Disciplina e gestione delle società partecipate dagli ... 2016/Corso amministratori co… · 13....

Disciplina e gestione delle società partecipate dagli Enti Locali

Trani, 11 febbraio 2016

Commissione studio Enti Locali

Dott. Cataldo Piccarreda

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Le novità normative

• Testo Unico in materia di società a partecipazione pubblica (BOZZA)

Legge delega n. 124 del 7 agosto 2015: il Governo è stato delegato ad

emanare un decreto legislativo per il riordino dell’intera disciplina delle partecipazioni societarie delle Amministrazioni pubbliche adottando uno specifico TESTO UNICO.

In data 20 gennaio 2016 il Consiglio dei Ministri ha discusso ed

approvato il primo pacchetto attuativo della “Riforma della Pubblica Amministrazione”. Si è in attesa dell’iter legislativo.

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• Testo Unico in materia di società a partecipazione pubblica

Rappresenta il punto d’arrivo dell’iter di riforma dell’intera disciplina avviato dal Governo

Renzi con il D.L. 66/2014. L’art. 23 del D.L. 66/2014 conferiva al “Commissario Straordinario per la Revisione della

Spesa” l’incarico di predisporre un programma di razionalizzazione delle aziende speciali, istituzioni, e delle società direttamente ed indirettamente controllate dalle amministrazioni locali (c.d. “Piano Cottarelli” presentato in data 7 agosto 2014).

Art. 1 comma 611 e seguenti della Legge di Stabilità per il 2015 n. 190/2014, ha attribuito

alle singole amministrazioni l’incarico di adottare, entro il 31 marzo 2015, un “Piano operativo di razionalizzazione” delle società e delle partecipazioni societarie direttamente o indirettamente possedute, definendo i tempi le modalità di attuazione e l’esposizione in dettaglio del risparmio da conseguire. Entro il 31 marzo 2016 va presentata la relazione sui risultati conseguiti.

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Obiettivi dettati dalla legge delega:

1) assicurare chiarezza nelle regole;

2) semplificazione normativa;

3) garantire la tutela e la promozione del “principio fondamentale della concorrenza”;

4) efficiente gestione delle partecipazioni pubbliche;

5) razionalizzazione e riduzione della spesa pubblica.

Il provvedimento attua un coordinamento tra le diverse e numerose disposizioni che si sono succedute nel tempo con l’intento di restituire coerenza e sistematicità al settore.

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• Testo Unico in materia di società a partecipazione pubblica La bozza della decreto legislativo è caratterizzato da n. 27 articoli. 1. ambito applicativo della disciplina (artt. 1 – 2); 2. individuazione dei tipi di società e le condizioni ed i limiti in cui è ammessa la

partecipazione pubblica (artt. 3 – 4); 3. il rafforzamento degli oneri motivazionali e degli obblighi di dismissione delle

partecipazioni non ammesse (artt. 5 – 20 - 25);

4. la razionalizzazione delle disposizioni in materia di costituzione di società a partecipazione pubblica ed acquisto di partecipazioni (artt. 7 – 8);

5. la razionalizzazione delle disposizioni in materia di organizzazione e gestione delle

partecipazioni (artt. 6 – 9 – 10);

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6. l’introduzione di requisiti specifici per i componenti degli organi amministrativi (art.

11); 7. la definizione delle responsabilità (art. 12);

8. la definizione di specifiche disposizioni in materia di monitoraggio, controllo e

controversie delle società partecipate (artt. 13 – 15 – 23);

9. L’introduzione di disposizioni specifiche in materia di crisi d’impresa (assoggettamento delle società a partecipazione pubblica a fallimento e concordato preventivo) art. 14;

10. Il riordino della disciplina degli affidamenti diretti di contratti pubblici (coordinando la

disciplina nazionale in materia di in house providing con quella europea) art. 16;

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11. l’introduzione di disposizioni specifiche in materia di società a partecipazione mista

pubblico - privata (art. 17);

13. La razionalizzazione delle disposizioni vigenti in materia di gestione del personale (artt. 19 – 26);

14. La razionalizzazione delle disposizioni finanziarie vigenti in materia di società partecipate (art. 21);

15. Disposizioni transitorie.

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1. ambito applicativo della disciplina (artt. 1 – 2);

***** Le nuove disposizioni si applicano:

- alle società costituite dalle Pubbliche Amministrazioni (fase di costituzione);

- all’acquisto di partecipazioni da parte delle Pubbliche Amministrazioni in società a totale o parziale partecipazione pubblica diretta o indiretta.

Salvo deroghe espresse nel Testo Unico, alle società a partecipazione pubblica si applicano le norme sulle società contenute nel Codice Civile e in leggi speciali.

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2. individuazione dei tipi di società (art. 3);

***** Non sono ammesse partecipazioni in società diverse dalle SPA e dalle SRL

1) Nelle Srl, l’atto costitutivo deve sempre prevedere la nomina di un organo di controllo o di un revisore (anche quando non vi è un obbligo di legge)

2) Nelle Spa, la revisione legale dei conti non può mai essere affidata al collegio sindacale.

