Do hit numero 1

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La rivista ufficiale della Federazione Italiana Hit Ball. In questo numero l'intervista a Stefania Cauda e la prima puntata della nostra storia.

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Gennaio - Febbraio - Marzo 2012

Anno 01 Numero 1Gennaio - Febbraio - Marzo 2012

Direttore Responsabile Patrizia Cascino [email protected]

Hanno collaborato a questo numero:Giacomo Catellani, Gianluca Zanetti,Ylenia Sanfilippo,Francesco Pellitteri,Enrico Rolando

Reg. Tribunale di Torinon° 72 del 02/12/2011

PeriodicitàBimestrale

Grafica e ImpaginazioneSerena [email protected]

Contributo fotograficoFederico Solinas, Enrico Rolando, Dario Dusio, Stefania Cauda,Luigi Gigante, Manuela Agnello, Martina Lupo

StampaByblos s.r.l.

Copyright ©, tutti i diritti riservati. E’vietata la riproduzione totale o parziale di testi, foto, disegni pubblicati su Do Hit, con qualsiasi mezzo, salvo espressa autorizzazione dell’ Editore. L’editore non risponde dell’opinione espressa dagli autori.

Per collaborare con noi scrivi a:[email protected]

Stando al successo di vendite e di abbonamenti, sono molto soddisfatta dal fatto che,

come me, moltissimi sentissero la mancanza di un organo federale scritto e stampato attraverso il quale ogni piccolo o grande progresso del nostro sport venisse registrato e comunicato. Il nostro intento, mio e di tutti quelli che collaborano con me in questo progetto, è quello di migliorare sempre più arrivando a confezionare un lavoro di livello professionale per presentarci al meglio ad ogni grande appuntamento e proporre a chi compra il numero un’interessante e piacevole lettura.Allo stesso tempo non vogliamo tralasciare l’aspetto puramente sportivo e che coinvolge più direttamente le squadre e i risultati. Per questo abbiamo ritagliato una paginetta in più per il nascente torneo di Serie C2, nel quale tanti giovani stanno muovendo i primi passi nel mondo dell’Hit Ball. Continueremo pertanto a lavorare affinché questa rivista diventi un punto di riferimento e di informazione per tutti, giocatori e simpatizzanti, esterni e curiosi, possibili investitori ed eventuali sponsor. E’ stato creato anche il profilo facebook della rivista su cui potrete trovare aggiornamenti e

Editoriale

pag. 5 Lettera del Presidentepag. 6 Stefania Cauda: i mille volti dell’Hit Ball di Patrizia Cascino pag. 13 Do hit or not do hit: that is the question! a cura della dottoressa Paola Sacchettino

pag. 14 New Entry / Porte aperte in via Plavapag. 15 Come eravamo: storia dell’hit ball 1a puntata

di Luigi Gigante

pag. 17 SaturdayNight Hit Ball - Astipag. 19 Manifestazione a Bresciapag.20 Pubblicazione didattica

Patrizia Cascino

pag. 21 Serie A1pag. 22 Serie a2pag. 23 Serie B1pag. 25 Serie B2pag. 26 Serie C1pag. 27 Serie C2pag. 28 Organigrammapag. 29 Fantahitball: edizione 2012pag. 30 Tutte le Associazioni affiliate FIHB pag. 31 Un mondo di corsi

notizie nel periodo che corre tra l’uscita di un numero e l’altro.Come sempre rivolgo un appello a tutti quelli che vorranno collaborare con noi mandandoci materiale fotografico sia storico sia nuovo, in alta risoluzione, pregandovi di contattarmi all’indirizzo e- mail [email protected]

Buona lettura a tutti!!

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Non so se inventando l’hit ball posso affermare di aver dato un contributo personale per rendere il mio Paese un po’ migliore (nel caso limitatamente al mio settore pro-fessionale, si intende).Non sta certamente a me giudicare e quindi me ne guardo bene.So per certo però che fin dalla sperimentazione (fine anni ‘70) e dagli esordi degli anni ‘80 nelle scuole ho considerato quello che stavo facendo di comune interesse e di pubblica utilità.Comparando l’hit ball alle altre disci-pline sportive scolastiche proposte ai miei allievi mi sono reso conto sin dall’inizio che aveva pari dignità di sport e almeno pari utilità sociale (sotto tutti i punti di vista).Oggi personalmente considero l’hit ball una risorsa per chi vuole edu-care attraverso lo sport e un piccolo patrimonio nazionale.Un altro esempio di “made in Italy” pronto per essere esportato con le-gittime aspirazioni.Mi sono sempre rivolto fiducioso a tutte le autorità preposte e compe-tenti e continuo a farlo imperterrito nonostante le numerose esperien-ze negative di questi anni.Si spera sempre in un futuro migliore e se non fossi stato un pazzo visionario ottimista (esplora-re l’inesistente è stato il mio motto principale) mi sarei fermato tanti anni fa.Invece non ho mai avuto tentenna-menti e sono sempre andato avanti finora a testa bassa.Ho dovuto mio malgrado prendere atto dell’esistenza di un sistema politico amministrativo inadeguato che ha continuato in questi anni a sostenere e finanziare iniziative e progetti senza i necessari criteri meritocratici ma in base ad altri principi di natura assai discutibile e poco condivisibile.Oggi finalmente stanno emergendo in modo inconfutabile i danni gravi di anni di malcostume e di ingiustizie sociali e siamo certi che le autorità sapranno nel prossimo e immediato futuro porre rimedio alla disparità di trattamento e all’incomprensibile discriminazione che proprio uno dei pochi sport nati in Italia ha dovuto suo malgrado subire.Ci siamo fatti del male nel nostro

Paese ma non siamo obbligati a con-tinuare a farlo.Chiediamo ai cittadini eletti segnali in-equivocabili di presa di coscienza e as-sunzione di responsabilità.Ne va della loro credibilità ed è in gio-co il futuro dell’intero Paese.Basta ipocrisie e giochini di partito sulla pelle della gente.Non è più tempo e non c’è più tempo.I segnali ricevuti recentemente sono stati molto importanti e abbiamo accolto con grande favore per esempio l’impegno assunto da parte del Presidente del CONI piemontese Dott. Gianfranco PORQUEDDU relati-vo al riconoscimento del nostro sport da parte del COMITATO OLIMPICO NA-ZIONALE ITALIANO.Ci sono mode passeggere che passano come meteore e altre destinate a diventare un fenomeno di tendenza e rimanere, cambiando anche solamente una parte della nostra società in qualche settore (nel nostro caso per il momento in ambito sportivo scolastico sicuramente).E ci sono tanti modi di far parlare del proprio Paese e della propria comunità locale.Ci sono cose che succedono che ci pos-sono rendere orgogliosi e altre che addirittura possono in una qualche misura dare lustro all’immagine della comunità.Altre delle quali ci dobbiamo purtrop-po vergognare.La storia dell’hit ball che oggi inizia ad essere pubblicata tra le pagine di DO HIT parla da sola.Una storia tutta italiana. Uno sport che non arriva da un ricco college straniero e che non è stato importato e sostenuto mediaticamente da una multinazionale sportiva.Uno sport che non arriva dall’alto ma che nasce, viene spinto e sostenuto dal basso.Una Federazione presieduta finora da insegnanti di Educazione Fisica e cioè da “tecnici” del settore e non da politici.Uno sport senza tessere di partito, non rappresentato in alcun parlamen-to o parlamentino locale.Uno sport che, nonostante le scarse risorse finanziarie disponibili, a differ-enza di quasi tutte le altre Federazioni, continua a crescere nei numeri e nel gradimento popolare.Il sistema, così come stato diretto e

Luigi Gigante

amministrato finora, ha mostrato i suoi limiti oggettivi (doping, scom-messe, partite vendute o truccate, Federazioni commissariate, disedu-cazione attraverso lo sport, strapo-tere del calcio, violenza, infortuni in aumento, impiantistica sportiva scolastica carente o assente, cat-tedrali nel deserto, piscine senza acqua, ecc.).Chiediamo quindi che finisca al più presto l’odiosa e ingiustificata dis-parità di trattamento finora subita dal nostro movimento sportivo e da altri sport emergenti come il nostro e altrettanto meritevoli di attenzione.Dopo venti anni attendiamo an-cora fiduciosi che le autorità pre-poste pongano rimedio.Attendiamo fiduciosi che dalle prassi discutibili di assegnazione delle risorse pubbliche si passi a criteri condivisibili, di natura meri-tocratica e nel pieno rispetto della Costituzione.Fiduciosi come sempre in questi venti anni. Ma oggi legittimam-ente impazienti. E anche un po’ insofferenti…

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Intervista

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Stefania fa parte del primo gruppo di gioc-atrici della storia dell’Hit

Ball, ma da allora si è diver-sificata in molteplici ruoli all’interno della Federazione e della scuola. Una delle poche ragazze a vincere anche un premio come mi-glior giocatrice di un All Star Game misto. L’abbiamo in-contrata per farci raccontare attraverso i suoi svariati ruoli come l’Hit Ball sia cambiato in campo, fuori dal campo e nella scuola, sede incon-trastata della divulgazione del nostro sport.

Ovviamente dobbiamo partire con ordine e come per Mirko Violetto, protagonista dello scorso numero, anche per te la prima domanda è obbliga-toria: come hai conosciuto l’Hit Ball?

