Direction Reportec - CLOUD COMPUTING E IT AS A SERVICE ed. 2013

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62 Con approfondimenti dedicati a: Cloud Computing e ITAAS TECNOLOGIE E SERVIZI PER MODELLI DI BUSINESS IN EVOLUZIONE IL REPORT Direction Reportec - Anno XI n.62 settembre-ottobre 2013 bimestrale Amazon Avaja Emc HP Microsoft NetApp Red Hat VMware SECURITY La nuova famiglia di Next Generation Firewall HP TippingPoint La sicurezza di rete verso una nuova generazione di dispositivi PRINTING & IMAGING Ricoh illustra i nuovi modelli per il business e per l’IT

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Salvix, con i servizi cloud ReeVo, è presente nella nuovissima edizione 2013 del libro sul Cloud Computing realizzato da Reportec. In oltre 300 pagine vengono esaminati gli economics del Cloud Computing, le modalità di fruizione e i benefici che derivano dall’adozione di questa innovativa possibilità di accesso al più avanzato IT senza dover immobilizzare ingenti capitali. Nel volume vengono analizzate le soluzioni sviluppate per il Cloud Computing da parte di un ampio numero di primarie aziende del settore attive nel campo delle infrastrutture, delle applicazioni e dei servizi, tra le quali le soluzioni ReeVo Cloud di Salvix.

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Con approfondimenti dedicati a:

Cloud Computing e ITAASTecnologie e servizi per modelli di business in evoluzione

IL RE

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Direction Reportec - Anno XI n.62 settembre-ottobre 2013 bimestrale

Amazon Avaja Emc HP Microsoft NetApp Red Hat VMware

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la sicurezza di rete verso una nuova generazione di dispositivi

prinTing & imAgingricoh illustra i nuovi modelli per il business e per l’iT

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Si cresce con innovazione e ottimizzazione 3

REPORT: Cloud Computing e ITaaS 4 Aastra porta la UC nel cloud 8 I servizi Salvix per cambiare il business 9 Il Converged Cloud di HP 10 DataCore virtualizza ogni tipo di storage 11 VMware sempre più tra le nuvole 12 Fujitsu: un’offerta che copre l’intero stack 13 L’architettura per il cloud di Avaya 14 La UCCaaS di Alcatel-Lucent 15 Ricoh porta il printing nella nuvola 16 IBM: una roadmap per crescere col cloud 17 Red Hat: innovazione e open source 18 I servizi cloud di Dimension Data 19 NetApp gestisce i dati nel cloud 20 La UC diventa servizio con Selta 21 Il cloud di Microsoft a tutto tondo 22 Il cloud di Amazon a portata di mano 23 EMC innova con VNX e ViPR e prepara Nile 24

Perdere i dati può diventare un gioco 25

La sicurezza di rete verso una nuova generazione di dispositivi 26

Rete più sicura con i Next Generation Firewall HP TippingPoint 28

Ricoh illustra i nuovi modelli per il business e per l’IT 30

Indice

Direction Reportec - anno XI - numero 62 bimestrale settembre-ottobre 2013 Direttore responsabile: Riccardo FlorioIn redazione: Giuseppe Saccardi, Gaetano Di Blasio, Paola Saccardi. Grafica: Aimone Bolliger Immagini da: Dreamstime.com Redazione: via Marco Aurelio, 8 - 20127 Milano Tel 0236580441 - fax 0236580444 www.reportec.it - [email protected]: A.G.P. Italia Srl, via Milano 3/5 - 20068 Peschiera Borromeo (MI) Editore: Reportec Srl, via Gian Galeazzo 2, 20136 Milano Presidente del C.d.A.: Giuseppe Saccardi Iscrizione al tribunale di Milano n° 722 del 21 novembre 2006 Diffusione (cartaceo ed elettronico) 12.000 copie Tutti i diritti sono riservati; Tutti i marchi sono registrati e di proprietà delle relative società.

