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Anno LVII - N.5 MAGGIO 2012 Poste Italiane - Sped. in abb. post. - D.L. 353/2003 art. 1 comma 1 del 01/02/2011 - Roma Direzione, Redazione, Amministrazione - via Marcantonio Colonna, 23 - 00192 Roma

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Anno LVII - N.5 MAGGIO 2012

Poste Italiane - Sped. in abb. post. - D.L. 353/2003 art. 1 comma 1 del 01/02/2011 - Roma

Direzione, Redazione, Amministrazione - via Marcantonio Colonna, 23 - 00192 Roma

1952-2012sessantennale dell'Associazione Arma Aeronautica

“Nel contesto di crisi in cui è finito il Paese, quali

sfide vediamo per noi?

Cosa c'è di essenziale da difendere nel nostro

modo di vivere?

Siamo sottomessi ai meccanismi dell'economia

difficili da controllare o, invece, la tutela dei

valori può orientare da sola le nostre azioni?

Un grande impegno per tutti, non c'è che dire!”

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5MAGGIO 2012

ANNO LVII

AERONAUTICAAnno di fondazione 1956Pubblicazione mensile edita dall’Associazione Arma Aeronautica

Direttore editorialeGIANBORTOLO PARISI

Direttore responsabileSILVANO BRONCHINIDirezione, Redazione, Amministrazione00192 - Roma, via Marcantonio Colonna, 23Tel. 06/3215145 - Tel. e Fax 06/3216882 C.F. 80248150585 - Partita IVA n. 10925071002e-mail: [email protected] (per il periodico sociale)e-mail:[email protected] (per l’amministrazione)www.assoaeronautica.it (per l’Associazione)www.cesmaweb.org (per il Centro Studi Militari Aeronautici)c/c.p. ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA, 310003c/c. banc. n. 000000136949 Banca Popolare di Lodi Ag. 4 -via Pompeo Magno, 25 - 00192 Roma - IBAN: IT20 F 05164 03204 000000136949Realizzazione grafica e stampaRaia srl - 00166 Roma, via G. B. Impallomeni, 66Tel. 06/6690252 - Fax 06/5599675 - e-mail: [email protected]

Registr. Tribunale di Roma n. 5315 del 12.7.56Iscrizione al R.O.C. n. 6972“Aeronautica” fruisce dei contributi statali diretti di cui alla L. 7/8/1990, n. 250

Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

Gli articoli rispecchiano esclusivamente le opinioni degli autori. Proprietà letteraria, artistica e scientifica riservata. Per le riproduzioni, anche se parziali, dei testi,è fatto obbligo citare la fonte.I testi delle collaborazioni - che si intendono comunque inviati a titolo di libera-lità - anche se non pubblicati, non si restituiscono.

Chiuso in redazione il 21 maggio 2012.

Il periodico sarà inviato in omaggio a “sostenitori” che verseranno almeno unasomma annuale di € 21,00; il predetto invio si riferisce al solo territorio naziona-le. Per spedizioni all’estero si invita a prendere contatti con l’amministrazione.

In copertina

Primo volo dell’AW169Il 10 maggio, a Cascina Costa, ilprototipo del nuovo biturbina leggerointermedio Agusta Westland AW169ha compiuto il primo volo, pilotatodal capo pilota collaudatore Giusep-pe Lo Coco che aveva a fianco l’altrocollaudatore Giuseppe Afuni.Nel dare la notizia l’azienda costrut-trice del velivolo - che fu presentatoin mock-up al pubblico il 19 luglio2010 al 47° Farnborough Internatio-nal Air Show - ha detto che si preve-de di ricevere la certificazione civileiniziale nel 2014 e che stima cheentro il 2030 ne saranno operativicirca 1.000 esemplari.Dell’AW169, è prevista la realizzazio-ne di altri tre prototipi entro il 2013.

ISSN: 0391-7630

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Nella foto a fianco:

Un T-6 con i codici della Scuola Centrale Istrut-tori di Volo (SCIV) è stato recentemente posi-zionato davanti al Comando della Scuolamarescialli dell’AM di Viterbo.Particolarmente apprezzate per questo “Gateguardian” le rifiniture e la colorazione che lo ren-dono “preda” ambita per i numerosi collezionistidi immagini di questa categoria di aerei.

Giancarlo Garello, BataillesAérennies: Guerre sur le désert (3epartie). LELA Presse, Boulognesur Mer. Cm 21 x 29,7, pp. 96.Euro 13,00.

Con la terza puntata la ricostruzionedelle vicende della Regia Aeronauti-ca in Africa Settentrionale preparatada Garello per l’editore franceseLela Press si spinge dalla controffen-siva inglese del novembre 1941 (ope-razione Crusader) fino alla battagliadi El Alamein. Un periodo impor-tante, nel quale gli italiani si batte-rono spesso bene con armi quasipari all’avversario, almeno sino almassiccio afflusso di mezzi statuni-tensi. Ciò, come sottolinea l’editorein una breve prefazione, è quasicompletamente sconosciuto fuorid’Italia, rendendo apprezzabile l’im-pegno di divulgazione internaziona-le. Come nelle due precedenti punta-te, dopo una breve introduzionegenerale la narrazione è articolataattorno alle vicende dei singolireparti, con grande puntualità suisingoli fatti d’arme qualche diffi-coltà nella percezione del quadrod’insieme del fronte. Pur conservan-do la ricchezza di fotografie ancheinedite e di illustrazioni (compresi20 profili a colori, molto eleganti matalvolta non troppo fedeli), il fasci-colo presenta una grafica rinnovatae più movimentata. È già annuncia-ta una quarta puntata per conclude-re la trattazione.

Disponibile presso le librerie specia-lizzate o l ’editore (www.avions-bateaux.com; 29 rue Paul Bert,62230 Outreau, Francia)

Gregory Alegi, Il ritorno deiRomeo. Storia e restauro dei bipla-ni Ro.37 e Ro.43, Roma, EdizioniRivista Aeronautica, 2012. Cm 29,7x 21, pp. 136, Euro 15,00.

Il libro dedicato al restauro di unvelivolo storico è un genere oramaitradizionale, con una scansione deicontenuti che parte dalla storia deltipo, prosegue con quella dell’e-semplare e i lavori effettuati perconcludersi con l ’esposizionemuseale o il ritorno in volo. Que-sto volume, che scaturisce dall’av-venturoso recupero di numerosecarcasse di Ro.37 nel 2005, viaggiunge un capitolo introduttivosulla storia della Romeo/IMAM(illustrando quasi tutti i tipi pro-dotti), la vicenda dell’esportazionedei Ro.37 in Afghanistan e ladescrizione parallela dell’analogoidrovolante Ro.43. La prefazionedel gen. SA Giuseppe Bernardis,capo di Stato Maggiore dell’AM,fornisce la chiave di lettura del-l’impegno per gli aerei storici, ed ilten. col. Massimo Mondini viaggiunge i l punto di vista delMuseo Storico, del quale è statodirettore, che ha visto i due restau-ri concludersi a distanza di pochimesi l’uno dall’altro. Riccamenteillustrato con oltre 300 fotografie,due profili a colori e un disegno

cinque viste tecnico di MarcoGueli, i l l ibro si avvale di unacopertina che molti lettori ricorde-ranno per averla vista esposta informa di quadro in AccademiaAeronautica sin dal 1937. (SB)

Disponibile presso le librerie specia-lizzate o l’editore (viale dell’Univer-sità 4, 00185 Roma)

Sarah Bruna, Poteri e doveri delcomandante di aeromobile, Edi-zioni Mediterranee, Roma, 2012.Cm 15 x 27,5, pp. 240, euro 28.ISBN 978-88-272-2178-5.

Il recente naufragio della nave dacrociera Costa Concordia ha ripor-tato sotto i riflettori il ruolo delcomandante. Questo manuale tipi-camente giuridico lo colloca - nellasua versione aeronautica, beninteso- nel contesto normativo aeronauti-co (capitolo 1), ne esamina la figura(cap. 2) per passare quindi a poterie autorità (cap. 3) e doveri e respon-sabilità (cap. 4) per concludere conuna decina di casi concreti chevanno dal passeggero ubriaco allaresponsabilità per l’idoneità delmezzo al volo (cap. 5). Il testo sipropone dunque agli operatori, aglistudenti di materie aeronautiche eagli allievi piloti.

Disponibile in libreria.

LibriLibria cu ra d i Gr ego ry Al eg ia cu ra d i Gr ego ry Al eg i

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L’Aeronautica Militare 4

Al Distaccamento AM di Brindisi la “Medaglia della Carità”

Al via le celebrazioni pr il 75° anniversario dell’aeroporto di Viterbo

Il gen. Oreste Genta presidente onorario di “Gente del 15°”

Scienza, spazio, tecnica e industria 6

Varie 8Le nuove frontiere del volodi Mario Arpino

Relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario della Corte d’appello militaredi Vito Nicolò Diana

Il 25° vertice della NATO

Verso il dimezzamento della capacità aerea della Protezione civile?di Gregory Alegi

… poi venne la coppa mini Schneiderdi Carlo d’Agostino

Legislazione, pensionistica e trattamenti economici 23

L’Associazione Arma Aeronautica 27

Libri 43

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Cambi di comando e assunzioni d’incarico nell’AM

Il 26 aprile, a Poggio Renatico, il gen. DA Mirco Zuliani ha assunto la responsabilità del Co-mando Operazioni Aereee (COA) subentrando al gen. SA Mario Renzo Ottone.Il gen. Zuliani, nato a Treviso nel 1953, dopo la frequenza dell’Accademia Aeronautica con il

corso Pegaso 3° ed il conseguimento del brevetto di pilota militare, viene assegnato al 51°Stormo dove resta fino al 1983 quando viene trasferito al Reparto Sperimentale Volo per lafrequenza del corso per pilota collaudatore sperimentatore in Gran Bretagna e il successivo impiego nel RSVstesso dove è stato responsabile di vari programmi di sperimentazione e ha presentato in vo-lo sia il velivolo G.222, sia il Tornado.Nel 1990 è destinato al 3° Stormo, dove ha comandato il 132° Gruppo e ricoperto l’incarico dicapo Ufficio operazioni.Nel 1993 viene trasferito al 4° Reparto dello SMA che lascia nel 1998 per assumere il comando del 36° Stormo aGioia del Colle. Nel 2000 è assegnato al Comando della Squadra Aerea dove ricopre vari incarichi tra i quali quellodi vice capo di Stato Maggiore.Nel 2003 è trasferito al Comando Logistico come capo della 2ª Divisione che lascia nel 2006 perché nominato Ad-detto per la Difesa e Cooperazione per la Difesa presso l’Ambasciata d’Italia a Washington.Nel 2009 diviene capo del IV Reparto del Segretariato Generale della Difesa e Direzione Nazionale degli Arma-menti in qualità di responsabile di tutti i programmi di armamento della Difesa che lascia nel giugno 2011 in quantonominato comandante del Centro Sperimentale Volo di Pratica di Mare.Il gen. Zuliani ha frequentato numerosi corsi di specializzazione in Italia e all’estero, è laureato in scienze aeronau-tiche e in scienze internazionali e diplomatiche, ha l’abilitazione al pilotaggio di oltre 45 velivoli ed ha al suo attivopiù di 3.700 ore di volo.

Il 28 Aprile, presso l’aeroporto militare afghano di Shindand, il col. pil. Efrem Moioli ha sostituito il pari grado LuigiCasali nell’ambito dell’avvicendamento fra il terzo e il quarto team di “advisor” dell’AM, cui è affidato l’addestramen-to delle forze militari afghane iniziato nel 2010.

L’11 maggio, in Kosovo, il col. pil. Giuseppe Massimetti ha assunto il comando della Task Force Air” (TFA) di Gja-cova/Djakovica subentrando al pari grado Franco Trozzi.

L’11 maggio, a Brindisi, nel corsodi una solenne cerimonia, il lo-cale Distaccamento AM ha ri-

cevuto la “Medaglia della Carità” Na-zionale di Bronzo da partedell’Associazione Internazionale Re-gina Elena, Delegazione Italiana On-lus di Modena, per - si legge tra l’altronella motivazione - aver «sempresvolto con continuità, mediante l’ope-ra esemplare, silenziosa e insostitui-bile del proprio personale militare ecivile, l’attività operativa istituzionaleassegnata ed al quale lo Stato Mag-giore dell’Aeronautica Militare ha affi-dato il delicato compito di supportarele agenzie dell’ONU presenti sullaBase nelle operazioni di “peacekee-ping” ed “umanitarie” in favore dellepopolazioni colpite dalla guerra e dal-le calamità naturali».

L’onorificenza è infatti conferita «apersone, Istituzioni ed organizzazio-ni italiane e straniere che operanoin armonia con gli ideali di genero-sità ed aiuto dei deboli, ai quali èispirata l’azione dell’Associazione eche si sono distinte nell’adempi-mento dei fini istituzionali agendogenerosamente in aiuto dei deboli edelle persone in difficoltà».Ricordiamo in proposito che il Distac-camento AM di Brindisi, posto alle di-pendenze del vice comandantelogistico dell’Aeronautica Militare, for-nisce supporto alle attività di “pea-cekeeping” del Centro ServiziGlobale delle Nazioni Unite (UNGSC)e umanitarie della Base di Pronto In-tervento Umanitario (UNHRD).Presenti all’evento, tra gli altri, il vi-ce presidente dell’Associazione Re-

gina Elena Gaetano Casella, il pre-fetto di Brindisi Nicola Prete, il capodi Stato Maggiore del Comando Lo-gistico dell’AM gen. DA FabrizioDraghi, varie autorità religiose e ci-vili del capoluogo, il personale delDistaccamento guidato dal col. pil.Giambattista De Giuli, una rappre-sentanza degli enti del Presidio enumerose rappresentanze con La-bari delle locali associazioni d’armae combattentistiche.

Al Distaccamento AM di Brindisi la “Medaglia della Carità”

4 AERONAUTICA 5/2012

AERONAUTICAMILITARE

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Terminato al 61° Stormo il 4° Corso LIFT

Il 20 aprile, alla Scuola di Volodi Galatina, si è svolta la ceri-monia per la consegna dei di-

plomi ai piloti militari destinatialle linee aerotattiche avanzateche hanno completato con suc-cesso il 4° Corso preoperativo2011, ovvero il “Lead In FighterTraining” (LIFT).I l corso, si legge in una notadell’AM, è stato tenuto su velivoliMB-339CD da istruttori del 212°Gruppo SMI (Slow Movers Inter-ceptor) ed ha avuto una durata dicirca sei mesi, durante i quali ifrequentatori, tra cui un allievoaustriaco, hanno appreso gli ele-menti basici dell’attività operativasu velivoli da caccia, provandoinoltre in volo, anche presso ilPoligono di tiro di Decimomannu,i profili tipici delle missioni di at-tacco al suolo e combattimentoaria-aria. Attività opportunamenteintegrata da un programma di ad-destramento teorico e un corsobasico di “intelligence”.

Il gen. Oreste Genta presidente onorario di “Gente del 15°”

Il 21 aprile, sull’aeroporto di Centocelle, il gen. SA Oreste Genta, è stato no-minato socio onorario dell’Associazione “Gente del 15°” e presidente onora-rio di tale sodalizio che riunisce quanti sono stati in forza a tale reparto.

Il gen. Genta, unico vivente degli allievi del CorsoLeone dell’Accademia Aeronautica iniziato nel-l’anno 1931, ha trascorso l’intera vita operativanella Ricognizione Marittima Lontana (RML) pre-stando servizio in alcune unità che, ancora oggi,fanno parte del 15° Stormo, come la 141ª e la142ª Squadriglia e l’82° Gruppo (oggi 82° CentroCSAR).E proprio la circostanza di far “rivivere” nell’odier-no 15° Stormo alcune delle Squadriglie e deiGruppi della RML identifica in tale specialità unadelle radici dello Stormo, oltre a quelle derivantidal 15° Stormo bombardamento diurno e dai Re-parti del Soccorso Aereo che operarono, sia du-

rante il secondo conflitto mondiale, sia nel dopoguerra.Il gen. Genta volò a lungo sul mitico idrovolante Cant Z.501 Gabbiano, deno-minato “Mammajut”, e su tale velivolo, il 28 aprile 1942, si meritò, insieme agliquattro altri membri del suo equipaggio, la medaglia d’argento al VM sul cam-po (v. anche quanto pubblicato in merito a pag. 27 di Aeronautica n. 11/2011 inoccasione del suo centesimo anno di età).Presenti alla cerimonia, tra gli altri, gli attuali comandanti della 141ª e 142ªSquadriglia, il comandante dell’82° Centro di Trapani e quello del 15° Stormo(Cervia). La giornata si è conclusa con il grido finale del 15° Stormo, quel “Mammajut!”,soprannome del velivolo sul quale svolse numerose ore di volo in pace e inguerra, la cui origine è stata ricordata a pag. 29 di Aeronautica n. 2/2012.

Al via le celebrazioni per il 75° anniversario dell’aeroporto di Viterbo

Con l’inaugurazione della Mostra di aeropittura, medaglistica ed araldica “Icaro e Icona” presso la Chiesa diSant’Egidio di Viterbo, nel pomeriggio del 17 maggio, hanno avuto ufficialmente inizio le celebrazioni per il75° anniversario della costituzione dell’aeroporto militare ubicato nel capoluogo della Tuscia (v. anche pag. 37

di Aeronautica n. 3/2012).Alla presenza delle autorità militari e civili di Viterbo il col. nav. Antonio Coppola, comandante della Scuola mare-scialli dell’AM e l’assessore Claudio Ubertini, in rappresentanza del sindaco di Viterbo, hanno tagliato il nastro trico-lore, sancendo così l’apertura della Mostra e l’inizio delle celebrazioni per la ricorrenza citata.Nel suo intervento il col. Coppola ha ricordato l’importanza delle celebrazioni che, nel commemorare un evento dinotevole valore storico, costituiscono significative occasioni di incontro con la popolazione locale per rinsaldare queilegami tra la città e la Forza Armata presente sul territorio viterbese da ben 75 anni, legami sottolineati con compia-

cimento anche dall’assessore Ubertini.La mostra, che è rimasta aperta fino al 22 maggio, si sviluppava su tre spazi esposi-tivi. Nella sezione Aeropittura erano presenti molte opere realizzate dalla pittriceMarcella Mencherini con l’intento, come ella ha illustrato, di fornire un contributo persottolineare un’attività eroica come quella aviatoria ricordandone le più importantiimprese della storia. Nella sezione Medaglistica erano esposti, tra l’altro, le medagliecommemorative dei Corsi normali della Scuola marescialli dell’AM dal 3° Chiron al14° Reshef e sei medaglioni raffiguranti gli emblemi distintivi dei Corsi normali dellastessa Scuola, dall’8° Izar al 13° Phoenix, tutti realizzati dall’artista Luciano Zanelli.Nella sezione sull’Araldica Militare, infine, erano esposti i gagliardetti della quartagenerazione dei Corsi normali dell’Accademia Aeronautica e tutti i gagliardetti deiCorsi della Scuola marescialli dell’Aeronautica Militare.

AERONAUTICA MILITARE

5AERONAUTICA 5/2012

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SCIENZA, SPAZIO,TECNICA E INDUSTRIA

AERONAUTICA 5/20126

La Russia per una base lunare permanente

Anche l’agenzia spaziale russa Rosco-

smos, dopo la Cina che pare si stia

avviando in tal senso, ha recente-

mente annunciato il progetto per l’invio sulla

Luna, entro il 2030, di una missione umana

e quello per la possibile costruzione di una

base permanente sul nostro satellite - even-

tualmente con la collaborazione di partner

statunitensi, europei ed anche indiani - pre-

cisando che l’avvio di questa attività lunare

è programmato per il 2015 con il lancio di sonde spaziali senza equipaggio.

Si tratta delle sonde Luna-Resurs e Luna-Glob (sfera lunare) progettate per

lo studio dei poli nord e il sud lunari alle quali si aggiungeranno, a partire dal

2020, altre missioni, denominate Lunar-Grunt (grunt significa appunto suolo)

che - a similitudine della Phobos-Grunt per l’esplorazione di Marte, lancio pe-

raltro fallito (v. pag. 7 di Aeronautica n. 1/2012) - porteranno sulla Luna pic-

coli rover allo scopo di raccogliere e analizzare campioni del suolo lunare.

Dopo questa prima fase di studio della Luna, saranno lanciati due rover più

grandi che, nel corso di un’attività che potrebbe durare anche cinque anni,

avranno il compito di esplorare un’area di circa 30 km di diametro intorno ai

possibili luoghi di sbarco.

Seguiranno, infine, gli esami dei dati raccolti allo scopo di definire i dettagli

per la costruzione di una base lunare con equipaggio.

I satelliti di Galileosuperano le prove

Iprimi due satelliti operativi del si-stema europeo di navigazione sa-tellitare Galileo, hanno superato

le prove previste e sono pronti adoperare.I due IOV (In-Orbit Validation), chesono stati lanciati il 21 ottobre scor-so (v. pag. 17 di Aeronautica n.11/2011 a precedenti articoli in es-so richiamati), saranno raggiuntinella prossima estate da altri dueIOV permettendo così di validaretutto il sistema fornendo informa-zioni di posizionamento in tre di-mensioni.Ricordiamo che il Galileo è un si-stema satellitare globale di naviga-zione civile sviluppato in Europacome alternativa al Global Positio-ning System (NAVSTAR GPS), con-trollato invece dal Dipar timentodella Difesa degli Stati Uniti.

