DIRITTI UMANI QUI DIRITTI DEI ROM ADESSO - amnesty.org · con tutte le etnie presenti sul suo...

12
DIRITTI UMANI QUI DIRITTI DEI ROM ADESSO UN CAMPANELLO D’ALLARME PER L’UNIONE EUROPEA

Transcript of DIRITTI UMANI QUI DIRITTI DEI ROM ADESSO - amnesty.org · con tutte le etnie presenti sul suo...

DIRITTI UMANI QUIDIRITTI DEI ROM ADESSOUN CAMPANELLO D’ALLARME PER L’UNIONE EUROPEA

... tutto ciò che vogliamo è essere trattati come esseri umani,viviamo come tali, e dovremmo essere trattati come tali ... mai prima d’ora ci avevano fatto sentire così tanto che siamodiversi. Ora lo sentiamo davvero.”Una coppia di anziani rom, ad Avas, Ungheria, ottobre 2012.

Con una popolazione stimata tra i 10 e i 12milioni in Europa, i rom hanno storicamentesubito la persecuzione, l’esclusione e ladiscriminazione. L’episodio più sanguinoso èstato il Porrajmos durante la Seconda guerramondiale, quando centinaia di migliaia dirom sono stati uccisi dai nazisti. I governieuropei hanno perseguito pratiche brutali neiconfronti dei rom anche dopo la Secondaguerra mondiale. Il difensore civico(Ombudsman) ceco ha stimato che dal 1980ben 90.000 donne rom potrebbero esserestate sterilizzate forzatamente in tutto ilterritorio della ex Cecoslovacchia.

Secondo l’Agenzia dell’Unione europea per i Diritti Fondamentali, nel 2009, in media, un rom su due è stato vittima didiscriminazione razziale, che gli impedisce di trovare un lavoro o di ricevereun’istruzione di qualità. Gli individui e lecomunità rom sono vittime di violenzarazziale e sono spesso segregati ininsediamenti informali, a volte accanto a sitiinquinati, da dove possono esseresgomberati in qualsiasi momento. Decine dimigliaia di bambini rom sono segregati in scuole o classi per soli rom, oppurevengono formati sulla base di un programma ridotto in istituti per alunni con "lievi handicap mentali".

Non c’è più posto per queste violazioni deidiritti umani nell’Europa contemporanea, con i suoi forti meccanismi regionali di tuteladei diritti umani. L’Unione Europea haadottato leggi contro le discriminazioni più di un decennio fa, ma le esperienzequotidiane di discriminazione nei confrontidei rom rivelano palesemente che leistituzioni europee non sono riuscite atradurre i loro impegni e le loro leggi inuguaglianza per una delle più grandiminoranze etniche d’Europa.

CHI SONO I ROM? Si pensa che i rom siano arrivati dall’Indianel IX secolo e si siano insediatistabilmente in tutta Europa a partire dalXIV secolo. Non sono un gruppo etnicoomogeneo, ma diversi sottogruppi che siidentificano in base a peculiarità storiche elinguistiche ('Manush' in Francia, 'Sinti' inGermania e Italia, 'Kale' in Portogallo eSpagna o 'Karderash' nell'Europasudorientale). I traveller irlandesi sonopopolazioni autoctone che per secoli hannoadottato uno stile di vita itinerante e nonsono etnicamente rom, anche se si trovanoad affrontare livelli simili didiscriminazione.

Secondo il Consiglio d’Europa, circa 6milioni di rom vivevano nei paesi UE nel2012. I rom costituiscono tra il 7 ed il 10%della popolazione in Bulgaria, Ungheria,Macedonia, Romania, Serbia e Slovacchia.Ci sono anche grandi gruppi di rom etraveller in Europa occidentale, come inSpagna (750.000), Francia (400.000),Regno Unito (225.000) e Italia (150.000).La maggior parte dei rom in Europa sonostanziali (80–85%), sebbene siano spessoerroneamente descritti, anche dalleautorità, come nomadi.

Oggi, rispetto a quasi tutti gli indicatori di sviluppo umano, i rom sono di granlunga al di sotto della media nazionale. In Europa, 8 rom su 10 vivono in famiglie arischio di povertà, situazione che si traducein gravi privazioni materiali e cattiva salute.I rom hanno meno probabilità dicompletare l’istruzione secondariasuperiore rispetto ai non-rom: in Francia,Grecia o Romania, ad esempio, solo unrom su dieci l'ha completata.

Amnesty International Aprile 2013 Indice: EUR 01/002/2013

LEGISLAZIONE ANTI-DISCRIMINAZIONE NELL’UNIONE EUROPEAUna discriminazione si verifica quando una persona è trattata diversamente a causa di una caratteristica inerente alla suaidentità, quale l'origine etnica, senza alcungiustificato motivo.

