Divina Commedia (Pentamestre)

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Page 1: Divina Commedia (Pentamestre)

CANTO VICANTO VI[D[DOVEOVE SISI TRATTATRATTA DIDI QUELLAQUELLA MEDESIMAMEDESIMA QUALITADEQUALITADE, , DOVEDOVE SISI PURGAPURGA LALA PREDETTAPREDETTA MALAMALA VOLONTÀVOLONTÀ DIDI VENDICAREVENDICARE LALA ' 'NGIURIANGIURIA, , EE PERPER QUESTOQUESTO SISI RITARDARITARDA SUASUA CONFESSIONECONFESSIONE, , EE DOVEDOVE TRUOVATRUOVA EE NOMINANOMINA S SORDELLAORDELLA DADA M MANTUAANTUA.].]

Come tutti i sesti canti anche questo discute di un argomento politico: il ruolo dell’ Italia in un periodo in cui laCome tutti i sesti canti anche questo discute di un argomento politico: il ruolo dell’ Italia in un periodo in cui la disgregazione politica e le lotte interne cittadine insieme all’azione negativa della Chiesa, che si occupa di undisgregazione politica e le lotte interne cittadine insieme all’azione negativa della Chiesa, che si occupa di un potere temporale che non le compete, hanno portato l’Italia alla mancanza di una guida. Per di più l’imperatorepotere temporale che non le compete, hanno portato l’Italia alla mancanza di una guida. Per di più l’imperatore tedesco Alberto d’Austria si disinteressava delle sorti dell’Impero.tedesco Alberto d’Austria si disinteressava delle sorti dell’Impero.Nell’Inferno, per bocca di Ciacco, Dante discute sulla decadenza di Firenze, qui, per bocca di Sordello, in un climaxNell’Inferno, per bocca di Ciacco, Dante discute sulla decadenza di Firenze, qui, per bocca di Sordello, in un climax ascendente, Dante evidenzia la crisi italiana, nel paradiso parlerà dell’Impero. Il canto si apre con l’affollarsi delleascendente, Dante evidenzia la crisi italiana, nel paradiso parlerà dell’Impero. Il canto si apre con l’affollarsi delle anime intorno a Dante per chiedergli suffragi e la petulanza della folla che gli tira la veste, lo strattona e loanime intorno a Dante per chiedergli suffragi e la petulanza della folla che gli tira la veste, lo strattona e lo importuna. Seguono il grande personaggio magnanimo di Pia, che non ha chiesto nulla per sé e un altroimportuna. Seguono il grande personaggio magnanimo di Pia, che non ha chiesto nulla per sé e un altro personaggio magnanimo, Sordello (che non chiederà nulla), appartenente alla schiera di coloro che hanno tardatopersonaggio magnanimo, Sordello (che non chiederà nulla), appartenente alla schiera di coloro che hanno tardato a pentirsi. Il loro colloquio occupa la parte centrale del canto. Nella conclusione troviamo un’apostrofe all’Italia ea pentirsi. Il loro colloquio occupa la parte centrale del canto. Nella conclusione troviamo un’apostrofe all’Italia e una a Firenze.una a Firenze.

Quando si parte il gioco de la zara,Quando si parte il gioco de la zara, il gioco dei dadi ( in arabo zehar = dado )il gioco dei dadi ( in arabo zehar = dado ) colui che perde si riman dolente,colui che perde si riman dolente,repetendo le volte, e tristo impara;repetendo le volte, e tristo impara;con l'altro se ne va tutta la gente;con l'altro se ne va tutta la gente;qual va dinanzi, e qual di dietro il prende,qual va dinanzi, e qual di dietro il prende,e qual dallato li si reca a mente;e qual dallato li si reca a mente;el non s'arresta, e questo e quello intende;el non s'arresta, e questo e quello intende;a cui porge la man, più non fa pressa;a cui porge la man, più non fa pressa;e così da la calca si difende.e così da la calca si difende.Tal era io in quella turba spessa,Tal era io in quella turba spessa, Dante utilizza per descrivere la sua condizione una similitudine cheDante utilizza per descrivere la sua condizione una similitudine che volgendo a loro, e qua e là, la faccia,volgendo a loro, e qua e là, la faccia, accosta un ambiente da taverna ad un luogo di preghiera.accosta un ambiente da taverna ad un luogo di preghiera.e promettendo mi sciogliea da essa.e promettendo mi sciogliea da essa.Quiv' era l'Aretin che da le bracciaQuiv' era l'Aretin che da le braccia l’Aretin è il giudice Benincasa di Laterina ( Arezzo ), famoso nel XIII sec.l’Aretin è il giudice Benincasa di Laterina ( Arezzo ), famoso nel XIII sec. fiere di Ghin di Tacco ebbe la morte,fiere di Ghin di Tacco ebbe la morte, Condannò Turrino da Turrita e Tacco, fratello e zio di Ghino di Tacco.Condannò Turrino da Turrita e Tacco, fratello e zio di Ghino di Tacco.e l'altro ch'annegò correndo in caccia.e l'altro ch'annegò correndo in caccia. Questi fu un famoso bandito ed uccise Benincasa dopo che questi siQuesti fu un famoso bandito ed uccise Benincasa dopo che questi si

Quivi pregava con le mani sporteQuivi pregava con le mani sporte era rifugiato a Roma. L’altro è invece Guccio de’Tarlati, capo ghibellinoera rifugiato a Roma. L’altro è invece Guccio de’Tarlati, capo ghibellinoFederigo Novello, e quel da PisaFederigo Novello, e quel da Pisa disarcionato dal suo cavallo mentre inseguiva attraversando l’altro i suoidisarcionato dal suo cavallo mentre inseguiva attraversando l’altro i suoiche fé parer lo buon Marzucco forte.che fé parer lo buon Marzucco forte. nemici. Federigo Novello fu uno dei conti Guidi, ucciso presso Bibbiena.nemici. Federigo Novello fu uno dei conti Guidi, ucciso presso Bibbiena.

Vidi conte Orso e l'anima divisaVidi conte Orso e l'anima divisa Quel da Pisa è il figlio di messer Marzucco degli Scornigiani, ucciso daQuel da Pisa è il figlio di messer Marzucco degli Scornigiani, ucciso dadal corpo suo per astio e per inveggia,dal corpo suo per astio e per inveggia, Nino “il Brigata”, nipote del conte Ugolino. Marzucco fu nobile giudice diNino “il Brigata”, nipote del conte Ugolino. Marzucco fu nobile giudice dicom' e' dicea, non per colpa commisa;com' e' dicea, non per colpa commisa; Scorno poi frate francescano a Firenze: “buon” è riferito alla scelta Scorno poi frate francescano a Firenze: “buon” è riferito alla scelta

Pier da la Broccia dico; e qui proveggia,Pier da la Broccia dico; e qui proveggia, francescana, “forte” alla fortezza d’animo che dimostra il frate allafrancescana, “forte” alla fortezza d’animo che dimostra il frate allamentr' è di qua, la donna di Brabante,mentr' è di qua, la donna di Brabante, morte del figlio per mano di Nino. Il conte Orso è Orso degli Alberti, morte del figlio per mano di Nino. Il conte Orso è Orso degli Alberti, sì che però non sia di peggior greggia.sì che però non sia di peggior greggia. Figlio di Napoleone degli Alberti e la vicenda si riferisce ad una delle piùFiglio di Napoleone degli Alberti e la vicenda si riferisce ad una delle più

Come libero fui da tutte quanteCome libero fui da tutte quante orrende storie familiari del tempo ( la lotta tra i genitori di due cugini perorrende storie familiari del tempo ( la lotta tra i genitori di due cugini perquell' ombre che pregar pur ch'altri prieghi,quell' ombre che pregar pur ch'altri prieghi, politica e per denaro, finendo per uccidersi ). L’anima divisa è di Pierpolitica e per denaro, finendo per uccidersi ). L’anima divisa è di Piersì che s'avacci lor divenir sante,sì che s'avacci lor divenir sante, della Broccia, consigliere di Filippo III l’Ardito e vittima dell’invidia: fudella Broccia, consigliere di Filippo III l’Ardito e vittima dell’invidia: fu

io cominciai: «El par che tu mi nieghi,io cominciai: «El par che tu mi nieghi, improvvisamente arrestato con l’accusa di aver attentato alla castitàimprovvisamente arrestato con l’accusa di aver attentato alla castitào luce mia, espresso in alcun testoo luce mia, espresso in alcun testo della regina. La donna di Brabante è Maria, figlia di Enrico VI e mogliedella regina. La donna di Brabante è Maria, figlia di Enrico VI e moglieche decreto del cielo orazion pieghi;che decreto del cielo orazion pieghi; di Filippo III.di Filippo III.

e questa gente prega pur di questo:e questa gente prega pur di questo:sarebbe dunque loro speme vana,sarebbe dunque loro speme vana,o non m'è 'l detto tuo ben manifesto?».o non m'è 'l detto tuo ben manifesto?».Ed elli a me: «La mia scrittura è piana;Ed elli a me: «La mia scrittura è piana; Nell’Eneide VI di Virgilio, la Sibilla risponde a Palinuro, che chiede di Nell’Eneide VI di Virgilio, la Sibilla risponde a Palinuro, che chiede di e la speranza di costor non falla,e la speranza di costor non falla, essere portato oltre l’Acheronte, di non sperare che la preghiera pieghiessere portato oltre l’Acheronte, di non sperare che la preghiera pieghise ben si guarda con la mente sana;se ben si guarda con la mente sana; il volere del cielo. A Dante Virgilio fa notare che la preghiera dei paganiil volere del cielo. A Dante Virgilio fa notare che la preghiera dei pagani

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ché cima di giudicio non s'avvallaché cima di giudicio non s'avvalla non poteva essere gradita a Dio, come invece lo è quella dei cristiani.non poteva essere gradita a Dio, come invece lo è quella dei cristiani.perché foco d'amor compia in un puntoperché foco d'amor compia in un punto ( mente sana = sgombra di pregiudizi, con un’allusione alle sette( mente sana = sgombra di pregiudizi, con un’allusione alle setteciò che de' sodisfar chi qui s'astalla;ciò che de' sodisfar chi qui s'astalla; ereticali che sostenevano l’inutilità delle preghiere ).ereticali che sostenevano l’inutilità delle preghiere ).

e là dov' io fermai cotesto punto,e là dov' io fermai cotesto punto,non s'ammendava, per pregar, difetto,non s'ammendava, per pregar, difetto,perché 'l priego da Dio era disgiunto.perché 'l priego da Dio era disgiunto.Veramente a così alto sospettoVeramente a così alto sospettonon ti fermar, se quella nol ti dicenon ti fermar, se quella nol ti diceche lume fia tra 'l vero e lo 'ntelletto.che lume fia tra 'l vero e lo 'ntelletto.Non so se 'ntendi: io dico di Beatrice;Non so se 'ntendi: io dico di Beatrice;tu la vedrai di sopra, in su la vettatu la vedrai di sopra, in su la vettadi questo monte, ridere e felice».di questo monte, ridere e felice».E io: «Segnore, andiamo a maggior fretta,E io: «Segnore, andiamo a maggior fretta, sentendo il nome di Beatrice, Dante recupera le forze.sentendo il nome di Beatrice, Dante recupera le forze. ché già non m'affatico come dianzi,ché già non m'affatico come dianzi,e vedi omai che 'l poggio l'ombra getta».e vedi omai che 'l poggio l'ombra getta». il monte si frappone tra il sole e i poeti.il monte si frappone tra il sole e i poeti.

«Noi anderem con questo giorno innanzi»,«Noi anderem con questo giorno innanzi», Virgilio annuncia la regola purgatoriale per cui è proibito salire il monteVirgilio annuncia la regola purgatoriale per cui è proibito salire il monte rispuose, «quanto più potremo omai;rispuose, «quanto più potremo omai; dopo il tramonto e l’avvisa che l’impresa della salita è più ardua didopo il tramonto e l’avvisa che l’impresa della salita è più ardua dima 'l fatto è d'altra forma che non stanzi.ma 'l fatto è d'altra forma che non stanzi. quanto Dante immagini.quanto Dante immagini.

