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Dipartimento di
Osteopatia Cranio-Sacrale
LIQUOR E VENTRICOLI
I Ventricoli
Il Sistema Nervoso Centrale (SNC) è circondato
ovunque da un liquido, detto liquido
cerebrospinale o liquor. Esso riempie sia gli
interstizi del SNC che le cavità interne, dette
Ventricoli.
La produzione e la fisiologia del liquor è
strettamente connessa alle cavità ventricolari.
I ventricoli, quindi, sono quattro cavità presenti
nell’encefalo.
Tutti i ventricoli sono ricoperti da una
membrana ependimale che deriva
embriologicamente dell’ectoblasto. Sul tetto dei
ventricoli sono
presenti i plessi
corioidei, contenuti
tra i foglietti della pia
madre, responsabili
della produzione del
liquor.
Liquido cefalo-rachidiano
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Il plesso corioideo è una
struttura vascolare che origina
dalla parete di ciascuno dei
quattro ventricoli (V)
dell’encefalo, e che è
responsabile della produzione
del liquido cefalo rachidiano
(LCR). Ogni plesso corioideo è
formato da una massa di
capillari (C) che si proiettano nel ventricolo (V).
Anatomia ventricoli:
I ventricoli laterali, o I e II ventricolo, sono cavità irregolari pari e
simmetriche situate ai lati della linea mediana; hanno una forma simile ad un
ferro di cavallo con concavità anteriore.
Ogni ventricolo possiede:
- Una branca superiore, o corno frontale, di circa 7 cm di lunghezza;
- Una branca inferiore, o corno temporale, di circa 4 centimetri di lunghezza,
che presenta a livello del suo pavimento il corno di Amon, o ippocampo
(Questo rappresenta un avvolgimento dell’archeocorteccia);
- Una branca posteriore, o corno occipitale, lunga circa 2 cm;
- Un segmento centrale, o incrocio ventricolare, che riunisce i tre corni.
I ventricoli laterali sono paralleli situati su un piano obliquo orientato da
avanti a indietro e da mediale a laterale, in modo tale che i due corni frontali
sono molto vicini (distanziati solamente di qualche millimetro dalla linea
mediana) mentre i corni temporali sono distanziati di 3 cm circa.
Ogni ventricolo laterale comunica con il III ventricolo attraverso il forame di
Monro, che ha una lunghezza di circa 2-3 mm. Sui bordi interni sono collocati
due cordoni rossastri, di natura connettivo-vascolare: i plessi corioidei dei
Liquido cefalo-rachidiano
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ventricoli laterali. La capacità di ogni ventricolo laterale è di 10 centimetri³ di
liquido.
Il III ventricolo, detto anche ventricolo medio, è una cavità impari e mediana
fortemente appiattita, situata tra i due talami (che formano gran parte delle
sue pareti laterali) e superiormente all’ipofisi. Ha la forma di un imbuto
appiattito trasversalmente con base superiore e sommità inferiore, detta
infundibulo. Vi si possono considerare due pareti laterali, un tetto in alto e un
apice in basso.
Le sue facce laterali sono in rapporto con il talamo in alto e con l’ipotalamo in
basso. In alto sono attraversate dal forame di Monro, che determina la
comunicazione tra i ventricoli laterali e il III ventricolo.
La sua faccia superiore, o tetto del III ventricolo, ha forma triangolare con
base posteriore, a livello della quale si trova la membrana ependimale. Questa
porzione comprende:
Liquido cefalo-rachidiano
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- la membrana tectoria;
- il telo corioideo superiore (lamina a due foglietti all’interno dei quali si trova
il plesso corioideo medio).
La sua faccia inferiore, o pavimento del III ventricolo, contiene i nuclei
dell’ipotalamo e si continua con lo stelo pituitario.
Il suo bordo posteriore si prolunga in alto con l’epifisi e in basso con
l’acquedotto del Silvio, il quale mette in comunicazione il III ed il IV
ventricolo.
Il tetto del III e del IV ventricolo è formato da espansioni riccamente
vascolarizzate e plicate della pia madre (plessi coroidei), che secernono il
liquor.