La discriminazione può verificarsi in moltiambiti, tra cui sul posto di lavoro,nell’istruzione e nell’alloggio. Una gravediscriminazione può includere anche laviolenza fisica e altri crimini motivati dacaratteristiche inerenti all'identità di unapersona, quale l'etnia della vittima. Le autoritàstatali, compresa la polizia, devono utilizzaretutti i poteri a disposizione per prevenireattacchi motivati da odio razziale. Devono anche indagare a fondo su tali attacchitenendo conto di ogni pregiudizio razzista.

L’UE ha adottato leggi per promuovere i dirittiumani e combattere la discriminazione. Nel 2000 è stata adottata la Direttivasull'uguaglianza razziale che vieta ognidiscriminazione basata sulla razza o l’origineetnica sul luogo di lavoro, nell’istruzione,nell’accesso a beni e servizi, all’alloggio eall’assistenza sanitaria. La direttiva

sull'uguaglianza razziale è una legge UEvincolante che gli Stati membri devonorecepire nel loro diritto nazionale e attuare.Nel 2009, inoltre, è entrata in vigore la Cartadei diritti fondamentali dell'Unione europea.Essa vieta la discriminazione e sancisce moltidiritti, tra i quali il diritto all'istruzione, quelloall'assistenza sociale e abitativa e quello allavoro. La Carta è uno strumento vincolante edeve essere rispettato dalle istituzioni

dell’Unione europea e dagli Stati membrinell’attuazione del diritto comunitario.

DIRITTI UMANI QUI. DIRITTI DEI ROM ADESSO.UN CAMPANELLO D’ALLARME PER L’UNIONE EUROPEA

Indice: EUR 01/002/2013 Amnesty International Aprile 2013

3

A sinistra: Rom originari della Romaniatrasferiti dalla polizia francese, Parigi, 28 settembre 2010. Le autorità francesioffrono un compenso economico ai rom chedecidano di tornare nel loro paese d’origine.sotto: Claudia, una donna rom di Cluj-Napoca, Romania, ottobre 2011

© M

ugur

Văr

zari

u

©Jo

shua

Gro

ss, Jo

shua

Tre

e P

hoto

grap

hy “Se l’Unione europea si rendeconto che esistediscriminazione nel nostroPaese, dovrà agire ... la Romania ha aderito all’UEcon tutte le etnie presenti sulsuo territorio, compresi i rom,gli ungheresi e gli ebrei. Così, anche noi – i rom –facciamo parte dell’UE.”Claudia, una donna rom di Cluj-Napoca, Romania, 2012.

© A

mne

sty

Inte

rnat

iona

l

DOVE STANNO FALLENDO IGOVERNI E L’UENonostante le direttive UE anti-discriminazione, i pregiudizi nei confronti dei rom in Europa, anche a livello nazionale,rimangono forti. Ad esempio, nel 2008,l’allora Ministro dell'Interno italiano hapubblicamente giustificato i violenti attacchida parte di ronde di privati cittadini contro i rom dichiarando che “questo è ciò cheaccade quando gli zingari rubano i bambini o quando i romeni compiono delleviolenze sessuali”.

PREVENIRE E INDAGARE SUGLIATTACCHI VIOLENTIL’odio razziale e la violenza contro i rom sono intensi in Europa. In un sondaggiorecentemente pubblicato dall’Agenziadell’Unione europea per i diritti fondamentali,un rom su cinque ha dichiarato di essernestato vittima. Secondo le notizie dei mediaraccolte dal Centro Europeo per i Diritti deiRom (ERRC), si sono verificati più di 120gravi attacchi violenti contro i rom e le loroproprietà in Ungheria, Repubblica Ceca,Slovacchia e Bulgaria tra gennaio 2008 e luglio 2012, tra cui sparatorie,accoltellamenti e incendi dolosi.

Le autorità raramente raccolgono datispecifici sui crimini d’odio contro i rom; solo quattro paesi lo hanno fatto nel 2011. E spesso non indagano a fondo su tali crimini.

CRIMINI D’ODIO IN UNGHERIA

Secondo il Centro europeo per i diritti dei rom(ERRC), 9 rom sono stati uccisi in Ungheria, tra cuianche 2 bambini a seguito di attacchi a sfondorazzista, tra il 2008 e il 2009. I crimini d’odiohanno un impatto traumatico sulle vittime e sulleloro famiglie. József H, il padre di un ragazzo romaccoltellato a morte nel 2008 a Fényeslitke, in Ungheria, ha raccontato ad AmnestyInternational: “Tutti hanno paura. Non importaquanto siano dure le cose che ti succedono, nonosi parlare, perché hai paura.”

