OGGETTO
SOCIALE
Attività generali di amministrazione pubblica. Servizi amministrativi e
tecnici
Codice ATECORI
84.11.10
DATORE DI
LAVORO
(DIRETTORE
GENERALE)
Cognome Nome Data di nascita
Ricciardi Alfredo 07/09/1971
Residenza
per l’incarico
Via Vittorio Veneto, 18 – 20026 Novate Milanese (MI)
1.2. SUDDIVISIONE RISORSE
Nella tabella che segue viene riportata la suddivisione delle risorse umane operanti per l’amministrazione
comunale evidenziando quelle operanti nella sede in esame.
SU
DD
IV
ISIO
NE R
ISO
RSE U
MA
NE
Identificazione N.
Dipendenti
Uomini Donne
Municipio
Impiegati Amministrativi / VDT 79 15 64
Centralinista 2 1 1
Tecnico Comunale 12 8 4
Aree esterne Operaio 3 3 -
Asilo Nido Educatrici 7 - 7
Sede di Via Resistenza
- Comando Vigili Urbani
- Servizi Sociali
Vigili Urbani 17 15 2
Assistenti Sociali 4 1 3
Assistente domiciliare 1 1 -
Biblioteca Impiegato biblioteca 9 1 8
Cimiteri Addetto ai servizi cimiteriali 1 1 -
Impianti sportivi Addetti impianti sportivi 2 2 -
Personale presso la sede in esame 7 - 7
Personale totale 137 48 89
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1.3. ORGANIGRAMMA SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE
DIRETTORE
GENERALE
Cognome Nome Data di nascita
Ricciardi Alfredo 07/09/1971
Residenza per l’incarico
Via Vittorio Veneto, 18 – 20026 Novate Milanese (MI)
RESPONSABILE
DEL SERVIZIO
DI
PREVENZIONE
E PROTEZIONE
(R.S.P.P.)
Società GLOBAL MEDICAL SERVICE S.R.L.
Cognome Nome Ruolo Date Allegati
Signorelli Sirio
Interno I 07/06/2012 x Attestati
X Esterno C Marzo 2010 x Incarico
Indirizzo Cap. Comune Provincia
Piazza S.G. Battista alla Creta, 1 20147 Milano Milano
Telefono Fax E-mail
02.4122561 02.4156671 [email protected]
MEDICO
COMPETENTE
Società GLOBAL MEDICAL SERVICE S.R.L.
Cognome Nome Ruolo Data Incarico Allegati
Beninato Giovanni
Interno 19/04/2011
Incarico con cadenza annuale
X Incarico
x Esterno
Indirizzo Cap. Comune Provincia
Piazza S.G. Battista alla Creta, 1 20147 Milano Milano
Telefono Fax E-mail
02.4122561 02.4156671 [email protected]
RAPPRESENTA
NTE DEI
LAVORATORI
PER LA
SICUREZZA
(RLS)
Ente DIPENDENTE COMUNALE
Cognome Nome Ruolo Date Allegati
Condino Guglielmo
x Interno
C
28/03/2012
(Ultimo
Aggiornamento)
x Attestati
Esterno x Elezione
A Annuale
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SQUADRA
EMERGENZE
PRESSO LA
SEDE IN ESAME
Addetti ANTINCENDIO – rischio basso
Nominativo Date Reparto
Brovelli Maria Luisa
Gerardi Angela
C 2 Marzo 2010
Asilo Nido
A Consigliabile
Triennale
Addetti PRIMO SOCCORSO
Nominativo Date Reparto
Brovelli Maria Luisa
Gerardi Angela
C 5, 12, 26
Febbraio 2010
Asilo Nido
A Triennale
ANNOTAZIONI
Date : C => Corsi - A => Aggiornamento
Organigramma del Servizio di Prevenzione e Protezione di Sede
SERVIZIO
DI PREVENZIONE
E PROTEZIONE
R.S.P.P.
Dott. Signorelli Sirio
MEDICO COMPETENTE
Dott. Beninato Giovanni
R.L.S.
Sig. Condino Guglielmo
SQUADRA DI EMERGENZA
AD. AL PRIMO SOCCORSO
Brovelli Maria Luisa
Gerardi Angela
AD. PREVENZIONE INCENDI
Brovelli Maria Luisa
Gerardi Angela
CAPO AREA
LAVORATORI Dipendenti Impiegati/Tecnici
DATORE DI LAVORO
Direttore Generale
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1.4. DESCRIZIONE ATTIVITÀ SVOLTA
Presso la sede esaminata nella presente valutazione viene svolta l’attività di asilo nido, con presa in custodia
ed assistenza di bambini.
ZONA/AMBIENTE DI
LAVORO/ATTIVITÀ BREVE DESCRIZIONE PERSONALE COINVOLTO
N.
DIPENDENTI
Asilo di Via Campo dei
Fiori
Assistenza ed educazione a bambini di età
compresa tra i 3 e i 5 anni.
Attività didattica, gioco libero, vigilanza
nell’arco della giornata
Educatrici 7
2. OGGETTO E METODOLOGIA DI VALUTAZIONE
Tutte le attività umane in cui è presente fonte di pericolo sono soggette a rischio. È quindi fondamentale
ridurre i rischi presenti per migliorare la sicurezza delle persone sino al livello sicurezza individuato come
accettabile.
Qualora non sia è possibile eliminare il pericolo per eliminare il rischio alla radice, occorre ridurre il rischio
entro il livello di accettabilità.
La valutazioni dei rischi ha quindi l’obiettivo di individuare tutti i rischi presenti nel luogo di lavoro e ridurne i
livelli entro limiti accettabili programmando ed attuando misure di preventive e protettive.
2.1. ASPETTI GENERALI
Oggetto del presente studio è l’analisi e la valutazione dei rischi per la sicurezza e la salute dei Lavoratori sul
Luogo di Lavoro.
Lo scopo è realizzare un documento che passi in rassegna l’impresa nel suo complesso al fine di individuare,
nell’ambito delle conoscenze possedute e delle informazioni raccolte, i rischi cui possono essere esposti i
Lavoratori nello svolgimento delle loro funzioni ed i conseguenti danni che potrebbero riportare.
L’analisi non pretende di essere esaustiva né si può escludere che un evento imprevisto ed imprevedibile si
verifichi dando luogo a conseguenze rilevanti.
In ogni caso il documento verrà utilizzato come strumento di lavoro permanente e dinamico, con la possibilità
di aggiornarlo periodicamente anche in funzione di nuovi eventi e di una maggior esperienza maturata.
La metodologia seguita nell’analisi dei rischi ha come riferimento il D.Lgs. n. 81 del 9 aprile 2008, i documenti
emessi dalla Comunità Europea nonché le norme di buona tecnica (CEI-UNI).
A norma dell’art. 28 del D.Lgs. 81/08, la valutazione dei rischi per la Sicurezza e la Salute dei Lavoratori è il
primo e più importante adempimento da ottemperare da parte del Datore di Lavoro per arrivare ad una
conoscenza approfondita di qualunque tipo di rischio presente nella propria realtà aziendale.
In particolare l’articolo sopra citato impone l’obbligo di elaborare un documento contenente:
a) La valutazione dei rischi per la sicurezza e la salute durante il lavoro;
b) L’individuazione delle misure di Prevenzione e Protezione da attuare;
c) Il programma di attuazione delle misure individuate;
d) L’eventuale documentazione di supporto;
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Si può affermare, in sintesi, che “L’obiettivo della valutazione dei rischi consiste nel consentire al datore di
lavoro di prendere i provvedimenti che sono effettivamente necessari per la salvaguardia la sicurezza e la
salute dei lavoratori”.
Uno strumento generale di valutazione dei rischi professionali deve rifarsi a criteri operativi semplificati che
consentano di soddisfare comunque ad alcuni requisiti definiti dalle linee guida europee:
1) Assicurare la maggiore sistematicità possibile al fine di garantire l’identificazione di tutti i possibili rischi
presenti , e precisamente:
- Individuazione delle fonti potenziali di pericolo (sostanze, macchinari, agenti nocivi, ecc.)
- Individuazione dei soggetti esposti
2) Procedere alla valutazione dei rischi per ciascun rischio individuato alla fase 1, e precisamente poter
emettere un giudizio di gravità del rischio.
3) Consentire l’individuazione delle misure di prevenzione e protezione da attuare in conseguenza degli esiti
della valutazione, stabilendo in questo modo il programma di attuazione.
2.2. CRITERI PER LA VALUTAZIONE DEI RISCHI
La valutazione del rischio è stata svolta seguendo una procedura che prevede successivamente:
1. Identificazione dei cicli produttivi, delle lavorazioni eseguite, delle mansioni presenti, dei lavoratori associati
alle varie mansioni/lavorazione/ambienti di lavoro/attrezzature e delle attività/lavorazioni ad esse collegate.
2. Ricerca e l’individuazione dei pericoli presenti (agenti biologici, agenti chimici, attrezzature di lavoro,
elettricità, illuminazione, impianti, incendio ed esplosione, luoghi, locali e posti di lavoro, microclima,
movimentazione dei carichi, radiazioni ionizzanti, radiazioni non ionizzanti, rumore, sostanze pericolose,
vibrazioni, videoterminali) per la sicurezza e la salute dei lavoratori.
3. Identificazione dei lavoratori potenzialmente esposti.
4. Valutazione della potenzialità del pericolo, della frequenza di esposizione, e della probabilità (valutazione
del rischio).
5. Individuazione delle misure di prevenzione, protezione e dei dispositivi di protezione individuale.
6. Individuazione delle tempistiche di attuazione delle misure ritenute opportune per garantire il
miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza.
I criteri adottati per la valutazione del rischio sono riferiti alle normative contenute nell’elenco della
legislazione applicabile.
Per valutazione del rischio si intende la valutazione globale della probabilità e della gravità di possibili lesioni
o danni alla salute in una situazione pericolosa per scegliere le adeguate misure di sicurezza.
La procedura adottata per la valutazione del rischio si basa sull’analisi dei possibili pericoli (fonte di possibili
lesioni o danni alla salute) presenti.
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Passo 1: individuazione del punto di verifica/sorgente di pericolo.
Passo 2: Individuazione dei potenziali effetti pericolosi derivanti dalla sorgente e verifica della presenza degli
stessi, ovvero Verifica della rispondenza dei requisiti oggetto di analisi
La simbologia utilizzate per identificare l’esito della verifica della presenza di un pericolo è la seguente:
1 rischio non presente/non significativo o conformità alla normativa
2 rischio presente con eventuale descrizione
3 ∆ rischio residuo con eventuale descrizione
Nell’analisi dei fattori di rischio correlati all’attività lavorativa verranno indicati esclusivamente i rischi valutati
di entità NON TRASCURABILE, implicando quindi essere di entità trascurabile quelli non espressamente
indicati.
Passo 3: valutazione del rischio (se oppure ∆).
Punto di
Verifica/Sorgente di
Rischio
Criticità/Esito verifica
Valutazione del rischio
residuo
Misure di sicurezza/Note
M F P R
Categoria
Descrizione
Punto di
Verifica/Sorgente di
Rischio
Criticità/Esito verifica
Valutazione del rischio
residuo
Misure di sicurezza/Note
M F P R
Categoria Individuazione Possibili rischi
Descrizione
∆
rischio residuo
Punto di
Verifica/Sorgente di
Rischio
Criticità/Esito verifica
Valutazione del rischio residuo
Misure di sicurezza/Note
M F P R
Categoria (V. Tabelle esplicative seguenti)
Descrizione Effetti
∆
rischio
residuo
1-8 1-4 1-4
1-12
13-31
32-47
48-128
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Il livello di rischio è dato dal prodotto dei seguenti fattori:
Potenzialità del pericolo (M);
Frequenze (F);
Probabilità di accadimento (P);
analizzando anche la situazione infortunistica precedente, il pericolo, le conoscenze ed i suggerimenti degli
operatori.
M x F x P = R
Ai fattori in analisi (M, F, P) vengono assegnati i valori riportati di seguito.
M POTENZIALITÀ DEL PERICOLO (possibile danno che il pericolo può provocare)
M 1 Lieve entità (l’infortunio può causare fastidio o infortunio rapidamente reversibile)
M 2 Medio bassa entità (infortunio reversibile)
M 4 Pericolo di medio alta entità (infortunio irreversibile o reversibile a lungo termine)
M 8 Pericolo di alta entità (infortunio gravissimo può provocare il decesso del Lavoratore)
F FREQUENZA (frequenza di esposizione alla fonte di pericolo)
F 1 Mensile con basso tempo di esposizione
F 2 Settimanale con basso tempo di esposizione o mensile con alto tempo di esposizione
F 3 Quotidiana con basso tempo di esposizione o settimanale con alto tempo di esposizione
F 4 Quotidiana con alto tempo di esposizione (superiore a 4 ore consecutive)
P PROBABILITÀ DI ACCADIMENTO (probabilità che si verifichi l’evento pericoloso tenendo conto della
possibilità di evitare il danno)
P 1 Bassa probabilità che si verifichi l’evento pericoloso Alta probabilità di evitare il danno
P 2
Bassa probabilità che si verifichi l’evento pericoloso Bassa probabilità di evitare il danno
o
Alta probabilità che si verifichi l’evento pericoloso Alta probabilità di evitare il danno
P 3 Alta probabilità che si verifichi l’evento pericoloso Bassa probabilità di evitare il danno
P 4 Certa-Inevitabile (certezza che si verifichi l’evento pericoloso)
Potenzialità del
pericolo/sorgente di rischio Frequenza Probabilità Rischio
M (8-4-2-1) F (4-3-2-1) P (4-3-2-1) R
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R: COEFFICIENTE DI RISCHIO
Esito
verifica
Grado di
rischio Rischio Misure di sicurezza
1 - 12 Basso Adeguamenti di priorità 4 – identificare e porre in atto misure di sicurezza
nel medio termine (vedi passo n° 5)
13 - 31 Medio Adeguamenti di priorità 3 - identificare e porre in atto misure di sicurezza
nel breve termine (vedi passo n° 5)
32 - 47 Elevato Adeguamenti di priorità 2 – identificare e porre in atto misure di sicurezza
immediate (vedi passo n° 5)
48 - 128 Non
accettabile
Adeguamenti di priorità 1 – situazione non accettabile – sospendere
l’attività fino a quando non sono state messe in atto le misure di sicurezza
necessarie (vedi passo n° 5)
I pericoli con indice di gravità M8 (pericolo di alta entità - infortunio gravissimo che può provocare il decesso del
lavoratore) sono automaticamente considerati rischi con adeguamento di priorità 1.
Esito
verifica
Grado di
rischio Rischio Misure di sicurezza
∆
rischio
residuo
1 - 12 Basso Mettere in atto le misura di sicurezza previste
13 - 31 Medio Mettere in atto le misura di sicurezza previste
32 - 47 Elevato Mettere in atto le misura di sicurezza previste
48 - 128 Non accettabile La lavorazione deve essere immediatamente sospesa, mettere in atto
misure di sicurezza tali da rendere il rischio il più basso possibile
Passo 4: indicazione delle misure di sicurezza.
Punto di
verifica/sorgente di
pericolo
Esito verifica
Descrizione del
pericolo
M F P R Misure di sicurezza
X
Nella casella apposita (X), a seconda dell’esito della verifica, verranno indicate:
Esito verifica
Nessuna misura di sicurezza (eventuali indicazioni preventive)
Misure di sicurezza, tempistiche, responsabile dell’intervento/adeguamento
∆ rischio residuo Misure di sicurezza (queste dovranno essere immediatamente applicate)
Passo 5: indicazione delle tempistiche di implementazione delle misure di sicurezza all’interno del documento.
