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Mazzanti: «Passo avanti» www.bo7.it versetti petroniani DI GIUSEPPE BARZAGHI bituandoci a conversare sulla bellezza, al canto delle cicale, nell’ombra di una frasca, scopriamo la filosofia e il filosofo che c’è in ciascuno. Sotto la guida del maestro interiore: uno che non la fa pesare, ma che riempie l’anima della sua stessa pienezza. Ore e ore di letizia e di leggerezza, che trascorrono come se fossero un istante d’intensa intuizione. Anche la calma fiorisce da una conversazione dolce e bella, perché è come il respiro del saggio: uno spirito puro e terso che aleggia tra le parole. Girovaghiamo con le idee e i concetti: le immagini che costituiscono il paesaggio più bello della nostra anima. Anche i discorsi sul passato, su ciò che non c’è più eppure è presente attualmente e vivacemente nel nostro colloquiare, sono un modo per esercitare la mente nelle sue misure. Sempre incredibilmente sconfinate. Tutto è presente. La memoria si consolida consolidando il presente. E lo spirito si evolve, esce dal suo scrigno per andare a generare suoi simili. La funzione crea l’arto! Sperando che il solito politicastro (che ironia catastrofica: poli-ti-castro... ti castro in molti modi) non lo amputi, prima del tempo, con le sue chiacchiere ... simili a un raglio. A La mente rinasce nella bellezza anche se il politico... raglia Domenica 13 agosto 2006 • Numero 32 • Supplemento al numero odierno di Avvenire Pagine a cura del Centro Servizi Generali del- l’Arcidiocesi di Bologna Via Altabella 6 Bologna - tel. 051 64.80.707 - 051 64.80.755 fax 051 23.52.07 email: [email protected] Abbonamento annuale: euro 46,00 - Conto corrente postale n.° 24751406 intestato ad Arcidiocesi di Bologna - C.S.G. Per informazioni e sottoscrizioni: 051. 6480777 (dal lunedì al venerdì, orario 9-13 e 15-18) Concessionaria per la pubblicità Publione Loris Zanelli Via Punta di Ferro 2/d 47100 Forlì - telefono: 0543/798976 Il Cardinale al Pastor Angelicus Le parrocchie che offrono viveri La montagna d’estate a pagina 4 a pagina 2 a pagina 8 I L COMMENTO I MMIGRATI, LA QUESTIONE È CULTURALE CHIARA UNGUENDOLI ittadinanza sì, cittadinanza no: il dibattito su una possibile abbreviazione dei tempi necessari agli immigrati per diventare italiani a tutti gli effetti (da 10 a 5 anni, secondo un disegno di legge presentato dal governo) è in questi giorni più che mai vivace. Chi è favorevole adduce ragioni umanitarie, la necessità di accogliere chi viene tra noi per sfuggire a situazioni difficili e in Italia trova casa e lavoro; chi si oppone paventa tempi troppo rapidi, insufficienti per integrarsi nella nostra realtà; per non parlare del rischio che anche chi ha commesso reati possa diventare rapidamente cittadino italiano. Non vogliamo, in questa sede, discutere le ragioni degli uni e degli altri: il dibattito a fianco rappresenta già bene diverse posizioni di uomini politici ed esponenti della società locali. Una cosa però ci preme mettere in rilievo, anche alla luce dei recenti avvenimenti in Gran Bretagna: diventare cittadini di una nazione (e non solo di uno Stato) è un passo impegnativo e che comporta precise condizioni; condizioni che non sono solo giuridiche, ma anche, se non anzitutto, culturali. Occorre cioè che l’immigrato dimostri la volontà, e la capacità, di inserirsi nella nostra cultura e tradizione, pur senza rinnegare le proprie radici. Conoscenza dunque, e accettazione non solo delle regole, ma del modo di vivere che la nostra nazione deriva dalla sua secolare storia. In caso contrario, si rischierebbe di creare dei «ghetti», dei gruppi chiusi di italiani di nome ma non di fatto, estranei al tessuto sociale, che costituiscono sempre una fonte di difficoltà sia per chi vi appartiene che per tutti gli altri cittadini. C engoli, cosa pensa di questa proposta? In sostanza credo che sia necessario fare una distinzione tra gli immigrati che, una volta arrivati in Italia, si comportano da buoni cittadini e quelli che invece non lo fanno. I primi vanno premiati ed agevolati in tutti i modi perché, quando questo non avviene, si creano i presupposti per delle discriminazioni in base al colore della pelle. Se invece uno si è comportato male, allora è necessario mettere dei «paletti» e rendere più lento il percorso che porta alla piena integrazione. Credo che questa opinione faccia ormai parte del sentire della gente, anzi sia quasi una questione di buon senso. Poi ci sono altri aspetti del problema che vanno comunque analizzati, come la necessità di avere una omogeneità nella legislazione a livello europeo e la considerazione che alla crescita degli italiani «di fresca nomina» deve corrispondere poi un aumento delle loro risorse economiche, senza il quale si va incontro a delle difficoltà che andrebbero evitate. Il fatto di diventare cittadino implica poi una conoscenza e un’accettazione della cultura del Paese.. Certo. Occorre conoscere la lingua, la storia della cultura, insomma le radici del Paese in cui si prende la cittadinanza. Questo vale anche per noi italiani, quando ci spostiamo da nord a sud non è sempre così facile «integrarsi», immaginiamo poi cosa significhi per chi ha una mentalità diversa dalla nostra... Saranno quindi necessari corsi non solo di lingua, ma anche di storia e di cultura per gli immigrati che vogliano diventare cittadini italiani. Un percorso di conoscenza questo che comunque, almeno in parte, credo sia già previsto dalla proposta di legge. (C.U.) M azzanti, come giudica questa pro- posta? Il Disegno di Legge presentato dal Governo va in una direzione positiva, verso il riconoscimento della piena dignità degli immigrati che vivono nel nostro paese. Ritengo che questa proposta sia positiva perché contribuisce a creare le condizioni perché gli stranieri che lavorano qui e rispettano le leggi possano ottenere la cittadinanza. In particolare approvo tutta quella parte del Disegno che tratta la condizione dei minori. I bambini, sia nati in Italia sia arrivati nel nostro Paese per ricongiungimento familiare, che hanno almeno uno dei genitori in possesso della cittadinanza da cinque anni, diverranno a tutti gli effetti cittadini italiani. Il fatto che prima non fosse così, come evidenziato da alcuni movimenti cattolici, creava grosse difficoltà in vista dell’integrazione. Ritengo inoltre positivo l’accorciamento dei tempi, perché si adegua alle altre realtà europee come Inghilterra e Francia, e soprattutto la «certezza» dei tempi, un termine certo entro cui la persona possa ricevere risposta alla propria domanda di cittadinanza. E poi chi aspira a diventare cittadino e ad inserirsi pienamente nella realtà del nostro Paese dovrà sapere la lingua e prestare giuramento sulla Carta Costituzionale: un gesto molto significativo. Non c’è anche un problema di integrazione culturale? Integrazione significa dare la possibilità di avere pieni diritti e pieni doveri. Il fatto di essere riconosciuti come cittadini può facilitare chi già vive e lavora qui ad intergire appieno e positivamente con il nostro sistema di usi e di regole. Come accertare l’integrazione prima della cittadinanza? Non è un fatto automatico. In questo risultano fondamentali i 5 anni di presenza legale e ininterrotta nel nostro paese, al termine dei quali viene presentata domanda. Se in questo tempo uno ha violato le leggi, questo verrà considerato come deterrente per l’assegnazione della cittadinanza. (C.U.) M inchiesta Una proposta discussa Un disegno di legge del governo, approvato dal Consiglio dei ministri il 4 agosto scorso, cambierebbe la normativa sulla cittadinanza modificando la legge n. 91 del 1992. Si trat- terebbe, in pratica, di una riduzione dei tempi necessari agli stranieri per acquisire la cittadinanza italiana da 10 a 5 anni. Su questo tema abbiamo chiesto il parere di tre esponenti politici e della realtà sociale locale: Paolo Mengoli, direttore della Cari- tas diocesana; Giovanni Mazzanti, capo- gruppo della Margherita-Democrazia e li- bertà in Consiglio comunale; Giovanni Sa- lizzoni, del gruppo «La tua Bologna» in Consiglio comunale. Salizzoni: «Una Carta dei valori» Mengoli. Premiare i «virtuosi» I giovani, l’inutile assessorato e gli adulti o letto con grande attenzione l’intervista a Claudio Risè comparsa su questo giornale due settimane fa. Nasceva dalla richiesta di un parere sull’idea di far nascere, nel Comune di Bologna, un assessorato dedicato ai giovani. I giovani, normalmente, diventano «un problema» da trattare separatamente nei regimi totalitari, dove occorre «controllare» la crescita dei futuri cittadini, e nelle società «deboli», dove il futuro appare incerto perché gli adulti sono incerti sul presente e sul patrimonio che sono in grado di lasciare alle nuove generazioni. I nostri figli, coccolati fino a 35 anni in casa (età media dei matrimoni a Bologna), che sollecitazioni hanno a non rimanere eterni adolescenti? È anche un problema di casa, di lavoro sicuro, di aiuti alle nuove famiglie, di supporto alle mamme che desiderano lavorare. È su questi aspetti che l’amministrazione pubblica dovrebbe operare, e allora si parla di assessorato al lavoro, alle politiche sociali, alla famiglia, all’urbanistica, ai trasporti, non serve un assessorato ai giovani. I nostri ragazzi escono dalla scuola e dall’Università senza il «passo giusto» per entrare nel mondo del lavoro e sono svantaggiati rispetto ai loro coetanei a livello europeo? Chiediamoci che interventi stiamo facendo per migliorare la qualità delle nostre scuole e delle nostre Università, per aiutare chi è in difficoltà a recuperare e per valorizzare le eccellenze. Anche qui il problema non è quello di un assessorato per i giovani, e non basta neppure quello alla scuola; serve una politica regionale e nazionale diversa. Che altri campi d’azione potrebbero esserci? Un assessorato ai giovani per gestire il loro tempo libero o peggio per guidare le loro «idee», dando loro l’illusione di essere al centro delle preoccupazioni di chi governa, non serve. Può essere una soluzione demagogica per guadagnare voti. Non è un caso che i primi a candidarsi come assessori siano esponenti di Rifondazione. Guardiamo in faccia i nostri giovani: non hanno bisogno di centri sociali e di convegni, ma di aiuti concreti nei settori accennati prima e di adulti che sappiano appassionarli e motivarli alla vita. Quell’identità di cui sono «affamati», come diceva Risè, coincide con la scoperta del senso dell’esistenza. È su questo che noi «grandi» dobbiamo misurarci. Tre anni fa mia figlia Rachele, che allora aveva sei anni, mi ha chiesto: «Ma di Rachele al mondo ci sono solo io?». Le ho risposto di sì, perché non c’era nessuno come lei in quel momento e non c’era mai stato nessuno come lei nel passato e non ci sarebbe stata nessun’altra Rachele come lei nel futuro, perché lei era unica ed irripetibile: la sua vita aveva un valore assoluto. I giovani hanno bisogno di scoprire punti d’appoggio solidi su cui camminare, non esortazioni ed istruzioni per l’uso. Occorre chiarire i ruoli. Lo Stato, la Regione, la Provincia e il Comune non potranno mai svolgere questo compito. Il punto cruciale per i giovani, che è la scoperta del loro posto nel mondo, non può e non deve essere affidato alle istituzioni, né tanto meno alla politica: i politici e i rappresentanti delle istituzioni potrebbero cominciare a far vedere che si può concepire il proprio lavoro come servizio al bene comune e non solo in funzione del proprio potere e sarebbe già tanto! Ieri un ragazzo mi chiedeva quali sono la cose più importante nell’educazione dei figli. Sostanzialmente una: cercare di non fare mai nulla senza un motivo adeguato. È il consiglio che darei al nostro sindaco: è inutile moltiplicare gli enti se non è necessario, piuttosto che costruire un assessorato ai giovani, apriamo un capitolo dedicato a loro in ogni assessorato e chiediamoci da adulti, qualunque lavoro stiamo facendo, chi siamo e che cosa facciamo per loro. Elena Ugolini preside del Liceo Malpighi H alizzoni, qual è la sua opinione sulla proposta di cittadinanza «veloce»? Ritengo che il problema di assegnare la cittadinanza agli immigrati non sia una questione di anni e che non sia giusto concederla esclusivamente sulla base di criteri come l’essere in regola, pagare le tasse, avere una casa ed un lavoro. Credo piuttosto che sia un riconoscimento etico quello che dobbiamo chiedere prima di tutto. Come occidentali abbiamo dato sviluppo alla democrazia e alla centralità della persona, abbiamo stabilito i principi della moderna convivenza. Questi valori, che sono alla base della nostra Costituzione, devono essere accettati dai nuovi arrivati. Non basta assegnare una copia della Costituzione, come avviene a Bologna, a chi vuole diventare cittadino. Chi vuole inserirsi a pieno titolo in una comunità deve accettarne i principi fondativi. Per questo, con la precedente amministrazione, abbiamo creato una «Carta dei diritti e dei doveri per una civile convivenza», una «carta costitutiva» della nostra comunità da consegnare a queste persone: nove punti essenziali in cui sono affermati i nostri valori. Chi li riconosce può diventare un cittadino a pieno titolo, con tutti i relativi diritti e doveri. Ciò non significa che chi viene da un’altra nazione debba diventare un bolognese e rinunciare alla sua identità, ma è necessario rispetto reciproco e l’accettazione delle nostre regole di comportamento. La convivenza a cui dobbiamo puntare non è quella forzata ma quella possibile e non possiamo farne solo un problema di ordine pubblico. Poi c’è anche una questione e- conomica.. Certo, e nessuno Stato, per quanto si impegni, può risolverla da solo. Su questo punto sarebbe bene sollecitare il mondo imprenditoriale che è il principale fruitore della forza lavoro dei potenziali cittadini. Chi ha un’azienda può investire sulla formazione professionale dei nuovi venuti ed ha le risorse economiche per garantire loro un alloggio e così un’esistenza decorosa. (C.U.) S Mazzanti Salizzoni Paolo Mengoli L’intervento dini veloci», sì o no? «Citta dini veloci», sì o no?

