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Laboratorio Didattico FDS DIPARTIMENTO DI MATEMATICA “F. BrioschiPOLITECNICO DI MILANO Introduzione alla comunicazione scientifica di Paola Magnaghi-Delfino, Tullia Norando n.59/R , ottobre 2010 Piazza Leonardo da Vinci, 32 – 20133 Milano (Italy)

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Laboratorio Didattico FDS DIPARTIMENTO DI MATEMATICA “F. Brioschi”

POLITECNICO DI MILANO

Introduzione alla comunicazione scientifica

di

Paola Magnaghi-Delfino, Tullia Norando

n.59/R , ottobre 2010

Piazza Leonardo da Vinci, 32 – 20133 Milano (Italy)

Introduzione alla comunicazione scientifica

Paola Magnaghi-Delfino, Tullia Norando

2010

Sommario

Gli autori, entrambi docenti del Dipartimento di Matematica del Po-litecnico di Milano, hanno maturato una lunga esperienza di tutoruniversitario con gruppi di allievi di Scuola Superiore, nell’ambito delprogetto-ponte Progettiamo con la Matematica.Al termine di ciascun lavoro si richiede ai ragazzi di stendere unarelazione sul progetto svolto e di presentarlo in un workshop ed even-tualmente ad un concorso di carattere nazionale/internazionale. Aquesto proposito si è sentita la necessità di stendere un breve re-port che servisse a indirizzare gli allievi ad una corretta stesura deltesto e ad un efficiente ed efficace utilizzo degli strumenti comunicativimultimediali.

Indice

1 Introduzione 21.1 Caratteristiche principali della scrittura scientifica . . . . . . . 21.2 Presentazione orale di relazioni scientifiche . . . . . . . . . . . 2

2 Redazione di una relazione scientifica 42.1 Premessa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 42.2 Struttura di una relazione scientifica . . . . . . . . . . . . . . 42.3 Stile della scrittura . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8

Elenco delle tabelle

1 Simboli di uso comune . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 152 Unità di misura . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 163 Fattori di scala . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17

1

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1 Introduzione

1.1 Caratteristiche principali della scrittura scientifica

Lo scopo della scrittura scientifica è comunicare ad altri dei concetti in modopreciso, chiaro, senza ambiguità e in modo conciso. Spesso nel testo sonopresenti formule, grafici, tabelle per rendere più agevole al lettore la com-prensione del tema sviluppato.Il lettore di un documento scientifico legge per acquisire tutte le informazioninecessarie sul lavoro eseguito e desidera ottenerle con il minimo dispendio ditempo ed energia.Lo scrittore deve dunque trasmettere il proprio messaggio tenendo semprepresente la necessità di privilegiare la chiarezza dell’esposizione, pur utiliz-zando il numero minimo di parole e i dettagli strettamente necessari. Chiscrive deve modulare il proprio stile in accordo con la preparazione del let-tore, perciò si può adottare uno stile più colloquiale e ironico se ci si rivolge aipropri compagni di classe, mentre si deve essere precisi, stringati e adottareun registro formale quando si scrive una relazione da sottoporre ad una com-missione di concorso.Si consiglia sempre la visione e l’esame di documenti prodotti da altri studen-ti nelle medesime circostanze e di chiedere suggerimenti a persone esperte.Il linguaggio deve essere consono all’argomento trattato e, in ogni caso, nonsi deve ricorrere al burocratese né ad invenzioni linguistiche né a termini chenon fanno parte del dizionario.Un discorso a parte merita la documentazione raccolta per eseguire il lavoro.Inutile insistere sulla necessità di vagliare l’affidabilità delle fonti utilizzate;conviene ricordare che talvolta i simboli e le convenzioni tipografiche adot-tate nelle varie fonti potrebbero essere differenti dallo standard utilizzato neimanuali scolastici o specifici del settore scientifico, per cui è indispensabileriportare tutto ad un unico standard.