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Quello su cui sostanzialmente tutti concordano è che per competere sul mercato e cogliere nuo-

ve opportunità le aziende dovranno continuare a fare leva sull’evoluzione dell’IT. Processi flessibili, strutture aziendali dinamiche e strumenti che migliorino l’in-terazione con i dipendenti e i clienti appaiono essere le condizioni sine qua non affinché un’azienda possa rispondere rapidamente al mercato e a trarre beneficio dalla forte evoluzione tecnologica in atto, sia a livello di singoli prodotti, che architetturale.Non tutte le tecnologie IT sono uguali. Quelle ritenu-te in grado di supportare il cambiamento sono, per esempio, le reti con maggiore disponibilità di banda o applicazioni e servizi di archiviazione erogati tramite il cloud. Un altro driver considerato è il vasto campo dei “Big Data”, e cioè quello inerente l’aumento esponenziale dei volumi di dati e di informazioni da gestire. Un’ul-teriore driver atto a facilitare il cambiamento e a ren-dere più flessibile e produttiva l’azienda è l’utilizzo dei social media. Di per sé, non si tratta di strumenti nuovi ma quel-lo che è una novità è il modo in cui sono e verranno sempre più utilizzati. Congiuntamente allo sviluppo di nuovi tool è prevedibile che porteranno consistenti cambiamenti nei modelli di business.Quanto sopra illustrato non è il frutto di mere sensa-zioni, ma quello che si deduce da un rapporto realiz-zato da EIU (Economist Intelligence Unit) e sponsoriz-zato da Ricoh. È un report di alcuni mesi fa ma i suoi risultati sono molto attuali e le previsioni sembrano essere sempre più confermate dai fatti. Quello che il rapporto evidenzia è, però, che la tecnologia fine a se stessa non consente alle aziende di tenere il passo con i cambiamenti necessari per crescere e compe-tere. Sono altresì l’innovazione e l’ottimizzazione dei processi di business, rese possibile dalle tecnologie, a portare un vero valore aggiunto. Ma per innovare e ottimizzare i manager delle aziende devono scegliere partner che siano in grado di concre-

tizzare i cambiamenti in maniera costante nel tempo. Non è infatti più pensabile l’implementazione di tec-nologie per ottenere efficienza solo nel breve periodo.Ma vediamo cosa ci dobbiamo attendere nei prossimi anni. Innanzitutto saranno pochi i settori industriali a non essere coinvolti nei cambiamenti tecnologici e un’ampia maggioranza di manager ritiene che molti settori nei quali operano subiranno modifiche signifi-cative entro il 2020. Sino a un paio d’anni fa quasi sconosciuti ai più, ora i Big Data sono oggetto di continui dibattiti e analisi. Per coloro che saranno in grado di gestirli diventeran-no un’attività di business vera e propria. La Commis-sione Europea ha stimato in proposito che la gestione dei dati di tipo governativo potrebbe creare un giro di affari di circa 40 miliardi di euro, stimolando la cre-scita di nuovi servizi informativi. Non stupisce quindi l’accelerazione che ha avuto nel campo dei produttori IT la forte crescita di piattaforme che ne facilitino ge-stione e fruizione ai fini del business.Anche la virtualizzazione rivestirà un ruolo crescente, ma non solo nelle piattaforme IT, per supportare ridu-zione di Capex e Opex. Quello che si preannuncia è che le transazioni saranno sempre più automatizzate e la collaborazione tra strutture distribuite si farà sempre più virtuale. Un forte cambiamento interesserà anche il manage-ment delle aziende e porterà a un progressivo sposta-mento verso processi decisionali decentralizzati. Si-gnificativi in questo senso i punti di vista dei manager aziendali, che per quasi i due terzi si sono detti convinti che nelle aziende si stia già affermando un modello gestionale decentralizzato. In pratica, ciò significa che i processi decisionali si sposteranno sempre più dal board aziendale ai singo-li dipendenti, che necessariamente dovranno essere maggiormente responsabilizzati e godere di maggior autonomia decisionale. n

