Dio ci chiederà conto dei migranti morti nei viaggi della speranza … · 2020. 8. 24. · granti...

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Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004 Copia € 1,00 Copia arretrata € 2,00 L’OSSERVATORE ROMANO GIORNALE QUOTIDIANO Unicuique suum POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt Anno CLX n. 192 (48.516) Città del Vaticano lunedì-martedì 24-25 agosto 2020 . y(7HA3J1*QSSKKM( +"!z!:!?!,! All’Angelus Francesco ricorda il massacro di San Fernando avvenuto dieci anni fa in Messico Dio ci chiederà conto dei migranti morti nei viaggi della speranza Il pensiero del Papa ai perseguitati a causa della fede, alle comunità dell’Italia centrale colpite dal terremoto nel 2016, alle popolazioni del Mozambico vittime del terrorismo e a quanti soffrono a causa del Covid-19 «Il Signore ci chiederà conto di tutti i migranti caduti nei viaggi della speranza». Il nuovo monito di Papa Francesco contro la «cultura dello scarto» che miete vittime anche fra quanti lasciano le loro terre in cerca di «una vita migliore» è risuonato al termine dell’Angelus del 23 agosto, recitato a mezzogiorno con i fedeli riuniti in piazza San Pietro — nel ri- spetto delle misure di sicurezza in vigore per contenere i contagi da co- ronavirus — e con quanti in diverse parti del mondo lo hanno seguito attraverso i media. Dopo la riflessio- ne introduttiva dedicata al brano evangelico della liturgia domenicale (Matteo 16, 13-20), nel quale «Pietro professa la sua fede in Gesù quale Messia e Figlio di Dio», il Papa ha invitato a pregare per tutte le vittime delle persecuzioni a sfondo religioso, alle quali era dedicata la Giornata mondiale celebrata sabato 22. Quin- di ha ricordato il massacro di 72 mi- granti avvenuto dieci anni fa a San Fernando, in Messico, assicurando la sua «solidarietà alle famiglie delle vittime che ancora oggi invocano giustizia e verità su quanto accadu- to». Francesco ha poi espresso vicinan- za alle comunità dell’Italia centrale colpite nel 2016 dal terremoto, con l’invito ad «andare avanti con soli- darietà e speranza» e l’auspicio che «si acceleri la ricostruzione, affinché la gente possa tornare a vivere sere- namente in questi bellissimi territori dell’Appennino». Ricordando la vi- sita compiuta un anno fa nel Paese africano, il Pontefice ha inoltre ma- nifestato la sua solidarietà alla popo- lazione di Cabo Delgado, nel Nord del Mozambico, «che sta soffrendo a causa del terrorismo internazionale». Infine l’invito a non dimenticare tut- ti coloro che sono stati colpiti dalla pandemia: «tanta sofferenza, tante persone che hanno perso la vita, vit- time della malattia; e tanti volontari, medici, infermieri, suore, sacerdoti, che anche hanno perso la vita». Dal Papa un appello a ricordare in parti- colare «le famiglie che hanno soffer- to per questo». A queste tematiche Francesco ha dedicato quattro tweet postati sull’account @Pontifex tra domenica e lunedì: il primo (in portoghese) per il Mozambico, il secondo per le vittime del Covid-19, il terzo (in ita- liano) per l’anniversario del sisma e il quarto (in inglese e spagnolo) per i migranti. PAGINA 8 Dopo le aperture del governo di Tripoli e Tobruk Haftar dice no alla tregua in Libia TRIPOLI, 24. Dopo 48 ore di silen- zio, lo stato maggiore del generale Khalifa Haftar, l’uomo forte della Cirenaica, ha messo in chiaro che i giochi in Libia sono tutt’altro che chiusi e la pace ancora lontana. Il suo portavoce ha liquidato ieri l’annuncio del cessate il fuoco pro- clamato dal governo di Al Serraj venerdì scorso come un semplice «marketing mediatico» per nascon- dere un attacco a Sirte con il soste- gno turco. Le forze di Haftar non abbandonano il campo, quindi, ma ha detto il portavoce – sono pronte a rispondere. La pacificazione in Libia insom- ma cammina ancora sul filo del ra- soio, nonostante gli importanti se- gnali di distensione arrivati pochi giorni fa dalle autorità rivali del governo di Al Serraj e del parla- mento di Tobruk, che avrebbero dovuto spianare la strada alla fine delle ostilità e ad elezioni presiden- ziali e legislative la prossima pri- mavera. Come accennato, il porta- voce di Haftar, Ahmed al Mismari, ha criticato l’annuncio di Al Serraj e affermato che «la Turchia con le sue navi e fregate si prepara ad at- taccare Sirte e Jufra», dove le mili- zie dell’est sono asserragliate dopo aver arrestato la controffensiva dei governativi. Mismari ha aggiunto che «alcuni gruppi di militari tur- chi sono stati trasferiti da Misurata alla zona di Al Hicha, a sud est della città, dopo una riunione tra il capo di stato maggiore turco e un numero di ufficiali e capi della mi- lizia di Misurata», ossia il gruppo di combattenti più preziosi per Tri- poli. Secondo Mismari, «è prevedi- bile che le forze e le milizie che avanzano ora si preparino ad attac- care le nostre unità a Sirte e Jufra, per avanzare poi verso la zona del- la Mezzaluna petrolifera, a Brega e Ras Lanuf». E se ciò avvenisse, ha avvertito il portavoce, «le nostre forze armate sono pronte a fronteg- giare il nemico». Haftar non si è ancora pronun- ciato personalmente sulla tregua annunciata da Serraj e dal presi- dente del parlamento di Tobruk, Aguila Saleh, finora braccio politi- co del generale della Cirenaica. Ma attraverso i suoi ha fatto sapere di respingere «una iniziativa di pace scritta da un’altra capitale». Va detto che Haftar gode del sostegno del Cremlino e del Cairo che in questo modo cercano di contrastare l’influenza turca sulla regione. Al Serraj, del resto, ha più volte ripe- tuto che nel futuro della Libia «non c’è posto per chi ha le mani sporche di sangue», riferendosi ad Haftar. Intanto, ieri sono state registrate tensioni nel tardo pomeriggio a Tripoli, dove, secondo i media lo- cali, alcuni uomini armati (non è ancora dato sapere quali e/o di quale milizia) hanno sparato nei pressi di Piazza dei Martiri contro un gruppo di manifestanti che sta- va protestando contro le difficili condizioni di vita chiedendo le di- missioni del governo e garanzie di riforme in nome dello stato di di- ritto. Non è ancora chiaro se ci sia- no stati feriti o vittime. Il ministero dell’interno ha chiarito in una nota che a sparare sarebbero stati alcuni infiltrati tra gli uomini della sicu- rezza. In serata la corrente elettrica è mancata in molte zone della capi- tale e le difficili condizioni di vita quotidiana causano malcontento tra i cittadini, specie i più giovani. L’allarme dell’O im Recuperati 22 corpi a largo della Libia ROMA, 24. Un’altra tragedia nel Mediterraneo. I corpi di 22 mi- granti sono stati individuati e rac- colti dalla Mezzaluna Rossa al lar- go della costa della città di Zouara, nella Libia occidentale. Lo ha rife- rito ieri, domenica, l'Organizzazio- ne internazionale per le migrazioni (Oim). «Ventidue corpi sono stati recuperati dalla Mezzaluna Rossa libica a Zouara» ha dichiarato su Twitter Federico Soda, capo della missione dell'Oim in Libia. Soda ha condiviso anche una foto che mostra diversi corpi in fila sulla spiaggia. «Queste morti dolorose sono il risultato di una politica sempre più dura contro le persone in fuga da conflitti e povertà estre- ma, e il fallimento di una gestione umana dei flussi migratori» ha sot- tolineato il rappresentante dell’O im. «Oltre 350 vite sono andate per- dute nel Mediterraneo centrale quest’anno nell’assenza di una mis- sione Ue di search and rescue e crescenti restrizioni al lavoro dell’ong» ha dichiarato Safa Msehli, portavoce di Iom-Un Mi- gration. Non è ancora chiaro quando sia avvenuto il naufragio e se si sia trattato di un solo naufragio e non invece di più naufragi. Come ricor- da la France Presse, mercoledì scorso l'Oim e l'Alto Commissaria- to delle Nazioni Unite per i rifu- giati (Unhcr) avevano reso noto in un comunicato che 37 migranti — provenienti principalmente da Se- negal, Mali, Ciad e Ghana — salva- ti da alcuni pescatori avevano de- nunciato un naufragio al largo di Zouara nel quale sarebbero morte almeno 45 persone. «Data la posi- zione del relitto segnalato, è possi- bile» che fossero le stesse persone, ha detto domenica all'Afp Safa Msehli, portavoce dell'Oim a Gine- vra. «I corpi recuperati apparten- gono tutti a uomini africani, ma non abbiamo ancora i dettagli sulla loro nazionalità» ha aggiunto. «È ancora un altro promemoria del pericolo rappresentato dalle traver- sate del Mediterraneo e delle sfide che queste persone disperate sono disposte ad affrontare per sfuggire alla violenza e alla povertà estre- ma» ha detto Msehli. Le capacità di ricerca e soccorso «insufficienti» sono «di grande preoccupazione poiché continuiamo a vedere morti e tragedie prevenibili» ha continua- to la rappresentante dell’O im. Nonostante la violenza persisten- te sin dalla caduta del regime di Muammar Gheddafi nel 2011, la Libia rimane un importante punto di transito per i migranti in fuga dall’instabilità politica, dalla fame e dalla miseria in altre parti dell’Africa e del Medio oriente e che cercano di raggiungere l’Euro- pa. Negli ultimi anni si sono verifi- cati molti naufragi al largo della Libia. Secondo le Nazioni Unite, le partenze di migranti dalla costa li- bica sono aumentate di quasi il 300% tra gennaio e aprile 2020, ri- spetto allo stesso periodo del 2019. Secondo l’Oim, più di 100.000 mi- granti hanno tentato di attraversare il Mediterraneo lo scorso anno e, purtroppo, più di 1.200 sono morti in mare. «È necessario rafforzare con urgenza le attuali capacità di ricerca e soccorso. Si continua a re- gistrare l’assenza di programmi di ricerca e soccorso dedicati e a gui- da Ue» si legge in un comunicato di Oim e Unhcr. «Esortiamo gli Stati a rispondere rapidamente al verificarsi di tali eventi e a mettere a disposizione in modo sistematico e strutturato un porto sicuro per le persone soccorse in mare». Non è solo la rotta libica a preoccupare. Anche la Tunisia è un punto di partenza per molti mi- granti che cercano di raggiungere l’Europa. Nel mese di maggio la guardia costiera tunisina ha blocca- to 1.243 persone pronte a salpare il- legalmente, il 68% delle quali di origine subsahariana e il 32% tuni- sina. Numeri che non si registrava- no così alti dal 2011/2012. L’Italia ricorda il terribile terremoto che causò più di trecento morti Amatrice quattro anni dopo ROMA, 24. «Nello spirito di solida- rietà, fondamento della nostra Costi- tuzione, la Repubblica — in tutte le sue istituzioni, territoriali e di settore — deve considerare prioritaria la sorte dei concittadini più sfortunati colpiti da calamità naturali, recuperando, a tutti i livelli, determinazione ed effi- cienza». Queste le parole con le qua- li, oggi, a quattro anni dal terribile sisma che colpì l’Italia centrale, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è rivolto non solo alle popolazioni colpite e ai familiari del- le vittime, ma anche alle istituzioni preposte alla ricostruzione. «Nella triste ricorrenza del quarto anno dal gravissimo terremoto che provocò nell’Italia Centrale più di trecento vittime e oltre quarantamila sfollati, desidero ancora una volta esprimere ai cittadini di Amatrice, Accumuli, Arquata, Pescara del Tronto e delle altre zone colpite, vicinanza e solida- rietà» ha ricordato il capo dello sta- to. «Nonostante tanti sforzi impe- gnativi, l’opera di ricostruzione dei paesi distrutti è incompiuta e proce- de con fatica, tra molte difficoltà an- che di natura burocratica». Il presidente del Consiglio, Giu- seppe Conte, è giunto questa mattina ad Amatrice, dove non sono mancate le proteste dei residenti per la lentez- za della ricostruzione e la mancanza degli aiuti dello Stato. «La ricostruzione non basta se non si cura la qualità dei legami in- terpersonali, piuttosto che inseguire ciascuno gli affari propri» ha detto il vescovo di Rieti, Domenico Pompili, nell’omelia della Messa in ricordo delle vittime. «Di sicuro, per tutto il Centro Italia l’investimento edilizio potrebbe rivelarsi una leva potente — ha aggiunto il vescovo — ma a essere privilegiata dovrà essere la relazione e non la speculazione, la fiducia e non il sospetto, se si vuole davvero rinascere». La Messa ad Amatrice in ricordo delle vittime del sisma (Ansa) #CantiereGiovani PER COSTRUIRE E ALIMENTARE UNALLEANZA TRA LE GENERAZIONI Si riparte solo mettendo al centro i ragazzi ANNA PAOLA SABATINI A PAGINA 4 Contro Lukashenko Minsk: manifestanti in piazza PAGINA 2 A 121 anni dalla nascita del grande scrittore argentino Gli antenati protestanti di Jorge Luis Borges MARCELO FIGUEROA A PAGINA 5 Colloquio con il pastore Gajewski sui temi della Settimana delle Chiese metodiste e valdesi Radicarsi nel nuovo DONATELLA COALOVA A PAGINA 6 Il cardinale Bassetti al meeting di Rimini Lo stupore ci avvicina ai profeti PAGINA 6 Il tradizionale pellegrinaggio della diocesi di Roma a Lourdes Viaggio di fede e di speranza ROSARIO CAPOMASI A PAGINA 7 Lettera del Papa in ricordo dell’argentino padre Zini Un padre per il popolo PAGINA 8 ALLINTERNO

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L’OSSERVATORE ROMANOGIORNALE QUOTIDIANO

Unicuique suum

POLITICO RELIGIOSO

Non praevalebunt

Anno CLX n. 192 (48.516) Città del Vaticano lunedì-martedì 24-25 agosto 2020

.

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All’Angelus Francesco ricorda il massacro di San Fernando avvenuto dieci anni fa in Messico

Dio ci chiederà conto dei migrantimorti nei viaggi della speranza

Il pensiero del Papa ai perseguitati a causa della fede, alle comunità dell’Italia centrale colpite dal terremotonel 2016, alle popolazioni del Mozambico vittime del terrorismo e a quanti soffrono a causa del Covid-19

«Il Signore ci chiederà conto di tuttii migranti caduti nei viaggi dellasperanza». Il nuovo monito di PapaFrancesco contro la «cultura delloscarto» che miete vittime anche fraquanti lasciano le loro terre in cercadi «una vita migliore» è risuonato al

termine dell’Angelus del 23 agosto,recitato a mezzogiorno con i fedeliriuniti in piazza San Pietro — nel ri-spetto delle misure di sicurezza invigore per contenere i contagi da co-ronavirus — e con quanti in diverseparti del mondo lo hanno seguito

attraverso i media. Dopo la riflessio-ne introduttiva dedicata al branoevangelico della liturgia domenicale(Ma t t e o 16, 13-20), nel quale «Pietroprofessa la sua fede in Gesù qualeMessia e Figlio di Dio», il Papa hainvitato a pregare per tutte le vittimedelle persecuzioni a sfondo religioso,alle quali era dedicata la Giornatamondiale celebrata sabato 22. Quin-di ha ricordato il massacro di 72 mi-granti avvenuto dieci anni fa a SanFernando, in Messico, assicurando lasua «solidarietà alle famiglie dellevittime che ancora oggi invocanogiustizia e verità su quanto accadu-to».

Francesco ha poi espresso vicinan-za alle comunità dell’Italia centralecolpite nel 2016 dal terremoto, conl’invito ad «andare avanti con soli-darietà e speranza» e l’auspicio che«si acceleri la ricostruzione, affinchéla gente possa tornare a vivere sere-namente in questi bellissimi territoridell’Appennino». Ricordando la vi-sita compiuta un anno fa nel Paese

africano, il Pontefice ha inoltre ma-nifestato la sua solidarietà alla popo-lazione di Cabo Delgado, nel Norddel Mozambico, «che sta soffrendo acausa del terrorismo internazionale».Infine l’invito a non dimenticare tut-ti coloro che sono stati colpiti dallapandemia: «tanta sofferenza, tantepersone che hanno perso la vita, vit-time della malattia; e tanti volontari,medici, infermieri, suore, sacerdoti,che anche hanno perso la vita». DalPapa un appello a ricordare in parti-colare «le famiglie che hanno soffer-to per questo».

A queste tematiche Francesco hadedicato quattro tweet postatisull’account @Pontifex tra domenicae lunedì: il primo (in portoghese)per il Mozambico, il secondo per levittime del Covid-19, il terzo (in ita-liano) per l’anniversario del sisma eil quarto (in inglese e spagnolo) peri migranti.