Ho conosciuto l’Hit Ball quando ero al liceo Rosmini, non mi ricordo se era in quarta o in quinta, forse in quinta, e vennero Luigi Gigante e Michela Mazzarelli a fare

una lezione dimostrativa, a spiegare come si giocava. La nostra professoressa rimase entusiasta di questa novità e iniziò a farci giocare anche nelle ore di lezione già con bracciali e palloni omologati iscrivendoci poi ai campionati studenteschi. Nella squadra della scuola giocavano Romio, Giusiana, Castronovo, Giorcelli..che hanno poi giocato per anni ad alti livelli. Diciamo che Gigi ha seminato molto bene al Rosmini. Io però non fui presa nella squadra perché ero negatissima e perché non mi piaceva nemmeno. All’epoca giocavo a tennis e mi veniva da fare il rovescio, ma così facendo colpivo la palla storta e quindi mi partiva andando sempre in alto…non c’era verso! La mia prima avventura con l’Hit Ball si chiuse lì. Poi, uno o due anni dopo, iniziai a frequentare l’ISEF e Silvio Benati, che era il nostro insegnate di nuoto, ci parlò nuovamente di Hit Ball e io pensai: “quasi quasi faccio il corso così poi posso inseg-

narlo e intanto guadagnare due soldi mentre studio”. Seguendo il corso questa volta mi appassionai e da lì non l’ho più abbandonato. All’epoca la serie più bassa era l’A2 e lì iniziai nel 1995/96. Ovviamente la prima squadra fu l’ISEF. Poi il secondo anno entrai nel Piccolo Club insieme ad Alessandro Vendrame che, a corto di giocatori, venne a pescarmi e a chiedermi se volevo gio-care con loro. Erano rimasti in quattro e “arruolarono” all’ultimo momento facen-domi la maglietta pratica-mente il giorno prima della partita. Avevano tutti i nomi dei sette nani e volevano che io facessi ovviamente Biancaneve, invece volli met-tere Svirgolo, visto il tiro non brillante. Essendo la quinta ero sempre in campo e non uscire mai ti fa migliorare in fretta. Credo d’essere stata la prima ragazza a giocare nel Piccolo Club fino ad allora squadra totalmente maschile. L’anno successivo l’acquisto fu Mirko Violetto con cui giocai

Partita come studentessa

dell’ISEF, Stefania Cauda,

è diventata prima giocatrice,

poi allenatrice, insegnante e arbitro. Oltre 300 partite in

carriera, più di 1000 hits segnati,

6 scudetti come allenatrice e innu-

merevoli premi personali. Una

carriera tutt’ora in fervente

attività che le ha regalato grandi soddisfazioni e esperienza da

vendere.

di Patrizia Cascino

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un paio d’anni.

All’epoca forse non eravate poi molte ragazze a giocare, o sbaglio?

In realtà non è vero perché Sonia Bertin teneva un corso di sole raga-zze e tutto sommato non eravamo poi così poche, di che squadre fac-essero parte sinceramente non saprei dire perché ero ancora de-cisamente al di fuori dell’ambiente. Seguendo però questo corso per imparare a giocare, ma anche ad insegnare visto che Sonia era molto brava, pian piano entrai sempre più all’interno del gruppo.

Parallelamente avevi già iniziato ad insegnare?

Ho iniziato ad insegnare nel primo anno dell’ISEF ad un gruppo di rag-azzi che avevano iniziato il corso extra curricolare in una scuola media. Quel gruppo ha dato poi vita, scindendosi, alle squadre di Red Devils e Sotomayor. Avevano 12 o 13 anni, praticamente dei bimbi. Facevo il corso a loro e nel frattem-po imparavo a giocare io. Loro sono stati i primi che ho beccato e direi che sono stata anche fortunata.

Come primo lavoro è venuto bene.

Beh sì, c’è da dire però che adesso trovare dei ragazzini che abbiano veramente voglia come l’avevano loro è molto più difficile. Avevano tutti una gran voglia di giocare, qual-siasi cosa gli proponessi di fare la ac-coglievano subito con entusiasmo. Avrebbero voluto perfino fare tre allenamenti: uno solo di prepara-zione atletica, uno di gioco, uno di tecnica..adesso se dici ai ragazzi di fare preparazione atletica ti guarda-no malissimo. E’ vero che del nucleo iniziale alcuni sono andati via e altri sono arrivati cammin facendo, però l’atteggiamento mentale del gruppo era già molto buono e quindi diven-ta anche più facile lavorare. Da quel gruppo sono poi nate due squadre sorelle, nate e cresciute insieme, grandi rivali, amiche e nemiche. At-tualmente sono in pari perché se

non sbaglio hanno vinto tre scu-detti a testa, ma ogni anno si incon-trano/scontrano e ogni volta danno comunque spettacolo.

La difesa alla fine si può dire che sia quasi una tua invenzione perché le prime squadre decisamente difen-sive, che allenavano sistematica-mente anche la difesa e non solo la tecnica di tiro, sono stati proprio Red e Soto e tutt’oggi vengono portati ad esempio dagli allenatori per i ragazzi. Rimangono ancora, dopo tanti anni, le squadre con la miglior difesa della massima serie.

Sì, credo senza falsa modestia, di essere stata la prima a pensare di impostare la difesa con allenamenti specifici. Ora ai ragazzini si inizia già ad impostare fin da subito una difesa sistematica con i tre sfalsati sulla linea di porta, si imposta un metodo di tuffo, le coperture, ecc. ma una volta non era così. Quando ho iniziato io ci si metteva in porta e poi si cercava di parare in qual-che modo, ognuno nel suo spazio. Probabilmente mi son fatta conta-giare da Vendrame che ci urlava di buttarci a terra per parare e Raffa-ele Francone che si tuffava ovunque e ho cercato di trasmettere questo meccanismo, sistematizzandolo, ai miei ragazzi portandoli a difendere praticamente in cinque.

A parte questi due grandissimi suc-cessi come allenatrice, altre squa-dre che hanno raggiunto o stanno raggiungendo bei traguardi e che senti a tua immagine e somiglian-za?

Quelli che mi piacciono di più adesso sono i Citmabun, che stanno venendo su bene, più ancora dei Gunners, che potenzialmente ci sarebbero ma hanno meno voglia di sacrificarsi. All’interno della nostra società ci sono anche altre squadre buone, ma vengono seguite da Bo-tosso e Fontana, quindi non fanno parte delle mie squadre.Attualmente i Citmabun sono un bel gruppo che crescendo può

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bambini arrivano e si sfogano con-tenti. Alle elementari soprattutto, ma anche alle medie. Sono i bimbi più piccoli però ad adorarlo proprio. Alle medie si incappa più facilmente nelle ragazzine troppo attente alle unghie e i ragazzi che cercano solo di farsi vedere di fronte ai com-pagni o alle ragazze. A volte capita anche di incontrare professori che ti dicono: “se tira troppo forte fallo uscire”. Ma come? Deve tirare forte! Invece alle elementari è tutta un’altra cosa perché rincorrono la palla e si divertono come matti. All’inizio il Comune assegnava le ore anche alle prime e seconde, ma con loro non si può giocare a Hit Ball, si può fare al massimo gioco motricità usando il pallone da Hit Ball e magari mettendogli i bracciali, ma non si può parlare di gioco vero e proprio. Ora si effettuano solo dalla terza elementare in poi.

Dopo tanti anni che insegni e alleni, come sono cambiati i ragazzi/bam-bini da 15 anni fa ad oggi?

Una volta avevano più voglia di giocare ed erano messi meglio anche da un punto di vista locomo-torio forse perché c’erano meno video giochi, non so. Ed erano anche più curiosi. Probabilmente all’inizio di carriera mi è capitato anche un gruppo fortunato, perché si interes-savano a chi erano gli altri giocatori, avevano Violetto come mito, ora invece se chiedi ai Citmabun non sanno chi è Violetto, o Guzzafame, o Virgilio, o altri. Non si interessano di chi sono i grandi giocatori a cui magari ispirarsi per migliorare. Si fa più fatica a coinvolgerli. Alcuni, è brutto dirlo, ma arrivano all’Hit Ball perché estromessi da altri sport e fatta la partita o l’allenamento vanno via senza farsi coinvolgere più del necessario. Non tutti, ma in generale è così. A livello scolas-tico è cambiato tantissimo. Con i gruppi che vengono a fare il corso extracurricolare va meglio perché scelgono quel corso invece di un altro e di solito un piccolo interesse c’è, invece quando arrivano a scuola e si trovano nelle ore di lezione

fare bene, hanno una buona testa nel senso che sanno rimanere concentrati e freddi nei momenti giusti. Sono un gruppo omogeneo senza una prima donna che fa dipendere la squadra dalla sua prestazione. Io non sono mai stata d’accordo ad avere prime donne perché secondo me una squadra che punta tutto su un solo giocatore rimane squilibrata: quando manca quell’uno la partita si perde. Invece dove c’è il gruppo se uno manca gli altri suppliscono. A me piace plasmare i giocatori, insegnar loro tutto, dai fondamenti alle malizie, crearli. Ecco perché, quando devo formare un gruppo, preferisco scegliere ragazzi che non sanno tirare, ma che non sanno stare fermi e cercano di arrivare su ogni pallone. Tutta la tecnica la si può impostare, ma se non si ha la voglia c’è poco da fare e li scarto a priori. Ormai Red e Soto si autogestiscono, però è bello quando ti senti fonda-mentale, quando sai che un cambio azzeccato porta alla vittoria oppure che basta ti guardino per caricarsi.

Sono molti anni che tieni corsi cur-ricolari ed extra curricolari nelle scuole, quanto è apprezzato a livello scolastico e che riscontri si possono ottenere dagli allievi?

