DISTORSIONE ARMONICA AI BASSI LIVELLI

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Elaboratore di segnale AUDISON “bit Ten D” (matricola R01010124)

Misure effettuate con segnale PCM 96 kHz/24 bitapplicato all'ingresso ottico se non diversamente

specificato

LIVELLO DI USCITA A 0 DBVolume al massimo: 4,5 V

RAPPORTO SEGNALE/RUMORE: linerare 108 dB; pesato "A"111 dB

GAMMA DINAMICA: 108,4 dB

RISOLUZIONE EFFETTIVA: >17,1 bit

IMPEDENZA D'USCITA LINEA: 474 ohm

RISPOSTA IN FREQUENZAVolume al massimo, enfasi inattiva, FC 48 kHz

DISTORSIONE PER DIFFERENZA DI FREQUENZEa 0 dB; toni a 19 e 20 kHz, word d'ingresso a 24 bit

DISTORSIONE ARMONICA AI BASSI LIVELLI1 kHz / -70 dB, word d'ingresso a 24 bit

RESIDUI IN BANDA PASSANTE E SOPPRESSA(Fs 48 kHz, spettro di un segnale da 16 toni tra 20250 e23765.625 Hz, -3 dB di picco. Segnale utile in blu)

RISPOSTA IN FREQUENZA SEZIONE EQUALIZZATOREingresso analogico ausiliare, tutte le bande

Questo elaboratore di segnale è con ogni probabilità non solo unodei componenti più flessibili mai visti per l'ambiente car, ma ancheil più prestante di quelli finora passati per il nostro laboratorio. De-pongono chiaramente in questa direzione la risoluzione integrale,che per la prima volta supera la soglia dei 17 bit effettivi (sarebbeun valore più che buono anche per un componente home), lagamma dinamica (che se "vista" in termini di risoluzione ai bassi li-velli rappresenterebbe un incremento di altri 0,6 bit rispetto al valoreprecedente), lo spettro del tono puro a basso livello - il migliore maivisto in quest'ambito - , ed anche l'ottimo S/N ottenibile entrando in

analogico dall'ingresso ausiliare. Andando a cercare i difetti pos-siamo notare come la risposta rilevata con Fs 96 kHz si interrompa a22 kHz, limite cui arriva con una piccola attenuazione (1,5 dB), e diconseguenza il test di differenza di frequenze è stato effettuato conla coppia di toni a frequenza minore (19+20 kHz), venendo peraltrobrillantemente superato; del resto se già in ambito home sono rari itweeter capaci di estendersi ben oltre i 20 kHz, altrettanto può dirsiin ambito car. Eccezionale la versatilità offerta dall'equalizzatore a31 bande, ottimi anche i parametri di interfacciamento verso i finali.

F. Montanucci

misure

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tratta, ovviamente, del “bit one”, quell’in-credibile concentrato di tecnologia, di ver-satilità, di soluzioni utili, di grandi idee, diqualità nell’audio, di possibilità di evoluzio-ne. Per questi motivi, e per il fatto che èstato il primo in assoluto a proporre sulmercato la doppia funzione di “integratore”per sistemi di serie e “processore sonorodigitale” al servizio del miglioramento delsuono, su qualsiasi sistema anche di ele-vatissimo livello qualitativo, ha ricevutoenormi consensi di pubblico (in termini dipezzi venduti) e di critica (in termini di premiricevuti, compreso l’ambitissimo EISAAwards).Dopo l’ubriacatura della prima fase delsuccesso però, il “bit one” ha mostrato an-che i suoi (pochi) punti deboli, essenzial-mente dovuti alla sua completezza di fun-zionalità (e quindi ampie dimensioni delprogetto) e all’evoluzione del mercato dellesorgenti di serie, oggi arrivate a quella fa-scia di auto che può essere identificata dalcosto di acquisto che va dai 18.000 euro,creandosi la necessità di un processore

meno complesso e dunque meno costoso.Dopo un paio d’anni dall’uscita del “bitone”, Elettromedia propone un nuovo pro-dotto, anzi una coppia di nuovi prodotti,che affrontano più direttamente il discorso“integrazione”, senza tralasciare il fattore“processore sonoro” ma senza spingerequest’ultimo ambito su territori “eso” comenel “bit one”. È per questo che i nuovi “bitTen” di Audison vengono definiti “Signal In-terface Processors”.