1.2 Presentazione orale di relazioni scientifiche

Molto spesso gli autori della relazione devono illustrarla oralmente ai desti-natari. Una cosa essenziale da tener presente è il tempo concesso per l’espo-sizione. È molto utile aver preparato in anticipo una presentazione multime-diale poiché di solito si hanno a disposizione 15 o 20 minuti. Generalmentei programmi per la redazione delle presentazioni sono già predisposti all’usodi una tipologia e dimensione standard del carattere. In genere si consiglial’uso di Arial e di un carattere di dimensione almeno 22 punti. Gli autoripossono utilizzare altri font ma sempre nel rispetto della sobrietà espositiva

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e della gradevolezza visiva. Per lo sfondo delle diapositive è meglio evitarecolori troppo chiari o troppo scuri; si consiglia di scegliere combinazioni dicolori che favoriscano la leggibilità del testo, diagrammi, fotografie, ecc...Ogni pagina deve contenere un solo concetto esposto mediante al massimocinque o sei righe ben spaziate oppure uno spazio equivalente contenente for-mule oppure uno o due grafici di dimensione adeguata.Nell’esposizione, gli oratori devono puntare a comunicare con chiarezza i pun-ti più importanti del lavoro, evitando di esporre i dettagli che verranno fornitisolo a richiesta degli ascoltatori. È bene preparare diapositive ulteriori sug-li aspetti analitici del lavoro, che sia possibile richiamare rapidamente, cioèdall’interno della presentazione.Gli oratori si devono concentrare sui seguenti punti1) scopo del lavoro;2) strumenti e metodi utilizzati per raggiungere lo scopo;3) risultati ottenuti;4) eventuali sviluppi futuri.Il secondo punto va esposto a grandi linee, a meno che i metodi o le tecnicheusate siano particolarmente originali. L’intera esposizione va preparata concura e provata più volte, per evitare pause imbarazzanti se si viene interrottida domande o nel caso di più oratori che si avvicendano.

Gli autori si presentano all’inizio dell’esposizione e quindi si alternano senzaulteriori introduzioni.Nei capitoli successivi si daranno indicazioni utili per la stesura e la comuni-cazione di una relazione scientifica, accompagnati da esempi.

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2 Redazione di una relazione scientifica

2.1 Premessa

Una relazione scientifica deve risultare comprensibile e si deve leggere confacilità: a questo scopo deve essere scritta con cura. Bisogna allora seguirealcune regole, altrimenti il lavoro non risulta valorizzato anzi può essere giu-dicato superficiale o raffazzonato.Del resto se gli autori non mostrano rispetto per il loro lavoro tanto da sten-derlo con cura, perché il lettore dovrebbe averne? Se gli autori non illustranocon metodo e chiarezza i loro argomenti, il lettore potrebbe pensare che ilmotivo sia da attribuirsi al fatto che essi hanno idee confuse e vaghe sull’ar-gomento stesso su cui scrivono. Bisogna dunque curare il lavoro sotto tuttie tre gli aspetti: strutturale, letterario, grafico.

2.2 Struttura di una relazione scientifica

Ogni relazione scientifica si apre con il Titolo. La scelta del titolo è moltoimportante in quanto costituisce il biglietto da visita del lavoro. E’ opportunoscegliere il titolo in forma provvisoria sin dall’inizio in quanto consente dichiarirsi le idee ed è indicativo dello stile che si vuole adottare. Il titolo deveessere chiaro, conciso e contenere le parole chiave. Il titolo è seguito dai nomidegli autori, che devono essere scritti per esteso, in ordine alfabetico rispettoal cognome e intervallati da virgole. Se richiesto, si aggiunge la tipologiadella scuola (in forma abbreviata), poi il nome, indirizzo, città della scuola oente di appartenenza (senza alcuna abbreviazione).

Esempio 2.1

Se gli autori si chiamano Anna Laura Gialli, Marco Azzurri, Vincenzo Bianchi,i nomi vanno scritti nel seguente modo:

Marco Azzurri, Vincenzo Bianchi, Anna Laura Gialli

Se è opportuno dichiarare che gli autori sono allievi del liceo scientifico stataleLeonardo da Vinci di via Respighi 5, Milano, allora si scriverà

Marco Azzurri, Vincenzo Bianchi, Anna Laura Gialli

L.S.S. Leonardo da Vinci, via Respighi 5, Milano

Una relazione scientifica è suddivisa in parti dette genericamente Sezioni.Se la relazione è breve, la suddivisione in sezioni non ha senso, per cui si