Le comunità rom sono perseguitate eminacciate da vari attori non-statali o gruppiin paesi come Francia, Repubblica Ceca eUngheria, dove la polizia, in alcuneoccasioni, non è riuscita a proteggerli. A dicembre 2012, i vicini di un insediamentorom informale a Marsiglia hanno allontanatol'intera comunità rom e dato fuoco al campo.

DIRITTI UMANI QUI. DIRITTI DEI ROM ADESSO.UN CAMPANELLO D’ALLARME PER L’UNIONE EUROPEA

Amnesty International Aprile 2013 Indice: EUR 01/002/2013

4

L'INDIFFERENZA DELLA POLIZIA A DEVECSER, UNGHERIAIl 5 agosto 2012, circa 500 persone si sonoriunite nella piazza della città di Devecser per una manifestazione organizzata dal partito diestrema destra Jobbik, a cui si sono uniti gruppidi ronde.

Alcune persone della folla hanno scandito slogananti-rom e lanciato pietre ed altri oggetticontundenti verso le abitazioni dei rom. La polizianon ha agito per fermare la violenza e non è statoeffettuato alcun arresto sul posto.

Una attivista era nel cortile di una delle abitazioniquando è stata attaccata ed è stata ferita da unpezzo di cemento. Ha pertanto presentato unadenuncia alla polizia che, a seguito delle pressioniricevute dalle ONG, ha avviato un'indagine controignoti per violenza motivata da odio razziale.

Una denuncia è stata presentata anche contro lapolizia per non aver impedito la violenza nel giornodella manifestazione. Tuttavia, il Ministrodell’Interno ha dichiarato, a settembre 2012, che il comportamento della polizia a Devecser erastato adeguato.

Indice: EUR 01/002/2013 Amnesty International Aprile 2013

5

A sinistra: La casa a Tatárszentgyörgy inUngheria dove il 23 febbraio 2009 sono stati uccisi Róbert Cs. ed il figlio di 5 anni,colpiti con arma da fuoco mentre scappavanodalla loro abitazione a seguito di un presuntoincendio doloso.

In alto: Persone rom e loro sostenitori siraccolgono in protesta contro un raduno diestrema destra a Miskolc, in Ungheriaorientale, 17 ottobre 2012. Sopra: Protesta organizzata da esponenti diestrema destra nel villaggio di Devecser,Ungheria (5 agosto 2012), guidata dal partitodi estrema destra Jobbik, a cui si sono unitigruppi di ronde.

© A

mne

sty

Inte

rnat

iona

Kin

ga K

aloc

sai

PREVENIRE LA DISCRIMINAZIONENEL DIRITTO ALL'ALLOGGIOCentinaia di migliaia di rom in Europavivono segregati etnicamente ininsediamenti informali o campi, a causa di politiche che negano loro altre opzioni di alloggio.

Spesso non hanno sicurezza abitativa, sono vittime di sgomberi forzati e, talvolta,vengono spostati in aree dove la loro saluteè a rischio.

Uno sgombero forzato è il trasferimento dipersone, famiglie o comunità, contro la lorovolontà, dagli alloggi e/o dal terreno cheoccupano, senza protezione legale o altresalvaguardie, quali l'esplorazione di tutte lepossibili alternative attraverso unaconsultazione effettiva con gli interessati;un'adeguata notifica; la possibilità dipresentare ricorso contro lo sgombero; el'accesso a un rimedio effettivo.

Amnesty International e altre organizzazionihanno documentato sgomberi forzati dellecomunità rom in Bulgaria, Repubblica Ceca,Francia, Grecia, Italia, Macedonia,Romania, Serbia, Slovacchia e Slovenia.

COASTEI STREET, CLUJ-NAPOCA (ROMANIA)

Il 17 dicembre 2010, 76 famiglie rom sono statesgomberate forzatamente dalle autorità di Cluj-Napoca dalle loro abitazioni nel centro città aCoastei Street. L’unico avvertimento ufficiale cheavevano ricevuto è stato un avviso scrittoconsegnato due giorni prima. Le famiglie non sonostate consultate né hanno avuto accesso a rimedieffettivi o adeguate alternative abitative.

Le famiglie sono state trasferite nella periferia dellacittà, vicino a una discarica di rifiuti e di scartichimici, in una area già prevalentemente abitata da rom.

Solo 40 famiglie hanno ricevuto un alloggio. In ognicaso, questo era composto di una sola stanza della grandezza massima di 18 m² per famiglia.Quattro camere ed un bagno condiviso dotato di solaacqua fredda. Le unità abitative sono state costruitecon denaro pubblico; rientrano dunque in una politica comunale che ha attivamenteincoraggiato la segregazione abitativa, una forma di discriminazione.