Ormai sono anni, anni e anni che li faccio, praticamente da quando ho iniziato perché Silvio (Benati ndr.) mi ha subito lanciata in mezzo ai corsi, cosa che a me serviva in tutti i sensi, sia di pratica d’insegnamento sia economicamente mentre studia-vo e quindi un po’ di esperienza l’ho accumulata. E quella fa moltissimo anche in questo campo. Parti al mat-tino presto, ti carichi palloni e brac-ciali e vai. Una volta con i mezzi pub-blici, prima di avere la patente, ora in auto. Ho anche trovato gente sul bus che mi ha chiesto se erano pallo-ni da bowling… diciamo che in una retina a spalla era difficile lo fossero, ma si trova anche di questo. Ora for-tunatamente a livello scolastico è un po’ più conosciuto, ma purtroppo all’esterno è ancora uno sconosciu-to. Nelle scuole piace tantissimo, i

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l’obbligo di fare Hit Ball quando invece volevano giocare a calcio o pallavolo è un disastro perché diventa difficilissimo coinvolgerli. C’è più menefreghismo e maledu-cazione da parte dei ragazzi; poi magari dopo due volte gli piace e sono contenti di farlo, ma iniziare è durissima. Adesso forse l’ora di educazione fisica non è più vissuta come un’ora curricolare, ma come un’ora di svago e fare qualcosa di obbligatorio da’ solo fastidio. Il prodotto che proponiamo è molto valido, piace e tutti riescono a giocare trovando il proprio ruolo, e dalla seconda lezione in poi nor-malmente sono tutti abbastanza contenti, ma iniziare è durissima. Una volta non capitava mai che qualcuno sbuffasse all’inizio di un nuovo corso, ora è la normalità. Ci sarebbe probabilmente da cambiare alla radice l’educazione sportiva sia a scuola che in famiglia.

Mille premi e ogni anno aumentano sia da giocatrice sia da allenatrice, hai un’idea di quanti sono?

No, guarda non saprei davvero dire, anche perché mio marito li ha presi tutti e portati in cantina perché era stufo di vederli sempre in giro.Però manca il campionato, non ho mai vinto uno scudetto da gioca-trice, sei da allenatrice, ma nessuno da giocatrice. Vorrà dire che un anno mi iscrivo in una delle squadre che alleno, gioco un paio di minuti qua e là e vinco così il campionato, sarebbe carino… A parte gli scherzi, vincere uno scudetto da allenatore è comunque quasi altrettanto appa-gante perché soffri dietro la porta quasi quanto soffri in campo, quindi alla fine te lo senti tuo anche se sei fuori.Ho vinto diversi tornei femminili, ma scudetti mai. Negli ultimi anni

siamo sempre riuscite a comporre una squadra vincente per i tornei femminili riuscendo a raggruppare brave giocatrici. In carriera ho vinto anche un premio come miglior giocatrice in uno star game misto di A2, però bisogna am-mettere che quel giorno ho avuto anche tanta fortuna perché c’è la volta in cui alzi le mani a muro o in porta senza prendere la palla e altre che te la ritrovi in mano e sembra che sei bravissima.

Altro ruolo, altra carriera, se così si può dire. Da molti anni fai anche l’arbitro, quali caratteristiche ser-vono e quali rischi corre un arbitro?

Faccio l’arbitro da parecchio tempo, sicuramente da quando giocavamo ancora alla Palazzeschi. Forse il primo anno in cui giocavo nell’ISEF no, ma ho iniziato subito dopo.Per fare l’arbitro la cosa più impor-tante è l’allenamento dell’occhio perché è con l’esperienza che riesci ad individuare a colpo d’occhio se una palla è dentro o fuori. Ora che arbitro molto meno mi accorgo che devo fare molta più fatica a concen-trarmi. Diciamo che a livello di arbitro devi anche un po’ conoscere i gioca-tori, perché c’è il giocatore che si ar-rabbia subito, quello che esulta più animatamente o che maledice i suoi dei se sbaglia un po’ troppo vigoro-samente. Io sono un po’ più per las-ciar correre, non star lì a riprendere ogni volta che qualcuno fa una cosa un po’ più esagerata. Sarà perché io quando gioco sono sempre agitata e magari la parolaccia scappa, ma credo che un minimo di flessibilità ci voglia. Oltre tutto l’Hit Ball è uno sport adrenalinico e quindi rischi ogni tanto di esplodere, un conto è la protesta, ma finché è solo uno sfogo che non vada a ledere gli av-versari o lo stesso arbitro sono per

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la tolleranza.I ragazzini che approdano all’Hit Ball hanno già un’impostazione diversa, perché già nelle scuole si cerca di sedare da subito ogni moto di protesta o ribellione nei confronti dell’arbitro, per cui quando i ragazzi iniziano a giocare in campionato sanno già che con l’arbitro di Hit Ball non si discute. Quando la palla è in aria e il gioca-tore la para è molto difficile per l’arbitro stabilire da centro campo se la palla è entrata oppure no, oppure su una bruciata che rim-balza veloce in due punti del corpo non sempre è chiaro se ha effettiva-mente toccato due volte oppure è solo passata vicino. Probabilmente si limiterebbero gli errori ponendo un altro arbitro dietro le porte, ma diciamo che in linea di massima tutti sanno che può esserci questo margine di errore e che comunque c’è da entrambe le parti. Poi posso capire che se sei punto a punto dia fastidio, ma è contemplato e alla fine i giocatori lo accettano.

Negli ultimi anni ti sei dedicata anche, se non sbaglio, al corso SUISM di Hit Ball

Sì, ormai da quasi quattro anni tengo il corso di Hit Ball. Ho iniziato come “Cultore della materia” in-sieme a Silvio (Benati ndr.) che era il docente. Da quest’anno lui mi ha lasciato il corso e quindi sono diven-tata docente a tutti gli effetti. Devo dire che mi piace molto l’esperienza universitaria perché è la sensazione di aver scavalcato la barricata. Poi c’è un bel gruppo di persone con cui fa piacere lavorare e che sono anche interessati. Alcuni di loro li abbiamo già presi e messi a gio-care quest’anno nel Cielo Grande coinvolgendoli direttamente. Uno di loro ha abbandonato il calcio per

dedicarsi all’Hit Ball perché si era stu-fato. Fortunatamente si inizia a sen-tire sempre più spesso questo tipo di discorso e fa anche piacere che i genitori inizino a far vedere ai figli qualche alternativa.

A proposito di genitori e figli, i vostri, tuoi e di Tony Giordano, come se la cavano con pallone e bracciali? Saranno i primi della nuova genera-zione?

Davide fa già qualcosa, anche se per il momento fa soprattutto sport in-dividuali come il nuoto che serve anche molto per la formazione fisica e mentale. L’Hit Ball l’aveva già pro-vato con un corso di Daniele Botosso ma era il più piccolo e quindi non si trovava. Ora sta iniziando a fare i corsi nella sua scuola e vedremo se gli piacerà. La cosa che potrebbe ser-virgli per l’Hit Ball è che è ambidestro naturale e per questo non dovreb-be avere problemi. Irene è ancora troppo piccolina.Una curiosità però è che Davide ha fatto anche il capitano della nostra squadra per una partita perché dovevamo spareggiare in A2 e sic-come l’altra squadra aveva preso un giocatore in più apposta per quello spareggio, abbiamo pensato di ar-ruolare un giocatore in più anche noi e così Davide, a 4 anni, si è trovato a far lo spareggio con Max Sbano. Poi ovviamente non ha giocato, ma è a referto. E il nome sulla maglietta è una vera chicca perché all’epoca avevamo i nomi, anzi i soprannomi, dei personaggi di Cars, il film di Walt Disney: io ero Hudson e Tony Cric-chetto e così la maglia di Davide era uscita con il nome Cricchudson.

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A cura della dott.ssa Paola Sacchettino

“La psicologia della salute è l’insieme dei contributi specifici (scientifici, professionali, formativi) della disciplina psicologica alla promozione ed al mantenimento della salute, alla prevenzione e trattamento della malat-tia e all’identificazione dei correlati eziologici, diagnostici della salute, della malattia e delle disfunzioni associate. Un ulteriore obiettivo consiste nell’analisi e miglioramento del sistema di cura della salute e nella elabora-zione delle politiche della salute”.(Matarazzo, 1980)

Psicologia

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha definito la sa-lute “uno stato di completo ben-

essere fisico, mentale e sociale, e non semplicemente l’assenza di malattia o infermità” (WHO, 1986).Comparini (1999), fornisce la seguente definizione di salute e malattia “un in-dividuo è sano (in stato di salute) se reagisce in modo adattivo, cioè con processi di adattamento, e quindi an-che con comportamenti, utili alla con-servazione o al ripristino del proprio equilibrio strutturale-funzionale di tale stato di adattamento, agli stimoli ambi-entali (positivi o negativi) “tipici” della sua specie […]; un individuo è malato (in stato di malattia) se non reagisce o reagisce in modo disadattivo agli st-essi stimoli”.