Il III ventricolo è di sezione e volume molto ridotto (3 cm di altezza e di
larghezza e uno spessore di 0,5 cm). La sua capacità è di 5 cm3 di L.C.R.
Liquido cefalo-rachidiano
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Rapporti:
Il III ventricolo è in rapporto con:
- l’ipofisi, mediante lo stelo pituitario;
- l’epifisi nella sua porzione posteriore;
- la commessura bianca posteriore, in avanti rispetto all’epifisi;
- la commessura bianca anteriore, in avanti e subito sotto al becco del corpo
calloso;
- la commissura grigia, che passa all’interno del ventricolo;
- il corpo calloso ed il trigono cerebrale a livello del tetto;
- il talamo e l’ipotalamo, a livello delle sue facce laterali;
- il chiasma ottico, al di sopra dell’ipofisi;
- i ventricoli laterali, per l’intermediazione del forame di Monro;
Liquido cefalo-rachidiano
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- il IV ventricolo, per
l’intermediazione
dell’acquedotto di Silvio.
Il IV ventricolo è una
dilatazione del canale
ependimale. Si tratta di
un’unica cavità, impari e
mediana, situata all’interno
della fossa posteriore, tra il
cervelletto
(posteriormente), la
protuberanza anulare
(anteriormente) ed i
peduncoli cerebrali
(lateralmente). Possiede
una forma a losanga,
appiattita dall’avanti al
dietro, misura circa 4 cm
di altezza, 2 cm di
larghezza e 0,5-1 cm di spessore.
E’ costituito da:
- una faccia anteriore o pavimento;
- una faccia inferiore, che nella sua parte superiore prende il nome di tetto, e
nella parte inferiore si apre sulla grande cisterna;
- i recessi laterali, che originano dalla sua parte laterale.
Rapporti:
- Il bordo superiore è in rapporto con il III ventricolo tramite l’intermediazione
dell’acquedotto del Silvio;
- Il bordo inferiore è in rapporto con il canale ependimale;
Liquido cefalo-rachidiano
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- La faccia inferiore, o pavimento del IV ventricolo, è in rapporto con la faccia
posteriore del tronco cerebrale. A questo livello sono localizzati i nuclei dei
nervi cranici V, VI, VII, VII bis, VIII, IX, X, XI, XII;
- La faccia posteriore presenta la membrana tectoria, una membrana
epiteliale solcata nella sua porzione posteriore dai forami di Luschka e di
Magendie. Tali forami mettono in comunicazione il IV ventricolo con la grande
cisterna della base. Essa presenta inoltre il telo corioideo costituito dalla pia
madre che si invagina tra cervelletto e bulbo e che contiene i plessi corioidei
che formano i cosiddetti “corni dell’abbondanza”. Essa è in rapporto, dal dietro
verso l’avanti, con i seguenti elementi: - I piani superficiali e i muscoli della
nuca: trapezio, spleni, complessi, muscoli suboccipitali (grande retto
posteriore), grande nervo occipitale di Arnold. - La barriera osteo-durale:
squama occipitale, membrana occipito-atlantoidea posteriore, spazio
epidurale, dura madre. - Piano profondo: con la grande cisterna in basso e col
verme in alto.
Liquido cefalo-rachidiano
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Importanza del IV ventricolo
Questa cavità ventricolare ha un interesse fondamentale per due motivi:
1)Fa parte del sistema idraulico encefalico assicurando la comunicazione tra i
comparti ventricolari e periferici del L.C.R. In effetti essa comunica con il III
ventricolo mediante l’acquedotto del Silvio, che è il solo punto di passaggio
possibile per il flusso del liquor proveniente dai due ventricoli laterali e dal III
ventricolo stesso. Un ostacolo meccanico o infiammatorio a livello
dell’acquedotto o del IV ventricolo può avere delle conseguenze importanti
sulla pressione e sul volume del liquor e quindi delle ripercussioni patologiche
sui tessuti corticali e sotto-corticali (con manifestazioni che possono
comprendere l’idrocefalia). Inoltre questa cavità mette in comunicazione il
L.C.R. ventricolare con quello delle cisterne di formazione aracnoidea e
partecipa alla produzione del liquor mediante i plessi corioidei posti a livello
del suo tetto.