Prima che sie là sù, tornar vedraiPrima che sie là sù, tornar vedraicolui che già si cuopre de la costa,colui che già si cuopre de la costa,sì che ' suoi raggi tu romper non fai.sì che ' suoi raggi tu romper non fai.Ma vedi là un'anima che, postaMa vedi là un'anima che, posta mentre parla, Virgilio nota un’anima lontana dal gruppo e, come avevamentre parla, Virgilio nota un’anima lontana dal gruppo e, come aveva sola soletta, inverso noi riguarda:sola soletta, inverso noi riguarda: fatto con Farinata, la fa notare a Dante. Si tratta di Sordello da Goito difatto con Farinata, la fa notare a Dante. Si tratta di Sordello da Goito diquella ne 'nsegnerà la via più tosta».quella ne 'nsegnerà la via più tosta». cui, con la replicazione “sola soletta”, Virgilio sottolinea l’eccezionalitàcui, con la replicazione “sola soletta”, Virgilio sottolinea l’eccezionalità

Venimmo a lei: o anima lombarda,Venimmo a lei: o anima lombarda, Sordello fu uno dei maggiori poeti italiani di lingua provenzale. NacqueSordello fu uno dei maggiori poeti italiani di lingua provenzale. Nacquecome ti stavi altera e disdegnosacome ti stavi altera e disdegnosa a Goito vicino Mantova (1200) da famiglia di piccola nobiltà e scelse laa Goito vicino Mantova (1200) da famiglia di piccola nobiltà e scelse lae nel mover de li occhi onesta e tarda!e nel mover de li occhi onesta e tarda! vita del giullare distinguendosi per le sue doti artistiche. Dalla cortevita del giullare distinguendosi per le sue doti artistiche. Dalla corte

Ella non ci dicëa alcuna cosa,Ella non ci dicëa alcuna cosa, estense si trasferì a Verona dove si invaghì della moglie del conte, che,estense si trasferì a Verona dove si invaghì della moglie del conte, che,ma lasciavane gir, solo guardandoma lasciavane gir, solo guardando per invito dei fratelli di lei, rapì e ricondusse alla sua famiglia. Dopoper invito dei fratelli di lei, rapì e ricondusse alla sua famiglia. Dopoa guisa di leon quando si posa.a guisa di leon quando si posa. varie vicende si rifugiò dal conte Raimondo Berengario di Provenza e varie vicende si rifugiò dal conte Raimondo Berengario di Provenza e

Pur Virgilio si trasse a lei, pregandoPur Virgilio si trasse a lei, pregando compose le sue opere più famose, tra cui il “Compianto in morte di Sercompose le sue opere più famose, tra cui il “Compianto in morte di Serche ne mostrasse la miglior salita;che ne mostrasse la miglior salita; Blacatz”, dove esorta i principi a mangiare il cuore di Ser Blacatz per Blacatz”, dove esorta i principi a mangiare il cuore di Ser Blacatz per e quella non rispuose al suo dimando,e quella non rispuose al suo dimando, assumerne il coraggio. Sordello morirà nel 1273. Il silenzio con cuiassumerne il coraggio. Sordello morirà nel 1273. Il silenzio con cui

ma di nostro paese e de la vitama di nostro paese e de la vita risponde a Dante e Virgilio riprende una costante di galateo feudale: irisponde a Dante e Virgilio riprende una costante di galateo feudale: ici 'nchiese; e 'l dolce duca incominciavaci 'nchiese; e 'l dolce duca incominciava personaggi di rango non parlavano prima di essere presentati. personaggi di rango non parlavano prima di essere presentati. «Mantüa…», e l'ombra, tutta in sé romita,«Mantüa…», e l'ombra, tutta in sé romita,surse ver' lui del loco ove pria stava,surse ver' lui del loco ove pria stava,dicendo: «O Mantoano, io son Sordellodicendo: «O Mantoano, io son Sordellode la tua terra!»; e l'un l'altro abbracciava.de la tua terra!»; e l'un l'altro abbracciava.Ahi serva Italia, di dolore ostello,Ahi serva Italia, di dolore ostello, Dante inizia la sua invettiva contro l’Italia: la nave è il simbolo dellaDante inizia la sua invettiva contro l’Italia: la nave è il simbolo della nave sanza nocchiere in gran tempesta,nave sanza nocchiere in gran tempesta, penisola e delle sue condizioni, così come il bordello, in un susseguirsipenisola e delle sue condizioni, così come il bordello, in un susseguirsinon donna di province, ma bordello!non donna di province, ma bordello! di riferimenti biblici. Emergono nell’apostrofe le due visioni di Dante,di riferimenti biblici. Emergono nell’apostrofe le due visioni di Dante,

Quell' anima gentil fu così presta,Quell' anima gentil fu così presta, universalistica, imperiale e esistenziale, cittadina.universalistica, imperiale e esistenziale, cittadina.sol per lo dolce suon de la sua terra,sol per lo dolce suon de la sua terra,di fare al cittadin suo quivi festa;di fare al cittadin suo quivi festa;e ora in te non stanno sanza guerrae ora in te non stanno sanza guerrali vivi tuoi, e l'un l'altro si rodeli vivi tuoi, e l'un l'altro si rodedi quei ch'un muro e una fossa serra.di quei ch'un muro e una fossa serra.Cerca, misera, intorno da le prodeCerca, misera, intorno da le prodele tue marine, e poi ti guarda in seno,le tue marine, e poi ti guarda in seno,s'alcuna parte in te di pace gode.s'alcuna parte in te di pace gode.Che val perché ti racconciasse il frenoChe val perché ti racconciasse il freno si allude al “Corpus Iuris Civilis” di Giustiniano, imperatore di si allude al “Corpus Iuris Civilis” di Giustiniano, imperatore di Iustinïano, se la sella è vòta?Iustinïano, se la sella è vòta? Costantinopoli.Costantinopoli.Sanz' esso fora la vergogna meno.Sanz' esso fora la vergogna meno.Ahi gente che dovresti esser devota,Ahi gente che dovresti esser devota, dopo aver accusato l’Italia, Dante attacca la Chiesa di cui condannadopo aver accusato l’Italia, Dante attacca la Chiesa di cui condanna

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e lasciar seder Cesare in la sella,e lasciar seder Cesare in la sella, il temporalismo ecclesiastico, ricordandole ciò che dice Dio nel il temporalismo ecclesiastico, ricordandole ciò che dice Dio nel se bene intendi ciò che Dio ti nota,se bene intendi ciò che Dio ti nota, Vangelo ( date a Cesare quel che è di Cesare… ). Continua la metaforaVangelo ( date a Cesare quel che è di Cesare… ). Continua la metafora

guarda come esta fiera è fatta fellaguarda come esta fiera è fatta fella del cavallo e del cavaliere.del cavallo e del cavaliere.per non esser corretta da li sproni,per non esser corretta da li sproni,poi che ponesti mano a la predella.poi che ponesti mano a la predella.O Alberto tedesco ch'abbandoniO Alberto tedesco ch'abbandoni Alberto I d’Austria, imperatore. Per ricostruire il regno di GermaniaAlberto I d’Austria, imperatore. Per ricostruire il regno di Germania costei ch'è fatta indomita e selvaggia,costei ch'è fatta indomita e selvaggia, rinunciò al suo potere sull’Italia, meritando per questo il rimprovero dirinunciò al suo potere sull’Italia, meritando per questo il rimprovero die dovresti inforcar li suoi arcioni,e dovresti inforcar li suoi arcioni, Dante. Dante.

giusto giudicio da le stelle caggiagiusto giudicio da le stelle caggiasovra 'l tuo sangue, e sia novo e aperto,sovra 'l tuo sangue, e sia novo e aperto,tal che 'l tuo successor temenza n'aggia!tal che 'l tuo successor temenza n'aggia!Ch'avete tu e 'l tuo padre sofferto,Ch'avete tu e 'l tuo padre sofferto, il “padre” è Rodolfo I d’Asburgo.il “padre” è Rodolfo I d’Asburgo. per cupidigia di costà distretti,per cupidigia di costà distretti,che 'l giardin de lo 'mperio sia diserto.che 'l giardin de lo 'mperio sia diserto.Vieni a veder Montecchi e Cappelletti,Vieni a veder Montecchi e Cappelletti, i Montecchi sono la famiglia imperiale Monticoli di Verona, i Cappellettii Montecchi sono la famiglia imperiale Monticoli di Verona, i Cappelletti Monaldi e Filippeschi, uom sanza cura:Monaldi e Filippeschi, uom sanza cura: una fazione guelfa di Cremona, ma entrambe persero gran parte della una fazione guelfa di Cremona, ma entrambe persero gran parte della color già tristi, e questi con sospetti!color già tristi, e questi con sospetti! loro importanza alla fine del ‘200 ( sono gli stessi nomi usati in R. e G.).loro importanza alla fine del ‘200 ( sono gli stessi nomi usati in R. e G.).

Vien, crudel, vieni, e vedi la pressuraVien, crudel, vieni, e vedi la pressura I Monaldi erano una famiglia guelfa di Orvieto, i Filippeschi loro rivaliI Monaldi erano una famiglia guelfa di Orvieto, i Filippeschi loro rivalid'i tuoi gentili, e cura lor magagne;d'i tuoi gentili, e cura lor magagne; ghibellini che furono cacciati dopo aver attaccato i primi. “Crudele” è ilghibellini che furono cacciati dopo aver attaccato i primi. “Crudele” è ile vedrai Santafior com' è oscura!e vedrai Santafior com' è oscura! terzo riferimento negativo ad Alberto. Santafiore era una conteaterzo riferimento negativo ad Alberto. Santafiore era una contea

Vieni a veder la tua Roma che piagneVieni a veder la tua Roma che piagne senese, dominio degli Aldobrandeschi.senese, dominio degli Aldobrandeschi.vedova e sola, e dì e notte chiama:vedova e sola, e dì e notte chiama:«Cesare mio, perché non m'accompagne?».«Cesare mio, perché non m'accompagne?». per Dante, Cesare, primo imperatore romano, è l’idealizzazione delper Dante, Cesare, primo imperatore romano, è l’idealizzazione del

Vieni a veder la gente quanto s'ama!Vieni a veder la gente quanto s'ama! governo civile. L’invito “Vieni a veder…” accentua l’ironia dell’invettiva.governo civile. L’invito “Vieni a veder…” accentua l’ironia dell’invettiva.e se nulla di noi pietà ti move,e se nulla di noi pietà ti move,a vergognar ti vien de la tua fama.a vergognar ti vien de la tua fama.E se licito m'è, o sommo GioveE se licito m'è, o sommo Giove Giove è Gesù Cristo, come Dante spiegherà nei versi successivi.Giove è Gesù Cristo, come Dante spiegherà nei versi successivi. che fosti in terra per noi crucifisso,che fosti in terra per noi crucifisso,son li giusti occhi tuoi rivolti altrove?son li giusti occhi tuoi rivolti altrove?O è preparazion che ne l'abissoO è preparazion che ne l'abissodel tuo consiglio fai per alcun benedel tuo consiglio fai per alcun benein tutto de l'accorger nostro scisso?in tutto de l'accorger nostro scisso?Ché le città d'Italia tutte pieneChé le città d'Italia tutte pieneson di tiranni, e un Marcel diventason di tiranni, e un Marcel diventa tra i riferimenti possibili, il più probabile è a Caio Claudio Marcello,tra i riferimenti possibili, il più probabile è a Caio Claudio Marcello, ogne villan che parteggiando viene.ogne villan che parteggiando viene. pompeiano nemico di Cesare ( a significare: “ogni villano sipompeiano nemico di Cesare ( a significare: “ogni villano si

Fiorenza mia, ben puoi esser contentaFiorenza mia, ben puoi esser contenta atteggia ad oppositore dell’Impero” ). Mentre in ogni altro caso laatteggia ad oppositore dell’Impero” ). Mentre in ogni altro caso ladi questa digression che non ti tocca,di questa digression che non ti tocca, città fiorentina è indicata tramite perifrasi, qui viene per l’unica città fiorentina è indicata tramite perifrasi, qui viene per l’unica mercé del popol tuo che si argomenta.mercé del popol tuo che si argomenta. volta indicata col suo nome.volta indicata col suo nome.

Molti han giustizia in cuore, e tardi scoccaMolti han giustizia in cuore, e tardi scoccaper non venir sanza consiglio a l'arco;per non venir sanza consiglio a l'arco;ma il popol tuo l'ha in sommo de la bocca.ma il popol tuo l'ha in sommo de la bocca.Molti rifiutan lo comune incarco;Molti rifiutan lo comune incarco;ma il popol tuo solicito rispondema il popol tuo solicito rispondesanza chiamare, e grida: «I' mi sobbarco!».sanza chiamare, e grida: «I' mi sobbarco!».Or ti fa lieta, ché tu hai ben onde:Or ti fa lieta, ché tu hai ben onde:tu ricca, tu con pace e tu con senno!tu ricca, tu con pace e tu con senno! Dante offre due tipi di ironie: una di sentimento ( Firenze è Dante offre due tipi di ironie: una di sentimento ( Firenze è S'io dico 'l ver, l'effetto nol nasconde.S'io dico 'l ver, l'effetto nol nasconde. effettivamente una città ricca ) ed una di concetto ( Firenze non haeffettivamente una città ricca ) ed una di concetto ( Firenze non ha

Atene e Lacedemona, che fennoAtene e Lacedemona, che fenno né pace né senno ). Giustiniano affermava l’origine della leggi dallené pace né senno ). Giustiniano affermava l’origine della leggi dallel'antiche leggi e furon sì civili,l'antiche leggi e furon sì civili, legislazioni di Atene ( Solone ) e Sparta ( Licurgo ).legislazioni di Atene ( Solone ) e Sparta ( Licurgo ).fecero al viver bene un picciol cennofecero al viver bene un picciol cennoverso di te, che fai tanto sottiliverso di te, che fai tanto sottiliprovedimenti, ch'a mezzo novembreprovedimenti, ch'a mezzo novembrenon giugne quel che tu d'ottobre fili.non giugne quel che tu d'ottobre fili.Quante volte, del tempo che rimembre,Quante volte, del tempo che rimembre,legge, moneta, officio e costumelegge, moneta, officio e costume

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hai tu mutato, e rinovate membre!hai tu mutato, e rinovate membre!E se ben ti ricordi e vedi lume,E se ben ti ricordi e vedi lume,vedrai te somigliante a quella infermavedrai te somigliante a quella infermache non può trovar posa in su le piume,che non può trovar posa in su le piume,ma con dar volta suo dolore scherma.ma con dar volta suo dolore scherma.