PAGINA 8

Dopo le aperture del governo di Tripoli e Tobruk

Haftar dice noalla tregua in Libia

TRIPOLI, 24. Dopo 48 ore di silen-zio, lo stato maggiore del generaleKhalifa Haftar, l’uomo forte dellaCirenaica, ha messo in chiaro che igiochi in Libia sono tutt’altro chechiusi e la pace ancora lontana. Ilsuo portavoce ha liquidato ieril’annuncio del cessate il fuoco pro-clamato dal governo di Al Serrajvenerdì scorso come un semplice«marketing mediatico» per nascon-dere un attacco a Sirte con il soste-gno turco. Le forze di Haftar nonabbandonano il campo, quindi, ma– ha detto il portavoce – sonopronte a rispondere.

La pacificazione in Libia insom-ma cammina ancora sul filo del ra-soio, nonostante gli importanti se-gnali di distensione arrivati pochigiorni fa dalle autorità rivali delgoverno di Al Serraj e del parla-mento di Tobruk, che avrebberodovuto spianare la strada alla finedelle ostilità e ad elezioni presiden-ziali e legislative la prossima pri-mavera. Come accennato, il porta-voce di Haftar, Ahmed al Mismari,ha criticato l’annuncio di Al Serraje affermato che «la Turchia con lesue navi e fregate si prepara ad at-taccare Sirte e Jufra», dove le mili-zie dell’est sono asserragliate dopoaver arrestato la controffensiva deigovernativi. Mismari ha aggiuntoche «alcuni gruppi di militari tur-chi sono stati trasferiti da Misurataalla zona di Al Hicha, a sud estdella città, dopo una riunione tra ilcapo di stato maggiore turco e unnumero di ufficiali e capi della mi-lizia di Misurata», ossia il gruppodi combattenti più preziosi per Tri-poli. Secondo Mismari, «è prevedi-bile che le forze e le milizie cheavanzano ora si preparino ad attac-care le nostre unità a Sirte e Jufra,per avanzare poi verso la zona del-la Mezzaluna petrolifera, a Brega eRas Lanuf». E se ciò avvenisse, haavvertito il portavoce, «le nostreforze armate sono pronte a fronteg-giare il nemico».

Haftar non si è ancora pronun-ciato personalmente sulla treguaannunciata da Serraj e dal presi-dente del parlamento di Tobruk,Aguila Saleh, finora braccio politi-co del generale della Cirenaica. Maattraverso i suoi ha fatto sapere direspingere «una iniziativa di pacescritta da un’altra capitale». Va

detto che Haftar gode del sostegnodel Cremlino e del Cairo che inquesto modo cercano di contrastarel’influenza turca sulla regione. AlSerraj, del resto, ha più volte ripe-tuto che nel futuro della Libia«non c’è posto per chi ha le manisporche di sangue», riferendosi adH a f t a r.

Intanto, ieri sono state registratetensioni nel tardo pomeriggio aTripoli, dove, secondo i media lo-cali, alcuni uomini armati (non èancora dato sapere quali e/o diquale milizia) hanno sparato neipressi di Piazza dei Martiri controun gruppo di manifestanti che sta-va protestando contro le difficilicondizioni di vita chiedendo le di-missioni del governo e garanzie diriforme in nome dello stato di di-ritto. Non è ancora chiaro se ci sia-no stati feriti o vittime. Il ministerodell’interno ha chiarito in una notache a sparare sarebbero stati alcuniinfiltrati tra gli uomini della sicu-re z z a .

In serata la corrente elettrica èmancata in molte zone della capi-tale e le difficili condizioni di vitaquotidiana causano malcontentotra i cittadini, specie i più giovani.

L’allarme dell’O im

Recuperati 22 corpia largo della Libia

ROMA, 24. Un’altra tragedia nelMediterraneo. I corpi di 22 mi-granti sono stati individuati e rac-colti dalla Mezzaluna Rossa al lar-go della costa della città di Zouara,nella Libia occidentale. Lo ha rife-rito ieri, domenica, l'Organizzazio-ne internazionale per le migrazioni(Oim). «Ventidue corpi sono statirecuperati dalla Mezzaluna Rossalibica a Zouara» ha dichiarato suTwitter Federico Soda, capo dellamissione dell'Oim in Libia. Sodaha condiviso anche una foto chemostra diversi corpi in fila sullaspiaggia. «Queste morti dolorosesono il risultato di una politicasempre più dura contro le personein fuga da conflitti e povertà estre-ma, e il fallimento di una gestioneumana dei flussi migratori» ha sot-tolineato il rappresentantedell’O im.

«Oltre 350 vite sono andate per-dute nel Mediterraneo centralequest’anno nell’assenza di una mis-sione Ue di search and rescue ecrescenti restrizioni al lavorodell’ong» ha dichiarato SafaMsehli, portavoce di Iom-Un Mi-gration.

Non è ancora chiaro quando siaavvenuto il naufragio e se si siatrattato di un solo naufragio e noninvece di più naufragi. Come ricor-da la France Presse, mercoledìscorso l'Oim e l'Alto Commissaria-to delle Nazioni Unite per i rifu-giati (Unhcr) avevano reso noto inun comunicato che 37 migranti —provenienti principalmente da Se-negal, Mali, Ciad e Ghana — salva-ti da alcuni pescatori avevano de-nunciato un naufragio al largo diZouara nel quale sarebbero mortealmeno 45 persone. «Data la posi-zione del relitto segnalato, è possi-bile» che fossero le stesse persone,ha detto domenica all'Afp SafaMsehli, portavoce dell'Oim a Gine-vra. «I corpi recuperati apparten-gono tutti a uomini africani, manon abbiamo ancora i dettagli sullaloro nazionalità» ha aggiunto. «Èancora un altro promemoria del

pericolo rappresentato dalle traver-sate del Mediterraneo e delle sfideche queste persone disperate sonodisposte ad affrontare per sfuggirealla violenza e alla povertà estre-ma» ha detto Msehli. Le capacitàdi ricerca e soccorso «insufficienti»sono «di grande preoccupazionepoiché continuiamo a vedere mortie tragedie prevenibili» ha continua-to la rappresentante dell’O im.

Nonostante la violenza persisten-te sin dalla caduta del regime diMuammar Gheddafi nel 2011, laLibia rimane un importante puntodi transito per i migranti in fugadall’instabilità politica, dalla famee dalla miseria in altre partidell’Africa e del Medio oriente eche cercano di raggiungere l’E u ro -pa. Negli ultimi anni si sono verifi-cati molti naufragi al largo dellaLibia.

Secondo le Nazioni Unite, lepartenze di migranti dalla costa li-bica sono aumentate di quasi il300% tra gennaio e aprile 2020, ri-spetto allo stesso periodo del 2019.Secondo l’Oim, più di 100.000 mi-granti hanno tentato di attraversareil Mediterraneo lo scorso anno e,purtroppo, più di 1.200 sono mortiin mare. «È necessario rafforzarecon urgenza le attuali capacità diricerca e soccorso. Si continua a re-gistrare l’assenza di programmi diricerca e soccorso dedicati e a gui-da Ue» si legge in un comunicatodi Oim e Unhcr. «Esortiamo gliStati a rispondere rapidamente alverificarsi di tali eventi e a metterea disposizione in modo sistematicoe strutturato un porto sicuro per lepersone soccorse in mare».

Non è solo la rotta libica apreoccupare. Anche la Tunisia è unpunto di partenza per molti mi-granti che cercano di raggiungerel’Europa. Nel mese di maggio laguardia costiera tunisina ha blocca-to 1.243 persone pronte a salpare il-legalmente, il 68% delle quali diorigine subsahariana e il 32% tuni-sina. Numeri che non si registrava-no così alti dal 2011/2012.

L’Italia ricorda il terribile terremoto che causò più di trecento morti

Amatrice quattro anni dopoROMA, 24. «Nello spirito di solida-rietà, fondamento della nostra Costi-tuzione, la Repubblica — in tutte lesue istituzioni, territoriali e di settore— deve considerare prioritaria la sortedei concittadini più sfortunati colpitida calamità naturali, recuperando, a

tutti i livelli, determinazione ed effi-cienza». Queste le parole con le qua-li, oggi, a quattro anni dal terribilesisma che colpì l’Italia centrale, ilpresidente della Repubblica SergioMattarella si è rivolto non solo allepopolazioni colpite e ai familiari del-

le vittime, ma anche alle istituzionipreposte alla ricostruzione. «Nellatriste ricorrenza del quarto anno dalgravissimo terremoto che provocònell’Italia Centrale più di trecentovittime e oltre quarantamila sfollati,desidero ancora una volta esprimereai cittadini di Amatrice, Accumuli,Arquata, Pescara del Tronto e dellealtre zone colpite, vicinanza e solida-rietà» ha ricordato il capo dello sta-to. «Nonostante tanti sforzi impe-gnativi, l’opera di ricostruzione deipaesi distrutti è incompiuta e proce-de con fatica, tra molte difficoltà an-che di natura burocratica».

Il presidente del Consiglio, Giu-seppe Conte, è giunto questa mattinaad Amatrice, dove non sono mancatele proteste dei residenti per la lentez-za della ricostruzione e la mancanzadegli aiuti dello Stato.

«La ricostruzione non basta senon si cura la qualità dei legami in-terpersonali, piuttosto che inseguireciascuno gli affari propri» ha detto ilvescovo di Rieti, Domenico Pompili,nell’omelia della Messa in ricordodelle vittime. «Di sicuro, per tutto ilCentro Italia l’investimento ediliziopotrebbe rivelarsi una leva potente —ha aggiunto il vescovo — ma a essereprivilegiata dovrà essere la relazionee non la speculazione, la fiducia enon il sospetto, se si vuole davveror i n a s c e re » .La Messa ad Amatrice in ricordo delle vittime del sisma (Ansa)

#CantiereGiovaniPER COSTRUIRE E A L I M E N TA R EUN’ALLEANZA TRA LE GENERAZIONI

Si riparte solomettendoal centro i ragazzi

ANNA PAOLA SA B AT I N I A PA G I N A 4

Contro Lukashenko

Minsk: manifestantiin piazza

PAGINA 2

A 121 anni dalla nascitadel grande scrittore argentino

Gli antenatip ro t e s t a n t idi Jorge Luis Borges

MARCELO FIGUEROA A PA G I N A 5

Colloquio con il pastore Gajewskisui temi della Settimanadelle Chiese metodiste e valdesi

Radicarsi nel nuovoDO N AT E L L A CO A L O VA A PA G I N A 6

Il cardinale Bassetti al meetingdi Rimini

Lo stuporeci avvicina ai profeti

PAGINA 6

Il tradizionale pellegrinaggiodella diocesi di Roma a Lourdes

Vi a g g i odi fede e di speranza

ROSARIO CAPOMASI A PA G I N A 7

Lettera del Papa in ricordodell’argentino padre Zini

Un padreper il popolo

PAGINA 8

ALL’INTERNO

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L’OSSERVATORE ROMANOpagina 2 lunedì-martedì 24-25 agosto 2020

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Minsk: manifestanti in piazzacontro Lukashenko

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In Mali la giunta proponeuna transizione di 3 anni

MINSK, 24. Una marea bianca e ros-sa ha invaso ieri il centro di Minskper chiedere a gran voce le dimissio-ni del presidente Alexander Luka-shenko, che nelle presidenziali delloscorso 9 agosto ha ottenuto un nuo-vo mandato (il sesto consecutivo). Ilvoto, com’è noto, ha scatenatoun’ondata di proteste dentro e fuoriil paese.

I colori della bandiera tradizionalehanno riempito il centro della città:una folla di manifestanti, 100.000 se-condo media di opposizione, hannooccupato Piazza Indipendenza ehanno marciato chiedendo “lib ertà”.Nemmeno le minacce di schierarel’esercito, allertato da Lukashenkoche si è presentato in conferenzastampa in divisa militare, hanno sco-raggiato la gente dallo scendere inpiazza: giovani, anziani, famigliecon bambini. Ad accoglierli hannotrovato altoparlanti che li ammoni-vano, ordinando di abbandonare im-mediatamente la “manifestazione il-legale”. E poi cannoni ad acqua epolizia in assetto antisommossa. Di-verse stazioni della metropolitana diMinsk sono state chiuse e il ministe-ro della difesa ha minacciato un in-tervento per proteggere i memorialidella seconda guerra mondiale, cir-condati con filo spinato per non faravvicinare i manifestanti. Una prote-

sta che sembra dunque essere riusci-ta a bissare il maxi raduno di dome-nica scorsa, sempre nella capitale, eche segna due settimane di mobilita-zione dopo le contestate elezioni.

Importanti manifestazioni di so-stegno ai dimostranti di Minsk si so-no svolte anche in Lituania.

L’Unione europea ha promessosanzioni per i bielorussi responsabilidell’eventuale frode elettorale e diuna repressione della polizia che havisto quasi 7.000 arresti, con accusedi torture e abusi. Anche se l’Altorappresentante Ue per la politicaestera e di sicurezza comune JosepBorrell ha ammonito che con Luka-shenko è necessario trattare e che ilpaese non può diventare una «se-conda Ucraina».

Cuscinetto tra la Russia da unaparte e gli stati baltici e la Poloniamembri della Nato dall’altra, laBielorussia ha incassato per oraun sostegno solo verbale al suo go-verno da parte del Cremlino, che haescluso nei giorni scorsi qualsiasi in-tervento. Così come l’Alleanza atlan-tica ha negato che sia in corsouna concentrazione di truppe al con-fine con la Bielorussia. Smentendole accuse di Lukashenko, che avevapuntato il dito contro presunte «po-tenze straniere dietro la protesta dipiazza».Manifestanti con la bandiera bielorussa nel centro di Minsk (Epa)

BA M A KO, 24. La giunta militareche ha preso il potere in Mali haproposto una transizione di tre an-ni sotto la guida di un militare.Inoltre, si è detta pronta a rilascia-re l’ex presidente Ibrahim Bouba-car Keita, arrestato martedì scorsodurante il colpo di Stato che hadestabilizzato il paese. Lo riferi-scono fonti della Comunità econo-mica degli Stati dell'Africa occi-

dentale (Ecowas) e della stessagiunta.

L’ipotesi è stata avanzata al ter-mine del secondo giorno di nego-ziati, a Bamako, tra il neo-costitui-to Comitato nazionale per la sal-vezza del popolo (Cnsp) — l’o rg a -nismo creato dai militari responsa-bili del golpe del 18 agosto — euna delegazione di alto livellodell’Ecowas. I colloqui, volti ad unrapido ritorno ad un governo legit-timo e civile, proseguiranno doma-ni.

«Siamo riusciti a trovare un ac-cordo su alcuni punti di discussio-ne, ma non su tutti», ha dichiaratoil capo delegazione, l’ex presidentenigeriano Goodluck Jonathan. Illeader della giunta svolgerebbefunzioni di capo di Stato e sarebbealla testa di un governo compostoin maggioranza da militari. «Sial’Ecowas che i militari — ha affer-mato Jonathan — vogliono che ilPaese vada avanti». Il presidentedella Commissione Ecowas, Jean-Claude Kassi Brou, ha dichiaratosabato scorso che i colloqui si sonosvolti in un’atmosfera molto aperta.«Abbiamo sentito un reale deside-rio di andare avanti» ha ribadito,auspicando di «poter finalizzaretutto entro lunedì». Ieri, intanto, ladelegazione dell’Ecowas ha incon-trato gli ambasciatori in Mali deicinque membri permanenti delConsiglio di sicurezza dell’O nu(Gran Bretagna, Cina, Francia,Russia e Stati Uniti).

I militari hanno arrestato Keita— insieme con il primo ministroBoubou Cissé e altri leader — dop oun ammutinamento, che ha inflittoun altro duro colpo a un paese giàalle prese con l’insurrezione islami-sta e il diffuso malcontento perl’operato del governo. Si tratta delsecondo colpo di Stato in otto anniin Mali e ha accresciuto la preoc-cupazione per la stabilità regionale,poiché l’insurrezione jihadista mi-naccia anche i vicini Niger e Burki-na Faso. Dopo la condanna inter-nazionale unanime, dall’Onu a davari paesi, decine di persone sonoscese nuovamente in strada venerdìper celebrare la deposizione di Kei-ta, eletto nel 2013 e nel 2018. Nellostesso giorno, quattro soldati ma-liani sono rimasti uccisi nell’esplo-sione di un ordigno nella regionedi Koro, nel centro del paese.

In Francia è record di contagi dopo il lockdown

Virus: allerta in Europaper la riapertura delle scuole

Ma il Viminale contesta: «È materia di competenza statale»

La Sicilia disponela chiusura degli hotspot

Militare in servizio a Lampedusa (Ansa)

Riprendono il 4 settembre i colloquitra Serbia e Kosovo

Stabili le condizionidi Alexei Navalny

Violento nubifragio in VenetoDecretato lo stato di crisi

WASHINGTON, 24. Si terrà a Wa-shington il 4 settembre prossimol’atteso incontro tra il presidenteserbo, Aleksandar Vučić, e il pre-mier kosovaro, Avdullah Hoti.

