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1 Diodato Informa 2007-2009 Rapporto conclusivo Interrogazioni Proposte di Legge Ordini del giorno Comunicati 21.12.2009

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Diodato Informa

2007-2009

Rapporto conclusivo Interrogazioni Proposte di Legge Ordini del giorno Comunicati 21.12.2009

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Note biografiche

Pietro Diodato comincia il suo impegno politico nelle pubbliche istituzioni nel 1980 con l’elezione a consigliere della Circoscrizione di Pianura.

Dopo tredici anni di lavoro in una delle realtà territoriali più difficili della città di Napoli, nel 1993, è eletto consigliere comunale nella lista MSI-DN, con 2100 preferenze. Ruolo che conserva per altri tredici entusiasmanti anni. In questo periodo, nella qualità di Coordinatore Cittadino, è alla guida di Alleanza Nazionale a Napoli; collabora attivamente all’ultimo Piano Commerciale; fa parte della Commissione d’inchiesta per le illegalità nei cimiteri cittadini; vede approvate le sue proposte per la riduzione degli oneri in materia di condono edilizio; partecipa in quanto membro della Commissione urbanistica, alla definizione del nuovo Piano Regolatore Generale della città di Napoli. Sue sono state le denunce che hanno portato, nell’aghosto del 20023, alla scoperta dello scandalo degli “stipendi gonfiati” al Comune di Napoli.

E’ consigliere nazionale dell’Associazione Nazionale Comuni d’Italia (ANCI). Ha, inoltre, ricoperto il ruolo nel corso del Governo Berlusconi 2001-2006, di consigliere del Ministro delle Comunicazioni, On. Maurizio Gasparri, per i rapporti con gli Enti Locali e quello di consigliere per le Politiche della Casa nel Sud Italia per il Vice Ministro, On. Ugo Martinat.

E’ stato componente della Direzione Nazionale di AN.

Nel 2006 diventa Consigliere Regionale della Campania ed entra a far parte delle Commissioni Trasporti- Lavori Pubblici – Ambiente – Sanità – Cultura – Sport - Politiche Sociali.

Inoltre è membro della Commissione consiliare speciale di Controllo delle attività della Regione e degli Enti collegati e dell’utilizzo di tutti i fondi. In tale veste ha denunciato la discutibile gestione delle Società Partecipate regionali e ne ha proposto la drastica riduzione per contenere l’enorme spreco di pubblico danaro.

A settembre del 2009 è stato chiamato a ricoprire il prestigioso ruolo di Vice Presidente del Popolo della Libertà alla Regione Campania.

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L’impegno deve continuare

A quasi due anni dal I rapporto e a pochi mesi dalla tornata elettorale che, con ogni probabilità, determinerà il cambio del vertice della Regione Campania, ritengo opportuno, oltre che doveroso, presentare nel dettaglio la produzione di atti ispettivi, elaborazioni di proposte di legge che, grazie al contributo di tanti carissimi amici, ha sostanziato il mio lavoro di consigliere della Regione Campania.

Numerose sono le iniziative che ho assunto e che continuo a portare avanti con grande determinazione. Tra le tante, mi piace ricordare: l’istituzione della Compagnia Regionale Marittima S.p.a. per il collegamento marittimo delle isole del Golfo con il capoluogo campano, la legge per la tutela delle acque e dei terreni agricoli dall’inquinamento da nitrati, i numerosi e stringenti atti ispettivi indirizzati al Presidente Bassolino e all’Assessore all’Ambiente al fine di individuare responsabilità e rimedi al disastro ambientale che ha interessato l’intera costiera domiziana ed ampi tratti del Golfo di Napoli, la riqualificazione dell’ex area industriale di Bagnoli-Fuorigrotta, TARSU, Acque Minerali, Patrimonio Comune di Na. Allo stesso modo, ricordo le mie interrogazioni finalizzate alla difesa dei livelli occupazionali – Gesac, La Nuova Lince, Circumvesuviana, Sovrintendenza Archeologica di Pompei, Recam, soltanto per citare alcune aziende - indirizzate, oltre che al Presidente della Giunta Regionale, agli Assessori competenti.

In molti casi la iniziative hanno dato i risultati sperati, per altri le soluzioni sono in itinere, altri ancora, per la insensibilità dell’attuale compagine al governo della Regione, non hanno ricevuto la necessaria attenzione.

In definitiva, posso ritenermi parzialmente soddisfatto, conscio di aver assolto fino in fondo al mandato ricevuto dagli elettori. Tuttavia, guardando alle condizioni di vita che caratterizzano ampie fasce di categorie di cittadini meno abbienti o ai limiti della soglia di povertà, sento montare dentro di me un irrefrenabile desiderio di impegnarmi ancora di più per cambiare, e con urgenza, l’attuale scenario politico in modo da fornire a tanti cittadini meno fortunati adeguate risposte alle istanze sempre più accorate andate finora disattese. Per far ciò occorre un impegno corale. Un impegno che coinvolga allo stesso modo i rappresentanti istituzionali, quelli della produzione, della cultura, del volontariato per una comune missione: voltare pagina nell’amministrazione della Regione Campania per riportare l’uomo al centro delle scelte della politica.

Ancora una volta, in questa prospettiva, sarò fiero di essere in prima linea. Pietro Diodato

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Il presente rapporto è stato realizzato grazie alla partecipazione attiva e qualificata di:

Abagnale Vincenzo Contini Antonio Abbate Pasquale Coppola Mario Acanfora Francesco Corona Marino Alaia Domenico Corradi Franco Allegrezza Michele Costantino Giorgio Altarelli Filippo Covino Angelo Amendola Giovanni Cozzolino Salvatore Anceschi Gianfranco Crimaldi Domenico Angelino Massimo Cutolo Carmine Aramu Lidio D’Alessio Diego Arcucci Gennaro D’Ambra Domenico Ardolino Luigi D’Angelo Mario Aris Aebli D’Angelo Paola Ascione Pasquale Daniele Giuseppe Assante Patrizia D’Aprile Giuseppe Baiano Nicola D’Aquino Gennaro Balzano De Cristoforo Alberto Barretta Giuseppe De Fenza Domenico Bava Giovanni De Giulio Atonia Bianco Angela De Magistris Giuseppe Borriello Lucia De Santis Francesca Bosso Luigi De Siena Giuseppe Brancaccio Gerardo De Turris Brunaccini Giuseppe De Vito Antonio Brunetti Maurizio De Vito M. Rosaria Brunetti Tiberio Di Fusco Fortunato Buffardi Florindo Di Guida Francesco Buono Salvatore Di Guida Giuseppe Buono Yuri Di Marino Elio Busiello Giacomo Di Maro Palma Busiello Pasquale Di Napoli Giulio Candiello Di Napoli Salvatore Cangiano Claudio Di Vaio Pasquale Cangiano Michele Diodato Nicola Canonico Florio D’Ippolito Silvana Carillo Saverio Esposito Carlo Carlea Francesco Esposito Francesco Carrieri Claudia Esposito Susi Carusio Santo Falanga Paolo Casillo Giuseppe Farina Domenico Castrese Alfiero Ferrari Luca Catuogno Antonio Ferrillo Gianluca Catuogno Domenico Fierro Giuseppe Cavallo Mario Flauto Enrico Cecere Franco Fonsmorti Andrea Ceccoli Luciano Formicola Fabrizio Celeste Antonio Formicola Giovanni Chianese Giuseppe Frappa Veronique Chiariello Corrado Froncillo Elisabetta Chiosi Fabio Fronzoni Franco Chiummo Nicola Galiero Giovanni Ciccarelli Pietro Gallozzi Vincenzo Cifrati Luciano Gallucci Roberto Cifrati Luigi Giordano Ugo Civita Rocco Giuntoli Guglielmo Conte Franco Greco Claudio Ianuale Nicola Salvati Giovanni Infante Alberto Santorelli Andrea

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Iovine Antonio Picillo Paolo Lenci Antonio Piccolo Vittorio Lettieri Vincenzo Pieralli Davide Lojodice Flavio Pierantoni Alberto Longobardi Salvatore Pinelli Gennaro Maglione Giulio Pirozzi Giacomo Maglione Michele Postiglione Guido Magliulo Antonino Primo Giandomenico Maisto Carmine Prisco Patrizio Malafronte Ravo Gennaro Martucci Nunzia Rossi Francesco Mastellone Gaetano Ruggiero Franco

Matteucig Giustiniano

Mazza Gaetano Ruoto Adr iano Mazziotti Gerardo Rusciano Giuseppe Mazzone Alessandro Russo Rober ta Menighelli Lucia Santoro Andrea M icillo Vincenzo Santoro Saver io Moccia Giovanni Sasso Giuseppe Mollo Oliver Savoia Nello Mondelli Antonio Scarpitti Mauro Monfrecola Alessandro Schettino Emilio Montefusco Gaetano Senese Stanislao Montefusco Gabr iele Sicignano Antonio Montuor i M ichele Silvestr i Gennaro Mormone Mar io Siviero Paolo Movibile Bruno Soligo Giovanni Munar i Bruno Sorrentin o Mar io Napolitano Carmine Spinuso Paolo Nappi Aniello Stabile Carmen Nappo Francesco Strazzullo Pasquale Nocer ino Davide Str isciant e M ichele Olivo Francesco Tajani Giovanni Palumbo Alfredo Testa Antonio Palumbo Simona Testa Giuseppe Paolillo Salvatore Trofa Tilde Pascarella Giusy Tursi Gaetano Patalano Luigi Vacca Giuseppe Pedata Antimo Valentino Emilio Pedata M ichele Vallefuoco Biagio Per fetto Raffaele Venia Luciano Per illo Lorenzo Ventur ino Piero

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Difesa dell’Ambiente

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Napoli, 26 novembre 2007 Prot. n. 276 INTERROGAZIONE URGENTE A RISPOSTA SCRITTA AL PRESIDENTE DELLA GIUNTA, ALL’ASSESSORE ALL’AMBIENTE E ALL’ASSESSORE ALLA SANITA’ DELLA REGIONE CAMPANIA. Il sottoscritto Pietro Diodato consigliere della Regione Campania di Alleanza Nazionale Premesso che: la Regione Campania – Area Generale di Coordinamento – con Decreto n. 513 del Dirigente del Settore provinciale ecologia, tutela dell’ambiente, disinquinamento e protezione civile, adottato in data 16.12.2005, approvava ai sensi dell’art. 27 del D.lgs 22/97, il progetto per l’adeguamento funzionale e tecnologico e la delocalizzazione dell’impianto di trattamento di rifiuti liquidi, pericolosi e non, da ubicarsi nel Comune di Torre del Greco (90mila abitanti, un territorio che è opportuno precisare rientra nei Fogli n.183 e 184 “Isola d’Ischia – Napoli” della Carta Geologica d’Italia ed è situato sulle pendici sud-occidentali del complesso vulcanico “Somma-Vesuvio”) in località Santa Maria La Bruna, viale Europa n° 23 (N.C.E.U. foglio 33, particelle 81 e 396, per una superficie complessiva di mq 6875, un’area agricola e riclassificata come zona industriale, nonché di levato interesse paesaggistico) della Società Water e Industrial Service s.p.a. (Wisco spa), con sede legale alla via Borgazzi, n° 27, Monza (MI), iscritta alla CCIAA di Milano (C.I. 07954881004); l’iter procedurale che ha portato al rilascio del citato provvedimento è stato attivato ai sensi degli articoli 27 e 28 del D.lgs 22/97 che disciplinano rispettivamente “Approvazione dei progetti e autorizzazione alla realizzazione degli impiantii di smaltimento e di recupero dei rifiuti” e richiamata normativa, il citato Decreto, oltre ad approvare il progetto in questione, all’esito della Conferenza dei Servizi, tenutasi in data 04.08.2005, costituisce variante al PRG ed autorizza, con prescrizioni, la realizzazione dell’impianto in conformità al progetto presentato. In proposito risulta che il Sindaco, Signor Valerio Ciavolino, abbia partecipato alla citata Conferenza senza il supporto del Dirigente dell’Ufficio Tecnico Comunale del tempo Ing. Gaetano Oliva, come confermato dallo stesso tecnico in una recente intervista, in cui ha esplicitamente dichiarato che “ del depuratore che si sarebbe dovuto costruire con la Wisco non ne sono a conoscenza”, pubblicata sul quotidiano “Cronache di Napoli” del 07.11.2007. Inoltre, risulta dal verbale della Conferenza che il Sindaco ha rilasciato il parere favorevole dell’Amministrazione in modo del tutto estemporaneo e inopportunamente autonomo, senza assumere a riferimento alcun atto o manifestazione di giudizio proveniente dagli Organi Tecnici dell’Ente, tralasciando inspiegabilmente poi di riferire l’esito al Consiglio e alla città, come vi era tenuto per la portata del provvedimento finale, destinato ad incidere profondamente sull’assetto urbanistico e ambientale-sanitario della zona e non solo. Le opere per la realizzazione dell’impianto sono state sospese per effetto del successivo Decreto n. 228 del 18.06.2007, di sospensione dell’efficacia del richiamato provvedimento n° 513/2005, fino alla conclusione delle attività di caratterizzazione ed eventuale bonifica dell’area interessata, ai sensi dell’Art. 42 del D.lgs 152/2006; rientra negli obiettivi programmatici dell’Amministrazione Comunale di Torre del Greco vigilare a che sul territorio sia assicurato un elevato livello di protezione dell’ambiente;

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in questa prospettiva il citato Ente ha affidato al Dipartimento di Scienze Mediche Preventive, Sezione Igiene, dell’Università degli Studi di Napoli, “Federico II”, uno studio per valutare gli impatti ambientali determinati dalla realizzazione del suddetto impianto di depurazione; gli esiti, trasmessi nel mese di ottobre c.a. alla citata Amministrazione Comunale, una relazione di 34 cartelle articolata nei diversi aspetti scientifici, relativi all’impatto ambientale, delle analisi delle acque e nocività prodotte sia sul suolo che sull’ecosistema marino, firmati dalla Professoressa Maria Triassi, responsabile del succitato Dipartimento Universitario, sono altamente preoccupanti per la salute pubblica, nonché per l’intero territorio circostante. Il depuratore da realizzare è destinato non solo allo smaltimento dei rifiuti industriali prodotti nello stabilimento “Trenitalia”, ma anche alla lavorazione degli scarichi e scorie fortemente inquinanti provenienti da altri siti industriali di tutte le Regioni italiane, non senza tener conto poi che esso è stato localizzato nientemeno all’interno dell’area denominata “Zona Rossa”, nell’ambito del rischio Vesuvio, caratterizzata da alto coinvolgimento in caso di eventuale attività del vulcano, senza alcuna preventiva valutazione di compatibilità. Tra l’altro, la costruzione ricade all’interno di un’area residenziale densamente popolata, in contrasto con le disposizioni del Testo Unico delle leggi sanitarie (R.D. 1265/34) e dello stesso Testo Unico dell’Ambiente (D.lgs 152/2006), secondo cui la scelta della localizzazione degli impianti di depurazione delle acque deve essere effettuata lontano dalle abitazioni in maniera da proteggere i centri abitati da fonti d’inquinamento, rumori ed odori molesti (Cd.S. – Sez. V – 30.04.2003, n° 2244). Al contrario, nel corso del procedimento per il rilascio dell’autorizzazione regionale (Decreto Dirigenziale n. 513/2005, sorprendentemente prodotto in pochissimi giorni!) alla costruzione dell’impianto inspiegabilmente non è stata effettuata un’adeguata, nonché necessaria indagine propedeutica sui rischi per la salute della popolazione residente e degli stessi lavoratori di “Trenitalia”, quest’ultimi già colpiti da altri gravissimi danni per la salute, scaturiti da presenza di amianto nell’area interessata. Un’indagine preliminare obbligatoria che andava eseguita, soprattutto se si considera che il depuratore è esplicitamente destinato alla lavorazione di sostanze molto nocive e pericolosissime, come confermato nella stessa relazione tecnico-descrittiva agli atti della citata Conferenza dei Servizi. Inoltre, negli atti procedimentali è stato posto in evidenza l’erroneo presupposto circa la “delocalizzazione” del preesistente impianto, laddove invece trattasi palesemente di un’invasiva attività di nuova costruzione dell’impianto, con finalità prevalentemente industriali del tutto differenti da quelle assolte dal depuratore preesistente, che rispetto al progetto iniziale, alcuni parametri significativi dell’opera sono modificati (quantità e tipo dei rifiuti ed altro ancora) e che pertanto, questo dovrebbe dover comportare l’adeguamento tecnico funzionale della struttura, rispetto a quella che ha costituito oggetto della procedura amministrativa. Risulta che il Consiglio Comunale di Torre del Greco all’unanimità, nella seduta del 23.07.2007, con atto n° 16, rivolto alla Regione Campania e nello specifico al Dirigente Coordinatore e al Dirigente del Settore dell’AGC 5 Ecologia – Tutela dell’Ambiente – Disinquinamento – Protezione Civile di Napoli (Regione Campania) e per conoscenza all’onorevole Signor Ministro dell’Ambiente e Tutela del Territorio; al Prefetto di Napoli; al Presidente della Giunta Regionale della Campania; al Presidente della Provincia DI Napoli; all’Assessore all’Ambiente della Giunta Regionale della Campania; all’ASL NA 5, la precisa richiesta di rideterminazione in autotutela sui provvedimenti autorizzativi rilasciati alla Wisco spa, di cui al Decreto n°513/2005, anche alla stregua delle ulteriori osservazioni, in particolare la sopravvenuta normativa di cui all’art. 208 del T.U. dell’Ambiente rispetto al procedimento in argomento, da ritenersi non ancora concluso per la pendenza della procedura di caratterizzazione ex art. 242, che peraltro effettua una fusione tra autorizzazione alla realizzazione e autorizzazione alla gestione dell’impianto di depurazione (commi 1 e 6); la Società Wisco spa non sarebbe stata titolare dell’area per poter proporre istanza alla Regione Campania;

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la necessità, stanti le suindicate variazioni dei parametri significativi dell’opera in programma, di rivedere per intero tutte le fasi del procedimento, anche sotto il profilo dell’impatto ambientale e soprattutto della salute pubblica ed ancora il preminente interesse pubblico alla salubrità dei siti abitati, preservandoli da fonti d’inquinamento ad altissimo impatto ecologico-ambientale. Una istanza, quella del Consiglio Comunale di Torre del Greco, in cui si sollecita fortemente la Regione Campania ad adottare in autotutela, i provvedimenti di ritiro degli atti di competenza riguardo al procedimento per la costruzione di un impianto di depurazione in località Santa Maria la Bruna attivato ad istanza della Società Water e Industrial Service spa (WISCO spa). Infine, si rappresenta che l’intera cittadinanza, unitamente ai lavoratori, alle associazioni, ai comitati di quartiere, agli studenti, agli organi di stampa e parti sociali in più occasioni si sono mobilitati attraverso durissime proteste e manifestazioni, che hanno procurato notevolissime problematiche di ordine pubblico (interruzione della viabilità, occupazione della linea ferroviaria, ecc.). Risulta, tra l’altro, che alcuni cittadini e lo stesso attuale Sindaco di Torre del Greco Ciro Borriello, hanno rappresentato la questione anche al Signor Presidente della Repubblica. Interroga pertanto il Presidente della Giunta della Regione Campania, l’Assessore all’Ambiente, l’Assessore alla Sanità, per le loro specifiche competenze, per conoscere:

1. se il Ministro dell’Ambiente abbia espresso pareri favorevoli o se abbia già concesso le richieste autorizzazioni;

2. quali attività intendano intraprendere affinché sia scongiurata la realizzazione del suddetto depuratore destinato al trattamento dei reflui pericolosi, contenenti elementi e solventi organici tossici e nocivi.

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Napoli, 13 marzo 2008 Prot. n. 42 INTERROGAZIONE URGENTE A RISPOSTA SCRITTA AL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE, ALL’ ASSESSORE ALL’ AMBIENTE, ALL’ASSESSORE ALLA SANITÀ ED AL PRESIDENTE DELLA VII COMMISSIONE CONSILIARE. Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere della Regione Campania di Alleanza Nazionale

Premesso che: il 18 ed il 22 di ottobre 2007, con ben due atti ispettivi chiedevo invano al Presidente della Giunta regionale e all’Assessore all’Ambiente di conoscere il reale stato della potabilità dell’acqua in provincia di Napoli, l’ubicazione la potabilità dei pozzi costituenti la riserva idrica di soccorso, la presenza di fluoro e nitrati eccedenti i livelli di tollerabilità stabiliti dalle vigenti normative di legge; il fatto che le Autorità interpellate abbiano omesso di darmi compiute risposte alle problematiche sollevate, continua ad alimentare - in me e nella pubblica opinione - legittime preoccupazioni in ordine alla stato della potabilità dell’acqua a Napoli e nella sua provincia. Sperando questa volta di ricevere la dovuta attenzione e, soprattutto, rapide ed esaustive risposte, interroga il Presidente della Giunta regionale, l’Assessore all’Ambiente, l’Assessore alla Sanità ed il Presidente della VII Commissione Consiliare per conoscere:

a. Quale sia lo stato della rete di adduzione e distribuzione idrica napoletana, nonchè degli impianti di sollevamento, con particolare riferimento alla presenza di rischio tossicologico e le azioni preventive poste in essere;

b. Le iniziative in essere per gli adempimenti previsti dal D. Lgs. 31/2001 e s.m.i., con

particolare riferimento al piano di campionamento annuale/triennale indicante punti di campionamento, tipologia di analisi eseguite e relativa frequenza, ed all’andamento statistico degli ultimi tre anni dei parametri analizzati (chimici, tossicologici e microbiologici);

c. gli eventuali punti critici emersi negli ultimi tre anni nella gestione dell’acquedotto,

le azioni preventive e/o correttive adottate a seguito delle eventuali criticità emerse, nonché l’esistenza e lo stato di funzionalità degli impianti di monitoraggio, telecontrollo, telecomando.

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Napoli, 4 dicembre 2007 Prot.n. 288 INTERROGAZIONE URGENTE A RISPOSTA SCRITTA AL PRESIDENTE DELLA GIUNTA E ALL’ASSESSORE AL GOVERNO DEL TERRITORIO DELLA REGIONE CAMPANIA. Il sottoscritto, Pietro Diodato, consigliere della Regione Campania di Alleanza Nazionale Premesso che Le preoccupazioni prodotte dalla decisione di procedere nell’escavazione del porto-canale previsto dai contestatissimi PUE del 2003 e PUA del 2005 nell’area dell’ex polo industriale di Bagnoli, continuano a diffondersi con immutata frequenza attraverso i mass media. Il fronte avverso alla realizzazione di tale “inutile” infrastruttura, aperto dal mondo accademico, da alcuni raggruppamenti politici e dalle associazioni ambientaliste, si arricchisce dell’ennesima denuncia del professor Mazziotti, noto per la sua eloquenza fustigatrice e per essere un’autorevole figura del mondo accademico partenopeo; in un suo recente articolo, il valente urbanista s’interroga retoricamente sul fatto che Napoli rappresenti sul piano del dovuto rispetto delle leggi, una privilegiata enclave entro cui è possibile beneficiare di incredibili deroghe che immancabilmente danno origine ad inqualificabili scempi del territorio e ad uno sperpero del pubblico danaro senza soluzione di continuità; Gerardo Mazziotti è perentorio: “ il porto-canale non si deve fare non perché s’insabbia ma perché viola le leggi, vincoli e varianti”. E per rafforzare l’affermazione, il cattedratico ricorda il parere negativo espresso dalle Soprintendenze ai Beni architettonici e ai Beni archeologici perché la sua realizzazione avrebbe interrotto la continuità della linea naturale della costa, salvaguardata dalla legge n.582 del novembre 1996 e avrebbe violato il vincolo paesistico emanato nell’agosto 1999 dal Ministero dei Beni culturali sulla inedificabilità del litorale di Coroglio; la Conferenza dei servizi (Comune di Napoli, Autorità Portuale, Direzione generale ai Beni ambientali, Bagnolifutura) convocata in ottobre per esprimere un parere sui tre progetti esecutivi ha invece ritenuto opportuno richiedere un’ulteriore integrazione progettuale per meglio valutare le reali probabilità d’insabbiamento del porto-canale. Ricordato che Negli Annali del Consiglio comunale di Napoli sono impresse indelebilmente le motivazioni che nel 1997 sostennero le ragioni della mia opposizione alla costruzione di un nuovo porto turistico sul litorale di Coroglio, ritenuto dall’Amministrazione comunale fondamentale per la valorizzazione dei suoli bonificati e del tratto costiero flegreo. Val la pena ricordare che la stessa Amministrazione, in tale prospettiva, sostenne la necessità di liberare (piano urbanistico di Vezio

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de Lucia redatto ed approvato nel 1997) l’arenile da ogni presenza, compresi gli edifici e le strutture della Città della Scienza. Decisione questa che non ha avuto, almeno sino ad oggi, alcun seguito; tra i principi fondanti dell’ipotesi di Pianificazione Territoriale in Campania tracciata a novembre 2006 dall’Assessorato al Governo del Territorio della Regione Campania, figura, tra gli altri, la difesa e la valorizzazione della fascia costiera ritenuta a ragione una risorsa chiave per i processi di sviluppo locale e per il mantenimento degli equilibri ecologici, ambientali e socio economici; la volontà di ristabilire la continuità della linea naturale della costa flegrea è testimoniata dall’impegno dell’Autorità Portuale e dell’Amministrazione municipale di rimuovere la colmata inquinata ed inquinante, tra i due pontili di Bagnoli; Interroga il Presidente della Giunta regionale e l’Assessore al Governo del Territorio per conoscere se risulti fondata l’opposizione costruttiva e ragionata del professor Gerardo Mazziotti che considera in contrasto con le vigenti leggi, vincoli e varianti, la sola ipotesi di realizzare un porto turistico sul litorale di Coroglio. Nel qual caso, quali iniziative vogliano intraprendere nei confronti del Comune di Napoli, Bagnolifutura e Autorità Portuale per ristabilire un corretto recupero della “risorsa costa” – risorsa ormai scarsa e non rinnovabile – preservando quel tratto di costa flegrea, sopravvissuta allo scempio perpetrato dalla grande industria e ricadente nel territorio napoletano, da inutili ed onerose infrastrutture.

RRII SSPPOOSSTTAA REGIONE CAMPANIA Area Generale di Coordinamento Governo del Territorio All’ Assessore al Governo del Territorio Prof.ssa Gabriella Cundari e.p.c. al Coordinatore dell’A.G.C. 16 Dott.ssa Maria Adinolfi SEDE Oggetto: Interrogazione a risposta scritta a firma del Consigliere Regionale Pietro Diodato concernente “Porto Turistico sul litorale dì Coroglio - R.G. n. 844”.

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Si fa riferimento all’interrogazione di cui in oggetto, trasmessa a codesto Assessorato con nota n. prot. 1099080 del 28/12/2007 del Capo di Gabinetto del Presidente della Giunta, presa in carico da questo Settore il 16 gennaio 2008, con la quale si interroga il Presidente della Giunta Regionale e l’Assessore ai Governo del Territorio per conoscere “...se risulti fondata l’opposizione costruttiva e ragionata del professor Gerardo Mazziotti che considera in contrasto con le vigenti leggi, vincoli e varianti, la sola ipotesi di realizzare un porto turistico sul litorale di Coroglio. Nel qual caso, quali iniziative vogliano intraprendere nei confronti dei Comune di Napoli, BagnolifuIura e Autorità Portuale per ristabilire un corretto recupero della “risorsa costa”-

risorsa ormai scarsa e non rinnovabile - preservando quel tratto di costa flegrea, sopravvissuta allo scempio perpetrato dalla grande industria e ricadente nel territorio napoletano, da inutili ed onerose ìnfrastrutlure...”.

Nella predetta interrogazione il Consigliere Diodato ha ricordato che: “...tra i principi fondanti dell‘ipotesi di pianificazione Territoriale in Campania tracciata a novembre 2006 dall’Assessoraio al Governo dei territorio della regione Campania, figura, tra gli altri, la difesa e la valorizzazione della fascia costiera ritenuta a ragione una risorsa chiave per i processi di sviluppo locale e per il mantenimento degli equilibri ecologici. ambientali e socio economici...”.

A tale riguardo è opportuno precisare quanto segue. Il Piano Territoriale Regionale (PTR). adottato con delibera dì Giunta Regionale n. 1956 del

30 novembre 2006 in uno alle Linee Guida per il Paesaggio in Campania, è uno strumento strategico e di indirizzi con il compito specifico di perseguire gli obiettivi indicati dalla legge regionale 16/2004 sul Governo del Territorio e tra essi lo sviluppo sostenibile. Pertanto dovrà verificarsi la coerenza ai contenuti del PTR di tutti i piani previsti dalla richiamata legge sul Governo del Territorio, ma il PTR non è assolutamente l’elemento di confronto per ogni singolo intervento ai quali si fa riferimento nei rispettivi piani di settore e/o territoriali di coordinamento e/o piani urbanistici.

Nello specifico. il porto turistico sul litorale di Coroglio, sebbene non citato nel quadro delle interconnessioni, dovrà essere inserito in un piano di settore specifico -- il piano della portualità turistica - e solo questo dovrà confrontarsi con il PTR per verificarne la sostenibilità ambientale e la coerenza col sistema portuale previsto.

Per il perseguimento degli anzidetti obiettivi, il predetto piano di settore dovrà essere rispettoso degli indirizzi previsti nelle Linee guida per il paesaggio e, come stabilisce il primo quadro territoriale di riferimento (QTR) del PTR, dei delicati equilibri ecologici ambientali della fascia costiera. al fine della sua tutela e valorizzazione, anche per evitare ogni forma di frammentazione della rete ecologica; dovrà essere coerente con la visione preferita indicata dal secondo QTR. relativamente ad ogni singolo ambiente insediativo: dovrà contenere scelte effettuate d’intesa con le istituzioni di riferimento e coinvolgendo le popolazioni locali, secondo i principi della copianificazione previsti dal quinto QTR; dovrà assicurare un effettivo impatto positivo sul Sistema Territoriale di Sviluppo. coerentemente alle previsioni indicate in sede di conferenza per lo sviluppo sostenibile.

Per quanto attiene la portualità turistica, il PTR prevede che la Regione Campania

orienti i propri interventi nel settore verso la realizzazione di un “sistema della portualità”, differenziandone le caratteristiche funzionali e offrendo prestazioni complementari, affinché l’utente possa trovare risposta alle molteplici esigenze, da quelle strettamente legate alla sicurezza ed alla piacevolezza della navigazione, alla disponibilità di servizi a terra ed all’integrazione dei porti con le aree interne contigue, specialmente per quanto attiene la fruibilità dell’offerta turistico-culturale e l’offerta di sistemi di trasporto e servizi per la mobilità: sebbene gli ambiti di sistema siano identificati a partire dalla linea di costa, la loro “estensione” coinvolge l’intero territorio retrostante in quanto gli effetti degli interventi clic si andranno a realizzare si rifletteranno su un territorio più ampio. Verificata l’ampiezza di questo territorio “di interazione” - che varia in

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funzione del grado di accessibilità reciproca - nello specifico le azioni previste dovranno tendere a:

- assicurare la complementarietà tra le funzioni e la relativa offerta dì servizi; - adeguare la rete dei porti in termini di ottimizzazione delle distanze, sia massime che

minime, tra i diversi scali relativamente alle funzioni svolte; - prevedere un adeguamento dell’offerta di posti barca alla domanda esistente e

potenziale, con specifico riferimento alle diverse tipologie di utenza (stanziale, stagionale. di transito) ed entro i vincoli posti dalla capacità di carico della fascia costiera;

- definire strategie di potenziamento dell’offerta che facciano ricorso a interventi “non invasivi” quali: revisioni dei piani di ormeggio all’interno dei bacini portuali, recupero di impianti esistenti ma sotto utilizzati per problemi di natura tecnica (fondali e protezioni) o amministrativa (sequestri, mancati collaudi, ecc.), realizzazione di impianti stagionali con strutture galleggianti mobili, realizzazione di impianti “a secco” che utilizzano particolari tecnologie di varo/alaggio; la realizzazione di nuovi impianti fissi è sottoposta ad accurate e dettagliate analisi di fattibilità e valutazioni di impatto ambientale. Inoltre, nel piano settoriale, bisogna verificare che si perseguano i sotto specificati obiettivi:

- tutela e riqualificazione della fascia costiera attraverso un progetto di alta qualità, teso a garantire la compatibilità e la sensibilità ambientale;

- eventuale recupero e riqualificazione di aree ed infrastrutture portuali dismesse o in via di dismissione;

- creazione di un’alternativa modale valida ed efficiente per la mobilità lungo la fascia costiera;

- generazione dello sviluppo di un turismo durevole; - miglioramento delle condizioni strutturali che influiscono sulla competitività dei settori

produttivi legati alla portualità; - promozione di un’occupazione qualificata attraverso la formazione professionale e la

creazione di posti di lavoro nei segmenti di punta dell’economia portuale e del suo indotto.

Allo stato attuale non sì evince dagli atti del Servizio Piano Territoriale Regionale,

incardinato in questo Settore, che sia mai stato trasmesso tale piano di settore per La verifica di coerenza/compatibilità, anche in relazione al rispetto dell’articolo 10 della legge regionale 16/2004 sulla normativa di salvaguardia che tra l’adozione degli strumenti di pianificazione territoriale e la data della rispettiva entrata in vigore sono sospese l’abilitazione alla realizzazione di interventi edilizi in contrasto con la disciplina contenuta nel piano stesso e l’approvazione di strumenti di pianificazione sottordinati che ne risultano non compatibili.

Si resta a disposizione per qualsiasi ulteriore chiarimento

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Napoli, 26 Febbraio 2008 Prot n. 24

INTERROGAZIONE URGENTE A RISPOSTA SCRITTA AL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE DELLA CAMPANIA. Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere della Regione Campania di Alleanza Nazionale,

Premesso che: il 10 gennaio c.a., nei locali del Reale Yacht Club Canottieri Savoia a S.Lucia, è stato sottoscritto un “Protocollo d’intesa” per favorire la realizzazione di un Club nautico “dotato di tutte le più adeguate attrezzature sportive e capace altresì di ospitare una Scuola Internazionale di Vela” su suoli dell’ex SOFER di proprietà della Waterfront Flegreo S.p.A. l’iniziativa, di per sé rispettosa delle vocazioni naturali del territorio e sicuramente funzionale al rilancio delle attività turistico-sportive nel comprensorio flegreo, riporta però all’attenzione la singolare vicenda della Waterfront Flegreo S.p.A., che per il solo fatto di essere promissoria acquirente dell’ex complesso industriale della SOFER, un’area di oltre 170mila mq. affacciantesi sul Golfo di Pozzuoli su cui sono puntate le mire speculative della società stessa, è stata investita, non da una democratica amministrazione comunale in carica bensì da un Commissario straordinario, della responsabilità di procedere alla riqualificazione urbanistica di un’ampia parte della città di Pozzuoli compresa tra il molo Caligoniano e Punta Epitaffio; con nota n° 36 del 01-12-2006, la Waterfront Flegreo S.p.A. (società partecipata dalla Pirelli & C. Real Estate S.p.A., dalla Milano Investimenti S,p.A. e dalla Finmeccanica Group Real Estate S.p.A.) informava per grandi linee il Comune commissariato di Pozzuoli del programma di riqualificazione e di sviluppo previsto per l’ex area industriale della Sofer; la Waterfront accoglieva successivamente l’invito del Commissario prefettizio ad inserire la riqualificazione dell’area ex Sofer in un più vasto progetto per la definizione di un “Master Plan” per la riqualificazione ed il riassetto dell’intera fascia costiera “secondo le indicazioni che l’Amministrazione vorrà fornire, che sia pienamente compatibile con le esigenze della intera collettività locale”; la presentazione del “Master Plan”, che – come si rileva dagli atti ufficiali - doveva essere fatta entro il 15 gennaio 2008, avrebbe dovuto dare inizio ad una lunga serie di adempimenti tra cui: le osservazioni della Pubblica Amministrazione e delle forze sociali, revisione e emissione finale del Master Plan per l’approvazione della P.A., presentazione del Planovolumetrico dell’area dell’ex Sofer, le osservazioni della P.A. l’eventuale revisione del progetto, la redazione del P.U.A e sua approvazione, la presentazione del Progetto Definitivo, il rilascio del permesso a costruire;

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preso atto di quanto convenuto con il Protocollo d’intesa del 22-11-2007 sottoscritto dall’Amministrazione prefettizia del Comune di Pozzuoli e dalla Società Waterfront Flegreo S.p.A. ricordato che sullo stesso argomento, il 4 aprile 2007 ed il 3 ottobre 2007, l’interrogante ha prodotto due articolati atti ispettivi concernenti aspetti a dir poco discutibili del processo di recupero urbanistico in atto del Rione Terra e del porto puteolano senza peraltro ricevere alcuna risposta; interroga, pertanto, il Presidente della Giunta Regionale; gli Assessori: ai Trasporti e Viabilità, Porti e Aeroporti, Demanio Marittimo; all’Urbanistica e politiche del Territorio, ai Lavori Pubblici, Opere pubbliche, Parcheggi, alla Protezione Civile per conoscere:

a. Se, come previsto dal Protocollo d’intesa del 22-11-207, la Società Waterfront Flegreo S.p.A. abbia provveduto a presentare il Master Plan per la ristrutturazione dello skyline puteolano;

b. In che modo la Waterfront abbia svolto la fondamentale attività di informazione

delle proposte progettuali al fine di ottenere l’adesione partecipata della popolazione, delle forze politiche, culturali e sociali e delle associazioni di categoria;

c. Se si sia tenuto il Forum “Sistema turismo Italia 2008” che avrebbe dovuto essere

indetto dalla Ambrosetti per diffondere “l’idea progetto” e presentare il gruppo di progettazione di livello internazionale;

d. la contropartita concessa alla Waterfront per consentirle il recupero dei costi

sostenuti per: le attività di progettazione propedeutiche al Master Plan, il coordinamento ed il supporto al gruppo di lavoro interdisciplinare, il Forum della Ambrosetti;

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Napoli, 19 Febbraio 2008 Prot. n. 21

INTERROGAZIONE URGENTE A RISPOSTA SCRITTA Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere regionale della Campania di Alleanza Nazionale Premesso che: in data 7 gennaio c.a. il Prefetto di Napoli, facendosi carico delle preoccupazioni manifestate con un esposto denuncia dagli abitanti degli edifici legge 219 ubicati in via Cannavino a Pianura, presentava al Sindaco di Napoli, agli Assessori competenti, al Presidente della IX Municipalità, al Direttore Generale della ASL 1, al Responsabile dell’ARPAC, al Responsabile dell’Ufficio Tecnico della IX Municipalità, una formale richiesta di accertamento dell’eventuale presenza di amianto nei locali frequentati dai denuncianti; in seguito a tale sollecitazione, anche il Presidente della IX Municipalità indirizzava agli Enti ed Istituzioni già interessate dal Prefetto, analoga richiesta di verifica e di interventi a tutela della salute pubblica; il Servizio Tutela della Salute del Dipartimento Ambiente del Comune di Napoli, infine, con nota n° 2466 del 13 febbraio 2008, chiedeva al Direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’A.S. Napoli 1, un’immediata verifica “in ordine alla lamentata presenza di amianto negli immobili in parola, per la successiva adozione di ogni provvedimento atto alla tutela della salute pubblica” gli abitanti degli edifici legge 219 di via Cannavino continuano ad avvertire insopportabili problemi alla vie respiratorie (secchezza delle fauci, tracheiti, bruciori del cavo faringeo, bronchiti) senza che nessuna delle autorità, destinatarie della richiesta prefettizia, abbia fino a questo momento fornito uno straccio di risposta. Interroga pertanto l’Assessore all’Ambiente per sapere se :

1. il responsabile del Dipartimento Provinciale dell’ARPAC abbia fatto tutto ciò che la Sua competenza gl’imponeva nell’opera di tutela della salute pubblica;

2. le ricerche condotte per determinare la presenza dell’amianto nella case legge 219

abbiano avuto esito positivo;

3. quali iniziative intenderà intraprendere a tutela della pubblica e privata incolumità.

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Napoli, 15 ottobre 2008 Prot. n. 227 INTERROGAZIONE URGENTE A RISPOSTA SCRITTA AL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE E ALL’ASSESSORE ALL’AMBIENTE.

Il sottoscritto Pietro Diodato, Consigliere della Regione Campania, premesso che:

in data 17 settembre 2008, indirizzavo al Presidente della Giunta Regionale e all’Assessore all’Ambiente, una interrogazione a risposta immediata “Question time” ai sensi dell’art. 79 bis del Regolamento interno avente per oggetto la “Rimozione colmata dell’ex Italsider”;

contrariamente alla procedura ordinaria, ai quesiti da me posti con il predetto documento si dava risposta “girandomi” una nota, arrogante nei toni e lacunosa nei contenuti, del vice Commissario di Governo, dr. Augusto Formato;

Con la mia interrogazione tra l’altro avevo specificamente chiesto: a) “se siano stati individuati gli agenti inquinanti che impregnano gli strati più profondi

della colmata ed il fondale marino antistante l’arenile di Coroglio”; b) “lo stato dell’arte della rimozione e la conferma delle destinazioni dei materiali di

risulta”;

c) “quali iniziative intenda predisporre per verificare le ragioni della incredibile crescita del costo previsto per la rimozione della colmata e per contenerne i costi”.

Per tutta risposta il vice Commissario di Governo per quanto riguarda il quesito al punto a) mi

rimandava con tono supponente, all’accordo di programma quadro sottoscritto il 21 dicembre 20007 dalla Regione Campania, Ministero dell’Ambiente, etc. non considerando che tale documento riferisce della presenza di IPA e di metalli pesanti nettamente superiori ai limiti tabellari del DM 471/99 limitandosi agli strati superficiali dell’arenile ma non fa menzione alcuna di quel che a me interessava conoscere e cioè se fossero stati individuati e classificati gli agenti inquinanti che impregnano gli strati più profondi della colmata;

per quel che invece concerne il quesito sulla effettiva destinazione finale della colmata, il dr. Formato glissava completamente mentre si guardava bene dall’agevolare la comprensione della incredibile crescita del costo della rimozione, passato da un costo iniziale di 40milioni di Euro ai 970 attuali. Una cifra esorbitante che meriterebbe un approfondimento analitico e non la generica e pilatesca affermazione “essi sono stati calcolati dalle strutture del Ministero dell’Ambiente e tengono in particolare conto dei costi riferiti al trasporto del materiale rimosso e delle opere da realizzare a Piombino stesso”;

le questioni sollevate dall’interrogante, indubbiamente rilevanti sia sotto il profilo della spesa del

pubblico denaro, sia per le implicazioni a carattere ambientale, avrebbero meritato le autorevoli repliche del Presidente Bassolino e dell’Assessore Ganapini; interroga, pertanto il Presidente della Giunta regionale e l’Assessore all’Ambiente affinché, senza rimandi speciosi, per conoscere:

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1. la tipologia degli inquinanti presenti al di sotto della colmata dell’ex acciaieria tra i 2 e i 10 m. di profondità;

2. le ragioni dell’aumento del costo della rimozione dei materiali della colmata passato dai 40milioni di Euro iniziali agli oltre 970 attuali;

A proposito, infine, dell’accordo di programma quadro sottoscritto il 21 dicembre 20007 dalla

Regione Campania, Ministero dell’Ambiente, etc. e citato a sproposito dal vice Commissario Formato, dato che a pag. 15 del pre-citato accordo sono ricordate le condizioni che hanno determinato la decisione di rimuovere la colmata e precisamente:

“ Considerato che l’articolo 1 – comma 14 della legge 18 novembre 1996, n. 582 prevede l’obbligo di procedere all’integrazione del Piano di recupero ambientale per la bonifica dell’arenile di Bagnoli-Coroglio e dell’area marina, comprensivo del ripristino della morfologia naturale della costa in conformità allo strumento urbanistico del Comune di Napoli; Considerato che il piano urbanistico del Comune di Napoli prevede il ripristino della morfologia naturale della costa; considerato che il ripristino della morfologia naturale della costa comporta necessariamente la rimozione della colmata […]”,

l’interrogante desidera, quindi, sapere quali iniziative s’intendano assumere, nel pieno rispetto di quanto sopra ricordato, per evitare che una possibile escavazione dell’ipotizzato porto canale possa alterare non solo la morfologia naturale della costa ma compromettere irreversibilmente anche l’assetto dell’immediato retroterra e del suo microclima.

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Napoli, 12 maggio 2008 Prot. n. 77

INTERROGAZIONE URGENTE A RISPOSTA SCRITTA ALL’ASSESSORE ALL’AMBIENTE, ALL’ASSESSORE ALLA SANITA’, ALL’ASSES SORE AL TURISMO ED ALL’ASSESSORE ALLE ATTIVITA’ PRODUTTIVE. Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere di Alleanza Nazionale della Regione Campania

Premesso che: in data 14 giugno 2007 a seguito della rottura di uno dei 4 cavi elettrici sottomarini ad alta tensione dell’Enel, distesi tra Cuma, e Lacco Ameno, è fuoriuscita una considerevole quantità di olio fluido in mare che ha provocato un gravissimo inquinamento da Policlorobifenili, Idrocarburi Policiclici Aromatici e Alchil benzene–lineare, dell’Area Marina Protetta “Regno di Nettuno” e di un’ ampia prateria di Posidonia Oceanica;

da esami compiuti a luglio 2007 dall’A.R.P.A.C. sulle acque balneabili di Lacco Ameno e finalizzati alla ricerca di PCB, si evidenziava la presenza di policlorobifenili in quantità 1860 volte superiore al valore massimo previsto. E’ doveroso precisare che i PCB sono considerati, per la loro tossicità, nei confronti dell’uomo e dell’ambiente, tra gli inquinanti più pericolosi in quanto scarsamente degradabili, acuiscono l’effetto di bioaccumulazione negli organismi viventi. Il contatto con i PCB, com’è noto, produce nell’uomo gravissimi danni alle vie respiratorie ed al sistema cardiovascolare. L’Agenzia Internazionale per le Ricerche sul Cancro (IARC) di Lione ha classificato i PCB come probabili agenti cancerogeni per l’uomo;

il cavo elettrico danneggiato fa parte, come denunciato dal dottor Fernando Sferratore, presidente del Comitato Vivere a Lacco Ameno, di “una linea elettrica mai autorizzata alla posa e all’esercizio ma mantenuta, per un “presunto” fabbisogno energetico dell’isola d’Ischia, con il tacito consenso di diverse istituzioni (tra cui la Capitaneria di Porto di Napoli a cui è delegata per legge la protezione dell’ambiente marino)”;

Interroga gli Assessori all’Ambiente, alla Sanità, al Turismo ed alle Attività Produttive per conoscere se risponda al vero che:

- l’Enel abbia pompato, per salvare il cavo ad alta tensione da un’eventuale contatto con l’acqua, 5,3 tonnellate di olio proveniente da una partita fusti di marca H&R CHEMPHARM (UK) Limited - sigla T3788 che presenta tra i suoi componenti “ALCHIL-BENZENE-LINEARE idrocarburi aromatici tossici e cancerogeni, inquinanti per l’ambiente marino e tassativamente regolamentati sia dal D.M. 367/03 Tab 1-4 che dal Decreto Legislativo 152/06 Tab. 1/B parte terza punto 4 con obbligo di segnalazione al Ministero Ambiente” ;

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- “ la Capitaneria di Porto, Circomare Ischia, anziché bloccare immediatamente la fuoriuscita di olio e il relativo inquinamento ambientale, ha consentito all’Enel di pompare giornalmente, e per oltre 6 mesi, olio in mare lasciando che sia sulle spiagge che in mare ignari bambini e adulti si immergessero ignari dell’ inquinamento industriale da PCB e di Alchil Benzeni Lineari”;

- Il posizionamento dei cavi sottomarini che determinano il ripetuto inquinamento dell’Area

Marina Protetta Regno di Nettuno e dell’ecosistema più importante del Mediterraneo sia avvenuto senza le necessarie autorizzazioni;

- in seguito al disastro ambientale interessante l’Area Marina Protetta “Regno di Nettuno” ed

un ampio tratto delle coste ischitane, non sia stata avviata alcuna concreta iniziativa per la bonifica e la messa in sicurezza dell’area marina compromessa;

- negli specchi d’acqua inquinati da PCB e da idrocarburi aromatici tossici e cancerogeni

siano tuttora consentite la balneazione e le normali attività di pesca;

- quali iniziative gli Assessori interrogati vogliano intraprendere affinché sia rispettato il dettato dell’art. 240 del Dlgs. 152/06 per la messa in sicurezza di emergenza dell’ambiente marino; siano interdette sino al compimento della immancabile bonifica dei tratti marini inquinati le attività di pesca e di balneazione; siano rimosse le installazioni di provata pericolosità dall’Area Marina Protetta.

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Prot. n. 99 Napoli, 30 maggio 2008

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA AL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE, ALL’ASSESSORE AL BILANCIO E ALL’ASSESSORE ALL’AMBIENTE. Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere della Regione Campania di Alleanza Nazionale

Premesso che: con la legge regionale n. 23 del 19.11.1973, la Regione Campania era autorizzata a finanziare la spesa dei Comuni o Consorzi tra Comuni per la costruzione, ampliamento e completamento di impianti per lo smaltimento dei rifiuti solidi u rbani ; per l’art. 2 della suddetta legge, il Consiglio Regionale della Campania avrebbe dovuto approvare entro il termine di tre mesi, un piano regionale quinquennale di localizzazione degli impianti per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani; l’onere finanziario derivante dall’attuazione della pre-citata legge, stimato in 30miliardi di vecchie lire, sarebbe stato assicurato per gli anni finanziari 1974-78 ai sensi della legge 16 maggio 1970 n. 281. Interroga, pertanto, il Presidente della Giunta Regionale, l’Assessore al Bilancio, l’Assessore all’Ambiente per conoscere:

- se sia stato formulato ed approvato il piano quinquennale di localizzazione dei rifiuti solidi urbani così come stabilito dalla legge del 19.11.1973, n.23;

- quali Comuni o Consorzi di Comuni abbiano presentato i progetti esecutivi per la costruzione, l’ampliamento ed il completamento d’impianti per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani;

- se la Regione Campania si sia sostituita agli enti locali in tutti i casi di mancato completamento degli impianti previsti e nel caso della mancata progettazione;

- quali Comuni o Consorzi di Comuni abbiano fruito ed in che misura dei finanziamenti previsti dall’articolo 11 della legge 19.11.1973, n° 23

- se vi siano realizzate economie di bilancio per il mancato impegno dei fondi regionali ed il loro utilizzo

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Prot. n. 85 Napoli, 21 maggio 2008 INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA ALL’ASSESSORE ALLE POLITICHE AGRICOLE, ALL’ASSESSORE AL TURISMO ED ALLE ATTIVITA’ PRODUTTIVE Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere della Regione Campania di Alleanza Nazionale

Premesso che: con nota 2008 0397633 del 9 maggio 2008, indirizzata al Coordinatore dell’Area generale di coordinamento ecologia nr.05, il dirigente del “Settore Tutela dell’Ambiente, Disinquinamento e Protezione Civile” comunicava di aver dato corpo alle seguenti iniziative:

1. con nota del 30.01.08, prot.00873349, chiedeva all’ARPAC, su richiesta del Comune di Lacco Ameno, di effettuare un sopralluogo nella zona interessata e di far conoscere con estrema urgenza i relativi esiti;

2. con nota prot. 0228819 del 13.03.08, sempre all’ARPAC, Dipartimento Provinciale di Napoli, chiedeva una dettagliata relazione tecnica che dovesse contenere elementi tecno-scientifici su tutte le matrici ambientali, suolo, sedimenti ed acque al fine di consentire al Comune di Lacco Ameno di valutare gli eventuali provvedimenti consequenziali a tutela della salute pubblica e dell’ambiente.

l’ARPAC, infine, con nota 2866 del 7 marzo 2008 chiedeva alla Prefettura di Napoli un incontro per la definizione sulle procedure operative da adottare; tale incontro, ad oggi non ancora concretato e reputato evidentemente dall’ARPAC conditio sine qua non, potrebbe costituire alibisticamente una inaccettabile motivazione alle mancate risposte che, data l’epoca delle richieste del dottor Colella, da tempo la Regione Campania, la cittadinanza ed il Comune di Lacco Ameno avrebbero già dovuto conoscere. Interroga pertanto gli Assessori alle Politiche Ambientali, al Turismo ed alle Attività Produttive per conoscere:

1. se, in attesa della convocazione dell’Ufficio Territoriale del Governo di Napoli – area V – della Prefettura, l’Arpac abbia provveduto ad eseguire il sopralluogo nei siti interessati dalle perdite di olio fluido dall’elettrodotto dell’Enel così come richiesto dal Settore Disinquinamento e Protezione Civile della Regione Campania e dal Comune di Lacco Ameno;

2. se l’ARPAC abbia dato seguito alla richiesta del Settore Disinquinamento e Protezione Civile della Regione Campania ed in che fase si trovi la formulazione della relazione

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tecnico-scientifica sulle matrici ambientali – suolo, sedimenti ed acque – del litorale e dell’Area Marina Protetta “Regno di Nettuno” di Lacco Ameno.

Napoli, 23 settembre 2008 Prot. 191 INTERROGAZIONE URGENTE A RISPOSTA SCRITTA AL PRESIDENTE DELLA REGIONE CAMPANIA E ALL’ASSESSORE ALL’AMBIENTE Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere della Regione Campania, premesso che: con l’ordinanza n° 60/2008 a firma del Comandante Gabriele Bonaguidi dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Ischia comunicava che la Società Prysmian Cavi e Sistemi Energia s.r.l. di Milano avrebbe provveduto ad eseguire dei lavori di riparazione del cavo sottomarino n°2 Cuma-Ischia per conto della società Enel S.p.A. dal 20.09 al 20.10.2008 nello specchio d’acqua antistante la spiaggia denominata Suor Angela nel Comune di Casamicciola Terme in piena area protetta; i lavori preannunciati consisterebbero nella posa di diverse “conchiglie” in lega metallica (ghisa) nell’Area Marina Protetta “Regno di Nettuno” istituita con Decreto Legge pubblicato sulla G.U. del 10.04.2008. Ecosistema indicato come “habitat prioritario” nell’allegato I della Direttiva Habitat (Dir. N° 92/43/CEE); tale episodio è soltanto l’ultimo di una serie di palesi violazioni alla legge 6 dicembre 1991, n.394. L’articolo 19, comma 3, di predetta legge vieta tassativamente qualsiasi attività che possa causare modifiche o irreversibili distruzioni dell’area marina protetta e delle finalità istitutive dell’area; nel tratto di mare tra l’Area Marina Protetta “Regno di Nettuno” e Lacco Ameno più volte si sono riversati quantità incredibili di idrocarburi, di fluidi isolanti contenenti PCB (verbale del Comune di Lacco Ameno prot.9186 del 10 luglio 2008) e di Alchilbenzeni lineari, senza che si sia riusciti fino ad oggi ad accertare, per un incredibile gioco a rendere inaffidabili gli esiti degli esami chimici dell’acqua, le eventuali responsabilità dell’Enel;

nell’intento di dare alla vicenda una conclusione che renda finalmente giustizia ai cittadini di Lacco Ameno e ristabilisca i parametri ambientali alterati dal ripetuto inquinamento delle acque, interroga il Presidente della Giunta della Regione Campania e l’Assessore all’Ambiente per conoscere se risponda al vero che:

1. i 4 cavi elettrici ad olio fluido in esercizio tra Cuma e Lacco Ameno siano privi della

prevista autorizzazione regionale per l’esercizio di una linea elettrica a 150mila Volt; 2. l’ingegnere Angelo Caggiano dell’Amministrazione Provinciale di Napoli, Settore

Ambiente, Direzione Tutela e Monitoraggio delle Acque- Difesa suolo e demanio idrico abbia (verbale n. 9186 del 10.07.2008 del Comune di Lacco Ameno) sostenuto

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che i quattro cavi in questione risultano essere privi della concessione demaniale per il loro posizionamento nel tratto di mare tra Cuma e Lacco Ameno;

3. siano state adottate metodiche e prelievi che a tutt’oggi non hanno reso possibile

l’accertamento delle responsabilità del pericolosissimo inquinamento del tratto di mare tra l’Area Protetta ed il Comune di Lacco Ameno;

4. quali iniziative intendano adottare affinché siano:

a) attivati adeguati interventi di bonifica dello specchio d’acqua ischitano

interessato dall’inquinamento da PCB e Alchilbenzeni lineari; b) rispettate le normative inerenti alle concessioni demaniali e dei titoli

abilitativi all’esercizio in area marina protetta; c) rimosse le opere di provata pericolosità e d’inquinamento marino in area

marina protetta.

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Prot. n. 168 Napoli, 28 agosto 2008

INTERROGAZIONE URGENTE A RISPOSTA SCRITTA AL PRESIDENTE DELLA GIUNTA DELLA REGIONE CAMPANIA E ALL’ASSESSORE AL TURISMO E BENI CULTURALI Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere della Regione Campania di Alleanza Nazionale, premesso che: il patrimonio archeologico di Baia si compone del Parco archeologico, dei templi di Diana e di Venere, dei reperti conservati nel Castello Aragonese-Museo Archeologico dei Campi Flegrei provenienti in parte dal Parco archeo-sommerso di Punta dell’Epitaffio ove si trovano la villa della famiglia dei Pisoni ed il Ninfeo imperiale. Per tale motivo lo specchio di mare antistante la Punta è oggetto di particolari misure di tutela come l’interdizione alla navigazione ed alla balneazione; tali divieti, per la verità dovrebbero, seppure in forme diverse, proteggere quanto resta dell’antico Balneum Solis et Lunae descritto da Pietro da Eboli nel “De Balneis Puteolanis”. Ma non è così. Basta osservare la documentazione fotografica riportata da “La Repubblica” del 24 agosto c.m. per rendersi immediatamente conto che la ex villa Gallo - costruita nell’immediato dopoguerra letteralmente a ridosso dell’antico Balneum imperiale - per volontà del sindaco di Bacoli (che ne è tra l’altro comproprietario) sia interessata da una singolare e progressiva elefantiasi. Il manufatto, abbandonata l’antica destinazione d’uso, è stato infatti destinato dal sindaco Coppola ad una funzione socialmente più utile ed il linea con le vocazioni naturali del territorio: l’antico Balneum, considerato improduttivo ed un po’ retrò, completa, grazie al pertinace impegno del sindaco di Bacoli, la sua metamorfosi liberando su uno dei tratti più suggestivi della costa flegrea, l’ameno “Centro Benessere Coppola”, esempio di restyling illuminato e rispettoso dell’ambiente; per rendere la struttura più confacente alla bisogna, sono state – manco a dirlo - aumentate le volumetrie del 20%. Espansione che interessa particolarmente l’ala del fabbricato più prossima all’ex caricatoio della pozzolana. Tra i proprietari di quest’ultima struttura - guarda caso - secondo la vox populi, figura di nuovo il sindaco di Baia. Per la disdicevole consuetudine di alcuni ceti sociali di dar vita ai processi alle intenzioni di staliniana memoria, nell’opinione pubblica rimbalza la voce secondo la quale è in itinere una funzionale saldatura tra il futuro Centro Benessere e la struttura da tempo in disuso per l’imbarco del materiale da costruzione, trasformata nel frattempo in solarium, ascensori e porticciolo privato; nell’opera di trasformazione della residenza privata, il Coppola si è giovato di soldi della comunità nazionale usufruendo di un finanziamento di circa 800 milioni ai sensi della legge 219/81 che dovevano servire evidentemente alla riattivazione del fabbricato tal quale e non alla sua trasformazione funzionale e di altri fondi pubblici a lui assegnati da un non meglio precisato “ente per iniziative turistiche” e che purtroppo coprono solo il 5% dell’intero costo della speculazione. Interroga pertanto gli Assessori all’Urbanistica, al Turismo, ai Beni Culturali per conoscere:

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� se la dilatazione volumetrica, contenuta secondo il Coppola nella misura del 20%, sia ammessa dalle vigenti leggi anche se realizzata per manufatti edilizi ubicati in siti di particolare rilevanza storico-paesaggistica e con danni irreversibili all’ambiente naturale;

� se i fondi assegnati in virtù delle condizioni previste dalla legge 219/81 siano stati

utilizzati in conformità del disposto della suddetta legge;

� se l’Assessorato al Turismo, direttamente o attraverso enti strumentali della Regione Campania, abbia assegnato al sindaco Coppola fondi per la trasformazione dell’ex villa Gallo e del tratto di costa compreso tra la predetta villa e la Punta dell’Epitaffio.

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Prot. n. 144 Napoli, 15 luglio 2008 INTERROGAZIONE URGENTE A RISPOSTA SCRITTA AL PRESIDENTE DELLA GIUNTA DELLA REGIONE CAMPANIA, ALL’ASSESSORE ALL’URBANISTICA E ALL’ASSESSORE ALL’AMBIENTE Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere della Regione Campania di Alleanza Nazionale, premesso che: Il Progetto TELLUS, è un’iniziativa del Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare a favore della Regione Campania rientrante nella linea A 2.2 (Progetti di notevole complessità) del Progetto Operativo Difesa Suolo (Podis) PON ATAS (Assistenza Tecnica ed Azioni di Sistema); tale piano offre la possibilità di localizzare, definire, monitorare e studiare aree ad elevato rischio idrogeologico, sismico e vulcanico. Attività queste assolutamente necessarie considerato che in Campania sono stati registrati 1.639 eventi franosi che hanno interessato - in ordine di decrescente frequenza - le province di: Salerno, Avellino, Napoli, Benevento e Caserta; le tecnologie ed i metodi utilizzati nel Progetto TELLUS hanno consentito, tra l’altro, di monitorare la stabilità di numerosi edifici di Napoli. Tuttavia, come i fatti hanno purtroppo dimostrato e continuano a testimoniare, la conoscenza delle criticità non ha evitato – per le colpevoli omissioni e l’accidia che caratterizza l’Amministrazione comunale napoletana - che si verificassero: una quasi tragedia (il crollo dell’edificio in vico Porta Carrese a Montecalvario) ed il saccheggio del territorio per l’azione indisturbata degli speculatori edilizi. Monte Sant’Angelo a Fuorigrotta, i costoni dei crateri di Agnano a Bagnoli e Pozzuoli, la Conca di Pisani a Pianura. In quest’ultimo caso, persino i terreni dell’ex discarica, chissà per quale miracolo risanati, vedono spuntare in tempi da record olimpico numerose “amene villette” monofamiliari. Interroga pertanto il Presidente della Giunta regionale e gli Assessori all’Urbanistica e all’Ambiente per conoscere

• se risulti fondato quanto affermato dal geologo responsabile del progetto Carlo Terranova in ordine alla sospensione del piano per mancato rifinanziamento ed il conseguente licenziamento del personale addetto e quali iniziative concrete siano state avviate dalla Regione Campania per inserire il Progetto Tellus nella programmazione dei fondi 2007-2013 del Ministero dell’Ambiente;

• quali iniziative intendano adottare a carico del Comune di Napoli affinchè provveda, con

fatti concreti, a difendere l’integrità del territorio della periferia urbana sottraendolo alle mire della speculazione edilizia o – nel caso di lottizzazioni abusive - riportandolo allo statu quo ante;

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Napoli, 17 settembre 2008 Prot. 184

Al Presidente della Giunta Regionale della Campania

On. Antonio Bassolino

Assessore all’ambiente Prof. Walter Ganapini

Oggetto: presentazione Question-Time “ Rimozione Colmata ex Italsider” Premesso che: negli anni ’60, allorché si riteneva di perpetuare l’esistenza dello stabilimento siderurgico con un suo ulteriore ampliamento territoriale, fu deciso di strappare al mare gli spazi necessari all’espansione gettandovi ogni inimmaginabile rifiuto industriale al punto che, nel 1996, il ministro dell’Ambiente Edo Ronchi definì l’ignobile e venefica colmata: “bomba ecologica”. Destinata alla bonifica a seguito della scomparsa dell’opificio in realtà l’area è stata oggetto di qualche sporadico e discusso intervento di “messa in sicurezza”; con l’Accordo di Programma del 17 luglio 2003 sottoscritto dal Ministro per l’Ambiente (Matteoli), il Sindaco di Napoli (Jervolino), il Presidente della Giunta Regionale (Bassolino), il Presidente della BagnoliFutura (Santangelo) ed il Presidente dell’Autorità Portuale di Napoli (Nerli), fu decisa la rimozione ad opera di quest’ultima, dopo aver bonificato lo strato più superficiale, della colmata, mentre si rimandava alla successiva identificazione degli inquinanti la bonifica degli strati più profondi. Costo previsto per l’intera operazione circa 40milioni di Euro; senza alcuna convincente spiegazione, nel luglio del 2007 il Ministro per l’Ambiente (Pecoraro Scanio), il Sindaco di Napoli (Jervolino), il Presidente della Giunta Regionale (Bassolino), il Presidente della BagnoliFutura (Papa), il Presidente dell’Autorità Portuale di Napoli (Nerli) ed il Sindaco del Comune di Piombino (Anselmi) elaboravano un nuovo Accordo di Programma sottoscritto il 28 agosto 2007 e perfezionato il 21 dicembre 2007 dai ministri Pecoraro Scanio, Bersani, Di Pietro, Bianchi e Mussi dai sindaci di Napoli e Piombino e dai Governatori delle Regioni Toscana e Campania. L’accordo disperdeva così i materiali “bonificati” da eliminare dal litorale di Bagnoli, tra la darsena di Levante a Vigliena e la struttura di una strada del Comune di Piombino, facendo lievitare il costo dell’operazione rimozione dai 40 ai 970milioni di Euro; Interroga l’Assessore all’Ambiente della Regione Campania per conoscere:

• Se siano stati individuati gli agenti inquinanti che impregnano gli strati più profondi della colmata ed il fondale martino antistante l’arenile di Coroglio;

• Lo stato dell’arte della rimozione e la conferma delle destinazioni dei materiali di risulta;

• A che punto siano le procedure per la sostituzione della sabbia inquinata da idrocarburi aromatici;

• Quali iniziative intenda predisporre per verificare le ragioni della incredibile crescita del costo previsto per la rimozione e per contenerne i costi.

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Prot. n. 110 Napoli, 13 giugno 2008

INTERROGAZIONE URGENTE A RISPOSTA SCRITTA AL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE, ALL’ASSESSORE AL BILANCIO, ALL’ASSESSORE ALLA SANITA’ E ALL’ASSESSORE ALL’AMBIENTE. Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere della Regione Campania di Alleanza Nazionale

Premesso che:

- in data 13.11.06 l’Hydrogest Campania SpA prendeva in consegna il sistema depurativo di Napoli Nord, Marcianise ed Acerra e dal 01.12.06 anche quello di Cuma e Foce Regi Lagni al fine di assicurarne la corretta gestione degli impianti e, laddove necessario, il loro adeguamento alle normative europee;

- a fronte di tale impegno, la Hydrogest ha maturato al 31.01.2008 nei confronti del Commissario di Governo per la bonifica e la tutela delle acque, un credito pari a € 61.147.681,10;

- a fronte di tale credito, la Hydrogest ha incassato al 31.03.2008 la somma di € 15.629.258,77. Tuttavia il Commissariato “eccepiva la modalità di calcolo sia relativamente alle opere trasferirte sia relativamente al totale delle tariffe da applicare per il calcolo dei ricavi minimi previsti”;

- Il Commissariato di Governo vanta a sua volta crediti nei confronti della Hydrogest pari a € 1.622.745,24;

- Concedente e concessionario hanno provveduto, nel periodo dicembre 2007 – marzo 2008, a rispettive diffide di inadempienza ex artt.41 e 42 della concessione;

- Tale conflittualità e le difficoltà economiche che caratterizzano la gestione Hydrogest degli impianti di depurazione della Regione hanno evidenziato una serie di disfunzioni, in alcuni casi ben al di là dei limiti stabiliti dal codice penale, ed un intollerabile e perdurante stato di obsolescenza degli impianti;

- A denunciare il pessimo stato dell’ambiente marino, inquinato da una macroscopica presenza di liquami e da un’alta concentrazione di colibatteri, ha provveduto l’ARPAC imponendo il divieto di balneazione su 32 Km di costa dei 41 complessivi del litorale casertano;

- La precarietà funzionale degli impianti, appena stemperata dalla encomiabile professionalità dei lavoratori, e le gravi carenze li rendono inadeguati agli scopi d’istituto al punto da incentivare l’opera delittuosa di personaggi, la cui identificazione è affidata ad un’inchiesta della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere;

- Tonnellate di fanghi industriali, altamente tossici per la presenza di Cromo esavalente e provenienti da quattro “depuratori” (Cuma, Orta di Artella, Marcianise e Mercato San Severino), sono state, infatti, distribuite per mesi e mesi su terreni agricoli della Regione Campania, della provincia di Foggia e nel fiume Sabato, avvelenando così acque, suoli e produzioni agricole;

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Interroga il Presidente della Giunta Regionale e gli Assessori all’Ambiente, alla Sanità ed al Bilancio per conoscere:

1. le ragioni della mancata delega alla Hydrogest della riscossione delle quote che i cittadini pagano per la depurazione;

2. la destinazione data a tali cifre, considerato che la concessionaria sostiene di non averle mai ricevute;

3. come ipotizzano: a) di poter risolvere le gravi difficoltà che rendono estremamente difficile la

conduzione, la gestione degli impianti di depurazione e la tutela dell’ambiente; b) di superare i ritardi nella redazione e presentazione dei progetti di adeguamento

strutturale e funzionale degli impianti di depurazione; 4. se ritengano, infine, di dover presentare la costituzione di parte civile della Regione

Campania nei procedimenti giudiziari che scaturiranno dalle indagini della Procura Samaritana nei confronti dei responsabili di quello che si configura come una vasto e, forse, irreversibile disastro ambientale.

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Napoli, 18 febbraio 2008 Prot. 19

INTERROGAZIONE URGENTE A RISPOSTA SCRITTA Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere della Regione Campania di Alleanza Nazionale premesso che: l’incredibile e farsesca conclusione della vicenda delle discariche indicate dal piano straordinario per la rimozione dei rifiuti in Campa nia, proietta ombre inquietanti sullo stato del patrimonio naturale e sulla qualità delle produzione agricole campane; incessantemente, nel corso del mio impegno regionale, ho prodotto numerosi atti ispettivi con l’intento di fare chiarezza su importanti questioni di carattere ambientale quali: il risanamento dei suoli del “triangolo della morte” Acerra, Marigliano, Nola; la bonifica dei suoli della Bagnolifutura e della colmata tra i pontili ex Italsider a Bagnoli; i suoli e le falde freatiche inquinate dall’azoto nitrico di provenienza agricola; l’inquinamento dei pozzi d’acqua da fluoruri e nitrati di una vasto comprensorio di paesi vesuviani; la bonifica dell’ex area industriale di Napoli; tali atti, tuttavia, non hanno incontrato la giusta e responsabile attenzione del Presidente Bassolino, né degli Assessori competenti. Cosicché le perplessità, i dubbi e le preoccupazioni, manifestate dal sottoscritto nelle forme regolamentari, continuano a crescere in maniera esponenziale anche alla luce di quanto si apprende sullo stato dei suoli delle ex discariche, forniti dagli Enti ufficiali e posti a fondamento della riapertura degli sversatoi prevista dal “Piano De Gennaro”; il Commissario di Governo conosciuto l’esito degli esami eseguiti dal Genio Militare a Parapoti, Difesa Grande, Villaricca e Pianura, con rara lealtà ha ammesso che i cittadini avevano mille ragioni per opporsi alla riapertura delle discariche e che il suo piano fondava su dati sostanzialmente inattendibili; le aree interessate dalla presenza delle vecchie discariche, mai bonificate, presentano infiltrazioni di percolato tali da costituire un grave fattore di rischio per la stabilità delle stesse mentre la presenza di materiali di dubbia provenienza e di rifiuti tossici industriali rendono le condizioni di vita dei cittadini estremamente pericolose; l’inattendibilità dei dati forniti al dottor De Gennaro per l’elaborazione del famoso ed ormai fantomatico Piano potrebbe produrre nuove discariche a Savignano Irpino, a Sant’Arcangelo Trimonte e, incredibilmente, a Terzigno, in pieno Parco naturale del Vesuvio, determinando di fatto l’espansione delle aree a grave rischio ambientale. Interroga pertanto, il Presidente della Giunta regionale per sapere: quali iniziative intenda avviare per bonificare l’area del cosiddetto “triangolo della morte” – Acerra, Nola, Marigliano – e quelle delle discariche legali ed illegali della Campania visto che il Governo ha sì riesumato il “Commissariato di Governo alle Bonifiche”, ma si è ben guardato dal dotarlo dei mezzi finanziari necessari.

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Si chiede, infine, di conoscere cosa effettivamente sia stato fatto dal 1996 (data ufficiale della chiusura della discarica di Pianura) per il risanamento ambientale dell’area di Pisani, l’entità dei finanziamenti stanziati a tal fine e, infine, come siano stati gestiti.

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Prot. n. 105 Napoli, 9 giugno 2008

INTERROGAZIONE URGENTE A RISPOSTA SCRITTA AL PRESID ENTE DELLA GIUNTA REGIONALE, ALL’ASSESSORE AL BILANCIO E ALL’ASSESSORE ALL’AMBIENTE.

Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere della Regione Campania di Alleanza Nazionale premesso che: in questo momento ove la tutela della salute pubblica assume i caratteri drammatici della contrapposizione tra cittadini e forze dell’ordine per la discussa ubicazione della discariche è quanto meno singolare il silenzio calato da tempo sulla mancata bonifica dell’arenile e del fondale marino di Coroglio, notoriamente inquinati da IPA. A ciò occorre aggiungere la inqualificabile vicenda della mancata rimozione della colmata inquinata ed inquinante tra i pontili dell’ex Italsider. La condizione ambientale complessiva dell’ex area industriale occidentale è assolutamente al di sotto degli standard e che tale stato, permanga dopo opere di bonifica in corso da quindici anni e la spesa di milioni di euro di pubblico denaro è semplicemente delittuoso; - oltre al litorale, nell’area destinata alla vasta trasformazione urbana vi sono ampie superfici a ridosso del popoloso rione di Cavalleggeri, ancora interessate dalla presenza di amianto, mentre le strutture ed i suoli di Caltagirone (ex Cementir) continuano con il loro carico inquinante – considerato che non sono stati interessati da alcuna opera di bonifica – ad offrire ai venti dominanti materiale sufficiente ad un inquinamento di ritorno di ampie superfici di Bagnoli e Fuorigrotta; - la nuova stagione balneare è oramai alle porte e non mi risulta che l’ARPAC, né altra qualificata istituzione abbia provveduto a determinare la balneabilità delle acque e la fruibilità dell’arenile di Coroglio. In definitiva, anche quest’anno, i cittadini che non potranno allontanarsi da Napoli saranno di nuovo costretti ad immergersi in acque poco rassicuranti e a distendersi su improbabili prati di plastica nell’indifferenza colpevole degli enti preposti alla salvaguardia dell’ambiente e della salute pubblica. Interroga pertanto il Presidente della Giunta della Regione Campania, l’Assessore all’Ambiente, l’Assessore al Bilancio per conoscere se rispondano al vero le notizie riportate da alcuni quotidiani secondo cui:

1. sia stato data in appalto la “ripulitura” della sabbia del litorale di Bagnoli; 2. resta ancora molto aleatoria la progettazione e il posizionamento di una barriera

contro la falda contaminata dagli inquinanti; 3. i fondi necessari al disinquinamento del litorale di Coroglio, individuati nei fondi

POR stanziati dall’Unione Europea, per la mancanza di tempi definiti per la bonifica sono stati dalla Regione Campania dirottati verso altri tipi d’intervento.