Ogni essere umano, nel suo percorso evolutivo che ha inizio al momento della nascita, acquisisce, se pur con tempistiche diverse e del tutto indi-viduali, varie abilità mettendo in atto comportamenti di tipo motorio: intor-no ai 6 mesi riesce a stare in posizione seduta, tra i sette e gli otto mesi deam-bula in quadrupedia e verso l’anno di età sperimenta la possibilità di reggersi sulle proprie gambe e di deambulare.Ciò che avviene nel periodo successivo alla prima infanzia dipende da molte-plici fattori (genetici-individuali, ambi-entali ed educativi).Lo sviluppo motorio non può essere svincolato dallo sviluppo emotivo e cognitivo dell’individuo: occorre che il bambino attui un lavoro di decodifica delle informazioni, di memorizzazione attiva (non solo di riconoscimento, ma soprattutto di rievocazione, elemento fondamentale per la formazione di cor-retti automatismi), di problem solving,

di progettazione e di scelta (Balboni e Dispenza 2006).L’immagine del corpo è una delle strutture centrali della personalità e si costruisce attraverso i continui rapporti tra corpo ed ambiente.Attraverso il movimento l’individuo esplora l’ambiente, facendo esperienze che producono sensazioni, arricchis-cono l’esperienza e consentono nuove esplorazioni.

L’efficienza fisica, che si consegue attraverso il movimento, è la base fon-damentale per il raggiungimento di uno

stato di salute ottimale. Muovendosi è possibile mantenere in funzione tutti gli organi e gli apparati del corpo umano, prevenire l’insorgenza delle malattie e contribuire al raggiungimento di uno stato di benessere psicofisico ottimale (Fiorini, Coretti, Bocchi 2010).Un’altra dimensione importante per il sano sviluppo dell’individuo, a partire dalla prima infanzia ed in tutte le età della vita è il gioco, una forma di at-tività comune sia agli esseri umani che al mondo animale. Dagli studi etologici emerge come per gli animali esso ab-bia molteplici finalità: l’apprendimento,

l’adattamento della specie al suo ambi-ente naturale e la costituzione delle re-lazioni fra gli individui.Nell’uomo l’attività ludica è ancor più complessa, poichè assume infinite forme e svolge svariate funzioni; esso diventa un esercizio preparatorio ai di-versi compiti dell’esistenza sul piano bi-ologico, sociale, culturale; serve ad ap-pagare i bisogni di controllo, di dominio, di autoaffermazione attraverso le sfide; serve a concedere svago ed autogratifi-cazione (Carlevaro, 2002).

Nel periodo senso-motorio, che copre i primi due anni di vita dell’individuo, il gioco, secondo lo psicologo svizzero Piaget, è l’attività principale del bam-bino per quanto riguarda lo sviluppo cognitivo e l’imitazione. Nel progressivo adattamento del bambino all’ambiente, il gioco si verifica tutte le volte che, avendo acquisito un’abilità o compiuto una scoperta, il bambino cerca di far aderire allo schema motorio o cogni-tivo appena acquisito oggetti nuovi, con il risultato di esercitare l’abilità e la scoperta stessa. Il gioco, dunque, costituisce una tappa fondamentale dello sviluppo globale della personalità del bambino, va sti-molato, consentito e valorizzato: at-traverso il gioco esprime le proprie emozioni, i propri stati d’animo, il pro-prio modo di vivere il rapporto con se stesso e con gli altri. D’altra parte il gioco costituisce il mezzo più immediato e naturale per sviluppare la manualità, la fantasia, la capacità di analisi, l’apprendimento, il pensiero logico ed il ragionamento astratto.Il gioco di squadra, poi, favorisce l’integrazione e la socializzazione, allena all’autocontrollo, alla gestione dei conflitti ed è un ottimo strumento per educare al rispetto degli altri e all’interiorizzazione delle norme e delle regole (non soltanto del gioco stesso, ma sociali e di comunità).

“To be, or not to be: that is the question” Shakespeare – The tragedie of Hamlet, prince of Denmarke)

“Il gioco di squadra favorisce l’integrazione e la socializzazi-one, allena all’autocontrollo, alla gestione dei conflitti ed è un ottimo strumento per educare al rispetto degli altri e all’interiorizzazione delle

norme e delle regole”

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NEW ENTRYViviamo in un momento storico nel quale, a causa di una sempre maggior abitudine alla sedentarietà, vi è un au-mento preoccupante delle patologie legate all’ipocinesia (sindrome da man-cato o insufficiente esercizio fisico, che Kraus e Raab individuarono nel 1961).Negli ultimi anni si sta assistendo ad un aumento dell’obesità, già a partire dall’infanzia e dall’adolescenza, a causa di regimi alimentari squilibrati, ridotta attività fisica e aumento della percen-tuale di tempo trascorso davanti alla televisione o al computer. Alcuni ricercatori americani hanno evidenziato che esistono tre fattori in

grado di correlare tv ed obesità, sia nei giovani, sia negli adulti: 1- guardare la televisione toglie tempo che potrebbe essere dedicato allo svolgimento di attività fisiche, con conseguente riduzione del consumo en-ergetico; 2- l’individuo, per contro, aumen-ta l’assunzione di cibo poiché tende a mangiare mentre sta davanti alla tv o al personal computer; 3- passando molto tempo seduti e non facendo movimento, si adottano abitudini alimentari malsane, spesso condizionate dalle pubblicità cui si è es-posti.

L’incremento dell’attività fisica, soprat-tutto se svolta sotto forma di gioco non può dunque che soddisfare tutti i requisiti fondamentali necessari per condurre l’individuo al raggiungimento di un ottimale stato di salute e di ben-essere mentale e psicologico, oltre che fisiologico.Se “prevenire è meglio che curare”, quale miglior prevenzione di una bella partita di Hitball, di un dinamico e pi-acevole allenamento? Uno sport, il nostro, che per le sue carat-teristiche è adatto ad individui di tutte le età: dal bambino, all’adolescente, all’adulto anche di non più giovanissima età.

A questo punto la risposta alla domanda iniziale, non può essere che affermativa: “Yes, Do Hit!”

E’ possibile far praticare l’Hit Ball anche alle persone con disabilità? Da questa domanda, ma soprattutto dalla ricerca di una risposta affermativa, è nato il progetto dell’Hit Ball accessibile. Un obiettivo, quello di coinvolgere e far apprezzare il nostro sport anche alle persone diversamente abili, che al momento vuol essere raggiunto attra-verso un gioco esclusivamente a fini ludico-ricreativi e in forma non com-petitiva. Il primo passo che si sta com-piendo in questa direzione è quello di allestire un laboratorio permanente, in collaborazione con il settore tec-nico della FIHB, per adattare le regole, mantenendone tuttavia le caratteris-tiche peculiari, alle diverse disabilità e capacità dei singoli giocatori. Con le dovute sperimentazioni, si vorrebbe giungere ad una forma agonistica che abbia come finalità l’ottenimento di risultati in competizioni di tutti i livelli, organizzando campionati per diverse categorie di capacità e/o età.I destinatari di tale iniziativa sono gen-eralmente tutte le persone con diffi-coltà motorie che intendono praticare a livello amatoriale un’attività sportiva che non richieda l’acquisizione di abil-ità tecniche e permetta di avvicinarsi immediatamente alla fase di gioco.

Al momento si sono uniti al progetto alcuni tesserati della Federazione Itali-ana Hit Ball che offrono un contributo volontario e l’obiettivo è di implemen-tare il team di lavoro con persone es-perte in merito alle problematiche che si riferiscono alla disabilità. Inoltre, si ritiene fondamentale l’inclusione nel progetto di persone con disabilità dis-poste ad offrire il loro contributo nella sperimentazione di una versione ac-cessibile di questo sport.

La referente per il progetto all’interno della FIHB è Ylenia Sara Sanfilippo che si può contattare per maggiori informazione all’indirizzo mail [email protected]

Molto probabilmente, la con-ferma ufficiale della data arriverà più avanti, nel mese di maggio prossimo ci sarà finalmente una prima manifestazione all’interno del palazzetto comunale di via Plava. Forse non ancora tutti san-no che proprio quella struttura potrebbe – il condizionale è ov-viamente d’obbligo – ospitare tra qualche anno il secondo impianto di Hit Ball tanto agognato. In col-laborazione con la Federazione Pugilato, si sta organizzando

una grande giornata di sport alla quale siete tutti invitati con anche parenti e amici, per toccare con mano la nostra possibile nuova casa.

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immaginare (figuriamoci io in quel momento…) che invece avrebbero avuto un incarico speciale e un gran lavoro da svolgere e tanta strada e traiettorie da fare e da percorrere.E un ruolo importante da esercitare…Ma le sorprese, e il relativo benve-nuto al pivello di turno, erano solo all’inizio…“Vede professore, la classe terza che le è stata affidata è una classe un po’ particolare… Niente di preoc-cupante, non si spaventi, ma si tratta di ragazzi, tutti maschi, (all’epoca le classi non erano ancora miste in palestra) un po’ vivaci…diciamo che hanno bisogno di essere inquadrati. Un po’ di sana disciplina come quella di una volta e tutto andrà per il verso

giusto. Non si faccia impression-are da quello che dicono rispetto all’insegnante che l’ha preceduta o da certe voci che corrono sul conto della classe. Ho preferito parlargliene io personalmente proprio per

questo. Sono certo che saprà essere all’altezza della situazione.”Fu così che iniziò la storia del nostro

1a puntata

Scuola media “Antonio GRAMSCI” Via Brofferio - Settimo Torinese.Settembre 1978. Anno scolastico

1978/79.