Si cresce con innovazione e

ottimizzazioneGiuseppe Saccardi

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Il cloud computing è uscito dalla sfera delle tecnologie che hanno bisogno di essere spie-gate, perlomeno ai professionisti dell’IT, poi-

ché molti di loro lo stanno utilizzando nel proprio lavoro.Lo stadio evolutivo attuale vede compiersi il per-corso annunciato dal mercato ormai 4 anni fa che prevedeva un progressivo ampliamento del concetto di private cloud verso la coesistenza con modelli sempre più “public” e ibridi.Si è anche ampliata la tipologia di applicazioni che si spostano nel cloud e una di quelle che sta trovando maggiore riscontro nel gradimento di utenti e aziende è la unified communication che si presta molto bene a sfruttare le peculiarità di questo modello di business.Nel frattempo il cloud diventa componente es-senziale del data center che a sua volta si indi-rizza verso modelli di tipo software-defined e il dibattito sui temi della sicurezza viene finalmen-te affrontato senza pregiudizi e in modo più con-sapevole degli effettivi vincoli normativi e rischi associati.

Big Data e cloudUn concetto che si è sviluppato in concomitanza con la progressiva diffusione dei modelli cloud e che continua a crescere di importanza nelle clas-sifiche di priorità dei manager IT è quello dei Big Data.I Big Data sono emersi in modo preponderante

per l’esplosione di informazioni digitali prodot-ta sia dagli individui sia generati dalle macchine connesse in rete. Nel primo caso è stata soprat-tutto la diffusione dei social media e dei dispo-sitivi mobili a determinare una vera e propria esplosione di informazioni digitali, ma forse an-cora più rilevante è stato il volume di dati ge-nerati dai video delle telecamere di sorveglianza, dalle stazioni meteorologiche, da misure di varia natura rilevate da sensori sparsi in ogni parte del globo. Ormai la quantità di dati digitali esistente comincia a essere misurata in Zettabyte, un ordi-ne di grandezza pari a 10 alla 21! Si tratta di dati che sono perlopiù non strutturati né strutturabili.Solitamente tre sono le caratteristiche comuni a tutte le definizioni di Big Data, indicate come le 3 “V”: volume, varietà, velocità. Il modello di cloud computing si sposa perfetta-mente con i big data o meglio con le esigenze alimentate da ognuna di queste “V”.Ampi volumi significa file di peso notevole, ma so-prattutto grandi quantità di dati e il cloud compu-ting fornisce risorse di elaborazione virtualmente illimitate, disponibili in modalità pay per use.Un recente studio indica che i dati non strutturati rappresentano almeno l’80 % dei dati di tutto il mondo. Questo significa che molte aziende oggi stanno prendendo decisioni critiche con solo il 20% dei dati a loro disposizione che è strutturato e memorizzato nei database relazionali. Le risor-se di elaborazione offerte dal cloud rispondono quindi anche all’esigenza di gestire la varietà

REPORT: Cloud Computing e ITaaSTecnologie e servizi per modelli di business in evoluzione

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Non è ancora maturità ma si sono fatti grandi passi in avanti verso i servizi cloud che alimentano le promesse di analytics sui Big Data, la comunicazione unificata e l’affermazione di nuovi modelli di data center

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delle informazioni disponibili rappresentando un elemento abilitatore per attività di analytics sui Big Data. Si potrebbe quindi dire che il cloud rappresenta una quarta “V”, quella del Valore di business su cui far convergere le altre tre.