1-121-12 La similitudine riproduce una scena comune ed introduce all’episodio di Sordello sia per la familiarità dell’ambiente quanto per leLa similitudine riproduce una scena comune ed introduce all’episodio di Sordello sia per la familiarità dell’ambiente quanto per le caratteristiche di quest’ultimo: era opinione diffusa che Sordello fosse un accanito giocatore.caratteristiche di quest’ultimo: era opinione diffusa che Sordello fosse un accanito giocatore.

43-5143-51 Dante è stanco, ma sentendo il nome di Beatrice recupera le forze, riproponendo una delle lezioni psicologiche del poema, conDante è stanco, ma sentendo il nome di Beatrice recupera le forze, riproponendo una delle lezioni psicologiche del poema, con l’ispirazione e il sostegno che la donna amata sa dare, già dall’Inferno. Accanto al motivo sentimentale, un’allegoria ci permette di leggerel’ispirazione e il sostegno che la donna amata sa dare, già dall’Inferno. Accanto al motivo sentimentale, un’allegoria ci permette di leggere l’aspirazione alla Grazia di cui Beatrice è allegoria.l’aspirazione alla Grazia di cui Beatrice è allegoria.

127-151127-151 Questa è la più amara invettiva contro Firenze: il discorso generale sulla corruzione italiana si fa più concreto riferendosi alla realtàQuesta è la più amara invettiva contro Firenze: il discorso generale sulla corruzione italiana si fa più concreto riferendosi alla realtà fiorentina, fino a prendere corpo nell’immagine dell’ “inferma” che irrequieta si rigira nel letto.fiorentina, fino a prendere corpo nell’immagine dell’ “inferma” che irrequieta si rigira nel letto.

Il canto si apre e si chiude in modo ciclico proponendo due similitudini agli estremi: la prima tratta del giocoIl canto si apre e si chiude in modo ciclico proponendo due similitudini agli estremi: la prima tratta del gioco d’azzardo, dove domina il caso ed è illusorio imparare a tirare ripetendo i tentativi; la seconda riguarda l’infermad’azzardo, dove domina il caso ed è illusorio imparare a tirare ripetendo i tentativi; la seconda riguarda l’inferma Firenze che nell’illusione di voltarsi (cambiando governo) spera di trovare schermo al proprio dolore. In realtà ilFirenze che nell’illusione di voltarsi (cambiando governo) spera di trovare schermo al proprio dolore. In realtà il gioco della politica causa sofferenze come si nota dalla metafora “ostello di dolore” che identifica l’Italia. La parolagioco della politica causa sofferenze come si nota dalla metafora “ostello di dolore” che identifica l’Italia. La parola chiave “dolore” è appunto ripetuta in tutte le tre parti ideali in cui è possibile dividere il testo e ribadisce lachiave “dolore” è appunto ripetuta in tutte le tre parti ideali in cui è possibile dividere il testo e ribadisce la negatività della politica in Italia.negatività della politica in Italia.

Page 5: Divina Commedia (Pentamestre)

CANTO VIIICANTO VIII[C[CANTOANTO VIII, VIII, DOVEDOVE SISI TRATTATRATTA DEDE LALA QUINTAQUINTA QUALITADEQUALITADE, , CIOÈCIOÈ DIDI COLOROCOLORO CHECHE, , PERPER TIMORETIMORE DIDI NONNON PERDEREPERDERE ONOREONORE EE SIGNORIASIGNORIA EE OFFIZIOFFIZI EE MASSIMALMENTEMASSIMALMENTE PERPER NONNON RITRARRERITRARRE LELE MANIMANI DADA LL''UTILITÀUTILITÀ DEDE LALA PECUNIAPECUNIA, , SISI TARDAROTARDARO AA CONFESSARECONFESSARE DIDI QUIQUI AA LL''ULTIMAULTIMA ORAORA DIDI LOROLORO VITAVITA EE NONNON FACENDOFACENDO PENITENZAPENITENZA DIDI LORLOR PECCATIPECCATI; ; DOVEDOVE NOMINANOMINA IUDICEIUDICE N NINOINO EE C CURRADOURRADO MARCHESEMARCHESE M MALESPINIALESPINI.].]

Il canto si apre in un clima nostalgico che anticipa sia il tema centrale dell’esilio sia quello del recuperoIl canto si apre in un clima nostalgico che anticipa sia il tema centrale dell’esilio sia quello del recupero dell’amicizia con cui il canto si chiuderà. La struttura è tripartita come sempre: nella parte iniziale troviamo ladell’amicizia con cui il canto si chiuderà. La struttura è tripartita come sempre: nella parte iniziale troviamo la preghiera della sera contro la tentazione fatta dalle anime dei principi che si trovano in una valletta; la partepreghiera della sera contro la tentazione fatta dalle anime dei principi che si trovano in una valletta; la parte centrale è dedicata agli angeli che mettono in fuga il serpente simbolo della tentazione; la parte finale è impostatacentrale è dedicata agli angeli che mettono in fuga il serpente simbolo della tentazione; la parte finale è impostata sul colloquio con Nino Visconti e Corrado Malaspina.sul colloquio con Nino Visconti e Corrado Malaspina.

Era già l'ora che volge il disioEra già l'ora che volge il disio Si evidenziano due figurazioni:Si evidenziano due figurazioni: ai navicanti e 'ntenerisce il coreai navicanti e 'ntenerisce il core 1)1) l’ora del tramonto – nostalgia per gli amici lontani, prefigurazione del l’ora del tramonto – nostalgia per gli amici lontani, prefigurazione dello dì c'han detto ai dolci amici addio;lo dì c'han detto ai dolci amici addio; tema dell’esilio di Dante.tema dell’esilio di Dante.

e che lo novo peregrin d'amoree che lo novo peregrin d'amore 2)2) squilla – prefigurazione della presenza del maligno, del serpente. squilla – prefigurazione della presenza del maligno, del serpente.punge, se ode squilla di lontanopunge, se ode squilla di lontanoche paia il giorno pianger che si more;che paia il giorno pianger che si more;quand' io incominciai a render vanoquand' io incominciai a render vanol'udire e a mirare una de l'almel'udire e a mirare una de l'almesurta, che l'ascoltar chiedea con mano.surta, che l'ascoltar chiedea con mano.Ella giunse e levò ambo le palme,Ella giunse e levò ambo le palme,ficcando li occhi verso l'orïente,ficcando li occhi verso l'orïente, inizia la liturgia dell’alto in basso che proseguirà con “le superne rote” einizia la liturgia dell’alto in basso che proseguirà con “le superne rote” e come dicesse a Dio: 'D'altro non calme'.come dicesse a Dio: 'D'altro non calme'. ”riguardare in sùe” e “in giùe””riguardare in sùe” e “in giùe”

'Te lucis ante'Te lucis ante ' sì devotamente' sì devotamente il “Te lucis ante” è l’inno di S. Ambrogio, una preghiera prima dell’arrivoil “Te lucis ante” è l’inno di S. Ambrogio, una preghiera prima dell’arrivo le uscìo di bocca e con sì dolci note,le uscìo di bocca e con sì dolci note, della notte.della notte.che fece me a me uscir di mente;che fece me a me uscir di mente;e l'altre poi dolcemente e devotee l'altre poi dolcemente e devoteseguitar lei per tutto l'inno intero,seguitar lei per tutto l'inno intero,avendo li occhi a le superne rote.avendo li occhi a le superne rote.Aguzza qui, lettor, ben li occhi al vero,Aguzza qui, lettor, ben li occhi al vero, Dante invita il lettore all’attenzione perché l’episodio successivo,Dante invita il lettore all’attenzione perché l’episodio successivo, ché 'l velo è ora ben tanto sottile,ché 'l velo è ora ben tanto sottile, l’arrivo degli angeli a difesa della valletta, è una Sacra l’arrivo degli angeli a difesa della valletta, è una Sacra certo che 'l trapassar dentro è leggero.certo che 'l trapassar dentro è leggero. Rappresentazione. Ci troviamo di fronte ad un espediente quasi Rappresentazione. Ci troviamo di fronte ad un espediente quasi

Io vidi quello essercito gentileIo vidi quello essercito gentile teatrale, che non avviene nel Purgatorio se non in forma di ricordoteatrale, che non avviene nel Purgatorio se non in forma di ricordotacito poscia riguardare in sùe,tacito poscia riguardare in sùe, terreno. Nel Purgatorio, infatti, sarebbero vane le tentazioni delterreno. Nel Purgatorio, infatti, sarebbero vane le tentazioni delquasi aspettando, palido e umìle;quasi aspettando, palido e umìle; serpente o le richieste d’aiuto delle anime o la discesa degli angeli:serpente o le richieste d’aiuto delle anime o la discesa degli angeli:

e vidi uscir de l'alto e scender giùee vidi uscir de l'alto e scender giùe il “Vero” a cui Dante allude è che l’uomo incontra nel suo percorsoil “Vero” a cui Dante allude è che l’uomo incontra nel suo percorsodue angeli con due spade affocate,due angeli con due spade affocate, terreno la tentazione, che Dante spiega sotto forma di “Velo”terreno la tentazione, che Dante spiega sotto forma di “Velo”tronche e private de le punte sue.tronche e private de le punte sue. ( allegoria ), tramite quasi una rappresentazione teatrale( allegoria ), tramite quasi una rappresentazione teatrale

Verdi come fogliette pur mo nateVerdi come fogliette pur mo nateerano in veste, che da verdi penneerano in veste, che da verdi pennepercosse traean dietro e ventilate.percosse traean dietro e ventilate.L'un poco sovra noi a star si venne,L'un poco sovra noi a star si venne,e l'altro scese in l'opposita sponda,e l'altro scese in l'opposita sponda,sì che la gente in mezzo si contenne.sì che la gente in mezzo si contenne.Ben discernëa in lor la testa bionda;Ben discernëa in lor la testa bionda;ma ne la faccia l'occhio si smarria,ma ne la faccia l'occhio si smarria,come virtù ch'a troppo si confonda.come virtù ch'a troppo si confonda.«Ambo vegnon del grembo di Maria»,«Ambo vegnon del grembo di Maria»,disse Sordello, «a guardia de la valle,disse Sordello, «a guardia de la valle,per lo serpente che verrà vie via».per lo serpente che verrà vie via».Ond' io, che non sapeva per qual calle,Ond' io, che non sapeva per qual calle,

Page 6: Divina Commedia (Pentamestre)

mi volsi intorno, e stretto m'accostai,mi volsi intorno, e stretto m'accostai,tutto gelato, a le fidate spalle.tutto gelato, a le fidate spalle.E Sordello anco: «Or avvalliamo omaiE Sordello anco: «Or avvalliamo omaitra le grandi ombre, e parleremo ad esse;tra le grandi ombre, e parleremo ad esse;grazïoso fia lor vedervi assai».grazïoso fia lor vedervi assai».Solo tre passi credo ch'i' scendesse,Solo tre passi credo ch'i' scendesse,e fui di sotto, e vidi un che miravae fui di sotto, e vidi un che miravapur me, come conoscer mi volesse.pur me, come conoscer mi volesse.Temp' era già che l'aere s'annerava,Temp' era già che l'aere s'annerava,ma non sì che tra li occhi suoi e ' mieima non sì che tra li occhi suoi e ' mieinon dichiarisse ciò che pria serrava.non dichiarisse ciò che pria serrava.Ver' me si fece, e io ver' lui mi fei:Ver' me si fece, e io ver' lui mi fei:giudice Nin gentil, quanto mi piacquegiudice Nin gentil, quanto mi piacque Nino Visconti: esiliato in giovinezza da Pisa, si mise a capo dei Guelfi,Nino Visconti: esiliato in giovinezza da Pisa, si mise a capo dei Guelfi, quando ti vidi non esser tra ' rei!quando ti vidi non esser tra ' rei! fuoriusciti come lui tentando più volte di rientrare in patria. Trascorsefuoriusciti come lui tentando più volte di rientrare in patria. Trascorse

Nullo bel salutar tra noi si tacque;Nullo bel salutar tra noi si tacque; molta parte del suo esilio in Sardegna. Fu di animo nobile, ma ciò nonmolta parte del suo esilio in Sardegna. Fu di animo nobile, ma ciò nonpoi dimandò: «Quant' è che tu venistipoi dimandò: «Quant' è che tu venisti impedì a sua moglie di risposarsi con un visconte di Milano. Alla sua impedì a sua moglie di risposarsi con un visconte di Milano. Alla sua a piè del monte per le lontane acque?».a piè del monte per le lontane acque?». morte sulla sua tomba vennero scolpite le insegne di entrambe le morte sulla sua tomba vennero scolpite le insegne di entrambe le

«Oh!», diss' io lui, «per entro i luoghi tristi«Oh!», diss' io lui, «per entro i luoghi tristi famiglie di Visconti ( Pisa = gallo, Milano = biscia ) con conseguenti famiglie di Visconti ( Pisa = gallo, Milano = biscia ) con conseguenti venni stamane, e sono in prima vita,venni stamane, e sono in prima vita, discussioni all’origine di tante problematiche vicende. Esponendolidiscussioni all’origine di tante problematiche vicende. Esponendoliancor che l'altra, sì andando, acquisti».ancor che l'altra, sì andando, acquisti». Entrambi, la donna volle forse smentire Dante o indicare il primatoEntrambi, la donna volle forse smentire Dante o indicare il primato