“Venga Professore, Le faccio vedere la palestra…”.All’epoca pivello ventunenne (ma già con qualche supplenza nel curriculum) al primo incarico annuale mi ritrovai così catapultato nella realtà del sistema scolastico del mio Paese pronto ad es-ercitare il mio servizio di umile servitore dello Stato.Percorrendo la statale Torino Settimo non potei certamente, all’epoca dei fatti, evitare di riflettere relativamente a quell’orizzonte occupato dalle fabbriche e al quartiere residenziale “OLIMPIA” che mi stupì non poco vista e considerata la sua posizione così sorprendente nel bel mezzo delle fab-briche.Il boom edilizio italiano era già comin-ciato ma non contemplava, purtroppo, un minimo di rispetto di niente e di nes-suno.Scendendo due rampe di scale al di sot-to delle aule scolastiche ebbi il tempo di farmi venire dei dubbi anche sulla reale efficienza del sistema scolastico (almeno relativamente all’impiantistica e non solo sportiva…) ma potete im-maginare la mia faccia quando vidi il seminterrato “adibito a palestra” che mi mostrarono.Il soffitto alto quanto un’aula scolas-tica forse avrei potuto anche immagi-narmelo, ma i due montanti di cemento nel bel mezzo del seminterrato e un locale privo di qualsiasi p i c c o l o o grande a t t r e z z o proprio no.P e r s i n o i pochi e logori palloni in d o t a z i o n e sembravano c h i e d e r s i tra loro “Ma qui cosa facciamo?”. Già. Cosa facciamo?Di certo quei palloni non potevano

sport.In quello scantinato adibito a palestra che fu il mio primo stupefacente contatto con il sistema scolastico nazionale. A bocca aperta osservando quei montanti di cemento che nel bel centro dello scantinato campeggiavano minacciosi…Pochi giorni dopo, una volta imbottiti e messi in sicurezza i montanti, tutto mi sembrò improvvisamente fattibile e adeguato, e con questo atteggiamento da inguaribile ottimista visionario mi apprestai a fare la conoscenza con le mie classi.Fu proprio conoscendo quella classe terza di cui tanto si parlava nell’ambiente e che destava inquietudine tra colleghi, bidelli e preside, che ebbi per la seconda volta la certezza assoluta della neces-sità di rivedere urgentemente qualcosa nell’ordinamento scolastico e di modifi-care qualche ingranaggio del sistema. A distanza di tempo (33 anni) sono rimasto testardamente della stessa

o p i n i o n e ma la cosa grave non è questa mia stupida os-t inazione, ma il fatto che nel frattempo nel sistema s c o l a s -tico nulla è cambiato,

anzi…Scoprii che quel mestiere era di gran lunga diverso da come me lo avevano spiegato e da come me lo ero immaginato, ma scoprii anche che mi piaceva forse di più di prima proprio per questo motivo.Le palestre scolastiche sono da sem-pre inadeguate e/o assenti nel nostro Paese.Ci sono differenze abissali tra scuole dello stesso ordine e grado non sola-mente tra una regione e l’altra, ma an-che nello stesso quartiere e si arriva fino al paradosso di un servizio di qualità dif-ferente all’interno delle singole scuole

di Luigi Gigante

Partendo dall’alto: fotografie dell’epoca che riprendono prove di gioco con palloni da pallavolo e prime protezioni sperimentali

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alla faccia dei più elementari principi costituzionali.Chi studia viene spesso etichettato c o m e “ s e c c h i -o n e ” , e m a r -ginato ed esposto a umiliazioni e vessazio-ni.Il bullis-mo esiste a n c o r a e forse è ancora più inquietante viste le complicazioni deri-vanti dai social network.Per tanti e non imperscrutabili motivi che sfuggono, ahinoi, ai soloni imbosca-ti a Roma – mai visto un ispettore o un dirigente ministeriale in trentacinque anni di carriera – un insegnante in pal-estra ha decisamente oggi più potere deterrente e persuasivo nei confronti degli insegnanti di qualsiasi altra disci-plina.Ho molto apprezzato poche settimane fa l’istituzione di un Ministero apposi-tamente costituito e immaginato per garantire in futuro servizi uguali per tutti e pari opportunità di formazione scolastica per tutti i giovani in età evo-

lutiva indipendentemente dalla zona, provincia, regione di residenza e indi-pendentemente dal corso di iscrizione nelle singole scuole.Di sicuro avrà un gran lavoro da svolgere dopo anni di ipocrisia e di sottovalutazi-one della questione.Ma torniamo al nostro pivello, cioè il sottoscritto, alle prese, come viene ben

rappresentato da certa criticata filmo-grafia statunitense e anche francese, con una classe difficile in un

contesto, come si direbbe oggi, di degrado in una zona in-dustriale ad alta densità abitativa e con forti con-n o t a z i o -ni di disagio giovanile.Pur non de-finendola così

all’epoca, ma in modo decisa-mente più colorito, mi ritrovai a fronteg-giare tre bande di adolescenti guidate minacciosamente da qualche ripetente dall’atteggiamento indiscutibilmente aggressivo e minaccioso.“Perché se no?” era una risposta fre-quente da parte dei capibanda allo scopo di mostrarsi forti e dominan-ti.“Professore, attento alle gomme della macchina”“Ti mando mio cugino (op-pure mio zio..)”.Personag-gi mitici e probabilmente esistenti in natura ma che forse in quel periodo si tro-vavano per mia fortuna più dentro che fuori oppure in altre faccende affaccen-dati…Insomma tutto il campio-nario di atteggiamenti clas-sici adottati di solito dai capi branco nei confronti di chi, come me, in quei frangenti non intendeva as-solutamente rinunciare ad esercitare in modo compiuto il proprio ruolo di insegnante, di educatore, di istruttore, arbitro, ecc.Non mi feci intimidire e come quasi sempre capita bastò questo per iniziare a mettere le cose al loro posto e ad af-fermare il rispetto dei ruoli e dei rispet-tivi diritti e doveri.Ben più difficile si rivelò invece adottare e adattare un programma di insegna-mento degno di questo nome alle carat-teristiche della palestra e di quel parti-colare gruppo classe che necessitava di tante cose ma in primo luogo di poter sfogare aggressività e tensioni .I primi tentativi (calcetto per esempio) furono disastrosi . Basket e pallavolo neanche a parlarne. Pallamano con i

montanti al centro… ecc. ecc.Il calcio seduto (detto anche calcio sve-dese) fu una soluzione di ripiego per qualche settimana ma fu anche ben presto motivo per scatenare nuovi conflitti e nuove scaramucce (minacce, risse, ecc.).Un bel giorno provai a disporre le squa-dre in opposizione senza contatto fis-ico con quattro difensori in ginocchio (porte larghe dieci metri circa e alte poco più di un metro) e altrettanti at-taccanti seduti.Poche regole. Mani e piedi per colpire e combinazioni di rimbalzo contro pareti e soffitto e via andare.Sorprendentemente coinvolgente. L’imprevedibilità delle traiettorie costringeva tutti all’attenzione conti-nua e questo mi piacque subito molto.Divertente. Il gioco della baraonda (così chiamai quella strana attività ludico mo-toria che stava ottenendo consensi e

permetten-do a tutti di sfogarsi un po’ senza problemi) non rap-p r e s e n t ò certo la soluzione di tutti i mali ma ebbe il m e r i t o di con-v i n c e r m i che valeva la pena

andare avanti con quella sperimentazione inconsapevole.Già, valeva la pena vedere alle prese i miei affezionatissimi allievi (nel frattem-po mi ero conquistato, solo io so come, stima e rispetto) con la stessa dinamica di gioco, ma nella più dignitosa, e forse anche pericolosa conoscendo i polli, stazione eretta.Pochi giorni prima di Natale del 1978 gli restituii proprio la stazione eretta e fu allora che per l’ennesima volta restai per qualche minuto a bocca aperta ad osservare quella palestra e quello che stava accadendo lì dentro…

In alto uno dei primi bracciali ancora con strisce molto lunghe di velcro; al centro un primo studio per i bracciali; in basso prove di parate con i materassini a protezione del muro

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Sabato 17 dicembre si è disputata la terza edizione dell'ormai con-sueto Saturday Night Hit Ball,

l'appuntamento natalizio giunto ormai alla terza edizione e organizzato dal Fantasticlub in collaborazione con l'Asti Tchoukball.Dopo la palestra piccola del Gioberti (2009) e quella grande (2010), quest'anno la sede dell'evento è stata il tempio dell'Hit Ball astigiano, ovvero la palestra di Via De Amicis, dove l'Elettropoli Asti CSI disputa le partite casalinghe, in quanto unica realtà extra-torinese della massima competizione FIHB. Come nella prima edizione, anche in questa abbiamo visto in apertura l'amichevole tra i padroni di casa e una squadra del campionato federale; se il primo anno gli avversari sono stati i "cugini" della Sporting Team Aramengo, quest'anno è toccato ai Buccaneers, compagine di Serie C affiliata Hit Dogs, entrata nella storia per essere stata la prima squadra a sperimentare la tana degli astigiani, nel novembre del 2010.Nell'amichevole disputata su soli due tempi, nella prima frazione c’è stata una netta superiorità dell'Elettropoli, che grazie ai punti del capitano Pellitteri e alle parate dei validi Goi e Biletta, si porta su un vantaggio di oltre 15 punti. Nel secondo tempo l'Asti effettua qual-che cambio e i Buccaneers, che nel frat-tempo si ambientano, ne approfittano per farsi nuovamente sotto. La spinta d'orgoglio non basta comunque ai "pi-rati" che si portano sul -3 ma è di nuovo l'Asti a spuntarla in una partita dove a vincere in realtà è stato lo spettacolo e l'amicizia tra le due squadre.Al termine della partita, si sono aperte le danze per il torneo aperto a tutti. Molti i giocatori provenienti dalla Lombardia e qualcuno anche dall'Emilia Romagna e dal Veneto. Gli hitter più esperti si sono

uniti ai neofiti mischiandosi e creando ben quattro squadre che hanno dato vita ad un quadrangolare denso di entusiasmo e non privo di spettacolo, nonostante fossero molti i giocatori alle prime armi; tra di loro comunque qualche volto noto della piazza fer-rarese, come i fratelli Francesco e Manuele Puppo, già visti nelle varie manifestazioni di Hit Ball tenutesi tra Asti e Ferrara negli ultimi 3 anni.Record di presenze: circa quaranta i partecipanti che al termine delle par-tite, nel pieno spirito del Saturday Night Hit Ball, sono stati decretati tutti vincitori, premiati con una pantagru-elica cena a base di salsiccia, polenta e gorgonzola accompagnate dal Bar-bera, ottimo vino astigiano D.O.C., il tutto preparato da un'altra asso-ciazione astigiana molto attiva nella promozione degli sport minori, l'ASD Asti Tchoukball, sempre presente dalla prima edizione.In attesa della prossima edizione, che a questo punto diventa un punto di riferimento immancabile per l'Hit Ball astigiano e nazionale, l'appuntamento per tutti gli appassionati sono le prossime partite di campionato, serie B1 che si disputeranno in territorio astigiano.