Inoltre, l’interrogante chiede di conoscere:

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- cosa sia stato fatto in ordine alla bonifica del fondale marino dell’intero tratto di costa prospiciente l’ex area industriale di Fuorigrotta-Bagnoli;

- quali iniziative siano state assunte nei confronti di Caltagirone per indurlo a

compiere l’urgente bonifica dei suoli di sua proprietà inquinati dell’amianto e per acquisirli al progetto complessivo di riqualificazione dell’area occidentale. Non può essere sottaciuta, infatti, l’eventualità di un “inquinamento di ritorno” che l’estrema volatilità degli aghi di asbesto potrebbe produrre sui suoli già trattati dalla Bagnolifutura;

- quale sia “lo stato dell’arte” delle procedure per lo smantellamento della Colmata

tra i pontili ed il ripristino della linea di costa;

- a che punto siano le iniziative per la liberazione del litorale di Coroglio dai manufatti così come previsto dal Piano di Vezio De Lucia.

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Prot. n. 164 Napoli, 5 agosto 2008 INTERROGAZIONE URGENTE A RISPOSTA SCRITTA AL PRESIDENTE DELLA GIUNTA DELLA REGIONE CAMPANIA, ALL’ASSESSORE ALL’ AMBIENTE. Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere della Regione Campania di Alleanza Nazionale, premesso che: la vicenda dell’inquinamento da PCB dell’area marina protetta “Regno di Nettuno” si arricchisce di ulteriori inquietanti aspetti e sconcertanti conferme. Nel corso del “Question Time” del 20 maggio 2008, l’assessore Valiante - delegato a proposito dall’assessore all’Ambiente Ganapini – rispondendo al mio atto ispettivo sulla “ Rottura di uno dei quattro cavi elettrici sottomarini ad alta tensione dell’Enel distesi tra Cuma e Lacco Ameno” presentava il lavoro svolto dagli Assessorati alle Attività Produttive ed all’Ambiente. Nel merito, in attesa delle determinazioni dell’ARPAC, si limitava a leggere un passo della relazione in cui l’Enel dichiarava categoricamente l’inesistenza del danno ambientale denunciato da più parti; tale relazione, di cui sono ancora in attesa, nonostante l’Assessore Valiante avesse riferito pubblicamente di volermela consegnare personalmente, sembra essere stata smentita dagli esiti degli esami condotti dalla CHELAB per conto dell’ENEL che rivelano presenza di PCB nell’olio T3788 prelevato nella stazione di Cuma dal cavo sottomarino AT OF 150 KV Cuma-Lacco Ameno; il confronto tra i congeneri PCB ritrovati nell’olio fluido isolante T3788 ed il PCB riscontrato dall’ARPAC nelle acque marine lungo i litorali tra Casamicciola e Lacco Ameno con rapporto di prova 200704583-01, ha evidenziato la presenza in mare e nell’olio Enel T3788 di due congeneri PCB Diossina Link PCB 77 – PCB 118 e il PCB 180; inspiegabilmente non è stata uniformata secondo un unico protocollo di ricerca l’individuazione dei congeneri PCB affidata all’ARPAC e alla CHELAB. Per questa ragione, i congeneri PCB 52 – PCB 28 – PCB 101 – PCB 138 riscontrati dall’ARPAC nel braccio di mare tra Lacco Ameno e Casamicciola non sono stati oggetto di ricerca da parte della CHELAB. Infine, il PCB Diossina Link 157, pur essendo presente nell’olio T3788, non è stato preso in considerazione da alcuna indagine; dall’incontro tenuto il 10 luglio 2008 tra il responsabile, funzionari Ambiente e Sicurezza DTR Campania della “Enel Distribuzioni S.p.A.”, l’Amministrazione Provinciale di Napoli, il Sindaco di Lacco Ameno ed i tecnici dell’ARPAC, sono emerse (intervento dell’ingegner Angelo Caggiano) l’inesistenza della concessione demaniale per i 4 cavi elettrici sottomarini e la mancanza dell’autorizzazione regionale per le linee ad alta tensione la qual cosa potrebbe inficiare l’efficacia del DPGR 3651 dell’11.04.94. Interroga, pertanto, il Presidente della Giunta e l’Assessore all’Ambiente della Regione Campania per conoscere se:

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- le circostanze riportate in premessa rispondano al vero; - quali misure intendano adottare per ottenere che le analisi delle acque marine di Lacco

Ameno-Casamicciola vengano eseguite dalla CHELAB e dall’ARPAC con metodi uniformi così come la ricerca dei congeneri PCB;

- in virtù di quali autorizzazioni l’ENEL ha posto in opera la condotta elettrica tra Cuma e

Lacco Ameno se – come sembra – mancano la concessione demaniale e l’autorizzazione regionale;

- quali iniziative intendano adottare per tranquillizzare i cittadini di Casamicciola e Lacco

Ameno preoccupati per la mancanza di chiarezza delle relazioni conclusive sulla presenza dei pericolosissimi inquinanti diffusi in mare con la ripetuta lacerazione – giugno e agosto 2008 – di cavi Enel della tratta in questione.

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Napoli, 23 settembre 2008 Pt. 191 INTERROGAZIONE URGENTE A RISPOSTA SCRITTA AL PRESIDENTE DELLA REGIONE CAMPANIA E ALL’ASSESSORE ALL’AMBIENTE Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere della Regione Campania, premesso che: con l’ordinanza n° 60/2008 a firma del Comandante Gabriele Bonaguidi dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Ischia comunicava che la Società Prysmian Cavi e Sistemi Energia s.r.l. di Milano avrebbe provveduto ad eseguire dei lavori di riparazione del cavo sottomarino n°2 Cuma-Ischia per conto della società Enel S.p.A. dal 20.09 al 20.10.2008 nello specchio d’acqua antistante la spiaggia denominata Suor Angela nel Comune di Casamicciola Terme in piena area protetta; i lavori preannunciati consisterebbero nella posa di diverse “conchiglie” in lega metallica (ghisa) nell’Area Marina Protetta “Regno di Nettuno” istituita con Decreto Legge pubblicato sulla G.U. del 10.04.2008. Ecosistema indicato come “habitat prioritario” nell’allegato I della Direttiva Habitat (Dir. N° 92/43/CEE); tale episodio è soltanto l’ultimo di una serie di palesi violazioni alla legge 6 dicembre 1991, n.394. L’articolo 19, comma 3, di predetta legge vieta tassativamente qualsiasi attività che possa causare modifiche o irreversibili distruzioni dell’area marina protetta e delle finalità istitutive dell’area; nel tratto di mare tra l’Area Marina Protetta “Regno di Nettuno” e Lacco Ameno più volte si sono riversati quantità incredibili di idrocarburi, di fluidi isolanti contenenti PCB (verbale del Comune di Lacco Ameno prot.9186 del 10 luglio 2008) e di Alchilbenzeni lineari, senza che si sia riusciti fino ad oggi ad accertare, per un incredibile gioco a rendere inaffidabili gli esiti degli esami chimici dell’acqua, le eventuali responsabilità dell’Enel;

nell’intento di dare alla vicenda una conclusione che renda finalmente giustizia ai cittadini di Lacco Ameno e ristabilisca i parametri ambientali alterati dal ripetuto inquinamento delle acque, interroga il Presidente della Giunta della Regione Campania e l’Assessore all’Ambiente per conoscere se risponda al vero che:

5. i 4 cavi elettrici ad olio fluido in esercizio tra Cuma e Lacco Ameno siano privi della

prevista autorizzazione regionale per l’esercizio di una linea elettrica a 150mila Volt; 6. l’ingegnere Angelo Caggiano dell’Amministrazione Provinciale di Napoli, Settore

Ambiente, Direzione Tutela e Monitoraggio delle Acque- Difesa suolo e demanio idrico abbia (verbale n. 9186 del 10.07.2008 del Comune di Lacco Ameno) sostenuto che i quattro cavi in questione risultano essere privi della concessione demaniale per il loro posizionamento nel tratto di mare tra Cuma e Lacco Ameno;

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7. siano state adottate metodiche e prelievi che a tutt’oggi non hanno reso possibile l’accertamnento delle responsabilità del pericolosissimo inquinamento del tratto di mare tra l’Area Protetta ed il Comune di Lacco Ameno;

8. quali iniziative intendano adottare affinché siano:

a) attivati adeguati interventi di bonifica dello specchio d’acqua ischitano

interessato dall’inquinamento da PCB e Alchilbenzeni lineari; b) rispettate le normative inerenti alle concessioni demaniali e dei titoli

abilitativi all’esercizio in area marina protetta; c) rimosse le opere di provata pericolosità e d’inquinamento marino in area

marina protetta.

RRII SSPPOOSSTTAA

Consiglio Regionale della Campania Settore Segreteria Generale del Consiglio

Consiglio Regionale della Campania

Prot. SETSG 2008.0001611/p Del 29/10/2008 1301 46 Al Consigliere regionale Pietro Diodato SEDE Oggetto: risposta interrogazione reg. gen. n.1089/1- - Lavori riparazione cavo sottomarino Cuma - Ischia –

Si trasmette, per opportuna conoscenza, la risposta dell’Assessore regionale competente relativa all’oggetto. Napoli, 28 ottobre 2008

Il Segretario Generale Dr. Carlo D’Orta

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Assessorato alle Politiche Ambientali, Ciclo Integrato delle Acque

Difesa del suolo, Parchi e Riserve Naturali, Protezione Civile

Prot Gen. 2008.00123331A Del 24/10/2008120921

AIl’A.G.C. Gabinetto del Presidente della Giunta Regionale

Alla Presidenza del Consiglio Regionale

Oggetto: Interrogazione a risposta scritta a firma del Consigliere Regionale On. Pietro Diodato concernente “Cavo sottomarino n. 2 Cuma-Ischia” RG. n. 1089. Si trasmette la nota prot. 0868003 del 20 ottobre 2008, con allegati, a firma del Coordinatore dell’A.G.C. 05 “Ecologia, Tutela dell’ Ambiente, Ciclo integrato delle Acque, Protezione Civile” di riscontro all’interrogazione in oggetto indicata.

Giunta Regionale della Campania Area Generale di Coordinamento Ecologia, Tutela dell’Ambiente

C.I.A. Protezione Civile

Il Coordinatore

Prot. 2008.0868003 Del 20.10.2008

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All’Assessore “Ambiente – Ciclo Integrato delle Acque – Difesa del Suolo – Parchi e Riserve

naturali – Protezione Civile” Sede

OGGETTO: interrogazione a risposta scritta a firma del Consigliere Regionale Pietro Diodato concernente: “Cavo sottomarino n.2 Cuma-Ischia”

Con riferimento all’interrogazione in oggetto, acquisita al protocollo di codesto Assessorato con prot n. 3736/SP del 10 ottobre 2008, e come peraltro già espresso con la nota prot n. 2008.0697342 del 11/08/2008 di riscontro ad analoghi quesiti posti dall’onorevole interrogante in data 6 agosto n prot. gen. 200R0009099/A, si rappresenta che:

1. il rilascio dell’autorizzazione regionale per le linee ad alta tensione esula dalle competenze della scrivente Area;

2. Il rilascio della concessione demaniale per l’occupazione dell’area demaniale marittima per cavi elettrici sottomarini è di competenza del Ministero del Trasporti e della Navigazione - Capitaneria di Porto di Napoli. In merito a quest’aspetto la succitata Capitaneria ha relazionato con nota del 14108/2008 prot n. 12.01.14/56530/WAMB, ad ogni buon conto allegata in copia alla presente, e già trasmessa in data 15/09/2008 con nota prot. n. 0759604.

Per completezza d’argomento, si trasmette la relazione del Settore Provinciale “Ecologia, Tutela dell’mbiente, Disinquinamento e Protezione Civile” di Napoli prot. n. 0750898 del 10/09/2008 circa le iniziative intraprese, nonché gli impegni che il citato Settore Provinciale ha assunto nella riunione tenutasi il giorno 11/09/2008 presso il Dipartimento per le Politiche Comunitarie della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Dott. Luigi Rauci

Giunta Regionale della Campania Settore

Ecologia, Tutela dell’Ambiente C.I.A. Protezione Civile

Al Coordinatore dell’A.G. Ecologia, Tutela dell’Ambiente

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E P.C.

Dott. Luigi Rauci

Sedi Oggetto: Sversamento di PCB nelle acque marine di Ischia (NA). Con riferimento alla problematica in oggetto e alla richiesta della S.V. – di cui alla nota prot. n. 735873 del 04.09.2008 di seguito si relaziona in merito:

1. agli atti di questo Settore, per il tramite di codesta A.G. è pervenuta nota prot. dell’Arpac datata 13.09.2007, acquisita agli atti di codesto Ufficio in data 04.10.2007. Con tale nota l’ARPAC, con riferimento a quanto segnalato dal Dr. Fernando Sferratore in due esposti datati 06.07.07 e 11.07.07, fatti pervenire alla medesima Agenzia dal Comune di Lacco Ameno in data 13.07.07 con nota prot.9304, ha trasmesso gli esiti del campionam,emnto di acqua di mare effettuati al confine del Comune di Lacco Ameno e quello di Casamicciola. Le nalisi di cui sopra hanno evidenziato concentrazioni di PCB superiori ai valori previsti quali standard di qualità ambientale per le acque superficiali (DM 367/2003) ma non più proposti nell’allegato 1 tab 1/B del D.Leg.152/06. Quanto sopra è stato trasmesso dall’ARPAC anche al Comune di Lacco Ameno;

2. In data 18.01.2008 questo Settore ha preso incarico la nota acquisita in data 18.12.2007 con prot. 1080363 da codesta A.G. con la quale il Comune di Lacco Ameno chiedeva ad horas all’ARPAC di effettuare sopralluoghi della zona interessata, attesa la necessità da parte dell’Amministrazione comunale di acquisire ogni9 elemento tecnico-scientifico per l’eventuale adozione di provvedimenti a tutela della salute pubblica.

A seguito di tale richiesta, questo Settore con nota prot. 87349 del 30.012008, ha chiesto all’ARPAC di far conoscere gli esiti di tali sopralluoghi. La citata nota veniva trasmessa per conoscenza al Sindaco di Lacco Ameno e alla Prefettura di Napoli.

3. In data 18.03.2008 questo Settore ha preso incarico la nota acquisita in data 12.03.2008 con il prot.224785 da codesta A.G. con la quale ARPAC, ha comunicato alla Prefettura di Napoli e alla Regione e ad altrui Enti compreso il Comune di Lacco Ameno, che gli esiti degli esami dei due campionamenti eseguiti nell’area balenabile avevano evidenziati nel primo la prenza di PCB non rilevati più nel secondo campionamento, che assicurava dunque sull’assenza di tale contaminante nello specchio d’acqua indagato. L’ARPAC in tale nota ha comunicato di aver valutato la richiesta del Sindacio di analizzare anche i sedimenti marini per la ricerca di eventuali accumuli di OPCB e dopo aver fatto proprie considerazioni tecniche, chiedeva alla Prefettura di Napoli di convocare un incontro per definire nel dettaglio le procedure operative della caratterizzazione.

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Con riferimento alla nota di cui sopra, questo Settore con nota prot.31100855 del 09.04.2008, indirizzata alla Prefettura di Napoli dichiarava la sua disponibilità per qualsiasi iniziativa che si fosse resa utile intraprendere.

5. Con nota di questo Settore prot. 228819 del l3.O3.2OO8 indirizzata all’ARPAC e p.c. alla SV., alla Prefettura di Napoli e al Comune di Lacco Ameno al fine di corrispondere alla richiesta della SV., all’interrogazione parlamentare n.4-06153, è stato chiesto alla medesima Agenzia di inviarte a codesta A.G. e per conoscenza a questo Settore una relazione in merito alle iniziative intraprese e in particolare evidenziare elementi tecnici scientifici su tutte le matrici ambientagli, suolo, , sedimenti di acque, al fine di consentire asl Comune di Lacco Ameno di valutare gli eventuali provvedimenti consequenziali a tutela della salute pubblica e dell’ambiente.

6. Con nota prot. 3977633 del 09.05.2008 questo Settore a seguito delle richiesta della S.V. avanzata con nota prot. 392553 del 08.05.2008, tesa ad ottenere notizie di competenza di questo Settore si rappresentava le azioni intraprese, che in pratica sono quelle sopra descritte e si rappresentava l’impossibilità di stabilire le competenze di questo Settore, in quanto sembra che l’inqinamento abbia interessato il mare ed i fondali marini.

7. In data 05.09.2008 questo Settore ha preso in carico la nota acquisita in data 01.08.2008 con il prot. 676049 da codesta A.G. con la quale 1’Amministrazione Provinciale di Napoli con riferimento alla denuncia inoltrata dal Dr. Fernando Sferratore comunicava di aver predisposto accertamenti analitici e qualora gli stessi confermassero l’inquinamento si rende necessario verificare la competenza degli Enti coinvolti in merito all’inquinamento del litorale e quello inerente il danno s masre prodotto dall’avvenuto sversamento.

8. In data 05.09.2008 questo Settore ha preso incarico in data 18.082008 con il prot. 703738 da codesta A. G. con la quale l’ARPAC, ha trasmesso il rapporto di prova e il verbale di campionamento relativo al campione prelevato in data 10.07.2008 dal quale risulta che il liquidio esaminato non contiene PCB in quantità significative.

La relazione di cui sopra è stata redatta in funzione dei docukemnti agli atti di questo Settore.

Giunta Regionale della Campania Settore Provinciale Ecologia, Tutela Ambiente, Disinquinamento, Protezione Civile

Al Coordinatore dell’A.G.C. 05 Dott. Luigi Rauci

Sede Oggetto: Sversamento di PCB nelle acque marine di Ischia (Napoli) a seguito della fuoriuscita di olio da uno dei cavi sottomarini ad alta tensione ENEL

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Con la presente si informa la SV. sull’esito dell’incontro tenutosi presso il Dipartimento per

le Politiche Comunitarie della Presidenza del Consiglio dei Ministri il giorno 11.09.2008, come già anticipato telefonicamente.

Nella riunione si è discusso approfonditamente sull’argomento e questo Settore si è impegnato sui seguenti punti:

Sollecitare l’ARPAC per l’effettuazione dei controlli e delle analisi dei sedimenti marini. Notiziari il Ministero dell’Ambiente e il Dipartimento per le politiche Comunitarie della

Presidenza del Consiglio dei Ministri sull’esioto dell’eventuale incontro promesso dalla Prefettura di Napoli su incùvito dell’ARPAC, come da nota prot. n.2866 del 07.03.2008.

Inviare al Ministero dell’Ambiente la nota dell’ARPAC prot. 8570 del 01.08.08 già esibita nella riunione e consegnata al Dipartimento per le Politiche Comunitarie.

Aggiornare il Ministero dell’Ambiente e il Dipartimento per le Politiche Comunitarioen della Presidenza del Consiglio dei Ministri sugli atti eventualmente adiottati dalla Regione Campania, ai sensi della Direttiva 96/59 CE e la Direttiva 2006/M e, in particolare se c’è un Piano per lo smaltimentio del PCB.

Questo Settore si sta già attivando nel merito e notizierà codesta Area sulle successive

iniziative. Il Dirigente del Settore Dott. Gaetano Colella

Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti

Ramo Trasporti (d.P.R. 08.12.2007 n.271) CAPITANERIA DI PORTO NAPOLI

80133 Napoli, li 14.08.2008

Prot n°12.01.14/56530/AMB

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Alla Giunta Regionale della Campania Area Generale di Coordinamento

Ecologia, Tutela dell’Ambiente Il Coordinatore

Argomento: Interrogazione urgente a risposta scritta prot. gen. N. 0009099/A del 6/08/2008 a firma del Consigliere Regionale On. Pietro Diodato.

Riferimento nota Prot 2008.0697265 deI 1110812008 di pari oggetto. In relazione all’interrogazione di cui all’oggetto si rappresenta quanto segue: Nell’anno 1994, la Capitaneria di Porto di Napoli, a seguito dl rituale istruttoria rilasciò licenza di concessione n°113/94 alla Società Enel Spa. — Distretto Campania - Compartimento di Napoli — per l’occupazione di un’area demaniale marittima della superficie di mq. 69189 (parte sulla costa e parte in mare) situata nei litorali di Jschia e di Pozzuoli, e precisamente tre le località spiaggia Eliporto (lschia) e Cuma, al fine di mantenervi un cavo elettrico sottomarino (OF a 150 KW) dl collegamento tra la cabina primaria di Cuma e la cabina primaria di Lacco Ameno. La concessione fu rilasciata a seguito di rituale e esaustiva istruttoria, nel corso della quale furono acquisiti i pareri favorevoli ovvero le autorizzazioni necessarie da parte delle seguenti amministrazioni: Genio Civile Opere Marittime; lntendenza di Finanza; Ufficio Tecnico Erariale; Ufficio Circondariale Marittimo di Ischia; Ufficio Cìrcondariale Marittimo di Pozzuoli; Comune di Pozzuoli ( parere favorevole ed autorìzzazione); Comune di Casamicciola (decreto autorizzativo ai finì ambientalì); Soprintendenza Beni Archeologici; Comando Provinciale WFF; ANAS; Dogana di Napoli; Comune di Lacco Ameno (Decreto del Commissario Prefettizio). Stato Maggiore Marina; Maridipart Napoli. Della richiesta di concessione fu interessato anche l’allora Ministero delta marina mercantile che espresse il proprio nulla osta. La richiesta di concessione fu inoltre pubblicata sul FAL ed agli Albi Pretori dei comuni di Pozzuoli e Casamicciola senza che fossero pervenute opposizioni.

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Allo scadere della concessione la Società Enel produsse regolare istanza di rinnovo che non fu rinnovata: dall’esame degli atti non si rinvengono i motivi del mancato rinnovo. Alla successiva richiesta di rinnovo della concessione per il quadriennio 1997/2000 questa Capitaneria di Porto autorizzò la Sezione Demanio ad approntare gli atti endoprocedimentali per il rilascio alla Società Enel della licenza di concessione per gli anni 1998/2001 al fine di occupare mq.69198 di area demaniale, per il mantenimento del cavo di cui trattasi.

A seguito di formale richiesta di questa Capitaneria di Porto, l‘Enel corrispose il pagamento

dei canoni arretrati per gli anni 1996- 96- 97- 98 - 99 e 2000 per un importo complessivo di lire1.047.684.000, che si andava ad aggiungere al canone già corrisposto per l’anno 1994, pari a lire 236.268.000. Acquisito il regolare pagamento dei canoni pregressi le due licenze dì concessione, già predisposte, la prima, per il periodo 01/01/1994 31/12/1997, la seconda per il periodo dall’01/01/1998 al 31/1212001, non furono rilasciate per motivi dl opportunità in ragione di quanto rappresentato dal Comune di Lacco Ameno che aveva manifestato la viva preoccupazione in ordine ai pericoli derivanti dall’istallazione dei cavi per la salute dei cittadini in relazione al potenziale eventuale inquinamento elettromagnetico.

Per cui questa Capitaneria interessò la ASL NA2 Distretto 57 dandone conoscenza anche al Comune di Lacco Ameno.

Successivamente, l’ASL comunicò che in data 16/10/2000 (comunicazione pervenuta alla competente sezione di questa Capitaneria soltanto in data 12 gennaio 2001) la propria unità operativa aveva effettuato un sopralluogo presso la spiaggia Eliporto redigendo un rapporto di servizio, nel quale veniva affermato che l’eventuale divieto d’uso in ordine a pericoli d’inquinamento elettromagnetico fosse subordinato alle misurazioni dei campi elettromagnetici stessi da parte dello SCIA (non si hanno indicazioni in atti di tale ente, che si può presumere sia stato un organismo di controllo per l’inquinamento ambientale che ha preceduto I’ARPAC).

Attivandosi immediatamente, questa Capitaneria, in data 16/01/2001 interessò, per gli aspetti dì competenza il Comune di Lacco Ameno, l’ASL, l’ARPAC, l’Enel e 1’ufficio Circondariale Marittimo di Ischia, in ragione delle risultanze degli accertamenti eseguiti dall’Unità Operativa dell’ ASL In data 16/10/2000.

A seguito di ulteriore comunicazione in data 06.03.2001 interessò gli organismi coinvolti, speciflcando:

l’esistenza del rapporto concessorio con l’Enel, la cui efficacia veniva subordinata ad

ogni eventuale provvedimento autorizzativo da rilasciarsi a cura di quegli organismi la cui legge demanda diretta competenza nella materia oggetto della fattispecie;

la differenzazione, in materia demaniale marittima, tra occupazione di suolo demaniale ed esercizio della concessione, richiedendo agli Enti preposti alla tutela dei beni coinvolti (salute pubblica) di esprimersi per quanto di specifica attribuzione, al fine di valutare l’eventuale, necessario e successivo adeguamento degli atti amministrativi da porsi in materia demaniale marittima.

Per completezza si evidenzia come anche il W.W.F — Sezione di Ischia e Procida si sia

inserito, nella questione chiedendo. in data 16.01.2001 di conoscere se la concessione rilasciata all’Enel fosse all’epoca ancora attuale: richiesta debitamente riscontrata.

Lo stesso W.W.F. successivamente richiese anche di prendere visione degli atti ottenendo pronta risposta da questa Capitaneria con la comunicazione con la quale venivano indicate le modalità di accesso.

Si precisa altresì che di tale vicenda si è interessata, nell’anno 2001, anche la Procura regionale della Corte dei Conti, alla quale questa Capitaneria ha riferito con nota D/19512/1964, in data 31 maggio 2001.

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Sul comportamento tenuto dalla Capitaneria di porto di Napoli in merito alIa vicenda di cui trattasi non si è potuto censurare nulla e ciò nonostante fastidiose pressioni esercitate dalle citate associazioni ambientaliste in quanto l’azione amministrativa e di controllo della stessa esercitata è stata sempre conforme alla legge ed alle disposizioni ministeriali, nella fattispecie in ottemperanza anche alla Circolare del Ministero delle marina mercantile N 5170540 daI I marzo 1994 nella quale si evidenzia che la mancanza de titolo concessorio, in presenze — comunque — di atti significativi della volontà dell’amministrazione medesima di mantenere in vita il rapporto concessorio, non determini lo status di abusivo del concessionario il quale abbia posto in essere tutte quelle azioni tese al mantenimento del rapporto, non estrinsecato — poi — nei rilascio dei titoli, per colpa non attribulbile allo stesso. La circolare come particolare esempio di atti significativi della volontà dell’amministrazione richiama l’emissione dell’ordine di introito, regolarmente emesso nel caso in esame.

Per completare la ricostruzione storica dei fatti si riferisce che la scrivente ha interessato nel giugno del 2001, anche l’Avvocatura distrettuale dello Stato per ottenere un parere sul prosieguo dell’azione amministrative per la regolarizzazione amministrativa di un rapporto di fatto esistente, ferme restando le autorizzazioni necessarie all’esercizio dell’impianto da rilasciarsi da altre amministrazioni istituzionalmente competenti.

L’organo legale, condividendo l’orientamento manifestato dalle scrivente, suggeriva in via cautelativa, prima del rilascio delta concessione, di acquisire il parere favorevole dell’ASL in ordine ai paventati pericoli di inquinamento elettromagnetico.

L’ASL, prontamente interessata, subordinava il proprio parere ai valori di elettrosmog che I’ARPAC avrebbe dovuto rilevare.

Pertanto questa Capitaneria provvedeva ad interessare anche l’ARPAC per i necessari controlli.

Nelle more di un riscontro da parte dell’ARPAC, prendeva corpo il trasferimento delle competenze dallo Stato alle Regioni (e poi ai Comuni) delle funzioni relative al rilascio delle concessioni demaniali marittime (decreto legislativo 31 marzo I 99 n. 112; decreto legisietivo 30 aprile I 99. n. 96; legge 16 marzo 20Cl, n. 66) per cui la pratica di cui trattasi fu trasmessa alla Regione Campania.

Attualmente la pratica per il rilascio della concessione in parola è in corso di regolarizzazione da parte dei Comuni di Casamicciola e Pozzuoli, ciascuno per la parte di territorio di competenza.

All’attualità risulta che il Comune di Casamicciola con nota, che si allega in copia, ha sollecitato gli Enti, che non si sono ancora espressi, al fine dì acquisire Il parere di propria competenza in merito al rinnovo della citata concessione.

Per completezza d’nformazione si riferisce che in data 04.06.2008 presso i locali della

Proteziore Civile della Prefettura di Napoli si è tenuta una riunione di coordinamento afferente il presunto danno ambientale in località Lacco Ameno.

Nel corso della riunione In parola, alla quale ha partecipato il dipendente Ufficio Circondarlale Marittimo di Ischia, gli Enti interessati hanno concordato l’esecuzione di un sopralluogo presso la stazione di pompaggio dì Lacco Ameno, al fine di effettuare il prelievo da una delle quattro condotte, che non risulta essere stata danneggiata, dei campioni di fluido onde accertare l’effettiva esistenza di oli PCB all’interno delle condotte in oggetto.

Tale eccertameno le cui risultanze non sono state ancora rese note dalI’Arpac, è stato effettuato in data 10.07.2008.

Da ultimo, sì informa che con nota, qui pervenuta il 23 giugno scorso, l’Enel ha ribadito che nessun inquinamento si è verificato in seguito al danno accidentalmente subito dalla condotta elettrica nel giugno della scorso anno e pertanto non era tenuta ad effettuare nessun intervento di messa In sicurezza, confermando quanto già riferito ai Prefetto di Napoli ed al Ministero

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dell’Ambiente con precedente nota del novembre 2007 in cui la stessa Società ha evidenziato che i fluidi contenuti nei cavi non sono ritenuti nè tossici nè nocivi.

IL COMANDANTE C.A. (CP) Alberto Stefanini

COMUNE DI CASAMICCIOLA TERME Prov. Di Napoli

Stazione di Cura, Soggiorno e Turismo AREA IV

Edilizia Privata – Demanio

Al Consorzio

Regno di Nettuno Presso Comune di Forio

FORIO

All’Agenzia Regionale Protezione Ambientale Campania (ARPAC)

NAPOL1

Alla Regione Campania Area Generale

Settore tutela dell’Ambiente NAPOLI

All’Ufficio Circondariale Marittimo di

Ischia I

All’Agenzia delle Dogane NAPOLI

Alla Giunta Comunale

SEDE

All’ENEL Distribuzione Dipartimento Territoriale

Rete Campania Sviluppo Rete

Napoli

Oggetto: Casamicciola Terme. Richiesta di concessione per mantenimento collegamento in cavo a 150 Kv dall’Enel per il tratto di competenza del Comune.

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Pros. Nota al protocollo n. 02 del O2/01/20008. Con istanza al protocollo n° 15801 del 28/11/2007 la Soc. Enel ha richiesto una concessione pert il mantenimento in collegamentio in cavo a 150 Kv per il tratto di copmpetenza del Comune, coma da documento già trasmesso.

COMUNE DI CASAMICCIOLA TERME

Prov. Di Napoli Stazione di Cura, Soggiorno e Turismo

AREA IV Edilizia Privata – Demanio

L’avvio della fase istruttoria, in base alle caratteristiche dell’insediamentio, di cui alla nota in prosecuzione ha portato all’acquisizione dei seguenti pareri:

1) Capitaneria di Porto – favorevole

Risultano non ancora pervenuti i pareri dei seguenti Enti: ARPAC Napoli, Regione Campania, Agenzia delle Dogane, CircoMare Ischia e Giunta Municipale.

Inoltre ai sensi dell’art.10 del DM 27 dicembre 2007 (G.U. n.85 del 10/4/2008) necessita

acquisire l’assenso (parere ovvero concerto) del soggetto gestore dell’Area marina protetta “Regno di Nettuno”.

E’ stata già effettuata la pubblicazione della domanda, anche ai sensi dell’art.18 del Reg. C.N. ed art.8 della L. n.241/90, senza opposizioni ovvero domande concorrenti.

Si sollecitano gli enti in indirizzo, che non hanno ancorta dato riscontrio alla richiesta di parere, ciascuno per la propria competenza, di esprimersi con urgenza.

La presente copmunuicazione ha lo scopo di informazione circa il procedimento amministrativo da parte dell’Ente, in cui è parte in causa la ditta in indirizzo.

Questo procedimento riguarda una richiesta di concessione ricadente nel Comune di Casamicciola Terme.

Al Consorzio Regno di Nettuno, ai fini della espressione del parere richiesto, si trasmettono:

Istanza prot.15801 del 28/11/2007; Elenco della documentazione prodotta; Mod. Domanda “D1”; Dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà relativa ai carichi pendenti;

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Copia Concessione Demaniale Marittima n.113 del 14/06/1994; Relazione tecnica; Stralcio aerofotogrammetrico; Planimetria Catastale; Stralcio Cartografico Tecnico S.I.D.; Planimetria con i punti di riferimento delle aree oggetto di concessione; Carta Nautica con indicazione del tracciato cavi; Carta batimetria con indicazione del tracciato cavi e dei punti di riferimento.

L’Amministrazione competente è il Comune di Casamicciola Terme – Area IV L’Ufficio in cui si può prendere visione degli atti è l’Ufficio Demania dell’Area IV

Il Responsabile del Servizio Ing. Ferdinando Formisano

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Napoli, 7 novembre 2008 Pt. n. 247 Interrogazione urgente a risposta scritta all’Assessore all’Urbanistica e Politiche del Territorio, all’Assessore alla Difesa del Suolo, Parchi e Riserve Naturali ed alla Protezione Civile. Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere della Regione Campania, premesso che: i Campi Flegrei, singolare comprensorio urbanistico costituito dai quattro quartieri occidentali di Napoli (Fuorigrotta, Bagnoli, Soccavo e Pianura) e le città di Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida e Quarto, nonostante la forte antropizzazione, riesce ancora a stupirci per la mirabile commistione di scenari paesaggistici di rara bellezza e per la presenza di numerose ed antiche vestigia della civiltà greco-romana; non occorre essere attenti osservatori per rendersi conto della mutazione in negativo e progressiva dell’ambiente naturale flegreo. La distruzione del contrasto cromatico che da secoli caratterizzava questi luoghi e che si sostanziava nelle molteplici sfumature del verde della vegetazione mediterranea, delle tonalità del giallo del tufo e dei materiali piroclastici, dell’azzurro del mare e del cielo è di fatto compiuta. la mancata pianificazione urbanistica e, soprattutto, l’incontrastato abusivismo edilizio hanno fatto si che il cemento dilagasse dappertutto dando vita ad un’edilizia scialba e disordinata che ha finito col cancellare le antiche e bianche architetture dalle volte a botte e a far innalzare gli indici demografici a livelli assolutamente intollerabili. Tale degrado paradossalmente, costituisce per le lobbies politico-affaristiche l’alibi credibile per un rinnovato impegno nella “valorizzazione” di quest’area; con il determinante sostegno della Regione Campania e delle amministrazioni locali, infatti, si vanno configurando numerosi interventi di “valorizzazione” che determineranno nei fatti una ulteriore ed incredibile distruzione dell’ambiente naturale e l’asfissia del patrimonio archeologico dei Campi Flegrei. Per la piena comprensione di tale aberrante fenomeno basterebbe rileggere le illuminanti pagine scritte da Antonio Cederna appena qualche tempo fa; la “riqualificazione” che verrà dell’ex area industriale di Bagnoli, le ipotesi di recupero del centro storico e del “waterfront” di Pozzuoli, la riduzione del parco archeologico a mero scenario per manifestazioni musicali, la costruzione della “Città del turismo” a Bacoli non lasciano spazio ad ottimistiche previsioni. Lungi dal ridurre la pressione antropica, dal valorizzare le testimonianze archeologiche, dall’ampliare le aree naturali, questi interventi – tra l’altro finanziati generosamente dalla Regione Campania e molto enfatizzati dalla stampa - puntano essenzialmente alla realizzazione di profitti di esclusiva natura economica per pochi intimi;

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al peggio – come recita un vecchio adagio popolare – non è stata mai posta la parola fine. Nel comprensorio flegreo ricadono, infatti, la discarica per i rifiuti solidi urbani di Contrada di Pisani, quella di Villaricca in località Scalzapecora ed una miriade di sversatoi illegali la cui presenza emergenze casualmente marcando il territorio a macchia di leopardo. L’ultima scoperta in tal senso riguarda una discarica fuorilegge realizzata in Via Don Giustino Russolillo a Quarto in una cava abbandonata. In essa, in una arco di tempo non inferiore ai tre lustri, è stato abbandonato un po’ di tutto: dai comuni rifiuti urbani a quelli voluminosi e speciali (amianto-eternit) dell’edilizia, stratificati in una massa tossica e disomogenea di ben quattro metri di altezza; la casuale scoperta della discarica eletta a sede di una non improbabile costruzione abusiva ad uso abitativo (come dimostrano le palificazioni di fondazione rinvenute) ha riproposto il meccanismo perverso che sta producendo la cementificazione selvaggia dei fianchi dei rilievi collinari flegrei e delle aree dell’ex discariche come nel caso di quella di Contrada Pisani a Pianura: la mutazione arbitraria della funzione d’uso del territorio. Qualche tempo fa, infatti, al Comune di Quarto Flegreo, era pervenuta una richiesta per sistemare un terreno a terrazze in Via Don Giustino Russolillo. L’accoglimento di tale richiesta avrebbe consentito la costruzione di un’agevole strada di accesso alla struttura agricola per l’allevamento di animali di bassa corte e di raccordo con i fondi circostanti. Ovviamente, inutile sottolinearlo, ad una recente ricognizione dei vigili è saltata subito agli occhi l’inesistenza di qualsiasi allevamento agricolo anche se sul suolo si notavano i resti delle gabbie inutilizzate da tempo. Il Ministero dell’Ambiente e del Territorio e del Mare con uno specifico Decreto Legge, ai sensi della normativa vigente, ha dichiarato l’area dell’ex discarica di Contrada Pisani in località “Pianura”, sito di bonifica di interesse nazionale; Interroga pertanto l’Assessore all’Urbanistica e Politiche del Territorio, l’Assessore alla Difesa del Suolo, Parchi e Riserve Naturali ed alla Protezione Civile per conoscere se:

1. allo stato sia stato avviato un monitoraggio dell’area del Parco Regionale dei Campi Flegrei e del territorio occidentale del Parco Metropolitano delle Colline di Napoli per l’individuazione di tutte le discariche illegali esistenti;

2. se siano stati identificati i responsabili dell’inquinamento dei terreni agricoli

ubicati in Via Don Giustino Russolillo a Quarto e, soprattutto, se siano state intraprese le urgenti e imprescindibili opere di bonifica del sito posto sotto sequestro dall’antiabusivismo del Comune flegreo;

3. sia stato avviato un credibile piano di abbattimento – come previsto dalle

vigenti leggi in materia di antiabusivismo - dei manufatti edilizi illegali realizzati o in via di realizzazione nei territori del Parco Regionale dei Campi Flegrei ed in quello del Parco Metropolitano delle Colline di Napoli.

4. Quali iniziative al momento esistano per inglobare le superfici inquinate

dalle discariche di rifiuti di provenienza illecita fin qui individuate in un piano di bonifica globale a difesa del territorio e delle popolazioni residenti nei perimetri dei due parchi citati.

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RRII SSPPOOSSTTAA

Assessorato alle Politiche Ambientali, Ciclo Integrato delle Acque, Difesa del suolo, Parchi e Riserve Naturali, Protezione Civile ]L’Assessore Consiglio Regionale della Campania Prot. Gen. 2009.0000999/A DeI 26/01/ 2009 10.01.06

All’A.G.C. Gabinetto dcl Presidente della Giunta Regionale Alla Presidenza del Consiglio Regionale

Oggetto: Interrogazione a risposta scritta a firma del Consigliere Regionale On. Pietro Diodato concernente: “Area del Parco Regionale dei Campi Flegrei e del territorio occidentale del Parco Metropolitano delle Colline di Napoli” (R.G. n. 1136)

Si trasmette la nota prot. 0051464 del 21 gennaio 2009, con allegati, a firma del Coordinatore dell’‘A.G.C. 05 “Ecologia, Tutela dell’Ambiente, Disinquinamento, Protezione Civile” di riscontro all’interrogazione in oggetto indicata.

Walter Ganapini

Giunta Regionale della Campania Area Generale di Coordinamento Ecologia, Tutela Ambientale, Disinquinamento, Protezione Civile Settore Tutela dell’Ambiente

All’Assessore all’Ambiente della Regione Campania

e p.c. All’AGC Gabinetto del Presidente della Giunta Regionale

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Oggetto: Interrogazione a firma del Consigliere Regionale Pietro Diodato concernente: “Area del parco Regionale dei Campi Flegrei e del territorio occidentale del Parco Metropolitano delle Colline di Napoli”. (RG. N. 1136).

In riscontro dell’interrogazione in oggetto, acquisita al protocollo 4539/SP del 11/12/2008 di codesto Assessorato, si trasmette la nota prot. n. 534 del 13/01/2009 dell’A.R.P.A.C., acquisita al prot. n. 0027376 dcl 13/01/2009, e la nota prot. 249 del 13/01/2009 del Commissario di Governo per Le Bonifiche e la Tutela delle Acque nella Regione Campania, acquisita al prot n° 0031765 del 14/01/2009.

Dr. Luigi Rauci

ARPAC

Alla Giunta Regionale della Campania Al Coordinatore A,G.C. 05—Settore Ecologia Dott. Luigi Rauci e p.c. Al Commissario di Governo Emergenze Bonifiche e Tutela della Acque in Campania All’Ente Parco Regionale Campi Flegrei Alla Giunta Regionale della Campania

All’A.G.C. Gabinetto del Presidente della Giunta Regionale della Campania

Oggetto Vs. nota prot. 2008.l062678 del 19.12.2008.

In riferimento alla nota indicata in oggetto con la quale codesta A.G.C. 05 richiedeva notizie inerenti l’interrogazione a firma del Consigliere Regionale Pietro Diodato concernente “Area del Parco Regionale dei Campi Flegrei e del territorio occidentale del Parco Metropolitano delle Colline di Napoli”, si rappresenta quanto segue:

il territorio del Parco Regionale dei Campi Flegrei è ricompreso all’interno del Sito di Interesse Nazionale del Litorale Domitio Fiegreo ed Agro Aversano. Per l’intera area, come è noto,

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nell’ambito degli interventi POR Campania 2000-2006, Misura 1.8, Ord. N. 233/04 del Commissario di Governo per l’Emergenza Bonifiche e Tutela delle Acque nella Regione Campania, questa Agenzia ha proceduto a realizzare l’intervento di sub-perimetrazione, il cui documento finale è stato trasmesso a codesta A.G.C.

Nell’ambito dell’intervento sono state pertanto censite e georeferenziati tutti i siti potenzialmente ìnquinati, ivi inclusi abbandoni di rifiuti e discariche abusive.

Attualmente è in corso un’ulteriore revisione nell’ambito dell’aggiornamento del Piano Regionale di Bonifica.

Si rappresenta inoltre che con D.M. 11.04.08 è stato individuato e perimetrato il Sito di Interesse Nazionale di Pianura, che comprende, all’interno del suo perimetro, anche le discariche di Contrada Pisani.

Per l’intero SIN è già stato predisposto da ARPAC il Piano di Caratterizzazione che è stato approvato dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e dai Mare in Conferenza di Servizi.

L’esecuzione del Piano è stata affidata dal MATTM alla Sogesid Sp.A. per i rilievi geofisici e l’esecuzione dei sondaggi, mentre tutta la parte analitica sarà effettuata da ARPAC.

Distinti saluti

Il Direttore Generale Ing. Luciano Capobianco

IL COMMISSARIO DI GOVERNO PER LE BONIFICHE Il Vice Commissario Ufficio Bonifiche2.4/ V.P. BO 2,4IVP

Al Comune di QUARTO (NA)

Alla Provincia di NAPOLI Area Ambiente

All’ARPAC Dipartimento di

NAPOLI

E p.c. Alla Regione Campania Settore Provinciale di

Napoli

Regione Campania AGC Ecologia e Tutela dell’Ambiente

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Consiglio Regionale della Campania

(Reg.Gen. 1136/1) Oggetto: Interrogazione urgente a risposta scritta all’Assessore all’Urbanistica e Politiche del Territorio, all’Assessore alla Difesa dei Suolo, Parchi e Riserve Naturali ed alla Protezione Civile.

Con riferimento all’interrogazione del Consigliere Diodato di pari oggetto trasmessa alla

scrivente Struttura Commissariale dall’AGC Ecologia e Ambiente con nota prot. n. 13090 del 22.12.08, si Comunica, che allo stato, relativamente ai sito ubicato In una ex cava abbandonata In Via Don Giustino Russollo a Quarto non ha alcuna conoscenza dalla presenza di sito inquinato; pertanto si chiede ai Comune di Quarto dl notiziare circa lo stato dei luoghi, e le azioni intraprese per la eventuale messa In Sicurezza emergenziale.

All’ARPAC si rappresenta la necessità dl effettuare un apposito sopralluogo, a valle del dissequestro da richiedere all’antiabusivismo del Comune di Quarto, per verificare lo stato dei luoghi verificando le quantità e la qualità seppure a vista, dei rifiuti presénti.

Si resta In attesa di riscontro in merito.

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Napoli, 3 dicembre 2008 pt.n. 286 INTERROGAZIONE URGENTE A RISPOSTA SCRITTA ALL’ASSESSORE ALL’AMBIENTE E ALL’ASSESSORE ALL’AGRICOLTURA DELLA REGIONE CAMPANIA. Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere della Regione Campania premesso che:

l’articolo 93 del D.Lgs n.152 del 3 aprile 2006 recante "Norme in materia ambientale" prescriveva con le stesse modalità previste all’art.92 (zone vulnerabili dai nitrati di origine agricola) che le Regioni e le Autorità di Bacino verificassero la presenza nel territorio di competenza – nel nostro caso, la Regione Campania – le aree soggette o minacciate da fenomeni di degrado del suolo e le designassero quali zone vulnerabili da prodotti fitosanitari;

la stessa legge all’art. 92 comma 4 stabiliva che questi sarebbero dovuti essere redatti entro 180 giorni dalla data di entrata in vigore della parte III della stessa legge;

a tutt’oggi, invece, risulterebbe che questo Piano d’azione per le Zone vulnerabili ai prodotti

fitosanitari non sia stato ancora redatto. Interroga pertanto l’Assessore all’Ambiente e l’Assessore all’Agricoltura per conoscere se

l’eventuale omissione sia frutto di un’attenta ed ottimistica valutazione della situazione ambientale, aliena da quella arcinota congerie di rischi alla salute umana ed all’ambiente stesso che si creano nei campi – cause ed effetti ripresentati con puntualità dalle denunce dell’inchiesta televisiva Report (30.11.2008) - o ci troviamo di fronte ad un ennesimo e gravissimo – data la materia - caso d’inadempienza della Regione Campania.

RRII SSPPOOSSTTAA Giunta Regionale della Campania Area Generale di Coordinamento Ecologia, Tutela Ambiente e Disinquinamento Settore “Ciclo Integrato delle Acque”

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OGGETTO: interrogazioni a risposta scritta a firma del Consigliere Regionale Pietro Diodato concernente; “Uso di pesticidi nell ‘agricoltura” (R.G. n.1163). “Piano d’azione per le zone vulnerabili ai prodotti fìtosanitari” (R.G. n. 1155). Riscontro nota n. 51206 del 21/01/2009 di pari oggetto.

Con la nota di cui all’oggetto è stato chiesto al CIA di fornire dettagliate notizie circa le

situazioni evidenziate nelle interrogazioni allegate alla citata nota, al fine di fornire adeguate risposte al Consigliere interrogante (on. Diodato).

Nello specifico, dei quesiti posti solo alcuni appaiono di competenza del CIA ed è su questi che lo scrivente Settore ha concentrato la propria attenzione rappresentando di seguito le informazioni nella propria disponibilità.

In relazione all’ interrogazione RG. n. 1155, per la parte di competenza del Settore CIA, si evidenzia quanto segue:

Al) le aree soggette o minacciate da fenomeni di degrado del suolo a cui si fa riferimento sembrano corrispondere alle “aree soggette o minacciate dafeno,nerzi di siccità, degrado del suolo e processi di desertificazione” di cui al comma 2 dell’art.93 del Dlgs 152/2006 e ss.mm.ii, e nulla hanno a che fare con le aree vulnerabili ai prodotti fitosanitari richiamate al comma I del medesimo articolo del Dlgs 152/2006;

A2) la redazione di un Piano d’Azione per le Zone vulnerabili ai prodotti fitosanitarì richiamato nell’interrogazione non costituisce un’adempimento normativo dell’art. 92 né di nessun altro articolo del Dlgs 152/2006 e ss.nim.ii. o di altra normativa statale attualmente vigente. Il citato art.92, al contrario, prescrive l’obbligo per le Regioni di definire o rivedere i programmi d’azione obbligatori per la tutela e il risanamento delle acque dall’inquinamento causato da nitrati di origine agricola;

A3) la Regione Campania, con DOR n. 1220/2007, ha adottato il ‘Piano di Tutela delle acque” (PTA di seguito) nel quale è stata formulata una delimitazione delle “Zone vulnerabili da prodotti fitosanitari” come prescritto dal Dlgs 152/99 prima e dal Dlgs 152/2006 successivamente. Attualmente ai fini dell’approvazione del citato PTA è operante il Gruppo di Lavoro costituito ai sensi del punto 3 della DGR 1220/2007, che ha proposto, tra le attività per l’aggiornamento e l’adeguamento del PTA resesi necessarie per la sua approvazione anche alla luce delle modifiche del quadro normativo di riferimento intervenute nel frattempo, la ridefinizione delle Zone vulnerabili da presidi fìtosanitari sulla base dell’aggiornamento del quadro conoscitivo nonché la predisposizione delle misure e norme di salvaguardia.

Con riferimento all’interrogazione RG. n. 1163, per quanto di competenza del Settore CIA, si rappresenta quanto segue: B1) si rimanda al precedente punto A2) per quanto riguarda il riferimento all’emanazione del Piano d’Azione per le zone vulnerabili ai prodotti fitosanitari di cui al punto 7. dell’interrogazione; B2) in relazione all’adozione del Regolamento sull’utilizzo dei fìtofarmaci in prossimità degli abitati e nelle aziende agricole di cui al punto 7. dell’interrogazione, dalle informazioni nella disponibilità dello scrivente Settore non risulta che tale adempimento sia imposto da un obbligo normativo cogente per le Regioni e/o per le Province e/o per i Comuni. Nello specifico trattasi di un Regolamento adottato da diversi Comuni italiani con il quale si è inteso normare la preparazione e

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l’utilizzazione dei presidi fitosanitari dettando regole comportamentali e strumenti, nel rispetto della normativa di settore, la cui osservanza risponde alle esigenze dei cittadini in materia di tutela della salute. L’approvazione di tali regolamenti, quindi, rappresenta una opportunità, e non un obbligo normativo, che alcune giunte comunali hanno ritenuto utile cogliere al fine di assicurare ai cittadini un livello più elevato di tutela della salute umana. Infine, in merito alla normativa di settore, si informa che il Parlamento europeo, durante la sessione plenaria del 12 gennaio 2009, ha approvato un maxi-emendamento di compromesso in merito a una direttiva che istituisce un quadro per realizzare un uso sostenibile dei pesticidi riducendone i rischi e gli impatti sulla salute umana e sull’ambiente e promuovendo l’uso della difesa integrata e di approcci o tecniche alternativi, quali le alternative non chimiche ai pesticidi. il provvedimento dovrà essere applicato due anni dopo la sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Ue (inizio 2011). La direttiva prevede una serie di obblighi a carico degli Stati Membri, tra cui anche I ‘adozione di piani d’azione nazionali, entro cinque anni dall’entrata in vigore, per definire i propri obiettivi quantitativi, le misure e i tempi per la riduzione dei rischi e degli impatti dell’utilizzo dei pesticidi sulla salute umana e sull’ambiente e per incoraggiare lo sviluppo e l’introduzione della difesa integrata e di approcci o tecniche alternativi «al fine di ridurre la dipendenza dall’utilizzo di pesticidi». Riguardo invece l’autorizzazione e la commercializzazione dei pesticidi la Plenaria ha approvato un maxi-emendamento di compromesso per attualizzare la direttiva europea del 1991 relativa all’autorizzazione, all’immissione sul mercato, all’impiego e al controllo dei prodotti fitosanitari. Le procedure di autorizzazione applicate ai nuovi prodotti sono riviste al fine di rafforzare la protezione dell’ambiente e della salute umana e animale, stimolando allo stesso tempo la concorrenza tra i produttori. E’ anche precisato che agli Stati membri non si impedisce di applicare il principio di precauzione quando sul piano scientifico vi siano incertezze quanto ai rischi che i prodotti fitosanitari che devono essere autorizzati nel loro territorio comportano per la salute umana e animale o l’ambiente. I pesticidi più pericolosi saranno eliminati progressivamente su un periodo di dieci anni, con talune deroghe.

il Dirigente del Settore Ing. Pasquale Fontana

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Napoli, 10 dicembre 2008 pt. n. 290

INTERROGAZIONE URGENTE A RISPOSTA SCRITTA AGLI ASSESSORI ALLA SANITA’, ALL’AMBIENTE, ALL’AGR ICOLTURA Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere della Regione Campania, premesso che:

in Italia l’uso dei pesticidi nell’agricoltura è ancora molto elevato con due importanti conseguenze: una sul cibo che finisce sulle nostre tavole, l’altra sull’aria che respiriamo.

Secondo i dati pubblicati dall’Agenzia Europea per l’Ambiente (European Environment Agency) la quantità di pesticidi utilizzati nell’agricoltura in Italia è superiore a quella utilizzata complessivamente in Germana e nel Regno Unito.

Sono valori importanti e la Campania, con i suoi circa 600.000 ettari di superficie agricola utilizzabile (SAU), fornisce il suo notevole contributo a raggiungere l’enorme cifra nazionale. L’impatto sulla salute sul singolo e sulla collettività di questo massiccio utilizzo di sostanze chimiche in agricoltura non è ancora ben conosciuto, ma studi recenti sui possibili effetti, soprattutto sui bambini, dovrebbero spingere quantomeno verso un atteggiamento prudenziale nel loro utilizzo.

La normativa nazionale, vecchia di trent’anni, prevede che i residui di pesticidi sui prodotti ortofrutticoli siano controllati dai laboratori di ricerca sulla base di limiti calcolati sulla loro pericolosità rispetto all’organismo umano adulto. La normativa non tiene conto della compresenza di più principi attivi (multiresiduo) negli alimenti, e, soprattutto, avendo per riferimento la tossicità su un adulto di 60 kg, non tiene conto che i bambini in relazione alla massa corporea, mangiano più di un adulto ed in particolare consumano alimenti a più elevato rischio di residui di pesticidi, come succhi di frutta, frutta fresca e ortaggi. Sono significativi in proposito i risultati di uno studio effettuato dall’Università di Siena che ha preso in considerazione l’esposizione dei bambini ai pesticidi: è risultata evidente la maggiore concentrazione di metaboliti alchilfosfati nei bambini rispetto agli adulti che vivono nella stessa zona. Analoghi risultati sono emersi da studi effettuati negli Stati Uniti.

Nella più completa ignoranza del principio di precauzione (adottato e recepito da tutti i membri della Comunità Europea), dunque, oltre a consentire l'impiego di sostanze come per esempio il captan, il dimetoato, il metidation o il procimidone e il vinclozolin, tutte indicate dall'EPA (Environmental Protection Agency) come possibili cancerogeni, la nostra legge non tiene minimamente conto dei rischi legati alla compresenza di più sostanze nella frutta e nella verdura. Gli effetti sulla salute umana della miscela di pesticidi impiegati in agricoltura rimangono un'incognita contro la quale non è prevista tutela. È il caso anche dei rischi associati all'impiego di fungicidi, e in particolare dei fungicidi ditiocarbammati (ethylene-bis-dithiocarbamates, EBDC),

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tipo Mancozeb e Maneb, che studi condotti presso il famoso ed indipendente Istituto B. Ramazzini di Bologna affermano essere fortemente cancerogeni per l’uomo incentivando in particolar modo leucemie, epatocarcinomi, tumori mammarii.

Nonostante i limiti delle ricerche tossicologiche effettuate secondo i parametri della legislazione nazionale, su 381 campioni di frutta e verdura analizzati in Campania nel 2007 sono stati riscontrati 10 campioni irregolari, contenenti sostanze vietate o in concentrazioni troppo elevate (2 campioni nelle verdure irregolari al principio attivo Fenarimol nel peperone, e nei cereali invece al Clorpirifos e al Pirimifos metile. Nella frutta 8 campioni irregolari ai principi attivi Clorpirifos e Fenitrotion. Numerosi i casi di multiresiduo in particolare nelle zucchine, mele, pere e pesche. In questi i principi attivi più ricorrenti sono ancora il Clorpirifos e poi il Procimidone. Nei prodotti derivati risulta particolarmente importante il caso degli oli d’oliva con presenza di multiresiduo pari al 70%), 69 regolari, ma con residui di un solo pesticida al di sotto della soglia prevista dalla legge, 57 regolari, ma con residui di più pesticidi e solo 245 casi regolari senza alcun residuo di pesticidi (dati ARPAC - Dipartimento Provinciale di Napoli, 2007).

Nel confronto con i risultati delle analisi effettuate nelle altre regioni d’Italia emerge che la

Campania, con il suo 11,4 % di campioni irregolari, si trova al terzultimo posto, seguito solo dall’Emilia Romagna e dalla Lombardia. Ma se il confronto con i dati delle altre Regioni può essere viziato dal numero dei campioni analizzati e dal numero dei principi attivi ricercati, che non sono sempre uguali nelle varie regioni, resta il dato allarmante che solo il 64 % dei campioni di frutta e verdura analizzati in Campania nel 2007 sono risultati senza residui di principi attivi utilizzati nella produzione di pesticidi.

Purtroppo però molti campani rischiano di assorbire sostanze tossiche utilizzate in agricoltura non solo mangiando frutta e verdura contaminata (di produzione interna ed estera), ma anche in modo diretto.

Due sono le categorie esposte a maggiori rischi: gli agricoltori e coloro che operano nel settore agricolo e la popolazione che vive in prossimità di zone coltivate. Se gli agricoltori e gli operatori del settore agricolo hanno, o almeno dovrebbero avere, le conoscenze e gli strumenti tecnici per ridurre i rischi, chi vive in prossimità di zone coltivate raramente è informato e adeguatamente protetto contro questi rischi. In alcuni comuni sono vigenti dei regolamenti sull’utilizzo dei fitofarmaci che tengono conto delle esigenze della popolazione e di quelle dei coltivatori, ma, a parte il fatto che appunto non tutti i comuni sono provvisti di regolamenti efficaci, anche laddove i regolamenti ci sono non sempre sono applicati puntualmente e, soprattutto, non vengono controllati.

A tal proposito vale la pena di ricordare che l’articolo 93 del D.lgs. n. 152 del 3 aprile 2006 recante “Norme in materia ambientale” impegnava la Giunta Regionale ad emanare entro centottanta giorni dall’entrata in vigore del Decreto suddetto un Piano d’Azione per le zone vulnerabili ai prodotti fitosanitari e di conseguenza una regolamentazione sull’utilizzo dei fitofarmaci in prossimità dei centri abitati e nelle aziende agricole.

Del resto non risulterebbe che nella nostra Regione siano state fatte delle ricerche mirate ad individuare l’impatto dei fitofarmaci sulla salute delle persone che abitano vicino a zone coltivate e neppure per verificare se l’assorbimento di fitofarmaci è maggiore nelle persone che abitano in queste zone rispetto agli altri.

Quest’ultima sarebbe una ricerca abbastanza facile da realizzare: a Siena si sono limitati a valutare la presenza di sei metaboliti di pesticidi organo-fosforici nelle urine di 195 bambini di età compresa tra 7-8 anni, accompagnata dalla compilazione di un questionario sullo stile di vita e sulle abitudini alimentari (nel 100% dei bambini si è riscontrata la presenza nelle urine di almeno uno dei sei organo-fosforici analizzati).

Si tratterebbe di fare qualcosa di simile, individuando alcune centinaia di bambini che abitano o frequentano scuole vicine a zone coltivate, sottoporne ad analisi le urine e confrontare i risultati con un pari numero di bambini residenti in zone lontane da quelle coltivate. Se la presenza di metaboliti dei pesticidi non è di per se indicativa di eventi patologici in essere e neppure sufficiente a indicare

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con certezza il maggior rischio di future patologie, il principio della massima prudenza, che dovrebbe sempre valere quando si affrontano questioni inerenti la salute, in particolare quella dei bambini, dovrebbe spingere agli interventi necessari per ridurre al massimo l’utilizzo dei fitofarmaci in prossimità delle zone abitate regolamentandone in ogni caso la pratica con la massima attenzione alla salute della popolazione.

Per tali motivazioni interroga l’Assessore alla Sanità, l’Assessore all’Ambiente e l’Assessore

all’Agricoltura affinché gli sia reso noto:

1. Se sia possibile per la Regione utilizzare criteri più restrittivi nella individuazione dei residui di pesticidi nei prodotti alimentari che tengano conto dei livelli di pericolosità parametrati sui bambini - e non sull’adulto come accade ora - e della presenza contemporanea di più principi attivi (multiresiduo);

2. Quale sia il dato del consumo di pesticidi per ettaro di superficie coltivata, escludendo

boschi e prati, nella Regione Campania;

3. Quale sia il trend nell’ultimo quinquennio nell’utilizzo di fitofarmaci nella Regione Campania;

4. Quali siano i dati eco-tossicologici relativi all’accumulo di residui di pesticidi nei prodotti

alimentari in Campania nell’ultimo quinquennio;

5. Se l’Assessorato alla Sanità con i suoi servizi sanitari possa intraprendere ricerche epidemiologiche volte ad evidenziare eventuali correlazioni positive tra la diffusione di pesticidi in Campania e l’insorgenza di eventuali patologie ascrivibili a tale diffusione e, se tale ricerca é possibile, se c’è la volontà di disporne la realizzazione;

6. Se e quando verrà realizzato uno studio comparativo sulla presenza di metaboliti dei

pesticidi nelle urine della popolazione in generale, e dei bambini in particolare, residenti in prossimità di zone coltivate confrontata con quella della popolazione residente in luoghi lontani dalla zone coltivate al fine di acquisire le informazioni necessarie per eventuali interventi restrittivi nell’utilizzo di fitofarmaci.

7. A che punto siano le procedure relative all’emanazione del Piano d’Azione per le zone

vulnerabili ai prodotti fitosanitari (che sarebbe dovuto essere operativo a norma di legge dal 3 ottobre 2006!) e del Regolamento sull’utilizzo dei fitofarmaci in prossimità degli abitati e nelle aziende agricole.

RRII SSPPOOSSTTAA

- Giunta Regionale della Campania L’Assessore alla Sanità

Al Presidente del Consiglio della Regione Campania

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ep.c. • Al Presidente della Giunta della Regione Campania LORO SEDI Consiglio Regionale della Campania Prot. Gen. 2009.00039561A DeI 16/03/2009 13.5352 Da CR ASEROC Oggetto: Interrogazione a firma del Consigliere Regionale Pietro Diodato relativa all’ “Uso di pesticidi nell’agricoltura) (R.G. n. 1163). Premesso che • l’Assessorato all’Agricoltura con nota n. 122 del 16.01.09 ha inviato una dettagliata relazione (di cui si allega copia) sull’uso dei prodotti fitofarmaci in Campania, fornendo tutti gli elementi di conoscenza necessari per soddisfare le richieste di informazioni avanzate dall’On.le interrogante relativamente ai puntì 1-4 e 7; Considerato che • un segnale positivo per la fissazione dei limiti massimi di residui deì prodotti fitosanitarì sui prodotti alimentari ci è giunto con l’entrata in vigore del Regolamento CE n.396/2006, in base al quale si deve tenere conto della presenza pìù pesticidi nello stesso prodotto e che nella valutazione dei livelli di rischio deve essere presa in considerazione la sensibilità dei bambini all’esposizione a tali prodotti. L’Assessorato alla Sanità, per la problematica concernente l’utilizzo di fitofarmaci e dei possibili effetti sulla salute umana e dei bambini in particolare precisa quanto segue: • alcune categorie di fitofarmaci sono particolarmente a rischio per la salute. Tra questi si segnalano: i carbammati, gli organofosfati, gli organialogenatì. Gli effetti possono essere di natura cancerogena o di interferenza con i sistemi immunitario ed endocrino; rischi associati si riscontrano anche a livello dell’apparato riproduttivo. • La ricerca scientifica da tempo dibatte su questi temi al fine di individuare la reale soglia di pericolosità di queste sostanze e le possibili soluzioni per ridurne l’impatto. Un problema molto dibattuto è , infatti, il nesso causa-effetto tra esposizione ai fitofarmaci e patologia tumorale. Attualmente non si può stabilire con certezza se sia proprio l’esposizione ai fitofarmaci la causa scatenante del tumore, perchè sembra difficile isolare la variabile dell’utilizzo della sostanza da altre cause che possono determinare la malattia. Infine, un aspetto importante sul quale si sta soffermando la ricerca è quello del nesso tra uso di fitofarmaci e malformazioni alla nascita. Gli studi di laboratorio hanno dato in questo senso una risposta positiva, per quanto concerne i test effettuati sugli animali, ma il legame causale nell’uomo sembra essere piuttosto debole. Non ci sono ancora, dati sufficienti per giungere a risposte definitive, in quanto sulla malformazione possono

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influire altre variabili legate alla storia individuale o ad un particolare contesto ambientale. E’ evidente, comunque, che durante la gestazione l’esposizione ai fitofarmaci è assolutamente rischiosa per il feto e per la madre. In quest’ottica, le misure di prevenzione dei rischi derivanti dall’impiego di fitosanitari diventano, dunque, di fondamentale importanza. Un validissimo metodo di prevenzione è l’utilizzo, da parte ad es. dell’operatore agricolo, dei dispositivi di protezione individuali che, però, devono essere usati correttamente, così come pure una adeguata informazione sulle caratteristiche dei prodotti fitosanitari aiuta a correggere comportamenti inadeguati. In ambito legislativo, con il DPR 7 aprile 1999 n. 128 si è cercato di porre Limiti Massimi di Residui per i prodotti destinati all’infanzia. La legge nazionale prevede, infatti, che i prodotti alimentari destinati ai bambini di età inferiore ai 36 mesi presentino residui di antiparassitari in quantità inferiore a 0.001 mg/kg. Così come pure, il consumo di frutta e verdura biologica aiuta i genitori a ridurre in maniera significativa i rischi derivanti dall’uso dei pesticidi sulla salute dei bambini. L’Assessorato alla Sanità è da tempo impegnato nella pianificazione e programmazione dei controlli sui prodotti alimentari e, con l’approvazione della DGR n.2101 del 31/12/2008 relativa al “Piano regionale Integrato dei Controlli ufficiali sulla Sicurezza alimentare, il Benessere degli animali e la Sanità Vegetale” sta dando un significativo impulso alla tematica della Sicurezza alimentare e nutrizionale promuovendo con i Dipartimenti di Prevenzione delle AA.SS.LL. comportamenti alimentari e stili di vita protettivi finalizzati al mantenimento del buono stato di salute dei consumatori. In particolar modo nelle scuole elementari e medie si stanno attuando progetti educativi per favorire l’informazione e la comunicazione sulle tematiche relative alla sicurezza alimentare e alla prevenzione nutrizionale.

Montemarano

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Napoli, 28 gennaio 2009 pt.n. 31 Interrogazione urgente a risposta scritta all’Assessore all’Ambiente Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere della Regione Campania, premesso che: la vicenda dell’inquinamento ambientale da PCB nell’area di Lacco Ameno e Casamicciola a seguito della fuoriuscita di olio da uno dei cavi ad alta tensione ENEL del collegamento sottomarino Cuma-Lacco Ameno sembra non avere soluzione di continuità. Solo per ricordare: la storia prende origine il 14 giugno 2007 quando uno dei cavi elettrici sottomarini dell’Enel venne danneggiato favorendo la fuoriuscita in mare di una gran quantità di olio in pressione; l’ARPAC con nota prot. n.22186 del 24 novembre 2008, infatti, facendo riferimento alle mie interrogazioni - Reg. Gen. 993 e Reg. Gen 0009099 – precisava che alle problematiche sollevate dal sottoscritto con i propri atti ispettivi aveva già fornito gli elementi richiesti alle interrogazioni parlamentari a firma dell’On. Mussolini e dell’On. Mura….(dovrò chiedere a loro???). Inoltre l’Agenzia Regionale per l’Ambiente precisava che al 23.09.2008 era ancora in attesa dei risultati delle analisi effettuati dall’ISPRA. Interroga pertanto l’Assessore all’Ambiente per conoscere:

1. se l’ARPAC sia finalmente entrata in possesso degli esiti delle analisi effettuate dall’ISPRA;

2. se alla luce di tali determinazioni sia al fine possibile dare una risposta definitiva alle

popolazioni di Lacco Ameno e Casamicciola Terme sullo stato del tratto di mare tra i due Comuni e dell’Area Marina Protetta “Regno di Nettuno”.

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Napoli, 28 gennaio 2009 pt. n. 33 Interrogazione urgente a risposta scritta all’Assessore all’Ambiente, Difesa del Suolo e Protezione Civile e all’Assessore ai Trasporti. Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere della Regione Campania, premesso che: Il grave incidente ferroviario verificatosi a Castellammare Terme il 22 gennaio 2009 ha riportato all’attenzione della pubblica opinione l’alto rischio derivante dalla instabilità dei suoli che interessa più o meno accentuatamente, l’intero territorio della penisola sorrentino-amalfitana; la ricorrente ed inaccettabile tesi delle autorità competenti secondo cui le cause dell’incidente andrebbero ascritte all’imponderabilità dell’evento meteorico contrasta con la diffusa conoscenza dell’alto rischio di frane e con l’inconcepibile mancanza delle più elementari norme di sicurezza; su quest’ultimo aspetto si è focalizzata l’attenzione della organizzazioni dei lavoratori della Circumvesuviana le quali, problematicamente, in un loro documento, inviato tra gli altri all’Assessorato ai Trasporti della Regione Campania, chiedono retoricamente: “sarebbe capitato quel che è capitato a) se la Direzione della Circumvesuviana avesse imposto – per precauzione dopo le intense piogge – la marcia a vista (più o meno 10 Km/h) sui tratti di linea più esposti al pericolo di frane?, b) se chi di competenza avesse adottato reti metalliche di protezione per contenere eventuali frane?, c) se la Circumvesuviana al posto di polemizzare con qualche sindacalista sugli orari di lavoro si fosse preoccupata di denunciare a chi competeva la situazione di pericolo presente su quella tratta di linea ferroviaria ed in caso di insensibilità avesse proceduto ad interrompere la circolazione?”; Interroga, pertanto, l’Assessore all’Ambiente, Difesa del Suolo e Protezione Civile e l’Assessore ai Trasporti per conoscere:

a) se sia stata effettuata un’indagine conoscitiva delle condizioni di rischio

idrogeologico della penisola sorrentino-amalfitana e la perimetrazione delle aree in funzione del diverso grado di attenzione al rischio idrogeologico;

b) se siano state progettate opere per la messa in sicurezza di dette aree e lo stato della loro esecuzione;

c) se la direzione della Circumvesuviana abbia predisposto un piano per la sicurezza dell’esercizio ferroviario nelle tratte interessate da un alto rischio idrogeologico;

d) l’eventuale esistenza di un piano d’emergenza predisposto dalla Protezione Civile per la tutela della pubblica incolumità e quella del personale viaggiante nei casi di piogge persistenti a carattere torrenziale nelle aree ad alto potenziale franoso della penisola sorrentino-amalfitana;

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Napoli, 9 febbraio 2009 pt. n. 51 INTERROGAZIONE URGENTE A RISPOSTA SCRITTA ALL’ASSESSORE ALL’AGRICOLTURA.

Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere della Regione Campania, premesso che: - il Dryocosmus kuriphilus Yasumatsu, conosciuto anche come Cinipide galligeno del castagno, è un microimenottero considerato uno degli insetti più dannosi per il genere Castanea Mill; - dall’anno 2003 il D. kuriphilus per l’European and Mediterranean Plant Protection Organization (EPPO) è considerato organismo da quarantena; - i danni che compie l’insetto sono molto evidenti provocando, alle piante infestate, la formazione di galle di varie forme e dimensioni, a carico di gemme, foglie e amenti del castagno; - un forte attacco di quest’insetto può determinare un consistente calo della produzione, una riduzione dello sviluppo vegetativo e un forte deperimento delle piante colpite; - il Cinipide è segnalato in Italia dal 2002 in Piemonte (Provincia di Cuneo), dal 2005 nel Lazio, Abruzzo e Toscana, dal 2006 in Lombardia e Liguria, dal 2007 in Sardegna, Veneto e Provincia Autonoma di Trento, dal 2008 in Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Provincia Autonoma di Bolzano; - il temibile Cinipide è presente in Campania dal 9 maggio del 2005 con prima segnalazione nella località Serino (AV) monti Picentini e non, contrariamente a quanto sembrerebbe sostenere il Servizio Fitosanitario Regionale, dal 2008. D’altronde nello stesso allegato della Delibera n. 282 - Area Generale di Coordinamento N. 11 - Sviluppo Attività Settore Primario – “Programma degli interventi regionali in materia di sperimentazione, informazione, ricerca e consulenza in agricoltura per l’anno 2006” si afferma testualmente: «Progetto speciale per il controllo del cinipide galligeno del castagno (Dryocosmus kuriphilus) - II ANNO - Nel 2006 proseguirà l’attività intrapresa per il controllo di questo fitofago di recente introduzione nella nostra regione. Continuerà pertanto il monitoraggio in campo mediante le ASFR (Aree di Sorveglianza Fitosanitaria Rinforzata) per evidenziare la presenza di infestazioni in campo. A questa verrà associata l’azione divulgativa che ha la funzione di informare i castanicoltori sulla dannosità dell’insetto, sui rischi rappresentati dall’utilizzo di materiale infetto e sulla necessità di segnalarne la presenza al Servizio Fitosanitario Regionale. fabbisogno finanziario: € 5.000,00 (che esagerazione! n.d.r.)»; - la produzione castanicola nazionale in Italia è di circa 800.000 quintali annui e la Campania con i suoi 411.000 quintali rappresenta più della metà della produzione castanicola totale nazionale; - la superficie castanicola da frutto della Regione Campania è pari a circa 15.000 ettari con più di 13.000 aziende agricole che operano nel settore, rappresentando di fatto una delle realtà più floride e redditizie per la nostra Regione (più di 1 milione e 400 mila euro di fatturato annuo); - una parte della produzione castanicola campana è rappresentata da ottimi standard di qualità come i marchi collettivi di produzione biologica, l’IGP “Castagna di Montella” (Reg. CE n. 1107/96) e la DOP “Castagna di Serino” (in fase di istruttoria MiPAF);

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- in aggiunta al castagneto da frutto sono da salvaguardare, come una risorsa forestale ed elemento paesaggistico della nostra regione, anche i castagneti di tipo boschivo essendo il valore del paesaggio tutelato dall'art. 9 della Costituzione della Repubblica Italiana, dalla Convenzione Europea sul Paesaggio del 20 ottobre 2000 e dal Decreto Legislativo Testo Unico n. 42 del 22 gennaio 2004; - nel tentativo di impedire la diffusione del Cinipide sul nostro territorio sono stati effettuati nel corso di questi ultimi anni diversi interventi legislativi sia a livello europeo, che nazionale e regionale tra cui riportiamo:

- la direttiva 2000/29/CE e successive modifiche ha stabilito le misure di protezione contro l'introduzione e la diffusione nella Comunità europea di organismi nocivi ai vegetali e/o ai prodotti vegetali; - il Decreto Legislativo 19 agosto 2005, n. 214 avente oggetto "Attuazione della direttiva 2002/89/CE concernente le misure di protezione contro l'introduzione e la diffusione nella Comunità di organismi nocivi ai vegetali o ai prodotti vegetali" con la quale sono state affidate ai Servizi fitosanitari regionali le attività di controllo fitosanitario sul territorio di propria competenza, dando loro la facoltà di mettere in opera tutte le misure ufficiali ritenute necessarie per evitare la diffusione di organismi nocivi ai vegetali e/o ai prodotti vegetali e di istituire zone caratterizzate da uno specifico status fitosanitario; - il DRD n. 256 del 01/06/05 avente oggetto “Progetto speciale per il controllo del Cinipide galligeno del castagno (Dryocosmus kuriphilus)”; - la Decisione della Commissione Europea n. 2006/464/CE del 2 giugno 2006 che stabilisce misure d’emergenza provvisorie per impedire l’introduzione e la diffusione nella Comunità del Cinipide; - il Decreto Ministeriale del 30 ottobre 2007 – Misure d’emergenza provvisorie per impedire la diffusione del Cinipide del castagno, Dryocosmus kuriphilus Yasumatsu, nel territorio della Repubblica italiana. Recepimento della decisione della Commissione 2006/464/CE; - il DGR n. 6849 del 24/11/1993 con la quale è stato identificato il Servizio Fitosanitario Regionale con il Servizio 03 del Settore SIRCA; - la Legge Regionale 11/96 che all’art. 9 Capo I delle “Prescrizioni di massima e polizia forestale”, allegato C affida gli Enti delegati la possibilità di ordinare al proprietario o possessore misure per la tutela fitopatologia del bosco; - il DRD n. 13 del 24.04.08 ad oggetto: “Delimitazione dalla “zona focolaio” ai sensi del Decreto ministeriale 30 ottobre 2007 -- Misure d’emergenza provvisorie per impedire la diffusione del cinipide del castagno, Dryocosmus kuriphilus -- ed approvazione delle “Linee di intervento per la lotta al cinipide galligeno del castagno”; - il DGR del 19 giugno 2008 - Deliberazione N. 1049 - Area Generale di Coordinamento N. 11 - Sviluppo Attività Settore Primario – Aggiornamento dell'elenco delle emergenze fitosanitarie conclamate sul territorio regionale, apertura dei termini per la presentazione dei progetti d'intervento territoriali ai sensi della Legge regionale 28 marzo 2002, n.4 e affidamento all'Area 11 "Sviluppo Attività Settore Primario" delle iniziative per contrastare la diffusione del cinipide galligeno del castagno nel territorio regionale; - il DRD n. 4 del 21.01.2009 ad oggetto: “Delimitazione delle "zone" ai sensi del decreto ministeriale 30 ottobre 2007- Misure d'emergenza provvisorie per impedire la diffusione del cinipide del castagno, Dryocosmus kuriphilus - ed approvazione delle "Linee regionali di intervento per il contenimento del cinipide galligeno del castagno";

ciò posto e considerando che - nonostante l’ampia legislazione e sebbene siano state applicate da diversi anni specifiche misure informative e fitosanitarie miranti all'eliminazione (eradicazione) dell'organismo nocivo appare del

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tutto palese che l’infestazione del Cinipide a danno del castagno risulti ormai diffusa pressoché in tutta la superficie castanicola della Regione Campania; - il succitato Decreto Ministeriale prevede all’articolo 8 che i Servizi Fitosanitari Regionali, in caso di presenza di D. kuriphilus fissino le “zone delimitate” in base al riconoscimento di “zona focolaio” o “zona di insediamento”, così come previsto dall’articolo 9 dello stesso decreto; - la situazione è talmente pregiudicata in Campania che lo stesso Servizio Fitosanitario Regionale ha dovuto istituire, nell’ultimo decreto dirigenziale del settore SIRCA (DRD n. 4 del 21.01.2009), una “zona insediamento”, ovvero una zona in cui la diffusione del Cinipide ha raggiunto livelli tali che non si ritiene più possibile l’eradicazione, per cui è da considerarsi di fatto “insediato”, che include l’area nei comuni di Montoro Superiore (AV), Montoro Inferiore (AV), Serino (AV), Santa Lucia di Serino (AV), Solfora (AV), Calvanico (SA), Fisciano (SA), e comprensiva di una fascia tampone di 15 km attorno alla stessa area; - il riconoscimento dell’insediamento del Dryocosmus kuriphilus e la relativa istituzione della “zona insediamento” (che tra l’altro risulterebbe notevolmente sottostimata!) non deve far ritenere che il Cinipide in tale area non debba essere più combattuto, bensì che devono essere adottate le opportune misure fitosanitarie volte al controllo del parassita stesso; - per contrastare la diffusione del Cinipide del castagno occorre la collaborazione di tutti i soggetti coinvolti nella problematica secondo le rispettive competenze; - in base al succitato Decreto Ministeriale le misure obbligatorie di lotta “sono a cura e spese dei proprietari o conduttori, a qualsiasi titolo, dei luoghi ove sono presenti piante sensibili”; - fatta salva l'applicazione dell'art.500 C.P., chiunque non ottemperi alle prescrizioni fitosanitarie impartite dai Servizi fitosanitari è punito con le sanzioni amministrative previste dall'art.54 del decreto legislativo n. 214/2005; - il Servizio Fitosanitario Regionale al fine di prevenire gravi danni per l'economia e per l'ambiente ed il paesaggio può stabilire interventi di sostegno connessi all'attuazione del Decreto di lotta obbligatoria; - in base al “Regolamento di attuazione della Legge Regionale 28 marzo 2002, n.4, concernente: incentivazione di interventi a carattere territoriale per le emergenze fitosanitarie conclamate” e agli “Aiuti di Stato / Italia (Campania) – Aiuto n. 387/2003 - Aiuti per emergenze fitosanitarie,” risulta che siano stati erogati (o che sarebbero stati erogati) finanziamenti agli enti locali pubblici presenti sul territorio regionale (Province, Comuni, Comunità montane ed Enti parco), ad associazioni di produttori, cooperative e consorzi per un ammontare complessivo di 1.500.000 di euro circa in un triennio; - il DGR prevede il rafforzamento e il potenziamento delle linee di ricerca e di sperimentazione sulla problematica del “Cinipide galligeno del castagno” privilegiando sinergie di ricerca con Istituzioni scientifiche che hanno già avviato studi su tale parassita; - il Servizio Fitosanitario Regionale si sia avvalso, a tutt’oggi, dell’aiuto di diversi enti di ricerca pubblici tra i quali: l’Università degli Studi di Torino, l’Università degli Studi del Molise, il CRA - Unità di Ricerca per la Frutticoltura di Caserta, l'Istituto Protezione delle Piante (CNR) di Portici; preso atto che - alla luce della situazione attuale nelle aree castanicole campane i propositi di lotta espressi nelle “Linee regionali d’intervento per il contenimento del cinipide galligeno del castagno” non abbiano dato i risultati attesi; - i progetti di controllo biologico previsti non assicurano concreti risultati almeno a breve termine; - a tutt’oggi non sarebbe stato affidato a nessun ente pubblico di ricerca un programma di sperimentazione per valutare interventi di lotta chimica e/o integrata con l’uso di prodotti e tecniche eco-compatibili, allo scopo di contenere tempestivamente nei soli castagneti-frutteto le infestazioni più pericolose ai fini produttivi;

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interroga pertanto l’Assessore all’Agricoltura per conoscere:

1. quali siano attualmente gli interventi messi in atto (o quali intenda attuare) per arrestare e distruggere la dilagante e disastrosa infestazione del Cinipide nei castagneti campani, dal momento che sembra del tutto evidente che le azioni fin qui sviluppate non abbiano dato i risultati sperati;

2. se siano stati interpellati al fine di combattere tale insetto tutti gli enti pubblici di ricerca competenti e titolati in materia agraria presenti nella nostra regione;

3. con quale criterio ed in base a quali competenze specifiche ovvero in base a che bando pubblico o convenzione siano stati scelti gli enti pubblici di ricerca sopra menzionati;

4. se l’Assessore interrogato abbia intenzione di affidare ad un ente pubblico di ricerca un serio programma di sperimentazione per valutare interventi di lotta chimica e/o integrata con l’uso di prodotti e tecniche eco-compatibili, allo scopo di contenere tempestivamente nei soli castagneti-frutteto le infestazioni più pericolose ai fini produttivi;

5. se vi siano ad oggi delle responsabilità oggettive e soggettive da parte del Servizio Fitosanitario Regionale per aver sottovalutato l’infestazione del Cinipide a partire dal 2005, anno della sua prima segnalazione, nonostante che l’EPPO lo avesse considerato organismo da quarantena dal 2003;

6. sull’entità della spesa sostenuta dall’Assessorato al fine di limitare e combattere tale insetto dal primo provvedimento del 01/06/05 (il DRD n. 256) “Progetto speciale per il controllo del Cinipide galligeno del castagno (Dryocosmus kuriphilus)” ad oggi;

7. se sia stata fatta una stima del danno economico occorso ai produttori castanicoli campani dall’introduzione accidentale del “temerario” insetto ad oggi;

8. se e come siano stati spesi i soldi previsti dagli “Aiuti di Stato / Italia (Campania) – Aiuto n. 387/2003 - Aiuti per emergenze fitosanitarie”;

9. su quante sanzioni siano state realmente comminate dal Servizio Fitosanitario Regionale ai produttori castanicoli che non abbiano rispettato i dettami previsti dai diversi decreti dirigenziali precedentemente detti;

10. se, considerando l’importanza economica delle produzioni castanicole della nostra regione, sia a livello nazionale sia europeo, non crede che, ad oggi, siano state messe in campo misure non adeguate alle reali esigenze di lotta al flagello dei nostri castagneti;

11. se abbia ancora senso, alla luce dei fatti concreti e conclamati, il non dichiarare Dryocosmus kuriphilus “insediato” su tutta la superficie castanicola della nostra regione.

RRII SSPPOOSSTTAA

Consiglio Regionale della Campania

L‘Assessore all’Agricoltura ed alle Attività Produttive

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Prot. Gen. 2009.0004346/A Del 20/03/2009

Al Presidente del Consiglio Regionale

On.le Alessandra Lonardo

Al Segretario Generale del Consiglio Dott. Carlo D’Orta

Al Coordinatore AGC Gabinetto

Presidente della Giunta Regionale

Al Consigliere Pietro Diodato

Loro Sedi Oggetto: Interrogazione ai sensi dell’art 79 bis del Regolamento Consiliare — Reg. Gen. N. 1207

Con riferimento all’atto ispettivo di cui al Reg. Gen. N. 1207 si rappresenta in via preliminare che la globalizzazione ha profondamente modificato il movimento di merci e persone, con notevoli ripercussioni sul movimento degli organismi potenzialmente nocivi per le piante. Una volta introdotti in una nuova area, questi organismi possono trovare condizioni idonee all’insediamento ed alla diffusione, spesso favoriti dalla assenza di parassiti o antagonisti naturali. con gravi effetti sugli agro-ecosistemi in termini economici, sociali ed ambientali.

Il Cinipide galligeno del castagno Dryocosmus kuriphilus è un insetto che è stato segnalato per la prima volta in Italia (e in Europa) nel Piemonte nel 2002 in un areale circoscritto del sud della provincia di Cuneo.

Nell’anno 2005 è stato segnalato nel Lazio, in Abruzzo e in Campania su astoni provenienti dal Piemonte. Nell’anno 2006 è stato segnalato in Lombardia mentre nel 2007 in Liguria, Sardegna, Trentino Alto Adige e Veneto, nel 2008 in Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Toscana e Campania in castagneti.

Pertanto il Cìnipìde allo stato attuale è presente, a macchia di leopardo. in quasi tutte le regioni dove è presente il. castagno.

Premesso quanto sopra si forniscono per ciascun punto dell’interrogazione gli elementi di seguito indicati:

1. Tutte le regioni italiane, cosi come tutti i Paesi stranieri, che si sono trovate a far fronte al cinipide del castagno hanno constatato come solo una corretta gestione integrata può portare a concreti risultati, raggiungibili però nel medio-lungo periodo; occorre, infatti, ricreare un equilibrio dell’agroecosistema che è stato alterato dall’introduzione di un nuovo “inquilino”.

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Allo stato attuale non risulta al mondo che questo insetto. così come la maggior parte dei restanti organismi nocivi di nuova introduzione, sia stato mai eradicato da un’area dove è stata accertata la presenza in pieno campo c soprattutto in ambiente boschivo.

Le “Linee regionali di intervento per il contenimento del cinipide del castagno” di cui al DRD n. 4 del 21 gennaio 2009 sono frutto della concertazione tra i diversi settori provinciali e centrali dell’Amministrazione in materia di agricoltura e foreste nonché delle risultanze dei diversi Tavoli operativi allargati con gli Enti territoriali compreso il Corpo Forestale e le Associazioni di categoria. Le stesse linee di intervento hanno tenuto conto dello stato dell’arte cioè sia delle esperienze maturate nelle altre regioni d’Italia, dove l’insetto è stato segnalato prima, in particolare il Piemonte e il Lazio, e sia delle preziose indicazioni fornite dagli studi sul ciclo biologico dell’insetto in Campania e sui suoi parassitoidi autoctoni, che l’Istituto per la protezione delle piante del Consiglio Nazionale delle Ricerche ha condotto da aprile a dicembre dello scorso anno. Qualsiasi tipo di intervento non può prescindere dalla conoscenza dell’adattamento di un. organismo a un nuovo ambiente: prima del 2008 non vi era alcun dato riferito agli areali campani (e non vi poteva essere in quanto l’insetto non era stato segnalato nei, castagneti campani). Le attuali linee regionali di intervento sono articolate in: a) Indicazioni di profilassi generale; h) Interventi dl lotta, differenziati a seconda la tipologia di castagneto; c) disciplina per l’uso dei materiali di moltiplicazione; d) monitoraggio; e) attività di divulgazione; f) sperimentazione. Relativamente agli assenti effetti “disastrosi” del parassita, essi sembrano essere del tutto infondati in quanto nel solo anno di presenza dell’insetto non è stata accertata alcuna significativa perdita produttiva, tenuto anche conto dei frequentissimi scambi di informazioni con i diversi soggetti della filiera produttiva.

Inoltre, sempre con riferimento agli asseriti “deludenti risultati” delle azioni messe in campo sì evidenzia che l’ultimo aggiornamento delle “Linee regionali di intervento per il contenimento del cinipide del castagno”, al quale si riferisce l’interrogazione, è stato emanato solo il 21.01 ultimo scorso.

2. Per far fronte alle crescenti esigenze del Servizio fitosanitario regionale e del relativo Laboratorio fitopatologico connesse anche alle introduzioni, sempre più frequenti, di nuovi organismi nocivi in Europa. in Italia e anche in Campania, l’Assessorato all’Agricoltura, dal 2007, attraverso il competente Settore Sperimentazione, informazione, Ricerca e Consulenza in Agricoltura (SIRCA), nel quale è incardinato il Servizio fitosanitario regionale ha stipulato apposita convenzione con l’Istituto per la Protezione delle Piante (IPP) dei Consiglio Nazionale delle Ricerche per ricevere servizi specialistici in campo fitosanitario.

La scelta dell’Istituto suddetto è stata effettuata tenuto conto della presenza a Portici di una sezione operativa del CNR che, in una unica struttura, racchiude competenze polispecialistiche (entomologia, nematoloia, virologia ecc.), notevole esperienze nel campo della difesa a basso impatto ambientale, in particolare verso le strategie di lotta biologica, e al contempo conoscenza delle realtà produttive campane.

La convenzione prevedeva l’espletamento di servizi nell’ambito di cinque tematiche predefinite.

La segnalazione nel marzo 2008 di un focolaio di cinipide galligeno a Montoro Superiore ha indotto il Settore SIRCA a utilizzare le competenze dell’Istituto per la Protezione delle Piante, nell‘ambito della convenzione anche se la tematica non era espressamente prevista in essa.

L’istituto ha subito mostrato interesse a collaborare anche su questa emergenza fitosanitaria, senza oneri aggiuntivi per l’Amministrazione regionale, e ha tempestivamente effettuato sopralluoghi nei castagneti, congiuntamente ad Ispettori fitosanitari, assicurando altresì la partecipazione a diversi incontri divulgativi con i Settori Regionali coinvolti.

L’IPP ha poi messo a punto un sistema di raccolta di materiale vegetale e di monitoraggio con trappole cromotropiche, finalizzato alla conoscenza del ciclo biologico. Dati preliminari, ma

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significativi di questa attività, sono stati presentati anche al convegno tenutosi ad Avellino il 4 giugno 2008, riscuotendo un forte interesse presso la numerosa platea presente.

Nello stesso mese di giugno la Giunta Regionale con propria deliberazione n. l049 ha, tra l’altro, affidato all’Area generale di coordinamento Sviluppo settore primario, l’incarico di potenziare le linee di ricerca e sperimentazione per ricercare soluzioni per il contenimento dell’insetto. In virtù di tale deliberazione sono pervenuti all’Area di Coordinamento due progetti di ricerca: il primo, in ordine temporale, è stato presentato dall’Istituto per la Protezione delle Piante del Consiglio Nazionale delle Ricerche.

Il progetto proposto dai predetto Istituto, ritenuto coerente con lo spirito e con gli obiettivi della D.G.R. n° 1049/08. vede il coinvolgimento di quattro Istituzioni di Ricerca nazionali, ciascuna delle quali con comprovata e documentata esperienza nei confronti del cinipide. Tali Istituzioni sono:

- l’Università del Molise, nella persona del Prof. G. Rotundo, uno dei massimi esperti dei semiochimici coinvolti nelle interazioni tra pianta ed insetti, autore di numerose pubblicazioni riguardanti i fitofagi del castagno. E’ coinvolto nel progetto per la messa a punto di trappole semiochimiche per un “monitoraggio pulito” degli adulti del cinipide;

- l’Università. di Torino, nella persona del Prof. A. Alma, da considerarsi il massimo esperto nazionale di questo problema sul castagno. Coordina il progetto per la parte della lotta biologica a questo fitofago che prevede, tra l’altro, l’introduzione in Campania del nemico naturale specifico, il Torymus sinensis;

- l’Unità di Ricerca per la Frutticoltura dcl Consiglio per la Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali nella persona del dr Mario Scortichini al quale sono state affidate le prove di resistenza varietale del castagno al cinipide e per verificare se è possibile individuare geni di resistenza La stessa Unità di ricerca ha anche il compito di valutare l’eventuale danno economico. - l’IPP, oltre al coordinamento generale del progetto, ha il compito di analizzare il materiale vegetale e le trappole cromotropiche per lo studio del ciclo di sviluppo del cinipide in relazione alle fasi fenologiche del castagno, nonché la caratterizzazione morfologica e molecolare degli insetti parassitoidi raccolti in pieno campo. Quanto al coordinatore del Progetto, il dr Emilio Guerrieri è Responsabile della sede di Portici dell’IPP dal 2005, è stato coordinatore dì progetti nazionali ed internazionali cd è autore di oltre 70 pubblicazioni nel campo della Lotta biologica ed è docente incaricato di Lotta biologica alla Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali delle Università del Piemonte Orientale e da quest’anno docente di Laboratorio di Entomologia alla Facoltà di Biotecnologie dell’Università di Napoli Federico II. Le attività sperimentali di campo sono realizzate in collaborazione con gli Ispettori fitosanitari e i tecnici agricoli dell’Assessorato. Il secondo progetto di ricerca è stato presentato, attraverso il Consorzio per la Ricerca Applicata in Agricoltura (CRAA), dal Dipartimento di Entomologia e Zoologia agraria dell’Università di Napoli Federico II dal titolo “biologia, nemici naturali, dannosità. e controllo del cinipide del castagno in Campanìa”. Tale progetto non prevede partenariati scientifici sulle diverse problematiche del cinipide. Per evitare duplicazioni con il progetto presentato dall’istituto per la protezione delle piante e spreco di risorse pubbliche, è stato chiesto al Dipartimento universitario di integrare le due proposte progettuale ma tale invito non ha avuto alcun seguito formale. 3. Le competenze dell’Istituto per la Protezione delle Piante del Consiglio Nazionale delle Ricerche

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sono facilmente disponibili in rete e sono testimoniate dall’enorme numero annuale di articoli pubblicati su riviste scientifiche internazionali indicizzate dall’Institute for Scientific Information. L’Istituto del CNR, avendo cominciato ad interessarsi, del problema cinipide a partire dall’inizio del 2008 ed avendo cumulato conoscenze in merito al ciclo dì sviluppo ed agli antagonisti autoctoni ha presentato, come già precisato sopra, una proposta di progetto pluridisciplinare per il controllo ecosostenibile del cinipide galligeno. Il progetto stesso è stato approvato con il DRD 369 del 31.07.08 e successivamente è stata sottoscritta apposita convenzione il giorno 30.09.08 per un importo di € 110.160,00

A conferma delle competenze scientifiche si rappresenta che il coordinatore del progetto di studio approvato, dr Guerrieri, è stato invitato a presentare i dati relativi all’attività fin, qui svolta ad un Convegno Nazionale organizzato dalla Regione Toscana il prossimo 20 aprile durante il quale si discuterà della possibilità di far partire un’indagine nazionale con finanziamento ministeriale.

4. L’Assessorato all’Agricoltura attraverso il competente Settore Sperimentazione, Informazione. Ricerca e Consulenza in Agricoltura. nel quale è incardinato il Servizio fitosanitario regionale, ha già posto in essere prove di lotta chimica al fine di fornire un eventuale strumento di controllo chimico di tipo integrato, in quei castagneti che hanno perso l’identità dell’ecosistema “bosco”: sì tratta di impianti realizzati e condotti come verì e propri frutteti specializzati già soggetti a trattamenti fitosanitari per il controllo di altri parassiti.

Questa attività di sperimentazione è stata fortemente voluta anche in considerazione del fatto che ad oggi non esiste alcun prodotto chimico autorizzato dal “Ministero della salute” contro il cinipide del castagno.

Questo aspetto è stato affrontato da un gruppo di ricerca pubblico/privato, costituitosi in modo spontaneo e senza oneri finanziari per la Regione, tra il Consiglio per la Ricerca e la sperimentazione in Agricoltura (CRA) - Unità dì Ricerca per la Frutticoltura di Caserta, il Servizio Fìtosanitario della Regione Campania e la multinazionale Syngenta Crop Protection S.pA.

La prova è stata eseguita nell’anno 2008 in un castagneto da frutto, situato nel comune di Calvanico (SA), su una superficie di circa 0,6 ettari cd i primi risultati sono in corso di pubblicazione su riviste specialìzzate.

Nel Convegno di rilevanza nazionale “Innovazione per una Castanicoltura da Frutto Ecocompatibile”, organizzato dall’Unità di Ricerca per la Frutticoltura del Consiglio per la Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura del Ministero delle politiche agricole, tenutosi a Roccamonfina (Ce), l’11 Dicembre 2008, sono stati anticipati i primi dati della sperimentazione che risultano estremamente incoraggianti.

Si prevede di continuare la sperimentazione anche nel corrente anno, cosi come impostata nell’anno 2008, in modo da poter giungere in tempi brevi a dati certi sull’efficacia di determinate sostanze chimiche: Ciò consentirà di ottenere, nel rispetto della normativa vigente, agrofarmaci effettivamente utilizzabili dai castanicoltori. 5. In seguito alle comunicazioni pervenute dal Servizio Fitosanitario del Piemonte nel 2005, circa la commercializzazione in Campania di alcuni “astoni” di castagno provenienti da vivai piemontesi. ubicati in zone limitrofe ai castagneti infestati dal cinipide, il Servizio Fitosanitario della Campania si è tempestivamente attivato, ponendo in essere tutte le misure necessarie per il controllo del parassita. In primo luogo sono stati coinvolti gli uffici periferici (STAPA CePICA) provvedendo ad ispezionare tutte le aziende acquirenti, segnalate dalla Regione Piemonte. In ciascuna di esse sono stati esaminati tutti gli astoni in possesso e sono stati rintracciati quelli ceduti a terzi, nel caso di ditte vivaistiche. Tale opera di indagine ha consentito di esaminare 756 delle 974 piante arrivate in Campania nel periodo fine 2004 inizio 2005. Della restante parte non è Stato possibile rintracciare l’acquirente finale in quanto gli astoni sono stati venduti al dettaglio e le normative fitosanitarìe, vigenti all’epoca, non imponevano la registrazione dei dati delle vendite effettuate ai. “dettaglio”.

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Tutte le giovani piante che presentavano galle al risveglio vegetativo sono state distrutte o sono state asportate tutte le parti infette.

La “segnalazione” del. 2005 indicata nell’interrogazione, è da definire secondo il D. Lgs 214105 “intercettazione” di astoni provenienti dal Piemonte e per i quali è stata applicata la misura ufficiale della “distruzione” o “trattamento adeguato”, così come previsto dall’art. 15 comma I lettere a) e d) del citato decreto legislativo

A riprova dell’efficacia delle misure applicate, i monitoraggi condotti nel corso del 2006 e nel 2007, anche in collaborazione con il Corpo Forestale dello Stato, non hanno evidenziato la presenza di cinipide in Campania.

Tale status fitosanitario è stato periodicamente comunicato al Ministero delle politiche agricole. alimentari e forestali con nota n. 2006.0535865 del 20 giugno 2006, con nota n. 2007.0047723 del 17 gennaio 2007 e con nota n. 2008.0068492 del 24 gennaio 2008.

Comunque sin dall’anno 2005 sono state adottate tutte le misure fitosanitarie per prevenìre l’introduzione e la diffusione dell’insetto nel territorio campano, approvando con DRD n. 256 del 1 giugno 2005 un progetto speciale sul cinipìde galligeno del castagno. Il progetto è stato articolato in tre fasi operative svolte completamente dai tecnici e dagli Ispettori fitosanitari dell’Assessorato senza prevedere cospicui oneri a carico della collettività (5.000 €):

.- monìtoraggio del Cinipide mediante l’individuazione di Aree di Sorveglianza Fitosanitaria Rafforzata (ASFR), il cui numero è stato stabilito sulla base della superficie investita a castagno nelle singole province;

---fase divulgativa, che ha previsto di dare la massima informazione agli agricoltori ed agli operatori del Settore. Sono infatti stati organizzati nel biennio 2005-2006 circa 50 incontri con il coinvolgimento dì circa un migliaio di operatori. E’ stata allestita una pagina web sul portale agricoltura dell’Assessorato (che rientra tra i siti più visitati a livello nazionale) e sono state stampate delle apposite locandine per informare gli agricoltori sulla dannosità. dell’insetto, sul rischio rappresentato dall’utilizzo di materiale infetto e sulla necessità di segnalarne la presenza al Servizio Fitosanitario Regionale;

--fase ispettiva in cui tutte le ditte iscritte al Registro Ufficiale dei Produttori (vivaisti e commercianti di piante) sono state ispezionate per la verifica del materiale di propagazione in loro possesso e la loro provenienza. Gli ispettori fitosanitarì hanno provveduto anche alle ispezioni presso le ditte commerciali che vendono il suddetto materiale. L’European and Mediterranean Plant Protection Organization (EPPO) considera il Dryocosrnus kuriphilus uno tra gli oltre 200 organismi nocivi e peri quali raccomanda ai diversi Paesi aderenti dì adottare misure fitosanitarie per evitare l’introduzione o l’eventuale ulteriore diffusone. Per il caso del cinipide, il Servizio fitosanitario della Campania, costituito da 50 Ispettori fitosanitari, oltre la metà di essi con Laurea in agraria, ha operato di concerto con il Servizio fitosanitario nazionale e, in base alla valutazione del rischio fitosanitario, ha adottato le specifiche misure ufficiali, con professionalità e in modo tempestivo. Rimane comunque di fondamentale importanza la collaborazione tra il Servizio fitosanitario nazionale (con le sue emanazioni regionali) con tutte le istituzioni e i soggetti presenti sul territorio, tanto è vero che l’art. 7 comma 3 del decreto ministeriale 30 ottobre 2007 prevede che chiunque sospetti o accerti la nuova comparsa dell’organismo è obbligato a darne immediata comunicazione al Servizio fìtosanitario regionale, a norma dell’art. 8 del decreto legislativo n. 214/2005. 6. Fino all’anno 2008 le spese dirette hanno riguardato in maniera prevalente, la predisposizione e la stampa di materiale divulgativo da distribuire a tutti gli operatori della filiera, inoltre vi è stata l’organizzazione capillare di incontri divulgativi sul territorio. Le spese di missione dei personale regionale, invece, hanno gravato in quota parte sui capitoli di spesa 1215, 3826 e 3551 dell’ UPB

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2.76.181. Le missioni di servizio nel biennio 2006 /2007 hanno permesso di effettuare 160 ispezioni nei vivai campani e 570 ispezioni nei castagneti. cosi come comunicato al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali con le già citate note. Nell’anno 2008 è stato realizzata una brochure dal titolo “Il cinipide galligeno del castagno” per una tiratura di 8000 copie e un costo di € 4.800. Lo STAPA CePICA di Avellino il 4 giugno 2008 ha organizzato un convegno di rilevanza nazionale che ha permesso di fare il punto della situazione in Italia dello stato di diffusione e della ricerca sul cinipide, il cui costo è ammontato a circa € 4.000. Nell’anno 2008 sono stati impegnati i fondi necessari per finanziare il “Progetto di studio per il controllo ecocompatibile del cinipide del castagno” per un importo pari ad € 110.160,00 a carico dei capitoli 3550 e 1215 defl’UPB 2.76.181. Per quanto concerne le risorse destinate agli Enti territoriali e alle Associazioni di categoria si rimanda a quanto indicato nel punto 8. 7. Senza uno studio poliennale e senza prove sperimentali di campo (al momento in corso) non è possibile mettere in relazione le eventuali perdite produttive con la presenza del cinipide e se queste realmente sussistono. Allo stato attuale, dalla bibliografia nazionale e internazionale non risulta che sia morta una sola pianta di castagno per l’attacco del cinipide. Comunque, il progetto di studio finanziato ha tra i suoi obiettivi anche l’approfondimento di questo aspetto economico. 8. Con Decisione C1456 del 14 aprile 2004 la Commissione europea ha stabilito di non sollevare obiezioni nei confronti del regime di aiuti pubblici (Aiuto 387/2003) notificato, che può, pertanto, beneficiare della deroga di cui all’articolo 87, paragrafo 3, lettera C) del Trattato CE. La Legge Regionale n. 4 del 28 marzo 2002 ad oggetto “Incentivazione dì interventi a carattere territoriale per le emergenze fìtosanitarie conclamate”, successivamente pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Campania n. 19 dell’8 aprile 2002, che è l’applicazione dell’aiuto succitato, per la sua operatività aveva bisogno del Regolamento di Attuazione che è stato emanato dopo un lungo ìter legislativo (regolamento n° 4 del 14 ottobre 2006 ad oggetto “Regolamento di attuazione della Legge Regionale 28 marzo 2002. n. 4). La Giunta Regionale con propria deliberazione n° 296 del 02.03.07 ha stabilito di aprire i termini per la presentazione delle istanze di intervento territoriale, secondo quanto previsto dal Regolamento 04/06. In seguito a tale primo bando per emergenze diverse dal cinipide sono stati impegnati € 572.316,01, pari al 70% degli importi previsti dai progetti per la prima annualità, e liquidati ad oggi € 348.832,23. Nel corso del 2008 è stato riaperto il bando con la DGR 1049 del 19.06.08, inserendo anche l’emergenza dovuta alla “Diffusione del pericoloso cìnipide gallìgeno del castagno (Dryocosmus kuriphilus Yasumatsu) nei castagneti della regione”. A tale bando hanno partecipato 22 soggetti tra quelli previsti dalla legge 4/02 e, dopo un laborioso lavoro istruttorio da parte dì una commissione specifica interna, si è pervenuti all’emanazione del Decreto dirigenziale regionale n°30 del 05.03.09 del Se.SIRCA con il quale è stata approvata la graduatoria dei progetti ammissibili a finanziamento. I progetti ammissibili sono stati 16 di cui 9 afferenti all’emergenza cinipide. La stima delle risorse da impegnare per la prima annualità dei progetti approvati per l’emergenza cinipide, ammonta ad € 471.436,54 pari al 70% degli importi previsti dai progetti. I progetti ammissibili per l’emergenza cinipide fanno capo a quattro comunità montane e ad una associazione di castanìcoltori che ha presentato cinque progetti su diversi ambiti territoriali. Ciascun progetto contempla azioni di assistenza tecnica. di prevenzione e monitoraggio nonché misure per eventuali compensazioni di danni da parte dei. castanicoltori. 9. Come già detto in precedenza nel periodo marzo — aprile 2008 ci sono state le prime segnalazioni della presenza in castagneti del cinipide e pertanto con tempestività è stato emanato il

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decreto dirigenziale n. 13 dei 24 aprile 2008 con il quale sono stati definiti gli interventi da attuare, differenziati in base alla tipologia produttiva cioè di castagneto boschivo o da frutto. Gli interventi dì lotta prescritti dal Servizio fitosanitario regìonaie attraverso gli STAPA CePICA competenti per territorio sono stati differenziati tenendo conto dcl ritrovamento dei sintomi o della presenza dell’organismo nocivo e della diversa età dell’impianto. Le operazioni previste andavano preventivamente concordate con lo STAPA CePICA — Servizio fitosanitario competente per territorio il quale poteva disporre che le operazioni stesse fossero effettuate alla presenza di un ispettore fitosanitario. In ambito forestale gli interventi di lotta sono stati ordinati al proprietario/conduttore del. castagneto dall’Ente delegato competente per territorio, ai sensi della legge regionale 11/96. Prima di emettere le prescrizioni degli interventi fitosanitari gli uffici competenti hanno dovuto accertare con esattezza i dati identificativi dei proprietari / conduttori dei fondi, operazione non sempre agevole per il mancato allineamento dei dati catastali a quelli reali, per cui molte comunicazioni sono state spedite a fine maggio, quando ormai non era più tecnicamente valido effettuare l’intervento fitosanitario. Rimane comunque il dato che sono state emesse circa 150 prescrizioni e di queste attuate dai castanicoltori oltre 100, mentre le restanti non sono state attuate perché le operazioni sarebbero proseguite oltre il mese di maggio, con la seria possibilità dì asportare galle ormai secche e prive del cinipìde e distruggere eventuali nemici naturali che invece sono ancora presenti in esse, come accertato dagli studi preliminari citati al punto 2. Alla luce delle nuove acquisizioni e conoscenze sul ciclo dell’insetto e dei suoi nemici naturali gli interventi sopra indicati sono stati modificati in maniera abbastanza sostanziale dal DRD n. 4 del 21.01.09. Inoltre, atteso che l’art. 54 comma 23 del D.lgs 214/2005 prevede sanzioni amministrative per coloro che non ottemperano alle prescrizioni impartite dai Servizi fitosanitari regionali ai sensi, erroneamente, dell’ari 52 comma 1 lettera g) invece che dell’art. 50 comma i lettera g). La disposizione normativa nazionale in esame non consente la sanzionabilità della fattispecie e pertanto in ragione delle attribuzioni ordinamentali è auspicabile un intervento del legislatore nazionale per sanare l’anomalia. 11. L’art. 8 del decreto ministeriale 30 ottobre 2007 “Misure d’emergenza provvisorie per impedire la diffusione dei cinipide del castagno. Dryocosmus kuriphilus Yasumatsu, nel territorio della Repubblica italiana - Recepimento della decisione della Commissione 2006/464/CE” prevede che i Servizi fitosanitari regionali delimitano le zone quando viene confermata la presenza dell’organismo nocivo ìn una zona e prescrivono le misure ufficiali previste, impartendone le prescrizioni attuative. L’obbligo di delimitare le zone in base al diverso livello di rischio fitosanitario risponde, tra l’altro, a direttive comunitarie le quali devono a loro volta tenere conto di standard internazionali. Si parla di “zona insediamento” quando la diffusione dell’organismo è tale che non si ritiene più possibile la sua eradìcazione dopo aver applicato misure ufficiali. Considerare genericamente un’area libera dal cinipide come “area insediamento” comporta l’applicazione di misure fitosanitarie fortemente penalizzanti per gli operatori del settore e soprattutto per i vìvaisti castanicolì. Tali produttori senza alcuna giustificata motivazione vedrebbero bloccata la libera circolazione delle loro produzioni in quanto nelle aree delimitate (focolaio e insediamento) i materiali dì moltiplicazione di castagno devono soddisfare requisiti particolari molto onerosi. Infatti, per il vivaista castanicolo che opera nelle aree delimitate occorre il preventivo riconoscimento, da parte del Servizio fitosanitario regionale che il luogo di produzione (vivaio) sia indenne dal cinipide galligeno dei castagno. Il Servìzio fitosanitario regionale può riconoscere un luogo di produzione indenne se i materiali di moltiplicazione delle piante di castagno sono tenuti per tutto il ciclo di vita ed in particolare nel periodo compreso tra il 10 maggio ed il 31 ottobre di ciascun anno, in una struttura ricoperta con reti antinsetto a maglie massimo di 1 mm, distanziata dalla chioma e con eventuale ingresso con doppia porta.

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Pertanto soltanto in base ad eventuali nuove segnalazioni e all’evoluzione generale della diffusione dell’insetto sul territorio potranno essere adeguate. dì volta in volta, le zone delimitate che sono interessate dal cinipide, in ottemperanza alla normativa nazionale, comunitaria e agli “International standards for phytosanitary measures” della “Food and agriculture organization” vigenti.

Andrea Cozzolino

Napoli, 23 marzo 2009 Pt. 97

Egr. Prof. Gennaio Viggiani Direttore del Dipartimento di Entomologia e Zoologia Agraria “Filippo Silvestri” Via Università 100 80055 Portici (NA)

Oggetto: Chiarimenti in merito alla risposta prot. 821/SP del 18.03.2009 — Assessore all’Agricoltura e alle Attività Produttive.

Egregio Direttore, in data 9 febbraio 2009 ho interrogato in merito alle infestazioni del Cipinide del Castagno in Campania l’Assessore all’Agricoltura per conoscere:

1. quali siano attualmente gli interventi messi in atto (o quali intenda attuare) per arrestare e distruggere la dilagante e disastrosa infestazione del Cinipide nei castagneti campani, dal momento che sembra del tutto evidente che le azioni fin qui sviluppate non abbiano dato i risultati sperati; 2. se siano stati interpellati al fine di combattere tale insetto tutti gli enti pubblici di ricerca competenti e titolati in materia agraria presenti nella nostra regione;

3. con quale criterio ed in base a quali competenze specifiche ovvero in base a che bando pubblico o convenzione siano stati scelti gli enti pubblici di ricerca sopra menzionati;

4. se l’Assessore interrogato abbia intenzione di affidare ad un ente pubblico di ricerca un serio programma di sperimentazione per valutare interventi di lotta chimica e/o integrata con l’uso di prodotti e tecniche eco-compatibili, allo scopo di contenere tempestivamente nei soli castagneti-frutteto le infestazioni più pericolose ai fini produttivi;

5. se vi siano ad oggi delle responsabilità oggettive e soggettive da parte del Servizio Fitosanitario Regionale per aver sottovalutato l’infestazione del Cinipide a partire dal 2005, anno della sua prima segnalazione, nonostante che I’EPPO lo avesse considerato organismo da quarantena dal 2003.

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Napoli, 26 febbraio 2009 pt. n. 71 Interrogazione urgente a risposta scritta all’Assessore all’Ambiente e all’Assessore alle Politiche del Territorio Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere della Regione Campania, premesso che: Il piano di riqualificazione dell’ex area industriale di Fuorigrotta-Bagnoli ancora una volta dimostra di essere la prova solare della incapacità dell’Amministrazione municipale di assegnare una precisa funzione al comprensorio. Ad oltre dieci anni dall’inizio della bonifica, infatti, il minuetto “rimozione si – rimozione no” della colmata di Bagnoli non accenna a volgere alla fine, tutt’altro. Dopo essere stata definita bipartisan “bomba ecologica” da ben tre ministri dell’Ambiente, la colmata secondo questi andava bonificata e rimossa dall’Autorità Portuale di Napoli al fine di recuperare la linea naturale di costa e di eliminare una fonte certa d’inquinamento per l’ambiente marino circostante. L’intervento, purtroppo, non fu realizzato perché a detta di Francesco Nerli – ex Presidente dell’Autorità Portuale di Napoli - le relative autorizzazioni giunsero in ritardo (sic!); fu redatto, quindi, un nuovo ADPQ che prevedeva questa volta il trasferimento della colmata a Piombino con un costo di 970milioni di euro. Il nuovo accordo fu aspramente contestato dalle associazioni ambientaliste napoletane e toscane; Per pubblica ammissione del Commissariato regionale all’emergenza bonifiche, oggi si scopre che i finanziamenti disponibili e necessari alla realizzazione di quanto da tempo auspicato e programmato (bonifica e rimozione della colmata e ripristino della linea naturale della costa) non sono assolutamente sufficienti per cui da più parti comincia a pervenire l’irricevibile richiesta di trasformare quell’ammasso venefico di sostanze non meglio identificate, dopo averlo (si fa per dire) “posto in sicurezza” sigillandolo in un alto e spesso muraglione di cemento armato di normandiana memoria, nella più bella terrazza a mare del mondo come ha enfaticamente sostenuto di recente il vice-sindaco Santangelo. Interroga, pertanto, l’Assessore all’Ambiente e l’Assessore alle Politiche del Territorio per conoscere: quali iniziative intendano assumere in relazione alle sconcertanti affermazioni del vice-sindaco di Napoli, secondo le quali le somme disponibili sarebbero sufficienti solo a mettere in sicurezza e rendere balenabili gli specchi d’acqua e gli arenili a monte e a valle della colmata che continuerà malgrado tutto a rimanere il loco col suo carico di sostanze tossiche. Toccarla, infatti, per il vice-sindaco sarebbe stato oltremodo disdicevole in quanto “aprire una scatola, con quei veleni, di fronte alle aree dove sorgeranno gli alberghi, sarebbe stato pericoloso perché non avremmo venduto più i suoli”.

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RRII SSPPOOSSTTAA

Consiglio Regionale della Campania Settore Segreteria Generale Servizio Organi Consiliari

Consiglio Regionale della Campania Prot. SETSG 2009.0000951/P DeI 03/04/2009 11.10.37

Al Consigliere regionale Pietro Diodato

SEDE Oggetto: risposta interrogazione reg. gen. n.1225/1 -

- “Riqualificazione ex area industriale di Fuorigrotta - Bagnoli” –

Si trasmette, per opportuna conoscenza, la risposta dell’Assessore regionale competente relativa all’oggetto. Napoli, 3 aprile 2009 Il Segretario Generale Dott. Carlo D’Orta

Giunta Regionale della Campania

Assessorato alle Politiche Ambientali, Ciclo Integrato delle Acque, Difesa del suolo, Parchi e Riserve Naturali, Protezione Civile

L’ASSESSORE Consiglio Regionale della Campania Prot. Gen. 2009.0004775/A Del 26/03/2009 11. 35.08

All’AG.C. Gabinetto dei Presidente

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della Giunta Regionale

Alla Presidenza del Consiglio Regionale

Oggetto: interrogazione a risposta scritta a firma del Consigliere Regionale On. Pietro Diodato concernente: “Riqualificazione dell’ex area industriale di Fuorigrotta - Bagnoli”. (RG. n. 1225)

Si trasmette la nota prot. 0253978 del 24 marzo 2009, a firma del Coordinatore dell’A.G.C. 05 “Ecologia, Tutela dell’Ambiente, Disinquinamento, Protezione Civile” di riscontro alla interrogazione in oggetto indicata.

Walter Ganapini Giunta Regionale della Campania Area Generale di Coordinamento Eciologia, Tutela Ambientale, Disinquinamento, Protezione Civile Il Coordinatore Regione Campania Prot. 2009. 0253978 del 24.03. 2009

Prof. Walter Ganapini Assessore Regionale

All’Ambiente SEDE

Oggetto: Interrogazione a risposta scritta a firma del Consigliere Regionale Pietro Diodato concernente “Riqualificazione dell’ex area industriale di Fuorigrotta— Bagnoli” - R.G. n. 1225

Con riferimento all’interrogazione in oggetto prot. n. 1150/SP del 18/03/2009, si precisa

innanzitutto che la scrivente struttura non ha avuto un ruolo tecnico nella definizione del Piano di completamento della bonifica e recupero ambientale dell’ex sito industriale Bagnoli-Coroglio, contenuto nell’Accordo di Programma Quadro del luglio 2003 e del dicembre 2007.

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Per quanto concerne le attività inerenti la bonifica dei fondali marini, I’APQ del 21/12/07 stabilisce che i materiali della colmata di Bagnoli unitamente ai sedimenti marini antistanti la colmata stessa nonché gli arenili di Bagnoli e dì Coroglio, devono avere come destinazione finale le vasche di refluimento localizzate all’interno del Porto di Piombino. Gli interventi previsti (rimozione colmata incluso scogliera, attività accessorie siti Batioli e Piombino, bonifica fondali antistanti i lidi di Bagnoli-Coroglio) sono stati stimati in € 115.600.000,00 (art 4, tabella n.2, APQ 21/12/2007), di cui circa 44 M€ per lavori a Bagnoli e 71 per il sito di Piombino. Ai 44M€ concorre un finanziamento di € 15.600.000,00 a valere sulla programmazione regionale (POR. FESR 2007/13, Obiettivo Operativo 1.2).

Il Commissario di Governo Bonifiche e Tutela Acque ha affidato, con convenzione 07/08/08, al Provveditorato Interregionale alle Opere Pubbliche per la Campania e il Molise, la funzione di stazione appaltante per l’intervento su Bagnoli. Dal progetto preliminare elaborato dalla struttura del Provveditorato è emerso che l’importo dell’intervento è pari a circa 125M€ per i lavori da porre a base di gara e quindi di gran lunga superiore a quello considerato nell’APQ 21/12/2007 sulla base dello Studio dì Fattibilità elaborato da Sviluppo ltalia spa.

Allo stato non essendoci risorse a disposizione per la copertura del citato importo di 125M€, si sta ipotizzando, anche in considerazione della richiesta avanzata dal Comune di Napoli, di suddividere il progetto di bonifica in stralci funzionali dal punto di vista tecnico ed economico, avviando prioritariamente, con le somme effettivamente disponibili (44M€ di cui 15,6 a carico della Regione), le opere di bonifica a mare delle aree antistanti gli arenili posti a destra e a sinistra della colmata, al fine di restuirle alla balneabilità, e le opere necessarie per impedire che la colmata possa nuovamente inquinare lo specchio d’acqua recuperato.

Si segnala, infine, che sono in corso incontri tra le varie istituzioni che hanno sottoscritto l’Accordo, non ultimo quello del 13 marzo u.s., al fine di definire le procedure sotto gli aspetti tecnici e finanziari, per attuare tutto il completamento della bonifica dell’intero sito, secondo quanto previsto dall’Accordo del 21/12/2007, incluso la rimozione della colmata.

Dr. Luigi Rauci

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Napoli, 27 febbraio 2009 pt. n.72 Interrogazione urgente a risposta scritta al Presidente della Giunta Regionale, all’Assessore ai Beni Culturali, all’Assessore all’Urbanistica e all’Assessore all’Ambiente. Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere della Regione Campania, premesso che: agli inizi degli Anni Cinquanta, in una zona incantevole del “Comune di Sopra” caratterizzato da un panorama mozzafiato, a ridosso del centro storico di Anacapri, in contrada Caprile – Le Stalle, l’ingegnere Roberto Adinolfi progettò e costruì un’abitazione, a cui si accedeva per mezzo di un magnifico viale tracciato tra siepi di ortensie, secondo i canoni dello stile caprese, con portici spaziosi ed il susseguirsi di volte a vela, a crociera ed a padiglione; sul finire del 2002, questo prezioso gioiello dell’architettura isolana, come riportarono le cronache del tempo, fu acquistato da Luca Cordero di Montezemolo, presidente della Ferrari e della Federazione Italiana Editori Giornali utilizzando la società FI.SVI. rappresentata dal dottor Francesco Saverio Grazioli; a far data dal suo acquisto Villa Adinolfi , divenuta residenza estiva del presidente Montezemolo, è stata oggetto di ristrutturazioni ed ampliamenti senza soluzioni di continuità che ne hanno modificato il carattere architettonico e, soprattutto, le volumetrie. Interroga pertanto il Presidente della Giunta Regionale, l’Assessore ai Beni Culturali, l’Assessore all’Urbanistica e l’Assessore all’Ambiente per conoscere:

se Villa Adinolfi per le sue peculiarità architettoniche sia tutelata dalla Soprintendenza ai Beni Ambientali ed Architettonici con particolari vincoli;

se gli interventi eseguiti sulle strutture della predetta villa siano state autorizzate e quale sia

la “corsia preferenziale” concessa alla FI.SVI. dall’Amministrazione comunale di Anacapri per dar via ai lavori, considerato che i cittadini della cittadina isolana fanno tanta – e spesso inutile - fatica anche a realizzare una cameretta per i bambini o sono ancora in attesa di conoscere l’esito dei ricorsi e delle interpretazioni del condono edilizio.

Napoli, 30 luglio 2009 Pt. n.186

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Interrogazione urgente a risposta scritta all’assessore all’Ambiente della Regione Campania. Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere della Regione Campania, premesso che: Il responsabile regionale degli impianti di depurazione della Regione Campania, Ing. Orrico, in una sua intervista pubblicata il 21 luglio c.a. dalla redazione provinciale di “Alto Casertano-Matesino & Dintorni” ammette candidamente che esistono, nella vicenda dell’inquinamento delle acque marine e su circa 50 kilometri di costa del litorale flegreo e casertano, evidenti responsabilità di Hydrogest, gestore tra l’altro dell’impianto di depurazione di Cuma; L’ingegnere Orrico, infatti, ha precisato che il danno ambientale non è altro che la naturale conseguenza di un maldestro e delittuoso tentativo effettuato dalla Hydrogest di risparmiare sulle fasi di smaltimento. “I fanghi – ha sostenuto il dirigente regionale - non hanno subito i necessari processi di smaltimento. E' scomparsa la digestione anaerobica (trasformazione in gas dei fanghi ndr) e questi sono stati stoccati troppo tempo nell’impianto a ricircolare: quest’invecchiamento ha prodotto i vermi”; In conseguenza delle gravi inadempienze rilevate, l’Ing.. Orrico bloccava il pagamento della fattura trimestrale dicembre/febbraio relativa ad una spesa di 2 milioni 300 mila euro, non autorizzata per vari motivi, uno su tutti l’inadempienza; Ad oltre un mese dal drammatico peggioramento del degrado ambientale dovuto al criminale sversamento in mare di tonnellate di feci, avvenuto il 16 e il 17 giugno, sembra che sia stato stipulato un accordo tra la Regione Campania e la Hydrogest, per l'ammodernamento e la “rifunzionalizzazione” dei depuratori gestiti dal concessionario; l'accordo in questione, prevederebbe l'erogazione alla società Hydrogest di un contributo regionale di circa 20 milioni di euro, già previsto in contratto, e renderebbe possibile un finanziamento, da parte di Banca Intesa, sempre in favore della Hydrogest, di 128 milioni di euro. Tali risorse dovrebbero essere (il condizionale è d’obbligo) utilizzate per ammodernare le paratoie dell'impianto di Cuma, eliminare sabbia ed oli dai depuratori, realizzare il trattamento biologico e la disidratazione fanghi in tutti gli impianti di competenza della Hydrogest (Cuma, Acerra, Napoli Nord e Foce Regi Lagni). Interroga pertanto l’Assessore all’Ambiente della Regione Campania per conoscere:

1. se le affermazioni fatte dall’ingegnere Orrico circa le responsabilità dirette della Hydrogest nel disastro ambientale che interessa gran parte del Golfo di Napoli e

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un’ampia superficie del litorale casertano siano frutto di personali valutazioni o, invece, siano null’altro che le risultanze di specifiche indagini d’ufficio considerato che egli svolge la funzione carica di responsabile regionale degli impianti di depurazione della Regione Campania;

2. in tal caso, quali procedure siano state avviate dalla Regione Campania per ottenere dalla Hydrogest il risarcimento dei danni patiti dall’Istituto regionale e dall’economia turistica del litorale cumano-domizio;

3. se i finanziamenti ottenuti dalla società concessionaria in virtù del recente accordo

Regione-Hydrogest servano ad un ulteriore ammodernamento e “rifunzionalizzazione” dei depuratori o se invece servano a rendere finalmente concreti analoghi interventi già programmati e che da lungo tempo giacciono ancora in una ingiustificabile fase di stallo.

On. Pietro Diodato

RRII SSPPOOSSTTAA

Assessorato alle Politiche Ambientali, Ciclo Integrato delle Acque Difesa del suolo, Parchi e Riserve Naturali, Protezione Civile

L’ASSESSORE

All’A.G.C. Gabinetto del Presidente della Giunta Regionale

Alla Presidenza del Consiglio Regionale

Oggetto: Interrogazione a risposta scritta a firma del Consigliere Regionale On. Pietro Diodato concernente: “Società Hydrogcst — inquinamento acque marine”.- (R.G. n. 1330) Si trasmette la nota prot. 0895631 del 19 ottobre 2009, con allegati, a firma del Dirigente del Settore “Tutela dell’Ambiente”, con allegati, di. riscontro all’interrogazione in oggetto indicata.

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Giunta Regionale della Campania AGC – Ecologia, Tutela Ambiente, C.I.A., Protezione Civile Il Responsabile Unico della Concessione per l’adeguamento e la realizzazione del sistema di collettori ed impianti di depurazione del PS3 prot.n. 196/RUC/2009

Napoli 6/10/2009

Al Coordinatore AGC Ambìente SEDE

Alla Commissione degli Esperti degli

ImpIanti dì depurazione Regionali c.a. dott. Lepore

SEDE e p.c. All’ Assessore alle Politiche Ambiantali

SEDE

Oggetto: Concessione, in regime di project financìng, per l’adeguamento e la realizzazione del sistema di collettori del PS3 (ad esclusione di quelli insistenti nel territorio dei Comune di Napoli soggetti alla competenza del Sindaco di Napoli Commissario di Governo), l’adeguamento degli impianti dì depurazione dì Acerra, Cuma, Foce Regi Lagni, Marcianise, Napoli Nord nonché la realizzazione o l’adeguamento degli impianti di trattamento dei fanghi. Risposta a interrogazione scritta n. 1330— a firma del! ‘On le Pietro Diodato Con riferimento all’interrogazione di cui all’oggetto dell’On. Pietro Diodato si forniscono i seguenti elementi di risposta. In prima analisi va evidenziato che il danno ambientale che interessa “gran parte del golfo di Napoli e una ampia fetta del litorale casertano” può essere solo parzialmente imputato all’imperfetto funzionamento degli impianti e rete di collettori gestiti dalla società. Hydrogest Campania S.p.A.. Molti dei liquami, difatti, che dovrebbero pervenire dalle fogne comunali al complesso di collettori

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asserviti a detti impianti, non raggiungono i collettori comprensoriali e sversano direttamente in mare. Va segnalato, a titolo di esempio, che relativamente al solo impianto di Cuma, esaminato nello specifico, alcune reti fognarie dei comuni di Gìugliano in Campania e Monte di Procida non si immettono nei collettori comprensoriali, perpetuando i danni ambientali in maniera continuativa ben più gravi di quelli dovuti al, precario funzionamento dall’impianto in parola. Va altresì segnalato che la non corretta conoscenza del territorio da parte degli enti comunali rende ancor di più difficile il risanamento di detta situazione. Per quanto riguarda la gestione dei fanghi da parte della società Hydrogest Campania S.p.A., più volte censurata da parte del sottoscritto, va segnalato che la stessa a pin riprese ha evidenziato le enormi difficoltà registrate nella gestione dello smaltimento dei fanghi; non essendo disponibile in Campania alcuna discarica che li possa recepire, il conferimento degli stessi avviene, obbligatoriamente, fuori regione. Questa situazione oltre a un aggravio dei costi per la società comporta, soprattutto, una maggiore difficoltà logistica, che non offre soluzioni certe a siffatta problematica. L’accordo siglato tra la Regione Campania e il Concessionario Hydrogest Campania S.p.A. riguarda esclusivamente il riallineamento temporale del PEF, configurandosi come una mera traslazione dei tempi di realizzazione dei progetto di finanza, scaturita dai ritardi nella consegna delle opere dovuti all’iter giudiziario successivo all’aggiudicazione della gara. Va evidenziato che, rispetto al finanziamento originario non è stata stanziata alcuna risorsa aggiuntiva, essendo il contributo previsto già parte integrante del contratto precedentemente sottoscritto. Sarà solo eventualmente anticipata l’erogazione di detto contributo cori lo scopo di accelerare l’esecuzione di un primo stralcio degli interventi previsti dal progetto di finanza realizzando quelle opere fondamentali per un primo e sostanziale miglioramento delle capacità depurative degli impianti. La progettazione esecutiva dì questo stralcio di interventi, ritenuti urgentissimi, è stata consegnata il 15 settembre, cosi come previsto dall’accordo in parola. ed è in avanzata fase istruttoria da parte dei tecnici regionali, per valutarne l’effettivo livello “esecutivo”. Per quanto riguarda la questione inerente la presenza di vermi sui litorali del Golfo va sottolineato che i pareri formulati, e riportati in maniera parziale dagli organi di stampa, erano pareri esclusivamente tecnici, espressi dietro domande dell’intervistatore e non erano inerenti all’episodio in questione, anche perché la presenza di questi vermi, la cui notizia ha occupato la stampa locale nel mese di luglio non è mai stata riscontrata direttamente, in particolare dai tecnici dell’ARPAC, preposti per legge alle verifiche e analisi, dall’ASL e da istituti universitari. La causa più probabile dell’eventuale presenza di detti vermi sarebbe da ricercare in una naturale schiusa dovuta alle forti condizioni anaerobiche e di caldo verificatesi nel corso della stagione estiva, come fatto presente nel corso dell’intervista; L’eventuale collegamento, inerente l’invecchiamento dei fanghi all’interno degli impianti di depurazione, è stato rappresentato come causa estremamente improbabile all’effetto ipotetico” di vermi data l’ampiezza della diffusione di questa presunta invasione. Va. inoltre, segnalato che il “drammatico peggioramento dcl degrado ambientale” che si è verificato nei giorni 16 e 17 giugno non è stato dovuto a questioni di carattere tecnico, ma esclusivamente ad attività poste in essere da alcune maestranze, impegnate in una vertenza sindacale con la società HYDROGEST. Dai dati acquisiti dall’ARPAC si riscontra che il danno ambientale è stato circoscritto, essendo le analisi rientrate nei parametri ordinari nel breve spazio di pochi giorni. Dunque i danni di natura prettamente dl immagine. e non sono quantificabili dallo scrivente, in mancanza di elementi probanti. Infine si segnala che gli impianti trattano reflui urbani, ovvero reflui industriali assimilabili agli urbani, pertanto, la presenza di scarichi di zinco o di altri metalli, abusivamente e ed in maniera

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delittuosa scaricati da privati nelle pubbliche fognature, oltre a non essere autorizzati, determinano malfunzionamenti agli stessi impianti e sono perseguibi1ì dalle autorità competenti.

IL RESPONSABILE UNICO DELLA CONCESSIONE dott. ing. Bruno Orrico

Prot.n. 02 /VPres Napoli, 14 settembre 2009

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Interrogazione urgente a risposta scritta all’Assessore all’Ambiente. Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere della Regione Campania premesso che: con Delibera n.1180 del 30.06.2009, la Giunta regionale della Campania ha stabilito di finanziare un progetto dal costo di € 3.863.031,14 definito molto genericamente “Intervento di recupero ambientale di alcuni tratti del litorale Domitio Flegreo”. Tali fondi saranno prelevati dalle risorse del PO FESR 2007/13, Obiettivo Operativo 1.2, quantificate al momento in € 50.000.000,00; il litorale Domitio Flegreo nel corso di quest’ultima estate è assurto all’apice dell’attenzione della pubblica opinione per i drammatici e ricorrenti effetti dell’inquinamento prodotto dal mancato funzionamento del depuratore di Cuma. Effetti che si sono inverati nel disastro economico che ha interessato l’intero comparto turistico della costa campana compresa tra Licola ed il Garigliano, ivi comprese alcune località insulari; nei disagi patiti dall’utenza dei servizi turistico-balneari; nell’aggravamento delle patologie del degrado dell’ambiente; la bonifica - così come del resto è riportato nella citata delibera – rappresenta un punto cruciale per il risanamento ambientale, per cui è necessario completare gli interventi in corso, caratterizzare i Siti di Interesse Nazionale, bonificare i siti già caratterizzati, rinaturalizzare i territori inquinati, al fine di sottrarre le aree allo sfruttamento illecito e garantire migliori condizioni di vivibilità ai cittadini; l’entità del costo del progetto predisposto dall’Astir s.p.a. per il recupero di alcuni tratti del litorale Domitio Flegreo, non riscontrandosi nel corpo del documento adeguate precisazioni sulla tipologia e localizzazione degli interventi di bonifica, appare non adeguato alle necessità più volte evidenziate dalle popolazioni, dagli operatori economici, dal mondo della tecnica e della politica di un recupero organico e definitivo del litorale considerato; la storia della disastrata gestione della Recam s.p.a. e la concessione all’Astir S.p.A. (società che ha sostituito a tutti gli effetti di legge la Recam s.p.a.) di € 17.102.286,03, grazie all’apposita Legge Regionale 14 aprile 2009, n.5, per ricondurre alla normalità l’attività gestionale della società, inducono a sospettare che l’affidamento all’Astir dell’ Intervento di recupero ambientale di alcuni tratti del litorale Dominio Flegreo costituisca un espediente tecnico per assicurare alla società partecipata un minimo di vivibilità gestionale. Interroga pertanto l’Assessore all’Ambiente per conoscere:

a. La tipologia e la localizzazione degli interventi previsti dal progetto predisposto dall’Astir S.p.A. e finanziati con la Delibera di Giunta della Regione Campania n.1180 del 30.06.2009;

b. Le ragioni della mancata definizione di un piano strategico complessivo riguardante

l’intera fascia costiera più volte ricordata nel presente atto ispettivo;

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c. Il cronoprogramma degli interventi per l’adeguamento tecnico-funzionale del

depuratore di Cuma.

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Consiglio Regionale della Campania

Gruppo Consiliare

Popolo della Libertà

Il Vice Presidente

Prot.n. 23 /VPres Napoli, 25/09/2009 Interrogazione urgente a risposta scritta all’assessore all’Ambiente

Il sottoscritto Pietro Diodato consigliere della Regione Campania, premesso che:

nel corso della recente estate, l’isola di Tiberio e le sue incomparabili bellezze sono balzate all’onore delle cronache per atti delittuosi compiuti contro l’inestimabile patrimonio naturalistico ed ambientale. Lo sdegno suscitato dal criminale inquinamento da liquami del tratto di mare antistante la Grotta Azzurra ed i fondali ridotti ad un’immensa discarica di materiale vetroso non si è ancora placato che già l’isola è scossa da una nuova ed inquietante vicenda.

Nel corso della settimana appena trascorsa, sulla superficie del mare nel porto di Capri, zona Banchinella e Pennello, sono ricomparse vistose, estese ed allarmanti chiazze di idrocarburi, presumibilmente di nafta. Ormai da tempo, nel corso od immediatamente dopo intense piogge, a Capri si assiste al singolare fenomeno. Sulla superficie del mare e sull’impiantito stradale (dai basoli e dai tombini fuoriesce la stessa sostanza mista ad altro liquido biancastro) compare questa sostanza oleosa, accompagnata da forti odori che rendono in alcuni punti della città l’aria irrespirabile.

La portata del fenomeno non può lasciare indifferenti quanti hanno a cuore la tutela dell’ambiente e della salute pubblica. Il rilascio di idrocarburi in mare o in qualsiasi altro ambiente, infatti, è senza alcun dubbio estremamente pericoloso per la salute dei cittadini e per l’intero ecosistema. Ci troviamo, quindi, di un vero e proprio disastro ambientale anche se la percettibilità dello scempio è legata alle precipitazioni atmosferiche.

Interroga pertanto l’Assessore all’Ambiente per conoscere se:

1. sia al corrente del fenomeno sopra descritto; 2. risponda al vero che la dispersione di tali idrocarburi sia determinata da una falla

prodotta nella conduttura di alimentazione della locale centrale elettrica;

3. quale evoluzione abbia avuta l’indagine iniziata almeno due anni or sono dal locale Stazione dei Carabinieri con l’apertura di un fascicolo;

4. l’ARPAC abbia monitorato il fenomeno con periodiche analisi delle acque marine

prospicienti la costa caprese e quelle di falda utilizzate per l’alimentazione umana.

Difesa della Salute

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Napoli, 30 gennaio 2008. Prot. n. 10

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INTERROGAZIONE URGENTE A RISPOSTA SCRITTA AL PRESIDENTE DELLA GIUNTA ED ALL’ASSESSORE ALLA SANITA’ DELLA REGIONE CAMPANIA. Il sottoscritto Pietro Diodato consigliere regionale di Alleanza Nazionale Premesso che: il Comitato Zonale Art. 11, Medicina Specialistica Ambulatoriale, con sede in Napoli alla Via Acquaviva 41, pubblicava il 27 Settembre 2007 Prot. n. 2732 i Turni Vacanti relativi al terzo trimestre 2007 e che tra le ore pubblicate vi erano 28 ore di CHIRURGIA PLASTICA presso l'AOU FEDERICO II, con particolari capacità professionali:"Unico Specialista; si richiede documentata esperienza, conseguita dopo il titolo di specializzazione in centri di eccellenza presso strutture universitarie od ospedaliere riferite alla chirurgia plastica e ricostruttiva di melanoma maligno, biopsia del linfonodo sentinella, ricostruzione di mammella e malformazioni genitali"; Alla scadenza del 10 Ottobre 2007, viste le domande pervenute con le richieste capacità e non potendo, probabilmente, assegnare le ore al Candidato voluto, perche' preceduto da altri medici aventi diritto, L'AOU POLICLINICO II provvedeva in data 11 ottobre 2007 a ritirare le 28 ore di chirurgia plastica pubblicate; Come se tutto questo non bastasse, il Comitato Zonale Art.11 in data 20 Dicembre 2007 con prot. n. 3172 pubblicava i Turni Vacanti relativi al quarto trimestre 2007, e tra le ore pubblicate vi erano due turni uno di 28 e l'altro di 10 ore presso l'AOU FEDERICO II con particolari capacità professionali ovvero: Il primo:"Unico Specialista disponibile a turnazione, anche notturna e festivi, e reperibilità con documentata esperienza conseguita, dopo il titolo di specializzazione, presso la chirurgia plastica e ricostruttiva di una struttura universitaria o ospedaliera complessa (II livello). Con competenza nel trattamento del melanoma maligno con biopsia del linfonodo sentinella eseguita mediante doppia metodica (colorimetrica e radioimmunologica) con almeno 50 pazienti trattati come primo operatore negli ultimi due anni (attestato da idonea documentazione di casistica operatoria). Competenza nel trattamento dei tumori della testa e del collo con almeno 200 interventi come primo operatore negli ultimi due anni (attestata da idonea documentazione di casistica operatoria). Competenza nella gestione, almeno biennale continuativa (con frequenza almeno trisettimanale) negli ultimi cinque anni, di un reparto di degenza di chirurgia plastica presso struttura universitaria o ospedaliera complessa (II livello) (attestata da idonea documentazione). Il secondo:" Unico specialista disponibile a turnazione, anche notturna e festivi e reperibilità con documentata esperienza conseguita, dopo il titolo di specializzazione, presso la chirurgia plastica e ricostruttiva di una struttura universitaria o ospedaliera complessa (II livello). Con competenza nel trattamento di malformazioni corporee e dei difetti post traumatici mediante l'impiego di fattori di crescita di derivazione piastrinica (Platlet Rich Plasma) in associazione al

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trapianto di grasso autologo ricco di cellule staminali con almeno cinque pazienti trattati come primo operatore nell'ultimo anno (attestato da idonea documentazione di operatoria). Competenza nel trattamento di perdite di sostanza corporee trattate mediante l'applicazione dei fattori di crescita di derivazione piastrinica (PRP) da soli o in associazione a matrice modulante le proteasi con almeno 15 pazienti trattati come primo operatore negli ultimi due anni (attestati da idonea documentazione di casistica operatoria). Competenza nel trattamento del melanoma maligno con biopsia del linfonodo sentinella eseguita mediante doppia metodica (colorimetrica e radioimmunologica) con almeno 15 pazienti trattati come primo operatore negli ultimi due anni (attestato da idonea documentazione di casistica operatoria). Competenza nella gestione nell'ultimo anno ( con frequenza almeno trisettimanale) di un servizio presso la chirurgia plastica di una struttura universitaria o ospedaliera complessa (II livello) per il trattamento delle paresi e paralisi del nervo facciale cosi come della chirurgia miniinvasiva del volto effettuata con tecnica videoendoscopica per la rianimazione post traumatica del volto (attestato da idonea documentazione)"; E’ stato inoltre previsto un turno di 38 ore di chirurgia plastica presso il P.O. dei Pellegrini, sempre con particolari capacità professionali:"Unico specialista. Disponibilità alla turnazione e reperibilità. Comprovata e continuativa esperienza (frequenza almeno trisettimanale) maturata negli ultimi due anni in strutture altamente specializzate, dotate di attività di P.S. specialistico, nel trattamento della mano e dei nervi periferici. Esperienza nella gestione di ferite difficili con fattori di crescita e medicazione avanzata, negli ultimi due anni (con un numero di 50 pazienti trattati)"; Interroga il Presidente della Giunta regionale e l’Assessore alla Sanità della regione Campania per conoscere: Per quale motivo, come si evidenzia dalla lettura delle particolari capacità professionali per i turni vacanti del terzo trimestre e quelli del quarto trimestre, dopo quattro mesi sono aumentati a dismisura i requisiti richiesti, probabilmente per impedire la domanda di partecipazione a tutti quegli specialisti, che avrebbero potuto precedere i candidati voluti dall' AOU Federico II e dal P.O. dei Pellegrini; Inoltre, se si considera che le particolari capacità richieste vengono proposte dai reparti universitari o ospedalieri che richiedono le ore da pubblicare al Comitato, e che gli stessi primari delle strutture richiedenti, certificherebbero per i loro candidati( medici specialisti) da assumere e come se non bastasse, gli stessi primari , farebbero parte delle commissioni che giudicano i certificati attestanti le capacità professionali richieste e da loro stessi firmati. Si chiede come sia possibile che tutto questo avvenga con l'avallo del Comitato Zonale art. 11 e del Sindacato SUMAI, che permetterebbero, che i Medici Specialisti in graduatoria, vengano eventualmente scavalcati, nell'assegnazione delle ore pubblicate con il meccanismo descritto delle particolari capacità professionali; Ed ancora è giunta notizia allo scrivente che, nelle due commissioni che si sono tenute il 23/01/2008, presso il Comitato Zonale Art.11 in via Aquaviva 41, per valutare le particolari capacità professionali, per le ore di Chirurgia Plastica dell'AOU Federico II e del P.O. dei

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Pellegrini, sarebbe emerso che: le domande valide con le certificazioni attestanti i requisiti richiesti sarebbero quattro, per i tre turni da assegnare, che un certificato sarebbe stato immediatamente giudicato non idoneo, senza valida motivazione ( di medico non gradito), mentre per quanto riguarda i certificati dei tre medici per cui tutto questo sarebbe stato perpetrato, uno non sarebbe stato protocollato e avrebbe recato correzione a penna blu della data, un'altro sarebbe stato datato 08/01/08 e quindi da ritenersi non valido, in quanto le particolari capacità richieste , devono essere già possedute alla data di pubblicazione del bando avvenuta il 20/12/2007 e non avrebbe permesso di individuare il reparto in cui tali attività sarebbero state svolte. Ancora, nessuno dei tre certificati avrebbe comprovato nè la frequenza trisettimanale, nè la qualifica, infine, non essendo medici dipendenti non avrebbero potuto essere primo operatore in strutture pubbliche ( al punto che sembra che il primario in commissione a questa domanda avrebbe risposto che il primo operatore come da registro operatorio sarebbe stato sempre lui), ed inoltre i certificati di cui sopra non avrebbero comprovato nemmeno il possesso, presso le strutture certificanti, delle medicazioni avanzate di cui vantano l'uso; infine sembrerebbe che questo modo di gestire le ore di specialistica ambulatoriale starebbe sostituendo la prassi consolidata dei “concorsi pilotati” per le Università e gli Ospedali in quanto pratica più veloce, senza grosse difficoltà, perchè il tutto verrebbe programmato e deciso nell'ambito Cittadino, senza scomodare i ministeri della ricerca, dell'università e della sanità. Se tutto ciò dovesse corrispondere al vero non sarebbe opportuno chiedere di non assegnare le ore di chirurgia plastica sia le 38 del P.O. dei Pellegrini, sia i due turni di 28 e di 10 dell’AOU Federico II il 31/01/2008 ore 10,00 presso il Comitato Zonale in via Acquaviva n 41 Napoli così come previsto dal bando. Napoli, 5 febbraio 2008 Prot. n. 13

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INTERROGAZIONE URGENTE A RISPOSTA SCRITTA ALL’ASSESSORE ALLA SANITÀ DELLA REGIONE CAMPANIA Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere della Regione Campania di Alleanza Nazionale interroga l’Assessore alla Sanità per conoscere, in riferimento all’”Assegnazione 20 ore di dermatologia Fondazione Pascale e 12 ore presso A.O.U. Federico II per il IV trimestre 2007 ”, se risponda al vero che:

a) il conferimento degli incarichi di specialistica ambulatoriale per la dermatologia – senza però escludere le altre branche della medicina – avvenga in funzione di procedure discutibili, discriminanti gli specialisti aventi diritto ai sensi dell’art. 10, comma 1 lettere a e g, e del protocollo aggiuntivo del DPR 271/00;

b) tale discriminazione si realizza grazie al reiterato ricorso delle AA.SS.LL. all’articolo 9,

comma 2 che consentirebbe di affidare gli incarichi a specialisti “nelle grazie” di alti burocrati e di politici;

c) dai registri degli ambulatori in questione, pur avendo costituito condizione essenziale per

l’individuazione dei professionisti, non risulta che siano mai stati effettuati interventi di micologia venereologia dermatologia parassitaria e dermatologia psicosomatica, fotodiagnostica o fototerapia;

d) esista allo stato un procedimento legale, avverso alla condotta “nepotistica” posta in

essere dalle direzioni delle AASSLL per il conferimento degli incarichi di specialistica ambulatoriale, promosso dagli specialisti in Dermatologia aventi diritto ai sensi dell’art. 10, comma 1 lettere a e g, e del protocollo aggiuntivo del DPR 271/00.

Napoli, 15 Febbraio 2008 Prot.n. 17

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INTERROGAZIONE URGENTE A RISPOSTA SCRITTA AL PRESI DENTE DELLA GIUNTA REGIONALE DELLA CAMPANIA

Il sottoscritto Pietro Diodato consigliere della Regione Campania di Alleanza Nazionale premesso che: in data 11/02/08 presso la Clinica Ostetrica dell’Università Federico II di Napoli sono dovuti intervenire agenti della Polizia in seguito ad una inchiesta aperta dalla Procura della Repubblica per indagare sulla regolarità di un aborto; a seguito di tale intervento sarebbero stati acquisiti diversi elementi documentali da parte degli agenti, tra cui la cartella clinica della donna che avrebbe deciso di interrompere una gravidanza alla 21sima settimana in conseguenza di analisi sul feto che avrebbero accertato che lo stesso probabilmente presentava una anomalia cromosomica; a fronte di quanto già esposto risulta palesemente necessario un intervento ispettivo rigoroso anche da parte degli organi regionali preposti che possa dirimere la fittissima nebbia che offusca il tema degli aborti in Campania ed il rispetto dei precetti della legge 194; legittimamente è necessario richiedere i dovuti chiarimenti sia da parte del Direttore Generale del Policlinico della Federico II sia da parte, soprattutto, del Direttore del Dipartimento di Ostetricia che non possono esimersi dal fornire le dovute chiarificazioni richieste a seguito di un fatto tanto grave quanto singolare dal momento che ancora oggi risultano non poche perplessità sulle versioni fornite dagli addetti ai lavori negli ultimi due giorni;

Interroga il Presidente della Giunta Regionale per conoscere:

1. Se siano stati attivati tutti i procedimenti di verifica dei fatti di cui in premessa con

particolare riferimento all’acquisizione della documentazione completa sull’aborto in questione;

2. Se siano stati convocati ed ascoltati presso gli uffici competenti regionali coloro i quali,

come il Direttore Generale del Policlinico della Federico II ed il Direttore del Dipartimento di Ostetricia, oltre a dover essere necessariamente implicati nella questione, risultano essere i principali responsabili di eventuali gravi riscontri da parte della Procura della Repubblica;

3. Se sia possibile ricevere tutti gli elementi documentali che verranno esaminati durante la

necessaria indagine conoscitiva che dovrà necessariamente essere attivata da tutti gli organi competenti al fine di verificare se il bambino “mai nato” fosse effettivamente malformato o se, invece, siamo in presenza di una gravissima violazione della legge 194 e dei precetti da essa indicati.