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Mazzanti: «Passo avanti»

www.bo7.itversetti petroniani

DI GIUSEPPE BARZAGHI

bituandoci a conversare sulla bellezza, al canto delle cicale,nell’ombra di una frasca, scopriamo la filosofia e il filosofo

che c’è in ciascuno. Sotto la guida del maestro interiore: uno chenon la fa pesare, ma che riempie l’anima della sua stessapienezza. Ore e ore di letizia e di leggerezza, che trascorronocome se fossero un istante d’intensa intuizione. Anche la calmafiorisce da una conversazione dolce e bella, perché è come il

respiro del saggio: uno spirito puro e terso che aleggia tra leparole. Girovaghiamo con le idee e i concetti: le immagini checostituiscono il paesaggio più bello della nostra anima. Anche idiscorsi sul passato, su ciò che non c’è più eppure è presenteattualmente e vivacemente nel nostro colloquiare, sono un modo

per esercitare la mente nelle sue misure. Sempre incredibilmentesconfinate. Tutto è presente. La memoria si consolida consolidando ilpresente. E lo spirito si evolve, esce dal suo scrigno per andare agenerare suoi simili. La funzione crea l’arto! Sperando che il solitopoliticastro (che ironia catastrofica: poli-ti-castro... ti castro in moltimodi) non lo amputi, prima del tempo, con le sue chiacchiere ...simili a un raglio.

A

La mente rinasce nella bellezzaanche se il politico... raglia

Domenica 13 agosto 2006 • Numero 32 • Supplemento al numero odierno di Avvenire

Pagine a cura del Centro Servizi Generali del-l’Arcidiocesi di Bologna Via Altabella 6 Bologna - tel. 051 64.80.707 -051 64.80.755 fax 051 23.52.07email: [email protected] annuale: euro 46,00 - Contocorrente postale n.° 24751406 intestato ad

Arcidiocesi di Bologna - C.S.G.Per informazioni e sottoscrizioni: 051.6480777 (dal lunedì al venerdì,orario 9-13 e 15-18)Concessionaria per la pubblicità PublioneLoris Zanelli Via Punta di Ferro 2/d47100 Forlì - telefono: 0543/798976

Il Cardinaleal Pastor Angelicus

Le parrocchieche offrono viveri

La montagnad’estate

a pagina 4

a pagina 2

a pagina 8

I L C O M M E N T O

IMMIGRATI,LA QUESTIONEÈ CULTURALE

CHIARA UNGUENDOLI

ittadinanza sì,cittadinanza no: ildibattito su una possibile

abbreviazione dei tempi necessariagli immigrati per diventareitaliani a tutti gli effetti (da 10 a5 anni, secondo un disegno dilegge presentato dal governo) èin questi giorni più che maivivace. Chi è favorevole adduceragioni umanitarie, la necessitàdi accogliere chi viene tra noi persfuggire a situazioni difficili e inItalia trova casa e lavoro; chi sioppone paventa tempi tropporapidi, insufficienti per integrarsinella nostra realtà; per nonparlare del rischio che anche chiha commesso reati possadiventare rapidamente cittadinoitaliano. Non vogliamo, inquesta sede, discutere le ragionidegli uni e degli altri: il dibattitoa fianco rappresenta già benediverse posizioni di uominipolitici ed esponenti della societàlocali.Una cosa però ci preme metterein rilievo, anche alla luce deirecenti avvenimenti in GranBretagna: diventare cittadini diuna nazione (e non solo di unoStato) è un passo impegnativo eche comporta precise condizioni;condizioni che non sono sologiuridiche, ma anche, se nonanzitutto, culturali. Occorre cioèche l’immigrato dimostri lavolontà, e la capacità, di inserirsinella nostra cultura e tradizione,pur senza rinnegare le proprieradici. Conoscenza dunque, eaccettazione non solo delleregole, ma del modo di vivereche la nostra nazione derivadalla sua secolare storia. In casocontrario, si rischierebbe dicreare dei «ghetti», dei gruppichiusi di italiani di nome manon di fatto, estranei al tessutosociale, che costituiscono sempreuna fonte di difficoltà sia per chivi appartiene che per tutti glialtri cittadini.

C

engoli, cosapensa di questaproposta?

In sostanza credo chesia necessario fare unadistinzione tra gliimmigrati che, unavolta arrivati in Italia,si comportano dabuoni cittadini e quelliche invece non lo

fanno. I primi vanno premiati edagevolati in tutti i modi perché,quando questo non avviene, si creano ipresupposti per delle discriminazioniin base al colore della pelle. Se inveceuno si è comportato male, allora ènecessario mettere dei «paletti» erendere più lento il percorso che portaalla piena integrazione. Credo chequesta opinione faccia ormai parte delsentire della gente, anzi sia quasi unaquestione di buon senso. Poi ci sonoaltri aspetti del problema che vannocomunque analizzati, come lanecessità di avere una omogeneità

nella legislazione a livello europeo e laconsiderazione che alla crescita degliitaliani «di fresca nomina» devecorrispondere poi un aumento delleloro risorse economiche, senza il qualesi va incontro a delle difficoltà cheandrebbero evitate. Il fatto di diventare cittadino implicapoi una conoscenza e un’accettazionedella cultura del Paese.. Certo. Occorre conoscere la lingua, lastoria della cultura, insomma le radicidel Paese in cui si prende lacittadinanza. Questo vale anche pernoi italiani, quando ci spostiamo danord a sud non è sempre così facile«integrarsi», immaginiamo poi cosasignifichi per chi ha una mentalitàdiversa dalla nostra... Saranno quindinecessari corsi non solo di lingua, maanche di storia e di cultura per gliimmigrati che vogliano diventarecittadini italiani. Un percorso diconoscenza questo che comunque,almeno in parte, credo sia già previstodalla proposta di legge. (C.U.)

M

azzanti, come giudica questa pro-posta?Il Disegno di Legge presentato dal

Governo va in una direzione positiva, versoil riconoscimento della piena dignità degliimmigrati che vivono nel nostro paese.Ritengo che questa proposta sia positivaperché contribuisce a creare le condizioniperché gli stranieri che lavorano qui erispettano le leggi possano ottenere lacittadinanza. In particolare approvo tuttaquella parte del Disegno che tratta lacondizione dei minori. Ibambini, sia nati in Italia siaarrivati nel nostro Paese perricongiungimento familiare,che hanno almeno uno deigenitori in possesso dellacittadinanza da cinque anni,diverranno a tutti gli effetticittadini italiani. Il fatto cheprima non fosse così, comeevidenziato da alcunimovimenti cattolici, creavagrosse difficoltà in vistadell’integrazione. Ritengoinoltre positivol’accorciamento dei tempi, perché si adeguaalle altre realtà europee come Inghilterra e

Francia, e soprattutto la «certezza» deitempi, un termine certo entro cui la personapossa ricevere risposta alla propriadomanda di cittadinanza. E poi chi aspira adiventare cittadino e ad inserirsi pienamentenella realtà del nostro Paese dovrà sapere lalingua e prestare giuramento sulla CartaCostituzionale: un gesto molto significativo.Non c’è anche un problema di integrazioneculturale?Integrazione significa dare la possibilità diavere pieni diritti e pieni doveri. Il fatto di

essere riconosciuti comecittadini può facilitare chi giàvive e lavora qui ad intergireappieno e positivamente conil nostro sistema di usi e diregole. Come accertare l’integrazioneprima della cittadinanza?Non è un fatto automatico. Inquesto risultano fondamentali i5 anni di presenza legale eininterrotta nel nostro paese, altermine dei quali vienepresentata domanda. Se inquesto tempo uno ha violato le

leggi, questo verrà considerato come deterrenteper l’assegnazione della cittadinanza. (C.U.)

M

inchiesta

Una proposta discussaUn disegno di legge del governo, approvatodal Consiglio dei ministri il 4 agosto scorso,cambierebbe la normativa sulla cittadinanzamodificando la legge n. 91 del 1992. Si trat-terebbe, in pratica, di una riduzione deitempi necessari agli stranieri per acquisirela cittadinanza italiana da 10 a 5 anni. Suquesto tema abbiamo chiesto il parere ditre esponenti politici e della realtà socialelocale: Paolo Mengoli, direttore della Cari-tas diocesana; Giovanni Mazzanti, capo-gruppo della Margherita-Democrazia e li-bertà in Consiglio comunale; Giovanni Sa-lizzoni, del gruppo «La tua Bologna» inConsiglio comunale.

Salizzoni: «Una Carta dei valori»

Mengoli.Premiare i «virtuosi»

I giovani, l’inutileassessorato e gli adulti

o letto con grande attenzionel’intervista a Claudio Risè

comparsa su questo giornale duesettimane fa. Nasceva dalla richiestadi un parere sull’idea di far nascere,nel Comune di Bologna, unassessorato dedicato ai giovani. Igiovani, normalmente, diventano «unproblema» da trattare separatamentenei regimi totalitari, dove occorre«controllare» la crescita dei futuricittadini, e nelle società «deboli»,dove il futuro appare incerto perchégli adulti sono incerti sul presente esul patrimonio che sono in grado dilasciare alle nuove generazioni. Inostri figli, coccolati fino a 35 anni incasa (età media dei matrimoni aBologna), che sollecitazioni hanno anon rimanere eterni adolescenti? Èanche un problema di casa, di lavorosicuro, di aiuti alle nuove famiglie, disupporto alle mamme che desideranolavorare. È su questi aspetti chel’amministrazione pubblica dovrebbeoperare, e allora si parla diassessorato al lavoro, alle politichesociali, alla famiglia, all’urbanistica,ai trasporti, non serve un assessoratoai giovani. I nostri ragazzi esconodalla scuola e dall’Università senza il«passo giusto» per entrare nel mondodel lavoro e sono svantaggiati rispettoai loro coetanei a livello europeo?Chiediamoci che interventi stiamofacendo per migliorare la qualitàdelle nostre scuole e delle nostreUniversità, per aiutare chi è indifficoltà a recuperare e pervalorizzare le eccellenze. Anche qui ilproblema non è quello di unassessorato per i giovani, e non bastaneppure quello alla scuola; serve unapolitica regionale e nazionale diversa.Che altri campi d’azione potrebberoesserci? Un assessorato ai giovani pergestire il loro tempo libero o peggioper guidare le loro «idee», dando lorol’illusione di essere al centro dellepreoccupazioni di chi governa, nonserve. Può essere una soluzionedemagogica per guadagnare voti.Non è un caso che i primi acandidarsi come assessori sianoesponenti di Rifondazione.Guardiamo in faccia i nostri giovani:non hanno bisogno di centri sociali edi convegni, ma di aiuti concreti neisettori accennati prima e di adulti chesappiano appassionarli e motivarlialla vita. Quell’identità di cui sono«affamati», come diceva Risè,coincide con la scoperta del sensodell’esistenza. È su questo che noi«grandi» dobbiamo misurarci. Treanni fa mia figlia Rachele, che alloraaveva sei anni, mi ha chiesto: «Ma diRachele al mondo ci sono solo io?».Le ho risposto di sì, perché non c’eranessuno come lei in quel momento enon c’era mai stato nessuno come leinel passato e non ci sarebbe statanessun’altra Rachele come lei nelfuturo, perché lei era unica edirripetibile: la sua vita aveva unvalore assoluto. I giovani hannobisogno di scoprire punti d’appoggiosolidi su cui camminare, nonesortazioni ed istruzioni per l’uso.Occorre chiarire i ruoli. Lo Stato, laRegione, la Provincia e il Comune nonpotranno mai svolgere questocompito. Il punto cruciale per igiovani, che è la scoperta del loroposto nel mondo, non può e nondeve essere affidato alle istituzioni,né tanto meno alla politica: i politicie i rappresentanti delle istituzionipotrebbero cominciare a far vedereche si può concepire il proprio lavorocome servizio al bene comune e nonsolo in funzione del proprio potere esarebbe già tanto! Ieri un ragazzo michiedeva quali sono la cose piùimportante nell’educazione dei figli.Sostanzialmente una: cercare di nonfare mai nulla senza un motivoadeguato. È il consiglio che darei alnostro sindaco: è inutile moltiplicaregli enti se non è necessario, piuttostoche costruire un assessorato aigiovani, apriamo un capitolodedicato a loro in ogni assessorato echiediamoci da adulti, qualunquelavoro stiamo facendo, chi siamo eche cosa facciamo per loro.

Elena Ugolinipreside del Liceo Malpighi

H

alizzoni, qual è la sua opinione sullaproposta di cittadinanza «veloce»?

Ritengo che il problema di assegnare lacittadinanza agli immigrati non sia unaquestione di anni e che non sia giustoconcederla esclusivamente sulla base dicriteri come l’essere in regola, pagare letasse, avere una casa ed unlavoro. Credo piuttosto che sia unriconoscimento etico quello chedobbiamo chiedere prima ditutto. Come occidentali abbiamodato sviluppo alla democrazia ealla centralità della persona,abbiamo stabilito i principi dellamoderna convivenza. Questivalori, che sono alla base dellanostra Costituzione, devonoessere accettati dai nuovi arrivati.Non basta assegnare una copia dellaCostituzione, come avviene a Bologna, a chivuole diventare cittadino. Chi vuole inserirsia pieno titolo in una comunità deveaccettarne i principi fondativi. Per questo,con la precedente amministrazione,abbiamo creato una «Carta dei diritti e deidoveri per una civile convivenza», una «carta

costitutiva» della nostra comunità daconsegnare a queste persone: nove puntiessenziali in cui sono affermati i nostri valori.Chi li riconosce può diventare un cittadino apieno titolo, con tutti i relativi diritti e doveri.Ciò non significa che chi viene da un’altranazione debba diventare un bolognese e

rinunciare alla sua identità, ma ènecessario rispetto reciproco el’accettazione delle nostre regoledi comportamento. La convivenzaa cui dobbiamo puntare non èquella forzata ma quella possibilee non possiamo farne solo unproblema di ordine pubblico. Poi c’è anche una questione e-conomica.. Certo, e nessuno Stato, perquanto si impegni, può risolverla

da solo. Su questo punto sarebbe benesollecitare il mondo imprenditoriale che è ilprincipale fruitore della forza lavoro deipotenziali cittadini. Chi ha un’azienda puòinvestire sulla formazione professionale deinuovi venuti ed ha le risorse economiche pergarantire loro un alloggio e così un’esistenzadecorosa. (C.U.)

S

Mazzanti

Salizzoni

Paolo Mengoli

L’intervento

dini veloci», sì o no?«Cittadini veloci», sì o no?

Page 2: dini veloci», sì o no? L’intervento...necessità di avere una omogeneità nella legislazione a livello europeo e la considerazione che alla crescita degli italiani «di fresca

na grande festa di famiglia. È stataquesto, la serata speciale della Festa diFerragosto 2006 dedicata ai collaboratori

e sponsor dell’evento. La sera di venerdì scorsonei corridoi e nel parco del Seminariol’Arcivescovo ha visitato in anteprima le mostre egli stand pronti ormai all’imminente apertura alpubblico. Carillon d’epoca, foto artistiche,burattini, antichi giocattoli, oggetti della civiltàcontadina e molto altro hanno catturatol’attenzione dei presenti e del cardinale Caffarra,che a lungo si è soffermato nelle singoleesposizioni. Qui i curatori, i collaboratori e glisponsor hanno spiegato le loro passioni e il lorocontributo messo a disposizione per la

U

realizzazione della festa; erano presenti, fra glialtri, Luciano Sita, presidente della Granarolo eAlfredo Amitrano, direttore della sede regionaleSiae. L’Arcivescovo si è mostrato ammirato edentusiasta per l’importante iniziativa, che anchequest’anno offre ai bolognesi di poter usufruire,nelle giornate di Ferragosto, del Parco di VillaRevedin, sua residenza estiva.A guidare i collaboratori e presentare gliallestimenti, Giovanni Pelagalli, coordinatore"storico" della manifestazione. «Il bello, perquesta nostra grande famiglia – ha spiegatoPelagalli – è il clima che si crea a partire giàdalle settimane precedenti, in cui si prepara lafesta. Tutti sono coinvolti attivamente egenerosamente: sponsor, volontari, amici, eanche l’Arcivescovo che sempre ci sostiene».L’aspettativa, anche per quest’anno, è chel’iniziativa «cresca» e sia sempre più apprezzata.«Ora tocca ai visitatori e al bel tempo – haconcluso Pelagalli – dare il loro contributo per labuona riuscita della manifestazione».