Il data center diventa softwareDopo tanti anni passati a promuovere l’utility computing, questa locuzione aveva ormai perso mordente, ma il lavoro di ricerca e sviluppo che ne era alla base è proseguito e quando il risultato è arrivato sul mercato si è inventato il termine di cloud computing. La genesi di quest’ultimo è, in verità, un po’ più complicata e il passaggio meno lineare. Fatto sta che il concetto di utility si ritrova tale e quale nella modalità di IT as a Service praticata dal cloud computing. Chi oggi costituisce una nuova azienda può evitare di installare una server farm o un data center, trovando probabilmente più con-veniente acquistare le capacità infrastrutturali di cui necessità interamente presso un cloud provi-der. Per la maggioranza delle medie e soprattutto grandi imprese, però, il modello architetturale più logico è ibrido: con una parte di risorse on pre-mise, riorganizzate in modalità as a service per quanto possibile, una parte hosted presso pro-vider esterni e alcune applicazioni direttamen-te acquistate su cloud pubblico. Per arrivare a un’ottimizzazione di questo tipo, però, non basta la virtualizzazione delle risorse, più o meno avan-zata, che è stata introdotta praticamente in tutte le imprese negli ultimi anni. L’obiettivo è il “software-defined data center”, nel quale le risorse, come server, storage, networking, security e finanche i servizi per l’elevata dispo-nibilità sono virtualizzate, raccolte immaginaria-mente in pool e gestite via software attraverso soluzioni intelligenti e basate su policy (cioè so-stanzialmente in grado di applicare automatismi in funzione di regole più o meno flessibili).Grazie a questa orchestrazione, i vantaggi della virtualizzazione non si “limitano” al consolida-mento dell’hardware. Anzi, i benefici maggiori

arrivano proprio dalla flessibilità che deriva dalle modalità di gestione. Questo è stato chiaro da tempo, perché già solo con i server virtuali si è assaporata l’agilità di installazione e configura-zione. Ancor di più si prospetta con le prime so-luzioni di software-defined networking, andando oltre la sempre più semplice definizione di VLAN e il consolidamento di reti prima separate (per esempio LAN e SAN) su un’unica infrastruttura.Le soluzioni cosiddette “software-defined” rap-presentano l’ultimo piano di astrazione tra il li-vello fisico e quello logico. Nel caso del networ-king, in particolare, fino a poco tempo fa, era sì possibile virtualizzare il server, ma meno semplice risultava virtualizzare l’accesso alla rete. Oggi, il software-defined networking consente di gestire le connessioni semplicemente assegnando i rela-tivi privilegi a ogni virtual machine.All’interno del data center, questo significa anche un notevole risparmio sull’infrastruttura e sulla relativa gestione. La disponibilità di servizi cloud di connettività basati su Internet anche VPN (Vir-tual Private Network) consente, inoltre, di ab-battere i costi di collegamento tra sedi remote, rispetto all’affitto di linee dedicate del passato. Di più: servizi di rete online, si pensi per esempio alla videocomunicazione, liberano da ogni inve-stimento di capitale e semplificano l’operatività, ancora una volta passando a un canone o a un “pay per use”.L’ottimizzazione del servizio IT e il raggiungi-mento di quella flessibilità tanto agognata non si ottiene semplicemente con il consolidamen-to delle macchine, né con l’acquisto di qualche servizio online (il quale deve comunque essere integrato nell’infrastruttura aziendale, fosse solo per questioni di protezione dei dati e di sicurez-za ICT). L’ottimizzazione passa anche attraverso il processo di riorganizzazione delle applicazioni: è pertanto necessario armonizzare infrastruttura fisica e piattaforme software, per consentire di impostare entrambe in chiave “as a Service”. Solo così, infatti, si potrà procedere a una vera e pro-pria “orchestrazione” delle risorse, andando oltre la loro ottimizzazione intesa come massimizza-zione del loro sfruttamento.