Lo ha confermato all’agenzia distampa serba Tanjug una fonte del-la Casa Bianca. I colloqui, previstiinizialmente per il 2 settembre, so-no stati rinviati di due giorni perragioni legate al programma.

Nell’incontro, ha dichiarato allaTanjug John Ullyot, portavoce delConsiglio nazionale statunitenseper la sicurezza, si parlerà anche di

economia, poiché l’Amministrazio-ne di Washington ritiene che talitemi — a cominciare dalla creazionedi nuovi posti di lavoro e dall’im-pulso alla crescita — costituiscano ilprimo passo per avanzare nel pro-cesso di pace. Alla domanda sullapossibilità che ai colloqui partecipianche il presidente, Donald Trump,e se sia stata proprio tale possibilepartecipazione il motivo dello spo-stamento di data dell’incontro aWashington, la Casa Bianca non hafornito alcuna risposta.

LONDRA, 24. Il numero dei contagicontinua ad aumentare sensibilmen-te in tutta l’Europa facendo salirel’allarme, mentre si avvicina la datadella riapertura delle scuole.

Perdere la scuola per i bambini ei ragazzi fa più danni del coronavi-rus: ne sono convinti nel RegnoUnito, dove a rafforzare la posizio-ne del premier Boris Johnson arri-vano ora anche le parole del capoconsigliere in materia sanitaria delgoverno, Chris Whitty. A suo pare-re, le possibilità che i bambinimuoiano di covid-19 sono «estrema-mente basse» a fronte del «danno»arrecato all’infanzia dalla prolunga-ta assenza dai banchi di scuola. Af-fermazioni confortate da uno studiodell’agenzia governativa britannicaPublic Health England (Phe). Se-condo i ricercatori, in Inghilterra icontagi nelle scuole elementari sonostati rarissimi, e dalla riaperturadelle aule in giugno ci sono statisolo 70 bimbi e 128 fra insegnanti epersonale scolastico, pari allo 0,01%del totale. Secondo gli esperti «èpiù facile che i bambini si prenda-no il virus a casa che a scuola». Nelpaese, intanto, per il terzo giornoconsecutivo sono stati superati i1000 casi. I nuovi decessi sono in-vece 18. Dall’inizio della pandemia,in Inghilterra vi sono stati 324.601contagi e 41.423 morti.

Nel frattempo, in molti paesid’Europa ci si confronta con l’inter-rogativo della riapertura delle scuo-le e dei rischi connessi. La Germa-nia ha già riaperto le scuole e lastessa linea sembra voler essere se-guita anche in Francia. La scorsasettimana lo Snuipp, il principalesindacato degli insegnanti elemen-tari, ha chiesto il rinvio dell’iniziodell’anno per consentire agli inse-gnanti di prepararsi, ma il ministrodell’Educazione ha escluso nei gior-ni scorsi questa ipotesi. L’iniziodell’anno scolastico avverrà «pertutti il primo settembre», ha ribadi-to. E questo nonostante i numerida record della seconda ondata cheha colpito il paese. Tra sabato e do-menica, i casi confermati sono au-mentati di 4.897 rispetto ai 3.602 disabato. È il livello giornaliero piùalto dalla fine della quarantena amaggio e porta il totale a circa280.000. Le vittime sono già circa30.513. Attualmente ci sono 333 clu-ster sul territorio, 32 in più rispettoa ieri, secondo i dati pubblicati dalministero della Salute francese.

Non si ferma la crescita dei con-tagi anche in Italia: sono 1.210 i ca-si registrati ieri, mentre negli scaliaerei e marittimi si intensificano icontrolli su chi ritorna dalle vacan-ze. Oggi al via la sperimentazionesull’uomo di un possibile vaccinoanti covid italiano.

ROMA, 24. Il Veneto è stato colpitoda un violento nubifragio che hacoinvolto in particolare le provincedi Verona, Vicenza e Padova. I vigi-li del fuoco segnalano oltre 220 ri-chieste d’intervento. Il presidentedella regione, Luca Zaia, ha annun-ciato la firma della dichiarazionedello stato di crisi per Verona e altricomuni del Veronese e visitato tuttii luoghi più colpiti.

La provincia di Verona è la zonache ha subito maggiori danni per lacaduta di alberi e allagamenti. Mol-te strade si sono trasformate in fiu-

mi di ghiaccio, intrappolando mac-chine e pedoni, sorpresi dalla velo-cità del nubifragio. «Mai vista unafuria del genere» ha detto il sinda-co. A supporto dei pompieri scali-geri sono state inviate squadre dellecolonne mobili dei comandi di Ve-nezia e Rovigo. Colpita anche Cor-tina, dove si sono registrate frane.Il maltempo di fine estate si è ab-battuto con la violenza di un tifonemediterraneo, sconvolgendo convento e grandine molti altri centricon danni da valutare anche per laproduzione vitivinicola.

ROMA, 24. Sale la tensione in Italiain tema di immigrazione. Il gover-natore della Sicilia, Nello Musume-ci, ha firmato un’ordinanza con cuidispone la chiusura degli hotspot edei centri di accoglienza per mi-granti, che dovranno essere «impro-rogabilmente trasferiti in strutturefuori dall’isola». A poche ore dalprovvedimento, che ha suscitato di-verse polemiche, è arrivata la repli-ca del Viminale che avverte: «Quel-la dei migranti è una materia dicompetenza statale e quindi un’or-dinanza regionale non può incider-vi».

La misura è stata presa — ha spie-gato Musumeci — «perché allo Sta-to non è possibile garantire la per-manenza dei migranti nell’Isola nelrispetto delle misure sanitarie diprevenzione del contagio». Tutta-via, fanno sapere dal ministerodell’Interno, «la sicurezza sanitariaè una priorità dello Stato». Musu-meci però insiste: «C’è chi parla dicodicilli, di ordinanza legittima onulla. Intanto, la notte scorsa sonostati confermati 58 positivi e altritamponi arriveranno in giornata perl’esito». Ulteriore dimostrazione —spiega — che l’ordinanza intervienesu materia sanitaria e non sulla po-litica migratoria. «Dal Viminale at-tendiamo risposte, non altro» hascritto su Facebook. Il provvedi-mento — che ha validità fino al 10

settembre — impone anche il divieto«di ingresso, transito e sosta nellaregione da parte di ogni migranteche raggiunga le coste siciliane conimbarcazioni di grandi e piccole di-mensioni, comprese quelle delle

Ong». Intanto continuano gli arri-vi. «Solo a luglio sono sbarcatinell’isola 7.067 migranti; a metàagosto, oltre 3 mila» ha ricordatoMusumeci, in conferenza stampa aCatania.

BE R L I N O, 24. Anche se ancora incoma, sono stabili le condizioni diAlexei Navalny, l’oppositore russoricoverato da sabato scorso a Berli-no per un presunto avvelenamentoin Siberia.

«Una fase importante è stata su-perata», ha spiegato il capo dellostaff di Navalny, Leonid Volkov, ri-ferendosi al suo trasferimento aBerlino. Un’operazione per nullafacile e resa possibile solo dopouna petizione della moglie Yulia aVladimir Putin ed una pressioneesercitata da Angela Merkel ed Em-

manuel Macron. All’ospedale sibe-riano di Omsk, dove Navalny erastato portato dopo essersi sentitomale in aereo, i medici inizialmentesi erano rifiutati di autorizzare ilsuo trasferimento, sostenendo chefosse troppo malato.

Navalny adesso è affidato alle cu-re dell’ospedale universitario dellaCharité della capitale tedesca, dovei sanitari gli stanno facendo uncheck up completo. Risultati delleanalisi e prognosi non si potrannocomunque ottenere prima di alcunigiorni.

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L’OSSERVATORE ROMANOlunedì-martedì 24-25 agosto 2020 pagina 3

Donald Trump accetterà la nomination alla Casa Bianca

Al via in North Carolinala convention repubblicana

Dopo l’accordo con gli Emirati Arabi Uniti

Pompeo visita Israele per rilanciareil dialogo in Medio oriente

A f ro a m e r i c a n oucciso

dalla poliziain Lousiana

WASHINGTON, 24. Un afroameri-cano è morto a Lafayette, inLouisiana, dopo essere stato cri-vellato da ben 11 colpi di pistolaesplosi da agenti di polizia, cheprima avevano usato contro dilui anche la pistola taser. Lo haconfermato la Louisiana StatePolice, che ha identificato la vit-tima come Trayford Pellerin, di31 anni. Una vicenda che rilanciale proteste contro le ingiustizierazziali e sull’uso della forza daparte della polizia.

L’episodio risale a venerdì not-te. Secondo quanto riferito dallaLouisiana State Police, gli agenti,chiamati dal proprietario di unnegozio, hanno cercato di ferma-re un uomo che era entrato colcoltello. Pellerin però è riuscito asfuggire, e gli agenti non sonoriusciti a fermarlo neanche conl’uso delle pistole taser. Quandolo hanno visto avvicinarsi ad unaltro negozio hanno deciso diusare le armi da fuoco, esploden-do una raffica di colpi.

Già ieri sono divampate le pri-me proteste e le forze dell’o rd i n ehanno dovuto sparare alcuni la-crimogeni per disperdere la folladopo che alcune manifestazionisono degenerate in violenza e in-cendi. L’avvocato della vittima,Ben Crump, che difende anche ifamigliari di George Floyd e dialtri afroamericani uccisi dallapolizia, ha chiesto che gli agenticoinvolti, già sospesi, siano licen-ziati immediatamente.

Crump ha già avviato un’inda-gine con il collega Ronald Haley,il quale ha riferito che secondoalcuni testimoni Pellerin non eraarmato, come sembra invece nelvideo di una passante, che ha fil-mato la scena con il telefoninopostandola poi sui social.

Nei giorni scorsi, Ramon Ti-mothy López, un ispanico di 28anni, è morto a Phoenix dopoessere stato bloccato a terra con-tro l’asfalto rovente per sei minu-ti e legato da tre agenti.

WASHINGTON, 24. Si apre questa se-ra a Charlotte, in North Carolina, laconvention dei repubblicani. Comequella della scorsa settimana dei de-mocratici, la kermesse (di 4 giorni)avrà luogo in modo virtuale, a causadella pandemia di covid-19.

Alla riunione del Grand OldParty, dove l’attuale presidente ac-cetterà la nomination alla CasaBianca suggellandola con uno spet-tacolo di fuochi d’artificio, interver-ranno la first lady Melania e i quat-tro figli adulti di Trump. Ci sarannoanche alcuni degli aspiranti presi-denti del 2024, tra cui il vicepresi-dente, Mike Pence, l’ex ambasciato-re all’Onu, Nikki Haley, il senatore

Tim Scott e e il governatore delSouth Dakota, Kristi Noem.

Sfileranno inoltre alcuni america-ni testimonial di come Trump «ab-bia cambiato loro la vita», tra cui lacoppia del Missouri denunciata peravere puntato le armi contro i mani-festanti del movimento Black LivesMatter. Non ci sarà invece alcun expresidente statunitense: George W.Bush ha infatti annunciato che nonvoterà per Trump.

Il tema della convention è “O no-rando la grande storia americana”,ma ogni serata avrà un sotto tema.

Alla vigilia della convention,Trump ha subito giocato a sorpresauna prima carta per rilanciare la suaimmagine, compromessa in partico-lare dalla gestione di una pandemiache negli Usa ha già causato lamorte di oltre 176.000 persone.

Con quello che ieri ha definito un«annuncio storico», il presidente hacomunicato in una conferenza stam-pa alla Casa Bianca che la Foodand Drug Admnistration (Fda),l’agenzia che vigila sulla sicurezzadei farmaci e dei prodotti alimenta-ri, ha concesso un’autorizzazioneall’uso di emergenza del “plasmaconvalescente” per curare i malati dicovid-19. «È una terapia potenteche trasmette i forti anticorpi dellepersone guarite a quelle malate e haun incredibile tasso di successo», ha

spiegato, lanciando poi un appelloalle persone uscite dal tunnel delcoronavirus a donare il sangue.

Trump si terrebbe invece in tascaun asso da giocare più avanti: se-condo il «Financial Times», stareb-be valutando la possibilità di aggi-rare i normali standard normativiUsa per accelerare l’iter del vaccinosperimentale contro il covid-19, cosìda poterlo utilizzare prima dellepresidenziali del 3 novembre.

Trump ha fatto sapere di volerepartecipare di persona a tutte equattro le giornate della conventionrepubblicana, rompendo il protocol-lo che riserva in genere al principalecandidato l’ultima serata: quella deldiscorso di accettazione della nomi-nation. «Vogliamo che alle personealla fine di ogni giornata venga ri-cordato che l’America continua adessere la più grande, la più eccezio-nale nazione al mondo», hanno det-ti i responsabili della campagnaelettorale del presidente.

Tra le curiosità, l’intervento diPence sarà in diretta da Fort McHe-nry, a Baltimora (Maryland), loca-lità storica e famosa per avere re-spinto nel 1814 un attacco dellaMarina britannica, ispirando la poe-sia Star Spangled Banner, diventatail testo dell’inno nazionale statuni-tense.

Hezb ollah:abbattutoun droneisraeliano

BE I R U T, 24. Tensione alta al con-fine tra Libano e Israele. Hezbol-lah ha detto ieri di aver abbattu-to e sequestrato un drone israe-liano nei pressi della città di con-fine di Ayta al Shaab, nel sud delLibano. L’esercito israeliano haconfermato l’informazione. «Ildrone è ora nelle mani dei com-battenti della resistenza islami-ca», ha spiegato Hezbollah in uncomunicato reso noto dalla retetelevisiva del movimento Al Ma-n a r.

Come detto, l’esercito israelia-no ha confermato l’abbattimentodi un drone nel sud del Libano:il velivolo — si legge in un comu-nicato — stava svolgendo «la suaattività di routine». Al momento,aggiunge la nota, «non ci sonopreoccupazioni per le informa-zioni che possono essere estratte»dalla macchina. L’anno scorso, aseguito di attacchi di droni cari-chi di esplosivi contro Hezbol-lah, il leader del movimento scii-ta libanese Hasan Nasrallah ave-va avvertito che qualsiasi droneisraeliano che avrebbe violato lospazio aereo libanese sarebbe sta-to preso di mira e abbattuto. Unaltro drone israeliano era precipi-tato al confine con il Libano po-che settimane fa: non è mai statoreso noto se si sia trattato di unabbattimento o di un guasto.

Un altro massacroin Colombia

Per un ex diplomatico di SeoulKim Jong-un sarebbe in coma

Per colloqui sul processo di pace afghano

Delegazione talebanain Pakistan

TEL AV I V, 24. Il segretario di statoUsa Mike Pompeo è atterrato oggiin Israele dove alle 11 (ora locale)incontra il premier Benjamin Neta-nyahu e, in seguito, il ministro delladifesa Benny Gantz e il ministro de-gli esteri Gabi Ashkenazi. Tra i temidella riunione, il recente accordo traIsraele e gli Emirati Arabi Uniti e lapossibilità di accordi simili con altristati arabi.

Subito dopo Israele, Pompeopartirà per il Sudan, uno dei paesiche, insieme ad Oman e Bahrein,potrebbe aderire alla normalizzazio-ne dei rapporti diplomatici conIsraele. Inoltre, in Sudan Pompeodiscuterà con i leader locali del«continuo supporto Usa al governodi transizione a guida civile» edesprimerà «sostegno per un raffor-zamento della relazione tra Sudan e

Israele», come ha chiarito una notadel dipartimento di Stato. La terzatappa del viaggio, che si concluderàil 28 agosto, sarà Abu Dhabi. Vadetto che l’accordo tra Israele edEmirati Arabi Uniti sta sollevandonumerose polemiche in MedioOriente. I palestinesi hanno piùvolte condannato la decisione diAbu Dhabi. Di recente, davanti allamoschea al-Aqsa, a Gerusalemme, sisono svolte manifestazioni control’intesa.

Intanto, resta alta la tensione traIsraele e Hamas al confine dellastriscia di Gaza.

Dopo il ripetuto lancio di palloniincendiari e ordigni esplosivi da Ga-za che ieri hanno innescato 28 roghinei territori israeliani nel Neghev,costringendo la popolazione a ripa-rarsi nei rifugi, l’aviazione e l’e s e rc i -to dello stato israeliano hanno col-pito la notte scorsa diverse postazio-ni di Hamas. Lo ha reso noto ilportavoce dell’esercito israeliano se-condo cui «sono state centrate po-stazioni militari; è stata inoltre col-pita una struttura sotterranea di Ha-mas nel sud della striscia». Non sihanno al momento notizie di vitti-me. Com’è noto, i lanci di razzi epalloni incendiari, con le successiverappresaglie, sono iniziati alcunesettimane fa. «Non resteremo aguardare Hamas fuori controllo» hadichiarato di recente il presidenteisraeliano Reuven Rivlin in un’inter-vista al «Jerusalem Post». L’e s e rc i t o«risponderà con forza e determina-zione» e continuerà «anche se sa-ranno necessari tempo e pazienza fi-no al ritorno della calma».