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2. le condizioni ed i limiti in cui è ammessa la partecipazione pubblica (art. 4);

*****

Divieto per le Pubbliche Amministrazioni, già sancito dall’art. 3, comma 27,

della Legge n. 244/2007 (legge finanziaria 2008), di costituire società aventi ad oggetto attività di produzione di beni e servizi non strettamente necessarie per il perseguimento delle proprie finalità istituzionali, né acquisire o mantenere, direttamente o indirettamente, partecipazioni, anche di minoranza, in tali società.

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***** Singole fattispecie nelle quali la partecipazione pubblica è ammessa (esercizio

esclusivo delle seguenti attività che ricadono nella categoria generale indicata nel comma 1):

1) Produzione di un “servizio di interesse generale” (SPL);

2) Autoproduzione di beni o servizi strumentali all’ente o agli enti pubblici partecipanti (società strumentali);

3) Realizzazione di un’opera o l’organizzazione e la gestione di un servizio di interesse generale in regime di partenariato con un imprenditore privato (società mista).

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*****

In deroga al principio generale, è consentito realizzare investimenti secondo criteri propri di un qualsiasi operatore nazionale in economia di mercato, purché finalizzati alla valorizzazione di beni immobili già esistenti nel patrimonio attraverso l’acquisizione di partecipazioni in società di scopo.

Le società destinatarie di affidamenti diretti (in house), di appalti o di concessioni, devono avere come oggetto sociale esclusivo le attività ammesse.

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Cosa si intende per “Servizi di interesse generale”:

Le attività di produzione e fornitura di beni e servizi che non sarebbero svolte dal mercato senza un intervento pubblico o sarebbero svolte a condizioni differenti in termini di accessibilità fisica ed economica, continuità, non discriminazione, qualità e sicurezza, che le amministrazioni pubbliche, nell’ambito delle rispettive competenze, assumono come necessarie per assicurare la soddisfazione dei bisogni della collettività così da garantire l’omogeneità dello sviluppo e la coesione sociale.

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• Servizio Pubblico Locale

Criterio soggettivo: • Il servizio è pubblico se è a vantaggio

della collettività e se erogato da pubblici soggetti competenti per legge ad organizzarlo e gestirlo

Criterio oggettivo: • L’elemento identificante il servizio

pubblico è l’interesse perseguito (pubblica utilità) nonché i controlli e gli indirizzi esercitati da un soggetto pubblico a prescindere dalla natura del gestore

• Servizio strumentale

• Sono caratterizzati da attività finalizzate a sostenere la migliore realizzazione, sul piano operativo, degli scopi istituzionali dell’amministrazione.

• L’attività va a soddisfare le sole necessità proprie dell’amministrazione (senza alcuna ricaduta diretta sulla comunità locale).

• La fruizione del servizio è limitata agli operatori delle strutture dell’Ente.

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• Servizio Pubblico Locale di rilevanza economica (art. 113 TUEL):

• Raccolta e smaltimento dei RSU • affissioni e pubblicità • Servizio idrico integrato • trasporto pubblico locale • Distribuzione gas • Trasporto scolastico • Gestione parchimetri • Strutture residenziali e di ricovero per anziani • Onoranze funebri • Servizi cimiteriali • Farmacie comunali • Distribuzione energia elettrica • Gestione asili nido • Pubblica illuminazione

• Servizio strumentale: Servizi rivolti alla pubblica amministrazione (non

definibili SPL e quindi fuori dalla disciplina dell’art. 113 del TUEL):

• Pulizie interne • Manutenzione verde pubblico • Manutenzione strade • Manutenzione edifici (case, scuole ecc) • Progettazione lavori pubblici • Formazione del personale • Edilizia residenziale pubblica – costruzione • Legale/contenzioso • Vigilanza e sicurezza del patrimonio comunale • Gestione entrate tributarie • Edilizia residenziale pubblica – gestione • Allestimenti di mostre ed impianti temporanei di

pubblico spettacolo • Informatica • Gestione sito web • Progettazione urbanistica

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• Servizio Pubblico Locale di rilevanza economica (art. 113 TUEL):

La rilevanza economica consiste nella possibilità (concretamente misurabile) che dalla gestione del servizio si ricavi un profitto. La giurisprudenza, per l’individuazione della rilevanza economica, adotta un criterio che tiene conto della concreta struttura del servizio, le modalità di espletamento, gli aspetti economico-organizzativi, la natura del soggetto chiamato ad espletarlo (Consiglio di Stato sez. IV sent. Del 18/12/2012 n. 6488)

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3. il rafforzamento degli oneri motivazionali (art. 5);

***** Vengono introdotte particolari disposizioni in materia di obblighi di motivazione

della delibera di costituzione di una società o di acquisto di partecipazioni anche indirette.