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avrà un’unica sezione. Ogni sezione è suddivisa in Capitoli (Chapter), og-ni capitolo in Paragrafi (Paragraph), ogni paragrafo può essere suddiviso, senecessario, in Sottoparagrafi. Si tratta dunque di una struttura gerarchica e inmodo gerarchico i capitoli, paragrafi e sottoparagrafi devono essere numeratiutilizzando numeri arabi. Ad esempio 1.2.3 significa che sto introducendo ilsottoparagrafo 3 del paragrafo 2 del capitolo 1.Conviene iniziare la stesura della relazione stendendo una scaletta, cioè unmodello provvisiorio delle sezioni e dei capitoli in cui si vuol articolare l’es-posizione. Nel caso il numero massimo di pagine della relazione sia stabilito,ad esempio da una regola del bando di concorso, conviene decidere, anche sein modo provvisorio, quante pagine si possano dedicare a ciascuna sezione ecapitolo.Ovviamente la scaletta ha un valore indicativo, man mano che si scrive si ve-drà quali modifiche si devono apportare. La scaletta è di particolare utilitàquando si debba redigere la relazione in un tempo molto limitato, in parti-colare se gli autori sono più di uno e devono suddividersi il lavoro.Una regola per la stesura di una relazione è che ciascuna parte della sud-divisione deve essere composta da tre parti: l’introduzione, lo svolgimento,la conclusione. Anche l’intera relazione deve essere costituita da almeno treparti: l’introduzione, i capitoli, le conclusioni. L’intero lavoro deve esserepreceduto dal Sommario (Abstract), sulla cui importanza e composizione sidirà nel seguito.La relazione si conclude con la Bibliografia/ Sitografia (References). Mentrei capitoli, paragrafi, sottoparagrafi sono numerati in modo progressivo comemostra la tabella 2.1, il sommario, le appendici e la bibliografia/sitografianon sono numerati. Si noti in tabella 2.1 la comparsa dell’intestazione contitolino e numero di pagina.

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Tabella 2.1

Titolino Numero di PaginaSommarioIndice

Elenco delle figureElenco delle tabelleElenco dei simboli

1 Introduzione1.1 Situazione attuale1.1.1 Progetti già in fase esecutiva

...10 Conclusioni

Appendice A IstogrammiAppendice B Tabelle statistiche

...Bibliografia/Sitografia

Ogni suddivisione della relazione in capitoli, paragrafi, ... deve avere la carat-teristica di omogeneità cioè ogni suddivisione non deve essere tanto breve danon poter identificare le tre parti da cui è costituita né tanto lunga da farperdere il filo al lettore. Per non disperdere l’attenzione del lettore, grafici,tabelle, listati di programmi sono messi nelle Appendici (Appendix).

2.2.1 Sommario

Il Sommario (Abstract) deve essere il più possibile informativo sul contenutodel documento in modo da consentire al lettore la possibilità di decidere se hale competenze e/o l’interesse necessari per leggere il documento. Il Sommariodovrà riportare lo scopo del lavoro, i metodi e le conclusioni, nell’ordine quiindicato; dovrà essere comprensibile di per sé, dovrà essere conciso senzaessere oscuro. Non devono essere presenti formule o grafici o altro materialefigurativo. Si deve usare la stessa nomenclatura che si trova nel corpo dellavoro e la stessa simbologia. Simboli non comuni e acronimi devono esseredefiniti solo la prima volta in cui sono usati.

2.2.2 Introduzione

L’Introduzione (Introduction) non è una ripetizione del Sommario; essa haun’estensione maggiore e serve a presentare l’oggetto e gli obiettivi del lavoro,la relazione che esso ha con eventuali altri lavori e il metodo seguito; nondeve scendere nei dettagli né anticipare le conclusioni e le proposte finali.Per consuetudine l’Introduzione è numerata, talvolta come capitolo 0.

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2.2.3 Corpo del testo

La suddivisione interna della relazione dipende dall’argomento e dal tipo diricerca svolta. Le informazioni fornite nella parte centrale devono avere undettaglio equilibrato. L’attenzione del lettore deve essere concentrata sul-la novità del lavoro, sull’analisi critica dei risultati e sulle motivazioni chesostengono le conclusioni. Nel caso la relazione sia inviata ad un concorso,si devono seguire le regole del bando; nel caso il numero di pagine sia lim-itato, tutti gli elementi grafici, numerici o tabellari saranno rimandati alleAppendici, inserendo nel testo il riferimento, come nell’esempio 2.2

Esempio 2.2

... i grafici corrispondenti [numero] suggeriscono che la distribuzione ...