Ancora sul programma ExoMars dell’ESA

ExoMars (v. anche pag. 11 di Aeronautica n. 2/2006) è un programma europeo di esplorazione mar-ziana attualmente in fase di sviluppo da parte dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) in collaborazio-ne con la NASA, programma che prevede l’invio su Marte, nel 2016, di un orbiter e di un

dimostratore tecnologico di ingresso e discesa, e di due rover, uno europeo ed uno della NASA, nel 2018.La missione, che fa parte del programma Aurora (v. stessa pagina sopraindicata), comprende sia attivitàdi sviluppo tecnologico, sia ricerche di elevato interesse scientifico. La missione, infatti, è stata progettataper fornire all’Europa nuove tecnologie per l’esplorazione di Marte, in particolare per il sistema di ingres-so, discesa e atterraggio (EDLS) che sarà sperimentato nella prima missione, e il sistema Drill andSample Preparation and Distribution (SPDS), che sarà provato sul rover della seconda missione.Ricordiamo che, per quanto riguarda l’Italia, il nostro Paese ha stanziato 281 milioni di euro per la mis-sione e che ospiterà anche un centro di controllo.La prima parte della missione congiunta avverrà nel 2016, mediante il lancio di un orbiter (Mars

Trace Gas Mission) e del dimostratore tecnologico EDLS con un vettore Atlas V messo a disposizione dalla NASA.�Nel 2018 sarà lanciato un secondo Atlas V con i due rover: l’Exomars europeo e quello statunitense. Dopo essersiposato sul suolo marziano, ExoMars inizierà la sua missione della durata di sei mesi, mentre l’orbiter studierà il Pia-neta Rosso per non meno di sei anni.Il rover utilizzerà sia pannelli solari per generare elettricità, sia un’unità di produzione di potenza a decadimento diatomi di Plutonio. A causa delle difficoltà di controllo a distanza, dovute al ritardo della trasmissione dei segnali acausa della distanza stessa, ExoMars utilizzerà un software autonomo per la navigazione sulla superficie marziana.I dati saranno inviati sulla Terra dalla sonda europea Mars Express (v. pag. 19 di Aeronautica n. 6/2003), dalla sonda sta-tunitense Mars Reconnaissance Orbiter (v. pag. 21 di Aeronautica n. 8/2005) o dall’orbiter che sarà lanciato nel 2016.I principali obiettivi scientifici di ExoMars sono:- studiare l’ambiente biologico della superficie marziana e cercare eventuali tracce di vita, passata o presente;- caratterizzare la geochimica del pianeta e la distribuzione dell’acqua;- identificare possibili pericoli sulla superficie in previsione di future missioni con equipaggio;- aumentare la conoscenza dell’ambiente e la geofisica marziana.Altri obiettivi riguardano lo sviluppo di tecnologie in vari campi, necessarie per il successo di future missioni roboti-che e con equipaggio, quali il trasporto su Marte di grandi carichi, lo sviluppo di energia solare sulla superficie e lamobilità sul suolo marziano.

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Lanciato il missile indiano Agni-V

Alle 8,07 locali del 19 aprile, l’India, da una piccolapiattaforma collocata su delle rotaie a Wheelerisland, al largo delle coste dell’Orissa, ha effettuato

con successo il primo lancio di prova del nuovo missilebalistico intercontinentale Agni-V, capace di trasportaretestate nucleari con un raggio di azione di oltre 5.000 kmed in grado, quindi, di raggiungere le città cinesi di Pechi-no e Shanghai.L’Agni-V è un missile a combustibile solido a tre stadi,progettato per trasportare una testata nucleare da 1,5tonnellate. È alto 17,5 metri ed è stato realizzato esclusi-vamente con tecnologie indiane, con un costo di 486 mi-lioni di dollari. Il missile, che può essere spostato in tutto ilPaese tramite strade o rotaie, può essere utilizzato ancheper il lancio di satelliti in orbita. Nell’esperimento odiernol’Agni-V ha raggiunto senza problemi un’altitudine di oltre600 chilometri, quota dove, come programmato, è stato ri-lasciato il carico che aveva a bordo.A questa primo lancio - affinché il missile possa entrarea pieno titolo nell’arsenale indiano - ne seguiranno altri;tuttavia quello ora effettuato, è stato sottolineato nell’oc-casione, è già considerato come un grande passo avantinegli sforzi dell’India per contrastare il dominio della Ci-na nella regione e per diventare una rispettata potenzamondiale.

SCIENZA, SPAZIO, TECNICA E INDUSTRIA

AERONAUTICA 5/2012 7

Cinque anni di attività di AGILE

Il Satellite AGILE (Astrorilevatore Gamma adImmagini LEggere) dell’ASI (v. pag. 13 di Ae-ronautica n. 12/2011 e articoli precedenti in

esso richiamati) ha festeggiato i suoi primi cin-que anni di attività nello spazio.Lanciato il 23 aprile 2007, in questi 1.820 gior-ni di volo, ha studiato l’astrofisica delle alteenergie con i tre rivelatori che compongono lostrumento scient i f ico di AGILE: i l Si l iconTracker, Super-AGILE e il Mini-Calorimetro.Ricordiamo, in par ticolare, che gli obiettiviscientifici della missione� AGILE sono quelli diindagare i fenomeni più energetici e potentiche avvengono nel Cosmo come, ad esempio:Lampi Gamma (Gamma Ray Burst - GRB),Nuclei Galattici Attivi (Active Galactic Nuclei -AGN) e agglomerati di galassie, Pulsar, sor-genti di radiazione gamma non ancora identifi-cate, buchi ner i galatt ic i , Microquasar,processi di accrescimento intorno a stelle dineutroni, resti di Supernovae, sorgenti TeV,emissione diffusa nei raggi gamma, buchi nerisupermassicci.

Chiusa la missione Envisat dell’ESA

La missione dell’Envisat (Environmental Satellite) il satellite ambientale svilup-pato dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA) per controllare l’ambiente terrestrenel suo complesso, è stata definitivamente chiusa il 9 maggio dopo che non è

stato possibile risolvere i molti problemi causati dalla cessazione, a partire dall’8aprile, dei contatti tra il satellite stesso e la stazione di controllo senza che ne siastata ancora individuata la causa.Envisat, le cui dimensioni sono di 25×7×10 metri (pannello solare compreso) conun peso di 8.000 kg circa, era stato lanciato il 1º marzo 2002 con un vettore Ariane5 che lo aveva collocato in un’orbita polare sincrona con il Sole ad un’altezza di cir-

ca 800 km dalla Terra.Envisat aveva a bordo nove strumenti per l’osservazione di parametri ambientali, che coprivano ogni ambiente del-la Terra (acqua, terra, ghiaccio e atmosfera) utilizzando diversi metodi di misura.La durata inizialmente prevista della missione era di cinque anni, ma nel 2010, dopo otto anni di servizio, la sua or-bita era stata modificata per allungare la sua operatività di altri tre anni.

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Dopo cent’anni o poco più, lastraordinaria avventura del vo-lo non può certo dirsi conclusa.

Nuove sfide già spuntano all’orizzon-te. Ad esempio, ci sono ampie porzio-ni del l ’al ta atmosfera ancorainesplorate dal punto di vista aerodi-namico e, sotto questo profilo, il voloipersonico (velocità pari a cinque vol-te quella del suono o superiori) è an-cora un i l lustre sconosciuto. Lostesso Space Shuttle, da poco a ripo-so, sembrava un mezzo la cui sicu-rezza era data per scontata, mentre,nella fase di rientro, in realtà era unvero e proprio aeroplano che attraver-sava a regime ipersonico una largafascia dell’atmosfera senza prima es-sere stato oggetto di sperimentazioneintensiva. Ha compiuto in tutto 135rientri (di cui uno, quello del Colum-bia, finito tragicamente) senza maideviare da quell’unico sentiero e daquei rigidi parametri che il computerdi bordo riconosceva come sicuri. Aldi fuori di questo, l’ignoto. È come sefacessimo volare un Airbus senza pri-ma aver effettuato alcun volo di col-laudo o di ver i f ica di caratterestrutturale e aerodinamico nelle con-dizioni più critiche. Tante simulazionial computer, questo sì, ma non tuttecon parametri certi.

Il volo ipersonicoCi stiamo avventurando in un settoredove le conoscenze tecnico-scientifi-che oggi sono solamente all’inizio. C’èda esplorare una fascia, che va dai 50ai 400 mila piedi (per leggere appros-simativamente in metri basta dividereper tre), al momento attraversata so-lamente per i rari rientri da attività ex-tra-atmosferiche. È questa che stadiventando sempre più zona di con-fronto tra vari tipi di dimostratori (Spa-ce-X, Space Ship One, Linx, X-37B,C,X-51, Htv-2 ecc.), gestiti da istitu-zioni statuali o anche da iniziative pri-vate. È un nuovo scenario, cheinclude interessi industriali e commer-ciali, ma anche di sicurezza e difesa.È noto che l’Usaf, ad esempio, da

tempo ha iniziato a strutturarsi attornoad una logica di futura acquisizione dicapacità di “Aerospace Operations”,gestendo in proprio il filone dello svi-luppo di speciali tecnologie per il rien-tro atmosferico dallo spazio o dal voloipersonico suborbitale. Il programmaHtv-2 (Hypersonic Technology Vehi-cle) è stato creato espressamente perquesto. Prima di parlare delle possibiliapplicazioni civili, è bene soffermarsiancora un attimo su quelle militari, dacui poi deriveranno le tecnologie dibase generali. A parte il caso partico-lare dei rientri dallo Spazio, per rag-giungere velocità superiori a cinquevolte quella del suono con motori “airbreathing” (atmosferici) occorre ovvia-mente volare dove l’aria è rarefatta(poca resistenza), ma ancora suffi-ciente per alimentare la combustione.Ciò presumibilmente può avvenire uti-lizzando autoreattori o statoreattori(compressione aerodinamica, chenon necessitano di turbina) a quotevariabili tra i 100 mila e i 150 mila pie-di. La Boeing, assieme all’Air ForceResearch Laboratory della base spe-rimentale di Wright-Patterson, ha co-struito quattro prototipi deldimostratore X-51 A, di cui il primo -andato perduto dopo essere stato lan-ciato in quota da un B.52 - ha comun-que raggiunto l’obiettivo di entrarestabilmente in volo ipersonico, tra-smettendo a terra tutti i dati termo-ae-rodinamici e cinematici necessari perproseguire lo sviluppo. Il requisitodell’Usaf è volto al collaudo di tecno-logie innovative da impiegare su unpotenziale velivolo con pilota a bordoin grado - entro il 2035 - di raggiunge-re in due ore, volando a dieci volte lavelocità del suono, qualsiasi localitàdel Globo.

Possibili applicazioni in ambito civileVa detto, innanzitutto, che questo tipodi applicazioni ha un senso solamen-te se si ha in mente un futuro svilup-po del trasporto passeggeri. Infatti,per il rientro da attività extra-atmosfe-r iche ci sono già le capsule t ipo

Soyuz o i futuri derivati dallo Shuttle eper colpire obiettivi puntuali in qual-siasi parte del mondo esistono i mis-sili balistici. Ma si tratta pur sempre divettor i e di concett i operativi nonadattabili, per loro natura, al trasportoipersonico di passeggeri civili. Perpermettere questo occorre “qualcosa”che voli molto più in alto e molto piùveloce del vecchio Concorde, circadieci volte, cui deve tuttavia essereabbastanza simile per operare con ilmedesimo concetto operativo. Vale adire decollare da una pista come unaereo, salire alla quota di trasferi-mento e accelerare con speciali ap-parecchiature ausiliarie, mantenerepoi la navigazione ipersonica propul-so da statoreattori (ramjet o scramjet)e, di nuovo, scendere ed atterrare co-me un normale velivolo. Anche qui, leproblematiche principali sono collega-te al comportamento aerodinamico influsso ipersonico, alla compatibilitàtermica dei materiali e alla tollerabilitàumana del fattore di carico. Problemi,questi, oggi solo in parte risolti. Ma iltrasporto aereo transcontinentale dipasseggeri è visto dagli scienziati co-me il futuro fruitore del volo ipersoni-co suborbitale, con parametri di quotaintorno ai 300 mila piedi ed una velo-cità di circa 20 volte quella del suono.Molto alta, ma ancora abbastanzabassa da impedire a questo aereotutto particolare di entrare in orbita.Con questa velocità - si tratta di pocopiù di sette chilometri al secondo -basterebbero 20 minuti per viaggiareda Roma a New York in volo suborbi-tale, cui andrebbero aggiunti un’altraventina di minuti per le procedure diinserimento in traiettoria e per quelledi atterraggio. Un po’ più in alto degliaerei ed un po’ più in basso dellaStazione Spaziale: è in questa fascia,regno dell’ipersonico, che si giocheràil destino del trasporto intercontinen-tale. Non è fantascienza, come po-trebbe sembrare. Le tecnologie sonoa buon punto, ma mancano ancoradue tasselli fondamentali: il completa-mento sperimentale dello studio ae-

Le nuove frontiere del volodi Mario Arpino

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rotermodinamico e la realizzazione diun propulsore idoneo ad un’accelera-zione progressiva, che non disturbitroppo, fino al fatidico Mach 20.

Un puzzle da sviluppare, ma giàconcepitoSecondo il colonnello Roberto Vittori,astronauta dell’ESA e pilota speri-mentatore dell’A.M. che di rientri at-mosferici ipersonici se ne intende -non solo per averli sperimentati dipersona tre volte (Soyuz e Shuttle),ma anche per essere stato uno degli

esperti della Commissione di inchie-sta della Nasa per l’incidente delloshuttle Columbia - il volo del futuro ècome un puzzle già da tempo conce-pito, ma le cui tessere solo oggi sistanno rendendo disponibili. Non ècosa della nostra generazione, ma igiovani ingegneri che popolano i lmondo universitario e dell’industriaavranno certamente il privilegio disviluppare le ultime tappe di questocammino, se così sarà deciso. Qui inItalia c’è già una prima presa di co-scienza, nella consapevolezza che il

contributo di sviluppo conoscitivo edintellettuale che possiamo fornire nonè affatto di secondo piano. Ne sonotestimonianza alcune attività affinidell’Agenzia Spaziale Italiana, dell’U-niversità “La Sapienza”di Roma, lesperimentazioni in atto presso la gal-leria ipersonica del Centro Italiano diRicerche Aerospaziali di Capua - uni-ca al mondo per tecnologia e duratadel flusso - e lo stesso interesse con-cettuale offerto dagli ingegneri, i me-dici ed i pi lot i sper imentator idall’Aeronautica Militare.

Pubblichiamo una nota su una iniziativa statunitense relativa al personale delle forze aeree di quel paese.Una iniziativa, particolarmente interessante, che potrebbe trovare applicazione anche nel nostro Paese. (GP)

Vuoi dire senza remore cosa pensi ai tuoi capi?

Tutti nell’USAF avranno questa opportunità attraverso il Survey 2012 Climate Air Force.“L’indagine ha preso il via ufficialmente lunedi 14 maggio, e presto tutti gli aviatori riceveranno inviti e-mail con un link personalizzato per consentire loro di condividere i loro pensieri” - ha detto Nicole Ga-

mez responsabile dell’ Agenzia Manpower Air Force. Il sondaggio sarà disponibile online il prossimo 22giugno.L’indagine sul “clima” in seno all’USAF sollecita opinioni non solo del personale in servizio attivo, ma anche diquello della riserva e del personale civile. Molti sono gli argomenti sui quali si chiede di riferire, incluse le ri-sorse, la soddisfazione personale, le prestazioni dell’unità, ma anche le proposte migliorative che si ritienedebbano essere attuate.“Ogni membro della ”Total force”, militare o civile che sia, gioca un ruolo critico nel successo della nostramissione”, ha detto il segretario dell’Air Force Michael Donley. “Le domande sono molto dirette ed abbiamobisogno di un vostro feedback onesto.”“Il vostro feedback è riservato, quindi non esitate a farci sapere come vi sentite veramente”, ha detto Donley.“Se ci sono questioni che devono essere affrontate, voglio che siate sinceri e lo diciate. Vorrei sapere anchese siete soddisfatti del vostro ambiente di lavoro”I risultati dell’indagine saranno portati all’attenzione di Donley e del capo di Stato Maggiore dell’Aeronauticanel mese di settembre e serviranno a modellare l’USAF del domani.

Dieci C-27J alle forze aeree dell’Australia

Il Dipartimento della Difesa australiano ha reso noto di aver firmato un’ordinativo, del valore di 1,4 miliardi didollari, per l’acquisizione di dieci esemplari del biturbina da trasporto Alenia Aermacchi C-27J Spartan con iquali intende sostituire i DHC-4 Caribou che sono stati radiati nel 2009 dopo 40 anni di attività.

La nuova macchina, che è stata preferita all’altra concorrente CASA C-295, opererà nella linea di volo dellaRoyal Australian Air Force a fianco dei più pesanti C-130J Super Hercules e C-17 Globemaster III acquistati asuo tempo dagli Stati Uniti e con i quali si integrerà senza problemi grazie alla interoperabilità di infrastrutture,motori e avionica.Con riferimento a questa nuova acquisizione del C-27J da parte dell’Australia, è da ricordare che tale velivoloè già stato ordinato dalle aeronautiche di Italia, Grecia, Bulgaria, Lituania, Romania, Marocco, Messico e StatiUniti per un totale di 89 esemplari.

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Dati statisticiDal 1° gennaio 2011 al 31 dicembre2011 sono pervenuti al GIP-GUP 1802fascicoli e ne sono stati esauriti 1727.Il carico dei procedimenti pendenti èquindi aumentato da 163 a 238 unità.In particolare, ne sono stati definiti1281 con decreto di archiviazione,198 con decreto che dispone il giudi-zio ordinario, 9 con decreto che dispo-ne i l giudizio immediato, 59 consentenza di non luogo a procedere,82 con sentenza di applicazione dellapena su richiesta, 54 con sentenza aseguito di giudizio abbreviato e 44con altri provvedimenti.I Tribunali militari, a fronte di 209 pro-cedimenti ricevuti, ne hanno esaurito208, aumentando il carico dei proces-si pendenti da 221 a 222.In particolare, ne sono stati definiti116 con condanna, 86 con prosciogli-mento, 1 con applicazione di pena e 5sono stati trasmessi ad altra Autoritàgiudiziaria.La Corte militare d’appello ha trattato113 processi, avendone ricevuti 108,diminuendo il carico dei processi pen-denti da 59 a 54.In particolare, ne sono stati definiti 45con sentenze di conferma, 57 consentenze di riforma, 2 con provvedi-mento di inammissibilità dell’appello e9 con trasmissione ad altra autorità. Sono stati inoltre proposti 40 ricorsialla Corte di cassazione e sono statidefiniti 28 processi (8 con sentenze dirigetto, 16 di inammissibilità, 4 di an-nullamento con rinvio), con un au-mento a 42 dei processi pendentirispetto ai 30 dell’anno precedente.Seppur non di interesse specifica-mente statistico, mi piace ricordare al-cuni obiettivi relativi alla Corte militared’appello: nell’anno appena decorsoha preso servizio come consigliere,per la prima volta, un magistrato don-na; a conferma poi della fecondaosmosi e fondamentale unitarietà del-la Giurisdizione sottolineo che dei cin-que giudici componenti l ’organicodella Corte ben quattro provengonodalla Giustizia ordinaria.

Sempre con riferimento all’ufficio chepresiedo, nel 2011 si sono avute 9cessazioni dal servizio e 10 nuoveunità di personale.Lusinghieri risultati sono stati ottenutinell’informatizzazione degli Uffici giu-diziari militari giudicanti. Infatti, nelmarzo 2011 è stata avviata la fase diesercizio del Sistema Informativo perla Giustizia Militare (S.I.G.MIL.) nellaSede Pilota del Tribunale Militare diNapoli. L’applicativo, la cui realizzazione èstata curata dall’Ufficio per i SistemiInformativi Automatizzati del Consigliodella Magistratura Militare, consentel’integrale gestione del procedimentopenale militare.Si tratta di un importante traguardoper l’Organizzazione giudiziaria milita-re, che la pone all’avanguardia in unsettore in continua evoluzione tecno-logica, soprattutto perché il sistemaprevede non soltanto la memorizza-zione ed il flusso dei dati dei procedi-menti trattati da un ufficio all’altro,secondo le cadenze dell’iter proces-suale, ma anche la generazione auto-matizzata di tutt i i documentinecessari, dalla fase delle indaginipreliminari sino al giudizio di cassa-zione e all’esecuzione.Ciò consente un notevole risparmio ditempo per le cancellerie e garantisceuna marcata efficienza operativa.L’impegno e la dedizione dei magi-strati e del personale degli Uffici giudi-ziar i mil i tar i di Napoli hannoconsentito l’ottimale messa a puntodel software, che, a brevissimo termi-ne, sarà esteso anche agli Uffici delleSedi di Roma e di Verona.Nell’ottica di una sempre più efficienteorganizzazione dell’attività di questaCorte, nello scorso anno è stato, al-tresì, dato un significativo impulsoall’attività delle Cancellerie, attraversoun’integrale revisione del modus ope-randi, che ha visto un utilizzo semprepiù diffuso e articolato degli strumentiinformatici, anche nell’ambito dellaspecifica attività di udienza.In particolare, con il determinante ap-

porto tecnico del Comando C4 Difesae del personale di questa Cor te, èstata completata la configurazionedella rete lan dell’Ufficio ed è statomesso a punto un sistema di stampa,digitalizzazione e condivisione dei do-cumenti particolarmente efficace. È stato, infine, avviato, in sinergia conla Procura Generale Militare pressoquesta Corte e con la Procura Genera-le Militare presso la Corte di cassazio-ne, un progetto di catalogazionesistematica delle decisioni pronunciatein grado di appello, correlate con quel-le trasmesse in formato digitale dagliUffici di primo grado e con quelle di le-gittimità, nella prospettiva di mettere adisposizione di tutti i magistrati militariun utile strumento di lavoro.

There are lies, greater lies … then statisticsAl di là di ogni facile ironia sulla falla-cia delle statistiche, queste che hoappena ricordato sono inappellabili: laGiustizia militare è sempre più evane-scente, prossima ad uscire di scenaper quindi trovare onorata collocazio-ne nel museo degli istituti giuridici nonpiù attuali.E qui si pongono due primi interrogati-vi. 1) è lo strumento che quasi comeuna vecchia diligenza, è divenuto tec-nologicamente obsoleto? 2) o è il vet-turino (per rimanere all’immagine) chenon è professionalmente adeguato?Vorrei non peccare di partigianeria e/opresunzione se r ispondo con dueconvinti NO.Credo si debba senz’altro condividerel’assunto che in questo peculiare conte-sto giurisdizionale non vi è traccia delletante difficoltà che caratterizzano altriambiti ordinamentali e vi è, per contro,costante testimonianza di una rispostadi giustizia tempestiva ed efficace.Non vi è alcun dubbio che sia proprioquesto il connotato fondamentale dellagiurisdizione penale militare e che a de-finirne i positivi contenuti contribuiscanole sapienti modalità attraverso le quali siconiugano gli apporti forniti dalla com-ponente togata e dagli ufficiali giudici.

Per l’interesse rivestito pubblichiamo il documento che segue relativo all’intervento che il presidentedella Corte militare d’appello ha tenuto in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario.

Relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario- Assemblea generale della Corte militare d’appello -

di Vito Nicolò Diana *

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segue

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Non è certo un caso che in nessuncontesto, né nazionale né internazio-nale, si sia mai dubitato della confor-mità del nostro modello di giurisdizionemilitare ai fondamentali canoni di indi-pendenza ed imparzialità, essenzialiper ogni vera Giurisdizione.Sicché vi sarebbero tutti gli ingredientiper salutare il nuovo anno giudiziariocon profonda soddisfazione ed espri-mere convinto plauso per il modo incui la giustizia militare è stata eserci-tata nell’anno 2011 e negli anni pre-cedenti.In realtà non è così. Sono, infatti, or-mai innumerevoli le occasioni in cui siè sottolineata l’irragionevole margina-lità della giustizia militare e si è auspi-cato un intervento legislativo che viponga rimedio.Allora perché questa sessantennalesituazione di stallo, appesa ai due in-compatibili corni della irragionevolez-za dell’assetto e pur tuttavia della suaconservazione? Dobbiamo conclude-re che la volontà sia proprio quella ditenere in vita uno strumento giudizia-rio irrazionale? Proprio nell’anno ap-pena trascorso vi è stata l’ennesimadimostrazione dell’assurdità dell’at-tuale sistema di riparto di competen-ze e si è toccato con mano i lprincipale inconveniente che esso ge-nera. La vicenda concerneva l’impie-go abusivo di personale e mezzidell’amministrazione militare e la suatraduzione processuale ha messo ca-po alla seguente situazione: per ilconsumo del carburante è competen-te il giudice militare; per l’uso indebitodei mezzi di trasporto e per l’impiegoindebito del personale è competenteil giudice ordinario.Se il diritto, prima e più che volontà,deve essere RAGIONE e leva di giu-stizia si può tranquillamente accetta-re, come un’ineluttabile fatalità, chel’imputato debba sopportare più pro-cessi per un fatto unico? E che lo Sta-to debba sostenere i l costo di piùprocessi per un fatto unico?Vorremmo conoscere le ragioni per lequali la maggior parte dei reati militaricommessi da appartenenti alle ForzeArmate è fuori dalla competenza diquell’organo giudiziario che, per det-tato costituzionale, è il giudice deireati militari commessi dagli apparte-nenti alle Forze Armate.

Reati contro la personaÈ questo un ambito affollato da ele-menti di irragionevolezza e profili divischiosità concettuale, a comincia-

re dalla mancata previsione di reatiperseguibili a querela, tradizional-mente spiegata in ragione del ca-rattere assolutamente pubblicisticodel processo penale militare e dalungo tempo contraddetta dal fattoche è ammissibile l’esercizio dell’a-zione civile.L’introduzione della querela, avrebbel’effetto di garantire maggiore coeren-za sul terreno dell’esercizio dell’azio-ne civi le in sede penale, oggiessenzialmente circoscritta nell’ambi-to dei reati di insubordinazione edabuso di autorità.La medesima prerogativa non compe-te, per contro, ai militari vittime deireati semplici di percosse, lesioni lie-vissime, ingiuria e minaccia. In questicasi occorre la richiesta del coman-dante di Corpo e nell’insussistenza ditale condizione di procedibilità non viè alcuno spazio né per il processo pe-nale né per l’azione civile all’interno ditale processo.A nostro avviso la differenza di tratta-mento che in tal modo si delinea nonappare sorretta da giustificazioni ra-zionali e non è plausibile l’assuntoche l’offesa ai beni individuali dell’in-columità fisica, onore e tranquillitàmorale debba innescare il processopenale, nella pienezza delle sue po-tenzialità di tutela, solo nei casi in cuisi accompagni all ’offesa del benedella gerarchia militare. Sono ormaimaturi i tempi per un adeguato e glo-bale riconoscimento dei fondamentalidiritti della persona in quanto tale;non è più ammissibi le che la loroadeguata protezione venga frustrataper l’atto di imperio di un’istanza dicomando e senza alcun cogente ob-bligo di tenere conto della volontàdella vittima.Non dissimili inconvenienti, inoltre, siintravedono nel contesto dei fatti of-fensivi della libertà sessuale. È notocome nessuno di tali fatti sia contem-plato dal codice penale militare, conla conseguenza che alla giustizia mili-tare non è dato alcuno strumento perreagire a fatti di prevaricazione a sfon-do sessuale che turbano gravementel’interesse, autenticamente militare,ad una serena e corretta convivenzanei tanti e variegati contesti in cui sirealizza la totalità dell’esperienza divita sub signis.Del pari il codice penale militare nonprevede i reati contro la persona acarattere colposo, compresi quelliche traggano origine da violazione dinorme cautelari intese a disciplinare

le concrete modalità di espletamentodei vari servizi di istituto. Ed è davve-ro singolare questa lacuna, postoche è evidente come nella vita milita-re, connotata da un inel iminabilecoefficiente di pericolosità, si avvertala esigenza di una normativa sostan-ziale che tenga conto di tale intrinse-ca pecul iar ietà e parametr i laresponsabi l i tà per colpa in modocoerente ed adeguato, delimitando inmodo appropriato l’ambito del rischioconsentito e senza mai dimenticareche nelle attività altamente pericolo-se sono tanti gli elementi di imponde-rabilità di cui deve tenersi conto nelconfigurare l’eventuale responsabilitàper colpa professionale.

Reati contro il patrimonioDavvero insolito e preoccupante il nu-mero di procedimenti per furto di ap-parecchi telefonici cellular i e distrumenti elettronici, che offendono ilfondamentale interesse a vivere inuna comunità fondata sull’ affidamen-to reciproco.In crescita si sono rivelati anche i fattidi abusivo uso di carte di credito o ditessere abilitate al prelievo di sommedi denaro. Ed in questi casi la magi-stratura militare ha dovuto declinare lacompetenza, perché la normativaspeciale che configura i relativi reati èrimasta al di fuori dal codice penalemilitare, che ancora una volta si è vi-sto confinato in un’area in cui non so-no penetrate le var ie norme chepuniscono le moderne e raffinate for-me di aggressione al patrimonio altruie di cui il reato di frode informatica,previsto dall’articolo 640 ter C.P., rap-presenta il più evidente esempio.Allo stesso modo non vi è certo biso-gno di rievocare i tradizionali ed odiosifenomeni di nonnismo prevaricatoreper rendersi conto di quanto sia irra-gionevole il fatto che il giudice militarenon possa conoscere dei reati com-plessi di estorsione e rapina, struttu-ralmente costituiti da fatti (fur to +violenza o minaccia) che, singolar-mente considerati, integrano reati cheappartengono alla sua competenza.

Reati contro il servizio e la disciplina militareLe recenti vicende processuali hannoposto con sempre più acutezza la que-stione se ed in che misura configuri ilreato di disobbedienza il fatto del mili-tare che non acconsenta a sottoporsiagli accertamenti sanitari necessari aifini della verifica dell’idoneità psico-fisi-

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ca. Accade che spesso i soggetti inte-ressati non diano il consenso ai neces-sari prelievi oppure lo diano solo inrelazione ad alcuni circoscritti accerta-menti, di per sé non idonei, per le limi-tate proprietà diagnostiche, aconsentire un esauriente giudizio inmerito all’incondizionata idoneità asvolgere le delicate mansioni d’ istituto.Il punto di maggior impegno critico sicoglie nella comparazione ponderatatra l’efficacia vincolante dell’ordine disottoporsi ai prelievi ed il diritto delmilitare di rifiutarsi di sottostare ad ac-certamenti sanitari.Sicché spesso la vicenda mette capoad un punto morto, in cui si scontrano,da un lato, il dovere delle istanze ge-rarchiche di effettuare l’accertamentodell’idoneità psico-fisica e, dall’altro, lavolontà del militare di rifiutare la ne-cessaria collaborazione. In siffatti casisarebbe necessario disporre di unanormativa ad hoc, che specifichi leipotesi in cui è richiesto l’accertamen-to della idoneità e preveda la risolu-zione del rapporto di impiego nel casoin cui il militare rifiuti di sottoporsi allenecessarie verifiche sanitarie. E cosìevitare che le contrapposte esigenzediano vita ad un limbo in cui l’idoneitànon è accertata ma nessuna imme-diata conseguenza si profila in capoal militare.

Reati contro il rapporto di gerarchia militareÈ noto come la fondamentale normadi cui all’articolo 199 del codice pena-le militare abbia assegnato un ruoloessenziale ai profili offensivi del servi-zio e della disciplina ed in tal mododeterminato il superamento dell’anticoprincipio secondo cui ogni attentatoall’incolumità fisica e morale del supe-riore o dell’inferiore costituiva un’offe-sa al rapporto di gerarchia militare edava vita ai gravi reati di insubordina-zione o abuso di autorità.Ciò ha posto una serie di problemi,che si riassumono nella non semprefacile individuazione dell’attinenza deifatti al servizio e alla disciplina militare.I punti nevralgici riguardano, tra l’al-tro, i rapporti tra il servizio militare egli altri servizi di istituto svolti dai mili-tari della Guardia di Finanza e deiCarabinieri.Accade, infatti, che militari liberi daimpegni di servizio offendano carabi-nieri o finanzieri in servizio di istitutoed allorquando i predetti, constatatodi avere a che fare con appartenentialle Forze Armate, li abbiano richia-

mati ad un comportamento più conso-no ai doveri del proprio stato. Non èmio compito, in questa specifica sede,dare indicazioni su quale sia la ma-niera più corretta di qualificare tali fat-t i . Qui voglio solo dare atto delcostante sforzo della giurisdizione mi-litare di ricostruire le situazioni in mo-do da scongiurare la pesanteconclusione che in ogni e qualsiasimomento si instauri una relazione conil fondamentale interesse della disci-plina militare e si configurino i gravireati di insubordinazione o di abusoautorità, come potrebbe accadere nelcaso in cui si attribuisse valore deter-minante a quel richiamo alla disciplinae i soggetti coinvolti fossero superioriin grado dei carabinieri o finanzieri inservizio.

Reati di falsoNell’ambito dei reati di falso si coglieun altro dei più evidenti paradossi del-la giurisdizione militare. Ognuno di noipuò rendersi conto di come tali reatisiano uno dei mattoni costitutivi deireati di truffa e dei reati contro l’ammi-nistrazione mil i tare e di come siaestremamente rara l’eventualità chequesti ultimi siano commessi senzacommettere anche i primi.Orbene, la risposta del codice penalemilitare è … inesistente. In esso sonocontemplati due soli reati di falso: ilfalso in foglio di via o di licenza e l’u-surpazione di decorazioni o distintivimilitari. Per il resto vi è assoluto silen-zio e non vi è alcuna traccia delle tan-te falsità documentali che costellano ilcodice penale comune.La conseguenza è facilmente intuibile.Talvolta il giudice militare deve decli-nare la competenza per il reato chegli appartiene, in quanto connessocon un più grave reato di falso docu-mentale. Molto spesso, per contro, siapre la prospettiva di due distinti pro-cessi: quello per il reato militare, so-vente i l reato di peculato, che sicelebra dinanzi alla giustizia militare;e quello per il falso, che ha rappresen-tato lo strumento per la commissionedel primo e che viene consegnato algiudice ordinario. Due processi per unfatto unico; duplice sofferenza per gliimputati; duplice onere per l’Erario.Lascio a voi trarre le conclusioni daquesto stato delle cose.

Reati contro l’amministrazione militareL’amministrazione militare è un’artico-lazione dell’amministrazione pubblica

e buona parte dei soggetti che vi ope-rano rivestono senza dubbio le qualifi-che di pubblico ufficiale ed incaricatodi pubblico servizio. Ciò nonostante, i reati contemplati dalcodice penale mil i tare sono soloquattro: peculato, malversazione, pe-culato del portalettere, peculato me-diante profitto dell’errore altrui. Deitanti ulteriori reati previsti dal codicepenale comune non vi è traccia. E perrendersi conto dell’ampiezza della la-cuna basti considerare che non ap-partengono alla giurisdizione militarei reati di corruzione, concussione,abuso di ufficio ed omissione di atti diufficio. E non solo. Anche il reato dipeculato militare, rimasto fermo al-l’antica configurazione di fatto checontempla indifferentemente condottedi appropriazione e distrazione, si èsfilacciato nel corso del tempo ed haperso buona parte del suo contenuto.E ciò per la risolutiva ragione che lalegge n. 86 del 1990, che ha profon-damente inciso sulla struttura del cor-r ispondente reato comune,ampliando l’abuso di ufficio e dandovita al peculato d’uso, si è completa-mente dimenticata delle norme delcodice penale militare. Il resto è noto,fatto di sentenze del giudice delle leg-gi che hanno censurato l’irragionevo-lezza del la più grave discipl inaprevista dal codice penale militare edhanno statuito che i fatti di peculatod’uso e di antico peculato per distra-zione sono fuorusciti dall’alveo delpeculato militare e costituiscono ireati comuni di peculato d’uso edabuso di ufficio.La conseguenza che ne è derivata èdavvero sconsolante. Fatti di abuso di-rettamente incidenti sul servizio milita-re e lesivi di interessi militari sonodiventati reati comuni e sono passatialla competenza del giudice ordinario.La stessa situazione è riscontrabile ri-spetto ai reati di abuso di ufficio edomissione di atti di ufficio.E questa lacuna di carattere generale èancora più incomprensibile se si consi-dera che il codice penale militare pre-vede fatti di omissione e di specificoabuso di ufficio, quali, per citarne alcu-ni, i reati di inadempienza nelle sommi-nistrazioni militari, di requisizionearbitrarie ed abusiva, dell’abuso nell’im-barco di merci e dell’abuso nel lavorodelle officine e di altri laboratori militari.

Profili processualiIl recente decreto legge n. 211 del2011, convertito con modificazioni in

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legge il 17 febbraio 2012 n. 9, forniscel’opportunità di sottolineare ancorauna volta la lacunosa ed insoddisfa-cente disciplina che caratterizza lamateria dell’arresto in flagranza perreati militari. Il tendenziale obbligo dicondurre l’arrestato “in uno dei luoghiindicati nel comma 1 dell’articolo 284”(arresti domiciliari) consente, sia purein parte, di superare le risalenti con-troversie su quale dovesse essere ilcarcere in cui tradurre il militare sotto-posto a misure precautelari ed affidaal pubblico ministero il compito di indi-care il luogo in cui deve essere ese-guita la misura di privazione dellalibertà personale.Ciò premesso, non vanno sottaciutealcune difficoltà applicative, dipenden-ti dal fatto che la nuova norma esclu-de, tra l’altro, che si dia corso agliarresti domiciliari nel caso in cui l’abi-tazione o l’alternativo luogo di privatadimora siano “ubicati fuori dal circon-dario in cui è stato eseguito l’arresto”.In tal caso si prevede che l’arrestatosia custodito “presso idonee strutturenella disponibil i tà degli uff icial i oagenti di polizia giudiziaria che hannoeseguito l’arresto o che hanno avutoin consegna l’arrestato “.Non è, infatti, semplice adattare que-sta previsione alla realtà dell’ordina-mento giudiziario militare. In primoluogo si pone la questione di qualesia il “circondario” di riferimento, sequello che delimita la competenza ter-ritoriale dei tribunali militari o quelloche contrassegna l’ambito di compe-tenza del tribunale ordinario. Ed è evi-dente che in questo secondo casoviene a restringersi notevolmente lapossibilità degli arresti domiciliari, inragione del fatto che è frequente laeventualità che i luoghi di privata di-mora degli appartenenti alle Forze Ar-mate non coincidano con il luogo incui i predetti prestano servizio; e quin-di con il luogo in cui è stato operatol’arresto in flagranza. In secondo luo-go occorre chiedersi se a tal fine pos-sa considerarsi come luogo di privatadimora l’alloggio di servizio dei milita-ri, ubicato all’interno delle strutturemilitari e sovente condiviso con altricolleghi. Infine occorre verificare se la“idonea struttura” che la norma ponein subordine rispetto agli arresti domi-ciliari possa interpretarsi in modo dafarvi rientrare anche adeguate struttu-re ubicate all’interno della casermasede di servizio, in relazione allaeventualità che l’arresto sia stato ese-guito da agenti ed ufficiali di polizia

giudiziaria inseriti all’interno della sud-detta caserma.Rimane, comunque, la questione dipiù vasto respiro, la cui ragione d’es-sere va individuata nell’assoluta man-canza di una specif ica disciplinadell’arresto in flagranza per reati mili-tari e nell’insufficienza della disciplinaordinaria, che può essere applicatasolo ove imponga o consenta l’arrestoin dipendenza della misura della penaedittale (equiparandosi la reclusionealla reclusione militare) e che rimaneinefficace ove faccia riferimento nomi-natim al titolo del reato. Ne conseguo-no effetti davvero paradossali, chenon di rado condizionano anche l’au-tonomo processo di qualificazionegiuridica dei fatti. Si pensi al caso diun militare che usi violenza, consi-stente in lesioni personali lieve, neiconfronti di un superiore gerarchicoimpegnato nell’adempimento di servi-zi di istituto. Globalmente consideratoil fatto comprende un reato di lesionee può essere alternativamente qualifi-cato o come insubordinazione conviolenza o come violenza a pubblicoufficiale. Se si ritiene che sia insubor-dinazione con violenza, non è possibi-le l’arresto in flagranza, in quanto lapena non è superiore a tre anni di re-clusione. Se invece il fatto è ritenuto integrativodel reato di violenza a pubblico ufficia-le, di competenza del giudice ordina-rio, l’arresto in flagranza è possibile inapplicazione dello statuto generaleprevisto dal primo comma del citato381 C.p.p..Lascio a voi immaginare quali possa-no essere le conseguenze in caso diarresto eseguito sul presupposto cheil fatto integri il reato comune di vio-lenza a PU e di successiva decisionedel giudice che vi ravvisi il diversoreato di insubordinazione con violen-za, rispetto al quale l’arresto non èconsentito.

Procedimenti per crimini di guerraAnche nell’anno 2011 sono proseguitii processi per crimini di guerra com-messi da militari nazisti nella secondaguerra mondiale.La Corte militare di appello ha decisosulle impugnazioni proposte nel pro-cesso concernente l’eccidio, nell’ago-sto 1944, in Vinca e Bardine S.Terenzo, di 350 persone civili, tra iquali numerosi anziani, donne e bam-bini, eccidio addebitato ad apparte-nenti al Reparto ricognitori della XVIDivisione SS. Il processo di appello si

è concluso, in data 20 aprile 2011,con la conferma, per quattro imputati,della condanna all’ergastolo e dellacondanna al risarcimento del dannonei confronti delle parti civili, in solidocon il responsabile civile RepubblicaFederale di Germania, nonché conl’assoluzione di uno degli imputati pernon aver commesso il fatto e la decla-ratoria di non doversi procedere, neiconfronti di altri quattro, per l’estinzio-ne del reato per morte del reo.Il suddetto processo è attualmentependente dinanzi alla Corte di cassa-zione a seguito di impugnazione delresponsabile civile.Il Tr ibunale militare di Roma, consentenza del 25 maggio 2011, hacondannato tre imputati, appartenentiall’epoca alla XXVI Divisione corazza-ta, alla pena dell’ergastolo (nonché alrisarcimento del danno nei confrontidelle parti civili, in solido con il re-sponsabile civile Repubblica Federaledi Germania), per la strage di Paduledi Fucecchio (Pistoia), del 23 agosto1944, in cui persero la vita 184 civili,tra i quali 63 donne e 27 bambini.Il Tribunale militare di Verona ha con-cluso nel 2011 un delicato processoper crimini di guerra commessi dalReparto paracadutisti della DivisioneHermann Goering in paesi dell’Ap-pennino Tosco-Emiliano e nella loca-lità di Vallucciole. I l processo si è concluso con unasentenza che ha condannato buonaparte degli imputati alla pena dell’er-gastolo e al risarcimento dei danni, insolido con la Repubblica Federale diGermania citata come responsabilecivile, a favore delle numerosissimeparti civili.Ancora una volta la magistratura mili-tare si è fatta carico di questi delicatiprocessi ed ha fornito una adeguatarisposta di giustizia, in cui la faticosaopera di ricostruzione di fatti tantolontani nel tempo si è sempre accom-pagnata al pieno rispetto delle normea garanzia dei diritti della difesa.Proprio a quest’ultimo riguardo meritasottolineare che nel processo celebra-to lo scorso anno dinanzi al Tribunalemilitare di Verona si è posto il proble-ma di come assicurare la partecipa-zione al dibattimento di un difensoredi fiducia di nazionalità tedesca e nonin grado di comprendere ed esprimer-si in lingua italiana.La normativa vigente non fornisce in-dicazioni in merito e si limita prevede-re una par t icolare procedura perl’accreditamento del difensore presso

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il Tribunale, richiedendo che il mede-simo svolga la sua attività difensiva incollaborazione con un difensore ita-liano. Si è quindi posta la questione se e co-me garantire la difesa nell’ipotesi so-pra considerata, in cui la procedura diaccreditamento è stata ritualmenteespletata ma il difensore straniero,parte di un presidio di difesa che com-prende anche un difensore italiano,non sia in grado di comprendere lalingua italiana.Le possibili soluzioni mettevano capoa due distinte e contrapposte pro-spettive: da un lato quella limitativa diritenere che la conoscenza della lin-gua italiana fosse un implicito requisi-to di ammissibilità del patrocinio, conla radicale conseguenza che non po-teva consentirsi al difensore stranierodi partecipare al processo usando lalingua dello Stato di appartenenza;dall’altro si poteva prevedere l’inter-vento di un interprete e per tale trami-te consentire al difensore dicomprendere l’andamento del pro-cesso e parteciparvi attivamente.Il tribunale ha escluso la soluzioneradicale, in quanto priva di univoci ri-scontri normativi e tale da pregiudi-care l’effettivo diritto di difesa, chenel caso di specie, peraltro, concer-neva un imputato di nazionalità tede-sca ed era destinato a svilupparsi inun quadro probatorio connotato damolteplici documenti redatti in talelingua.È apparsa quindi preferibile la secon-da ipotesi interpretativa, che è statapragmaticamente adattata tenendoconto che il sistema processuale nonconsente la nomina di ufficio di inter-preti per assistere il difensore che nonconosca la lingua italiana. Su tale pre-messa si è ritenuto che adeguata edequa soluzione fosse quella di con-sentire al difensore di nazionalità te-desca di partecipare al processo conl’ausilio di un interprete di fiducia esopportandone interamente i relativioneri.