L’atto deliberativo deve essere analiticamente motivato con riferimento:

- Al perseguimento delle finalità istituzionali;

- Deve evidenziare gli obiettivi gestionali (precisi parametri qualitativi e quantitativi);

- Convenienza economica rispetto alla esternalizzazione del servizio affidato;

- Sostenibilità finanziaria.

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3. il rafforzamento degli oneri motivazionali (art. 5);

***** Prima dell’adozione, lo schema di atto deliberativo deve essere inviato alla

sez. Regionale della Corte dei Conti che potrà formulare opportuni rilievi entro il termine perentorio di 30 giorni dal ricevimento.

L’atto dovrà quindi essere motivato con specifico riferimento ai rilievi formulati dalla Corte dei conti.

Al fine di garantire il rispetto della disciplina nazionale ed europea in materia di tutela della concorrenza ed aiuti di Stato alle imprese, l’atto dovrà essere sottoposto all’attenzione dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato.

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3. il rafforzamento degli obblighi di dismissione delle partecipazioni non ammesse (art. 20 - 25);

***** Sono introdotti due regimi:

1) Procedura di ricognizione a regime (art. 20), entro il 31 dicembre di ogni anno

2) Procedura di razionalizzazione straordinaria (art. 25), entro 6 mesi dalla data di pubblicazione del Decreto

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1) Procedura di ricognizione a regime (art. 20), entro il 31 dicembre di ogni anno

Si tratta di un’analisi dell’assetto complessivo delle società partecipate in via diretta ed indiretta.

Qualora siano riscontrate ipotesi di partecipazioni in società vietate, la Pubblica Amministrazione deve adottare, sempre entro il 31 dicembre, uno specifico piano di razionalizzazione corredato da apposita relazione tecnica.

L’esito dell’indagine periodica, e l’eventuale piano di razionalizzazione (corredato da apposita relazione tecnica), vanno comunicati alla Sez. Regionale della Corte dei Conti ed alla costituenda struttura per il “controllo ed il monitoraggio sull’attuazione del Decreto” presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze.

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Partecipazioni vietate:

a) società che non rientrano nelle categorie di cui all’art. 4;

b) società prive di dipendenti o che abbiano un numero di amministratori superiore a quello dei dipendenti;

c) società che svolgono attività analoghe a quelle svolte da altre società partecipate;

d) società che, nel triennio precedente, hanno conseguito un fatturato medio non superiore al milione di Euro;

e) Società, diverse da quelle costituite per la gestione di un servizio d’interesse generale, che abbiano prodotto un risultato negativo per 4 dei 5 esercizi precedenti.

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Entro il 31 dicembre dell’anno successivo, l’amministrazione partecipante deve procedere alla verifica dei risultati conseguiti e trasmettere gli esiti agli organi di vigilanza e controllo.

Sanzioni:

- Sanzione amministrativa (fatto salvo il risarcimento del danno in sede di giudizio amministrativo contabile);

- Cancellazione d’ufficio dal Registro delle Imprese delle società a controllo pubblico che per oltre 3 anni consecutivi non abbiano depositato il bilancio di esercizio o non abbiano compiuto atti di gestione, salvo che non sia presentata formale domanda di prosecuzione dell’attività.

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2) Procedura di razionalizzazione straordinaria (art. 25), entro 6 mesi dalla data di pubblicazione del Decreto.

Tale procedura di revisione straordinaria coinvolge tutte le partecipate (dirette ed indirette) detenute alla data di entrata in vigore del provvedimento:

- che non riconducibili ad alcuna delle tipologie consentite (art. 4);

- che non rispondono alle esigenze motivazionali di cui all’art. 5;

- che ricadono nelle ipotesi elencate nell’art. 20 e che implicano, quindi, l’adozione del piano annuale di razionalizzazione.

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Il provvedimento è inviato alla Sez. Regionale delle Corte dei Conti ed alla costituenda struttura per il “controllo ed il monitoraggio sull’attuazione del Decreto” presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Le partecipazioni non consentite dovranno essere alienate entro un anno dal termine di approvazione del piano.

In caso di mancato avvio ed esecuzione della procedura di revisione straordinaria, è prevista, in ogni caso, la liquidazione in denaro delle partecipazioni in base ai criteri dettati dal Codice Civile (artt. 2437 ter e quater c.c.) e successiva messa in liquidazione delle società coinvolte.

In occasione della prima gara di riaffidamento dell’appalto o della concessione cessata, al personale già impiegato nella società, si applicano le norme in materia di trasferimento d’azienda.

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4. la razionalizzazione delle disposizioni in materia di costituzione di società a partecipazione pubblica ed acquisto di partecipazioni (artt. 7 – 8)

***** Vengono puntualmente individuati gli organi preposti all’adozione delle delibere di costituzione di

società di società a partecipazione pubblica, di acquisto di partecipazioni in società già costituite e di alienazione delle medesime (in caso di partecipazioni comunali l’atto è adottato con deliberazione del Consiglio Comunale).

