Dinamica Di Gruppo
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- 1. I FONDAMENTI DELLA GESTIONEDELLE RISORSE UMANE DINAMICA DI GRUPPO E PIANIFICAZIONE DELLE PERFORMANCE
2. IL NUMERO DELLE RELAZIONI POSSIBILI IN UN GRUPPO
- La formula per calcolare il numero di relazioni possibili in un gruppo la seguente:
- R= N (N-1)
- 2
3. I LG R U P P O DEFINIZIONI
- Lanalisi etimologica del termine gruppo ci porta allatino GRUPPUS che vuol dire NODO ed al l tedesco KRUPPAossiaMASSA ROTONDA.
- Pertanto possibile definire GRUPPO nel seguente modo: persone collegate da specifiche relazioni, persone interagenti.
- I gruppi, come ogni realt umana, possono essere osservati, descritti, analizzati, catalogati in diverso modo e da diverse angolature: dimensione, durata, motivazioni, scopo, qualit dei rapporti, origine ... etc.
4. Esempio n 1(partendo dalla struttura) DIMENSIONI
- IL PICCOLO GRUPPO:
- 3 - 15 membri,
- meno emotivo e pi razionaledel singolo,
- ha pi idee ma pi lento del singolo,
- pi cauto nel fornire giudizi rispetto al singolo,
- possibile comunicare idee complicate ed elaborare ragionamenti complessi,
- usa il linguaggio analitico attraverso interventi anche lunghi.
- IL GRANDE GRUPPO :
- dai 16 in poi,
- molto difficile la mediazione,
- permette espressione esplosione di emotivit,
- facilita il senso di anonimato,
- interventi brevi a denso contenuto emotivo.
5. Esempio n 2(partendo dalla struttura) MOTIVAZIONI
- ILGRUPPO VOLONTARIO
- composto da persone che hanno liberamente scelto di partecipare alla vita ed alle sorti del gruppo,
- i rapporti sono caldi ed affettivi
- si partecipa cos come si .
- Gruppi involontari
- esercito,
- famiglia.
6. Esempio n 3(partendo dalla struttura) RELAZIONI
- Gruppo primario
- I membri sono uniti da vincoli di sangue, ideologici oppure religiosi,
- rapportisono prevalentemente caldi ed affettivi,
- si partecipa cos come si .
- Gruppo secondario
- le relazioni sono strutturate e istituzionali,
- i canali di comunicazionesono molto formalizzati,
- si partecipa per quello che si sa fare,
- i rapporti rientrano prevalentemente nelle seguenti categorie: freddi, impersonali, contrattuali, razionali.
7. Esempio N 4 (partendo dallo scopo)
- ORIENTATO VERSO IL COMPITO
-
-
- ha lo scopo di elaborare e/o modificare una realt esterna al gruppo
-
-
-
- favorisce comportamenti creativi, decisionali associativi
-
-
-
- richiede ai membri la conoscenza di precise tecniche
-
- ORIENTATO VERSO I PARTECIPANTI
-
-
- lazione diretta verso i singoli membri
-
-
-
- si individuano/valorizzano singole attitudini e qualit di ognuno
-
- ORIENTATO SUL GRUPPO
-
-
- valuta e modifica latmosfera di gruppo in situazione concreta
-
8. Esempio N 5(partendo dalle discipline)
- Gruppo sociologico
-
-
- insieme di persone che hanno uno scopo in comune
-
- GRUPPO PSICOLOGICO
-
-
- insieme di persone che hanno uno scopo in comune
-
-
-
- senso di reciproca appartenenza
-
-
-
- coscienza dello scopo comune
-
-
-
- consapevolezza dellimpotenza
-
-
-
- infonde sicurezza ai membri
-
9. Esempio N 6 (partendo dalla nascita)
- GRUPPO FORMALE
-
- nasce in seguito ad:
-
-
- uno statuto
-
-
-
- un regolamento
-
-
-
- una legge
-
- GRUPPO INFORMALE
-
- persone che di fatto hanno un sistema di rapporti che li lega
10. VINCOLI DEL LAVORO IN GRUPPO
- dispersione di tempo
-
-
- un gruppo impiega pi tempo di una persona altamente qualificata per raggiungere uno scopo
-
-
-