Delle 76 famiglie sgomberate, 36 non hanno ricevutol'offerta di una sistemazione alternativa e sonorimaste senza casa. Alcuni si sono trasferiti pressoaltri familiari, in condizioni di grave sovraffollamento;

altri hanno costruito degli alloggi accanto alle unitàabitative esistenti. In possesso della solaautorizzazione verbale da parte del comune percostruire su quella terra, le famiglie vivono in alloggiinadeguati e temono un ulteriore sgombero forzato ela perdita delle loro case.

Bela Novak ha vissuto a Coastei Street per 16 anniprima di essere sgomberato forzatamente nel 2010.Nonostante la sua età avanzata e i suoi gravi problemidi salute, non ha ricevuto alcun alloggio dopo losgombero. Ha trascorso due inverni in un capannocostruito da suo figlio. “Il mio pavimento era la nudaterra, mio figlio non è riuscito a gettare uno strato dicemento. C’erano dei ratti... Lo scorso inverno eraanche peggio, perché ero senza legna e faceva freddo, -25°C: ho perso conoscenza, sono quasi morto”.

A Claudia e alla sua famiglia è stata data una cameranelle unità abitative vicino alla discarica: “Prima erofelice... Ora, quando mi sveglio la mattina e vedo ladiscarica, mi viene da piangere”.

A due anni dallo sgombero forzato, la situazione diqueste famiglie non è cambiata.

Amnesty International Aprile 2013 Indice: EUR 01/002/2013

6

© w

ww

.cit

ynew

s.ro

Il caso di Coastei Street non è l'unico inRomania, o in Europa. Le politiche chepromuovono o che portano allasegregazione etnica delle comunità romsono state portate avanti anche altrove inRomania: a Baia Mare, Constanţa,Miercurea Ciuc e Piatra Neamţ. A luglio2011, le autorità locali di Baia Mare hannoanche costruito un muro che separa lacomunità rom da un quartiere non-rom.

SEGREGAZIONE NEL CAMPO DELA BARBUTA, ROMA (ITALIA)Per decenni le autorità italiane hanno favorito lasegregazione abitativa dei rom. Gli enti locali eregionali propongono costantemente i “campi”come unica soluzione abitativa disponibile e adatta ai rom.

Con l’introduzione della cosiddetta “emergenzanomadi” nel 2008, varie autorità italiane hannopreso di mira le comunità rom con sgomberiforzati, e perseguito politiche che ne hannofavorito la segregazione abitativa. Tali politichediscriminatorie sono proseguite anche dopo la sentenza del Consiglio di Stato che, nel novembre 2011, ha dichiarato illegittimaquesta "emergenza".

Il 18 giugno 2012 le autorità locali di Roma hannoaperto La Barbuta, un "villaggio attrezzato" per solirom, e vi hanno trasferito circa 200 persone dopoaverle sgomberate forzatamente dal campo di Torde’ Cenci, dove avevano vissuto dal 1995. Il campode La Barbuta sito nei pressi dell’aeroporto diRoma Ciampino, è recintato e videosorvegliato. E non è servito da mezzi pubblici, mentre i più viciniservizi – negozi, scuole e assistenza sanitaria –sono a 2,5 km di distanza. Ovunque voglianorecarsi, i residenti devono camminare lungo unastrada di scorrimento veloce senza marciapiede.

A giugno 2012, molte famiglie rom che vivevano a Tor de' Cenci hanno riferito ad AmnestyInternational che non avrebbero voluto spostarsi aLa Barbuta, a causa di preoccupazioni legate allasicurezza del posto ed al suo isolamento.

Indice: EUR 01/002/2013 Amnesty International Aprile 2013

7

"Qui [a Tor de' Cenci] tutto èsemplice, vicino al campo... il Comune ci ha dettp che ce ne dobbiamo andare, in unmodo o nell'altro. Ci hannodetto che useranno la forza per buttarci fuori di qui e chequi non rimarrà nessuno... Non abbiamo scelta".Un residente di Tor de’ Cenci, giugno 2012

A sinistra: Una donna rom porta via unpasseggino durante uno sgombero forzato dalsuo alloggio a Coastei Street, Cluj-Napoca,Romania, 17 dicembre 2010.Sopra: Il 28 settembre 2012, circa 250persone di etnia rom, per lo più di nazionalitàbosniaca, sono state sgomberate forzatamentedal campo di Tor de' Cenci a Roma e trasferitea La Barbuta (un nuovo campo appositamentecostruito vicino all'aeroporto di Ciampino) o alcampo di Castel Romano.

© P

iero

Cru

ciat

ti

PARITÀ DI ACCESSO ALL’ACQUA EAI SERVIZI IGIENICO-SANITARISi stenta a credere che cittadini dell’UE non abbiano accesso all’acqua. Ma questaè la realtà quotidiana per alcuni rom chevivono in insediamenti informali in tutto il continente.