E come fu la mia risposta udita,E come fu la mia risposta udita, dei Milanesi sulla Gallura o semplicemente ricordare l’indimenticatodei Milanesi sulla Gallura o semplicemente ricordare l’indimenticatoSordello ed elli in dietro si raccolseSordello ed elli in dietro si raccolse primo marito.primo marito.come gente di sùbito smarrita.come gente di sùbito smarrita.L'uno a Virgilio e l'altro a un si volseL'uno a Virgilio e l'altro a un si volseche sedea lì, gridando: «Sù, Currado!che sedea lì, gridando: «Sù, Currado! non viene lusingato Dante, ma ringraziato Dio.non viene lusingato Dante, ma ringraziato Dio. vieni a veder che Dio per grazia volse».vieni a veder che Dio per grazia volse».Poi, vòlto a me: «Per quel singular gradoPoi, vòlto a me: «Per quel singular gradoche tu dei a colui che sì nascondeche tu dei a colui che sì nascondelo suo primo perché, che non lì è guado,lo suo primo perché, che non lì è guado,quando sarai di là da le larghe onde,quando sarai di là da le larghe onde,dì a Giovanna mia che per me chiamidì a Giovanna mia che per me chiamilà dove a li 'nnocenti si risponde.là dove a li 'nnocenti si risponde.Non credo che la sua madre più m'ami,Non credo che la sua madre più m'ami,poscia che trasmutò le bianche bende,poscia che trasmutò le bianche bende, le bende bianche sono le bende vedovilile bende bianche sono le bende vedovili le quai convien che, misera!, ancor brami.le quai convien che, misera!, ancor brami.Per lei assai di lieve si comprendePer lei assai di lieve si comprendequanto in femmina foco d'amor dura,quanto in femmina foco d'amor dura,se l'occhio o 'l tatto spesso non l'accende.se l'occhio o 'l tatto spesso non l'accende. chiaro il riferimento alla donna di Dante che non ha seguito il poetachiaro il riferimento alla donna di Dante che non ha seguito il poeta

Non le farà sì bella sepolturaNon le farà sì bella sepoltura in esilio.in esilio.la vipera che Melanesi accampa,la vipera che Melanesi accampa,com' avria fatto il gallo di Gallura».com' avria fatto il gallo di Gallura».Così dicea, segnato de la stampa,Così dicea, segnato de la stampa,nel suo aspetto, di quel dritto zelonel suo aspetto, di quel dritto zeloche misuratamente in core avvampa.che misuratamente in core avvampa.Li occhi miei ghiotti andavan pur al cielo,Li occhi miei ghiotti andavan pur al cielo,pur là dove le stelle son più tarde,pur là dove le stelle son più tarde,sì come rota più presso a lo stelo.sì come rota più presso a lo stelo.E 'l duca mio: «Figliuol, che là sù guarde?».E 'l duca mio: «Figliuol, che là sù guarde?».E io a lui: «A quelle tre favelleE io a lui: «A quelle tre favelle le tre luci che splendono sono le tre virtù teologali della fede, dellale tre luci che splendono sono le tre virtù teologali della fede, della di che 'l polo di qua tutto quanto arde».di che 'l polo di qua tutto quanto arde». speranza e della carità.speranza e della carità.

Ond' elli a me: «Le quattro chiare stelleOnd' elli a me: «Le quattro chiare stelleche vedevi staman, son di là basse,che vedevi staman, son di là basse,e queste son salite ov' eran quelle».e queste son salite ov' eran quelle».Com' ei parlava, e Sordello a sé il trasseCom' ei parlava, e Sordello a sé il trassedicendo: «Vedi là 'l nostro avversaro»;dicendo: «Vedi là 'l nostro avversaro»;

Page 7: Divina Commedia (Pentamestre)

e drizzò il dito perché 'n là guardasse.e drizzò il dito perché 'n là guardasse.Da quella parte onde non ha riparoDa quella parte onde non ha riparola picciola vallea, era una biscia,la picciola vallea, era una biscia,forse qual diede ad Eva il cibo amaro.forse qual diede ad Eva il cibo amaro.Tra l'erba e ' fior venìa la mala striscia,Tra l'erba e ' fior venìa la mala striscia, già partendo dal termine “biscia” due versi prima, ma soprattutto ingià partendo dal termine “biscia” due versi prima, ma soprattutto in volgendo ad ora ad or la testa, e 'l dossovolgendo ad ora ad or la testa, e 'l dosso questa terzina, sono ricorrenti termini onomatopeici contenenti “sc” oquesta terzina, sono ricorrenti termini onomatopeici contenenti “sc” oleccando come bestia che si liscia.leccando come bestia che si liscia. ”st”, proprio a ricordare i serpenti.”st”, proprio a ricordare i serpenti.

Io non vidi, e però dicer non posso,Io non vidi, e però dicer non posso,come mosser li astor celestïali;come mosser li astor celestïali;ma vidi bene e l'uno e l'altro mosso.ma vidi bene e l'uno e l'altro mosso.Sentendo fender l'aere a le verdi ali,Sentendo fender l'aere a le verdi ali,fuggì 'l serpente, e li angeli dier volta,fuggì 'l serpente, e li angeli dier volta,suso a le poste rivolando iguali.suso a le poste rivolando iguali.L'ombra che s'era al giudice raccoltaL'ombra che s'era al giudice raccoltaquando chiamò, per tutto quello assaltoquando chiamò, per tutto quello assaltopunto non fu da me guardare sciolta.punto non fu da me guardare sciolta.«Se la lucerna che ti mena in alto«Se la lucerna che ti mena in altotruovi nel tuo arbitrio tanta ceratruovi nel tuo arbitrio tanta ceraquant' è mestiere infino al sommo smalto»,quant' è mestiere infino al sommo smalto»,cominciò ella, «se novella veracominciò ella, «se novella veradi Val di Magra o di parte vicinadi Val di Magra o di parte vicinasai, dillo a me, che già grande là era.sai, dillo a me, che già grande là era.Fui chiamato Currado Malaspina;Fui chiamato Currado Malaspina; Corrado presenta in chiara antitesi sia il suo amore per la Corrado presenta in chiara antitesi sia il suo amore per la non son l'antico, ma di lui discesi;non son l'antico, ma di lui discesi; grandezza terrena, sia l’umiltà.grandezza terrena, sia l’umiltà.a' miei portai l'amor che qui raffina».a' miei portai l'amor che qui raffina».«Oh!», diss' io lui, «per li vostri paesi«Oh!», diss' io lui, «per li vostri paesi comincia qui la grandiosa iperbole in quattro terzine di Dantecomincia qui la grandiosa iperbole in quattro terzine di Dante già mai non fui; ma dove si dimoragià mai non fui; ma dove si dimora in favore di Corrado Malaspina.in favore di Corrado Malaspina.per tutta Europa ch'ei non sien palesi?per tutta Europa ch'ei non sien palesi?La fama che la vostra casa onora,La fama che la vostra casa onora,grida i segnori e grida la contrada,grida i segnori e grida la contrada,sì che ne sa chi non vi fu ancora;sì che ne sa chi non vi fu ancora;e io vi giuro, s'io di sopra vada,e io vi giuro, s'io di sopra vada,che vostra gente onrata non si sfregiache vostra gente onrata non si sfregiadel pregio de la borsa e de la spada.del pregio de la borsa e de la spada.Uso e natura sì la privilegia,Uso e natura sì la privilegia,che, perché il capo reo il mondo torca,che, perché il capo reo il mondo torca,sola va dritta e 'l mal cammin dispregia».sola va dritta e 'l mal cammin dispregia».Ed elli: «Or va; che 'l sol non si ricorcaEd elli: «Or va; che 'l sol non si ricorcasette volte nel letto che 'l Montonesette volte nel letto che 'l Montonecon tutti e quattro i piè cuopre e inforca,con tutti e quattro i piè cuopre e inforca,che cotesta cortese oppinïoneche cotesta cortese oppinïoneti fia chiavata in mezzo de la testati fia chiavata in mezzo de la testacon maggior chiovi che d'altrui sermone,con maggior chiovi che d'altrui sermone,se corso di giudicio non s'arresta». se corso di giudicio non s'arresta».

Il canto, pur essendo diviso in tre temi (1. compieta, tramonto, malinconia; 2. angeli e serpente; 3. colloquio con gliIl canto, pur essendo diviso in tre temi (1. compieta, tramonto, malinconia; 2. angeli e serpente; 3. colloquio con gli amici), ha una sua unità, infatti la prima e la terza insistono sulla tematica della malinconia dell’esilio cui farà cennoamici), ha una sua unità, infatti la prima e la terza insistono sulla tematica della malinconia dell’esilio cui farà cenno Corrado e la sera, legata alla malinconia dell’esilio, rende possibile l’arrivo della tentazione (serpente) sconfitta dagliCorrado e la sera, legata alla malinconia dell’esilio, rende possibile l’arrivo della tentazione (serpente) sconfitta dagli angeli. C’è un doppio binario, quello autobiografico (Dante e il suo esilio) e quello didattico-morale (resistenza allaangeli. C’è un doppio binario, quello autobiografico (Dante e il suo esilio) e quello didattico-morale (resistenza alla tentazione).tentazione).

Page 8: Divina Commedia (Pentamestre)

CANTO XICANTO XI[C[CANTOANTO XI, XI, NELNEL QUALEQUALE SISI TRATTATRATTA DELDEL SOPRADETTOSOPRADETTO PRIMOPRIMO GIRONEGIRONE EE DEDE' ' SUPERBISUPERBI MEDESIMIMEDESIMI, , EE QUIQUI SISI PURGAPURGA LALA VANAVANA GLORIAGLORIA CHCH''ÈÈ UNOUNO DEDE' ' RAMIRAMI DEDE LALA SUPERBIASUPERBIA;; DOVEDOVE NOMINANOMINA ILIL CONTECONTE U UBERTOBERTO DADA S SANTAFIOREANTAFIORE EE MESSERMESSER P PROVENZANOROVENZANO S SALVANIALVANI DIDI S SIENAIENA EE MOLTIMOLTI ALTRIALTRI.].]

Dante e Virgilio arrivano alla cornice dei superbi, condannati a portare sopra le loro spalle un enorme macigno che liDante e Virgilio arrivano alla cornice dei superbi, condannati a portare sopra le loro spalle un enorme macigno che li schiaccia verso terra con altrettanta forza quanto sulla terra loro tennero alto il capo superbamente, sfidando ilschiaccia verso terra con altrettanta forza quanto sulla terra loro tennero alto il capo superbamente, sfidando il cielo. Tenendo il capo chino sono costretti ad un’ulteriore penitenza, a guardare, cioè, dei bassorilievi raffiguranticielo. Tenendo il capo chino sono costretti ad un’ulteriore penitenza, a guardare, cioè, dei bassorilievi raffiguranti scene di umiltà istoriati sulla zoccolatura che c’è tra la strada della cornice e la parete a strapiombo della balzascene di umiltà istoriati sulla zoccolatura che c’è tra la strada della cornice e la parete a strapiombo della balza purgatoriale. purgatoriale. Il canto si apre con la preghiera del “Padre nostro” e l’ammonimento agli uomini a pregare per i defunti, mentre laIl canto si apre con la preghiera del “Padre nostro” e l’ammonimento agli uomini a pregare per i defunti, mentre la parte restante è occupata dal colloquio con anime rappresentanti i vari modelli di superbia puniti nel Purgatorio:parte restante è occupata dal colloquio con anime rappresentanti i vari modelli di superbia puniti nel Purgatorio: nobiliare (Omberto Aldobrandeschi), artistica (Oderisi da Gubbio), politica (Provenzan Salvani). Il canto insite sullanobiliare (Omberto Aldobrandeschi), artistica (Oderisi da Gubbio), politica (Provenzan Salvani). Il canto insite sulla necessità di non essere legati alla fama terrena.necessità di non essere legati alla fama terrena.

«O Padre nostro, che ne' cieli stai,«O Padre nostro, che ne' cieli stai,non circunscritto, ma per più amorenon circunscritto, ma per più amorech'ai primi effetti di là sù tu hai,ch'ai primi effetti di là sù tu hai,laudato sia 'l tuo nome e 'l tuo valorelaudato sia 'l tuo nome e 'l tuo valoreda ogne creatura, com' è degnoda ogne creatura, com' è degnodi render grazie al tuo dolce vapore.di render grazie al tuo dolce vapore.Vegna ver' noi la pace del tuo regno,Vegna ver' noi la pace del tuo regno,ché noi ad essa non potem da noi,ché noi ad essa non potem da noi, non è possibile ascendere alla beatitudine della vita eterna solo con lenon è possibile ascendere alla beatitudine della vita eterna solo con le s'ella non vien, con tutto nostro ingegno.s'ella non vien, con tutto nostro ingegno. forze umane.forze umane.

Come del suo voler li angeli tuoiCome del suo voler li angeli tuoifan sacrificio a te, cantando fan sacrificio a te, cantando osannaosanna ,, ”osanna” è un vocabolo ebreo = “fa salvi”. Gli angeli, già salvi, cantano”osanna” è un vocabolo ebreo = “fa salvi”. Gli angeli, già salvi, cantano così facciano li uomini de' suoi.così facciano li uomini de' suoi. ”osanna” in lode di Dio salvatore.”osanna” in lode di Dio salvatore.