- quando la seduta terminata il gruppo smette di elaborare, il singolo no
-
- democrazia ridotta
-
-
- non mai tutto il gruppo a decidere, sono alcuni che impongono la loro volont su tutti, ottenendone lassenso
-
-
-
- spesso si dovrebbe parlare di assenso di gruppo e non di decisioni di gruppo
-
- deresponsabilizzazione
-
-
- le responsabilit vengono polverizzate tra tutti
-
-
-
- nel gruppo si favorisce lanonimato e la fuga/occultamento del singolo
-
- compromesso/errore
-
-
- le decisioni non corrispondono alla cosa migliore, a volte addirittura al suo contrario
-
-
-
- le decisioni rappresentano il minimo comune denominatore
-
- impotenza/interpretazione
-
-
- il gruppo decide, ma solo alcuni singoli agiscono
-
-
-
- i singoli interpretano liberamente, nelle azioni, la volont del gruppo
-
11. POSIBILITA DEL LAVORO IN GRUPPO
- EFFICIENZA
-
- il gruppo permette maggiori e pi costanti capacit di rendimento e di rispondenza ai propri fini
- SINERGIA
-
- il gruppo permette un maggiore accumulo di esperienze e conoscenze
-
- fa aumentare in valore assoluto il contributo di ogni partecipante
- DUTTILITA
-
- favorisce il superamento di rigidi schemi mentali
- IMPEGNO
-
- il gruppo stimola una maggiore preparazione
-
- il gruppo stimola una maggiore responsabilizzazione
- COLLABORAZIONE
-
- il gruppo migliora le capacit di collaborare di ogni singolo
12. . LA DINAMICA DI GRUPPO La dinamica di gruppo lo studio delle condizioni della vita di un gruppo e delle forze che possono provocare dei cambiamenti. Il termine dinamica si riferisce a queste forze. (Kurt Lewin) 13. PRINCIPALI ATTEGGIAMENTI CHE INTERAGISCONO NEL GRUPPO
- CHI E ORIENTATO VERSO IL COMPITO
-
- propone nuove idee;
-
- chiede chiarimenti, dati, informazioni;
-
- offre opinioni personali;
-
- rinvia ad altro momento la trattazione di problemi diversi dal compito;
-
- riassume e ricapitola le idee elaborate fino a quel momento;
-
- aiuta la definizione del gruppo in supporto agli scopi;
14. PRINCIPALI ATTEGGIAMENTI CHE INTERAGISCONO NEL GRUPPO
- CHI E ORIENTATO VERSO LA SOLIDARIETA
-
- non ha interesse primario verso il compito n verso il clima del gruppo,
-
- facilita gli interventi altrui;
-
- apre la comunicazione;
-
- incoraggia dando la propria adesione;
-
- mostra comprensione ed interesse sulle idee degli altri;
-
- armonizza e media le differenze;
-
- rassicura i singoli ed il gruppo.
15. PRINCIPALI ATTEGGIAMENTI CHE INTERAGISCONO NEL GRUPPO
- CHI E ORIENTATO VERSO SE STESSO
-
- manifesta apertamente disinteresse o indifferenza,
-
- manifesta cinismo ed ironizza sulle posizioni altrui;
-
- attacca apertamente anche senza ragioni apparenti;
-
- non valutale conseguenze degli interventi sul gruppo o sui singoli;
-
- focalizza lattenzione su di s;
-
- interrompe, propone problemi vecchi gi risolti;
-
- utilizza il gruppo come auditorio/platea.
16. LA LEADERSHIP
- La leadership consiste nellinsieme delle azioni che indirizzano il gruppo stesso verso il conseguimento degli obiettivi; di volta in volta pu essere svolta sia da un leader formale che da un leader informale o, a seconda delle capacit e delle necessit, da vari membri del gruppo
- La leadershipFORMALEo istituzionale viene stabilita dautorit mentre la leadershipINFORMALEo naturale rappresenta quella nata spontaneamente nel gruppo.
- Non sempre per le due investiture coincidono in ununica persona, nel qual caso facile avere conflittualit;
- Di solito il leader informale sostanzialmente pi forte.