Manifestazioni

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Manifestazioni

Dal 23 al 25 marzo 2012, nella moderna cornice di Brixia Expo – Fiera di Brescia, SportShow ha

messo a disposizione veri e propri campi da gioco e arene dello sport, dove i visitatori hanno potuto assistere a competizioni e performance live degli sport più coreo-grafici e non solo. Per ciascuna disciplina coinvolta è stato possibile mettersi alla prova misurandosi nelle l’attività con l’assistenza di atleti e istruttori profes-sionisti. La manifestazione ha offerto ai suoi visitatori tre giornate di puro di-vertimento alla scoperta degli sport più sorprendenti e alla riscoperta del fascino degli sport più tradizionali.SportShow è dove lo sport mostra il suo lato più affascinante: lo spettacolo, e l’Hit Ball è stato sicuramente all’altezza dell’occasione. La Federazione Italiana Hit Ball, presente con il campo rosso a

struttura gonfiabile, si è fatta notare. Per l’evento era stato programmato un tor-neo dimostrativo in modo da presentare al pubblico il nostro sport praticato da gio-catori esperti. Grazie all’organizzazione, invece, si è potuta dare la possibilità ai visi-tatori di provare, assistiti da istruttori fed-erali, le sensazioni che si vivono in campo sulla propria pelle.

Alcuni dati della manifestazione:

Attività previste:

* Prove libere Il protagonista sei Tu, met-titi alla prova e divertiti in compagnia* Master lezioni di prova con profession-isti del settore e importanti realtà del ter-ritorio* Live Contest dimostrazioni e contest di Atleti Professionisti* Show esibizioni artistiche e atletiche* Conferenze formazione e informazione

I numeri di SportShow

* 15.000 mq di area espositiva interna* 5.000 mq di area esterna* Oltre 90 attività programmate* 3.740 posti auto

I Visitatori

* Grande pubblico di sportivi, appassionati e tifosi* Famiglie* Giovani, bambini e ragazzi* Atleti e tecnici* Aziende del mondo dello SportGli Espositori

* Federazioni Sportive Nazionali

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Il 15 giugno scorso si è tenuto a Milano un seminario di studi durante il quale l’Hit Ball ha attirato su di sé l’attenzione strap-pando un accordo molto importante. L’ex IRRE Lombadia ha realizzato, pro-prio in seguito a questo seminario, una pubblicazione didattica interamente dedicata all’Hit Ball. Uno strumento indubbiamente utile non solo a far conoscere sempre più a livello scolastico e non solo il nostro sport, ma anche e soprattutto a formal-izzare nero su bianco i fondamentali – ruoli, attrezzatura, campi, regolamento, ecc. – per iniziare a giocare studiando su un testo. Un libricino di 65 pagine in cui viene illustrato, anche attraverso fotografie e disegni, dal come allacciarsi i bracciali alle diverse tecniche di tiro o parata, le posizioni in campo, l’allenamento e il gioco nelle scuole propedeutici ai movi-menti dell’Hit Ball. Per coloro che siano interessati ad averne una copia bisogna rivolgersi direttamente all’editore i cui riferimenti sono: [email protected]

* Discipline Sportive Associate* Enti di Promozione Sportiva* Sponsor* Realtà Turistiche e del Territorio* Impiantistica ed Attrezzatura Sportiva

Particolare attenzione è stata data ai bambini, con un’intera area a loro dedicata.

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Mancano solamente due giornate per ultimare la regular season di serie A1, poi si riapriranno i

giochi con i playoff. Sì, perché per la serie maggiore le diciotto partite disputate da ottobre ad aprile servono a definire il tabellone per i playoff che condurranno, a giugno, all’elezione dei nuovi vincitori dello scudetto. In quest’ottica le squadre stanno combattendo per raggiungere le posizioni più alte della classifica affinché possano godere di scontri più facili nel primo turno di playoff.

Guidano la classifica i Sotomayor, che, sulla distanza, si stanno distinguendo per continuità di risultati e compattezza di squadra. Il Piccolo Club, partito con grande entusiasmo e grinta, ha subito

qualche brutta battuta d’arresto che non ha sicuramente giovato al morale né alla classifica e si trova ora ad inseguire i primi a due punti di distacco. Terza piazza occupata dai Sunbeam, squadra rivelazione di quest’anno, perché, ricreata al volo, ha trovato la giusta coesione tra elementi che non avevano mai giocato insieme, creando una miscela vincente. Sunknights, vincitori del campionato lo scorso anno, si trovano quarti a meno 6 punti dalla vetta, ma come dicevamo non conta.

Sinombre e Lyskamm Red Devils vanno a braccetto a metà classifica. I primi, nonostante l’ingresso di Mirko Violetto che si sta riconfermando capocannoniere, non sono riusciti a decollare come speravano; i secondi, ancora orfani del capitano Dolfin (in netta ripresa, speriamo di rivederlo in campo il prossimo anno), sembrano aver perso di vista l’obiettivo e non vanno al di là della sesta posizione. Più indietro le Iene che, dopo un inizio incerto, hanno portato a casa vittorie pesantissime contro Sunknights e Piccolo Club. Revelation e Lab To Hit sembrano destinati a giocarsi i playout con le squadre di A2, anche se questi ultimi dovranno vedersela con i Sunnenbun, attualmente ultimi, ma a due soli punti di distacco. Con una vittoria di Cauda e compagni di almeno 3 punti potrebbero condannare i Lab To Hit alla retrocessione automatica e concedersi ancora una chance di rimanere nella massima divisione giocando la partita di playout.

Claudio Belci , Sotomayorfoto:Enrico Rolando

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Mancano solo tre giornate alla fine della Serie A2 e ogni sfida è sempre più equilibrata.

In testa ci sono i Gadan, che, dopo un inizio di stagione folgorante, stanno pagano forse lo sforzo iniziale e la convinzione di essere l’unica squadra in grado di perdere questo campionato. Reduci dalle sconfitte contro Akuna Matata e Hammers, frammezzate dalle vittorie su Baraonda e Sunandmoon, li aspettano ora Blue Red, Cielo Grande e Torino Warriors, avversari tutt’altro che facili.

Due punti sotto ci sono Akuna Matata e Smashers Venaria. I primi sono venuti fuori alla distanza grazie ad un mix di giovani e alla grande esperienza dei veterani, cappeggiati da Gallo, ma pagano la sconfitta contro il Cielo Grande e la dipendenza proprio da Gallo. I secondi hanno perso solo scontri diretti, che però hanno complicato decisamente la corsa al primo posto, relegandoli alla terza piazza senza essere più artefici del loro destino. Più staccati, a meno 4 dalle prime inseguitrici, ci sono i Torino Warriors, che dopo un inizio stentano di campionato, si sono ripresi e stanno lottando per agganciare almeno il terzo posto, ultimo disponibile in chiave promozione.

Ancora un gradino sotto troviamo i Blue Red, in calo in queste giornate, con un attacco molto forte ma una difesa sterile, forse non sono ancora pronti alla lotta per la promozione in A1. Vista la provenienza dalla serie minore, la metà classifica conquistata rimane già un ottimo risultato in ogni caso. Seguono gli Hammers, all’inizio dati tra i favoriti al titolo, ma dopo un avvio di stagione pessimo, si stanno riprendendo anche se troppo tardi per le ambizioni di classifica.

Al settimo posto, virtualmente salvi, il Cielo Grande del bombardiere Bressello, sostenuto da Rei e Ricciuto, tiratori da 2 col braccio pesante.

In chiave salvezza sembrano destinati all’ottavo posto e ai playout i Baraonda, che privi di Garrone, andato in B2, hanno disputato un campionato dignitoso e con vari e spettacolari soluzioni di gioco, ma insufficiente ad occupare le piazze sicure.

Sunandmoon e Lighitng Bugs si giocheranno invece presumibilmente nello scontro diretto l’ultimo posto disponibile per il playout e per evitare la retrocessione diretta in B1.