In Slovenia le autorità locali fornisconoacqua potabile solo a persone in grado di fornire documenti specifici, incluse lelicenze edilizie per le loro case. Una talepolitica risulta dunque discriminatoria neiconfronti dei rom, che spesso vivono ininsediamenti informali, senza documenti eche di conseguenza non hanno accesso aquesto servizio. Quasi tutti gli sloveniappartenenti a minoranze etniche hannoaccesso all’acqua ma, secondo una ricercadel 2010, il 20-30% degli insediamenti romnel sud-est del paese non ce l'ha.

Molti residenti di insediamenti rom, in particolare le donne, hanno riferito ad Amnesty International che non hannoacqua sufficiente per tutte le necessitàdomestiche quotidiane – bere, cucinare,curare l’igiene personale, fare il bucato.Marjan, da Gorica vas a Ribnica, ha detto: “È normale che puzziamo e che

le persone ci evitano. Come pensate sisentano i nostri bambini quando vengonopresi in giro a scuola perché puzzano?”Marjan ha spiegato che la famiglia e gliamici hanno camminato per lunghedistanze alla ricerca di fonti disponibili diacqua, come cimiteri, pompe in vecchiefabbriche, oppure singole famiglie cheaccettassero di aiutarli.

NIENTE ACQUA, NIENTE PRIVACY,PONOVA VAS, SLOVENIA

Silvana, che vive nell’insediamento informale diPonova vas a Grosuplje, ha descritto ad AmnestyInternational quanto sia difficile, per donne ebambini, non avere l’acqua e l’accesso ai serviziigienico-sanitari:

“Non posso lavarmi davanti a mio marito o aimiei figli. Se gli uomini non sono a casa, noidonne ci laviamo nel ruscello. In inverno, ci sipuò solo lavare i capelli e il viso. Non possiamostare nude davanti ai nostri figli. Andiamo inbagno dietro la casa – il più lontano possibile, in un fosso... Di notte devo prendere la torcia perandare in bagno, alla luce del giorno dobbiamostare sempre a controllare che non ci sianessuno in giro che ci possa vedere.”

ELIMINARE LA SEGREGAZIONE INSCUOLE E CLASSI PER SOLI ROMDecine di migliaia di alunni rom in Europasono segregati in scuole o classi per solirom o per alunni con "lievi disabilitàmentali", dove viene insegnato unprogramma ridotto.

In Repubblica Ceca, gli alunni rom sono il 35% degli alunni inseriti in scuole e classi per persone con "lievi disabilitàmentali" (chiamate scuole "pratiche"),nonostante i rom costituiscano meno del3% della popolazione.

Nel 2007, la Corte Europea dei Dirittidell'Uomo ha sancito che la RepubblicaCeca ha violato il diritto degli alunni rom ad un'istruzione senza discriminazione(D.H. e altri c. Republica Ceca). Dopo cinque anni, la Repubblica Ceca non ha ancora reso effettiva la sentenza e le pratiche discriminatorie continuano,compromettendo il futuro degli alunni rom.

Come conseguenza dell'insegnamento di uncurriculum ridotto, per gli alunni romaumenta la possibilità di essere esclusi dallascuola secondaria superiore e si perpetua ilciclo della discriminazione. In Repubblica

Amnesty International Aprile 2013 Indice: EUR 01/002/2013

8

© B

orut

Pet

erlin

Ceca solo tre studenti rom su diecicompletano l’istruzione secondariasuperiore, rispetto agli otto non-rom. In Slovacchia, solo due studenti rom sudieci ce la fanno, rispetto ai nove non-rom.

ROMI, UN BAMBINO DA SCUOLA"PRATICA" IN REPUBBLICA CECA

Romi vive a Ostrava, dove vivevano anche iricorrenti nel caso D.H.. Frequenta una scuolacon circa il 90% di studenti rom e dove nellamaggior parte delle classi viene insegnato ilprogramma "pratico" (ovvero, per alunni con"lievi disabilità mentali").

Il padre di Romi, Roman D., ha iscritto tutti i suoifigli in questa scuola perché era la più vicinaall’ostello dove abita la sua famiglia. Roman D.teme che “la scuola non faccia per niente beneai figli. Imparano gli uni dagli altri, non vi èdiversità, la scuola è in gran parte rom”.

Romi e gli altri due fratelli hanno fatto deicontrolli per valutare eventuali disabilità mentaliin un centro diagnostico. Secondo Roman la valutazione ha concluso che sono in ritardo. Di conseguenza, sono stati tutti inseriti in classi "pratiche".

Finora, Romi non ha iniziato a imparare una lingua straniera come avrebbe fattose fosse stato in una scuola tradizionale.Quando gli è stato chiesto perché no, ha spiegato: “Non siamo i bambini delle scuoleprimarie, siamo i bambini della scuola 'pratica'.”Secondo il piano di studi della scuola "pratica"che frequenta, inizierà ad imparare l’inglesesoltanto in prima media e avrà due lezioni asettimana. Frequentando una classe tradizionale,avrebbe cominciato con l’inglese in terzaelementare e avrebbe avuto tre lezioni alla settimana.