Sono adottati sempre con la stessa modalità i seguenti atti: - modifiche di clausole dell’oggetto sociale che consentano un cambiamento significativo

dell’attività sociale; - La trasformazione della società; - Il trasferimento della sede all’estero; - La revoca dello stato di liquidazione. In caso di mancata adozione dell’atto deliberativo si applicano le disposizioni del Codice Civile in

materia di nullità e annullabilità dei contratti.

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• Testo Unico in materia di società a partecipazione pubblica 5. la razionalizzazione delle disposizioni in materia di organizzazione delle

partecipazioni (art. 6) *****

In materia di organizzazione e gestione delle partecipazioni pubbliche, il decreto sancisce alcuni principi fondamentali:

- l’adozione di sistemi di contabilità separata in caso di svolgimento di attività economiche protette da regimi speciali o esclusivi insieme con altre attività svolte in regime di economia di mercato;

- l’adozione di specifici programmi di valutazione del rischio d’impresa; - La possibilità di affiancare all’organo di controllo ordinario (collegio sindacale)

un ufficio di controllo interno a rafforzarne l’efficacia. Gli strumenti adottati vanno indicati nella relazione sulla gestione allegata al

bilancio d’esercizio.

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5. la razionalizzazione delle disposizioni in materia di gestione delle

partecipazioni (art. 9)

*****

I diritti dell’azionista (diritto di voto), per le partecipazioni di Enti Locali, sono esercitati dal Sindaco o da un suo delegato anche negli atti deliberativi aventi ad oggetto la nomina e la revoca di amministratori o dei componenti degli organi di controllo.

La conclusione o lo scioglimento di patti parasociali sono deliberati dal Consiglio Comunale.

In caso di nomina ex art. 2449 c.c., i relativi atti sono efficaci dalla data di ricevimento, da parte della società partecipata, della comunicazione dell’atto di nomina o di revoca.

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5. la razionalizzazione delle disposizioni in materia di gestione delle

partecipazioni (art. 10)

*****

In materia di alienazione delle partecipazioni, la decisione è adottata con delibera del Consiglio Comunale ed è effettuata nel rispetto dei principi di trasparenza, pubblicità e non discriminazione.

In casi eccezionali, con delibera analiticamente motivata, è previsto che l’alienazione possa essere effettuata mediante negoziazione diretta con un singolo acquirente.

La mancanza dell’atto deliberativo o la sua invalidità rende inefficace l’alienazione della partecipazione.

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6. l’introduzione di requisiti specifici per i componenti degli organi

amministrativi (art. 11)

*****

Numero:

L’organo amministrativo delle società a controllo pubblico è costituito da un amministratore unico.

Con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, da adottarsi entro 6 mesi dall’entrata in vigore del Testo Unico, verranno definiti dei criteri in base ai quali, per specifiche ragioni di adeguatezza organizzativa, l’assemblea della società potrà stabilire di essere amministrata da un consiglio di amministrazione composto da 3 a 5 membri.

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• Testo Unico in materia di società a partecipazione pubblica 6. l’introduzione di requisiti specifici per i componenti degli organi

amministrativi (art. 11) Remunerazione: Con Decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze, da emanare entro il 30 aprile 2016

(norma introdotta con la Legge di Stabilità per il 2016), verranno definiti i compensi massimi erogabili:

- Agli organi amministrativi; - Agli organi di controllo; - Ai dirigenti; - Ai dipendenti. Verranno definite 5 fasce per la classificazione delle società a controllo pubblico, attraverso

indicatori dimensionali quantitativi e qualitativi specificatamente individuati. La retribuzione lorda individuale non potrà eccedere € 240.000, tenuto conto dei

compensi erogati da altre Pubbliche Amministrazioni.

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Remunerazione:

Il Decreto dovrà stabilire i criteri di determinazione della parte variabile della remunerazione, commisurata ai risultati di bilancio raggiunti dalla società nel corso dell’esercizio precedente.

In caso di risultati negativi attribuibili alla responsabilità dell’amministratore, la parte variabile non può essere corrisposta.

Gli amministratori che siano dipendenti dell’Ente socio, per il principio di onnicomprensività della retribuzione, hanno l’obbligo del riversamento.

I dipendenti della società che assumono la carica di amministratori sono collocati in aspettativa non retribuita salvo che rinuncino ai compensi dovuti per la carica di amministratore.

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Remunerazione:

Fino all’emanazione del Decreto trovano applicazione:

- l’art. 4, comma 4, secondo periodo, del D.L. 6 luglio 2012 n. 95: dal 01/01/2015 il costo annuale sostenuto per i compensi da corrispondere agli amministratori (compresa la remunerazione di particolari cariche) non può superare l’80% del costo complessivamente sostenuto nel 2013.