Dà oggi a noi la cotidiana manna,Dà oggi a noi la cotidiana manna, le anime del Purgatorio non hanno bisogno di pane corporale, ma le anime del Purgatorio non hanno bisogno di pane corporale, ma sanza la qual per questo aspro disertosanza la qual per questo aspro diserto celestiale, ovvero di misericordia. Questa preghiera, tuttavia, è rivoltacelestiale, ovvero di misericordia. Questa preghiera, tuttavia, è rivoltaa retro va chi più di gir s'affanna.a retro va chi più di gir s'affanna. ai vivi, che necessitano di entrambi. La “manna” è letteralmente il ciboai vivi, che necessitano di entrambi. La “manna” è letteralmente il cibo

E come noi lo mal ch'avem soffertoE come noi lo mal ch'avem sofferto fatto piovere da Dio nel deserto sugli ebrei affamati, da lì il suofatto piovere da Dio nel deserto sugli ebrei affamati, da lì il suoperdoniamo a ciascuno, e tu perdonaperdoniamo a ciascuno, e tu perdona significato provvidenziale.significato provvidenziale.benigno, e non guardar lo nostro merto.benigno, e non guardar lo nostro merto.Nostra virtù che di legger s'adona,Nostra virtù che di legger s'adona,non spermentar con l'antico avversaro,non spermentar con l'antico avversaro, l’antico avversario è Satana. l’antico avversario è Satana. ma libera da lui che sì la sprona.ma libera da lui che sì la sprona.Quest' ultima preghiera, segnor caro,Quest' ultima preghiera, segnor caro, La preghiera è di intercessione per augurare sia ai vivi che alle animeLa preghiera è di intercessione per augurare sia ai vivi che alle anime già non si fa per noi, ché non bisogna,già non si fa per noi, ché non bisogna, del Purgatorio un buon viaggio attraverso l’ “aspro diserto” che portadel Purgatorio un buon viaggio attraverso l’ “aspro diserto” che portama per color che dietro a noi restaro».ma per color che dietro a noi restaro». alla Terra Promessa, anche in riferimento all’episodio del serpente alla Terra Promessa, anche in riferimento all’episodio del serpente

Così a sé e noi buona ramognaCosì a sé e noi buona ramogna del canto VIII. Il termine ramogna si attribuisce il significato di “viaggio”,del canto VIII. Il termine ramogna si attribuisce il significato di “viaggio”,quell' ombre orando, andavan sotto 'l pondo,quell' ombre orando, andavan sotto 'l pondo, con valore augurale.con valore augurale.simile a quel che talvolta si sogna,simile a quel che talvolta si sogna,disparmente angosciate tutte a tondodisparmente angosciate tutte a tondo la pena non è uguale per tutti, ma bilanciata alla gravità del peccatola pena non è uguale per tutti, ma bilanciata alla gravità del peccato e lasse su per la prima cornice,e lasse su per la prima cornice,purgando la caligine del mondo.purgando la caligine del mondo.Se di là sempre ben per noi si dice,Se di là sempre ben per noi si dice,di qua che dire e far per lor si puotedi qua che dire e far per lor si puoteda quei c'hanno al voler buona radice?da quei c'hanno al voler buona radice?Ben si de' loro atar lavar le noteBen si de' loro atar lavar le note Dante parla delle sette “P” con le quali lui e Virgilio entrarono, ciascunaDante parla delle sette “P” con le quali lui e Virgilio entrarono, ciascuna che portar quinci, sì che, mondi e lievi,che portar quinci, sì che, mondi e lievi, legata ad una espiazione.legata ad una espiazione.possano uscire a le stellate ruote.possano uscire a le stellate ruote.«Deh, se giustizia e pietà vi disgrievi«Deh, se giustizia e pietà vi disgrievi

Page 9: Divina Commedia (Pentamestre)

tosto, sì che possiate muover l'ala,tosto, sì che possiate muover l'ala,che secondo il disio vostro vi lievi,che secondo il disio vostro vi lievi,mostrate da qual mano inver' la scalamostrate da qual mano inver' la scalasi va più corto; e se c'è più d'un varco,si va più corto; e se c'è più d'un varco,quel ne 'nsegnate che men erto cala;quel ne 'nsegnate che men erto cala;ché questi che vien meco, per lo 'ncarcoché questi che vien meco, per lo 'ncarcode la carne d'Adamo onde si veste,de la carne d'Adamo onde si veste,al montar sù, contra sua voglia, è parco».al montar sù, contra sua voglia, è parco».Le lor parole, che rendero a questeLe lor parole, che rendero a questeche dette avea colui cu' io seguiva,che dette avea colui cu' io seguiva,non fur da cui venisser manifeste;non fur da cui venisser manifeste;ma fu detto: «A man destra per la rivama fu detto: «A man destra per la riva comincia a parlare Omberto Aldobrandeschi, figlio di Guglielmocomincia a parlare Omberto Aldobrandeschi, figlio di Guglielmo con noi venite, e troverete il passocon noi venite, e troverete il passo Aldobrandeschi, conte. La superbia sua e della sua famigliaAldobrandeschi, conte. La superbia sua e della sua famigliapossibile a salir persona viva.possibile a salir persona viva. nasceva dal sangue nobiliare, dalle ricchezze, dalle opere d’armi.nasceva dal sangue nobiliare, dalle ricchezze, dalle opere d’armi.

E s'io non fossi impedito dal sassoE s'io non fossi impedito dal sasso Gli Aldobrandeschi furono accesi ghibellini ed Omberto, signore delGli Aldobrandeschi furono accesi ghibellini ed Omberto, signore delche la cervice mia superba doma,che la cervice mia superba doma, castello di Campagnatico, fu sempre in conflitto con i senesi, spessocastello di Campagnatico, fu sempre in conflitto con i senesi, spessoonde portar convienmi il viso basso,onde portar convienmi il viso basso, attaccandoli e rapinandoli. Morì nel 1259, forse valorosamente inattaccandoli e rapinandoli. Morì nel 1259, forse valorosamente in

cotesti, ch'ancor vive e non si noma,cotesti, ch'ancor vive e non si noma, battaglia vittima di una spedizione volta alla sua uccisione, forse battaglia vittima di una spedizione volta alla sua uccisione, forse guardere' io, per veder s'i' 'l conosco,guardere' io, per veder s'i' 'l conosco, soffocato nel suo letto da sicari senesi travestiti da frati. L’apparentesoffocato nel suo letto da sicari senesi travestiti da frati. L’apparentee per farlo pietoso a questa soma.e per farlo pietoso a questa soma. superbia del conte si smorza nel desiderio di impietosire Dante.superbia del conte si smorza nel desiderio di impietosire Dante.

Io fui latino e nato d'un gran Tosco:Io fui latino e nato d'un gran Tosco:Guiglielmo Aldobrandesco fu mio padre;Guiglielmo Aldobrandesco fu mio padre;non so se 'l nome suo già mai fu vosco.non so se 'l nome suo già mai fu vosco.L'antico sangue e l'opere leggiadreL'antico sangue e l'opere leggiadred'i miei maggior mi fer sì arrogante,d'i miei maggior mi fer sì arrogante,che, non pensando a la comune madre,che, non pensando a la comune madre, la “comune madre” potrebbe essere la terra o Eva, madre di tutti la “comune madre” potrebbe essere la terra o Eva, madre di tutti

ogn' uomo ebbi in despetto tanto avante,ogn' uomo ebbi in despetto tanto avante, e simbolo di fratellanza, o la morte, vera livella della superbia umana.e simbolo di fratellanza, o la morte, vera livella della superbia umana.ch'io ne mori', come i Sanesi sanno,ch'io ne mori', come i Sanesi sanno,e sallo in Campagnatico ogne fante.e sallo in Campagnatico ogne fante. Omberto parla di una vicenda nota ad ogni “fante”, un termine dallaOmberto parla di una vicenda nota ad ogni “fante”, un termine dalla

Io sono Omberto; e non pur a me dannoIo sono Omberto; e non pur a me danno doppia possibile interpretazione: “bambino” o “soldato”. Subito dopo,doppia possibile interpretazione: “bambino” o “soldato”. Subito dopo,superbia fa, ché tutti miei consortisuperbia fa, ché tutti miei consorti ancora una volta l’arroganza viene meno, con la denuncia di Ombertoancora una volta l’arroganza viene meno, con la denuncia di Ombertoha ella tratti seco nel malanno.ha ella tratti seco nel malanno. degli effetti negatici della superbia.degli effetti negatici della superbia.

E qui convien ch'io questo peso portiE qui convien ch'io questo peso portiper lei, tanto che a Dio si sodisfaccia,per lei, tanto che a Dio si sodisfaccia,poi ch'io nol fe' tra ' vivi, qui tra ' morti».poi ch'io nol fe' tra ' vivi, qui tra ' morti».Ascoltando chinai in giù la faccia;Ascoltando chinai in giù la faccia;e un di lor, non questi che parlava,e un di lor, non questi che parlava,si torse sotto il peso che li 'mpaccia,si torse sotto il peso che li 'mpaccia,e videmi e conobbemi e chiamava,e videmi e conobbemi e chiamava, entra in scena Oderisi, sottoposto a dura prova dallo sforzo: i tre entra in scena Oderisi, sottoposto a dura prova dallo sforzo: i tre tenendo li occhi con fatica fisitenendo li occhi con fatica fisi verbi compressi in un verso indicano proprio la fretta dei suoiverbi compressi in un verso indicano proprio la fretta dei suoia me che tutto chin con loro andava.a me che tutto chin con loro andava. gesti. Anche Dante si unisce ai superbi nel loro cammino, espiandogesti. Anche Dante si unisce ai superbi nel loro cammino, espiando

«Oh!», diss' io lui, «non se' tu Oderisi,«Oh!», diss' io lui, «non se' tu Oderisi, simbolicamente il suo peccato di superbia, credendo egli di esseresimbolicamente il suo peccato di superbia, credendo egli di esserel'onor d'Agobbio e l'onor di quell' artel'onor d'Agobbio e l'onor di quell' arte il detentore della gloria della lingua. Avvicinandosi, il poeta riconosce il detentore della gloria della lingua. Avvicinandosi, il poeta riconosce ch'alluminar chiamata è in Parisi?».ch'alluminar chiamata è in Parisi?». Oderisi, che egli stesso aveva conosciuto a Bologna. Oderisi da GubbioOderisi, che egli stesso aveva conosciuto a Bologna. Oderisi da Gubbio

«Frate», diss' elli, «più ridon le carte«Frate», diss' elli, «più ridon le carte fu il più grande miniatore al tempo di Dante, appartenente alla scuola difu il più grande miniatore al tempo di Dante, appartenente alla scuola diche pennelleggia Franco Bolognese;che pennelleggia Franco Bolognese; Cimabue e amico di Giotto; morì a Roma dove lavorò negli ultimi 4 anniCimabue e amico di Giotto; morì a Roma dove lavorò negli ultimi 4 annil'onore è tutto or suo, e mio in parte.l'onore è tutto or suo, e mio in parte. Della sua vita nella libreria papale. Nel Purgatorio egli è esempio dellaDella sua vita nella libreria papale. Nel Purgatorio egli è esempio della

Ben non sare' io stato sì corteseBen non sare' io stato sì cortese superbia artistica, ora vinta dall’umiltà, dato che Oderisi riconosce ilsuperbia artistica, ora vinta dall’umiltà, dato che Oderisi riconosce ilmentre ch'io vissi, per lo gran disiomentre ch'io vissi, per lo gran disio suo discepolo Franco Bolognesi come un miniatore migliore di lui.suo discepolo Franco Bolognesi come un miniatore migliore di lui.de l'eccellenza ove mio core intese.de l'eccellenza ove mio core intese. Dante usa in questi versi i termini “alluminar”, dall’allume, ingredienteDante usa in questi versi i termini “alluminar”, dall’allume, ingrediente

Di tal superbia qui si paga il fio;Di tal superbia qui si paga il fio; colori d’oro e d’argento (mentre il minio era usato per il rosso), edcolori d’oro e d’argento (mentre il minio era usato per il rosso), ede ancor non sarei qui, se non fossee ancor non sarei qui, se non fosse ”eccellenza”, intesa come raggiungimento della fama e non della”eccellenza”, intesa come raggiungimento della fama e non dellache, possendo peccar, mi volsi a Dio.che, possendo peccar, mi volsi a Dio. Perfezione artistica.Perfezione artistica.

Oh vana gloria de l'umane posse!Oh vana gloria de l'umane posse!com' poco verde in su la cima dura,com' poco verde in su la cima dura,

Page 10: Divina Commedia (Pentamestre)

se non è giunta da l'etati grosse!se non è giunta da l'etati grosse!Credette Cimabue ne la pitturaCredette Cimabue ne la pittura Cimabue era un grande e innovativo pittore fiorentino, maestro diCimabue era un grande e innovativo pittore fiorentino, maestro di tener lo campo, e ora ha Giotto il grido,tener lo campo, e ora ha Giotto il grido, Giotto. Quest’ultimo superò tecnicamente Cimabue, che credeva diGiotto. Quest’ultimo superò tecnicamente Cimabue, che credeva disì che la fama di colui è scura.sì che la fama di colui è scura. essere il migliore nel suo campo. Ugualmente, Guido Cavalcantiessere il migliore nel suo campo. Ugualmente, Guido Cavalcanti

Così ha tolto l'uno a l'altro GuidoCosì ha tolto l'uno a l'altro Guido superò nelle lettere Guido Guinizzelli ed ora, al tempo di Dante,superò nelle lettere Guido Guinizzelli ed ora, al tempo di Dante,la gloria de la lingua; e forse è natola gloria de la lingua; e forse è nato qualcuno avrebbe superato entrambi. Il riferimento è all’Alighieriqualcuno avrebbe superato entrambi. Il riferimento è all’Alighierichi l'uno e l'altro caccerà del nido.chi l'uno e l'altro caccerà del nido. Stesso, proseguendo il tema della superbia da espiare.Stesso, proseguendo il tema della superbia da espiare.