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UCaaS: lo scenario che si delineaNel corso dell’ultimo anno è continuata la corsa dei produttori per rendere disponibili soluzioni cloud a una platea di aziende sempre più estesa. Pur nella diversità degli approcci le linee guida che si individuano negli sviluppi di prodotto per soddisfare il contesto di utilizzo che caratterizza un’azienda di classe enterprise o di una PMI, sono abbastanza ben identificabili.Di massima, si tratta di soluzioni software basa-te su robusti standard industriali (come IP, SIP, Linux) e molto espandibili che rispondono alle esigenze di comunicazioni fisse e mobili, con una crescente attenzione alla videocomunicazione in alta definizione. Le soluzioni sono fruibili sia in modo localizzato o, per la fascia enterprise dove ad una o più sedi principali si affiancano decine o centinaia di sedi secondarie, in realtà geografiche fortemente distribuite. Nelle implementazioni dedicate ai provider di servizi, che di solito sono derivate o una espansione della versione per ambienti enterprise arricchite da funzioni multi tenant e con una più robusta sicurezza, permet-tono l’erogazione di servizi UC avanzati sia alle piccole che alle medie aziende. Più in generale, le piattaforme rilasciate si pro-pongono di rispondere a due diverse classi di ma-cro utilizzatori, pur condividendo aspetti comuni quali una spinta virtualizzazione, architettura multi server, opzioni di resiliency atte a garantire la continuità del servizio. La prima classe comprende le imprese che avendo dato il via a progetti e processi di virtualizzazione delle proprie applicazioni IT e ICT desiderano rea-lizzare ambienti di private cloud per razionalizzare ulteriormente la propria infrastruttura di supporto alle applicazioni e di interazione tra dipendenti e da e verso i clienti o i partner commerciali.La copertura geografica delle sedi aziendali e de-gli utilizzatori fissi e mobili è realizzata tramite architetture che permettono di creare ambienti distribuiti, con sistemi interconnessi da linee di giunzione ad alta velocità, in topologia maglia-ta e con linee e porte generalmente ridondabili quando sono necessarie funzioni di fault tole-rance o il ripristino delle comunicazioni in modo automatico su percorsi di rete alternativi.

Praticamente in tutte le soluzioni, anche se co-stituite da più server fisici o virtuali distribuiti su più siti, le piattaforme sono gestibili centralmen-te come se fossero un’unica entità logica. La seconda classe comprende i fornitori di servizi di UCC che si trovano nella necessità di appron-tare un’infrastruttura cloud atta ad erogare a piccole e medie aziende servizi di Unified Com-munication e che necessitano a tal fine di solu-zioni multitenancy, dotate di adeguate funzioni di provisioning automatizzato e atte ad erogare evoluti servizi di video collaborazione e di mobi-lità, che si evidenziano come i principali trend in atto tra gli user aziendali.Quello dei provider di servizi UCaaS è un campo complesso. I service provider, erogando servizi sia UCC che servizi voce a numerose realtà di settori industriali anche profondamente diversi, richie-dono soluzioni caratterizzate anche da una forte flessibilità per quanto concerne la gestione delle licenze e l’unificazione dei sistemi di gestione e di monitoraggio dell’infrastruttura, che deve ca-ratterizzarsi con un’alta affidabilità in modo da poter a loro volta garantire contrattualmente SLA adeguati ai propri clienti ed utilizzatori finali.

La sicurezza negli ambienti cloud

L’evoluzione verso il cloud computing rappre-senta anche il punto finale del lungo processo di apertura delle aziende verso l’esterno. Le reti aziendali, una volta roccaforti gelosamente ce-late a qualsiasi utente esterno, si sono progres-sivamente aperte prima ai fornitori, poi verso i clienti fino ad approdare, in alcuni casi, ai social media. Con l’avvento del cloud questa apertura è stata estesa non solo all’accesso delle infor-mazioni, che in precedenza restavano comunque custodite all’interno di un perimetro di rete ben definito, ma alle informazioni stesse, che poten-zialmente sono libere di spostarsi ovunque e an-che di allontanarsi molto dall’azienda.Le soluzioni di protezione hanno quindi dovuto rinnovarsi ed espandere il livello di protezione perimetrale per “agganciarsi” ai dati e seguirli nei loro spostamenti.