Da segnalare, inoltre, che ieri conun discorso televisivo il premierisraeliano Netanyahu ha scongiuratola crisi di governo e il ritorno alleurne per la quarta volta. La maggio-ranza si era infatti spaccata nel di-battito sulla finanziaria. Netanyahuha accettato il rinvio della discussio-ne, come proposto dagli alleati delpartito Blu e Bianco.

D evastantiincendi

in California

WASHINGTON, 24. Il presidenteUsa Donald Trump ha firmato laproclamazione di disastro natura-le per gli incendi che stanno de-vastando parte della California.Il provvedimento consente di at-tingere ai fondi federali per inter-venire nell’area colpita, che com-prende sette contee, alcune noteper i vigneti: Lake, Napa, SanMateo, Santa Cruz, Solano, So-noma e Yolo. Nei giorni scorsi ilpresidente aveva scaricato la col-pa sul “Golden State” e lo avevaaccusato di «non pulire le forestelasciando montagne di foglie ealberi caduti». Oltre 12 milapompieri sono al lavoro per spe-gnere i 560 incendi ancora in cor-so, che finora hanno ucciso seipersone e costretto altre 175 milaa fuggire dalle loro case.

Attaccoa un gasdotto

in SiriaDA M A S C O, 24. Un blackout elettricosi è registrato ieri in tutta la Siriadopo un presunto attacco a un ga-sdotto. Lo riferisce l’agenzia ufficia-le siriana Sana. L’intero territorio si-riano, riporta l’agenzia citando ilministro del petrolio e delle risorseminerarie Ali Ghanem, è rimastosenza elettricità a causa dell’esplo-sione di un tratto di gasdotto nelsud. Secondo il ministro, l’esplosio-ne sarebbe stata provocata da un at-tacco terroristico alla struttura.

La situazione è gradualmente tor-nata alla normalità. Una squadra divigili del fuoco è stata subito inviatasul luogo dell’esplosione per spe-gnere l’incendio.

Il ministro siriano dell’E n e rg i aelettrica, Muhammad Zuhair Khar-boutli, ha detto che gli addetti sonoriusciti a far ripartire alcune dellecentrali spente dopo l’incidente, for-nendo alimentazione a strutture vi-tali e avviando un graduale ripristi-no della fornitura di energia ad al-cune province del paese. Il canaletelevisivo siriano Al-Ikhbariya riferi-sce che tre centrali elettriche delpaese si sono danneggiate a causadell’esplosione.

Alcuni prigionieri talebani liberati (Reuters)

ISLAMABAD, 24. Una delegazione ta-lebana afghana — guidata dal capodell’ufficio politico del Qatar, ilmullah Abdul Ghani BaradarAkhund — è attesa oggi a Islama-bad, su invito ufficiale del ministerodegli Affari esteri pakistano. Lo hafatto sapere in una nota ripresa dal-le agenzie di stampa internazionaliSuhail Shaheen, il portavoce dell’uf-ficio qatariota.

L’obiettivo principale dell’attesavisita è una serie di colloqui con altifunzionari pakistani sul processo dipace afghano. Tra i temi in agenda,anche quello dei rifugiati, del com-mercio e di altre questioni bilaterali.Con questa missione — ha precisatoShaheen — riprende una serie di in-contri dei talebani afghani con variPaesi nell’ambito del processo di pa-ce, che era stata interrotta a causadella pandemia di coronavirus. Do-po il Pakistan, la delegazione tale-bana si recherà in altri Paesi dellare g i o n e .

I talebani, rilevano gli analisti po-litici, hanno annunciato la visita nelmomento in cui il Governo del Pa-kistan ha emesso una «notifica lega-le», ordinando il pieno rispetto del-le sanzioni del Consiglio di sicurez-za delle Nazioni Unite contro i lea-der talebani afghani, incluso il mul-lah Baradar Akhund. La notificaimplica l’applicazione del congela-mento dei beni, del divieto di viag-

gio e dell’embargo armato nei con-fronti dei gruppi ribelli afghani.

Sul fronte Usa-talebani, il Penta-gono recentemente ha rivendicato diavere rispettato gli impegni siglati aDoha lo scorso febbraio: come pre-visto dal testo dell’accordo, entro

135 giorni dalla firma i soldati statu-nitensi sono passati da 13.000 a8.500 circa e 5 basi militari sono sta-te consegnate agli afghani. Il restodel ritiro, recita l’accordo, è condi-zionato al rispetto degli impegni as-sunti dai militanti islamisti.

BO GOTÁ, 24. Un commando armatoha fatto irruzione ieri in Colombiain un appartamento di Venecia (di-partimento di Antioquia), ucciden-do tre giovani e ferendone grave-mente un quarto. Lo riferisce oggila radio Rcn di Bogotá.

Sono già sette, notano i media,gli episodi che nelle ultime due set-timane hanno insanguinato il paese,causando più di trenta morti. Inuna intervista il presidente colom-biano Iván Duque ha sottolineatoche «è sbagliato parlare di nuovaondata di violenza, perché questimassacri non si sono mai interrottinegli ultimi anni, e sotto la mia ge-stione sono già stati 37».

Il sindaco di Venecia, Óscar Sán-chez, ha confermato che l’attacco èavvenuto in un quartiere perifericodella città, e che si tratterebbe di«un regolamento di conti riguardan-te il mondo della droga».

Due settimane fa, l’11 agosto, cin-que minori sono stati uccisi — senzaapparente ragione — a Cali, e quat-tro giorni dopo la stessa sorte è toc-cata ad otto giovani nel municipiodi Samaniego, in Nariño, diparti-mento in cui lunedì sono stati uccisitre indigeni.

Il 21 agosto l’ufficio del Difensoredel popolo colombiano ha confer-mato il massacro di cinque civili aEl Caracol, nel municipio di Arau-ca, capoluogo dell’omonimo diparti-mento dove operano dissidenti delleFarc (Forze armate rivoluzionariedella Colombia), militanti dell’Eln(Esercito di liberazione nazionale),gruppi di narcotrafficanti e parami-litari. Lo stesso giorno sono stati se-gnalati altri due massacri: sei perso-ne uccise a El Tambo, nel diparti-mento del Cauca, e sei giovani as-sassinati a Tumaco, del dipartimen-to di Nariño.

PY O N G YA N G , 24. Il leader nordco-reano, Kim Jong-un, sarebbe incoma e il comando del Paese asia-tico sarebbe stato assunto dalla so-rella, Kim Yo-jong. Lo afferma lastampa sudcoreana, citando ChangSong-min, uno stretto collaborato-re dell'ex presidente, Kim Dae-jung, artefice del disgelo dei rap-porti con Pyongyang con la sun-shine policy.

«Ritengo sia in coma e la deci-sione di delegare alcuni dei suoipoteri alla sorella ne sarebbe laprova», ha affermato Chang. Po-chi giorni fa, da Pyongyang erastato annunciato che Kim, purconservando il potere assoluto,avrebbe ceduto gradualmente alcu-ni dei suoi compiti alla sorella,«per alleviare lo stress».

Molto cauto il commento dellaNational Intelligence Agency diSeoul, secondo la quale il passag-

gio di alcuni poteri a Kim Yo-jongnon è legato ad alcun problema disalute di Kim Jong-un.

«Ma nessun leader nordcoreanoaffiderebbe alcune delle sue prero-gative a un’altra persona a menoche non fosse troppo malato pergovernare o non fosse stato rimos-so con un colpo di stato», ha insi-stito Chang Song-min. Kim Jong-un è stato protagonista di pocheapparizioni pubbliche nel corsodell’anno e i timori sulle sue preca-rie condizioni di salute sono ricor-renti: ad aprile, ad esempio, si era-no rincorse le voci su un interventochirurgico d’urgenza per problemicardiaci che avevano messo a ri-schio la sua vita, tanto che eranocircolate speculazioni sul suo de-cesso. Il leader, invece, ricomparvenei media nordcoreani all’inaugu -razione (il primo maggio scorso) diun nuovo impianto di fertilizzanti.

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L’OSSERVATORE ROMANOpagina 4 lunedì-martedì 24-25 agosto 2020

di ANNA PAOLA SA B AT I N I

I l Paese riparte con la scuola,e la scuola per essere una lo-comotiva capace di condurreverso orizzonti significativideve poter coniugare, insie-

me, un alto senso di responsabilità atutti i livelli, una forte determinazio-ne al cambiamento e un altrettantoinflessibile coraggio. Avendo al con-tempo la forza di liberarsi di tuttiquei lacci e lacciuioli di campanellia-

na memoria e mirabilmente recupe-rati da un grande innovatore qualefu Guido Carli, in vista di un obiet-tivo superiore. I nostri ragazzi e ilsistema Italia non possono piùaspettare, non c’è più tempo.

Il primo di settembre è alle portee la scuola deve ripartire, in sicurez-za, come ci stanno indicando in que-ste ore gli scienziati più autorevoli.Impegnandoci tutti a rispettare dipiù le regole anticontagio per limita-re la circolazione contingente del vi-rus. Senza esitazione. È questo d’al-

tro canto il messaggio che ci arrivadalle voci contemporanee più auto-revoli. I giovani, gli studenti vannomessi al centro con onestà intellet-tuale. Sono la priorità. E a questapriorità va subordinata ogni altra va-lutazione.

Pensiamo soltanto a quanto il te-ma dell’educazione sia significativa-mente ricorrente nei testi del pontifi-cato di Papa Francesco per cui lascuola è proprio e soprattutto il luo-go imprescindibile delle relazioni edegli incontri. Forti e decise le paro-le del presidente della RepubblicaSergio Mattarella in occasione dellacerimonia del Ventaglio: «È in giocoil futuro, un futuro che richiede de-terminazione. I nostri ragazzi hannopatito un anno di disagio. Il sistemaItalia non può permettersi di dissi-pare altre energie in questo campo.L’apertura della scuola è un obietti-vo primario. L’Italia deve raccoglierela sfida e deve essere fatto ogni sfor-zo».

Sulla stessa linea anche il presi-dente del Consiglio Giuseppe Contequando afferma che la riaperturadelle scuole è un suo «impegno coni giovani, con le famiglie, con il Pae-se», pur essendo una sfida molto im-pegnativa coinvolgendo oltre diecimilioni di persone, perché si trattadi “un pilastro del nostro sistema so-ciale”.

Risonanti sono arrivate nei giorniscorsi anche le parole dell’ex presi-dente della Bce Mario Draghi, checi ha rammentato come la pandemia«minacci il tessuto della nostra so-cietà, diffondendo l’incertezza»,creando un debito e inducendociquindi a ridare speranza alle fami-glie attraverso “un settore essenzialeper la crescita” quale proprio quellodell’i s t ru z i o n e .

Sono queste le urgenze per il Di-castero di Trastevere guidato da Lu-

cia Azzolina. Sospendere le lezioniin presenza in una fase di diffusionedel virus acuta e soprattutto impre-vista è stata una necessità. Ladidattica a distanza, rispetto allaquale bisogna ora mantenere un at-teggiamento condiviso di coerenza ela cui esperienza bisognerà comun-que continuare a valorizzare in undiscorso più ampio, ha permessosicuramente di mantenere un presi-dio importante, di non spezzare ilfilo anche da un punto di vistaemotivo.

Per gli studenti e per le famiglie,nel momento in cui la pandemia hasconvolto il mondo. Ora però biso-gna restituire ai nostri ragazzi luo-ghi, opportunità, relazioni, contenutied esperienze che ne favoriscano lacrescita ed il senso di responsabilità.

La salute è bene primario. È unadimensione essenziale della vita, co-

no per creare condizioni umanamen-te realizzabili al raggiungimento diobiettivi comuni e condivisi.

È vero, la scuola, e con essa tutti iluoghi di formazione più di altri, stasubendo forti spinte. Non necessa-riamente negative. Vanno colte perrecuperare il tempo perso ma anche

delle più grandi prove contempora-nee. In questa dinamica risulterannovincenti le organizzazioni più velocinell’anticipare il futuro. Il ritardodigitale italiano non è un fattoremarginale e non può più essere elu-so. La didattica a distanza ha avutoun banco di prova importante ma,in questo stato dei fatti, anche la di-gitalizzazione delle procedure am-ministrative, che riguardano il mon-do dell’istruzione e in particolarequelle inerenti la gestione del perso-nale, non possono essere rinviate.Vanno affrontate nella consapevo-lezza che nella gestione di un siste-ma complesso e nell’affrontare uncambiamento di questa portata, leincertezze e le criticità sono inevita-bili e vanno naturalmente ridotte ini t i n e re .

La scuola italiana, per risponderea queste e ad altre sollecitazioni, stasopportando in questi giorni un la-voro poderoso e necessita di una fi-ducia condivisa. Il monito semprevivo e maggiormente pregnante è,anche in questo caso, quello con cuiil Santo Padre ha chiuso lo storicoincontro con gli studenti italiani del2014: «E per favore, per favore, nonlasciamoci rubare l’amore per lascuola! Grazie».

Problemi e opportunità di una situazione di emergenza

Si riparte solomettendo al centro i ragazzi

solito si è lavorato durante luglio e agostomisurando spazi e prenotando materiali.

Disposizioni che sembravano consideraresolo alunni e zone ideali si sono susseguitefino alla firma del protocollo di sicurezza.Tuttavia settembre ormai prossimo apparetuttora intriso di ansie e punteggiato d’inter-ro g a t i v i .

Da marzo a giugno abbiamo insegnato at-traverso schermi di computer, tablet e telefo-ni, con le immagini dei volti dei nostri alun-ni spesso sfocate e le voci a intermittenza.Una fatica logorante e un onere grande chehanno coinvolto docenti e intere famiglie.Le nostre antiche giornate fatte di incontri,sorrisi, spiegazioni, laboratori sono un lonta-nissimo ricordo o forse non si ripeterannopiù in quella forma, in quei modi.

Molti colleghi utilizzavano poco o perniente il computer, considerando il registro

Progettare la ripresa in presenza dopo l’esperienza della didattica a distanza

Volti sfocati, connessioni che saltano e voci intermittenti

Il monito sempre vivo e più concretoè, anche in questo caso, quello con cui Papa Francescoha chiuso lo storico incontrocon gli studenti italiani del 2014: «E per favore,per favore, non lasciamoci rubare l’amore per la scuola!»

Ciò che conta è tornare finalmentenelle nostre aule, troppo freddetroppo calde, troppo strettepiene del vociare dei nostri alunniSempre nel pieno rispettodelle fondamentali misure di sicurezza

di VIRGINIA DI MAU R O

Da mesi la ripresa delle lezioni in pre-senza è uno degli argomenti più cal-di. Proposte più o meno realizzabili,

polemiche spesso distruttive e tanti puntiancora da chiarire. A dispetto di chi annodopo anno punta il dito contro la durata delperiodo di ferie dei docenti, stavolta più del

elettronico come il peggiore dei castighi, unpeso consultare le circolari dal sito d’Istitutoe reperire moduli on-line. In molte zoned’Italia avere una lavagna interattiva multi-mediale in classe costituiva un privilegio,riuscire a collegarla a un dispositivo elettro-nico senza portarlo da casa un evento raro.Più veloci del cambiare il foglio del calenda-rio si è giunti a padroneggiare piattaforme,strumenti informatici e pagine per creare vi-deo lezioni.

La dedizione attenta e scrupolosa, la pas-sione instancabile di chi, seppur a pochissi-mo dalla pensione, si è saputo reinventare

programmare interventi di manutenzioneper essere pronti alla ripartenza? Il distan-ziamento, i doppi turni, la didattica mista, ibanchi monoposto, i divisori, la temperatu-ra, il potenziamento dell’organico: la listainterminabile di idee diverse da un giornoall’altro garantisce davvero una ripresaconsapevole e sicura? Come se fosse sempli-ce per gli alunni e per i loro docenti passaredalla presenza alla distanza e successiva-mente alla presenza ma incredibilmente di-versa.

I bambini della scuola dell’infanzia diquegli istituti che non sono riusciti a proget-

tare delle attività a distanza mirate, i piccoliche arriveranno in prima senza che la mae-stra potrà guidare la loro mano nella scrittu-ra delle prime lettere, i ragazzi che inizieran-no la prima classe della secondaria di I e IIgrado catapultati da un ciclo all’altro senzaquelle tappe fondamentali rappresentate daiviaggi d’Istruzione, dall’ultima campanella edai gavettoni. I docenti che saranno in pen-sione da settembre, coloro che inizierannol’avventura dell’insegnamento in un settoregià precario che ora è colmo d’incertezze,chi in seguito a trasferimento giungerà inuna nuova sede. I dirigenti responsabili di

decisioni delicatissime, di un orario che pro-verà a quadrare nonostante molti buchi, dipersonale che andrà e verrà, degli alunni edelle loro famiglie. Il personale Ata e quelloamministrativo che accompagnerà e suppor-terà la faticosa ripresa insieme alle realtà checooperano nella Scuola avrà un ruolo quan-tomai delicato.