Simone Selvaggio - Blue Redfoto: Federico Solinas

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B1

Il campionato di B1 stagione 2011/2012 rimane ancora, dopo 16 giornate disputate, il più entusiasmante

ed equilibrato di sempre. Ogni sfida finisce all’over time o con uno scarto massimo di 3 o 4 hits. A ormai 2 partite dalla fine i giochi sono ancora del tutto aperti a qualsiasi soluzione. Solo negli ultimissimi scontri la classifica si è leggermente allungata, ma potrebbe essere solamente un illusione momentanea. Delle dieci squadre iscritte, praticamente otto hanno battagliato alla pari fino a Natale, poi, gradatamente, alcune hanno iniziato a vacillare a e perdere terreno. Ora, matematicamente, sono quattro le

pretendenti al podio. Gli Hit Dogs, con gli ultimi quattro risultati utili, si sono portati, per la prima volta in solitaria, in testa alla classifica, anche se lo scorso 24 marzo si sono complicati la vita perdendo contro gli Evolution. Ora staccano di due lunghezze proprio gli Evolution e gli RDJ, assolutamente lontani dal voler mollare la presa. Ma gli altri di certo non stanno a guardare. Sotto di ulteriori due punti, a 20, si trovano i Sonics che, partiti alla grande hanno subito una piccola battuta d’arresto a metà campionato. Adesso si stanno riprendendo inanellando una vittoria dietro l’altra. I Blue Snakes si ritrovano a 16 punti per nulla esclusi ancora dal podio. Nello scontro diretto hanno dovuto lasciare il passo, con onore, ai “cugini” Hit Dogs (fanno parte della stessa Società ndr.) con un punteggio che rasenta il record di sempre di hits segnati in una partita: 88-80. Pazzeschi e Rolling Balls, a 16 punti, hanno perso qualche punto qua e là, ma anche loro sono decisi più che mai a dare battaglia fino alla fine e a scontrarsi per scongiurare l’ultimo posto utile ad evitare gli spareggi retrocessione.Più attardati rimangono i Vikings che, pur avendo perso parecchie partite continuano a disturbare i piani alti mettendo a segno punti pesanti per sé e per gli avversari. Penultimi troviamo l’Elettropoli Asti che, vincendo due partite nel campo di casa, si è messo al sicuro dallo spettro dell’ultimo posto, ma molto probabilmente dovrà vedersela negli spareggi con il secondo classificato di B2. Infine, chiude la classifica, il Baraonda Rockets, che quest’anno proprio non ingrana. Dopo aver fatto sudare Vikings e Sonics all’andata e aver vinto ad Asti, hanno perso un punto per la sconfitta a tavolino contro gli Hit Dogs ed ora si trovano ad un solo punto ormai dirottati verso la B2.

Simona Piccato - Evolutionfoto:Enrico Rolando 23

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La nostra ditta e' titolare dei diritti in esclusiva relativi alla produzione e vendita degli

articoli da hitball

I nostri articoli

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Tutto l’hit ball in esclusiva dal 1991 Fornitore ufficiale e Sponsor dal 1992

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A guardare la classifica di serie B2 sembra che le posizioni siano ormai ben consolidate e possa succedere

ancora poco. Gli Sporting Team, con Federico Garrone miglior marcatore con un distacco di 80 punti sul secondo, hanno due punti sui Gears e ottime possibilità di salire automaticamente in B1 il prossimo anno. Non è un caso che l’unica squadra ad opporsi al dominio degli Sporting Team sia stata proprio quella dei Gears e nell’unica giornata di assenza di Garrone.

Con addirittura 8 punti sui terzi, i Gears sono matematicamente al sicuro dal rientro delle altre squadre. Infatti Citmabun e Triggers Venaria condividono la terza piazza a 18 punti e molto probabilmente

si deciderà la medaglia di bronzo proprio nello scontro diretto dell’1 aprile…e per qualcuno il pesce d’aprile è garantito! I Gunners osservano dietro di ulteriori due punti con pochissime speranze di rientrare nella corsa per il podio e gli spareggi promozione. Posizionati in una tranquilla metà classifica ci sono gli Umpa Lumpa che, dopo un avvio zoppicante, hanno ritrovato un po’ di ritmo e si sono poco a poco rimessi in sella. I Decepticon chiudono le acque tranquille della classifica perché con 12 punti e 4 di distacco sulle squadre sotto sono al sicuro da ogni turbolenza. In piena zona playout e con nessuna possibilità di uscita troviamo gli Skit, a 8 punti, e i Neon, a 5. Ultimi e ormai già con il biglietto timbrato per la serie C1 sono gli Slimers che, come lo scorso anno in B1, hanno perso due partite a tavolino per non essersi presentati e nelle altre solo in due occasioni – contro Triggers e Skit – sono riusciti a strappare un risultato utile.

Rispetto allo scorso anno, c’è stata nel complesso molta meno battaglia tra le squadre con equilibri già abbastanza scanditi ad inizio anno. E, per ritornare allo scontro generazionale segnalato nello scorso numero della rivista, stanno vincendo nettamente i giovani, ma quelli con un po’ di esperienza. A parte il veterano Garrone, le altre squadre in cima alla classifica sono composte quasi interamente da giovani e giovanissimi, mentre le neo retrocesse hanno fatto molta più fatica del previsto per rimanere al passo con questa nuova generazione di giocatori.

Gianluca Ciro Tancredifoto:Decepticon

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Dopo una stagione pressoché definita, con posti in classifica ben delineati a mai messi in dubbio,

il 5 febbraio si è rotto d’improvviso l’equilibrio perché i Frhitti e Panati sono riusciti a intaccare l’imbattibilità dei Black Mamba vincendo lo scontro diretto con un solo punto di scarto. Da quel momento nella parte alta della classifica si è aperta la bagarre. La squadra della Polisportiva Venaria, dopo questa vittoria e quella contro gli Invictus (fino ad allora terzi indiscussi), nonostante la sconfitta contro i Buccaneers, agganciano i Black Mamba considerati irraggiungibili fino a due giornate prima. La terza piazza, saldamente nelle mani degli Invictus, fino alle prime sfide di ritorno, man mano viene avvicinata, raggiunta e strappata dai Buccaneers, anche grazie alla vittoria già citata contro i Frhitti e Panati Venaria. Al quarto posto seguono i Crysis che, dopo un avvio di stagione non troppo convincente, ora si trovano nelle mani la possibilità di agguantare il podio.

Risucchiati a metà classifica troviamo la compagine della Togheter Sport che ha perso convinzione sia nel proprio nome – Invictus – sia nelle proprie capacità. In più, ormai col fiato sul collo e ancora lo scontro diretto da disputare, si ritrovano le Giovani Marmotte che, nate per gioco, ci hanno preso gusto e con diversi cambiamenti nella formazione dovuti ad infortuni vari, si ritrovano ad una più che onorevole metà classifica con ancora grandi speranze di togliersi belle soddisfazioni. Segue, al terzultimo posto e di conseguenza in aria di spareggi per scendere in C2, l’altra

formazione di Venaria: gli Skal. Ancora più giù Surgelati e Tantoxgiocà al penultimo e ultimo posto.

La formula del Campionato di C1 prevede in ogni caso, finite le 18 partite in programma, la divisione a blocchi di tre squadre che si confrontano tra loro per definire la classifica finale. Ad esempio al 15 aprile – ultima giornata della regular season di serie C1 – le prime tre classificate dovranno disputare ancora due partite a testa per decidere la composizione finale del podio. Allo stesso modo le altre sei squadre verranno divise in due gironi. I giochi sono tutt’altro che chiusi e sicuramente nelle ultime partite se ne vedranno delle belle.

Davide Centin - Surgelati

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Da mesi se ne parlava, prima con convinzione, poi con determinazi-one, in alcuni momenti anche con

qualche dubbio, ma alla fine il progetto si è concretizzato e il 25 febbraio è nato il torneo di serie C2. All’esordio conta già sette squadre iscritte: Don Bosco Team, Hitmakers, Hitters, Sporting Al-berti Free Time, Sporting Young, Suism e Valkyrie.

Le formazioni si stanno confrontando in un girone unico con partite di sola andata: 21 partite totali, 6 partite per squadra. Al termine del girone si de-terminerà una classifica da prima a set-tima: in caso di parità tra due squadre conterà lo scontro diretto.

Questa la formula e dopo 3 giornate al-cuni riscontri si stanno già vedendo. Gli Hit Makers conducono la classifica an-cora a pieni punti con tre vittorie, seguiti dagli Hitters a 4 punti. A giocarsi il terzo gradino sono attualmente in tre: Suism, Don Bosco Team e Valkyrie. Queste ul-time, sull’esempio delle Tantoxgiocà in C1, hanno costituito una squadra di sole ragazze, agguerritissime e pronte a fronteggiare gli avversari a prevalenza maschile. Per loro una vittoria è già ar-rivata: nella prima sfida contro gli Sport-ing Young vincono a tavolino. Forse con poca gloria, ma intanto due punti sono stati incassati e che siano di buono auspicio. Gli Sporting Young, dal canto loro, anche a causa di questa sconfitta, occupano il penultimo posto con un solo punto. A chiudere la serie ci sono gli Sporting Alberti FT (sempre della società Sporting Team). Sarà molto in-teressante vedere come andrà a finire perché il primo classificato accederà direttamente in serie C1 e il prossimo anno dovrà vedersela con squadre già molto affiatate e d’esperienza.