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Ecco allora che nel cloud la protezione diventa sempre più focalizzata sul dato pur mantenen-do le tradizionali difese di tipo perimetrale (per-ché gli attacchi di tipo tradizionale continuano e sono costantemente in crescita per numero e sofisticazione).Il tema della sicurezza va poi declinato in modo differenziato in relazione alla tipologia di mo-dello cloud (private o public) e di ambiente (IaaS, PaaS, SaaS).Il tema della sicurezza negli ambienti private cloud è, in buona parte, riconducibile alla pro-tezione degli ambienti virtualizzati che ha alcuni requisiti specifici. Tra i temi tecnologici centra-li in questo senso vi è per esempio la scelta di dove collocare il livello di protezione in relazione all’hypervisor. Un altro problema che emerge in modo preponderante negli ambienti virtualizzati (più che in quelli fisici) è quello della business continuity che sta diventando anch’essa sempre più un’offerta di servizi. Per rendersene conto basta riflettere sull’impatto che può derivare dal guasto di un singolo sistema fisico su cui sono ospitate le immagini anche di migliaia di mac-chine virtuali.I servizi per la protezione dei sistemi informativi, con la replica dei data center in siti remoti, sono da tempo una realtà e la transizione alimentata dal cloud computing aggiunge poco dal punto di vista del business e cambia per il momento poco sul piano tecnologico, a parte il fatto che le tecnologie più nuove consentono di orchestra-re con maggiore affidabilità le risorse e i servizi virtuali.Il public cloud ha la peculiarità di portare i dati fuori dall’azienda, anche se non sempre fuori dal controllo dell’azienda. Ne consegue che non è infrequente che il pro-prietario delle informazioni, che è anche il sog-getto che risponde di fronte alla legge di even-tuali irregolarità, non sappia dove fisicamente siano collocati i propri dati o che non disponga degli strumenti per poter controllare che tutti i processi che coinvolgono i suoi dati siano con-formi alle normative del proprio Paese o perlo-meno alle policy interne aziendali in merito alla sicurezza.

Va rimarcato che l’esternalizzazione di servizi da parte di aziende o Pubbliche Amministrazioni che adottano soluzioni di cloud computing non le esime dalle loro responsabilità legali in merito, per esempio, al trattamento o alla diffusione di dati sensibili personali. La responsabilità di assicurarsi che il fornitore di servizi cloud tratti i dati nel rispetto della Leg-ge e delle finalità del trattamento, resta a ca-rico dell’azienda che possiede i dati e, nel caso di trattamento illecito o diffusione incauta, sarà quella che ne risponderà direttamente.Per garantire il livello di protezione sono state messe a punto sofisticate soluzioni di cifratura e gestione delle chiavi, tool per garantire la con-formità, sistemi di gestione dell’accesso sicuri e operanti all’interno di strutture federate sicure. La perdita del controllo diretto sulla gestione del patrimonio informativo resta, comunque, uno dei nodi centrali che attualmente ostacolano l’utilizzo dei servizi Public cloud.Un altro tema al centro del dibattito nell’Infor-mation Technology è quello della protezione del software applicativo che viene sviluppato oppu-re eseguito all’interno degli ambienti di cloud computing, che si trova sottoposto a una serie di requisiti legati alla sicurezza che dipendono dalla tipologia di modello di distribuzione cloud a cui è indirizzato.Per valutare il livello di sicurezza delle applica-zioni in un ambiente cloud, i security manager aziendali si trovano, pertanto, non solo a dover decidere se sia opportuno sviluppare o esegui-re un’applicazione su una piattaforma di cloud computing ma, nel caso in cui decidano di farlo, anche di scegliere accuratamente la modalità più appropriata per farlo. Infine, per garantire la sicurezza delle applica-zioni in un ambiente cloud ci sono almeno due aspetti che vanno presi in considerazione. Il primo è di determinare i controlli di sicurez-za che un’applicazione deve fornire in aggiunta al livello di controllo intrinseco alla piattaforma cloud. Il secondo punto chiave riguarda le modalità che legano il ciclo di vita di sviluppo a livello enter-prise con quello degli ambienti cloud. n