2)E’ in rapporto, a livello del suo pavimento, con i principali nuclei motori,
sensitivi e neurovegetativi dei nervi cranici ( a partire dal IV n.c.).
I plessi corioidei:
• Come tutte le cavità del tubo neurale, i ventricoli sono tappezzati da tessuto
ependimale. I plessi corioidei dei ventricoli laterali e del III ventricolo sono
concentrati all’interno della fessura di Bichat, depressione a forma i ferro di
cavallo all’interno della quale la pia madre si insinua per formare il telo
corioideo e i plessi corioidei superiori.
• I plessi corioidei del IV ventricolo sono localizzati soprattutto sulla sua faccia
posteriore e formano un cordone rosso e granulare che, nel suo tragitto,
segue le cavità ventricolari. Sono costituiti da villosità vascolari che secernono
il liquido cefalo-rachidiano.
• La vascolarizzazione dei plessi corioidei è assicurata da:
- Una sorgente anteriore, data dall’arteria corioidea anteriore (branca della
carotide interna) e una sorgente posteriore, data dall’arteria corioidea
posteriore (branca dell’arteria cerebrale posteriore, a sua volta proveniente
dall’arteria vertebrale);
Liquido cefalo-rachidiano
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- Un ritorno venoso garantito dalle vene corioidee anteriori e posteriori e dalla
vena dell’ippocampo (o corno d’Amon). Queste vene si riversano poi nella
vena di Galeno.
Fisiologia dei ventricoli
VENTRICOLI LATERALI:
• Durante la fase di inspirazione primaria cranica, l’aumento del diametro
trasversale del cranio, corrisponde ad un leggero allontanamento posteriore e
ad un rilasciamento dei ventricoli laterali del cranio. Di conseguenza la
variazione della pressione intra-ventricolare favorisce l’aspirazione
dell’essudato (il liquor) dei plessi.
• Durante la fase di espirazione primaria cranica, il riavvicinamento dei
ventricoli laterali e induce la circolazione del liquor verso il III ventricolo.
La direzione del circolo è determinata anche dalla sua forma anatomica,
appiattita trasversalmente.
IV VENTRICOLO:
• Durante la fase di inspirazione primaria cranica, si osserva una riduzione del
diametro antero-posteriore del cranio associata al basculamento posteriore
della squama occipitale. Questo determina un rilasciamento delle pareti del
ventricolo stesso, e un richiamo del flusso proveniente dalla zona a monte.
• Durante la fase di espirazione primaria cranica, il basculamento anteriore
della squama occipitale associata all’aumento del diametro antero-posteriore
del cranio, favorisce il fluire del liquor verso valle.
Liquido cefalo-rachidiano
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IL LIQUIDO CEFALO-RACHIDIANO
1. INTRODUZIONE
L’encefalo e il midollo spinale possono funzionare solo in un ambiente fluido in
equilibrio omeostatico e chimicamente stabile. Questo particolare ambiente è
garantito dalla presenza di due liquidi (che si mescolano tra loro) aventi una
composizione molto simile: il liquido interstiziale e liquido cerebrospinale.
a) Liquido interstiziale.
Circonda i neuroni, la neuroglia ed i vasi sanguigni contenuti nel sistema
nervoso centrale.
Il liquido extracellulare occupa uno spazio (più esteso nella sostanza grigia
piuttosto che nella sostanza bianca) corrispondente al 15-20% del volume
cerebrale.
b) Liquido cerebrospinale.
Viene continuamente rinnovato mediante un continuo processo di
produzione (all’interno dello spazio sub-aracnoideo ad opera del plesso
coroideo) e di riassorbimento.
I capillari cerebrali ed i plessi corioidei rivestono un ruolo fondamentale nella
formazione e nel mantenimento di questo ambiente. Costituiscono infatti delle
barriere selettive ed importanti siti di passaggio per alcune sostanze
contenute in questi liquidi.
I capillari cerebrali costituiscono la cosiddetta barriera emato-encefalica tra il
sangue ed il liquido interstiziale. I capillari e le cellule epiteliali ependimali
costituiscono la barriera emato-liquorale tra il sangue e il LCS.