Prot. n. 94 Napoli, 26 maggio 2008

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA AL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE, ALL’ASSESSORE ALLA SANITA’ E ALL’ASSESSORE ALLA FORMAZIONE E LAVORO Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere della Regione Campania di Alleanza Nazionale premesso che: nel mese di Aprile c.a. si sarebbe svolto presso l’Assessorato alla Sanità della Regione Campania un incontro tra alcuni Assessori della Giunta Regionale ed i rappresentanti di alcune associazioni tra cui la OSS Napoli; durante tale incontro sarebbe stato proposto un percorso di riqualificazione professionale destinato ad operatori già in possesso della qualifica di OSS secondo le modalità già avviate con i progetti “Isola”; detto percorso formativo dovrebbe riguardare almeno 1.200 (milleduecento) unità con un rimborso spese di almeno 600 euro mensili anche se risultano ancora indefiniti i tempi di gestione; il tutto sarebbe destinato a rappresentare una attività propedeutica rispetto alle reali esigenze delle associazioni OSS, tra cui definire l’adeguamento delle tariffe regionali per le prestazioni delle case di cura private, avviare una indagine presso le strutture sanitarie pubbliche tese a rilevare le possibilità occupazionali di quanti già in possesso della qualifica di OSS, riservare una quota percentuale di OSS presso le strutture pubbliche ecc.;

Interroga

Il Presidente della Giunta Regionale, l’Assessore alla Sanità e l’Assessore alla formazione e lavoro per conoscere:

1. se sia possibile ricevere copia del verbale e/o eventuale documentazione relativa all’incontro citato in premessa che si sarebbe svolto in data 16 aprile 2008;

2. quali siano le soluzioni e le determinazioni che i gruppi di lavoro, all’uopo istituiti,

intendano adottare sia in relazione ai risvolti normativi che per le ricadute di carattere finanziario che un percorso formativo di tal guisa comporterebbe;

3. quali saranno i criteri di reclutamento dei 1.200 (milleduecento) OSS “eletti” a partecipare ai

citati corsi di riqualificazione dal momento che, appare evidente, partecipare ad un percorso formativo di approfondimento costituirebbe una “corsia preferenziale” rispetto a tutti coloro che pur essendo in possesso della qualifica di OSS finirebbero per non avere il requisito della partecipazione ai nuovi corsi, con palese violazione della Regione Campania dei principi fondamentali della imparzialità, della trasparenza e delle pari opportunità;

4. quali siano le intenzioni della Regione Campania rispetto alla atavica questione “OSS” che da anni non trova soluzioni in una Regione come quella Campana in cui l’emergenza sanitaria e l’approssimazione nell’assistenza ai malati e all’ordine del giorno.

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Napoli, 20 marzo 2008 Prot. n. 48

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INTERROGAZIONE URGENTE A RISPOSTA SCRITTA AL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE ED ALL’ ASSESSORE ALLA SANITÀ. Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere della Regione Campania di Alleanza Nazionale premesso che:

l’ ospedale S. Paolo, struttura che sembrava destinata a divenire Dea di secondo livello e Polo di riferimento per le emergenze nell’intera area flegrea, dovrà rassegnarsi a vedere tali aspirazioni restare disattese, nonostante rappresenti l’unico presidio ospedaliero a coprire una vastissima area territoriale, causa la presenza di vincoli urbanistici (divieto di ampliare le volumetrie) e paesaggistici (divieto di alterare lo stato dei luoghi) che impedirebbero la prosecuzione dei previsti lavori di ristrutturazione e di ampliamento;

tale stato delle cose costituirebbe un vero e proprio danno sia dal punto di vista sociale, visto che il nosocomio di Fuorigrotta potrebbe accogliere in prospettiva un numero molto importante di pazienti che risiedono in quartieri e comuni flegrei che negli ultimi decenni hanno registrato un forte incremento demografico, sia, soprattutto, dal punto di vista meramente economico dal momento che qualora non si trovasse rimedio alla sospensione dei lavori di adeguamento si renderebbe impossibile l’utilizzazione dei fondi – oltre 10 milioni di euro – stanziati con la legge 67 del 1988, ex art. 20; a fronte di quanto esposto va evidenziato che l’ospedale S. Paolo, pur essendo oggi in grado di affrontare anche le emergenze che riguardano varie patologie come quelle neurologiche, dermatologiche, ortopediche, ginecologiche, pediatriche e cardiologiche risulta essere privo di reparti di primaria importanza quali l’U.T.I.C, Urologia, Oculistica, Otorinolaringoiatria ecc. che pure sono settori per i quali l’emergenza sanitaria è molto frequente;

Interroga Il Presidente della Giunta Regionale e l’Assessore alla Sanità, per conoscere:

1. Se sia possibile ricevere in tempi brevi elementi documentali che concernono le disposizioni e/o le ratifiche da parte della Regione Campania in merito all’inizio dei lavori di ristrutturazione e di ampliamento dell’ospedale S. Paolo e lo stato di avanzamento degli stessi al momento della sospensione.

2. Quali siano i reali motivi ostativi che hanno cagionato tale deprecabile situazione in un

presidio ospedaliero di siffatta importanza strategica territoriale verificando se non si sia

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applicata in maniera oltremodo generica e superficiale la normativa vigente in materia urbanistica senza tener contro peraltro della grave ricaduta sociale di tale provvedimento.

3. Quali siano le iniziative che si intendono intraprendere per cercare una adeguata soluzione, di concerto con gli altri organi istituzionali preposti, al fine di consentire una rapida ripresa dei lavori, magari in deroga a quanto eventualmente previsto dalle vigenti norme urbanistiche, che possa garantire la realizzazione di un progetto che sarebbe di fondamentale importanza per un’intera comunità umana che risiede nell’area occidentale della città e nei comuni limitrofi, che pure dovrebbero godere del diritto di assistenza qualificata e cure appropriate nelle immediate vicinanze del proprio luogo di residenza.

Napoli, 27 marzo 2008 Prot. n. 53

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INTERROGAZIONE URGENTE A RISPOSTA SCRITTA AL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE ED ALL’ ASSESSORE ALLA SANITÀ. Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere della Regione Campania di Alleanza Nazionale premesso che: è motivo di profonda tristezza il dover apprendere dalle colonne dei quotidiani della città, i mortificanti disagi cui sono sottoposti i pazienti bisognosi della terapia chemioterapica. Eppure, in due disattese interrogazioni (Reg. Gen. 545 e 550 del 2007) avevo puntualmente prefigurato gli indesiderabili effetti che avrebbe determinato l’accorpamento dell’unità operativa complessa di Oncologia Medica C (endocrinologia) con la Chirurgia A (senologia) ed il constatare di essere stato buon profeta, assolutamente, non mi gratifica; la soluzione di organizzare l’intramoenia utilizzando lo strumento dell’accorpamento si dimostra, alla luce delle pubbliche polemiche suscitate dalla localizzazione e dalla qualità dell’accoglienza, molto discutibile e, nel contempo, testimonia la veridicità delle argomentazioni avanzate da chi all’atto di decidere, suggeriva per tali attività, di utilizzare i tanti spazi disponibili nella sede dell’Istituto (si pensi ad esempio ad uno dei sei piani del corpo G);

Interroga

Il Presidente della Giunta Regionale e l’Assessore alla Sanità per conoscere:

1. se tale accorpamento abbia nei fatti causato una riduzione dei posti letto dell’Oncologia Medica C;

2. quali iniziative siano state adottate dalla Direzione Generale per ridurre i tempi di

attesa;

3. come la stessa Direzione intenda garantire il diritto alla salute dei cittadini delle cosiddette “fasce deboli” poiché questo potrebbe essere conculcato dall’attività intramoenia (Sanità a pagamento) e dall’esiguità dei posti-letto disponibili.

Prot. n. 165 Napoli, 6 agosto 2008

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INTERROGAZIONE URGENTE A RISPOSTA SCRITTA AL PRESIDENTE DELLA GIUNTA DELLA REGIONE CAMPANIA E ALL’ASSESSORE ALLA SANITA’.

Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere della Regione Campania di Alleanza Nazionale, premesso che:

- con delibera n°412 del 09.06.2005, il dottor Vincenzo Casalino, direttore generale dell’Azienda Ospedaliera “D. Cotugno”, in attesa del completamento del procedimento di riorganizzazione e ristrutturazione delle attività afferenti i laboratori di Virologia e di Patologia Clinica della predetta A.O., stabiliva di usufruire delle prestazioni professionali del dottor Antonio Lioi – dirigente sanitario biologo della ASL SA 2 fino al 18.05.2005 - grazie ad un’apposita convenzione;

- con delibera n°297 del 21.06.2006, l’avvocato Ernesto Gallo, direttore generale facente

funzioni dell’Azienda Ospedaliera “D. Cotugno”, prendeva atto della proroga della convenzione ASL SA 2 per le prestazioni professionali del dottor Antonio Lioi;

- con delibera n° 343 del 30.06.2008, il dottor Antonio Giordano, dopo aver preso atto

della necessità di continuare ad usufruire delle prestazioni professionali del dottor Antonio Lioi, onde portare a termine l’attività di coordinamento operativo delle procedure congiunte strutturali e tecnologiche per l’implementazione del nuovo laboratorio con annessa tecnologia operativa ai sensi dei precipui provvedimenti della Regione Campania, conferiva per queste ragioni al dottor Lioi l’incarico professionale;

Interroga il Presidente della Giunta e l’Assessore alla Sanità della Regione Campania per conoscere se risponda al vero che:

- la convenzione stipulata con il dottor Antonio Lioi sia in contrasto con la Delibera della G.R. n° 1843 in quanto le attività previste dalla convenzione potevano, senza aggravi di spesa, essere svolte da personale qualificato già presente nel settore laboratori dell’Azienda Ospedaliera “D. Cotugno”;

- la nomina del dottor Lioi – quale referente del direttore generale Antonio Giordano – per

il tavolo tecnico area laboratori della SORESA prevarichi il buon diritto a parteciparvi dei responsabili dei Laboratori Analisi e Virologia della suddetta Azienda Ospedaliera;

- per la ristrutturazione dei laboratori – progetto già approvato dall’ARSAN – che prevede

una spesa di oltre cinque milioni di euro, il direttore generale Antonio Giordano, insieme al suo consulente dr Antonio Lioi, si stanno attivando per gestire la gara senza il coinvolgimento dei responsabili dei laboratori.

Prot. n. 150 Napoli, 21 luglio 2008

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INTERROGAZIONE URGENTE A RISPOSTA SCRITTA AL PRESIDENTE DELLA GIUNTA DELLA REGIONE CAMPANIA, ALL’ASSESSORE ALLA SANITA’, ALL’ASSESSORE ALLE POLITICHE SOCIALI E ALL’ASSESSORE AL BILANCIO. Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere della Regione Campania di Alleanza Nazionale, premesso che: con l’articolo 28 della legge n.24/2005, la Regione Campania ha previsto un aiuto economico alle donne in gravidanza al 31.12.05 con problemi economici e/o sociali (ragazze madri). Tale beneficio era esteso anche a tutte le donne straniere ed extracomunitarie, con regolare permesso di soggiorno, residenti in Napoli con basso reddito individuale e familiare; il comma 3 del citato articolo, con l’obiettivo evidente di tutelare le donne in attesa rendendo più dignitose le condizioni di maternità ed allo stesso tempo scongiurando il ricorso all’interruzione della gravidanza prevedeva il loro censimento nel corso dell’esercizio finanziario 2006 mediante la struttura dell’ArSan. l’ArSan avrebbe dovuto, infatti, provvedere entro il 30 aprile 2006 a comunicare alla Giunta regionale ed alla Commissione consiliare permanente competente le risultanze dell’indagine e del censimento di cui al comma 3 della legge n.24/2005; la Regione Campania avrebbe, quindi, con una legge ad hoc, dovuto rendere disponibili le risorse finanziarie previste dalla legge finanziaria dello Stato per il 2006, in ragione dei dati e del censimento effettuato dall’ArSan e le risorse finanziarie regionali con l’individuazione dei criteri e delle modalità per l’erogazione del contributo alle mamme indigenti; all’approvazione delle legge, denominata enfaticamente “ Reddito per la vita”, fu data ampio risalto per le sue finalità altamente umanitarie. Rilievo che creò grandi attese tra le numerose (purtroppo) mamme in gravi difficoltà economiche e che al momento, mancando ogni riscontro, è da supporre che siano andate deluse;

interroga pertanto il Presidente della giunta regionale, gli Assessori alla Sanità, alle Politiche Sociali e al Bilancio per conoscere:

1. se l’ArSan abbia comunicato alla Giunta regionale e alla commissione

consiliare permanente competente, nei termini previsti dalla legge n.24/2005, le risultanze dell’indagine e del censimento delle donne in stato di gravidanza al 31.12.05 potenziali beneficiarie dell’aiuto economico regionale;

2. il numero della legge regionale che ha consentito attraverso la definizione dei

parametri e delle modalità l’erogazione dei benefici finanziari alle mamme bisognose;

3. i capitoli di bilancio e l’entità dei finanziamenti regionali destinati al

“Reddito per la vita”;

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4. il numero delle mamme italiane ed extracomunitarie che hanno presentato domanda per il contributo regionale e quello delle beneficiate.

Prot. n. 96 Napoli, 27 maggio 2008

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA AL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE, ALL’ASSESSORE ALLA SANITA’ E AL DIRETTORE GENERALE DELL’ASL NAPOLI 1. Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere della Regione Campania di Alleanza Nazionale premesso che: con delibera n. 514 della Regione Campania del 30 Marzo 2007 pubblicata sul BURC n. 23 del 23 Aprile 2007 su “ Disposizioni in materia di dotazioni organiche ed assunzione del personale del Servizio sanitario regionale”, si stabilisce che “viene fatto divieto alle Aziende Sanitarie di bandire nuovi concorsi ed assumere nuovo personale a tempo indeterminato senza aver prima acquisito parere positivo dalla Giunta Regionale” ed addirittura “invita i Direttori Generali a revocare tutti i concorsi e gli avvisi già pubblicati sulla G.U. e sul BURC negli anni 2006-2007, per i quali alla data del 31.11.06 non fosse stata espletata almeno una delle prove concorsuali”; questa norma ha di fatto bloccato tutti i concorsi da circa un anno e mezzo nella nostra regione, creando di fatto situazioni di inaccettabile squilibrio quali la conferma delle funzioni apicali, conferite con delibere “ad personam” oltre i limiti consentiti dalla legge e spesso sulla base di incarichi di UOSD (Unità Operative Dipartimentali) conferite arbitrariamente dai DD.GG. spesso su indicazioni o segnalazioni di dubbia provenienza e di fatto dei primariati in pectore tali da ledere gravemente i principi costituzionali di eguaglianza e pari opportunità tra medici dirigenti; tali scorciatoie primariali sono inammissibili in uno stato di diritto e gravemente lesive dei principi delle pari opportunità garantiti dalla costituzione ed inoltre contravvengono alle stesse linee guida regionali in applicazione del comma 1 art. 9 del CC.NN.LL. Sanità del 3.11.05 riassunte nella delibera regionale n. 214 del 23 febbraio 2007 pubblicata sul BURC della Regione n. speciale del 23 marzo 2007; quest’ultima delibera stabilisce infatti all’art. 23: “ vacanza di funzioni dirigenziali”, comma 8, che “ la sostituzione della funzione dirigenziale di struttura complessa comporta l’attribuzione al Dirigente che espleta la sostituzione,….di una indennità, che è dovuta nei casi in cui l’assenza si protragga oltre il 60° giorno e per sei mesi, prorogabili fino a dodici qualora sia stato bandito il relativo concorso secondo le procedure di cui al DPR 484/97 e L.R. 3/2006 per la Dirigenza Medica;

INTERROGA Il Presidente della Giunta Regionale, l’Assessore alla Sanità ed il Direttore Generale della ASL Napoli1, per conoscere:

1. Se non intendano approfondire le problematiche esposte in premessa e fornire allo scrivente tutti gli elementi documentali che possano garantire maggiore trasparenza ad una situazione che, ad oggi, sembra contenere in sé tutti i crismi della parzialità oltre che della incostituzionalità, e che è da troppo tempo cristallizzata su posizioni incompatibili finanche con il CCNL vigente.

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2. Se non si ritenga pertanto opportuno rientrare immediatamente nell’ambito della normativa nazionale e regionale e procedere laddove vi sia necessità all’espletamento delle procedure concorsuali.

3. se non intendano, così come previsto dal contratto nazionale, definire i concorsi interni per

le Unità Operative Semplici e gli incarichi professionali di alta specializzazione che dovrebbero rappresentare la spina dorsale dell’attività assistenziale, gratificando professionalmente ed economicamente chi di fatto svolge attività specialistiche documentate sulla base non dell’”appartenenza” ma dei curriculum professionali e della valutazione dei risultati ottenuti, ottemperando alla specifica normativa recepita nella stessa deliberazione n. 214 del 23 febbraio 2007, in cui all’art. 1 comma 2 si stabilisce che “ è obbligo di ciascuna Azienda ed Ente assegnare a ciascun dirigente uno specifico incarico tra quelli previsti dall’art. 27 del CCNL 1998/2001” tramite la predisposizione di un avviso di selezione interna alla struttura stessa, come previsto dall’art. 5 della stessa deliberazione.

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Napoli, 6 ottobre 2008 Prot.210 INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA AL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE, ALL’ASSESSORE ALLA SANITA’ E ALL’ASSESSORE AL BILANCIO. Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere della Regione Campania, premesso che:

- il Piano Ospedaliero Regionale approvato con la legge n. 24 del 28.12.2006 prevedeva l’istituzione di due Unità dei Risvegli per i pazienti in coma: una neonatale presso l’A.O. Santobono di Napoli e l’altra presso l’A.O. Rummo di Benevento;

- ad oggi non risultano approvati i progetti esecutivi. Delle due A.O. soltanto quella

sannita pare che abbia dato corso alla progettazione allo stato ancora in fase di elaborazione;

- la gravissima carenza di fatto trasforma i reparti di terapia intensiva (quando disponibili)

in altrettanti reparti per lungo degenti o nel peggiore dei casi determina il trasferimento dei pazienti nelle scarse Unità di Risveglio del Centro-Nord;

condivisa:

- la necessità di accelerare la realizzazione delle Unità dei Risvegli, delle Case dei Risvegli, dei reparti di assistenza e di recupero, degli hospice, dell’assistenza domiciliare alle persone colpite da coma, nel rispetto delle linee guida definite da un’apposita commissione tecnica da costituire così come da accorata richiesta del Presidente dell’associazione onlus Gli amici di Eleonora, dr.ssa Margherita Rocco;

- l’urgenza di predisporre un piano regionale per le cure palliative;

Interroga il Presidente della Giunta Regionale, l’Assessore alla Sanità e l’Assessore al Bilancio per conoscere:

1. se risponda al vero che a distanza di circa due anni dall’approvazione del Piano regionale 2006-2008, non esista alcun progetto esecutivo relativo all’Unità dei Risvegli neonatale del Santobono ed a quella del Rummo di Benevento mentre si annuncia la chiusura dell’Unità del Cardarelli;

2. se sia stata istituita o sia ancora in itinere la Commissione regionale per i problemi

delle persone colpite da coma;

3. le ragioni per le quali la Regione Campania non abbia formulato ipotesi di spesa per realizzare gli “Ospedali senza dolore” e le Unità dei risvegli nonostante la disponibilità delle risorse economiche previste dalla legge finanziaria 2007 (legge 22.11.07 n. 222) e nel testo coordinato del D.L. n.159 del 01.10.07;

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4. se e quali iniziative intendano assumere a sostegno dell’iniziativa de Gli amici di Eleonora finalizzata a realizzare un punto “Comaiuto” in tutte le province della Regione Campania a sostegno delle famiglie dei malati.

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Napoli, 21 gennaio 2008 Prot. n. 04

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA ALL’ASSSESSORE ALLA SANITA’ Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere della Regione Campania di Alleanza Nazionale premesso che:

1. la Regione Campania e la ASL Napoli 1, hanno promosso una ricerca sanitaria avente per oggetto la correlazione tra ambiente e salute e l’incidenza che questa esercita sui cittadini di Pianura interessati dalla presenza e dalla probabile riapertura dello sversatoio di contrada Pisani;

2. tale indagine territoriale fonda su visite specialistiche – pneumologia, ginecologia,

ematologia e oncologia – da effettuare ai pianuresi a titolo gratuito presso gli ambulatori del Distretto Sanitario 46 Soccavo – Pianura;

Pur ritenendo tale iniziativa di scarsa rilevanza scientifica, in quanto essa si limita a conoscere lo statu quo mentre generalmente gli effetti letali dell’inquinamento ambientale si traducono in neoplasie col passare del tempo, interroga l’Assessore alla Sanità della Regione Campania per conoscere:

a. quanti cittadini di Pianura al momento hanno usufruito delle prestazioni mediche previste dalla nota della Direzione Generale Aziendale ASL Napoli 1 n° 1340/2008 del giorno 08.01.2008, suddivisi per visite oncologiche, pneumologiche, ginecologiche ed ematologiche;

b. se le visite specialistiche siano state accompagnate da indagini diagnostiche

(prelievi ematici, radiografie, markers tumorali, spirometrie);

c. se l’Assessorato alla Sanità della Regione Campania e la ASL 1 abbiano previsto la

formazione e l’insediamento di uno specifico organismo tecnico-scientifico per la valutazione complessiva dei dati risultanti da tale ricerca sul territorio.

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Napoli, 8 settembre 2008 Prot.173

INTERROGAZIONE URGENTE A RISPOSTA SCRITTA AL PRESIDENTE DELLA REGIONE CAMPANIA, ASSESSORE URBANISTICA E LAVORI PUBBLICI, PRESIDENTE II COMMISSIONE SPECIALE Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere della Regione Campania di Alleanza Nazionale, premesso che la vicenda relativa all’ingegner Matteo Gregorini destinatario di circa 4 milioni di euro per la direzione dei lavori dell’Ospedale del Mare presenta aspetti a dir poco inquietanti sia per l’entità della parcella molto lontana dal criterio dell’equo compenso stabilito dal decreto Bersani del giugno 2006, sia per le sconcertanti anomalie procedurali che hanno portato alla definizione del progetto ed all’affidamento della direzione lavori; riguardo a quest’ultime, il professor Gerardo Mazziotti, oltre ad evidenziare la persistenza a Napoli di estesi e trasversali interessi che nei fatti vanificano ogni sforzo progressista, ha da tempo, con la tenacia e la competenza che gli sono proprie, denunciato a mezzo stampa e legalmente le “amenità” procedurali concretate dai vertici dell’ASL Na 1, dal Sindaco di Napoli e dal Presidente della Regione Campania a proposito del progetto dell’Ospedale del Mare e della sua approvazione; nell’articolo: “L’Ospedale del Mare, come si viola la legge” pubblicato dal Corriere del Mezzogiorno del 14 aprile 2004, il pertinace urbanista affermava tra l’altro che:

” 1) l’idea di realizzare sulle aree dismesse nella zona orientale un moderno polo ospedaliero, con camere singole e attrezzature complementari tipo albergo, ristorante, centro commerciale e chiesa, in sostituzione dell’ Ascalesi, degli Incurabili, dei Pellegrini, del San Gennaro, del Gesù e Maria e dei due Loreto, è contenuta nel Piano Ospedaliero redatto da una èquipe di esperti da me coordinata e consegnato all’assessore Mario Santangelo nel giugno ’94 (uno stralcio, dal titolo “gli aegrèments ospedalieri” è pubblicato sulla rivista “Nord e Sud” di novembre-dicembre 1995);

2) contro la decisione dell’ASL NA 1 del febbraio ’98 di farlo progettare dal proprio ufficio tecnico, con la consulenza di un ingegnere esterno, ho prodotto alcuni articoli sulla stampa cittadina e una denuncia alla Procura della Repubblica per violazione della legge Merloni Ter;

3) a seguito della decisione del PM dr. Arcibaldo Miller, il dr. Raffaele Ateniese, Direttore

Generale dell’ ASL Napoli 1, mi ha assicurato, con lettera del 21 aprile 1999 , che “ conseguentemente al finanziamento, si procederà secondo normativa CEE all’indizione di gara per l’affidamento degli incarichi di progettazione e direzione lavori”. Come a dire che si sarebbe provveduto a bandire un concorso internazionale, anche in ottemperanza di una direttiva del Vice Presidente della Giunta Regionale della Campania Nino Daniele del marzo 1999 ;

4) nel giugno del 2000 il prof. Veronesi, oncologo di fama mondiale e “ospedaliero” da una vita, scopre da ministro della Sanità che “metà degli ospedali italiani fanno schifo e che bisogna sostituirli con ospedali gradevoli e confortevoli, con camere singole e con proprio bagno, come quelli svizzeri” (e come quelli ipotizzati nei miei “aègrements ospedalieri” che, evidentemente, il professore-ministro non conosce…) e decide di affidarne lo studio a Renzo Piano, talchè il 20

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novembre 2000 viene a Napoli per firmare con il Governatore Bassolino il protocollo d’intesa per realizzare l’Ospedale del Mare sul modello Piano;

5) il 15 gennaio 2001, dopo gli ennesimi articoli sulla stampa e una polemica col dr. De

Stefano e col dr. Montemarano, mi sono rivolto di nuovo alla Procura per invocare il rispetto della legge e, due anni dopo, il 28 luglio 2003 ho pensato di richiamare sulla vicenda l’attenzione del Presidente dell’Autorità di vigilanza sui lavori pubblici che, con lettera dell’11 agosto, mi ha assicurato che” sarà provveduto ad adottare i necessari provvedimenti ” ( li sto ancora aspettando…);

6) come se fosse lecito buttare via sei anni di battaglie, di sentenze della Magistratura, di

direttive regionali e di impegni presi, nel dicembre 2003 è stato dato l’annuncio di una gara d’appalto per la costruzione dell’Ospedale del Mare, progettato dai tecnici dell’ASL ( leggi: ing. Gregorini) ;

7) deciso a non mollare ho consegnato un mese fa tutta la documentazione all’Ordine degli

Architetti, che non sembra deciso a fare quel che gli compete forse per il fatto che il suo Presidente è stato nominato di recente capo dell’Ufficio Concorsi del comune di Napoli ( e il conflitto d’interessi ?) […]; Non domo, in una recente nota il professor Mazziotti, in risposta alla insensibilità di chi avrebbe dovuto imporre il rispetto per le vigenti leggi in materia di progetti e gare d’appalto per le grandi opere pubbliche, ha tra l’altro ricordato i fatti che hanno caratterizzato l’intera vicenda: “

a. il Mattino del 30 gennaio 1999 pubblica la notizia che l’ASL NA1 ha intenzione di costruire a Volla un grande ospedale, progettato da un consulente del dr. Mazzeo (e pubblica le foto di un plastico dell’opera e un’intervista a un certo ing. Matteo Gregorini ) ;

b. Il Mattino del 23 febbraio 1999 pubblica una mia lettera nella quale preciso che la

legge Merloni Ter del novembre ’98 impone il ricorso alla procedura concorsuale per opere di tale rilevanza e mi domando come mai in questo strano paese, unico al mondo, un’opera architettonica viene progettata da un ingegnere elettrotecnico ;

c. il 24 febbraio denuncio la irregolarità alla Procura della Repubblica ( mi risponde

il PM Arcibaldo Miller per informarmi di aver comunicato all’ASL NA1 che si deve far ricorso al pubblico concorso);

d. il 12 aprile ’99 il DG dell’ASL NA1 mi risponde che ricorrerà alla procedura

concorsuale e lo stesso giorno mi incontro con l’ing. Gregorini e con il dottor De Stefano i quali mi assicurano che il progetto pubblicato sul Mattino del 30 gennaio ’99 è solo una idea di massima dell’ospedale e anche loro concordano sulla utilità del pubblico concorso (conservo la corrispondenza con l’ing. Gregorini ) ;

e. il 18 giugno il vice presidente della Regione Nino Daniele, da me sollecitato,

ribadisce la obbligatorietà dei concorsi di progettazione anche per l’ospedale del mare;

f. il 25 novembre ’99 il gruppo di AN in consiglio comunale fa una interrogazione al

sindaco;

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g. il Mattino del 23 luglio 2000 pubblica con grande evidenza un mio intervento di risposta al DG dell’Arsan Bruno De Stefano e al DG dell’ASL Na1 Angelo Montemarano, che alcuni giorni prima erano intervenuti per criticare i miei articoli sulla “malasanità edilizia”; nella loro replica di qualche giorno dopo confermano la necessità di ricorrere alla procedura concorsuale per la progettazione dell’ospedale del mare;

h. il Denaro del 12 dicembre 2000 pubblica un mio intervento contro il protocollo

d’intesa tra il ministro Veronesi e il presidente Bassolino per affidare a Renzo Piano l’incarico di progettare l’ospedale invocando il rispetto della legge Merloni Ter;

i. il 28 luglio 2003 ( sono passati quattro anni e dell’ospedale non si sa nulla)

denuncio il caso all’Autorità di vigilanza sui LLPP che mi risponde assicurandomi l’intervento a favore del pubblico concorso ;

j. il Corriere del Mezzogiorno del 14 aprile e del 27 aprile 2004 pubblica in prima

pagina la mia ennesima denuncia sulla scandalosa vicenda dell’ospedale del mare;

k. due anni fa l’ASL NA1 mette a concorso, secondo una stranissima procedura, il progetto di massima redatto da Renzo Piano ( in realtà si tratta del progetto dell’ing. Gregorini, come dimostra la perfetta coincidenza col progetto pubblicato sul Mattino del 30 gennaio ’99);

l. la gara viene vinta dall’ATI Astaldi, Giustino Costruzioni, Coppola & Girardi. Ma il

vero vincitore è Matteo Gregorini che è riuscito a portare a compimento il suo progetto (con l’appoggio determinante dell’assessore Montemarano e dei dirigenti regionali della Sanità e dei suoi amici politici e di chissà quale altro Santo in Paradiso). Il perdente non sono solo io. (l’idea di realizzare un ospedale a Napoli est con camere a un letto e con strutture extraospedaliere come ristorante, albergo, chiesa e centro commerciale è contenuta nel “nostro” piano ospedaliero, redatto su incarico della GR e consegnato all’assessore alla Sanità Mario Santangelo nel giugno ’94 e pubblicato sulla rivista “Nord e Sud” del dicembre ‘94). Perdente è l’intera comunità che avrà (quando lo avrà) il bruttissimo ospedale “gregoriano” mentre avrebbe potuto avere (se anche a Napoli venissero rispettate le leggi di questo paese) il meglio che la cultura architettonica mondiale è in grado di dare in materia ospedaliera […].

Interroga: Il Presidente della Giunta della Regione Campania, gli Assessori all’Urbanistica e ai Lavori

Pubblici, il Presidente della Commissione Speciale 2 per conoscere se: le circostanze descritte e ribadite con fermezza dal professor Gerardo Mazziotti siano rispondenti alla realtà dei fatti, nel qual caso se s’intenda varare la formazione di una speciale commissione d’inchiesta cui affidare l’accertamento delle ragioni del:

• mancato rispetto della normativa CEE per l’indizione della gara per l’affidamento del progetto e della direzione dei lavori per la costruzione dell’Ospedale del Mare;

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• mancato rispetto da parte dell’ASL NA1 delle indicazioni del PM Arcibaldo Miller a proposito dell’obbligatorietà del ricorso al pubblico concorso per la progettazione dell’Ospedale;

• nonché la correttezza della procedura che spinge l’architetto Renzo Piano ad

avallare con la propria firma il progetto redatto in realtà dall’ingegnere Gregorini a cui, ovviamente, viene affidata la direzione dei lavori, la responsabilità della sicurezza a fronte di una colossale ed ingiustificata parcella.

Napoli, 17 Settembre 2008 Prot.185

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INTERROGAZIONE URGENTE A RISPOSTA SCRITTA AL PRESIDENTE DELLA GIUNTA DELLA REGIONE CAMPANIA Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere della Regione Campania, premesso che: L’accordo del 13 marzo 2007 tra il Ministro della Salute, il Ministro dell’Economia e delle Finanze e la Regione Campania per l’approvazione del Piano di rientro per il perseguimento dell’equilibrio economico ricordava che :

1. l’articolo 1, comma 173, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, il quale dispone che l’accesso al finanziamento integrativo a carico dello Stato […] è subordinato alla stipula della specifica intesa ai sensi dell’articolo 8, comma 6, della legge 5 giugno 2003, n. 131, che contempli, per il rispetto degli obiettivi di finanza pubblica, ai fini del contenimento della dinamica dei costi, specifici adempimenti;

2. l’articolo 1, comma 174, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, come integrato

dall’articolo 1, comma 227 della legge 23 dicembre 2005, n. 266 e dall’articolo 1, comma 796, lettera c), della legge 27 dicembre 2006, n. 296, al fine del rispetto dell’equilibrio economico-finanziario, prevede che la regione ove si prospetti sulla base del monitoraggio trimestrale una situazione di squilibrio, adotta i provvedimenti necessari; che, qualora dai dati del monitoraggio del quarto trimestre si evidenzi un disavanzo di gestione a fronte del quale non siano stati adottati i predetti provvedimenti, ovvero essi non siano sufficienti, con la procedura di cui all’art. 8, comma 1, delle legge 5 giugno 2003, n. 1313, il Presidente del Consiglio dei Ministri diffida la regione a provvedervi entro il 30 aprile dell’anno successivo a quello di riferimento; che inoltre dispone che, nel caso la regione non adempia, entro i successivi trenta giorno il presidente della regione, in qualità di commissario ad acta, approva il bilancio di esercizio consolidato del Servizio sanitario regionale al fine di determinare il disavanzo di gestione e adotta i necessari provvedimenti per il suo ripianamento, ivi inclusi gli aumenti dell’addizionale all’imposta sul reddito delle persone fisiche e le maggiorazioni dell’aliquota dell’imposta regionale sulle attività produttive entro le misure stabilite dalla normativa vigente e che i predetti incrementi possono essere adottati anche in funzione della copertura dei disavanzi di gestione accertati o stimati nel settore sanitario relativi all’esercizio 2004 e seguenti; che inoltre dispone che qualora i provvedimenti necessari per il ripianamento del disavanzo di gestione non vengano adottai dal commissario ad acta entro il 31 maggio, nella regione interessata, con riferimento agli anni d’imposta 2006 e successivi, si applicano comunque nella misura massima prevista dalla vigente normativa l’addizionale all’imposta sul reddito delle persone fisiche e le maggiorazioni dell’aliquota dell’imposta regionale sulle attività produttive;

3. in caso di mancato adempimento da parte delle Regioni […]agli obblighi di cui al

richiamato comma 173 del medesimo articolo, è precluso l’accesso al maggior

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finanziamento previsto per gli anni 2005, 2006 e 2007, con conseguente immediato recupero delle somme eventualmente erogate;

4. l’articolo 1, comma 180, della richiamata legge n. 311/2004, il quale dispone che la

regione interessata, nelle ipotesi indicate ai commi 174 e 176, anche avvalendosi del supporto tecnico dell’Agenzia per i servizi sanitari regionali, procede ad una ricognizione delle cause ed elabora un programma operativo di riorganizzazione, di riqualificazione o di potenziamento del Servizio sanitario regionale, di durata non superiore al triennio; che i Ministri della salute e dell’economia e delle finanze e la singola regione stipulano apposito accordo che individui gli interventi necessari per il perseguimento dell’equilibrio economico, nel rispetto dei livelli essenziali di assistenza e degli adempimenti di cui alla intesa prevista dal comma 173;

5. l’articolo 8 dell’Intesa Stato-Regioni del 23 marzo 2005, con la quale si è convenuto

[…] a partire dall’anno 2005, con riferimento ai risultati di esercizio dell’anno 2004, per le regioni interessate che, ai sensi di tale disposizione stipulano con i Ministri della salute e dell’economia e delle finanze l’apposito accordo che individui gli interventi necessari per il perseguimento dell’equilibrio economico, nel rispetto dei livelli essenziali di assistenza e degli adempimenti di cui alla intesa prevista dal comma 173 del medesimo articolo;

6. l’Intesa espressa dalla Conferenza Stato Regioni […] con il quale si prevede che la

richiesta delle regioni, ai fini della sottoscrizione dell’accordo per l’ammissione alle suddette risorse, deve essere corredata da un documento contenente:

a. una valutazione analitica delle cause strutturali del disavanzo registrato nel

periodo considerato; b. la formulazione di proposte per la correzione delle diseconomie strutturali;

[…];

7. l’articolo 1, comma 279, della legge dicembre 2005, n. 266, che prevede il concorso dello Stato al ripiano dei disavanzi del Servizio sanitario nazionale per gli anni 2002, 2003 e 2004, subordinandolo, alle disposizioni di cui al successivo comma 281;

8. l’articolo 1, comma 281, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, il quale detta le

condizioni cui è altresì subordinato l’accesso al concorso delle somme di cui al suddetto comma 279, tra cui la stipula di un apposito Accordo tra la regione interessata e i Ministri della salute e dell’economia e delle finanze, ovvero all’integrazione di accordi già sottoscritti ai sensi dell’articolo 1, comma 180, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, per l’adeguamento alle indicazioni del Piano sanitario nazionale 2006-2008 e il perseguimento dell’equilibrio economico nel rispetto dei livelli essenziali di assistenza;

9. la legge 27 dicembre 2006, n. 296, articolo 1, comma 796 e successivi ed in

particolare la lettera b), che prevede l’istituzione per il triennio 2007-2009, di un Fondo transitorio tra le regioni interessate da elevati disavanzi, il cui accesso è subordinato alla sottoscrizione dell’Accordo previsto dall’articolo 1, comma 180 della richiamata legge 311/2004, comprensivo di un piano di rientro dai disavanzi che deve contenere sia le misure di riequilibrio del profilo erogativo dei livelli essenziali di assistenza […] sia le misure necessarie all’azzeramento del disavanzo

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entro il 2010 […]. L’accesso al predetto Fondo transitorio presuppone che sia scattata formalmente in modo automatico o che sia stato attivato l’innalzamento ai livelli massimi dell’addizionale regionale all’imposta sul reddito delle persone fisiche e dell’aliquota dell’imposta regionale sulle attività produttive;

10. il richiamato articolo 1 (Legge Finanziaria 296/06), comma 796, che alla lettera b),

il quale dispone che qualora nel procedimento di verifica annuale del piano si prefiguri il mancato rispetto di parte degli obiettivi intermedi di riduzione del disavanzo contenuti nel piano di rientro, la regione interessata può proporre misure equivalenti che devono essere approvate dai Ministeri della salute e dell’economia e delle finanze; in ogni caso l’accertato verificarsi del mancato raggiungimento degli obiettivi intermedi comporta che, con riferimento all’anno d’imposta dell’esercizio successivo, l’addizionale all’imposta sul reddito delle persone fisiche e l’aliquota dell’imposta regionale sulle attività produttive si applicano oltre i livelli massimi previsti dalla legislazione vigente fino all’integrale copertura dei mancati obiettivi. La maggiorazione ha carattere generalizzato e non settoriale e non è suscettibile di differenziazioni per settori di attività e per Categorie di soggetti passivi […];

11. il richiamato articolo 1 (Legge Finanziaria 296/06), comma 796, che alla lettera b),

stabilisce che gli interventi individuati dai programmi operativi di riorganizzare, qualificazione o potenziamento del servizio sanitario regionale, necessari per il perseguimento dell’equilibrio economico, nel rispetto dei livelli essenziali di assistenza, oggetto degli accordi di cui all’articolo 1, comma 180, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, e successive modificazioni, come integrati dagli accordi di cui all’articolo 1, commi 278 e 281, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, sono vincolanti per la regione che ha sottoscritto l’Accordo e le determinazioni in esso previste possono comportare effetti di variazione dei provvedimenti normativi ed amministrativi già adottati dalla medesima regione in materia di programmazione sanitaria;

12. il richiamato articolo 1 (Legge Finanziaria 296/06), comma 796, che alla lettera b),

dispone ancora che il Ministero della salute, di concerto con il Ministero dell’economia e finanze, assicura l’attività di affiancamento delle Regioni che hanno sottoscritto l’accordo di cui all’articolo 1, comma 180, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, comprensivo di un Piano di rientro dai disavanzi, sia ai fini del monitoraggio dello stesso, sia per i provvedimenti regionali da sottoporre a preventiva approvazione da parte del Ministero della salute e del Ministero dell’economia e delle finanze, sia per i nuclei da realizzarsi nelle singole regioni con funzioni consultive di supporto tecnico, nell’ambito del Sistema nazionale di verifica e controllo sull’assistenza sanitaria (SiVeAS), di cui all’articolo 1, comma 288 della legge 23 dicembre 2005, n. 266;

13. l’esito del Tavolo di verifica degli adempimenti che per gli anni 2001 e 2004 ha

dichiarato la Regione Campania inadempiente;

14. per la Regione Campania, risulta verificato il presupposto di cui all’articolo 1, comma 796, lettera b), quarto periodo, in quanto in tale regione, per l’anno d’imposta 2006, è stato attivato, in modo automatico, in attuazione dell’articolo 1, comma 174 della legge 30 dicembre 2004, n. 311 e successive modificazioni ed integrazioni, l’innalzamento ai livelli massimi dell’addizionale regionale all’imposta

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sul reddito delle persone fisiche e della maggiorazione dell’aliquota dell’imposta regionale sulle attività produttive;

15. all’articolo 1, al comma 2, della convenzione tra il Ministro della salute, il Ministro

dell’economia e delle finanze e il Presidente della Regione Campania, la Regione Campania si impegna ad attuare il suddetto Piano elaborato a seguito della ricognizione delle cause che hanno comportato il mancato rispetto degli adempimenti previsti dall’Intesa Stato-Regioni del 23 marzo 2005 per l’anno 2005 […].

16. all’articolo 1, al comma 3, della convenzione tra il Ministro della salute, il Ministro

dell’economia e delle finanze e il Presidente della Regione Campania, la Regione Campania si impegna […] ad attuare le seguenti misure:

a. misure di riequilibrio del profilo erogativi dei livelli essenziali di assistenza

[…]; b. misure di riequilibrio della gestione corrente necessarie all’azzeramento del

disavanzo entro il 2010 […]; la sostenibilità economica e finanziaria e le condizioni per il raggiungimento degli obiettivi programmatici […]. Il Piano prevede:

I. la produzione sistematica di un’informazione contabile precisa e dettagliata del sistema sanitario, sulla base della quale effettuare un puntuale ed efficace controllo di gestione ed una rendicontazione tempestiva;

II. la realizzazione della contabilità analitica per centri di costo ed il controllo di gestione;

III. il completamento del processo di aziendalizzazione delle strutture ospedaliero-universitarie […];

IV. l’adozione di provvedimenti che razionalizzino la rete ospedaliera , la spesa farmaceutica, la spesa per l’acquisto di beni e servizi, e la spesa per il personale dipendente e convenzionato con il servizio sanitario regionale, nel rispetto dei Livelli Essenziali di Assistenza;

17. secondo l’articolo 4 della convenzione tra il Ministro della salute, il Ministro

dell’economia e delle finanze e il Presidente della Regione Campania, la Regione provvede alla copertura del piano di ammortamento del debito relativo alla transazione finanziaria denominata SO.RE.SA s.p.a., destinando a tal fine 170 milioni di euro annui specificatamente individuati e finalizzati nel bilancio regionale, nel presupposto che l’entità del debito transatto sia pari a 2.750 mi8lioni di euro. Con riferimento al livello del debito residuo di circa 650 milioni di euro (nel presupposto che l’entità del debito transatto sia pari a 2.750 milioni di euro) lo Stato si impegna ad attivare gli strumenti legislativi ed amministrativi per consentire alla Regione, con la consulenza tecnico-finanziaria dello Stato stesso, il rimborso, mediante l’erogazione alla Regione di una somma a titolo di prestito a fronte della quale la Regione si impegna a versare annualmente e per trenta anni, a decorrere dal 23008, all’entrata al bilancio dello Stato, a titolo di rimborso, l’importo di 38 milioni di euro, specificamente individuato e finalizzato nel bilancio regionale. Qualora la predetta operazione finanziaria SO.RE.SA. s.p.a. sia completata […]. Resta ferma la complessiva copertura a carico della regione dell’ammortamento del

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debito per 208 milioni annui che sarà composta dalla quota parte della rata già destinata a SO.RE.SA. s.p.a. e dall’ulteriore importo da versare all’entrata al bilancio dello Stato, a titolo di rimborso del prestito;

18. all’articolo 2 della convenzione tra il Ministro della salute, il Ministro dell’economia e delle finanze e il Presidente della Regione Campania si legge:

1) Il Ministero della salute di concerto con il Ministero dell’economia e delle finanze, assicura il monitoraggio del Piano, oggetto del presente Accordo, nell’ambito del Sistema nazionale di verifica e controllo sull’assistenza sanitaria;

2) Omissis 3) La verifica del raggiungimento degli obiettivi intermedi indicati nel

Piano, anche sulla base dei relativi indicatori e fonti di verifica, avviene ordinariamente con cadenza trimestrale sulla base della documentazione fornita al Ministero della salute ed al Ministero dell’economia e delle finanze […].

19. l’articolo 3, comma 1, contempla l’istituzione presso l’Assessorato alla sanità della

Regione Campania, un Nucleo di affiancamento che svolge funzioni consultive e di supporto tecnico in relazione ai provvedimenti di carattere programmatico in materia di gestione e programmazione del Servizio Sanitario Nazionale […];

20. l’articolo 3, comma 6, stabilisce che i provvedimenti regionali di spesa e programmazione sanitaria da sottoporre […] a preventiva approvazione, in tempi certi e congiuntamente definiti, da parte del Ministero della salute e del Ministero dell’economia e delle finanze, sono tutti quelli afferenti alle seguenti tematiche:

- consistenze del personale a tempo indeterminato, determinato

nonché quelle relative a forme di lavoro flessibile, convenzioni e consulenze con riferimento ai fattori che hanno incidenza diretta ed indiretta su dette consistenze (assunzioni, cessazioni, riorganizzazione dei servizi, accorpamenti, esternalizzazioni, creazioni di nuovi enti, ecc.);

- trattamento economico del predetto personale, ivi compreso

quello accessorio anche con riferimento alla connessa contrattazione integrativa ed al finanziamento dei relativi fondi;

- riconversione /chiusura/apertura di strutture e riformulazione

del piano di edilizia sanitaria;

- requisiti e standard per l’accreditamento delle strutture private;

- tetti di spesa per il privato accreditato ed eventuali

transazioni economiche;

- revisione delle tariffe;

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- aggiornamento e rimodulazione degli obiettivi di

contenimento e di riduzione della spesa;

- Materia farmaceutica;

- Attuazione del Piano Nazionale di Prevenzione;

- Erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza in condizioni di appropriatezza, con riferimento specifico a quelli che fissano i valori percentuali/soglia di ammissibilità dei ricoveri ordinari per i 43 DRG “ad alto rischio di inappropriatezza” di cui all’allegato 2C del DPCM 29 novembre 2001 di “Definizione dei livelli essenziali di assistenza”;

- Adozione di misure tariffarie o di altra natura, volte a

disincentivare i ricoveri ordinari per i 43 DRG “ad alto rischio di inappropriatezza” di cui all’allegato 2C e di definizione di condizioni e limiti di derogabilità delle prestazioni ambulatoriali di cui all’0allegato 2 B del DPCM 29 novembre 2001 di “Definizione dei livelli essenziali di assistenza”;

- Prestazioni dell’area socio-sanitaria di cui all’allegato 1 C

del DPCM del 29 novembre 2001 di “Definizione dei livelli essenziali di assistenza”.

Interroga il Presidente della Giunta regionale della Campania, per conoscere:

• Quali provvedimenti abbia adottato la Giunta e/o l’Assessorato alla sanità in merito alle osservazioni sia del Tavolo di verifica degli adempimenti, sia del Comitato permanente per la verifica dei LEA istituiti ai sensi degli artt. 9 e 12 dell’Intesa Stato-Regioni del 23.03.2005 e richiamati dall’art. 2, comma 2, dell’Accordo di cui alla DGRC n°460 del 20 marzo 2007, relative:

- alle consistenze del personale a tempo indeterminato, determinato nonché quelle relative a forme di lavoro flessibile, convenzioni e consulenze con riferimento ai fattori che hanno incidenza diretta ed indiretta su dette consistenze (assunzioni, cessazioni, riorganizzazione dei servizi, accorpamenti, esternalizzazioni, creazioni di nuovi enti, ecc.);

- al trattamento economico del predetto personale, ivi compreso

quello accessorio anche con riferimento alla connessa contrattazione integrativa ed al finanziamento dei relativi fondi;

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- alla riconversione/chiusura/apertura di strutture e riformulazione del piano di edilizia sanitaria;

- ai requisiti e agli standard per l’accreditamento delle strutture

private;

- ai tetti di spesa per il privato accreditato ed eventuali transazioni economiche;

- alla revisione delle tariffe;

- all’aggiornamento ed alla rimodulazione degli obiettivi di

contenimento e di riduzione della spesa;

- alla Materia farmaceutica;

- all’attuazione del Piano Nazionale di Prevenzione;

- all’erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza in condizioni di appropriatezza, con riferimento specifico a quelli che fissano i valori percentuali/soglia di ammissibilità dei ricoveri ordinari per i 43 DRG “ad alto rischio di inappropriatezza” di cui all’allegato 2C del DPCM 29 novembre 2001 di “Definizione dei livelli essenziali di assistenza”;

- all’adozione di misure tariffarie o di altra natura, volte a

disincentivare i ricoveri ordinari per i 43 DRG “ad alto rischio di inappropriatezza” di cui all’allegato 2C e di definizione di condizioni e limiti di derogabilità delle prestazioni ambulatoriali di cui all’0allegato 2 B del DPCM 29 novembre 2001 di “Definizione dei livelli essenziali di assistenza”;

- alle prestazioni dell’area socio-sanitaria di cui all’allegato 1

C del DPCM del 29 novembre 2001 di “Definizione dei livelli essenziali di assistenza”.

Napoli, 10 ottobre 2008

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Pt. n. 219 Interrogazione urgente a risposta scritta al Presidente della Giunta Regionale e all’ Assessore alla Sanità della Regione Campania. Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere della Regione Campania, premesso che: in data, 23 febbraio 2007, il Consigliere Rivellini con atto ispettivo prot. n. 447/Sp chiedeva (inutilmente, visto che ad oggi non gli è pervenuta alcuna risposta) al Presidente della Giunta Regionale e all’Assessore alla Sanità di conoscere: “

1. quando intendessero avviare e concludere nel termine normativamente prescritto con provvedimento definitivo e motivato, specifico provvedimento amministrativo che offra applicazione all’art. 2.2. D.M. 07.11.1991 e, per l’effetto, disciplini in via attuativa il cd. Service, delineandone nel dettaglio la natura, i caratteri, le opportunità fissandone i presupposti ed i limiti, procedimentalizzandone le funzioni, individuandone i controlli.

2. Nelle more dell’adozione della precitata disciplina, invita la Regione Campania a voler ssospendere ogni attività di service per:

a. tutelare l’appropriatezza delle prestazioni di diagnostica di laboratorio; b. garantire al cittadino-utente il diritto di esprimere il consenso informato per

l’invio al service dei propri esami; c. Tutelare da una concorrenza sleale i laboratori che non ritengono di utilizzare

il service non ancora ufficialmente introdotto in Campania; d. Impedire ad “organizzazioni meramente commerciali” l’accaparramento di

una grossa fetta di “mercato” eludendo tutte le limitazioni messe in essere per i laboratori provvisoriamente accreditati;

e. Stabilire severe sanzioni per gli inadempienti. “;

in data 18 aprile 2007, il Tribunale Amministrativo Regionale della Campania considerato che:

� La Confapi Sanità, il Laboratorio Busap s.r.l., la Ricerche diagnostiche Merolla s.a.s. di Adele Merolal & C., il Centro di Diagnostica Clinica Dott. E. Quarantelli s.r.l. con istanza diffida notificata i8n data 27 ottobre 2006 chiedevano alla Regione Campania di provvedere a regolamentare la materia del lab service la cui fonte normativa era da individuarsi nell’art.2.2 del D.M. Ministero della Sanità del 67 novembre 1991 che stabiliva: “ le strutture private convenzionate possono assicurare l’erogazione delle prestazioni di diagnostica di laboratorio ad elevata tecnologia e/o impegno professionale anche mediante l’invio dei relativi campioni a centri specializzati e/o di riferimento convenzionati. La responsabilità del prelievo, della conservazione e del trasporto del campione, nonché della consegna ed archiviazione

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del referto è attribuita al responsabile della struttura cui accede l’utente. La responsabilità del referto rimane attribuita al responsabile del centro specializzato e/o di riferimento che esegue l’indagine. Le regioni disciplinano con propri atti l’organizzazione dei rapporti di cui sopra”;

� La Regione Campania non dava riscontro alla chiamata istanza;

� per l’accertamento del silenzio serbato dalla Regione Campania sull’istanza

predetta, la Confapi Sanità, il Laboratorio Busap s.r.l., la Ricerche diagnostiche Merolla s.a.s. di Adele Merolla & C., il Centro di Diagnostica Clinica Dott. E. Quarantelli s.r.l. proponevano ricorso al TAR chiedendo che venisse dichiarato l’obbligo dell’Amministrazione di provvedere;

� deducevano i ricorrenti la sussistenza di un obbligo giuridico incombente sulla

Regione Campania di provvedere all’individuazione di una disciplina di attuazione di un’attività quella di lab service, già introdotta a livello di normazione statale;

� si costituiva in giudizio la Regione Campania che chiedeva respingersi uil ricorso,

osservando che il lab service è un’attività che può svolgersi a prescindere da una specifica disciplina regionale di dettaglio regolativi dei rapporti, potendo trovare quest’ultima quindi diretta ed immediata attuazione attesa l’esistenza di una condizione di legislazione concorrente nella materia de qua; […];

� Il TAR della Campania riteneva tra l’altro, “seppur in linea di principio il ricorso al

lab service non possa ritenersi vietato, le inevitabili ricadute che tale modalità organizzativa di erogazione determina sull’assetto complessivo del sistema sanitario regionale, impongono di ritenere non ulteriormente rinviabile l’esigenza di introdurre una specifica regolamentazione da parte della Regione sui richiamati aspetti di programmazione e razionalizzazione e ciò non solo per effetto di quanto previsto dal regolamento statale del 1991, ma anche e principalmente in ragione dell’esistenza di uno specifico obbligo di provvedere al completamento della disciplina positiva in materia sanitaria riguardo a profili di indiscussa competenza regionale;

Il TAR della Campania, infine dopo aver rimarcato che: “il lab service impone una specifica regolamentazione di quello che, seppure concernendo soggetti e provvisoriamente accreditati, si configura comunque come un autonomo e distinto modello di collaborazione con il SSR, operante in deroga al principio di diretta riferibilità tra struttura a cui si presenta la richiesta di prestazione diagnostica e soggetto che invece concretamente la esegue, anche in chiave di salvaguardia del diritto di scelta dell’assistito di individuare il centro erogatore a cui effettivamente affidare lo svolgimento della prestazione richiesta;

� Inoltre, una regolamentazione si rende necessaria affinché si disciplini compiutamente l’incidenza che il lab service è destinato a determinare sul regime dei tetti di spesa individuali e della capacità operativa massima dei singoli centri, limiti agevolmente eludibili attraverso il ricorso ad un sistema di distribuzione di secondo livello dei carichi di lavoro destinati a concentrarsi presso poche strutture nei cui confronti è necessario operare un controllo sia in termini di qualità sia di equilibrata distribuzione delle risorse sia di sostenibilità del lavoro complessivo affidato;

� Del resto, una compiuta regolamentazione e rqazionalizz0061ione del sistema si rende necessaria anche per sottrarlo a logiche discorsive di

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mercato – indiscutibilmente operanti anche nel sistema di vendita di prestazioni sanitarie- che possono arrecare danni alle strutture autonomamente operanti alle quali powssono essere sottratti volumi di prestazioni per effetto di un sistema che, in assenza di una specifica regolamentazione, rischia di porsi al di fuori, se non addirittura in una posizione di insanabile contrasto con gli assetti di programmazione sanitaria […].

Per tali valutazioni il TAR, in data 18 aprile 2007, accoglieva il ricorso presentato da Confapi Sanità, il Laboratorio Busap s.r.l., la Ricerche diagnostiche Merolla s.a.s. di Adele Merolla & C., il Centro di Diagnostica Clinica Dott. E. Quarantelli s.r.l. ed imponeva alla Regione Campania di provvedere a dettare la disciplina di dettaglio del sistema lab service ; ad oggi, benché i ricorrenti abbiano sollecitato la Regione Campania, e per essa l’Assessore alla Sanità, a dare attuazione a quanto disposto dal TAR della Campania con la sentenza del 18 aprile 2007, il lab service continua a non essere regolamentato e a causare gravi mortificazioni alla Medicina di Laboratorio. Interroga pertanto il Presidente della Giunta regionale e l’Assessore alla Sanità della Regione Campania per conoscere tempestivamente – dati i tempi con cui si è sviluppata la problematica all’attenzione - le ragioni che continuano ad impedire che , come invece da tempo è stato fatto in numerose Regioni d’Italia – la Regione Campania benché destinataria di un’ordinanza del TAR, sembra ostinarsi nel non voler regolamentare l’attività del lab service. Napoli, 30 ottobre 2008 Pt. n. 235

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Interrogazione urgente a risposta scritta all’Assessore alla Sanità Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere della Regione Campania, interroga l’Assessore alla Sanità per sapere se corrisponda al vero la notizia riguardante l’avvenuta sospensione dei trattamenti di radioterapia oncologica in regime di convenzionamento. Tale situazione sembrerebbe essere stata consequenziale alla notifica di ingiunzioni indirizzate alle strutture di radioterapia nel tentativo di ridurre l’entità dell’insanabile deficit della Sanità campana. Questa insensata decisione – a modesto avviso dell’interrogante – priva circa 500 pazienti (tra cui un numero considerevole di bambini) oncologici della possibilità di sottoporsi alle cure del caso. E che tali determinazioni siano ininfluenti ai fini della riduzione del deficit è dimostrato dalla capacità della Radioterapia campana, giunta oramai a livelli di eccellenza, da evitare quell’emigrazione verso altre regioni dei pazienti con un considerevole beneficio per la disastrata finanza regionale. Ove mai tale notizia corrispondesse al vero, il sottoscritto avanza formale richiesta affinché i trattamenti di radioterapia oncologica vengano esclusi dai tetti di spesa assegnati così come del resto avviene già per i trattamenti salvavita.

Napoli, 20 novembre 2008 pt.n. 271

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Interrogazione urgente a risposta scritta all’Assessore alla Sanità della Regione Campania. Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere della Regione Campania premesso che: nel giugno 2004, il dottor Carmine Napolitano, per l’intervento del D.G. Dr. Pirozzi, dall’Ospedale San Giovanni di Roma era trasferito all’ Ospedale Ruggi di Salerno. Tale provvedimento trovava fondamento nell’esperienza di primo operatore sulla grossa chirurgia oncologica a laparoscopica avanzata maturata dal Napolitano a seguito della lunga collaborazione con il professor Huscher in Francia; nel corso della gestione del prof. Tancredi, chiamato a sostituire il dr.Pirozzi dal 31.12.2005, entrava in organico al Ruggi, con l’articolo 15 septies, il dottor De Rosa per la sua specifica esperienza nei trapianti di rene. Quest’ultimo era da anni in comando alla Federico II ove effettuava i trapianti di rene. Orbene, a dar credito alla leggende metropolitane, le quali, tuttavia, hanno sempre un fondamento di verità, sembra che questa destinazione fosse funzionale alla sistemazione del dottor Michele Santangelo, figlio del noto professore; Il dottor Attilio Bianchi, divenuto Direttore Generale del Ruggi, varava un piano aziendale che prevedeva la creazione di due strutture complesse di chirurgia generale: Chirurgia Generale e Trapianti di rene e Chirurgia Generale e Trapianti di fegato. La prima da destinare alla direzione del dottor De Rosa e la seconda del dottor Walter Santaniello. In conseguenza di tale decisione aziendale, la Chirurgia Generale, dall’1 settembre 2008 veniva fusa con i trapianti di rene e, come si vociferava, l’incarico direttivo affidato al dottor De Rosa. Per amor del vero, tale affidamento pare che sia stato congelato in attesa del relativo concorso peraltro non ancora pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale perché il De Rosa è stato cooptato in virtù del 15 septies per i soli trapianti di rene; per siffatte mutazioni strutturali il 1° settembre c.a. al dottor Carmine Napolitano veniva comunicato informalmente dal dr. De Rosa l’impossibilità di garantire il suo personale intervento in sala operatoria ai numerosi (purtroppo) pazienti che i colleghi gastroenterologi e oncologi continuavano ad inviargli; con l’intento di non far mancare il conforto della sua opera ai tanti pazienti che liberamente continuavano e continuano a sceglierlo, il dr. Napolitano comunicava all’Ufficio attività libero-professionale intra-moenia le variazioni delle tariffe. Ossia il varo di una tariffa unica per tutti i tipi d’intervento pari a 5.000 € omnicomprensive, di cui 900 per il chirurgo. E spesso, accade che il dr. Napolitano e la sua equipe prestino la loro opera anche agli ammalati meno abbienti senza avanzare

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alcuna pretesa. Cosicché nei limiti del 10% rispetto ai malati in regime istituzionale, i pazienti che desiderano essere operati dal dr. Napolitano, grazie a questo escamotage, possono continuare prenotare il suo intervento;

a fine ottobre c.a., per motivi non ancora chiari, al dottor Napolitano, senza che gli venissero formulate comunicazioni ufficiali, gli infermieri della sua equipe gli riferivano di aver ricevuto una diffida a non procedere ad ulteriori ricoveri in libera professione. Allo stesso tempo veniva informato delle minacce ricevute da due colleghi del team libero-professionale col chiaro intento di fargli il deserto intorno ed impedirgli di operare;

Interroga l’Assessore alla Sanità della Regione Campania per conoscere se risponda al vero

che: 1. la dr.ssa Virginia Scafarto abbia aggiunto una clausola al regolamento

interno delle attività libero professionale (deliberato il 5.12.07) per subordinare la possibilità di effettuare prestazioni sanitarie in libera professione ad una autorizzazione non eludibile del responsabile della struttura medica;

2. la direttrice sanitaria abbia sollecitata un’ispezione delle Forze dell’Ordine ai registri di prenotazione degli interventi tesa ad accreditare la tesi secondo cui il dottor Napolitano indurrebbe i pazienti all’intervento in libera professione per saltare la lista d’attesa. Nel frattempo che ciò si concreti, pare che ella abbia formato una Commissione volta ad accreditare la tesi secondo cui il chirurgo in questione operi in privato a scavalco di quelli pubblici non rispettando la lista d’attesa e che per conseguire l’obiettivo, i commissari utilizzino tutti i mezzi disponibili, non escluse le minacce ai diretti collaboratori del Napolitano.

Ove mai tali circostanze fossero fondate, s’intendono conoscere con rapidità quali urgenti provvedimenti voglia adottare per far cessare quella che si configura come una vera e propria vergognosa persecuzione posta in essere dal dottor De Rosa e dalla Dr.ssa Scafarto nei confronti di un qualificato e qualificante professionista della chirurgia oncologica, riferimento irrinunciabile di numerosi pazienti e preziosa tessera del prestigioso mosaico sanitario che è l’Ospedale Ruggi di Salerno. Napoli, 29 dicembre 2008 pt. n. 313

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INTERROGAZIONE URGENTE A RISPOSTA SCRITTA ALL’ASSESSORE ALLA SANITA’. Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere della Regione Campania, premesso che: la Corte dei Conti, Sezione Regionale di Controllo per la Campania, attraverso i suoi numerosi pronunciamenti sulla la gestione delle Aziende Ospedaliere della nostra regione, ha avuto modo di evidenziare le reiterate violazioni compiute dalle singole amministrazioni all’art.1, comma 11 e comma 98, della legge n.311/2004, le quali hanno, nei fatti, prodotto l’elefantiasi delle piante organiche del personale con un aggravio tale da rendere utopico il conseguimento degli equilibri di bilancio nonché la corretta gestione del personale e delle collaborazioni esterne; l'Azienda Ospedaliera di Salerno è un ospedale ad alta specializzazione che offre ai cittadini un quadro completo di servizi diagnostici, terapeutici e riabilitativi. Sembra però che da qualche tempo oltre qualificarsi sempre più come centro di eccellenza al servizio dei centri e degli operatori territoriali, stia anche consolidandosi come il terminale di procedure ed obiettivi non sempre trasparenti. Tra queste rientrano senz’altro una serie di concorsi già pubblicati sul B.U.R.C. quali ad esempio, quello per il profilo di ricercatore per la cattedra di Anestesia e rianimazione che, a quanto si vocifera, avrebbe già il suo vincitore nella persona di un parente della titolare di cattedra. Altro concorso che l’italico popolo di vociferatori – secondo il Principe Antonio de Curtis – ritiene che sia stato cucito su misura per due dottori opportunamente sponsorizzati da due accademici è quello per Primario di anestesia e rianimazione e chirurgia generale dell’Ospedale Ruggi d’Aragona di Salerno. Interroga l’Assessore alla Sanità per conoscere se intenda avviare un accurata indagine per accertare se quanto sopra esposto corrisponda a verità e quali interventi intenda adottare affinché da subito siano cancellate siffatte procedure concorsuali, le quali, oltre che sintomatiche di un intollerabile malcostume politico duro a morire, certamente rappresentano una fonte di diseconomie aggiuntive che finiranno, come al solito, per appesantire il già gravoso deficit complessivo della Sanità campana.

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Napoli, 08 gennaio 2009 pt. n. 4 Interrogazione urgente a risposta scritta all’Assessore alla Sanita’. Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere della Regione Campania , premesso che: l’individuazione del Direttore di strutture ospedaliere complesse è determinata dal rispetto del dettato del co.2-4 dell’art. 18 CCNL e delle Linee Guida fissate con la concertazione regionale in DGRC n.214 del 23.02.07; tale prescrizione, come dimostrano numerosi casi registrati su tutto il territorio regionale, è sovente disattesa da non poche Aziende sanitarie che determinano attribuzioni in stridente contrasto con le clausole del Contratto Nazionale di Lavoro il “Direttore della struttura complessa”, ispirate evidentemente da benemerenze d’ordine politico; le difficoltà derivanti dal blocco del turn over sono acuite dagli effetti prodotti dalle nomine politicizzate di soggetti non all’altezza dei compiti che si traducono quasi sempre in aggravi onerosi ed in una organizzazione inadeguata dei Reparti Ospedalieri e non; è il caso, a questo proposito, di ricordare:

a. la sentenza n. 4657/08 Rg. Del 17.12.23008 con cui il Tribunale del Lavoro di

Benevento ha annullato ex tunc l’atto di nomina di Sanitario e la procedura che ebbe a determinare la nomina, dichiarandone l’illegittimità e intimando una nuova procedura ex DGRC n.214 del 23.02.07;

b. la delibera, al centro di vivaci contestazioni, n.463 del 25.08.2008 dell’OO.RR. S.

Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona con la quale – senza la prescritta valutazione comparata curriculare – si procede alla nomina del Direttore Facente Funzione della U.O. di Day Surgery di Chirurgia Generale e del Direttore della U.O. di Chirurgia Generale e Trapianti di Rene.

Interroga, pertanto, l’Assessore alla Sanità per conoscere quali iniziative intenda adottare per

subordinare le procedure a quanto disposto dal DGRC n. 214 del 23.02.07, Linee Guida, allegato D art. 23 e allegato D1 e per chiedere la revoca delle nomine di Direttore f.f. assegnati al dui fuori della canonica procedura di valutazione comparata curriculare ai sensi del co.2 e 4 dell’art.18 CCNL 98/2001 e delle Linee guida dettate dalla concertazione regionale in DGRC n.214 del 23.02.2007.

Napoli,11 febbraio 2008 Prot. 14

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INTERROGAZIONE URGENTE A RISPOSTA SCRITTA ALL’ASSESSORE ALLA SANITA’ Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere regionale della Regione Campania di Alleanza Nazionale, premesso che Il 16 luglio del 2007, dopo una ristrutturazione durata sette lunghissimi anni, costata quasi 7milioni di euro, per dotare la chirurgia e l’intra moenia di cento nuovi posti letto, il ministro per la Salute, Livia Turco tra due ali di camici bianchi plaudenti ed alla presenza del rettore della Federico II prof. Guido Trombetti, del ministro Nicolais e dell’Assessore regionale Montemarano, inaugurava solennemente l’edificio 7 del Secondo Policlinico; dopo tanto clamore ed il trionfalismo fuori luogo del ministro Turco (“mi fa piacere vedere le eccellenze di Napoli”), su incarico del Preside della Facoltà, il professore Pietro Forestieri – ordinario di chirurgia generale e Presidente della Società Italiana di Chirurgia dell’Obesità – effettuava due sopralluoghi nell’edificio 7 (il primo in agosto e quello successivo a settembre) nel corso dei quali contastava l’assoluta inesistenza degli arredi sanitari e non, e l’inconcepibile presenza di una rilevante quantità di materiali di risulta disseminata un po’ dovunque. Pertanto interroga l’Assessore alla Sanità della Regione Campania per conoscere se :

- quanto riportato in premessa risponda al vero; - risultino fondate le affermazioni secondo cui la ristrutturazione della palazzina 7 sia stata

effettuata in difformità da quanto stabilito dai canoni dell’edilizia sanitaria. Secondo quanto mi si riferisce, nelle sale operatorie incredibilmente mancano gli attacchi per l’anidride carbonica mentre la luce dell’accesso alle sale è inferiore alle dimensioni del letto di degenza;

- quali misure intenda adottare per rimuovere tali incredibili ed incresciose situazioni.

Napoli, 13 gennaio 2009 pt. n.10

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Interrogazione urgente a risposta scritta all’Assessore alla Sanità.

Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere della Regione Campania, premesso che: la discutibile gestione del personale dell’Ospedale Ruggi d’Aragona di Salerno è stata oggetto di ben due atti ispettivi dello scrivente, i quali riguardavano in particolar modo la “correttezza” delle procedure adottate dalla direzione dell’A.O. per la nomina del Direttore Facente Funzione della U.O. di Day Surgery di Chirurgia Generale e del Direttore della U.O. di Chirurgia Generale e Trapianti di Rene; da documenti in mio possesso (atti di diniego ad essere operati dal dottor De Rosa) si evincono da un lato forti preoccupazioni dei pazienti e dall’altro una inconcepibile tensione tra il personale medico della Chirurgia Generale e Trapianti del Rene che certamente non concorrono né ad alimentare un corretto rapporto fiduciario tra paziente e chirurgo, né a costruire una immagine positiva della Sanità campana; a testimonianza di tale insopportabile stato di cose emblematicamente si riporta in estrema sintesi quanto accaduto lo scorso 9 gennaio:

una paziente, affetta da patologia oncologica, in seguito ai consigli di due medici, uno del Ruggi e l’altro di un ospedale della provincia di Salerno, era stata programmata in modo da poter essere operata dal dottor Carmine Napolitano. Alla vigilia dell’intervento (8 gennaio) la paziente apprendeva che l’intervento sarebbe stato effettuato dal dottor De Rosa. La sostituzione del chirurgo suscitava la pronta reazione della paziente che di suo pugno vergava una dichiarazione in cartella con cui negava il consenso all’intervento del dr. De Rosa e ribadiva la volontà di voler essere operata dal dottor Napolitano come previsto al momento del suo ricovero.

Coma da programma, il giorno 9, il dottor Napolitano, pur non rientrando nel turno di lavoro, si recava in ospedale ove trovava la paziente già intubata e pronta per l’intervento. Senza esitare, telefonava al dottor De Rosa e lo informava sulla sua presenza in ospedale, ricordandogli tra l’altro quanto desiderato dalla paziente. Per tutta risposta riceveva un categorico diniego motivato dal fatto che - secondo De Rosa - non avrebbe avuto titolo per essere in sala operatoria così come nulla contava la volontà dell’ammalata.

La stessa direzione medica di presidio (Dr. Giancotti) informata dell’accaduto dal dottor Napolitano con un pilatesco “si metta d’accordo con il suo primario” non assumeva alcuna iniziativa a tutela del volere della paziente in attesa dell’intervento. A far cambiare il corso degli avvenimenti, fortunatamente, interveniva uno dei due medici di fiducia della paziente che, con la minaccia di denunciare il dottor De Rosa all’Autorità giudiziaria, imponeva alla direzione medica – come da programma iniziale - l’intervento del dottor Napolitano.

Concluso l’intervento, il chirurgo era sottoposto ad un vero e proprio interrogatorio

(verbalizzato) condotto dalla dott.ssa Giancotti e dal Direttore Sanitario Aziendale alla presenza del dottor De Rosa. Nel corso del contraddittorio, il dottor Napolitano rimarcava che quello appena

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concluso non era altro che l’ennesimo episodio della palese e diffusa avversione dei pazienti nei confronti del De Rosa per la sua scarsa esperienza professionale;

quest’ultimo, al momento, ha un incarico a tempo determinato, 15 septies, conferitogli per i

trapianti di rene che gli permette di essere fino all’aprile 2009 dipendente del Ruggi (delibera adottata ai tempi del Direttore Generale Francesco Tancredi). In virtù di tale determinazione – in data 25.08.08 – gli è stato assegnato l’art.18 del CCNL 98/01 con cui è stato nominato direttore della Chirurgia Generale e Trapianti di rene;

Tale incarico può essere prorogato di soli ulteriori sei mesi, ma al momento ciò non è

possibile perché il 15 septies scade nell’aprile del 2009 e dunque egli smette di essere dipendente del Ruggi. Tra l’altro, i 15 septies vanno revocati o almeno non rinnovati in base alle disposizioni vigenti (Patto di rientro e stabilità economico-finanziaria del governo della Regione Campania). La direzione sanitaria dell’A.O. Ruggi si trova nella necessità di risolvere immediatamente la questione, pena il rischio di far saltare tutto il programma.

Alla luce di tali fatti, le voci di un concorso “cucito su misura” e, soprattutto, svolto

velocemente quale unica via d’uscita per la direzione sanitaria del Ruggi, prendono sempre più corpo.

Interroga pertanto l’Assessore alla Sanità per conoscere se, a fronte di tali situazioni

d’inaudita gravità, intenda intervenire ed in che modo, per ristabilire le elementari condizioni al fine di rassicurare la pubblica opinione salernitana (e non solo!) sulla qualità ineccepibile della Sanità campana, sul dovuto rispetto delle direttive regionali per la selezione e l’individuazione dei quadri dirigenti ospedalieri, e sui diritti non conculcabili del malato;

se nei comportamenti assunti dai vari soggetti, intraveda fattispecie di reato da segnalare all’A.G.