- Per le società totalmente partecipate da Enti Locali, il limite massimo del 70%, per il compenso del Presidente, e del 60%, per il compenso dei componenti, delle indennità spettanti al Sindaco ai sensi dell’art. 82 del D.LGS 267/2000;

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Regole generali:

- in caso di organo amministrativo collegiale, la nomina deve assicurare l’equilibrio tra i generi (anche per gli organi di controllo);

- Trovano sempre applicazione le norme in materia di inconferibilità ed incompatibilità di incarichi di cui al D.lgs n. 39/213.

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Modifiche statutarie:

- Esclusione della carica di Vicepresidente.

- Divieto di corrispondere premi di risultato deliberati dopo lo svolgimento dell’attività;

- Divieto di corrispondere trattamenti di fine mandato.

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7. la definizione delle responsabilità (art. 12)

*****

In riferimento ai componenti degli organi di amministrazione e controllo, viene espressamente stabilito l’assoggettamento alle azioni civili di responsabilità previste dalla disciplina ordinaria delle società di capitali, fatto salvo il danno erariale direttamente subito dagli enti partecipanti.

Danno erariale:

Il danno, patrimoniale e non, direttamente subito dagli enti partecipanti, ivi compreso il danno conseguente alla condotta dei rappresentanti degli enti pubblici partecipanti che abbiano con dolo o colpa grave trascurato di esercitare i propri diritti di socio, pregiudicando il valore della partecipazione.

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8. la definizione di specifiche disposizioni in materia di monitoraggio,

controllo e controversie delle società partecipate (artt. 13 – 15 – 23)

*****

Ai fini del controllo giudiziario ex art. 2409 c.c., in deroga alle disposizioni del c.c., ciascun ente socio è legittimato a presentare denuncia al Tribunale nei casi di gravi irregolarità, indipendentemente dall’entità della partecipazione.

Viene prevista l’applicazione delle disposizioni relative al ricorso degli arbitri di cui all’art. 241, comma 1, del D.lgs 163/2006, anche alle controversie relative a concessioni, appalti pubblici di opere e servizi e forniture in cui sia parte una società a controllo pubblico.

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8. la definizione di specifiche disposizioni in materia di monitoraggio,

controllo e controversie delle società partecipate (artt. 13 – 15 – 23)

Viene disposta presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze, l’individuazione di una Struttura per il monitoraggio ed il controllo sull’attuazione del Testo Unico a cui demandare il compito di fornire pareri, tenere l’elenco pubblico delle società pubbliche esistenti.

Le società devono trasmette, annualmente, i bilanci d’esercizio.

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• Testo Unico in materia di società a partecipazione pubblica 9. L’introduzione di disposizioni specifiche in materia di crisi d’impresa

(assoggettamento delle società a partecipazione pubblica a fallimento e concordato preventivo) art. 14.

***** Viene previsto per legge l’assoggettamento delle società a partecipazione pubblica alle

disposizioni sul fallimento e sul concordato preventivo, intervenendo in maniera risolutiva nel dibattito dottrinale e giurisprudenziale sulla fallibilità di tali società.

Qualora emergano, nell’ambito dei programmi di valutazione del rischio, uno o più indicatori di crisi aziendale, l’organo amministrativo deve adottare senza indugio i provvedimenti necessari al fine di prevenire l’aggravamento della crisi attraverso un idoneo piano di risanamento. La mancanza di tali provvedimento costituisce grave irregolarità ai sensi dell’art. 2409 c.c.

E’ previsto il divieto per le Pubbliche Amministrazioni controllanti, nei 5 anni successivi alla dichiarazione di fallimento di una società titolare di affidamenti diretti, di costituire, acquisire o mantenere partecipazioni in società che gestiscono i medesimi servizi di quella dichiarata fallita.

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9. L’introduzione di disposizioni specifiche in materia di crisi d’impresa


La previsione di ripiano perdite, attuato in concomitanza di un aumento di capitale o al rilascio di garanzie, costituisce un provvedimento non adeguato se tale intervento non sia accompagnato da un piano di ristrutturazione aziendale dal quale risulti comprovata la sussistenza di concrete prospettive di recupero dell’equilibrio economico e finanziario della società approvato dal Consiglio Comunale.

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9. L’introduzione di disposizioni specifiche in materia di crisi d’impresa


***** Divieto di soccorso finanziario:

Le Amministrazioni Pubbliche, salvo quanto previsto negli artt. 2447 e 2482 ter del c.c., non possono effettuare aumenti di capitale, trasferimenti straordinari o rilasciare garanzie, a favore delle società partecipate che abbiano registrato, per 3 esercizi consecutivi, perdite di esercizio o che abbiano utilizzato riserve disponibili per il ripiano di perdite.

Sono consentiti solo i trasferimenti da contratto di servizio per lo svolgimento di servizi di pubblico interesse o per la realizzazione di investimenti.