“bit Ten” e “bit Ten D”: Signal In-terface Processor

Per capire cos’è e come agisce questo “Si-gnal Interface Processor”, dividiamo le suefunzionalità in quei due blocchi consecutivia cui abbiamo già accennato. Nella primafase, il “bit Ten” si occupa del segnale chetrova in ingresso, o dei segnali che trovanegli ingressi, e li riconduce ad un unico se-gnale digitale, stereofonico. Nella secondafase, questo segnale viene elaborato e resodisponibile sulle opportune uscite. La divi-

sione concettuale in due fasinon è affatto dissimile dal mo-do in cui opera il “bit one”, soloche il “bit Ten” è maggiormentespecializzato nella prima fase, quella dedi-cata all’interfacciamento dei segnali d’in-gresso mentre la differenza “tecnica” tra“bit Ten” e “bit Ten D” (che vedete su que-ste pagine) è la possibilità di quest’ultimo digestire l’ingresso e l’uscita di segnali digitaliche possono così affrontare sia la prima fa-se che la seconda senza bisogno di attra-versare stadi di conversione.Ecco perché viene definito “Signal InterfaceProcessor” ed ecco perché diviene fonda-mentale quando vogliamo “integrare” unimpianto hi-fi che si rispetti ad una sorgentedi serie, removibile o “blindata” che sia.

Le funzionalità di “integrazione”

Se dunque lo scopo è quello di ottenere unsegnale digitale stereofonico su cui poteroperare nel dominio del digitale, analizzia-mo i possibili segnali presenti nell’auto percapire come vengono affrontati dal “bit TenD”. Innanzitutto l’uscita preamplificata ca-nonica di una sorgente canonica. È già uncaso fortunato. Avremo un segnale a bas-so livello (circa 1 V) su due uscite stereofo-niche front e rear. Talvolta anche un segna-le per il sub. Ma il “bit Ten D” non ha ingres-si diretti di livello Pre che però vengono di-rettamente gestiti dall’ingresso “multipola-re”. Lo stesso ingresso dedicato al colle-gamento con l’uscita amplificata della sor-gente o con gli stessi segnali ad alto livellopresenti però ai capi dell’altoparlante. Ladifferenza tra questi due ultimi casi? Sem-pre più spesso il modulo amplificatore,specialmente laddove è presente un siste-ma multivie, è esterno alla sorgente di se-rie. Dunque fisicamente più direttamenteraggiungibile.Il connettore è un multipolare a 20 poli enello stesso connettore sono presenti i ter-minali relativi alle connessioni di alimenta-

Il pannellino degli ingressi: il connettore multipolare è dedicato ad alimentazione, ingressi alto livello (e bassolivello laddove disponibili). A destra la coppia di ingressi ausiliaria. Il deviatore esclude l’accensioneautomatica laddove presente il segnale di remote mentre il pulsante serve per un test sulla presenza delsegnale equalizzato.

Il pannellino delleuscite: cinque usciteanalogichecompletamenteprogrammabili (front,rear e sub mono,oppure due vie piùsub mono, oppure ciòche di meglio lafantasia suggerisce).A destra laconnessione per ilDRC e l’USB per ilcollegamento al PC.

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zione, di remote in ed out,quest’ultima opportunamen-

te ritardata. Sempre nello stes-so connettore sono presenti i ter-

minali relativi al collegamento dell’audio diun telefono, collegamento che comprendeanche la possibilità di muting della sorgen-te. Un ulteriore ingresso ausiliario stereo dibasso livello è presente su prese RCA.Collegato alla sorgente di serie, con lapossibilità di un ingresso ausiliario per uniPod e un ulteriore ingresso per l’audio deltelefono, ecco dunque la configurazionemassima di questo “bit Ten”. Il segnaleproveniente dalla sorgente di serie può es-sere “de-equalizzato” attraverso una pro-cedura semplice e ben descritta sul ma-nuale, monitorata da un LED sul dorso del-l’apparecchio. C’è uno switch che rendepossibile conoscere immediatamente sec’è de-equalizzazione. Accanto ad esso,un ulteriore switch si occupa di disattivarela funzione di “autoaccensione”. Il “bitTen”, infatti, può essere acceso dal contat-to del “remote” o direttamente “sentendo”

il segnale sull’ingresso altoparlanti. E unavolta acceso provvede ad attivare il “remo-te out” (dal segnale della scarsa corrente,al punto da far suggerire al costruttore l’im-piego di un relè esterno) per accendere i fi-nali ad esso collegato.I segnali d’ingresso vengono gestiti attra-verso un pattern di attenuatori d’ingressoche offrono anche un LED di segnalazionedel picco.Prerogativa della versione “D” del “bit Ten”è l’ingresso ottico digitale. Esso permettedi connettere sorgenti in grado di offrire unsegnale audio digitale di tipo PCM stereo(dunque non multicanale né codificatoDolby Digital o DTS, ma d’altro canto sap-piamo non essere un processore per se-gnali audio/video) dalla frequenza di cam-pionamento anche superiore a 48 kHz.Tuttavia il segnale viene immediatamentericampionato a 48 kHz, frequenza massi-ma a cui opera il DSP interno.La possibilità di impiegare un segnale digi-tale in ingresso significa aprire tutto unmondo di riproduzione audio di qualità lad-