Crimini di guerra e immunità giurisdizionale degli StatiNella relazione per la inaugurazionedell’anno giudiziario militare 2011 misono soffermato sulla delicata que-stione della responsabilità civile delloStato tedesco e sulla attuale configu-razione ed ampiezza del principio del-la immunità giurisdizionale degli Statiesteri.In quella occasione si è richiamata

l’importante sentenza con la quale laCorte di cassazione, nella sua più al-ta composizione, ha affermato che ilrispetto dei diritti inviolabili della per-sona umana costituisce un fonda-mentale pilastro dell’ordinamentointernazionale e che esso ha pro-gressivamente intaccato la portata el’ambito di altri principi ai quali taleordinamento si è tradizionalmenteispirato, quale quello del rispetto dellereciproche sovranità e del riconosci-mento dell’immunità statale dalla giu-risdizione civile straniera (sentenza n.5044 dell’1 marzo 2004).Ne deriva che la norma consuetudina-ria di diritto internazionale general-mente riconosciuta - che impone agliStati l’obbligo di astenersi dall’eserci-tare il potere giurisdizionale nei con-fronti degli Stati stranieri per gli attiiure imperii - non ha valore assolutoed incondizionato e va contemperatacon il principio, progressivamente ra-dicatosi nell’ordinamento internazio-nale, del primato assoluto dei valorifondamentali della libertà e dignitàdella persona umana.In altri termini, allo Stato straniero nonè accordata un’immunità totale dallagiurisdizione civile dello Stato territo-riale; questa recede in presenza difatti di tale gravità da configurarsi qua-li crimini contro l’umanità i quali, comeacutamente osservato in un recentearticolo dal professor Vladimiro Zagre-belsky, per il fatto di ledere quei valoriuniversali di r ispetto della dignitàumana che trascendono gli interessidelle singole comunità statali, segna-no il punto di rottura dell’esercizio tol-lerabile della sovranità.Il principio di diritto affermato dallaSuprema Corte ha trovato riscontro econdivisione in numerose pronuncedegli organi giudiziari militari, tra lequali, a solo titolo esemplificativo, sisegnalano le sentenze per l’eccidio diCivitella in Val di Chiana, nelle quali laquestione della responsabilità civiledegli Stati sovrani è stata affrontatacon ampia e puntuale argomentazio-ne e che hanno trovato ulteriore aval-lo nella decisione pronunciata dallaCorte di cassazione il 21 ottobre 2008(sentenza n. 1263).Lo Stato tedesco ha ritenuto che ledecisioni degli organi giudiziari italianiviolassero le sue prerogative di sovra-nità ed ha chiesto alla Corte interna-zionale di giustizia di dichiarare laresponsabilità dello Stato italiano pernon aver rispettato, con le pronunceemesse dai propri organi giurisdizio-

nali, la norma internazionale sull’im-munità degli Stati dalla giurisdizionecivile straniera.Il problema sul quale si attendeva lasentenza della Cor te r iguardava,quindi, l’esatta portata della normasull’immunità degli Stati; in particolaresi doveva stabilire se essa, alla lucedella evoluzione dell’ordinamento in-ternazionale, coprisse anche gli attiqualificabili come crimini internaziona-li - crimini di guerra, crimini contro l’u-manità e genocidio - secondo laclassificazione risalente allo statutodel Tribunale di Norimberga, oppureavesse subito una erosione di effica-cia e non fosse invocabile nei casi uncui gli organi di uno Stato sovrano sifossero resi responsabili di siffatti cri-mini internazionali.La risposta della Corte internazionaledi giustizia, con la sentenza del 3 feb-braio scorso, è chiaramente a favoredella prevalenza della norma sull’im-munità: di qui l’affermazione che l’Ita-lia ha violato il diritto internazionaleattraverso le pronunce emesse daisuoi organi giurisdizionali, che hannonegato l’immunità della Germania nel-l’azione di risarcimento proposta in re-lazione ai gravissimi crimini commessida organi del Terzo Reich tra il 1943 eil 1945.La Corte Internazionale di giustizia haavuto cura di sottolineare che non lesi chiedeva di stabilire se costituisseroo meno gravi crimini internazionali gliatti posti a fondamento della respon-sabilità civile dello Stato tedesco; l’og-getto della sua pronuncia essendosoltanto se i tribunali italiani fossero ono obbligati a riconoscere la immunitàdello Stato tedesco dalla giurisdizio-ne; e se l’obbligo fosse cogente anchein relazione a crimini commessi nelterritorio dello Stato del locus com-missi delicti. In primo luogo la Corte ha stabilitoche nel diritto internazionale consue-tudinario sia tuttora valida ed efficacela regola per la quale l’immunità dallagiurisdizione opera anche quando ifatti illeciti siano stati commessi nelterritorio dello Stato del foro. E chequindi la decisione degli organi giudi-ziari italiani non può essere giustifica-ta sulla base del terr i tor ial tor tprinciple.In secondo luogo la Corte si è chiestase la deroga all’immunità potesse es-sere giustificata dalla natura del crimi-ne; e quindi dovesse soccombere nelcaso in cui lo Stato estero si fosse re-so responsabile, tramite i suoi organi,

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di gravissime violazioni delle normesui conflitti armati.Nell’affrontare la questione la Cortesottolinea come vi sia qualcosa di in-congruo nell’approccio che fa dipen-dere la immunità dalla gravità delcrimine, perché così opinando si fini-rebbe col dar vita ad un meccanismoin cui l’immunità può essere negatasulla base della abile costruzionedell’accusa e del fatto che in essavengano dedotti gravi crimini control’umanità.Ad ogni modo la Corte esclude reci-samente che si sia formata la derogainvocata dallo Stato italiano e ritieneche la pratica in uso presso la quasitotalità degli Stati non supporti in al-cun modo il principio secondo cui l’im-munità viene meno in presenza digravi violazione dei diritti umani o deldiritto che disciplina i conflitti armati.Infine la Corte si sofferma sull’argo-mento che fa discendere la derogaall’immunità dalla natura di jus cogensdelle norme poste a protezione e ga-ranzia dei fondamentali diritti umani,con la conseguenza che lo scudo pro-cedimentale deve soccombere ognivolta che sia in conflitto con norme eprincipi che, loro sì, abbiano natura in-derogabile.Per la Cor te non esiste l ’ invocatoconflitto in quanto i due principi ruota-no in differenti ambiti. La regola sul-l’immunità ha carattere proceduraleed è preordinata a stabilire se i Giudi-ci di uno Stato possano o no eserci-tare la loro giurisdizione rispetto aduno Stato estero, senza alcun rappor-to con la duplice questione se equanto grave sia la violazione per laquale è invocata la responsabilità del-lo Stato e quando la medesima siastata commessa.È difficile sottrarsi ad una sensazionedi profonda amarezza e perplessità.La raffinata costruzione della Cortesembra muoversi in un contesto se-gnato da vischiosità di concett i eprincipi e non tiene in adeguata con-siderazione la recente pratica inter-nazionale, che invoca e pretende ilmassimo di tutela giudiziaria nel ca-so di gravi crimini contro i diritti uma-ni, specie quando commessi daorgani di uno Stato estero nel Paeseche esercita la giurisdizione.Un ruolo essenziale è svolto dal dirit-to internazionale umanitario, consa-crato nelle convenzioni di Ginevra del1949, ed al progressivo intensificarsidella tutela giudiziaria legata alle sueviolazioni. Negli ultimi due decenni

questa tendenza si è fatta particolar-mente capillare nel campo della re-sponsabilità penale individuale degliautori delle violazioni ed ha generatola istituzione di diversi tribunali inter-nazionali per accertare e giudicaretali cr imini, in processi che hannocoinvolti Capi di Stato e personalitàdi governo.Sicché diviene ineludibile il seguenteinterrogativo. Come è possibile affer-mare la responsabilità penale di sog-getti che rappresentano, in quantosuoi organi, uno Stato e nel contempoescludere la responsabilità del predet-to Stato nei confronti delle vittime?Eppure è questo lo scenario che si èvenuto a delineare. I responsabili de-gli efferati ed atroci crimini di guerrasono chiamati a rispondere penal-mente delle azioni commesse e neiloro confronti è pacificamente esperi-bile l’azione di risarcimento del danno.I soldati rispondono penalmente e ci-vilmente. E rispondono civilmente peravere eseguito azioni belliche qualiorgani di uno Stato estero e in attua-zione di scellerati e dettagliati piani disterminio e distruzione. Ma sono sololoro a rispondere, quasi avessero agi-to in piena autonomia e senza alcuncollegamento con gli ordini e le diretti-ve ricevute. Non credo di esagerare se considerola decisione della Corte internazio-nale viziata da un approccio in cui la“Ragione di Stato” lascia privi di dife-sa e adeguata tutela tutti gli individuicoinvolti nei gravi crimini: in primoluogo coloro che hanno visto distrut-ta barbaramente la loro esistenza,indi coloro che hanno vissuto l’interavita nella aspettativa di un atto ripa-ratorio, nei limiti dell’umanamentepossibile; ed infine, non suoni impro-prio, anche gli stessi autori degli ef-ferati crimini, chiamati ad affrontarnele conseguenze da soli, in un pro-cesso in cui è invocata anche la lororesponsabilità civile e che parados-salmente non coinvolge, come con-corrente responsabile civile, quelloStato per conto del quale essi hannooperato e devastato.Sono davvero tante le ragioni di ama-rezza e disagio. La Corte aveva a di-sposizione una opportunità preziosa ericca di significativi elementi di svilup-po, come puntualmente rilevato dalGiudice Cançado Trindade nella suaricca ed argomentata dissenting opi-nion, in cui si sottolinea come l’ogget-to della disputa internazionale fossestrettamente connesso con l’imperati-

vo di “realizzare giustizia” e come intale prospettiva fosse del tutto angu-sto ed inadeguato l’approccio basatoesclusivamente sulla pratica delle re-lazioni interstatuali. Il giudice Trindade sottolinea come siainammissibile collocare la questionedella immunità in uno spazio di asso-luta astrattezza e come sia doverosocollegarla con i drammatici fatti chehanno dato origine al contenzioso, so-prattutto quando lo Stato citato in giu-dizio abbia riconosciuto la propriaresponsabilità per tali fatti ed quandosia imperiosa e sorretta da forte con-senso l’istanza di non lasciare le vitti-me, tutte e ciascuna di esse, prive diadeguata e completa tutela. Ed è que-sto il dominante imperativo che pro-mana dalla contemporanea dottrina didiritto internazionale e dalle tante isti-tuzioni sorte a difesa dei diritti umaniin ogni parte del mondo, che con voceforte e unitaria pongono l’accento sul-la necessità di tutela e riparazione elasciano soccombere l’antico dogmadella immunità degli Stati.Voglio utilizzare, per chiudere questosofferto capitolo, proprio le incisive enobili parole del Giudice CançadoTrindade: «I crimini di guerra, i crimi-ni contro la pace ed i crimini control’umanità sono commessi in modopianificato ed organizzato e per ciòsono crimini che coinvolgono unaresponsabilità collettiva. Questi cri-mini fanno affidamento sulle risorsedello Stato e per ciò sono crimini diStato. Per questo è necessario chevi sia una responsabilità congiunta:la responsabilità internazionale delloStato e la responsabilità penale de-gli individui. Nessuno stato può, némai gli è stato consentito, invocarela sovranità per ridurre in schiavitù osterminare esseri umani ed evitarele proprie responsabilità trinceran-dosi dietro lo scudo dell’immunità.Non vi è immunità per così gravi vio-lazioni dei diritti umani e del dirittointernazionale umanitario, per i cri-mini di guerra di guerra e contro l’u-manità. L’immunità non è mai stataconcepita per simili iniquità. L’ap-proccio basato solo sulla pratica de-gli Stati conduce ad una manifestaingiustizia e la presente controversiainternazionale tra la Germania e l’I-talia ne dà una eloquente testimo-nianza».*

* libera traduzione a cura del dott. VitoDiana

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ConclusioniÈ tempo che ponga fine al mio inter-vento. E vorrei poterlo concludere conl’espressione di plauso per il lavorosvolto nel corso dell’anno 2011 e conl’auspicio che l’anno in corso sia con-notato da analoga efficienza e tempe-stività. Ma sento di non poterlo fare.Non può esservi soddisfazione pro-fessionale quando si è costretti a la-vorare in modo frammentar io emarginale; quando il lavoro ben fattonon evita l’amarezza per quello chenon si è potuto fare per lacune e ca-renze normative.Non è mia abitudine ignorare i fer-menti di possibili riforme e reputo do-veroso parlarne soprattutto quando,per l’autorevolezza dei proponenti eper la consistenza dei contenuti, sitratta di riforme destinate, se portate acompimento, ad incidere in modo ra-dicale sull’attuale assetto della giuri-sdizione militare.Intendo riferirmi agli emendamenti2.0.1 proposti dai relatori Gamba eLongo al disegno di legge n. 2099, didelega al Governo per l’emanazionedel Codice delle missioni militari al-l’estero.Gli emendamenti si muovono su duepiani: in primo luogo propongono unamodifica della attuale composizionedei collegi di primo e secondo grado,portando, rispettivamente, a tre ed aquattro il numero degli ufficiali giudici.Con la conseguenza che il tribunalemilitare giudicherebbe con l’interventodi due giudici togati e tre ufficiali giudi-ci, mentre la Corte di appello verreb-be ad essere composta di tre giudicitogati e quattro ufficiali giudici.In secondo luogo si propone una mo-difica delle norme di reclutamento deimagistrati militari, riservando la parte-cipazione alla seconda fase della pro-cedura concorsuale a soggetti che,oltre a possedere i requisiti indicatinelle lettere h), i) e l) dell’articolo 2comma 1 del decreto legislativo n.160 del 2006, «hanno prestato servi-zio, senza demerito, quali ufficiali, peralmeno cinque anni nelle Forze arma-te o nelle Forze di polizia a ordina-mento militare».Non occorre eccessivo sforzo percomprendere come si sia in presenzadi emendamenti pervasi dall’idea chela specialità della giurisdizione milita-re debba esprimersi in modo significa-tivo nella composizione dei collegigiudicanti.Per parecchi di noi quegli emenda-menti costituiscono espressione di

una volontà di ritorno al passato. Noncondivido questa lettura e ritengo checon essa, oltre a farsi torto all’intelli-genza di chi ha proposto gli emenda-menti, si trascura la deprimente realtàche è sotto gli occhi di tutti e che ri-chiede di essere affrontata con dignitàe massima obiettività. È un fatto chela parabola erosiva della competenzadei tribunali militari abbia subito unasostanziale accelerazione con la leg-ge 180/1981 e che sono stati vani tuttii tentativi di dare ragionevole contenu-to al nuovo assetto ordinamentale.Allora non esito a chiedere e chieder-mi: esiste una connessione tra l’attua-le assetto dei collegi giudicanti e leantiche e perduranti resistenze adampliare la giurisdizione?Direi che non ha alcun senso interve-nire sulla composizione dei collegi epoi lasciare le cose al punto in cui sitrovano oggi, dove la giustizia militareè costretta, da un lato, ad occuparsi direati che non hanno alcuna attitudinea ledere interessi militari (basti pensa-re ai tanti reati contro la persona, checostituiscano reato militare anche seposti in essere tra soggetti che abbia-no litigato in contesti e per ragioni as-solutamente privi di qualsiasi nessocon il servizio e la disciplina militare);e dall’altro a non occuparsi della qua-si totalità dei reati realmente offensividi fondamentali interessi militari.È quindi facile cogliere in questiemendamenti, in uno con la insoddi-sfazione per l’attuale assetto dellagiurisdizione, la propensione a definir-ne in modo più corposo i connotati dispecialità; cosi che l’esercizio del con-trollo di legalità avvenga in modo an-cora più accentuato di quanto siaattualmente, con il qualificante appor-to di coloro che, per la quotidianaesperienza di vita e la dimestichezzacon i fondamentali valori di cui sonoespressione le Forze Armate nella lo-ro globalità, sono in grado di com-prendere appieno le tantesfaccettature ed i tanti risvolti coinvoltinelle fattispecie di reati militari e ren-derne partecipi i giudici togati.Allora la questione che si pone è se siapossibile individuare soluzioni normati-ve che, senza pervenire ad un radicalerovesciamento della composizione delcollegio, realizzino un più funzionaleequilibrio tra le sue due componenti.È nota la mia personale opinione, dasempre tesa al superamento dell’anti-ca e sterile contrapposizione tra chi ri-mane fermo nell’idea che le Forzearmate costituiscano un ambito in cui

l’ordinario presidio di legalità è sensi-bilmente attenuato e chi è convintoche detto presidio debba realizzarsied esplicarsi nella identica misura incui si realizza e si esplica nell’ordina-mento comune.A mio avviso il consorzio militare re-clama peculiari norme sostanziali eduna giurisdizione che sia in grado dicomprendere adeguatamente e valu-tare appieno gli speciali connotati chelo caratterizzano. L’endiade “giustiziamilitare” va letta nell’essenzialità ecomplementarietà del sostantivo e del-l’aggettivo ed evitando approcci chefacciano soccombere l’uno rispettoall’altro. Direi che le particolari esigen-ze che sottendono alla istituzione delleCorti di assise sono riscontrabili nellatotalità dei reati offensivi di interessimilitari e, in quanto tali, implicano unesercizio della giurisdizione in cui siapresente in modo qualificante l’appor-to di coloro che sono diretta espres-sione della comunità militare. Èevidente peraltro che nel nostro tessu-to costituzionale resta irrinunciabile,quale garanzia ed espressione dellaprofonda compenetrazione tra forzearmate e società civile, l’altrettanto ef-ficace presenza di magistrati togati.Se mi è consentito esprimere un’opi-nione, faccio mia la tesi del collegioparitario, che viene a strutturarsi sulmedesimo modulo delle Corti di assi-se e che trova un elemento di garan-zia ed equilibr io nella presidenzatogata, irrinunciabile in un sistema incui è obbligatoria la motivazione deiprovvedimenti ed in cui la dinamicadella decisione è presidiata dalla rego-la secondo cui in caso di parità di votiprevale non la tesi del presidente ben-sì quella più favorevole all’imputato.Al di là della mia personale opinione,mi sento di dire che la magistraturamilitare non farà comunque mancareil suo contributo per la individuazionedelle misure più appropriate, in unconfronto leale e corretto ed in cui l’u-nico obiettivo sia quello di garantirealla giustizia militare di svolgere lasua attività nel rispetto dei fondamen-tali principi dell’equo e giusto proces-so e con costante sensibil i tà aipeculiari connotati del consorzio mili-tare: in altre parole consentire allaGiustizia militare italiana di continuaread essere testimonianza e modello dicome ci sia, per IL DIRITTO, uno spa-zio autentico anche nel mondo dellearmi.

* Presidente della Corte militare di appello

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Con la partecipazione di 28 paesi dell’Alleanza

Il 25° vertice della NATOEsaminati e discussi numerosi temi di attualità internazionale

Il 20 e 21 maggio, a Chicago, ha avuto luogo la riunionedi circa 60 partecipanti tra capi di Stato e di governo eministri della Difesa dei 28 paesi membri dell’Alleanza

atlantica nonché - nel quadro di nuove intese internazionali- le delegazioni di Australia, Nuova Zelanda, Corea del Sude Giappone e il presidente del Pakistan.Aperta dal segretario generale della NATO, Anders FoghRasmussen, la riunione ha esaminato e discusso i nume-rosi punti all’ordine del giorno tra i quali l’approvazione del-la Smart Defence, o difesa intelligente, come una nuovastrategia dell’Alleanza volta a coordinare al meglio gli sforzidei singoli Paesi definendo priorità e, soprattutto, unendole capacità con i progetti multinazionali, il completamentodella prima fase dello scudo antimissile dispiegato nell’est-Europa, motivo questo di un nuovo gelo tra Mosca e le po-tenze occidentali, la cibersicurezza e lo sviluppo di nuoviconcetti nella strategia della NATO alla luce delle mutateminacce, dei tagli alla difesa e del ritiro dall’Afghanistan.In particolare i temi di maggior interesse che sono statitrattati hanno riguardato i seguenti argomenti di attualità.

L’Alliance Ground Surveillance (AGS), il nuovo sistemadi controllo satellitare che darà ai comandanti un quadrocompleto della situazione sul suolo terrestre attraverso l’u-so di tecnologie avanzatissime vedrà tredici paesi alleatiacquisire cinque velivoli a pilotaggio remoto Global Hawkcapaci di sorvegliare vastissime aree per lunghi periodi e adistanze considerevoli dalla Terra, in qualsiasi condizionemeteorologica e di luce.È stato confermato che il centro operativo del nuovo siste-ma, che sarà pronto tra il 2015 e il 2017, sarà la base ae-rea italiana di Sigonella (per maggiori dettagli v. pag. 24 diAeronautica n. 4/2012).

Per quanto riguarda la Balistic Missile Defence è statodeciso il completamento della prima fase dello scudo anti-missile dispiegato nell’Europa dell’est. Nella riunione è sta-ta dichiarata operativa la “capacità intermedia”, stadioiniziale del programma che dovrebbe diventare pienamen-te operativo entro il 2018. Come già indicato, ricordiamoche lo “scudo spaziale europeo”, noto anche come “Euro-scudo”, progettato contro le minacce da parte di Iran e Co-rea del Nord, è osteggiato dalla Russia in quanto essateme che possa alterare gli equilibri strategici e divenireuna minaccia alla sua sicurezza (v. anche pag. 22 di Aero-nautica n. 12/2011 e articoli precedenti in esso richiamati).Sull’argomento è da ricordare che nel summit di Lisbonadel 2010, Mosca aveva lasciata aperta una possibilità perla cooperazione con l’Alleanza atlantica verso una minac-cia ritenuta comune, ma in questi due anni la sua posizio-ne è molto cambiata tanto che le sue relazioni con

l’Occidente si sono raffreddatesempre di più, fino alla deci-sione del presidente russoVladimir Putin di non rac-cogliere l’invito per un in-contro NATO-Russia aChicago in concomitan-za con l ’evento di cuitrattiamo. Ufficialmente,notano i commentatori inproposito, per motivi di“agenda”, ma, in realtà, per ri-marcare la contrarietà di Mosca adun programma ritenuto pregiudizievole per la sicurezzadella Russia.

La Cibersicurezza, cioè la difesa da attacchi cibernetici di-venuti sempre più sofisticati, è divenuta una priorità dellaNATO che punta ora su un sistema centralizzato di prote-zione e di coordinamento dei servizi di intelligence e sullefrequenti consultazioni in proposito tra i paesi dell’Alleanzaatlantica.

Sul partenariato strategico la NATO intende aumentarel’adesione dei Paesi al di fuori della sua sfera tradizionale,cioè l’Europa e l’America settentrionale.

Per quanto concerne la Smart defence (difesa intelligen-te) l’Alleanza intende raggiungere l’obiettivo di coordinaremeglio gli sforzi dei Paesi membri dedicandosi in partico-lare alla soluzione dei suoi compiti essenziali, impostan-do le prior ità e, soprattutto, unendo le capacità con iprogetti multinazionali dei quali 25 - in gran parte relativialla formazione e all’addestramento, in particolare, dei pi-loti di elicotteri o di equipaggi di terra - sono stati presen-tati a Chicago.La necessità di ottimizzare gli sforzi - è stato sottolineatonell’occasione - è «una conseguenza dei tagli alla spesaper la difesa che imporranno anche di ridurre il gap di inve-stimenti che separa gli alleati europei dagli Stati Uniti».Questi ultimi, infatti, chiedono agli europei di investire di piùe meglio ricordando che, attualmente, gli USA sostengonocirca il 75% delle spese militari di tutta l’Alleanza.