Liquido cefalo-rachidiano
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2. DEFINIZIONI
2.1 Classica
Il liquido cerebrospinale si presenta come una soluzione chiara ed incolore, di
aspetto simile all’acqua, che circola nel sistema ventricolare e nello spazio
sub-aracnoideo, all’interno dell’asse cefalo rachideo. E’ costituito
principalmente da acqua, piccole quantità di proteine, gas in soluzione
(ossigeno ed anidride carbonica), glucosio, sodio, potassio, magnesio, cloro ed
alcuni leucociti (soprattutto linfociti). Si forma con un duplice meccanismo di
filtrazione capillare e secrezione attiva. Alcuni anatomisti e fisiologi
ammettono che il LCR circoli all’interno delle guaine peri-vascolari e all’interno
dei gangli juxta-vertebrali cervicali, toracici e lombari.
2.2 Osteopatica
E’ una nozione più estesa. In effetti oltre al fatto che il liquido “bagna” il
nevrasse contenuto all’interno del tessuto corioideo, il concetto osteopatico
vede il liquido circolante anche all’interno delle guaine nervose e delle fibre
collagene del tessuto connettivo. In modo globale il concetto osteopatico vede
il liquido circolante all’interno di tutti i tessuti interstiziali, da cui la deduzione
che ogni liquido plasmatico e linfatico non è che una derivazione del liquido
cefalo-rachidiano. In effetti anche la loro composizione è molto simile.
Liquido cefalo-rachidiano
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3. COMPOSIZIONE
3.1 Fisica
- E’ un liquido trasparente e giallastro; alla nascita è presente in quantità di
pochi millilitri, nell’adulto il volume medio è di circa 125 ml (60 ml nei
ventricoli laterali e 90 ml nello spazio sub-aracnoideo).
- In condizioni di fisiologia normale dell’omeostasi corporea, i plessi corioidei
possono produrre un quantità di LCS sufficiente a rinnovare l’intero volume
di LCS circa 6 volte al giorno (quindi ogni 3-4 ore).
3.2 Chimica
E’ un ultrafiltrato plasmatico che comprende:
- Proteine: 0,20 – 0,30 grammi/litro.
- Cloruri: 7,20 – 7,40 grammi/litro.
- Glucidi: 0,40- 0,60 grammi/litro.
- Praticamente nessun elemento figurato, in quanto presenti per una
quantità inferiore ad una unità per millimetro cubo.
3.3 Ionica del LCR e del plasma
IONI PLASMA LCR
Na+ 145 150
K+ 4,5 2,8
Ca+ 3 2
Mg+ 1,5 2
H+ 40 x 10-6 50 x 10-6
Cl- 115 120
HCO3- 26 22
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3.3 Neuro-ormonale
Alcuni recenti lavori hanno dimostrato il ruolo di vettore di trasporto del LCR
per i neuro-ormoni come le serotonine e le endorfine.
4. PRESSIONE
La pressione normale dipende dall’equilibrio tra il debito di secrezione e il
debito di riassorbimento. Nei soggetti in decubito laterale risulta essere
normalmente di 15-20 cm di acqua, mentre in posizione seduta aumenta di
20 cm di acqua, arrivando quindi al valore di 35-40 cm di acqua. La pressione
del liquor dipende dalla pressione venosa e dalla respirazione toraco-
addominale.
La tosse, la compressione delle vene giugulari o l’esecuzione di un
puntura lombare, determinano un rapido aumento di pressione del LCR,
che può arrivare fino a 80 cm di acqua. D’altronde, una volta rimossa la
causa, il ritorno alla situazione normale può essere altrettanto rapido.
Questa variabilità della pressione del LCR in funzione della pressione
venosa può essere sfruttata in modo vantaggioso al fine di scoprire la
presenza di un’ernia discale. In effetti la pressione delle vene giugulari da
parte del muscolo sterno-cleido-mastoideo, associata ad una apnea
espiratoria, determina, nell’arco di 30-40 sec una recrudescenza del
dolore nei territori sensitivi dell’ernia discale. Questo è un segno di
riconoscimento ben preciso dell’ernia discale vera, tuttavia la sua assenza
non consente di escludere a priori l’effettiva presenza dell’ernia.