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• Testo Unico in materia di società a partecipazione pubblica 10. Il riordino della disciplina degli affidamenti diretti di contratti pubblici (coordinando la

disciplina nazionale in materia di in house providing con quella europea) art. 16. *****

In materia di affidamenti diretti (in house), viene stabilito: 1) Il divieto di partecipazione di capitali privati nelle società titolari di affidamenti diretti;

2) L’Ente socio deve esercitare un “controllo analogo” a quello esercitato sui propri

servizi.

3) Ai fini del mantenimento dell’affidamento diretto, è necessario che la società svolga almeno l’80% del proprio fatturato a favore dell’ente affidante. La produzione ulteriore è consentita solo al fine di conseguire economie di scala e recuperi di efficienza. In caso di mancato rispetto del suddetto limite è previsto l’avvio di una specifica procedura finalizzata al risanamento dell’irregolarità, entro 3 mesi.

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• Testo Unico in materia di società a partecipazione pubblica 10. Il riordino della disciplina degli affidamenti diretti di contratti pubblici (coordinando la

disciplina nazionale in materia di in house providing con quella europea) art. 16.

Cosa significa “controllo analogo”:

Si tratta di un “controllo funzionale”: - sindacato dell’Ente Locale sulle scelte più importanti; - sindacato dell’Ente Locale sulle scelte strategiche: l’Ente Locale socio deve fissare degli

obiettivi nei piani industriali ed in altri documenti di programmazione con verifica a posteriori sul raggiungimento degli stessi;

- statuto societario: indicazione in maniera chiara sia dell’oggetto del controllo e sia delle

conseguenze del mancato raggiungimento degli obiettivi.

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11. l’introduzione di disposizioni specifiche in materia di società a partecipazione

mista pubblico - privata (art. 17)

*****

Le società a partecipazione mista pubblico-privata sono consentite al fine di realizzare e gestire un’opera o per organizzare e gestire un servizio d’interesse generale in regime di partenariato con un imprenditore privato, da selezionare mediante l’espletamento di procedure di selezione pubblica.

La partecipazione privata non può essere inferiore al 30% ed il socio pubblico deve mantenere, in ogni caso, una posizione di controllo sulla società. A tal fine è prevista la possibilità di derogare alle disposizioni del codice civile in materia di amministrazione di società.

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La durata della partecipazione privata alla società, non può essere superiore alla durata dell’appalto o della concessione. Lo statuto deve prevedere la possibilità dello scioglimento del rapporto societario in caso di operazioni straordinarie che comportino il mutamento della titolarità del controllo sul socio privato.

La designazione dell’amministratore unico o dell’amministratore delegato spetta al socio privato.

I patti parasociali, in deroga alla disciplina del codice civile, possono avere una durata superiore ai 5 anni, purché entro i limiti di durata del contratto di appalto o concessione.

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Cosa fa il socio privato?

A) il socio privato operativo si occupa dell’intero servizio.

B) il socio privato può anche solo apportare capacità manageriali (linea soft).

Trattandosi di una forma di partenariato pubblico/privato assimilabile alla concessione, ne consegue che la partecipazione del socio privato al capitale sociale non può essere meramente simbolica o marginale, ma al contrario, deve permettere al privato di agire sulla organizzazione, direzione della società e, quindi, sull’erogazione del servizio.

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11. l’introduzione di disposizioni specifiche in materia di società a partecipazione mista

pubblico - privata (art. 17)

• Il socio privato deve avere tutte le capacità (tecniche, economiche e finanziarie) in grado di garantire, tramite la partecipazione, un suo effettivo coinvolgimento nella gestione del servizio pubblico.

• Il socio privato è tenuto a svolgere gli specifici compiti operativi per i quali è stato selezionato per l’intera durata del servizio, non gli è consentito cedere immediatamente e liberamente la quota di partecipazione nella società.

• La sua partecipazione deve limitarsi alla durata della gestione del servizio affidato ed alla conclusione della gestione stessa al socio verrà liquidata la quota di partecipazione.

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• L’esigenza che siano rispettate le norme di comunitarie in materia di concorrenza richiede che alla società mista non vengano, nel periodo di affidamento del servizio, assegnati in gestione ulteriori servizi. Diversamente il socio privato avrebbe il beneficio di essere coinvolto nella gestione di tali ulteriori servizi pur non avendo partecipato alla relativa gara.

• Non è possibile l’ingresso (successivo) nella società mista di altri Enti Locali dato che, in tal modo, il socio privato avrebbe, tramite la partecipazione alla società, un ampliamento dell’ambito territoriale di riferimento senza dover affrontare alcun confronto concorrenziale.

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• Testo Unico in materia di società a partecipazione pubblica 13. La razionalizzazione delle disposizioni vigenti in materia di gestione del personale

(artt. 19 – 26) *****

Al personale delle società a controllo pubblico si applicano le disposizioni del codice civile e le altre disposizioni in materia di rapporti di lavoro subordinato.