Sulla questione dell’Afghanistan, infine, nel vertice NATOdi Chicago è stata definita e approvata “la strategia di tran-sizione” e il calendario di uscita dal Paese. Le truppe com-battenti dell’Alleanza saranno ritirate entro la fine del 2014e dopo quella data, gli alleati hanno già concordato di ga-rantire un’attività di addestramento e supporto al nuovoesercito e alle forze di polizia afgane fino a tutto il 2015.

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Una manciata di parole racchiu-se nel riordino della ProtezioneCivile. È il comma 2-bis con il

quale il governo intende attuare il tra-sferimento della flotta aerea dal Di-par timento della Protezione Civile(DPC) al ministero degli Interni (inparticolare, ai Vigili del Fuoco). Anne-gato in un decreto che riguarderà tut-to il meccanismo, volontari compresi,il codicillo rischia di ricevere meno at-tenzione di quella che meriterebberole sue potenziali conseguenze: un ta-glio consistente alla capacità di spe-gnere gli incendi boschivi che nel2013 potrebbe scendere al 60% diquella attuale.La dichiarazione del sottosegretarioAntonio Catricalà a Ballarò ha susci-tato immediati timori occupazionali.Ma il provvedimento va molto più inlà, perché comprende il trasferimentodel Centro Operativo Aereo Unificato(COAU) e prelude al mancato rinnovodei contratti agli altri operatori antin-cendio. È dunque dal quadro com-plessivo che scaturiscono le maggioripreoccupazioni, perché quello degliincendi boschivi non è un fenomenopasseggero.Per comprendere la questione è benededicare al problema qualcosa di piùdei pochi secondi che i ministri avran-no a disposizione quando il comma 2-bis arr iverà in Consiglio, forse giàvenerdì.

La lotta agli incendi: i dati d’insiemeLa legge 353/2000 assegna alle re-gioni la responsabilità principale e allo

Stato centrale un “concorso”. Questosi esplica attraverso strutture di coor-dinamento (il COAU, ma anche eser-citazioni e corsi) e interventi diretti.Questi, a loro volta, sono effettuaticon un misto di mezzi di proprietà,contratti di servizio e apporti di forzearmate e corpi dello Stato. �Nel trien-nio 2008-2010 sono state volate pocomeno di 18.000 ore, con oscillazionianche di oltre il 20% tra un anno el’altro. Nella sola stagione estiva 2011le ore sono state 7.780, il 18% in piùdella media del triennio. L’attuale sic-cità, non alleviata dalle nevicate difebbraio, ha richiesto nel marzo 2012un numero di interventi superiore aquello di qualsiasi altro marzo annonelle statistiche DPC. Basti dire che ilconsumo di prodotti estinguenti e ri-tardanti nel mese è stato superiore aquello del giugno 2011.�La flotta Canadair è l’aspetto più visi-bile del concorso dello Stato, con 19macchine che nel triennio 2008-2010hanno fornito il 60% delle ore di volo.Il secondo fornitore in percentuale èAir Spea con gli anfibi Fire Boss, conil 22% medio nel triennio (ma in cre-scita dal 13,4% del 2008 al 31,3% del2010). Al terzo posto sono gli elicotteriS64F della European Air Crane (11%medio, ma crollato al 5,7% nel 2011).Al quarto, gli apporti (circa il 6% neltriennio, ma in calo dal 9,8% del 2008allo striminzito 1,7% del 2010).

Un taglio strisciante?�Se ciò transitasse integralmente alnuovo assetto, il servizio resterebbe

immutato. Ma anche la spesa: passa-re un contratto da un’amministrazioneall’altra non cambierebbe i saldi. Diqui il timore che, una volta trasferito ilservizio, al nuovo titolare venga chie-sto di provvedervi con i propri fondiordinari, cosa difficile in un momentoin cui tutti i ministeri subiscono tagli dibilancio. Nel recente passato proprioquesto aveva contribuito allo scarsointeresse della Difesa di riassumere ilservizio antincendio in forma organi-ca, che rischiava di essere pagato in-nanzi tutto dalle linee operative.�Altrettanto potrebbe accadere agli In-terni, dove la flotta elicotteristica deiVigili del Fuoco ha già visto scenderefondi e attività: da 19,85 milioni di eu-ro e 7.210 ore nel 2008 a 11,8 mln e6.111 ore nel 2010. L’attività mediaannua per pilota è stata nel triennio diappena 56 ore, meno di un terzo diquella considerata necessaria per i pi-loti militari e circa 15 volte meno diquella di un pilota di linea. Oggi Gio-vanni Galiotto, presidente di IPA, l’as-sociazione professionale dei pilotisucceduta ad ANPAC, ha addiritturascritto al presidente del Consiglio Ma-rio Monti che la struttura dei Vigili«non sembra poter garantire il mante-nimento degli standard oggi raggiun-ti» per la «disabitudine alle operazioniin ambiente boschivo e al necessariocoordinamento con il Corpo Forestaledello Stato, cui tali operazioni sonodemandate»�.In teoria la riduzione del “concorso”statale potrebbe essere compensatada un ruolo più attivo delle regioni, tito-

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Il 15 maggio, il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto legge per la riforma della Protezionecivile che punta a riorganizzare la struttura operativa di questo Dipartimento. In tale ambito, perquanto riguarda la lotta agli incendi boschivi, il provvedimento prevede che il Dipartimento continuia garantire e coordinare sul territorio nazionale, attraverso il Centro Operativo Aereo Unificato(COAU), le attività aeree di spegnimento con la flotta aerea antincendio dello Stato che, in granparte, sarà trasferita ai Vigili del Fuoco che dipendono dal ministero dell’Interno.Sull’argomento pubblichiamo quanto apparso recentemente su Dedalonews a firma del nostro col-laboratore Gregory Alegi.

Verso il dimezzamento della capacità aerea antincendiodella Protezione civile?

di Gregory Alegi

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lari della competenza primaria. Inrealtà le pressioni sui loro bilanci sonoforse ancora maggiori di quelle a livellocentrale, anche grazie alla continua ri-duzione dei trasferimenti dello Statoavviata dai governi di Silvio Berlusconi.Al di là dell’osservanza formale dellalegge - che, alla lettera, lascerebbe loStato libero di “concorrere” con secchie badili anziché con Canadair, FireBoss o S64F - è quindi concreto il pe-ricolo di un taglio strisciante la cuiportata verrebbe scoperta dai succes-sori di Monti e Catricalà. Il mancatorinnovo del contratto nazionale AirSpea, in scadenza a settembre, prive-rebbe ad esempio le regioni del mec-canismo-quadro all’interno del qualela regione Puglia attivò nel 2011 unproprio contratto regionale con quellasocietà.

Verso un 2013 rovente?�La strategia di riduzione non è peral-tro nuova. Nel 2010 lo stanziamentoper il servizio aereo era di 125 mln, dicui 115 per l’antincendio. Nel 2011

quello per l’intero DPC è stato di 99mln, stipendi compresi. Per ridurre dicirca un quarto la spesa per i Cana-dair, il contratto siglato di recente haabolito la stagione invernale (tipicadel gennaio-febbraio di ogni anno) etagliato gli orari di servizio. Già nelmese di marzo molte richieste sono ri-maste inevase perché il contratto nonprevedeva un sufficiente numero dimacchine.In altri casi si sarebbe atteso fino al-l’ultimo, preallertando i gestori senzaattivarli formalmente in attesa che lapioggia evitasse l’intervento (e il co-sto).� Una strategia del margine moltopericolosa per un’estate che la siccitàfa immaginare calda. Benché i con-tratti in corso sembrino in grado disalvare la stagione 2012 (sia pure conil rischio di forti costi aggiuntivi se sidovesse intervenire oltre i ristretti limitiprevisti), per il 2013 si profila il rischiodi mezzi ridotti ai soli Canadair e ge-stiti da una organizzazione ancora inrodaggio. Forse addirittura senza i 40uomini che l’Aeronautica Militare di-

staccava al COAU.� Né sarà facilecontare sull’apporto delle forze arma-te, la cui proverbiale generosità e de-dizione incontrano un limite precisonei tagli di capacità varati in base allafilosofia di “tutta la sicurezza che miposso permettere” anziché “tutta la si-curezza di cui c’è bisogno”. Un po’ co-me se per risanare i conti della sanitàsi decidesse di eliminare la cardiochi-rurgia o i trapianti di fegato.�Il rischio è di tornare alla situazionedel 1975, quando di fronte al deva-stante incendio di Monte Argentario ilsindaco Susanna Agnelli compresel’utilità del mezzo aereo dopo aver vi-sto un Canadair francese effettuare29 lanci sul fuoco in tre ore. Per ac-quisire i primi due CL-215 italiani funecessario attendere ben sette anni.Bisogna sperare che per comprende-re le conseguenze del comma 2-bisnon ci sia bisogno di una stagione in-fernale come il 2003 o il 2007, magaricon l’aggravante di qualche vittima in-nocente di una capacità ridotta dellametà a tavolino.

L’USAF ha ricevuto l’ultimo deidiscussi F-22

Nei primi giorni di maggio la Lockheed Martin ha consegnatoall’USAF il 187° e ultimo F-22 Raptor dei 750 di questi cacciada superiorità aerea di 5ª generazione con caratteristiche

stealth previsti inizialmente dal programma di rinnovo mezzi di quellaforza armata, ma ora ridotto dal Pentagono (v. anche pag. 25 di Aero-nautica n. 4/2012).A proposito di questo aereo è da ricordare che esso ha avuto, in unvicino passato, alcuni problemi al sistema di erogazione dell’ossigenotanto che alcuni piloti si sarebbero rifiutati di volarci per non rischiarela perdita di conoscenza per l’ipossia, accertata in 11 casi - dei qualiuno provocò un incidente mortale - che portarono anche alla sospen-sione dei voli di questo caccia per quattro mesi (v. pag. 27 di Aeronau-tica n. 10/2011).In una nota dell’USAF viene precisato che dal settembre scorso,quando gli F-22 hanno ripreso a volare “con procedure attenuanti”,essi hanno effettuato oltre 12.000 voli a quote più basse che sonoserviti anche a verificare l’efficienza del sistema di erogazione del-l’ossigeno al pilota, ma senza che i tecnici e gli specialisti del setto-re abbiano potuto determinare una “causa pr inc ipale ” deimalfunzionamenti verificatisi.

100.000 ore di volo pergli elicotteri del CFS

Il 20 aprile, sull’aeroporto romanodell’Urbe, sede del Centro operativoaereo del Corpo Forestale dello Sta-

to (CFS), ha avuto luogo la cerimoniaper la celebrazione del raggiungimen-to delle 100.000 ore di volo totalizzatedai velivoli di tale istituzione, attual-mente rappresentati da 35 elicotteri(dieci NH-500, 18 AB.412, treAW.109N, quattro S.64F) e un bimoto-re P.180 dislocati in sette diverse basisul territorio nazionale ed operati da84 piloti e 134 specialisti.I mezzi aerei sono principalmente im-piegati in missioni a difesa della naturae del patrimonio ambientale nazionale- in particolare in attività antincendio -ma anche per monitoraggio ambienta-le, operazioni antibracconaggio e ser-vizi di protezione civile e di soccorso.

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La levataccia per decollare da Fiumicino alle sei del mattino, poi ri-pagata da un sole ed una calura non usuali a Lourdes.La splendida ed emozionante cerimonia di apertura con fanfare e

divise di ogni parte del mondo.Le preghiere fervorose di militari e familiari davanti alla grotta per de-porre ai piedi della Madonna il fardello delle proprie pene.La presenza tra noi dei familiari dei nostri Caduti e di alcuni feriti in Af-ghanistan.Le esortazioni dell’Ordinario Militare mons. Vincenzo Pelvi con le suebelle omelie.L’affascinante costellazione di flambaux nella processione notturna.La Via Crucis con la croce, portata dai giovani feriti delle missioni inter-nazionali, dai familiari dei marò prigionieri in India Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, dai giovani cadetti e le medi-tazioni scritte dall’Ordinario, che hanno toccato il cuore dei presenti.I concerti improvvisati fino a tarda notte nei crocicchi delle strade da parte delle varie fanfare.Squilli di trombe, rullio di tamburi e cornamuse fin dalle prime luci dell’alba.L’incontro di amici che non vedevi da tempo.La nostalgia dell’uniforme.

La forte commozione durante la processione del Santissimo Sacra-mento per la benedizione dei malati.L’incontro con i giovani allievi del corso Orione V dell’Accademia Aero-nautica.L’attiva presenza delle sezioni AAA di Bari e di Colleferro, sempre im-peccabili con le loro divise sociali in tutte le manifestazioni.Lo scambio di berretti e distintivi tra i militari presenti.La bella cerimonia di chiusura tra applausi e commozione.Le valigie stracolme di buoni propositi e di oggetti ricordo.La lunga attesa per le procedure di imbarco in un aeroporto sottodi-mensionato per il traffico inusuale di quei giorni.Quattro giorni passati in un baleno.

GCN

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Il 54° pellegrinaggio militare a Lourdes

Altri Su-34 per la Forza aerea russa

Un contratto recentementesiglato tra i l ministerodella Difesa russo e l’a-

zienda Sukhoi prevede la forni-tura entro il 2020 di un totale di92 esemplari del caccia bom-bardiere ogni tempo Su-34 cheandranno ad aggiungersi ai 32dello stesso tipo (dieci già con-segnati) ordinati nel 2008 allaNAPO (Novosibirsk AircraftProduction Association).I Su-34 serviranno a sostituireprogressivamente gli anzianiSu-24 che si trovano attual-mente nelle linee di volo delleforse armate di Mosca.

Un B.787 fa scalo a Grottaglie

Il 5 maggio un Boeing B.787Dreamliner, proveniente da Oslo ediretto a Washington, ha fatto sca-

lo sull’aeroporto di Grottaglie, sededegli stabilimenti Alenia Aermacchiche costruiscono, insieme a quelli diFoggia, il 14 per cento della fusolierae degli impennaggi in materiali com-positi di questo modernissimo aereoda trasporto civile.Lo scalo era previsto da uno dei “Dream Tour” che la Boeing ha organizzatoper la presentazione del velivolo alle autorità e alla stampa di vari paesi e, nelcaso italiano, anche ai dirigenti e alle maestranze dell’azienda che partecipaalla sua costruzione.Ricordiamo che l’aereo, secondo i dati forniti dalla Boeing, ha un mercato po-tenziale di circa 3.300 esemplari nei prossimi 20 anni per un valore complessi-vo di oltre 630 miliardi di dollari ed ha già ricevuto ordinativi per 870 macchineda parte di 59 compagnie di trasporto aereo (v. anche pag. 27 di Aeronautican. 10/2011).

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Gli aeromodellisti sono una cate-goria molto particolare, semprealla ricerca di qualcosa di nuo-

vo e di interessante e quindi negli anni‘60 quando l’aeromodellismo era an-cora lontano dai modelli radiocoman-dati che ora vanno per la maggiore, aqualcuno venne in mente di “riesuma-re” la famosa Coppa Schneider - que-sto qualcuno per la cronaca è EttoreBizzozzero di Varese una delle più im-portanti f igure dell’aeromodellismoagonistico sia dal punto di vista sporti-vo sia da quello organizzativo - e nel1961 l’AVA Associazione Aeromodelli-sti Varesini organizzava la 1ª edizionedella Coppa Schneider per modelli involo vincolato circolare riproducenti inscala naturalmente gli aerei che parte-ciparono o furono realizzati per parte-cipare alla competizione.Questa prima edizione ebbe la parte-cipazione di cinque concorrenti, masegnò uno dei più interessanti avveni-menti perchè la complessità della co-struzione di un modello di idrovolantecomandato coi cavi e sopratutto lesue doti di volo dovevano essere stu-diate in modo par ticolare ma nellostesso tempo avvincente per molti ae-

romodellisti, tanto che ben presto daicinque si passò dopo poche edizioni asedici nel 1963, venti nel 1964 e sem-pre in crescendo fino a quando, rag-giunto ormai lo scopo di un nuovo tipodi aeromodello, l’interesse si rivolsead altre tipologie.Vi fu più tardi un revival con modelliradiocomandati ma dopo qualche edi-zione anche questo ebbe il suo esau-rimento.Da notare che oltre alle realizzazionidegli aerei noti, quali il Macchi Mc.72e M.29, si poterono ammirare in volosul piccolo golfo di Gavirate, zona dellago di Varese, piccoli bolidi riprodu-centi i loro fratelli maggiori che hannosegnato la storia della tecnica aero-nautica.Notevole la passione e la competenzae l’abilità costruttiva degli aeromodelli-sti concorrenti, alcuni dei quali porta-rono il loro apporto e citiamo fra i tantiil milanese Franco Bugada, che di-verrà poi ingegnere aeronautico, cherealizzò il modello del Pegna PC.7che venne ideato con le alette sosten-tatrici al posto degli scarponi per eli-minare al massimo peso e migliorarel’aerodinamicità dell’idro. L’intento del-

l’ing. Giovanni Pegna era quello di far-lo flottare come un motoscafo permezzo di un’elichetta posteriore, rag-giunta la velocità necessaria la pres-sione dell ’acqua avrebbe fattosollevare il muso dell’aereo permet-tendo l’avvio del motore.Non disponendo di un motore forzata-mente elettrico per l’elichetta posterio-re, i risultati non furono soddisfacenticosì come sul modello che doveva es-sere lanciato a mano, ma volò perfet-tamente, non solo, ma quando dopodiversi anni si organizzò la gara conaeromodelli radiocomandati e si ebbela possibilità di motori elettrici di buo-na potenza, Vassel - un aeromodelli-sta francese - riuscì a decollare nelmodo ideato da Pegna.

A seguito dell’articolo pubblicato a pag. 23 di Aeronautica n. 2/2012 sulla coppa Schneider,un socio ha inviato il seguente articolo relativo ad un evento che intendeva ricordare, attra-verso aeromodelli di idrocorsa, la celebre competizione.

... poi venne la coppa mini Schneiderdi Carlo d’Agostino

Il Pegna PC.7 di Franco Bugada

Primo volo per il QF-16 dell’USA

Il 4 maggio. presso il Cecil Field di Jacksonville, la Boeing e l’USAFhanno completato il primo volo del QF-16 Full Scale Aerial Target(FSAT) - dove il Q sta a indicare sistemi senza pilota - il primo caccia

F-16 trasformato in bersaglio aereo che nel corso di questa prova, ef-fettuata tuttavia con un pilota collaudatore a bordo, ha volato per 66 mi-nuti raggiungendo la quota di 13.000 m.Con l’installazione di hardware aggiuntivi, il velivolo potrà anche volaresenza pilota come un drone controllato da un sistema di pilotaggio remoto.La Boeing ha ricevuto dall’USAF una commessa pluriennale per la pro-

gettazione, la realizzazione e lo sviluppo del QF-16, con opzioni per acquistare fino a 126 velivoli FSAT.Il programma prevede altri sei prototipi prima delle prove militari sulla base di Holloman.

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VARIE

Pillole dal webQuesto mese proponiamo un filmato interessante contenente un’analisi dell’incidente in cui un Glies G-300, monopo-sto acrobatico, nel corso di una esibizione perde un’ala e, ciononostante, il pilota riesce a portarlo felicemente a terrafacendolo volare a coltello per poi raddrizzarlo solo al momento del contatto. L’autore di questa analisi spietata si po-ne molti interrogativi circa la veridicità del filmato amatoriale originale relativo all’incidente ipotizzando che in realtà ilfilmato, ben montato, conterrebbe parti relative al velivolo vero e parti relative ad un aeromodello similare. Comunque sia, il pilota del velivolo o dell’aeromodello, è stato veramente bravo. Da non perdere.Cliccate: http://www.youtube.com/watch?NR=1&feature=endscreen&v=bzMXjlBXJeo

Il secondo filmato riguarda le tecniche di pilotaggio e le regole di gara del Red Bull Air Race. Istituito nel 2003 e crea-to da Red Bull, l’AIr Race consiste in una serie di competizioni internazionali nel corso delle quali i concorrenti, vo-lando con dei monoposto, devono eseguire uno slalom molto impegnativo tra tralicci gonfiabili noti come “Air Gates”,ovviamente nel minor tempo possibile. Le gare si svolgono di solito sull’acqua nelle vicinanze di città, ma qualche volta anche su aeroporti o in parchi naturali.Per la scomparsa di due famosi piloti del Red Bull Air Race, il primo Alejandro Maclean per un incidente aereo nelcorso di un allenamento ed il secondo, Adrian Judd, per un incidente motociclistico, le competizioni sono state so-spese per il 2011 ed il 2012.Se volete vedere delle virate mozzafiato tra ostacoli a pelo d’acqua cliccate su:http://www.youtube.com/watch?v=DdxzpeFyFSQ&feature=endscreen

Yves Rossy è uno svizzero appassionato del volo ed è stata la prima persona ad effettuare un volo umano sostenutoda un’ala rigida di 2,4 m fissata sul dorso sulla quale aveva montato i quattro piccoli reattori Jet-Cat P200 che glihanno valso il soprannome di “jetman”.Il suo primo volo avvenne nel novembre 2006 a Bex, in Svizzera, ed ebbe una durata di sei minuti e nove secondi.Yves ha poi volato con successo attraverso la Manica il 26 settembre 2008 in nove minuti e sette secondi raggiun-gendo una velocità di 299 km/h. Nel 2008, ha fatto un volo sopra le Alpi, raggiungendo una velocità massima di di-scesa di 304 km/h.Se volete vederlo incredibilmente volare in formazione con gli aviogetti Aero L-39 Albatros del team acrobatico Brei-tling cliccate su:http://www.youtube.com/watch?v=4Y7IvRwBJPg&feature=relmfu

Infine, per gli amanti dei velivoli della 2ª Guerra mondiale segnaliamo la notizia esposta nel link sotto riportato in cuisi informa del ritrovamento in Egitto di un P-40 Kittyhawk inglese in condizioni relativamente buone dopo 70 anni dalsuo crash-landing avvenuto dopo essersi perduto nei cieli egiziani. Nessuna traccia del suo pilota, il flight sergeantDennis Copping, che si ritiene sia sopravvissuto all’incidente, dato che hanno trovato tracce del suo paracadute ap-pese alla deriva dove era stato verosimilmente attaccato per realizzare una tenda di fortuna. Si ritiene che poi il pilotaabbia tentato di attraversare il deserto e sia morto.Un dettagliato reportage fotografico consente di vedere dettagli veramente interessanti.Cliccate su:http://www.theblaze.com/stories/almost-perfectly-preserved-wwii-fighter-discovered-in-sahara-desert-70-years-after-disappearing/

G.N.