SCADENZA MISURE DI SICUREZZA TEMPISTICHE DI IMPLEMENTAZIONE
Scadenza X Medio termine 10 mesi
Scadenza Y Breve termine 6 Mesi
Scadenza Z Immediate 2 Mesi
Scadenza W Sospensione attività ---
Per completare la valutazione del rischio non è sufficiente comunque esprimere un valore numerico, di indice
qualitativo ma è indispensabile che tale valore R (rischio) venga confrontato con un valore limite o accettabile
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Ra (rischio accettabile) che l’analista deve stabilire, se l’attività non è normata, e che è conosciuto se l’attività è
regolata dalle normative (siano leggi dello stato, norme Europee, norme internazionali o di buona tecnica).
Il giudizio oggettivo di accettabilità, espresso in termini di conformità alle norme vigenti, rappresenta il livello
minimo di sicurezza.
La valutazione che segue è stata condotta mediante una procedura specifica e ben definita, che ha portato
alla definizione di apposite schede bibliografiche di riferimento, che contengono indicazioni utili per
l'elaborazione delle strategie di prevenzione e per integrare, ove del caso, le istruzioni specifiche per i
Lavoratori.
I criteri sopra descritti sono stati applicati analizzando la realtà aziendale relativamente alle tipologie di rischio
riassunte nelle seguenti categorie generali:
Rischi di natura infortunistica - Rischi per la sicurezza dovuti a:
Strutture (altezza, cubatura, superficie, ecc…);
Macchinari;
Arredamenti;
Scaffalature;
Pavimenti, botole, muri, soffitti, soppalchi e passaggi;
Pareti vetrate;
Uscite ed ingressi;
Percorsi di esodo;
Aerazione dei luoghi di lavoro;
Illuminazione (naturale ed artificiale);
Impianto elettrico;
Impianto di climatizzazione;
Impianto di riscaldamento;
Sostanze e preparati pericolosi;
Incendio ed esplosioni.
Rischi di natura igienico-ambientale - Rischi per la salute dovuti a:
Agenti chimici;
Agenti fisici;
Agenti biologici;
Pulizia ed ordine dei luoghi di lavoro.
Rischio di tipo “trasversale” - Rischi per la sicurezza e la salute dovuti a:
Organizzazione del lavoro;
Fattori psicologici;
Fattori ergonomici;
Condizioni di lavoro difficili;
Lavoratrici in stato interessante.
Le misure di sicurezza di seguito proposte ed ottenute dall’analisi della valutazione dei rischi, in particolare,
mirano a:
Migliorare ulteriormente (in rapporto allo sviluppo del progresso della tecnica prevenzionistica)
situazioni già conformi;
Dare attuazione alle nuove disposizioni introdotte dal D.Lgs. 81/08 e s.m.i.;
Regolarizzare eventuali situazioni carenti rispetto alla legislazione previgente il D.Lgs. 81/08 e s.m.i. .
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3. VALUTAZIONE DEI RISCHI
L’analisi viene effettuata secondo i criteri precedentemente esposti, analizzando i rischi nel seguente ordine:
Rischi generici connessi agli ambienti di lavoro
Rischi derivanti dalle specifiche mansioni/fasi di lavoro
Rischi Specifici
Nello sviluppo del documento verranno analizzati i potenziali pericoli riscontrati analizzando separatamente
le diverse sedi dell’Amministrazione e riportando per ognuna i gruppi omogenei di lavoratori in esse dislocati.
Per l’individuazione dei pericoli/sorgenti sono stati consultati e coinvolti il Medico Competente, il
Rappresentate dei Lavoratori per la Sicurezza ed i Lavoratori, anche mediante colloqui informativi.
3.1. RISCHI CONNESSI AGLI AMBIENTI DI LAVORO / IMPIANTI
EDIFICIO DESCRIZIONE
Asilo Nido
La sede dell’asilo nido “Prato Fiorito” è situata nel comune di Novate Milanese in via Campo dei Fiori.
I locali si sviluppano su un unico piano, attorno ad un atrio centrale accessibile dall’ingresso.
Dall’atrio si accede alle varie aule per le attività didattiche, distinte per le varie fasce di età dei bambini.
È presente una cantina che si sviluppa al di sotto dei locali di servizio, con accesso dall’esterno, ma
senza presenza di personale.
Dalle differenti aule vi è l’accesso separato ai locali servizi, anch’essi suddivisi ed organizzati in funzione
della differente autonomia dei bambini.
Adiacente all’ingresso si trova la cucina ed i locali di servizio per il personale, opportunamente separati
dalle aree in cui si svolgono le attività didattiche.
Dalle differenti aule si accede al giardino esterno del complesso, delimitato da opportuna recinzione e
suddiviso anch’esso in differenti aree.
È presente una cantina che si sviluppa al di sotto dei locali di servizio, con accesso dall’esterno, ma
senza presenza di personale.
L’edificio è dotato di impianto di riscaldamento autonomo, con caldaia in centrale termica (collocata
in un fabbricato separato), impianto di condizionamento, impianto elettrico e di messa a terra.
Tutti gli impianti sono corredati di progetto e dichiarazione di conformità e sono soggetti a
manutenzione e controlli.
Vista l’omogeneità di destinazione d’uso dei locali, si riporta una valutazione globale degli stessi.
Struttura verticale Struttura orizzontale Copertura Scale
Prefabbricato Prefabbricato Prefabbricato
Non presenti Cemento Armato x Cemento armato Cemento Armato
Muratura in laterizio Latero - cemento X Latero - cemento x
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Planimetria:
Dotazione Impianti Tipologia Impianto e Potenzialità Dichiarazioni
Impianto Elettrico Incassato x Esterno in canaline SI NO
Impianto di Condizionamento Canalizzato Esterno x SI NO
Impianto di Riscaldamento
Autonomo x Condominiale
SI NO A Metano Altro
Potenzialità >116 Kw
Altro - SI NO
Certificati Aggiuntivi - SI NO
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Punto di
Verifica/Sorgente
di Rischio
Criticità/Esito verifica
Valutazione del rischio
residuo
Misure di sicurezza/Note
M F P R
Dimensioni Rispondenza normativa Sicurezza
Malessere, sensazione di disagio
Altezza
Superficie (spazio
per lavoratore:
2mq)
Cubatura
(cubatura per
lavoratore: 10mc)
Ambientali
Scarse condizioni igienico-sanitarie, malessere e patologie
derivanti da scarso benessere termo-igrometrico (patologie
delle vie respiratorie, dell’apparato cardio-circolatorio, etc)
Pericolo di caduta per scivolamento o inciampo
Presenza di agenti patogeni
Pavimenti, muri e
soffitti
Le varie superfici dei
locali, anche in ragione
della destinazione d’uso
specifica, sono realizzati
con materiali facilmente
lavabili
Presenza di scale
La sede dell’asilo si
sviluppa su un unico
piano. Sono presenti
scale esterne per
l’accesso alla cantina
∆ rischio
residuo
scivola
mento
2 2 2 8
Mantenere un adeguato stato di
pulizia delle scale esterne per
ridurre il rischio di scivolamenti
Presenza di
protuberanze,
cavità o piani
inclinati, gradini
e/o dislivelli
pericolosi
-
Superfici in
condizioni di
poter essere pulite
e deterse per
ottenere
condizioni di
igiene adeguate in
base al tipo di
utilizzo
Le superfici dei locali
possono essere pulite e
deterse.
Il grado di pulizia ed
igiene risulta adeguato.
Il pavimento, i muri e il soffitto
devono essere tenuti costantemente
in buone condizioni di igiene e
pulizia.
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Dotazione dei
Servizi igienici
I servizi igienici per il
personale sono collocati
presso lo spogliatoio.
I locali sono dotati di un
numero sufficiente di
lavandini e w.c. e di
prese acqua con
rubinetteria ad
azionamento manuale
Vi è la presenza di mezzi
detergenti (distributore
monouso di sapone) e
mezzi per asciugarsi
(asciugamani monouso).
Microclima
Scarso benessere termo-igrometrico, patologie delle vie
respiratorie, dell’apparato cardio-circolatorio e muscolare
Sensazioni di caldo e freddo, malore generico
Difesa contro gli
agenti
atmosferici;
Temperatura,
Umidità, correnti
d’aria e
soleggiamento;
L’impianto di
riscaldamento garantisce
una temperatura
costante compresa tra i
18°C e i 24°C
Garantire una costante
manutenzione dell’impianto e degli
elementi radianti.
Nei mesi estivi la
temperatura è regolata
dall’impianto di
climatizzazione
Garantire una manutenzione
costante dei filtri dei fan-coil
presenti ed evitare possibili correnti
d’aria dirette.
Passaggi e spazi di lavoro
Urti, tagli, contusioni
Scivolamenti, inciampi
Disorientamento in caso di situazione di emergenza
Passaggi liberi e
ben mantenuti
Le vie di passaggio
interne risultano libere
da ostacoli.
Le vie e le uscite di emergenza
devono rimanere sgombre e
consentire di raggiungere il più
rapidamente possibile un luogo
sicuro. I passaggi non devono
essere ingombrati da materiali che
ostacolino il normale passaggio.
Lo spazio di
lavoro è ordinato
e dotato delle
attrezzature
necessarie
Le differenti aule ed aree
di lavoro sono
mantenute
costantemente in ordine
Idonea
collocazione di
scaffali, armadi
ecc.
La collocazione di
armadi e scaffali
consente un uso agevole
degli stessi anche con
l’ausilio di scale
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Porte e portoni e infissi Adeguatezza delle dimensioni
Infissi esterni I locali sono tutti dotati
di infissi apribili.
Infissi interni
Adeguatezza dei
passaggi e delle
aperture
I passaggi e le aperture
dei locali risultano essere
di larghezza adeguata, in
numero sufficiente,
apribili dall’interno e
libere da ostacoli
Le porte consentono una
rapida uscita verso
l’esterno, e la loro
apertura risulta agevole.
Tutte le aule comunicano
direttamente con l’esterno e sono
dotate di uscite di emergenza
Illuminazione naturale e artificiale Affaticamento visivo
Illuminazione degli ambienti di lavoro
Indice di
illuminamento
naturale
I locali sono illuminati
con luce naturale e/o
artificiale in modo da
assicurare una sufficiente
visibilità
Le superfici finestrate
illuminanti presentano
un adeguato stato di
pulizia
Le finestre hanno idonei
mezzi di schermatura
Le superfici vetrate illuminanti
devono essere tenute in buone
condizioni di pulizia e di efficienza.
Mantenere i dispositivi di apertura
delle finestre apribili in buone
condizioni di utilizzo.
Indice di
illuminamento
artificiale
L’impianto di
illuminazione artificiale
è installato
correttamente ed in
modo stabile, non
genera rischi di urto
accidentale
Illuminamento in
Lux
La collocazione degli
elementi illuminanti
evita abbagliamenti e/o
ombre fastidiose
Gli elementi sono
idoneamente schermati
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Manutenzione e
sostituzione
programmata
degli elementi
illuminanti
I mezzi di illuminazione artificiale
devono essere tenuti costantemente
in buone condizioni di pulizia e di
efficienza.
Verificare costantemente gli
elementi illuminanti
Aerazione naturale e artificiale Rispondenza alle disposizioni normative (RAI)
Scarso benessere
Rapporto di
aerazione
naturale
Le aperture garantiscono
un adeguato ricambio
d’aria, sono facilmente
apribili ed hanno buone
condizioni di fruibilità
(accessibili e assenza di
materiale posto davanti
ad esse).
I dispositivi di
apertura/chiusura sono
sicuri e perfettamente
funzionanti
I servizi igienici sono dotati di
finestre apribili.
Rapporto di
aerazione
artificiale
Non ci sono locali privi
di finestre
Posto di lavoro
Rispondenza normativa
Affaticamento posturale
Disagio ed affaticamento visivo (prurito, irritazione, bruciore
agli occhi)
Adattabilità del
posto di lavoro
Il posto di lavoro si
identifica con tutte le
aree e gli spazi
dell’edificio, ed è
adattabile in funzione
della tipologia d’attività
svolte all’interno.
L’ambiente è stato
concepito in funzione
della presenza di
bambini e rispecchia le
disposizioni normative
igienico edilizie.
Arredi
Tutti gli
arredi(scaffalature,
tavoli, sedie ecc.)
rispecchiano quanto
disposto dalla normativa
Le scaffalature utilizzate come
immagazzinamento del materiale
devono essere fissate a parete e
comunque poste in modo stabile,
non sovraccaricate ed evitando
possibili cadute del materiale
dall’alto. I materiali minuti sono
adeguatamente conservati in
scatole e contenitori
Gli attrezzi manuali sono
di tipologia appropriata
al lavoro da svolgere e
di qualità soddisfacente
Gli attrezzi manuali
taglienti, appuntiti, e
non, si trovano in buono
stato di conservazione
Ogni utensile o attrezzo manuale
deve essere adoperato solamente
per l’uso cui è destinato e nel modo
più appropriato
Porre la massima attenzione
durante le operazioni di lavoro che
coinvolgono l’utilizzo di attrezzi
appuntiti/taglienti
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Attrezzature
Durante le attività
vengono utilizzate
principalmente
attrezzature di
cancelleria e simili, che
non presentano
particolari rischi per il
personale. Durante le
attività didattiche è
prevedibile l’utilizzo di
materiali vari per
laboratori di
manipolazione
IMPIANTI ELETTRICO
Intero stabile
Il fabbricato è dotato di impianto elettrico tradizionale di tipo civile, realizzato con un
quadro generale e da linee principali e di derivazione incassate con interruttori e prese a
parete.
Punto di
Verifica/Sorgente
di Rischio
Criticità/Esito verifica
Valutazione del rischio
residuo Misure di sicurezza/Note
M F P R
Documentazione
Progetto L’impianto elettrico è
stato realizzato secondo
un progetto, a firma di
tecnico, da soggetto
abilitato che al termine
ne ha rilasciata
Dichiarazione ai sensi
dell’ex. Legge 46/90 e
secondo le indicazioni
delle norme CEI di
riferimento.
E’ presente la denuncia
all’ISPEL dell’impianto di
terra e le verifiche
programmate.
La documentazione è
conservata presso gli
uffici tecnici
dell’Amministrazione
La normativa DPR 462/2001
specifica che i dispersori di terra
devono garantire una resistenza
non superiore ai 20 Ohm per
impianti utilizzatori fino a 1000
volt.
La verifica della messa a terra, a
seguito di denuncia all’organo
competente, deve essere effettuata
da ente certificatore riconosciuto
dal governo o dall’ASL.
Conformità alle
norme CEI e altre
norme a regola
d’arte
Dichiarazione di
conformità L.
37/08 (ex 46/90)
Denuncia
dell’impianto di
messa a terra e
verifica
quinquennale
Caratteristiche intrinseche dell’impianto
Elettrocuzione
Possibilità di contatti diretti ed indiretti
Sovratensione
Incendi scoppi
Isolamento dei
conduttori
L’isolamento in ogni
punto dell’impianto è
adeguato alla tensione
Non vengono utilizzate
∆
rischio
residuo 2 2 2 8
Prevedere una manutenzione
programmata dell’impianto.
Eventuali modifiche all’impianto
esistente devono essere corredate
Protezione contro
contatti diretti ed
indiretti
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Utilizzo di utenze
di portata
eccessiva
apparecchiature a
potenza elevata e
comunque sono
commisurate alla
potenza dell’impianto.
Le macchine e gli
apparecchi elettrici
riportano le
caratteristiche con
l’indicazione
dell’intensità e del tipo
di corrente.
Rimane la possibilità di
cortocircuito e/o guasto
d’isolamento
da Certificato di Conformità
Evitare di sovraccaricare l’impianto
ed in particolare le singole prese
con innesto di più utenze.