Le società devono adottare specifici provvedimenti che dettino i criteri e le modalità per il reclutamento del personale nel rispetto dei principi di trasparenza, pubblicità ed imparzialità.

In caso di reinternalizzazione di funzioni e servizi esternalizzati, è fatto divieto alle amministrazioni controllanti di effettuare nuove assunzioni prima del riassorbimento del personale già dipendente della medesima amministrazione e transitato alle dipendenze della società interessata al processo di reinternalizzazione.

Viene prevista l’applicazione alle società a partecipazione pubblica delle disposizioni generali in materia di cassa integrazione, mobilità, trattamenti di disoccupazione ed ammortizzatori sociali.

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13. La razionalizzazione delle disposizioni vigenti in materia di gestione del personale

(artt. 19 – 26)

Con disposizione transitoria (art. 26) è previsto che entro 6 mesi dalla pubblicazione del Testo Unico, le società a controllo pubblico effettuino una ricognizione del personale in servizio ed individuino eventuali eccedenze.

Tali eccedenze saranno segnalate alla Presidenza del Consiglio, Dipartimento della Funzione Pubblica, che provvederà a formare un apposito elenco dal quale, fino al 31 dicembre 2018, le società dovranno attingere al fine di incrementare le proprie risorse.

Fino al 31 dicembre 2018 è fatto divieto di procedere a nuove assunzioni a tempo indeterminato salvo attingere da tale elenco o specifica deroga autorizzata dalla Presidenza del Consiglio.

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14. La razionalizzazione delle disposizioni finanziarie vigenti in materia di società

partecipate (art. 21)

*****

Vengono richiamate le disposizioni introdotte dalla legge 147/2013 (Legge di stabilità per il 2014) riguardanti le perdite delle società non immediatamente ripianate attraverso l’accantonamento, da parte dell’Ente locale socio, ad un apposito fondo vincolato di un importo pari al risultato negativo.

Gli accantonamenti al fondo vincolato dovranno essere effettuati a decorrere dall’anno 2015, quindi con riferimento al risultato d’esercizio o al saldo finanziario dell’esercizio 2014. Inoltre, è previsto un meccanismo di accantonamento graduale per il triennio 2015- 2017; quindi la previsione andrà a pieno regime solo a partire dal 2018.

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Per le sole società che svolgono SPL a rete di rilevanza economica, compresa la gestione dei rifiuti, si dovrà invece fare riferimento alla differenza tra valore e costi della produzione, così come definiti dall’art. 2425 del Codice Civile, evitando quindi di prendere in considerazione il risultato della gestione finanziaria, della gestione straordinaria e le imposte. In questo modo il legislatore ha voluto favorire questa particolare tipologia di società, caratterizzata dalla presenza di oneri finanziari, spesso di importo rilevante, dovuti al ricorso all’indebitamento per il finanziamento degli investimenti.

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14. La razionalizzazione delle disposizioni finanziarie vigenti in materia di società partecipate (art. 21)

1. meccanismo di accantonamento graduale per il triennio 2015- 2017:

a) se l’organismo partecipato ha registrato nel triennio 2011-2013 un risultato medio negativo, l’ente partecipante accantona, in proporzione alla quota di partecipazione:

1) nel 2015 una somma pari alla differenza tra il risultato conseguito nel 2014 e il risultato medio 2011-2013 migliorato del 25%;

2) nel 2016 una somma pari alla differenza tra il risultato conseguito nel 2015 e il risultato medio 2011-2013 migliorato del 50%

3) nel 2017 una somma pari alla differenza tra il risultato conseguito nel 2016 e il risultato medio 2011-2013 migliorato del 75%.

Tuttavia, se il risultato d’esercizio è peggiore di quello medio registrato nel triennio 2011-2013, l'accantonamento dovrà essere effettuato secondo le modalità di cui al successivo punto b).

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b) se l’organismo partecipato ha registrato nel triennio 2011-2013 un risultato medio positivo, l’ente partecipante accantona, in proporzione alla quota di partecipazione:

1) nel 2015 una somma pari al 25% del risultato negativo conseguito nel 2014;

2) nel 2016 una somma pari al 50% del risultato negativo conseguito nel 2015;

3) nel 2017 una somma pari al 75% del risultato negativo conseguito nel 2016.