Ilaria Chia

Il Cardinale al «Pastor Angelicus»

Una panoramica del Villaggio senza barriere «Pastor Angelicus»

Le due parrocchie hannoproposto ai ragazzi dalla 2ªalla 4ª superioreuna settimana al Villaggio:nonostante le obiezioni,è stata un’esperienzapositiva, che verrà ripetutain settembre. Il cappellano:«Abbiamo lanciato lorouna sfida, e hanno rispostobene. Qui la sofferenza nonè nascosta ma trasfigurata:un grande esempio chepuò cambiare la vita»

A Boccadirio il cardinaleCarlo Caffarra celebreràla Messa il 15 alle 11

una proposta troppo "forte", li per-derete», «per tenere i ragazzi di quel-l’età occorre farli divertire con altre

iniziative», «non sono preparati a sostenere uncompito del genere»: tantissime sono state leobiezioni che hanno preceduto il campo scuo-la proposto comunitariamente dalle parroc-chie di Funo e S. Maria del Suffragio, che que-st’anno hanno invitato i ragazzi dalla 2° alla4° superiore anziché ad una settimana inmontagna, ad una settimana al Villaggio sen-za barriere. «Abbiamo pensato – spiega il cap-pellano di S. Maria del Suffragio, padre LucaZottoli, dehoniano – che l’importante non e-ra "tenere" i ragazzi, ma fare delle proposteconcrete perché essi possano camminare. Èstata lanciata la "sfida", e i ragazzi, pur tra per-plessità e paure, hanno risposto». Così dalledue parrocchie, dal 10 al 16 luglio, sono par-tite una ventina di persone. «L’idea era quel-la di porre i ragazzi non davanti a discorsi –

È« prosegue padre Zottoli – ma ad una reale e-sperienza di fede che, partendo da un’inten-sa attività di preghiera, che per loro general-mente è uno scoglio, coinvolge tutta la vita in-cidendo sul modo di costruire la propria esi-stenza e relazionarsi con gli altri. La comunitàche ruota intorno al Villaggio è proprio que-sto: la sofferenza non è nascosta ma trasfigu-rata e condivisa alla luce della Croce, con-templata e vissuta nella liturgia e nella pre-ghiera». E l’esito positivo dell’esperienza nonè mancato: «i giovani hanno "visto", ce l’han-no messa tutta per costruire l’amicizia con idisabili e le rispettive famiglie a loro affidate– conclude il religioso –. Il miglior commen-to a quello che è accaduto è un fatto: alcunivolevano fermarsi anche la settimana succes-siva, ma non c’era posto. Allora abbiamo de-ciso di tornare a trovare la comunità a set-tembre. Ci auguriamo che possa essere l’ini-zio di una lunga amicizia». (M. C.)

DI MICHELA CONFICCONI

er don Mario Campidori, fondatoredel Villaggio, quello della visitadell’Arcivescovo era

l’appuntamento più importante dell’anno:era un momento per "verificare" con lui ilsuo operato, e allo stesso tempo per ribadirefortemente la natura ecclesiale dell’opera»:così Massimiliano Rabbi, presidente della«Fondazione don Mario CampidoriSimpatia e amicizia» racconta il significatodella visita annuale che gli Arcivescovi di

Bologna fanno in agosto al Villaggio senzabarriere fin dalla sua fondazione.Come attendete questo incontro?Ci prepariamo insieme con trepidazionenella preghiera e nell’organizzazione«spicciola». C’è molto lavoro infatti da farepoiché ad accogliere il Cardinale saremo intanti: circa 300 - 350 persone, chenell’occasione verranno ancheappositamente da Bologna. C’è un clima digioia in quanto si sa che non si tratta di unmomento «formale»: l’Arcivescovo incontrale famiglie ad una ad una e si sofferma conloro. Questo fa sentire ad esse con forza lavicinanza della Chiesa, e quindi di Gesù, allaloro sofferenza, che è poi ciò che in ogni suoaspetto desidera esprimere il Villaggio. Inalcuni casi questo momento contribuisce adun cammino di riconciliazione con Dio. Può ricordare il perché dell’opera?Don Campidori e ilmovimento da lui nato«Simpatia e amicizia» lafondarono nella coscienza delruolo grandissimo che iltempo libero ha nella vita diogni persona, disabile o non:può emarginare nellasolitudine, può alienare in undivertimento sterile, o puòcostruire la vita in una logicadi comunione. La strutturaospita, specie in estate maanche nei periodi di festainvernali, portatori dihandicap assieme ai lorofamiliari e accompagnatori, eallo stesso tempo adulti,famiglie e giovani chemettono a disposizione una

P«settimana delle loro vacanze per offrire ericevere amicizia nella relazione con chiporta un handicap e la sua famiglia.C’è un episodio che in questi anni di vitaal Villaggio le è particolarmente caro?La storia di Valerio, amico carissimoscomparso alcuni anni fa e costretto dasempre su una sedia a rotelle. Nato in unafamiglia atea, egli stesso si definiva tale. «SeDio esistesse - diceva - io non potrei esserecosì». Poi, all’interno di un’amicizia con donMario, ha potuto fare un cammino che lo haportato a ricevere tutti i sacramenti. Acambiarlo non erano stati i discorsi, mal’essere immerso nella vita di una comunitàche fonda il proprio agire sulla preghiera el’Eucaristia, e che cerca di testimoniare nellavita ciò che crede e celebra. Dell’esperienza al Villaggio abbiamo parlatoanche con Giancarlo e Maria Francesca Gori,sposi da 15 anni, entrambi membri dellaComunità dell’Assunta che opera nelVillaggio. Partecipano ogni settimana agliincontri di formazione e danno ladisponibilità, tra i numerosi impegni di unafamiglia con quattro figli, per l’attività dellaComunità nelle parrocchie. Ogni anno, al«gran completo», passano circa 20 giorni alVillaggio. «Io e mia moglie ci siamoconosciuti qui - spiega Giancarlo che proprioin questi giorni è a Tolé - e da allora ilVillaggio senza barriere è stato ed è rimastoun riferimento imprescindibile per il nostroimpegno cristiano nel tempo libero. Siamocolpiti dalla dimensione comunitaria chequi si respira: non ci sono "abili" cheaiutano "disabili", ma persone che vivonoun’amicizia in Cristo e traggono da questoun aiuto reciproco». Questa scelta, prosegueil capofamiglia, è stata preziosa anche perl’educazione dei figli, «immersi» dalla nascitanel clima di fede della Comunità: «Con laloro presenza o la disponibilità a piccoliservizi - conclude - contribuiscono al climadi gioia e condivisione del Villaggio».

Un incontro fra amiciella mattinata di domenica 20, onorando unaconsolidata tradizione «agostana», il cardinale

Caffarra si recherà in visita al Villaggio senza barrierePastor Angelicus di Tolè (frazione Bortolani del comunedi Savigno). Lì incontrerà gli ospiti, gli amici, e laComunità dell’Assunta, che gestisce la struttura. Lagiornata si aprirà alle 10.30, con l’arrivodell’Arcivescovo, i saluti e, alle 11, la celebrazioneeucaristica, da lui presieduta. Alle 13 il pranzo (conprenotazione). Nel pomeriggio la festa riprenderà alle15.30; alle 17 recita del Rosario. Per informazioni: tel.0516706142. Il Villaggio ospita disabili e famiglie ancheda Lombaria, Toscana e Veneto.

N

il programma

ra i numerosissimi luoghi sacridedicati al culto della Vergine, che sipreparano a festeggiare la loro

patrona il giorno dell’Assunta, ilSantuario della Madonna delle Grazie diBoccadirio, nel comune di Castiglionedei Pepoli, si distingue per la sua anticatradizione. Le fonti rimandano indietrodi secoli, e precisamente al 1480, quandoa due giovanissimi pastori di Baragazza,Donato Nutini e Cornelia Vangelisti,sarebbe apparsa la Vergine indicandoloro la vita consacrata e chiedendo lacostruzione di un tempio in suo onore,con la promessa di grazie a chiunque si

T

fosse a lei rivolto. Una chiesetta vienecostruita dagli abitanti di Baragazzaproprio sul luogo dell’apparizione e alsuo interno viene collocata un’immaginedella Beata Vergine, inviata da Cornelia,divenuta intanto monaca con il nome disuor Brigida. Secondo le fonti, si trattauna raffigurazione «di basso rilievo dellaMadonna, con il figlio in braccio, vestitadi bianco, conforme all’apparizione». Ladescrizione corrisponde a quellaconservata ancora adesso e che vieneattribuita ad una bottega robbiana deiprimi del ’500. La devozione degliabitanti del luogo trasforma, nel corsodegli anni, la piccola chiesanell’imponente edificio attuale, la cuiconformazione moderna risale a metàdel ’600. Quella devozione continuaancora oggi e si esprime pienamente inquesto periodo di festività mariana.

«Tutti i giorni ci ritroviamo intorno alchiostro», racconta Padre MarioBragagnolo, rettore del Santuario, «per lanovena. Facciamo una fiaccolata ognisera e preghiamo in particolar modo perla pace nel mondo, l’unità dei cristiani eil dialogo tra le religioni ed infine perchénon manchi la solidarietà tra i paesiricchi e quelli più poveri. A parteciparesono in tanti e molti vengono anchedalle parrocchie vicine». «Quest’annopoi», continua, « non sarà una festa comele altre. Infatti insieme a noi il giornodell’Assunta ci sarà il cardinale CarloCaffarra che celebrerà qui la Messa almattino». Nel pomeriggio invece alle ore16 ci sarà la caratteristica «visitadell’Angioletto». Una tradizione che traeorigine da una delle numerose graziedispensate dalla Madonna di Boccadirionel corso dei secoli. La Vergine infatti

avrebbe posto fine ad una devastantepestilenza che affliggeva gli abitanti deipaesi vicini. Così, per ringraziarla, èconsuetudine che in questo giorno ilbambino più piccolo del paese, ingroppa ad un asinello, porti in dono allaMadonna una boccetta d’olio insieme aduna offerta preziosa.

Ilaria Chia

Un Santuario tra storia e tradizioneIl programma

In preparazione allaSolennità dell’Assunta,nel Santuario diBoccadirio ogni sera, nelchiostro alle 21, Novena.Domani sera, sempre nelchiostro, grandefiaccolata della Vigilia.Martedì 15 alle 11,Messa nel Santuario,celebrata dal cardinaleCarlo Caffarra. Nelpomeriggio invece alle16, tradizionale «Visitadell’Angioletto» e Messaofficiata all’aperto dalrettore del Santuario,Padre Mario Bragagnolo.

Il porticato interno del Santuariodi Boccadirio

2 Domenica13 agosto 2006

Rabbi: «Per don Mario eral’appuntamento più importantedell’anno. Ci saranno oltre 300persone, e un clima di festa, perchénon è un momento "formale",ma un incontro vero»

Anche quest’anno l’Arcivescovo andrà in visita,domenica prossima, al «Villaggio senzabarriere», dove celebrerà la Messa alle 11

i è aperta ieri, e proseguirà fino a martedì 15 agosto,solennità dell’Assunta, la Festa di Ferragosto a Villa Revedin,

residenza estiva dell’Arcivescovo, alla quale il Cardinale invitatradizionalmente tutti i bolognesi rimasti in città. Momentocentrale della festa sarà la celebrazione della Messadell’Assunta, presieduta dal cardinale Caffarra martedì alle 18. Nei giorni della festa il Parco rimane aperto dalle 9 alle 23.All’interno numerose le proposte per i visitatori. Anzitutto unalunga serie di mostre. Tra esse: «I giocattoli di latta dell’’800»,«La baracca dei burattini» (con annesso laboratorio), «Caffè -latte» (in collaborazione, tra gli altri, con Granarolo latte, Museodella civiltà contadina, Museo della religiosità popolare),«Bologna e... provincia: il colore delle stagioni» (mostrafotografica), «A cavallo di un cavallo» (con gli animali di MarioSalmi), «Quando la musica era magia» (con strumenti musicalimeccanici dell’’800). Sono inoltre in programma, al pomeriggio e alla sera, spettacolisul palcoscenico allestito nel parco (con 1500 posti a sedere).Questo il calendario delle serate (con inizio alle 21): oggi «Sottoun manto di stelle», serata di musica leggera, lirica e operetta, acura dell’associazione O.S.L. S. Filippo Neri; domani, lunedì,musica bolognese con «Fausto Carpani e i suoi amici»; martedì,infine, «Festival della magia». Spazio anche allo sport: alle 18 didomani, lunedì, partirà da Villa Revedin la 4° «Corribologna», incollaborazione con Agio, Bologna Maratona, Gnarro Yet Mattei. Per l’intero periodo possono essere inoltre visitati gli stand direaltà associative che, ispirandosi al messaggio evangelico, sonoimpegnate nello sport, nell’accoglienza, nella testimonianza enella solidarietà. Sono Csi, Agio, Cefa, Onarmo, Piccole sorelledei poveri, Opera Padre Marella, Fondazione S. Clelia Barbieri,Comunità Papa Giovanni XXIII, Missionarie dell’Immacolatapadre Kolbe e, per la prima volta, Unitalsi.