La compressione del IV ventricolo, modificando la pressione ed il ritmo
della fluttuazione del LCR, ha un’azione sulle cellule ependimali e sulla
circolazione del liquido extra-cellulare.
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5. BARRIERA EMATO-MENINGEA
Non esiste sostanza contenuta nel LCR che non sia contenuta anche nel
sangue. Gli scambi tra questi due mezzi liquidi non avvengono grazie ad una
semplice azione filtro; esiste invece un sistema selettivo che prende il nome di
barriera emato-meningea.
Una sostanza iniettata all’interno degli spazi sub-aracnoidei passerà
certamente nel sangue, ma non è detto che una sostanza iniettata nel sangue
debba necessariamente passare nel LCR.
Questa nozione di barriera fa appello alle relazioni esistenti tra sangue, LCR e
SNC. Si distingue dunque:
La barriera emato-meningea, la cui permeabilità non è sempre la stessa,
ma è dipendente dalla direzione del flusso degli scambi. In senso
centripeto (dal sangue al liquido) è relativamente poco permeabile,
mentre lo è molto di più in senso centrifugo (cioè dal liquido al sangue).
La barriera emato-encefalica, dove lo spazio extra-cellulare cerebrale è
molto ridotto, è consentita una scarsa penetrazione di liquido, che è
modulata unicamente dal flusso sanguigno.
La barriera meningo-encefalica, con uno spazio extra-cellulare
ugualmente molto ristretto, permette degli scambi estremamente rapidi
con i tessuti nervosi.
Si nota al passaggio del flusso che le cellule gliali e soprattutto gli
astrociti (con i loro prolungamenti peri-vascolari) fanno parte integrante
di questo sistema, agendo contemporaneamente come barriera e come
elemento di scambio.
Lo scambio tra il liquido interstiziale encefalico e il LCS avviene:
1. A livello degli spazi intercellulari dello strato ependimale dei ventricoli;
2. A livello degli spazi perivascolari sulla superficie piale del SNC.
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Il plesso corioideo è costituito da un nucleo centrale di capillari sanguigni
rivestito da un monostrato di epitelio coriodale, che si dispone a formare i
cosiddetti villi. L’epitelio si continua con l’ependima dei ventricoli.
6. FORMAZIONE DEL LCR
Il LCR viene secreto dai plessi corioidei situati a livello del tetto dei
ventricoli.
I plessi corioidei sono formati da tessuto estremamente denso, con molte
pliche a fisarmonica che gli conferiscono la capacità di adattarsi ai
cambiamenti di forma dei ventricoli durante la respirazione primaria
cranica.
Questi plessi corioidei sono vascolarizzati, da un punto di vista arterioso,
in modo molto ricco; hanno un colore rosso dovuto alle numerose villosità
arteriose. Il tessuto arterioso meningo encefalico lascia filtrare, grazie ai
suoi sottili vasi (per dialisi) il plasma, che diviene così LCR.
L’importanza della ”legge dell’arteria”, citata da A.T. Still, viene ancora
una volta messa in evidenza.
I plessi corioidei si trovano a livello di:
- ventricoli laterali;
- III ventricolo;
- IV ventricolo;
- seno retto.
7. CIRCOLAZIONE DEL LCR
I ventricoli laterali ricevono il LCR dai plessi corioidei laterali.
Il LCR, a partire dai ventricoli laterali, passa nel III ventricolo grazie
all’intermediazione del forame di Monro, e si miscela al LCR direttamente
prodotto nel III ventricolo stesso. Successivamente esso passa per
l’acquedotto del Silvio (a livello della SSB) e si miscela ancora una volta,
aggiungendosi al LCR prodotto a livello del IV ventricolo.
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Dal IV ventricolo il LCR prende due vie:
1. attraverso i forami di Luschka e Magendie, entra in una zona periferica
costituita dagli spazi sotto aracnoidei di deposito.
2. passando attraverso il canale di uscita del IV ventricolo e penetrando
nel canale ependimale, si distribuisce al midollo spinale.