17. GLI STILI DELLA LEADERSHIP
- STILE AUTORITARIO
-
-
- ogni decisione sul da farsi viene presa dal leader;
-
-
-
- le tecniche e i tempi dellattivit vengono dettati dallautorit uno per volta, in modo che le cose da fare in futuro siano sempre in larga misura incerte;
-
-
-
- il leader abitualmente distribuisce gli incarichi di lavoro particolari e designa il compagno di lavoro di ciascun membro;
-
-
-
- il leader cerca di essere personale nelle lodi e nelle critiche del lavoro di ciascun membro, si astiene dal partecipare attivamente al gruppo, tranne quando d qualche dimostrazione.
-
18. GLI STILI DELLA LEADERSHIP
- STILE DEMOCRATICO
-
-
- tutte le cose da farsi sono materia di discussione e di decisione di gruppo, con lincoraggiamento e lassistenza del leader;
-
-
-
- la prospettiva di lavoro viene desunta nel corso della discussione; si delineano le tappe generali per raggiungere gli obiettivi del gruppo; quando necessario un suggerimento tecnico, il leader propone due o pi procedimenti alternativi fra cui scegliere;
-
-
-
- i membri sono liberi di lavorare con chiunque essi scelgano, e la divisione dei compiti viene lasciata al gruppo;
-
-
-
- il leader obiettivo o pragmatico nel lodare e nel criticare, e cerca di comportarsi come un membro normale del gruppo, senza fare troppo lavoro.
-
19. GLI STILI DELLA LEADERSHIP
- STILE PERMISSIVO
-
-
- completa libert di decisione individuale o di gruppo con un minimo di partecipazione del leader;
-
-
-
- vengono forniti dal leader materiali diversi; egli spiega che fornir informazioni quando gli verranno richieste e non partecipa in altro modo alla discussione sul lavoro;
-
-
-
- completa assenza del leader;
-
-
-
- pochi commenti spontanei sullattivit dei membri, a meno che non vengano richiesti; nessun tentativo di dare una valutazione o di regolare il corso degli eventi .
-
20. LA LEADERSHIP ED IL POTERE
- La leadership proprio in quanto guida, ossia in quanto possibilit di influire sul comportamento degli altri, rappresenta sicuramente una gestione del potere.
- Potere formale dove il leader investito da una autorit gerarchicamente superiore.
- Potere coercitivo dove il leader visto ed agisce come fonte di sanzioni/punizioni/ammende.
- Potere compensativo dove il leader visto ed agisce come fonte di lodi/vantaggi/riconoscimenti.
- Potere di competenza quando il leader visto come un esperto.
- Potere di esempio quando il leader rappresenta lidentit del gruppo e permette lidentificazione dei membri con lui.
21. LA LEADERSHIP NEL GRUPPO DI LAVORO (quipe) La conduzione del lavoro di gruppo comporta sempre che lattenzione sia rivolta a due dimensioni :
- coesione del grupporispetto ai compiti
- esigenze dei membri del gruppo
22. LE FUNZIONI DELLA LEADERSHIP
- ATTINENTI AL COMPITO
-
- la definizione di obiettivi e vincoli,
-
- la definizione dei metodi di lavoro,
-
- il controllo del tempo,
-
- le sintesi,
-
- le conclusioni.
- attinenti la dimensione sociale
-
- la considerazione delle esigenze e dei problemi individuali,
-
- lo sviluppo della partecipazione,
-
- la gestione dei conflitti.
23. MAPPA ESSENZIALE PER ORIENTARE IL PROPRIO RUOLO1^
- RUOLI ORIENTATI AL COMPITO(strumentali )
- 1.Enunciare o chiarire il problema o il compito:
-
- proporre fini e decidere quali esigenze devono essere esaudite; definire un problema di gruppo; accordarsi su un compito specifico.
- 2.Stabilire procedure:
-
- chiedere, offrire suggerimenti sul modo migliore in cui procedere; organizzare il gruppo affinch lavori pi efficacemente; concordare le regole da seguire.
- 3. Chiedere e fornire informazioni:
-
- richiedere e offrire fatti, opinioni, sentimenti, e feedback; cercare idee e alternative.
- 4.Riassumere:
-
- fare una lista di ci che stato compiuto o detto; sintetizzare le idee espresse.