A piè di pagina comparirà la seguente riga: [numero] Appendice A

Si osservi il frammento di testo:Lorem ipsum dolor sit amet, consectewtur aipiscing elit, sed do eiusmod

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Analogamente per i riferimenti bibliografici nel punto corrispondente nel cor-po del testo si scrive [numero], il numero sarà lo stesso del testo indicato inBibliografia/Sitografia (References).

2.2.4 Conclusioni

Le Conclusioni costituiscono il capitolo finale del rapporto. Questo capitoloè breve, non strutturato in sezioni e deve riportare:

1) confronto tra gli scopi prefissi e i risultati ottenuti;2) commento critico sui risultati ottenuti;3) commento critico sulle parti eventualmente non approfondite;4) possibili ulteriori sviluppi della ricerca.

1Una curiosità sul testo (pseudo) latino usato. Il Lorem ipsum è un insieme di paroleutilizzate da grafici, designer e tipografi come testo riempitivo in bozzetti e prove grafiche.È un testo privo di senso, composto da parole in lingua latina (spesso storpiate), ripresein maniera quasi casuale da uno scritto di Cicerone del 45 a.C. (dalle sezioni 1.10.32 e1.10.33 del De Finibus Bonorum et Malorum). Quasi sicuramente utilizzato per la primavolta nel 1500 da uno stampatore dell’epoca per mostrare i propri caratteri; da allora èdiventato uno standard dell’industria tipografica.

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2.2.5 Appendici

Le eventuali dimostrazioni di formule matematiche, le illustrazioni graficheo tabellari trovano collocazione nelle appendici che sono previste per evitaredi appesantire la lettura. Tranne nel caso in cui siano assolutamente indis-pensabili alla comprensione, è meglio staccare dal testo tutte queste parti elimitarsi ad enunciare solo i risultati con rimando alle appendici.

2.2.6 Biblio/Sitografia

I riferimenti bibliografici possono essere raccolti seguendo o l’uno o l’altro deidue seguenti metodi:

1. si elencano tutti i riferimenti in ordine alfabetico secondo il cognome delprimo o unico autore; più riferimenti dello stesso autore vanno elencatiin ordine cronologico; più riferimenti della stessa fonte vanno elencatisecondo il numero di pagina crescente. Con questo tipo di elencazionepuò essere conveniente eseguire i richiami con il metodo nome - data,ad esempio con riferimento alla biblio/sitografia di questa guida il testo[1] può essere citato con il richiamo [Matricciani 1992];

2. si elencano i riferimenti esattamente nell’ordine in cui vengono citati;in questo caso è conveniente eseguire i richiami mediante un numero.

La scelta del metodo è personale anche se è più consueto l’uso del primo deidue metodi indicati, che non obbliga a cambiare il riferimento se si decide dieseguire cambiamenti nell’ordine degli argomenti o delle pagine. I riferimentibibliografici nel corpo del testo vanno indicati scrivendo nel punto in cui sivuol richiamare il riferimento [numero], dove il numero corrisponde al numeroin bibliografia.

2.3 Stile della scrittura

Nella scrittura di una relazione scientifica bisogna avere degli accorgimenti:alcuni di essi sono comuni a qualunque tipologia di testo, come ad esempiola cura del rispetto della grammatica e dell’ortografia. Per quanto riguardal’ortografia si ha il vantaggio di poter fruire del correttore ortografico annessoai più comuni editor ; bisogna tuttavia ricordare che il programma accettatutte le parole inserite nel vocabolario per cui, ad esempio, al posto dellafrase: << il sale migliora il gusto del pesce di lago >> viene accettata dalprogramma la frase << il sole migliora il gusto del pesce di l’ago >>. Perquanto riguarda le parole straniere, si ricorda che in un contesto italiano

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restano invariate al plurale. E’ opportuno evitare anglicismi quando esistaun corrispettivo italiano di uso comune come, ad esempio, editare invecedi stampare, plottare invece di disegnare, resettare invece di cancellare, -supportare invece di sostenere. E’ poi preferibile non usare parole italianeattribuendo loro il significato inglese come, ad esempio, processare nel sensodi elaborare, realizzare nel senso di accorgersi, trasparenza nel senso di lucido(per proiezione).Altri aspetti inerenti lo stile sono l’uso della forma impersonale anziché dellaprima persona plurale, l’uso accorto della forma attiva e della forma passiva,l’attenzione ad evitare ripetizioni. E’ comunque preferibile usare frasi brevi,con poche subordinate.