Napoli, 10 marzo 2009

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pt. n. 82

Interrogazione urgente a risposta scritta all’Assessore alla Sanità Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere della Regione Campania, premesso che: in data 06 febbraio 2009 la Giunta municipale di Napoli ha approvato con propria delibera n. 1 del 16.01.2009, il protocollo d’intesa tra la ASL NA 1 Dipartimento Prevenzione Servizi Veterinari ed il Servizio Tutela diritti e salute degli animali del Comune di Napoli circa l’utilizzo dell’ambulanza veterinaria in dotazione al Servizio; tale accordo si è reso necessario per ottenere la massima collaborazione possibile tra Istituzioni nella prevenzione del randagismo canino e felino e nella tutela del benessere degli animali stanziali sul territorio comunale; tra le clausole fondamentali dell’accordo vi è la possibilità di utilizzare l’ambulanza in dotazione al Servizio Tutela diritti e salute degli animali ed i relativi autisti mentre i compensi e gli oneri accessori del personale andranno caricati sui bilanci delle Amministrazioni di appartenenza; Interroga pertanto l’Assessore alla Sanità per sapere:

1. quale sia la ditta privata ed i criteri che ne hanno determinato l’individuazione per la fornitura alla ASL NA 1 Dipartimento di Prevenzione Servizi Veterinari di una ambulanza veterinaria;

2. se sia ancora vigente la convenzione stipulata con tale ditta e quale sia il costo di tale

servizio;

3. se la convenzione tra la ASL NA 1 Dipartimento Prevenzione Servizi Veterinari ed il Servizio di Tutela diritti e salute degli animali del Comune di Napoli preveda l’assunzione, ad opera della ASL NA 1, di personale a tempo determinato o indeterminato.

Napoli. 19 marzo 2009

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pt. n.93 Interrogazione urgente a risposta scritta al Presidente della Giunta Regionale della Campania, l’Assessore al Bilancio e l’Assessore alla Sanità. Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere della Regione Campania , premesso che:

La Corte dei Conti, Sezione Regionale di Controllo per la Campania con la pronuncia n. 22/2008 rilevava rispetto alla relazione al bilancio di esercizio 2006 dell’Azienda Ospedaliera “Domenico Cotugno” “gravi irregolarità tali da incidere sulla veridicità del bilancio stesso, sul rispetto degli atti di indirizzo regionali, sul conseguimento degli equilibri di bilancio nonché sulla corretta gestione del personale e delle collaborazioni esterne”;

le irregolarità rilevate dalla Corte dei Conti riguard avano i costi per l’esercizio 2006

relativamente al costo del personale e al totale dei costi di gestione. Il dato più macroscopico era, senza alcun ombra di dubbio, quello della consistenza della pianta organica sicuramente eccedente. Tale composizione risultava sostanzialmente alterata da quelle che la Corte ha definito assunzioni illegittime e da un utilizzo improprio delle consulenze esterne;

a giugno del 2006, infatti, l’Azienda Sanitaria “D. Cotugno” nonostante il blocco

automatico delle assunzioni procedeva all’ingaggio di un collaboratore professionale sanitario infermiere ed un dirigente medico radiologo. E’ bene ricordare a tal proposito che già nel 2005 l’azienda aveva già assunto irregolarmente 25 Unità lavorative sia per concorso - 4 dirigenti, 1 CPT architetto, 13 infermieri professionali - sia attingendo alla mobilità regionale – 3 dirigenti, 1 collaboratore amministrativo professionale, 1 infermiere professionale, 1 operatore tecnico;

il capitolo dedicato alle consulenze pone in evidenza un utilizzo improprio delle stesse

perché affidate senza soluzione di continuità, con effetto retroattivo e senza verificare le condizioni di necessità né la rispondenza dell’incarico ai fini aziendali. Tali “singolarità” pongono inoltre inquietanti interrogativi sulla legittimità dei criteri seguiti per individuare i professionisti cui affidare gli incarichi di consulenza se traguardate attraverso la mancata pubblicità data agli elenchi dei collaboratori esterni, dei consulenti, dell’oggetto la durata ed il relativo compenso della consulenza.

Interroga pertanto il Presidente della Giunta Regionale della Campania, l’Assessore al Bilancio e l’Assessore alla Sanità per conoscere quali provvedimenti abbiano assunto in seguito alla segnalazione, ai sensi dell’art. 1, comma 170, della legge 23 dicembre 2005, n. 266 formulata dalla Corte dei Conti – Sezione Regionale di Controllo per la Campania – per rimuovere le irregolarità gestionali oggetto della pronuncia del Presidente Mario G.C. Sancetta

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Tutela del Lavoro

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Napoli, 8 novembre 2007 Prot. n. 245

INTERROGAZIONE URGENTE A RISPOSTA SCRITTA AL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE ED ALL’ASSESSORE AL BILANCIO DELLA REGIONE CAMPANIA. Il sottoscritto Pietro Diodato consigliere regionale di Alleanza Nazionale premesso che: l’ Ente Autonomo Volturno è una società partecipata della Regione Campania con quota di partecipazione pari al 100%; sono ormai intercorsi diversi mesi dalla data di scadenza del contratto esistente tra Comune di Napoli ed EAV relativo all’appalto del servizio di trasformazione e distribuzione dell’energia elettrica destinata ad alimentare gli impianti per l’illuminazione dei viali e delle pertinenze cimiteriali comunali nonché quelli per l’illuminazi one votiva all’interno delle congreghe; ad oggi, nonostante diverse sollecitazioni, non sono in alcun modo pervenute allo scrivente notizie documentali utili rispetto ad alcuni quesiti, primo tra tutti, quello che riguarda un eventuale richiesta da parte dell’EAV di interessarsi ancora attraverso una eventuale proroga degli impianti cimiteriali una volta concluso il contratto attuale; pur senza entrare nei particolari del contratto preesistente tra EAV e Comune di Napoli è necessario evidenziare e verificare se esso sia stato ottemperato dall’EAV con particolare riferimento ai vincoli posti in sede contrattuale relativamente alla stato degli impianti da riconsegnare a fine “mandato” appurando pertanto il buono stato e la messa a norma degli stessi; a fronte di quanto già esposto anche in interrogazioni precedenti alla presente, risultano quanto mai vaghi e evasivi i riscontri pervenuti in relazione alla smisurata esosità delle tariffe proposte nelle congreghe cittadine sia per l’accensione delle lampade votive (quelle per intenderci che restano accese tutto l’anno) sia per quelle occasionali (che vengono vendute nelle varie ricorrenze) rispetto a tutte le altre realtà nazionali; è inaccettabile dover riscontrare che un canone di servizio a Napoli ha un costo di € 50,00 (cinquanta) al netto dell’iva, mentre in altre città d’Italia come a Trieste si paga € 12,00 (dodici), a Catania € 24,00 (ventiquattro), a Perugia € 13,00 (tredici), a Roma € 24,24 (ventiquattro/24) e così via; da una serie di approfondimenti sulla gestione del servizio di fornitura di energia elettrica c/o i cimiteri cittadini sia all’esterno che all’interno delle congreghe, nascono non poche perplessità in relazione al “giro” di interessi che ruotano intorno a diverse società tra cui la VOTIVA FLAMMA e la SELAV, i cui ruoli e compiti specifici sono assolutamente opinabili e discutibili; sempre relativamente alle società VOTIVA FLAMMA e SELAV giova ricordare che la loro presenza “incide” non poco sulla tariffa finale che l’utente va a corrispondere per un servizio che inconsapevolmente finisce per pagare ben tre volte: EAV-VOTIVA FLAMMA-SELAV, dal momento che la Votiva Flamma non si limita in alcun modo ad operare la sola bollettatura per

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conto EAV ma esercitando un servizio proprio ha di fatto bollettato in proprio, e la SELAV gestisce materialmente la distribuzione dell’energia all’interno delle congreghe ed è la società cui l’utente si rivolge per pagare; appare dunque imprescindibile un approfondimento dei rapporti tra EAV/VOTIVA FIAMMA/SELAV tenendo ben presente sia l’arbritarietà con cui EAV ha subappaltato il servizio di distribuzione di energia elettrica fornita all’interno delle congreghe, sia che tale atto discutibile comporta notevoli squilibri tariffari che rendono poco trasparente la gestione dell’intero appalto. Infatti se si calcola che i punti luce (utenze) presenti nelle Congreghe ammontano a circa 450.000e calcolando tale numero per lire 30.000 si ottiene la bella cifra di lire 13.500.000.000= euro 6.793.939,68 annue di sola intermediazione che l’EAV o chi per essa incassa; a tale cifra deve poi essere aggiunto l’incasso dei 350.000 canoni annui di utenza EAV o Votiva Fiamma che ammontano ad Euro 50,00 cadauno per una cifra pari ad Euro 15.000.000,00 nel complesso si raggiunge un incasso di Euro 21.793.939,68 per il solo servizio della illuminazione votiva continuativa a cui si dovrebbe aggiungere l’incasso per il contributo di allacciamento che è di Euro 11,62 al momento dell’inizio di ogni contratto e quello relativo alla cauzione Euro 12,91 per un totale di circa 3/4 mila utenze annue e l’incasso relativo al servizio votivo occasionale che è di circa 2.940.000,00Euro (utenze 300.000 x lampade 5 = lampade 1.5000.000 x Euro 1,96); spulciando l’ultimo bilancio del Comune di Napoli,a fronte di quanto dettagliatamente esposto al punto precedente, si ravvisa un introito dal Servizio votivo inferiore ai 200.000,00 Euro; alla luce di quanto esposto vale la pena sottolineare che l’illuminazione votiva è chiaramente un servizio pubblico che dovrebbe pertanto essere regolamentato dal Comune di Napoli e, soprattutto nei casi come il nostro in cui l’Ente appaltatore è di pertinenza regionale, dalla Regione Campania;

INTERROGA

Il Presidente della Giunta Regionale della Campania e l’Assessore al Bilancio per conoscere:

1. Quale ente o Società si interesserà degli impianti elettrici cimiteriali una volta concluso il

contratto con l’EAV, ovvero se l’EAV intenda interessarsi ancora di detti impianti attraverso la richiesta di una proroga dell’appalto nonostante l’evidente disimpegno che l’Ente ha ed ha avuto per il servizio;

2. Se alla data di scadenza di contratto l’EAV ha provveduto a consegnare gli impianti elettrici dei cimiteri al Comune di Napoli come previsto dal contratto di appalto e se la consegna degli impianti, qualora sia effettivamente avvenuta, si sia svolta previa verifica del loro buono stato e di messa a norma;

3. In quale data e con quali modalità e riscontri siano state effettuate le verifiche decennali

degli impianti previste dal contratto di concessione;

4. In relazione alle tariffe praticate, se sia possibile chiarire per quale motivo la tariffa di un servizio pubblico, quale l’illuminazione votiva, possa essere determinata da una autorità che non è quella del Comune di Napoli consentendo poi all’EAV, concessionario del servizio di illuminazione dei cimiteri senza possibilità si subappalto, di trasferire una parte del servizio ad altri soggetti con la logica conseguenza della lievitazione dei prezzi per gli utenti finali;

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5. Se sia possibile ricevere copia del contratto di concessione tra Comune di Napoli ed EAV ed, inoltre, tutte le informazioni documentali in possesso della Regione Campania e dell’EAV, che disciplinano i rapporti tra le società EAV/Votiva Flamma/SELAV, con relative specifiche delle caratteristiche peculiari e dei curricula societari di Votiva Flamma e SELAV;

6. Se sia possibile ricevere copia dei bilanci relativi al servizio in concessione per l’erogazione

della elettricità all’interno dei cimiteri di pertinenza comunale, dell’EAV, con particolare riferimento agli ultimi 10 (dieci) anni con relativa specifica di quanto viene corrisposto alla società Votiva Flamma ed alla società SELAV ogni anno;

7. Se sia possibile ricevere copia degli atti amministrativi tra comune di Napoli e Regione

Campania/EAV che eventualmente stabiliscono e fissano le tariffe praticate dall’EAV dalla Votiva Flamma o dalla SELAV.

RRII SSPPOOSSTTAA

REGIONE CAMPANIA Prot. 2008. 0151405 del 20/02/2008 ore 08,57

Dest.: PRESIDENTE CONSIGLIO REGIONALE DELLA CAMPANIA

Al Presidente del Consiglio Regionale

Protocollo 2008/0001549/A Data 25/02/2008

Da: CR A: SEROC

Interrogazioni a risposta scritta a firma del Consigliere Regionale Pietro Diodato Concernente: “E.A.V. Illuminazione cimiteriale” R.G. nn. 814 e 855

Con riferimento alle interrogazione in oggetto indicate, a firma del Consigliere Regionale Pietro Diodato, si trasmette la risposta predisposta dal Coordinatore dell’ A.G.C. Gabinetto Presidente

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della Giunta Regionale. Antonio Bassolino

Giunta Regionale della Campania Area Generale di Coordinamento Gabinetto Presidente della Giunta Regionale Il Coordinatore

Al Presidente della Giunta Regionale Interrogazione a risposta scritta a firma del Consigliere Regionale Pietro Diodato concernente: “E.A.V. illuminazione cimiteriale” R.G. nn. 814 e 855 Il Consigliere Regionale Pietro Diodato con le interrogazione R.G. NN. 814 e 855 ha richiesto notizie in ordine alla gestione degli impianti elettrici dei cimiteri del Comune di Napoli. Trattandosi, pertanto, di problematiche concernenti l’attività dell’ E.A.V. s.r.l. è stato interessato direttamente I’ Ente alfine di acquisire una relazione sui fatti e circostanze oggetto dell’ interrogazione. L’ E.A.V. con nota n. 428 del 22.01 .2008 ha fornito gli elementi richiesti rappresentando quanto segue:

L’EAV - Ente Autonomo Volturno (ora Ente Autonomo Volturno Srl — Unico socio Regione

Campania) — in forza della convenzione stipulata per atto del Notaio de Vivo il 31/12/1926, registrato il 18/01/1927 al n. 8636, otteneva il riconoscimento del diritto di prelazione, nei recinti dei cimiteri comunali di Poggioreale e della Pietà, per tutte le forniture di energia elettrica necessarie ai servizi pubblici comunali, nonché la fornitura di energia elettrica a terzi mediante concessione da parte del comune di Napoli. All’EAV, in forza dell’art.1 della predetta convenzione, era concesso inoltre l’installazione e l’esercizio di una rete di distribuzione elettrica per l’illuminazione nei predetti cimiteri.

Dal 1930, in forza dalla convenzione stipulata il 15 marzo 1930, rep. 7147. l’EAV ha in

concessione, in regime di esclusiva, da parte del Comune di Napoli, l’esercizio. la manutenzione e la gestione degli impianti elettrici dei cimiteri comunali di Poggioreale. La concessione comprende il servizio di illuminazione elettrica votiva ed ambientale e la fornitura di energia elettrica per qualsiasi uso all’interno dei recinti cimiteriali, ivi comprese le forniture di energia elettrica occorrente per l’illuminazione e gli altri usi in ogni immobile di pertinenza del comune che sia, a qualunque titolo adibito a servizi a detti cimiteri. Con ultimo rinnovo in data 9 giugno 1987, rep. 58569, la concessione fu estesa anche agli impianti elettrici dei cimiteri comunali di Barra, Chiaiano, Miano, Pianura, Ponticelli, San Giovanni a Teduccio, Secondigliano e Soccavo.

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Con riferimento alle premesse dell’interrogazione R.G. N. 814 l’E.A.V. ha comunicato: - che l’Ente Autonomo Volturno Sri (EAV) è una società partecipata interamente (100%) della

Regione Campania; - che la concessione del servizio di illuminazione elettrica nei cimiteri comunali di Napoli è

scaduta nel mese di luglio 2007; - che non sono previste dalla vigente normativa sui contratti pubblici proroghe, se non quella per il

tempo necessario per l’espletamento delle procedure di gara; - che l’EAV ha ottemperato agli obblighi contrattualmente assunti con la sottoscrizione della

convenzione che regola la concessione e che per quanto concerne lo stato e la consistenza degli impianti da riconsegnare al Comune si dovrà procedere alloro accertamento secondo quanto disposto dalla convenzione medesima;

- che per l’accensione di lampade votive (eterne e occasionali) nelle cappelle delle congreghe dei cimiteri cittadini, le tariffe all’utenza sono fissate dalle congreghe medesime: EAV e Comune di Napoli non sono legittimati a intervenire. Viceversa nelle zone di pertinenza comunale le tariffe, sono fissate dalla convenzione per la concessione dei servizio: esse risultano più basse di quelle praticate nelle predette cappelle di proprietà delle congreghe;

- che per i motivi sopra esposti le tariffe praticate all’interno delle congreghe (erroneamente chiamata “canone di servizio”) non è di competenza né di EAV nè del Comune di Napoli;

- che la Votiva Fiamma è una società incaricata dall’EAV della gestione del servizio all’utenza (contratto, bollettazione e incasso canoni, sostituzione lampade), mentre SELAV è una delle società di gestione degli impianti e del servizio elettrico all’interno delle cappelle di congreghe per conto delle medesime;

- che nella produzione del servizio finale all’utenza (accensione lampada votiva) EAV costruisce e gestisce gli impianti ed eroga l’energia elettrica; Votiva Fiamma cura essenzialmente il rapporto contrattuale con l’utenza (bollettazione, fatturazione e incasso); SELAV gestisce gli impianti di proprietà delle congreghe e il servizio all’interno delle cappelle delle stesse; ognuno delle tre società incassa la quota di sua competenza del servizio reso;

- che non trovano riscontro in atti le cifre riferite all’incasso derivanti dai canoni versati dall’utenza, né per come esse sono esposte è possibile eseguire alcun valido riscontro

sia del volume dell’utenza, sia delle tariffe, né vi è alcuna distinzione per tipologia di utenza; - che nel bilancio del Comune di Napoli.in nessun caso possono trovarsi esposti gli introiti del

servizio elettrico votivo, giacché il Comune non eroga in proprio tale servizio concesso afl’EAV; l’unica posta del bilancio comunale che afferisce a tale servizio dovrebbe riguardare i soli canoni di concessione versati dall’EAV, ammontanti annualmente a circa 335.000 al netto del costo dell’energia erogata dallo stesso EAV per illuminazione pubblica e per altri usi nelle aree, servizi e fabbricati di pertinenza comunale;

- che non si può non concordare sul fatto che il servizio di illuminazione elettrica votiva è un servizio pubblico e che Io stesso sia regolamentato dal Comune di Napoli attraverso la convenzione stipulata in 9 giugno 1987, rep. 58569, resa esecutiva nei modi e termini di legge.

Con riferimento ai quesiti dell’interrogazione I’ EAV ha comunicato quanto segue. In risposta al quesito n. 1 a) Il Presidente della Giunta e l’Assessore al bilancio della Regione non sono certamente legittimati a conoscere quale ente o società si interesserà degli impianti (elettrici) cimiteriali una volta concluso il contratto con l’EAV: gli impianti concessi sono di proprietà del Comune e allo spirare della concessione ritornano nella piena disponibilità dello stesso; il Comune potrebbe gestire in proprio o affidarli a terzi, mediante una pubblica gara, secondo la vigente normativa sui contratti pubblici. Pertanto, il Consigliere interrogante dovrebbe rivolgere tale domanda al Comune di Napoli. b) L’EAV, dal canto suo, all’atto dell’indizione dell’eventuale gara pubblica potrebbe valutare l’interesse a

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partecipare alla gara per l’affidamento del servizio elettrico nei cimiteri comunali in base al capitolato e alle altre condizioni di gara. c) Non è assolutamente vero che l’EAV abbia avuto “evidente disimpegno” per il servizio. E vero il contrario: l’EAV ha sempre espletato il servizio elettrico in concessione con grande impegno , in modo efficace e con la massima efficienza. In particolare l’EAV:

- ha sempre garantito la continuità del servizio con soddisfazione dell’utenza in tutte le circostanze, eseguendo gli impianti per l’allacciamento alla rete di distribuzione e somministrando il servizio di illuminazione votivo attraverso lampade elettriche come previsto dalla concessione; - ha assicurato tempestivamente tutte le forniture di energia elettrica richieste da ogni

categoria di utenza all’interno dei recinti dei cimiteri (dalle forniture per accensione di lampade votive a quelle per usi diversi, dalle forniture per illuminazione pubblica ambientale a quelle necessarie per il funzionamento degli uffici e dei servizi comunali); in particolare ha assicurato le forniture di energia elettrica per usi diversi agli immobili ubicati nei recinti dei cimiteri e detenuti dal comune a qualsiasi titolo;

- ha provveduto alla costruzione di tutti i nuovi impianti elettrici e le istallazioni previsti nella concessione e a quelli richiesti nel corso della durata della stessa dal Comune, eseguendoli sotto la più scrupolosa osservanza delle leggi, dei regolamenti e di tutte le norme regolamentari, nonché del disciplinare per la esecuzione dei lavori e del capitolato generale del Comune;

- ha curato sempre la manutenzione, ordinaria e straordinaria, degli impianti e il loro costante adeguamento alle normative vigenti, eseguendo tutte le opere necessarie per il rinnovo e la manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti esistenti all’atto del rinnovo della concessione, nonché per la creazione e la manutenzione. ordinaria e straordinaria dei nuovi impianti e installazioni;

- ha osservato tutto quanto prescritto per la illuminazione dei viali e delle aree di uso pubblico dei cimiteri;

- ha versato al Comune di Napoli il corrispettivo della concessione, attraverso il prescritto canone ragguagliato ai consumi di energia elettrica erogati per l’illuminazione votiva, nella misura, con le modalità e gli aggiornamenti previsti nella concessione medesima;

- ha costruito un moderno sistema per la trasformazione e l’erogazione dell’energia elettrica nei cimiteri cittadini di Napoli, con l’ammodernamento e la costruzione ex novo di cabine elettriche e reti elettriche in media e bassa tensione, tra i più moderni ed efficienti del settore, con ingenti investimenti di risorse;

- ha ottemperato a tutte le richieste del Comune concernenti l’espletamento del servizio elettrico in concessione, compreso la costruzione gratuita di impianti elettrici in uffici e servizi comunali all’interno dei cimiteri della Città di Napoli;

- ha costituito un fattore di calmierazione dei prezzi in tale ambito, praticando e pubblicando, anche con manifesti pubblici, tariffe notevolmente più basse di quelle delle società private che erogano tale servizio nelle predette cappelle di congreghe non di pertinenza comunale.

In risposta al quesito n. 2 In vista della scadenza della concessione, l’EAV ha manifestato al Comune di Napoli la sua piena disponibilità all’attivazione delle procedure previste per la riconsegna degli impianti, per l’accertamento del loro stato e consistenza, nonché per la valutazione degli impianti e delle cabine di trasformazione dell’energia elettrica. Il tutto come previsto dalla predetta convenzione che regola la concessione. Tali procedure sono state avviate e sono tutt’ora in corso.

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In risposta al quesito n. 3 La predetta convenzione del 1987, rep. 58569, prevedeva che il Comune, dopo il decorso di dieci anni dall’inizio della concessione, potesse avvalersi del diritto di riscattare il servizio, con preavviso di un anno, versando un corrispettivo ragguagliato alla quota non ammortizzata del costo degli impianti e delle installazioni eseguite dall’EAV. Il Comune di Napoli non ha mai ritenuto opportuno avvalersi ditale diritto di riscatto, motivo per cui nessuna risposta può essere data su tale legittimo comportamento del Comune medesimo. In risposta al quesito n. 4 a) Le tariffe praticate all’utenza per l’erogazione del servizio di illuminazione elettrica votiva nei cimiteri comunali non sono affatto determinate da un’autorità diversa dal Comune di Napoli. Esse, infatti, sono state sempre determinate proprio dal Comune. Ciò è avvenuto anche all’atto della stipulazione dell’ultima convenzione del 1987. E non solo. Il Comune ha anche stabilito le modalità di aggiornamento delle stesse, attraverso un meccanismo correlato all’andamento dell’indice generale ISTAT. In pratica le tariffe sono rivalutate, con effetto dall’anno successivo, quando, e solo quando, la variazione assoluta dell’indice ISTAT superi il 6%. Allo stesso modo è rivalutato il predetto canone dì concessione corrisposto al Comune. b) Il servizio oggetto della concessione è gestito dall’EAV a suo esclusivo rischio e pericolo. L’EAV è direttamente responsabile verso il Comune e verso terzi, fatto salvo il potere di vigilanza delle competenti direzioni del Comune. Fermo restando che detto servizio non può essere dato in sub-concessione, EAV si è avvalso della facoltà, prevista nella convenzione, riaffidando la gestione del rapporto con l’utenza (contratti, bollettazione ed esazione) alla Votiva Fiamma, società di sua fiducia, che ha sempre curato tali rapporti per conto di EAV, restando esso EAV sempre diretto ed esclusivo responsabile nei confronti del Comune. Tale riaffidamento è regolato dal contratto stipulato in data 5 giugno 1989 registrato all’URAP- Napoli il 13 giugno 1989 al n. 15715. In risposta al quesito n. 5 Il contratto di concessione è un atto pubblico che può essere richiesto direttamente al Comune di Napoli. La Regione Campania non è in possesso di informazioni documentali che discipi inino i rapporti EAV/Votiva Flamma/SELAV. Nel merito però va comunque osservato che tra SELAV ed EAV non vi è alcun rapporto particolare, se non quello ordinario che sussiste tra un ente erogatore di energia elettrica (EAV) e l’utente di una siffatta fornitura (SELAV). In risposta al quesito n. 6 Quanto corrisposto alla società Votiva Fiamma, a titolo di corrispettivo per il predetto servizio di gestione del rapporto con l’utenza (contratti, bollettazione ed esazione), è esposto nei bilanci dell’EAV, pubblicati, com’è noto, nei modi e nei termini stabiliti dalla legge. Nessuna voce specifica di detti bilanci riguarda, né potrebbe riguardare, quanto versato dalla SELAV, per essere ciò ricompreso negli introiti generali da utenza; utenza composta, peraltro, dalle numerose imprese che svolgono tale servizio per conto di congreghe. Va comunque ribadito che, in dipendenza dei normali rapporti contrattuali in essere, EAV non versa alcunché alla SELAV, essendo al contrario quest’ultima Società tenuta a versare all’EAV il corrispettivo per le forniture ricevute. In risposta al quesito n. 7 Gli atti amministrativi tra Comune di Napoli ed EAV circa le tariffe praticate dall’EAV andrebbero chiesti alla competente direzione del Comune di Napoli a ciò preposta. Si ribadisce ancora una volta che le tariffe praticate da SELAV, come dalle altre numerose ditte che svolgono il servizio per Conto delle congreghe nelle cappelle di loro pertinenza, non sono fissate dalla convenzione che regola i rapporti in essere tra Comune di Napoli ed EAV.

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Con riferimento all’interrogazione R.G. n. 855 1’ E.A.V. ha comunicato quanto segue. Non rispondono al vero le affermazioni riportate nella premessa. In particolare non è assolutamente vero che

a) “...all’atto dello scioglimento dell‘EA V, un consistente numero di suoi dipendenti costituirono la Società Votiva Fiamma ... .

La Votiva Fiamma fu costituita nel 1931 e svolge questa attività per conto dell’EAV fin dal 1955, anno in cui subentrò alla società Ing. Carlo Laneri e C.; e, peraltro, nessun dipendente dell’Ente Autonomo Volturno è entrato a farne parte, a qualsiasi titolo, all’atto della trasformazione dell’EAV, ente pubblico economico, in EAV Srl - Unico socio Regione Campania, né ciò è avvenuto successivamente; b) “la Società Votiva Flamma [...] di fatto si è sostituita all‘Ente Autonomo Volturno ed

alla S.p.a. nella gestione ultra ventennale dell’illuminazione della parte del cimitero classificato ‘demaniale’”. “.

Ciò, lo si ribadisce, è falso, dal momento che detta Società svolge, come in passato, il proprio compito secondo quanto contrattualmente stabilito con il cennato contratto del 5 giugno 1989.

Circa le cosiddette leggende metropolitane ha osservato che:

- non risulta alcuno strapotere di funzionari dell’EAV, né rapporti con i vertici delle Società citate nella interrogazione in oggetto, se non quelli ordinari in dipendenza dei rapporti contrattuali in essere; peraltro, il funzionario cui si fa cenno nell’interrogazione pur potendo vantare una ultratrentennale esperienza nel settore, agisce con comprovata lealtà sotto la direzione dei superiori organismi direttivi dell’azienda;

- EAV Srl — unico socio Regione Campania - per sua natura, e per compiti istituzionali, mai potrebbe partecipare ad alcun cartello monopolistico del servizio delle lampade votive e di illuminazione elettrica dei cimiteri. Anzi, lo si ribadisce ancora una volta, la sua presenza nel settore è un sicuro fattore di calmierazione dei prezzi, giacché le tariffe praticate, oltre ad essere fissate dal Comune, sono anche notevolmente più basse rispetto a quelle praticate nelle congreghe dalle ditte private.

- per quanto concerne strategie societarie di gruppi e società esterni a EAV e da esso indipendenti (Fondo Pace e Campo di Marte S.p.A.), Regione ed EAV non sono titolati a conoscerle, motivo per cui non possono rispondere alcunché.

Nel merito delle richieste oggetto dell’interrogazione FE.A.V. ha ribadito quanto segue. In risposta al quesito n. 1 Non vi è alcuna verità da accertare oltre a quanto precedentemente già esposto: l’accertamento della genesi delle cosiddette leggende metropolitane non rientra sicuramente nelle prerogative e nei doveri istituzionali del Presidente della Giunta. né di alcun Assessore Regionale. In risposta al quesito n. 2 Al Comune di Napoli, come già detto, fu richiesto a suo tempo il previsto nulla-osta per la gestione dell’esercizio alla Votiva Fiamma con nota raccomandata AR prot. n. 281 del 20/6/1989 e successivi riscontri. in risposta al quesito n. 3

L’EAV non è una S.p.A., ma una S.r.I. interamente partecipata (100%) dalla Regione Campania.

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Pertanto non ha senso parlare di valore delle azioni e della loro eventuale collocazione sul mercato.

Antonio Massimo

Napoli, 10 novembre 2007 Prot. n. 295

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INTERROGAZIONE URGENTE A RISPOSTA SCRITTA AL PRESIDENTE DELLA GIUNTA ED ALL’ASSESSORE AL BILANCIO DELLA REGIONE CAMPANIA. Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere della Regione Campania di Alleanza Nazionale premesso che: con interrogazione dell’otto novembre 2007, rivolta al Presidente della Giunta Regionale e all’Assessore la Bilancio della Regione Campania, si chiedeva tra l’altro conoscere l’evoluzione dei rapporti tra l’EAV ed il Comune di Napoli per quanto concerne il contratto di concessione degli impianti elettrici cimiteriali, nonché l’esistenza di eventuali documenti ufficiali disciplinanti i rapporti tra l’EAV e le Società: “Votiva Flamma” e “SELAV” ; l’esigenza di accendere una fiamma nel buio pesto dei traffici e dei servizi che si svolgono all’interno delle aree cimiteriali della città di Napoli e della sua provincia, per la mancata risposta del Presidente della Giunta e dell’Assessore al Bilancio della Regione Campania resta tuttora insoddisfatta; l’occasione data dalla scadenza della concessione ventennale all’EAV del servizio per le lampade votive ed illuminazione dei cimiteri comunali è preziosa per comprendere i meccanismi che generano – come lo scrivente ha provveduto a quantificare nel precedente atto ispettivo – un fatturato di circa 31milioni di euro di cui beneficiano sostanzialmente le due società commerciali – Votiva Flamma e Selav, quest’ultima capofila e significativa espressione di una miriade di società minori che limitano la loro azione al chiuso delle congreghe; la concessione del servizio escludeva tassativamente la concessione in sub-appalto del servizio. Tutt’al più, consentiva all’EAV di affidare la gestione amministrativa a persona o Ente di sua fiducia sempre previo nulla osta del Comune di Napoli. In realtà, come precedentemente accennato, all’atto dello scioglimento dell’EAV, un consistente numero di suoi dipendenti costituirono la Società Votiva Flamma che di fatto si è sostituita all’Ente Autonomo ed alla S.p.A. nella gestione ultra ventennale dell’illuminazione della parte del cimitero classificato “demaniale” ; le leggende metropolitane narrano inoltre dello strapotere di tal Ferrante – non d’Aragona – geometra-factotum dell’EAV S.p.A. e dei suoi stretti legami con i vertici delle società Votiva Flamma e Selav. I miti, si sa, sono generalmente delle costruzioni fantastiche alle cui radici però, spesso si trovano fatti, persone e circostanze reali. Sarebbe oltremodo interessante quindi andare alla ricerca non del Santo Graal, ma delle ragioni, degli intrecci che hanno prodotto di fatto il cartello monopolistico del servizio per le lampade votive e la illuminazione elettrica dei cimiteri comunali;

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il racconto popolare continua ad arricchirsi di nuove e singolari gesta. La Votiva Flamma, durante il Regno del centro-sinistra pre tangentopoli partenopea, impossibilitata ad acquisire direttamente il “fondo Pace” pare abbia interposto i suoi buoni uffici perché l’area stessa fosse destinata a deposito di auto da rottamare. A sua volta, dando vita ad una competizione tra “imprenditori”, la Selav pare che abbia messo le mani su una vasta area interessata al futuro ampliamento del cimitero grazie ad una società di copertura denominata “Campo di Marte S.p.A.”. E mentre occupano la caselle del “monopoli cimiteriale” entrambe, con i rispettivi responsabili delle public relations, paiono adoperarsi per la costruzione di una fitta rete di coperture politiche di varia ed incerta natura; Ricordato che l’Ente Autonomo Volturno S.p.A. è una Società partecipata della Regione Campania; Interroga il Presidente della Giunta Regionale della Campania e l’Assessore al Bilancio per conoscere:

1. se intendano accertare la verità e con quali strumenti, sulla genesi della leggenda metropolitana cui ho fatto cenno;

2. se il Comune di Napoli abbia concesso il necessario nulla osta alla gestione

amministrativa del servizio cimiteriale;

3. se al momento le azioni dell’Ente Autonomo Volturno S.p.A. siano detenute in toto dalla Regione Campania, il loro valore e se sia stata prevista la loro eventuale collocazione sul mercato.

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Napoli, 14 gennaio 2008 Prot.n. 310 INTERROGAZIONE URGENTE A RISPOSTA SCRITTA AL PRESIDENTE DELLA GIUNTA ED ALL’ASSESSORE ALLE ATTIVITÀ PRODUTTIVE DELLA REGIONE CAMPANIA. Il sottoscritto Pietro Diodato consigliere della Regione Campania di Alleanza Nazionale premesso che: in data 03.01.2008 le RRSSAA di CGIL, CISL, UIL e UGL dell’Istituto di vigilanza privata “La Nuova Lince” denunciavano alla Questura, Terza Divisione Amministrativa, al Prefetto e al Questore di Napoli che personale dell’Istituto di Vigilanza Privata “La Nuova Partenopea” prestava servizio presso l’Auchan di Giugliano in Campania, utilizzando l’auto sociale della “La Nuova Lince” e le apparecchiature radio rice-trasmittenti, fisse e mobili fornite dalla stessa; tale fatto, in una condizione di ordinarietà, potrebbe essere considerato come la naturale risposta alle esigenze di una mole crescente di lavoro. Nella fattispecie però, come le RRSSAAA hanno avuto modo di sottolineare, il management dell’Istituto di Vigilanza Privata “La Nuova Lince”, causa la perdita dell’appalto di vigilanza presso la Giunta Regionale della Campania, non perde occasione per agitare lo spauracchio dell’esubero di personale; l’episodio dimostra, ove mai ce ne fosse stato di bisogno, in modo inoppugnabile che tale eventualità è puramente fantasiosa. La singolare posizione, inoltre, del co-amministratore de “La Nuova Partenopea” che riassume in sé anche responsabilità e competenze per tutto ciò che riguarda le gare d’appalto per “La Nuova Lince” allunga ombre inquietanti sulla regolarità della partecipazione agli appalti e sulla reale volontà di preservare gli attuali livelli occupazionali. Interroga pertanto il Presidente della Giunta regionale della Campania e l’Assessore alle Attività Produttive per conoscere se e quali iniziative intendano adottare per fare chiarezza sull’emblematico episodio denunciato dalle RRSSAA CGIL, UIL e UGL de “La Nuova Lince” e per rasserenare gli animi dei lavoratori esasperati dalla continua minaccia dei fantomatici esuberi.

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Napoli, 2 novembre 2007 Prot.n. 238 INTERROGAZIONE URGENTE A RISPOSTA SCRITTA AL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE DELLA CAMPANIA Il sottoscritto Pietro Diodato consigliere regionale della Campania di Alleanza Nazionale premesso che:

in data 31.07.06 con bando pubblicato sul B.U.R.C. n. 34 la Giunta Regionale Campania indice gara per l’affidamento triennale dei servizi vigilanza armata e guardiania/reception in due lotti (NA1 e NA2) per importi su base annuale rispettivamente di euro 3.489.816,20 e 1.544.917,74 al netto dell’IVA; in data 17.10.06 viene nominata la commissione di gara: Luigi Rauci (presidente), Pietro Pannella (componente), Federico Tedeschini (componente); alla gara partecipano, con offerte per entrambi i lotti, le ATI Nuova Lince Srl-Leonessa Spa-Sogesi Srl e Security Service Sud Srl-Security Service Sistemi Srl-L’Investigatore Srl; in data 29.01.07 la Commissione di gara rileva che nel plico presentato dalla ATI Nuova Lince “contrassegnato dalla dicitura Busta C – offerta tecnica lotto NA1 sono contenuti elaborati progettuali relativi caratteristiche metodologiche, tecniche e qualitative di esecuzione dei servizi di vigilanza guardiania/reception per gli immobili indicati nell’allegato 2 del CSA. relativo al lotto NA2, e non per gli immobili indicati nell’allegato 1, relativo al lotto NA1 in esame” in data 31.01.07 con nota prot. n. 009566 a firma del Dirigente AGC Direzione Patrimonio e Demanio, la Giunta Regionale, in merito al procedura per il lotto NA1, rende noto che: “la non conformità dell’offerta alle prescrizioni e specifiche tecniche contenute nel presente capitolato costituisce motivo di esclusione automatica alla gara”; in data 10.02.07 con ricorso al TAR della Campania, la Nova Lince impugna il provvedimento di esclusione chiedendone l’annullamento previa sospensiva cautelare; in data 06.03.07 la Security Service Sud si costituisce eccependo la inammissibilità e l’infondatezza del riscorso; in data 02.04.07 la Giunta Regionale, con nota prot. 2007.0307078, rende nota l’esclusione della ATI Nuova Lince anche dalla gara relativa al lotto NA2; in data 04.04.07 la sez. VIII del TAR della Campania, con ordinanza n. 1026/07, “ritenendo corretta l’esclusione dalla gara”, respinge la domanda cautelare proposta dalla Nuova Lince;

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in data 24.04.07 avverso all’ordinanza sopraindicata la Nuova Lince ricorre in appello al Consiglio di Stato; in data 02.05.07 con motivi aggiuntivi la Nuova Lince impugna il provvedimento di esclusione dalla gara per il lotto NA2; in data 07.06.07 con decreto dirigenziale n. 148 la Regione Campania aggiudica definitivamente le gare per i lotti NA1 e NA2 all’ATI Security Service Sud; in data 13.07.07 la sez. V del Consiglio di Stato con ordinanza 3743/07 dichiara improcedibile l’appello; in data 20.07.07 con lettera a firma dell’ avv. Felice Laudadio indirizzata ai funzionari Rauci, Riccio ed Esposito viene trasmessa copia dell’ordinanza del Consiglio di Stato con invito ad adempiere alla stipula del contratto entro i 10 giorni successivi; in data 27.07.07 la Giunta Regionale della Campania con lettera prot. 2007.0676055 a firma di Rauci, Riccio ed Esposito comunica all’ATI Security Service Sud di aver chiesto, in via propedeutica alla stipula del contratto, parere all’Avvocatura Regionale in merito “fatti di cronaca riportati dalla stampa e coinvolgenti il legale rappresentante della Security Service Sistemi e consigliere della Security Service Sud” nonché sulla “non regolarità della posizione contributiva INAIL dell’Investigatore Srl” in data 25.07.07 vengono trasmesse alla Giunta Regionale copie delle visure camerali con i nuovi assetti degli organi amministrati, ribadendo i termini della diffida del 20.07.07; in data 01.08.07 con lettera prot. 2007.0688045 la Giunta Regionale convoca per il giorno 02.08.07 l’ATI Security Service Sud al fine di: “esaminare la possibilità di stipula del contratto alla luce dei fatti di cronaca riportati dalla stampa riguardanti il sig. Mongillo Renato a suo tempo titolare delle cariche sociali presso la Security Service Sud e la Security Service Sistemi” in data 02.08.07 Presso gli uffici di via Metastasio avviene un incontro al quale partecipano, Gargiulo, Conti, Cerbone e Senigallia per l’ATI Security Service Sud e Rauci, Riccio, Esposito e Angelino per la Regione Campania; al termine dello stesso i funzionari si dichiarano soddisfatti dei chiarimenti ricevuti e della produzione del Burc relativo alla posizione contributiva dell’Investigatore; in data 03.08.07 a firma dell’avv. Felice Laudadio e del legale rappresentate della Security service Sud viene notificata una comunicazione alla Giunta Regionale nelle persone dei funzionari Rauci, Ricci, Esposito e Angelino con la quale vengono ribaditi i contenuti già espressi verbalmente nella riunione del 02.08.07, ribadendo che ulteriori ingiustificati ritardi porteranno alla richiesta di risarcimento danni oltre salvezza di ogni altro diritto, ragione azione e credito;

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in data 06.08.07 con nota prot. 2007.0699879 la Giunta Regionale Campania comunica di rinviare di 60 giorni la stipula del contratto in quanto necessita, “in via cautelativa e di autotutela” di ulteriori accertamenti riguardo agli accadimenti; in data 06.08.07 pubblicata sentenza n. 7227/07 con la quale il TAR della Campania respinge il ricorso della ATI Nuova Lince dichiarando inammissibile i motivi aggiuntivi; in data 20.09.07 notificato ricorso in appello al Consiglio di Stato della sopraindicata sentenza in data 29.10.07 ratificato contratto di affidamento triennale del servizio rep. 14204 in data 29.10.07 la Giunta Regionale con nota prot. 0914832 e 0914799 invita formalmente l’ATI Security Service Sud – L’investigatore – Security Service Sistemi a prendere servizio dalle ore 8.00 del giorno 01.11.07 invitando contestualmente le aziende uscenti a lasciare il presidio delle posdtazioni in data 31.10.07 con nota prot. 0920926 la Giunta Regionale comunica di subordinare l’effettivo subentro nel cantiere alla acquisizione del “piano dettagliato delle modalità di espletamento del servizio di vigilanza armata reception con indicazione dei nominativi e delle postazioni di lavoro degli addetti” in data 31.10.07 la documentazione di cui sopra è stato prodotta presso gli uffici competenti alle ore 13.45. in data 1.11.07, le tensioni sorte a causa del passaggio di servizio ed il rischio dell’attivazione delle procedure di mobilità nei confronti dei lavoratori, hanno impedito l’attivazione del servizio da parte dell’aggiudicataria; in data 1.11.07 ed in data 2.11.07 si sono tenute diverse riunioni per pervenire ad una soluzione del problema, tenendo conto della salvaguardia dei diritti delle parti in causa;

interroga:

Il Presidente della Giunta Regionale della Campania per conoscere:

1. i motivi per cui è intercorso un periodo di ben cinque mesi tra il decreto di aggiudicazione definitiva all’ATI Security Service Sud e l’effettivo subentro nel cantiere da parte di quest’ultima.

2. se sono state adottate le stesse procedure nei confronti delle aziende che svolgono il

medesimo servizio presso altri edifici della Giunta Regionale della Campania o del Consiglio Regionale della Campania.

3. quali sono stati gli atti prodotti dagli uffici regionali preposti alla verifica dell’applicazione

delle norme vigenti in materia di appalti per la vigilanza guardiaria/reception ecc. nei confronti delle aziende aggiudicatarie degli appalti;

4. quali sono stati i tempi, in occasione di vigenti appalti similari, tra l’aggiudicazione e

l’effettivo subentro nel cantiere.

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5. quali sono state le eventuali contestazioni mosse nei confronti delle società di vigilanza

operanti ad oggi, nell’espletamento del servizio.

RRII SSPPOOSSTTAA

Regione Campania Prot. 2007. 1029365 del 03/12/2007 Giunta Regionale della Campania Area Generale di Coordinamento Demanio e Patrìmonio All’Assessore al Demanio e Patrimonio On. Rosa D’Amelio -SEDE-

Oggetto: Interrogazione consiliare prot. n 8430 deI 5/11/2007.

Con riferimento all’interrogazione protocollo n. 8430 del 05/11/2007 a firma del Consigliere Regionale On. Pietro Diodato si riferisce quanto segue:

Va premesso che i tempi e le fasi della procedura di gara per l’affidamento del servizio di

vigilanza armata e guardiania/reception a beni di proprietà regionale e a strutture adibite a uffici della Giunta Regionale ubicate nell’area Metropolitana di Napoli - Lotti NA1 e NA2 - sono normati dal Codice dei Contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture, adottato dal legislatore nazionale con Decreto Legislativo n. 163 del 12 Aprile 2006.

Nel caso di specie la tempistica per addivenire alla stipula contrattuale si è allungata a seguito del verificarsi di circostanze non imputabili alla Stazione Appaltante e riconducibili invece, a vicende giudiziarie relative ad un amministratore di due società componenti l’A.T.I. aggiudicataria Vicende che hanno reso necessario per la stessa Amministrazione il compimento di atti istruttori necessari alla tutela dell’interesse pubblico, al fine evitare che si giungesse ad una stipula contrattuale con società colpite da divieto di contrarre con la PA.

A tale complessa vicenda si è, altresì, aggiunta la circostanza che nel dicembre 2006 è stato sottoscritto il nuovo Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per i dipendenti degli Istituti di Vigilanza Privata, che agli artt. 25, 26 e 27 disciplina una nuova procedura finalizzata a conseguire l’obiettivo di favorire, nel settore, la salvaguardia occupazionale per gli operatori che abbiano acquisito una specifica qualificazione professionale, in linea con le direttive in ordine alla qualità dei servizi.

Tale procedura è stata formalmente attivata dall’attuale fornitore del servizio di vigilanza con nota del 13/07/2007 indirizzata gli Enti preposti (Direzione Provinciale del Lavoro e U.T.G. di

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Napoli) dalle citate disposizidni contrattuali e solo recentemente la Direzione Provinciale del Lavoro di Napoli con nota del 19/11/2007 ha partecipato l’incompetenza a svolgere l’attività di “arbitro” prevista dal CCNL in caso di mancato accordo tra le aziende.

Ai fine di dare risposta concreta ai quesiti nn. 1e 3 dell’interrogazione, si provvederà a riassumere il fatto:

con il decreto dirigenziale n. 148 del 07.06.07 il servizio triennale di vigilanza armata e guardiania/reception a beni di proprietà regionale ed a strutture adibite a uffici della Giunta Regionale ubicate nell’area Metropolitana di Napoli - Lotti NA1 e NA2 — è stato aggiudicato in via definitiva, a seguito di regolare procedura ad evidenza pubblica all’A.T.I. Security Service Sud s.r.l. — L’investigatore s.r.l. — Security Service Sistemi s.r.1.

L’art. 1, comma 10 del citato Decreto Legislativo, dispone che la stipula del contratto non può comunque essere effettuata prima di tenta giorni dalla comunicazione ai controinteressati del provvedimento di aggiudicazione, avvenuta in data 08/06/2007 con note prot. a 0521098 (lotto NA1) e 0521077 (lotto NA2). Tale previsione formulata dal legislatore è certamente diretta alla tutela dei controinteressati, nel caso di specie rappresentati dall’A.T.I. concorrente, costituita da La Nuova Lince s.r.l./La Leonessa s.r.l./So.Ge.Si. s.r.l., e con la quale è in corso un contenzioso amministrativo per l’esclusione dalla gara disposta dalla commissione giudicatrice. La stipula contrattuale è, peraltro, subordinata all’acquisizione delle informazioni antimafia. cx art. 10 e 11 del D.P.R. 252/98.

Nello more del decorso dei citati termini con fax del 05/07/2007 la società Nuova’ Lince s.r.l., capogruppo dell’A.T.I. concorrente, trasmetteva notizie di stampa dalle quali emergeva il coinvolgimento dell’aniministratore unico della Security Service Sistemi s.r.l., nonché consigliere della Secutity Sud s.r.l., componenti l’A.T.I. aggiudicataria, nell’inchiesta “Lady A.S.L.” condotta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma.

L’A.T.I. concorrente con nota del 17/07/2007 segnalava, altresì, l’irregolarità contributiva previdenziale ed assistenziale della società Investigatore s.a.s., componente dell’A.T.I. aggiudicataria (trasformata in “Investigatore s.r.l.” il 30/04/2003), con conseguente falsità della dichiarazione resa in sede di gara.

Le suddette segnalazioni richiedevano necessariamente alla Stazione Appaltante il compimento di maggiori approfondimenti istruttori, anche attraverso la richiesta di parere legale all’Avvocatura Regionale del 24/07/2007 e reso in data 27/07/2007.

Il 25/07/07 l’A.T.I, aggiudicataria trasmette copia dei certificati camerali della Security Service Sud s.r.l e Securitv Service Sistemi s.r.l., acquisiti 681828 del 31/07/2007, dai quali si evidenzia la variazione degli assetti degli organi amministrativi che impone l’acquisizione della documentazione relativa ai nuovi amministratori con potere di rappresentanza.

Per acquisire ulteriori chiarimenti, il 2 agosto 2007 si tiene presso gli uffici dell’A.G.C. “Demanio e Patrimonio” un incontro al quale partecipano rappresentanti dell’aggiudicataria e dell’Amministrazione.

Con nota del 06/08/2007 la Stazione Appaltante per il compimento di ulteriori accertamenti rinvia la stipula del contratto, in via cautelativa e di autotutela, per un periodo non superiore a sessanta giorni e provvedendo il giorno successivo a richiedere al settore Consulenza Legale e Documentazione dell’Avvocatura di verificare presso il Tribunale di Roma se a carico della Security Service Sistemi risultava aperto un procedimento al sensi del D.Lgs. 231/01 e se erano state adottate, in via cautelare, misure interdittive ai sensi dell’art. cit. 45 del D.Lgs. 231/01.; di ostacolo alla stipula del contratto.

Nelle more del decorso del suddetto termine e in mancanza di un riscontro dell’Avvocatura Regionale, reso solo in data 05/10/2007 (prot:n. 0839981):

� con nota del 10/09/2007 si è provveduto a richiedere alla Procura della Repubblica di Roma, al fine di evitare di affidare il servizio ad una società sottoposta a divieto di contrarre con la PA., se risulta aperto a carico delle Società Security Service Sud s.r.l., e Security Service Sistemi s.r.l. un procedimento ai sensi del D.Lgs. 23 1/01 e,

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in caso positivo, se fossero state adottate a carico delle predette società misure cautelari ai sensi dell’art. 45 del D.Lgs. 231/01 che impediscano di contrarre con la P.A.;

� con nota del 13/09/2007 è, altresì, richiesto all’U.T.G. di Napoli se fossero stati

adottati provvedimenti ai sensi dell‘art. 45 del D. Lgs. 231/01 o provvedimenti di sospensione dell’attività.

Acquisite agli atti in data 24/09/2007 e 10/10/2007 rispettivamente le comunicazioni

dell’U.T.G. di Napoli e della Procura della Repubblica di Roma, dalle quali emerge che, allo stato, non risulta applicata alcuna misura cautelare ex art. 45 del D.L.vo 231/2001 nei confronti delle società componenti l’A.T.I. né sono stati adottati provvedimenti di sospensione dell’attività, gli atti necessari alla stipula contrattuale sono stati trasmessi senza ulteriore indugio al competente Settore ”Atti sottoposti a Registrazione e Contratti” per la stipula, avvenuta in data 29/10/07. In pari data l’A.T.I. aggiudicataria è stata autorizzata ad effettuare il servizio a far data dal 1 novembre 2007.

L’effettivo subentro nel cantiere stato poi procrastinato dalla SA. con nota del 31/10/2007 subordinandolo all’acquisizione del piano dettagliato del servizio. Trasmesso il piano il subentro nel servizio è stato rinviato per consentire all’U.T.G. di Napoli e, in particolare, alla Direzione Provinciale del Lavoro di Napoli di concludere la procedura ex art. 26 del vigente C.C.N.L. vigilanza. Il mancato accordo tra le aziende, nonostante la mediazione della Direzione Provinciale del Lavoro di Napoli presso l’U,T.G. di Napoli ed in assenza dell’arbitrato, ha determinato un forte ed impegnato presidio delle forze sindacali e politiche in difesa della salvaguardia del livello occupazionale che ha tutt’ora impedito il pacifico subentro nel servizio di vigilanza all’A.T.I. aggiudicataria.

Relativamente al punto 2 si conferma che le stesse procedure di gara sono state adottate per

l’affidamento del servizio di vigilanza presso le altre strutture adibite ad uffici della Giunta Regionale della Campania ubicate nelle altre province campane.

In tali casi, tuttavia, non si sono verificati fatti o circostanze che richiedessero all’Amministrazione l’acquisizione di ulteriori chiarimenti ed approfondirnenti istruttori presso altre Pubbliche Amministrazioni ed Autorità giudiziarie. Nel contempo gli istituti di vigilanza uscenti non hanno richiesto l’attivazione della procedura per la salvaguardia occupazionale prevista dal vigente C.CN.L. per i dipendenti dei predetti istituti.

In merito ai servizi di vigilanza eseguiti presso gli edifici del Consiglio Regionale si segnala l’incompetenza dello scrivente Assessorato.

Relativamente al punto 4 si comunica che, in occasione di appalti similari, i tempi trascorsi

tra l’aggiudicazione e l’effettivo subentro nel cantiere sono sempre stati quelli previsti dalla normativa in materia di appalti pubblici, a cui devono necessariamente aggiungersi quelli occorsi per l’acquisizione presso i competenti Enti Pubblici della documentazione comprovante le dichiarazione rese dall’aggiudicatario in sede di gara e quelli previsti dalla normativa antimafla di cui al D.P.R. 252/98, salvo l’esistenza dì contenziosi o la necessità di compiere approfondimenti istruttori.

Relativamente al punto 5 si riferisce che nei confronti delle società, attualmente impegnate

nell’espletamento del servizio di vigilanza presso gli edifici ubicati nella città di Napoli e provincia della Giunta Regionale della Campania, non risultano agli atti dell’ufficio preposto alla gestione del contratto del servizio de quo contestazioni degli adempimenti contrattuali.

Il Dirigente Coordinatore

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Dott. Luigi Rauci

Giunta Regionale della Campania Area Generale di Coordinamento Avvocatura

All’A.T.I. La Nuova Linee-La Leonessa L’Investigatore

All’A.T.I. Security Service Sud – L’Investigatore- Security Service Sistemi

Ill.mo Sig. Prefetto della Provincia di

Napoli Ufficio Territoriale del Governo Al Questore di Napoli All’Assessore al Demanio e Patrimonio D.ssa Rosa D’Amelio All’Assessore al Lavoro Dr. Corrado Gabriele Al Capo di Gabinetto del Presidente

della Giunta Regionale della Campania D.ssa M.G. Falciatore

Al Responsabile della Segreteria

Particolare del Presidente della Giunta Regionale On.le G. Nappi

Al Coordinatore dell’A.G.C. Demanio e

Patrimonio Dott. Luigi Rauci Loro Sedi

Oggetto; Affidamento triennale servizio di vigilanza armata e guardiania —reception ai locali sedi di uffici. regionali - Lotti NA1 e NA2.

La nota di codesto Istituto di vigilanza La Nuova Lince del 06 Dicembre c.a., inviata anche nella qualità di capogruppo dell’A.T.I., relativa all’appalto in oggetto indicato, non fornisce

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alla scrivente elementi nuovi e diversi rispetto a quelli già conosciuti e che hanno formato oggetto di ripetute riflessioni e considerazioni da parte anche di altri soggetti pubblici e privati richiamati nelle indicate norme contrattuali. Essa, invece, conferma la superficialità con la quale vengono effettuate affermazioni circa l’applicazione dell’art. 25 dcl CCNL nella fattispecie in esame e si mostra di ignorare l’errore compiuto da codesta società in occasione della presentazione dell’offerta di gara dì cui all’appalto in questione che ha costituito l’elemento determinante per l’esclusione della società dall’appalto stesso. L’anticipazione, ribadita nella nota che si riscontra, di trasferire all’Amministrazione regionale i problemi gestionali della società, con riferimento espressamente all’occupazione del personale, non può trovare una sponda legittima e corretta sull’Amministrazione Regionale, atteso che mancherebbe, a giustificazione dell’operato richiesto, presupposti giuridico-legali legittimanti comportamenti di diversa natura.

Come è ben noto, d’altronde, a codesta società il riferimento al presunto obbligo di rispettare le norme contrattuali è assolutamente inammissibile atteso che non soltanto tali disposizioni sono entrate in vigore in tempi successivi all’emanazione del bando di gara bensì, qualora vi fosse stato un’elusione delle Stesse da parte dell’Amministrazione, questo vizio doveva e poteva essere rilevato in sede di impugnativa del bando di gara in modo che su questo stesso si sarebbe potuto appuntare l’esame e la valutazione dell’organo giudicante.

Né appare corretto il richiamo ad una funzione della Regione in materia di occupazione atteso che, come è altrettanto noto, le richiamate norme contrattuali prevedono procedure e provvedimenti che non contemplano adempimenti di alcun genere da parte della Regione, se non indirizzi ed impulsi di natura politica che nel caso di specie sono state ampiamente esercitati dagli assessorati titolari delle relative funzioni.

Per quanto concerne poi la anticipate “preoccupazione” di una possibile tensione tra i lavoratori e di una ripercussione sull’ordine pubblico, si tiene a precisare che da parte di questa Amministrazione vì è stata la più ampia dimostrazione di disponibilità perché si potesse ovviare a questo pericolo, come dimostrato dai tempi, certamente congrui, messi a disposizione delle parti per il conseguimento di una intesa in tal senso, per cui si auspica che a questo proposito la società mostri invece maggiore sensibilità e offra le più ampie garanzie perché si possadar corso allo scambio della gestione in modo pacifico e sereno.

Resta inteso che è auspicio permanente di questa Amministrazione che una soluzione che valga a venire incontro a esigenze occupazionali messe in pericolo dall’appalto in questione possa trovare anche in prosieguo possibili soluzioni e sbocchi.

Quel che è da affermare in modo pieno e determinato è che l’Amministrazione regionale non può eludere quanto disposto in sede di aggiudicazione e rispettare gli obblighi nati dall’accordo contrattuale con l’A.T.I. subentrante perché ciò anche minimamente sarebbe addebitabile a responsabilità personale dei Dirigenti di Struttura.

La presente viene inviata anche all’A.T.I. subentrante Security Service Sud, in riscontro alla nota prot. NA 857/Amm.vo/GG del 06 12.2007, allo scopo di respingere una prospettazione di fatti successivi al momento contrattuale che non trovano rispondenza nella realtà e che sembrano voler giustificare un ritardo che certamente non può essere addebitato all’Amministrazione regionale in quanto trova corrispondenza nelle difficoltà oggettive che la stessa A.T.I. ha trovato, e trova nel passaggio di gestione e, conseguentemente, nessun inadempimento contrattuale può essere addebitato a questa Amministrazione. Non senza considerare che impegni a cui codesta A.T.I. è stata più volte chiamata a rispettare sono diretti effetti della sottoscrizione da parte della società stessa del contratto di servizio.

A tal proposito valga a precisazione assoluta che non possono essere confusi i diversi momenti che preludono all’inizio della nuova gestione da parte dell’A.T.I. subentrante e cioè:

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- la disponibilità alla consegna dei locali da parte della scrivente; - il passaggio di consegne ai fini della gestione. E’ ben noto a questo ultimo proposito che il passaggio di consegne ai fini della gestione del

servizio non impegna questa Amministrazione in quanto tale fase comporta che tra l’impresa uscente e quella subennante siano formalizzati tempi, modalità e regolamenti per l’esercizio della gestione stessa.

Nel mentre quindi si respinge ogni richiesta di natura risarcitoria, in relazione a presunte inadempienze dell’Amministrazione, si conferma, anche in questa sede, l’invito a procedere senza alcun indugio alle operazioni del passaggio di gestione relative, all’appalto in questione, di cui alla nota prot. n. 1041266 del 06/12/2007 del Settore Provveditorato ed Economato, avvertendo che questa Amministrazione non si riterrà responsabile in alcun modo e misura di quanto possa conseguire ad un esito diverso o ritardato, ma anzi si attiverà per far valere le proprie ragioni e le esigenze eventualmente sacrificate dai comportamenti altrui nelle sedi opportune.

La presente nota, formulata di intesa con A.G.C. Demanio e Patrimonio, vale quale formale consegna di tutti gli immobili oggetto degli appalti relativi ai Lotti NA 1 e Na 2 i cui siti sono ben noti alle A.T.I. in indirizzo

IL COORDINATORE DELL’AREA -Avv. Vincenzo Baroni -

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Napoli, 29 novembre 2007 Prot. n. 283

INTERROGAZIONE URGENTE A RISPOSTA SCRITTA AL PRESIDENTE DELLA GIUNTA, ALL’ASSESSORE ALLA FORMAZIONE PROFESSIONALE ED ALL’ASSESSORE ALLE ATTIVITÀ PRODUTTIVE. Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere della Regione Campania di Alleanza Nazionale premesso che: in più occasioni è stata concessa allo scrivente la possibilità di esprimere personali convincimenti sull’insediamento “Vulcano buono” definito in tal modo per il foro al centro della megastruttura mercantile e per l’ombra che su di esso adagia il vicino “sterminator Vesevo” di leopardiana memoria. Ebbene, dato che personalmente non conosco vulcani buoni – si pensi alla fase della loro formazione – e pur sfuggendo alle tentazioni di una sana polemica su location e qualità dell’investimento economico, non ho avuto remore ad affermare a voce alta perché tutti potessero sentire e non equivocare che il prossimo 6 dicembre il Presidente del Consiglio sarà chiamato ad inaugurare l’ennesimo megacentro commerciale che fatalmente – dati i tempi tristissimi che corrono – “erutterà” soltanto precariato ed illusorie speranze di sviluppo; il “Vulcano buono” è in realtà un’operazione di carattere finanziario condotta senza alcun confronto con le realtà locali e con un fortissimo, dirompente impatto sulle realtà produttive tradizionali, da un ristretto numero d’imprenditori politicamente vicini al Presidente della Giunta regionale ed abbondantemente foraggiati con fondi statali, regionali, e comunitari; una consistente quota dei fondi, che si aggirerebbe intorno ai 5 milioni di euro, impegnati nell’operazione “Vulcano buono” sono stati utilizzati per la formazione professionale di circa 1.224 lavoratori da impiegare nelle sei imprese commerciali partecipanti al pubblico avviso; Interroga il Presidente della Giunta regionale, l’Assessore alla Formazione Professionale, l’Assessore alle Attività Produttive per conoscere:

1. i criteri e le procedure in base a cui sono stati individuati gli Enti di formazione; 2. i programmi d’insegnamento e gli strumenti didattici utilizzati dagli Enti formatori

per qualificare la forza lavoro richiesta dalle aziende commerciali del “Vulcano buono”;

3. quanti dei 1.224 lavoratori qualificati con il POR Campania 2000-2006 Misura 3.2, siano già stati assunti dalle Aziende riportate nell’Avviso pubblico per la

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realizzazione di “Work Experience per sostenere l’occupabilità dell’Area Nolana”;

4. i tempi previsti per il completamento delle assunzioni della forza lavoro così come individuata nel citato avviso pubblico e qualificata secondo gli obiettivi del relativo esplicitati nell’avviso pubblico;

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Napoli, 14 novembre 2007 Prot.n. 254 INTERROGAZIONE URGENTE A RISPOSTA SCRITTA AL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE DELLA CAMPANIA. Il sottoscritto Pietro Diodato consigliere regionale di Alleanza Nazionale premesso che:

in data 2/11/2007 con provvedimento n. 2007.0929493 è stato differito al 12/11/2007 il subentro dell’ATI Security ServiceSud/ l’Investigatore/ Security Service Sistemi, aggiudicataria del servizio di vigilanza armata e guardiania / reception presso le strutture adibite ad uffici della Giunta Regionale della Campania ubicate nella città di Napoli e provincia “Lotto NA1” e “Lotto NA2”, per effetto della sottoscrizione dei contratti rep. 14024 e 14025 del 29/11/2007; in data 16 e 26 ottobre 2007, presso la Direzione Provinciale del Lavoro di Napoli, sono state svolte due riunioni conseguenti all’attivazione della procedura dell’art. 27 del CCNL da parte dell’ATI La Nuova Lince/ La Leonessa/ L’Investigatore; in assenza di un accordo delle parti, il rappresentante dell’Ufficio Provinciale del lavoro di Napoli ha ritenuto opportuno approfondire la parte dell’art. 27, relativa alla funzione di “arbitro”, mediante richiesta di chiarimenti al Ministero del Lavoro; nel corso della riunione tenutasi in data 2/11/2007 presso la Prefettura di Napoli con la presenza dell’Assessore Regionale al Lavoro, dei Dirigenti Regionali, dei Rappresentanti delle Aziende e delle Organizzazioni Sindacali, è stato convenuto di riprendere le procedure previste dall’art. 27 del CCNL con la presenza della Direzione Provinciale del Lavoro di Napoli per la definizione degli esuberi e conseguentemente di aggiornarsi al 8/11/2007 presso al medesima Prefettura; in data 9 novembre c.a., presso la Prefettura di Napoli con la presenza dell’Assessore Regionale al Lavoro, dei Dirigenti Regionali, dei Rappresentanti delle Aziende, delle Organizzazioni Sindacali e dei Rappresentanti della D.P.L. di Napoli, dopo aver ascoltato le risultanze della ricognizione e verificato la mancata ricezione della accennata nota ministeriale, si è proceduto ad un tentativo di mediazione sulla base degli esuberi ricogniti nella misura di 54 unità, prontamente contestate dall’ATI aggiudicataria in quanto prive di riscontri oggettivi; in particolare, nel corso delle riunioni in Prefettura dei giorni 8 e 9 novembre 2007, la ATI uscente avrebbe preteso l’assunzione dei 54 presunti esuberi da parte dell’aggiudicataria del servizio ATI Security ServiceSud/ l’Investigatore/ Security Service Sistemi senza procedere alla prevista mobilità ai sensi della vigente normativa; dal quotidiano Il Mattino del 28/10/2007, nonché da notizie assunte per le vie brevi, risulterebbe che la società di vigilanza Nuova Lince in ATI con altri due istituti, si sarebbe aggiudicata la gara per la vigilanza del nuovo centro di prossima inaugurazione nel nolano “Vulcano Buono”, che prevede l’utilizzo di 93 unità di personale addette alla sicurezza per 365 giorni l’anno; al termine della riunione del giorno 9 la DPL in quella sede presente nelle persone del dott. Savoia e dott.ssa Matrecano, dopo aver ascoltato le OO.SS e dopo aver verificato separatamente le istanze

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delle due ATI, individuava nel numero di 27 unità il possibile punto di incontro delle contrapposte ragioni; sulla base di quanto riscontrato dalla DPL, alle ore 02.00 circa del giorno 10, la riunione veniva sciolta a causa del netto rifiuto manifestato dall’Amministratore Unico della capogruppo dell’ATI uscente a sottoscrivere l’accordo così come proposto dai rappresentanti della DPL e della Prefettura al termine della loro attività di mediazione ; nella summenzionata seduta, addirittura, l’Assessore al Lavoro, incurante del lavoro ricognitivo e di mediazione svolto dalla DPL e dalla Prefettura, avrebbe minacciato la revoca del contratto se l’aggiudicataria, senza se e senza ma, non si fosse accollati gli esuberi ricognitati nella misura di n. 54, ma comunque ancora oggetto di verifiche e sicuro contenzioso tra le ATI uscente e subentrante, nonché la Regione Campania; nella circostanza, la condotta del rappresentante della Giunta Regionale, lungi dall’essere improntata alla dovuta terzietà, è viceversa apparsa manifestamente di parte ed espressa con modi inqualificabili per un pubblico amministratore;

INTERROGA

Il Presidente della Giunta Regionale della Campania per sapere:

1) I motivi per i quali non è mai stato presente, in nessuna delle fasi intercorse tra l’aggiudicazione dell’appalto dell’ATI aggiudicataria e le riunioni convocate della Prefettura fino al 9 novembre u.s., l’Assessore al Demanio e Patrimonio;

2) Se l’Assessore de quo ha mai fornito il suo punto di vista al coordinatore dell’AGC di

competenza; 3) I motivi e gli eventuali atti per i quali si è formato l’orientamento dell’Assessore al lavoro; 4) I motivi per i quali l’Assessore al lavoro si è espresso nei modi e nei termini citati nella

presente, nei confronti dei rappresentanti dell’ATI aggiudicataria;

5) Se non ritenga censurabile e meritevole di provvedimenti di limitazione del suo operato, la condotta dell’Assessore al lavoro;

6) Gli atti che eventualmente vorrà porre in essere per garantire i diritti dell’ATI aggiudicataria

e più in generale delle aziende fornitrici di servizi alla Regione Campania;

7) Se è vero che, come risulta dal quotidiano Il Mattino del 28/10/2007, nonché da notizie assunte per le vie brevi, la società di vigilanza Nuova Lince in ATI con altri due istituti, si sarebbe aggiudicata la gara per la vigilanza del nuovo centro di prossima inaugurazione nel nolano “Vulcano Buono”, che prevede l’utilizzo di 93 unità di personale addette alla sicurezza per 365 giorni l’anno.

Napoli, 12 dicembre 2007 Prot. n. 300

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INTERROGAZIONE URGENTE A RISPOSTA SCRITTA AL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE DELLA CAMPANIA. Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere della Regione Campania di Alleanza Nazionale, premesso che Il magistrato della Procura di Napoli Vincenzo Piscitelli, concludendo le indagini su un’ipotesi di truffa perpetrata ai danni della Comunità europea con l’aumento a dismisura dei costi per la realizzazione del MAN , ha rinviato a giudizio l’imprenditrice Stefania Tucci, Elio De Rosa e Maurizio Campagnola ritenendoli responsabili del reato loro ascritto; De Rosa e Campagnola risultano essere rispettivamente il titolare ed il presidente del collegio dei sindaci della Cosmofilm, società impegnata nel marketing turistico, la stessa finita nell’occhio del ciclone della magistratura per gli eventi organizzati nell’ufficio di Manhattan della Regione Campania; le disavventure giudiziarie della Cosmofilm non hanno prodotto alcun effetto nei rapporti che essa tiene con la Regione Campania, come dimostra la concessione assegnatale per realizzare il Museo Aperto Napoletano malgrado le perplessità espresse col mio atto ispettivo del gennaio 2007; Interroga pertanto il Presidente della Giunta regionale per sapere se:

1. i dirigenti dei Settori competenti abbiano esercitato, e con quali iniziative, il diritto-dovere di vigilare sulla correttezza delle spese dichiarate dalla Cosmofilm per la realizzazione del Museo Aperto Napoletano;

2. per il futuro, considerati i ripetuti interventi della magistratura, non ritenga di dover

procedere all’esclusione dell’azienda di pubblicità e comunicazione, protagonista privilegiata di numerose campagne promozionali finanziate lautamente da Enti pubblici, da ogni iniziativa di valorizzazione delle risorse della Regione Campania.

Napoli, 26/02/2008 Prot n. 25

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INTERROGAZIONE URGENTE A RISPOSTA SCRITTA ALL’ASSESSORE AI TRASPORTI DELLA REGIONE DELLA CAMPANIA.

Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere della Regione Campania di Alleanza Nazionale, premesso che:

in data 20 febbraio 2008, il dottor Gennaro Acampora, direttore d’esercizio della ferrovia Circumvesuviana s.r.l., inspiegabilmente, diffondeva l’ordine di servizio n° 47 in cui si riportava l’esito degli esami per l’abilitazione alle funzioni di “Operatori di linea” – addetti ai passaggi a livello – indetti dall’impresa di pulizie “Florida 2000” S.r.L;

l’elenco degli abilitati – sei nominativi in tutto e con strettissimi vincoli di parentela con altrettanti dipendenti della Circumvesuviana, la qual cosa alimenta pesanti sospetti di “assunzioni pilotate” in itinere – a giudizio della Florida 2000 è il prodotto di un’attività addestrativa propedeutica agli esami, dal possesso dei requisiti psico-fisici richiesti dalla normativa vigente per l’espletamento delle funzioni su menzionate, dal superamento con esito positivo di appositi esami;

Interroga, pertanto, l’Assessore ai Trasporti per conoscere:

1. per quale motivo la Circumvesuviana abbia ritenuto opportuno diffondere l’iniziativa della “Florida 2000” considerato che questa non aveva ricevuto alcun mandato per formare e selezionare personale da assumere con la qualifica di addetto ai passaggi a livello;

2. se risponda al vero che la diffusione dell’ordine di servizio n° 47 del 20 febbraio c.a. abbia

generato grande sconcerto tra il personale della Circumvesuviana per l’evidente tentativo di assicurare ai sei fortunati abilitati un percorso privilegiato verso una probabile assunzione;

3. se all’iniziativa della Florida 2000 sia stata data, ed in quale modo, la massima pubblicità;

come siano stati articolati e a quali docenti siano stati affidate le cattedre dei “corsi propedeutici”; il numero ed il metodo utilizzato per la selezione dei partecipanti;

4. quali interventi intenda porre in essere per rasserenare gli animi dei lavoratori della

Circumvesuviana e per evitare – qualora i sospetti di procedure clientelari in essere risultassero fondati - che venga perpetuato l’ignobile prassi della odiosa discriminazione tra i senza lavoro.

Prot. n. 138 Napoli, 04 luglio 2008

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INTERROGAZIONE URGENTE A RISPOSTA SCRITTA AL PRESIDENTE DELLA GIUNTA DELLA REGIONE CAMPANIA, ALL’ASSESSORE AL TURISMO E ALL’ASSESSORE ALLA CULTURA Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere della Regione Campania di Alleanza Nazionale, premesso che: sul Corsera del 3.7.2008, la giornalista Alessandra Arachi con un simpatico e pregevole articolo ha rappresentato lo scenario non proprio confortante entro cui procede inarrestabile un irreversibile degrado che interessa l’intera area archeologica pompeiana che il mondo intero ci invidia e ammira. Tra preziosi reperti sottratti legalmente alla pubblica fruizione, tempi biblici per i restauri in corso, intonaci affrescati e strutture murarie in dissoluzione, oltre al genius loci, riecheggiano pateticamente – come grida di manzoniana memoria – gl’imperativi categorici della politica. Ma l’aspetto più singolare riportato dall’articolista è dato dalla presunta disponibilità finanziaria rilevata dai bilanci della Sovrintendenza Archeologica di Pompei. Nel bilancio finanziario degli Scavi – scrive l’arguta giornalista- infatti, ci sono 70 milioni di euro mai spesi. Aggiungiamoci i 30 milioni che nel 2006 l’allora ministro Buttiglione si prese indietro perché a Pompei non si era deciso come spenderli. Il mancato intervento a tutela dei beni archeologici, almeno nelle apparenze, non sembra, quindi, imputabile a ragioni di carattere finanziario; nonostante la probabile disponibilità di risorse economiche, nulla sembra essere mutato dalla denuncia televisiva fatta da Ilaria D’Amico (ottobre 2007) sul canale La7 rispetto al degrado, alla sotto-utilizzazione e discutibile gestione del patrimonio archeologico di Pompei; a leggere le opinabili dichiarazioni rilasciate dall’Assessore Velardi circa l’opportunità di ridurre il numero dei visitatori giornalieri per “far si che ogni visitatore abbia una esperienza migliore. Ma potremmo anche aumentare le entrate offrendo a qualcuno come Google o Microsoft l’opportunità di usare il sito per un evento privato”, lo sconcerto aumenta giacchè – in contrasto con quanto affermano autorevoli voci della carta stampata – esse lasciano intendere che la progressiva distruzione di quanto resta dell’antica città sia sostanzialmente imputabile alla carenza di fondi ed all’eccessivo carico di presenze giornaliere; lo stesso sovrintendente, Pietro Giovanni Guzzo, sembrerebbe non essere sfavorevole alla proposta Velardi sempre che le limitazioni al numero di visitatori risultassero funzionali all’ampliamento dei servizi offerti al momento; il rischio quindi che gli scavi pompeiani, svuotati di ogni valore estetico culturale, possano essere promossi al rango di location commerciali in cui celebrare i riti della civiltà consumista, è da ritenersi abbastanza concreto; interroga pertanto il Presidente della Giunta Regionale, gli Assessori alla Cultura ed al Turismo per conoscere:

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1. se nel bilancio della Sovrintendenza Archeologica di Pompei risultino fondi inutilizzati;

2. le vere ragioni del degrado che affligge il patrimonio archeologico di Pompei;

3. se risponda al vero la notizia secondo cui l’Assessore Velardi avrebbe già contattato

la Google e la Microsoft per conceder loro in affitto la prestigiosa area archeologica;

4. l’eventuale esistenza di un Piano per il rilancio turistico-culturale degli scavi

pompeiani;

5. se sia stata considerata l’eventualità di dar corso ad ulteriori esplorazioni del sito per riportare alla luce la Pompei ancora sepolta ed eventualmente quali iniziative siano state intraprese per il reperimento dei fondi necessari.