L’impianto all’interno degli uffici non presenta
caratteristiche particolari che potrebbero
generare situazioni di pericolo.
Non vi è la presenza di fili elettrici a
pavimento nelle zone di passaggio.
Rimane la possibilità di cortocircuito e/o
guasto d’isolamento
∆
rischio
residuo 4 1 2 8
Non utilizzare ciabatte e triple
evitare l’innesto di più spine con
multiple.
Raggruppare per quanto possibile i
cavi degli apparecchi elettrici delle
singole postazioni al fine di non
avere fili aggrovigliati e volanti.
Predisporre una manutenzione
programmata, effettuata da
personale competente, degli
elementi costituenti l’impianto.
IMPIANTI RISCALDAMENTO E CONDIZIONAMENTO
Intero stabile
Impianto riscaldamento: L’impianto di riscaldamento è di tipo autonomo con caldaia in
centrale termica e corpi scaldanti tipo radiatori.
Impianto di Condizionamento: I locali sono dotati di un impianto di condizionamento con
split e motori esterni.
Punto di
Verifica/Sorgente
di Rischio
Criticità/Esito verifica
Valutazione del rischio
residuo Misure di sicurezza/Note
M F P R
Documentazione
Progetto Gli impianti di
riscaldamento e
condizionamento sono
stati realizzati secondo
un progetto, da
soggetto abilitato che al
termine ne ha rilasciata
Dichiarazione ai sensi
dell’ex Legge 46/90
La documentazione è
conservata presso la
sede.
Conformità alle
norme CEI e altre
norme a regola
d’arte
Dichiarazione di
conformità L.
37/08 (ex 46/90)
Libretto d’uso e
manutenzione
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Caratteristiche
Elettrocuzione
Sovratensione
Incendi scoppi
L’impianto all’interno della sede non presenta
caratteristiche particolari .
Non vi è presenza di impianto d’adduzione
gas all’interno dei locali. La linea principale si
interrompe in caldaia per la produzione di
acqua calda sanitaria e riscaldamento
I bruciatori sono dotati di dispositivi
automatici di sicurezza che interrompono il
flusso del combustibile qualora per qualsiasi
motivo venga a spegnersi la fiamma e sono
dotati di omologazione da parte del Ministero
dell’Interno.
∆
rischio
residuo 4 1 2 8
Sottoporre l’impianto a
manutenzione periodica anche
tramite il terzo responsabile ove
designato
L’impianto di condizionamento è costituito da
motori esterni e split a muro.
∆
rischio
residuo 4 1 2 8
Sottoporre l’impianto a
manutenzione periodica con
pulizia dei filtri d’aria.
Evitare correnti dirette sulle
postazioni.
IMPIANTI ANTINCENDIO
Intero stabile L’edifico è dotato di impianto antincendio automatico, sono installati nei piani lance e manicotti e
all’interno dei locali sono presenti estintori.
Punto di
Verifica/Sorgente
di Rischio
Criticità/Esito verifica
Valutazione del rischio
residuo Misure di sicurezza/Note
M F P R
Documentazione
Presenza di C.P.I.
rilasciato dai
VV.F.
L’attività non è soggetta
a rilascio da parte dei
VVF del C.P.I.
All’interno dei locali
sono esposte le
planimetrie con
riportate le vie di fuga,
le uscite d’emergenza e
la posizione degli
estintori.
I mezzi estinguenti sono
sottoposti a verifica
semestrale
Predisporre prove d’evacuazione e
registrare le eventuali anomalie
riscontrate. Si ricorda che le prove
devono essere fatte con cadenza
annuale.
Presenza di
planimetrie con
indicazione del
Piano
d’Evacuazione
Documento Piano
Emergenza ed
Evacuazione
Schede di
controllo e
verifica
programmata di
tutti i mezzi di
spegnimento
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Segnaletica
Identificazione vie
di fuga
La segnaletica di
sicurezza ed antincendio
risulta completa.
Identificazione dei
mezzi di
spegnimento
Illuminazione di
emergenza interna
ed esterna
Divieto di fumo
Presenza di
cassetta di pronto
soccorso con
contenuto
completo
Mezzi antincendio / Estintori
Presenza sul luogo
di lavoro in
numero adeguato Ogni locale è dotato di
un numero sufficiente di
estintori e mezzi di
spegnimento
Porte e vie di esodo
Presenza di un
numero sufficiente
di Uscite di
Emergenza
Le vie di uscita, il
numero delle porte
sono adeguate alla
tipologia dei locali ed al
numero di personale
presente.
Le vie di fuga e le uscite
consentono una rapida
uscita verso l’esterno
Porte di
emergenza munite
di maniglione
antipanico
Adeguatezza delle
vie di emergenza
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3.2. RISCHI CONNESSI ALLA MANSIONE / FASI DI LAVORO
3.2.1. Suddivisione dei lavoratori in gruppi omogenei – Identificazione dei rischi
3.2.2. Schede di Valutazione
GRUPPO OMOGENEO:
EDUCATRICI
Attività Attrezzature Impianti Rischi
Attività di custodia, assistenza, animazione:
Organizzazione di attività ludiche
Organizzazione, controllo e supervisione durante
attività didattico-pedagogiche
Organizzazione di laboratori
Somministrazione ed assistenza nei pasti
Assistenza e cura dell’igiene personale.
Impianto in dotazione all’edificio
elettrico
riscaldamento
condizionamento
Arredi ed attrezzature
Tavoli, scrivanie
Sedie
Scaffalature ed armadi
Scale portatili
Materiali per attività di
laboratorio
(argille, stoffe, carta, pastelli,
etc.)
Sostanze e preparati:
Prodotti per l’igiene della
persona
Detergenti, detersivi,
disinfettanti, prodotti per la pulizia
Agenti biologici
Generici Ambientali:
Scivolamenti,urti, cadute,
inciampi, ecc.)
Cadute dall’alto
Microclima
Elettrici /elettrocuzione
Incendio
Posturali
Affaticamento visivo
Affaticamento mentale
Rischio legato a co-attività
Organizzativi procedurali /
stress lavoro correlato
AT
TR
EZZA
TU
RE U
TILIZZA
TE
Nello svolgimento dell’attività lavorativa si prevede l’utilizzo delle seguenti attrezzature
Impianto in dotazione all’edificio
elettrico
riscaldamento
condizionamento
arredi
Arredi ed attrezzature
Tavoli, scrivanie
Sedie
Scaffalature ed armadi
Scale portatili
Materiali per attività di laboratorio
(argille, stoffe, carta, pastelli, etc.)
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SO
ST
AN
ZE
Nello svolgimento dell’attività lavorativa si prevede l’utilizzo delle seguenti sostanze
Sostanze e preparati:
Prodotti per l’igiene della persona
Detergenti, detersivi, disinfettanti, prodotti
per la pulizia
Agenti biologici
Per l’analisi specifica si rimanda alle schede ed al capitolo 3.7
IN
DIV
ID
UA
ZIO
NE D
EI R
ISC
HI
INDIVIDUAZIONE M F P R Note
Generici Ambientali:
Scivolamenti,urti, cadute, inciampi, ecc.
Microclima
Elettrici
Disorientamento per scarsa conoscenza ambienti di lavoro
2 3 2 12
Elettrocuzione 4 4 1 16
Taglio, schiacciamento ed altre lesioni causate da utensili 4 3 2 24
Movimentazione dei carichi 4 3 2 24 Cap. 3.3
Rischio legato a negligenze e carenze formative 2 3 1 6
Aggressioni e rischio psico-sociali / affaticamento mentale e stress
lavoro correlato 2 3 2 12 Cap. 4
Rischio chimico 4 3 2 24 Cap. 3.7
Rischio biologico 4 3 2 24 Cap. 3.7
Rischio per donne gestanti, puerpere o in periodo di allattamento - - - - Cap. 4.5
Rischio legato a co-attività 4 3 1 12 v. DUVRI
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MISU
RE D
I PR
EV
EN
ZIO
NE
AMBIENTI DI LAVORO - ATTREZZATURE
Per quanto concerne i rischi relativi agli ambienti di lavoro, fare riferimento alle indicazioni generali riportate in
precedenza.
Più specificatamente, curare l’ordine degli spazi didattici evitando la presenza di attrezzature sparse nei locali al di
fuori dello svolgimento delle attività stesse; disporre in modo ordinato gli arredi, evitando di ingombrare le vie di
passaggio.
Le attrezzature e gli utensili impiegati (forbici, materiale di cancelleria, stoviglie e simili) sono in generale concepiti
e realizzati in maniera tale da ridurre al minimo i rischi correlati al loro impiego, anche in virtù dell’uso da parte
dei bambini delle attrezzature stesse. Quale indicazione generale, impiegare le attrezzature esclusivamente per lo
scopo per cui sono pensate e secondo le modalità consuete.
ELETTROCUZIONE
Per rischio elettrico si intende il prodotto della probabilità per un soggetto di subire gli effetti derivanti da contatti
accidentali con elementi in tensione (contatti diretti ed indiretti), o da arco elettrico, per il danno conseguente.
Gli operatori in questione sono esposti ai rischi tipici degli “utenti generici”, ovvero destinati ad operare, anche
occasionalmente, con l’utilizzo di impianti o attrezzature elettriche e/o elettroniche, alimentate da qualsiasi fonte
di energia elettrica. Possono altresì rientrare in questa categoria tutti gli altri lavoratori o soggetti occasionali che a
qualsiasi titolo possono trovarsi nei locali o comunque nell’area aziendale, in quanto possono venire a contatto
con masse o masse estranee che a causa di guasto possono avere assunto tensioni pericolose.
Sono esclusi da questa categoria quei soggetti che intervengono sugli impianti, macchinari o parti di essi, con
l’intenzione di rimuovere le protezioni di accessibilità alle parti attive, allo scopo di intervenire
sull’equipaggiamento elettrico dell’apparecchiatura. Qualora fossero richiesti tali tipi di interventi sarà necessario
richiedere l’intervento di un elettricista abilitato.
I lavoratori non effettuano interventi elettrici, ciò nonostante, in alcune circostanze risultano esposti a rischio
elettrocuzione come di seguito specificato:
□ elettrocuzione per contatto indiretto con parti (es.carcasse) andate in tensione a seguito di un guasto
dell’isolamento (tale rischio non riguarda le attrezzature a doppio isolamento).
Verifica annuale (da parte di un elettricista abilitato) dei dispositivi di sicurezza della propria attrezzatura
elettrica (collegamenti di terra e funzionalità dei dispositivi di protezione differenziali e compilazione di
apposito registro;
Verifica periodica dell’impianto di terra (DPR 462), per luoghi di lavoro stabili.
□ elettrocuzione per contatto diretto con parti normalmente in tensione divenute accessibili a causa di
rotture (es. danneggiamento dei cavi, di spine, ecc.).
Verifica annuale (da parte di un elettricista abilitato) dello stato di conservazione e manutenzione di tutta la
componentistica elettrica utilizzata per spettacoli itineranti;
l’utilizzo di idonei cavi prolungatori, dotati di prese e spina accoppiabili tra di loro;
la sistemazione dei cavi al di fuori delle vie di transito o la loro adeguata protezione;
il divieto di effettuare qualsiasi intervento su parti in tensione e modificare prolunghe, prese e/o spine da parte
di personale non autorizzato.
CO-ATTIVITÀ
È possibile la presenza di interferenze, dovute all’attività del personale addetto alla preparazione dei pasti.
Tali attività vengono svolte in maniera tale da ridurre al minimo i rischi di interferenze lavorative.
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FORMAZIONE – INFORMAZIONE
Art. 20 D.Lgs. 81/08
1. Ogni lavoratore deve prendersi cura della propria salute e sicurezza e di quella delle altre persone presenti sul
luogo di lavoro, su cui ricadono gli effetti delle sue azioni o omissioni, conformemente alla sua formazione, alle
istruzioni e ai mezzi forniti dal datore di lavoro.
2. I lavoratori devono in particolare:
a) contribuire, insieme al datore di lavoro, ai dirigenti e ai preposti, all'adempimento degli obblighi previsti a
tutela della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro;
b) osservare le disposizioni e le istruzioni impartite dal datore di lavoro, dai dirigenti e dai preposti, ai fini della
protezione collettiva ed individuale;
c) utilizzare correttamente le attrezzature di lavoro, le sostanze e i preparati pericolosi, i mezzi di trasporto,
nonché i dispositivi di sicurezza;
d) utilizzare in modo appropriato i dispositivi di protezione messi a loro disposizione;
e) segnalare immediatamente al datore di lavoro, al dirigente o al preposto le deficienze dei mezzi e dei dispositivi
di cui alle lettere c) e d), nonché qualsiasi eventuale condizione di pericolo di cui vengano a conoscenza,
adoperandosi direttamente, in caso di urgenza, nell'ambito delle proprie competenze e possibilità e fatto salvo
l'obbligo di cui alla lettera f) per eliminare o ridurre le situazioni di pericolo grave e incombente, dandone notizia
al rappresentante dei lavoratori per la sicurezza;
f) non rimuovere o modificare senza autorizzazione i dispositivi di sicurezza o di segnalazione o di controllo;
g) non compiere di propria iniziativa operazioni o manovre che non sono di loro competenza ovvero che
possono compromettere la sicurezza propria o di altri lavoratori;
h) partecipare ai programmi di formazione e di addestramento organizzati dal datore di lavoro;
i) sottoporsi ai controlli sanitari previsti dal presente decreto legislativo o comunque disposti dal medico
competente.
D.P.I.
Il personale didattico è dotato dei seguenti D.P.I.:
- Guanti in lattice monouso per le attività di cura dell’igiene personale dei bambini (V.
Valutazione specifica)
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3.3. RISCHI DERIVANTI DA MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI
Titolo VI art. 167, 168 – 169 – Allegato XXXIII
Ai sensi del Titolo VI art. 167, 168 e 169, in relazione anche all’allegato XXXIII del D.Lgs. 81/08 , in funzione
della tipologia di lavoro effettuata in azienda si è provveduto ad effettuare una valutazione delle condizioni
di sicurezza e salute connesse alla MMC secondo la scheda di seguito riportata:
Fermo restando che se:
PESO SOLLEVATO MINORE di 3 Kg. Si : Fine valutazione
PESO SOLLEVATO MINORE di 3 Kg. No : Segue valutazione
VALUTAZIONE SPECIFICA
VALUTAZIONE DELLE CONDIZIONI DI SICUREZZA E SALUTE CONNESSE ALLA MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI
Area Asilo Nido Soggetti
Coinvolti Educatrici
Attività Assistenza a bambini Descrizione
L’attività comporta la movimentazione di carichi di
modesta entità, nonché il sollevamento con carattere
anche frequente dei bambini.
Possibili Cause Effetti Valutazione Rischio
Residuo
Svolgimento, sia pure non sistematico, di attività che
comportano operazioni di trasporto o di sostegno di un
carico ad opera di uno o più lavoratori, comprese le azioni
del sollevare, deporre, spingere, tirare, portare o spostare
un carico in condizioni sfavorevoli, a causa di:
� caratteristiche del carico
� sforzo fisico
� caratteristiche ambiente di lavoro
� esigenze connesse: si effettuano movimenti con il corpo
in posizione instabile;
Si effettuano lavorazioni ripetitive di spazzatura e pulizia
dei pavimenti;
� fattori individuali di rischio (inidoneità fisica al compito
da svolgere, indumenti calzature o altri effetti personali
inadeguati portati dal lavoratore, insufficienza o
inadeguatezza delle conoscenze e/o formazione
Le principali patologie da movimenti
ripetitivi si posso classificare in due
grandi gruppi. Il primo raccoglie le
sindromi infiammatorie muscolo-
tendinee: le tendiniti alla spalla (per
esempio, la periartrite scapolo-
omerale), le tendiniti cosiddette
inserzionali del gomito (epicoldiliti,
epitocleiti e borsite olecranica) e infine
le tendiniti e le tenosinoviti del
distretto mano-polso (sindrome di
Quervain, dito a scatto); il secondo, le
sindromi da intrappolamento dei nervi
periferici, fra cui la sindrome del tunnel
carpale e la sindrome del canale di
Guyon.