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Salvix è un’azienda italiana attiva dal 2003 la cui missione è di sviluppare, mediante team

di lavoro che abbinano competenze sia strate-giche sia tecniche specialistiche, soluzioni atte a porre in condizione le aziende nell’affrontare le complesse sfide del mercato. La sua offerta di servizi ICT è molto articolata e si rivolge sia alle imprese che alla pubblica amministrazione.I servizi sono erogati in base a una “Carta dei ser-vizi”, un documento che descrive i principi e le modalità operative adottate da Salvix nella rela-zione con le aziende. Sintetizza sia i diritti delle aziende che le responsabilità che Salvix assume nei loro confronti. Per rafforzare l’impegno di Salvix, quanto previsto dalla carta è richiamato nelle condizioni generali di contratto.Salvix ha approntato un’offerta di servizi cloud articolata, che si estende dalle esigenze di calcolo a quelle di storage, dalla Cloud Security al Cloud Desktop nonché soluzioni specifiche come il Cloud Box per proteggere e condividere i dati aziendali. I servizi, con il marchio ReeVo, sono erogati tramite appositi ReeVo Cloud Center dedicati che metto-no a disposizione delle aziende un layer virtuale di IaaS (Infrastructure as a Service), comprensivo di desktop e server virtuali fruibili in outsourcing. Le diverse tipologie di servizi possono essere ac-quistate presso i partner qualificati accreditati di Salvix e i distributori Computerlinks, Datamatic ed Esprinet. L’infrastruttura informatica virtuale messa a disposizione dei clienti aziendali con la gamma di servizi ReeVo è gestita centralmente nei ReeVo Cloud Center (tutti localizzati in Italia al fine di garantire il rispetto delle normative in vigore sulla privacy), dove sono adottate misure di sicurezza molto robuste. I dati che vengono elaborati nell’ambito del servizio cloud fornito da Salvix, quindi, non risiedono localmente in azien-da, dove più facile potrebbe essere il loro trafuga-mento o il loro uso improprio, ma sono archiviati

in sicurezza nei ReeVo Cloud Center, mentre il collegamen-to con l’azienda avviene tra-mite un canale privato pro-tetto e sicuro (VPN). Il Cloud Center è disponibile h24 e dispone, sempre h24, dell’as-sistenza di personale tecnico, di appositi sistemi di gestione e monitoraggio della rete e degli apparati, e di tecnologie atte a garantirne la continu-ità operativa nell’erogazione dei servizi fruiti. Ampio il novero degli stan-dard internazionali soddi-sfatti. Tra questi la conformità agli standard ISO 27001:2005 per la gestione della sicurezza delle informazioni e ISO 9001:2008 per la qualità della gestione delle informazioni e per l’erogazione e la commercializzazione dei servizi informatici e di telecomunicazione. Non ultimo, i Cloud Center tramite i quali Salvix eroga il servizio cloud seguono le linee guida in-dicate dell´Unione Europea per il risparmio ener-getico EU Code of Conduct for Data Centres” e la loro climatizzazione è a impatto zero nei mesi invernali. Il ReeVo Cloud Center adotta tecnologie di ultima generazione. Tra queste: server Blade di fornitura HP ed equipaggiati con processori Intel, infrastruttura di connettività di rete Cisco, appa-rati Network Appliance per lo storage, Microsoft per la componente sistemi operativi e la virtualiz-zazione. n

Un’offerta di servizi che si estende dalle esigenze di calcolo a quelle di storage, dalla Cloud Security al Cloud Desktop nonché soluzioni

specifiche come Cloud Box per proteggere e condividere i dati aziendali

I servizi Salvix per cambiare il business