2.3.1 Formule, tabelle, equazioni

Per le citazioni di formule, tabelle, equazioni si usa la lettera minuscola e lapreposizione articolata, a meno che sia un inciso.

Esempio 2.3

...nell’equazione (2) si vede ... ; ... l’equazione (5) (cfr.eq.(1) e (2)) ...

Si fa riferimento a formule, tabelle, equazioni sempre usando il numero iden-tificativo, cioè evitando frasi del tipo: << in riferimento alla formula vistaprecedentemente >> o << si veda la figura seguente >>.Le Tabelle devono avere dimensioni adeguate e contenere solo i dati neces-sari. I dati numerici devono presentare solo il numero di cifre significativenecessario. Lo spazio tra le righe e l’ampiezza delle colonne deve essere bencalibrato e il carattere scelto in modo adeguato.Per quanto riguarda le formule matematiche, si ricordano alcune regole gen-erali.

1. Numeri : si scrivono sempre in carattere tondo anche quando fannoparte di un testo scritto completamente in corsivo; il separatore deci-male in inglese è il punto e in italiano la virgola; si può scegliere, se iltesto è in italiano, a quale convenzione uniformarsi, ma non mescolarle.In certi casi è preferibile usare la notazione esponenziale: ad esempio0, 00057 si scrive 5, 7 ×10−4.

2. Costanti Numeriche: si scrivono in carattere tondo, ad esempio ilnumero di Nepero si indica con e, tranne per le costanti che vengonoindicate con lettere greche, ad esempio il numero aureo si indica con ϕ.

3. Variabili: si scrivono sempre in corsivo.

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4. Vettori: si scrivono utilizzando lettere corsive in grassetto, oppurelettere corsive senza grassetto ma sormontate da una freccia, ad esempio−→v . Le componenti del vettore si indicano con la stessa lettera usataper il vettore, in corsivo senza grassetto, e, di solito, con un pedice, adesempio vi .

5. Matrici: si indicano con lettere corsive maiuscole, mentre i loro ele-menti con la stessa lettera, ma in corsivo minuscolo e con gli opportunipedici, ad esempio M , mik .

6. Funzioni e operatori: i simboli generici si indicano in corsivo, comead esempio f(x). I nomi specifici di funzioni si indicano in tondo, adesempio ex, sin (2πx). Anche l’operatore differenziale d e quello diderivazione D devono essere indicati in carattere tondo, ma con unadiversa spaziatura rispetto agli altri operatori: d e D si separano solodagli argomenti che li precedono, non dalla variabile o dalla funzionesu cui operano. Ad esempio a dx , a Df . La regola relativa all’oper-atore differenziale vale anche nella scrittura degli integrali, ad esempioa∫f(x) dx .

Per quanto riguarda i simboli di uso comune, le unità di misura ei prefissi dei multipli e dei sottomultipli, si consultino le tabelle inAppendice.

2.3.2 Disegni, grafici, fotografie

L’uso di disegni, grafici o fotografie ha lo scopo di chiarire i concetti al let-tore della relazione e all’uditorio della presentazione orale della stessa. Peressere utili si devono utilizzare scale e dimensioni adeguate; gli istogrammia barre devono essere presentati su una griglia adeguata, le colonne devonoessere ben affiancate, senza spazi interposti, la composizione dei colori sobriama efficace; si consiglia l’uso di legende o didascalie. Si presti attenzioneal carattere utilizzato per indicare le posizioni sugli assi e a tutto quantoconcerne la leggibilità e gradevolezza del diagramma. Nel caso la figura siaopera di altri, l’autore deve essere citato o nella didascalia o nel testo. Sesi riporta una mappa, questa deve essere orientata e deve essere indicato ilrapporto di scala.

2.3.3 Problemi estetici

L’inserimento di formule in un testo comporta problemi tipografici, dovutialla loro natura bidimensionale.