È di un Re.2000 il relitto individuato in mare

Èdi un Reggiane Re.2000 il relitto di aereo che i palombari del Comando delle Forze di Contromisure Mine(Comfordrag) della Marina Militare hanno recentemente individuato sui fondali delle acque di Portovenere (SP).Secondo il ricercatore Gianpiero Vaccaro, si tratterebbe dell’esemplare MM.8281, prototipo della versione

catapultabile ed imbarcato sulla R.N. Vittorio Veneto, perduto per incidente di volo il 16 aprile 1943.Aeronautica - ricordando che un altro esemplare di Re.2000 dei 28 complessivamente utilizzati dalla Regia Aero-nautica è in fase di restauro al Museo Caproni di Trento - auspica che quello ora individuato possa essere recupe-rato, restaurato e collocato nel Museo Storico dell’AM.

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LEGISLAZIONE, PENSIONISTICAE TRATTAMENTI ECONOMICI

AERONAUTICA 5/2012

(a cura di Michele Mascia)

Riforma sistema Difesa nazionaleIl Consiglio dei ministri, nella seduta del 6 aprile 2012, ha approvato lo schema di disegno di legge di revisione dello strumen-to militare nazionale, con l’obiettivo di riformare le strutture, l’organizzazione e gli organici del personale militare e civile delministerro della Difesa. Per la realizzazione del nuovo sistema di difesa nazionale il governo potrà adottare, entro 12 mesidall’entrata in vigore del provvedimento normativo, due o più decreti legislativi. La riforma ha come finalità l’attuazione di stru-menti operativi qualitativamente e tecnologicamente avanzati e la razionalizzazione/ottimizzazione della spesa anche, a cau-sa della difficile situazione congiunturale generale (attualmente viene destinato alla funzione Difesa lo 0,84% del PIL(prodotto interno lordo) contro l’1,61% della media degli altri Paesi europei). Inoltre, persegue l’obiettivo di riequilibrare le spe-se della Difesa, portando al 50% quella per il personale, al 25% per gli investimenti e il 25% per il funzionamento.Questi gli aspetti più importanti della riforma:- introduzione di criteri di flessibilità programmatica e gestionale delle risorse finanziarie (bilancio Difesa);- graduale riduzione del personale militare e civile della Difesa. Nel lungo periodo (entro il 2024) l’obiettivo è di portare a150.000 unità il personale militare ed a 20.000 quello civile. Le dotazioni organiche del personale militare dirigente diEsercito, Aeronautica e Marina saranno ridotte del 30% per gli ufficiali generali e ammiragli (da attuare in sei anni) e del20% del restante personale dirigente (da attuare in dieci anni). Per il restante personale militare è previsto l’estensionedell’ARQ (aspettativa per riduzione dei quadri) per tutto il personale, transito presso altre amministrazioni pubbliche, esodiagevolati (scivoli, esonero a domanda, incremento contingente annuo da collocare in ausiliaria a domanda, ecc.);- riordino complessivo dell’assetto organizzativo del ministero della Difesa, razionalizzando le strutture logistiche, operati-ve e formative anche mediante soppressioni, accorpamenti e accentramenti;- rimodulazione dei programmi di ammodernamento;- abolizione del Consiglio superiore delle armate.

Differimento dei termini di presentazione della dichiarazione mod. 730/2012Il decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 26 aprile 2012 (G.U. n. 99 del 28 aprile 2012) ha prorogato i termini perla presentazione del mod. 730/2012 (vds Aeronautica n. 3/2012). In particolare, è rinviata dal 30 aprile al 16 maggio 2012 ladata di scadenza per la presentazione del 730 al sostituto d’imposta (datore di lavoro o ente pensionistico) e dal 31 maggioal 20 giugno 2012 quella riservata ai contribuenti (dipendenti o pensionati) per la consegna al CAF (Centro assistenza fisca-le) o a un professionista abilitato. Conseguentemente slittano anche le date per la consegna ai contribuenti della copia delladichiarazione elaborata ed il prospetto di liquidazione (mod. 730-3), dal 31 maggio al 15 giugno 2012 per i sostituti d’impostae dal 15 giugno al 2 luglio per i CAF o i professionisti abilitati. Rimangono invariate le altre scadenze.

Modalità versamenti IMU (Imposta municipale unica) anno 2012L’art. 4, comma 5-lettera i, del decreto legge n. 16 del 2.3.2012, convertito in legge n. 44 del 26.4.2012, (G.U. n. 99 del28.4.2012, S.O. n. 85), ha stabilito che, per l’anno 2012, il pagamento della prima rata dell’IMU (entro il 18 giugno 2012) deveessere effettuato nella misura pari al 50% dell’importo ottenuto applicando le aliquote di base (0,4% per l’abitazione principa-le e 0,76% per le seconde case) ed eventuali detrazioni spettanti. La seconda rata deve essere versata (entro il 16 dicembre2012) a saldo dell’imposta complessiva calcolata per l’intero anno, con conguaglio sulla prima, tenendo conto di eventuali va-riazioni di aliquote deliberate dai Comuni. Per il 2012, l’IMU dovuta per l’abitazione principale e le relative pertinenze può es-sere versata in tre rate di cui la prima (entro il 18 giugno 2012) e la seconda (entro il 16 settembre 2012) nella misura di unterzo (per ognuna) dell’importo calcolato applicando l’aliquota di base (0,4%) e le detrazioni spettanti; la terza rata è versata,entro il 16 dicembre 2012, a saldo dell’imposta complessiva dovuta per l’intero anno con conguaglio sulle rate precedenti.

Modifica requisiti accesso al trattamento pensionistico-previdenziale personale comparto di-fesa-sicurezza.Proseguono gli incontri tra i dicasteri interessati e i rappresentanti delle Forze Armate e di polizia per la definizione delRegolamento di armonizzazione (alle norme del regime previdenziale generale) dei requisiti anagrafici e contributivi perl’accesso al trattamento pensionistico del personale militare, delle forze di polizia e dei Vigili del fuoco. Tale provvedimento- che dovrà riconoscere la specificità e la peculiarità delle funzioni e del ruolo del personale predetto - deve essere ema-nato entro il 30 giugno 2012, come previsto dall’art. 24, comma 18, del decreto legge 201/2011. Il ministero del Lavoro ela Ragioneria generale dello Stato hanno già elaborato una bozza di proposta che dovrà essere concordata tra le parti in-teressate e sottoposta alla valutazione dalle autorità competenti, prima della definitiva approvazione. L’articolato della pro-posta di regolamento prevede essenzialmente:- l’incremento dei requisiti contributivi ed anagrafici per l’accesso al trattamento pensionistico e previdenziale;- la riduzione dell’aumento figurativo dell’anzianità di servizio, c.d. “supervalutazione” (il limite massimo attualmente è dicinque anni), fatte salve le maggiorazioni già maturate al 30 giugno 2012; - la modifica delle disposizioni per il riconoscimento della pensione privilegiata;- la revisione dell’istituto dell’ausiliaria;- l’entrata in vigore delle nuove disposizioni normative a partire dal 1 gennaio 2013.Le nuove disposizioni in materia pensionistica e previdenziale saranno divulgate su questo periodico appena il regola-mento sarà approvato in via definitiva.

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Remotely Piloted Systems: aspetti etici del loro impiego

Il 2 maggio, presso il Centro Alti Stu-di Difesa, il nostro Centro Studi Mili-tari Aeronautici ha organizzato il

seminario “Remotely Piloted Systems:aspetti etici del loro impiego”. Il dibat-tito su questo argomento, vivace negliStati Uniti ed appena iniziato in Euro-pa, non era stato ancora affrontato inItalia, ed il CESMA ha voluto colmaretale lacuna.La questione dell’etica nell’uso dellaforza militare è una questione antica,e a lungo è stata considerata retorica,in quanto si è sempre considerato“buono” e “bene” tutto ciò che è utile,e si è guardato con sospetto ai ragio-namenti etici. Il problema etico è, tut-tavia, diventato oggi di prepotenteattualità per una serie di fattori cui va-le la pena accennare.La fine del bipolarismo ha portato al-l’emergere di grandi aree conflittuali,la cui portata reale è ancora in molticasi di difficile comprensione. Siamoin un’era piena di incertezze, di gros-se perplessità e di grandi timori, an-che perché diventano attori di rapportiinternazionali soggetti e civiltà di cuinon conosciamo bene nemmeno leloro manifestazioni essenziali.È mutato l’ambito conflittuale, nel qua-le sono sempre più coinvolti, accantoai militari, i civili. Ed è profondamenterinnovata la funzione del militare che,da prosecutore della politica con altrimezzi, secondo la teoria clausewitzia-na, è diventato portatore di azioni pa-cificatrici e di civiltà facendo contentoS. Agostino che scrivendo al gen. Bo-

nifacio, tra tanti concetti importanti re-lativi alla guerra, diceva la famosa fra-se: “Esto ergo etiam bel landopacificus” (Anche facendo la guerra iltuo animo sia rivolto alla pace). L’innalzamento del livello medio dellacultura nei paesi occidentali ha contri-buito, poi, a cambiare la predisposi-zione sociale verso questo tipo diinterventi militari e richiede oggi dimotivare ogni intervento armato sullabase di considerazioni politicamente esocialmente condivise. Nello stesso tempo, la partecipazionedelle FF. AA. nei recenti conflitti, apartire dal Kuwait ma soprattutto colconflitto iracheno, ha rivelato l’esisten-za di un problema relativo al ruolo dei“mass media”, ed in particolare dellatelevisione che, mostrando la guerrain diretta, ha fatto avvertire l’esigenzadi un’etica dell’ informazione sullaguerra. Non solo. Ci ha fatto scoprireanche il ruolo di giudizio inappellabileche questa esercita a valle delle ope-razioni effettuate, grazie alla sua ca-pacità di agire sull’opinione pubblica.A dare risalto alla questione etica nel-l’uso della forza militare contribuisceanche l’abbandono della coscrizioneobbligatoria ed il passaggio alla fermavolontaria che fa sì che oggi a far laguerra, come nel ‘700, vadano solo co-loro che hanno maggiori difficoltà adinserirsi nel mondo del lavoro. Non so-lo le perdite umane subite, ma anchele più piccole problematiche connesseal loro impiego, finiscono allora conl’apparire un grave atto di ingiustizia

sociale. Oggi se la morte causata puòdiventare un problema, la morte subitanon è più accettabile e il 0 Killed (il fa-moso 0K americano sulle lavagne deireggimenti durante la 1ª GM) è diven-tato un must. Nessun occidentale vuolpiù perdere in un teatro lontano e,spesso sconosciuto, il suo unico figlio.Emergono poi altri problemi morali,come quelli legati alle missioni di pa-ce ONU, dietro le quali c’è, per moltipaesi che vi partecipano, un vero eproprio business ricevendo dall’ONUun compenso molto superiore al-l’esborso. La stessa commistione tra religioni enazionalismi apre problemi di non fa-cile soluzione che dovranno esserecertamente esplorati dai nostri studio-si del settore. Si tratta di tematiche di grande rile-vanza che devono essere affrontateperché lo richiedono la nostra civiltà, ilnostro livello culturale ed anche i no-stri convincimenti religiosi. E per farlooccorrono nuovi attrezzi concettuali,nuovi strumenti di analisi in grado diindividuare, con un’ottica trasversale,modi di agire rispettosi della dignitàdell’uomo e della vita. Il convegno è nato sulla base di que-ste considerazioni di carattere gene-rale, ma ha posto sul tappeto unproblema particolare che si sta affac-ciando all’orizzonte e cioè la banaliz-zazione del male procurato perchéprodotto da velivoli pilotati, in assolutasicurezza, a distanze un tempo inim-maginabili e senza il coinvolgimentoemotivo che vivono gli equipaggi deivelivoli pilotati aggravato dalla minac-cia cui sono sottoposti di una prevedi-bile reazione da par te delle difeseantiaeree nemiche. Se è, dunque, vero che può esistereun problema etico per la mancanza diun profondo coinvolgimento psicologi-co ed emotivo in questi combattimentiasimmetrici, come dimostrato dallatazzina di caffé sulla consolle del pilo-ta di un unmanned mentre sta condu-cendo un’operazione bell ica cheprocurerà un po’ di morti, è altrettantovero che il problema etico rimbalza insalita nella scala gerarchica fino alcoinvolgimento di coloro che stanno

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nella “stanza dei bottoni” e da questaal tavolo politico che detta le regoled’ingaggio e si assume in definitiva laresponsabilità di quanto viene fatto. Alla luce di quanto detto il CESMAnon ha preteso di fornire con il suoseminario delle soluzioni esaustive inun settore caratterizzato da una rapi-dissima evoluzione tecnologica edoperativa, cui si affianca anche quelladel comune sentire in materia di usodella forza, ma ha avuto però l’ambi-zione di diventare un interlocutorecredibile nel dialogo che riguarda l’eti-ca dell’impiego della forza perchè iproblemi vengano, almeno, portati sultappeto in modo corretto. Proprio per questo la riflessione che èstata fatta nel corso del seminario e, so-prattutto, la diffusione degli atti che ne-cessariamente dovrà seguire, avrà unavalenza significativa perché costituiràper tutti, militari, politici, religiosi, un pri-mo tassello dell’immenso puzzle che ilCESMA vuole pian piano costruire sul-l’impiego etico della forza e, probabil-mente, indicherà un modus operandipercorribile per affrontare il complessoproblema. Affrontando con seminarisuccessivi altri aspetti, apparentementedi dettaglio, si potrà arrivare a fornire ainostri militari impiegati nelle missionifuori area un materiale di riflessione disicura valenza, capace di aiutare la for-

mazione di una retta coscienza ed a di-stricarsi nei momenti difficili dei conflittiinteriori. Perchè, non dimentichiamoce-lo, nel momento in cui si fanno certescelte di solito si è, purtroppo, soli.Ancorché nella sua presentazione delseminario il gen. Giancarlo Naldi ab-bia lasciato emergere delle prospetti-ve ambiziose sul dibattito etico,attraverso il coinvolgimento di intellet-tuali di altra estrazione culturale e po-litica, ha poi concluso che sarà già ungrande successo se il convegno riu-scirà ad influenzare il contesto politi-co, mil i tare e religioso del mondooccidentale, in modo che ognuno, alsuo livello, possa fare la sua parte af-finché ne scaturisca un uso virtuosodella forza così come auspicava nel‘94 il generale francese Bertrand deSauville de La Presle quando scrivevadurante la recente guerra jugoslava, avalle del massacro di Srebrenica:«Dobbiamo fare dell’uso della forzauna virtù cardinale». Il convegno ha seguito un percorso di ti-po maieutico, gestito da un chairmand’eccezione quale è il generale Vincen-zo Camporini, già capo di Stato Mag-giore della Difesa ed ora vice presidentedell’Istituto Affari Internazionali. Una serie di piccoli passi successivi,partendo dall’analisi dell’impiego degliRPS nei vari teatri operativi (gen. Gio-

vanni Fantuzzi, capo del 3° RepartoSMA), attraverso la presa di coscien-za della crescita esponenziale del lorouso (ing. Ludovico Vecchione del CI-RA), delle tecnologie che tali velivolisottintendono (ing. Maurizio Fornaiolodi Alenia), dei problemi connessi al-l’addestramento (col. Pasquale Di Pal-ma, comandante del Centro dieccellenza APR) e del ruolo dellastampa (dott. Vittorio Argento, vice di-rettore di Radio Uno), si è arrivati nelpomeriggio al cuore del seminario conl’analisi degli aspetti giuridici (prof.ssaAnna Masutti. dell’Università di Bolo-gna), filosofici (prof. Benedetto Ippoli-to dell ’Università di Roma Tre),psicologici (col. medico GuadalbertoArduino, Istituto Medico Legale di Ro-ma), per finire con gli aspetti morali(mons. Gianfranco Basti, ordinario difilosofia della scienza e decano dellaPontificia Università lateranense).Una panoplia di conferenzieri di tuttorispetto, cui ha fatto da cornice l’inter-vento del capo di Stato Maggioredell’Aeronautica, gen. Giuseppe Ber-nardis.In attesa della pubblicazione degli attidel convegno è possibile richiedere alCESMA un DVD con le presentazionie la registrazione video dell’intero di-battito.

G.N.

25AERONAUTICA 5/2012

Per una nuova cultura del rischio aeronautico

Il 10 maggio, alla Casa dell’Aviatorein Roma, si è tenuta la Conferenzasul tema: “Per una nuova cultura del

rischio aeronautico” organizzata diconcerto con il Centro studi militariaeronautici (CESMA) e il Centro studiSTASA (Trasporto Aereo, Sicurezza &Ambiente).Il gen. Giancarlo Naldi, membro delComitato Tecnico Scientifico del CE-SMA, ha presentato l’evento di cui so-no stati relatori il dott. Bruno Barra,presidente STASA (La “Just culture” enuove prospettive legislative) e il dott.Maurizio Scholtze, direttore del Comi-tato scientifico STASA (Cultura del ri-schio nel “sistema Aviazione”).Ha presieduto e concluso i lavori ilgen. Nazzareno Cardinali, direttoredel CESMA.Barra ha illustrato ai presenti come

STASA - all’interno del quale operanoprofessionisti di elevata esperienzamultidisciplinare nel sistema aviazionecivile - svolga approfonditi studi sullemutazioni in corso derivanti dai nuoviscenari di sicurezza operativa e di re-golamentazione internazionale, chemette a disposizione della comunitàaeronautica e della società civile.Obiettivo della conferenza, ha aggiun-to, é contribuire a far penetrare nellasocietà civile l’esigenza di una diversacultura della prevenzione per tutte lerealtà organizzative complesse (tra-sporti, sanità, difesa, forze dell’ordineecc.). Quella stessa cultura consolida-ta in AM da quasi un ventennio coneccellenti risultati.Il presidente di STASA ha svolto unveloce excursus sul signif icato diJust Culture e dell’impor tanza del

“reporting” (segnalazioni) ai fini dellasicurezza volo, sottolineando le qua-lità richieste ad un tale sistema (cre-dibi l i tà del s istema, faci l i tà nelsegnalare, motivazione, feedback,indipendenza degli investigator i ,conferma della ricezione della se-gnalazione) nonché la necessità dioperare una netta dist inzione tra“comportamenti colpevoli” ed “erroriincolpevoli” (honest-mistakes).Barra ha poi riferito sull’attuale orienta-mento in Europa (Reg. 996/2010) ed inItalia (iniziative istituzionali) - in tema dijust culture - sottolineando come la«cultura per la quale gli operatori di pri-ma linea o altri non vengano puniti perazioni, omissioni o decisioni da essiadottate, che siano proporzionali allaloro esperienza e addestramento, manella quale non sono tollerate colpe

segue

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gravi, violazioni intenzionali o atti dolo-si» sia sempre più oggetto di attenzio-ne delle Istituzioni/organizzazioninazionali ed internazionali allo scopo diincrementare la sicurezza del volo.Anche l’Organizzazione Internaziona-le dell’Aviazione Civile (ICAO) - hasottolineato Barra - «è favorevole abloccare l’apertura automatica deiprocedimenti giudiziari a carico di pi-loti, controllori del traffico aereo e dialtro personale addetto alle operazio-ni di volo (quali meccanici ed inge-gneri) a seguito di disastri o incidentiaeronautici, in quanto l’apertura auto-matica di tali procedimenti giudiziari èprassi diffusa presso diversi Stati con-traenti» (AIG meeting in Montreal on13-18 October 2008).Il presidente STASA ha tuttavia sotto-lineato che questa nuova e modernacultura della prevenzione può pene-trare efficacemente anche nel nostroPaese a condizione che si modifichi ilsistema normativo.Ma lo sviluppo di una nuova e moder-na cultura che induca ad apprenderedagli errori involontari ed a superare ilmito dell’infallibilità è necessario passiattraverso il rafforzamento del rappor-to di fiducia tra prestatori di servizi edutenti ed il superamento di comporta-menti difensivi che portino a nascon-dere falle organizzative di cui si vienea conoscenza.Per passare dalla cultura della colpa(blame culture) alla just culture è indi-spensabile - ha aggiunto il relatore -non solo fare distinzione tra i comporta-menti accettabili e quelli non accettabili,ma anche promuovere organizzazioniad alta affidabilità, favorendo lo svilup-po delle abilità cognitive personali e so-ciali necessarie alla realizzazione diperformance sicure, attivando percorsiformativi accademici/alta specializza-zione e istituzionali. Contemporanea-mente sviluppare sistemi di gestionedel rischio e costruire barriere difensivecapaci di prevenire gli errori.Ma perché tutto ciò divenga realizzabi-le è necessario - ha concluso Barra -che il cambio di mentalità coinvolgaanche l’ordinamento giudiziario nazio-nale, affinché non rappresenti un limiteall’affermarsi di questo rinnovamentoculturale.È indispensabile ridisegnare l’attualemodello di attribuzione della responsabi-lità penale e civile attraverso una ragio-nevole limitazione della responsabilità

penale in virtù della quale professioni-sti/operatori impiegati in attività com-plesse come quelle aeronautiche nonvengano puniti per azioni, omissioni odecisioni da essi adottate, che sianoproporzionali alla loro esperienza e ad-destramento, ma nella quale non sianotollerate colpe gravi, violazioni intenzio-nali o atti dolosi.Un modello che dovrà essere accom-pagnato, negli ambiti in cui risulti prati-cabile, dall’introduzione di programmidi giustizia riparativa e da un riordino,ove necessario, delle norme in tema diassicurazione per la responsabilità ci-vile. Ciò consentirebbe di spezzare ilcircolo vizioso che induce molti sogget-ti, oggi, ad adottare comportamenti ditipo difensivo e non proattivo.Scholtze, direttore del Comitato scienti-fico STASA, ha affrontato il tema della“cultura del rischio nel sistema aviazio-ne”, premettendo che il sistema aviazio-ne ha le medesime connotazioni di altreorganizzazioni produttive complesseche operano nella gestione del rischio(es. energia nucleare, petrolchimico, Sa-nità, ecc.) Ha quindi evidenziando ilquadro d’insieme dei vari soggetti che adiverso titolo sono coinvolti nella archi-tettura operativa, delineandone i requisi-ti ed i processi di riferimento nonché lerelative interazioni e dinamiche che so-no soggette ad una continua analisi evalutazione dei rischi potenziali. In talecontesto è stata altresì sottolineata l’esi-genza degli attori (compagnie aeree,fornitori dei servizi della navigazione ae-rea, società di gestione aeroportuale,ecc.) di orientare il proprio operato nellacostante ricerca del corretto bilancia-mento tra le risorse disponibili e la com-plessità dei compiti in un contestomutevole e di adattamento ai cambia-menti. Il direttore delCentro Studi STASAsi è poi soffermatosui principi ispiratoridel Safety Manage-ment System, defi-niti dall’ICAO, inparticolare sui be-nefici conseguibilisia attraverso l’ado-zione di un sistemadi segnalazioni,confidenziale e tute-lato, in grado di rile-vare per tempo ognianomalia suscettibi-le di trasformarsi in

vera e propria criticità, sia attuando me-todologie di rilevazione, valutazione emitigazione dei rischi a monte di ognicambiamento operativo.Scholtze ha poi illustrato i principalimodelli attinti dalla letteratura interna-zionale di prevenzione degli incidenti,soffermandosi, in particolare, sul temadella complessa identificazione dei«fattori contributivi degli incidenti chesono spesse volte rinvenibili in areefisicamente e temporalmente distantidal luogo dell’evento». Al di là dei mo-delli storici di riferimento, è stata sot-tolineata l’esigenza di diffondere erafforzare i principi della Resilienceengineering, che si sostanziano nellacapacità delle organizzazioni e deisingoli operatori di rispondere, in si-nergia tra loro, ad ogni criticità me-diante un continuo coinvolgimento escambio di informazioni al fine di argi-nare, in corso d’opera, le anomalie ri-scontrate e concorrendo quindi alcelere ripristino dell’efficacia ed effi-cienza di operazioni sicure.Sulla base delle statistiche di safetyperformance (fonti: Eurocontrol e Bo-eing) è stato evidenziato come ancoraoggi sia rilevabile la difficoltà dell’ele-mento umano di essere al centro deiprocessi decisionali. Su tale punto èstata posta particolare attenzione alledinamiche relative alla cosiddetta“loss of control in flight” anche e so-prattutto in abbinamento alla introdu-zione di tecnologia avanzata.Scholtze ha infine sinteticamente illu-strato le dinamiche dell’incidente ae-reo di Überlingen (1° luglio 2002) alfine di declinare gli argomenti oggettodella conferenza in elementi rinvenibilinel vissuto operativo.