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Un campo insolito per Santa Maria del Suffragio e Funo

Quattro giorni di eventiVenerdì scorso il Cardinale ha vistoin anteprima mostre e stand dellakermesse di Ferragosto, dove martedì 15celebrerà la Messa dell’Assunta alle 18

Il Cardinale con Pelagalli e Sita

L’Arcivescovo visita la Festa

Page 3: dini veloci», sì o no? L’intervento...necessità di avere una omogeneità nella legislazione a livello europeo e la considerazione che alla crescita degli italiani «di fresca

La testimonianza di don Mauro Fornasari

endere una testimonianza cristianafino alla morte. Fu questo l’imperativodi don Mauro Fornasari, diacono

della Chiesa bolognese ucciso da uncommando fascista a Zola Predosa il 5ottobre 1944, a soli 22 anni. La sua vicendarivive oggi nel volume «Notte di passione»,curato da Piergiorgio Ferioli e pubblicatodalle Edizioni Aspasia. «La sera del 4ottobre – racconta Ferioli – don Fornasari

R

sfuggì a un primo attentato e fece ritorno acasa. Era però dispiaciuto, anzi angosciato,come raccontano i testimoni, per questasua fuga. Diceva che “gli sembrava di avertradito”, e insisteva: “Si vede che il Signoremi vuole ora”». Vittima dello scontrofratricida della seconda guerra mondiale,don Mauro fu ucciso in odio alla religione:non era partigiano, né s’interessava dipolitica, come riportano le testimonianzeraccolte al processo contro i suoi assassini,ed ora pubblicate nel volume. Nato da unafamiglia di cattolici praticanti, chesimpatizzavano per don Sturzo ma «nonerano militanti per nessun partito», Mauroentrò in seminario dopo le elementari e lìmaturò la sua vocazione. «Era aperto diidee e sincero – scrive Ferioli –, manifestavaapertamente l’avversione per il sistema diviolenze che da alcuni anni si andavasempre più manifestando e che andava

assumendo aspetti tragici in quel momentodi disfacimento sociale dello Stato».Ordinato diacono il 18 giugno 1944, svolgela sua attività nella parrocchia di Longara,insegnando catechismo e animando leattività con i ragazzi. Va a visitare gliammalati gravi, anche dove il parroco nonsi recava «perché lo riteneva pericoloso».Fino alla sera del 4 ottobre, quando cinqueindividui in borghese si presentano a casasua e, con una scusa, lo prelevano. «DonMauro ha la coscienza serena e va, cercandodi tranquillizzare la famiglia». Durante ilviaggio, tuttavia, capisce le vere intenzionidei cinque, «soprattutto dalle invettivecontro l’ambiente clericale e dal parlareestremamente blasfemo». L’auto si ferma inaperta campagna e lui riesce a fuggire,inseguito dagli spari, facendo ritorno a casa.Qui però matura l’angoscia per non averreso testimonianza alla fede con lo

spargimento del sangue e si rifiuta dicercare riparo anche solo in parrocchia. Icinque ritornano, lo riportano via, maquesta volta don Mauro non fugge, e con ilsangue suggella la sua testimonianza.

Francesco Rossi

In un libro di Piergiorgio Feriolirivive la tragica vicenda del diaconoche suggellò col sangue, nel 1944,la sua testimonianza cristianaNon si occupava di politica:fu ucciso in odio alla fede

ai tempi di Matteo Ricci, il «gesuitaeuclideo» che si vestiva come un bonzobuddista «per entrare a corte degli

imperatori della dinastia dei Ming», come recitauna popolare canzone, sono passati quattro secoli.Tante cose sono cambiate, alcune sono rimasteuguali: la Cina rimane un terreno impervio allapredicazione del Vangelo, ma conta comunquequalche milione di cristiani (su una popolazioneben superiore al miliardo). D’altro canto, moltiaspetti della cultura cinese, specialmente quelliriguardanti la medicina e la salute, suscitanosempre più curiosità e interesse dalle nostre parti.Di questa apertura alle conoscenze dell’Oriente dàtestimonianza la Fondazione di Bologna intitolataal celebre gesuita maceratese, che raccoglie l’ereditàdi due tra le più autorevoli realtà italiane nelcampo della medicina tradizionale cinese: laScuola Italiana di Medicina Cinese, fondata nel1979, e la scuola Italo-Cinese di Agopuntura, natanel 1986. Queste due realtà si sono fuse nella

D Fondazione Matteo Ricci, il cui scopo èpromuovere la diffusione della medicinatradizionale cinese e la sua integrazione con lamedicina occidentale. L’idea è quella di attingere alvasto patrimonio di cultura e conoscenze medichedell’antica Cina, che possono rivelarsi utili per iltrattamento di molteplici malattie moderne, dopoessere state vagliate alla luce delle più recentiacquisizioni della medicina occidentale. L’attivitàdi ricerca e studio è dunque primaria per laFondazione. L’altro settore fondamentale diimpegno riguarda il confronto con le istituzioni siapolitiche che scientifiche (le Regioni, il Parlamento,l’Università) per ottenere un riconoscimentolegislativo della medicina tradizionale cinese e deisuoi operatori. Per perseguire questi obiettivi, laFondazione Matteo Ricci gestisce l’omonimascuola, che organizza corsi, seminari e master sutemi come l’agopuntura, lo shiatsu, il feng shui e ladietetica cinese.

Vincenzo Vinci

Un missionario «in dialogo»onsiderato uno dei cento uomini più famosi della storiadell’umanità, assieme a pochi italiani, come Leonardo Da Vinci,

Michelangelo, Cristoforo Colombo e Marco Polo, Matteo Ricci hacostituito il modello del missionario che non impone l’ascoltopassivo del messaggio cristiano ma cerca di calarsi nella cultura dellapopolazione che vuole convertire, assumendo un’attitudinedialogica. Di certo, a consigliargli quest’atteggiamento erano lecaratteristiche del Paese in cui svolse la sua attività evangelizzatrice:quel CelesteImpero chepossedeva unavisione del mondoarticolata e globalequanto quelladell’Occidente e siriteneva tantosuperiore agli altripopoli daconsiderarebarbari tutti coloroche non parlavanoil cinese. (V. V.)

C

Un ritratto di Matteo Ricci

Il cippo e la via sul luogo dell’uccisione

Organo ufficiale della Fondazione èla Rivista Italiana di Medicina Tradi-zionale Cinese, edizione italiana delJournal of Traditional Chinese Medi-cine, pubblicato dalla più prestigiosaistituzione del settore: l’Accademiadi Medicina Tradizionale di Pechino.

Lizzano celebraSan MamanteI festeggiamenti per il patrono, martire della Cappadocia del IV secolo,saranno religiosi e anche folkloristiciLa chiesa parrocchiale di S. Mamante a Lizzano in Belvedere

DI RACILIO ELMI *

Giovedì 17 agosto a Lizzano in Belvedere sicelebra la festa del patrono, San Mamante,martire della Cappadocia del IV secolo,conosciuto e invocato nel territorio datempi antichissimi, ovvero fin dalle originidella Pieve, la cui esistenza è documentataalmeno fino dal 753. Una bellissimapergamena, esposta nel museo diNonantola, testimonia l’importanza diquesto edificio sacro: l’imperatore CarloMagno, di ritorno dall’incoronazioneavvenuta a Roma nell’800, fu avvicinatodall’abate Anselmo e dal vescovo diBologna, Vitale, per chiarire la reciprocagiurisdizione e i rispettivi compiti neiriguardi della Pieve. Di quelle immaginirimane un edificio rotondo di stile pre-romanico che potrebbe essere stato ilBattistero: il più antico edificio dellaprovincia di Bologna. L’attenzione allastoria di questo martire che alcuneparrocchie, ad esso dedicate, hannoaffiancato ad altro Santo più noto, è statarisvegliata da una associazione culturalelocale denominata «Il Rugletto». Lizzano èdiventato punto di riferimento per notizie edocumentazione inerenti S. Mamante, conabbondante materiale proveniente daPortogallo, Francia e Cipro. È statorecapitato anche il testo di una tesi di laureasul tema, redatta da uno studente francese.La festa annuale è sempre stata celebratacon funzioni solo religiose. Dopo moltidecenni si è formato ora un comitato diparrocchiani per organizzare anchemanifestazioni esterne. È stata allestita cosìuna lotteria con estrazione il giorno dellafesta, tutto il paese è abbellito con i tipicifestoni e bandierine e, soprattutto, risalta la

chiesa illuminata con la grande cupola el’alto campanile: spettacolo meravigliosoper chi proviene da Silla e per i paesicircostanti. Nei giorni immediatamenteprecedenti la festa il comitato haorganizzato serate animate da giocolieri emusicisti e, per il 16, giorno della vigilia,una grande corsa podistica di oltre 5chilometri che porterà in paese centinaia diamatori da tutta la provincia. Per quantoriguarda il programma liturgico, nellasettimana precedente verrà celebrata, aturno, l’Eucaristia nelle 8 chiese e cappelleche si trovano sul territorio della parrocchia.Nel giorno della festa questi invece gli oraridelle Messe: alle 9 quella presieduta dalparroco, alle 11 quella solenne presiedutadal vescovo emerito di Forlì monsignorVincenzo Zarri, e infine, alle 17, quellaseguita dalla grande processione per le vie

principali del paese, guidata da donGabriele Riccioni e accompagnata dallabanda locale. All’entrata nella piazza delComune ogni partecipante riceverà unpalloncino che sarà lasciato in segno dipreghiera e di pace al momento dellabenedizione del Santo. Alle 21 nel piazzaledella chiesa il corpo musicale di Lizzano,che festeggia il 130° anniversario di attivitàininterrotta, offrirà un concerto durante ilquale il maestro Giardina si esibirà con ipiù noti brani per tromba. Al terminel’attesissimo spettacolo pirotecnico. Perchiudere le celebrazioni il 18 agosto alle 21,nella chiesa parrocchiale, verrà eseguito unconcerto d’organo del maestro SimoneGheller. Alla festa sono invitatiparticolarmente i sacerdoti del vicariato e iparroci delle chiese dedicate a S. Mamante.

* Parroco a Lizzano in Belvedere

In visita la Vergine di BrasaCastel d’Aiano scende dal suoSantuario la Madonna di Brasa. La sera

del 12 agosto, al termine dei Vespri, lasacra Immagine viene portata nellaparrocchia del paese con una processionealla quale segue la Messa. «La venerazionedella Madonna di Brasa ha una tradizione»,racconta il parroco di Castel d’Aiano, donCristian Bisi, «che risale al XVIII secolo. Sitramanda infatti il racconto diun’immagine mariana trovata da alcunipastori del luogo accanto ad un castagno.Portata al riparo, il giorno successivo l’iconaviene ritrovata al suo posto, dove era statavista per la prima volta. Riconosciuto

l’evento portentoso, gli abitanti del postodecidono di erigere una cappella dovel’immagine viene collocata. Distrutta daibombardamenti insieme alla cappella,l’icona viene rifatta ed ora è un immaginein terracotta custodita nel Santuario diBrasa». Celebrazioni e festeggiamenticontinuano poi nei giorni successivi finoalla sera del 16 quando, dopo aver recitatoil Rosario e celebrato la Messa al cimitero,l’immagine della Madonna viene riportataal santuario. Il giorno dell’Assunta,momento centrale della festa, ci sarannoMesse alla mattina e nel pomeriggio unaprocessione per le vie del paese e labenedizione con la Madonna. (I. C.)

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La festa dell’Assunta a Pianoroer la festa dell’Assunta, c’è una chiesa che si ricopre divetrate, quelle bellissime della Cattedrale di Chartres,

in Francia. È ormai da alcuni anni infatti che, in occasionedelle solennità più importanti (Natale, Pasqua eAssunzione della Vergine) la comunità di Santa MariaAssunta di Pianoro appone sulla facciata della chiesaparrocchiale le riproduzioni delle celebri vetrate,trasposte su una pellicola trasparente, di giornoilluminata dal sole e di notte dai fari. Gli «Addobbi diluce» che verranno esposti in questa occasioneraffigurano tre episodi della vita di Maria:l’Annunciazione, la Visitazione e l’Assunzione, e silasceranno ammirare fino alla fine del mese. «Momentiparticolarmente intensi per la nostra comunità», raccontadon Paolo Rubbi, parroco, «sono la fiaccolata che si svolgela sera della vigilia e la Messa delle 18, il giornodell’Assunta. Due momenti accomunati dalla scopertadelle radici, i ruderi della antica chiesa di Riosto,meta della fiaccolata e luogo in cui celebriamol’Eucaristia. Riosto è una località a monte diPianoro dove sorgeva una chiesa dedicata a SantaMaria Assunta. Distrutta durante la guerra, è stataricostruita a valle». «Il 15 agosto poi è la Pasqua diMaria e rappresenta la vittoria sul peccato e sullamorte», prosegue il parroco, «vittoria che vogliamorichiamare in due modi. Nei giorni del triduo dipreparazione offrendo ai fedeli abbondantipossibilità di confessarsi e il giorno dell’Assunta,nella Messa delle 11, ricordando tutti iparrocchiani morti dal 15 agosto 2005 ad oggi.Maria, rappresentata splendidamente nella nostrapala d’altare, è per noi la speranza più piena che idefunti non siano nel nulla». Al termine dellecelebrazioni del 15 ci sarà poi una grande festa,con pesca di beneficenza e mostra mercato di libried oggetti religiosi, come le splendide iconemariane della Comunità di Monte Sole. (I. C.))

P

Castel d’Aiano

Il culto risalea tempiantichissimi:fin dalle originidella Pieve,la cui esistenzaè documentataalmeno dal 753

Un aspetto della Grande Muraglia cinese

Sulle orme del gesuita Matteo Ricci:una Fondazione di medicina cinese

3Domenica13 agosto 2006

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CARI

TAS

Sacra Famiglia, S. Maria Maddalena, Cristo Re

DI ILARIA CHIA E CHIARA UNGUENDOLI

l lunedì e il giovedì pomeriggio, dalle15.30 alle 17, «sportine» di viverivengono distribuite alla parrocchia della

Sacra Famiglia, al Meloncello. Pasta, latte,succhi di frutta, formaggio e biscotti sono iprodotti inseriti nella «sporta» e forniti dalBanco Alimentare, che rappresenta laprincipale risorsa di questa iniziativa. Abussare alle porte della parrocchia sono unasettantina di persone, di cui solo unaquindicina di nazionalità italiana. «Visto ilnumero limitato dei mezzi disponibili, gliaiuti vengono distribuiti», afferma Roberta,volontaria «di preferenza a chi vive nelterritorio. Gli italiani, innumero minore, ricevonoviveri una volta allasettimana, gli stranieriinvece, molto piùnumerosi, una volta ognidue». «Chi viene qui»,aggiunge, «si rivolge a noiper chiedere da mangiarema soprattutto un lavoro.Il nostro compitocomunque si limita ad unaiuto materiale, laconsegna delle "sportine"appunto, che sono circauna quindicina al giorno».Da dieci anni, un gruppodi volontari guidati dadue coniugi cura, nellaparrocchia di S. MariaMaddalena, in viaZamboni, la distribuzionedel cibo ai poveri. «Ilservizio si svolge ognimercoledì, tranne luglio eagosto – spiega il parroco,don Pierluigi Toffenetti –e il numero degli "utenti"è piuttosto alto, tra i 90 e i150. La stragrandemaggioranza è costituitada extracomunitari, quasitutti dell’Est europeo. Aloro – prosegue –

I

consegniamo una "sporta" di alimenti dacucinare, quindi non deperibili. E tentiamodi stabilire un dialogo, anche se non è facile.Anche perché la tipologia di persone èabbastanza diversa: ci sono molti che"peregrinano" da una parrocchia all’altra incerca di cibo, altri invece che vivono nellazona: con questi ultimi, naturalmente, èmolto più facile stabilire un contatto, perchéil rapporto è più costante».Anche a Cristo Re il servizio di fornitura dialimenti ai bisognosi è iniziato da unadecina di anni. «Da allora lo effettuiamo inmodo organizzato – spiega il parroco donFermo Stefani – cioè ogni venerdìpomeriggio (tranne agosto), e "serviamo"una cinquantina di famiglie, in maggioranzastraniere ma anche italiane della zona». Dicoloro che usufruiscono del servizio, laparrocchia conosce lo status (permesso disoggiorno, composizione della famiglia,eccetera) e ognuno ha ricevuto un tesserinocol quale si fa riconoscere e riceve la sua"razione". «A volte vengono anche personeda fuori – dice don Stefani – ma in genere

noi li invitiamo a recarsi nella propriaparrocchia, per evitare "peregrinazioni"». Ilcibo da distribuire viene in parte dal BancoAlimentare, ma in parte anche da un cestoche viene lasciato in chiesa, anche durante leMesse domenicali, per sottolineare lanecessità che tutta la comunità partecipi: e laquantità raccolta è sempre buona. Due volteall’anno, poi, si fa una raccolta parrocchiale,a favore della Caritas locale e della Società diS. Vincenzo de’ Paoli, anch’essa presentenella comunità. Il servizio è gestito da unadecina di volontari «soprattutto personeanziane – sottolinea il parroco –. Civorrebbe un maggior contributo da parte deigiovani». Il fatto poi che il numero dipersone servite non sia altissimo permetteuna conoscenza maggiore, e di seguirne levicende al di là del bisogno di cibo: «moltevolte abbiamo dovuto anche compiere degliinterventi "d’emergenza" – conclude ilparroco –. Ad esempio, a favore di unafamiglia di rumeni sgombrati dalLungoreno, alla quale abbiamo trovato unasistemazione».