Luoghi di deposito del LCR sono:
- la confluenza antero-superiore o opto-chiasmatica, zona che va dal
chiasma ottico alla protuberanza anulare;
- la confluenza antero-inferiore o cisterna basale, in continuità con la
confluenza opto-chiasmatica, zona che va dal bulbo alla protuberanza
anulare;
- la confluenza antero-laterale del Silvio, a livello del segmento inferiore
della scissura del Silvio;
- la confluenza postero-inferiore, o bulbo-cerebellare, o grande cisterna,
posizionata tra bulbo e cervelletto;
- la confluenza postero-superiore, o lago cerebellare, al di sopra del
cervelletto;
- la confluenza postero-laterale, o ponto-cerebellare, tra la protuberanza
anulare ed il cervelletto;
- la confluenza midollare che circonda il midollo, dal bulbo al cul di sacco
della dura madre.
A livello degli spazi sotto-aracnoidei il LCR perviene:
- a livello del cervello: nelle cellule cerebrali a livello della nevroglia per
l’intermediazione delle arteriose cerebrali, negli spazi peri-vascolari
(spazi di Virschow-Robin).
- a livello del corpo nel suo insieme grazie all’intermediazione di:
a. nervi periferici;
b. pareti arteriose;
c. spazi perivascolari;
d. fibre collagene del tessuto connettivo: tessuto fasciale ma anche
tessuto osseo; in base alla costruzione architetturale “a labirinto”
della struttura ossea che, con la sua irrorazione particolarmente
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ricca (il cui scopo è quello di conferire una maggior elasticità
ossea), compartecipa all’azione.
e. tessuto linfatico.
- a livello del corpo in generale esso costituisce il liquido interstiziale, o
interstizium.
8. RIASSORBIMENTO DEL LCR
Si ha il riassorbimento quando la pressione del LCR è superiore alla
pressione venosa, con un gradiente pressorio superiore ai 7 mm Hg.
Il riassorbimento si effettua per via venosa e linfatica, ed avviene
attraverso tre vie:
- dal liquido interstiziale verso il sangue venoso;
- dal liquido interstiziale verso le vie linfatiche, verso il canale toracico e
verso la vena sotto claveare sinistra;
- dal liquido interstiziale verso i seni cranici, in particolare verso il seno
longitudinale superiore e verso le granulazioni del Pacchioni che formano
delle salienze aracnoidali sporgenti all’interno dei seni venosi.
9. FLUTTUAZIONE DEL LCR
Le variazioni di forma della massa cerebrale derivate dai movimenti di
espansione-retrazione ed arrotolamento-srotolamento degli emisferi
cerebrali, sono fattori determinanti relativamente alla fluttuazione del
liquido.
L’idrodinamica del LCR, basata su fenomeni legati alla pressione, si svolge
in un circuito idro-dinamico semi-chiuso: la dura madre cranio-spinale.
I risultati dei lavori di Wooley e Shaw del Rockfeller Institute, dimostrano
inequivocabilmente la contrazione delle cellule gliali.
Liquido cefalo-rachidiano
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Allo stesso modo i lavori di Leland-Clarke hanno portato alla conclusione
che: “…pulsazioni continue pervengono fino alle più fini strutture del
cervello, e sono caratterizzate da onde cicliche con frequenza di 10-14 cicli
al minuto: questa ciclicità è indipendente dalla pulsazione cardiaca e da
quella polmonare, e costituisce un movimento potente”.
I lavori di Boswher danno conferma di variazioni di pressione del LCR,
variazioni che restano nell’ambito dei 5-15 millibar, e sono in rapporto con
le variazioni della pressione circolatoria e della respirazione diaframmatici.
Anche Sutherland notò l’esistenza di una fluttuazione, che ritenne
caratterizzata da:
- un potenziale fisico idro-dinamico;
- un potenziale bio-elettrico in cui le due fasi, positiva e negativa,
sembrano corrispondere all’arrotolamento-srotolamento degli emisferi
cerebrali con movimento che avviene nel senso delle corna di Amon.
Questi differenti parametri, oltre all’induzione diretta della fluttuazione del
LCR, inducono di conseguenza anche le membrane a tensione reciproca;
questo fatto sarà perciò la seconda componente della fluttuazione del LCR;
ciò avviene grazie a fluttuazioni longitudinali e trasversali che le membrane
determinano sulla massa fluida in generale, in relazione con l’attività
muscolo-scheletrica.