GCN

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AERONAUTICA 5/2012 27

L’ASSOCIAZIONEARMA AERONAUTICA

2° raduno del 33° Corso ACA di Macerata

Il 2° raduno dei frequentatori del 33° Corso perAssistenti alla Circolazione Aerea (ACA) svoltosi aMacerata nel 1964 e successivamente divenuti As-sistenti al Traffico Aereo (ATA), avrà luogo pressol’Hotel Village di Città del Mare (Palermo) il 21,22 e 23 settembre 2012.Tutti gli ex allievi del 33° ACA interessati a par-teciparvi sono invitati a contattare via email,per le adesioni e maggiori informazioni sul ra-duno, [email protected] o telefonare alcellulare 349 5137251.

Per un raduno del 55° Corso specialisti del1972 a Macerata

Il socio m.llo Silvano Musetta del nucleo di Bor-gosesia (VC) intende organizzare il raduno egliappartenenti al 55° Corso assistenti contabilisvoltosi nel 1972 a Macerata ed indirizzato an-

che al ruolo governo uffici, assistenti di sanità,MSA e AIO.Invita pertanto quanti hanno partecipato a talecorso a contattarlo ai seguenti recapiti : te-lef. 0321 83058, cell. 347 4144796 o alla e-mail:[email protected]

Raduno del 4° Corso specialisti di Caserta

Il raduno dei frequentatori di tutte le categoriedel 4° Corso specialisti di Caserta per la celebra-zione del 60° anniversario del Corso stesso, èstato definitivamente fissato per il 5 e 6 ottobre2012 a Caserta.Gli interessati a parteciparvi sono invitati, per idettagli sul raduno e le modalità di adesione, acontattare il presidente della sezione di CasertaBenvenuto Bonuomo ai seguenti recapiti: pres-so la sezione al telefax 0823 428568, oppure altelef . 0823 466387, cel l . 338 5822511 oall’e.mail: [email protected]

RADUNI

Alcuni del corso Drago 3° dell’Accademia Aeronautica

Il gen. Giancarlo Naldi vorrebbe rintracciare i sottoelencati colleghi che furono arruolati con lui nel lontano1965 con il corso Drago 3° e che per diverse ragioni hanno lasciato l’Accademia facendo perdere le lorotracce. Chi fosse in grado di fornire notizie è pregato di contattarlo ai seguenti recapiti: tel.: 06-8555071,

cell.: 340-4044859, e.mail:[email protected] piloti: Ansaldi Giuseppe, Barresi Giuseppe, Bordonali Giorgio, Canzano Nicolino, Carrara Giancarlo, DeSanctis Michele, Di Martino Luigi, D’Ippolito Roberto, Dodaro Roberto, Governali Ernesto, Gravagno Salvatore,Guerrini Roberto, La Guardia Giuseppe, Lopalco Antonio, Mantovani Maurizio, Mattutini Mario, Mazza Mario,Murru Antonio, Perricone Michele, Piazza Giorgio, Rubino Ottavio, Scalzo Giuseppe, Scognamiglio Antonio, Si-liotti Carlo, Squarcina Franco.Allievi ingegneri: Biron Giulio, Campana Giorgio, Capotorto Vincenzo, Cappabianca Andrea, Catapano Cosi-mo, D’Ancona Mario, Di Girolamo Giovanni, Dolara Ezio, Graziano Francesco, Grosso Francesco, Pezzullo An-gelo, Rosa Giovanni, Salamida Donato.

Caro amico, dove sei?

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Abruzzo

Eletto il nuovo presidente re-gionale AAAIl 22 aprile l’Assemblea regio-nale dei presidenti delle sezioniAAA abruzzesi ha eletto il lgt.Angelo Colizza, della sezione diAvezzano, a presidente regiona-le AAA dell’Abruzzo in sostitu-zione di Rodolfo Durastantedella sezione di Lanciano.

Alto Astico e Sposina

Il m.llo 3a cl. Giuseppe La Spi-na è stato nominato capo nu-cleo in sostituzione deldimissionario aiut. Ottavio Fer-rario.

Cesena

Presidente: lgt. Orazio Costa;vice presidenti: av. sc. Elio Ca-sadei e ten. col. Franco Piglia-celli; segretario: lgt. Giuliano S.Di Russo; tesoriere: av. sc. Gil-berto Castagnoli; consiglieri:av. sc. Norberto Fusaroli, m.llosc. Dante Magrini, GiorgioMazzoni, m.llo 1ª cl. VittorioPezzi; rappresentante dei sociaggregati: Roberto Raffaelli.

Conegliano

Presidente: m.llo 1ª cl. RenzoBin; vice presidenti: m.llo 1ªcl. Luigi Mele e 1° av. MarcoZara; segretario e tesoriere: av.Bruno Vistosi; consiglieri:m.llo 1ª cl. Costantino Bellot-to, av. Andrea Comacchio,m.llo 1ª cl. Luciano Cremone-

se, 1° av. Roberto Doimo, av.sc. Egidio Valentini e m.llo 1ªcl. Evaristo Valentini.

Cuneo

Presidente onorario: 1° av. Mi-chele Fulcheri; presidente: 1°av. Mauro Schena; vice presi-denti: av. sc. Gianfranco Cavalloe av. sc. Adriano Pellegrino; se-gretario: Carlo Bubbio; tesorie-re: av. sc. Flavio Rosso;consiglieri: av. sc. Mauro Gari-no, av. Aldo Graneris, av. sc. Fa-brizio Panero; rappresentantedei soci aggregati: ten. pil. Cle-mente Topino; capo nucleo diBorgo San Dalmazzo: 1° av.Claudio Giraudo; capo nucleodi Caraglio: av. sc. Pierpaolo Re.

Ferrara

L’av. sc. Arturo Beccari è statoeletto vice presidente della se-zione.

Gioia del Colle

Presidente onorario e consiglie-re: m.llo sc. Flavio Giardini; pre-sidente: ten. col. Filippo Borrelli;vice presidenti: av. sc. Vito Butti-glione e lgt. Antonio Coluccia;segretario: m.llo sc. Mario Capo-diferro; tesoriere: lgt. GaetanoCapodiferro; consiglieri: lgt. An-tonio Abbondanza; m.llo sc. Ma-rio Maeta e col. AntonioProcino; rappresentante dei sociaggregati: Antonio Topazio.

Lamezia Terme

A seguito delle dimissioni del

segretario Bruno Capellupo, ilm.llo 2ª cl. Antonio Parise èstato nominato segretario-teso-riere del sodalizio.

Palmanova

Presidente onorario: av. sc. Fi-liberto De Biasio; presidente:av. sc. Romeo Dentesano; vicepresidenti: av. Giovanni Ber-tolo e av. Arrigo Mian; segre-tario: av. Lino Ermacora;tesoriere: av. sc. Enzo Toffoli;consiglieri: ten. Claudio Co-vassi, av. sc. Giovanni Epis e1° av. Nello Marioni; rappre-sentante dei soci aggregati:Lucio Pian.

Saluzzo

Presidente: m.llo 3ª cl. Arman-do Bianco; vice presidente: av.sc. Roberto Bertoglio: segreta-rio: av. sc. Gianmario Perac-chia; consiglieri: 1° av. GiovanniBarberis, ten. col. Raffaele Bar-letta e av. Riccardo Ponso; rap-presentante dei soci aggregati:Bruno Barale.

Santa Maria Capua

Vetere

Presidente: av. sc. FrancescoFabozzi; vice presidenti: aiut.Giuseppe Carrillo e m.llo sc.Antonio Papale; segretario: 1°av. Angelo Battaglia; consi-glieri: 1° av. Paolo De Risio,lgt . Giuseppe Di Gennaro,m.llo sc. Giovanni Rossetti,aiut. Agostino Santoro; rap-presentante dei soci aggrega-ti: Domenico Funiciello.

RINNOVO CARICHE

28 AERONAUTICA 5/2012

L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA

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((AVVENIMENTI LIETIAVVENIMENTI LIETI ((

NOMINE A SOCIO BENEMERITO- brig. gen. PiercarloBerta, Flavio Garrione(sezione di Albenga).

SOCI CHE SI FANNO ONORE

Il socio Filippo Bosciadel nucleo di Sammiche-le di Bari è stato elettoper la seconda volta sin-daco di quel Comune.

Il socio lgt. Nicolino Sci-scio della sezione di Ja-cotenente è stato rielettoconsigliere del comunedi Vico del Gargano.

LAUREE

In architettura- Michael Milocco, figliodel socio Luigino (se-zione di Manzano).

In economia aziendale eistituzione finanziaria- Marco Martelluzzi, fi-glio del socio Franco(sezione di Rimini).

In economia del turismo- Michela Mastrorocco,figlia della socia An-na Rollo Mastrorocco

(sezione di Jacote-nente).

In economia e gestioneaziendale- Federica Bellagamba,figlia del socio Mar-cello (sezione di Ri-mini).

In fisica- Fausto Sirsi, figlio delsocio Franco (sezionedi Campi Salentina).

In ingegneria civile- Giancarlo Cortis, figliodel socio Vincenzo (se-zione di Rimini).

In scienze economiche esociali - Mariano Mamertino, fi-glio del presidente di se-zione Domenico (sezionedi Lamezia Terme).

In tecniche di radiologiamedica- Davide D’Onofrio, fi-glio del socio 1° m.lloPasquale (sezione diFoggia).

NOZZE D’ORO

Le hanno felicemente fe-steggiate:- il socio Mario Apicella

con la signora AnnaMaria (sezione di Ri-mini);

- il socio Giuseppe Astol-fi con la signora Iole(sezione di Rimini);

- il socio Mario Casti-gliò con la signoraNazzarena (sezione diRimini);

- il socio Alfredo Di Resta con la signoraAgata (sezione di Gros-seto);

- il socio Brunello Fatto-ri con la signora Maria(sezione di Rimini);

- il socio Paolo Giambo-ni con la signora Lucia(sezione di Rimini);

- il socio Renato Giarolacon la signora Irene(sezione di Bovolone);

- il socio m.llo sc. FaustoMiniucchi con la signo-ra Iole (sezione di De-senzano del Garda);

- il socio Aldo Nota conla signora Teresa (nu-cleo di Airasca);

- il socio m.llo AntonioPetrucci con la signoraAnna Maria (sezione diCampoformido);

- il socio av. Livio Rossi-no con la signora Odet-te (nucleo di Cirié);

- il socio aggregato CCMario Salaris con la si-gnora Luciana (sezione

di Merano);- il socio Raffaele Zan-fardino con la signoraGeltrude (sezione diLatina).

NOZZE

Si sono uniti in matri-monio:- il socio Egidio Dario ela signorina SerenaRobbiati (nucleo di Ca-ravaggio);

- il socio av. VAM DiegoMuzzo e la signorinaErika Marioni (sezionedi Palmanova).

CULLE

- Il socio av. sc. DaniloBazzani e la signoraFederica annunciano lanascita della primoge-nita Beatrice (sezionedi Paullo).

- Il socio Fabio Carta ela signora Chiara an-nunciano la nascita delsecondogenito Vittorio(sezione di Paullo).

- la socia Cinzia Di Rug-giero ed il consorte Sabino Tempesta an-nunciano la nascita diVirginia (sezione di Ca-nosa).

29AERONAUTICA 5/2012

L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA

- Giuseppe Barra E 21,00

- Giuseppe Belardu “ 21,00

- Bruno Cadegiani “ 150,00

- aiut. Mario Saudella “ 50,00

SOSTENITORI DI “AERONAUTICA”

TrapaniLa sezione ha ora questi nuovi indirizzi: Via Torre n. 26, 91100Marausa (TP); e-mail: [email protected].

NUOVI INDIRIZZI

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PIEMONTE

Verbania

Partecipazione con uno stand al 2° Radunodelle Associazioni d’arma

La sezione ha partecipatocon uno stand illustrativodelle attività del nostrosodalizio al 2° Radunodelle Associazioni d’armache si è svolto in aprile inquella cittadina, esponen-

do anche il velivolo Sa-vannah con il quale il so-dalizio collabora con glienti locali nei settori dellaProtezione civile, della tu-tela dell’ambiente, dellasalute e della solidarietà.

LOMBARDIA

Riunione dei presidenti AAA dell’area nord-ovest

Il 28 aprile, presso il 2°Deposito Centrale AM diGallarate che la ha corte-semente ospitata, ha

avuto luogo la riunionedei presidenti AAA del-l ’area nord-ovest dellaLombardia.

Caravaggio

Concorso per premi di studio

Il locale nucleo AAA hapubblicato due bandi diconcorso per altrettantipremi di studio di 500,00euro ciascuno rispettiva-mente intitolati alla MOVMGiannino Ancillotto e alloscultore Giacomo Grippa.Il primo è riservato a unpossessore, da non più ditre anni, di una laureatriennale o magistrale o di-ploma di Istituto tecnicoaeronautico per una tesi sudiscipline aeronautiche, ae-rospaziali o aeromediche,mentre il secondo è a favo-re di un giovane artista chefrequenti regolarmente un

Istituto d’arte di ogni ordi-ne e grado e che abbia rea-lizzato un’opera scultoreasul tema assegnato: “l’Aqui-la come emblema aeronau-tico, con valore verso lestelle”.I lavori dei concorrenti do-vranno pervenire entro enon oltre il 15 settembre2012 al nucleo di Caravag-gio della sezione di Trevigliocome indicato nei relativibandi di concorso e con re-gistrazione in base ai modu-li di domanda scaricabilidal sito: www.aaatreviglio.itin Nuclei>Nucleo di Cara-vaggio>Premi di studio.

Mortara e Vigevano

Ricordato il ten. pil. Pier Luigi Colli

Il 2 maggio, presso a SanCassiano in Mortara, le

due sezioni hanno orga-nizzato, nell’ambito delle

SEZIONI E NUCLEI

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L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA

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VENETO

San Donà di Piave

Commemorato il s.ten. pil. Mario Rettore

Il 13 maggio il nucleo hacommemorato, anche conla celebrazione di un ritoreligioso, il 50° anniversa-rio dell’incidente di volonel quale perse la vita ils.ten. pil. Mario RettorePresenti alla cerimonia,con alcuni congiunti delCaduto, i componentidell’amministrazione co-

munale di Torre di Mostocon a capo il sindaco Ca-millo Paludetto, rappre-sentanti del 51° Stormo,le rappresentanze con La-bari di numerosi sodaliziAAA e di altre associazio-ni d’Arma del luogo, lafanfara dei bersaglieri delPiave e numerosi simpa-tizzanti e cittadini.

FRIULI-VENEZIA GIULIA

Campoformido

Il 1° maggio i soci dellasezione, dopo aver presen-ziato a Rivolto all’adde-stramento della PAN,hanno assistito nella Basi-

lica della Madonna deiMiracoli a Motta di Liven-za ad un rito religioso insuffragio di tutti i sociscomparsi.

Villafranca

Intitolata “Via dell’Aviatore” una stradadi Mozzecane

A pag. 20 di Aeronautica n.4/2012 è stata già data lanotizia in titolo che era per-venuta dall’AM. La ripropo-niamo per un doverosoriconoscimento alla sezio-ne che ha contribuito alla

realizzazione dell’evento.Per iniziativa dei soci m.lloBiagio Egione, m.llo MarioPonticiello e 1° av. Piero Vi-viani e con il determinanteintervento del lgt. France-sco Liccardo, consigliere

comunale di Mozzecane(VR), una strada di tale cit-tadina è stata recentementeintitolata “Via dell’Aviatore”in onore ai tanti militari inservizio e in quiescenzadell’Arma Azzurra.Presenti alla cerimonia,

con il sindaco della citta-dina Tomas Piccinini, ilcomandante del 3° Stor-mo S.O. col. Roberto Po-ni, un picchetto armatodello stesso reparto e nu-merosi soci del sodalizioAAA di Villafranca.

iniziative intese a ricor-dare gli aviatori di Morta-ra, una conferenza sullafigura del ten. pil. PierLuigi Colli , caduto nel1944 in Val Formazzamentre prestava serviziocon l’Aeronautica Nazio-nale Repubblicana a dife-

sa dei cieli del Nord.Ospite dell’evento, tra glialtri numerosi intervenu-ti, il cap. magg. degli Al-pini Luca Barisonzi,grande invalido a seguitodelle ferite riportate du-rante una missione in Af-ghanistan.

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TOSCANA

Assemblea regionale dei presidenti delle sezioni dell’AAA

Firenze

Ricordati i Caduti dell’incidente aereo di Torsoli

Il 28 aprile, a Piombino,presieduta dal presidenteregionale col. Carlo EnricoPaciaroni, si è svolta l’As-semblea ordinaria dei pre-sidenti di sezione dellaToscana nel corso dellaquale sono stati esaminatie discussi vari temi d’inte-resse generale tra i quali,in particolare, quello sucome promuovere unacampagna di proselitismonei confronti dei giovani.A questo proposito è statoconvenuto di indire, nelprossimo settembre, unconvegno a carattere re-

gionale con la partecipa-zione di tutti gli operatorisociali che svolgono la loroattività con i giovani, qualii presidi di scuole superio-ri, presidenti di societàsportive, presidenti di ae-roclub, ecc., con l’intentodi individuare le attivitàche le nostre sezioni po-trebbero svolgere a favoredelle giovani generazioni.Al termine dell’Assembleail sindaco di Piombino,che ha cortesemente ospi-tato la riunione in una salacomunale, ha rivolto uncaloroso saluto ai parteci-

panti che, dopo il pranzosociale, hanno visitato il

Museo archeologico diPiombino.

Nel quadro delle iniziativevolte a diffondere sul terri-torio la cultura aeronauti-ca, il 16 maggio, la sezioneha organizzato un incontrocon gli alunni della 3ª clas-se dellla Scuola Media“Giovanni da Verrazzano”di Greve in Chianti per ri-cordare gli aviatori della46ª BA di Pisa caduti nel1982 a Torsoli durante unamissione antincendio.Presenti all’evento, tra glialtri, oltre ad una rappre-

sentanza della sezionepromotrice guidata dalsuo presidente gen. BAPier Giuseppe Jacopozzi,il responsabile della Pro-tezione Civile della Pro-vincia di Firenze PaoloMasetti, il sindaco di Gre-ve in Chianti Alberto Ben-cistà, il gen. BA FrancoNieri, già pilota di Cana-dair e della 46ª BA e ilpresidente regionale AAAcol. Carlo Paciaroni. Dasottolineare che gli stu-

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L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA

LIGURIA

Albenga

Commmemorato il cap. pil. Andrea Gastaldi

Il 22 aprile, nel 20° anni-versario della scomparsadel cap. pil. Andrea Ga-staldi, deceduto per inci-dente di volo nel Lago diGarda nel 1992, la sezionelo ha commemorato nel

cimitero di Arnasco (SV)dove l’ufficiale è sepolto.Presenti alla cerimonia, tragli altri, i genitori e le sorel-le del cap. Gastaldi e le rap-presentanze delle sezioniAAA di Andora e Albenga.

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LAZIO

Aprilia

Benedizione del Labaro sociale

Il 15 aprile, nel corso diuna cerimonia che si èsvolta nella Chiesa dellaResurrezione di Aprilia, ilcappellano dell ’AM incongedo don RaimondoSelvaggio ha benedetto ilLabaro della sezione inti-tolato al m.llo sc. mot.Armando Lattaro, in ser-vizio al RSV di Pratica diMare e deceduto per unincidente di volo il 22

agosto 1981.Presenti all’evento - delquale è stata Madrina lasignora Emilia Neri, ve-dova dell’intestatario delLabaro - molte autoritàcivili e militari, le rappre-sentanze con Labari delleAssociazioni d’Arma ecombattentistiche dellacittà e quelle dei sodaliziAAA di Latina, Tarquinia,Velletri e Cisterna.

Massa Carrara

Commemorata la MOVM Flavio Baracchini

Il 15 aprile la sezione diMassa e i l Comune diVil lafranca Lunigianahanno commemorato ilcap. MOVM Flavio Torel-lo Baracchini , nato inquest’ultima cittadina,asso della prima guerra

mondiale con 21 vittorie.La cerimonia - presentivarie autorità civili e mili-tari - ha visto, dopo la de-posizione di una coronad’alloro al Monumentoeretto in onore dell’eroe,la sua rievocazione nella

sede del Museo etnografi-co della Lunigiana e la

celebrazione del rito reli-gioso.

denti, accompagnati dailoro docenti, avevano visi-tato nei giorni scorsi il

monumento dedicato aicaduti del G.222 ed erettosul luogo dell’impatto.