- 5 . Mantenere il gruppo in argomento:
-
- aiutare il gruppo a risanare focalizzato su un particolare compito o argomento; dirigere la attenzione del gruppo sul problema in esame.
- 6. Integrare:
-
- riunire differenti aspetti della informazione (idee, opinioni, suggerimenti) in una globalit significativa; promuovere la creativit del gruppo, aiutando i membri a lavorare insieme.
- 7.Valutare:
-
- aiutare il gruppo a verificare i suoi progressi, la qualifica delle decisioni e lefficacia del feedback.
24. MAPPA ESSENZIALE PER ORIENTARE IL PROPRIO RUOLO2^
- RUOLI ORIENTATI AL MANTENIMENTO DEL GRUPPO(espressivi o socioemotivi)
- 1.Portierato:
-
- introdurre i membri silenziosi nel lavoro di gruppo; favorire lapertura dei canali di comunicazione e facilitare la partecipazione.
- 2.Riscontrare la comprensione:
-
- aiutare le persone a comunicare pi chiaramente, particolarmente quando non si capiscono; controllare che a tutti sia chiaro ci che stato detto.
- 3.Offrire sostegno ed incoraggiamento:
-
- accettare o non accettare le opinioni degli altri in modo che ci sia percepito come disaccordo e non come rifiuto personale, incoraggiare gli altri ad esprimere idee ed opinioni; essere recettivi; offrire simpatia e sostegno emozionale.
- 4.Aiutare gli altri a verificare le supposizioni:
-
- controllare se le decisioni sono assunte sulla base di dati irrilevanti o falsi postulati e determinare su queste o pregiudizi influenzano il comportamento reciproco dei membri; verificare la duttilit delle idee.
- 5.Partecipare - osservare:
-
- osservare il proprio comportamento e quello degli altri nella partecipazione al gruppo per poter fornire dei feedback.
- 6.Verifica dei sentimenti:
-
- facilitare lespressione delle sensazioni, chiedere un feedback come sono percepite le sensazioni.
- 7.Mediare:
-
- tentare di comporre i disaccordi e le discrepanze fra i membri del gruppo in modo costruttivo: trovare un compromesso se le differenze non possono essere risolte.
25. MAPPA ESSENZIALE PER ORIENTARE IL PROPRIO RUOLO3^a)
- RUOLI CENTRATI SUGLI INDIVIDUI
- 1.Criticare:
-
- sminuire gli altri, disapprovare i loro valori, non riconoscerne i sentimenti o i comportamenti, svalutare il gruppo e i suoi obiettivi.
- 2.utilizzare lostruzionismo:
-
- impedire il funzionamento del gruppo, opponendosi ad ogni proposta; paralizzare il gruppo attraverso il disaccordo sistematico o ragionevole.
- 3.Dominare:
-
- tentare di controllare il gruppo e la partecipazione dei membri cercando di organizzare o spingere il gruppo in una direzione, chiedendo spesso intervalli o imponendo i propri desideri e aspettative al gruppo; interrompendo frequentemente o intervenendo nelle interazioni fra gli altri membri.
- 4.Ricercare lattenzione:
-
- sforzarsi di fare buona impressione esibendo la propria cultura, propria posizione sociale; tentativo di farsi riconoscere come qualcuno cui riservare particolari attenzioni a deferenza.
26. MAPPA ESSENZIALE PER ORIENTARE IL PROPRIO RUOLO3^b)
- 5.Fare la vittima:
-
- richiamare lattenzione suscitando piet pi che giudizio negativo; autocriticarsi, mostrarsi confuso; o sottolineare la propria inadeguatezza.
- 6.Fare il play boy/girl:
-
- un modo per avere sostegno. Prendere le distanze fra s ed il gruppo, con un apparente mancanza di coinvolgimento; svuotare limportanza del processo di gruppo mostrando scetticismo e cinismo; attribuire valore ed attivit in conflitto con le riunioni di gruppo o non aderire al programma.
- 7.Assumere un atteggiamento di crociata:
-
- patrocinare a favore o contro una causa in cui si coinvolti; generalizzare i problemi del gruppo al mondo intero. Strategia che impedisce ai membri di affrontare i problemi in modo diretto e operativo e permette di nascondere linefficienza del gruppo creando un capro espiatorio interno ed esterno.