I bambini rom sono sovrarappresentati nellescuole speciali e nelle classi per alunni con"lievi disabilità mentali" anche in Slovacchia.Il Programma di Sviluppo delle NazioniUnite ha rilevato che nel 2010 il 65% di taliscuole è frequentato solo (o quasi) daalunni rom, e che il 90% delle classispeciali nelle scuole ordinarie èesclusivamente, o quasi esclusivamente,frequentato da alunni rom.

Ad esempio, a settembre 2011 sono stateavviate due classi primarie per soli romnella scuola elementare di FranciscihoStreet a Levoca, Slovacchia. Ventisei deiventinove alunni rom sono stati collocati inquelle classi. In un’altra scuola elementare

a Šarišské Michal’any, dal 2008 tutti glialunni rom sono stati inseriti in classiseparate, su un diverso piano dell’edificio. Il 30 ottobre 2012 il Tribunale regionale diPrešov ha stabilito che tale separazione dialunni rom era discriminatoria.

In Grecia la segregazione degli alunni rom ascuola continua nonostante una secondasentenza della Corte europea dei dirittidell’uomo, che ancora nel 2012 haaccertato come la segregazione di alunnirom in classi separate per soli rom nellacittà di Aspropyrgos fosse discriminatoria(Sampani e altri c. Grecia).

DIRITTI UMANI QUI. DIRITTI DEI ROM ADESSO.UN CAMPANELLO D’ALLARME PER L’UNIONE EUROPEA

Indice: EUR 01/002/2013 Amnesty International Aprile 2013

9

© J

iri D

olez

el

Nella pagina precedente: Un uomo rom farifornimento di acqua, Ribnica, Slovenia, luglio 2012. Le uniche fonti d'acqua per la suacomunità sono un rubinetto nel cimitero o unapiccola fonte nel bosco. A sinistra: Romi D. fa i compiti, Ostrava, Rep. Ceca.

I POTERI DELL’UE PERCOMBATTERE LADISCRIMINAZIONEL’organo esecutivo dell’UE, la Commissioneeuropea, controlla l'applicazione del dirittocomunitario, tra cui la direttivasull'uguaglianza razziale, nei 27 Statimembri dell'Unione.

La Commissione europea ha il potere diagire contro gli stati che non rispettano ildiritto comunitario. Un procedimento diinfrazione formale può essere avviato dallaCommissione contro uno stato le cui leggi,politiche o pratiche siano contrarie al dirittocomunitario, tra cui la direttivasull’uguaglianza razziale. Se uno statopersiste nel non rispettare la direttivasull’uguaglianza razziale, la Commissione hala facoltà di presentare un ricorso dinanzialla Corte di giustizia dell'Unione Europea.

Nel 2008, la Commissione ha istituito unaprocedura informale, l’EU Pilot, che nonsostituisce, ma potrebbe precedere, unaprocedura d’infrazione. Esso consente allaCommissione di avere uno scambio piùinformale con lo Stato membro interessatoprima di decidere di avviare una proceduraformale di infrazione.

Il 7 aprile 2011 la Commissione ha adottato il Quadro UE per le strategienazionali di inclusione dei rom. Pur essendoun tentativo di definire una strategia a lungotermine per promuovere l’integrazione deirom, non specifica le misure concrete chegli Stati membri dovrebbero adottare percombattere la discriminazione e il razzismocontro i rom. Non stabilisce forti indicatori,o un meccanismo di controllo completo pervalutare le politiche degli stati membri.

L’UE dovrebbe inoltre garantire che i progetti finanziati dalle sue istituzioni e dai suoi organismi non violino i diritti umaninei paesi candidati e potenziali candidati. In Serbia, per esempio, esisteva lapreoccupazione che i fondi UE destinati afornire un alloggio alternativo alle comunitàrom sgomberate forzatamente potesseropotenzialmente essere utilizzati dalleautorità cittadine di Belgrado per favorire la segregazione abitativa dei rom. Nel mesedi dicembre 2012 la delegazionedell’Unione europea in Serbia hapubblicamente dichiarato di condividere talipreoccupazioni, anche se una soluzioneadeguata per i rom che sono statisgomberati forzatamente non è stata ancora trovata.

L’UNIONE EUROPEA DEVE FAREMOLTO DI PIÙLa Commissione europea ha i poteri peravere un impatto duraturo sulla vita dellecomunità emarginate e discriminate inEuropa, tra cui i rom. Purtroppo, fino adoggi, non ha utilizzato questi poteri appieno.