Prot. n. 135 Napoli, 01 luglio 2008

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INTERROGAZIONE URGENTE A RISPOSTA SCRITTA AL PRESIDENTE DELLA REGIONE CAMPANIA E ALL’ASSESSORE ALL’AMBIENTE Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere della Regione Campania di Alleanza Nazionale premesso che: la Recam SpA è una società operante nel settore della gestione dei servizi di bonifica e recupero ambientale la cui quota di partecipazione da parte della Regione Campania è pari al 51%, vedi DGRC n° 942 del 14.03.03 mentre il restante 49% risulta essere detenuto dalla Italia Lavoro SpA; in una delle sedute del mese di Maggio u.s. la giunta regionale ha, di fatto, raccolto le richieste della Recam assegnandole ben 21 milioni di euro per sette nuovi progetti di bonifica ambientale che si vanno ad aggiungere agli oltre 49 milioni di euro già stanziati per la società partecipata in oggetto per la gestione del periodo di lavoro 2003 – 2008; l’ulteriore assegnazione dei citati 21 milioni di euro, perlopiù provenienti da Fondi Fas (Aree sottoutilizzate), trova davvero poche giustificazioni soprattutto se si considera il rapporto assolutamente squilibrato tra Regione Campania e Recam, dal momento che si continua da anni ad erogare fondi ad una società che, seppur partecipata, si è contraddistinta per gli sprechi e le perdite in bilancio come già evidenziato dallo scrivente in precedenti interrogazioni alcune delle quali peraltro ancora oggi prive di risposta da parte dei Vostri uffici; ancora una volta, dunque, ci troviamo a dover “fare i conti” con la Recam e, ancora una volta, sembrerebbe ormai cosa certa che gran parte dei nuovi fondi sarà utilizzato, come al solito, per nuove dubbie assunzioni, incarichi di consulenza sospetti, stipendi d’oro ecc.; è dunque il caso di approfondire, almeno questa volta, il modus operandi degli amministratori della Recam e di mantenere alta la guardia verso tutti quei meccanismi che già in passato hanno generato fin troppi sospetti per i costi troppo alti dei servizi erogati, tanto da allarmare finanche lo stesso Assessore all’Ambiente che fino all’ultimo momento, cioè fino a quando è stata la giunta regionale a decidere diversamente costringendo l’Assessore ad un clamoroso dietrofront, sembrava fermamente intenzionato a bloccare l’erogazione delle risorse;

Interroga

Il Presidente della regione Campania e l’Assessore all’Ambiente per conoscere:

1. Quali siano i reali motivi che hanno finito per indurre l’Assessore all’Ambiente a ritornare sui suoi passi adottando un provvedimento che egli stesso aveva messo in discussione e che prevedeva l’assegnazione di ulteriori 21 milioni di euro alla Recam.

2. Quali siano nello specifico i progetti che hanno comportato lo stanziamento dei citati 21

milioni di euro per la Recam ed in quale modo siano stati suddivisi i fondi in oggetto.

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3. Quale sia, ad oggi, il numero di dipendenti della Recam ivi compresi i dipendenti

distaccati e/o comandati presso enti pubblici (Regione Campania compresa) con relativo elenco nominativo e specificazione della data di assunzione e di ditstacco e/o comando, e delle funzioni attuali e di provenienza con ricostruzione storica di carriera.

4. Se alla luce delle attività che la Recam ha svolto nel passato e soprattutto dei nuovi

fondi ad essa assegnati, siano state effettuate negli ultimi mesi nuove assunzioni e/o siano stati affidati ulteriori incarichi di consulenza oppure, come appare ancora più probabile, ci siano intenti di tal genere in itinere, anche al fine di rendere finalmente trasparente la gestione di una delle società partecipate della Regione Campania più discusse e che da sempre si contraddistingue per i costi di gestione, anche e soprattutto del personale e dei consulenti, troppo alti.

5. i curricula dei professionisti già impiegati dalla RECAM negli anni passati in modo

da poter attingere notizie utili ed approfondite sulla natura dei reiterati incarichi e verificare se continueranno ad attingere anche per quanto riguarda i nuovi progetti dal “pozzo Recam”.

6. Quali siano gli emolumenti percepiti annualmente dall’Amministratore Delegato di

Recam e quali gli atti sottoscritti dallo stesso in merito ad assunzioni ed incarichi di consulenza conferiti negli ultimi due anni.

Napoli, 16 luglio 2008 Prot. n. 146

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INTERROGAZIONE URGENTE A RISPOSTA SCRITTA AL PRESIDENTE DELLA GIUNTA DELLA REGIONE CAMPANIA, ALL’ASSESSORE AL BILANCIO E ALL’ASSESSORE ALLE ATTIVITA’ PRODUTTIVE

Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere della regione Campania di Alleanza Nazionale, premesso che:

l’intervista a Massimo Lo Cicero sullo stato dell’economia del Mezzogiorno, apparsa sul Sole 24 Sud del 16 luglio, mi ha profondamente turbato per la gravità delle valutazioni dell’insigne cattedratico e per l’improbabilità – così come ha riconosciuto lo stesso economista napoletano – della soluzione alla grave divaricazione economica tra il Nord ed il Sud del Paese. “ Tra le due parti del Paese – ammonisce Lo Cicero – si sta scavando un fossato sempre più profondo”; l’analisi dello studioso partenopeo questa volta non riguarda l’antica e stridente contrapposizione delle condizioni di vita dei cafoni del Sud a quelle del proletariato industriale del Nord oggetto di infiniti studi - Fortunato, Colajanni, Villari, Dorso, Nitti Saraceno e Galasso, soltanto per citarne qualcuno – ma la diversa capacità delle due macro-regioni di utilizzare le occasioni fornite dalla disponibilità di Fondi Europei; il professore Lo Cicero ha infatti sostenuto che le regioni del Mezzogiorno hanno da sempre utilizzato questi fondi per creare strumenti a sostegno dell’occupazione, “ quasi degli ammortizzatori sociali” per surrogare le carenze progettuali di una classe imprenditrice non all’altezza dei tempi mentre le Regioni del Centro-nord sono state in grado di produrre progetti ed utilizzare le risorse europee nei tempi stabiliti.

Se a questo aggiungiamo che le Regioni del Mezzogiorno sono tuttora impegnate a recuperare i ritardi nella spesa delle risorse previste da Agenda 2000 al contrario di quelle del Centro-nord già impegnate a spendere le risorse della tranche 2007/2013, potremo percepire con buona approssimazione l’entità della frattura, in via di ulteriore divaricazione, che a far data dal 1860 ha impedito l’effettiva ed auspicabile unità tra le due diverse anime della Nazione.

Per queste sintetiche ma preoccupanti considerazioni, lo scrivente interroga il Presidente

della Giunta Regionale e gli Assessori al Bilancio ed alle Attività Produttive per conoscere:

• Quale strategia intendano definire per sconfiggere la tendenza delle Regioni del Centro-nord a fare gruppo emarginando di fatto quelle del Mezzogiorno nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni;

• Se ritengano fondata la soluzione indicata dal professore Lo Cicero per ricomporre il

divario tra le due economie della Nazione affidando “ad una tecnostruttura, analoga per funzioni ad una banca di sviluppo” la gestione dei fondi europei e, nel caso, quali iniziative intendano varare affinché la Regione Campania possa farla da protagonista nella formazione dell’istituto per la gestione diretta dei fondi Por.

Napoli, 09 maggio 2008 Prot. n. 26

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INTERROGAZIONE URGENTE A RISPOSTA SCRITTA AL PRESID ENTE DELLA REGIONE CAMPANIA E ALL’ASSESSORE ALLA FORMAZI ONE PROFESSIONALE Il sottoscritto, Pietro Diodato, Consigliere Regionale della Campania di Alleanza Nazionale

Premesso che: è stato di recente finanziato dalla Regione Campania un corso di formazione della durata di tre giorni volto a circa 50 (cinquanta) operatori regionali del settore relativo al modo in cui devono essere svolte le selezioni e l’esame di qualifica; tale percorso formativo, costato all’ente regionale circa 30mila euro, è stato gestito dal Consorzio Lecole, dalla società ERNEST & YOUNG e dalla BP formazione tutte già coinvolte in passato in operazioni di simile guisa finanziate con FSE introitando somme anche ragguardevoli; in particolare, la società ERNEST & YOUNG risulterebbe essere la stessa che opera per conto della Regione Campania in regime di secondo nella revisione amministrativo-contabile relativa ai finanziamenti erogati ai soggetti gestori di FP;

Interroga Il Presidente della Regione Campania e l’Assessore alla Formazione Professionale per conoscere:

1) Quali siano gli effettivi costi approntati dalla Regione Campania per lo svolgimento dei corsi di formazione citati, in premessa e quali le effettive ripartizioni tra le società ed i consorzi coinvolti;

2) Se sia possibile ricevere, in tempi compatibilmente rapidi tutti gli elementi documentali (statuti, organigrammi, curricula consulenze ed attività svolte per l’Ente Regionale Campania etc.), che riguardano le società ed i consorzi coinvolti con particolare riferimento al Consorzio Lecole, la società ERNEST & YOUNG e la BP formazione;

3) Se sia possibile avviare le opportune verifiche sui rapporti tra la società ERNEST & YOUNG e la Regione Campania, dal momento che risulterebbe una anomalia di assoluta gravità se fosse confermato che una società privata di revisione (concetto già di per sè poco concepibile in una pubblica amministrazione) svolge prestazioni di pseudo formazione per pubblici dipendenti unitamente ad altri soggetti che pur dovrebbero essere dei suoi “controllati” facendo emergere un palese conflitto di interessi dovuto all’indebito oltre che equivoco rapporto di contiguità tra “controllore” e “controllati”.

Napoli 02.09.2008 Prot. n. 169

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INTERROGAZIONE URGENTE A RISPOSTA SCRITTA AL PRESIDENTE DELLA GIUNTA E

ALL ’A SSESSORE AL PATRIMONIO DELLA REGIONE CAMPANIA

Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere della Regione Campania di Alleanza Nazionale, premesso che: La notizia diffusa da “Il Napoli” circa la decisione assunta non si sa bene da chi, nel pieno delle ferie agostane, di avviare un piano per l’alienazione e la valorizzazione del patrimonio immobiliare “non strategico” della Regione Campania è l’ennesima riprova che la cura Brunetta continua a far miracoli; stando alle notizie stampa, infatti, la Regione Campania con una specifica delibera avrebbe affidato a Città della Scienza tutte le “attività di progettazione e di supporto del piano di dismissione”. Tale iniziativa dovrebbe produrre la rivalutazione, prima della sua immissione nel mercato, del patrimonio “non strategico” e l’aumento dei canoni di locazione per tutti gli altri immobili che resteranno di proprietà pubblica;

Interroga, pertanto, il Presidente della Giunta della Regione Campania e l’assessore al Patrimonio per conoscere in base a quale valutazione si è inteso affidare a Città della Scienza - società partecipata della Regione Campania e strategicamente non orientata alla gestione immobiliare – piuttosto che alla S.A.U.I.E (Società Anonima Urbana Industria Edilizia) di cui la Regione è unico socio al 100% del capitale sociale, e che provvede ad erogare servizi gestionali per conto regionale su gran parte del patrimonio immobiliare derivante dall’ex “Istituto pro-ciechi Colosimo”, con risultati molto positivi.

Prot. n. 125 Napoli, 25 giugno 2008

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INTERROGAZIONE URGENTE A RISPOSTA SCRITTA PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE E ALL’ASSESSORE AL BILANCIO. Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere della Regione Campania di Alleanza Nazionale, premesso che: con la Delibera della Giunta Regionale della Campania n° 850, pubblicata sul Burc n° 24 del 16 giugno 2008, l’Amministrazione regionale si prefigge di ridurre il costo medio dell’indebitamento mediante “operazioni di rinegoziazione e/o gestione attiva delle posizione debitorie, che possano essere oggetto di rimodulazione finanziaria, con benefici effetti sul bilancio regionale”; tali operazioni potranno avere una durata massima di anni 40 ed un regime di tasso fisso o variabile; per perseguire gli obiettivi fissati in delibera, la Giunta regionale ha prescritto:

- la preventiva e generale ricognizione dell’indebitamento regionale; - l’attivazione di apposita indagine di mercato, sulla base del criterio dell’opzione

maggiormente conveniente per la Regione, finalizzata alla individuazione dell’intermediario, con il quale porre in essere le previste operazioni;

- all’esito della ricognizione e della selezione dell’intermediario, procedere alla effettiva ristrutturazione dell’indebitamento nel rispetto di quanto previsto, in particolare, dal disposto dell’art.41 della legge 448/2001;

l’esigenza di procedere ad una preventiva ricognizione dell’indebitamento regionale, pone in evidenza la gravità della situazione a causa della inadeguatezza degli Uffici competenti che non sarebbero in grado di avere contezza del complessivo ammontare dell’esposizione debitoria; Interroga il Presidente della Giunta Regionale e l’Assessore al bilancio per conoscere:

1. quale sia il reale grado di conoscenze tecniche, in materia finanziaria, del personale amministrativo in forza della Regione Campania;

2. fino a che punto le determinazioni assunte in materia di operazioni finanziarie dalla Regione Campania siano dipese o siano state comunque condizionate da soggetti terzi rispetto all’Amministrazione;

3. quale terzietà e indipendenza abbiano garantito gli advisors ai quali la Regione si è fin qui affidata;

4. se quest’ultimi, abbiano rivestito il duplice ruolo di consulenti e contraenti dell’Ente nel perfezionamento dei contratti;

5. quale sia stato l’effettivo ruolo svolto dalle banche contraenti,se, dall’esame dei contratti conclusi negli ultimi anni, dovesse emergere l’assenza di un rapporto di parità negoziale in danno della Regione ed a favore degli Istituti di credito da considerarsi, pertanto, “soggetti forti” del rapporto contrattuale;

6. a quali difficoltà la Regione andrebbe incontro laddove decidesse di effettuare nuove operazioni estinguendo le precedenti, in ragione dell’avvenuto inserimento all’interno dei contratti in essere, di eventuali clausole penali previste per la risoluzione anticipata dei rapporti negoziali.

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7. se ritengano di dover istituire un’apposita Commissione consiliare, composta da consiglieri di maggioranza e opposizione, per acquisire ed esaminare tutta la documentazione relativa ai contratti di finanziamento, sottoscritti dalla Regione Campania negli ultimi otto anni, con l’obiettivo di:

a. verificare la rispondenza delle procedure seguite dall’Ente nella

sottoscrizione dei contratti alla legislazione vigente in materia; b. stabilire, anche attraverso l’ausilio di esperti, la congruità, economicità e

convenienza delle operazioni poste in essere; c. redigere un’approfondita relazione nella quale, previa individuazione delle

principali tematiche affrontate, vengano indicati gli ulteriori criteri di comportamento ai quali la Giunta dovrà attenersi nella formulazione di tutte le deliberazioni inerenti operazioni finanziarie

d. stabilire che:

1) per ogni operazione finanziaria nella quale si ritenga opportuno nominare un advisor, che operi in affiancamento degli Uffici regionali competenti per la procedura, con lo scopo di concorrere, alla definizione di misure di ripianamento dei debiti, apertura mutui, rimodulazione del debito, emissioni di titoli ecc., il consulente della Regione assuma, tra l’altro, formale impegno a non rivestire la qualità di controparte, per i cinque anni successivi allo svolgimento dell’incarico, relativamente a contratti genericamente riferibili ad operazioni di finanziamento decise dall’Amministrazione regionale.

2) Fissare il principio per cui advisor e agenzia di rating siano diversi e l’uno dall’altro indipendenti.

Prot. n. 149 Napoli, 21 luglio 2008

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INTERROGAZIONE URGENTE A RISPOSTA SCRITTA AL PRESID ENTE DELLA GIUNTA DELLA REGIONE CAMPANIA

Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere della Regione Campania di Alleanza Nazionale, premesso che:

• da recenti studi ed approfondimenti sul sistema universitario nazionale effettuati da autorevoli istituti italiani è emersa una preoccupante situazione che riguarda le università della nostra regione;

• tra gli istituti universitari della campania solo la SUN sembrerebbe tenere, seppur

affannosamente, il passo con il trend nazionale mentre tutte le altre presentano lacune piuttosto evidenti di ogni genere e specie in ognuna delle nove graduatorie parziali che concorrono poi a comporre la valutazione finale la cui media risulta essere piuttosto deludente;

• il dato che maggiormente colpisce, in negativo ovviamente, è riferito alla assoluta incapacità

da parte degli atenei campani di attrarre finanziamenti dall’esterno il che finisce in maniera evidente per penalizzare la percentuale di entrate per la ricerca, che pure dovrebbe essere attività di primaria importanza;

• a fronte di quanto esposto si continuano a registrare incrementi sostanziali delle tasse

universitarie con reiterati “ritocchi fiscali” che altro non fanno che portare diversi milioni di euro extra-gettito nelle casse degli atenei attraverso la “spremitura” degli studenti e/o delle loro famiglie che in questo modo sono chiamati a contribuire e compensare le deficienze altrui;

Interroga Il Presidente della Giunta Regionale per conoscere:

1. se in relazione a quanto citato in premessa la regione Campania abbia in itinere i dovuti accertamenti del caso, per quanto di sua competenza, al fine di verificare eventuali “vizi” gestionali che hanno poi portato ad una situazione tanto disastrosa;

2. quale sia, ad oggi, il reale stato delle cose relativamente agli istituti universitari campani e quali provvedimenti si intendano adottare per renderli più competitivi ed al passo con i livelli nazionali;

3. se non ritengano assolutamente necessario intervenire in maniera concreta ed efficace anche sui continui rincari delle tasse universitarie che troppo spesso avvengono attraverso subdoli espedienti che hanno come unico scopo quello di determinare quegli “scatti di fascia” che consentono di introitare milioni di euro in più prelevandoli direttamente dalle tasche delle famiglie campane;

4. quali provvedimenti si intendono adottare nei confronti di quegli istituti universitari campani risultati fanalino di coda nella classifica redatta a seguito della ricerca citata nella presente interrogazione.

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Napoli, 24 novembre 2008 Pt.276

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INTERROGAZIONE URGENTE A RISPOSTA SCRITTA AL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE DELLA CAMPANIA Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere della Regione Campania, premesso che: con DGR n.1105 del 22.06.2007 si approvava la proposta formulata dalla RECAM s.p.a., di sostituzione di alcuni interventi programmati per il biennio 2006/08 con attività di recupero ambientale in aree SIN senza costi aggiuntivi, tranne poi avanzare con le note prot. n. 18715 del 10.03.2008 e n. 18817 del 20.03.2008 la richiesta di un importo aggiuntivo di €18.075.453,17, oltre IVA; per rendere operativi gli interventi previsti da tale modificazione, in data 30.07.2007, il Commissariato di Governo per l’Emergenza Bonifiche e la RECAM sottoscrivevano un’apposita convenzione (rep. N.4/2007) per l’esecuzione di opere di recupero ambientale nell’ambito del SIN litorale Domitio Flegreo ed Agro Aversano; la Giunta Regionale con Deliberazione n. 565 del 1 aprile 2008 – Area Generale di Coordinamento n. 5 – destinava, nell’ambito della riprogrammazione dei fondi FAS 2006-2009, un importo massimo di € 21.000.000,00 per la realizzazione degli interventi affidati alla RECAM per il biennio 2006-08 da sommare all’importo iniziale di € 24.000.000,00 ed un’anticipazione di € 1.200.000,00 a fronte dei lavori in corso come da convenzione rep. N. 4/2007; avvicinandosi la conclusione del biennio 2006/08, il sottoscritto interroga il Presidente della Giunta Regionale della Campania per conoscere:

se la RECAM abbia rispettato la tempistica dei lavori previsti dalla convenzione stipulata tra la stessa ed il Commissariato di Governo per l’Emergenza Bonifiche;

se il monitoraggio, la bonifica e la messa in sicurezza del SIN Litorale Domitio siano da

considerarsi come acquisiti definitivamente o siano ancora in itinere; se le consulenze fornite alla RECAM da avvocati, fiscalisti, ingegneri e geometri siano da

mettere in relazione con le attività di bonifica e recupero ambientale in parola. In caso contrario si chiede di conoscere la tipologia delle consulenze, i criteri seguiti per l’individuazione dei suddetti professionisti e la durata dei contratti di consulenza;

se anche la lievitazione del personale sia ascrivibile alla necessità del recupero ambientale

del litorale Domitio Flegreo e dell’Agro Aversano. In ogni caso, si chiede che siano resi noti i criteri e quali enti abbiano definito la consistenza e le specializzazioni della forza lavoro entrata a far parte dell’organico RECAM nel periodo 2007-08.

RRII SSPPOOSSTTAA

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Giunta Regionale della Campania Area Generale di Coordinamento Ecologia. Tutela Ambientale. Disinquinamento. Protezione civile Il Coordinatore All’Assessore Regionale

all’Ambiente Oggetto: Interrogazione prot.n. 276 deI 24.11.2008 a firma del Consigliere Regionale Pietro Diodato inerente la RECAM spa Con riferimento alla nota prot.n. 1043987 del 15/12/2008 con cui il Coordinatore AGC Gabinetto dr. Antonio Massimo ha trasmesso l’interrogazione di cui all’oggetto, si evidenzia che con nota prati,. 1024808 deI 05/12/2008, che si allega, trasmessaLe via fax in pari data, si è già riscontrata l’interrogazionc prot. n. 288 dcl 04/12/2008 del Consigliere Diodato inerente i medesimi quesiti dell’interrogazione prot. n.276 del 24/11/2008 in oggetto. In aggiunta alle informazioni riportate nella nota allegata si comunica che con DD Settore Tutela Ambiente n. 1457 del 15/12/2008 è stata accolta la richiesta di proroga di tre mesi presentata dall’ASTIR spa, già RECAM spa, per la realizzazione dei piano di interventi, dì cui alla convenzione 18.06.2008 tra Regione, Commissario e RECÀM, discendente dalla Convenzione rep.n. 04/07 del 30/07/2007 tra Commissario di Governo per le Bonifiche e la RECAM. Dr. Luigi Rauci Giunta Regionale della Campania Area Generale di Coordinamento Ecologia. Tutela Ambientale. Disinquinamento. Protezione civile Il Coordinatore All’Assessore Regionale

all’Ambiente Oggetto: Interrogazione prot. n. 288 del 04/1212008, ai sensi dell’art. 79 bis del regolamento interno Question Time, a firma del Consigliere Regionale Pietro Diodato inerente la RECAM spa

In riscontro alla nota del 05/12/2008 con cui il Coordinatore AGC Gabinetto dr. Antonio Massimo ha trasmesso l’interrogazione di cui all’oggetto, si comunica quanto segue con riferimento ai quesiti ivi riportati:

a) Gli interventi discendenti dalla Convenzione rep. n. 04/07 del 30/07/2007 tra Commissario di Governo per le Bonifiche e la RECAM sono in corso di realizzazione. Allo stato risultano conclusi I’intervento “Pulizia Spiagge”, «Lo Uttaro”; per l’intervento “Alveo Quindici” la società ha presentato il 1° SAL; per gli interventi nei Comuni di Marigliano, Quarto, Acerra ,e Nola, il Commissario ha approvato i Piani Operativi presentati dalla RECAM e ha, conseguentemente, autorizzato l’inizio, dei relativi lavori.

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Per quanto concerne la tempistica, con DGR. n. 928/08 si è stabilito che gli interventi individuati dal Commissario di Governo per le Bonifiche e Tutela delle Acque, con propri ordini di servizio, dovevano essere regolamentati da apposita convenzione. Quest’ultima, sottoscritta in data 18/06/2008 tra Regione, Commissario e RECAM, all’art. 4 prevede che il programma di interventi dovrà concludersi entro il 31/12/2008, salvo eventuali proroghe che dovranno essere ampiamente motivate e approvate dalle parti.

b) Per quanto concerne la bonifica e la messa in sicurezza del SIN Litorale Domitio vedasi il a). Le attività di monitoraggio non risultano affidate alla RECAM.

Per quanto concerne gli ulteriori quesiti contenuti nell’interrogazione consiliare, non essendo informazioni in nostro possesso, è necessario richiederle alla Recam e all‘Assessorato al Lavoro, considerato che ai sensi della DGR n. 1767/06 il controllo della società è affidato all’AGC 17.

Sì precisa, altresì, che questo Ufficio provvede alle liquidazioni in favore della RECAM sulla base dei progetti approvati e degli stati di avanzamento. Dr. Luigi Rauci

Napoli, 15 gennaio 2009 pt. n. 14

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Interrogazione urgente a risposta scritta al Presidente della Giunta regionale e all’Assessore alla Formazione professionale della Regione Campania Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere della Regione Campania, premesso che: la formazione professionale e le molteplici implicazioni di varia natura, per carenza di regole certe e l’abituale e furbesco aggiramento di quelle esistenti, da sempre, hanno rappresentato e sono tutt’ora, motivo di scontri e mediazioni tra fazioni politiche, dei famelici appetiti dell’affarismo più disparato, dell’attenzione non sempre sufficiente – a mio modo di vedere - della magistratura. Sarebbe interessante, ad esempio, accertare la composizione dei soci e, soprattutto, i “padrinati” politici di società, cooperative e consorzi e le ragioni dell’apprezzabile frequenza nel tempo delle loro prestazioni formative per conto della Regione Campania. Non è per pura coincidenza, infatti, che tali corsi siano ritenuti da una vasta parte della pubblica opinione come fonti di spreco nella migliore delle ipotesi, o ignobili espedienti clientelari nella peggiore; a rafforzare questo negativo convincimento popolare ha provveduto recentemente l’Assessore alla Formazione professionale sottoponendo all’approvazione della Giunta regionale alla vigilia del santo Natale – cioè quando il livello di attenzione generale nei confronti della politica, per ragioni religiose e/o consumistiche, è comprensibilmente molto basso - una delibera per un finanziamento di 55 progetti per un importo complessivo di spesa di oltre 148 milioni di euro; il fatto che per i contorni indefiniti ed opachi, meriterebbe un intervento chiarificatore della Procura, è passato pressoché sotto silenzio, sommerso da un’alluvione di notizie stampa su saldi, cenoni e panettoni. E’ grazie a Rodrigo Rodriguez, valente redattore del Roma, che la città, non escluso quindi un buon numero di consiglieri regionali (tra cui chi scrive), ha conosciuto l’entità dell’incredibile strenna di “Babbo Bassolino”: 148 milioni di euro con l’aggiunta di altri 37 milioni stanziati dal Ministero del Lavoro. 185 milioni di euro assegnati dalla Giunta regionale al di fuori di qualsiasi straccio di bando pubblico e perciò non è azzardato ipotizzare che siano stati elargiti ai soliti noti.

Interroga, pertanto il Presidente della Giunta regionale e l’Assessore alla Formazione professionale della Regione Campania per conoscere:

1. come abbia fatto l’Assessorato alla Formazione ad individuare i 55 progetti

beneficiati considerata la silente pubblicità data all’iniziativa e la mancata pubblicazione di un regolare bando pubblico;

2. se risponda al vero la ricostruzione giornalistica secondo cui la vicenda dei corsi

lautamente finanziati comincerebbe “ circa un anno fa. Per 37 milioni di euro di finanziamenti (soldi stanziati dal Ministero in base alla legge sulla formazione professionale, la n. 845 del 1978), e che la Regione avrebbe dovuto assegnare mediante un bando pubblico rivolto ad enti accreditati, il 16 ottobre ed il 28 novembre 2007 pervengono richieste di finanziamento da parte di 8 soggetti proponenti. La giunta regionale, su proposta dell’assessore alla Formazione professionale Corrado Gabriele, il 7 dicembre 2007 decide di inviare al ministero del Lavoro questi otto progetti. Da Roma si chiedono chiarimenti e una delibera meno “sibillina” di quella approvata. Nell’atto amministrativo, infatti, non si fa riferimento alle procedure adottate per la presentazione delle proposte, né ad un lavoro istruttorio e di valutazione delle stesse.

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Arriviamo al 28 gennaio 2008. Gabriele presenta una nuova delibera, la n. 180, con la quale si approvano altre 3 proposte protocollate (come le precedenti otto), non dagli uffici regionali ma direttamente dalla segreteria dell’assessorato il 7, 11 e 12 dicembre 2007. Per finanziare gli 11 progetti servirebbero oltre 43 milioni, allora il ministero invita la Regione a rimodulare i piani finanziari sulla base delle disponibilità di Bilancio del 2008 (che come già detto erano di circa 37 milioni) “. Dopo di che il dott. Francesco Girardi – deus ex machina della formazione professionale in Campania – firma un decreto “sulla scorta della dichiarazione di regolarità dell’istruttoria da parte del Dirigente del Servizio Programmazione, con cui si prende atto delle rimodulazioni operate dagli 11 soggetti proponenti e si rideterminano gli importi dei finanziamenti”;

3. se la notizia concernente l’accoglimento di due progetti pervenuti fuori tempo massimo con la clausola del finanziamento sub conditio l’ulteriore concessione di consistenti finanziamenti ai consorzi Mater ed Eureticon non si configuri come una sorta di contratto non scritto per la fornitura a tempo indeterminato di prestazioni per la formazione professionale in Campania.

Napoli, 20 gennaio 2009 pt. n.22

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Interrogazione urgente a risposta scritta all’Assessore all’Agricoltura Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere della Regione Campania, premesso che: La Giunta Regionale della Campania, nella seduta del 31 ottobre 2008, ha approvato la delibera n. 1715 – Area Generale di Coordinamento n.11 – Sviluppo Attività Settore Primario, dal titolo “Attività formative regionali in materia forestale - ANNO 2008”; con tale atto la Regione Campania ha approvato la realizzazione di due percorsi formativi affidati al coordinamento del dirigente del Settore Foreste decentrato di Benevento e del suo omologo di Salerno; i due corsi, “selvicoltura e tagli boschivi” e “Gestione e valorizzazione delle foreste e dei vivai demaniali regionali”, destinati ai tecnici degli STAPF di Avellino, Benevento, Caserta, Napoli e Salerno e a quelli dello STAAF di S.Angelo dei Lombardi, tratteranno rispettivamente di selvicoltura e sistemi selvicolturali, dendrometria e cartografia, gestione forestale e miglioramenti fondiari, infrastrutture silvopastorali, progetti di taglio, e la gestione e la valorizzazione della foresta secondo le attuali finalità sociali, economiche e ambientali, ed infine, la produzione, conservazione e valorizzazione di materiale vivaistico forestale di qualità destinato al rimboschimento e al recupero ambientale e paesaggistico; il costo complessivo dei due corsi è pari a 25.000,00 euro, ripartiti equamente tra i due, imputati al capitolo 1216 dello stato di previsione della spesa 2008; occorre aumentare il livello di trasparenza della delibera – per la verità già alto - al fine di eliminare ogni possibile, capziosa e malevola interpretazione delle carenti informazioni sul personale docente. Interroga, pertanto, l’Assessore all’Agricoltura per conoscere:

1. quali parametri e procedure determineranno l’individuazione dei docenti; 2. il loro numero ripartito per i due corsi formativi;

Napoli, 25 febbraio 2009 pt. n. 70

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Interrogazione urgente a risposta scritta all’Assessore al Turismo ed ai Beni Culturali. Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere della Regione Campania, premesso che: la denuncia del vicesindaco di Napoli, Tino Santangelo, sullo storno dei fondi destinati alla “Napoli Studios” di Bagnoli, voluto dall’assessore al Turismo ed ai Beni Culturali, lascia a dir poco sconcertati. Alla base della revoca operata dall’assessore Velardi sembra vi sia la sua volontà di convogliare i 22milioni di euro dei FAS in attività non meglio specificate “in grado di creare una reale ricaduta turistica sul territorio”; tale episodio riporta in primo piano, emblematicamente, il pressappochismo che continua a spadroneggiare nell’opera infinita della riqualificazione dell’ex area industriale compresa tra Fuorigrotta e Bagnoli. Oltre agli “Studios”, infatti, la vicenda della mancata rimozione della colmata, il contrordine compagni sulla destinazione funzionale delle cubature (meno uffici, più abitazioni), il probabile divieto per la costruzione del porto-canale, il permanere dei manufatti di Città della Scienza sul litorale di Coroglio, costituiscono le stazioni dolorose di un interrotto calvario. I tanti napoletani che consideravano l’opera di riqualificazione dell’area occidentale una preziosa opportunità per l’occupazione ed il rilancio delle attività economico-culturali di questa città tenuta in vita dai “sondini” finanziari della U.E e del Governo centrale, hanno invece avuto la possibilità di verificare ancora una volta, sulla propria pelle, l’incapacità e l’arroganza dell’Amministrazione municipale di Napoli e della Regione Campania; preoccupato dal “cambio di domicilio” degli Studios, da Scampia a Bagnoli, imposto dall’assessore Marco Di Lello, presentai allora l’atto ispettivo n. 433 del R.G. del 23 novembre 2006 per comprenderne le ragioni dopo che, in pompa magna, si era sostenuto con convinzione che a Scampia tale impresa avrebbe esercitato sulla gioventù allo sbando un’influenza positiva creando nel generale degrado del quartiere una scuola di produzione, di formazione e specializzazione di nuove professionalità; dopo circa sei mesi mi pervenne finalmente la risposta. L’assessore Di Lello dopo aver magnificato le potenzialità dei Napoli Studios ne sottolineava le capacità di generare effetti positivi sul turismo, sull’economia e sull’occupazione della Campania potendo, tra l’altro, (ecco la ragione del trasloco), entrare in sinergia con la onnipresente Città della Scienza, potendo usufruire delle strutture e delle avanzate tecnologie di quest’ultima. Interroga pertanto l’Assessore al Turismo ed ai Beni Culturali per conoscere:

a) le cause che hanno determinato la improvvisa scomparsa delle decantate capacità di Napoli Studios di promuovere occupazione e sviluppo per l’area flegrea e l’intera Campania;

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b) su quali iniziative intende orientare i fondi “economizzati” con la soppressione unilaterale dell’accordo inter-istituzionale del 2006 e se tale decisione sia frutto della sua personale intuizione o derivi da qualche studio specifico.

RRII SSPPOOSSTTAA

Giunta Regionale della Campania Assessorato al Turismo e Beni Culturali

L’Assessore

Consiglio Regionale della Campania Prot. Gen. 2009.0006774/A Del 29/04/2009 12.51.05

Alla Presidenza del Consiglio Regionale

Al Consigliere regionale Pietro Diodato

Al Coordinatore dell’A.G.C.

Gabinetto del Presidente della Giunta Regionale

Loro Sedi

Oggetto: Interrogazione a risposta scritta allì’Assessore al Turismo e Beni Culturali, a firma del Consigliere Regionale Pietro Diodato, concernente fondi destinati all’intervento “Napoli Studios”. (Reg. Gen. N.1223/1)

La delibera CIPE 27 maggio 2005, n. 35 – avente ad oggetto la ripartizione delle risorse per gli interventi nelle aree sotto utilizzate per il periodo 2005/2008 – ha previsto al punto l’assegnazione alla Regione Campania delle risorse da utilizzare per il finanziamento d’interventi infrastrutturali materiali ed immateriali da ricomprendere relativi Accordi di Programma Quadro. La DGRC n. 1243 del 30 settembre 2005, procedendo al riparto settoriale delle risorse assegnate dalla delibera cipe n. 35/05, ha reso disponibile la somma di € 30.000.000 destinata ad interventi di promozione di attrattività dei sistemi turistici; L’assessorato al Turismo e Beni Cu1turali, al fine di assicurare l’utilizzazione delle suddette risorse, ha attivato le procedure necessarie a pervenire alla condivisione e alla successiva stipula e sottoscrizione dell’Accordo di Programma Quadro “Sviluppo Locale VI Atto Integrativo- Infrastrutture per il Turismo” con le competenti Amministrazioni Centrali. A seguito della firma del Protocollo d’Intesa, approvato con DGR n.754 del 11 maggio 2007, sottoscritto il 22 novembre 2006 tra la Regione Campania, il Comune di Napoli, la società

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BagnoliFutura S.p.A. e Film Commission Regione Campania S.C. a R.L., l’intervento denominato “Napoli Studios” per le produzioni cinematografiche, audiovisive e multimediali da realizzarsi nell’area industriale di Bagnoli”, è stato inserito, tra gli altri, all’interno del succitato APQ. Nel frattempo, l’iter procedurale per addivenire alla stipula di detto APQ tra la Regione e le Amministrazioni Centrali competenti, ha subito un forte rallentamento per i seguenti motivi:

- il Nucleo di Valutazione degli Investimenti Pubblici già nel proprio parere di merito rilevava la mancanza di elementi sufficienti per valutare la sostenibilità economica, finanziaria e gestionale dell’intervento, in quanto si trattava di intervento superiore ai 10milioni di euro, nopnchè l’apparente non coerenza del progetto con gli obiettivi di sviluppo settoriale;

- successivamente anche il Ministero per lo Sviluppo Economico (Mise) nella fase di concertazione dell’APQ richiedeva, tra l’altro, con particolare riferimento all’intervento proposto “Napoli Studios”, ulteriori approfondimenti relativi alla fattibilità tecnica procedurale anche del rilevante importo finanziario, subordinando l’inserimento dell’intervento in questione ad un nuovo parere del Nucleo di Valutazione degli Investimenti Pubblici.

Proprio queste considerazioni tecniche relative al merito del progetto: la mancanza dell’analisi costi-benefici, la carenza di una prospettiva gestionale concreta, anche se pur tardivamente predisposta dalla società BagnoliFutura S.p.A. stante i tempi ormai stretti, e la non coerenza del progetto con la strategia del Settore Turismo e Beni Culturali, ha convinto questo Assessorato circa l’esigenza a doversi procedere a doversi procedere alla rimodulazione dell’impiantio strategico dei fondi relativi alla delibera 35/2005, dando spazio a progetti di riqualificazione, valorizzazione e fruizione di attrattori culturali e naturali in grado di creare una reale ricaduta turistico-economica sul territorio attraverso l’incremento dei flussi turistici, anche in funzione della nuova strategia di programmazione territoriale di questo Assessorato. Tali interventi destinatari del finanziamento sono stati identificati con la DGRC n.1343 del 06.08.2008 Claudio Velardi Napoli, 12 marzo 2009 pt. n.84

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Interrogazione urgente a risposta scritta al Presidente della Giunta Regionale, all’Assessore ai trasporti, all’Assessore al Lavoro, all’Assessore alle Attività Produttive Il sottoscritto, Pietro Diodato, consigliere della Regione Campania premesso che: in data 26 febbraio 2009, l’Amministratore delegato della Gesac, ing. Mauro Pollio, ha indirizzato alle Rappresentanze sindacali aziendali una raccomandata con cui ai sensi del disposto dell’art.24 e dell’art. 4 della legge 223/91 e successive modifiche comunicava l’avvio delle procedure di riduzione del personale e messa in mobilità per 42 lavoratori, pari al 17% dell’intero organico resisi esuberanti alle esigenze produttive dell’azienda; a ragione di detto provvedimento, il Pollio, adduceva una presunta vorticosa e repentina caduta del traffico aereo in senso generale, aggravata in particolare dalla crisi dell’Alitalia, al punto da richiedere il doloroso taglio del personale; secondo l’amministratore delegato della Gesac, l’aeroporto di Napoli – per la sola crisi dell’Alitalia – ha fatto registrare una perdita stimabile in circa il 10% del traffico passeggeri complessivo dell’aeroporto. Il trend negativo che nell’ultimo trimestre del 2008 ha fatto registrare una riduzione rispetto allo stesso periodo 2007 del 15% , non sembra essersi arrestato giacchè le stime prevedono una riduzione di circa il 15-20% su base annua del traffico passeggeri; a queste previsioni fanno da contraltare – sempre secondo l’ing. Pollio – l’inutilità delle misure adottate dalla Gesac per far fronte ai costi della struttura organizzativa, i cui costi fissi incidono nella misura del 45% del totale dei costi aziendali. L’unica soluzione, quindi, sarebbe quella di porre in mobilità 42 dipendenti; a confutare la tesi aziendale, tuttavia, concorrono le notizie riguardanti la creazione di nuovi voli giornalieri della Lufthansa, di nuovi collegamenti Wind Jet da Napoli per Forlì, la stessa Ryan Air, secondo fonti ben informate, avrebbe deciso di servirsi dello scalo partenopeo per i suoi collegamenti aerei. Al momento lo stato dei voli su Capodichino è il seguente:

VVOOLL II SSUULL LL ’’ AAEERROOPPOORRTTOO DDII NNAAPPOOLL II --CCAAPPOODDII CCHHII NNOO SSII TTUUAAZZII OONNEE AALL 33 MM AARRZZOO 22000099

MM EESSEE CCOONNSSUUNNTTII VVOO 22000088 PPRREEVVII SSII OONNII

UUFFFFII CCII AALL II 22000099 DDII FFFFEERREENNZZAA

AASSSSOOLL UUTTAA DDII FFFFEERREENNZZAA

PPEERRCCEENNTTUUAALL EE aprile 2.720 3.230 + 510 + 18,75

maggio 2.904 3.500 + 596 + 20,52

giugno 2.850 3.500 + 650 + 22,81

luglio 2.640 3.760 + 1.120 + 42,42

agosto 3.125 3.740 + 615 + 19,68

settembre 2.883 3.640 + 757 +26,26

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totale 17.122 21.370 + 4.248 +24,81 Fonte: elaborazione dati ASSOCLEARENCE

al 26 febbraio 2009, data di formale avvio della procedura di mobilità, la differenza percentuale dei passeggeri rispetto al febbraio 2008 è stata del – 17,24% e non del 20% come dichiarato dalla Gesac, e del – 7,48 rispetto al 2007; al 28 febbraio 2009 le suddette differenze percentuali dei passeggeri sono state addirittura inferiori ovvero rispettivamente del -16,81% (rispetto al 2008) e del – 6,78% (rispetto al 2007); non marginale appare, nell’analisi dei fattori di “crisi” prospettati dall’Amministratore delegato della Gesac, la decisione di creare all’interno dell’aerostazione di Capodichino più spazio ai passeggeri con nuove aree commerciali per sviluppare le potenzialità dello scalo e far fronte all’aumento del traffico passeggeri. Inutile ricordare che proprio la Gesac S.p.A. – evidentemente con ben altre prospettive - ha già investito circa 150 milioni di Euro per gli ammodernamenti dello scalo aereo napoletano (piste d’atterraggio, sala check in, e sala arrivi) derivanti da capitali societari e fondi derivanti dal Pon Trasporti; l’ultimo aspetto – solo per ordine di presentazione - che allunga inquietanti ombre sulle reali motivazioni prodotte dalla Gesac per ridurre i ”costi fissi” mettendo in strada 42 capifamiglia – la cui individuazione sembrerebbe tra l’altro frutto di odiose discriminazioni basate sulla precarietà delle condizioni di salute dei lavoratori - è dato dal mancato inserimento della Gestione Servizi Aeroporti Campani nella speciale lista delle aziende del Comune di Napoli col bilancio in stato di profondo rosso in quanto malgrado tutto continua a produrre redditi. Interroga pertanto il Presidente della Giunta Regionale, l’Assessore ai Trasporti, l’Assessore al Lavoro, l’Assessore alle Attività Produttive per conoscere:

• se intendano verificare la veridicità delle motivazioni addotte dall’ingegner Pollio a giustificazione della richiesta di procedura di mobilità per i 42 dipendenti della Gesac;

• se rispondano al vero le voci secondo le quali l’individuazione dei lavoratori da ” mobilitare” sia di fatto orientata ad eliminare dall’organico i dipendenti con seri problemi di salute, donne in stato di gravidanza, o comunque in condizioni di precaria sanità;

• quali urgenti iniziative intendano assumere per impedire che a Napoli e nella Regione Campania, già pesantemente afflitte dalla piaga della disoccupazione giovanile, possano perdersi ulteriori posti di lavoro facendo ingrossare il numero di quei senza lavoro la cui età (over 50) rende oltremodo problematica se non addirittura impossibile una loro ricollocazione nel mondo del lavoro.

RRII SSPPOOSSTTAA

Giunta Regionale della Campania

L’Assessore

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all’Agricoltura e alle Attività Produttive

Al Presidente del Consiglio Regionale On.le Alessandra Lonardo

Prot. Gen. 2009.0004067/A Al Segretario Generale delConsiglio dott Carlo D’Orta

Al Coordmatore AGC Gabinetto del Presidente della Giunta Regionale

E p.c. Assessore ai Trasporti — On.Ennio Cascetta Assessore al Lavoro — On.Corrado Gabriele

Oggetto: Interrogazione ai sensì dell’art. 79\bis del Regolamento - Question Time del 17.03.2009 (Reg. Gen. N.424) In relazione all’oggettivato atto di sindacato ispettivo si precisa, per la parte riconducibile alla competenza dì questo assessorato, che sono interamente condìvisibili le preoccupazioni dell’interrogante in ordine ai rischi di un ulteriore accrescimento del tasso di disoccupazione nella nostra Regione ovvero nella problematica ricollocazione, come sostiene I’On. Diodato, nel mondo del lavoro di 42 dipendenti della Gesac; dipendenti per i quali la società GESAC ha comunicato alle OO.SS. l’avvio della procedura per la messa in mobilità. Questo assessorato, di concerto con. gli assessorati impegnati per competenza primaria, sta già svolgendo una positiva azione per una ricomposizione della vertenza. Rìcomposizione che, ad avviso dello scrivente, ha il suo fondamento nella rinuncia dell’attivata procedura verìficando, nel contempo, di utilizzare, nella fattispecie, le possibilità offerte dal cosiddetto decreto ALITALIA. Il ricorso all’uso di tali possibilità consentirebbe. in caso di mutate condizioni di mercato, di ricollocare i lavoratori nel processo produttivo.

Con stima Andrea Cozzolino

Giunta Regionale della Campania L’Assessore

Trasporti e Viabilità, Porti e Aeroporti Demanio Marittimo

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Prot. Gen. 2009.0004426/A DeI 23/03/2009

Napoli, 17 marzo 2009

. Al Presidente del Consiglio Regionale delLa Campania

Al Presidente della Giunta Regionale della Campania

LORO SEDI

Oggetto: Interrogazione a risposta immediata ai sensi dell’art. 79 bis del Regolamento consiliare a firma del Consigliere Pietro Diodato ( RG. n. 424/2)

In riferimento alle problematiche derivanti dalla richiesta di avvio della procedura per la

messa in mobilità di 42 dipendenti comunicata alle 00. SS. da parte della società Gesac, condivido pienamente le preoccupazioni manifestate dal consigliere Dìodato nell’interrogazione posta all’attenzione del Consiglio e della Giunta regionale.

Ritengo sia nostro dovere produrre un impegno comune ponendo in essere ogni possìbile iniziativa politica e amministrativa che possa consentire la ricomposizione della vertenza, consentendo la sospensione della procedura di mobilità avviata.

La grave crisi economica che sta interessando tutti i mercati finanziari con gravi ripercussioni sulle industrie e sui servizi in generale, ha prodotto effetti pesantissimi anche sul comparto del trasporto aereo, come drammaticamente dimostrato dalla crisi Alitalia, esplicando tali effetti negativi sull’andamento del traffico passeggeri in tutto il paese.

In particolare la fusione delle due compagnie Alitalia e Air One ha determinato attualmente un calo dei volumi di traffico, che per quanto riguarda l’aeroporto di Napoli è stimato per la sola Alitalia in circa il 10% del traffico passeggeri.

Complessivamente i dati rilevati evidenziano una riduzione di oltre il 15% dcl traffico nell’ultimo trimestre dello scorso anno rispetto al periodo corrispondente nel 2007, registrando, nei primi mesi dell’anno corrente, decremcnti tendenziali ancora. maggiori pari a circa il 20 %.

Per tali ragioni, l’Assessorato ai Trasporti si è già attivato presso il Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, nonché presso gli organi preposti all’assegnazione delle tracce acroportuali, affinché, nel caso CAI non eserciti i voli che le sono assegnati, vi sia la messa a disposizione immediata degli slots al fine di consentire l’ingresso nel mercato di nuovi operatori, nel pieno rispetto della normativa comunitaria in materia.

Inoltre, proprio oggi, ho inviato una nota al Ministero dell’Economia c delle Finanze ed al Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture soIlecitando la sottoscrizione del contratto di programma 2009 — 20012 tra la GESAC e l’ENAC con il quale vengono rideterminate le tariffe per i servizi regolamentari, la cui applicazione consentirebbe di ridimensionare o mitigare il prospettato ricorso alla mobilità del personale.

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Le azioni attuate in sinergia con quelle poste in campo dall’Assessorato alle Attività Produttive e dall’Assessorato al Lavoro, dimostrano la massima attenzione della Giunta regionale su tale problematica e ritengo possano produrre gli effetti auspicati.

Ennio Cascetta

Giunta Regionale della Campania

Assessore Lavoro, Istruzione e Formazione

Prot. Gen. 2009.0004160/A Del 18.03.2009

Area Generale di Coordinamento Gabinetto della Presidenza

Sede

Oggetto: Risposta ad interrogazione R.G. 424/2 art.79 bis – Question Time del 17 marzo 2009. Dalle verifiche attivate dallo scrivente, emerge che la GESAC S.p.A. ha avviato, in data 26.02.09, una procedura di licenziamento collettivo ex artt. 4 e 24 Legge 223/91, per riduzione di personale per n. 42 unità su 251 complessivamente in organico, tramite lUnione degli Industriali di Napoli, motivandola con la particolare e nota situazione dell’Alitalia e con la crisi dui carattere nazionale ed internazionale i cui effetti negativi si sono ripercossi sul comparto del trasporto aereo. Al momento è in coraso di svolgimento, presso il copmpetente Settore Ormel, la consultazione sindacale prevista dalla legge 223/91 ed ho immediatamente dato disposizione al Dirigente del Settore di monitorare l’iter della citata procedura dandone costante e tempestiva comunicazione allo scrivente. Giova sottolineare che questo Assessorato, già impegnato nel fronteggiare – per quanto di propria copmpetenza – le ripercussioni delle notevoli difficoltà che stanno interessando l’Aeroporto di Napoli-Capodichino (Atitech e GH Napoli), si attiverà tempestivamente e concretamente – come

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del resto è consuetudine nella gestione delle molteplici crisi che investiono il nostro territorio – a verificare con le OO. SS. Interessate e cvon l’Unione degli Industriali la veridicità delle motivazioni addotte ed ogni possibile soluzione alternativa ai licenziamenti, attraverso l’utilizzo di diversi e meno traumatici strumenti, non da ultimi gli ammortizzatori sociali. Ho, inoltre, impartite disposizioni al Dirigente del Settore Ormel, affinché, preso atto delle preoccupazioni dell’Onorevole interrogante, si presti particolare attenzione a che non vengano operate scelte arbitrarie verso i soggetti più deboli presenti in azienda, ma che ci si attenga strettamente alle figure professionali dich!arate in esubero ed individuate chiaramente nella nota di avvio della procedura del 26/02/09.

Napoli, 25 marzo 2009 pt. n. 99

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Interrogazione urgente a risposta scritta al Presidente della Giunta Regionale, all’Assessore ai Trasporti, all’Assessore al Lavoro e all’Assessore alle Attività Produttive.

Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere della Regione Campania, premesso che: in data 26 febbraio 2009, l’Amministratore delegato della Gesac, ing. Mauro Pollio, ha

indirizzato alle Rappresentanze sindacali aziendali una raccomandata con cui comunicava l’avvio delle procedure di riduzione del personale e messa in mobilità per 42 lavoratori resisi esuberanti alle esigenze produttive dell’azienda rispetto ad una presunta vorticosa e repentina caduta del traffico aereo;

nel corso del mio intervento nel “question time” del 16 marzo c.m. ho già avuto modo di dimostrare la pretestuosità delle ragioni addotte dal Pollio a sostegno della richiesta di mobilità per ben 42 unità lavorative, ma l’evidenziarsi di nuovi ed inquietanti episodi m’impone di tornare sull’argomento per allontanare ogni ombra di ragionevole dubbio sulla correttezza della gestione stessa della GESAC;

si fa, infatti, molta fatica a credere ad una esuberanza di personale quando per i servizi legali

e tecnici, già coperti da circa trenta dipendenti diretti, l’azienda continua a servirsi di uno stuolo di consulenti (circa 42) per i quali non si riesce a comprendere quali siano state le necessità ed i parametri per la loro individuazione. L’unica cosa certa è che per pagare gli onorari a cotanta intelligenza la direzione della Gesac continua a sottoporre i bilanci aziendali ad un crescendo di passività che nel 2007 ha toccato la cifra di circa 3 milioni di euro;

ad incrementare il tetto di spesa complessivo (bilancio 2007) concorrono, inoltre, in misura

considerevole circa 4milioni e 700mila euro di non meglio definite spese, classificate in diverse e promozionali. L’entità di tali spese e, soprattutto, il consistente incremento delle stesse rispetto al 2006 non inducono certo ad immaginare per l’azienda un contesto di crisi. Nel bilancio 2008, infine, non sarebbero stati inseriti dei crediti vantabili dalla GESAC per alcune centinaia di migliaia di euro nei confronti di terzi a mente del disposto del regolamento di scalo reso esecutivo dall’ENAC con propria ordinanza formulata ai sensi dell’art. 705 del Codice della Navigazione. Tali crediti volutamente non sono stati fatturati e dichiarati arbitrariamente “inesigibili” dal direttore generale Marco Consalvo;

le incongruenze, tuttavia, non si limitano ad alcune voci dei bilanci a consuntivo ma toccano

molto da vicino anche la gestione dell’organico. Se da un lato, infatti, l’amministratore delegato della GESAC chiede la mobilità per 42 madri e padri di famiglia, dall’altro assume: 4 ingegneri nel settore tecnico ove guarda caso sono stati individuati lavoratori esuberanti; cinquanta lavoratori stagionali che rivendicano l’assunzione a tempo indeterminato (cosa che sembrerebbe possibile per le condizioni giuridiche, atte alla trasformazione “ope legis” del loro rapporto di lavoro da precario a definitivo a tempo indeterminato, create negli anni passati da gravi irregolarità gestionali); la stessa assunzione alla GESAC del presidente-amministratore delegato e del primo direttore commerciale con onerosi contratti di consulenza, pare che rappresenti una gravissima irregolarità amministrativa e legale in quanto entrambi fruitori del “superbonus previdenziale”;

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interroga, pertanto, il Presidente della Giunta Regionale, l’Assessore ai Trasporti,

l’Assessore al Lavoro, l’Assessore alle Attività Produttive per conoscere se:

1. nel corso delle verifiche intraprese dall’Assessorato al Lavoro per accertare la veridicità delle ragioni addotte dalla GESAC per l’avvio della procedura di mobilità abbia avuto modo appurare le gravi incongruenze sin qui rimarcate;

2. quale incidenza possa mai avere sull’intera vicenda dei lavoratori Gesac da porre in mobilità, la ratifica ministeriale del contratto di programma 2009/2012 fra GESAC e ENAC, già approvato da quest’ultima in data 14.10.2008;

3. gli Assessori interrogati non ritengano opportuno ed urgente, al fine di verificare a tutela del diritto al lavoro l’effettiva esistenza delle condizioni di crisi sbandierate con insistenza dalla direzione GESAC, chiedere ufficialmente alla Corte dei Conti – Sezione Giurisdizionale per la Regione Campania di procedere all’esame dei bilanci a consuntivo presentati dalla GESAC nell’ultimo triennio onde accertare l’eventuale esistenza di danni derivanti da irregolarità nella concessione di indennità agli amministratori, nella gestione del personale e per il ricorso a consulenze esterne.

.

Napoli, 25 marzo 2009 pt.n. 100

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Interrogazione urgente a risposta scritta al Presidente della Giunta Regionale, all’Assessore all’Ambiente, all’Assessore al Lavoro della Regione Campania

Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere della Regione Campania premesso che: in data 7 luglio 2008 sul Bollettino Ufficiale della Regione Campania - n. 27 veniva indetto

regolare concorso in esecuzione della deliberazione n. 348 del 23 giugno 2008 del Direttore Generale dell’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Campania (ARPAC) dal titolo “Bando di selezione pubblica, per titoli ed esami, per l’assunzione a tempo determinato di anni 3, di 140 unità di personale laureato con il profilo di collaboratore tecnico professionale – categoria D, fascia retributiva iniziale – con riserva, ai sensi del combinato disposto dell’art. 3, comma 94, lett. b), della legge 244/2007 e dell’art. unico, comma 560, della legge 296/2006, del 75% al personale utilizzato in ARPAC con contratti di co.co.co. – Codice T.D. D02”;

in data 24 novembre 2008 la prova scritta, mediante somministrazione di quiz, del concorso in epigrafe ha avuto regolare luogo alle ore 14,00 presso i Padiglioni 1-2-3 della Mostra D'Oltremare di Napoli;

in data 9 gennaio 2009 con deliberazione n.3 del Direttore Generale ARPAC veniva nominata la

commissione esaminatrice della selezione pubblica nei nomi del dott. Ettore Zucaro (Presidente), ing. Carlo Santamaria Amato (Componente), avv. Gennaro Di Maggio (Componente), sig. Carmine Piacente (Segretario);

in data 29 gennaio 2009, all'atto dell'insediamento, è stata rilevata l'accettazione dell'incarico da

parte di tutti i singoli componenti sopracitati; in data 19 febbraio 2009 veniva comunicato sul sito web dell’Arpa Campania che la

commissione esaminatrice del concorso in epigrafe, insediatasi in data 2 febbraio 2009, avesse stabilito, ai sensi dell'art. 17 comma 4, il termine di procedimento concorsuale in sei mesi a decorrere dalla predetta data di insediamento;

in data 19 febbraio 2009 veniva comunicato sul sito web dell’Arpa Campania che la

commissione esaminatrice aveva stabilito, giusto il disposto di cui all'art. 33, comma 2, del regolamento per la disciplina dei concorsi di procedere in pubblico e in luogo aperto al pubblico, al sorteggio della lettera alfabetica dalla quale iniziare le prove orali. Tale sorteggio avrebbe avuto luogo in data 25 febbraio 2009 alle ore 16,30 presso la sede dell'ARPAC sita in Napoli in via Vicinale S. Maria del Pianto, Centro Polifunzionale, piano 7° stanza n. 43 con le modalità di seguito riportate:

1. preparazione di foglietti contenenti ciascuno una lettera dell'alfabeto; 2. verifica da parte dei presenti che tutte le lettere alfabetiche siano state riportate nei foglietti; 3. chiusura dei foglietti da parte del Presidente, immissione degli stessi in un apposita urna e loro rimescolamento;

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4. invito ai presenti a designare uno tra loro ad effettuare l'estrazione, ad aprire il foglietto, a leggere ad alta voce la lettera sorteggiata, a consegnarla al Presidente che la mostrerà agli astanti; 5. comunicazione da parte del Presidente che la prova orale, per effetto dell'estrazione di cui innanzi, inizierà dalla lettera sorteggiata, ovvero da quella immediatamente successiva in assenza di candidati il cui cognome inizia con la lettera sorteggiata, seguendo l'ordine alfabetico dei cognomi; 6. comunicazione da parte del Presidente che, nel giorno fissato per la prova orale, l'ordine di interrogazione sarà anch'esso stabilito a seguito di sorteggio e con le stesse modalità innanzi indicate;

in data 23 febbraio 2009 veniva comunicato sul sito web dell’Arpa Campania che, per indisponibilità del Presidente della Commissione esaminatrice, l'estrazione della lettera dell'alfabeto dalla quale iniziare le prove orali, prevista per le ore 16,30 del giorno 25 febbraio 2009, era stata rinviata a data da destinarsi e che la stessa sarebbe stata comunque comunicata sul sito www.arpacampania.it;

in data 20 marzo 2009 veniva comunicato sul sito web dell’Arpa Campania che in data 19

marzo 2009 si era insediata la nuova Commissione esaminatrice del concorso codice T.D. D 02 e che tale Commissione era composta dal Dott. Ferdinando SCALA - dirigente di ruolo ARPAC – (Presidente), Dott.ssa Clarice TUCCI - dirigente di ruolo ARPAC (Componente), Dott. Pietro VASATURO - dirigente di ruolo ARPAC (Componente), sig. Carmine Piacente (Segretario). In tale seduta d’insediamento si riteneva opportuno comunicare che i tempi per il completamento delle procedure del concorso in oggetto, indicati dall'Amministrazione ai propri dirigenti nominati a sostituzione, fossero inderogabilmente fissati, se non diversamente disposto dal Governo della Repubblica, al 30 giugno 2009. Si comunicava, altresì, che per quanto atteneva le prove orali, si provvedesse, nei termini disposti dall'art. 33 comma 2 del Regolamento per la disciplina dei concorsi di ARPAC, a sorteggiare la lettera alfabetica, dalla quale iniziare le prove, al termine della fase di valutazione dei titoli. Della data del sorteggio e delle modalità venisse dato avviso sul sito web dell'Agenzia. Per quanto riguardava i criteri per la valutazione dei titoli si evidenziava che la valutazione sarebbe avvenuta secondo i criteri fissati dal bando;

interroga pertanto il Presidente della Giunta Regionale, all’Assessore all’Ambiente, all’Assessore al Lavoro della Regione Campania per conoscere:

1. come mai non sia mai stato pubblicamente comunicato sul sito web dell’Arpa Campania

del fatto che la prima commissione del concorso T.D.D02 regolarmente nominata giusta deliberazione n.3/09 del Direttore Generale ARPAC si era dimessa o era stata sostituita;

2. quali siano le motivazioni che hanno indotto la prima commissione a dimettersi e/o le

motivazioni che hanno indotto il Direttore Generale ARPAC a sostituirla; 3. come mai risulta sul sito web dell’Arpa Campania che ci siano indicate due date

differenti d’insediamento della prima commissione, ovvero il 29 gennaio 2009 ed il 2 febbraio 2009;

4. come mai non risulta pubblicamente la giusta deliberazione di nomina della nuova

commissione del concorso T.D.D02 sul sito web dell’Arpa Campania, ma solo la data del suo insediamento ovvero il 19 marzo 2009;

5. se gli interrogati credano che sia possibile o verosimile che i tempi per il completamento

delle procedure del concorso in oggetto possano esaurirsi prima del suo inderogabile

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limite ovvero il 30 giugno 2009, considerando che bisogna ancora effettuare la valutazione dei titoli e l’esame orale di circa 900 candidati;

6. se siano a conoscenza, come previsto dall’art. 4 comma 3 lettera a del bando di

concorso, che i circa 18.000 euro versati come tassa di selezione all’ARPAC dai candidati al concorso, nel caso in cui questo non venga espletato entro e non oltre il 30 giugno 2009, non saranno mai rimborsati ai candidati;

7. come mai la prima commissione aveva indicato, ai sensi dell'art. 17 comma 4, che il

termine del procedimento concorsuale era in sei mesi a decorrere dalla data d’insediamento (2 febbraio 2009) che corrisponderebbe al 2 agosto 2009, mentre la nuova commissione insediatasi il 19 marzo 2009 ha fissato il termine ultimo per il 30 giugno 2009.

RRII SSPPOOSSTTAA

Consiglio Regionale della Campania Settore Segreteria Generale del Consiglio

Prot. Gen. 2009.00085691P Del 26/05/2009

Al Consigliere regionale Pietro Diodato

SEDE Oggetto: risposta interrogazione reg. gen. n. 1240/1 – - “ARPAC — Delibera n.348 del 23.06.08” – Si trasmette, per opportuna conoscenza, la risposta dell’Assessore regionale competente relativa all’oggetto. Napoli, 26 maggio 2009

Il Dirigente del Servizio Organi Consiliari

avv. Magda Fabbrocini

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Napoli, 15 maggio 2009 Prot. 7514

Alla Giunta Regionale della Campania Area Generale di Coordinamento,

Ecologia, Tutela Ambientale, Disinquinamento, Protezione Civile

Dr. Luigi Ràuci

All’ Assessore all’Ambiente della Regione Campania

Dr. Walter Ganapini NAPOLI

Oggetto: Interrogazione a risposta scritta a firma del Consigliere Regionale Pietro Diodato concernente: “Arpac — Delìberi n. 348 del 23.06.2008” (RG. n. 1240). Con riferimento alla nota prot. 2009.0333741 del 17/04/09, si formulano i seguenti elementi di risposta:

1. L’Arpac, nel rispetto del Regolamento sulle procedure concorsuali, ha provveduto con atto del Direttore Generale alla nomina dl una nuova commissione a seguito della dimissioni presentate dai commissari precedentemente nominati;

2. le motivazioni delle dimissioni sono contenute nelle lettere di comunicazione degli intetessati;

3. tutte le commissioni si sono collegialmente insediate in data 29/01/2009. La commissione di cui trattasi ha svolto la prima riunione in data 02/02/2009 ed ha ritenuto di darne pubbllicità sul sito web dell’Agenzia;

4. la pubblicazione dell’insediamento della nuova commissione comprendeva anche la composizione (presidente e componenti);

5. le procedure adottate dalle commissiori consentono di esaurire il procedimento nel termine del 30.06.09;

6. il bando approvato è stato rispettato e quindi non è creata la Condizione per l’eventuale rimborso;

7. Nelle deliberazioni con le quali si è provveduto alla sostituzione dei commissari dlmissionari, il Direttore Generale ha aderito all’invito rivoltogli dal Collegio dei Revisori con il verbale del 5 marzo 2009 ad “attivarsi affinché le commissioni, dallo stesso nominate all’uopo, si impegnino formalmente anche a rispettare i tempi attualmente imposti dalla stabilizzazione (30 giugno 2009) mediante anche il ricorsop a figure interne, per assicurare tempi più brevi”. Pertanto, al punto 4 della deliberazione con la quale è stata nominata la commissione de qua,

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viene stabilitp “ che la commissione esaminatrice debba concludere le operazioni di propria competenza in tempo utile a consentire la definizione di tutte le operazioni connesse alla stabilizzazione entro il termine del 30.06.2009”.

Con la circostanza, si ritiene doveroso evidenziare che I’interrogante — in occasione di precedenti concorsi svolti dall’ARPAC — ebbe a manifestare pubblicamente al sottocritto il suo apprezzemento positivo in ordine alla trasparenza e correttezza delle procedure riscontrata direttamnente .

Direttore Generale Ing. Luciano Capobianco

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Napoli, 30 marzo 2009 pt. n. 108 Interrogazione urgente a risposta scritta all’Assessore al Turismo della Regione Campania Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere della Regione Campania, premesso che: l’idea dell’Assessore al Turismo della Regione Campania di trasformare l’antica Reggia di Quisisana a Castellammare di Stabia in una struttura alberghiera del tipo paradores non è assolutamente dimensionata al non più procrastinabile rilancio dell’economia turistica stabiese. I paradores, infatti, sono un'alternativa lussuosa agli alberghi standard e chi conosce bene la realtà turistica stabiese non può ignorare che un albergo con siffatte caratteristiche sarebbe destinato ad un inevitabile fallimento. La stessa etimologia della definizione rivela che si tratta – almeno in origine - di una struttura alberghiera destinata ad ospitare viaggiatori d'alto livello; il vice presidente dei Circoli della Libertà della Campania, Antonio Sicignano, ritenendo l’ipotesi disegnata dall’Assessore Veldardi inutile e controproducente per il turismo di Castellammare e del suo hinterland, ha con forza sottolineato l’urgente necessità di destinare, imitando il modello Montecarlo, il sito storico a sede di un prestigioso Casinò; tale destinazione, secondo l’esponente politico stabiese, oltre a capitalizzare gli otto anni di lavori ed i 20 milioni di euro spesi per il restauro della Reggia, determinerebbe la piena valorizzazione del Porto Turistico, del Crowne Plaza e delle Terme di Stabia. Interroga, pertanto, l’Assessore al Turismo della Regione Campania per sapere se risponda al vero che:

- il restauro della Reggia di Quisisana, frutto dell’accordo di programma del 2001 tra la Regione Campania ed il Ministero per i Beni Culturali, possa dar luogo ad una struttura alberghiera di alto livello;

- in tal caso, alla luce del fatto che in Spagna i paradores fanno parte di una rete alberghiera a cinque stelle gestita dallo Stato ed in Campania non è ipotizzabile una simile soluzione, la gestione del sito sarebbe con ogni probabilità affidata a privati;

- la trasformazione in albergo della Reggia – come ha pubblicamente affermato Antonio Sicignano – costituirebbe l’occasione per l’ennesima svalutazione dell’immenso patrimonio culturale e paesaggistico della provincia di Napoli;

e se intenda, prima di definire una funzione per la Reggia di Quisisana, avviare un confronto costruttivo con le realtà economiche, sociali e politiche di Castellammare di Stabia affinché democraticamente possano partecipare da protagonisti alle scelte che interessano da vicino il territorio ove operano e risiedono ed il loro stesso futuro.

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Napoli, 24 aprile 2009 Pt. n. 131 Interrogazione urgente a risposta scritta al Presidente della Giunta Regionale e all’Assessore al Turismo ed ai Beni Culturali. Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere della Regione Campania, premesso che: La SCABEC (Società Campana per i Beni Culturali), costituita nel 2003 dalla Regione Campania al fine di “valorizzare il sistema dei Beni e delle Attività Culturali quale fattore dello sviluppo della Regione Campania”, è diventata nel 2006 una S.p.A a capitale misto pubblico-privato: 51% alla Regione Campania e 49% a Campania Arte; quest’ultima a sua volta è composta per il 44% dalla Pierreci soc. coop. p.a., per il 22% da Mondadori Electa S.p.A. ed il restante 34% , suddiviso in quote non superiori al 10%, da aziende specializzate nei diversi settori della filiera dei beni culturali, dai servizi di accoglienza, alla promozione, ai restauri; Scabec, la cui sede operativa – per una singolare coincidenza o per convenienze gestionali tutte da verificare - è in comune con quella della Pierreci soc. coop. p.a. (Centro direzionale isola E7 - 80143 Napoli), gestisce alcuni siti campani d’interesse culturale di competenza statale nei suoi vari aspetti, dalla manutenzione alla organizzazione di mostre, eventi etc., sotto l’alta sorveglianza delle Soprintendenze. Tuttavia la composizione societaria di Scabec, per la presenza di aziende specializzate in attività riconducibili ai beni culturali (Campania Arte S.r.l.), alimenta fondati sospetti circa l’esistenza di “conflitti d’interessi” nelle concessioni dei servizi aggiuntivi; a tal proposito la vicenda riguardante il prossimo bando di gara finalizzato alla gestione di tutti i siti archeologici e monumentali della Campania può senz’altro rappresentare un campione delle malcelate e in qualche misura, giustificate preoccupazioni degli imprenditori e delle aziende operanti nella filiera dei beni culturali. Tale bando di gara già indetto nel 2008, fu oggetto di ricorso e revocato. Orbene, ai sensi della direttiva circolare n.135/2005 del MiBaC non si riferirà a singoli lotti, come avvenne nel 1998 quando in base alle legge Ronchey, furono espletate le gare per la concessioni della gestione dei servizi aggiuntivi, ma sarà effettuata una gara unica, che poggerà la sua architrave sulla specifica dei servizi aggiuntivi nell’ottica dei multiservizi. In tale prospettiva, considerata le peculiarità del socio di minoranza della Scabec rispondenti appunto ad un’ottica di multiservizio è palese o, quantomeno verosimile, che Scabec si candidi a gestire monopolisticamente tutti i siti oggetto di gara in Campania; ad avvalorare tale teoria concorre tra l’altro il fatto che i soci di maggioranza della quota di minoranza di Scabec detengono a tutti gli effetti il 95% delle concessioni dei siti culturali attualmente gestiti. A proposito dei servizi aggiuntivi, la Corte dei Conti ha recentemente denunciato: “ Otto società concessionarie gestiscono in Italia il 90% dei servizi, una è addirittura presente in 24 musei con ricavi che si avvicinano al 24% del totale”. Tra le imprese dominanti ritroviamo la Mondadori con la incorporata Elemond e la Electa titolari rispettivamente di 24 e 16

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concessioni in tutta Italia. Le stesse che insieme alla Pierreci, cooperativa dell’area Legacoop, hanno dato vita a Campania Arte Ed è ancora Electa Napoli, capofila delle Ati, con Civita Servizi e Pierreci ad occuparsi dei servizi aggiuntivi in diverse aree archeologiche e nei musei: Nazionale di Capodimonte, San Martino, Sant’Elmo, Duca di Martina, Diego Aragona Pignatelli Cortes, Archeologico Nazionale di Napoli, Archeologico dei Campi Flegrei, dell’Antica Capua e Mitreo; oltre a tale rilevante ed inquietante aspetto, ve ne sono altri di non meno notevole importanza quali: a) i motivi di conflittualità tra Ales, costituita da Beni Culturali ed Italia Lavoro, società leader del mercato anche se promossa dagli affidamenti diretti, e la Scabec e tra queste ultime e la Direzione Regionale Beni Paesaggistici e ambientali della Campania; b) i 25 siti da gestire per conto del Mibac, -come denunciato dai sindacati di categoria - alcuni (6) sono chiusi al pubblico per cantieramento di lavori sospesi per mancanza di fondi od omissive indizioni di gara, altri di scarso rilievo (5), 14, infine, sono fruibili con grosse difficoltà data la carenza di risorse umane ed economiche, che pregiudicano un ottimale servizio. Sono ancora gli stessi sindacati a porre la questione della perdita dei fondi d’incentivazione a causa della gestione dei privati e soprattutto un quesito che al momento non ha ancora trovato risposta: “ Come e da chi sarebbe reclutato il personale occorrente per la salvaguardia e valorizzazione considerato che le 234 unità di vari profili, insistenti nei 25 siti sono insufficienti?”. E’ fin troppo evidente, data l’importanza e la delicatezza dei temi su accennati che essi saranno ripresi e diverranno il focus di altri miei atti ispettivi, al momento occorre fare chiarezza su quella che sarà il prossimo assetto della gestione dei servizi aggiuntivi. Pertanto, al fine di garantire la più larga e qualificata partecipazione ai bandi di gara e, soprattutto, l’eliminazione di ogni tentazione monopolistica, il sottoscritto interroga il Presidente della Giunta Regionale e l’Assessore al Turismo ed ai Beni Culturali per conoscere:

- considerato che Scabec tra l’altro gestisce gli allestimenti, l’organizzazione di mostre, con la pubblicazione dei relativi cataloghi, nell’ambito di siti ove al momento vige – seppur in regime di proroga – la presenza di diversi concessionari, se laddove tali concessionari non sono in alcun modo riconducibili ai soci di minoranza della Scabec non si manifesti una palese e stridente contraddizione avendo la legge Ronchey sancito l’esclusività della gestione dei servizi aggiuntivi ai concessionari dei siti;

- le eventuali conflittualità e la tipologia dei rapporti che regolano interventi,

competenze e gerarchie tra Ales, Scabec e Direzione Regionale Beni Paesaggistici e Ambientali della Campania atteso che tra le funzioni di quest’ultima, oltre a quelle d’istituto, rientrano anche la promozione e la valorizzazione dei beni culturali, obiettivo questo che rappresenta la ragion d’essere – come comprova la lettura dell’art. IV dello statuto di fondazione della Scabec – delle due società regionali che si occupano del patrimonio culturale della Regione Campania;

- se risulti al vero che l’Amministratore delegato di Scabec ricopra anche la carica di

Presidente della Pierreci soc. coop. p.a. e se tale confusione di ruoli sia rispettosa delle norme di legge vigenti in materia;

- quali strumenti intendano adottare per evitare che si crei di fatto il monopolio della

Scabec nelle concessioni per le attività della filiera dei beni culturali e dei servizi aggiuntivi e per garantire pari opportunità d’impresa alle piccole e media aziende campane e napoletane che operano nei vari ambiti della cultura, facendone parte integrante, con dedizione, professionalità, competenza e sacrifici.