Ciò che conta è tornare finalmente nellenostre aule troppo fredde, troppo calde,troppo strette, piene del vociare dei nostrialunni. Ci rivedremo, chissà se per poco oper tutto l’anno, e continueremo a osservarele misure di sicurezza nelle classi che saran-no suddivise in gruppi o in cui si alterneran-no vari turni.

In alcune situazioni si utilizzerà ancora ladidattica a distanza, tuttavia sarà importantericostruire una quotidianità fatta di presenza,

A dispetto di chi anno dopo annopunta il dito contro la duratadel periodo di ferie dei docentistavolta più del solitosi è lavorato durante luglio e agostomisurando spazie prenotando materiali

#CantiereGiovaniPER COSTRUIRE E A L I M E N TA R E UN’ALLEANZA TRA LE GENERAZIONI

sono la prova di come per insegna-re serva ben oltre il puro nozioni-smo. Ore di ricerca, di formazione,di prove inefficaci prima di giunge-re alla soluzione adatta alla propriaclasse. Anche le famiglie, in parti-colare nelle classi dalla primaria al-la secondaria di I grado, che primasi incontravano rapidamente al-l’uscita o nelle ipotesi più rosee du-rante i colloqui, si sono ritrovate insituazioni nuove, più o meno con-sapevolmente accanto ai propri figligestendo tabelline, letteratura, po-poli antichi, espressioni e coniuga-zioni verbali. Tra innumerevoli dif-ficoltà ognuno ha tentato di custo-dire la consapevolezza di come, purtra le righe storte della Storia, esi-stesse un provvidenziale svolgimen-to a sorpresa, affinché la paura nonavesse l’ultima parola.

«Tutto il male che si dice dellascuola fa dimenticare il numero dibambini che ha salvato dalle tare,dai pregiudizi, dall’ottusità, dal-l’ignoranza, dalla stupidità, dalla cu-pidigia, dall’immobilità o dal fatali-smo delle famiglie», Daniel Pennac.

In questo periodo di preparazio-ne è sufficiente ordinare materiali e

di ritmi, di relazioni. Lavoreremo per quantopossibile per garantire la frequenza di tutti,recuperando chi nei mesi precedenti non èriuscito a seguire per insufficienza di mezzio abbondanza di problemi. Avremo forseuna consapevolezza nuova, più forte, tem-prata dal sacrificio e dalla prova.

«La scuola dava peso a chi non ne aveva,faceva uguaglianza. Non aboliva la miseria,però tra le sue mura permetteva il pari. Ildispari cominciava fuori», Erri De Luca.

me lo è la formazione. Entrambedomandano grande impegno ed im-piego di risorse per essere assicurate,in condizioni di sicurezza. Nessunadelle due, come capita a qualsiasi al-tra dimensione della vita umana, ècomunque al riparo da difficoltà eda imprevisti. Ciò non vuol dire vo-tarsi al fatalismo. Richiede piuttostouna convergenza di intenti e una ca-pacità di guardare nella stessa dire-zione: assicurare e assicurarsi chetutti, nella scuola – visto che discuola stiamo parlando – si spenda-

come stimoli per innovare. È unasfida che va affrontata insieme e conla voglia di osare. Per il bene dei no-stri ragazzi e delle loro famiglie. Maanche per il bene di quanti operano,ai vari livelli, nel mondo dell’i s t ru -zione.

Molte delle criticità della scuolaitaliana, si sa, vengono da lontano.Passaggi, come quello che attraver-siamo, devono spingere a farsi cari-co di alcuni nodi nevralgici. La tra-sformazione digitale, che la pande-mia ha sollecitato, è certamente unaUna scena dello spettacolo di teatro di figura «La classe» di Fabiana Iacozzilli

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L’OSSERVATORE ROMANOlunedì-martedì 24-25 agosto 2020 pagina 5

A settembre la prima edizione integrale in italiano di «Field Work» di Seamus Heaney

Anche i libri scompaionosulla soglia dell’eternità

A 121 anni dalla nascita del grande scrittore argentino

Gli antenati protestantidi Jorge Luis Borges

di MARCELO FIGUEROA

Il 24 agosto ricorrono 121anni dalla nascita di Jor-ge Luis Borges, indub-biamente uno degli scrit-tori argentini più impor-

tanti e prolifici della letteraturauniversale. Molto è stato scrittosull’influenza che la religione haavuto sulla sua opera, il cheemerge chiaramente già in nu-merosi racconti come I teologi, IlVangelo secondo Marco o Il librodi sabbia, dove appare quelloche a suo tempo veniva chiama-to “colp otor”, in questo caso unpresbiteriano della Società Bibli-ca che gli offre una Bibbia di-cendogli che si tratta di un «li-bro infinito». Sebbene lo stessoBorges si sia definito agnostico,è importante, anche se poco no-ta, l’influenza dei suoi antenatiprotestanti nella sua vita e nellasua opera letteraria.

inglese, che era molto religiosa,conosceva la Bibbia a memoria:le citavi un versetto qualsiasi elei diceva: “Sì, Levitico, tale li-bro e tale versetto”. E continua-va a recitarlo. Oppure: “Libro diGiobbe, versetto tale”. Ebbene,io sono cresciuto in questo am-biente contraddittorio, cattolico,protestante, libero pensatore eanarchista. Eppure, tutti ci vole-vamo bene e andavamo d’accor-do».

to compiaciuto: “Proprio così!Proprio così!”».

Anche se è vero che JorgeLuis Borges non ha mai pratica-to la fede cristiana né alcun’altrafede, in varie occasioni ha riba-dito di essere cresciuto ascoltan-do dalla nonna i testi della Bib-bia nella versione inglese antica,il che ha altresì influito sul suointeresse per le lingue pre-anglo-sassoni. In uno dei suoi ultimidiscorsi pronunciati in inglese

Se Dio scrive un librose Dio accondiscende alla letteraturaallora ogni parola, ogni letteracome dicono i cabalistideve essere stata meditata a fondo

Secondo lo storico MartínHadis, Jorge Luis Borges di-scendeva dagli Haslam – una fa-miglia britannica – da cui rice-vette l’eredità intellettuale e an-che il tipo di cristianesimo chepraticavano, il che lasciò unaforte impronta sulla sua personae sui suoi scritti. Gli Haslam sierano avventurati nel metodismoe nell’anglicanismo, senza peròmai abbandonare le loro radicicalviniste. Per questo Borgesnelle questioni religiose s’identi-fica con la nonna protestante.Lui stesso lo racconta: «Miamadre è una cattolica fervente,mio padre, come tutti i signoridella sua epoca, da questo edall’altro lato del Plata, era unlibero pensatore. La mia nonna

In modo analogo, NormanThomas Di Giovanni, che lavo-rò insieme a Borges come tra-duttore, parlando di lui disse:«La religione è una delle coseche lo distinguono dagli altri in-tellettuali latinoamericani. Seb-bene sua madre sia cattolica de-vota e suo padre sia stato ateo,Borges era protestante nell’ani-mo. Una volta, lo scorso anno,mentre lavoravamo alla sua au-tobiografia, ho scritto la frase:“Come protestante amateur qua-le sono…”, e Borges ha esclama-

all’università di Harvard durantel’anno accademico 1967-1968,dissertando sull’importanza del-la letteralità linguistica nelle tra-duzioni poetiche, ha affermato:«Qual è stata l’origine delle tra-duzioni letterali? Non credo chesiano nate dall’erudizione; noncredo che siano nate dallo scru-polo. Credo che abbiano avutoun’origine teologica. Quando sidecise di tradurre la Bibbia laquestione che si pose fu moltodiversa, poiché si riteneva che laBibbia fosse stata scritta dalloSpirito Santo. Quando pensia-mo allo Spirito Santo, quandopensiamo all’infinita intelligenzadi Dio impegnata in un compitoletterario, non possiamo conce-pire elementi casuali – elementialeatori – nella sua opera. No.Se Dio scrive un libro, se Dioaccondiscende alla letteratura,allora ogni parola, ogni lettera,come dicono i cabalisti, deve es-sere stata meditata a fondo. Epotrebbe essere una blasfemiamanipolare il testo scritto daun’intelligenza infinita ed eter-na. Credo perciò che l’idea diuna traduzione letterale nascacon le traduzioni della Bibbia».

Comunque sia stato JorgeLuis Borges nell’intimità dellasua vita spirituale, l’influenzadella fede protestante, e soprat-tutto della recita dei testi biblicida parte della nonna, ha forma-to in questo straordinario scrit-tore un sostrato trascendenteche è poi affiorato nella suaopera e nei suoi discorsi.

di LEONARD O GUZZOe MARCO SONZO GNI

«U n sorbo so-miglia a unaragazza colrossetto. / Tr ala strada

maestra e la traversa / in un’umidastillante lontananza / gli ontanispiccano sui giunchi. / Ci sono ifiori di fango del dialetto / e gli im-mortali dalla nota perfetta / el’istante in cui un canto d’uccelloquasi / s’accorda alla musica di ciòche accade».

Nella stagione più drammaticadella recente storia irlandese, i Tro u -bles che infuocano l’Ulster e feroce-mente contrappongono per tutti glianni Settanta protestanti unionisti ecattolici indipendentisti, SeamusHeaney compie una scelta drastica.Nel 1972 lascia l’Irlanda del Nord,dove è nato, per trasferirsi in un

o il commento dei fatti, né uno sno-bismo da torre d’avorio, ma un tono— e una melodia — che catturi lospirito dei tempi e possa a questitempi resistere. Qualcosa che scendaal di sotto della superficie, dellacontingenza, e si ricolleghi a una di-mensione più profonda, ad accadi-

L’opera segna uno scarto nella pro-duzione di Heaney: è una raccoltaraffinata e complessa, da un latoprofondamente immersa nell’atmo-sfera dei Tro u b l e s e dall’altro capacedi superarla, raccontando di violen-ze e vittime come «fatti umani» e«persone care», continuamente spo-

cottage nella contea di Wicklow, asud di Dublino. Qui, dentro unaspecie di volontaria clausura, in unmomento di drastica incertezza e ri-fondazione della sua vita, cerca «lamusica di ciò che accade» (secondol’espressione emblematica della poe-sia Canto). Non la semplice cronaca

frutti dell’isolamento di Wicklow,realizzando l’ennesima transizionedella sua poesia. Avviene nel 1979con la silloge Field Work, di cui ab-biamo curato la prima edizione inte-grale in italiano, in uscita a settem-bre per i tipi di Biblion Edizionicon il titolo di Lavoro sul campo.

Seamus Heaney con la moglie Marie a Dublino nel 2009

Jorge Luis Borges

Borges con il traduttore Norman Thomas Di Giovanni

An Afterwards

She would plunge all poetsin the ninth circleAnd fix them, tooth in skull,tonguing for brain;For backbiting in life she’d make their hellA rabid egotistical daisy-chain.Unyielding, spurred, ambitious,unblunted,Lockjawed, mantrapped, each a fastened badgerJockeying for position, hasped and mountedLike Ugolino on Archbishop Roger.And when she’d make her circuit of the ice,Aided and abetted by Virgil’s wife,I would cry out, «My sweet, who wears the baysIn our green land above, whose is the lifeMost dedicated and exemplary?»And she: «I have closed my widowed earsTo the sulphurous news of poets and poetry.Why could you not have, oftener, in our yearsUnclenched, and come down laughing from yourro omAnd walked the twilight with me and yourchildren —Like that one evening of elder bloomAnd hay, when the wild roses were fading?»And (as some maker gaffs me in the neck)«You weren’t the worst. You aspired to a kind,Indifferent, faults-on-both-sides tact.You left us first, and then those books, behind»

Un seguito

Lei calerebbe tutti quanti i poetidentro il nono cerchio e li aggancerebbe, denti nei crani,le lingue a lambire i cervelli;per le calunnie in vita farebbe del loro infernouna rabbiosa egoistica ghirlanda di margherite. Irremovibili, punti da speroni, ambiziosi, maiaccomo danti,rosi dal tetano, intrappolati, ciascuno un tassoincatenatoin lotta per la posizione, fissati e sovrapposticome Ugolino sull’Arcivescovo Ruggeri.E quando lei compisse il periplo del ghiaccio,appoggiata, assistita dalla moglie di Virgilio,io le griderei: «Mia cara, chi porta gli allorinella nostra verde terra di sopra, di chi è la vitapiù devota ed esemplare?»E lei: «Ho chiuso il mio orecchio vedovilealle nuove sulfuree di poeti e poesia.Perché non hai potuto, più spesso nei nostri anniinsieme,aprirti, e venir giù ridendo dalla tua camerae al tramonto passeggiare con me e i tuoi figli — come quella sera di sambuco in fioree di fieno e rose selvatiche che appassivano?»Poi (mentre qualche demiurgo mi arpiona sulcollo):«Non eri il peggiore. Aspiravi a un tatto cortese,imparziale, come a dire: ognuno ha le sue colpe.Hai perso noi per primi, e poi quei libri, ora

Addio ad Arrigo Levi

Il giornalista, storico e scrittore Arrigo Levi è morto a Roma nella mattinadel 24 agosto, a 94 anni. Era nato a Modena (dove si terrà il funerale informa strettamente privata) il 17 luglio del 1926. Per sfuggire alle persecuzio-ni razziali la sua famiglia si trasferì a Buenos Aires, dove Arrigo iniziò a la-vorare come giornalista. Rientrato in Italia, dopo la laurea in Filosofia a Bo-logna si arruolò come volontario nell’esercito israeliano scrivendo corrispon-denze dal fronte per alcuni quotidiani. Successivamente si trasferì in GranBretagna per lavorare al programma «La voce di Londra» della «Bbc» e,dal 1951 al ‘53, come corrispondente del quotidiano torinese «Gazzetta delPopolo». Dopo alcuni anni di lavoro al «Corriere di Informazione», dal1960 al 1966 fu corrispondente da Mosca prima per il «Corriere della sera»e poi per «Il Giorno». Dopo un periodo (1966-1968) trascorso alla Rai co-me conduttore del telegiornale Rai, nel 1973 venne nominato direttore della«Stampa» di Torino che ha guidato fino al 1978 fondando anche il supple-mento settimanale culturale «Tuttolibri». Dal 1999 al 2006 è stato consulen-te per la comunicazione della presidenza della Repubblica italiana. Dei tantipremi di giornalismo ricevuti ricordiamo solo l’ultimo, il premio di culturapolitica Giovanni Spadolini del 2013.

È una raccolta raffinata e complessaimmersa nell’atmosfera dei «Troubles»ma capace di superarla raccontandodi violenze e vittimecome di fatti umani e persone care

Il poeta continuamentesposta il baricentrodell’analisi degli eventiai “giacimenti sotterranei”di idee e valoriche accomunano tutti

menti più intimi e universalidell’uomo. All’indomani del succes-so della raccolta North, pubblicatanel 1975 e seguita da aspre polemi-che “p olitiche”, Heaney raccoglie i

piccole «magiche» esperienze quoti-diane, il legame con la terra e con lanatura sono i protagonisti fonda-mentali di questi versi. Nell’ennesi-mo “scavo” di Heaney rientra l’in-contro poetico con Dante, in un ca-so specifico — quello di Ugolino —attraverso un’esplicita traduzione (opiuttosto una “re s a ”) e più volte at-traverso “citazioni” linguistiche, te-matiche o scenografiche. Ne costi-

stando il baricentrodell’analisi dai flussi di«fenomeni» — deglieventi, delle cause, del-le ragioni — ai giaci-menti sotterranei diidee, emozioni, valori,che formano il noccioloduro dell’umanità.L’amore, l’amicizia,l’esercizio costante del-la mente e del cuore, le

tuisce un esempio la splendida Ana f t e r w a rd s , dove intimità e visione sifondono in un omaggio perfetto al-la Commedia. La scena è ambientatanel Cocito ghiacciato che ospita ilnono girone dell’inferno dantesco.Lì Marie, la moglie di Heaney, pre-cipiterebbe tutti i poeti, uno sull’al-tro a mordersi il cranio e a conten-dersi il posto meno scomodo, peressere stati in vita invidiosi, calun-niatori, traditori degli amici e degliaffetti. Lì Seamus immagina di fini-re dopo morto, di ricevere la visitadella moglie, scortata dalla mogliedi Virgilio, e di parlarle. «Chi è ilpiù virtuoso, di su?», le chiede. Ma-rie non risponde: non è davvero im-portante. Gli riserva un’amara iro-nia. Non è stato il peggiore dei pec-catori, lui: ha cercato almeno l’one-stà, la comprensione. Pure, per lasmania e la concentrazione di crea-re, ha perso l’alito vivo, la compa-gnia concreta dei suoi cari. Si è con-sacrato solennemente all’amore deilibri solo per scoprire, alla fine, cheanche i libri scompaiono sulla sogliadell’eternità.