4 Domenica13 agosto 2006

e «sportine» distribuite nelle parrocchiesono per la maggior parte piene del cibofornito dalla Fondazione Banco

Alimentare Onlus dell’Emilia-Romagna, consede ad Imola. Il Banco nasce in Arizona nel1967, da un’intuizione: raccogliere dairistoranti il cibo avanzato alla fine di ognigiornata per donarlo ai poveri. Da quell’annole iniziative del Banco si sono estese amacchia d’olio in tutto il Nord America(Canada, Stati Uniti) e l’Europa ( Francia,Belgio, Spagna, Irlanda, Portogallo, GranBretagna, Polonia, Repubblica Ceca e Grecia).A dare vita in Italia alla Fondazione sono ilDanilo Fossati e monsignor Luigi Giussani,

L con il primo nucleo attivo nel 1989. Scopodel Banco è la raccolta delle eccedenze dellaproduzione agricola ed industriale e la lorodistribuzione ai poveri tramite la mediazionedi Enti ed Associazioni, nello spirito, comeafferma uno dei fondatori, di una«condivisione gratuita del destino dei fratelliuomini, a imitazione di Gesù di Nazareth,che ha dato la vita per i suoi amici, anchesoccorrendoli nei bisogni fisici quando lisfamò a migliaia moltiplicando i pani ed ipesci». Il Banco, nella nostra regione, hasostenuto, con l’appoggio di 679 EntiCaritativi, ben 81.621 persone, secondo ilbilancio del 2005. (I. C.)

a oltre 15 anni, la parrocchia dellaBeata Vergine Immacolata, la piùgrande della città, offre ogni sabato

un servizio di fornitura di alimenti aibisognosi. «Ogni settimana sono circa150 tra persone singole e nuclei familiariche vengono a chiedere un aiuto - spiegail parroco don Pietro Giuseppe Scotti - Emolti sono qui fin dalle 5 del mattino,per essere certi di ottenere la loro"sporta"». Tra gli «utenti» prevalgono digran lunga le persone dell’Est europeo«mentre una volta erano in maggioranza imaghrebini» spiega sempre il parroco. Ilservizio viene garantito da alcunepersone adulte, che sono «fisse», e daalcuni giovani che si alternano. Quantoalla modalità di raccolta del cibo, «lamaggior parte viene raccolta la domenicadai bambini del catechismo - spiega donScotti - il resto proviene dal BancoAlimentare di Imola». Un elemento chedon Scotti tiene a sottolineare è cheanche numerose famiglie bolognesi sitrovano in difficoltà, anche dal punto divista alimentare: «a loro facciamo disolito un servizio più discreto, portandoquanto è necessario direttamente a casa».Ha una lunga tradizione alle spalle ilservizio di fornitura alimenti dellaparrocchia di S. Bartolomeo dellaBeverara: «sono trent’anni, forse di più,che lo svolgiamo - spiega il parroco donNildo Pirani - pur con alterne vicende,dovute alle diverse disponibilità nei varimomenti». Le alterne vicende non hannocomunque mai interrotto questo servizio,che viene fornito quotidianamente allepersone individuate come bisognose dalCentro d’ascolto della Caritasparrocchiale. «Il numero è moltovariabile, anche da un giorno all’altro -spiega don Pirani - Ci sono alcuni a cui sidà di meno, altri, più bisognosi, a cui sidà di più. Non diamo invece in generesoldi, tranne che ad alcune persone noteda tempo e fidate». La maggior partedegli «utenti» sono stranieri, ma nonmancano gli italiani. «Il servizio è chiusoin agosto, ma chi è frequentatore abitualesa che almeno in alcuni giorni può veniree ricevere qualcosa» precisa il parroco.Quel «qualcosa» che proviene per lamassima parte dalla parrocchia stessa, esolo in piccola parte dal BancoAlimentare. A reggere il servizio, inparticolare una persona, che però siavvale della collaborazione di altre per laconfezione delle «sporte» e per la ricercadei fondi.

Chiara Unguendoli

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Prosegue la nostrarassegna delle realtàcaritative collegatealla Caritas: ancoraparrocchie della città chedanno cibo ai bisognosi

A San Girolamodell’Arcoveggio si cercadi stabilire un rapportoMentre Santa Mariadella Carità si serveanche dai fornai vicini

Banco Alimentare: il grande fornitore

al 1990, quindi daoltre quindici anni, laparrocchia di S.

Cristoforo distribuisce ciboed indumenti per i bisognosi,per ben due volte lasettimana. «Il martedì e ilvenerdì, dalle 10 alle 12 -spiega Carla Gamberi, unadelle collaboratrici delservizio - consegniamo gliindumenti che abbiamo e ilcibo che ci viene fornito dalBanco Alimentare: pasta,latte, formaggio, scatolette,bibite, eccetera. Il contributodella parrocchia non è,purtroppo, molto alto: avolte il cesto per la raccoltamesso in chiesa rimanevuoto. Questo, pensiamo,non per cattiva volontà, maperché da qualche annopersone e famiglie hannomeno possibilità». L’affluenzaal servizio non è altissima,ma comunque costante:«vengono circa 130 persone

D ogni mese - quantifica laGamberi - e noi diciamo lorodi presentarsi possibilmenteogni 15 giorni. Ma ci sonoalcuni che vengono moltopiù frequentemente: adesempio, i senza fissa dimorache dormono alla Stazione,molto vicina alla parrocchia.Loro naturalmente nonprendono cibo da cucinare,ma ciò che si può consumaresubito, anche su unapanchina!». Oltre a questiparticolari «utenti», gli altrisono in maggioranzastranieri, «di svariatenazionalità, dall’Est europeoall’Africa - dice sempre laGamberi - e poi nomadiprovenienti dal vicino campodi via Gobetti». Tutto ilservizio è gestito da quattrovolontari, che si alternanonei diversi compiti; trannenel mese di agosto, quandola distribuzione è sospesa.(C. U.)

S. Cristoforo e i senza dimora

«S. Antonio da Padova distribuisce il pane ai poveri»

Pilastro, una precisa procedura

La parrocchia del Meloncellofavorisce soprattutto i «locali»In via Zamboni sono tantigli extracomunitari. E in via Emilia Ponente c’è il tesserino

iniziata in modo stabile soloquest’anno, la distribuzione di cibonella parrocchia di S. Girolamo

dell’Arcoveggio: «Da qualche meseabbiamo stabilito un giorno preciso, ilgiovedì, per la consegna degli alimenti,mentre il sabato si distribuiscono gliabiti», spiega il cappellano don DavideZangarini. Con questo metodo"sistematico" il numero di persone chevengono è via via aumentato: «anche sevaria molto di volta in volta», dice donZangarini. Coloro che usufruiscono delservizio sono soprattutto stranieri «vistoanche che la zona è molto abitata daextracomunitari – afferma il cappellano–. La maggior parte sono magrebini, maanche albanesi e rumeni provenienti daivicini campi nomadi». A gestire il tutto(tranne in agosto, quando il servizio èchiuso) sono alcuni volontari,«soprattutto persone anziane». Iltentativo, specifica don Zangarini, è di«andare al di là della semplicedistribuzione di viveri, e instaurare unrapporto un po’ più ampio e completocon i nostri "ospiti". Anche se ci siamoresi conto che non è facile: la maggiorparte tende a limitarsi a ritirare la"sportina", e questo diviene un notevoleostacolo». «Comunque – conclude il viceparroco – qualche caso di rapporto piùcostruttivo già l’abbiamo avuto: adesempio, una ragazza-madre, che venivaper il cibo ma in realtà aveva problemimolto diversi e maggiori, siamo riusciti aseguirla fino a quando questi suoiproblemi si sono risolti».A Santa Maria della Carità il servizio «èmolto semplice – spiega il parroco, donValeriano Michelini –. Il martedì mattinadistribuiamo alimenti confezionati, checi vengono forniti dal Banco Alimentarema anche da alcuni fornai vicini allaparrocchia». A «servirsi» sono unatrentina di persone, «soprattutto italiani,persone della zona», continua il parroco;e il servizio è aperto anche in agosto. «Iltutto seguito e "monitorato" dallaCaritas parrocchiale», conclude donMichelini. (C. U.)

È

di esso, si fa una nuovavalutazione, per vedere se talenecessità rimane. Chi invece sirifiuta di sottoporsi a questaprocedura, perde ogni diritto diavere la fornitura di cibo». Unsistema dunque rigoroso, ma chemette al riparo da ogni abuso. «Gli"utenti" sono per la maggior partestranieri, soprattutto famiglie dikosovari - spiega ancora il parroco- Molti di loro in precedenza eranoalloggiati nelle ex scuola AdaNegri, proprio di fronte allaparrocchia; ora invece che essa èstata sgomberata e la si staristrutturando, si sono sparsi invarie parti del Quartiere. Gliitaliani sono invece in gran partepersone sole». Il cibo per ladistribuzione viene raccoltosoprattutto nella colletta che si fain parrocchia ogni primadomenica del mese; per il resto,viene fornito dal BancoAlimentare. (C.U.)

in dall’inizio della suaesistenza, e ancora oggi, laparrocchia di S. Caterina da

Bologna al Pilastro fornisce ciboalle persone bisognose. «Un certonumero di famiglie sono note allaSocietà di S. Vincenzo de’ Paoli,che le assiste a domicilio - spiega ilparroco don Marco Grossi - Poi cisono altre alle quali viene data una"sporta" di alimenti una volta almese, ad altre quindicinalmente».Per avere questa assistenza occorreperò sottoporsi a una precisaprocedura: «inviamo le persone alPoliambulatorio del Quartiere,dove devono prendere contattocon l’assistente sociale - spiegadon Grossi - Sarà lei a valutare lostato di effettiva necessità dellapersona o della famiglia, e asegnalarcelo con uno scritto che civiene poi consegnato. In esso ècontenuta anche la precisazionedel periodo per il quale ènecessaria l’assistenza: al termine

F

Le «sporte»dei poveriLe «sporte»dei poveri

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iovani musicisti con una passionecomune per gli spirituals e i gospel.Sono gli artisti che hanno dato vita,

nel 2003, all’ensemble «Bless the Lord», chemercoledì 16 agosto alle 21 si esibirà in unconcerto di canti gospel nella chiesa di S.Pietro Apostolo a Guzzano, frazione diCamugnano, nell’Appennino bolognese.L’evento rientra all’interno della rassegna«Suoni dell’Appennino», giunta quest’annoalla sua quarta edizione. Il programmaprevede un ricco repertorio di canti religiosidella tradizione afro-americana: unaventina le proposte, tra cui «AmazingGrace», «Swing low, sweet chariot», «Kum bayah». E ancora: «De angel roll’d’stone away»,«When i’m in heaven sittin’ down», « I ain’tgoingt’ study war no more » e l’inossidabile«Hail holy queen», tratto dal noto film«Sister Act». Brani «a cappella» si alternanoad altri con un accompagnamentostrumentale. I testi della musica gospel, nata in America

G dall’incontro degli schiavi deportatidall’Africa con il cristianesimo, hanno unostretto legame con le Sacre scritture, da cuitraggono ispirazione, ed esprimono lesofferenza quotidiane dei neri mediatedalla speranza di liberazione e di riscatto.La loro origine affonda le radici nelle formespontanee di devozione religiosa: i fedelirendevano testimonianza durante lecelebrazioni liturgiche, parlando ecantando, e talvolta suonando, della lorofede.Gli artisti di «Bless the lord», purprovenendo da diverse esperienze musicali,hanno trovato in questo genere un puntod’incontro. Incoraggiati dai consensiottenuti nei primi concerti, hannoprogressivamente ampliato il lororepertorio, esibendosi in diverse rassegnemusicali. Nel dicembre 2004 è statopubblicato il primo CD del gruppo, daltitolo «Ev’ry time I feel de Spirit».

Francesco Rossi

Jolando Scarpa, musiche d’organo a Brigolausiche del Seicento edel Settecento italiani

saranno al centro del concertod’organo che Jolando Scarpaterrà nella chiesa di S. MicheleArcangelo di Brigola(Monzuno) il 15 agosto alle 21per la rassegna «Itinerariorganistici nell’Appenninobolognese». L’artista eseguiràbrani di Frescobaldi, Strozzi eGalluppi, oltre che di alcuniautori anonimi. Organista edirettore musicaledell’ensemble femminile«Laura Conti», Scarpa è ancherevisore di partiture antiche,che trascrive in notazionemoderna. Nel suo curriculumvanta tra l’altro un’esecuzionenella Cappella accademica disan Pietroburgo e unacollaborazione con la Rai sutemi organistici. (F.R.).