C2

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CON

SIGLIO

FEDERALE Presidente, Presidente onorario, Responsabili Cam

pionati, Responsabili Associazioni affiliate, Settori e Com

missioni Federali, Responsabile Arbitri

PRESIDENTE O

NO

RARIO

Silvio Benati Presidente FIHB dal 1992 al 2002

COM

MISSIO

NE

COM

UN

ICAZION

E E MARKETIN

G

Responsabile Giovanni De N

ichilo Addetto Stam

pa M

ichele Segreto Redazione Do Hit e W

eb Patrizia Cascino Enrico Rolando

SETTORE TECN

ICO-SPO

RTIVO

Responsabile Antonello Giordano

RESPON

SABILI DI SERIE A1 M

artina Lupo A2 Antonello Giordano

B1 Daniele Botosso B2 Enrico Rolando C1 Patrizia Cascino C2 Stefania Cauda

SETTORE IM

PIANTI

Responsabile Giovanni De N

ichilo

SETTORE M

EDICO

Medico Federale M

arco Dolfin Psicologa Federale Paola Sacchettino

SETTORE ARBITRI

Responsabile M

arco Fontana

COM

MISSIO

NE DISCIPLIN

ARE M

anuela Agnello Davide Senatore M

arco Fontana

ORGAN

IGRAMM

A FED

ERAZION

E ITALIANA H

IT BALL

PALAHIT Responsabile

Gianluca Zanetti

HIT BALL ACCESSIBILE Referente

Ylenia Sanfilippo

PRESIDENTE IN

CARICA Luigi Gigante

Presidente dal 2002 ad oggi

28

Page 29: Do hit numero 1

29

LA SQUADRA DEL MOMENTOQualificata in coppa senza rischi. Prima in campionato. Buona in tutti i reparti. Ecco la squadra che da Gennaio ad oggi sta dominando il FANTAHIT.

DICHIARAZIONI DEL PRESIDENTE:E’ il nostro primo anno nel fantahit, ma le nostre aspettative sono alte.Il nostro Staff tiene d’occhio il mercato e l’andamento dei giocatori e del calendario, in modo da arrivare sempre competitivi alle partite. Ad oggi siamo in corsa per tutti i titoli, e speriamo di far bene. Tra poco riaprirà il mercato e non escludo altri colpi a sorpresa come quello di Solinas prima dell’ultima giornata. Zuniga è un punto fisso della nostra formazione e Belci e Garino nel mercato di metà stagione hanno permesso il salto di qualità.

facebook.com/FANTAHIT

TOP 10 SQUADRA FANTA-MEDIA BEST

VIOLETTO SINOMBRE 15,9 24,9

COMES SUNBEAM 13,6 30,7

BOTOSSO SOTOMAYOR 12,4 18,5

GUZZAFAME RED DEVILS 12,1 28,6

BELCI SOTOMAYOR 11,9 16,1

GARINO SUNKNIGHTS 11 18,4

DE NICHILO M PICCOLO CLUB 10,3 17,9

DE NICHILO G PICCOLO CLUB 10,2 16,1

MOCCIARO SMASHERS 10 21,6

ZUNIGA IENE 10 16

SCHEDA SQUADRANOME: REATTIVHITCAPITALE: 700 f.euroPRESIDENTE: Federico Solinas (Smashers)STILE DI GIOCO: VarioSERIE DEBOLE: B2PRIMA ESPERIENZA AL FANTAHITNESSUN TROFEO VINTOMIGLIOR PUNTEGGIO: 78.6RECORD ATTUALIMIGLIOR ANDAMENTO IN CAMPIONATO : 54.95 da gennaio a oggiMIGLIOR ANDAMENTO IN COPPA : 7 vittorie, 1 sconfitta

BONUS INCASSATI: oltre 200 f.euro da inizio annoSECONDA PER FATTURATO: oltre 1.300 f.euro da inizio annoMIGLIOR VITTORIA IN COPPA: +39, nelle fasi a gironiROSA:A1 Garino (Sunknights)A1 Belci (Soto)A1 Zuniga (Le Iene)A2 Maggia (Gadan) A2 Mocciaro(Smashers)A2 Solinas (Smashers)B1 Pistidda (Bluesnakes)B1 Ferraris (Sonics)B1 Cascino (Hit Dogs)B2 D’Oria (Triggers)

MIGLIORI PER SERIE

A2

MOCCIARO SMASHERS 10 21,6

GALLO AKUNA 10 18,4

MAGGIA GADAN 9,3 16,6

B1

PISTIDDA BLUE SNAKES 9,4 17,1

FERRARIS L SONICS 9 14,9

BARGETTO HIT DOGS 8,9 14,7

B2

GARRONE SPORTING TEAM

8,1 12,2

GESUALDO NEON 5,9 9,8

SINICCO F UMPA LUMPA 3,9 10,5

C1

UBALDI GIOVANI MAR-MOTTE

3,1 6,7

MASSENI FRHITTI E PANATI

2,4 4,2

VISCONTI FRHITTI E PANATI

2 4,3

Page 30: Do hit numero 1

30

AssociazioniARCADIA [email protected]

Revelation (A1)Lighting Bugs (A2)Hammers (A2)Sonics (B1)Slimers (B2)

FOREVER HIT

FREE TIME

HIT DOGS [email protected]

Hit Dogs (B1)Blue Snakes (B1)Crysis (C1)Giovani Marmotte (C1)Buccaneers (C1)

POLISPORTIVA [email protected]

Smashers Venaria (A2)Triggers Venaria (B2)Skal Venaria (C1)Frhitti e panati (C1)Dinners Team (Femm.)

SOCIETA’ [email protected]

Sunbeam (A1)Vikings (B1)Le Incredibili (Femm.)

ALTRE SQUADRE:

Piccolo Club (A1)[email protected]

Sunknights (A1)[email protected]

Le Iene (A1)[email protected]

Akuna Matata (A2)[email protected]

I Gadan (A2)[email protected]

Cielo Grande (A2)Grande [email protected]

RDJ (B1)[email protected]

HIT BALL TORINO [email protected]

Red Devils (A1)Sotomayor (A1)Sunnenbun (A1)Torino Warriors (A2)Evolution (B1)Pazzeschi (B1)Decepticon (B2)Gunners (B2)Citmabun (B2)Black Mamba (C1)Six Hit (Femm.)

SPORTING [email protected]

Sporting Team (B2)Umpa Lumpa (B2)

[email protected]

Sinombre (A1)Gears (B2)Skit (B2)

TOGHETHER SPORT [email protected]

LabToHit (A1)Blue Red (A2)Rolling Balls (B1)Invictus (C1)Surgelati (C1)Le Surgelate (Femm.)

AST’HIT

BARAONDABaraonda (A2)Baraonda Rockets (B1)

FANTASTICLUB [email protected] (B1)

SUNANDMOON BIELLA [email protected] (A2)

Neon (B2)[email protected]

Tantoxgiocà (C1)[email protected]

BLU HITPresidente Prof. Enzo Antimi sede ad Attigliano (Terni)

SOCIETA’ SPORTIVANAZARETHPresidente Sig. Mario Bergamo sede a Napoli

A.S.D. SVILUPPOATTIVITA’ MOTORIEPresidente sig. Gianpiero Arciprete sede a Chieri (TO)

SCUOLA PARITARIASAN GIUSEPPE CAFASSOPresidente Sig. Giovanni Tesio sede a Torino

ASSOCIAZIONESAN FRANCESCOsede a Lecco

Page 31: Do hit numero 1

31

Corsi FIHB

HITBALL TORINOPer qualsiasi informazione rivolgersi a: Cauda Stefania tel. 333.9857264 oppure via e-mail [email protected]

Mercoledì ore 18.00-19.30 (under 14) Scuola elementare Gobettivia Romita 19 (via Guido Reni) Martedì ore 18.30-20.00 (under 18) S.M.S. Palazzeschi via Lancia 140 A.S.D. SINOMBREPer qualsiasi informazione rivolgersi a: Catellani Giacomo tel. 349.6696358 oppure via e-mail [email protected]

A Torino:Lunedì ore 20.00-22.00 Istituto Avogadro c.so San Maurizio 8Lunedì ore 20.00-22.00 S.M.S. Alberti via Tolmino 40Mercoledì ore 20.00-22.00 S.M.S. Palazzeschi via Lancia 140b

In Provincia:Sabato ore 15.00-17.00 via XX settembre, Rondissone

FANTASTICLUB ASTIPer qualsiasi informazione rivolgersi a: Pellitteri Francesco tel. 338.3736759 oppure via e-mail [email protected]

Lunedì ore 21.30-23.00 Via de Amicis 10 – Asti (all’interno del parcheggio di Via Natta)

A.S.D. HIT DOGSPer qualsiasi informazione rivolgersi a: Rolando Enrico tel. 339.2431430 oppure via e-mail [email protected] Lunedì ore 17.30-19.30 S.M.S. Maritano Via Marsigli 25Martedì ore 20.00-22.00 S.M.S. Ada Negri Via Ada Negri 23Martedì ore 22.00-24.00

Di seguito vengono descritti tutti i corsi tenuti attualmente dalle varie Associazioni affiliate

con le rispettive sedi ed orari.

Palahit Via Sansovino 130/bGiovedì ore 17.30-19.30 Palahit Via Sansovino 130/bVenerdì ore 18.30-20.30 S.M.S. Casalegno Via Acciarini 20 TOGETHER SPORTPer qualsiasi informazione rivolgersi a: Zanetti Gianluca tel. 339.4510123 oppure via e-mail [email protected]

Martedì ore 17.30-19.00 Palahit Via Sansovino 130/bMercoledì ore 17.30-19.00 Palahit Via Sansovino 130/b

LECCOMercoledì ore 20.00-22.00 Scuola Elementare Carducci

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