27. LE CATEGORIE DINTERAZIONE DIR. F. BALESa)
- Per meglio leggere i propri e gli altrui comportamenti all'interno di un gruppo possibile avvalersi di uno strumento orientativo mutuato dalle categorie d'interazione di Bales. Esso diviso in tre aree fondamentali: l'area socio emozionalea risposta positiva, l'area socio emozionalea risposta negativa ed un'area di compito neutra.
28. LE CATEGORIE DINTERAZIONE DIR. F. BALESb)
- AREA SOCIO-EMOZIONALE A RISPOSTA POSITIVA
- 1. La persona nel gruppo mostra solidariet, innalza lo status dellaltro, aiuta, ricompensa.
- 2. La persona nel gruppo mostra rilassamento della tensione, scherza, ride, mostra soddisfazione.
- 3. E' daccordo, mostra accettazione passiva, capisce, concorda, accondiscende.
- AREA DEI COMPITI A RISPOSTA NEUTRA
- 4. La persona nel gruppo d suggerimenti e direttive che implicano l'autonomia degli altri.
- 5. La persona nel gruppo d opinioni, valutazioni, analisi; esprime sentimenti, desideri.
- 6. La persona nel gruppo d orientamenti ed informazioni; ripete, chiarisce, conferma.
- 7. La persona nel gruppo chiede orientamenti, informazioni, ripetizioni e conferme.
- 8. La persona nel gruppo chiede opinioni, valutazioni, analisi, espressioni di sentimenti.
- 9. La persona nel gruppo chiede suggerimenti, direttive, possibililinee dazione.
- AREA SOCIO-EMOZIONALE A RISPOSTA NEGATIVA
- 10. La persona nel gruppo in disaccordo, mostra rifiuto passivo e accentuazione delle formalit, nega il proprio aiuto.
- 11. La persona nel gruppo mostra tensione, chiede aiuto e si tira indietro.
- 12. La persona nel gruppo mostra antagonismo, sminuisce lo status dellaltro, difende o asserisce il proprio io.
29. LE CATEGORIE DINTERAZIONE DIR. F. BALESc)
- Legenda:
-
-
- i comportamenti di cui ai punti 1 e 12 riguardano problemi di reintegrazione;
-
-
-
- i comportamenti di cui ai punti 2 e 11 riguardano problemi di riduzione della tensione;
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-
- i comportamenti di cui ai punti 3 e 10 riguardano problemi di decisione;
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- i comportamenti di cui ai punti 4 e9 riguardano problemi di controllo;
-
-
-
- i comportamenti di cui ai punti 5 e8 riguardano problemi di valutazione;
-
-
-
- i comportamenti di cui ai punti6 e7 riguardano problemi di comunicazione o di orientamento .
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30. RIUNIONI: TIPOLOGIA ED OBIETTIVIa)
- DI TIPO INFORMATIVO
-
- Comunicare ed omogeneizzare le informazioni e le conoscenze
-
- Dare disposizioni ed indirizzi sulle scelte e le cose da fare.
-
- Favorire la chiarezza di tutte le transazioni comunicative.
- DI TIPO ANALITICO
-
- Identificare tutti gli aspetti di una situazione.
-
- Raccogliere il numero maggiore possibile di informazioni, opinioni, idee e suggerimenti operativi.
-
- Favorire e stimolare ipotesi creative ed innovative.
31. RIUNIONI: TIPOLOGIA ED OBIETTIVIb)
- DI TIPO CONSULTIVO
-
- Verificare la corretta interpretazione ed applicazione delle decisioni adottate.
-
- Permettere lo scambio di idee ed informazioni che possano aiutare ad avere una visione globale ed unitaria.
-
- Confrontare ipotesi ed idee.
-
- Verificare le opinioni sulle scelte e sullandamento delloperativit
- DI TIPO DECISIONALE
-
- Risolvere problemi.
-
- Compiere scelte operative.
-
- Favorire la responsabilit e la delega.
-
- Aumentare le capacit gestionali.
-
- Stimolare la crescita e la professionalit .