M

L’Ensemble «Bless the Lord»

Il Meetingtra ragionee InfinitoParla Emilia Guarnieri, presidentedell’Associazione: «Una sfidaal dogma della cultura odierna»La folla a una precedente edizione del Meeting

DI ALESSANDRO MORISI

a XXVII Edizione del Meeting di Riminidal titolo «La ragione è esigenza diinfinito e culmina nel sospiro e nel

presentimento che questo infinito simanifesti» si svolge a Rimini. Abbiamochiesto le ragioni di questa kermesse a unodei promotori, la presidentedell’Associazione Meeting, Emilia Guarnieri.Quali soprese e novità del Meeting di que-st’anno ?Il taglio fondante è il rapporto tra ragione einfinito, come suggerisce il titolo. Questa èla sfida portata alla cultura di oggi e al suogrande dogma, che fra ragione e mistero cisia solo inimicizia. Nel Meeting abbiamoanche il percorso dedicato alla scienza,perché la scienza è uno di quei campi in cuisi verifica quanto la ragione sia aperturaall’infinito; nella ricerca scientifica si capiscecome ragione e conoscenza non hannolimiti. Così si apre anche la questionebioetica, problema non dogmatico, malegato alla ragione. Infatti solo la ragione e larealtà possono dettare soluzioni. E oggi lagrande diga sulle questioni di bioetica non èpiù l’Europa cristiana ma è probabilmentel’America dove, pur tra mille contraddizioni,alberga il grande senso della libertà e delladignità della persona. Un altro grandepercorso è il rapporto con l’Islam, non comeproblema di dialogo interreligioso, ma comeconcezione della ragione, possibilitàconcreta di ritrovare i termini diragionevolezza che esistono nelle religioni enelle civiltà e partendo da questi costruiretentativi di convivenza. Sul titolo particolarmente «criptico» checosa ci può dire ?È proprio la ragione per sua natura che ha

Lbisogno di infinito, se non avesse l’infinitocome orizzonte la conoscenza si fermerebbe.Inoltre ne ha bisogno perché se il cuoredell’uomo che desidera l’infinito non avessel’ipotesi che questo infinito può essereattinto, vorrebbe dire che il cuore dell’uomoè sbagliato, cioè è fatto per qualcosa che nonc’è. Questa sarebbe una vera contraddizione.Per questo la ragione non può far altro cheattendere con speranza che questo infinito simanifesti. Questa è da duemila anni lanostra ipotesi, l’ipotesi cristiana. Cioè chel’infinito si è fatto in Cristo compagniaall’uomo, confortandolo, dicendogli che lasua domanda di infinito ha una risposta.Il Meeting quest’anno ospita la presenta-zione del libro «Creati per amare» del car-dinale Caffarra. Cosa ci dice in proposito ?È uno dei libri che presentiamo con granderilievo. Infatti abbiamo chiamato ospiti di

rilievo, non essendoci il Cardinale, comeRoccella e Santolini. È uno degli incontri cheabbiamo maggiormente curato, sapendobene il rilievo che hanno nella vita socialeed ecclesiale, le osservazioni e il magisterochiaro e nitido del vostro Arcivescovo.Infine le chiediamo qualcosa di personale.Quali le motivazioni a quasi trent’annidall’inizio ?Umanamente questa è una esperienzasicuramente interessante. Per una ragione sututte, perché consente la verifica della fede:io ogni anno mi rendo sempre più contoche è vero che la fede cristiana ha unacapacità di accoglienza, di incontro e divalorizzazione di tutto. Verifico che lapretesa cristiana è vera e ciò che mientusiasma maggiormente è che sonosempre di più le persone con le quali si faquesta verifica.

Un programma ricco di incontril Meeting per l’amicizia tra i popoli - giunto alla suaventisettesima edizione, si svolgerà ai padiglioni della

nuova Fiera di Rimini da domenica 20 a sabato 26 agosto.Questi alcuni degli eventi più importanti.Domenica pomeriggio si svolgerà l’incontro inauguralecon il nuovo presidente del Senato, Franco Marini. Allasera lo spettacolo «Datemi tre caravelle» che vedeprotagonista Alessandro Preziosi. Il giorno successivo - ore17 - il momento clou nell’incontro con Giancarlo Cesana,docente dell’Università Bicocca di Milano, che cercherà didefinire il significato del titolo del Meeting 2006.Martedì 22 alle 11.15 la scrittrice Eugenia Roccella e l’expresidente del Forum delle famiglie Luisa Santolinipresenteranno il libro del nostro arcivescovo, il cardinaleCarlo Caffarra «Creati per amare». Alle 19 la professoressabolognese di Storia dell’arte contemporanea, BeatriceBuscaroli, interverrà nel dibattito «Arte contemporaneatra desiderio dell’infinito e gioco infinito?» con il poeta,

pure bolognese, Davide Rondoni. Il 23 - ore17 - l’arcivescovo di Vienna cardinaleSchonborn tratterà di «Ragione edEvoluzione».Il 24 alla mattina il ministro ClementeMastella e Giulio Andreotti parleranno de «Illavoro nelle carceri» e nel pomeriggio invecesarà la volta di Magdi Allam che presenteràil suo libro «Io amo l’Italia. Ma gli italiani laamano?».Sabato 26 nel pomeriggio alle 15.00l’incontro conclusivo con il ministroPierluigi Bersani e il professor Weiler cheparleranno del libro «Dall’utopia allapresenza» di monsignor Luigi Giussani.Sono inoltre previste numerose mostre digrande interesse. Per un panorama piùdettagliato del Meeting visitare il sito webwww.meetingrimini.org.

I

La maglietta col motto del Meeting

Un ritratto di Dante Alighieri

Politici, giornalisti,scrittori, artistinel «carnet» degliappuntamentiE poi spettacolie mostre. Verràpresentato ancheun recente volumedel cardinale Carlo Caffarra

Così fino al 3 settembre sarà possibilepartecipare al concorso cheprepara il festivalRondoni: «Il temacentrale è l’amore»

«Dante 09», la Commedia interpretata da tutti

«Bless the Lord» canta il gospel a Guzzano

n concorso per interpretare iversi danteschi. L’originaleproposta viene dal festival

«Dante 09», che Ravenna ospiterà dal9 al 16 settembre prossimi: una seriedi appuntamenti che affiancano letradizionali celebrazioni del«settembre dantesco» da sempreorganizzato nella città romagnola checustodisce le spoglie del poetafiorentino. Fino al 3 settembre saràpossibile partecipare al concorsoinviando i propri commenti e leproprie interpretazioni attraverso ilsito www.dante09.it. Al centro della prima edizione, il temadell’amore. «Abbiamo scelto di mirarealla grande fornace da cui esce l’operae la vita di Dante - spiega DavideRondoni, poeta e direttore artisticodella manifestazione - La questione di

U cosa sia l’amore. Domanda eterna, epur così urgente oggi nella vita dellepersone e nelle relazioni sociali».Qual è la caratteristica principaledella prima edizione di «Dante 09»?Si può dire che è un festival perdanteschi, cioè per gente checoncepisce la vita come un viaggiorischioso, proprio come Dante. Il suonome non è un «marchio», ma uninvito al viaggio. L’obiettivo è quellodi proporre una serie di iniziative chesiano al centro della vicenda e dellapoetica dantesca. Da qui il titolo datoalla manifestazione: «Amor ch’è dittadentro», tratto dal XXVI canto delPurgatorio». Perché un concorso sulle interpreta-zioni della Divina Commedia? La Commedia è un bene pubblico.Dante non ha scritto per una casta di

eruditi, ma per tutti. È quindi giustoche ciascuno possa dare la propriainterpretazione dell’opera. Per questosono stati scelti tre braniparticolarmente belli dell’opera, dasottoporre al giudizio e alla liberainterpretazione di quanti vorrannocimentarsi: l’incontro con Ulissenell’Inferno, il passaggio di Dante alPurgatorio e, in Paradiso, un gioco disguardi con gli occhi di Beatrice. Inogni tempo ci sono stati tantimattatori dell’opera dantesca, che larecitano con passione o l’ascoltanocon interesse.In effetti da sempre vengono fattepubbliche letture del capolavoro...Sì, da Boccaccio a Benigni si sonosusseguite letture dell’opera delsommo poeta. Ma bisognaassolutamente ricordare che proprio

Bologna ha ospitato la secondapubblica lettura dell’opera. FuBenvenuto da Imola a portarla nellanostra città, ed oggi l’evento èricordato da una lapide, quasiinvisibile, posta nel retro del palazzodella Prefettura.Alla Commedia si avvicinano in tan-ti, anche al di là dell’esperienza sco-lastica. Cos’è che ancora oggi attrae?Il segreto si chiama Beatrice,l’incontro con un miracolo e nonaverlo voluto perdere neppure dopola morte. Scrivere di questa donnadopo che era scomparsa è statoproprio il segreto di Dante per nonabbandonarla. È l’amore che muovela sua poetica, e che gli ha datoquesto straordinario potere diattrattiva.

Francesco Rossi

Davide Rondoni

5Domenica13 agosto 2006

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sue mozioni.Quando, tuttavia, la concupiscenza è dominatae la persona umana unificata nel suo centrodecisionale dalla carità, la logica stessa dellevirtù teologali, in quanto teo-logali esige unaconversione ulteriore. Perché raggiungano laloro pienezza, è necessario che lo Spirito stessosi inscriva, si immetta nel loro esercizio. Non èpiù lo Spirito che si adatta all’uomo, ma èl’uomo che ormai si lascia «proporzionare» alloSpirito, misurare su di Lui e da Lui.Si tratta del momento più difficile, più bruciantee purificante del processo della conversione.Infatti esso consiste nel non-agire più, ma nelconsentire che sia solo lo Spirito ad agire in noi.Pertanto, il vivente in Cristo, finché permane inquesto stato, non solo non pecca più, ma nonpuò più nemmeno peccare, perché in lui ilfomite di ogni peccato è completamente estinto.È solo lo Spirito che agisce: egli si lascia solocondurre da Lui. San Paolo era giunto a questo momentoquando diceva: vivo io, non più io, ma è Cristoche vive in me. Per questo scriveva: desiderosciogliermi ed essere con Cristo. Abbiamo parlato, per esigenze di chiarezza ditre conversioni. Nella realtà della storia concretadel nostro vivere in Cristo, si tratta però di ununico processo: è appunto la persona che nonpuò vivere in Cristo se non convertendosi.Volendo dare una descrizione complessiva diquesto processo, si potrebbe dire: la conversioneè la progressiva uscita da se stesso per porre sestesso come vivente in Cristo.La Chiesa guida questo cammino diconversione, offre ad ogni credente gli«strumenti» essenziali. La sua preghiera liturgicaè costellata di preghiere penitenziali; ognisettimana, il venerdì, ci richiama alle operepenitenziali; indice due giorni all’anno didigiuno ed altro ancora. È tutta una pedagogia

di conversione. Ma sono soprattutto due imomenti penitenziali nella Chiesa: lacelebrazione annuale della Quaresima e lacelebrazione del Sacramento della penitenza oriconciliazione.Ancora una volta ci rendiamo conto dellaimportanza che ha nella vita cristiana lafrequenza della confessione sacramentale: è ilsacramento che efficacemente significa la nostraconversione.

* Arcivescovo di Bologna

con vera gioia che posso presentare ailettori questo schizzo di una morale

cristiana: leggendolo per dovereprofessionale ho imparato parecchioanch’io. E anzitutto questo: l’impegnocontinuo per rendere conto razionalmentedelle realtà caratteristiche della vitacristiana. È una dottrina morale pensata.L’insegnamento più importante è, però,questo: la morale cristiana esige la fedecristiana. Può e deve servirsi delleconclusioni morali di una ragione nonilluminata dalla Rivelazione e purificata dauna fede esplicita; è in continuazione conuna morale «umana», ma divieneperfettamente intelligibile nei suoi precettipiù impegnativi soltanto nella luce dellafede cristiana; è perfettamente razionalenelle sue esigenze, ma domanda che siricordi che è la vita morale di un figlio diDio e di un discepolo di Cristo. Il cristianoha ricevuto di più, e per questo gli èdomandato di più: con la sua condottadeve aiutare anche gli altri a risponderepienamente al disegno di Dio creatore (cfr.Mt 19, 8). Solo così è un vero discepolo diCristo e può giustamente richiamarsi a Lui.Ci troviamo dinanzi ad uno «schizzo»soltanto, ed il cammino, che auguriamolungo, suggerirà perfezionamentidomandati dall’esperienza e dall’uso,come avviene in tutte le cose umane e nei

È libri che non restano in biblioteca. Ma lo«schizzo» è buono; e la via tracciata puòveramente servire per rinnovare la moralecristiana.

† Carlo Colombovescovo ausiliare di Milano

e preside della Facoltà teologicadell’Italia settentrionale

DOCU

MEN

TI

insistenza degliamici mi haconvinto a

ripubblicare questo libro dietica cristiana uscito inprima edizione nel 1981. Ilpeso della «sarcinapastoralis», come amavadire Agostino, fattod’impegno senza limitenon mi ha consentito diapportare nessuncambiamento. Il tempo trascorso è statopieno di fatti significativi

’L

per la riflessione eticacristiana. Fatti significativinell’ambito del Magisterodella Chiesa. Basti citare lalettera Enciclica «Veritatissplendor» nella quale per laprima volta il Magisteropontificio propone uninsegnamento articolato

circa «alcune questionifondamentali della dottrinamorale della Chiesa». Masoprattutto il tempotrascorso ha visto losvolgersi del Magistero diGiovanni Paolo II di granderilevanza per la riflessioneetica. Non meno

significativi, anche se disegno opposto, sono stati ifatti culturali. Soprattutto èvenuto alla piena lucequanto era già in germe, lanegazione che esista unaverità circa il bene dellapersona che non sia fruttodel consenso sociale.Tuttavia, credo di poter direche l’impianto generaledella proposta che vienefatta in questo libro restaancora per me valido, espero anche per il lettore.Impianto costruito suun’intuizionefondamentale: il desideriodi bene, inscritto nellanatura della personaumana, trova la sua rispostaimprevedibile, maperfettamentecorrispondente alle attesedel cuore, nella persona enella proposta di Cristo. Èquesto incontro che genera

una riflessione etica in cuiragione e fede si coniuganoarmoniosamente.Il servizio pastorale, a cui laChiesa ha volutochiamarmi, confermaquotidianamente in mequesta intuizione. Se lalettura di questo libroporterà anche un sololettore alla gioia di unincontro che centuplica ilgusto di essere liberi peramare, valeva la penaripubblicarlo. Lo spero.Bologna, 20 aprile 2006,domenica della DivinaMisericordia

† Carlo Caffarra

«Il vivente in Cristo, finchépermane in questo stato, nonsolo non pecca più, ma non puòpiù nemmeno peccare, perché in lui il fomite di ogni peccatoè completamente estinto»

Il «Cristo pantocratore»

«La conversione di S. Paolo» di Caravaggio

6 Domenica13 agosto 2006

MARTEDÌ 15Alle 11 Messa al Santuario diBoccadirio. Alle 18 Messa a VillaRevedin, nel corso della «Festa diFerragosto».

DOMENICA 20Alle 10.30 arrivo al Villaggio senzabarriere «Pastor Angelicus» di Tolé,dove alle 11 celebrerà la Messa e siintratterrà con gli ospiti.