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L’OSSERVATORE ROMANOpagina 6 lunedì-martedì 24-25 agosto 2020

Il cardinale Bassetti alla messa conclusiva del meeting di Rimini

Lo stuporeci avvicina ai profeti

Colloquio con il pastore Pawel Gajewski sui temi della Settimana delle Chiese metodiste e valdesi

Radicarsi nel nuovo

Incontri e riflessionial posto del Sinodo

Dal 24 al 30 agosto a Torre Pellice

RIMINI, 24. «Senza meraviglia e stu-pore la vita perde il suo senso e svi-lisce. Mentre l’incanto e la commo-zione risvegliano in noi qualcosa dialtro, che va al di là del semplice ap-proccio umano, inonda l’anima dibeatitudine e ci fa rivolgere lo sguar-do all’eterno». Un forte richiamo anon scoraggiarsi e ad abbandonarsialla grazia di Dio è stato espressodal presidente della Conferenza epi-scopale italiana, cardinale GualtieroBassetti, nell’omelia della messa con-clusiva del Meeting per l’amicizia trai popoli, tenutosi a Rimini dal 18 al23 agosto, dal tema «Privi di meravi-glia restiamo sordi al sublime». Eproprio partendo da tale frase, tantoamata da don Giussani e tratta daun’opera filosofica del rabbino po-lacco naturalizzato statunitenseAbraham Joshua Heschel, il porpo-rato, richiamando le parole di PapaFrancesco nel suo messaggio di salu-to ai partecipanti — «lo stupore èdavvero la strada per cogliere i segnidel sublime, cioè di quel Mistero checostituisce la radice e il fondamentodi tutte le cose» — ha elaborato al-cune riflessioni strettamente legate aquesti tempi di trepidazione.

La meraviglia, ha sottolineatoBassetti, è la forma tipica del pensie-ro dei profeti, come lo stesso presi-dente della Cei aveva già osservatodurante l’omelia pronunciata nellabasilica di Santa Cecilia in Trasteve-re per la festa di san Benedetto, ri-marcando come questi giorni siano,senza dubbio, «il tempo dei profeti,il tempo di coloro che sanno metter-si in ascolto, ogni giorno, della paro-la di Dio e sono in grado di leggerein profondità il mondo che ci cir-conda». Dobbiamo comportarci co-me san Paolo, attonito e meraviglia-to davanti alla sapienza di Dio, «icui giudizi, scrive, sono insondabilie le cui vie sono inaccessibili», haaggiunto. Però, così come ha fattoPaolo, non dobbiamo frenarci da-vanti alla meraviglia della presenzadel Signore ma “u t i l i z z a re ” lo stupo-re per comprendere la sua pienezzadi amore e percepire «la sublimitàdel mistero di Cristo». Anche sanPietro, ha proseguito il cardinale,«dev’essere stato preso molte voltedalla meraviglia, come nell’episo diodella pesca miracolosa, che gli hapermesso di leggere i segni del tem-po straordinario che stava vivendo ericonoscere l’identità di Gesù».

I santi Pietro e Paolo, oggi piùche mai, continuano ancora a esor-tarci, evidenzia il porporato, ad ave-re «la forza di scrutare i segni deitempi e di dire parole profetiche,con le labbra e, contemporaneamen-te, con la testimonianza di vita». E,leggendo la Bibbia, possiamo tran-quillamente vedere che i profeti «dauna parte non avevano timore disferzare il popolo, soprattutto i go-vernanti e responsabili religiosi, percondannare le ingiustizie e le infe-deltà; dall’altra parte, però, incorag-giavano e spronavano nei momentidifficili, e rappresentavano l’unica

voce di speranza in tempi di dispe-razione», ha spiegato. Il riferimentoè all’episodio delle ossa inaridite cheritornano a vivere, contenuto nel li-bro di Ezechiele, le quali «rappre-sentano la rinascita del popolo e,non dimentichiamolo, adombrano lar i s u r re z i o n e » .

Senza ascoltare la voce profetica,che nell’antico Israele era rappresen-tata da uomini e anche donne, «noirischiamo molto», con la possibilitàdi cadere vittime «di una credulone-ria che è effetto perverso del suostesso disincanto». Di fronte a unacontinua “connessione” che ci riem-pie spesso di false informazioni «ilSignore ci doni — ha concluso Bas-setti — la stessa meraviglia che hapermesso ai profeti di vedere le cosecome le vede Dio», vivendolo e te-stimoniandolo nella nostra esistenzaquotidiana.

di DO N AT E L L A CO A L O VA

«I l periodo difficile che stia-mo vivendo a causa dellapandemia non è privo di

benedizioni. La distanza fisica ci haaiutato a rafforzare la vicinanza spi-rituale». Parole del pastore di Peru-gia e Terni Pawel Gajewski, consu-lente teologico della Comunione dichiese protestanti in Europa e do-cente incaricato di teologia delle re-ligioni alla Facoltà valdese di teolo-gia. Quest’anno è relatore dellaCommissione d’esame. Il Sinodonon c’è — sostituito dalla Settimanadelle Chiese metodiste e valdesi (a

Torre Pellice dal 24 al 30 agosto) —ma la Commissione d’esame «è allavoro, come sempre», nota sorri-dendo.

Qual è il ruolo della Commissioned’esame?

Ogni anno la Commissione passaal vaglio l’operato di tutti gli organiamministrativi sinodali: la Tavolavaldese, la Commissione per la dia-conia, il Comitato permanentedell’Opcemi (Opera per le chieseevangeliche metodiste in Italia), ilConsiglio della Facoltà valdese diteologia.

E quest’anno?

Nella Commissione d’esame stia-mo lavorando come se il Sinododovesse tenersi normalmente. Cosìassicuriamo il regolare svolgimentodei processi di report e di controlloanche nell’anno del covid. La no-stra attività di verifica serve già apreparare il Sinodo del 2021. Ag-giungo una notizia poco conosciu-ta: mentre avviene la settimana su

La Settimana dà ampio spazio alle ri-flessioni sugli scenari causati dallapandemia.

Si vorrebbe lanciare un messag-gio universale di speranza, partendoda una dimensione particolare, daun luogo simbolico come è TorrePellice per la Chiesa valdese. Que-sta settimana ha un forte legamecon la cittadina che ci ospita, tutta-via speriamo di raggiungere tanti,grazie alle piattaforme informatiche.

Proprio come si disse all’assembleaecumenica di Basilea, col famoso slo-gan «Agire localmente, pensare global-mente».

Precisamente. La settimana è natain questa terra, con un lavoro dura-to circa due mesi. Per organizzarequeste giornate la Tavola valdese ela Commissione sinodale per la dia-conia si sono mosse in sinergia colCentro culturale valdese, col giorna-le «Riforma» e il nostro museo, maanche con realtà culturali non lega-te direttamente alla Chiesa valdese.Abbiamo avuto una buona collabo-razione con il Comune di Torre Pel-lice, con la Proloco e altre realtà lo-cali. Fra le varie iniziative in pro-gramma, c’è anche un incontro conle istituzioni locali per una propostadi rigenerazione territoriale.

Ci saranno ospiti dall’e s t e ro ?

No, quest’anno non è possibile.Però vorrei sottolineare che in que-sti mesi abbiamo ricevuto dimostra-zioni di solidarietà e piccoli aiuti fi-nanziari dalle Chiese protestantidell’Europa e degli Stati Uniti. Èstato anche un periodo in cui ab-biamo sentito con particolare inten-sità i legami di fraternità con il ra-mo sudamericano della Chiesa val-dese del Río de la Plata. E ci ralle-griamo perché sappiamo che finoraa causa del covid non hanno avutoproblemi gravi. Certamente la situa-zione dei paesi del Sud America èdifficile, eppure la situazione dellecomunità valdesi che vivono lànell’insieme è buona.

E in Italia la situazione come è stata?

Personalmente io reputo una par-ticolare benedizione del Signore ilfatto che in nessuna delle nostre ca-se di riposo si siano registrati deicasi gravi. Abbiamo delle strutturedi assistenza per anziani a Bergamo,a Firenze, in Sicilia, nelle valli pie-montesi: ebbene, c’è stato qualchecontagio, ma nessun decesso, nep-pure in una città straziata comeBergamo. La causa, oltre all’aiuto diDio, va ricercata sia nel fatto cheabbiamo attivato prestissimo proce-dure di emergenza, già a inizio mar-zo, sia nella professionalità deglioperatori sanitari che lavorano nellenostre strutture.

La pastorale durante il covid come èp ro s e g u i t a ?

Abbiamo cercato di mantenere irapporti comunitari, nonostante lerestrizioni causate dalla pandemia.Nella quasi totalità delle nostrechiese si sono raggiunte le personecon una presenza virtuale, conti-nuando così a proporre meditazionibibliche, approfondimenti e rifles-sioni. Per i più piccini abbiamo pre-parato momenti appositi, “il cultocol ciuccio”. I vincoli comunitarigeneralmente sono rimasti saldi, etalvolta sono perfino usciti rafforza-ti da questa esperienza. Alcune per-sone che prima non partecipavanoai nostri incontri si sono avvicinateproprio in questo periodo. Perciòposso solo ringraziare il Signore.

Q uest’anno il Sinodo delleChiese metodiste e valdesinon si tiene. Il pastore di

Pinerolo, Gianni Genre, già mode-ratore della Tavola valdese, spiega:«È una situazione del tutto ecce-zionale. C’è un precedente solonel 1944. Allora c’era la guerra,l’Italia era spaccata in due. Oral’impedimento è dato dalla pande-mia. Ogni anno i membri del si-nodo giungono a Torre Pellice davarie parti d’ Italia, anche da loca-lità molto lontane, come la Sicilia.Alcuni arrivano dalla Svizzera. Poici sono persone con voce soloconsultiva e ospiti dall’Europa eda paesi extraeuropei. Ma in que-sto periodo sarebbe molto perico-loso far viaggiare queste persone.Inoltre sarebbe difficile distanziarei 180 deputati sinodali nell’auladove si radunano. A causa dello ckdown, non ci sono neppurestate le assemblee di chiesa che dinorma si tengono a livello locale,regionale e distrettuale per prepa-rare il sinodo».

Nei giorni di fine agosto, da lu-nedì 24 a domenica 30, a TorrePellice (Torino) le Chiese metodi-ste e valdesi tuttavia propongonouna settimana di riflessioni sul te-ma «Generazioni e rigenerazioni.Avere cura di persone, memorie eterritori». La partecipazione aquesti incontri è libera, aggiungeil pastore Genre: «Verrà solo chipuò e chi vuole. Molti seguirannovia radio e on-line. Naturalmentein ogni incontro saranno rispettatitutti i protocolli di sicurezza. I te-mi sono quelli di cui avremmoparlato anche nel sinodo, gli argo-menti che ci stanno più a cuore.In particolare speriamo che questomomento drammatico ci aiuti a ri-pensare il nostro essere Chiesa,che la ripartenza non sia la sem-plice continuazione di quantoc’era prima, ma che nasca una ri-flessione nuova, si aprano orizzon-ti. Intanto in questi mesi abbiamocercato di mantenere vivi i legamicomunitari, servendoci del telefo-no e dei mezzi informatici. I cultisono ripresi, per lo più all’ap erto,non tutti alla stessa data, alcuni afine maggio, altri a inizio giugno.Usiamo il termoscanner, il gel di-sinfettante, siamo attenti al distan-ziamento. Però varie attività, come

le scuole domenicali, sono sospe-se. A Pinerolo e in altre comunitànon ci sono più stati né battesimi,né confermazioni: sono rimandatiin autunno, probabilmente nel pe-riodo della festa della Riforma,che celebriamo il 31 ottobre».

Intanto la settimana di TorrePellice propone un intenso pro-gramma. Lunedì 24 alle 17 la mo-deratora della Tavola valdese,Alessandra Trotta, apre i lavori.Seguirà un incontro con le istitu-zioni locali e, alle 21, la serata sultema: «“Affinché lo lavorasse e locusto disse”. La giustizia sociale eambientale per la costruzione dellasocietà post-covid», con interventi,anche tramite video, di David Sas-soli, presidente del Parlamento eu-ropeo, Elly Schlein, vicepresidentedell’Emilia Romagna, Vittorio Co-gliati Dezza, segreteria nazionaledi Legambiente, Valdo Spini, giàministro dell’Ambiente e presiden-te della fondazione Circolo FratelliRosselli. «Siamo tutti uniti dallastessa attenzione ai più deboli»,ha detto Alessandra Trotta, per laquale «“Nessuno resti indietro” èanche il messaggio a cui ci richia-ma l’Evangelo, che ci ricorda dicontinuo di guardare agli ultimi,per indicare la strada di una giu-stizia rinnovata su questa terra: trale persone e con l’ambiente».Martedì 25 agosto, alle 15, riflettorisu «Formazione e impegno per lasalute delle donne»; poi, su «Invi-sibili ma necessari. Immigrati e la-voro agricolo. Le iniziative delleChiese evangeliche», incontro apiù voci coordinato da Paolo Na-so. In serata, alla Casa valdese, ri-flessioni su «Itinerari accoglientiper comunità solidali: camminareinsieme nella storia, nella cultura,nella natura verso un futuro piùsostenibile».

Mercoledì 26 si tiene la Giorna-ta teologica Miegge. Tema delmattino «Predicazione e vita: qua-le incontro? Predicazione per co-struire speranza», e al pomeriggio«Predicazione e vita: quale incon-tro? Credenti in bilico. La Parolanella vita di ognuno di noi». Nel-lo stesso giorno viene presentato illibro a fumetti di Peter Madsen,Gesù di Nazareth. La serata sarà acura della Federazione femminilevaldese e metodista e della Federa-zione delle donne evangeliche inItalia di impegno contro la violen-za sulle donne.

Giovedì 27 agosto ci sarà l’as-semblea degli iscritti a ruolo su«Il nostro ministero al tempo delcovid-19». La giornata inoltre sifocalizzerà sui servizi diaconali esul disagio abitativo, mentre ve-nerdì 28 agosto sarà dedicatoall’argomento «Chiese a misura dibambini e bambine». Fra le varieproposte in programma, da segna-lare l’incontro con voci protestanti,cattoliche ed ebraica sul tema «Vi-cine ai bambini e alle bambine:comunità religiose ai tempi del co-vid». In serata, confronto sull’«In-formazione al tempo dell’e m e rg e n -za». Sabato 29 ci sarà un incontrosul Museo valdese e verrà proietta-to un film sulla storia dei valdesi.Domenica 30 agosto, infine, pre-sentazione dei progetti «Otto permille per l’emergenza covid»; poila chiusura e i saluti della modera-tora Alessandra Trotta. (donatellacoalova)

Raffaello Sanzio, «Pesca miracolosa» (1515-1516)

Il pastore Pawel Gajewski

Il tempio valdese a Torre Pellice

Lutto nell’episcopato

Monsignor Antonio BayterAbud, religioso dell’Istituto perle Missioni Estere di Yarumal egià vicario apostolico di Inírida,in Colombia, è morto nellamattina di venerdì 21 agosto.Nato l’8 ottobre 1933 a El Ban-co, aveva ricevuto l’o rd i n a z i o n esacerdotale il 21 ottobre 1956.Eletto il 30 novembre 1996 allachiesa titolare di Sucarda e no-minato vicario apostolico diInírida, aveva ricevuto l’o rd i n a -zione episcopale il 16 febbraio1997. Il 3 dicembre 2013 avevarinunciato all’incarico pastorale.Le esequie sono state celebratesabato 22 agosto nella cappelladella casa per anziani delleMissioni Estere di Yarumal“Emmaus” a Medellín.

«Generazioni e rigenerazioni», laTavola valdese e la Commissione si-nodale per la diaconia hanno delleriunioni per portare avanti il lorolavoro istituzionale.

Parliamo allora di «Generazioni e ri-generazioni». Il titolo e i contenutidella Settimana delle Chiese metodistee valdesi mi fanno pensare al docu-mento ecumenico recentemente uscito inLombardia, «Radicarsi nel nuovo»,che parla del desiderio di rigenerazionetipico di questo momento. Esistono deicollegamenti fra il documento e la set-timana?

Esatto. I collegamenti esistono.Anzi, posso dire di più: il testo«Radicarsi nel nuovo» è stato lafonte diretta, l’ispirazione per idearequesta settimana e programmarnegli incontri, focalizzandoci su temiche ci stanno molto a cuore come lagiustizia sociale, il contrasto allevecchie e nuove povertà, la giustiziaintergenerazionale, l’educazione dibambini e bambine, l’accoglienzadei migranti, i corridoi umanitari, lasanità, la crisi ambientale, la cura esalvaguardia del creato.

Mi colpisce anche il sottotitolo dellaSettimana: «Avere cura di persone,memorie e territori». Nel magistero diPapa Francesco ritorna spesso l’invitoad aver cura; c’è come una sintonia.