Non è il mondan romore altro ch'un fiatoNon è il mondan romore altro ch'un fiato Con una similitudine, Dante descrive la fugacità della famaCon una similitudine, Dante descrive la fugacità della fama di vento, ch'or vien quinci e or vien quindi,di vento, ch'or vien quinci e or vien quindi, terrena, transitoria come il vento.terrena, transitoria come il vento.e muta nome perché muta lato.e muta nome perché muta lato.Che voce avrai tu più, se vecchia scindiChe voce avrai tu più, se vecchia scindida te la carne, che se fossi mortoda te la carne, che se fossi mortoanzi che tu lasciassi il 'pappo' e 'l 'dindi',anzi che tu lasciassi il 'pappo' e 'l 'dindi', Dante usa termini infantili ed onomatopeici per indicare cibo e monete,Dante usa termini infantili ed onomatopeici per indicare cibo e monete,

pria che passin mill' anni? ch'è più cortopria che passin mill' anni? ch'è più corto dimostrando quanto ampio sia il suo registro linguistico.dimostrando quanto ampio sia il suo registro linguistico.spazio a l'etterno, ch'un muover di cigliaspazio a l'etterno, ch'un muover di cigliaal cerchio che più tardi in cielo è torto.al cerchio che più tardi in cielo è torto. il cerchio è il percorso dell’ottavo cielo, che ruota di un grado ogniil cerchio è il percorso dell’ottavo cielo, che ruota di un grado ogni

Colui che del cammin sì poco pigliaColui che del cammin sì poco piglia cento anni, per una rivoluzione di 360 secoli. Dante introduce anche lacento anni, per una rivoluzione di 360 secoli. Dante introduce anche ladinanzi a me, Toscana sonò tutta;dinanzi a me, Toscana sonò tutta; terza anima, simbolo della presunzione politica: Provenzan Salvani, cheterza anima, simbolo della presunzione politica: Provenzan Salvani, chee ora a pena in Siena sen pispiglia,e ora a pena in Siena sen pispiglia, cammina lentamente perché porta un peso maggiore delle altre anime.cammina lentamente perché porta un peso maggiore delle altre anime.

ond' era sire quando fu distruttaond' era sire quando fu distrutta Provenzan era figlio di Ildebrando e senese, politico ghibellino dallaProvenzan era figlio di Ildebrando e senese, politico ghibellino dallala rabbia fiorentina, che superbala rabbia fiorentina, che superba rapida e rilevante carriera: ambasciatore di Volterra, capitano dei senesirapida e rilevante carriera: ambasciatore di Volterra, capitano dei senesifu a quel tempo sì com' ora è putta.fu a quel tempo sì com' ora è putta. nella battaglia di Montaperti, podestà di Montepulciano. A permetterglinella battaglia di Montaperti, podestà di Montepulciano. A permettergli

La vostra nominanza è color d'erba,La vostra nominanza è color d'erba, l’accesso al Purgatorio fu l’umiltà che dimostrò riducendosi a chiederel’accesso al Purgatorio fu l’umiltà che dimostrò riducendosi a chiedereche viene e va, e quei la discolorache viene e va, e quei la discolora l’elemosina in Piazza del Campo pur di riscattare un amico prigioniero.l’elemosina in Piazza del Campo pur di riscattare un amico prigioniero.per cui ella esce de la terra acerba».per cui ella esce de la terra acerba». Trentuno anni dopo le sue gesta, che risuonarono in tutta la Toscana,Trentuno anni dopo le sue gesta, che risuonarono in tutta la Toscana,

E io a lui: «Tuo vero dir m'incoraE io a lui: «Tuo vero dir m'incora oggi Provenzan è dimenticato (pispiglia è in contrasto con sonò). “Quei”oggi Provenzan è dimenticato (pispiglia è in contrasto con sonò). “Quei”bona umiltà, e gran tumor m'appiani;bona umiltà, e gran tumor m'appiani; è il sole, che determina il colore dell’erba con la sua intensità.è il sole, che determina il colore dell’erba con la sua intensità.ma chi è quei di cui tu parlavi ora?».ma chi è quei di cui tu parlavi ora?».«Quelli è», rispuose, «Provenzan Salvani;«Quelli è», rispuose, «Provenzan Salvani;ed è qui perché fu presuntüosoed è qui perché fu presuntüosoa recar Siena tutta a le sue mani.a recar Siena tutta a le sue mani.Ito è così e va, sanza riposo,Ito è così e va, sanza riposo,poi che morì; cotal moneta rendepoi che morì; cotal moneta rendea sodisfar chi è di là troppo oso».a sodisfar chi è di là troppo oso».E io: «Se quello spirito ch'attende,E io: «Se quello spirito ch'attende, Dante crede che Provenzan si sia dimostrato pentito solo in punto diDante crede che Provenzan si sia dimostrato pentito solo in punto di pria che si penta, l'orlo de la vita,pria che si penta, l'orlo de la vita, morte, ma Oderisi gli spiega perché si trovi già in quella cornice.morte, ma Oderisi gli spiega perché si trovi già in quella cornice.qua giù dimora e qua sù non ascende,qua giù dimora e qua sù non ascende,se buona orazïon lui non aita,se buona orazïon lui non aita,prima che passi tempo quanto visse,prima che passi tempo quanto visse,come fu la venuta lui largita?».come fu la venuta lui largita?».«Quando vivea più glorïoso», disse,«Quando vivea più glorïoso», disse,«liberamente nel Campo di Siena,«liberamente nel Campo di Siena,ogne vergogna diposta, s'affisse;ogne vergogna diposta, s'affisse;e lì, per trar l'amico suo di pena,e lì, per trar l'amico suo di pena,ch'e' sostenea ne la prigion di Carlo,ch'e' sostenea ne la prigion di Carlo,si condusse a tremar per ogne vena.si condusse a tremar per ogne vena.Più non dirò, e scuro so che parlo;Più non dirò, e scuro so che parlo;ma poco tempo andrà, che ' tuoi vicinima poco tempo andrà, che ' tuoi vicinifaranno sì che tu potrai chiosarlo.faranno sì che tu potrai chiosarlo.Quest' opera li tolse quei confini».Quest' opera li tolse quei confini».

1-24 1-24 Il “Padre Nostro” è l’unica preghiera recitata interamente nella Commedia, dove ne troviamo effettivamente la prima, seppurIl “Padre Nostro” è l’unica preghiera recitata interamente nella Commedia, dove ne troviamo effettivamente la prima, seppur riadattata, traduzione in volgare. riadattata, traduzione in volgare.

49-72 49-72 L’anima del conte Omberto Aldobrandeschi risponde con umiltà alla domanda di Virgilio, ma il suo tono cambia gradualmente,L’anima del conte Omberto Aldobrandeschi risponde con umiltà alla domanda di Virgilio, ma il suo tono cambia gradualmente,

Page 11: Divina Commedia (Pentamestre)

assumendo i toni della superbia, subito smentita dalle confessioni di Omberto che ammette sia di meritare il castigo si di voler commuovereassumendo i toni della superbia, subito smentita dalle confessioni di Omberto che ammette sia di meritare il castigo si di voler commuovere Dante.Dante.

100-108 100-108 L’insistenza sulla vanità e sulla fragilità della gloria mondana risponde come monito agli accenni di superbia precedenti (Oderisi haL’insistenza sulla vanità e sulla fragilità della gloria mondana risponde come monito agli accenni di superbia precedenti (Oderisi ha appena profetizzato che Dante supererà i maestri Guinizzelli e Cavalcanti nell’arte poetica). Il poeta confesserà poi altre volte la propriaappena profetizzato che Dante supererà i maestri Guinizzelli e Cavalcanti nell’arte poetica). Il poeta confesserà poi altre volte la propria superbia, che gli fa temere di dover scontare la sua pena nel Purgatorio.superbia, che gli fa temere di dover scontare la sua pena nel Purgatorio.

133-138 133-138 L’episodio di cui si parla si riferisce alla battaglia di Tagliacozzo, nella quale Carlo d’Angiò aveva battuto Corradino e presoL’episodio di cui si parla si riferisce alla battaglia di Tagliacozzo, nella quale Carlo d’Angiò aveva battuto Corradino e preso prigioniero un amico del Salvani chiedendo diecimila fiorini d’oro come riscatto. Umilmente, Provenzan Salvani pose un tavolino in piazza delprigioniero un amico del Salvani chiedendo diecimila fiorini d’oro come riscatto. Umilmente, Provenzan Salvani pose un tavolino in piazza del campo e chiese ai senesi quel poco denaro che avevano per poter pagare quanto richiestogli, commovendo i suoi concittadini che, dacampo e chiese ai senesi quel poco denaro che avevano per poter pagare quanto richiestogli, commovendo i suoi concittadini che, da superbo che era, lo videro ridotto a tanto. superbo che era, lo videro ridotto a tanto.

Questo canto, che riflette sulla superbia e che ne presenta tre modelli ognuno sottoposto alla sua penitenza,Questo canto, che riflette sulla superbia e che ne presenta tre modelli ognuno sottoposto alla sua penitenza, propone anche Dante come protagonista grazie ad alcune illusioni che il poeta fa a se stesso e fa riflettere anche sulpropone anche Dante come protagonista grazie ad alcune illusioni che il poeta fa a se stesso e fa riflettere anche sul conflitto tra il desiderio di gloria dei grandi uomini della terra e le considerazioni filosofico-religiose della vanità diconflitto tra il desiderio di gloria dei grandi uomini della terra e le considerazioni filosofico-religiose della vanità di quel desiderio rispetto alla vita stessa.quel desiderio rispetto alla vita stessa.

Page 12: Divina Commedia (Pentamestre)

CANTO XXICANTO XXI[C[CANTOANTO XXI, XXI, OVEOVE SISI TRATTATRATTA DELDEL SOPRADETTOSOPRADETTO QUINTOQUINTO GIRONEGIRONE, , DOVEDOVE SISI PUNISCEPUNISCE EE PURGAPURGA LALA PREDETTAPREDETTA COLPACOLPA DEDE LL''AVARIZIAAVARIZIA EE LALA COLPACOLPA DEDE LALA PRODIGALITADEPRODIGALITADE; ; DOVEDOVE TRUOVATRUOVA S STAZIOTAZIO POETAPOETA TOLOSANOTOLOSANO.].]

Dante e Virgilio sono giunti nella quinta cornice dove sono puniti avari e prodighi che hanno mani e piedi legati ed ilDante e Virgilio sono giunti nella quinta cornice dove sono puniti avari e prodighi che hanno mani e piedi legati ed il volto rivolto verso il basso. La pena del contrappasso punisce chiaramente l’avarizia che aveva chiuso le mani e lavolto rivolto verso il basso. La pena del contrappasso punisce chiaramente l’avarizia che aveva chiuso le mani e la generosità che le aveva allargate troppo. Il viso è voltato a terra perché il peccato ha loro impedito di guardare versogenerosità che le aveva allargate troppo. Il viso è voltato a terra perché il peccato ha loro impedito di guardare verso il cielo. Il canto è strutturato, come al solito, in tre parti: la prima contiene la presentazione del personaggio di Stazioil cielo. Il canto è strutturato, come al solito, in tre parti: la prima contiene la presentazione del personaggio di Stazio (poeta latino che dalla lettura dei testi virgiliani trasse lo spunto per la sua conversione) e la spiegazione del(poeta latino che dalla lettura dei testi virgiliani trasse lo spunto per la sua conversione) e la spiegazione del terremoto che sta scuotendo la montagna del Purgatorio; nella parte centrale il discorso è perlopiù incentratoterremoto che sta scuotendo la montagna del Purgatorio; nella parte centrale il discorso è perlopiù incentrato sull’esaltazione dell’Eneide; la terza parte, quella conclusiva, è brevissima e in essa si assiste all’omaggio versosull’esaltazione dell’Eneide; la terza parte, quella conclusiva, è brevissima e in essa si assiste all’omaggio verso Virgilio che da questo momento abbandonerà il suo ruolo di guida.Virgilio che da questo momento abbandonerà il suo ruolo di guida.

La sete natural che mai non saziaLa sete natural che mai non sazia la sete di ragione. Dante fa anche un riferimento evangelico: nella sete di ragione. Dante fa anche un riferimento evangelico: nel se non con l'acqua onde la femminettase non con l'acqua onde la femminetta vangelo di Giovanni si narra che Gesù, in viaggio per la Galilea si fermòvangelo di Giovanni si narra che Gesù, in viaggio per la Galilea si fermòsamaritana domandò la grazia,samaritana domandò la grazia, in una città della Samaria, dove chiese da bere ad una donna chein una città della Samaria, dove chiese da bere ad una donna che

mi travagliava, e pungeami la frettami travagliava, e pungeami la fretta attingeva ad un pozzo e disse: “chi berrà quest’acqua avrà ancora sete,attingeva ad un pozzo e disse: “chi berrà quest’acqua avrà ancora sete,per la 'mpacciata via dietro al mio duca,per la 'mpacciata via dietro al mio duca, chi berrà l’acqua che lui offrirà non avrà più sete, divenendo invece eglichi berrà l’acqua che lui offrirà non avrà più sete, divenendo invece eglie condoleami a la giusta vendetta.e condoleami a la giusta vendetta. stesso una sorgente”. E’ l’acqua della Grazia a soddisfare ogni dubbio.stesso una sorgente”. E’ l’acqua della Grazia a soddisfare ogni dubbio.