DI CARLO CAFFARRA *

eggendo attentamente la Scrittura, alla lucedella tradizione ecclesiale, possiamo avereuna nozione esatta di conversione.

La prima conversione, l’atto cioè originario delconvertirsi, consiste nel credere e farsibattezzare. Ma la giustificazione in Cristo non cilibera dalla concupiscenza. La prima edoriginaria conversione deve continuarsi, al fineche le esigenze della carità penetrino in ogninostra decisione. Questa conversione consiste,allora, negativamente in una lotta contro laparte concupiscente di noi stessi. È una faticalunga e pesante che esige un impegnopenitenziale pluridirezionale. In direzione,innanzitutto, della nostra intelligenza o facoltàdi valutazione: la conversione è un progressivocambiamento di mentalità. In direzione dellanostra volontà o facoltà di decisione: laconversione è un progressivo auto-dominio inordine al bene. In direzione delle nostre forze

appetitive: la conversione è una mortificazionedei loro movimenti sregolati. Di qui, alcuniatteggiamenti spirituali che caratterizzanol’esistenza del convertito: l’abnegazione, lacompunzione del cuore, la custodia del cuore,l’austerità della vita. Atteggiamenti che siesprimono in alcune opere che la tradizionecristiana qualifica, appunto, come «opere dipenitenza»: il digiuno, l’elemosina, la preghierapenitenziale. Ma la stessa fede che opera attraverso la carità,spinge la persona ad una conversione piùprofonda, che potremmo chiamare la «secondaconversione». Mentre nel primo stadio, lapreoccupazione dominante era la liberazionedal dominio della concupiscenza così che lalibertà non cadesse più sotto il suo potere, nonpeccasse cioè più mortalmente, colla secondaconversione l’impegno della persona è che tuttol’uomo, nella sua concreta totalità, siapositivamente penetrato dalle esigenze dellacarità di Cristo. La seconda conversione ponel’uomo nell’esercizio costante della virtù.Progressivamente la libertà umana divienefacoltà di fare il bene in ragione del bene, collaprogressiva scomparsa del peccato veniale. Laconformazione a Cristo si fa più profonda.Ma lo sviluppo pieno della nostra vita in Cristoesige una conversione ancora più profonda. Lapossiamo chiamare, la terza conversione. Nellaprima e nella seconda, ciò che domina è losforzo della libertà mossa dallo Spirito. Durantequesti stadi della vita in Cristo, il credente èmolto più consapevole di se stesso, del suosforzo che della presenza dello Spirito e delle

L

È dedicato allamorale cristianal’ultimo volume del cardinaleCarlo Caffarra

Pubblichiamo un brano del libroche tratta il tema dellaconversione: dall’eliminazionedella concupiscenza,fino al lasciarsi interamente«proporzionare» dallo Spirito

Il cardinale Carlo Caffarra

Colombo: «Una dottrina "pensata"»

Due opere dell’Arcivescovoono già in libreria le due più recenti pubblicazioni del cardinale Carlo Caffarra:una dedicata alla famiglia e l’altra alla morale cristiana.

«Viventi in Cristo. Compendio della morale cristiana» (edizione Cantagalli, pagine232, Euro 16,20), è il titolo del primo volume: riedizione invariata del testopubblicato nel 1981, ritorna alle stampe. Al centro dell’opera la riflessione sultema dell’agire cristiano, a partire da una fondamentale intuizione, come spiegalo stesso Arcivescovo: «il desiderio di bene, iscritto nella natura della personaumana, trova la sua risposta imprevedibile, ma perfettamente corrispondente alleattese del cuore, nella persona e nella proposta di Cristo». «Creati per amare» è invece il secondo libro edito (edizione Cantagalli, pagine 316,Euro 19,50): parte iniziale del dittico «Non è bene che l’uomo sia solo. L’amore, ilmatrimonio, la famiglia nella prospettiva cristiana». Si tratta di un libro perteologi e sacerdoti, per giovani e sposi, in cui la riflessione teoretica va di paripasso con «le tante situazioni e persone concrete» incontrate dal Cardinale nelcorso del suo ministero. Una lettura alla scoperta del significato più autentico eprofondo della famiglia cristiana, «buona notizia per il terzo millennio». Questa settimana presentiamo la prima delle due opere.

S

Nella «Premessa»il Cardinale indica le linee di fondo della sua riflessione,ancora attualeanche se risaleal 1981

«Spero che questalettura porti ancheun solo lettore allagioia di un incontroche centuplicail gusto di essere liberi per amare»

«Il desiderio di bene trova risposta in Gesù»

«Viventi in Cristo»:il «cuore» della fede«Viventi in Cristo»:il «cuore» della fede

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Partenza al Meloncello alle ore 20.30,meditazione del Rosario e, in Basilica, alle22 celebrazione presieduta da donAmilcare Zuffi.

visite guidateSTRADE, STRADINE E STRADELLI. Giovedì 17Agosto alle 21 , con ritrovo in PiazzaNettuno, si terrà una delle visite guidatedella serie «Strade, stradine, stradelli:perdersi nei vicoli della città» Unapasseggiata alla scoperta dei piccoli vicolidella nostra città, dei gioielliarchitettonici che nascondono e dellestorie di vita quotidiana di cui furonoprotagonisti. Prezzo 6 euro, 3 euro ibambini sotto i 12 anni. Le visite guidatesono promosse ed organizzatedall’Associazione Culturale Didasco. Ireferenti del progetto sono MichelaCavina, Claudio Calastri e Sara Mariani.Prenotazione obbligatoria al 3481431230.BOLOGNA SOTTERRANEA. Domenica 13agosto alle 21 «Tra-ghetto. L’Inferno diBologna», visita guidata attraverso ilpercorso sotterraneo dell’Aposa, conpartenza da piazzetta Marco Biagi. Ilpubblico potrà vedere da vicino isedimenti della storia di Bologna: dalghetto ebraico alla città, da storia ecultura a teatro e musica, dall’infernodantesco ai suoi riferimenti bolognesi,dalla commedia al dramma.

bambiniCIRCO-TEATRO. Domenica 13 agosto alle18 l’Associazione PanicArte organizza alparco del Paleotto di Rastignano«Giocando sotto un tendone di stelle»,laboratorio di circo-teatro.

concertiBOSCHI DIGRANAGLIONE. Giovedì17 agosto nella chiesadi S. Agostino,proseguono gliappuntamenti con laRassegnainternazionale dimusica sacra «Voci eorganidell’Appennino».All’organo MarioDuella, diplomato alconservatorio G. Verdidi Milano incomposizioneorganistica, direzionedi coro e di organo,musica corale. Ilrepertorio in cui siesibirà giovedì seracomprende brani di

Don Paolo Dall’Olio, cappellano a Castenaso, nuovo parroco di S. Lorenzo del FarnetoConcerti d’organo a Granaglione e Lizzano in Belvedere

nomineNUOVO PARROCO. Il Cardinale Arcivescovoha scelto come nuovo parroco di S.Lorenzo del Farneto don Paolo Dall’Olio,attuale vice parroco di Castenaso.L’ingresso è previsto per settembre.

luttoSTAMPERIA S.GIACOMO. Martedì 10 agostoè tornata alla Casa del Padre ClaraCapiluppi, presidente della StamperiaBraille S. Giacomo. La CooperativaSociale Stamperia e il MovimentoApostolico Ciechi (gruppo diocesanoBologna) partecipano agli amici losgomento provocato da questa perdita.

pellegrinaggiI 13 DI FATIMA. Domenica 13 agosto, per«I Tredici di Fatima», pellegrinaggiopenitenziale al Santuario di S. Luca.

G. Pera, G. Valerj, N. Moretti, G. Pelazza,G. Quirici, Padre Narciso da Milano e duepezzi, per l’Elevazione e l’Offertorio, diun anonimo pistoiese del XVIII secolo.LIZZANO IN BELVEDERE.Venerdì 18 agosto«Voci e organi dell’Appennino» è ospitedella chiesa di Lizzano, alle 21. Unconcerto per solo organo, suonato dalventottenne Simone Gheller, vincitore dinumerosi concorsi nazionali edinternazionali, laureando in organo ecomposizione organistica alconservatorio di Rovigo. Il programmaprevede: Preludio e Fuga in Re magg. diBach, brani di F. Peeters, J. Rheimberger,L. J. A. Lefebure-Wely, M. Reger e G.Litaize.

Le saledellacomunità

TIVOLIv. Massarenti 418 La casa sul lago 051.532417 del tempo

Ore 21

S. GIOVANNI IN PERSICETO (Fanin)p.zza Garibaldi 3/c Match point051.821388 Ore 21.15

Le altre sale della comunità hannosospeso la loro programmazione per lapausa estiva.ci

nem

aContinuaEstate Ragazzi

Isola Montagnola

rosegue anche in agosto EstateRagazzi in Montagnola: il centro è

rivolto a bambini e ragazzi dai 6 ai 14anni e usa il sussidio «Pinocchio: unGrillo per la testa» come ambientazioneper i giochi e i laboratori, lo sport el’animazione. È ancora possibileiscriversi presso l’ufficio AGiO inMontagnola, dal lunedì al venerdì dalle14 alle 19. Per ulteriori informazioni:tel. 051.4228708 owww.isolamontagnola.it

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7Domenica13 agosto 2006

e cinque comunità del comune diGranaglione, riunite tutte insiemeal Santuario di Calvigi, ognuna

dopo aver percorso un sentiero che partedalle borgate e conduce fino al Santuario. Èquello che vedo ogni anno il giornodell’Assunta», racconta don Pietro Franzoni,parroco delle comunità. La festa delSantuario prevede tre Messe, con personeprovenienti da tutta la provincia di Bologna.Alle ore 16 invece benedizione, poi unmomento di convivialità con vino e tigelle.Un’altra occasione di festa è alla Venturina,una località della parrocchia di BorgoCapanne, dove sorge un oratorio dedicatoall’Assunta. Don Franzoni celebrerà lì laMessa alle 10.15, seguita da un rinfresco.Sempre sull’Appennino, a festeggiare c’è unpaese dove la devozione per la Madonna hadodici secoli di storia: Tolé. Un documento,conservato ora a Nonantola e datato 753,riporta il nome di «Santa Maria di Tolè»,una chiesa dedicata alla Vergine. Per tenerein vita le antichissime tradizioni, sabato alleore 20 viene celebrata una Messa al cimiterodel paese con l’immagine della Madonna. Ilgiorno dell’Assunta invece trascorre tradiverse Messe (ore 8, 11 e 18), il Rosario e laprocessione in serata. Segue un momentodi festa. A Gaggio Montano celebra lafestività dell’Assunta la parrocchia di S.Maria Villiana. «Come tutti gli anni»,racconta il parroco don Pietro Facchini, «ilmomento centrale sarà rappresentato dallaprocessione». Il giorno 15 alle ore 17 lacomunità si darà appuntamento davantialla chiesa per accompagnare l’immaginedella Madonna, al suono della banda.Dopo la benedizione seguirà la festa.

Ilaria Chia

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esta anche nella parrocchia diMonghidoro dove l’Assunta è la patrona.

Le Messe saranno celebrate alle ore 8, 11 e 17.Alle 16 invece ci sarà una processione per ilcentro del paese che porterà tra le strade unapreziosa immagine della Madonna,un’incisione su rame del Calvi, detto ilSordino. «Queste incisioni vengonodenominate "ramini"», ricorda il parroco donMarcello Rondelli, «perché di solito hannodimensioni piuttosto ridotte mentre questaha un formato di 80 per 40 cm». A fare dacontorno alle celebrazioni religiose ci sarannovarie attrattive, come il concerto dei maestricampanari di Monghidoro che darannosaggio della loro arte; una mostra diimmagini devozionali (santini, incisioni,xilografie ed icone ornate di pizzi e merlettiricamanti a mano) e l’estrazione della lotteriadi Ferragosto.

F «A Riola di Vergato la festa della patrona èvissuta dalla comunità locale soprattuttocome un momento per riunirsi in preghiera»,racconta don Fabio Betti, parroco della B.Vergine Assunta. «Per predisporci a questafestività infatti», prosegue, «recitiamo ilRosario tutte le sere per l’intera settimanaprecedente la festa». Nei giorni della festa, dasabato a martedì, proseguono le celebrazionireligiose: il 14 celebrazione eucaristica alcimitero e processione verso la chiesaparrocchiale; il 15 Messe solenni, Vespro,processione tra le case del paese; il 16 almattino celebrazione della Messa per anzianie malati. Non mancheranno poi altreoccasioni per stare insieme, dal carattere piùludico, come i giochi in piazza per grandi epiccini il pomeriggio dell’Assunta ed unospettacolo musicale la sera del giornosuccessivo. (I. C.)

Madonna della Rocca a Centol 15 agosto, solennità dell’Assunta, presso ilSantuario della Beata Vergine della Rocca di Cento,

retto dai frati cappuccini, si celebra la tradizionale esolenne Festa della Beata Vergine della Rocca,protettrice della città di Cento e del vicariato. La festa èpreceduta da un ottavario di preghiera e di ascoltodella Parola di Dio (dal 7 al 14 agosto), animato daSuor Maria Cecilia Visentin, Serva di Maria: che parleràdurante le Messe delle ore 9 e delle 18.30 e alla sera,alle ore 21, terrà una serie di incontri di catechesi

mariana con l’ausilio diimmagini dalla storiadell’arte cristiana sul tema«Prendi con te il bambino esua madre e vai» (Mt 2,13). Il15 agosto, giorno della festa,le Messe saranno celebrate alle ore 7.30 - 9 - 10.30 (solenne incanto) - 12 - 18.30. Alle ore 17.30 Benedizione dei bambini; alle18 il Rosario; alle 20.30 il canto dei Vespri e delle Litanie e quindialle ore 21.00 la solenne processione per le vie della città con laVenerata Immagine, presieduta da don don Pietro Mazzanti e daisacerdoti del Vicariato. Al termine, nel Piazzale della Rocca,discorso conclusivo e benedizione con la Sacra Immagine alla cittàe alla campagna.

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oco distante dall’antico borgo di Sanchierlo, anche ilSantuario della Chiesuola celebra l’Assunta con una fe-

sta. Nei giorni precedenti l’Ascensione, un’immagine dellaMadonna, in terracotta policroma del XVII secolo, vieneportata nella parrocchia di Monte San Giovanni, dove vieneonorata con un solenne ottavario. L’immagine sacra è ricor-data nei documenti antichi con il titolo di «Madonna dellaVittoria» anche se dalla gente è comunemente conosciutacome «Madonna della Chiesuola». Il 15 agosto è la festa delSantuario che quest’ anno prevede la Messa alle ore 11.15,con Rosario e processione alle ore 17.00. Poi seguirà unmomento di festa, all’insegna dei prodotti della gastrono-mia locale (vino e salame) e dell’estrazione dei premi dellalotteria. (I. C.)