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Esempio 2.4

Si considerino i seguenti testi:

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2) Lorem ipsum dolor sit amet, consectewtur aipiscing elit, sed do eiusmod

tempor incididunt ut labor et dolore magna aliqua.2

3Ut enim ad minim

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Quello che osserviamo, nel secondo testo, è l’innaturale spaziatura tra lerighe, conseguente alla presenza di una frazione inframmezzata.Rivediamo il secondo testo ma con la frazione scritta con carattere ridotto

3) Lorem ipsum dolor sit amet, consectewtur aipiscing elit, sed do eiusmodtempor incididunt ut labor et dolore magna aliqua. 2

3Ut enim ad minim

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Il risultato è migliore, ma la leggibilità della frazione è peggiorata. Si puòottenere una soluzione accettabile scrivendo la frazione in un altro modo

4) Lorem ipsum dolor sit amet, consectewtur aipiscing elit, sed do eiusmodtempor incididunt ut labor et dolore magna aliqua. 2/3 Ut enim ad minimveniam, quod nostrud exercitation ullamco laboris nisi ut aliquip ex ea com-modo. consequat. Duis aute irure dolor in reprehenderit in voluptate velitesse cillum dolore eu fugiat nulla pariatur

Si osservi che 2/3 è differente da 2/3.

Esempio 2.5

Si considerino i seguenti testi:

1) Lorem ipsum dolor sit amet, consectewtur aipiscing elit, sed do eiusmod

tempor incididunt ut labor et dolore magna aliqua. limx→+∞

1

x= 0 Ut enim ad

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2) Lorem ipsum dolor sit amet, consectewtur aipiscing elit, sed do eiusmodtempor incididunt ut labor et dolore magna aliqua. limx→+∞

1

x= 0 Ut enim

ad minim veniam, quod nostrud exercitation ullamco laboris nisi ut aliquip exea commodo. consequat. Duis aute irure dolor in reprehenderit in voluptatevelit esse cillum dolore eu fugiat nulla pariatur

Si consideri la seguente alternativa, senz’altro preferibile:3) Lorem ipsum dolor sit amet, consectewtur aipiscing elit, sed do eiusmodtempor incididunt ut labor et dolore magna aliqua.

limx→+∞

1

x= 0 (1)

Ut enim ad minim veniam, quod nostrud exercitation ullamco laboris nisi utaliquip ex ea commodo. consequat. Duis aute irure dolor in reprehenderit involuptate velit esse cillum dolore eu fugiat nulla pariatur

2.3.4 Bibliografia/Sitografia

I riferimenti bibliografici vanno numerati, i riferimenti sitografici seguono iriferimenti bibliografici.I riferimenti bibliografici possono essere:

1. articolo su rivistaPeter Hall, Ming Li Using the periodogram to estimate period in non-parametric regression Biometrica,93,2, (2006), pp.411 - 424

2. articoli in atti di convegni, enciclopedie, volumi miscellaneiS. Scalise La formazione delle parole, in Grande grammatica italianadi consultazione, a. c. di L. Renzi et al., vol. III, Bologna, Il Mulino,2001, pp.473 - 516

3. volumi di uno o più autoriM. Bramanti, C.D. Pagani, S. Salsa Analisi Matematica1 Bologna,Zanichelli, 2008Nel riferimento, se ritenuto opportuno, si può raffinare la citazione in-dicando la pagina in cui si trova ciò che interessa. Ad esempio, se si fariferimento alla tabella delle derivate elementari si scriverà:M. Bramanti, C.D. Pagani, S. Salsa Analisi Matematica1 Bologna,Zanichelli, 2008, p.154

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Le sitografie possono essere:

1. siti ufficiali di eventiAnno Internazionale dell’Astronomia www.unipd.it/astro2009/

2. pagine di un sito dedicate ad un argomentoLabirinto wikipedia.org/wiki/Labirinto

3. testo onlineSaper Comunicare - cenni di scrittura tecnico-scientificadidattica.polito.it/tesi/SaperComunicare.pdf

Nel caso di veri e propri articoli online si utilizza la notazione degli articolisu rivista, indicando il sito al posto del nome della rivista.

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Riferimenti bibliografici

[1] Michele Colombo Appunti per il laboratorio di scrittura Milano, CUSL,2005

[2] Emilio Matricciani La scrittura tecnico - scientifica Milano, Casa EditriceAmbrosiana, 2007

[3] Michele Bernasconi Piccola guida all’uso di Power Point Locarno 2004,zyxel-nsa210.lilu2.ch

[4] Saper Comunicare - cenni di scrittura tecnico - scientifica, didatti-ca.polito.it/tesi/SaperComunicare.pdf

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Tabella 1: Simboli di uso comune

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Tabella 2: Unità di misura

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Tabella 3: Fattori di scala