Ed ecco, sì come ne scrive LucaEd ecco, sì come ne scrive Luca “Ed ecco” è uno stilema ricorrente che introduce al secondo richiamo“Ed ecco” è uno stilema ricorrente che introduce al secondo richiamo che Cristo apparve a' due ch'erano in via,che Cristo apparve a' due ch'erano in via, evangelico.evangelico.già surto fuor de la sepulcral buca,già surto fuor de la sepulcral buca,ci apparve un'ombra, e dietro a noi venìa,ci apparve un'ombra, e dietro a noi venìa,dal piè guardando la turba che giace;dal piè guardando la turba che giace;né ci addemmo di lei, sì parlò pria,né ci addemmo di lei, sì parlò pria,dicendo: «O frati miei, Dio vi dea pace».dicendo: «O frati miei, Dio vi dea pace». è il saluto che Dio rivolse ai discepoli a Gerusalemme, con cui Stazioè il saluto che Dio rivolse ai discepoli a Gerusalemme, con cui Stazio Noi ci volgemmo sùbiti, e VirgilioNoi ci volgemmo sùbiti, e Virgilio conclude il “Gloria” cantato dalle anime durante il terremoto.conclude il “Gloria” cantato dalle anime durante il terremoto.rendéli 'l cenno ch'a ciò si conface.rendéli 'l cenno ch'a ciò si conface.Poi cominciò: «Nel beato concilioPoi cominciò: «Nel beato concilio augurio di Virgilio che augura a Stazio di trovare pace nel Paradiso.augurio di Virgilio che augura a Stazio di trovare pace nel Paradiso. ti ponga in pace la verace corteti ponga in pace la verace corteche me rilega ne l'etterno essilio».che me rilega ne l'etterno essilio».«Come!», diss' elli, e parte andavam forte:«Come!», diss' elli, e parte andavam forte:«se voi siete ombre che Dio sù non degni,«se voi siete ombre che Dio sù non degni,chi v'ha per la sua scala tanto scorte?».chi v'ha per la sua scala tanto scorte?».E 'l dottor mio: «Se tu riguardi a' segniE 'l dottor mio: «Se tu riguardi a' segni restano ancora tre “P” sulla fronte di Dante, che Virgilio indica a restano ancora tre “P” sulla fronte di Dante, che Virgilio indica a che questi porta e che l'angel profila,che questi porta e che l'angel profila, Stazio quasi come lasciapassare, essendo il poeta napoletano stupitoStazio quasi come lasciapassare, essendo il poeta napoletano stupitoben vedrai che coi buon convien ch'e' regni.ben vedrai che coi buon convien ch'e' regni. dalle parole di Virgilio.dalle parole di Virgilio.

Ma perché lei che dì e notte filaMa perché lei che dì e notte fila chi fila era Làchesi, una della tre Parche incaricate di filare il destinochi fila era Làchesi, una della tre Parche incaricate di filare il destino non li avea tratta ancora la conocchianon li avea tratta ancora la conocchia degli uomini: Cloto porgeva la lana, Làchesi la filava, Atropo la tagliava.degli uomini: Cloto porgeva la lana, Làchesi la filava, Atropo la tagliava.che Cloto impone a ciascuno e compila,che Cloto impone a ciascuno e compila, La lana, la conocchia, di Dante, non era però finita.La lana, la conocchia, di Dante, non era però finita.

l'anima sua, ch'è tua e mia serocchia,l'anima sua, ch'è tua e mia serocchia,venendo sù, non potea venir sola,venendo sù, non potea venir sola,però ch'al nostro modo non adocchia.però ch'al nostro modo non adocchia.Ond' io fui tratto fuor de l'ampia golaOnd' io fui tratto fuor de l'ampia gola l’ampia gola, la più vasta dell’Inferno, è il Limbo.l’ampia gola, la più vasta dell’Inferno, è il Limbo. d'inferno per mostrarli, e mosterrollid'inferno per mostrarli, e mosterrollioltre, quanto 'l potrà menar mia scola.oltre, quanto 'l potrà menar mia scola.Ma dimmi, se tu sai, perché tai crolliMa dimmi, se tu sai, perché tai crolli con la domanda di Virgilio inizia la spiegazione del terremoto, checon la domanda di Virgilio inizia la spiegazione del terremoto, che diè dianzi 'l monte, e perché tutto ad unadiè dianzi 'l monte, e perché tutto ad una Stazio rivelerà essere il segno della liberazione di un’anima dal peccato,Stazio rivelerà essere il segno della liberazione di un’anima dal peccato,parve gridare infino a' suoi piè molli».parve gridare infino a' suoi piè molli». a cui tutte le anime rispondono intonando il “Gloria”.a cui tutte le anime rispondono intonando il “Gloria”.

Sì mi diè, dimandando, per la crunaSì mi diè, dimandando, per la crunadel mio disio, che pur con la speranzadel mio disio, che pur con la speranzasi fece la mia sete men digiuna.si fece la mia sete men digiuna.

Page 13: Divina Commedia (Pentamestre)

Quei cominciò: «Cosa non è che sanzaQuei cominciò: «Cosa non è che sanzaordine senta la religïoneordine senta la religïonede la montagna, o che sia fuor d'usanza.de la montagna, o che sia fuor d'usanza.Libero è qui da ogne alterazione:Libero è qui da ogne alterazione:di quel che 'l ciel da sé in sé ricevedi quel che 'l ciel da sé in sé riceveesser ci puote, e non d'altro, cagione.esser ci puote, e non d'altro, cagione.Per che non pioggia, non grando, non neve,Per che non pioggia, non grando, non neve,non rugiada, non brina più sù cadenon rugiada, non brina più sù cadeche la scaletta di tre gradi breve;che la scaletta di tre gradi breve; oltre le tre scalette che conducono alla porta del Purgatorio, ognioltre le tre scalette che conducono alla porta del Purgatorio, ogni

nuvole spesse non paion né rade,nuvole spesse non paion né rade, perturbazione atmosferica è assente, richiamando un “topos” giàperturbazione atmosferica è assente, richiamando un “topos” giàné coruscar, né figlia di Taumante,né coruscar, né figlia di Taumante, presente in Omero e Lucrezio. L’Antipurgatorio è invece soggettopresente in Omero e Lucrezio. L’Antipurgatorio è invece soggettoche di là cangia sovente contrade;che di là cangia sovente contrade; alle perturbazioni.alle perturbazioni.

secco vapor non surge più avantesecco vapor non surge più avante il secco vapore è il vento, come da insegnamenti della fisicail secco vapore è il vento, come da insegnamenti della fisica ch'al sommo d'i tre gradi ch'io parlai,ch'al sommo d'i tre gradi ch'io parlai, aristotelica, che divenuto violento si comprime nelle cavità terrestriaristotelica, che divenuto violento si comprime nelle cavità terrestridov' ha 'l vicario di Pietro le piante.dov' ha 'l vicario di Pietro le piante. causando i terremoti, cosa impossibile in assenza di venti (Purgatorio).causando i terremoti, cosa impossibile in assenza di venti (Purgatorio).

Trema forse più giù poco o assai;Trema forse più giù poco o assai;ma per vento che 'n terra si nasconda,ma per vento che 'n terra si nasconda,non so come, qua sù non tremò mai.non so come, qua sù non tremò mai.Tremaci quando alcuna anima mondaTremaci quando alcuna anima mondasentesi, sì che surga o che si movasentesi, sì che surga o che si movaper salir sù; e tal grido seconda.per salir sù; e tal grido seconda.De la mondizia sol voler fa prova,De la mondizia sol voler fa prova,che, tutto libero a mutar convento,che, tutto libero a mutar convento,l'alma sorprende, e di voler le giova.l'alma sorprende, e di voler le giova.Prima vuol ben, ma non lascia il talentoPrima vuol ben, ma non lascia il talentoche divina giustizia, contra voglia,che divina giustizia, contra voglia, la giustizia Divina fa sì che la volontà che in Terra spinse l’uomo alla giustizia Divina fa sì che la volontà che in Terra spinse l’uomo al come fu al peccar, pone al tormento.come fu al peccar, pone al tormento. Peccato,costringe le anime del Purgatorio a desiderare la pena comePeccato,costringe le anime del Purgatorio a desiderare la pena come

E io, che son giaciuto a questa dogliaE io, che son giaciuto a questa doglia espiazione.espiazione.cinquecent' anni e più, pur mo sentiicinquecent' anni e più, pur mo sentiilibera volontà di miglior soglia:libera volontà di miglior soglia:però sentisti il tremoto e li piiperò sentisti il tremoto e li piispiriti per lo monte render lodespiriti per lo monte render lodea quel Segnor, che tosto sù li 'nvii».a quel Segnor, che tosto sù li 'nvii».Così ne disse; e però ch'el si godeCosì ne disse; e però ch'el si godetanto del ber quant' è grande la sete,tanto del ber quant' è grande la sete,non saprei dir quant' el mi fece prode.non saprei dir quant' el mi fece prode.E 'l savio duca: «Omai veggio la reteE 'l savio duca: «Omai veggio la reteche qui vi 'mpiglia e come si scalappia,che qui vi 'mpiglia e come si scalappia,perché ci trema e di che congaudete.perché ci trema e di che congaudete.Ora chi fosti, piacciati ch'io sappia,Ora chi fosti, piacciati ch'io sappia,e perché tanti secoli giaciutoe perché tanti secoli giaciutoqui se', ne le parole tue mi cappia».qui se', ne le parole tue mi cappia».«Nel tempo che 'l buon Tito, con l'aiuto«Nel tempo che 'l buon Tito, con l'aiuto presentandosi, Stazio nomina i tempi di Tito, imperatore figlio dipresentandosi, Stazio nomina i tempi di Tito, imperatore figlio di del sommo rege, vendicò le fóradel sommo rege, vendicò le fóra Vespasiano, che Dante crede distruttore di Gerusalemme per Vespasiano, che Dante crede distruttore di Gerusalemme per ond' uscì 'l sangue per Giuda venduto,ond' uscì 'l sangue per Giuda venduto, vendicare al morte di Cristo. Stazio, che con le sue parole si ponevendicare al morte di Cristo. Stazio, che con le sue parole si pone

col nome che più dura e più onoracol nome che più dura e più onora tra la letteratura pagana di Virgilio e quella cristiana di Dante, nacquetra la letteratura pagana di Virgilio e quella cristiana di Dante, nacqueera io di là», rispuose quello spirto,era io di là», rispuose quello spirto, a Napoli e fu poeta illustrissimo. Visse principalmente a Roma dovea Napoli e fu poeta illustrissimo. Visse principalmente a Roma dove«famoso assai, ma non con fede ancora.«famoso assai, ma non con fede ancora. aveva libero accesso alla corte imperiale. Il suo capolavoro fu la aveva libero accesso alla corte imperiale. Il suo capolavoro fu la

Tanto fu dolce mio vocale spirto,Tanto fu dolce mio vocale spirto, ”Tebaide”, poema epico che narra la contesa tra Eteocle e Polinice.”Tebaide”, poema epico che narra la contesa tra Eteocle e Polinice.che, tolosano, a sé mi trasse Roma,che, tolosano, a sé mi trasse Roma, Assieme all’ ”Achilleiade” queste due opere furono note a Dante, cheAssieme all’ ”Achilleiade” queste due opere furono note a Dante, chedove mertai le tempie ornar di mirto.dove mertai le tempie ornar di mirto. non conobbe le “Silvae”, in cui Stazio si dichiarava napoletano. Dantenon conobbe le “Silvae”, in cui Stazio si dichiarava napoletano. Dante

Stazio la gente ancor di là mi noma:Stazio la gente ancor di là mi noma: lo dirà invece “tolosano”, confondendolo con un altro Stazio, quasilo dirà invece “tolosano”, confondendolo con un altro Stazio, quasicantai di Tebe, e poi del grande Achille;cantai di Tebe, e poi del grande Achille; contemporaneo al Publio Papino Stazio di cui Dante parla.contemporaneo al Publio Papino Stazio di cui Dante parla.ma caddi in via con la seconda soma.ma caddi in via con la seconda soma.Al mio ardor fuor seme le faville,Al mio ardor fuor seme le faville, Stazio comincia qui l’esaltazione della poesia, virgiliani soprattutto,Stazio comincia qui l’esaltazione della poesia, virgiliani soprattutto,

Page 14: Divina Commedia (Pentamestre)

che mi scaldar, de la divina fiammache mi scaldar, de la divina fiamma rivelando anche di essersi ispirato all’Eneide.rivelando anche di essersi ispirato all’Eneide.onde sono allumati più di mille;onde sono allumati più di mille;de l'Eneïda dico, la qual mammade l'Eneïda dico, la qual mammafummi, e fummi nutrice, poetando:fummi, e fummi nutrice, poetando:sanz' essa non fermai peso di dramma.sanz' essa non fermai peso di dramma.E per esser vivuto di là quandoE per esser vivuto di là quando l’espressione è iperbolica, prospettando un evento impossibile.l’espressione è iperbolica, prospettando un evento impossibile. visse Virgilio, assentirei un solevisse Virgilio, assentirei un solepiù che non deggio al mio uscir di bando».più che non deggio al mio uscir di bando».Volser Virgilio a me queste paroleVolser Virgilio a me queste parolecon viso che, tacendo, disse 'Taci';con viso che, tacendo, disse 'Taci'; Virgilio cerca di convincere Dante a non rivelare la sua identità,Virgilio cerca di convincere Dante a non rivelare la sua identità, ma non può tutto la virtù che vuole;ma non può tutto la virtù che vuole; con una modestia caratteristica della guida di Dante.con una modestia caratteristica della guida di Dante.