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Il Santuario di Calvigi

Sagra paesanaresso la chiesa di Sanchierlo diMonte San Pietro, si svolgerà

una sagra paesana, sabato 19 edomenica 20 agosto, nel momentodell’anno in cui la presenza deivilleggianti rende questo borgoparticolarmente animato. A farrinascere l’ interesse per l’anticaborgata ha contribuito non poco ilrecente restauro a cui è statasottoposta la chiesa ed ora ilterritorio di Sanchierlo si preparaanche a divenire oggetto di unapubblicazione che ripercorrerà lasua storia. Sabato 19 alle ore 18.00si reciterà il Rosario e domenica 20alle 17.30 verrà celebrata la Messa.Non mancheranno poi giochi edattrattive varie, rese ancora piùpiacevoli dalla possibilità difermarsi nell’ampio prato checirconda la Chiesa, magari per unacena all’aperto, sia il sabato che ladomenica.

Ilaria Chia

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Sanchierlo

Monghidoro e Riola di Vergato in festa per la patrona

Celebrazioni alla Chiesuola

MontagnaFeste a Calvigi, Tolé e Gaggio

La chiesa di Sanchierlo

La Vergine della Rocca

La Madonna di Monghidoro

In cammino con l’Assunta verso Veronal Santuario del Poggio di Persiceto sono ormai tantissimi i fedeli checonfluiscono ogni anno per partecipare alla solennità dell’Assunzione di

Maria al cielo. Una festività a cui potrebbe attribuirsi il titolo mariano di «SantaMaria della Speranza» e che a questa virtù teologale risulta intimamente legata.«Infatti in tanti accorrono qui per ritrovare la forza di andare avanti e di tornarealla vita quotidiana rinfrancati nel cuore e nella fede», commenta don AmilcareZuffi, parroco di Madonna del Poggio. «Quest’anno poi, desideriamo sentire piùintensamente il cammino che le Chiese d’Italia stanno percorrendo verso ilConvegno ecclesiale di Verona, che si svolgerà il prossimo ottobre: unappuntamento che ci interpella e ci chiede di dare ragione della nostra speranza.Un evento questo che richiameremo più volte, durante la Novena con l’aiuto deitesti biblici e nel Rosario serale recitando la preghiera preparata in vista delconvegno». La Novena di preparazione, rivolta a tutti fedeli delle parrocchielimitrofe e della zona, prevede due Messe, alle 6.30 e alle 7.15, e il Rosariomeditato alle 20.30. Il 15 agosto invece ci sarà la festa vera e propria. Ecco ilprogramma: Messe alle ore 8, alle 11 e alle 18; Rosario alle 17.30, canto deiSecondi Vespri e alle 20.30 processione. La festa religiosa continua poi coniniziative ed intrattenimenti di vario genere, come la pesca in favore del Santuario,gli stand gastronomici nella serata del 14 agosto e il giorno successivo a partire dalpomeriggio; lo spettacolo musicale la sera della vigilia; nel giorno dell’Assuntainvece giochi per bambini e ragazzi alle ore 16 concerto del complesso bandisticodi Anzola dell’Emilia e per finire una cascata di fuochi d’artificio. (I. C.)

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Poggio di Persiceto

Qui sopra la locandina di «Match point», l’ultimo film del regista americano Woody Allen

La Madonna del Poggio

mosaico

La «Chiesuola»

Page 8: dini veloci», sì o no? L’intervento...necessità di avere una omogeneità nella legislazione a livello europeo e la considerazione che alla crescita degli italiani «di fresca

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A 8 Domenica13 agosto 2006

Terre del Belvedere

Un oratorio per tutta l’estatesperienza tutta particolare è quelladell’oratorio di Lizzano: una sorta di

grande Estate ragazzi per i mesi di luglio eagosto. A gestirla è un’associazione legata aiSalesiani: gli "Amici del Sidamo", che operanella casa "Sorbi - Nicoli", una bella strutturaimmersa nel verde e gestita dalla parrocchia.Lì i volontari possono risiedere per tutto ilperiodo dell’attività, usufruendo delle stanzeper l’accoglienza (fino a 30 posti). In questomodo l’esperienza diventa particolarmentecoinvolgente anche per gli animatori, (unaventina, a partire dai 15 anni, comprese anchealcune famiglie al completo e la presenzacostante di un sacerdote salesiano),che vengono dal nord Italia, doveopera, appunto, l’associazione. Ognigiorno usufruiscono dell’attività finoa 35 - 40 bambini e ragazzi chealternano momenti di gioco, attività,preghiera e studio. Sono coinvolteanche le famiglie dei turisti, chenell’oratorio trovano appoggio per ifigli mentre i genitori si concedonopasseggiate ed escursioni. (M.C.)

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l’esperienza

DI GIOIA LANZI

e terre del Belvedere, che sistendono ai piedi del Cornoalle Scale, sono ricche di

tradizioni che si possono incontrarenelle numerose frazioni: Lizzano inBelvedere, Vidiciatico,Poggiolforato, Madonna dell’Acero,La Ca’, Monteacuto, Rocca Corneta,Querciola, Farnè, Pianaccio.Ognuna di esse ha una storia chevarrebbe la pena raccontare. APoggiolforato si trova uno dei piùantichi musei della culturamateriale e popolare, il Museoetnografico della CulturaMontanara «G. Carpani». Nato perla tenacia di Giovanni Carpani diVidiciatico, maestro che fu anchesindaco, offre la testimonianza diuna vita povera ma ricca di senso,in cui ogni oggetto era prezioso eaveva una storia. Si viveva di pecoree castagni: intorno all’allevamento,con la relativa transumanza, e alla

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custodia e cura del bosco dicastagni si svolgeva la vita, checonosceva una lunga pausainvernale, quando la neve bloccavain casa (orario estivo del Museo: 9-12 e 15-18 tutti i giorni; durantel’anno apertura su richiesta pergruppi e scuole: 053451051). Il Santuario della Madonnadell’Acero protegge tutta la terracircostante, e unisce le province diModena, Bologna, Pistoia, da cui,per il 5 agosto, giorno della festa,salgono numerosi pellegrinaggi. Inmodo più «familiare» la Vergine quisi onora anche l’8 settembre. Queste terre, che hanno il nome dalmonte verso il quale guardano (ilBelvedere) e che furono abitate findalla preistoria (è famosa lapasseggiata alla cosiddetta«Capanna dell’uomo selvatico», conintriganti graffiti sui grandi massiche la circondano), hanno un loroantichissimo documento storico inun decreto del 753, quando, colnome di «Massa di Lizano» furonodonate dal longobardo Astolfoall’Abbazia di Nonantola. Precedequest’epoca il famoso «delubropreromanico», monumento chepresenta una forma circolare disapore bizantino, e sorge pressol’antica pieve.Quella dell’Assunzione è in questeterre la festa grande dell’estate, e si

celebra in particolare con unaprocessione a Gabba (nella cuichiesa dedicata alla Vergine sonostati restaurati di recente affreschinotevoli), ma anche e aMonteacauto delle Alpi (altrafrazione di Lizzano), dove alle20.30 la processione percorre unpaese suggestivamente illuminato.Ma non finisce qui: il 16 agosto sifa festa per san Rocco con unasolenne processione a Pianaccio, eil 17 agosto Lizzano festeggia il suosanto patrono, Mamante, protettorein particolare dei giovani.Ma la festa più bella di settembre èquella che si celebra a Querciola, lafrazione che è nata dalla devozionealla Madonna di S. Luca. Latradizione racconta che una suaimmagine in ceramica, posta neiprimi decenni dell’800 su di unaquercia vicino al valico dellaMasera, sulla strada verso Modena,durante il colera del 1855 ottennegrazie e fiorirono fiori secchi. Sulluogo fu edificato un pilastrino, poiun oratorio, poi la chiesa, alconfine fra le tre parrocchie diRocca Corneta, Lizzano e GaggioMontano, e nel tempo, dalladevozione, venne il paese intero. Lafesta al Santuario è la primadomenica di settembre, con unagrande processione in mezzo a unagrande fiera.

a parrocchia di Lizzano in Belvedereche ordinariamente ospita 1100abitanti, in estate quintuplica la sua

popolazione, arrivando a contare fino a 5 -6 mila presenze. Gli splendidi luoghi neiquali si estende, nell’incantevole scenariodell’Appennino tosco - emiliano, e lenumerose attività culturali, sportive,ludiche, musicali, attirano infatti numerosituristi che modificano letteralmente il voltodel paese. «È una grande occasione

pastorale - affermaconvinto il parroco, donRacilio Elmi - poiché lepersone, in vacanza, hannopiù tempo per fermarsi,parlare. Spesso poi, si trattadi presenze anche di lungoperiodo, che favorisconol’instaurarsi di un’amicizia,perché molti sono coloroche hanno qui la secondacasa, e gli ospiti degli

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alberghi si fermano, in genere, almeno duesettimane. Per questo sarebbe importanteuna consistente presenza di sacerdoti per laMessa, le Confessioni, ma anche solo peruna presenza in mezzo alla gente». A questoscopo, prosegue il parroco, la canonica èstata attrezzata per ospitare sacerdoti chevogliano concedersi un periodo di vacanzain montagna e allo stesso tempo fare un belservizio per i turisti. Tra i «fedelissimi» èmonsignor Enelio Franzoni, che da ormaiventi anni trascorre a Lizzano circa duemesi. Ma ad usufruire dell’occasione sonoanche altri presbiteri: chi per alcuni giorni echi per diverse settimane. Anche se sarebbeauspicabile, spiega don Elmi, che ogni annofosse garantito un numero adeguato disacerdoti, poiché la pastorale puntasoprattutto sull’attività che è loro specifica: isacramenti e l’incontro con le persone. E illavoro è enorme: «basti pensare - conclude -al fatto che le diverse Cappelle e gli Oratori- 8 nella nostra parrocchia - che in invernonon vengono utilizzati, nella bella stagionesi rivitalizzano e vi viene celebrata la Messa.O alla realtà della casa per anziani, dove inestate aumenta il numero degli ospiti,diventando, essa stessa, una sorta di piccolaparrocchia che richiede assistenzaspirituale».

Michela Conficconi

Nelle foto, in alto la croce di Punta Sofia sul Corno alle Scale e i Balzi dell’Ora; sotto, un affresco con l’Ultima Cena (1500) conservato nella chiesa di Gabba

La zona ai piedi delCorno alle Scale è riccadi tradizioni, propriedelle numerose frazioni,tutte di origine cristiana

Il parroco di Lizzanodon Racilio Elmi consideral’estate un periodo favorevoledal punto di vista pastorale

«I turisti, un’occasione»

Tra ciacci e patollehe si mangia per la festa?Ci sono le crescentine,piatto internazionale

ormai, e i salumi buoni. Manelle terre del Belvedere siviveva di castagne e pecore, eallora il piatto forte è il«ciaccio» col formaggio.Il «ciaccio» (evidenteabbreviazione di castagnaccio)si ottiene impastando farina dicastagne e acqua, racavandoneuna pastella di mediaconsistenza. Poi si scaldano i«testi»: due piastre di ferro conun lungo manico, tipo ferri daostie, che vanno posti sulfornello e unti, se possibile,con una cotenna di maiale.Quando sono caldi si metteuna cucchiaiata di pastella suun testo, lo si copre con l’altro,si gira il tutto. Quando èpronta, la schiacciatina cosìottenuta si stacca da sola:allora va riempita di formaggio(meglio se morbido), o ricotta,e piegata in due; si avvolge poiin un fazzoletto, così che il

formaggio si sciolga un poco.È un piatto conviviale pergente paziente: non si mangiatutti insieme, ma uno allavolta, mano a mano che iciacci sono pronti. E intanto siconversa.I più bravi e tradizionalistifanno anche le «patolle»:l’impasto doveva essere piùconsistente, e veniva cotto sustampi di terracotta: i testi diterracotta, detti anche «tigelle»,venivano preriscaldati, tral’uno e l’altro si metteval’impasto avvolto nelle foglie,fino ad ottenere un’alta pilasostenuta da un appositosostegno in ferro, una specie digabbia, che si poneva poipresso il fuoco del camino perfar cuocere il tutto.Oggi, anche per comodità, sifa una certa confusione fra pa-tolle, tigelle, crescentine, gnoc-chi. Sono sempre comunquecibi poveri, antichi, e caratte-rizzati da una grande allegria. (G.L.)

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Vidiciatico: il sacerdote in mezzo alla gentealorizzazione delle feste tradizionali, presenza tra la gente e pro-mozione della cultura: sono questi i tre pilastri sui quali don Gia-

como Stagni, parroco a Vidiciatico, punta l’azione pastorale nel perio-do estivo, quando i consueti 500 abitanti del suo paese si moltiplicanofino a divenire 7 - 8 mila. «Nella nostra parrocchia - spiega don Stagni -ci sono molte feste liturgiche per la presenza di Cappelle, Oratori eSantuari, tra essi l’oratorio di S. Rocco, la Madonna dell’Acero, la Chie-sina, Rocca Corneta. Ricorrenze che celebriamo con la Messa, la pro-cessione, e che sono importanti perché coinvolgono tante persone, an-che non particolarmente assidue nella frequenza in chiesa, e portanol’attenzione su questi edifici sacri, rendendoli punti di riferimento perla preghiera. È nostra attenzione, poi, concludere l’aspetto liturgicocon momenti di convivialità, per rompere la barriera dell’isolamento ecreare comunità». Il secondo aspetto dell’attenzione pastorale ai turistidi Vidiciatico, «importantissimo», come sottolinea don Stagni, sta nellapresenza del prete: «le persone devono vedere che il sacerdote è inmezzo a loro - spiega il parroco - Perché questo crea familiarità, identi-ficazione con la propria fede. Per questo cerco di essere fedele nellacelebrazione dei sacramenti negli Oratori, e se sono impossibilitato agarantirla ci sono altri sacerdoti che trascorrono qui le loro vacanza eche si rendono disponibili. Passeggiare lungo le strade della parrocchiami dà poi la possibilità di un apostolato "spicciolo": mi chiamano, peresempio, a benedire le case e a visitare i malati». Infine: l’impegno cul-turale. «Vidiciatico in estate pullula di feste - prosegue don Stagni - simangia, si balla, ma spesso si tratta di un divertimento fine a sé stesso,che non costruisce. Mi sembra invece importante proporre iniziative"di qualità", capaci di avvicinare quelle persone che non sono solitepartecipare alle liturgie. Particolarmente efficace mi sembra la musi-ca: la parrocchia appoggia le iniziative sul territorio, numerose, come iconcerti della Scuola di perfezionamento musicale, o la rassegna di or-gano, o quella musicale nell’oratorio di S. Rocco. La contemplazionedella bellezza eleva lo spirito, e lo avvicina a Dio». (M.C.)

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Ragazzi all’oratorio di Lizzano