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• Testo Unico in materia di società a partecipazione pubblica 14. La razionalizzazione delle disposizioni finanziarie vigenti in materia di società


Alcuni esempi per chiarire il meccanismo: • Esempio con risultato medio del triennio 2011-2013 negativo: - risultato medio del triennio 2011-2013: -50.000 - risultato 2014: -40.000; risultato 2015: -40.000; risultato 2016: -40.000 accantonamento 2015 (con riferimento al risultato del 2014): [(-40.000) - (-50.000 x

0,75)] = 2.500 accantonamento 2016 (con riferimento al risultato del 2015): [(-40.000) - (-50.000 x

0,5)] = 15.000 accantonamento 2017 (con riferimento al risultato del 2016): [(-40.000) - (-50.000 x

0,25)] = 27.500

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Alcuni esempi per chiarire il meccanismo: • Esempio con risultato medio del triennio 2011-2013 positivo: - risultato medio del triennio 2011-2013: +50.000 - risultato 2014: -100.000; risultato 2015: -100.000; risultato 2016: -100.000 accantonamento 2015 (con riferimento al risultato del 2014): -(-100.000 x 25%) =

25.000 accantonamento 2016 (con riferimento al risultato del 2015): -(-100.000 x 50%) =


75.000

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Alcuni esempi per chiarire il meccanismo: • Esempio con risultato medio del triennio 2011-2013 negativo: - risultato medio del triennio 2011-2013: -50.000 - risultato 2014: -100.000; risultato 2015: -100.000; risultato 2016: -100.000 accantonamento 2015 (con riferimento al risultato del 2014): -(-100.000 x 25%) =



75.000

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Per le società titolari di affidamenti diretti da parte di soggetti pubblici per una quota superiore all’80% del valore della produzione, i compensi degli amministratori, dal 01/01/2015 (legge di stabilità per il 2014) subiscono un decurtazione del 30% in caso di perdite conseguite nei 3 esercizi precedenti.

La legge di stabilità per il 2014 ha stabilito che il conseguimento di risultati economici negativi per due anni consecutivi, rappresenta una giusta causa di revoca degli amministratori, fermo restando che la regola non trova applicazione nei confronti dei soggetti il cui risultato economico, anche se negativo, risulti coerente con un piano di risanamento preventivamente approvato dall’Ente.

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15. Disposizioni Transitorie (art. 27)

- Le società a controllo pubblico già costituite alla data di entrata in vigore del Testo Unico, devono adeguare i propri statuti entro il 31 dicembre 2016.

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La verifica dei debiti e crediti reciproci tra Ente Locale e Società Partecipate

Art. 6 co. 4 D.L. 95/2012 (conv. Legge 135/2012)

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Principio di buona amministrazione:

I rapporti finanziari tra Ente Locale e soggetti a vario titolo partecipati devono essere

caratterizzati da un perfetto allineamento tra poste debitorie e creditorie iscritte nei rispettivi bilanci.

Garanzia della veridicità dei bilanci dell’Ente Locale (corretta rappresentazione dei rapporti finanziari intercorrenti con gli enti o organismi costituiti per l’esercizio di

funzioni e servizi)

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La norma impone, a decorrere dall’esercizio finanziario 2012, ai Comuni ed alle Province di allegare al rendiconto della gestione una nota informativa contenente la verifica dei crediti e dei debiti reciproci tra Ente e società partecipata.

La nota va asseverata dai rispettivi organi di revisione (collegi sindacali o revisore legale dei conti per le società – collegio dei Revisori dell’Ente)

La nota deve evidenziare analiticamente eventuali discordanze e fornire le motivazioni

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In caso di discordanze l’Ente Locale deve adottare senza indugio, e comunque entro e non oltre il termine dell’esercizio finanziario in corso, i provvedimenti necessari ai fini della riconciliazione delle partite debitorie e creditorie.

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Metodologia per arrivare alla conciliazione delle reciproche partite nell’ambito dei lavori

di redazione del rendiconto di gestione:

Attività di circolarizzazione delle informazioni

1. Ente locale elabora ed estrae dal proprio conto residui tutte le voci conservate aventi ad oggetto i debiti e i crediti nei confronti delle società partecipate;

2. Tale elenco deve essere sottoposto all’attenzione del collegio dei revisori dei conti dell’Ente locale per l’asseverazione della completezza e correttezza;

3. Tale elenco deve essere inoltrato alle società interessate dall’attività di conciliazione per la verifica dei contenuti con le risultanze della contabilità societaria;

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4. La società, previa asseverazione da parte dell’organo di revisione, deve rispondere all’Ente locale con una nota che evidenzi quali sono i debiti riconosciuti ed i crediti vantati nei confronti dell’Ente Pubblico partecipante, dando conto, in modo analitico, dell’eventuale concordanza o discordanza, con le risultanze presenti nel bilancio dell’ente.

5. In caso di discordanza l’amministrazione controllante provvede ad effettuare, in collaborazione con gli organi societari, un’analitica indagine circa le motivazioni che hanno portato alla divergenza dei risultati.

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6. In caso di motivazioni di carattere sostanziale, l’ente dovrà trovare le risorse finanziarie per porre rimedio alla situazione anche attivando le dovute procedure di riconoscimento dei debiti fuori bilancio.

7. Se i crediti vantati dalla società non dovessero essere ritenuti legittimi, l’ente deve provvedere, mediante i suoi poteri di indirizzo e di controllo delle società, a far rettificare i bilanci societari.

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Disciplina e gestione delle società partecipate dagli Enti Locali

Grazie per l’attenzione

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