La ripetizione di una particolare attività
induce sollecitazioni, piccoli traumi ed
usura delle articolazioni, dei muscoli e
dei tendini che danno luogo -
gradualmente nell'arco di un periodo
di tempo più lungo o meno lungo
(mesi od anni) - a patologie a carico
dei distretti interessati.
Lesioni dorso lombari (per lesioni
dorso lombari si intendono le lesioni a
carico delle strutture osteomiotendinee
e nerveovascolari a livello dorso
lombare)
M F P
4 3 2
R= 24
Livello di esposizione
MMC - MEDIO
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Indicazioni generali
Le attività sono organizzate al fine di ridurre al minimo la movimentazione manuale dei carichi.
In linea generale si dovranno adottare le seguenti prescrizioni generali:
Durante le operazioni di sollevamento tenere la schiena diritta senza curvarla.
Nel caso in cui occorra sollevare il peso, flettere le gambe anziché curvare la
schiena.
Centrare il peso del corpo sui piedi.
Afferrare e sollevare il carico con i muscoli della schiena e non delle gambe.
Muovere i piedi per girarsi ed evitare di ruotare la schiena durante il
trasporto.
Non trasportare oggetti troppo pesanti o voluminosi che non permettano di
vedere bene il percorso che si sta facendo. Lo stesso dicasi per le operazioni
che comportano il tenere in braccio i bambini.
Durante il trasporto di bambini, assicurarsi di avere una presa
sufficientemente salda, sostenendo il busto ed il bacino del bambino,
se del caso sostenendone anche il capo a seconda della posizione di
imbraccio, e mantenendo vicino al corpo il bambino per evitare di
essere sbilanciati in caso di bruschi e scomposti movimenti di
quest’ultimo.
Durante la movimentazione di attrezzature o materiali, per
sollevare correttamente il carico, senza intercorrere in eccessivo
sforzo fisico e subire eventuali lesioni, è necessario:
afferrare il carico con il palmo delle mani, mantenendo i piedi ad
una distanza fra loro pari a 20-30 cm., per assicurare l’equilibrio
del corpo;
afferrare completamente il carico con ambedue le mani e
sollevarlo gradatamente dal pavimento alle ginocchia e da queste
alla posizione di trasporto;
Durante il sollevamento mantenere la schiena eretta e le braccia rigide, lo sforzo deve essere sopportato principalmente
dai muscoli degli arti inferiori;
Eseguire l’operazione di sollevamento tendendo le gambe e raddrizzando in seguito il corpo;
Nel caso di spostamento del carico non curvare mai la schiena in avanti o indietro ma appoggiare la schiena in modo
verticale e spingere con le gambe
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3.4. VALUTAZIONE DEI RISCHI DERIVANTI DA ESPOSIZIONE AD AGENTI FISICI: RUMORE
Titolo VIII - Capo II art. 190
Il D.Lgs. n. 81/2008 al Titolo VIII Capo II prescrive specifiche metodiche di individuazione e valutazione dei
rischi associati all'esposizione a rumore, e specifiche misure di tutela, che vanno documentate nell'ambito del
rapporto di valutazione dei rischi prescritto dall’art. 28 comma 2 del suddetto decreto.
La valutazione è stata effettuata, nell’ambito di quanto previsto dall’art. 181 del D.Lgs. 81/08, prendendo in
considerazione il livello, il tipo e la durata dell’esposizione, i valori limite e di azione, in funzione
dell’ambiente in cui operano i dipendenti e della tipologia di lavoro, catalogando il rischio secondo gli Indici
di attenzione (IA), che seguono la seguente numerazione e significato:
1. rischio BASSO
2. rischio SIGNIFICATIVO
3. rischio MEDIO
4. rischio RILEVANTE
5. rischio ALTO
e la sottostante tabella che identifica la classe d’appartenenza:
Il sollevamento e il trasporto dei carichi deve sempre essere eseguito con
la dovuta precauzione senza strappi e senza sottoporre mai la schiena
al pericoloso incurvamento all’indietro che provoca la iperlordosi;
Deve essere effettuato con il minimo sforzo fisico compatibile con
la massima salvaguardia della incolumità fisica di chi effettua la manovra;
Durante il trasporto a mano è opportuno mantenere il carico appoggiato
al corpo, col peso ripartito sulle due braccia;
Sollevando con la schiena dritta (piegando le gambe e non la
schiena), tenendo il peso vicino al corpo e distribuendolo
simmetricamente si evita la deformazione dei dischi intervertebrali,
sottoponendoli così ad uno sforzo minimo e regolare, senza rischi;
Quando, per la rilevanza delle dimensioni il carico impedisce la visuale
a chi trasporta, il carico stesso deve essere trasportato da due o più
persone, o da un mezzo meccanico, ed una sola di queste persone deve
dirigere le operazioni di trasporto;
Evitare il sollevamento di pesi posti ad un'altezza inferiore a 40 cm., ricorrendo a carrelli o altri mezzi meccanici di
sollevamento;
Evitare di inarcare la schiena per porre gli oggetti su piani alti, usare idonee scale.
Sorveglianza sanitaria a discrezione del MC finalizzata alla verifica di patologie del rachide. Comunque consigliata.
Adeguata attività di informazione e formazione: come previsto dal D.Lgs. 81/08, art. 169.
Non si ravvisa la necessità di D.P.I. particolari; si raccomanda l’uso di scarpe adeguate con suole antiscivolo, ed
eventualmente guanti per particolari attività di movimentazione di oggetti pesanti/ingombranti.
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Tabella 1 – Fasce di appartenenza al rischio rumore
Livello di esposizione personale
(Lep)
Indice di
attenzione (IA)
Fascia di appartenenza
(Ai sensi del D. Lgs. 81/2008, Titolo
VIII - Capo II)
CLASSE DI
APPARTENENZA
Lex,8h ≤ 80 dB(A) 0 Fino a 80 A
80 dB(A) < Lex,8h ≤ 85 dB(A) 1
Superiore a 80, fino a 85 B 80 dB(A) < Lex,8h ≤ 85 dB(A)
(con rumorosità in una o più attività,
superiore a 85 dB(A))
2
85 dB(A) < Lex,8h ≤ 87 dB(A) 3
Superiore a 85
C
85 dB(A) < Lex,8h ≤ 87 dB(A)
(con rumorosità in una o più attività,
superiore a 87 dB(A))
4
Lex,8h > 87 dB(A) 5
VALUTAZIONE RISCHIO RUMORE
Area Asilo Nido Soggetti
Coinvolti Educatrici
Attività Assistenza a bambini Descrizione
Presa in custodia di bambini ed organizzazione di
attività ludo-didattiche
AT
TR
EZZA
TU
RE
Attrezzature manuali
Possibili Cause Effetti Valutazione Rischio
Residuo
Art. 181 - L’attività svolta e le attrezzature in uso non comportano l’esposizione del
personale a rischio rumore. I livelli di emissione sonora presenti negli uffici sono
inferiore ai livelli minimi d’azione, così come confermato anche da banche dati
accreditate e letteratura di settore.
M F P
1 1 1
R= 1
Livello di esposizione
BASSO
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3.5. VALUTAZIONE DEI RISCHI DERIVANTI DA ESPOSIZIONE AD AGENTI FISICI: VIBRAZIONI
Titolo VIII - Capo III art. 199
Il D.Lgs. n. 81/2008 al Titolo VIII Capo III prescrive specifiche metodiche di individuazione e valutazione dei
rischi associati all'esposizione a vibrazioni del sistema mano-braccio (HAV) e del corpo intero (WBV) e
specifiche misure di tutela, che vanno documentate nell'ambito del rapporto di valutazione dei rischi
prescritto dall’art. 28 comma 2 del suddetto decreto.
L'articolo 202 prescrive in particolare l'obbligo, da parte dei datori di lavoro, di valutare il rischio da
esposizione a vibrazioni dei lavoratori durante il lavoro ed è previsto che la valutazione dei rischi possa essere
effettuata sia senza misurazioni, sulla base di appropriate informazioni reperibili dal costruttore e/o da banche
dati accreditate (ISPESL, CNR, Regioni), sia con misurazioni, in accordo con le metodiche di misura prescritte
da specifici standard ISO-EN . La disponibilità di banche dati, ove siano accessibili tali informazioni, rende più
agevole l’effettuazione della valutazione dei rischi e l’attuazione immediata delle azioni di tutela prescritte dal
suddetto decreto, senza dover ricorrere a misure onerose e spesso complesse, a causa di una serie di fattori
ambientali e tecnici che inducono frequentemente artefatti ed errori nelle misurazioni.
La valutazione dei rischi, utilizza le informazioni reperibili dal costruttore e da banche dati accreditate (ISPESL,
CNR, REGIONI), in particolare utilizzando il database e le linee guida rilasciate dall’ISPESL nel rispetto della
normativa ISO 2631 e dell’allegato XXXV del D.Lgs. 81/2008.
Per la determinazione dei livelli di esposizione ed i relativi “indici di attenzione” si fa riferimento alle tabelle di
calcolo rilasciati dal Comitato Paritetico di Torino.
FFaasscciiaa ddii AAppppaarrtteenneennzzaa
IInnddiiccee ddii
AAtttteennzziioonnee
CCllaassssee
AAppppaarrtteenneennzzaa LLeexx,,88hh ?? 8800 ddBB((AA)) 8800 ddBB((AA))<< LLeexx,,88hh ?? 8855 ddBB((AA)) LLeexx,,88hh >> 8855 ddBB((AA))
Educatrici X 0 A
PR
ESC
RIZIO
NI
In riferimento alla tipologia di lavoro ed alle attrezzature in uso, non risultano necessarie misure tecnico
organizzative particolari.
D.P.I.
In riferimento alla tipologia di lavoro ed alle attrezzature in uso, non risulta necessaria la distribuzione di D.P.I.
specifici.
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Di seguito si riportano le tabelle fornite dal Comitato Paritetico di Torino riportanti gli indici di attenzione
riferiti a ciascun livello di esposizione:
VIBRAZIONI TRASMESSE AL SISTEMA MANO BRACCIO VIBRAZIONI TRASMESSE AL CORPO INTERO
Livello di Esposizione Indice di Attenzione (IA)
Livello di Esposizione Indice di Attenzione (IA)
0 m/s2 ≤ A(8) < 1 m/s
2 0 0 m/s
2 ≤ A(8) < 0,25 m/s
2 0
1 m/s2 ≤ A(8) < 1,75 m/s
2 1 0,250 m/s
2 ≤ A(8) < 0,375 m/s
2 1
1,75 m/s2 ≤ A(8) < 2,5 m/s
2 2 0,375 m/s
2 ≤ A(8) < 0,500 m/s
2 2
2,5 m/s2 ≤ A(8) < 3,75 m/s
2 3 0,500 m/s
2 ≤ A(8) < 0,825 m/s
2 3
3,75 m/s2 ≤ A(8) < 5,00 m/s
2 4 0,825 m/s
2 ≤ A(8) < 1,150 m/s
2 4
A(8) ≥ 5 m/s2 5 A(8) ≥ 1,150 m/s
2 5
Al fine di valutare l’indice di attenzione a cui sono sottoposti i lavoratori dipendenti si è provveduto ad
effettuare una valutazione empirica tenendo conto della tipologia di attività svolta e delle attrezzature tipiche
impiegate:
VALUTAZIONE RISCHIO VIBRAZIONI
Area Asilo Nido Soggetti
Coinvolti Educatrici
Attività Assistenza a bambini Descrizione
Presa in custodia di bambini ed organizzazione di
attività ludo-didattiche
AT
TR
EZZA
TU
RE
Attrezzature manuali
Possibili Cause Effetti Valutazione Rischio
Residuo
Art. 181 - L’attività svolta e le attrezzature in uso non comportano l’esposizione del personale
a rischio vibrazioni. I livelli di esposizione e gli indici di attenzione risultano inferiore ai livelli
minimi d’azione, così come confermato anche da banche dati accreditate e letteratura di
settore.
M F P
1 1 1
R= 1
Livello di esposizione
BASSO
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3.6. VALUTAZIONE DEI RISCHI DERIVANTI DA ESPOSIZIONE AD AGENTI FISICI: CAMPI ELETTROMAGNETICI
Titolo VIII – Capo IV art. 206
Ai sensi del Titolo VIII art. 206, in relazione anche all’allegato XXXVI del D.Lgs. 81/08, benché non ancora
attuativo in attesa del recepimento della specifica direttiva Europea 40/2004 si è provveduto, anche in
funzione della tipologia di lavoro effettuata in azienda, ad effettuare la valutazione delle condizioni di
sicurezza e salute connesse alla presenza di Campi Elettromagnetici secondo la scheda di seguito riportata:
LLiivveelllloo ddii eessppoossiizziioonnee IInnddiiccee ddii AAtttteennzziioonnee
SSiisstteemmaa mmaannoo--bbrraacccciioo CCoorrppoo IInntteerroo MMaannoo--bbrraacccciioo CCoorrppoo IInntteerroo
Educatrici 0 m/s2 ≤ A(8) < 1 m/s
2 0 m/s
2 ≤ A(8) < 0,25 m/s
2 00 00
PR
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NI
In riferimento alla tipologia di lavoro ed alle attrezzature in uso, non risultano necessarie misure tecnico
organizzative particolari.
D.P.I.
In riferimento alla tipologia di lavoro ed alle attrezzature in uso, non risulta necessaria la distribuzione di D.P.I.
specifici.
VALUTAZIONE CAMPI ELETTROMAGNETICI
Area Asilo Nido Soggetti
Coinvolti Educatrici
Attività Assistenza a bambini Descrizione
Presa in custodia di bambini ed organizzazione di
attività ludo-didattiche
Possibili Cause Effetti Valutazione Rischio
Residuo
Presenza di:
1. cabine di trasformazione;
2. emittenze radiotelevisive;
3. impianti fissi per la telefonia mobile, cellulari,
radar.
altro:…
M F P
2 4 1
R= 8
Livello di esposizione
BASSO
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L’attività specifica dell’Azienda non prevede operazioni in zone di lavoro con esposizione del personale a campi
elettromagnetici, nè utilizzo di attrezzature od impianti che emettono campi elettromagnetici di particolare
intensità.
Negli uffici sono presenti attrezzature ad alimentazione elettrica: tutti gli apparecchi che utilizzano energia elettrica
sono anche sorgenti di un campo magnetico a bassa frequenza.
Il campo elettrico generato dalle apparecchiature da ufficio e dai cavi di distribuzione di un impianto elettrico, così
come quelli generati dalle attrezzature manuali elettriche in uso agli installatori/manutentori, è di valore molto
modesto, pari a poche decine di V/m nelle vicinanze dell’apparecchio e valori trascurabili a distanze di 1-2 m.
Un capitolo a se riguarda l’uso del cellulare che in ogni caso comporta un valore d’esposizione modesto.
Informazione dei dipendenti in merito alle nuove ricerche (art. 36 D.Lgs. 81/08)
NO
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Negli ultimi decenni, livelli di esposizione a campi elettrici e magnetici ed elettromagnetici sono aumentati con
continuità e in misura considerevole; nel contempo, è andata anche aumentando la diffusione di tali esposizioni
tra i lavoratori e la popolazione in generale. Ciò ha portato i paesi più industrializzati, compresa l'Italia, a svolgere
una vasta attività di ricerca, volta alla definizione dei meccanismi biofisici di interazione e alla descrizione dei
principali effetti biologici e sanitari: sui risultati di tale ricerca è possibile poi basare la scelta di limiti di esposizione
appropriati per gli ambienti di vita e di lavoro.