La Commissione avvia centinaia di procedured'infrazione ogni anno su questioni moltovarie e su diversi settori di attività. La maggiorparte riguarda l’ambiente, la fiscalità, il mercato interno e i trasporti. Alla fine del2011 risultavano aperte 1.775 procedured’infrazione. Nello stesso anno, la Corte digiustizia dell'Unione Europea ha emesso 62 sentenze su casi di infrazione aperti suazione della Commissione.

La direttiva sull’uguaglianza razziale non è meno vincolante rispetto ad altre leggieuropee. In tutto, circa 30 procedimenti di infrazione sono stati aperti nei confrontidegli Stati per non aver recepito in modoadeguato la direttiva sull’uguaglianza razzialenelle loro legislazioni nazionali. Finora, però,la Commissione si è concentrataesclusivamente su questioni tecniche, ad esempio come gli Stati definiscano la“discriminazione” nelle leggi nazionali,

DIRITTI UMANI QUI. DIRITTI DEI ROM ADESSO.UN CAMPANELLO D’ALLARME PER L’UNIONE EUROPEA

Amnesty International Aprile 2013 Indice: EUR 01/002/2013

10

piuttosto che sull’effettiva attuazione delladirettiva. Nessun procedimento è stato apertofino ad oggi contro gli Stati membri le cuipolitiche o pratiche risultano discriminatorienei confronti dei rom (o di qualsiasi altrogruppo etnico).

Alla fine del 2011 centinaia di procedimenti di infrazione sono stati aperticontro Stati membri per non aver rispettatoil diritto comunitario in settori qualil’ambiente, la tassazione o il mercatointerno. Riguardo all'attuazione delladirettiva sull'uguaglianza razziale, invece,alla fine del 2012 erano stati apertipochissimi procedimenti (uno ciascuno nei

confronti di Belgio, Paesi Bassi, Polonia,Romania e Regno Unito).

In alcuni casi la Commissione europea si èmostrata restia nell’avviare procedimentid'infrazione contro gli Stati che hanno violato idiritti umani dei rom. Ad esempio, nel mesedi agosto 2010 il Ministero dell’Internofrancese ha emanato istruzioni per losgombero forzato di rom originari dellaRomania e della Bulgaria, che in quelmomento vivevano in insediamenti informaliin Francia, al fine di allontanarli dal territoriofrancese. Nel mese di settembre, la Commissione ha ritenuto di aprire unaprocedura di infrazione contro la Francia,

ma già a ottobre, a seguito di uno scambio diinformazioni con il governo francese, ha abbandonato l’idea. La Commissione haritenuto soddisfacenti le garanzie fornite dalgoverno francese per affrontare il problema, e le istruzioni del Ministero dell’Interno sonostate modificate. Tuttavia, ogni anno inFrancia, diverse migliaia di rom sono ancorasgomberati forzatamente dagli insediamentiinformali e da edifici occupati.

In altri casi la Commissione europea haagito rapidamente e con successo contro gliStati che hanno violato il diritto comunitario.Ne emerge che la procedura d'infrazionepuò essere un potente strumento nelle manidella Commissione. Per esempio, il 17gennaio 2011 la Commissione ha avviatouna procedura d’infrazione control’Ungheria per aver violato la normativa UE contro la discriminazione fondatasull'età. In Ungheria, alcune riformecostituzionali avevano infatti abbassato l'etàper il pensionamento obbligatorio di giudici,pubblici ministeri e notai. La Commissioneha riferito il caso alla Corte di giustiziadell'Unione Europea che, a novembre2011, ha rilevato una violazione da partedell'Ungheria del divieto di discriminazionein base all'età. L’Ungheria deve rispettarequesta sentenza senza indugio.

DIRITTI UMANI QUI. DIRITTI DEI ROM ADESSO.UN CAMPANELLO D’ALLARME PER L’UNIONE EUROPEA

Indice: EUR 01/002/2013 Amnesty International Aprile 2013

11

Bambini rom che giocano fuori dalla loro casa inun quartiere disagiato di Marsiglia, 2010.

© J

uan

Pab

lo G

utie

rrez

PROCEDIMENTI D'INFRAZIONE IN ALCUNI STATI DELL’UE Numero complessivodi procedure aperte(2011)

Le aree con più alto numero diprocedure aperte (2011)

Procedure aperte rispetto alladirettiva sull'uguaglianzarazziale (2012)

Francia 95 Fiscalità (18), Ambiente (15), Mercato interno e servizi (13)

0

Italia 135 Ambiente (33), Mercato Interno e servizi (18)

0 (1 EU Pilot)

Romania 47 Fiscalità (9), Energia (8) 1

Slovacchia 41 Ambiente (8), Trasporti (7) 0

Repubblica Ceca 65 Ambiente (20), Trasporti (14) 0

CONCLUSIONE

Tredici anni dopo l’introduzione delladirettiva sull’uguaglianza razziale, la discriminazione nei confronti dei rom inEuropa rimane diffusa. Bisogna fare di piùper garantire che i principi di uguaglianza,non discriminazione e rispetto della dignitàumana non siano solo parole vuote. Gli Statimembri dell’UE devono rispettare lalegislazione internazionale e comunitariacontro la discriminazione. La Commissioneeuropea è custode delle leggi dell’UE e deveagire ora per garantire il rispetto delladirettiva sull’uguaglianza razziale.