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Napoli, 19 maggio 2009 Pt. n. 135 Interrogazione urgente a risposta scritta all’Assessore al Turismo Il sottoscritto, Pietro Diodato, consigliere della Regione Campania premesso che: Il monumentale e suggestivo scenario della Reggia di Caserta, oltre ad essere la “location” di numerose opere cinematografiche, ultima, per ordine cronologico, il film di Ron Howard “Angeli e Demoni”, è sede d’importanti manifestazioni artistiche. Il 4 aprile, si è inaugurata la mostra “Alla corte di Luigi Vanvitelli”. Incerto è invece il destino dei “Percorsi di luce”. Il progetto che mira a ricreare suggestioni notturne in un’atmosfera ove la storia la fa da padrone sembra che sia stato cancellato dalla Sovrintendenza in quanto l’Arethusa, Consorzio di Ricerca e Sviluppo s.r.l. nato nel 1989 con l'obiettivo di produrre beni e servizi nell'ambito della gestione, conservazione, catalogazione e fruizione dei Beni Culturali e Ambientali, non garantirebbe il sostegno finanziario necessario al pagamento degli straordinari dei custodi. Appena al di là dello splendido frontale della Reggia, sembra quindi che sia in atto una accesa polemica tra la Sovrintendenza ai Beni culturali e l’Arethusa che vicendevolmente si lanciano accuse d’inadempienze contrattuali e morosità “continuata ed aggravata”. Antonio Senatore, direttore generale del Consorzio, sostiene di vantare un credito dalla Sovrintendenza per i “Percorsi di luce 2008-2009” pari a 420mila euro, somma puntualmente versata dalla Regione Campania alla Sovrintendenza; quello relativo alla manifestazione “Percorsi di luce 2008-2009” non sembra essere l’unico credito vantato dall’Arethusa. Tra le accuse mosse alla Sovrintendenza figura anche il mancato rimborso di altre iniziative - Concerti di Capodanno e Aperitivo alla Reggia – poste in essere dal Consorzio che ha fatto lievitare l’entità del credito a circa 750mila euro e, soprattutto, il mancato controllo e la tolleranza mostrata dalla Sovrintendenza nei confronti di una pletora di venditori “ambulanti” non autorizzati cha assediano la Reggia dall’esterno ed invadono senza soluzione di continuità, a mò di metastasi, i porticati interni al palazzo reale ed ogni altro spazio utilizzabile; a gettare benzina sul fuoco della polemica ha provveduto il sovrintendente Enrico Guglielmo con affermazioni sconcertanti. Egli, infatti, alla circostanziata ed ennesima denuncia dello stato di fatto inaccettabile e della illegalità diffusa che influenzano negativamente e da lungo tempo, il corretto svolgersi delle attività commerciali all’ombra dello storica edificio casertano si è dichiarato indignato per la “strumentalizzazione” del fenomeno poiché: “L’esercizio della vendita abusiva è in atto da decenni nella Reggia, al pari dei più importanti siti museali campani e nazionali”; l’affermazione dell’alto dirigente non può e non deve essere interpretata come una sorta di resa dello Stato alla illegalità. Il problema esiste ed è stato ripetutamente evidenziato da più parti, non ultime dalle organizzazioni sindacali Cisl Fp e Uilbac. Va ricordato a tale proposito che fin dal novembre del 2007 per reprimere il fenomeno di “bancarella selvaggia”, l’allora ministro dei Beni Culturali, Francesco Rutelli, con una propria direttiva chiese ai sovrintendenti di attivarsi, previo accordo con i prefetti, le amministrazioni comunali, per eliminare l’intollerabile degrado che a Caserta, oltre allo storico palazzo, interessa anche il suo splendido parco.

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In relazione a quanto fin qui esposto, il sottoscritto interroga l’Assessore al Turismo per conoscere:

- quali iniziative abbia adottate il sovrintendente Enrico Guglielmo per dare concreta attuazione alla direttiva del novembre 2007 del ministro Rutelli;

- quali strumenti risolutivi abbia individuato la Sovrintendenza ai Beni Culturali di

Caserta per impedire che gli interventi posti in essere dalle forze dell’ordine per ristabilire il rispetto delle leggi, siano sistematicamente vanificati dal ritorno negli spazi interni alla Reggia dei venditori “ambulanti a posto fisso” senza alcuna autorizzazione all’esercizio commerciale;

- la veridicità dell’accusa secondo la quale la Regione Campania avrebbe assegnato

al sovrintendente Guglielmi uno stanziamento di 420mila euro per saldare il debito con l’Arethusa ed invece sarebbe stato utilizzato da questi per finanziare altre iniziative;

- lo stato della contrapposizione tra l’Arethusa e la Sovrintendenza per i beni

Architettonici e per il paesaggio e per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico per le province di Caserta e Benevento, che se perpetuato potrebbe incidere negativamente sul trend in crescita dei visitatori e dei partecipanti alle manifestazioni culturali determinando seri danni economici e d’immagine per Caserta e la Regione Campania stessa;

- se esistano allo stato le condizioni per dare origine a nuove conflittualità in

considerazione del fatto che la Scabec sembra ormai esercitare un ruolo dominante nelle attività culturali della Reggia di Caserta, e non solo. Non a caso l’ultima mostra su Vanvitelli è stata affidata ad essa con un finanziamento di 920mila euro malgrado l’esistenza di una convenzione con l’Arethusa e sembra addirittura essere stata gratificata con una maggiorazione del 4% sul costo dei biglietti pari a circa 4 euro cadauno.

- Se risponda al vero che i custodi non abbiano ancora ricevuto le spettanze per le

ore di lavoro straordinario prestate al fine di consentire lo svolgimento degli eventi e delle manifestazioni culturali programmate negli spazi reali.

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Napoli, 22 luglio 2009 Pt.n. 178 Interrogazione urgente a risposta scritta all’Assessore ai trasporti della Regione Campania. Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere della Regione Campania , premesso che: Un'ora segnata dal destino batte nel cielo della nostra patria. L'ora delle decisioni irrevocabili. L’Atto di Intesa Programmatica Enac-Gesac è stato ratificato e segna l’avvio della concessione aeroportuale di Grazzanise; la portata “storica” dell’avvenimento, come ha tenuto a puntualizzare non senza enfasi l’Assessore ai Trasporti Cascetta, risiederebbe nel fatto che dopo cinquant’anni la Campania vedrebbe realizzato il grande scalo intercontinentale a lungo agognato e fortemente voluto dal Governatore Antonio Rastrelli. Il condizionale è d’obbligo in quanto il rischio di vederlo operativo tra sei lustri non è campato in aria; l’atto aggiuntivo, parte integrante dell’accordo sottoscritto tra Gesac ed Enac, prevede:

la realizzazione di “uno studio di prefattibilità tecnico-operativo per l’Aeroporto di Grazzanise, che contempli gli aspetti aeronautici e di traffico nonché la configurazione dei principali sottosistemi aeroportuali e definisca la consistenza del sedime aeroportuale;

di un rapporto ambientale preliminare sui possibili e significativi impatti della realizzazione…;

di uno studio per la ridefinizione del ruolo dell’Aeroporto di Capodichino con un modello calibrato di traffico economicamente sostenibile, correlato con il nuovo polo aeroportuale di Grazzanise;

del master plan aeroportuale, con il relativo Studio di Impatto Ambientale, nonché il cronoprogramma che comprenda le attività di progettazione definitiva ed esecutiva, l’appalto, la gestione realizzativi delle opere e la messa in esercizio delle stesse;

del piano economico finanziario …. con la stima dei costi e la copertura degli interventi…; del piano di adeguamento infrastrutturale dell’Aeroporto di Capodichino in relazione alla

riconfigurazione dell’attività; Mauro Pollio, presidente della Gesac, gestore dello scalo di Capodichino, inoltre, in una lunga intervista rilasciata a Il Mattino di Napoli, lungi dall’usare i toni trionfalistici del prof. Cascetta, ha, in modo accurato, evitato di fornire risposte definitive rimandando ogni valutazione sui temi dell’accordo alla redazione del Master Plan, alimentando così il sospetto che egli, più che protagonista, sia stato una sorta di ostaggio nelle mani di chi punta a ricavare dall’evento il

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massimo della visibilità personale e delle ricadute in termini elettorali che tutto ciò può produrre in vista della prossima tornata elettorale. Interroga pertanto l’Assessore ai Trasporti della Regione Campania per conoscere:

1) le ragioni (andando ben oltre la demagogia e la retorica della difesa dell’occupazione visto ciò la Mobilità/CIG richiesta ed ottenuta dalla Gesac per 42 suoi dipendenti) che hanno suggerito di evitare la gara europea per l’affidamento della concessione della nuova gestione aeroportuale (Grazzanise) che avrebbe potuto determinare standard qualitativi di gestione più elevati e maggiori vantaggi economici;

2) i motivi per cui nell’atto aggiuntivo dell’accordo manca qualsiasi definizione dei tempi entro i quali collocare la realizzazione dei fondamentali studi di fattibilità e del master plan da cui dovrebbe derivare il cronoprogramma per “le attività di progettazione definitiva ed esecutiva, l’appalto, la gestione realizzativi delle opere e la messa in esercizio delle stesse”;

3) se la conseguente riconfigurazione delle attività e la necessaria ridefinizione delle infrastrutture aeroportuali di Capodichino potranno in qualche modo vanificare od impedire l’utilizzo del sostanzioso finanziamento di circa 132 milioni di euro provenienti dal Contratto di programma 2009-12 tra l’Enac e la Gesac deliberato recentemente dal CIPE

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Gruppo Consiliare

Popolo della Libertà

Il Vice Presidente

Prot.n. 49 /VPres Napoli, 15 ottobre 2009 Interrogazione urgente a risposta scritta all’Assessore ai Beni Culturali Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere della Regione Campania, premesso che: I Campi Flegrei costituiscono un comprensorio ad alto valore storico-paesaggistico ed ambientale – per quel che è riuscito a sottrarsi alla tumultuante colata di cemento abusivo ed all’indifferenza colpevole delle amministrazioni locali – come dimostra l’incessante interesse mostrato dalla Regione Campania nella valorizzazione attraverso una serie di progetti lautamente finanziati, del patrimonio storico-archeologico di quest’area che si estende, lungo la costa, da Fuorigrotta a Cuma e verso l’interno da Pozzuoli a Quarto; era stato affermato, ad esempio, che il Re-tour nei Campi Flegrei – un Progetto Integrato Territoriale per la valorizzazione dei Campi Flegrei – doveva costituire “l’occasione di “riaccendere i riflettori” su di essa e per invogliare ad un Re-tour nei Campi Flegrei da parte dei Viaggiatori colti del 21° secolo”; oltre a questa rilevante iniziativa, il territorio e le testimonianze dei fasti imperiali dell’antica Roma sono stati individuati quali location per progetti minori ma egualmente ben finanziati – penso ad esempio a “il Dorso del Delfino”; ma l’attenzione non si è (fortunatamente) ancora del tutto esaurita. I Campi Flegrei, infatti, sono stati compresi in un Polo da candidare, nell’ambito della programmazione e attuazione del POIn “Attrattori culturali, naturali e turismo”, l'area geografica costituita dai territori dei seguenti comuni ricadenti nella “BAIA DI NAPOLI ”: Ischia, Procida, Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida, Napoli, S.Giorgio a Cremano, Portici, Ercolano, Torre del Greco, Torre Annunziata, Pompei, Castellammare di Stabia, Vico Equense, Meta di Sorrento, Sorrento, Massa Lubrense, Capri, secondo una strategia di valorizzazione tesa ad una nuova visione di fruizione e accessibilità dell'ineguagliabile e concentrato patrimonio dei beni culturali e naturali esistenti; l’elevata concentrazione dell’intellighenzia regionale e, soprattutto il fiume di denaro che per intensità fa concorrenza alla velocità con cui la placenta di cemento continua a ricoprire quelle che furono le splendide colline flegree, lascerebbero presupporre ad un “ordine celeste” dei siti archeologici, dei musei, degli itinerari storici e delle vie di comunicazione d’accesso. Tutti elementi fondamentali per incanalare verso questi luoghi i flussi turistici – colti o meno – tanto enfatizzati nelle relazioni ai tantissimi progetti di valorizzazione dei Campi Flegrei; la verità è ben più amara di quella che si può immaginare:

1. il Castello di Baia è chiuso – l’Assessore ai Beni Culturali della Regione Campania accusa apertamente il Mibac per non aver rispettato gli accordi; i sindacati con

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grande fermezza rilevano che, nonostante le ingenti somme investite nella ristrutturazione il Castello risulta indisponibile ai visitatori, mentre si fa sempre più concreta la possibilità che gli attuali quindici addetti alla sorveglianza siano trasferiti ad altri incarichi in modo da liberare la storica struttura per affidarla a qualche società privata amica o amica degli amici dell’amministrazione regionale;

2. la Piscina Mirabilis e le Cento Camerelle sembrano essere diventate rispettivamente

un ricettacolo di materiali plastici e di erbacce, al punto da essere entrambe precluse ai visitatori da oltre tre anni;

3. lo Stadio di Antonino – come ha scritto Davide Moranti su Il Mattino del 12.10 –

aperto nei fine settimana, è desolatamente vuoto, come i patetici autobus che circolano per il territorio flegreo;

4. nel Parco sommerso di Baia non esistono addetti alla vigilanza, né tanto meno è stato

installato un sistema di telecamere in modo da impedire l’ignobile spoliazione che senza soluzione di continuità procede da secondo dopoguerra ad opera di delinquenti senza scrupoli;

potrebbe continuare l’elenco dei misfatti e la trasformazione dei siti archeologici in discariche a cielo aperto, ancora per pagine e pagine, ma non è questo il mio intendimento. Per quanto in premessa, quindi, interroga l’Assessore ai Beni Culturali per conoscere:

a. l’eventuale esistenza di un Suo piano di pronto intervento al fine di ristabilire il decoro e l’accessibilità dei siti archeologici flegrei;

b. a che punto sia il confronto con il Mibac per liberare il Castello ed il Museo di Baia

dagli inconcepibili lacci e laccioli della burocrazia inter istituzionale;

c. se intenda incrementare il numero dei vigilanti del Castello di Baia ed in che modo ipotizzi di regolare i rapporti con gli attuali dipendenti considerato che si tratta di dipendenti dello Stato;

d. se esistano a carico della Scabec – società creata dalla Regione Campania con

l’apporto di privati per la gestione dei beni culturali – delle precise responsabilità nella cattiva gestione dei siti archeologici dei Campi Flegrei.

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Tutela della Legalità

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Napoli, 22 gennaio 2008 Prot. n. 6 INTERROGAZIONE URGENTE A RISPOSTA SCRITTA AL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE DELLA CAMPANIA Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere della Regione Campania di Alleanza Nazionale, Premesso che con Decreto Dirigenziale n°1461 del 28 dicembre 2007 si stabilisce di distribuire, secondo criteri di difficile interpretazione, contributi per un ammontare complessivo di E. 2.321.000,00 derivanti da un residuo di 3.000.000,00 reso noto dal Presidente della II Commissione del Consiglio - con una tempestività sorprendente - con propria nota n.950/B del 27-12.2007. Nello stesso documento il Presidente della II Commissione, riporta analiticamente il numero, i beneficiari, gli interventi ed il contributo regionale assegnato; da un’attenta lettura risulta in modo inoppugnabile l’inesistenza di criteri omogenei in grado di favorire la suddivisione dei contributi tra chiese e parrocchie, associazioni sportive ed associazioni a vario titolo, interventi di manutenzione ordinaria d’immobili, restauro dei beni culturali, tornei di sport vari ed iniziative genericamente definite “Progetto sociale” o “ Iniziativa culturale ”; Interroga pertanto il Presidente della Giunta della Regione Campania per conoscere:

1. quale articolo di legge o norma regolamentare consenta al Presidente di Commissione di disporre motu proprio di un residuo di bilancio di considerevole entità;

2. le dinamiche economiche che hanno consentito di ottenere l’economia di bilancio

precisata con la nota n.950/B del 27-12.2007 del Presidente della II Commissione del Consiglio della Regione Campania;

3. i criteri che hanno permesso l’individuazione dei beneficiari e l’importo del

contributo da assegnare loro;

4. le date di presentazione ed il relativo protocollo e la tipologia delle iniziative gratificate con contributi di pubblico denaro dal decreto sopra citato;

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5. se sia compatibile con l’elementare trasparenza dei meccanismi della politica le clausole riportate nel decreto in esame che consentono di fatto la concessione “senza nulla a pretendere” di denaro pubblico ad enti, società e persone giuridiche liberate da ogni obbligo di dimostrare l’avvenuto svolgimento dell’evento sovvenzionato – in toto o in parte - dalla Regione Campania.

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Napoli, 19 Febbraio 2008 Prot. n.21 Interrogazione urgente a risposta scritta Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere regionale della Campania di Alleanza Nazionale Premesso che In data 7 gennaio c.a. il Prefetto di Napoli, facendosi carico delle preoccupazioni manifestate con un esposto denuncia dagli abitanti degli edifici legge 219 ubicati in via Cannavino a Pianura, presentava al Sindaco di Napoli, agli Assessori competenti, al Presidente della IX Municipalità, al Direttore Generale della ASL 1, al Responsabile dell’ARPAC, al Responsabile dell’Ufficio Tecnico della IX Municipalità, una formale richiesta di accertamento dell’eventuale presenza di amianto nei locali frequentati dai denuncianti; in seguito a tale sollecitazione, anche il Presidente della IX Municipalità indirizzava agli Enti ed Istituzioni già interessate dal Prefetto, analoga richiesta di verifica e di interventi a tutela della salute pubblica; il Servizio Tutela della Salute del Dipartimento Ambiente del Comune di Napoli, infine, con nota n° 2466 del 13 febbraio 2008, chiedeva al Direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’A.S. Napoli 1, un’immediata verifica “in ordine alla lamentata presenza di amianto negli immobili in parola, per la successiva adozione di ogni provvedimento atto alla tutela della salute pubblica” gli abitanti degli edifici legge 219 di via Cannavino continuano ad avvertire insopportabili problemi alla vie respiratorie (secchezza delle fauci, tracheiti, bruciori del cavo faringeo, bronchiti) senza che nessuna delle autorità, destinatarie della richiesta prefettizia, abbia fino a questo momento fornito uno straccio di risposta. Interroga pertanto l’Assessore all’Ambiente per sapere se :

4. il responsabile del Dipartimento Provinciale dell’ARPAC abbia fatto tutto ciò che la Sua competenza gl’imponeva nell’opera di tutela della salute pubblica;

5. le ricerche condotte per determinare la presenza dell’amianto nella case legge 219

abbiano avuto esito positivo;

6. quali iniziative intenderà intraprendere a tutela della pubblica e privata incolumità.

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Napoli 02.09.2008 Prot. n. 169 INTERROGAZIONE URGENTE A RISPOSTA SCRITTA AL PRESIDENTE DELLA GIUNTA E

ALL ’A SSESSORE AL PATRIMONIO DELLA REGIONE CAMPANIA

Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere della Regione Campania di Alleanza Nazionale, premesso che: La notizia diffusa da “Il Napoli” circa la decisione assunta non si sa bene da chi, nel pieno delle ferie agostane, di avviare un piano per l’alienazione e la valorizzazione del patrimonio immobiliare “non strategico” della Regione Campania è l’ennesima riprova che la cura Brunetta continua a far miracoli; stando alle notizie stampa, infatti, la Regione Campania con una specifica delibera avrebbe affidato a Città della Scienza tutte le “attività di progettazione e di supporto del piano di dismissione”. Tale iniziativa dovrebbe produrre la rivalutazione, prima della sua immissione nel mercato, del patrimonio “non strategico” e l’aumento dei canoni di locazione per tutti gli altri immobili che resteranno di proprietà pubblica;

Interroga, pertanto, il Presidente della Giunta della Regione Campania e l’assessore al Patrimonio per conoscere in base a quale valutazione si è inteso affidare a Città della Scienza - società partecipata della Regione Campania e strategicamente non orientata alla gestione immobiliare – piuttosto che alla S.A.U.I.E (Società Anonima Urbana Industria Edilizia) di cui la Regione è unico socio al 100% del capitale sociale, e che provvede ad erogare servizi gestionali per conto regionale su gran parte del patrimonio immobiliare derivante dall’ex “Istituto pro-ciechi Colosimo”, con risultati molto positivi. On. Pietro Diodato

RRII SSPPOOSSTTAA

Consiglio Regionale della Campania Settore Segreteria Generale del Consiglio

Consiglio Regionale della Campania Prot. SETSG 2008.0001650/P

del 04/11/2008 10.23.04

Al Consigliere regionale Pietro Diodato

SEDE

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Oggetto: risposta interrogazione reg. gen. n. 1072/1 -

- “Patrimonio immobiliare Regione Campania” –

Si trasmette, per opportuna conoscenza, la risposta dell’Assessore regionale competente relativa all’oggetto.

Napoli, 3 novembre 2008

/

Il Segretario Generale dott.Carlo D’Orta

Giunta Regionale della Campania -

L’ Assessore Politiche Sociali Politiche Giovanili. Pari opportunità Immigrazione ed Emigrazione, Demanio e Patrimonio

Consiglio Regionale della Campania Prot. SETSG 2008.0001588/A Napoli del 29/10/2008 10.59.00

Alla Presidente del Consiglio Regionale della Campania On. Alessandrina Lonardo

Al Coordinatore deIl’AGC Gabinetto Presidente della

Giunta Regionale Dott. Antonio Massimo

Prot. n. 2384/SP Oggetto: Interrogazione a risposta scritta a firma del Consigliere regionale Pietro Diodato concernente: “Alienazione e valorizzazione del patrimonio immobiliare della Regione Campania (R.G. n. 1072).

In risposta alla interrogazione citata in oggetto, si precisa quanto segue:

con il decreto legge n. 112 del 25 giugno 2008, (Disposizioni urgenti per Io sviluppo economico, la

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semplificazione, la competitMtà, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione Tributaria) all’articolo 58 “Ricognizione e valorizzazione del patrimonio immobiliare di regioni, comuni ed altri enti locali” comma 1 è stato sancito che “ Per procedere al riordino, gestione e vaIorizzazione del patrimonio immobiliare di Regioni, Province, Comuni ed altri Enti locali, cìascun ente con delibera dell’organo di Governo individua, sulla base e nei limiti della documentazione esistente presso i propri archivi ed uffici, i singoli beni immobili ricadenti nel territorio di competenza, non strumentali all’esercizio delle proprie funzioni istituzionali, suscettibili di valorizzazione ovvero di dismissione. Viene così redatto il Piano delle Alienazioni immobiliari allegato al bilancio di previsione”.

La Giunta regionale con la Delibera n. 1295 dell’1 agosto c.a. ha inteso affidare a Città della

Scienza S.p.a., l’attività di supporto al Settore Demanio e Patrimonio per la progettazione e redazione del Piano.

Tale scelta è stata operata dalla Giunta Regionale poiché Città della Scienza S.p.a., società

“in house” della Regione Campania, è strumento operativo e di servizio per la pubblica amministrazione, a livello locale e regionale e avente ad oggetto sociale, tra l’altro, “la promozione e valotizzazione del patrimonio…”.

L’attività richiesta a Città della Scienza S.p.a. prevede, in particolare, il supporto nello

svolgimento di funzioni tecnico-gestionalì, nonché lo studio e l’analisi attinenti il sistema informativo esistente presso il Settore Demanio e Patrimonio, per l’elaborazione di proposte migliorative del sistema stesso, volte, tra l’altro, ad ottenere uno strumento flessibile per l’ottimizzazione della gestione del patrimonio regionale.

Prof. Alfonsina De Felice

Prof. Alfonsina De Felice Assessore Politiche Sociali,

Politiche Giovanili, Pari Opportunità,

Immigrazione ed Emigrazione, Demanio e Patrimonio

Regione Campania Napoli, 7 novembre 2008 Pt. n. 242

S E D E

Oggetto: nota prot.2384/SP del 27.10.2008 –

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Gentile Assessore, la lettura della nota in epigrafe ha provocato in me un senso di leggera inquietudine. Ritenendo, infatti, di possedere un grado d’intelligenza tale da consentirmi di valutare l’esatto valore di forme e contenuti, e convinto di godere della Sua personale stima, ho cercato di comprendere le ragioni che L’hanno indotta a mutuare pedissequamente dal Decreto legge 25 giugno 2008 e dalla Delibera n.1295 del 1° agosto c.a. gli argomenti in risposta al mio atto ispettivo n° 169 del 2.9.2008. Forse dubitava che non avessi letto le carte? O, piuttosto, che la Sua posizione egemone Le consentisse di poter snobbare quanto Le avevo chiesto in ordine all’immobiliare, geneticamente manipolata, “Società della Scienza”. Il fatto che essa sia una società “in house” della Regione Campania non può costituire un elemento discriminante. Anche la S.A.U.I.E, da me citata, è una partecipata della Regione Campania e da sempre si è occupata per conto dell’Istituzione, di erogare servizi di gestione e di valorizzazione del patrimonio immobiliare regionale. Quindi le ragioni dell’affidamento a Città della Scienza S.p.A. di tutta l’attività di supporto al Settore Demanio e Patrimonio per la razionalizzazione della gestione del patrimonio immobiliare è da ricercarsi altrove. In quell’altrove che Lei ha evitato accuratamente di evidenziare e che proprio per questo risalta in tutta la sua luce sinistra. In attesa di un Suo immancabile approfondimento a riguardo, La saluto con immutata stima.

On. Pietro Diodato

Giunta Regionale della Campania -

L’ Assessore Politiche Sociali Politiche Giovanili. Pari opportunità Immigrazione ed Emigrazione, Demanio e Patrimonio

Egr. Sig. On. Pietro Diodato

Consigliere Regionale Gruppo Consiliare Alleanza Nazionale

Sede Prot. 2660 del 19 novembre 2008 Oggetto: chiarimenti atto ispettivo n.169 del 2 settembre 2008 e successiva richiesta n. prot. 242 del

7 novembre 2008 –

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Gentile Onorevole, come da Ella richiesto Le trasmetto i chiarimenti necessari per un’esatta comprensione dell’iter amministrativo osservato per l’adozione della Delibera di Giunta Regionale n. 1295 dell’1 agosto 2008, ribadendo quanto già espresso in precedenza con la nota n. 2384 del 27 ottobre 2008. Come sicuramente ben saprà, l’art. 1 – bis della legge 21 ottobre 1978, n. 641, di conversione, cion modificazioni, del decreto-legge 18 agosto 1978, n.481 ha soppresso l’Ente Patronato Regina Margheritav pro –ciechi Istituto “Paolo Colosimo” di Napoli, trasferendo alla Regione CVampania, in forza del D.P.R. 31 marzo 1979, le funzioni proprie dell’Ente di assistenza ai non vedenti ed il relativo patrimonio. La Regione Campania ha assunto la gestione di tali vbeni, considerati complessivamente strumentali all’esercizio delle funzioni di assistenza scolastica e di assistenza sociale attribuite dal D.P.R. n.616/77. Con atto n.3714 del 19 dicembre 2003 è stata conferita alla S.A.U.I.E. (Società Azionaria Urbana Industria Edilizia), società a responsabilità limitata a totale partecipazione della Regione Campania, la gestione del patrimonio proveniente dal disciolto Ente Patronato Regina Margherita pro-ciechi Istituto “Paolo Colosimo”, al fine di incrementare la redditività di detto patrimonio finalizzato all’assistenza ai non vedenti, ospiti dell’Istituto. I risultati ottenuti dalla S.A.U.I.E. sono più che positivi, come Ella afferma, ed è mia intenzione assicurare agli amministratori della stessa i mezzi e le risorse indispensabili per proseguire nel lavoro svolto, nel rispetto dei diversi ambiti di competenza. Lo Statuto di detta società, tuttavia, prevede, quale oggetto sociale esclusivo, la gestione, per conto del socio unico, del soppresso Ente Patronato Regina Margherita Istituto “Paolo Colosimo” pro-ciechi di Napoli, attualmente di proprietà della Regione Campania nonché dei beni costituenti il proprio patrimonio. Tale disposizione rende non plausibile l’ipotesi da Ella prospettata con l’interrogazione n. prot. 169 del 2 settembre 2008, dal momento che non sarebbe legittimo ritenere che sussista una fungibilità tra S.A.U.I.E. s.r.l. e Città della Scienza per le seguenti ragioni: Per quanto S.A.U.I.E. s.r.l. sia una società soggetta al potere di vigilanza della Regione, sarebbe stato necessario un adeguamento statutario, con relativo aggravio procedurale, per consentirle di svolgere i compiti relativi al supporto finalizzato alla redazione del Piano delle Alienazioni e delle Valorizzazioni, di cui all’art. 58 della legge 6 agosto 2008, n. 133, che sarà riferito ai beni immobili ricadenti nell’intero territorio di competenza della Regione, e non solo ad una parte, seppure importante, del patrimonio dell’ente. Lo Statuto di Città della Scienza S.p.A. non presenta le suddette limitazioni, talchè nulla osta all’affidamento. Le motivazioni che hanno indotto la Regione a selezionare tale organismo societario piuttosto che altri sono da ricercarsi nel rispetto dei criteri di efficacia e di economicità che devono contraddistinguere il procedimento amministrativo, come previsto dall’art. 1, comma 1, della legge 7 agosto, n.241. La redazione del Piano citato, da allegare al bilancio di previsione e quindi da predisporre con celerità, potrà favorire il riordino, la gestione e la valorizzazione del patrimonio immobiliare della Regione Campania, coerentemente con le aspettative del legislatore statale. L’occasione è gradita per porgere cordiali saluti. Prof. Alfonsina De Felice

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Assessore al Demanio e Patrimonio Prof.ssa Alfonsina De Felice

S E D E

Napoli, 24 novembre 2008 pt. n. 277

e p.c. Presidente II Commissione Consiliare On. Nicola Marrazzo

S E D E Oggetto: nota prot. n.2660 del 19 novembre 2008 Assessorato al Demanio e Patrimonio – Gentilissima professoressa, non s’inquieti, non è mia intenzione di dar vita ad un carteggio senza soluzione di continuità. Desideravo soltanto comunicarle che condivido in toto la Sua precisazione riguardo la S.A.U.I.E s.r.l. L’oggetto sociale esclusivo, infatti, limita la sua azione alla gestione del soppresso Ente Patronato Regina Margherita Istituto “Paolo Colosimo” pro ciechi di Napoli e del suo patrimonio. Per superare tale handicap e convinto che la Regione Campania dovesse dotarsi di una propria Società di capitali, alla quale affidare la gestione di tutto o di una parte del proprio patrimonio immobiliare per evitare il ricorso oneroso a soggetti privati, fin dall’ormai lontano 29.11.2007, ho presentato un’articolata proposta di legge dal titolo “Riforma dello Statuto e dell’oggetto sociale e modifica della denominazione della Società di totale proprietà della Regione Campania, S.A.U.I.E. s.r.l. (Società Anonima Urbana Industria Edilizia – Società a Responsabilità Limitata) in A.R.G.I. s.p.a. (Azienda Regionale Gestione Immobiliare – Società per Azioni), per la gestione tecnico-manutentiva ed amministrativo-contabile nonché per la valorizzazione del patrimonio immobiliare di proprietà della Regione Campania”. Di questo disegno di legge però sembra che se ne siano perse le tracce. A tale proposito, il Presidente Marrazzo, che ci legge in copia, potrebbe ritrovarlo ed avviare le rituali procedure per sottoporlo al giudizio del Consiglio e convertirlo in legge sì da impedire per il prossimo futuro il discutibile ricorso a “società aspiratutto” ed evitare alla comunità campana gli ovvi appesantimenti dell’esposizioni finanziarie regionali. Con la soddisfazione ed una punta di legittimo orgoglio per aver visto lontano e con l’amarezza di dover constatare ancora una volta che la Regione Campania ha perso un’altra buona occasione per risparmiare del pubblico denaro valorizzando le risorse umane e professionali che ha in casa, La saluto con viva cordialità. On. Pietro Diodato

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Napoli, 16 aprile 2009 pt. n. 120 Interrogazione urgente a risposta scritta al Presidente della Giunta regionale della Campania Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere della Regione Campania, premesso che:

- l’Isola di Capri, ed il comune di Anacapri in particolare, sono sottoposti a rigidi vincoli di tutela paesaggistica che precludono ogni possibilità di nuova edificazione ed addirittura di semplice ristrutturazione e riqualificazione del patrimonio immobiliare;

- ad oggi presso i comuni di Capri e Anacapri sono in attesa di istruttoria migliaia di pratiche di condono ai sensi delle leggi 47/85, 724/94 e 326/03;

- ciò impedisce ogni intervento sui fabbricati oggetto di domanda di condono edilizio; - viceversa in alcuni casi ed in maniera difforme dalla normativa vigente vengono rilasciate

autorizzazioni per diverse tipologie di interventi , cosa peraltro evidenziata dalla locale stampa a proposito di disparità di trattamento nel comune di Anacapri ;

- un ruolo importante, ai fini del rilascio del parere obbligatorio per gli interventi edilizi da effettuarsi, viene esercitato dalla Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici di Napoli e Provincia con competenza specifica sui comuni di Capri e Anacapri ;

- nel caso di specie, diversi sarebbero i pareri rilasciati in modo discrezionale da parte del funzionario di zona della Soprintendenza, anche per una presunta vicinanza ad alcuni degli amministratori anacapresi in carica;

Interroga, pertanto il Presidente della Giunta regionale della Campania per conoscere:

- Quante sono le domande di condono edilizio, ai sensi delle sopra citate leggi, giacenti presso i comuni di Capri e Anacapri .

- Quali sono i criteri attraverso cui si esplica l’attività della Soprintendenza ai fini della tutela dei vincoli di legge.

- Quanti sono i pareri espressi favorevolmente dalla Soprintendenza e quanti quelli respinti nel periodo 2004 – 2009.

- Se la Soprintendenza abbia mai espresso pareri circa la struttura alberghiera denominata “Orsa Maggiore” ubicata in via Tuoro ad Anacapri, la quale, negli ultimi anni avrebbe notevolmente aumentato le proprie volumetrie, trasformandosi da preesistente abitazione di modeste dimensioni nell’attuale albergo con piscina.

- Se il citato albergo ospiti frequentemente funzionari della Soprintendenza che hanno competenza sui comuni di Capri e Anacapri.

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Napoli, 22 giugno 2009 Pt. n.158

Interrogazione a risposta scritta al Presidente della Giunta della Regione Campania e all’Assessore al Lavoro. Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere della Regione Campania, premesso che: più volte ho avuto modo di occuparmi di elargizioni di danaro pubblico a vario titolo con la presentazione di atti ispettivi, i quali, sostanzialmente, tendevano ad accertare i criteri adottati e il grado di pubblicità dato all’iniziativa dall’Amministrazione regionale. Inutile dirlo, le risposte quando raramente mi sono pervenute, erano improntate alla massima genericità; la serie delle discutibili donazioni sembra, tuttavia, non essersi ancora arrestata se quanto denunciato dall’avv. Maria Di Scala dalle colonne de Il Golfo del 17 giugno 2009 dovesse rispondere a verità. La signora Di Scala, infatti, ha lamentato l’utilizzo politico-clientelare o per finalità censurabili dei finanziamenti regionali. Nel caso dei finanziamenti della Regione Campania concessi per le attività sportive con un “pubblico” bando scadente il 30 aprile 2009, l’avv. Di Scala è andata oltre denunciando a chiare lettere la mancata pubblicità data dall’Amministrazione di Barano d’Ischia all’iniziativa. Alla ripartizione clandestina dei fondi hanno così potuto partecipare soltanto associazioni sportive molto vicine all’Amministrazione comunale come documentato da Il Golfo; con la Deliberazione Giunta Regionale n.27 del 11 gennaio 2008 s’individuavano gli obiettivi operativi del P.O. FSE 2007-2013 e, per quel che attiene al presente atto ispettivo, uno specifico obiettivo finalizzato “alle azioni per l’inserimento sociale e lavorativo di soggetti in condizioni di svantaggio occupazionale” e consequenzialmente l’Avviso Pubblico era destinato ad associazioni, fondazioni, istituti scolastici e persone diversamente abili; Interroga pertanto Il Presidente della Giunta Regionale e l’Assessore al Lavoro per conoscere se i rilievi mossi dall’avvocato Maria Di Scala all’Amministrazione di Barano d’Ischia, riguardanti la scarsa pubblicità data al bando e la concessione dei fondi in difformità degli obiettivi fissati negli atti ufficiali della Regione e riportati dalla stampa locale rispondano a verità. Nel qual caso, l’interrogante chiede di conoscere quale sia stato il giudizio espresso dall’apposito Nucleo di Valutazione – individuato col decreto dirigenziale n.12 del 26 gennaio 2009, BURC n.18 del 16 marzo 2009 – circa i progetti presentati dall’Unione Bocciofila di Buonopane, dal Circolo Sportivo Culturale del Dragone, dall’Associazione sportiva Norris, dall’Associazione Ciclistica

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Barano d’Ischia, alla quale tra gli altri pare che siano affiliati sindaco, vicesindaco e assessore all’edilizia del Comune di Barano, e dall’A.S. Barano Calcio.

RRII SSPPOOSSTTAA

Consiglio Regionale della Campania Settore Segreteria Generale Servizio Organi Consiliari

Prot. SETSG 2009.0001550/P DeI 07/08/2009 12.46.23

Al Consigliere regionale Pietro Diodato

SEDE

Oggetto: risposta interrogazione reg. gen. n.1301/1 – - “Barano d’Ischia - Finanziamenti per attività sportive” – Si trasmette, per opportuna conoscenza, la risposta dell’Assessore regionale competente relativa all’ oggetto.

Napoli, 7 agosto 2009

Il Dirigente avv. Magda Fabbrocini

Giunta Regionale della Campania L’ Assessore

Poliliche Sociali. Politiche Giovanili, Pari opportunità. immigrazione ed Emigrazione, Sport

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Presidente Consiglio Regionale

On. Alessandrina Lonardo

Coordinatore dell’AGC 01 Gabinetto della Presidenza

Dr. Antonio Massimo

Oggetto: interrogazione a firma del Consigliere Regionale Pietro Diodato concernente: “Barano d’Ischia — finanziamenti per attività sportive” - RG. n.1301 Si trasmette, in risposta all’interrogazione del Consigliere Regionale Pietro Diodato concernente: “Barano d’Ischia — finanziamentì per attività sportive” - R.G. itl 301- la nota prot. 707112 del 4 agosto 2009 a firma del Dirigente del Settore Sport.

Prof. Alfonsina De Felice

Giunta Regionale della Campania A.G.C.

Assistenza Sociale, Attività Sociale. Sport, Tempo Libero e Spettacolo

Settore Sport, Tempo libero e Spettacolo Il Dirigente

Prof.ssa Alfonsina De Felice ASSESSORE REGIONALE ALLE

POLITICHE SOCIALI E ALLO SPORT Via Nuova Marina, i 9/C

Prot. 2009. 0107112 del 04/08/2009 Dott. Antonio Oddati

COORDINATORE AGC 18

Napoli

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Interrogazione a firma del Consigliere Regionale Pietro Diodato concernente: “ Barano di Ischia – finanziamenti per attiovità sportive” Reg. Gen.1301

Con riferimento all’interrogazione a firma del Consigliere Regionale Pietro Diodato, concernente “Barano di. Ischia — Finanziameriti per attività sportive”, di cui al Reg. Gen. 1301, si comunica quanto segue e dì diretta competenza del Settore Sport: a) Con Deliberazione n. 562 dcl 27/03/2009 la Giunta Regionale della Campania ha approvato i requisiti di ammissibilità ed i criteri di assegnazione per l’anno 2009 dei contributi per le attività sportive, ai sensi della L.R. n. 42 del 12/12/1979, art. 2, lett. O istanze per “Attività sportive da presentare tramite il Comune” e g) istanze per “Manifestazioni da presentare da parte dclle Associazioni alla Regione Campania”. Tale Deliberazione è stata pubblicata sul BURC n. 22 del 6/04/2009. b) Con successivi Decreti Dirigenziali nn. 272 del 30/03/2009 e 273 del 30/03/2009, pubblicati sul BURC n. 22 del 6/04/2009 sono stati approvati gli avvisi per accedere ai contributi di cui alla legge regionale 42/1979, art. 2, lett. f) e g) per l’anno 2009. Sia i provvedimenti sia gli avvisi sono stati pubblicati contemporaneamente sul portale della Regione Campania per consentire a società sportive, Enti ed Enti Locali di produrre istanza di finanziamento. Con le attività suesposte si completano ogni anno le procedure previste a carico della Regione Campania — Settore Sport, Tempo Libero e Spettacolo.

c) La “mancata pubblicità data dall’Amniinistrazione dì Barano d’Ischia all’iniziativa ”, lamentata. dal Consigliere Regionale Pietro Diodato, non può, a questo punto, evidentemente, riguardare l’attività della Regione Campania, il cui compito si esaurisce nell’adottare i provvedimenti previsti e nel pubblicizzarli secondo i modi di legge.

Si resta a disposizione per qualsiasi ulteriore informazione e collaborazione.

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Gruppo Consiliare

Popolo della Libertà

Il Vice Presidente

Prot.n. 04 /VPres Napoli, 15 settembre 2009 Interrogazione urgente a risposta scritta al Presidente della Giunta Regionale della Campania all’Assessore al Turismo ed alle Attività Produttive, all’Assessore al Bilancio ed alla Programmazione economica della Regione Campania. Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere della Regione Campania, premesso che: il Comune di Ischia propose alla Regione Campania, nell’ambito di attuazione dell’art. 14 della legge 28 febbraio 1986 n. 41, il progetto per la realizzazione di un “Centro Polifunzionale per servizi terziari, centro studi alberghieri, centro congressi, centro attività pubbliche e sportive” da realizzare in via Morgioni; la Regione Campania a seguito di approvazione del predetto progetto e ammissione dello stesso a finanziamento da parte del competente CIPE (delibera del 12.5.1988 pubblicata sulla G.U. n.144 del 21.6.88), deliberò in data 22/11/1988 con atto di Giunta Regionale n. 5282, l’affidamento in concessione al Comune di Ischia delle opere relative al predetto progetto per la realizzazione del Centro polifunzionale per servizi terziari, centro studi alberghieri, centro congressi, centro attività pubbliche e sportive, per una spesa complessiva di lire 25.750.000.000. nella nota del 15.03.04 n. 145/Segr. Sindaco del Comune di Ischia, indirizzata alla Provincia di Napoli in data 15.03.2004, il Sindaco, il Dirigente del Settore Tecnico, arch. Silvano Ariamone, e il Segretario Generale del Comune, Giovanni Amodio, scrivevano che “In merito al costruendo Complesso polifunzionale in questo Comune è confermata la sua destinazione sin dal 1986 a Servizi terziari, Centro Congressi, Centro Studi Alberghieri e Centro Attività Pubbliche e Sportive”. Gli estensori della nota, inoltre rammentavano che “A detto complesso viene attribuita una particolare funzione nell’ambito delle attività connesse alla riqualificazione ed alla promozione del turismo ischitane e delle altre Isole del Golfo, attraverso una gestione a partecipazione pubblico-privata delle stesse per cui il completamento dell’opera è stato inserito tra gli interventi infrastrutturali del progetto Integrato PIT Isole del Golfo – POR CAMPANIA 2000/2006 secondo l’idea forza approvata dalla Regione Campania che vede coinvolti l’amministrazione provinciale di Napoli, come soggetto capofila ed i nove comuni delle isole di Capri, Ischia e Procida”; il sindaco Ferrandino, a capo di una comatosa amministrazione comunale, pare che voglia “risolvere” l’annosa emergenza scolastica e le carenze strutturali del liceo classico Scotti e del liceo scientifico Einstein con la vendita parziale del polifunzionale di Via Morgioni alla Provincia di Napoli per uso scolastico. Tale “semplice soluzione” in realtà, oltre a non risolvere il problema

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delle strutture scolastiche isolane come invece potrebbe la costruzione ex novo di un “Polo liceale dell’isola d’Ischia”, dovrebbe servire a ripianare la montagna di debiti dell’Amministrazione comunale; “La funzione di questo grande e importante complesso - come giustamente hanno sottolineato in un loro documento i consiglieri Davide Conte, Paolo Ferrandino, Giovanni Sorrentino, Sandro Iannotta, Gennaro Scotti e Luigi Mattera - era, e per questo motivo sono stati concessi ed erogati i relativi finanziamenti, la realizzazione di un centro di servizi a sostegno di innovazioni ed eccellenze dell’economia turistica del Comune cioè con lo scopo di essere un autentico “volano di sviluppo” come si disse in atti con lo scopo di qualificare l’offerta turistica del Sistema Ischia, aprire al turismo degli eventi, costituire una nuova possibilità di occupazione per i giovani di Ischia ed agire come leva strumentale e quale moderno attrattore per nuovi mercati e comparti turistici, in specie quelli fieristici e congressuali, onde ricavare nuovo valore aggiunto con riverbero sul circuito del commercio, dei servizi e dell’intero territorio e cioè a favore della comunità ischitana[…]. Dopo aver ribadito che il Centro Polifunzionale deve rimanere di proprietà del Comune di Ischia, i consiglieri comunali del PdL di Ischia hanno chiesto che per l’emergenza scolastica: “vengano individuate soluzioni legittime e praticabili e soprattutto rapidissime per tamponare l’emergenza, ma è necessario avviare un piano organico e strategico per il potenziamento dei licei sull’isola, a partire dal dato infrastrutturale, con soluzioni idonee e razionali che abbiano presenti le necessità e le esigenze degli operatori della scuola e che contemplino un approccio non contingente, ma strategico per la formazione delle nuove generazioni di ischitani”; la costruzione del Centro Polifunzionale di via Morgioni ha avuto inizio nel lontano 1989. Fin da tale epoca, la sua realizzazione ha posto in luce una lunga serie di anomalie che hanno comportato oltre ai “canonici” ritardi nella ultimazione dei lavori, consistenti danni economico-finanziari. Sono, infatti, tuttora pendenti contenziosi con le varie ditte appaltatrice dei lavori; emblematicamente si ricorda la vicenda del secondo appalto concesso alla ditta MAFRA per la realizzazione di una variante progettata dal Comune di Ischia. Con tale progetto, il Comune dava corso alla traslazione di alcuni corpi di fabbrica che secondo il disegno originario si sarebbero sovrapposti all’autolavaggio “ Le ginestre”. Nel corso della realizzazione di tali opere, le ripetute sospensioni dei lavori dettate dall’Ente (la cui legittimità tra l’altro è dubbia), davano origine ad un contenzioso tra il Comune di Ischia e la MAFRA. Quest’ultima pretendeva per i danni patiti la somma di circa €. 1.500.000. A tale proposito, il Comune avviava le procedure per “un bonario componimento” (procedimento consentito dalla legge) riconoscendo alla ditta (che pare aver accettato) l’importo di €. 600.000. Tale procedura, tuttavia, presenterebbe almeno due gravi anomalie:

1. in difformità delle leggi vigenti in materia, il Comune di Ischia ha concesso alla MAFRA un risarcimento di €. 600.000 (adottando delibere di giunta senza peraltro provvedere alla liquidazione) senza il parere vincolante della Commissione Collaudo Tecnica Amministrativa in corso d’opera;

2. il Comune ha negato alla Commissione di Collaudo gli atti - certificato di ultimazione lavori, relazione sul conto finale, stato finale lavori, certificati di pagamento,ecc. - fondamentali all’espressione del parere sui rilievi mossi dalla impresa e all’emissione del Certificato di Collaudo Tecnico Amministrativo;

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la mancanza di quest’ultimo documento impedisce de jure de facto di dar luogo al pagamento dei lavori alla ditta esecutrice e al Comune di utilizzare il manufatto (salvo poi adottare procedure “fantasiose”) giacchè l’iter amministrativo non può considerarsi concluso. Ciò avverrà, infatti, solo in seguito all’emissione del certificato di collaudo tecnico amministativo che dovrà essere redatto dall’apposita commissione nominata dalla Regione Campania. A questo va aggiunto che fino a quando la Commissione Tecnica Amministrativa in corso d’opera non avrà formulato il parere tecnico-amministrativo sui lavori eseguiti e sulle procedure amministrative adottate, la struttura non potrà in nessun caso essere oggetto di una nuova destinazione funzionale; La disciplina urbanistica prevede che per la realizzazione dell’opera è necessario il parere della Commissione Edilizia Integrata e del successivo nulla osta della Soprintendenza […]. Allo stato non si è a conoscenza della esistenza di tali titoli né per quanto riguarda il progetto originario, né per le varianti in corso d’opera adottate; per un eventuale atto di vendita è quindi indispensabile che il Comune di Ischia emetta il certificato di legittimità urbanistica dell’immobile riferito all’attuale consistenza plano-volumetrica. E’ ovvio che la mancanza di tale documento renderebbe improponibile qualsiasi ipotesi di alienazione; per maggiore chiarezza l’interrogante riassume sinteticamente:

1) Il Centro Polifunzionale di Via Morioni benché ultimato non ha ancora ricevuto il certificato di collaudo tenico-amministrativo, pertanto, l’iter procedurale tra Regione Campania ed Ente comunale non è concluso e la liquidazione dei lavori alla ditta esecutrice non potrà avvenire. Il manufatto per quanto evidenziato, non potrà essere utilizzato, nè potrà essere oggetto di ulteriori interventi strutturali prima dell’intervento di controllo della commissione di collaudo, la quale, nella fase degli accertamenti tecnici-amministrativi, ove lo ritenesse opportuno, potrebbe persino ordinare sondaggi e prove sui materiali adottati;

2) Per l’eventuale atto di vendita è necessario accertarsi della legittimità urbanistica dell’opera (il Comune deve rilasciare l’attestato di legittimita’ urbanistica). La mancanza di tale attestato determina, infatti, la nullità dell’atto di vendita.

3) Allo stato esisterebbero una serie di contenziosi con le ditte appaltatrici che si sono avvicendate alla realizzazione dell’opera per danni patiti a causa di presunte anomalie nel corso dei lavori.

Interroga, pertanto, il Presidente della Giunta Regionale della Campania, l’Assessore al Turismo ed alle Attività produttive, l’Assessore al Bilancio ed alla Programmazione economica per conoscere:

1. se la parziale alienazione del Centro polifunzionale di Ischia Porto a favore della Provincia di Napoli e la conseguente modifica della sua destinazione d’uso siano realmente possibili in considerazione che l’intera economia turistica isolana verrebbe privata di un validissimo strumento di promozione, di valorizzazione realizzato con specifici fondi regionali e della Comunità europea;

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2. quale Ente sia l’effettivo proprietario del bene definito come Centro polifunzionale, meglio specificato in premessa nel territorio del Comune di Ischia, alla Via Morgioni;

3. se la Regione abbia assentito con atti e note, delibere e documenti e/o variazioni urbanistiche e/o cambi della destinazione di uso del Centro Polifunzionale de quo;

4. il nominativo del responsabile del procedimento in seno all’Ente Regione Campania per l’intera pratica del Centro Polifunzionale e per il controllo e la vigilanza della regolarità amministrativa e contabile, civile e tecnica;

5. se siano a conoscenza dell’ingente valore dell’opera e della operazione di una alienazione di parte del Complesso, che suscita ulteriori dubbi sulla rapidità e la finalità della cessione del bene;

6. se la Regione Campania intenda rendersi parte responsabile del cambio della destinazione di uso dopo un trentennio di iter procedurale finalizzato ad altri obiettivi di cui ai finanziamenti FIO e POR anche in relazione ai PIT 2000/2006;

7. se il Comune di Ischia sia titolato a poter disporre ed alienare il Centro Polifunzionale di cui trattasi;

8. se la Regione intenda avviare una indagine amministrativa sullo stato attuale dell’opera e su eventuali responsabilità per eventuali danni derivanti da deperimento di opere e servizi del Centro;

9. se sia stato redatto testimoniale di stato;

10. se l’opera abbia ricevuto tutti i collaudi e le documentazioni compresa la consegna e il collaudo finale dell’opera e sia in regola con le leggi urbanistiche;

11. se risponda al vero che il sindaco del Comune di Ischia in passato sia stato in qualche modo tra i protagonisti nella procedura di realizzazione o di consulenza per questa opera e se risulti al vero che sia stato anche citato in giudizio per motivi professionali relativi a tale opera.

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Il Vice Presidente

Prot.n. 65 /VPres Napoli, 06 novembre 2009 Interrogazione a risposta scritta all’Assessore ai Trasporti e all’Assessore all’Ambiente della Regione Campania Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere della Regione Campania, premesso che: Nel corso dei suoi interventi in aula ed attraverso documentati atti ispettivi, ha più volte posto in risalto la discutibile gestione Gesac, assolutamente inadeguata a governare le problematiche dell’aeroporto di Capodichino. La casistica, già di per sè consistente, si arricchisce purtroppo, giorno dopo giorno, di nuovi ed incredibili episodi di mala gestione; per inadempienze della Gesac – mancata produzione degli atti richiesti dal caso – nonostante che i lavori per la riqualificazione e ampliamento della pista Assistenza al Volo Luminosa siano stati conclusi da tempo, le varianti riferite a varie fasi lavorative devono ancora ottenere, a distanza di un anno, la necessaria approvazione; molto probabilmente l’allungamento a 900 m dell’ASL 24 sarà stralciato dal progetto con il risultato di vanificare la realizzazione delle stop bars e luci asse pista in quanto, ai sensi del DOC 41/23100/M3 della Direzione Generale Aviazione Civile, l’attuale minima di decollo (700 RVR) continuerebbe ad essere fondamentalmente legata alla minima di atterraggio (700 RVR), con nessun vantaggio, appunto, di aver installato stop bars ad ogni raccordo. A rendere maggiormente critica la situazione concorre il fatto che la Gesac non avendo stipulata alcuna convenzione con l’Enav, si rischia di non poter utilizzare gli impianti AVL realizzati, a meno di eventuali direttive che dovrebbero scaturire da accordi di vertice tra Enav ed Enac, fino a questo momento neppure in itinere. Tra l’altro, l’Enac, dal 19.12.2007, è in attesa del verbale di ultimazione lavori per poter procedere alla verifica della agibilità della pista; la stazione carburanti della Società Aeroservice è un altro esempio della sciatta ed arrogante gestione della Gesac dello scalo aereo di Capodichino. Non si conosce se il progetto di tale opera abbia mai ricevuta l’approvazione dall’Enac, con certezza però è noto l’esito sfavorevole del collaudo operato in data 23.10.2008 dalla preposta Commissione regionale. In tale importante occasione, la Gesac non era presente. In definitiva, dopo anni di speranze e di attese, nulla è cambiato in quanto gli aerei dell’A.G. continuano ad essere riforniti di carburante nei pressi dell’impianto Aeroservice alla stregua di una stazione di servizio per autoveicoli; è sconcertante constatare la scarsa attenzione che la Gesac dedica alla qualità dei servizi ed alla priorità di assicurare una efficace evacuazione del terminal in caso di emergenza. Nonostante i numerosi interventi di miglioramento della ricettività del terminal, nel corso dell’estate appena trascorsa, troppo spesso agli imbarchi, per evidenti problemi di gestione, si sono determinate lunghe ed inaccettabili code. Affollamenti che dimostrano il basso livello di attenzione che la Gesac pone alla sicurezza dello scalo aereo napoletano. A dimostrazione di ciò basta ricordare la superficialità

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con cui è stata organizzata l’ultima esercitazione di evacuazione terminal dall’esito quasi ridicolo e di cui, peraltro, non è stato prodotto alcun resoconto ufficiale e la segnaletica approssimativa che indirizza in modo impreciso i passeggeri, sia all’interno che all’esterno del terminal, determinando inutili e fastidiosi assembramenti; ai sensi dell’art. 2 – comma 1 – D.P.R. 11.12.1997, n. 496, il direttore dell’aeroporto Enac D.A. emette verbali di accertamento e contestazione nei confronti delle Compagnie aeree che non sui attengono alle procedure “antirumore” in vigore, su semplice segnalazione della Società di gestione (Gesac) che provvede ai dati di monitoraggio secondo quanto prescritto al comma 2 del medesimo art. 2. Tali verbali riportano, quale unica prova della violazione, un grafico che riproduce la deviazione dalla corretta traiettoria degli aeromobili, fornito dalla Gesac sulla base dei tracciati radar prodotti dall’Enav, senza che l’Enac si sia espressa sull’attendibilità di questo sistema. Questo stato di fatto ha prodotto centinaia di sanzioni non pagate in attesa che la struttura specifica dell’Enac – Direzione Regionale – emetta ordinanza di ingiunzione e di archiviazione secondo quanto previsto dalla circolare APT – 26 dell’Enac. L’incertezza amministrativa produce per l’Autorità di controllo aereo almeno tre effetti indesiderati: il danno economico diretto, l’indebitamento con il Comune di Napoli cui sono destinati a norma di legge parte degli introiti e la perdita dell’effetto deterrente. Per quanto fin qui in premessa, lo scrivente interroga l’Assessore ai Trasporti e l’Assessore all’Ambiente per conoscere:

1. se l’ARPAC effettui regolari e continue verifiche sull’efficienza dei sistemi di monitoraggio del rumore, secondo il comma 5 – art. 2 del D.P.R. 496/97;

2. quali interventi s’intendano adottare per verificare e garantire il rispetto degli

standard di legge previsti per la sicurezza degli Aeroporti;

3. quali iniziative intendano assumere nei confronti del management della Gesac

per la palese inadeguata gestione aeroportuale a discapito della sicurezza delle infrastrutture in concessione e del livello di servizio reso all’utenza;

4. se, in riferimento alla riqualificazione pista ed ampliamento Aiuti Visivi

Luminosi (AVL), rientrante nel finanziamento PON Trasporti 2000/2006 – Scheda 005 allegata alla Convenzione del 31 luglio 2003 tra Enac e Gesac S.p.A. – importo 5 milioni di euro circa – la mancata attuazione dell’impianto ALS regolamentare (900 m.) vanifichi in qualche modo l’investimento per la parte AVL, al momento completamente inattivi malgrado le opere siano di fatto completate.

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Il Vice Presidente

Prot.n. 70 /VPres Napoli, 16 novembre 2009 Interrogazione urgente a risposta scritta al Presidente della Giunta e all’Assessore all’Ambiente della Regione Campania Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere della Regione Campania, premesso che: a Casamicciola Terme dopo la tempesta non sembra essere tornata la quiete. Sui luoghi, infatti, dove più violenta si è abbattuta la furia degli elementi naturali scatenata dal criminale sfruttamento del territorio, si percepisce la mancanza di un coordinamento unico per il ripristino della normalità. Moltissimi cittadini, nonostante le promesse sono rimasti soli a fronteggiare gli effetti disastrosi dell’alluvione, mentre quelli pronti a rimuovere gli ostacoli portati a valle dal fiume di fango restano senza direttive. A rendere maggiormente palpitante tale “ammuina” concorrono i burosauri. Grazie ai rigidi schemi di una burocrazia non sempre in sintonia con le necessità di fornire tutto l’aiuto possibile ed in tempi rapidi ad una popolazione sofferente, accade che i fanghi venuti giù dalla montagna non possano essere dispersi in mare, come naturalmente accade lungo tutta la costa, ma debbano, invece, essere caricati su speciali camion e portati al depuratore di Cuma la cui efficienza è stata verificata nel corso dell’ultima stagione estiva. Tale procedura, inoltre, è chiaramente lenta e costosa, ma si rende necessaria pena la perdita dei fondi che lo Stato e la Regione Campania porrà prima o poi a disposizione dell’Amministrazione locale per l’indennizzo dei danni subiti dai cittadini di Casamicciola; da tale obbligo, come quasi sempre accade in questi frangenti, c’è sempre chi cerca di trarne dei vantaggi più o meno leciti. Sembrerebbe, infatti, che sia già nato il cartello del trasporto in discarica. La stampa locale - Ischia blog del 14 novembre – ha denunciato di aver visto scaricare, nella discarica d’emergenza allestita alle spalle dell’edificio del Pio Monte della Misericordia, una serie di camion semi vuoti: ma ogni viaggio, carico o vuoto che sia, viene contabilizzato e pagato!; la presenza nei luoghi maggiormente interessati dal disastro di operatori contraddistinti da divise immacolate nonostante la marea di fango da spalare e dei mezzi per il movimento terra, tutti di proprietà di ditte private lasciano supporre che tutte le prestazioni dovranno essere pagate con il pubblico denaro; l’intervento dell’Esercito, pur promesso, non si è assolutamente materializzato così come eterea è stata la presenza della Protezione Civile. Tali incomprensibili carenze generano lo sconforto tra gli encomiabili volontari che da giorni continuano a spalare gratuitamente tonnellate di fango e a rimuovere la marea di detriti senza che nessuno organizzi in qualche modo il lavoro da fare. Delittuoso appare, infatti, che non si sia provveduto contestualmente a riportare nelle condizioni di

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efficienza tutte le strutture economiche della cittadina in grado di produrre reddito ed occupazione come le antichissime Terme Belliazzi e l’albergo Il Nespolo duramente danneggiate. Per quanto in premessa, il sottoscritto interroga il Presidente della Giunta e l’Assessore all’Ambiente della Regione Campania per conoscere:

1. in base a quali esami l’Arpac abbia stabilito la tossicità dei fanghi al punto da proibirne la dispersione in mare ed imporre il trasporto al depuratore di Cuma;

2. quali elementi inquinanti si ritrovano, secondo l’Arpac, nei fanghi di Casamicciola e

se il depuratore di Cuma sia strutturato per bonificarli;

3. quali iniziative s’intendano assumere affinché la sconcertante disorganizzazione che tuttora può essere osservata nei luoghi del disastro sia ricondotta nell’alveo dei protocolli per l’emergenza previsti nel caso delle inondazioni;

4. quali provvedimenti intendano assumere per stroncare sul nascere ogni tentativo

d’illecito arricchimento a danno della popolazione di Casamicciola Terme e della finanza pubblica;

5. quali motivi hanno impedito il rapido recupero delle strutture economiche e quali

provvidenze sono state predisposte per rimetterle nelle condizioni di preservare i livelli occupazionali e produrre redditi.

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Il Vice Presidente

Prot.n. 79 /VPres Napoli, 24 Novembre 2009 INTERROGAZIONE URGENTE A RISPOSTA SCRITTA AL PRESIDENTE DELLA GIUNTA, ALL’ASSESSORE AI TRASPORTI E ALL’ASSESSORE AL LAVORO DELLA REGIONE CAMPANIA. Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere della Regione Campania, premesso che: La palazzina sita nell’ambito territoriale dell’aeroporto di Capodichino, identificata con la sigla P.G. 92, congiuntamente agli altri edifici dell’Amministrazione Difesa, rappresenta la memoria storica di quella che nel 1925 – anno della posa della prima pietra – per il Governo dell’epoca, doveva essere la prestigiosa sede dell’Accademia Aeronautica; tale testimonianza, proprio per la sua valenza storica, è tutelata dal D.L. 22 gennaio 2004, n. 42 per quanto concerne la sua conservazione grazie a specifici adempimenti costruttivi finalizzati a conservarne la tipologia costruttiva originaria; questo storico edificio, ricadente in zona militare, defilato rispetto all’Aerostazione e privo dei requisiti antisismici richiesti per le aree ad alta sismicità come Napoli, incredibilmente è stato individuato dalla società di gestione Gesac quale sede degli uffici Enac della Direzione di Aeroporto di Napoli Capodichino in luogo dell’attuale, edificio di moderna costruzione e conforme ai parametri antisismici previsti dalla legge del 2 febbraio 1974, n. 64; la decisione di trasferire gli uffici Enac della Direzione di Aeroporto di Napoli Capodichino sembra rispondere più che al miglioramento della qualità, già di per sé elevata, delle funzioni di vigilanza assegnate all’Ente dal Codice della Navigazione, alle strategie commerciali, tra l’altro non sempre comprensibili, tracciate dai vertici della Gesac per l’aerostazione di Capodichino; la delocalizzazione dell’Enac con l’allontanamento degli uffici dello scalo napoletano dal “cuore” delle attività aeroportuali mal si coniuga con le esigenze derivanti dai compiti d’istituto dell’Ente ed incide in termini negativi sull’organizzazione del lavoro, sul bilancio dell’Ente, sui lavoratori - sia per gli aspetti legati alla sicurezza, sia per i disagi che tale localizzazione determinerà; l’adeguamento strutturale dell’edificio P.G. 92, voluto dai vertici della Gesac, per il mancato rispetto del vincolo storico, in seguito a denuncia dei sindacati di base portò al sequestro del

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cantiere con l’immediata sospensione dei lavori ordinata dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per Napoli e Provincia; la stessa Soprintendenza dopo aver esaminato il progetto di manutenzione redatto dalla Gesac ai sensi dell’art.21 del D.LVO 22.01.2004, n.42, Parte Seconda Beni Culturali autorizzava l’Ente di Gestione all’intervento a condizione che fossero rispettate alcune prescrizioni. Richieste perentorie ed ineludibili che in realtà per i vertici Gesac hanno avuto lo stesso effetto delle grida di manzoniana memoria. A tutt’oggi, infatti, la Gesac non ha ottemperato ad alcuna delle prescrizioni formulate dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici di Napoli e Provincia, preoccupata evidentemente dall’alto costo che dovrebbe sostenere per la loro realizzazione; Per quanto in premessa, il sottoscritto interroga Il Presidente della Giunta, l’Assessore ai Trasporti, l’Assessore al Lavoro della Regione Campania per conoscere se:

1. la Gesac abbia ripreso i lavori di ristrutturazione del fabbricato nel rispetto delle prescrizioni stabilite dalla Soprintendenza dei Beni architettonici di Napoli;

2. siano fondate le motivazioni che hanno indotto i vertici della Gesac a

trasferire gli uffici Enac della Direzione di Aeroporto di Napoli Capodichino da una struttura moderna all’edificio ex P.G. 92;

3. siano state effettuate, in vista della nuova destinazione d’uso, le dovute

valutazioni di sicurezza dell’edificio ex P.G. 92 secondo le norme tecniche di costruzione contemplate dal D.M. 14 gennaio 2008;

4. la nuova localizzazione degli uffici Enac della Direzione di Aeroporto di

Napoli Capodichino sia rispondente ai compiti d’istituto dell’Ente di vigilanza e non arrechi particolari e gratuiti disagi ai lavoratori.

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Il Vice Presidente

Napoli, 10 dicembre 2009 Pt. n. 96/VPres

Al Sottosegretario al Welfare Sen. Pasquale Viespoli

Al Presidente della Giunta

della Regione Campania On. Antonio Bassolino

Al Presidente della Provincia

di Napoli On. Luigi Cesaro

Al Sindaco di Napoli

On. Rosa Russo Jervolino

S E D I

Oggetto: revoca della mobilità ai 42 lavoratori Gesac Capodichino – Alla fine di febbraio del corrente anno, l’Amministratore delegato della Gesac, ing. Mauro Pollio, comunicava alle Rappresentanze sindacali aziendali l’avvio delle procedure di riduzione del personale e messa in mobilità per 42 lavoratori, pari al 17% dell’intero organico resisi esuberanti alle esigenze produttive dell’azienda. A sostegno della sua iniziativa, il Pollio, evocava una presunta vorticosa e repentina caduta del traffico aereo in senso generale, aggravata in particolare dalla crisi dell’Alitalia.

Contro tale insostenibile tesi presentavo agli Assessori regionali competenti una corposa serie di atti ispettivi in cui citavo fatti e dati ufficiali (Assoclearence) che, nei fatti, smentivano autorevolmente quanto sostenuto dall’Amministratore delegato della Gesac. Le ragioni della mia difesa del personale destinato agli ammortizzatori sociali purtroppo, al di là delle rituali e generiche assicurazioni espresse dalle autorità interpellate, non trovarono una adeguata attenzione. In questo deplorevole contesto, i vertici Gesac, con la copertura delle vigenti leggi, con pressioni più o meno lecite sul personale, spinte, in qualche caso, sino al punto di configurarsi come vero e proprio mobbing, espellevano dal mondo del lavoro circa 42 madri e padri di famiglia.

Sembrava un caso chiuso. Uno dei tanti casi di mancata tutela del lavoratore, il quale non

aspira certamente ad essere ammortizzato socialmente, ma ad assicurare alla propria famiglia il pane quotidiano e a realizzarsi con i sacrifici del proprio lavoro.

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Il caso, invece, è stato clamorosamente riaperto dal Direttore generale della Gesac. Nel programma televisivo “Buongiorno regione” del 04.12.2009, la RAI regionale manda in onda un servizio dall’Aeroporto di Capodichino dove l’alto dirigente Gesac ammette con molta enfasi che il traffico passeggeri aeroportuale nel ponte dell’Immacolata ha avuto un forte incremento e tale impennata è destinata a crescere ulteriormente in occasione del Natale.

Inopinatamente il Direttore generale della Gesac ha quindi avvalorato la mia tesi

sconfessando nei fatti le asserzioni addotte dall’ingegner Pollio a sostegno della procedura di licenziamento collettivo – ai sensi dell’ex artt. 4 e 24 Legge 223/91 - avviata in data 26.02.09, per la riduzione di personale per 42 unità su 251 complessivamente in organico, tramite l’Unione degli Industriali di Napoli.

E’ fin troppo evidente che le ragioni del licenziamento per implicita ammissione dello stesso Direttore generale della Gesac non sussistono così come del resto ho sempre sostenuto. Per le stesse ragioni ritengo inoltre inconcepibile che il sofferente bilancio dell’Inps debba essere sottoposto ad ulteriori quanto ingiustificati aggravi.

Mi rivolgo quindi alle Vostre autorità, per le attribuzioni che Vi derivano dall’essere

proprietari di una considerevole quota del pacchetto azionario della Gesac affinché i vertici dell’azienda di Capodichino avviino le procedure per l’immediato reintegro di tutti i lavoratori licenziati di fatto con il ricorso alla Cassa Integrazione ed alla Mobilità e per invitare il Ministro del lavoro a sospendere la concessione alla Gesac dei benefici di legge

Per quel che invece mi riguarda personalmente, alla luce di quanto finora descritto, ritengo

che la Corte dei Conti e la Procura della Repubblica di Napoli non possano più rimanere inattive rispetto alla gestione “creativa” dell’ingegner Pollio e dei suoi collaboratori più prossimi. Pertanto, per la correttezza che mi contraddistingue, Vi annuncio che inoltrerò alla Corte dei Conti ed alla Procura della Repubblica di Napoli una documentata denuncia dei fatti fin qui richiamati.

Cordialmente. On. Pietro Diodato

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Tutela del diritto alla mobilità

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Napoli, 20 novembre 2007 Prot. n.261 INTERROGAZIONE URGENTE A RISPOSTA SCRITTA AL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE DELLA CAMPANIA . Il sottoscritto Pietro Diodato Consigliere Regionale del Gruppo di Alleanza Nazionale PREMESSO che: la Metrocampania NordEst è una srl operante nel settore trasporti la cui quota di partecipazione da parte della Regione Campania è pari al 100%, vedi DGRC n° 6230 del 23.11.01; il rapporto in essere con la Regione Campania si riferisce alla esistenza di contratti di servizio per trasporti in ferro e gomma nonché alla concessione triennale per utilizzo infrastrutture; in quanto società partecipata essa dovrebbe ancor di più garantire, oltre a livelli di servizio adeguati ed alla trasparenza di gestione, anche professionalità e competenza nella gestione del personale da parte degli uffici preposti; giungono invece allo scrivente numerose proteste da parte di dipendenti di Metrocampania NordEst in relazione all’attività ed all’operato di alcuni uffici che sarebbero deputati a dirigere e ad organizzare le risorse umane in essa impiegate ; tale stato di diffuso malcontento riguarderebbe, in particolare, la direzione risorse umane che negli ultimi tempi si sarebbe dedicata con troppa disinvoltura ad invii di lettere di contestazione, punizioni, sospensioni dal servizio di dipendenti che, invece, risulterebbero in molti casi totalmente estranei ai fatti contestati; tutto ciò, unito alle note difficoltà in cui versa l’azienda, e di cui, peraltro, lo scrivente già in passato ha avuto modo di evidenziare, rende sempre più necessario un rapido intervento da parte degli uffici regionali anche al fine di garantire maggiore trasparenza a disposizioni aziendali che, sicuramente, sono dovute ad imperizia da parte della dirigenza di alcuni uffici della Metrocampania NordEst e non da ragioni discriminatorie che presenterebbero inevitabilmente elementi facilmente riconducibili ad una attività di mobbing aziendale;

INTERROGA Il Presidente della Regione Campania, l’Assessore ai Trasporti della Regione Campania, il Presidente della IV Commissione Trasporti della Regione Campania:

1. Quale sia l’organigramma completo dei dirigenti di Mertrocampania NordEst fornendo, oltre alle documentazioni relative allo stato di servizio, di carriera e le modalità di assunzione, i curricula professionali di ognuno di essi.

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2. Quale sia il numero effettivo di contestazioni, punizioni, sospensioni effettuate ad oggi dalla Direzione Risorse Umane e quali gli esiti finali delle stesse.