Campi elettrici e magnetici statici (0-1 Hz)
Non esistono, oggi, validi dati sperimentali su cui basare la scelta di limiti di esposizione al campo elettrico statico,
e ciò spiega perché questo sia l'unico caso in cui l'ICNIRP non abbia al momento emanato alcuna
raccomandazione al riguardo.
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(*) Avvertenze
a) Le persone che abbiano impiantati stimolatori cardiaci (pacemaker) e altri dispositivi azionati elettricamente o
che abbiano impianti di materiale ferromagnetico potrebbero non essere adeguatamente protetti dai limiti qui
forniti. La maggior parte degli stimolatori cardiaci sono difficilmente influenzati dall'esposizione a campi di 0.5
mT. Le persone che abbiano impiantate protesi ferromagnetiche o apparati azionati elettricamente (diversi dai
pacemaker) possono avere problemi con campi superiori a pochi mT.
b) Quando l'induzione magnetica supera 3 mT, si devono prendere precauzioni per prevenire rischi dovuti a
oggetti metallici messi dal campo in rapido movimento.
c) Orologi metallici, carte di credito, nastri magnetici, dischi per calcolatori, ecc., possono essere danneggiati da
esposizioni a 1 mT; ma ciò non è motivo di preoccupazione per la sicurezza degli individui.
d) L'accesso occasionale di individui della popolazione a particolari locali in cui l'induzione magnetica superi i 40
mT può essere consentito in condizioni opportunamente controllate, purche¨ non vengano superati i limiti
prescritti per i lavoratori.
Campi con frequenze comprese fra 1 Hz e 300 GHZ
Note
1) f è la frequenza in hertz.
2) A causa della disomogeneità elettrica del corpo, le densità di corrente dovrebbero essere mediate su una
sezione di 1 cm2 perpendicolare alla direzione della corrente.
3) Per frequenze fino a 100 kHz, i valori di picco della densità di corrente possono essere ottenuti moltiplicando il
valore efficace per √2(~1.414). Per impulsi di durata tp, la frequenza equivalente da applicare nei limiti di base
dovrebbe essere calcolata come f = 1/(2tp).
4) Per frequenze fino a 100 kHz e per campi magnetici pulsati, la densità di corrente massima associata con gli
impulsi può essere calcolata dai tempi di salita/discesa e dalla massima derivata temporale dell'induzione
magnetica. La densità di corrente indotta può, quindi, essere confrontata con l'appropriato limite di base.
5) Tutti i valori di SAR devono essere mediati su un qualunque intervallo di 6 minuti.
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6) Il SAR locale va mediato su una qualunque massa di 10 g di tessuto contiguo; il SAR massimo ottenuto in tal
modo dovrebbe essere il valore usato per la stima dell'esposizione.
7) Per impulsi di durata tp, la frequenza equivalente da applicare nei limiti di base dovrebbe essere calcolata
come f=1/(2tp). Inoltre, per esposizioni pulsate, l'assorbimento specifico (SA) non dovrebbe eccedere 10 mJ/kg
per i lavoratori e 2mJ/kg per la popolazione.
Note
1) Le densità di potenza devono essere mediate su qualsiasi area esposta di 20 cm2 e su qualsiasi intervallo
temporale pari a 68/f l.05 minuti (dove f è in GHz) per compensare la progressiva diminuzione della profondità
di
penetrazione all'aumentare della frequenza.
2) Le densità di potenza massime spaziali, mediate su 1 cm2, non dovrebbero eccedere più di 20 volte i valori in
tabella.
I corrispondenti livelli di riferimento sono indicati, per le varie tipologie di esposizione, nelle tabelle 4, 5, 6 e 7.
La protezione dagli effetti a lungo termine
L'analisi dei dati ottenuti attraverso le indagini epidemiologiche porta oggi a distinguere, all'interno dell'intero
spettro elettromagnetico non ottico, due campi di frequenza rilevanti dal punto di vista delle applicazioni e fra
loro ben differenziati: la gamma dei campi a frequenze estremamente basse (ELF), egemonizzata dalla frequenza
(50 Hz), utilizzata per la rete elettrica, e la gamma delle radiofrequenze e microonde (100 kHz-300 GHz), con
vaste applicazioni nei processi industriali, nel settore delle telecomunicazioni e in medicina; un terzo campo meno
esplorato ma di potenziale interesse è quello dei campi statici e dei campi a frequenze inferiori a 10 Hz.
Chi intende oggi emanare una normativa in materia di campi elettromagnetici si trova a dover effettuare una
scelta fra tre sistemi di valutazione di rischio.
Il primo sistema è basato sulla protezione dagli effetti diretti di tipo acuto e porta ai limiti precedentemente
descritti, lasciando necessariamente non normata la fascia di esposizioni di intensità inferiore.
Il secondo sistema, finalizzato alla gestione del rischio cancerogeno, non contempla l'idea di un meccanismo di
soglia, ma si basa su una relazione fra entità dell'esposizione e probabilità di insorgenza dell'evento avverso.
Il terzo sistema di valutazione è pertanto finalizzato a trattare le situazioni nelle quali il nesso causale fra
esposizione e malattia non sia stato stabilito con sufficiente certezza.
Il campo elettrico e magnetico a 50 Hz
Gli studi epidemiologici suggeriscono un'associazione tra l'esposizione residenziale a campi magnetici a 50 Hz,
generalmente valutata in modo indiretto, e la leucemia infantile.
Concorre a rendere complessa la valutazione dell'esposizione a campi elettrici e magnetici della popolazione
residente in prossimità delle linee ad alta tensione il fatto che le linee possano essere utilizzate per la trasmissione
di onde convogliate a frequenze comprese nell'intervallo 40-400 kHz. L'esposizione a queste onde convogliate,
utilizzate per le telecomunicazioni, è stata oggetto di campagne dosimetriche in un numero limitato di paesi, fra i
quali gli Stati Uniti, la Norvegia e l'Italia; non è possibile valutare gli eventuali effetti a lungo termine delle onde
convogliate perché gli studi epidemiologici sinora condotti non le hanno prese in esame.
In Italia, si è stimato che circa 300.000 persone siano esposte a campi elettromagnetici di 0.2 μT o oltre, a causa
del passaggio delle linee elettriche in prossimità delle case. Sulla base di questo dato e delle stime del rischio
desunte dalla letteratura scientifica, ci si possono attendere annualmente 2.5 casi in eccesso di leucemia infantile,
con un intervallo di confidenza che va da 0.23 a 7.1 casi.
Per le nuove opere, si raccomanda di includere nelle fasi progettuali l'istanza della riduzione all'esposizione. Per
quanto riguarda l'esistente, si raccomanda di ridurre i livelli di esposizione che superino largamente quei valori
che di solito si trovano nell'ambiente generale e, in particolare, di annettere carattere di priorità agli interventi
relativi a scuole, asili, parchi gioco, e altri spazi dedicati all'infanzia.
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In linea di massima, può essere identificato un intervallo entro cui prevedibilmente è inclusa la grande
maggioranza dei valori compatibili con una condizione media o mediana di 0.1 μT, sulla base di considerazioni
sui percentili della relativa distribuzione statistica (0.29-0.5 μT). In secondo luogo, può essere identificato un
ordine di grandezza di livelli di esposizione, che pur non essendo particolarmente elevati (ad esempio,
nell'intervallo tra 0.5 μT e 1 μT), sono tuttavia con buona probabilità superiori alla grande maggioranza delle
fluttuazioni dei livelli normali o di fondo, e corrispondono al contempo ai valori di esposizione per cui stime
derivate dai dati epidemiologici (in larga misura in base a stime indirette dell'esposizione) suggeriscono che il
rischio relativo possa iniziare a discostarsi significativamente dall'unità. Infine, è possibile identificare un terzo
intervallo di valori di esposizione di entità tale (ad esempio di qualche microtesla) da poter essere considerato
ragionevolmente lontano dalla condizione di fondo e per il quale le stime sopra discusse suggeriscono un
possibile rischio aggiuntivo anche considerevole (ad esempio, comparabile al tasso di mortalità per cause
accidentali). Quest'ultima condizione potrebbe in qualche modo essere ipotizzata in caso di un'elevata prossimità
a linee elettriche ad alta tensione. Livelli ancora più elevati richiederanno ovviamente una maggiore attenzione.
Dai livelli di esposizione scelti si potrà dedurre l'entità di distanze dalle linee ad alta tensione da raccomandare
per gli edifici o la necessità dell'adozione di tecnologie alternative. Questo tipo di situazione merita attenzione
anche alla luce di considerazioni di tipo etico.
La riflessione etica non può da sola fornire la soluzione ai problemi tecnici e normativi, ma può contribuire a
mettere in luce i conflitti e fornire elementi per una loro composizione.
Campi a radiofrequenze e microonde (100 kHz-300 GHz)
In primo luogo vanno sottolineati, in questo settore, il grande intervallo di frequenze considerate e l'eterogeneità
delle modalità di emissione e di esposizione, a differenza di quanto avviene per i campi a frequenze
estremamente basse. Rientrano, ad esempio, in questo ambito le esposizioni connesse con la presenza di impianti
per emittenza radiotelevisiva, apparecchiature industriali quali saldatrici e incollatrici, impianti fissi per la telefonia
mobile e telefoni cellulari, radar. Un secondo problema è rappresentato dall'eterogeneità degli effetti sanitari che
sono stati posti in relazione con le esposizioni in esame, trattandosi spesso di dati forniti da isolati studi
esplorativi: da un lato incrementi del rischio di leucemia tra gli esposti a radiofrequenze per ragioni professionali
e/o ambientali, dall'altro segnalazioni di possibili alterazioni ematologiche, effetti cromosomici ed esiti
riproduttivi sfavorevoli in particolari gruppi ad alta esposizione. Alla luce dei problemi suddetti, gli studi
epidemiologici disponibili sono da considerare di numero, qualità, consistenza o potenza statistica insufficienti per
permettere conclusioni relativamente alla presenza o assenza di un'associazione causale tra l'esposizione ai tipici
livelli delle radiofrequenze e microonde presenti negli ambienti di vita e di lavoro e l'insorgenza di effetti sanitari
a lungo termine. La situazione che si configura è diversa da quella relativa ai campi magnetici a 50 Hz,
essenzialmente per i seguenti motivi:
1) gli studi epidemiologici non forniscono indicazioni conclusive di effetti sanitari a lungo termine imputabili
all'esposizione a livelli non termici di radiofrequenze e microonde;
2) anche ipotizzando un nesso causale tra effetti sanitari a lungo termine e l'esposizione ai campi elettromagnetici
a radiofrequenze e microonde, non è disponibile alcun elemento di valutazione circa l'impatto in termini di sanità
pubblica di tale esposizione.
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3.7. VALUTAZIONE DEI RISCHI DERIVANTI DA ESPOSIZIONE A SOSTANZE PERICOLOSE
Titolo IX Capo I
La valutazione dei rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori viene effettuata in ottemperanza a quanto
previsto dall’articolo 28 del D.Lgs. 81/2008; in particolare viene sancito l’obbligo da parte del datore di
lavoro di valutare “tutti i rischi” connessi alle attività svolte dai lavoratori, ivi compresi quelli legati
all’impiego di sostanze o preparati chimici. Questi ultimi in particolare sono trattati nel Titolo IX, Capo I del
D.Lgs. 81/2008, concernente i requisiti minimi previsti per la protezione dei lavoratori.
Definizioni
a) agenti chimici: tutti gli elementi o composti chimici, sia da soli sia nei loro miscugli, allo stato naturale o
ottenuti, utilizzati o smaltiti, compreso lo smaltimento come rifiuti, mediante qualsiasi attività lavorativa,
siano essi prodotti intenzionalmente o no e siano immessi o no sul mercato;
b) agenti chimici pericolosi:
1) agenti chimici classificati come sostanze pericolose ai sensi del decreto legislativo 3 febbraio 1997, n.
52, e successive modifiche, nonché gli agenti che corrispondono ai criteri di classificazione come
sostanze pericolose di cui al predetto decreto. Sono escluse le sostanze pericolose solo per l’ambiente;
2) agenti chimici classificati come preparati pericolosi ai sensi del decreto legislativo 14 marzo 2003, n.
65 e successive modifiche, nonché gli agenti che rispondono ai criteri di classificazione come preparati
pericolosi di cui al predetto decreto. Sono esclusi i preparati pericolosi solo per l’ambiente;
3) agenti chimici che, pur non essendo classificabili come pericolosi, in base ai punti 1) e 2), possono
comportare un rischio per la sicurezza e la salute dei lavoratori a causa di loro proprietà chimico-
fisiche, chimiche o tossicologiche e del modo in cui sono utilizzati o presenti sul luogo di lavoro,
compresi gli agenti chimici cui è stato assegnato un valore limite di esposizione professionale;
c) attività che comporta la presenza di agenti chimici: ogni attività lavorativa in cui sono utilizzati agenti
chimici, o se ne prevede l’utilizzo, in ogni tipo di procedimento, compresi la produzione, la
manipolazione, l’immagazzinamento, il trasporto o l’eliminazione e il trattamento dei rifiuti, o che
risultino da tale attività lavorativa;
d) valore limite di esposizione professionale: se non diversamente specificato, il limite della concentrazione
media ponderata nel tempo di un agente chimico nell’aria all’interno della zona di respirazione di un
lavoratore in relazione ad un determinato periodo di riferimento; un primo elenco di tali valori è
riportato nell’allegato XXXVIII;
e) valore limite biologico: il limite della concentrazione del relativo agente, di un suo metabolita, o di un
indicatore di effetto, nell’appropriato mezzo biologico; un primo elenco di tali valori è riportato
nell’allegato XXXIX;
f) sorveglianza sanitaria: la valutazione dello stato di salute del singolo lavoratore in funzione
dell’esposizione ad agenti chimici sul luogo di lavoro;
g) pericolo: la proprietà intrinseca di un agente chimico di poter produrre effetti nocivi;
h) rischio: la probabilità che si raggiunga il potenziale nocivo nelle condizioni di utilizzazione o esposizione.
Nella valutazione, il datore di lavoro determina, preliminarmente l’eventuale presenza di agenti chimici
pericolosi sul luogo di lavoro e valuta anche i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori derivanti dalla
presenza di tali agenti, prendendo in considerazione in particolare:
a) le loro proprietà pericolose;
b) le informazioni sulla salute e sicurezza tramite la relativa scheda di sicurezza predisposta ai sensi dei decreti
legislativi 3 febbraio 1997, n. 52 e 14 marzo 2003, n. 65 e successive modifiche;
c) il livello, il tipo e la durata dell’esposizione;
d) le circostanze in cui viene svolto il lavoro in presenza di tali agenti, compresa la quantità degli stessi;
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e) i valori limite di esposizione professionale o i valori limite biologici; di cui un primo elenco è riportato
negli allegati XXXVIII e XXXIX;
f) gli effetti delle misure preventive e protettive adottate o da adottare;
g) se disponibili, le conclusioni tratte da eventuali azioni di sorveglianza sanitaria già intraprese.
La classificazione può essere individuata dalle frasi di rischio (FRASI R), presenti sulle schede di sicurezza e dalle
tipologie di attività lavorative e processi produttivi secondo il modello di valutazione presentato dalle Regioni
Emilia Romagna, Toscana, Lombardia, Veneto, Marche e Piemonte.