Il termine “cura” fa parte del vo-cabolario della nostra Chiesa dasempre. La cura pastorale non ri-guarda solo i pastori e le pastore,ma contraddistingue l’intera comu-nità dove tutti sono chiamati a im-pegnarsi in una pluralità di servizi.Questa parola ha un significatomolto inclusivo, riguarda tutti, co-me diceva don Lorenzo Milani chenella sua povera canonica teneva uncartello con sopra scritto «I care»,m’interessa, m’importa. Ci prendia-mo cura degli altri non per avereun ritorno, ma per fare del bene.Ecco perché in questo periodo por-tiamo la mascherina, per non conta-giare gli altri. In ogni attività, inogni gesto, in ogni momento contaessere radicati nell’a m o re .

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L’OSSERVATORE ROMANOlunedì-martedì 24-25 agosto 2020 pagina 7

Dal 24 al 27 agosto il tradizionale pellegrinaggio a Lourdes promosso dalla diocesi di Roma

Viaggio di fede e di speranza

turali, con il municipio a cui appar-tiene l’edificio, a volte anche com-mercianti. Dal canto suo Le Guéveldefinisce il pardon come «un raro eprezioso momento di scambio trapraticanti assidui, persone che fre-quentano la messa in maniera occa-sionale e chi non crede affatto». Og-gi il contributo della tradizione delpardon all’evangelizzazione e alla vi-

Dai druidi ai santiLa millenaria tradizione dei «pardons» in Bretagna

Giovanni Ferraboschi, «Apparizione della Madonna di Lourdes» (1903)

La cappella semitrogloditica dedicata a san Gildas di Rhuysmissionario gallese del VI secolo evangelizzatore della Bretagna meridionale

Il «grand pardon» di Notre-Dame du Folgoëtnella diocesi di Quimper et Léon

di ROSARIO CAPOMASI

«Q uest’anno il viaggio aLourdes assume un si-gnificato particolarissi-

mo in un tempo difficile di pande-mia come quello che stiamo attraver-sando: non ci andremo solamenteper ringraziare la Vergine Maria del-la sua incessante protezione maternama anche ispirati e confortati dalleparole di Papa Francesco che ci han-no invitato a trarre frutto da questoperiodo di profonda angoscia: “Pe g -gio di questa crisi, c’è solo il dram-ma di sprecarla, chiudendoci in noistessi”». Monsignor Remo Chiava-rini amministratore delegato del-

mento alla Madre di Gesù, la quale,sottolinea Chiavarini, ha salvato lacapitale italiana da un contagio an-cora più pesante. Un cammino cheha accompagnato e ispirato la pre-ghiera della diocesi fin dall’inizio dellockdown con le celebrazioni quoti-diane al santuario della Madonnadel Divino Amore volute dal cardi-nale vicario fin dall’11 marzo.

«La più grande gioia — spiega ilsacerdote — è rappresentata dal fattoche l’edizione del 2020 si è potutarealizzare quando fino a poche setti-mane fa ciò non era per nulla scon-tato. Tanti infatti erano stati i presa-gi negativi, acuiti da una diffusionedel coronavirus che sembrava non

cario che mostrava un po’ di scettici-smo sulla fattibilità dell’evento. Manon mi sono scoraggiato e gli hoproposto: “Facciamolo senza paura,prendendo tutte le precauzioni pos-sibili, magari stabilendo piccoligruppi di persone”».

E così è nata una nuova speranza,tradottasi in breve tempo in unaprogrammazione ben definita con ifedeli che potranno prendere parte acatechesi, celebrazioni eucaristiche,via Crucis e altre processioni. Il tut-to ovviamente nel rispetto assolutodelle normative sanitarie vigenti ol-tralpe, come pure sul territorio italia-no, che prevedono l’utilizzo di di-spositivi di protezione personale co-

portare i presbiteri in Libano subitodopo le festività pasquali. Sono infase organizzativa, inoltre, altri duepellegrinaggi: saranno rispettivamen-te i vescovi ausiliari Guerino Di To-ra e Daniele Libanori a condurre ifedeli romani in Terra Santa e a Fá-tima, nei mesi di settembre (dal 7 al14) e di ottobre (dall’11 al 14).

«L’organizzazione del pellegrinag-gio — precisa con soddisfazionel’amministratore delegato dell’Orp —ha riscosso un consenso che non ciaspettavamo. Le adesioni sono statepiù del previsto tanto che abbiamomesso a disposizione un intero aereocon circa 185 persone a bordo. Nelnumero sono compresi anche cap-pellani ospedalieri, molti medici eoperatori sanitari. Questo dal mo-mento che mettiamo nelle mani diMaria la sapienza della scienza edella medicina perché, non dimenti-chiamolo, Lourdes, nella visione difede dei pellegrini, rappresenta illuogo della guarigione».

Ecco allora che il viaggio a Lour-des, ancor di più in questi mesi dicontagio in cui esso si trasforma inmodo più intenso in metafora dellavita, diviene pure un’opp ortunitàper ridare vigore alla vita religiosadelle comunità e allo spirito missio-nario della diocesi. La decisione ditornare in questi luoghi santi, pun-tualizza monsignor Chiavarini, sca-turisce dal fatto che là è più fortel’azione dello Spirito, la vera sorgen-te dell’evangelizzazione. «Nella grot-ta — osserva — sono presenti la roc-cia, simbolo della fede, e l’acqua,simbolo di battesimo e purificazio-ne. Abbiamo molti motivi per pren-derci un tempo di preghiera in que-sti luoghi di speciale vicinanza al Si-gnore, cercando di capire cosa cichiede, cosa si aspetta da noi tramitequesta difficile prova. Possiamo rin-graziarlo per aver protetto le nostrevite, ma anche chiedere aiuto pertutte le nostre necessità, così comeconsegnare nelle sue mani tutte lepersone a noi care. Diamo alla no-stra città un’occasione di rinforzarela fiducia e la speranza, di sentirciconfortati e rassicurati, di crescere inun vero senso di solidarietà». Anda-re a Lourdes, ribadisce il sacerdote,significa avere un momento di sosta,di silenzio e di contemplazione nellapropria vita, «vivere un’esperienza divera spiritualità per arrivare a Diotramite la tenerezza di Maria».

Nel nomedella riconciliazione

A Praga ricollocata la colonna mariana

Nel giorno della solennitàdell’Assunzione della BeataVergine Maria, il cardinale

primate Dominik Duka, arcivesco-vo di Praga, ha benedetto la re-staurata colonna mariana duranteuna cerimonia svoltasi nella piazzadella Città Vecchia di fronte a mi-gliaia di persone assiepate presso lachiesa di Santa Maria di Týn e sot-to grandi teleschermi. I fedeli han-no assistito alla ricollocazione delmonumento che centodue anni faera stato abbattuto dalla folla infe-rocita contro gli Asburgo nei primigiorni dell’indipendenza cecoslo-vacca. La replica è stata realizzatadallo scultore accademico PetrVá ňa seguendo l’originale del mae-stro barocco Jan Jiří Bendl. Un ri-torno gradito e fortemente auspica-to dai fedeli cechi con una petizio-ne che ha raccolto circa diciassette-mila firme.

Nel corso della cerimonia PetrVá ňa si è avvicinato alla base dellacolonna per collocarvi un dipintodella Madonna Rynecká, consegna-togli dal costruttore e mecenatePetr Řehoř, e ha reso omaggio allaVergine insieme a due stretti colla-boratori ponendo ai suoi piedi trerose di pietra: arenaria, marmo egranito, le tre pietre principali usa-te dagli scultori nel loro lavoro.

Il presidente della società per ilrestauro della colonna mariana hacolto poi l’occasione per elencare lecittà ceche e della Moravia chehanno donato il materiale per la ri-costruzione e ricordare il cardinaleFr a n t i šek Tomášek che ebbe sem-pre a cuore il ritorno del monu-mento nel suo luogo originario. In

seguito, parenti degli scultori han-no deposto candele accese ai piedidella colonna, simbolo della luceche si diffonde.

«Dio Onnipotente, nostro Padreceleste, siamo qui riuniti attorno aquesta colonna mariana, chieden-doti di perdonare la nostra nazioneper i secoli di torti che nella convi-venza stiamo commettendo, insul-tando la tua maestà», ha esordito ilcardinale Duka durante la preghie-ra di benedizione.

Il porporato ha anche sottolinea-to come la statua della VergineMaria sia «un po’ come la Statuadella Libertà. Ci troviamo sullapiazza, che agli albori della storiaceca era il più grande mercato dischiavi. Ecco perché la VergineMaria, come simbolo di libertà, ap-partiene a questo luogo: ha datodignità al Bambino».

Il ritorno della colonna in piazzadella Città Vecchia — centro e luo-go di incontro per i praghesi — èquindi inteso come un riconosci-mento simbolico del fatto che latradizione cattolica sia una parteintegrante della nazione ceca. Ilsindaco Petr Hejma, a conclusionedella cerimonia, ha annunciatoinoltre che la cura del monumentosarà affidata al corpo dei vigili delfuoco volontari che provvederannoalla manutenzione. «È così bella»,ha esclamato uno dei partecipanti,guardando la statua della VergineMaria, aggiungendo poi: «È unbuon segno che la Madre di Diosia tornata qui. Non solo per noicattolici, ma per l’intera nazionececa». (Romuald Štěpán Rob)

di CHARLES DE PECHPEYROU

Piccoli o grandi, in riva al mareo nell’entroterra, in un boscoo al centro del paese, ogni

estate i numerosi pardons — sono ol-tre mille le manifestazioni di fervorereligioso che si svolgono annualmen-te in Bretagna — offrono ai parteci-panti un’esperienza ecclesiale dallemolteplici sfumature: fraternità, ri-torno alle origini, convivialità, litur-gia, riti devozionali, celebrazioni, in-contri, specialmente nei pressi delleinnumerevoli cappelle e chiese, pic-coli santuari di grande valore simbo-lico che caratterizzano questa regio-ne così ricca da un punto di vistaspirituale e culturale. «Il pardon èun evento forte per l’annuncio dellagioia del Vangelo — afferma donYves Laurent, della diocesi di Quim-per et Léon, in un lungo articolodiffuso sul sito della Conferenza epi-scopale francese — in quanto occa-sione di espressione di una fede fe-stiva, di apertura e accoglienza deipartecipanti, molto più ampia e di-versificata rispetto alle assemblee do-menicali. Permette inoltre di radicar-si nella cultura della nostra regione edi usare la lingua bretone. È un bel-lissimo dono della tradizione cristia-

na da ricevere, custodire e diffonde-re sempre di più».

Le radici dei pardons sono duplici.Secondo don Michel Scouarnec, sa-cerdote della diocesi di Saint-Brieucet Tréguier, che ha lavorato a lungosu questo tema, le origini di questatradizione risalgono a più di duemi-la anni fa, in un contesto precristia-no e probabilmente druidico, allacongiunzione di due eventi impor-tanti: l’attaccamento a determinatiluoghi di culto (siti sacri, fontane,rocce) e la realtà socio-religiosa deiclan nella cultura celtica. Il cultoaveva spesso una dimensione votiva:«La gente vi si recava dopo aver vis-suto un momento di prova, per rin-graziare un dio guaritore, sostituitonella cristianità da un santo guarito-re». In alcuni casi, il nome di unachiesa tuttora testimonia questa ere-dità: per esempio la cappella di No-tre-Dame-de-Manéguen, nella dioce-si di Vannes, è soprannominata “No-stra Signora Incinta” perché lì si

praticavano riti di fertilità primadell’arrivo del periodo cristiano.Nella stessa regione si trova la cap-pella di “Nostra Signora della Niti-dezza”, sorta su un sito dove si pra-ticava il culto dell’acqua: in alcunefontane le persone si inginocchiava-no e si passavano un panno imbevu-to d’acqua sugli occhi per curareproblemi di vista.

D’altro canto — spiega a «L’O s-servatore Romano» don Gérard LeStang, incaricato del grand pardon diNotre-Dame du Folgoët, nella dioce-si di Quimper et Léon, uno dei trepiù importanti raduni insieme aSainte-Anne d’Auray, nella diocesi diVannes, e a quello dedicato asant’Ivo, a Tréguier, nella diocesi diSaint-Brieuc, che registrano una par-tecipazione di diverse migliaia dipersone — «certamente le cappellefurono costruite su siti precristiani,ma la Bretagna è una regione dovel’evangelizzazione è stata continua emolto intensa dal V secolo, con l’ar-rivo dei santi fondatori venuti dalleisole britanniche, fino al XX secolo, etuttora ancora molto intrisa di cultu-ra cattolica, con tante vocazioni».

Del resto, a partire dal Medioevo(epoca che vede apparire il termine“p a rd o n ”), non si tratta più di invo-care un santo per una guarigione delcorpo, come nei primi tempi, ma dichiedere guarigione spirituale. Oggi,a livello diocesano, i pardons duranoalmeno due giorni, altri avvengonoin un singolo paese ma la maggio-ranza sono raduni “di cappella”. «Lamaggior parte delle piccole assem-blee in mezzo alla campagna si svol-gono in una cappella edificata neipressi di una fontana, date le nume-rose sorgenti in Bretagna», commen-ta per il nostro giornale don Jean-Yves Le Guével, parroco e responsa-

bile del pardon di Baud, nella dioce-si di Vannes, dove è incaricato dellapastorale del turismo e dell’arte sa-cra: «Di solito la processione iniziacon una cerimonia intorno all’acqua,di tipo battesimale, poi si dirige ver-so la chiesa con stendardi e canti inlingua bretone dedicati al santo pa-trono della cappella. Segue l’eucari-stia, che a volte si conclude con labenedizione dei bambini. A chiusuradella giornata un pranzo festivo neltardo pomeriggio, che raduna fino amille invitati». A volte l’o rg a n i z z a -zione è affidata a un organismo cor-porativo, come i vigili del fuoco.

Durante l’anno le cappelle sonogestite da un comitato speciale, crea-to nella maggior parte dei casi neglianni Settanta da giovani praticantisia per mantenere la vita cristiana siaper restaurare questi piccoli edificireligiosi. «L’attaccamento della po-polazione a codesti luoghi è ancoraforte, anche se questo solleva la que-stione del rinnovamento dei gruppidi volontari, con le nuove generazio-ni meno motivate», nota Le Stang.Comunque sia la dimensione cultu-rale è fondamentale, i pardons p er-mettono di valorizzare e conservareil patrimonio religioso, in particolarele piccole cappelle. I visitatori vo-gliono capire il significato di questiluoghi speciali, c’è una vera esigenzaculturale che i cristiani locali inten-dono onorare.

Oggi la Chiesa in Bretagna vuoleprivilegiare non tanto le tradizionifolcloristiche quanto piuttostoun’azione pastorale per diffondere ilVangelo e vivere un’esperienza dicomunione davanti al mistero dellafede. D’altronde, vi partecipano tan-te persone che non frequentano ne-cessariamente la messa della domeni-ca: vicini di casa, famiglie che si re-

cano in Bretagna per le vacanze,pellegrini. «I pardon sono indubbia-mente giorni festosi e comunitari,ma anche e soprattutto giorni scan-diti dalle processioni di preghiera edall’eucaristia. Queste sono esperien-ze parrocchiali ma anche missiona-rie», insiste don Gérard. Inoltre rap-presentano un’occasione di collabo-rare con membri di associazioni cul-

ta missionaria si rivela indiscutibile— commenta don Jean-Yves — «e lediocesi cercano di incoraggiare il piùpossibile il loro mantenimento attra-verso il rinnovo dei gruppi responsa-bili e la diversificazione dell’offertaspirituale e liturgica, e più in genera-le lo sviluppo della vita nelle cappel-le e l’estensione degli orari di aper-tura».

Quest’estate, però, gli organizza-tori hanno dovuto far fronte alla cri-si del coronavirus. Molte cappellesono troppo piccole per consentireun distanziamento tra i fedeli, chespesso si radunano in tanti in questeoccasioni; ecco perché è stato decisodi celebrare la messa all’aperto, an-che se a volte è necessario resisterealla famosa pioggerella bretone. Altrisiti minori hanno preferito annullaretutte le celebrazioni o rimandarle.Adattarsi all’emergenza covid-19 si èrivelato invece più semplice neigrandi santuari. A Sainte-Anned’Auray il numero delle messe è sta-to moltiplicato per cinque per poterridurre il numero di partecipanti,con la registrazione online obbliga-toria. Purtroppo si è perso così il ca-rattere popolare del p a rd o n , perchéalcuni fedeli non sono necessaria-mente a loro agio con le registrazio-ni online, mentre molte personedall’esterno sono arrivate a frotte.Un piccolo sacrificio necessario cheha consentito, tuttavia, al rettore,don Gwenaël Maurey, di celebrarecome ogni 26 luglio il grande radu-no diocesano. Decisamente ottimistadon Gérard Le Stang per il santua-rio di Notre-Dame du Folgoët, chesi rallegra dal canto suo della recen-te autorizzazione della prefettura peril tradizionale grand pardon a iniziosettembre, che si svolge sempre il sa-bato e la domenica precedenti la fe-sta della Natività della Beata VergineMaria (8 settembre). Poche modifi-che rispetto al solito programma, mafervore e tradizione intatti per que-sta celebrazione, isola di serenità apochi giorni dalla ripresa dell’attivitàlavorativa o scolastica.

l’Opera romana pellegrinaggi (Orp),presenta così, in un’intervista a«L’Osservatore Romano», il pelle-grinaggio nella cittadina francese,dal 24 al 27 agosto, che ogni anno ladiocesi di Roma promuove con lacollaborazione dell’Orp e che saràguidato dal cardinale vicario AngeloDe Donatis.