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Napoli, 20 novembre 2007 Prot. n. 258 INTERROGAZIONE URGENTE A RISPOSTA SCRITTA AL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE DELLA CAMPANIA. Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere regionale della Campania di Alleanza Nazionale Premesso che: con la stessa enfasi con cui sono state annunciate alla Storia le più grandi imprese, Ennio Cascetta, vulcanico assessore ai trasporti ed alle infrastrutture della Regione Campania, ha comunicato “urbi et orbi” che il suo dinamico assessorato ha speso “2,8 miliardi di euro in sette anni per 43 chilometri di nuova linea ferroviaria, ci sono 40 cantieri aperti in tutta la Regione e nei prossimi anni costruiremo altri 60 chilometri di nuova linea per un investimento complessivo di 4,8 miliardi di euro”. L’ Assessore tra l’altro ha reso noto che dopo circa vent’anni, impiegando la cifra di 198,2 milioni di euro concessi dall’UE, sulle strade ferrate “minori” vedremo sfrecciare 47 nuovi treni. Il primo di tali elettrotreni, costruito da Ansaldobreda e Firema, comincerà le prove tecniche nel prossimo gennaio – salvo imprevisti - sulle tratte della Circumvesuviana; l’interrogante, oltre alle apologetiche veline dell’assessorato, è venuto in possesso di un documento redatto con ogni probabilità dalla Segreteria provinciale della FAISA-CONF.A.I.L. che rappresenta fatti e circostanze a dir poco inquietanti e che la dicono lunga sul grado di sicurezza offerto agli utenti ed agli stessi lavoratori dalla Direzione della Circumvesuviana; secondo i lavoratori del sindacato citato, la pioggia di finanziamenti caduta sulla ferrovia dopo i gravissimi incidenti del 31 agosto 1978 (7 feriti gravi tra cui tre dipendenti dell’azienda di trasporto), dell’undici luglio (14 morti e 80 feriti) e del 12 dicembre 1979 (184 feriti), del 10 febbraio 1980 (cinque morti) per adeguarne gli standard di sicurezza, non ha prodotto alcun sostanziale miglioramento di essi; rispetto al passato, tuttavia, qualcosa sembra essere mutato: il rapporto tra direzione aziendale e mass media. L’aver fatto passare sotto silenzio l’incidente ferroviario di Pollena del 26 gennaio 2006 e quelli del 6 e 7 novembre 2007 , sempre secondo il documento sindacale, dimostrerebbe in maniera inequivocabile una sorta di scellerato patto non scritto tra i vertici dell’azienda e la stampa locale per tenere sotto silenzio o minimizzare il ripetersi degli incidenti dovuti sostanzialmente alla vetustà degli elettrotreni ed alla insufficienza degli addetti alla manutenzione del materiale rotabile; l’entrata in servizio dei nuovi 26 ETR della Circumvesuviana che dovrebbe rappresentare – secondo l’assessorato ai trasporti – una piccola rivoluzione per la Campania, non è stata ancora ben definita. Al di là di una prima prova tecnica, non ci è dato conoscere quando e con quali modalità i moderni elettrotreni andranno a colmare le inconcepibili ed intollerabili carenze in termini di vettori e sicurezza per utenti e personale viaggiante della ferrovia. Interroga pertanto il Presidente della Giunta Regionale della Campania per conoscere:

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• quali iniziative intenda assumere la direzione aziendale della Circumvesuviana per garantire gli standard richiesti dalle leggi vigenti in materia di sicurezza;

• il perché, quantunque la pianta organica presenti ampi varchi, l’azienda non preveda la

copertura dei posti vacanti (2410 lavoratori vs le 2515 unità stabilite per la pianta organica) con regolari concorsi per titoli ed esami;

• le ragioni della mancata apertura della procedura di raffreddamento per gli incidenti

accaduti il 6 e 7 novembre c.a. così come inutilmente richiesto alla direzione della Circumvesuviana dai lavoratori della FAISA-CONF.A.I.L. con fax n° 101/SP/07 del 7 novembre 2007.

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Napoli, 23 gennaio 2008 Prot. n. 7 INTERROGAZIONE URGENTE A RISPOSTA SCRITTA AL PRESIDENTE DELLA GIUNTA, ALL’ASSESSORE AI TRASPORTI ED AL PRESIDENTE DELLA IV COMMISSIONE CONSILIARE DELLA REGIONE CAMPANIA. Il sottoscritto Pietro Diodato consigliere regionale della Campania di Alleanza Nazionale,

PREMESSO che:

la Metrocampania nordest è una srl operante nel settore trasporti la cui quota di partecipazione da parte della Regione Campania è pari al 100% vedi DGRC n° 6230 del 23.11.01; il rapporto in essere con la Regione Campania si riferisce alla esigenza di contratti di servizio per trasporti in ferro e gomma nonché alla concessione triennale per utilizzo infrastrutture; già in data 12.12.06 PROT. R.G. n° 455 lo scrivente ha prodotto una interrogazione urgente al fine di conoscere le ragioni di attività di dubbia trasparenza in seno a Metrocampania nordest con particolare riferimento ad assunzioni “Parentelari”; a tutt’oggi, ed è intercorso più di un anno, non si sono avuti riscontri di alcun genere anzi, negli ultimi giorni, si è appreso di ulteriori 22 (ventidue) assunzioni a tempo indeterminato con decorrenza 02/01/08 seguendo, ovviamente, sempre il consolidato criterio padre/figlio; diventa a questo punto inaccettabile l’atteggiamento sia dei quadri dirigenziali di Metrocampania nordest, i quali continuano ad operare in maniera deliberatamente oligarchica violando con imbarazzante sistematicità i principi giuridici che tutelano il diritto alle pari opportunità , sia da parte degli organi di indirizzo e di controllo regionali i quali in una situazione così palesemente grave si guardano bene dall’attivare procedure di ispezione e di verifica quanto meno atte a dare risposte alle denunce dello scrivente

INTERROGA

Il Presidente della Giunta regionale, l’Assessore ai trasporti della Regione Campania ed il Presidente della IV Commissione per conoscere:

1) Quali siano i motivi ostativi che non hanno consentito allo scrivente, a distanza di più di un

anno, di ricevere idonei elementi documentali in merito ai quesiti posti con l’interrogazione citata in premessa;

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2) Se siano a conoscenza delle ulteriori 22 (ventidue) assunzioni effettuate in Metrocampania

nordest nel mese in corso; 3) Se, come peraltro previsto dalle vigenti normative in materia, sia stato espletato regolare

avviso pubblico per tali assunzioni e, nel caso, quale sia il bando di riferimento e le relative graduatorie di merito;

4) Quali siano le procedure d’urgenza che si intendano attivare affinché si possa fare chiarezza in tempi rapidi e soprattutto si possa rendere consultabile dati e documenti che ad oggi sembrano essere troppo “ scottanti” per essere resi pubblici, motivo questo che potrebbe costringere lo scrivente, in mancanza reiterata di riscontri, a rivolgersi ad altre e più opportune sedi.

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Napoli, 13 marzo 2008 Prot. n. 40 Interrogazione urgente a risposta scritta al Presidente della Giunta Regionale all’ Assessore ai Trasporti ed al Presidente della IV Commissione Consiliare. Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere della Regione Campania di Alleanza Nazionale

Premesso che: negli ultimi tempi si verificano con frequenza sempre più costante disservizi presso la rete della Circumvesuviana di Napoli causa i numerosi guasti che spesso sono provocati dalla inidoneità del materiale rotabile; uno dei tanti guasti è stato di recente causa di un deragliamento nella stazione di Santa Maria del Pozzo della linea Napoli-Sorrento e solo per una casualità fortunata non si sono verificate conseguenze disastrose; l’inadeguatezza dei mezzi messi a disposizione del personale della Circumvesuviana comportano uno stato di scarsa sicurezza sia per i lavoratori stessi sia per i viaggiatori che si trovano a pagare per un servizio che in effetti risulta essere molto rischioso per la propria incolumità dal momento che spesso si trovano a dover viaggiare in vetture con vetri lesionati, sediolini quasi divelti, in condizioni pessime di pulizia; in considerazione di tutto quanto già esposto e dei continui scioperi proclamati ormai con sistematica frequenza senza però permettere che si trovino soluzioni e si assumano determinazioni idonee a rendere “normale” il servizio sulla rete di pertinenza della Circumvesuviana , si evidenzia il totale stato d’insicurezza dell’intero esercizio ferroviario e la instabilità del servizio che finisce per produrre effetti a dir poco devastanti sotto il profilo anche economico per l’Ente Regionale; Interroga, pertanto, il Presidente della Giunta Regionale della Campania, l’Assessore ai Trasporti della Regione Campania ed il Presidente della IV Commissione Consiliare per conoscere:

• Se non ritengano opportuno attivarsi in tempi rapidissimi al fine di verificare l’effettivo stato di degrado in cui versano i mezzi che costituiscono il materiale rotabile sulla rete della Circumvesuviana.

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• Quali siano le soluzioni adottate, a fronte dei ripetuti scioperi da parte del personale della Circumvesuviana, da parte della Dirigenza della Circumvesuviana, dell’EAV e degli organi competenti in seno alla Regione Campania.

• Relativamente alla sicurezza sul lavoro, quali siano le disposizioni adottate in materia e se

sia il caso di verificare eventuali quanto probabili violazioni.

• Quali siano le cause che hanno portato alla assoluta carenza di manutenzione ordinaria e straordinaria, dal momento che sembra sempre più evidente l’attenzione rivolta a leggendarie “inaugurazioni” di reti ferroviarie, laddove invece bisognerebbe assicurare l’adeguamento dei regolamenti aziendali, che risalgono ormai a troppi anni addietro, alle più recenti regolamentazioni legislative in materia di sicurezza e di prevenzione, di pulizia ed igiene del materiale rotabile, della manutenzione dei mezzi che oltretutto risultano essere troppo vecchi e tecnicamente e tecnologicamente obsoleti.

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Napoli, 16 maggio 2008 Prot. n. 82 INTERROGAZIONE URGENTE A RISPOSTA SCRITTA AL PRESIDENTE DELLA REGIONE CAMPANIA, ALL’ASSESSORE AI TRASPORTI E AL PRESIDENTE DELLA IV^ COMMISSIONE CONSILIARE DELLA REGIONE CAMPANIA. Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere di Alleanza Nazionale della Regione Campania

Premesso che: dopo un’accesa fase di dibattito e conseguente mobilitazione popolare, in data 29.06.2006 e in seguito ai tagli delle corse CAREMAR effettuate dalla società capofila Tirrenia nell’anno 2006 si tenne una seduta del Consiglio Regionale concernente i trasporti marittimi nel golfo di Napoli;

durante tale seduta, dopo varie mediazioni e compromessi, i capigruppo del Consiglio Regionale, all’unanimità, evidenziarono la necessità di attivare un tavolo di concertazione per anticipare i tempi di realizzazione della Società Regionale Marittima dando mandato in tal senso alla Giunta Regionale che, con delibera n°921 del 6 luglio 2006, affidava lo studio di fattibilità di detta società all’ACAM da concludersi entro il 31.12.2006;

dopo vari interventi e solleciti, solo il 17 aprile 2007 tale studio fu presentato (con quattro mesi di ritardo) ai rappresentanti dei comuni delle tre isole interessate senza che questi avessero potuto partecipare e incidere sulle conclusioni non essendoci mai stato un tavolo di concertazione come indicato dal Consiglio regionale;

le ipotesi contenute nel piano presentato erano essenzialmente tre, e precisamente:

1. L’affidamento diretto dei servizi marittimi ad una nuova società, cosa peraltro contrastante con la legislazione europea a proposito di convenzioni fra enti pubblici e società di navigazione;

2. Acquisizione del ramo d’azienda (Caremar) nell’immediato da parte della Regione Campania con trasferimento dei diritti e obblighi a carico della Regione compreso la Sovvenzione e Convenzione, quest’ultima in scadenza il 31.12.2008.

3. Assegnazione dei servizi essenziali Caremar ad altre Società dopo una gara internazionale, con l’obbligo di assorbimento della flotta, degli equipaggi e amministrativi, gara a cui potrebbe partecipare anche la nuova società regionale;

a fronte di quanto esposto risulta evidente che, volendo pure considerare le indubbie difficoltà esistenti, sia stata snaturata l’idea iniziale di costituire la Società Marittima Regionale con corse OSP certamente in perdita e corse in libera concorrenza con l’armamento privato certamente remunerative, tale da poter assorbire tutti i servizi relativi al trasporto di merci pericolose (combustibili, rifiuti solidi urbani ecc.) e corse notturne essenzialmente per la movimentazione delle

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merci ed inoltre che conservasse le sovvenzioni Statali e/o Regionali indispensabili al fine di garantire la continuità territoriale e il mantenimento di bassi costi per residenti, lavoratori e studenti pendolari;

dalla data della presentazione del citato piano di studio non si sono avute notizie in merito alle conclusioni della Commissione competente e quindi del Consiglio Regionale malgrado ci siano stati continui solleciti e richieste di informazioni;

nel frattempo è stata effettuata una gara per le cose notturne a cui la Caremar non ha ritenuto di partecipare, per un importo di circa 8 milioni di euro, e che è stata assegnata all’unica società privata che ha presentato offerta mentre la stessa Caremar avrebbe potuto partecipare effettuando le linee fuori convenzione e quindi non soggette ad autorizzazione ministeriale, regime in cui già opera la Tirrenia su alcune tratte tipo Genova-Porto Torres;

tutto quanto esposto finora lascia supporre che i pochi mesi che restano alla scadenza della convenzione serviranno a proseguire il piano di smantellamento e svendita della flotta pubblica con conseguente monopolio dell’armamento privato e che lo studio di fattibilità sia stato lo strumento per arrivare a tale conclusione;

Interroga

il Presidente della Regione Campania, l’Assessore ai Trasporti ed il Presidente della IV commissione Trasporti della Regione Campania per conoscere:

1. Quale sia ad oggi lo stato delle cose in relazione alla creazione della Società Regionale Marittima;

2. Quali siano gli eventuali motivi ostativi che non hanno consentito soluzioni rapide ed efficaci tali da poter rendere meno incerta e soprattutto meno grave una situazione che pare coinvolga centinaia di famiglie;

3. Se sia possibile ricevere tutti gli elementi documentali relativi agli atti che hanno determinato l’arenarsi del progetto iniziale e che hanno apportato specificative quanto inopportune variazioni al progetto “madre”.

4. Cosa si intenda fare in merito anche alla citata convenzione e sovvenzione con la Caremar in scadenza il 31.12.08.

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Napoli, 20 novembre 2007 Prot. n.261 INTERROGAZIONE URGENTE A RISPOSTA SCRITTA AL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE DELLA CAMPANIA . Il sottoscritto Pietro Diodato Consigliere Regionale del Gruppo di Alleanza Nazionale PREMESSO che: la Metrocampania NordEst è una srl operante nel settore trasporti la cui quota di partecipazione da parte della Regione Campania è pari al 100%, vedi DGRC n° 6230 del 23.11.01; il rapporto in essere con la Regione Campania si riferisce alla esistenza di contratti di servizio per trasporti in ferro e gomma nonché alla concessione triennale per utilizzo infrastrutture; in quanto società partecipata essa dovrebbe ancor di più garantire, oltre a livelli di servizio adeguati ed alla trasparenza di gestione, anche professionalità e competenza nella gestione del personale da parte degli uffici preposti; giungono invece allo scrivente numerose proteste da parte di dipendenti di Metrocampania NordEst in relazione all’attività ed all’operato di alcuni uffici che sarebbero deputati a dirigere e ad organizzare le risorse umane in essa impiegate ; tale stato di diffuso malcontento riguarderebbe, in particolare, la direzione risorse umane che negli ultimi tempi si sarebbe dedicata con troppa disinvoltura ad invii di lettere di contestazione, punizioni, sospensioni dal servizio di dipendenti che, invece, risulterebbero in molti casi totalmente estranei ai fatti contestati; tutto ciò, unito alle note difficoltà in cui versa l’azienda, e di cui, peraltro, lo scrivente già in passato ha avuto modo di evidenziare, rende sempre più necessario un rapido intervento da parte degli uffici regionali anche al fine di garantire maggiore trasparenza a disposizioni aziendali che, sicuramente, sono dovute ad imperizia da parte della dirigenza di alcuni uffici della Metrocampania NordEst e non da ragioni discriminatorie che presenterebbero inevitabilmente elementi facilmente riconducibili ad una attività di mobbing aziendale;

INTERROGA

Il Presidente della Regione Campania, l’Assessore ai Trasporti della Regione Campania, il Presidente della IV Commissione Trasporti della Regione Campania:

3. Quale sia l’organigramma completo dei dirigenti di Metrocampania NordEst fornendo, oltre alle documentazioni relative allo stato di servizio, di carriera e le modalità di assunzione, i curricula professionali di ognuno di essi;

4. Quale sia il numero effettivo di contestazioni, punizioni, sospensioni effettuate ad oggi dalla

Direzione Risorse Umane e quali gli esiti finali delle stesse;

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5. Quale sia il numero dei provvedimenti del dirigente dell’ufficio risorse umane che sono poi

stati convertiti in sospensioni dal lavoro da parte della Direzione di Rete e quali accertamenti abbia quest’ultima compiuto prima di pronunciarsi;

6. Quale sia la composizione, oltre al dirigente di cui si chiede curriculum già al punto 1 della

presente, dell’interro ufficio risorse umane con specifica di data di assunzione, stato di servizio ,curriculum, di ognuno dei dipendenti ivi impiegati;

7. Se non ritengano opportuno avviare una serie e concreta verifica dell’operato di alcuni uffici

in seno a Metrocampania NordEst con particolare attenzione all’attività della direzione di rete e della direzione risorse umane approfondendo le reali motivazioni di quanto starebbe accadendo e soprattutto accertando le effettive capacità ed attitudini al ruolo che sono chiamati a ricoprire da partner dei dirigenti di tali uffici che, ad oggi e se fosse confermato quanto finora esposto, risulterebbero quanto meno inadeguati.

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Napoli, 23 gennaio 2008 Prot. n. 7 INTERROGAZIONE URGENTE A RISPOSTA SCRITTA AL PRESIDENTE DELLA GIUNTA, ALL’ASSESSORE AI TRASPORTI ED AL PRESIDENTE DELLA IV COMMISSIONE CONSILIARE DELLA REGIONE CAMPANIA.

Il sottoscritto Pietro Diodato consigliere regionale della Campania di Alleanza Nazionale,

PREMESSO che:

la Metrocampania nordest è una srl operante nel settore trasporti la cui quota di partecipazione da parte della Regione Campania è pari al 100% vedi DGRC n° 6230 del 23.11.01; il rapporto in essere con la Regione Campania si riferisce alla esigenza di contratti di servizio per trasporti in ferro e gomma nonché alla concessione triennale per utilizzo infrastrutture; già in data 12.12.06 PROT. R.G. n° 455 lo scrivente ha prodotto una interrogazione urgente al fine di conoscere le ragioni di attività di dubbia trasparenza in seno a Metrocampania nordest con particolare riferimento ad assunzioni “Parentelari”; a tutt’oggi, ed è intercorso più di un anno, non si sono avuti riscontri di alcun genere anzi, negli ultimi giorni, si è appreso di ulteriori 22 (ventidue) assunzioni a tempo indeterminato con decorrenza 02/01/08 seguendo, ovviamente, sempre il consolidato criterio padre/figlio; diventa a questo punto inaccettabile l’atteggiamento sia dei quadri dirigenziali di Metrocampania nordest, i quali continuano ad operare in maniera deliberatamente oligarchica violando con imbarazzante sistematicità i principi giuridici che tutelano il diritto alle pari opportunità, sia da parte degli organi di indirizzo e di controllo regionali i quali in una situazione così palesemente grave si guardano bene dall’attivare procedure di ispezione e di verifica quanto meno atte a dare risposte alle denunce dello scrivente

INTERROGA

Il Presidente della Giunta regionale, l’Assessore ai trasporti della Regione Campania ed il Presidente della IV Commissione per conoscere:

5) Quali siano i motivi ostativi che non hanno consentito allo scrivente, a distanza di più di un

anno, di ricevere idonei elementi documentali in merito ai quesiti posti con l’interrogazione citata in premessa;

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6) Se siano a conoscenza delle ulteriori 22 (ventidue) assunzioni effettuate in Metrocampania

nordest nel mese in corso; 7) Se, come peraltro previsto dalle vigenti normative in materia, sia stato espletato regolare

avviso pubblico per tali assunzioni e, nel caso, quale sia il bando di riferimento e le relative graduatorie di merito;

8) Quali siano le procedure d’urgenza che si intendano attivare affinché si possa fare chiarezza

in tempi rapidi e soprattutto si possa rendere consultabile dati e documenti che ad oggi sembrano essere troppo “ scottanti” per essere resi pubblici, motivo questo che potrebbe costringere lo scrivente, in mancanza reiterata di riscontri, a rivolgersi ad altre e più opportune sedi.

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Prot. n. 121 Napoli, 20 giugno 2008

INTERROGAZIONE URGENTE A RISPOSTA SCRITTA ALL’ASSES SORE AI TRASPORTI E ALL’ASSESSORE AL PATRIMONIO.

Il sottoscritto consigliere regionale Pietro Diodato, interroga gli assessori ai trasporti ed al patrimonio della regione campania per sapere se risulti fondato quanto appreso da fonti ben informate a proposito di una discutibile gestione del patrimonio immobiliare, nonché di attività della Circumvesuviana srl e cioè : A. L'amministratore unico, Fernando Origo, il cui mandato, dopo l'ultima proroga di 60 gg, scade alla fine di questo mese, abbia dato in concessione a suo figlio ed a prezzo simbolico, la gestione del bar terminal Porta Nolana, ristrutturato con fondi regionali; B. L'ex dormitorio della stazione di ' Pompei Santuario ' ristrutturato anch'esso con fondi pubblici, sia stato trasformato in un bed and breakfast e dato in concessione ad un parente prossimo dell'amm.re unico ; C. La concessione della gestione del parcheggio della stazione di Piano di Sorrento, affidata in modo clientelare, apporti alle casse della società un canone nettamente inferiore a quanto il mercato, ed altre offerte abbiano proposto; D. L'assegnazione degli alloggi di servizio in fase di avanzata ristrutturazione a Piano di Sorrento, Meta, Seiano, Vico Equense, Pompei Villa dei Misteri, stia per avvenire in modo da privilegiare parenti ed amici, piuttosto che i dipendenti monoreddito e con nuclei familiari composti da più figli.

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Prot. n. 162 Napoli, 30 luglio 2008 Assessore ai Trasporti

Della Regione Campania Prof. Ennio Cascetta

SEDE

Cortese professore, la convinzione che le condizioni da terzo mondo – absit iniura verbis – in cui si svolgono i

collegamenti marini per le isole del Golfo di Napoli, siano il prodotto del cartello delle compagnie armatrici private, sta diventando sempre più diffusa e radicata tra le popolazioni isolane.

Rincari tariffari oltremodo penalizzanti per i lavoratori pendolari e per i turisti, lunghissime

ed incivili code alle biglietterie, caos agli imbarchi, natanti sovraccarichi e condizioni di viaggio a prova di crisi di nervi, m’indussero il 27 giugno a presentarle una formale interrogazione – prot. n.128 – con cui le chiedevo, tra l’altro, ragione del ruolo svolto dalla Regione Campania nella riorganizzazione dei servizi di collegamento marittimo tra Napoli e le isole del Golfo.

Inutile ricordarLe che ad oggi non mi è pervenuta nessuna risposta, né mi è dato conoscere

quali iniziative Ella vorrà intraprendere per soddisfare le legittime richieste dei pendolari e degli imprenditori isolani. Nel frattempo l’economia turistica delle comunità dell’Arcipelago Campano continua a subire pesanti ed irreversibili condizionamenti. Per fronteggiare questo profondo disagio che sta assumendo i connotati di una vera e propria catastrofe economica, le istituzioni locali, ed in particolare l’Amministrazione comunale di Ischia, hanno ipotizzato la costituzione di un consorzio tra le isole del Golfo per la gestione della Caremar e del trasporto marittimo con o senza l’intervento della Regione Campania.

Pur comprendendo lo spirito che ha indotto il sindaco di Ischia a formulare tale proposta, ed

esprimendo pertanto la mia piena ed attiva solidarietà agli operatori economici ed ai lavoratori delle isole, non posso esimermi dal rivendicare all’Ente regionale un ruolo da protagonista nella gestione dei trasporti regionali ed, in particolar modo, nell’armonizzare i bisogni diversi che ruotano intorno a questo fondamentale servizio. Ma le pure rivendicazioni di principio, quando ci si riferisce a fatti come quelli denunciati, non bastano. La invito, pertanto, a voler convocare ad horas un tavolo di lavoro costituito dalla Commissione trasporti, dagli armatori privati impegnati nel cabotaggio del Golfo, dagli imprenditori turistici delle isole e dai sindaci dei comuni di Ischia, Capri e Procida per individuare con rapidità le iniziative più idonee a porre riparo ai danni economici e allo stato d’intollerabile disagio prodotti dall’azione di “cartello” degli armatori privati e a salvare quanto resta della stagione turistica in corso.

Certo delle Sua immancabile risposta, La saluto cordialmente. On. Pietro Diodato

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Prot. n. 147 Napoli, 17 luglio 2008 INTERROGAZIONE URGENTE A RISPOSTA SCRITTA AL PRESIDENTE DELLA GIUNTA DELLA REGIONE CAMPANIA, ALL’ASSESSORE AI TRASPORTI E AL PRESIDENTE DELLA IV COMMISSIONE CONSILIARE TRASPORTI Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere della Regione Campania di Alleanza Nazionale, premesso che: con Decreto Dirigenziale n. 320 del 5 ottobre 2007, dopo aver preso atto della decisione della s.r.l. Autolinee Tinessa di risolvere il Contratto di Servizio Ponte n. 52 stipulato il 18/12/2002 con la Regione Campania per l’esercizio dell’autolinea “Pietraroja, Cusano Mutri, Cerreto Sannita, Caserta, Napoli”, l’Area Generale di Coordinamento Trasporti e Viabilità Settore Fondo Nazionale Trasporti affidava l’esercizio temporaneo della predetta autolinea alla Metrocampania Nordest; la durata di tale esercizio, a parità delle condizioni contemplate dal citato Contratto Ponte n. 52, era prevista dal 8.10.2007 al 31.12.2007; con Decreto Dirigenziale n. 31 del 15.04.2008 l’esercizio “temporaneo” dell’autolinea “ Pietraroja, Cusano Mutri, Cerreto Sannita, Caserta, Napoli” affidato alla Società Metrocampania Nordest è stato prorogato fino al 30.06.2008 per poi essere, con ogni probabilità, ulteriormente prorogato; in attesa di un immancabile proroga, la Metrocampania Nordest ha ceduto a favore dell’EAVBus i servizi su gomma; l’EAVBus con proprio ordine di servizio n.32 del 10.07.2008 ha prorogato a sua volta fino al 31.12 2008 il contratto di assunzione a tempo determinato di 21 unità lavorative addette all’esercizio dell’autolinea Pietraroja-Napoli; in relazione a quest’ultime, considerato che col Decreto Dirigenziale n. 320 la Regione Campania assumeva il solo onere del servizio di collegamento, interroga il Presidente della Giunta, l’Assessore ai Trasporti della Regione Campania e il Presidente della IV Commissione Consiliare Trasporti per conoscere se tale personale sia stato mutuato dalla Autolinee Tinessa s.r.l. o provenga da altra azienda del gruppo EAV e, soprattutto, se sia stato individuato con procedure di selezione comparativa pubblica.

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Prot. n. 162 Napoli, 30 luglio 2008 Assessore ai Trasporti

Della Regione Campania Prof. Ennio Cascetta

SEDE

Cortese professore, la convinzione che le condizioni da terzo mondo – absit iniura verbis – in cui si svolgono i

collegamenti marini per le isole del Golfo di Napoli, siano il prodotto del cartello delle compagnie armatrici private, sta diventando sempre più diffusa e radicata tra le popolazioni isolane.

Rincari tariffari oltremodo penalizzanti per i lavoratori pendolari e per i turisti, lunghissime

ed incivili code alle biglietterie, caos agli imbarchi, natanti sovraccarichi e condizioni di viaggio a prova di crisi di nervi, m’indussero il 27 giugno a presentarle una formale interrogazione – prot. n.128 – con cui le chiedevo, tra l’altro, ragione del ruolo svolto dalla Regione Campania nella riorganizzazione dei servizi di collegamento marittimo tra Napoli e le isole del Golfo.

Inutile ricordarLe che ad oggi non mi è pervenuta nessuna risposta, né mi è dato conoscere

quali iniziative Ella vorrà intraprendere per soddisfare le legittime richieste dei pendolari e degli imprenditori isolani. Nel frattempo l’economia turistica delle comunità dell’Arcipelago Campano continua a subire pesanti ed irreversibili condizionamenti. Per fronteggiare questo profondo disagio che sta assumendo i connotati di una vera e propria catastrofe economica, le istituzioni locali, ed in particolare l’Amministrazione comunale di Ischia, hanno ipotizzato la costituzione di un consorzio tra le isole del Golfo per la gestione della Caremar e del trasporto marittimo con o senza l’intervento della Regione Campania.

Pur comprendendo lo spirito che ha indotto il sindaco di Ischia a formulare tale proposta, ed

esprimendo pertanto la mia piena ed attiva solidarietà agli operatori economici ed ai lavoratori delle isole, non posso esimermi dal rivendicare all’Ente regionale un ruolo da protagonista nella gestione dei trasporti regionali ed, in particolar modo, nell’armonizzare i bisogni diversi che ruotano intorno a questo fondamentale servizio. Ma le pure rivendicazioni di principio, quando ci si riferisce a fatti come quelli denunciati, non bastano. La invito, pertanto, a voler convocare ad horas un tavolo di lavoro costituito dalla Commissione trasporti, dagli armatori privati impegnati nel cabotaggio del Golfo, dagli imprenditori turistici delle isole e dai sindaci dei comuni di Ischia, Capri e Procida per individuare con rapidità le iniziative più idonee a porre riparo ai danni economici e allo stato d’intollerabile disagio prodotti dall’azione di “cartello” degli armatori privati e a salvare quanto resta della stagione turistica in corso.

Certo delle Sua immancabile risposta, La saluto cordialmente. On. Pietro Diodato

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Prot. n. 128 Napoli, 27 giugno 2008 INTERROGAZIONE URGENTE A RISPOSTA SCRITTA ALL’ASSESSORE AI TRASPORTI Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere della Regione Campania di Alleanza Nazionale premesso che: I lavoratori pendolari che da Capri si recano a Napoli quotidianamente, gli imprenditori turistici e numerosi capresi stanno dando vita a numerose proteste per le arbitrarie decisioni delle compagnie di navigazione in ordine alla soppressione di linee, di variazioni d’orario, di applicazione di tariffe differenziate; le compagnie consorziate nelle “Linee Marittime Partenopee” hanno deciso di modificare il piano degli orari e le modalità di emissione dei biglietti. E’ stato, inoltre, abolito lo scalo di Mergellina e, e con grave danno per i lavoratori capresi,numerose corse, pronte ad essere sostituite con le più remunerative “corse straordinarie” o con i charter; Gli armatori hanno disposto che le biglietterie emettano n.80 biglietti a tariffa Neapolis (€4,50 per i residenti e € 16 per gli ordinari). Esaurito tale stock, viene applicata la tariffa maggiorata (€ 5,00 per i residenti e € 17 per gli ordinari); il fatto che Snav, Navigazione Libera e Neapolis abbiano stabilito di effettuare otto corse tra Capri e Napoli e viceversa, alla stessa ora e con un unico natante su cui si troveranno utenti che per lo stesso servizio saranno sottoposti al pagamento di tariffe diverse. Interroga pertanto l’Assessore ai Trasporti per conoscere:

- come sarà garantita la trasparenza nella vendita degli 80 biglietti a tariffa Neapolis; - se nella formulazione del nuovo orario delle corse siano state tenute nel debito conto le

esigenze dei lavoratori pendolari;

- il ruolo svolto dall’Assessorato ai Trasporti nella “riorganizzazione” dei collegamenti navali tra Napoli e Capri;

- quali iniziative intenda adottare per porre fine all’ignobile discriminazione tra gli utenti

dei servizi di cabotaggio.

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Presidente della IV Commissione Consiliare Permanente

On. Pasquale Sommese

e p.c. Assessore ai Trasporti Prot.177 Regione Campania

Napoli, 10 settembre 2008 Prof. Ennio Cascetta

Sindaco di Capri Sindaco di Anacapri Sindaco di Procida Sindaco di Ischia Sindaco di Casamicciola Terme Sindaco di Forio d’Ischia Sindaco di Barano Sindaco di Serrara Fontana S E D E

OGGETTO: richiesta audizione IV Commissione –

La precarietà dei collegamenti marittimi da e per le isole del Golfo di Napoli ed i conseguenti ed inevitabili disagi patiti dalle popolazioni isolane e dai numerosi turisti in termini di stress e di bilanci familiari continua ad essere fonte di preoccupazione per i continui colpi inferti al diritto alla mobilità da discutibili scelte di armatori spesso riuniti in “cartello”. Tale preoccupazione mi aveva spinto a richiedere con nota del 28 giugno 2007 e con le note n° 134 e la n° 152 del luglio 2008 due urgenti audizioni della IV Commissione e ad inoltrare un pressante atto ispettivo all’Assessore ai Trasporti della Regione Campania. Malgrado il mio personale impegno e quello della IV Commissione, le cose non sembrano però procedere per il meglio considerate le numerose e reiterate proteste dei cittadini e delle istituzioni locali isolane. A questo punto, ricordando a me stesso, che al 31/12 la Regione Campania si troverà a gestire per effetto del trasferimento dallo Stato, le attività al momento gestite dalla Tirrenia/Caremar, una soluzione all’annoso problema potrebbe essere ricercata attraverso la convocazione di una sessione di audizioni della IV Commissione allargata alla partecipazione dei Sindaci di Capri, Anacapri, Procida, Ischia, Casamicciola Terme, Forio d’Ischia, Barano e Serrara Fontana. Cordialmente Pietro Diodato

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Gruppo Consiliare

Popolo della Libertà

Il Vice Presidente

Prot.n. 53 /VPres Napoli, 20 ottobre 2009 Interrogazione urgente a risposta scritta all’Assessore ai Trasporti Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere della Regione Campania, premesso che: i problemi determinati dall’attuale “sistema” del trasporto marittimo tra Napoli e le isole del Golfo, già di per sé mal digeriti dalle popolazioni isolane, il giorno 12 ottobre si sono ulteriormente arricchiti di uno sconcertante episodio che ha arrecato ai cittadini di Procida, Ischia e Napoli insopportabili disagi. Il fatto: nel giorno sopra citato, al Ischia Porto, la Società di Stato Caremar, senza alcun preavviso, per motivi tecnici annullava la corsa delle 20.10 senza peraltro provvedere alla sua sostituzione. Qualche ora più tardi anche la Medmar, per discutibili motivi di natura meteomarina addotti dal Comandante dell’unità, annullava a sua volta la corsa regionale delle 22.00 con ripercussioni anche sulla corsa delle 24 da Napoli per le isole Procida e Ischia. Paradossalmente, alle 23.30, giungeva da Napoli – nonostante avesse, rispetto alle navi di stazza maggiore, maggiori vincoli di sicurezza da rispettare - l’unità veloce “Isola di Capri” della Caremar. Questa, dopo essersi accostata alla banchina del Redentore nel porto di Ischia ripartiva per Napoli senza imbarcare passeggeri e lasciando nello sconforto totale quanti erano in attesa nella Stazione Marittima di fare ritorno alle proprie abitazioni. Di fronte al rischio, ormai concreto, che decine e decine di utenti – tra cui numerosi bambini in tenera età – dovessero trascorrere l’intera notte nei locali della Stazione Marittima, Nicola Lamonica dell’AUTMARE contattava la Prefettura di Napoli e pur avendo rappresentato la gravità della situazione e le tensioni relative riceveva unicamente un rimbrotto per aver telefonato al di fuori dell’orario di lavoro. La stessa Capitaneria d’Ischia, d’altro canto, pur essendo perfettamente a conoscenza del rientro a Napoli dell’“Isola di Capri” nulla faceva per favorire l’imbarco di quanti avrebbero fatto a meno di pernottare forzatamente ed in condizioni di grande disagio, nella Stazione Marittima d’Ischia.

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L’episodio descritto è l’ennesima dimostrazione della scarsa considerazione del “cliente” che hanno alcune Società di Navigazione private. Il Comandante della nave Medmar, infatti, avrebbe potuto mostrare maggiore comprensione dei diritti degli utenti, considerato che l’evoluzione del tempo atmosferico fin dalle ore 21 evidenziava una vistosa tendenza ad un sensibile miglioramento. Allo stesso tempo il fatto pone in risalto: la discutibile qualità del naviglio,la corretta e puntuale informazione che è venuta a mancare agli utenti, il mancato coordinamento tra gli Enti e, soprattutto, la necessità di costruire un momento di solidarietà umana affinché nessuno in queste circostanze si senta abbandonato e costretto a vivere il proprio disagio nella totale indifferenza.

Ciò premesso, il sottoscritto interroga l’Assessore ai Trasporti per conoscere se sia a conoscenza dei fatti fin qui descritti. Nel qual caso intende conoscere:

1. quali iniziative intenda porre in essere per impedire che in un futuro, prossimo o remoto che sia, tali inconvenienti siano del tutto eliminati o, quanto meno, il diritto alla mobilità dei cittadini campani venga realmente ed efficacemente tutelato evitando all’utenza mortificanti disagi;

2. se, in considerazione di quest’episodio, ma soprattutto per la crescente tendenza che

vede il cosiddetto cartello degli armatori che operano nei collegamenti del Golfo, consolidare il proprio potere già straripante, (vedi le recenti dimissioni di questi da CONFITARMA), intenda dare alla fondazione della COREMA S.p.A. una decisa, quanto risolutiva accelerazione.

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COMUNICATI STAMPA

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Napoli, 24 novembre 2008 DIODATO: L’ASL NAPOLI 1 NON RIESCE PIU’ A PAGARE NE MMENO IL

PADRONE DI CASA.

“ L’ASL NA 1 al pari delle altre ASL della Campania, ha da tempo difficoltà nei pagamenti di fornitori di beni e servizi. E questi erano fatti noti a cui ci eravamo quasi abituati”. Inizia così la dichiarazione del consigliere regionale Pietro Diodato componente della V Commissione Sanità.

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“ Ma che addirittura rischiasse di essere buttata fuori dal padrone di casa era un fatto inedito. Con raccomandata A. R. del 14 novembre 2008, che fa seguito a precedenti comunicazioni rimaste prive di riscontro, la EdilQuattro costruzioni SpA, proprietaria dell’immobile all’isola F9 del Centro Direzionale di Napoli, sede della ASL Napoli 1, intima a quest’ultima il pagamento di oltre 186.000 euro relativo al canone di locazione dei mesi di ottobre, novembre e dicembre 2008, pena lo sfratto. Questa - conclude Diodato – è una ulteriore drammatica dimostrazione di quanto sia grave il deficit in cui versa la sanità della Campania a causa degli sprechi che da anni hanno autorizzato Montemarano e Bassolino, che hanno permesso in questo caso il fitto di un inutile edificio da adibire ad uffici per un canone annuo di oltre 1 miliardo e mezzo di vecchie lire.” L’addetto stampa

Consiglio Regionale della Campania

COMUNICATO STAMPA

Napoli, 3 ottobre 2008

Diodato: rescindere i contratti con l’Ascosa 3 e l’Ascosa 4. L’assessore Cascetta deve dire tutto quello che sa su imprese, appalti e criteri per l’affidamento dei lavori.

Toh guarda! I Consorzi Ascosa 3, Ascosa 4 e le ditte subappaltatrici dei lavori della Nuova ferrovia Alifana pagavano regolarmente il pizzo ai casalesi. Quale rivoluzionaria novità!

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Quanto hanno accertato i magistrati – ha dichiarato il consigliere regionale Pietro Diodato – non costituisce certo una scoperta epocale, purtroppo, è l’ennesima testimonianza di una pratica molto diffusa e “tollerata”. Il mio pensiero riconoscente va ai magistrati per il micidiale colpo inferto all’organizzazione criminale di Terra di Lavoro, tuttavia, in questa storia, a parte lo stucchevole dilemma che agita i sonni dell’assessore Cascetta sull’opportunità di rescindere i contratti con le omertose e taglieggiate imprese, vi è un aspetto per nulla trasparente. E mi riferisco alla gestione diretta dei fondi grazie a cui, senza gare, sono dati in affidamento lavori per svariati milioni di euro. L’assessore Cascetta - ha concluso Pietro Diodato - oltre a rescindere immediatamente i contratti con le imprese coinvolte nelle inchieste sul clan dei casalesi, deve rendere pubblici gli albi delle imprese a cui affida i lavori a trattativa privata, i controlli che ha esercitato sulle ditte del subappalto spesso legate o filiazioni dirette delle famiglie camorriste, i criteri che informano tali affidamenti, l’entità della gestione “diretta” delle risorse finanziarie.

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Diodato : " Città della Scienza si occuperà della dismissione degli immobili di proprietà regionale."

" Abbiamo sempre saputo, almeno a parole e soprattutto dalle cospicue somme messe a sua disposizione, che Città della Scienza, antica creatura del prof. Silvestrini, si occupasse di ricerca, innovazione, che facesse da incubatore per nuove imprese, che promuovesse l'applicazione di nuove tecnologie per il rilancio del tessuto produttivo campano.Almeno così ci veniva detto a giustificazione dei continui finanziamenti pubblici per ripianare gli incessanti buchi di bilancio. Oggi invece, scopriamo che Città della Scienza è diventata 'una qualificata struttura' per l'attività di supporto relativa alla dismissione del patrimonio immobiliare della Regione Campania. Infatti - prosegue Diodato - con delibera n.1295 del mese di Agosto, la giunta regionale, dovendo procedere alla redazione del Piano delle Alienazioni e Valorizzazione del patrimonio di proprietà regionale, in applicazione di un decreto del Governo di giugno scorso , ha individuato in Città della Scienza spa il soggetto tecnico adatto per le attività di progettazione e di supporto. Centinaia di milioni di euro per finanziare e mantenere questo grande carrozzone della sinistra, inaugurazioni in pompa magna alla presenza di Presidenti della Repubblica, per giungere alla fine del percorso ad essere poco più di una agenzia immobiliare o peggio ancora, uno studio tecnico di paese? O forse si è avviata la sua fase di riconversione per partecipare da protagonista esclusivo alle grandi operazioni immobiliari che nasceranno nella nuova Bagnoli? "

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Napoli, 22 maggio 2009

“ DIODATO: DAL MINISTRO MATTEOLI PRIMO SI ALLE COMPAGNIE REGIONALI MARITTIME.”

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“ Come anticipato la settimana scorsa, ieri giovedì 21 presso il Ministero dei Trasporti alla presenza del Ministro On. Altero Matteoli e dei rappresentanti della Presidenza del Consiglio, del Ministero dell’Economia e delle Regioni interessate, si è riunito il Tavolo Tecnico per affrontare le questioni relative alla privatizzazione del gruppo Tirrenia e delle sue consociate regionali Caremar, Siremar, Toremar ecc.” Ne dà notizia l’On. Pietro Diodato consigliere della Regione Campania e componente della Commissione Trasporti. “Un primo risultato è stato raggiunto, cioè quello dell’assicurazione da parte del Ministro Matteoli delle regioni che potranno acquisire le attuali società regionali escludendole, di fatto, dal processo di privatizzazione . Per ciò che concerne la Campania – prosegue Diodato – possiamo esprimere grande soddisfazione perché il varo della Co.Re.Ma. spa avvenuto su mia proposta nel dicembre scorso, costituisce di fatto un enorme vantaggio che ci consente di essere pronti prima di tutti gli altri nell’acquisizione della Caremar prevista per il prossimo 10 giugno . Bruxelles ci impone, per non incorrere in infrazioni, di mettere a gara una parte dei servizi, ma ciò senza intaccare l’obiettivo che è quello di avere una Compagnia gestita dal pubblico ovvero Regione , Provincia e Comuni Isolani. Per quanto invece riguarda gli annunciati tagli, il Ministro Matteoli ha assicurato che nulla accadrà fino a settembre garantendo l’attuale servizio con tutte le corse gestite dalla Tirrenia e da Caremar. Di fronte a questa importante apertura, alla quale ha contribuito con competenza e capacità l’assessore Cascetta, recuperando i ritardi accumulati dalle Regioni, non può mancare l’impegno della Giunta e del Consiglio Regionale affinché in tempi rapidissimi si proceda all’ adozione dei provvedimenti di competenza. In questo modo – conclude Diodato – sono stati premiati l’impegno delle istituzioni, degli amministratori isolani, delle associazioni, degli imprenditori e dei cittadini .”

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Consiglio Regionale della Campania

COMUNICATO STAMPA

Napoli, 20 novembre 2008

“ FERMI DA 18 MESI I LAVORI PER IL PARCHEGGIO INTE RNO AL GARAGE MORELLI – A RISCHIO I 15 MILIONI CIRCA DI EURO VERSATI QUALI

ANTICIPI DAGLI ACQUIRENTI”.

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“ Nel lontano 1990 il Comune di Napoli stipulava una Convenzione con la Partenopark SpA concessionaria per la costruzione di cinque parcheggi in città. In particolare, il lotto costituito dal Garage Morelli prevedeva la realizzazione di n. 673 posti auto tra coperti e scoperti.” Inizia così la dichiarazione congiunta del consigliere regionale Pietro Diodato e del consigliere comunale Andrea Santoro. “L’originaria Convenzione veniva rivisitata nel 1997 con modifica della concessione da 99 a 90 anni e dal numero di parcheggi da realizzare che da cinque scesero a tre. Nel 2005 veniva approvata l’ultima variante tecnica che per la salvaguardia della cavità, riduceva a n. 435 i posti auto previsti all’interno del Garage Morelli, distinti in box e stalli su sette livelli. A partire dal 2006 la Napoletana Parcheggi SpA, nel frattempo subentrava alla Partenopark SpA, iniziava a vendere i box auto a circa ottomila euro a mq., incassando quali anticipi (in due trance) il 50% del prezzo di acquisto senza che neppure fossero ultimate le opere in cemento armato così come previsto dal contratto preliminare di compravendita sottoscritto dalle parti. Ad oggi – proseguono Diodato e Santoro – l’opera, il cui completamento era previsto per il 1 Giugno 2008 è ferma da ben 18 mesi senza che il Comune di Napoli sia intervenuto, favorendo in questo modo una possibile speculazione a danno degli acquirenti da cui la Napoletana Parcheggi SpA ha incassato, solo quali anticipi, circa 15 milioni di euro a fronte di lavori effettuati che valgono meno di un terzo della complessiva cifra anticipata. Quello che lascia molto perplessi è il disinteresse dell’amministrazione comunale concedente, la quale aveva già avuto molti contenziosi con la Napoletana Parcheggi SpA concessionaria per la realizzazione dei parcheggi di Piazza Nazionale e Piazza San Francesco, soprattutto in virtù dei poteri commissariali di cui è investito il Sindaco di Napoli che potrebbe intervenire direttamente per dare una soluzione alla vicenda. Ma il nostro giudizio – concludono Diodato e Santoro – sull’operato del Sindaco-Commissario per l’emergenza traffico-viabilità e sosta è fortemente negativo e faremo di tutto affinché il Governo non rinnovi alla sua scadenza ( 31 dicembre 2008 ) il mandato commissariale alla Iervolino “.

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Consiglio Regionale della Campania

COMUNICATO STAMPA

Napoli, 24 giugno 2009

DIODATO: SEA vende quota azionaria. Occorre impedire che GESAC, dopo aver privatizzato i profitti, socializzi le perdite della gestione servizi aeroportuali di Capodichino

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Dall’aeroporto di Capodichino giunge notizia che il 18 giugno u. s. il C.d.A. della Gesac ha avviato le procedure per la vendita della quota azionaria (5%) detenuta dal socio privato Sea, società che gestisce gli aeroporti milanesi di Malpensa e Linate. Circola altresi’ voce che la stessa Gesac stia dando corso anche alla dismissione di un ramo d’azienda molto importante e strategico quale e’ quello costituito dall’intero servizio di manutenzione aeroportuale, su cui si fonda la convenzione di gestione quarantennale dell’aeroporto di Napoli concessa dal Ministero dei Trasporti alla Gesac. Se tali iniziative dovessero essere confermate – ha stigmatizzato il consigliere regionale Pietro Diodato, componente della Commissione Trasporti – spiegherebbero da sole le vere ragioni dell’immotivata messa in Cigs e mobilita’ di 42 dipendenti: in sostanza, si vorrebbe rendere più appetibile, ovviamente a spese dello Stato, una società che langue per le manifeste incapacità di gestione. Limiti che si traducono nelle vibrate e quotidiane proteste dei passeggeri per i disservizi e la mala organizzazione. L’attuale management – ha proseguito Pietro Diodato – continua, infatti, a nascondere gli effetti di una gestione inadeguata, riversando sui lavoratori e sulla pubblica utenza le proprie incapacità. Quelle stesse che nelle settimane scorse hanno determinato, dopo inaudite e mortificanti pressioni, l’accettazione “volontaria” del percorso assistito dallo Stato della cigs e della successiva mobilita’ per 42 dipendenti pur non sussistendone le condizioni così come autorevolmente testimoniato anche dall’Enac in una sua recente ordinanza. L’Amministrazione Comunale e la nuova Amministrazione Provinciale, soci di minoranza in possesso delle golden-share – ha concluso Pietro Diodato - non possono consentire al discutibile management della Gesac, senza alcun confronto, di vibrare all’occupazione napoletana e campana un colpo micidiale con l’allontanamento dei lavoratori e, dopo aver privatizzato i profitti, riversare spudoratmente le passività sull’intera comunità nazionale. L’aeroporto di Capodichino è una unità strategica per l’economia dell’intera Campania, pertanto mi farò promotore di una iniziativa politica forte che coinvolga Comune e Provincia – detentori del 27% circa del pacchetto azionario della Gesac – e la Regione Campania con l’acquisto delle quote azionarie Sea, al fine di riassegnare allo scalo napoletano la funzione di polo trainante dello sviluppo e dell’intera aeroportualità campana.

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COMUNICATO STAMPA

Napoli, 5 Agosto 2008

Diodato: la Regione Campania deve tutelare l’ambiente marino e la salute dei cittadini di Casamicciola e Lacco Ameno.

La vicenda dell’inquinamento da PoliCloroBifenili dell’area marina protetta “Regno di Nettuno”, sebbene siano trascorsi 12 mesi dal grave incidente, è ancora ben lontana da una conclusione. Le inquietanti emergenze e gli esiti controversi degli esami chimico-biologici - ha dichiarato il consigliere regionale Pietro Diodato – non consentono, infatti, di valutare compiutamente ed in termini realistici il danno prodotto dalla fuoriuscita di olio fluido dall’elettrodotto sottomarino dell’Enel disteso nel braccio di mare tra il Comune di Casamicciola e quello di Lacco Ameno. La disomogeneità delle indagini effettuate dalla Chelab (Enel) e dall’Arpac, la presenza in mare accertata dall’Arpac di congeneri PCB 52, PCB 28, PCB 101, PCB 138, la mancata ricerca in mare del PCB Diossina Link 157, rilevata peraltro nell’olio T3788 utilizzato dall’Enel – ha sottolineato Pietro Diodato - costituiscono valide ragioni per dubitare della incontaminazione del mare e del litorale tra Lacco Ameno e Casamicciola così come sostenuto dal responsabile Ambiente e Sicurezza DTR Campania della “Enel Distribuzioni S.p.A.”. Per tali incredibili ed intollerabili reticenze che riguardano la presenza di inquinanti ad elevata pericolosità, non biodegradabili, molto tossici per l’ambiente e per l’uomo e con ogni probabilità cancerogeni – ha concluso Pietro Diodato – non è assolutamente pensabile che la Regione Campania rinunci alla tutela della salute dell’ambiente marino e delle comunità dell’Isola Verde e venga meno al dovere di informare tempestivamente ed in modo corretto i cittadini interessati dal drammatico incidente. Per tutto ciò ho presentato un’interrogazione urgente al Presidente Bassolino e all’Assessore all’Ambiente affinché, recuperando il tempo perduto, affidino alla Regione Campania attraverso le sue articolazioni tecniche il compito di coordinare gli interventi di ricerca e per stabilire, una volta e per tutte: i danni prodotti dalla fuoriuscita di olio fluido isolante T3788 all’area marina protetta “Regno di Nettuno”, i pericoli a cui sono esposti i bagnanti e gli abitanti dei due comuni isolani nutrendosi di pesce proveniente dal tratto di mare presumibilmente inquinato, le misure ad adottare nei confronti dell’Enel per aver posato sul fondo del mare tra Cuma e Lacco ameno un elettrodotto privo della concessione demaniale e dell’autorizzazione regionale previste dalle normative di legge.

L’addetto stampa

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Consiglio Regionale della Campania Gruppo Regionale di Alleanza Nazionale

Napoli, 13 marzo 2008

COMUNICATO STAMPA

Lo stato d’inquinamento del suolo e del sottosuolo campano, anche come testimoniato da recenti inchieste giornalistiche televisive, richiede una maggiore attenzione e soprattutto una chiara e puntuale informazione ai cittadini della Regione Campania colpiti sempre più subdolamente da un inquinamento senza confini.

Il quadro ambientale così come si va delineando – ha dichiarato Pietro Diodato, consigliere regionale della Regione Campania di A.N. – suscita fondate preoccupazioni in ordine alla potabilità dell’acqua destinata all’alimentazione dei cittadini di Napoli e della sua provincia. Già nel passato mi sono occupato dell’inquinamento idrico – ultimo, in ordine di tempo, il caso dei Comuni di Portici, Ercolano, Torre del Greco e San Giorgio a Cremano – con scarsa fortuna vista l’insensibilità delle autorità regionali. Questa volta – ha ribadito Diodato – Presidente ed Assessori della Regione Campania non potranno sottrarsi dal dare ai cittadini risposte celeri ed esaustive circa la qualità dell’acqua fornita loro dall’ARIN e dalla GORI.

Le apprensioni per la salute pubblica determinate dalla disseminazione sul territorio regionale di discariche legali ed illegali, come nel maggior numero dei casi, gestite dalla criminalità organizzata per celare nel sottosuolo, a breve distanza dalle falde freatiche, sostanze altamente tossiche - ha concluso Diodato – costituiscono il fondamento della mia allarmante interrogazione inviata al Presidente Bassolino, agli Assessori all’Ambiente ed alla Sanità ed, infine, al Presidente della VII commissione consiliare. Quesiti che raccolgono le preoccupazioni di una popolazione messa a dura prova dalla mancata rimozione dei rifiuti ed a cui le democratiche autorità regionali dovranno, rapidamente, fornire delle rassicuranti risposte. L’addetto stampa

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COMUNICATO STAMPA

Napoli, 30 luglio 2009

DIODATO: “ BERTOLASO HA USATO UNA ESPRESSIONE INFELICE ”

“ Il troppo rispetto per il lavoro sin qui svolto dal Sottosegretario Guido Bertolaso mi impone di tenere basso il tono della polemica. Ma non posso esimermi dall’evidenziare come le parole del capo della Protezione Civile - I napoletani non pagano la TARSU - espresse in una importante sede istituzionale, diano la sensazione alla gran parte dei napoletani di essere – cornuti e mazziati - perché non solo pagano in maniera salata ( ed anche per gli evasori ) a fronte di un servizio pessimo, ma debbono anche sentirsi chiamati in causa per colpe del centro sinistra. Infatti – prosegue Diodato – sia da uno studio del Servizio Politiche Territoriali della UIL dell’agosto 2008, sia dai dati relativi allo stesso anno del Comune di Napoli, emerge che i napoletani versano il tributo più alto d’Italia ( occorre anche ricordare che dal I gennaio 2009 hanno subito un ulteriore aumento della TARSU del 60,1% a causa del disastro rifiuti ) e che sono iscritti a ruolo 320.000 nuclei familiari per un gettito annuo di 60 milioni di euro, ai quali per il 2009 si aggiungerà la percentuale di aumento. Mentre le cause della mala gestio sono da ricercarsi nella politica clientelare della ASIA fatta di assunzioni, subappalti, incarichi, consulenze ecc. e nell’assenza storica di interventi che puntino a stanare la sacca di evasione che si attesta intorno al 25% della popolazione. Mi auguro – conclude Diodato – che Bertolaso voglia rettificare le sue dichiarazioni per non iscriversi al partito del pregiudizio antinapoletano.

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COMUNICATO STAMPA

Napoli, 2 ottobre 2008 Diodato: “L’assessore Cascetta sfugge al confronto. I collegamenti con le isole sono a rischio.”

“L’Assessore Cascetta ha perso l’ennesima occasione per dimostrare efficienza e sensibilita’ nei confronti di Capri, Ischia e Procida, sottraendosi al confronto in Commissione trasporti con gli amministratori isolani ed i consiglieri regionali. Di fronte al caos da tempo denunciato nei collegamenti marittimi tra la terraferma e le isole, al cartello dell’armamento privato che penalizza i cittadini, al prossimo trasferimento del ramo Caremar dallo Stato alla Regione, l’Assessore Cascetta non trova il tempo per illustrare l’indirizzo della Regione Campania per le problematiche oggetto di prossimo sicuro contenzioso e tensioni sociali. Noi non demorderemo ed il nostro obiettivo rimane quello di creare una societa’ regionale marittima, partecipata dai comuni di Procida, Ischia e Capri che garantisca l’efficienza dei collegamenti e gli interessi dei cittadini e degli imprenditori isolani.”

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COMUNICATO STAMPA

Napoli, 27 marzo 2009

DIODATO: “Si faccia luce sul concorso ARPAC ”. “In data 7 luglio 2008 sul Bollettino Ufficiale della Regione Campania n. 27 veniva indetto un concorso per l’assunzione a tempo determinato di anni tre, di 140 laureati da adibire ai servizi tecnici nell’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Campania. Di questi, una parte veniva destinata alla stabilizzazione di lavoratori precari, ed il resto per giovani disoccupati. Pur consistente – ha sottolineato il consigliere regionale Pietro Diodato - questa quota, per altro, non è comunque sufficiente a soddisfare le legittime attese dei soli precari che sono circa 300. Le ansie da selezione sono inoltre accentuate dalla singolare vicenda che ha visto quale protagonista la commissione esaminatrice. Nominata in data 9 gennaio 2009 per dar seguito agli adempimenti relativi al concorso codice T.D. D02, nel bel mezzo dello svolgimento dei lavori, senza alcun motivo apparente, la commissione presieduta dal dr. Ettore Zucaro viene azzerata e sostituita, in data 19 marzo 2009, da una nuova commissione presieduta questa volta dal dr. Ferdinando Scala – dirigente di ruolo ARPAC – e costituita da altri due alti dirigenti dell’ARPAC. E’ una decisione questa che ha dell’incredibile – ha continuato Pietro Diodato – non solo per il fatto che potrebbero determinarsi, nei fatti, condizioni di parzialità nel giudizio per gli evidenti “conflitti d’interessi” dei commissari al tempo stesso giudici e dirigenti dei lavoratori da selezionare, quanto per le voci secondo le quali le “troppe pressioni “ avrebbero indotto il presidente della commissione iniziale a dimettersi. Le stesse modalità e la tempistica con cui è avvenuta la sostituzione della prima commissione esaminatrice non aiutano certo a diradare i pesanti sospetti circa possibili favoritismi. Ritenendo, pertanto, doveroso, nell’interesse dei concorrenti, ristabilire le condizioni essenziali ad una equità dei giudizi e sconfiggere così ogni tentazione clientelare – ha concluso il consigliere Pietro Diodato – ho presentato una interrogazione urgente al Presidente Bassolino, agli assessori all’Ambiente ed al Lavoro e richiesto una convocazione ad horas della Commissione Controllo Atti al fine di fare piena luce sull’oscuro episodio”.

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COMUNICATO STAMPA

Napoli, 19 ottobre 2009

TRASPORTI: DIODATO E BRUNETTI (PDL), SU TIRRENIA OT TIMO INTERVENTO

DEL GOVERNO. ADESSO REGIONE SI ATTIVI PER FAR PARTI RE CO.RE.MA.

“L’impegno del Governo per il trasferimento dei vari rami della Tirrenia alle Regioni sta proseguendo con tempestività ed efficacia. Il Governo, che già lo scorso anno ha differito di 12 mesi la privatizzazione Tirrenia così da consentire alle Regioni coinvolte di organizzarsi per acquisire i vari rami dell’azienda, sta chiudendo in questi giorni le trattative regionali.” E’ quanto dichiarano in una nota congiunta il vice presidente del gruppo Pdl in Regione Campania, Piero Diodato, e l’esponente provinciale del PdL Tiberio Brunetti”. “Chiediamo ora all’assessorato regionale ai trasporti - prosegue la nota - di concludere rapidamente la trattativa con il Ministero dei Trasporti, che ha dato la disponibilità a sbloccare i fondi Fas (Fondi Aree Sottoutilizzate) regionali per supportare l’operazione, e a rendere finalmente operativa la Co.Re.Ma. – Compagnia Regionale Marittima di cui proprio Diodato è stato promotore – il cui tavolo tecnico si è riunito più volte sotto la guida della Commissione Trasporti e che è pronta a subentrare alla Caremar”. “Come già accaduto in questi ultimi mesi, continueremo a seguire con attenzione l’evolversi della situazione. Auspichiamo che queste ultime ore cruciali per la definizione degli ultimi dettagli – concludono gli esponenti del PdL – siano affrontate con serietà ed affidabilità dall’assessore Cascetta, così da tutelare il diritto alla mobilità dei residenti di Capri, Ischia e Procida e dei tanti pendolari che quotidianamente si muovono da e per le isole”.

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COMUNICATO STAMPA

Napoli, 30 aprile 2009

DIODATO: “ LA GESAC, TRA LAVORATORI IN CASSA INTEG RAZIONE E MANAGER D’ORO .”

“Il centro-sinistra segna un’altra tappa nel suo percorso fallimentare. La società di servizi a terra dell’aeroporto di Capodichino (GESAC) che nel 1997 da Bassolino, allora Sindaco di Napoli, venne ceduta agli inglesi della BAA ha annunciato la cassa integrazione per 42 dipendenti. La Provincia di Napoli ed il Comune di Napoli pur con significative quote azionarie e presenze nel Consiglio di Amministrazione, non hanno mosso un dito per scongiurare ulteriori sofferenze all’economia della nostra città. La GESAC procede alla messa in cassa integrazione – prosegue Diodato – pur in presenza di dati economici che sconfessano questa necessità ed avvalorano altri sospetti. Inoltre – continua il componente della Commissione Trasporti – si agisce sui lavoratori e non sui manager che si sono attribuiti compensi d’oro. Si penalizzano lavoratori in condizioni di debolezza familiare senza ridurre voci di bilancio milionarie ed “occulte”. Si instaurano nuovi rapporti di lavoro con esterni nel mentre si chiede la riduzione di personale per presunta crisi del settore. Comune e Provincia omettono la vigilanza sul bilancio e sui costi di gestione per incarichi e consulenze, così come la Regione, che pur finanziando lo scalo di Capodichino con investimenti per centinaia di milioni di euro, lascia al proprio destino decine di famiglie. Solo in Italia – conclude Diodato – abbiamo manager che di fronte a responsabilità aziendali scaricano gli errori gestionali sui dipendenti. Per questo faccio mio l’appello lanciato dall’On. Cesaro, candidato alla presidenza della Provincia, cioè quello di bloccare ogni procedura per rimandare la discussione all’insediamento della nuova amministrazione provinciale.”

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COMUNICATO STAMPA

Napoli, 29 luglio 2008

DIODATO : OCCORRE DARE NUOVO IMPULSO ALLE ATTIVITÀ DELLA BIBLIOTECA

NAZIONALE DI NAPOLI . LE SOPRINTENDENZE DEVONO LASCIARE IL PALAZZO REALE .

L’annoso problema della insufficienza degli spazi da destinare alla conservazione del

patrimonio librario della Biblioteca Nazionale di Napoli sembra aver ripreso nuova visibilità per l’intervista rilasciata da Gerardo Marotta al Corriere del Mezzogiorno. Finalmente sono in buona compagnia – ha dichiarato il consigliere regionale di Alleanza Nazionale Pietro Diodato – a condurre questa buona battaglia che personalmente ho iniziato con la presentazione di una mia interrogazione per sensibilizzare il Presidente Bassolino e l’Assessore alla Cultura della Regione Campania ad avviare le opportune iniziative per bloccare la insensata richiesta di sale della Soprintendenza per i beni storico, artistici ed etno-antropologici di Avellino e Benevento. Provocatoriamente nel documento avevo suggerito di reperire tre le numerose dependance della Reggia di Capodimonte, sparse un pò dovunque nell’ameno parco reale, i locali ove ospitare gli uffici della soprintendenza in questione. Ma il problema è più vasto di quello che appare – ha proseguito Pietro Diodato – in quanto investe l’uso improprio che delle stanze, saloni e cortili di Palazzo Reale fanno le varie Soprintendenze. La liberazione del prestigioso e storico edificio, anche alla luce del contenzioso in atto tra la direzione della Nazionale e la soprintendenza di Avellino e Benevento, dalla pletora di uffici pubblici che oltre a sottrarre spazio, rischiano di sottrarre alla pubblica fruizione, fondi d’inestimabile valore culturale e scientifico e di penalizzare le attività della Biblioteca Nazionale.

E’ giunto il tempo – ha concluso Pietro Diodato – che la Regione Campania s’impegni concretamente così come ha fatto per il Circolo Artistico Politecnico e la biblioteca Marotta (senza dimenticare il Forum delle Culture che si terrà a Napoli) affinché le Soprintendenze tuttora ospitate nell’antico palazzo di Piazza del Plebiscito possano trovare sedi più adeguate – così come è stato fatto per il mondo della politica regionale – in funzionali strutture al Centro Direzionale di Napoli.

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Napoli, 11 settembre 2009 DIODATO: “ Occorre organizzare il centro di vaccinazione di Castellammare di Stabia per

evitare alle mamme ed ai bambini un inutile e faticoso tour della città” .

La necessità di concludere il ciclo di vaccinazioni obbligatorie in vista dell’imminente apertura delle scuole – ha dichiarato il consigliere regionale Pietro Diodato - sta determinando non pochi disagi per l’utenza ed i lavoratori del Centro Vaccini dell’Asl Na3. Alle porte degli uffici di Via Cosenza, infatti, si formano quotidianamente lunghe code di mamme e bambini da vaccinare. L’alta affluenza ed il conseguente super lavoro però hanno indotto il personale della Asl a sospendere senza alcun preavviso, le prenotazioni giornaliere con gravi disagi per quanti con pazienza attendevano in fila il proprio turno. Come se non bastasse, a rendere maggiormente insopportabili tali disagi – ha continuato Pietro Diodato - concorre la cattiva organizzazione del servizio sanitario. E’ noto, infatti, che la somministrazione di alcune vaccinazioni obbligatorie richiede il preventivo pagamento di un ticket. Logica vorrebbe che tale pagamento fosse effettuato nello stesso edificio del servizio immunizzazione invece l’utenza, costituita prevalentemente da mamme e bambini in tenera età, è costretta ad un faticoso pellegrinaggio attraverso la città: dagli uffici di Via Cosenza (vaccinazione) a quelli dell’ex INAM in Via Allende (ticket) per poi tornare in Via Cosenza (vaccinazione). Per spezzare questo circolo vizioso – ha concluso Pietro Diodato – ho formalmente chiesto all’Assessorato alla Sanità la riorganizzazione del servizio vaccinazioni di Castellammare di Stabia con l’istituzione di turni straordinari per le vaccinazioni almeno sino all’apertura delle scuole e la possibilità di pagare il ticket nello stesso edificio ove si praticano le vaccinazioni.

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Napoli, 23 ottobre 2009

DIODATO: “ ALL’APPELLO DEGLI SCANDALI MANCANO SOLO HYDROGEST ED ASTIR (EX RECAM) “

Quello che sta venendo fuori è appena la punta dell’iceberg nel settore delle bonifiche ambientali e molto deve ancora emergere. Mi riferisco in particolare alla convenzione Regione Campania – Hydrogest ed alla Società di proprietà regionale Astir (ex Recam). Lo afferma in una nota il v.presidente del gruppo regionale del PdL Pietro Diodato. Centinaia di milioni di euro spesi per presunti interventi nel settore della depurazione delle acque e nel settore delle bonifiche ambientali reclamano vendetta al cospetto di Dio per il modo con il quale sono stati impiegati vanificando le aspettative di intere popolazioni . Al convegno organizzato stamattina dagli avvocati per ciò che riguarda la gestione dei depuratori è stato confermato quello che da tempo denuncio attraverso gli atti ispettivi presentati che puntavano a fare chiarezza sulla missione della Hydrogest e sulla natura dei rapporti con la Regione Campania. Ma non meno grave è quanto ho scritto a proposito della ex Recam un altro feudo del malaffare la cui attività fuori controllo è nota a tutti. Mi auguro – conclude Diodato - che presto si possa porre un argine a queste idrovore che piuttosto che risucchiare liquami assorbono finanziamenti senza alcun limite e senza alcun controllo.

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Napoli, 28 ottobre 2009

DIODATO: “ Nuova crisi alle porte negli impianti d i depurazione di Cuma, Acerra, Foce Regi Lagni ecc.”

“ La Hydrogest Campania SPA, società che ha in concessione gli impianti e la rete di collettori per la depurazione dei liquami provenienti da molti comuni dell’hinterland napoletano e della provincia di Caserta, ha comunicato l’impossibilità del pagamento degli stipendi di ottobre ai circa 450 dipendenti. Gia alla metà del luglio scorso, la protesta delle maestranze della Hidrogest misero in ginocchio il sistema di smaltimento dei reflui urbani ed industriali in tutti i suoi impianti di Cuma, Acerra, Foce Regi Lagni, Marcianise, Napoli Nord, compromettendo la stagione balneare a Napoli e Caserta. Questa vicenda- prosegue Diodato, che è anche componente della commissione ambiente del consiglio regionale- è assimilabile, per contenuti, a quanto già emesso per Jacorossi e per Astir (ex Recam), veri e propri buchi neri nei quali si perdono centinaia di milioni di euro senza alcun beneficio per l’ambiente e con la mortificazione delle professionalità pur presenti, costrette ad assistere agli sperperi ed alle frodi. E’ bene approfondire gli aspetti di questa vicenda- conclude il vice presidente del gruppo del PDL alla regione campania- per evitare ancora una volta che la Magistratura intervenga per sopperire alla incapacità della pubblica amministrazione di vigilare su temi di propria competenza.”

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COMUNICATO STAMPA

Napoli, 10 novembre 2009

DIODATO: “la frana di Casamicciola Terme, ha precise responsabilità”

“La frana che si è abbattuta su Casamicciola Terme è la solare dimostrazione delle gravissime responsabilità del Governo Regionale e delle amministrazioni locali nella mancata: lotta all’abusivismo edilizio, tutela dell’ambiente e pianificazione territoriale. Gli ingenti danni, le vittime innocenti non possono essere ascritte ad un temporale fuori dal comune – ha sottolineato in una nota il consigliere regionale Pietro Diodato – ma alla mancata programmazione di opere di consolidamento ed idrauliche nonché alla sottrazione per usi industriali, residenziali civili ed infrastrutturali della terre fertili e all’abbandono delle terre collinari considerate poco remunerative. Non si tratta di emergenza, quindi, ma siamo di fronte ai drammatici risultati della omessa manutenzione del territorio e della ridotta sicurezza dei suoli per la cui stabilità la Regione Campania non ha mai stanziati i fondi necessari continuando a disperdere i finanziamenti europei in mille effimeri rivoli. Di fronte al disastro ambientale determinato dalla condotta irresponsabile delle pubbliche istituzioni ed alle vittime non si può rimanere inerti o farsi travolgere dal vaniloquio di circostanza. Occorre che tutti i livelli istituzionali, locali e regionali - senza che venga imposto il rituale Commissario straordinario - a seconda delle proprie responsabilità attuino interventi finalizzati alla difesa ed alla programmazione urbanistica del territorio, attività queste che devono essere coordinate e finanziate dalla Regione Campania. E’ arrivato il momento di realizzare un vero grande piano di mitigazione del rischio idrogeologico – ha concluso l’On Pietro Diodato - che abbia ricadute reali sull’assetto del territorio e non, come ha fatto la sinistra in questi anni, promuovendo una serie di piani territoriali o di mitigazione dei rischi solo a suon di spot, che poi sono rimasti morti sulla carta o chiusi in qualche cassetto regionale senza mai una loro reale applicazione.

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Napoli, 23 novembre 2009

Il Sindaco di Frattamaggiore tenta le vie legali per coprire la verità sulla vicenda Mec Dab

“ Mi dispiace dover apprendere – afferma in una sua nota il Consigliere Regionale e Vice Presidente del gruppo PDL Pietro Diodato - che il Sindaco di Frattamaggiore invece di scegliere le armi del civile confronto democratico tenti di soffocare il dibattito sulla vicenda Mec Dab minacciando il ricorso alle vie legali. Con Delibera di Giunta Comunale n° 138 del 30.10.09, l’Amministrazione Comunale ha dato mandato, ovviamente a spese del Comune, ad un legale penalista di verificare l’esistenza delle condizioni per querelare il sottoscritto e l’emittente televisiva Televomero, da sempre caratterizzata da una informazione puntuale e di qualità, per aver reso pubblica una vicenda di palese mala amministrazione riguardante il tessuto produttivo del Comune di Frattamaggiore. E’ mio convincimento, quindi, che l’etica, nonché il buon senso, e la buona gestione della cosa pubblica debbano essere ben lungi da qualsiasi tipo d’intimidazione. In democrazia, un’amministratore che riceve critiche risponde con argomentazioni chiare, puntuali e ricche di particolari, in grado di stabilire l’esatta dimensione dei fatti, e non con le sterili ed odiose – quanto dispendiose - intimidazioni poste in essere dal Sindaco Russo. Resta inteso ovviamente – ha concluso Pietro Diodato - nell’eventualità che il sindaco di Frattamaggiore dovesse dar corpo alle sue minacce, il sottoscritto adotterà tutte le contromisure del caso previste dalla legge a tutela della propria reputazione”.

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Napoli, 10 dicembre 2009

DIODATO: “I LAVORATORI CASSAINTEGRATI DALLA GESAC DEVONO

ESSERE IMMEDIATAMENTE REINTEGRATI NEL RUOLO, NE LLA FUNZIONE E

NELLO STIPENDIO”.

Nel febbraio 2009, l’Amministratore Delegato della Gesac, Ing Mauro Pollio avviava le procedure

di riduzione del personale e messa in mobilità per 42 lavoratori della stessa azienda, motivando tale

scelta per una caduta vorticosa e repentina del traffico aereo.

“Il caso è stato clamorosamente riaperto -ha dichiarato il Vicepresidente del gruppo PDL in

Consiglio Regionale Pietro Diodato- dallo stesso Direttore Generale della GESAC che nel

programma televisivo BUONGIORNO REGIONE del 4 -12- 2009, che la RAI regionale ha

mandato in onda dall’aeroporto di Capodichino, ha dichiarato con molta enfasi che il traffico

passeggeri aeroportuale nel ponte dell’immacolata ha avuto un forte incremento e tale impennata è

destinata crescere ulteriormente in occasione del Natale”.

“Clamorosamente il Direttore Generale con le dichiarazioni rilasciate in televisione- ha continuato

Diodato- ha quindi sconfessato nei fatti le ragioni poste a sostegno della procedura di cassa

integrazione e mobilità dei 42 lavoratori, e avvalorato la mia tesi secondo la quale non esistevano i

presupposti”.

“Oggi, in seguito alle dichiarazioni del Direttore Generale della GESAC – ha continuato Pietro

Diodato- ho chiesto al Sottosegretario al Welfare Pasquale Viespoli, al Presidente della Regione

Antonio Bassolino, al Presidente della Provincia di Napoli Luigi Cesaro e al Sindaco di Napoli

Rosa Russo Iervolino in quanto proprietari di una considerevole quota del pacchetto azionario della

azienda di Capodichino, di avviare subito le procedure per l’immediato reintegro di tutti i lavoratori

cassintegrati.” Inoltre alla luce della gestione creativa dell’Amministratore Delegato - ha dichiarato

concludendo Pietro Diodato- ritengo che la Corte dei Conti e la Procura della Repubblica di Napoli,

debbano essere attivate, in tal senso ho inoltrato una circostanziata denuncia sul caso GESAC”.

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Napoli, 10 dicembre 2009

DIODATO: “ Piano Casa esposto a rischio incostituzionalità.” « Il Piano Casa varato dal Consiglio Regionale della Campania recepisce tutto, o quasi tutto, quanto contenuto nella proposta del Governo Berlusconi fatta a marzo scorso alle regioni italiane.»

Lo dichiara in una nota il V.Presidente del gruppo PdL e componente della Commissione Lavori Pubblici del Consiglio Regionale della Campania On.Pietro Diodato.

«Pur esprimendo soddisfazione per i contenuti che vanno nella direzione auspicata dal centro-destra, non possiamo non rilevare il rischio di incostituzionalità che il Piano casa seriamente corre nel momento in cui, operando una distinzione ai fini dell’accesso ai benefici dell’aumento di volumetria tra immobili costruiti con regolare licenza edilizia e quelli costruiti abusivamente ma successivamente condonati ed in possesso di concessione in sanatoria e quindi legittimati, viola il principio di eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. E questa “discriminazione di fatto” – conclude Diodato – voluta dal centro-sinistra farà sorgere migliaia di contenziosi.»

L’addetto stampa