Il rischio R è il prodotto del pericolo P per l’esposizione E
R = P x E
P : indice di pericolosità intrinseca di una sostanza o di un preparato che nell’applicazione di questo modello
viene identificato con le frasi di rischio R che sono utilizzate nella classificazione secondo la Direttiva
Europea 67/548/CEE e successive modifiche. Il pericolo P rappresenta quindi la potenziale pericolosità si
una sostanza indipendentemente dai livelli a cui le persone sono esposte (pericolosità intrinseca)
E : rappresenta il livello di esposizione dei soggetti nella specifica attività lavorativa.
Il rischio R, determinato secondo questo modello, tiene conto dei seguenti parametri:
1. Per il pericolo P sono tenuti in considerazione le proprietà pericolose e l’assegnazione di un valore
limite professionale, mediante il punteggio assegnato;
2. Per l’esposizione E si sono presi in considerazione: tipo, durata dell’esposizione, le modalità con cui
avviene l’esposizione, le quantità in uso, gli effetti delle misure preventive e protettive adottate
Il rischio R, in questo modello, può essere calcolato separatamente per esposizioni inalatorie e per esposizioni
cutanee:
R inal = P x E inal ----------- R cute = P x E cute
Nel caso in cui per un agente chimico pericoloso siano previste contemporaneamente entrambe le vie di
assorbimento il rischio R cumulativo (R cum) è ottenuto tramite il seguente calcolo:
R cum = R inal
2 +
R cute
2
Gli intervalli di variazione di R sono:
Parlando di rischio di esposizione è possibile differenziare, come indica il D. Lgs. 81/08 tra:
RISCHIO DI ESPOSIZIONE OBBLIGHI
RISCHIO BASSO per la sicurezza E IRRILEVANTE PER LA
SICUREZZA
Valutazione dei rischi
Informazione ed informazione dei lavoratori
RISCHIO ELEVATO E RILEVANTE PER LA SICUREZZA
Valutazione dei rischi
Informazione ed informazione dei lavoratori
Misure specifiche di protezione e prevenzione
Disposizioni in caso di incidenti o di emergenze
Sorveglianza sanitaria
1,0 ≤ R cute ≤ 100 0,1 ≤ R inal ≤ 100 1,0 ≤ R cum ≤ 141
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Ed individuare un criterio come da tabella sotto riportata:
VALORI DI RISCHIO
R cum
CLASSIFICAZIONE
IR
RILEV
AN
E
TE
BA
SSO
0,1≤ R ≤ 15 Rischio basso
15≤ R ≤ 21
Intervallo di incertezza. E’ necessario, prima della classificazione in rischio moderato rivedere
con scrupolo l’assegnazione dei vari punteggi e le misure di prevenzione e protezione
adottate
RILEV
AN
TE E PER
IC
OLO
SO
21≤ R ≤ 40
Rischio rilevante
Applicare gli articoli 225, 226, 229, 230 del D. Lgs. 81/2008
40≤ R ≤ 80
Zona rilevante e pericoloso
Applicare gli articoli 225, 226, 229, 230 del D. Lgs. 81/2008
R ≥ 80
Zona di grave rischio.
Riconsiderare il percorso dell’identificazione delle misure di prevenzione e protezione ai fini di
una loro eventuale implementazione. Intensificare i controlli quali la sorveglianza sanitaria, la
misurazione degli agenti chimici e la periodicità della manutenzione
VALUTAZIONE SPECIFICA:
Dall’analisi dell’attività aziendale emerge la possibilità di contatti diretti e indiretti con alcune sostanze e
preparati pericolosi. I quantitativi presenti sono i minimi compatibili con le lavorazioni. Al fine della
valutazione, che tiene conto di:
□ le proprietà intrinseche delle sostanze così come dedotte dalla schede di sicurezza
□ il livello, il tipo e la durata dell’esposizione, che nel caso specifico è in contenimento
□ i valori limite d’esposizione e gli effetti delle misure preventive e protettive adottate e da adottare;
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VALUTAZIONE RISCHIO CHIMICO
Area Asilo Nido Soggetti
Coinvolti Educatrici
Attività Assistenza a bambini Descrizione
Presa in custodia di bambini ed organizzazione di
attività ludo-didattiche
VALUTAZIONE RISCHIO CHIMICO
Area Sede Asilo Nido Soggetti
Coinvolti Educatrici
Attività Assistenza ai bambini Descrizione
Assistenza ai bambini nell’igiene personale
Somministrazione dei pasti, pulizia delle stoviglie,
degli utensili, del forno scaldavivande e così via
Sostanze in uso
Agente Classificazione Rischio - Frasi di R Scheda di Sicurezza
Detergenti Varie in funzione della tipologia in
uso. I prodotti utilizzati sono quelli
generici usati anche in ambiente
domestico. Verificare schede e
etichettatura sulla confezione.
Fare riferimento alle
indicazioni del
produttore.
Candeggina
Prodotti generici pulizia
Possibili Cause Effetti Valutazione Rischio
Residuo
Utilizzo e manipolazione delle sostanze con
conseguente inalazione e contatti epidermici.
Contatto con sostanze irritanti e prodotti chimici di
varia natura
Contatto con ambienti con possibile presenza di
agenti biologici (w.c.) e presenza di microrganismi di
varia natura
Intossicazioni alle vie respiratorie e
cutanee
Allergie ed irritazioni agli occhi
Dermatiti irritative ed allergiche di varia
natura ed in particolare per presenza di
Nichel e Cromo.
Arrossamento e tumefazione delle
mucose (inalazione Ammoniaca)
In quantità elevate anche possibilità di
spasmi ed edema polmonare
Ustioni da contatto epidermico
Rischi di malattia da agenti biologici.
Contaminazione da parte di virus
M F P
4 3 2
R=24
Livello di esposizione
MEDIO
Rilevante per la salute e la sicurezza
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PR
ESC
RIZIO
NI
In attuazione a quanto previsto dal Titolo IX, capo I art. 224 del D.Lgs. 81/2008 l’impresa attua le seguenti misure
di protezione e prevenzione:
Divieto di eseguire travasi di prodotti chimici in contenitori adibiti ad altri usi
Attenzione a non miscelare mai un detergente contenente Cloro con uno contenente un acido: se respirata per
cinque minuti questa mistura è letale.
Cura e attenzione nel mantenere l’etichetta sull’apposito contenitore di sostanze chimiche;
Utilizzo di prodotti a basso rischio;
Sostituzione dei prodotti chimici con sostanze detergenti di semplice composizione senza l’aggiunta di coloranti o
profumi, eliminazione di prodotti più pericolosi e integrazione con sostanze aventi lo stesso principio ma meno
irritanti
Tutti i prodotti devono essere custoditi in ambienti asciutti, in armadi o scaffali chiusi a chiave.
Formazione e informazione degli operatori: informazione sui rischi relativi all’utilizzo di sostanze chimiche e
conoscenza della scheda tecnica di rischio apposta sulla confezione prima dell’utilizzo di qualsiasi prodotto;
Obbligo da parte dei lavoratori di utilizzo dei D.P.I. forniti
Sorveglianza sanitaria dei lavoratori a norma degli articoli 229 e 230 del D.Lgs. 81/2008
Il rischio è ridotto al minimo attraverso:
l’applicazione di metodi di lavoro appropriati (il personale addetto è adeguatamente informato sui rischi, sui
comportamenti da adottare e su come affrontare le eventuali situazioni di emergenza)
I quantitativi di sostanze chimiche pericolose presenti sono i minimi compatibili con le lavorazioni.
Le attività che espongono a rischi biologici sono svolte secondo apposite metodologie e procedure atte ad evitare
il contatto diretto o indiretto con materiali biologici
D.P.I.
guanti fino all’avambraccio quando si maneggiano prodotti indicati come corrosivi o guanti normali quando si
effettuano lavaggi con prodotti che non hanno simboli di pericolo;
guanti in lattice monouso
mascherine di protezione delle vie respiratorie
NO
TE
Rifiuti Pericolosi :
Vengono prodotte ridotte quantità di rifiuti speciali pericolosi (materiale biologico)
I rifiuti prodotti vengono regolarmente registrati e conservati in locali a riparo dagli agenti atmosferici, in
contenitori idonei sigillati e recanti l’indicazione del contenuto. Tali contenitori sono inoltre riposti in apposite
scaffalature, opportunamente sollevati da terra, e separati fra loro ove sia necessario.
In caso di dispersione accidentale dei prodotti, essi vanno assorbiti con materiali inerti (p.e. terra o sabbia),
evitando che il prodotto raggiunga scarichi idrici o corsi d’acqua; il materiale così raccolto deve opportunamente
conservato secondo le norme generali riportate e comunque secondo le normative vigenti.
I rifiuti devono essere raccolti e avviati alle operazioni di recupero, smaltimento o incenerimento quando il
quantitativo in deposito raggiunge i 10m³ o in alternativa, indipendentemente dalle quantità in deposito, ogni 2
mesi. In ogni caso, qualora il quantitativo rimanga al di sotto dei 10m3, essi vanno smaltiti entro un anno.
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3.8. VALUTAZIONE DEI RISCHI DERIVANTI DA ESPOSIZIONE AD AGENTI FISICI: ATMOSFERE ESPLOSIVE
Titolo XI art. 290
Ai sensi del Titolo XI art. 290 del D.Lgs. 81/08, si è provveduto, anche in funzione della tipologia di lavoro
svolto in azienda, ad effettuare la valutazione delle condizioni di sicurezza e salute connesse alla presenza di
Aree in cui possono formarsi atmosfere esplosive, secondo la scheda di seguito riportata:
ATMOSFERE ESPLOSIVE
Area Sede Asilo Nido Soggetti
Coinvolti Educatrici
Attività Assistenza ai bambini Descrizione
Assistenza ai bambini nell’igiene personale
Somministrazione dei pasti, pulizia delle stoviglie,
degli utensili, del forno scaldavivande e così via
Possibili Cause Effetti Valutazione Rischio
Residuo
Gas o preparati infiammabili in piccole quantità:
Metano di rete
Esplosione incendio
M F P
8 1 1
R= 8
Livello di esposizione
BASSO
PR
ESC
RIZIO
NI
La struttura è dotata di impianto di adduzione gas metano. L’impianto di alimentazione alla caldaia è dotato di
idonea valvola di sicurezza. Lo stesso è soggetto a regolare manutenzione.
Dall’analisi dei prodotti stoccati e in uso all’interno dei locali dell’azienda, non si rilevano sostanze appartenenti
alle direttiva ATEX.
Si ritiene quindi non applicabile tale adempimento normativo in quanto le quantità e le modalità di stoccaggio dei
materiali potenzialmente esplosivi, si ritengono tali da non generare rischi significativi, inoltre non sono presenti
fonti di innesco.
Le indicazioni riportate fanno riferimento alla possibilità di esplosione legata alla tipologia dell’impianto di
riscaldamento corredato di Dichiarazione di conformità
A meno di guasti dell’impianto di aerazione e formazione anomala di gas che producono una concentrazione
elevata di miscele esplosive (condizione concomitante difficilmente ottenibile), il rischio di esplosione e
classificabile come basso.
In tutte le aree vige il divieto assoluto di fumare e di accendere fiamme libere.
Per le attività svolte il livello di rischio esplosione è basso.
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4. VALUTAZIONI AGGIUNTIVE
(Titolo I Capo III Sez. II - art. 28)
Di seguito vengono presi in considerazione nella valutazione quelle situazioni particolari rapportate a:
4.1. PRESENZA DI PERSONALE STRANIERO IMMIGRATO/ EXTRACOMUNITARIO
Così come indicato nel D.Lgs. 81/08 si è provveduto ad effettuare una valutazione in capo alla presenza o
meno di personale straniero immigrato/extracomunitario in azienda.
PERSONALE STRANIERO IMMIGRATO/EXTRACOMUNITARIO PRESENTE IN AZIENDA
Mansione Rischi correlati
Dall’analisi dell’organico aziendale non emergono situazioni particolari correlate alla nazionalità e/o religione
del personale che potrebbero essere fonte di rischio, essendo tutto il personale di nazionalità italiana
Individuazione fattori di rischio Si No
Sinistri causati da errori procedurali in seguito a mancata od erronea comprensione delle istruzioni
impartite x
Mancata comunicazione e comprensione linguistica fra i singoli lavoratori x
Possibilità di stati alimentari alterati che possono indurre stati di debolezza fisico-mentale X
Misure organizzative e procedurali
- - -
4.2. GESTANTI
Ai sensi dell’ Articolo 11 comma 1 del D.Lgs. 151/01, ed in ottemperanza a quanto disposto dal D.Lgs. 81/08 si
è provveduto ad effettuare una valutazione preventiva dei rischi per la sicurezza e la salute delle lavoratrici
gestanti, puerpere e in allattamento, in particolare i rischi di esposizione ad agenti fisici, chimici o biologici,
nonché i processi o le condizioni di lavoro, individuando le misure di prevenzione e protezione da adottare.”
Come precisato dalla Circolare del Ministero del Lavoro Prot. 3328 del 16/12/2002 detta valutazione
preventiva consente al datore di lavoro di informare le lavoratrici, prima ancora che sopraggiunga una
gravidanza, dei rischi esistenti in azienda, delle misure di prevenzione e protezione che egli ritiene di dover
adottare in tal caso e , quindi, dell’importanza che le dipendenti gli comunichino tempestivamente il proprio
stato, in modo che possano essere valutati con immediatezza i rischi specifici e adottate le conseguenti misure
di tutela.
La normativa si applica alle lavoratrici gestanti, puerpere e in periodo di allattamento fino a sette mesi dalla
data del parto, che hanno informato il Datore di Lavoro (DL) del loro stato; la tutela si applica altresì alle
lavoratrici che hanno ricevuto bambini in adozione o in affidamento, fino al compimento dei sette mesi di
età. non è invece applicabile al personale che non rientra nella definizione di lavoratrice nei termini del
D.Lgs81/08 e del D.Lgs. 230/95, art. 60.
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SICUREZZA E TUTELA DELLA SALUTE DELLE LAVORATRICI GESTANTI, PUERPERE O IN PERIODO DI
ALLATTAMENTO
Mansione Rischi correlati
Educatrice
Generici Ambientali:
Scivolamenti,urti, cadute, inciampi, ecc.)
Microclima
Elettrici /elettrocuzione
Incendio
Posturali
Rischio biologico
Affaticamento visivo
Affaticamento mentale
Rischio legato a co-attività
Movimentazione carichi (non ripetitiva)
Organizzativi procedurali / stress lavoro correlato
Individuazione fattori di rischio
Le mansioni comportano l’esposizione del personale femminile a rischi indicati negli allegati A,B e C del
D.Lgs. 151/01.
Misure organizzative e procedurali
E vietato adibire le lavoratrici al trasporto e al sollevamento di pesi, nonché ai lavori pericolosi, faticosi ed insalubri, durante la
gestazione e in determinati casi fino a 7 mesi dopo il parto (art. 7 D.Lgs. 151/01).
E’ vietato adibire le lavoratrici al lavoro notturno, dalle ore 24 alle ore 6, dal momento di accertamento dello stato di
gravidanza e fino ad un anno di età del bambino (art. 53 D.Lgs. 151/01).
Fermi restando i lavori vietati, il datore di lavoro deve valutare i rischi per la sicurezza e la salute delle lavoratrici, in
particolare i rischi di esposizione ad agenti fisici, chimici o biologici, i processi o le condizioni di lavoro (art. 11 D.Lgs. 151/01) •
I rischi da valutare sono riportati nell’Allegato C del D.Lgs. 151/01, cui si rimanda.
I lavori vietati e il corrispondente periodo di divieto sono riportati negli allegati A e B del D.Lgs. 151/01, cui si rimanda.