10. RUOLO DEL LCR
10.1 Sospensione idraulica del nevrasse
Supporto fisico: circonda l’encefalo, lo protegge e lo sostiene permettendogli
di galleggiare in un medium liquido. L’encefalo, protetto dai traumi ad opera
del LCS, è quindi in grado di sopportare le accelerazioni dovute ai rapidi
movimenti del capo.
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10.2 Scambi metabolici
Il LCR è un ultrafiltrato che assicura alle cellule il loro nutrimento; contiene
infatti alcune sostanze endogene idrosolubili, che passano per diffusione dai
liquidi extracellulari cerebrali nei ventricoli e nello spazio subaracnoideo. Esso
può essere considerato come l’intermediazione obbligatoria tra il sangue e la
cellula nervosa. Altri prodotti del metabolismo cerebrale vengono eliminati
attraverso il flusso sanguigno capillare. Il LCS e i capillari sostituiscono il
sistema linfatico che manca nell’encefalo e nel midollo spinale.
10.2 Ruolo biochimico ed immunologico
Grazie al suo rinnovo regolare esso assicura il trasporto di:
- ormoni
- neuro-trasmettitori
- endorfine
- proteine: albumine e globuline specifiche
- anticorpi: immuno-globuline, anticorpi virali e nucleici
Esso gioca dunque un ruolo immunologico importante nell’ambito di patologie
batteriche, virali e da parassiti.
10.3 Ruolo idrodinamico
Le fluttuazioni del LCR, per le differenze di pressione cui è sottoposto (5-15
millibar in associazione alla modificazione delle condizioni di pressione
cardiaca e polmonare), hanno una azione:
- a livello del tessuto connettivo di tutto il corpo, per l’intermediazione delle
fibrille tubolari all’interno delle quali circola il LCR;
- a livello del tessuto nervoso, mediante nevroglia e nevrilemma.
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10.4 Ruolo bioelettrico
Le differenze di potenziale elettrico dovuto alle onde micro-elettriche prodotte
dalle variazioni di massa cerebrale nel corso della respirazione primaria
cranica, sono diffuse e trasmesse dalle fluttuazioni longitudinali e trasversali
del LCR; ciò assicura la regolazione energetica necessaria al metabolismo
cellulare.
TECNICA CV4:
La tecnica sul quarto ventricolo ha lo scopo di:
- regolarizzare gli scambi tra i tessuti;
- riequilibrare il metabolismo cellulare;
- stimolare la vitalità generale dell’organismo.
La posizione del paziente è in decubito supino,
L’operatore è seduto alla testa del paziente con i gomiti appoggiati al lettino
con le mani incrociate l’una sull’altra con le eminenze tenari a livello delle
bozze occipitali regolando la presa a seconda della testa del paziente.
Per l’esecuzione della tecnica bisogna portare dolcemente l’occipite in
estensione con una pressione delicata indotta da una tensione a livello dei
flessori delle dita in corrispondenza della parte interna rispetto ai punti
Asterion. Senza muovere le mani, bisogna aspettare lo svolgimento,
opponendosi leggermente al ritorno dell’occipite in flessione.
E’ possibile aiutare lo svolgimento della tecnica con l’utilizzo di respirazioni
toraco-addominali, in modo da modificare la pressione intraventricolare e
potenziando quindi la compressione; per far ciò si può quindi chiedere una
serie di apnee espiratorie ed inspiratorie trattenute a lungo. Si avvertirà un
iniziale aumento del movimento di andata e ritorno dell’occipite fino ad un
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rallentamento e ad un arresto totale e quindi una immobilità dell’occipite
(still point) con relativa sensazione di aumentata malleabilità sotto le mani.
Successivamente avverrà una ripresa del movimento di flessione dell’occipite;
l’operatore dovrà rilasciare la tensione nei flessori delle dita senza indurre un
movimento di flesso estensione ma lasciando andare l’occipite.
Indicazioni: Infezioni acute; stati tossici; disturbi trofici; ritardi di
cicatrizzazione; astenie intellettuali e fisiche; astenie post-infettive; stati orto
simpatico-tonici; ipereccitabilità e ipercinesia; disturbi del comportamento nel
bambino;