Un cammino che è testimone dirinnovati atti di devozione e affida-

lasciare più spazi per l’a g g re g a z i o n ee che ha colpito anche De Donatis».Poi, con il tempo, la situazione èmigliorata, sia in Francia sia in Ita-lia, pur permanendo sempre un’al-lerta costante, determinando un al-lentamento delle restrizioni suglispostamenti e delle norme sul di-stanziamento sociale. «Mi ricordoche, una volta ristabilitosi dalla ma-lattia, sono andato dal cardinale vi-

me le mascherine e il distanziamentoso ciale.

Al pellegrinaggio prenderannoparte anche i vescovi ausiliari PaoloRicciardi, delegato per la pastoralesanitaria della diocesi di Roma,Guerino Di Tora, Gianpiero Palmierie Paolo Selvadagi, oltre a cinquantasacerdoti visto che quest’anno non siè tenuto il tradizionale cammino delclero diocesano che avrebbe dovuto

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L’OSSERVATORE ROMANOpagina 8 lunedì-martedì 24-25 agosto 2020

All’Angelus il Papa ricorda il massacro di San Fernando avvenuto dieci anni fa in Messico

Dio ci chiederà conto dei migrantimorti nei viaggi della speranza

loro relazione con Lui. Infatti, tuttoil cammino di Gesù con quelli chelo seguono, specialmente con i Do-dici, è un cammino di educazionedella loro fede. Prima di tutto Eglichiede: «La gente, chi dice che sia ilFiglio dell’uomo?» (v. 13). Agli apo-stoli piaceva parlare della gente, co-me a tutti noi. Il pettegolezzo piace.

Parlare degli altri non è tanto impe-gnativo, per questo, perché ci piace;anche “sp ellare” gli altri. In questocaso è già richiesta la prospettivadella fede e non il pettegolezzo, cioèchiede: “Che cosa dice la gente cheio sia?”. E i discepoli sembrano farea gara nel riferire le diverse opinioni,che forse in larga parte essi stessicondividevano. Loro stessi condivi-devano. In sostanza, Gesù di Naza-ret era considerato un profeta (v. 14).

Con la seconda domanda, Gesù litocca sul vivo: «Ma voi, chi dite cheio sia?» (v. 15). A questo punto, cisembra di percepire qualche istantedi silenzio, perché ciascuno dei pre-senti è chiamato a mettersi in gioco,manifestando il motivo per cui segueGesù; per questo è più che legittimauna certa esitazione. Anche se ioadesso domandassi a voi: “Per te, chiè Gesù?”, ci sarà un po’ di esitazio-ne. Li toglie d’imbarazzo Simone,che con slancio dichiara: «Tu sei ilCristo, il Figlio del Dio vivente» (v.16). Questa risposta, così piena e lu-minosa, non gli viene dal suo impul-so, per quanto generoso — Pietro erageneroso —, ma è frutto di una gra-zia particolare del Padre celeste. Ge-sù stesso infatti gli dice: «Né carnené sangue te lo hanno rivelato —cioè la cultura, quello che hai studia-to — no, questo non te l’ha rivelato.Te lo ha rivelato il Padre mio che ènei cieli» (v. 17). Confessare Gesù èuna grazia del Padre. Dire che Gesùè il Figlio di Dio vivo, che è il Re-dentore, è una grazia che noi dob-biamo chiedere: “Padre, dammi lagrazia di confessare Gesù”. Nellostesso tempo, il Signore riconosce lapronta corrispondenza di Simoneall’ispirazione della grazia e quindiaggiunge, in tono solenne: «Tu seiPietro e su questa pietra edificheròla mia Chiesa e le potenze degli in-feri non prevarranno su di essa» (v.18). Con questa affermazione, Gesùfa capire a Simone il senso del nuo-vo nome che gli ha dato, “P i e t ro ”: lafede che ha appena manifestato è la“pietra” incrollabile sulla quale il Fi-glio di Dio vuole costruire la suaChiesa, cioè la Comunità. E la Chie-sa va avanti sempre sulla fede diPietro, su quella fede che Gesù rico-nosce [in Pietro] e lo fa capo dellaChiesa.

Oggi, sentiamo rivolta a ciascunodi noi la domanda di Gesù: “E voi,chi dite che io sia?”. A ognuno dinoi. E ognuno di noi deve dare unarisposta non teorica, ma che coinvol-ge la fede, cioè la vita, perché la fe-de è vita! “Per me tu sei...”, e dire la

confessione di Gesù. Una rispostache richiede anche a noi, come aiprimi discepoli, l’ascolto interioredella voce del Padre e la consonanzacon quello che la Chiesa, raccolta at-torno a Pietro, continua a proclama-re. Si tratta di capire chi è per noiCristo: se Lui è il centro della nostravita, se Lui è e il fine di ogni nostroimpegno nella Chiesa, del nostro im-pegno e nella società. Chi è GesùCristo per me? Chi è Gesù Cristoper te, per te, per te... Una rispostache noi dovremmo dare ogni giorno.

Ma state attenti: è indispensabilee lodevole che la pastorale delle no-stre comunità sia aperta alle tantepovertà ed emergenze che sono dap-pertutto. La carità sempre è la viamaestra del cammino di fede, dellaperfezione della fede. Ma è necessa-rio che le opere di solidarietà, leopere di carità che noi facciamo,non distolgano dal contatto con ilSignore Gesù. La carità cristiananon è semplice filantropia ma, dauna parte, è guardare l’altro con gli

occhi stessi di Gesù e, dall’altra par-te, è vedere Gesù nel volto del po-vero. Questa è la strada vera dellacarità cristiana, con Gesù al centro,sempre. Maria Santissima, beataperché ha creduto, ci sia guida emodello nel cammino della fede inCristo, e ci renda consapevoli che lafiducia in Lui dà senso pieno alla

nostra carità e a tutta la nostra esi-stenza.

Al termine della preghiera mariana ilPapa ha invitato a pregare per tutte levittime delle persecuzioni a sfondoreligioso. Quindi, dopo aver ricordato ilmassacro di 72 migranti avvenuto diecianni fa a San Fernando, in Messico,ha espresso la sua vicinanza allecomunità dell’Italia centrale colpite nel2016 dal terremoto. Infine harinnovato la sua solidarietà allepopolazioni del Mozambico che vivonosotto la minaccia del terrorismointernazionale e ha invitato a nondimenticare quanti sono morti e quantiancora soffrono a causa dellapandemia.

Cari fratelli e sorelle,ieri si è celebrata la Giornata mon-diale in ricordo delle vittime di attidi violenza basati sulla religione esul credo. Preghiamo per questi no-stri fratelli e sorelle, e sosteniamocon la preghiera e la solidarietà an-che quanti — e sono tanti — ancoraoggi vengono perseguitati a motivodella loro fede religiosa. Tanti!

Domani, 24 agosto, ricorre il deci-mo anniversario del massacro di set-tantadue migranti a San Fernando, aTamaulipas, in Messico. Erano per-sone di diversi Paesi che cercavanouna vita migliore. Esprimo la miasolidarietà alle famiglie delle vittimeche ancora oggi invocano giustizia everità su quanto accaduto. Il Signo-re ci chiederà conto di tutti i mi-granti caduti nei viaggi della speran-za. Sono stati vittime della culturadello scarto.

Domani si compiono anche quat-tro anni dal terremoto che ha colpitol’Italia Centrale. Rinnovo la preghie-ra per le famiglie e le comunità chehanno subito maggiori danni, perchépossano andare avanti con solidarie-tà e speranza; e mi auguro che si ac-celeri la ricostruzione, affinché lagente possa tornare a vivere serena-mente in questi bellissimi territoridell’App ennino.

Desidero, inoltre, ribadire la miavicinanza alla popolazione di CaboDelgado, nel Nord del Mozambico,che sta soffrendo a causa del terrori-smo internazionale. Lo faccio nel vi-vo ricordo della visita che ho com-piuto in quel caro Paese circa un an-no fa.

Rivolgo un cordiale saluto a tuttivoi, romani e pellegrini. In partico-lare, ai giovani della Parrocchia delCernusco sul Naviglio — questi chesono in giallo, lì — partiti da Sienain bicicletta e giunti oggi a Romalungo la Via Francigena. Siete statibravi! E saluto anche il gruppo difamiglie di Carobbio degli Angeli(provincia di Bergamo), venute inpellegrinaggio in ricordo delle vitti-me del Coronavirus. E non dimenti-chiamo, non dimentichiamo le vitti-me del Coronavirus. Questa mattinaho sentito la testimonianza di unafamiglia che ha perso i nonni senzapoterli congedare e salutare, nellostesso giorno. Tanta sofferenza, tantepersone che hanno perso la vita, vit-time della malattia; e tanti volontari,medici, infermieri, suore, sacerdoti,che anche hanno perso la vita. Ri-cordiamo le famiglie che hanno sof-ferto per questo.

E auguro a tutti una buona dome-nica. Per favore, non dimenticatevidi pregare per me. Buon pranzo ea r r i v e d e rc i !

Espressa in una telefonata al vescovo di Pemba

La vicinanza di Francescoal Mozambico

Il Pontefice ricorda il sacerdote argentino Julián Zini

Poeta del popolo

Appello dell’episcopato messicano

Politiche migratoriepiù giuste e accessibili

Le politiche «che cercano difrenare e reprimere la migrazionefavoriscono soltanto i gruppicriminali», per i quali chi scappadalla propria terra e affrontalunghi viaggi per sottrarsi asofferenze e ingiustizie èconsiderato alla stegua di un«oggetto di affari che generaingenti somme di denaro». È la

nuova denuncia dei vescovimessicani all’indomanidell’appello lanciato dal Papaall’Angelus. In un messaggio afirma del vescovo José GuadalupeTorres Campo, presidente delladimensione episcopale dipastorale della mobilità umanadella Conferenza dei presuli delPaese, si ricorda l’anniversario delmassacro dei 72 migrantiavvenuto il 24 agosto 2010 a SanFernando, nello stato di confinedi Tamaulipas: persone di diversenazionalità (Brasile, Ecuador,Nicaragua, Honduras,Guatemala, El Salvador), che«cercavano una vita migliore» evennero uccise brutalmente. Unevento drammatico che, perl’episcopato messicano, richiamaalla memoria le tragedie di tantialtri migranti «che ancora oggicontinuano a essere vittime dellacriminalità organizzata» ecostituisce un forte richiamo apromuovere «politiche migratoriepiù giuste e accessibili che noncostringano i migranti a viverenella clandestinità»trasformandoli in «facile predaper questi gruppi».«Come Chiesa — assicurano ipresuli — ci addolora lasituazione che stannoattraversando molti fratelli esorelle migranti, e siamo solidalicon le famiglie di questi 72 e ditutte le persone migranti chesono stati vittime della criminalitàorganizzata nel nostro Paese eche oggi reclamano giustizia everità».

«Uno dei grandi “poeti del popolo”, creatore di can-to, di vita, di bellezza»: con queste parole, cariche distima e di riconoscenza, Papa Francesco, in una lette-ra autografa, sintetizza la figura e la testimonianza diJulián Geronimo Zini, prete argentino originario diCorrientes, poeta e cantautore, morto ottantenne do-menica 16 agosto, a causa di una forma tumorale.

Nel breve testo — che è stato letto durante la seratacommemorativa tenutasi sabato 22, nel teatro Juan deVera di Corrientes — il Pontefice confida che, pensan-do a Zini, gli torna in mente il poema La copla (chein italiano si potrebbe approssimativamente tradurrecon «La strofa») del “gitano” Manuel Machado, unodei poeti spagnoli della generazione del ’98: «Finchéil popolo le canta, / le coplas non son coplas, / equando le canta il popolo / ormai nessuno ne ricordal’autore. / Fa sì che le tue coplas / arrivino al popolo,/ anche se smetteranno d’esser tue / per essere di tut-ti gli altri».

Francesco accosta appunto le coplas ai canti di pa-dre Julian, che — scrive — «sono già del popolo, diquel popolo al quale consegnò la sua vita sacerdotale,di quel popolo umile che servì con la generosità di

un padre che solo sa dare vita». Infine, il Ponteficerivolge a Zini un «grazie grande come il suo cuore lomerita».

Capace di coniugare il suo ministero sacerdotalecon la sensibilità poetica e culturale, espressa soprat-tutto sotto forma di canzoni e attraverso lo studiodella religiosità popolare, Zini era nato in località ElCentinela (Corrientes) il 29 settembre 1939. Aveva vis-suto la sua infanzia nel “Paraje Cambaí” (Monte Ca-seros, Corrientes), antico luogo delle riduzioni gesui-tiche.

Nel 1963 aveva ricevuto l’ordinazione sacerdotale,dopo aver frequentato il seminario maggiore di LaPlata. Si era dedicato intensamente alla ricerca delgenere e della religiosità popolare. Aveva scritto, tral’altro, libri come Camino al Chamamé, Ñande roga, Elárbol de nuestra identidad, Memoria de la Sangre. Nel2005 aveva ricevuto il “tributo alla carriera” nel cam-po della cultura popolare dal Senato della Repubbli-ca argentina. Era stato animatore dei principali festi-val del Litoral e del gran Buenos Aires. Negli ultimitempi era stato anche vicario episcopale per la culturadella diocesi di Goya.

«Santo Padre, lei ha messo CaboDelgado sulla mappa del mondo»:è questa l’espressione digratitudine che il vescovo diPemba in Mozambico, monsignorLuiz Fernando Lisboa, ha rivolto aPapa Francesco nella telefonatainaspettata ricevuta nei giornicorsi. Il presule sta continuando arichiamare l’attenzione sulpeggioramento della situazioneumanitaria a Cabo Delgado dovecrescenti e continue insurrezionimettono in pericolo gliinvestimenti nell’imp onentegiacimento di gas naturale liquido.«Ho ricevuto una chiamata dalPapa che mi ha dato molterassicurazioni e consolazioni» haspiegato monsignor Lisboa. Nellatelefonata il Pontefice ha volutoesprimere vicinanza alla gente dellaregione di Cabo Delgado. «IlSanto Padre ha detto di seguire glieventi della nostra provincia congrande preoccupazione e dipregare costantemente per noi» hafatto presente il vescovo. «Mi haanche detto che se c’è qualcos’a l t roche può fare non dovremmo esitarea chiederglielo. È pronto acamminare con noi. Gli hoespresso il mio profondoapprezzamento per il gesto dellatelefonata — ha raccontato ilpresule — e gli ho detto quanto glisiamo grati quando la domenica diPasqua, il 12 aprile, ha pregato perCabo Delgado durante labenedizione Urbi et Orbi. Gli hodetto che il suo riferimento allacrisi umanitaria nella nostraprovincia ha fatto sì che anchealtre persone si rendessero contodella nostra situazione.Constatiamo che diversecongregazioni, alcune

organizzazioni umanitarie, tantepersone, sia locali che da fuori,cominciano a collaborare».Monsignor Lisboa ha ancheinformato Papa Francesco delladifficile situazione della cittàportuale di Mocimboa da Praia.Ricordando infine la visita inMozambico di un anno fa, il Papaha incoraggiato il vescovo «acontattare il cardinale MichaelCzerny per un aiuto sul frontedell’assistenza umanitaria».

«Il Signore ci chiederà conto di tutti i migranti cadutinei viaggi della speranza». Il nuovo monitodi Papa Francesco contro la «cultura dello scarto»che miete vittime anche fra quanti lasciano le loro terrein cerca di «una vita migliore» è risuonato al terminedell’Angelus del 23 agosto, recitato a mezzogiornocon i fedeli riuniti in piazza San Pietro — nel rispetto

delle misure di sicurezza in vigore per contenere i contagida coronavirus — e con quanti in diverse parti del mondolo hanno seguito attraverso i media. In precedenzail Pontefice aveva dedicato la sua riflessione introduttivaal brano evangelico della liturgia domenicale(Matteo 16, 13-20), nel quale «Pietro professa la sua fedein Gesù quale Messia e Figlio di Dio».

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!Il Vangelo di questa domenica

(cfr Mt 16,13-20) presenta il momen-to nel quale Pietro professa la suafede in Gesù quale Messia e Figliodi Dio. Questa confessionedell’Apostolo è provocata da Gesùstesso, che vuole condurre i suoi di-scepoli a fare il passo decisivo nella

Il dolore di uno dei familiari delle vittime del massacro (Afp)