dove fosse possibile ricavare il segnale au-dio digitale da impianti di serie dotati diMOST. Per far ciò, Elettromedia ha appenaintrodotto sul mercato il “DA 1 bit”, una in-terfaccia in grado di estrarre l’audio digitaleda sistemi di serie che impiegano il proto-collo di trasmissione dati MOST, attual-mente su vetture BMW, Audi, Mercedesma che si sta diffondendo sempre più. Èinutile sottolineare l’elevata qualità di que-sta possibile soluzione, che non solo per-mette di mantenere tutti i comandi ed icontrolli della sorgente di serie ma offre an-che la possibilità di sfruttare la massimaqualità possibile della catena audio suc-cessiva.

Le funzionalità di elaborazione

Aver convertito il segnale della sorgente diserie in digitale è già un gran successo: si-gnifica poterlo elaborare al massimo delleelevate possibilità che un processore digi-tale offre quando la configurazione avvienetramite computer. Attenzione però, il “bit

L’interno è un miracolo di integrazione e di versatilità. Il circuito degli ingressi ed uscite digitali è ospitato dal piccolo pannellino sovrapposto alla scheda madre. Il cuoredel “bit Ten D” è un processore Cirrus Logic CS47048C nascosto dalla daughter board.

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Ten” rende possibile anche l’impiego sen-za computer attraverso la semplice messaa punto dei livelli d’ingresso e la regolazio-ne del volume generale e di altri (minimi)parametri tramite il DRC (Digital RemoteControl) presente nella confezione, lo stes-so del “bit one”. Niente equalizzazione néritardi temporali, funzioni che vengono of-ferte, invece, con la configurazione da PC.Ma quanti canali abbiamo a disposizione?Anche in questo caso distinguiamo trauscite analogiche e digitali. Nel primo ca-so, sfruttando la potenza di calcolo del

processore Cirrus Logic CS47048C dibordo, possiamo agire su 5 uscite (front,rear e sub mono) che sfruttano i converti-tori D/A propri del chip. Le 5 uscite sonodisponibili su pin RCA. Diverso è il casodelle uscite digitali, che diventano 8 ma so-no disponibili solo su connessione proprie-taria AD-Link che permette l’impiego diret-to dei finali delle linee TH e Voce della stes-sa Audison. Su ognuno dei canali di uscita,naturalmente, è possibile prevedere unaequalizzazione (grafica a 31 bande, ±12dB per banda), ritardi temporali (da 0 a 510

cm in termini di distanza, da0 a 15 ms in termini di ritardo,a passi di 0,08ms (2,8 cm) econsueto “allineamento fine”),crossover digitali.

“bit Ten”, impossibile farne ameno

A questo punto non esistono scuse: scar-dinare il sistema di serie si può, basta usa-re questo “bit Ten”, nella versione “D” nelcaso si voglia usare un segnale digitale o,magari in combinazione con un DA 1 bit, ilsegnale originale digitale in una vettura“MOST”. E da qui progettare il proprio im-pianto, grande o piccolo che sia, libera-mente, senza impedimenti se non quellitecnici e fisici che però sono alla base dellanostra passione.Naturalmente il modo migliore per entrarenelle grazie di un “bit Ten” (o “bit Ten D”, nelcaso si possa sfruttare l’ingresso digitale) èquello di consegnare la vettura nelle manidi un installatore specializzato, il quale oltrea saper integrarlo in auto saprà sfruttarneal meglio le caratteristiche.Nel nostro caso, però, la curiosità per que-sto dispositivo è davvero elevata e perquesto motivo, dopo averne saggiato lenotevoli doti di interfacciabilità e le acutesoluzioni a disposizione di chi desidera“scardinare” anche il più ostico degli im-pianti di serie, diamo appuntamento alprossimo numero per mettere alla provapratica questo gioiellino, per esplorarne ilsoftware di gestione ed anche per riscon-trare, all’ascolto, le strepitose performanceesibite in laboratorio. �

La schermata del pro-gramma di controllo èmolto simile a quelladel software del “bitone”. Ma di questoparleremo sul pros-simo numero.

Ingressi ed uscite digitali presenti solo nella versione “bit Ten D”. All’ingresso S/P-DIF standard si affiancal’uscita multicanale su connettore RJ45 denominata AD-Link. L’altro connettore, a fianco, è destinato all’AC-Link, ovvero al controllo dei parametri dei finali.

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