Le molteplici forme di discriminazione,razzismo e altre violazioni dei diritti umaniincontrate dai rom in Europa non possonoessere affrontate a fondo fino a quando la Commissione non si avvarrà di tutti glistrumenti a sua disposizione. Essa ha ilpotere, ad esempio, di garantire che leautorità nazionali non colpiscano i rom consgomberi forzati, non favoriscano lasegregazione abitativa e non segreghino glialunni rom in classi per soli rom o per alunnicon disabilità mentali.

L’Unione europea si vanta di essere “fondata sui principi di libertà, democrazia,rispetto dei diritti umani e delle libertàfondamentali”, ma le esperienze quotidianedi discriminazione vissute dai rom mostranocrudamente che le istituzioni europee nonsono riuscite a tradurre questi principi inuguaglianza per una delle più grandiminoranze etniche d’Europa.

COSA PUOI FARE TU?Iscriviti alla nostra campagna "Diritti Umaniqui, diritti dei rom adesso" e chiedi al Commissario per la giustizia, diritti fondamentali e cittadinanza, Viviane Reding, di agire con decisione per garantire la fine della discriminazionedei rom in Europa.

Firma la nostra petizione sul sito:appelli.amnesty.it/diritti-dei-rom-adesso/

Amnesty International chiede alla

Commissione europea di utilizzare tutti i

poteri a sua disposizione, compreso il

rigoroso controllo e l’apertura di procedure

d'infrazione, per garantire che in tutti i suoi

Stati membri:

i rom non siano vittime di sgomberi

forzati, di trasferimento in alloggi

segregati e inadeguati, e che non siano

discriminati nell’accesso all'edilizia

residenziale pubblica;

i rom non siano discriminati nell’accesso

a servizi quali acqua ed elettricità;

gli alunni rom non siano segregati in scuole

o classi per soli rom o in scuole o classi

speciali per alunni con disabilità mentali;

le autorità dello Stato, compresa la

polizia, impediscano e indaghino a fondo

e in modo efficace sui violenti attacchi

contro i rom;

i rom non siano discriminati in tutte

le altre aree della vita tra cui il lavoro,

la protezione sociale e l’assistenza sanitaria.

Amnesty International chiede alla

Commissione europea di promuovere

efficacemente le leggi UE contro le

discriminazioni e di spingere gli Stati

membri ad adottare, rivedere e attuare

Strategie nazionali di inclusione dei rom che

contengano misure forti per combattere la

discriminazione in tutti i settori della vita.

Amnesty International chiede inoltre

alla Commissione europea di vigilare in

modo efficace sull'uso dei suoi fondi,

anche attraverso la Banca europea per gli

investimenti, e di garantire, tramite le

autorità nazionali, che:

i fondi UE non siano investiti in progetti

che violino i diritti umani dei rom o di

altre comunità.

Amnesty International è un movimento globale che conta oltre 3 milioni disostenitori, membri e attivisti in oltre 150 paesi e territori del mondo e che svolgeattività di ricerca e campagna per porre fine alle violazioni gravi dei diritti umani.

La nostra visione è quella di un mondo in cui a ogni persona sia assicurato ilgodimento di tutti i diritti sanciti dalla Dichiarazione universale dei diritti umanie da altri strumenti internazionali sui diritti umani.

Siamo un'organizzazione indipendente da qualsiasi governo, ideologia politica,interesse economico o religione, finanziata principalmente dai propri membri egrazie a donazioni pubbliche.

Indice: EUR 01/002/2013Italian

Aprile 2013

Amnesty InternationalInternational SecretariatPeter Benenson House1 Easton StreetLondon WC1X 0DWUnited Kingdom

amnesty.org

Sopra: Isabela Mihalache, un'attivista per idiritti umani dei rom in Romania, si rivolge aipartecipanti durante una protesta a Budapest,aprile 2011, chiedendo il miglioramento delQuadro dell'UE per le strategie nazionali diinclusione dei rom.

Copertina: un gruppo di rom e di sostenitori siuniscono in protesta contro un radunodell’estrema destra a Miskolc, Ungheria, 17ottobre 2012.

RACCOMANDAZIONI

© D

avid

Fer

encz

y/D

emot

ix