Forte dei Marmi

Inaugurato il Monumento all’aviatore

Il 25 marzo, a cura del Co-mune di Forte dei Marmi,della presidenza degliAviatori della Versilia e dellocale nucleo AAA dipen-dente dalla sezione madredi Viareggio, è stato inau-gurato il “Monumento al-l’aviatore”, opera delloscultore Arturo Dazzi, eret-to nel Parco di Villa Bertel-li. La cerimonia, iniziatacon la celebrazione del ritoreligioso nella chiesa diSan Francesco, è prosegui-ta con il corteo dei parteci-panti che, dopo aver resoomaggio al cippo eretto in

ricordo del col. MOVM Li-do Poli, ha raggiunto VillaBertelli dove ha avuto luo-go lo scoprimento del mo-numento, cerimonia dellaquale è stata madrina la si-gnora Stefania Poli. Pre-senti all’evento, nel corsodel quale è stato anche ce-lebrato l’89° anniversariodell’AM e il 20° della costi-tuzione della sezione AAAdi Viareggio, numerose au-torità civili e militari e lerappresentanze, con Laba-ri, delle Associazioni d’ar-ma e combattentistiche delluogo.

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BASILICATA

Melfi

Il 12 e 13 maggio la sezio-ne ha organizzato la se-conda edizione dellamostra di modellismo“Viaggio nel mondo aero-nautico e modellistico”che ha presentato ai nu-merosi visitatori diversiaeromodelli radiocoman-dati della categoria “com-bat” e, nello statico, leriproduzioni di velivolidella seconda guerramondiale e del periododella guerra fredda. Perquanto riguarda il temastorico, è stato ricordatol’abbattimento - nei pressidella città - di un B-24Dstatunitense avvenuto il16 agosto 1943 e del quale

risulta che sia ancora invita uno dei sei sopravvis-suti dell’equipaggio.Nell’occasione sono statianche ricordati i dueaviatori che, deceduti suun velivolo d’addestra-mento caduto in localitàLeonessa di Melfi il 17giugno 1964, sarannocommemorati tra breve e,a tal proposito, la sezionechiede a quanti abbianoinformazioni sul serg.magg. pil. Bonetti, cl.1939, e sull’allievo pilotaPerilli, cl. 1945, di contat-tare il presidente GinoMonteleone o il socio An-tonio Sedile alla e-mail:ana.antonio @libero.it

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CAMPANIA

Afragola

Manifestazione per informare sulle tecnichedi primo soccorso

Dall’11 al 25 aprile la se-zione - di concerto con al-

cuni enti locali dediti adattività sociali - ha parte-

cipato ad Arzano alle va-rie iniziative di raccoltafondi che, nell’ambito del-la campagna nazionale“Trenta ore per la vita”,avevano lo scopo di in-formare la più ampia pla-tea possibile sulletecniche di primo soccor-so su adulti e bambini eper incrementare la do-nazione di defribillatori

ai presidi salvavita attiva-ti presso le scuole e gliimpianti sportivi.La manifestazione è statachiusa dalla finale di cal-cio tra le squadre del co-mune di Arzano e quellavincitrice della sezioneAAA di Afragola che èstata premiata dal sinda-co di Arzano GiuseppeFuschino.

Cassino

Commemorato il magg. pil. Secondino Pagano

Il 27 aprile la sezione, co-me da tradizione, hacommemorato nel corsodi una funzione religiosail magg, pil. pluridecora-

to Secondino Pagano, ca-duto per incidente di volonel 1957 ed al quale è in-titolato il Labaro del so-dalizio.

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AM/3ª R.A., della sezioneAAA di Bari e della localeCivica Amministrazione,ha avuto luogo nel CastelloNormanno-Svevo un semi-nario sulla fibrosi cisticaconclusosi con un’asta eduna cena di beneficenzaper raccogliere fondi a so-stegno della ricerca scien-tifica su tale patologia.

In particolare l ’AAA diBari ha allestito una mo-stra di interesse aeronau-tico e proiettato filmatisulla P.A.N. e sulla vitaoperativa della Forza Ar-mata, vendendo anchegadget aeronautici il cuiricavato è stato devolutoalla Fibrosis Cystic Foun-dation.

SARDEGNA

Gemellaggio tra la sezione AAA e la sezione ANAE di Cagliari

Una stretta comunanza diideali, il volo come comuneambiente di lavoro, ed infi-ne una stessa attività, purcon sfumature diverse, han-no fatto si che l’Associazio-ne Arma Aeronautica el’Associazione NazionaleAviazione Esercito abbianodeciso di commemorare as-sieme a Torino, l’11 giugno2011, i 150 anni dell’Unitàd’Italia.Un raduno nazionale, te-nuto da due associazionidiverse, ma che hannomolto in comune, che haavuto uno straordinariosuccesso.Dalla constatazione condi-visa di una grande identitàdi ideali, è nata l’idea diunire in “gemellaggio“ le

sezioni AAA e ANAE di Ca-gliari rispettivamente pre-siedute dal col. SalvatoreSerra e dal col. MarinoZampiglia.La cerimonia, in un’atmo-sfera di grande camerati-smo, ha avuto luogo il 19aprile presso la base AVESdi Elmas e ha visto la parte-cipazione di circa 60 socidell’AAA con il presidenteregionale AAA col. EdoardoSpissu e circa 30 Soci del-l’ANAE.Nel corso della cerimonia,iniziata con l’alza Bandiera,il cappellano militare donGiovanni Piga, assieme alconcelebrante mons. LuigiBalloi, presidente naziona-le dei Cappellani militari,ha celebrato il rito religioso

PUGLIA

Campi Salentina

Realizzato il progetto “Piedibus”

Dal 23 aprile, per iniziati-va della sezione, è statoattivato il “Piedibus”, unprogetto che, con la colla-borazione del Circolo Di-dattico di Campi Salentinae con il supporto economi-co dell’AmministrazioneComunale, ha avuto lo sco-po di realizzare quattropercorsi colorati che ibambini di vari quartiericittadini possono percorre-re in tutta sicurezza perandare e tornare da scuola.Il progetto si colloca nel-l’ambito dei programmivolti a migliorare la mobi-lità sostenibile e, in parti-colare, si concentra sullamobilità casa/scuola deibambini della scuola pri-maria.In pratica si tratta di una“carovana“di bambini inmovimento, accompagnati

da due o più adulti a tur-no, un autista sul davanti eun controllore nella parteposteriore che chiude la fi-la e, come un vero autobusdi linea, parte da un capo-linea seguendo un percor-so stabilito raccogliendopasseggeri alle fermatepredisposte lungo il cam-mino, rispettando l’orarioprefissato.Tra gli gli obiettivi del pro-getto vi sono anche la vo-lontà di coinvolgere ibambini, educandoli allamobilità sostenibile; pro-muovere la loro autonomia;favorire la conoscenza fracoetanei; promuoverel ’educazione s tradale;sensibilizzarli alla sicu-rezza; favorire il loro svi-luppo fisico.Sul sito www.aaacampi.it,tutti i dettagli sul progetto.

Sannicandro

Seminario sulla fibrosi cistica

Il 12 e 13 maggio, a curadel locale nucleo e con il

patrocinio del ComandoGenerale delle Scuole

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al termine della quale sonostate lette le preghieredell’Aviatore e dell’AVES.Sono seguiti gli interventidel ten. col. Guido Minis-si, comandante del 21°Gruppo Squadroni AVES“Orsa Maggiore” di El-mas, dei presidenti dellesezioni gemellate, del pre-sidente nazionale AAAgen. Gianbortolo Parisi edel col. Giovanni Tonic-chi, in rappresentanza delpresidente nazionaleAVES gen. Antonio Lat-tanzio.

Molte le autorità presentitra le quali il sindaco di El-mas, Walter Piscedda, conil Gonfalone della città, ilcol. Fulvio Ragazzon, delPoligono sperimentale in-terforze di Perdasdefogu, ilmagg Casu del RSSTA diDecimomannu, il ten. DeRinaldis dell’aeroporto diElmas, i presidenti dellesezioni e nuclei AAA dellaSardegna e numerose rap-presentanze delle Associa-zioni combattentistiche ed’arma della regione.

G.P.

Di seguito alcune considerazioni del col. Tonicchi, vicepresidente vicario ANAE che, con vivo compiacimento,pubblichiamo:

Affetto e gratitudineQuesti sono i sentimentiche la Specialità Aviazio-ne dell’Esercito nutre dasempre nei confrontidell’Aeronautica Militare.L’affetto scaturisce dallastoria aviatoria nazionalein quanto, quando vennecreata nel 1923 la RegiaAeronautica come armaindipendente, personale emezzi del Corpo Aero-nautico del Regio Eserci-to (che nella GrandeGuerra aveva trovato lasua efficiente struttura)cambiarono uniforme edinsegne - a fianco dei lorocolleghi della Regia Mari-na - per dar vita all’“Armaazzurra”.La gratitudine è quella

che ogni aviatore del-l’Esercito prova per que-sta Forza Armata perchèè stata l’Aeronautica Mili-tare, nell’immediato se-condo dopoguerra, aprendersi cura (a volteanche con le “intransi-genze” di una genitricesevera) della nascenteAviazione Leggera (ALE)addestrandone piloti, spe-cialisti e specializzati edinsegnando loro come ge-stire professionalmentel’attività di volo grazie alleScuole di Alghero, Frosi-none, Caserta, Latina, Fi-renze, ecc.Anche le tradizioni squisi-tamente aviatorie sono sta-te assorbite perché, quantee quante volte, i nostri pilo-

ti e specialisti si sono unitial tradizionale “ghereghe-ghez” dei colleghi aviatori?Soprattutto, il basilarerispetto dei r ispett ivicompit i - a terra ed involo - fra personale digrado diverso è stato ap-preso dall’Arma azzurrae fa sì che un comandan-te di aeromobile di gra-do elevato non metteràmai in dubbio o critiche-rà l’operato di uno spe-cial ista anche se digrado molto inferiore.E l’affetto e la gratitudinesi sono percepiti in ma-niera palpabile durante lacelebrazione del gemellag-gio tra la Sezione ANAE“Sanna” e la Sezione AAA“Furio Niclot Doglio”,sentimenti confermati dalfatto che è stato proprio

un reparto dell’Aviazionedell’Esercito ad ospitarel’evento.Non possiamo che augu-rarci che l’iniziativa “con-tagi” anche le altre nostreSezioni ANAE, che hannosoventi frequentazioni coni colleghi dell’AAA, (ricor-diamo, una per tutte, lapartecipazione congiuntadei due rispettivi RaduniNazionali a Torino nel giu-gno 2011) perchè questieventi servono anche arafforzare l’associazioni-smo - che da qualche par-te si ritiene erroneamentein via di estinzione - e arinsaldare i vincoli esi-stenti fra tutti coloro chehanno militato nelle ForzeArmate operando nellaterza dimensione.

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V I S I T E D I A G G I O R N A M E N T O T E C N I C O

E G I T E T U R I S T I C O - C U LT U R A L I

Afragola al Museo Storico dell’AM

Bari al 32° Stormo Bariano, con gli studenti delle scuole medie diBariano e Pagazzano, al 6° Stormo

Brindisi al 36° Stormo

Alghero al Distaccamento AM di CapoSan Lorenzo

Bologna al Comando Operazioni Aeree

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Cassino all’Accademia Aeronautica

Campi Salentina a Galatina (foto) eCorigliano d'Otranto

Chioggia allla PAN

Cesena in varie località delle Marche ealla SLE di Loreto

Colleferro al 72° Stormo

Como a nave “Cavour" nel porto diLa Spezia

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Corato al 36° Stormo

Foligno e Cannara al 4° Stormo

Gallarate al 51° Stormo

Milano al 2° Deposito AM di Gallarate

Francavilla Fontana al 36° Stormo

Falconara e Jesi a Ponza

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Modena al 50° Stormo

Monterotondo-Mentana, con gli studenti dell'Istituto Aeronautico S. Maria di Monterotondo, al 70° Stormo

Pescara al Museo Storico dell’AM Pavia alla PAN

Monselice al 41° Stormo

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Pomezia a Pratica di Mare

San Vito dei Normanni a San GiovanniRotondo

Valdera a Sottomarina di Chioggia e Venezia

Varese al 6° Stormo

Tarcento al 3° RMV

Rezzato S. Eufemia alla 46ª Brigata Aerea

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HANNO CHIUSO LE ALI

- Natale Varese (sezione di Acqui Terme);

- Saverio Angelini (sezione Alto Garda);

- sig.ra Maria Gemma Balzani, m.llo sc. AntonioLongo (sezione di Bari);

- av. sc. Pietro Mascarini (nucleo di Calcinato);

- Alessandro Frasson, Emilio Magnabosco (sezionedi Camisano Vicentino);

- av. Renzo Biagianti, 1° av. VAM Bruno Cattarin, Er-mes Salvador (sezione di Campoformido);

- Battista Cattini (sezione di Castano Primo);

- Raffaello Azzoni (sezione di Cologne);

- Angelo Piancastelli, Vincenzo Mosca, Mario Zauli(sezione di Faenza);

- av. sc. Davide Sperotto (nucleo di Fara Vicentino);

- sig.ra Francesca Marchese (sezione di Foggia);

- cap. Gisberto Tinivelli (sezione di Foligno);

- av. Giuseppe Pagani (sezione di Gallarate);

- 1° av.sc. Gianfranco Barcella (nucleo di Gorlago);

- m.llo sc. AS Emanuele Di Falco, consigliere di se-zione (sezione di Grosseto);

- col. pil. Pierpaolo Balducci, sig.ra Giuseppina Ma-ria Cuccuru (sezione di Latina);

- Giacomo Bertocchi (sezione di Leno);

- Narciso Berna (sezione di Lumezzane);

- Tiziano De Marco (sezione di Manzano);

- 1° av. Mario Porciani, socio benemerito (sezione diMonfalcone);

- m.llo sc. Luigi Tittoni (sezione di Monterotondo-Mentana);

- Francesco Greco (sezione di Ostuni);

- Dino Paoletti (sezione di Perugia);

- Pasquale Palmirotta (sezione di Putignano);

- Aldo Lenin Scambia (sezione di Reggio Calabria);

- Leandro Evangelista, Arnaldo Pratelli (sezione diRimini);

- Carlo Mariani (sezione di Terni);

- av. Vito Notarnicola (sezione di Turi);

- av. Gerardo Michelotti (nucleo di Valle di Cave-dine).

Il presidente nazionale dell’A.A.A., ricordando le elette virtù di questi commilitoni che ci hanno lasciato, a nomeproprio e di tutti i soci esprime ai familiari degli scomparsi il più sentito cordoglio.

Viareggio, con ospiti dell’UNUCI e dell’As-sociazione Marinai, alla 46ª Brigata Aerea

Vicenza al 51° Stormo

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5MAGGIO 2012

ANNO LVII

AERONAUTICAAnno di fondazione 1956Pubblicazione mensile edita dall’Associazione Arma Aeronautica

Direttore editorialeGIANBORTOLO PARISI

Direttore responsabileSILVANO BRONCHINIDirezione, Redazione, Amministrazione00192 - Roma, via Marcantonio Colonna, 23Tel. 06/3215145 - Tel. e Fax 06/3216882 C.F. 80248150585 - Partita IVA n. 10925071002e-mail: [email protected] (per il periodico sociale)e-mail:[email protected] (per l’amministrazione)www.assoaeronautica.it (per l’Associazione)www.cesmaweb.org (per il Centro Studi Militari Aeronautici)c/c.p. ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA, 310003c/c. banc. n. 000000136949 Banca Popolare di Lodi Ag. 4 -via Pompeo Magno, 25 - 00192 Roma - IBAN: IT20 F 05164 03204 000000136949Realizzazione grafica e stampaRaia srl - 00166 Roma, via G. B. Impallomeni, 66Tel. 06/6690252 - Fax 06/5599675 - e-mail: [email protected]

Registr. Tribunale di Roma n. 5315 del 12.7.56Iscrizione al R.O.C. n. 6972“Aeronautica” fruisce dei contributi statali diretti di cui alla L. 7/8/1990, n. 250

Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

Gli articoli rispecchiano esclusivamente le opinioni degli autori. Proprietà letteraria, artistica e scientifica riservata. Per le riproduzioni, anche se parziali, dei testi,è fatto obbligo citare la fonte.I testi delle collaborazioni - che si intendono comunque inviati a titolo di libera-lità - anche se non pubblicati, non si restituiscono.

Chiuso in redazione il 21 maggio 2012.

Il periodico sarà inviato in omaggio a “sostenitori” che verseranno almeno unasomma annuale di € 21,00; il predetto invio si riferisce al solo territorio naziona-le. Per spedizioni all’estero si invita a prendere contatti con l’amministrazione.

In copertina

Primo volo dell’AW169Il 10 maggio, a Cascina Costa, ilprototipo del nuovo biturbina leggerointermedio Agusta Westland AW169ha compiuto il primo volo, pilotatodal capo pilota collaudatore Giusep-pe Lo Coco che aveva a fianco l’altrocollaudatore Giuseppe Afuni.Nel dare la notizia l’azienda costrut-trice del velivolo - che fu presentatoin mock-up al pubblico il 19 luglio2010 al 47° Farnborough Internatio-nal Air Show - ha detto che si preve-de di ricevere la certificazione civileiniziale nel 2014 e che stima cheentro il 2030 ne saranno operativicirca 1.000 esemplari.Dell’AW169, è prevista la realizzazio-ne di altri tre prototipi entro il 2013.

ISSN: 0391-7630

A

Nella foto a fianco:

Un T-6 con i codici della Scuola Centrale Istrut-tori di Volo (SCIV) è stato recentemente posi-zionato davanti al Comando della Scuolamarescialli dell’AM di Viterbo.Particolarmente apprezzate per questo “Gateguardian” le rifiniture e la colorazione che lo ren-dono “preda” ambita per i numerosi collezionistidi immagini di questa categoria di aerei.

Giancarlo Garello, BataillesAérennies: Guerre sur le désert (3epartie). LELA Presse, Boulognesur Mer. Cm 21 x 29,7, pp. 96.Euro 13,00.

Con la terza puntata la ricostruzionedelle vicende della Regia Aeronauti-ca in Africa Settentrionale preparatada Garello per l’editore franceseLela Press si spinge dalla controffen-siva inglese del novembre 1941 (ope-razione Crusader) fino alla battagliadi El Alamein. Un periodo impor-tante, nel quale gli italiani si batte-rono spesso bene con armi quasipari all’avversario, almeno sino almassiccio afflusso di mezzi statuni-tensi. Ciò, come sottolinea l’editorein una breve prefazione, è quasicompletamente sconosciuto fuorid’Italia, rendendo apprezzabile l’im-pegno di divulgazione internaziona-le. Come nelle due precedenti punta-te, dopo una breve introduzionegenerale la narrazione è articolataattorno alle vicende dei singolireparti, con grande puntualità suisingoli fatti d’arme qualche diffi-coltà nella percezione del quadrod’insieme del fronte. Pur conservan-do la ricchezza di fotografie ancheinedite e di illustrazioni (compresi20 profili a colori, molto eleganti matalvolta non troppo fedeli), il fasci-colo presenta una grafica rinnovatae più movimentata. È già annuncia-ta una quarta puntata per conclude-re la trattazione.

Disponibile presso le librerie specia-lizzate o l ’editore (www.avions-bateaux.com; 29 rue Paul Bert,62230 Outreau, Francia)

Gregory Alegi, Il ritorno deiRomeo. Storia e restauro dei bipla-ni Ro.37 e Ro.43, Roma, EdizioniRivista Aeronautica, 2012. Cm 29,7x 21, pp. 136, Euro 15,00.

Il libro dedicato al restauro di unvelivolo storico è un genere oramaitradizionale, con una scansione deicontenuti che parte dalla storia deltipo, prosegue con quella dell’e-semplare e i lavori effettuati perconcludersi con l ’esposizionemuseale o il ritorno in volo. Que-sto volume, che scaturisce dall’av-venturoso recupero di numerosecarcasse di Ro.37 nel 2005, viaggiunge un capitolo introduttivosulla storia della Romeo/IMAM(illustrando quasi tutti i tipi pro-dotti), la vicenda dell’esportazionedei Ro.37 in Afghanistan e ladescrizione parallela dell’analogoidrovolante Ro.43. La prefazionedel gen. SA Giuseppe Bernardis,capo di Stato Maggiore dell’AM,fornisce la chiave di lettura del-l’impegno per gli aerei storici, ed ilten. col. Massimo Mondini viaggiunge i l punto di vista delMuseo Storico, del quale è statodirettore, che ha visto i due restau-ri concludersi a distanza di pochimesi l’uno dall’altro. Riccamenteillustrato con oltre 300 fotografie,due profili a colori e un disegno

cinque viste tecnico di MarcoGueli, i l l ibro si avvale di unacopertina che molti lettori ricorde-ranno per averla vista esposta informa di quadro in AccademiaAeronautica sin dal 1937. (SB)

Disponibile presso le librerie specia-lizzate o l’editore (viale dell’Univer-sità 4, 00185 Roma)

Sarah Bruna, Poteri e doveri delcomandante di aeromobile, Edi-zioni Mediterranee, Roma, 2012.Cm 15 x 27,5, pp. 240, euro 28.ISBN 978-88-272-2178-5.

Il recente naufragio della nave dacrociera Costa Concordia ha ripor-tato sotto i riflettori il ruolo delcomandante. Questo manuale tipi-camente giuridico lo colloca - nellasua versione aeronautica, beninteso- nel contesto normativo aeronauti-co (capitolo 1), ne esamina la figura(cap. 2) per passare quindi a poterie autorità (cap. 3) e doveri e respon-sabilità (cap. 4) per concludere conuna decina di casi concreti chevanno dal passeggero ubriaco allaresponsabilità per l’idoneità delmezzo al volo (cap. 5). Il testo sipropone dunque agli operatori, aglistudenti di materie aeronautiche eagli allievi piloti.

Disponibile in libreria.

LibriLibria cu ra d i Gr ego ry Al eg ia cu ra d i Gr ego ry Al eg i

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Anno LVII - N.5 MAGGIO 2012

Poste Italiane - Sped. in abb. post. - D.L. 353/2003 art. 1 comma 1 del 01/02/2011 - Roma

Direzione, Redazione, Amministrazione - via Marcantonio Colonna, 23 - 00192 Roma

1952-2012sessantennale dell'Associazione Arma Aeronautica

“Nel contesto di crisi in cui è finito il Paese, quali

sfide vediamo per noi?

Cosa c'è di essenziale da difendere nel nostro

modo di vivere?

Siamo sottomessi ai meccanismi dell'economia

difficili da controllare o, invece, la tutela dei

valori può orientare da sola le nostre azioni?

Un grande impegno per tutti, non c'è che dire!”

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