Tali lavori, di seguito elencati, comportano un’interdizione al lavoro per condizioni pregiudizievoli
Lavori in atmosfera di sovrapressione elevata
Esposizione a toxoplasma o virus della rosolia (salvo comprovata immunizzazione)
Esposizione a piombo e derivati
Lavori in sotterraneo di carattere minerario
Esposizione a colpi, vibrazioni meccaniche o movimenti
Movimentazione manuale di carichi pesanti
Rumore
Esposizione a radiazioni ionizzanti
Esposizione a radiazioni non ionizzanti (RF, ultrasuoni, campi magnetici, UV, ecc.)
Sollecitazioni termiche
Movimenti e posizioni di lavoro, spostamenti sia all’interno sia all’esterno dello stabilimento, fatica mentale e fisica e altri
disagi fisici
Agenti biologici dei gruppi di rischi da 2 a 4 per cui è noto che mettono in pericolo la salute delle gestanti e del nascituro
Impiego di sostanze nocive o pericolose, in particolare quelle etichettate R40, R45, R46 o R47
Impiego di sostanze nocive o pericolose, in particolare quelle R49
Esposizione a mercurio e suoi derivati
Esposizione a medicamenti antimitotici
Monossido di carbonio
Agenti chimici pericolosi per assorbimento cutaneo
Turnazione notturna
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Lavori faticosi, pericolosi ed insalubri indicati per i quali vige l’obbligo delle visite mediche preventive e periodiche
Esposizione a silicosi e asbestosi, nonché alle altre malattie professionali di cui agli allegati
Lavori su scale e impalcature fisse e mobili
Lavori di manovalanza pesante
Lavori che comportano una stazione in piedi per più di metà dell’orario o che obbligano ad una posizione
particolarmente affaticante
Lavori con macchina mossa o comandata a pedale, quando il ritmo del movimento sia frequente o esiga un notevole
sforzo
Lavori con macchine scuotenti o con utensili che trasmettono intense vibrazioni
Lavori di assistenza e cura degli infermi nei sanatori e nei reparti per malattie infettive e per malattie nervose e mentali
Lavori agricoli che implicano la manipolazione e l’uso di sostanze tossiche o altrimenti nocive nella concimazione del
terreno e nella cura del bestiame
Lavori di monda e trapianto del riso
Lavori a bordo delle navi, degli aerei, dei treni, dei pullman e di ogni altro mezzo di comunicazione in moto
In caso di lavoratrici minori, oltre ai lavori pregiudizievoli per la salute riportati nell’elenco sopra esposto, occorre altresì estendere la
valutazione dei rischi ai processi ed ai lavori indicati nell’allegato I del D.Lgs. 345/99 così come modificato dal D.Lgs. 81/08.
La normativa inoltre specifica :
“Interdizione per complicazioni”
“In caso di complicazioni della gestazione oppure di preesistenti patologie che possono essere aggravate dalla gravidanza viene rilasciata
l'interdizione dall’Ispettorato del Lavoro sulla base dell'accertamento medico, per il quale sono abilitati i medici pubblici: Responsabile
del Distretto Socio Sanitario di Base o ginecologo pubblico.
Nel processo di valutazione dei rischi, notevole importanza assume la collaborazione del medico competente, dove presente, in quanto
potrà fornire al datore di lavoro gli strumenti conoscitivi essenziali, in modo da individuare le condizioni di lavoro compatibili con lo
stato di gravidanza e il periodo di allattamento delle lavoratrici e conseguentemente protocolli con mansioni alternative.”
Il personale è sottoposto a sorveglianza sanitaria
ESITO DELLA VALUTAZIONE
Partendo dalla valutazione delle mansioni a rischio per il personale femminile è possibile ricapitolare nella
tabella seguente i risultati ottenuti
MANSIONE GIUDIZIO DI RISCHIO
EDUCATRICE
Divieto di esposizione
Giudizio di idoneità al mantenimento della mansione
Assenza di rischi aggiuntivi connessi con la mansione
Al momento di avvenuta notifica di gravidanza il D.L. dovrà adibire la dipendente gestante ad attività non a
rischio sulla base degli allegati A,B e C del D.Lgs. 151/01 e sulle indicazioni del Medico Competente.
Ai sensi dell’art. 20 dello stesso decreto le dipendenti che vorranno procrastinare l’attività lavorativa fino
all’ottavo mese di gestazione dovranno produrre certificato medico ginecologico da sottoporre all’attenzione
del Medico Competente che dovrà formulare il Giudizio d’Idoneità.
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4.3. MISURE PREVENTIVE E DISPOSIZIONI PER I DISABILI
Così come indicato nel D.Lgs. 81/08 si è provveduto ad effettuare una valutazione in capo alla presenza o
meno di personale disabile in azienda.
PERSONALE DISABILE PRESENTE IN AZIENDA
Allo stato attuale non risulta impiegato personale disabile presso la sede in esame
Misure organizzative e procedurali
Vengono di seguito riportate le disposizioni e prescrizioni a favore degli invalidi:
Contestualmente all’assunzione il disabile deve ricevere le informazioni relative alle misure preventive e protettive
connesse alla propria mansione.
Gli invalidi devono essere adibiti a mansioni che siano compatibili con il loro stato di salute (in base alla certificazione
rilasciata dal Servizio di Igiene Pubblica).
Qualora l’invalido venga adibito ad una mansione non compatibile egli può chiedere che gli venga assegnata altra
mansione. Se non viene accontentato può rivolgersi all’ASL e chiedere di essere sottoposto a visita medica da parte di
un apposito collegio medico, che deve stabilire se il lavoro che gli è stato assegnato sia compatibile con le sue
condizioni. In caso di giudizio del collegio medico sia favorevole all’invalido, il datore di lavoro deve adibirlo ad
altra mansione
4.4. MISURE PREVENTIVE E DISPOSIZIONI PER I MINORENNI
Così come indicato nel D.Lgs. 81/08 si è provveduto ad effettuare una valutazione in capo alla presenza o
meno di personale Minorenne in azienda.
PERSONALE MINORE PRESENTE IN AZIENDA
Individuazione fattori di rischio
ALLO STATO ATTUALE NON RISULTA IMPIEGATO PERSONALE MINORE
Misure organizzative e procedurali
Vengono comunque di seguito riportate le prescrizioni da adottare in caso di assunzione di minori:
Al momento dell’assunzione di un minore il datore di lavoro dovrà eseguirne la formazione e formazione ribadendo i
rischi connessi alla propria mansione svolta in azienda.
Il minore dovrà essere sottoposto ad accertamenti sanitari prima all’assunzione, eseguiti dal Servizio di Igiene Pubblica
e successivamente ogni anno fino al raggiungimento della maggiore età.
Il datore di lavoro dovrà ricevere in forma scritta dal lavoratore il nominativo di chi esercita la patria potestà.
Quest’ultimo dovrà sottoscrivere l’avvenuta ricezione delle documentazione comprovante la formazione ed
informazione del lavoratore.
I minorenni, di età inferiore agli anni 16 non dovranno essere adibiti a
1. Lavori che impongano trasporto e sollevamento di pesi eccessivi.
2. Lavori notturni.
3. Lavori che espongano a contatto con motori o macchine in moto.
4. Lavori pericolosi, faticosi, insalubri
4.5. AZIENDA A RISCHIO DI INCIDENTE RILEVANTE
L’azienda non rientra tra quelle previste dall’articolo di legge D.Lgs. 334/99 e s.m.i., come modificato dal
D.Lgs. 238/05.
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5. VALUTAZIONE RISCHI INCENDIO
D.M. 10 Marzo 1998
Così come per le altre valutazioni anche la valutazione rischio incendio all’interno dell’azienda viene valutato
secondo i parametri di seguito descritti.
5.1 CRITERI ADOTTATI PER LA VALUTAZIONE
L’attuazione delle misure e degli interventi correttivi o di adeguamento. se non stabilite dalla legislazione
vigente deve essere fatta seguendo le priorità desunte dalla seguente tabella.:
5.2 VALUTAZIONE
Di seguito viene riportata una tabella di sintesi in base ai seguenti elementi:
Identificazione, numero degli addetti e relativa mansione, le eventuali presenze esterne ed il numero
massimo di persone coinvolte;
sulle colonne l’individuazione dei pericoli d’incendio, la quantificazione del livello di rischi con
specificato, alla voce “I” la priorità dell’intervento;
le azioni, le misure di prevenzione, di protezione ed organizzative adottate o da adottare
obbligatoriamente o volontariamente finalizzate all’abbassamento del pericolo.
ENTITA’ DEI DANNI P1
Pro
babilità
trascurabile
P2
Pro
babilità
bassa
P3
Pro
babilità
alta
P4
Pro
babilità
altis
sim
a
G1: danni lievi (principio di incendio in ambiente non
compartimentato e spento dagli addetti alla sicurezza) 1 2 3 4
G2: danni moderati (principio di incendio in ambiente
pericoloso compartimentato e spento con estintori dagli
addetti alla sicurezza).
2 4 6 8
G3: danni gravi (incendio in ambiente pericoloso, con
carenza di compartimentazione e di altre misure antincendio,
spento con l’uso dimezzi del personale antincendio)
3 6 9 12
G4: danni gravissimi (es. incendio in ambiente non
compartimentato con carenze di misure antincendio spento
dai VVF.
4 8 12 16
ATTUAZIONE DELLE MISURE E DEGLI INTERVENTI CORRETTIVI
1 < R < 4 : RISCHIO BASSO 1 Priorità d’intervento bassa (Da 18 a 24 mesi)
5 < R < 9 : RISCHIO MEDIO 2 Priorità d’intervento a medio termine (Da 18 a 24 mesi)
10 < R < 16 : RISCHIO ALTO 3 Priorità d’intervento immediata
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AARREEAA EESSAAMMIINNAATTAA Asilo Nido
DESCRIZIONE CONDIZIONI AMBIENTALI - La struttura ed i rivestimenti del fabbricato non presentano caratteristiche
intrinseche comportanti pericoli d’incendio. Gli ambienti di lavoro sono facilmente fruibili, non presentando particolari
articolazioni.
Le vie di circolazione coincidono con i passaggi ed i corridoi dei locali e possano essere utilizzate in piena sicurezza dai
lavoratori.
Le uscite di sicurezza coincidono con gli ingressi dei locali. Le aperture sono dotate di porta con apertura a spinta e verso
l’esterno.
I locali sono dotati di mezzi mobili di spegnimento (estintori) in funzione del materiale presente nelle aree in cui devono
essere utilizzati.
Si distinguono estintori a polvere per fuochi di classe A (materiali solidi combustibili) ed estintori a CO2 per utilizzo su
impianti elettrici ed in tensione.
La lunghezza del percorso per raggiungere la più vicina uscita di piano rispetta i valori sotto riportati:
45÷60 metri (tempo max. di evacuazione 5 minuti) per aree a rischio di incendio basso.
ACCESSIBILITÀ E VIABILITÀ DEI MEZZI DI SOCCORSO - Le aree e gli immobili sono facilmente raggiungibile dai mezzi
dei VV.F.
INDIVIDUAZIONE DEI LAVORATORI E ALTRE PERSONE PRESENTI ESPOSTE A RISCHIO D’INCENDIO - Per le aree prese in
esame, al di la del personale dipendente, si individua la presenza seppur non sistematica di persone con
scarsa familiarità del luogo di lavoro, nonché di un numero variabile di bambini (circa 20-30 bambini,
comunque in numero inferiore alle 50 unità). Viste le dimensioni e l’organizzazione degli spazi dei locali ove le
persone esterne hanno accesso, il raggiungimento dell’area esterna risulta agevole e veloce.
Utenti esterni
È da segnalare la presenza di bambini in numero variabile durante la normale
attività.
E’ possibile la presenza di persone esterne, anch’esse in numero variabile, in
occasione per esempio dei periodi inserimento.
INDIVIDUAZIONE DEL PERICOLO RIDUZIONE G P R I
MATERIALI COMBUSTIBILI INFIAMMABILI:
Materiali:
Presenza di materiali combustibili (materiali
cartacei, arredi)
Presenza di elementi d’arredo (tavoli, sedie,
scaffali, parte in legno)
Sorgenti d’Innesco:
Nel luogo di lavoro non è presente una
particolare sorgente d’innesco se non
derivante da malfunzionamento di impianti/
comportamenti scorretti.
Mantenere i quantitativi di carta ad un
quantitativo richiesto per la normale
conduzione dell’ attività;
allontanamento della carta non necessaria;
non accumulare rifiuti, carta o altro materiale
che può essere incendiato accidentalmente;
La cubatura del materiale ligneo esposto
risulta poco rilevante
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Classificazione del livello
di rischio d’incendio
Sulla base dei risultati della valutazione del rischio incendio, considerando il tipo di
sostanze infiammabili presenti, nonché il loro tasso d’infiammabilità, considerando
le condizioni dei locali e di esercizio, nonché la probabilità di propagazione dello
stesso ed i dettami del D. M. 10/03/1998, il livello di rischio si classifica nella
categoria di rischio residuo BASSO
INDICAZIONI DI CARATTERE GENERALE
Vie di circolazione
Le vie di circolazione destinate ai veicoli devono passare ad una distanza sufficiente da porte, portoni, passaggi per pedoni, corridoi
e scale
Larghezza delle vie di circolazione per i soli pedoni ≤ mt. 1.00 (fatte salve le attività regolate da leggi
specifiche)
Distanza di sicurezza nelle vie di circolazione con transito di mezzi
di trasporto
≤ mt. 1.00 oltre l’ingombro massimo dei mezzi di
trasporto, compreso l’eventuale carico
Porte e Portoni – requisiti funzionali
Le porte dei locali di lavoro devono, per numero, dimensioni, posizione e materiali di realizzazione, consentire una rapida
uscita delle persone ed essere agevolmente apribili dall’interno durante il lavoro
In un locale di lavoro le “dimensioni” delle “uscite di emergenza”
possono coincidere con le porte dei locali di lavoro
Altezza minima di mt. 2.00 e larghezza di mt. 0.80
(conforme alla normativa vigente in materia di
antincendio cfr. Allegato 7 – DM 10/03/98)
Il numero complessivo delle porte può anche essere minore( ved. Requisiti dimensionali) purché la loro larghezza complessiva non
risulti inferiore
Lavorazioni e
materiali che
comportano
pericoli di
esplosione o
specifici rischi di
incendio e siano
adibiti alle attività
stessa più di 5
lavoratori
Si 1 porta ogni 5 lavoratori deve essere apribile nel verso dell’esodo ed avere larghezza minima di mt.
1.20
No
Fino a 25 Lav.: 1 porta avente larghezza minima di mt. 0.80
Tra 26 e 50 Lav.: 1 porta avente larghezza minima di mt. 1. 20 che si apra nel verso dell’esodo
Tra 51 e 100 Lav.: 1 porta avente larghezza minima di mt. 1.20 e 1 porta avente larghezza minima
di mt. 0.80 che si aprano entrambe nel verso dell’esodo
> di 100 Lav.: 1 porta avente larghezza minima di mt. 1.20 ed 1 porta avente larghezza minima di
mt. 0.80 ed 1 porta avente larghezza minima di mt. 1.20 per ogni 50 lavoratori o frazione tra 10
e 50 lavoratori oltre i 100, che si aprano nel verso dell’esodo
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Caratteris
tic
he tecnic
he
Uscite e Vie Emergenza
Le uscite di emergenza devono essere evidenziate con apposita segnaletica, durevole e collocata sopra, od a fianco, dell’uscita in
posizione appropriata rispetto all’angolo di visuale; in un posto bene illuminato e facilmente accessibile e visibile.
Le vie di emergenza devono essere evidenziate con apposita segnaletica, durevole e collocata in una posizione appropriata rispetto
all’angolo di visuale, in un posto bene illuminato e facilmente accessibile e visibile.