ché riso e pianto son tanto seguaciché riso e pianto son tanto seguacia la passion di che ciascun si spicca,a la passion di che ciascun si spicca,che men seguon voler ne' più veraci.che men seguon voler ne' più veraci.Io pur sorrisi come l'uom ch'ammicca;Io pur sorrisi come l'uom ch'ammicca;per che l'ombra si tacque, e riguardommiper che l'ombra si tacque, e riguardommine li occhi ove 'l sembiante più si ficca;ne li occhi ove 'l sembiante più si ficca;e «Se tanto labore in bene assommi»,e «Se tanto labore in bene assommi»,disse, «perché la tua faccia testesodisse, «perché la tua faccia testesoun lampeggiar di riso dimostrommi?».un lampeggiar di riso dimostrommi?».Or son io d'una parte e d'altra preso:Or son io d'una parte e d'altra preso:l'una mi fa tacer, l'altra scongiural'una mi fa tacer, l'altra scongiurach'io dica; ond' io sospiro, e sono intesoch'io dica; ond' io sospiro, e sono intesodal mio maestro, e «Non aver paura»,dal mio maestro, e «Non aver paura»,mi dice, «di parlar; ma parla e diglimi dice, «di parlar; ma parla e digliquel ch'e' dimanda con cotanta cura».quel ch'e' dimanda con cotanta cura».Ond' io: «Forse che tu ti maravigli,Ond' io: «Forse che tu ti maravigli,antico spirto, del rider ch'io fei;antico spirto, del rider ch'io fei;ma più d'ammirazion vo' che ti pigli.ma più d'ammirazion vo' che ti pigli.Questi che guida in alto li occhi miei,Questi che guida in alto li occhi miei, Virgilio aveva con umiltà detto di essere una semplice guida, ma DanteVirgilio aveva con umiltà detto di essere una semplice guida, ma Dante è quel Virgilio dal qual tu togliestiè quel Virgilio dal qual tu togliesti aggiunge che la scuola virgiliana gli ha permesso di osservare tutto conaggiunge che la scuola virgiliana gli ha permesso di osservare tutto conforte a cantar de li uomini e d'i dèi.forte a cantar de li uomini e d'i dèi. occhi nuovi.occhi nuovi.

Se cagion altra al mio rider credesti,Se cagion altra al mio rider credesti,lasciala per non vera, ed esser credilasciala per non vera, ed esser crediquelle parole che di lui dicesti».quelle parole che di lui dicesti».Già s'inchinava ad abbracciar li piediGià s'inchinava ad abbracciar li piedial mio dottor, ma el li disse: «Frate,al mio dottor, ma el li disse: «Frate,non far, ché tu se' ombra e ombra vedi».non far, ché tu se' ombra e ombra vedi».Ed ei surgendo: «Or puoi la quantitateEd ei surgendo: «Or puoi la quantitatecomprender de l'amor ch'a te mi scalda,comprender de l'amor ch'a te mi scalda,quand' io dismento nostra vanitate,quand' io dismento nostra vanitate,trattando l'ombre come cosa salda».trattando l'ombre come cosa salda».

1-13 1-13 La solennità del terremoto è la sacralità dei richiami evangelici fanno da sfondo alla comparsa di Stazio, che verrà tuttaviaLa solennità del terremoto è la sacralità dei richiami evangelici fanno da sfondo alla comparsa di Stazio, che verrà tuttavia presentato solo più avanti, creando aspettativa.presentato solo più avanti, creando aspettativa.

34-72 34-72 Nella spiegazione del terremoto coesistono elementi fisici e metafisici, come caratteristico della cultura medievale per al quale leNella spiegazione del terremoto coesistono elementi fisici e metafisici, come caratteristico della cultura medievale per al quale le verità scientifiche confluivano in quelle religiose, trovando addirittura in queste ultime il loro fondamento.verità scientifiche confluivano in quelle religiose, trovando addirittura in queste ultime il loro fondamento.

85-87 85-87 Nelle parole di Stazio si legge il più alto riconoscimento del valore della poesia, subito limitata dal primato della Fede.Nelle parole di Stazio si legge il più alto riconoscimento del valore della poesia, subito limitata dal primato della Fede.

103-136 103-136 Con le dichiarazioni di stima di Stazio si crea il presupposto per il commosso riconoscimento tra lui e Virgilio, introducendo la Con le dichiarazioni di stima di Stazio si crea il presupposto per il commosso riconoscimento tra lui e Virgilio, introducendo la sequenza più emozionante del canto: il gioco psicologico di gesti e parole con l’umile Virgilio che si trattiene e Dante che invita a parlare. La sequenza più emozionante del canto: il gioco psicologico di gesti e parole con l’umile Virgilio che si trattiene e Dante che invita a parlare. La scena propone la tipica situazione teatrale dell’agnizione.scena propone la tipica situazione teatrale dell’agnizione.

Stazio accompagnerà Virgilio e Dante per un breve tratto, fino al momento in cui Virgilio lascerà per sempre il suoStazio accompagnerà Virgilio e Dante per un breve tratto, fino al momento in cui Virgilio lascerà per sempre il suo allievo, che Dante sceglie per due motivi: in primo luogo, Dante oggettiva in Stazio la sua riverenza per Virgilio,allievo, che Dante sceglie per due motivi: in primo luogo, Dante oggettiva in Stazio la sua riverenza per Virgilio,

Page 15: Divina Commedia (Pentamestre)

quindi è il suo estremo omaggio al poeta nel momento cruciale che precede la sua scomparsa. In secondo luogo,quindi è il suo estremo omaggio al poeta nel momento cruciale che precede la sua scomparsa. In secondo luogo, Stazio rappresenta un alter ego di Dante, difatti l’episodio si può leggere in chiave autobiografica. Sono infatti tre leStazio rappresenta un alter ego di Dante, difatti l’episodio si può leggere in chiave autobiografica. Sono infatti tre le fasi della vita di Stazio che corrispondono perfettamente al quella di Dante: l’iniziazione alla letteratura, l’esperienzafasi della vita di Stazio che corrispondono perfettamente al quella di Dante: l’iniziazione alla letteratura, l’esperienza (la maturità) e la svolta decisiva: la Divina Commedia per Dante e la conversione per Stazio, di cui il poeta parlerà al(la maturità) e la svolta decisiva: la Divina Commedia per Dante e la conversione per Stazio, di cui il poeta parlerà al verso 67 del canto seguente:verso 67 del canto seguente:Facesti come quei che va di notte,Facesti come quei che va di notte,che porta il lume dietro e sé non giova,che porta il lume dietro e sé non giova,ma dopo sé fa le persone dotte,ma dopo sé fa le persone dotte,

quando dicesti: 'Secol si rinova;quando dicesti: 'Secol si rinova;torna giustizia e primo tempo umano,torna giustizia e primo tempo umano,e progenïe scende da ciel nova'.e progenïe scende da ciel nova'.

Page 16: Divina Commedia (Pentamestre)

CANTO XXIIICANTO XXIII[C[CANTOANTO XXIII, XXIII, DOVEDOVE SISI TRATTATRATTA DELDEL SOPRADETTOSOPRADETTO GIRONEGIRONE EE DIDI QUELLAQUELLA MEDESIMAMEDESIMA COLPACOLPA DEDE LALA GOLAGOLA, , EE SGRIDASGRIDA CONTROCONTRO AA LELE DONNEDONNE FIORENTINEFIORENTINE; ; DOVEDOVE TRUOVATRUOVA FFORESEORESE DEDE' D' DONATIONATI DIDI F FIORENZEIORENZE COLCOL QUALEQUALE MOLTOMOLTO PARLAPARLA.].]

La trattazione della cornice dei golosi e della loro pena inizia alla fine del canto XXII, con la descrizione di uno degliLa trattazione della cornice dei golosi e della loro pena inizia alla fine del canto XXII, con la descrizione di uno degli alberi che sono strumento di tortura perché dalle loro fronde una voce racconta esempi di temperanza nel mangiare ealberi che sono strumento di tortura perché dalle loro fronde una voce racconta esempi di temperanza nel mangiare e nel bere. La conclusione delle vicende dei golosi si trova alla fine del canto XXIV con la presentazione di un secondonel bere. La conclusione delle vicende dei golosi si trova alla fine del canto XXIV con la presentazione di un secondo albero analogo al primo, dalle cui fronde una voce narra esempi di peccati di gola puniti.albero analogo al primo, dalle cui fronde una voce narra esempi di peccati di gola puniti.In questo canto Dante rievoca la sua gioventù attraverso un amico di quel tempo (Forese Donati) il cui raccontoIn questo canto Dante rievoca la sua gioventù attraverso un amico di quel tempo (Forese Donati) il cui racconto occupa la parte centrale del canto. La turba dei golosi che cammina più in fretta di Stazio e Dante li raggiunge e lioccupa la parte centrale del canto. La turba dei golosi che cammina più in fretta di Stazio e Dante li raggiunge e li sorpassa, si volta a guardarli, ma non si ferma pur stupendosi che tra loro ci sia un vivente (Dante approfitta persorpassa, si volta a guardarli, ma non si ferma pur stupendosi che tra loro ci sia un vivente (Dante approfitta per descrivere l’aspetto incredibilmente magro delle anime). Il dialogo con Forese è strutturato su un linguaggiodescrivere l’aspetto incredibilmente magro delle anime). Il dialogo con Forese è strutturato su un linguaggio familiare, ricco di ripetizioni, spie linguistiche dell’affetto tra due amici che si ritrovano.familiare, ricco di ripetizioni, spie linguistiche dell’affetto tra due amici che si ritrovano.

Mentre che li occhi per la fronda verdeMentre che li occhi per la fronda verdeficcava ïo sì come far suoleficcava ïo sì come far suolechi dietro a li uccellin sua vita perde,chi dietro a li uccellin sua vita perde,lo più che padre mi dicea: «Figliuole,lo più che padre mi dicea: «Figliuole,vienne oramai, ché 'l tempo che n'è impostovienne oramai, ché 'l tempo che n'è impostopiù utilmente compartir si vuole».più utilmente compartir si vuole».Io volsi 'l viso, e 'l passo non men tosto,Io volsi 'l viso, e 'l passo non men tosto,appresso i savi, che parlavan sìe,appresso i savi, che parlavan sìe,che l'andar mi facean di nullo costo.che l'andar mi facean di nullo costo.Ed ecco piangere e cantar s'udìeEd ecco piangere e cantar s'udìe''Labïa mëa, DomineLabïa mëa, Domine' per modo' per modotal, che diletto e doglia parturìe.tal, che diletto e doglia parturìe.«O dolce padre, che è quel ch'i' odo?»,«O dolce padre, che è quel ch'i' odo?»,comincia' io; ed elli: «Ombre che vannocomincia' io; ed elli: «Ombre che vannoforse di lor dover solvendo il nodo».forse di lor dover solvendo il nodo».Sì come i peregrin pensosi fanno,Sì come i peregrin pensosi fanno,giugnendo per cammin gente non nota,giugnendo per cammin gente non nota,che si volgono ad essa e non restanno,che si volgono ad essa e non restanno,così di retro a noi, più tosto mota,così di retro a noi, più tosto mota,venendo e trapassando ci ammiravavenendo e trapassando ci ammiravad'anime turba tacita e devota.d'anime turba tacita e devota.Ne li occhi era ciascuna oscura e cava,Ne li occhi era ciascuna oscura e cava,palida ne la faccia, e tanto scemapalida ne la faccia, e tanto scemache da l'ossa la pelle s'informava.che da l'ossa la pelle s'informava.Non credo che così a buccia stremaNon credo che così a buccia strema Erisittone, figlio di Priapo,avendo osato tagliare una quercia in un boscoErisittone, figlio di Priapo,avendo osato tagliare una quercia in un bosco Erisittone fosse fatto secco,Erisittone fosse fatto secco, sacro a Cerere, fu condannato ad una fame inestinguibile che lo sacro a Cerere, fu condannato ad una fame inestinguibile che lo per digiunar, quando più n'ebbe tema.per digiunar, quando più n'ebbe tema. costrinse, dopo aver consumato ogni suo bene, ad addentare le suecostrinse, dopo aver consumato ogni suo bene, ad addentare le sue

Io dicea fra me stesso pensando: 'EccoIo dicea fra me stesso pensando: 'Ecco carni (il mito è narrato nelle metamorfosi Ovidiane). Durante l’assedio dicarni (il mito è narrato nelle metamorfosi Ovidiane). Durante l’assedio dila gente che perdé Ierusalemme,la gente che perdé Ierusalemme, Gerusalemme, invece, gli ebrei soffrirono tanto la fame che si narra cheGerusalemme, invece, gli ebrei soffrirono tanto la fame che si narra chequando Maria nel figlio diè di becco!'.quando Maria nel figlio diè di becco!'. una donna. di nome Maria Eleazzaro, mangiò suo figlio.una donna. di nome Maria Eleazzaro, mangiò suo figlio.