I cartelli vanno messi vicino alle porte situate sui percorsi di emergenza (vedi di seguito la modalità) ed in posti appropriati a
segnalare tali direzioni di sicurezza, tenendo conto della direzione dei percorsi di emergenza indicati sul piano di evacuazione.
È sufficiente uno dei tre segnali indicante l’uscita di emergenza.
Si dovrà comunque scegliere il cartello che per il tipo di conformazione del locale in cui verrà applicato, risulterà più visibile.
Le porte con apertura a spinta (maniglione antipanico) devono essere contrassegnate al di sopra del dispositivo di apertura dalla
scritta “PREMERE PER APRIRE”.
Le porte delle uscite di emergenza devono essere contrassegnate con la scritta “USCITA DI EMERGENZA NON INGOMBRARE”.
PREMERE
USCITA DI EMERGENZA
NON INGOMBRARE
Direzione del percorso di emergenza
UNO DEI TRE
PER APRIRE
Direzione del percorso di emergenza
UNO DEI TRE
PREMERE PER
APRIRE
USCITA DI EMERGENZA
NON INGOMBRARE
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6. DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE
Ai sensi dell’art. 46 del D. Lgs. 81/08, il datore di lavoro dell’azienda individua in funzione dei rischi specifici
legati al gruppo omogeneo/mansione i dispositivi di protezione individuale da fornire ai dipendenti.
Nel caso specifico i rischi derivanti dalle attività lavorative ed i DPI in uso sono riassunti nella seguente tabella:
MANSIONE EDUCATRICI
DPI DESCRIZIONE DPI DESCRIZIONE
MASCHERINE Tipologia
mascherine di
protezione delle vie
respiratorie
SCARPE Tipologia scarpe con suole antiscivolo
Protezione Da vapori e agenti
a trasmissione aerea
Protezione Da scivolamenti
Marcatura CE Marcatura - - -
Impiego
Durante l’uso di
prodotti chimici e
in presenza di
agenti patogeni a
trasmissione aerea
Impiego Durante la normale attività
DPI DESCRIZIONE DPI DESCRIZIONE
GUANTI Tipologia Guanti in lattice
monouso
Protezione
Da agenti chimici e
biologici
Marcatura EN374
Impiego
Durante le attività di
cura dell’igiene dei
bambini; durante le
attività con sostanze
chimiche
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Il D.Lgs. 475/92 classifica i DPI nelle tre categorie seguenti:
- I° categoria: racchiude i DPI che proteggono da rischi fisici di modesta entità e sono di semplice progettazione (contatti, urti con corpi caldi con
temperatura non superiore a 50 °C, vibrazioni e radiazioni tali da non raggiungere organi vitali e/o da provocare danni permanenti).
- II° categoria: raggruppa i DPI che non sono contenuti nelle altre due categorie.
- III° categoria: include tutti i DPI che proteggono da danni gravi e/o permanenti e dalla morte (caschi, visiere, apparecchi respiratori filtranti, DPI per
protezione dal rischio elettrico, da cadute dall’alto e da temperature non inferiori a 100 °C).
Tutti i DPI rispondono ai requisiti minimi previsti dalle norme UNI.
Nell’individuazione dei DPI si è tenuto conto dei seguenti obblighi:
- E’ stata effettuata l’analisi e la valutazione dei rischi che non possono essere evitati con altri mezzi;
- Sono state individuate le caratteristiche dei DPI necessarie affinché questi siano adeguati ai rischi da prevenire, tenendo conto delle eventuali ulteriori fonti
di rischio, rappresentate dagli stessi DPI;
- E’ stata predisposta idonea formazione ed informazione sul corretto uso dei DPI messi a disposizione
Inoltre il datore di lavoro si impegna a:
- mantenere in efficienza i DPI e assicurare le condizioni di igiene mediante la manutenzione, le riparazioni e le sostituzioni necessarie;
- provvedere che i DPI siano utilizzati soltanto per gli usi previsti, salvo casi specifici ed eccezionali, conformemente alle informazioni del fabbricante;
- fornire istruzioni comprensibili per i lavoratori;
- informare preliminarmente il lavoratore dei rischi dai quali il DPI lo protegge;
- rendere disponibile nell’azienda ovvero nell’unità produttiva informazioni adeguate si ogni DPI;
- assicurare una formazione adeguata e organizzare, se necessario, uno specifico addestramento circa l’uso corretto e l’utilizzo pratico dei DPI.
I lavoratori sono stati messi a conoscenza dei rispettivi obblighi ossia:
- sottoporsi al programma di formazione ed addestramento;
- utilizzare i DPI messi a loro disposizione in conformità alla ricevuta informazione e formazione;
- avere cura dei DPI messi a loro disposizione;
- non apportare delle modifiche di propria iniziativa;
- al termine dell’utilizzo seguire le procedure aziendali in materia di riconsegna dei DPI;
- segnalare immediatamente al DL/ dirigente /preposto qualsiasi difetto o inconveniente da essi rilevato nei DPI messi a loro disposizione.
7. SORVEGLIANZA SANITARIA
7.1. ANDAMENTO INFORTUNI
L’azienda annota in apposito registro tutti gli infortuni che si verificano e che comportano una inabilità
temporanea, con assenza superiore a tre giorni, o inabilità permanente o morte.
L’analisi del registro infortuni costituisce un elemento di valutazione essenziale per verificare l’effettiva
esposizione al rischio del personale operante in azienda.
Si riportano gli infortuni verificatisi negli ultimi 3 anni.
Tipologia d’infortunio N. di
eventi
Inabilità
temporanea
Inabilità
permanente Morte
- - - - -
7.2. VISITE MEDICHE
L’attività rientra fra quelle per le quali è prevista la nomina del medico competente (art. 18 comma 1 del
D.Lgs. 81/08). Si ricorda che deve essere garantita un’attività di collaborazione tra Medico, RSL e lavoratori e
che devono essere effettuate le visite mediche preventive e periodiche regolate dal D.Lgs. n. 81 dell’aprile
2008.
L’azienda ha incaricato il Dott. Beninato Giovanni, con studio in Piazza San Giovanni Battista alla Creta, 1 –
20147 Milano in possesso dei requisiti di cui all’art. 38 del D.Lgs. 81/08, per lo svolgimento della sorveglianza
sanitaria dei lavoratori in funzione dei rischi specifici.
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Il medico competente ha preso conoscenza delle attività lavorative aziendali, delle sostanze e dei preparati
utilizzati e delle singole mansioni svolte. Al termine ha redatto un protocollo sanitario che tiene conto di
quanto è stato appreso dal sopralluogo.
ll MC collabora con il datore di lavoro e con il servizio di prevenzione e protezione nella predisposizione
dell'attuazione delle misure per la tutela della salute e dell'integrità psico-fisica dei lavoratori.
Informa altresì i singoli lavoratori sul significato e sui risultati degli accertamenti svolti e, nel caso di
esposizione ad agenti con effetti a lungo termine, sulla necessità di sottoporsi ad accertamenti sanitari anche
dopo la cessazione della attività che comporta l'esposizione a tali agenti
Il datore di lavoro assicura al medico competente le condizioni necessarie per lo svolgimento di tutti i suoi
compiti garantendone l'autonomia.
Esiste una collaborazione attiva tra il Datore di Lavoro, il Medico competente ed il Servizio di Prevenzione e
Protezione nella definizione delle misure generali di tutela della salute dei lavoratori.
Il Datore di lavoro, in relazione ai giudizi di idoneità, attua le misure indicate dal Medico Competente e
qualora le stesse prevedano un'inidoneità alla mansione specifica adibisce il lavoratore, ove possibile, ad altra
mansione compatibile con il suo stato di salute.
La custodia delle cartelle cliniche, previo accordo tra il MC ed il DL, è a carico del Datore di Lavoro presso la
propria sede legale. Gli esiti delle visite mediche sono allegati alla cartella sanitaria e di rischio secondo i
requisiti minimi contenuti nell'Allegato 3A del D. Lgs. 81/08 (predisposta su formato cartaceo o
informatizzato).
La Sorveglianza Sanitaria comprende:
accertamenti preventivi al fine del giudizio di idoneità alla mansione specifica.
accertamenti periodici per il controllo dello stato di salute dei lavoratori con cadenza stabilita dal
medico competente in funzione della valutazione del rischio (di norma, una volta l'anno; l'organo di
vigilanza, con provvedimento motivato, può disporre contenuti e periodicità della sorveglianza
sanitaria differenti rispetto a quelli indicati dal medico competente).
la visita medica in occasione del cambio della mansione.
la visita medica su richiesta del lavoratore, qualora sia ritenuta dal medico competente correlata ai
rischi professionali o alle sue condizioni di salute.
la visita medica alla cessazione del rapporto di lavoro nei casi previsti dalla normativa vigente.
Non sono effettuate visite mediche per accertare stati di gravidanza o negli altri casi vietati dalla
normativa vigente.
Copia aggiornata del programma di Sorveglianza Sanitaria è disponibile in azienda, e viene allegata al
presente documento
A seguito delle visite mediche effettuate il Medico Competente ha rilasciato i giudizi di idoneità di ogni
singolo lavoratore, il cui riepilogativo è allegato e conservato presso la sede dell’azienda.
8. INDIVIDUAZIONE DELLE PROCEDURE PER L’ATTUAZIONE DELLE MISURE PREVENTIVE E
PROTETTIVE
Sono chiaramente definite le funzioni e le responsabilità relative alla prevenzione dei rischi sul lavoro, per
ciascun livello della struttura gerarchica, comunque di tipo semplice.
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Non sono state effettuate deleghe e tutto il potere decisionale, di organizzazione e di spesa è carico
dell’Amministrazione.
E’ stato definito il livello di competenza, esperienza e addestramento necessari al fine di assicurare un'adeguata
capacità operativa del personale.
Non sono state delegate le attività di valutazione dei rischi e la designazione del responsabile del servizio di
prevenzione e protezione
L'eventuale modello di organizzazione e di gestione idoneo ad avere efficacia esimente della responsabilità
amministrativa è stato adottato nel rispetto delle indicazioni di legge (rispetto degli standard, attività di
valutazione e gestione dei rischi, vigilanza, gestione della documentazione, registrazione, controllo, gestione
delle non conformità, riesame periodico, ecc.).
Le procedure operative di lavoro sono comprensibili e adeguatamente divulgate a tutti gli interessati, sono
esplicitamente rese obbligatorie, ricoprono tutte le lavorazioni e le mansioni presenti in Azienda, contemplano
sia l'uso normale delle attrezzature che gli usi anormali prevedibili, contengono solo norme necessarie e non
sono in numero eccessivo, sono aggiornate in occasione di cambiamenti che si producano nelle attrezzature o
nei processi.
9. GESTIONE DEI CONTRATTI D’APPALTO O D’OPERA E DI SOMMINISTRAZIONE
Il Datore di lavoro verifica l'idoneità tecnico professionale delle imprese appaltatrici o dei lavoratori autonomi
in relazione ai lavori da affidare secondo quanto previsto dall’art. 26 del D. Lgs. 81/2008 secondo le modalità
previste dall’allegato XVII.
Nel caso di lavori eseguiti da altre imprese sub appaltatrici o da lavoratori autonomi i datori di lavoro
cooperano e coordinano gli interventi al fine di ridurre i rischi, in particolare quelli dovuti alle interferenze tra
i lavori delle diverse imprese coinvolte nell'esecuzione dell'opera complessiva.
Laddove previsto il Datore di lavoro promuove la cooperazione ed il coordinamento elaborando un
Documento unico di valutazione dei rischi interferenziali (DUVRI) che indichi le misure adottate per eliminare
o, ove ciò non è possibile, ridurre al minimo i rischi da interferenze. Tale documento è allegato al contratto di
appalto o di opera.
Nei singoli contratti di subappalto, di appalto e di somministrazione sono specificamente indicati i costi relativi
alla sicurezza del lavoro; la congruità di tali costi è presa in considerazione in sede di valutazione dell'offerta.
Il personale occupato dall'impresa appaltatrice o subappaltatrice deve essere munito di apposita tessera di
riconoscimento corredata di fotografia, contenente le generalità del lavoratore e l'indicazione del datore di
lavoro. 10. RISULTATI DELLA VALUTAZIONE - PROGRAMMA INTERVENTI MIGLIORATIVI MISURE DI
PREVENZIONE E PROTEZIONE
10.1. RISULTATI DELLA VALUTAZIONE
La valutazione fin qui condotta ha evidenziato la presenza di rischi di media o bassa entità, o comunque
accettabili in funzione dell’ attività svolta; Il personale tecnico utilizza attrezzature potenzialmente pericolose
o potenzialmente dannose per la salute o l’incolumità della persona, i cui rischi tuttavia sono ampiamente
controllabili mediante l’utilizzo di Dispositivi di Protezione Individuale e l’adozione di idonee procedure
operative.
Oltre ad eseguire gli interventi tecnici previsti e di seguito esplicitati, è opportuno programmare la formazione
dei lavoratori e di tutte le figure coinvolte, circa i fattori di rischio cui sono esposti, la gestione delle
emergenze e la tutela della salute.
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10.2. PROGRAMMA INTERVENTI
Il programma di modifica/miglioramento delle misure di protezione e prevenzione si prefigge lo scopo del
continuo miglioramento del sistema prevenzionistico aziendale, teso alla riduzione – contenimento delle
potenziali condizioni di rischio per la salute e la sicurezza dei Lavoratori.
Il programma di miglioramento è costituito, nelle pagine seguenti, secondo il seguente schema logico –
funzionale:
A) Misure tecniche. Ovvero gli interventi di natura tecnica su macchine, attrezzature, impianti, processi,
sostanze nonché interventi tecnici di miglioramento della logistica, degli ambienti di lavoro e delle
misure di emergenze collettive.
B) Misure organizzative. Misure a carattere collettivo quali: programmi di periodica informazione e
formazione del personale sui rischi aziendali identificati e valutati; programmi di periodico
monitoraggio di specifici agenti di rischio; organizzazione del personale ai fini della riduzione dello
stesso da potenziali esposizioni ad agenti di rischio, ecc... .
C) Misure procedurali. Misure a carattere gestionale quali: implementazione di procedure di sicurezza
specifiche; implementazione di sistemi di gestione del sistema prevenzionistico aziendale;
implementazione di sistemi di gestione delle emergenze, ecc… .
Condizione fondamentale per la corretta attuazione di quanto evidenziato nelle pagine precedenti risulta il
controllo periodico e sistematico dell’attuazione delle misure programmate al fine di verificarne l’attuazione,
la rispondenza agli obiettivi prefissati, nonché alla formalizzazione dell’avvenuta realizzazione degli stessi.
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11. PROFESSIONALITÀ UTILIZZATA
Il documento di valutazione del rischio è stato redatto dal Dott. Ricciardi Alfredo, Datore di Lavoro in
qualità di Segretario Generale del Comune di Novate Milanese, avvalendosi della consulenza della società
Global Medical Service S.r.l., con sede legale e operativa in piazza San Giovanni Battista alla Creta n°1 20147
Milano.
La valutazione dei rischi è stata effettuata dal Datore di lavoro con la collaborazione del
Responsabile del Servizio di Prevenzione e protezione, e viene sottoposta all’attenzione del Medico
Competente e del Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza.
Novate Milanese, lì 8 Gennaio 2013
Il Datore di Lavoro
Dott. Ricciardi Alfredo
____________________________________________________
IL R.S.P.P.
Dott. Signorelli Sirio
__________________________________________
IL RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA
Sig. Condino Guglielmo
__________________________________________________
IL MEDICO COMPETENTE
Dott. Beninato Giovanni
__________________________________________