DIFENDERE IL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE PUBBLICO … · l'organizzazione del Sistema sanitario...

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Pag.3 IL GIOSTRAIO A CASAL MONASTERO VIA TROILO IL GRANDE Chi consegna questo tagliando al giostraio avrà diritto ad usare un gioco a tempo 10 minuti in più. POESIA MON AMOUR IL SOLE di Olga Stella Cometa Nel buio dei miei giorni ho cercato il sole dentro di me. Non l'ho trovato Sono uscita a cercarlo fuori: la giornata era tetra Non l'ho trovato. L'avevano rubato le nuvole. Questa poesia è tratta dal libro "Rimembranze" edita dalla casa editrice "Nuova Impronta" Il 25 marzo scorso il Senato della Repubblica ha approvato, a maggioranza, la modifica della Costituzione italiana secondo la bozza di Lorenzago. Ricorderanno i nostri lettori che l'estate scorsa si riunirono in questa amena località del Cadore gli esponenti dei quattro partiti della maggioranza che governa il Paese - speriamo per un tempo il più breve possibile - per mettere a punto una proposta di riforma della Costituzione, ispirata a quel concetto di "devolution" molto cara alla Lega di Bossi. Fra le modifiche introdotte, che vanno dalla riduzione del numero di deputati e senatori, all'istituzione del Senato federale delle Regioni, dalla rottura del sistema bicamerale perfetto alla rimodulazione della Corte Costituzionale, eletta per circa la metà proprio dal nuovo Senato, la novità che più ci deve preoccupare è proprio quella della cosiddetta devoluzione. Si è infatti stabilito che alle Regioni vengano affidate competenze legislative in materia di sanità, istruzione e polizia locale. Qualcuno si chiederà: perché no? Sulla polizia locale c'è una grande ambiguità di fondo, perché la Destra, mentre afferma che la Regione debba avere solo un compito di coordinamento, in realtà pensa a costituire un'altra forza di polizia, di stampo regionale, che "prenda ordini" dai Governatori… Per quanto riguarda l'idea che le Regioni possano stabilire i programmi curricolari delle scuole di ogni ordine e grado, è spaventoso pensare a contenuti culturali ispirati, ad esempio , da Storace! Ma l'argomento è troppo importante e merita un approfondimento specifico. Oggi invece parliamo soprattutto di sanità. Secondo la modifica costituzionale votata il 25 marzo le Regioni potranno legiferare in via esclusiva su questa materia, senza ulteriori specificazioni. Dov'è l'insidia? Già oggi, nell'attuale ordinamento istituzionale e normativo, le Regioni hanno competenze dirette, esclusive e autonome nel disporre l'organizzazione del Sistema sanitario regionale, programmando con il Piano sanitario regionale l'articolazione e lo sviluppo sul territorio delle risposte alle domande di salute dei cittadini, stabilendo tariffe, criteri di accreditamento e soprattutto modulando l'uso delle risorse finanziarie trasferite dallo Stato centrale. L'ordinamento federalista vigente ha già prodotto risultati organizzativi diversi. In Lombardia, per esempio, si è introdotta una forma di assistenza indiretta, contrabbandandola con la libertà per il cittadino di curarsi come e dove vuole abbinata ad un forte risparmio per le casse pubbliche. In realtà non è vero che il cittadino lombardo possa curarsi come e dove vuole, perché in realtà viene incanalato nelle solite strutture private, non è vero che tutte le prestazioni vengono rimborsate e non si è realizzato alcun risparmio. Anzi la Lombardia è la Regione italiana che ha il più alto deficit in materia sanitaria, seguita a ruota dal Lazio. In entrambe le Regioni sono stati introdotti i tickets sui farmaci e la spesa farmaceutica è aumentata! In entrambe le Regioni sono state aumentate le tariffe delle prestazioni private, senza che questa scelta abbia eliminato le liste d'attesa, che anzi sono aumentate sia per esami ormai considerati routinari, come l'ecodoppler o l'ecografia mammaria, sia per interventi chirurgici complessi. Nel Lazio è stato attivato il RECUP, il sistema di prenotazioni telefoniche, che avrebbe dovuto agevolare il cittadino nel prenotarsi la visita specialistica o l'esame clinico nel luogo più comodo o in quello, magari più lontano dalla propria abitazione, ma con disponibilità più ampie e rapide. Ma al Recup le Aziende sanitarie e quelle ospedaliere hanno messo a disposizione solo il 30% delle agende, cioè degli appuntamenti possibili. Come a dire che si è fatto fallire il sistema, studiato dal Centrosinistra, per incapacità o per continuare a favorire i privati. Insomma già oggi le Regioni possono dare risposte diverse ai bisogni di salute dei cittadini, ma almeno a livello nazionale sono fissati i Livelli essenziali di Assistenza, dai quali nessuna Regione può derogare, la salute è considerata un diritto di cittadinanza ed il sistema è universalistico e solidale. Deve curare tutte le cittadine ed i cittadini, senza distinzione di sesso, età o censo. E' evidente invece che chi pensa al Sistema sanitario regionale come una creatura totalmente autonoma da qualunque principio o cardine nazionale valido su tutto il territorio, pensa ad un sistema chiuso ed egoista, dove le aspettative di vita e di cura dipendono dal luogo dove nasci o vivi, dalla ricchezza o da condizioni di disagio, riducendo la salute ad un bene commerciale, uccidendo il sistema solidale ed universalistico, creando ulteriori elementi di disuguaglianza nel nostro Paese. La morte di un sistema di protezione sociale che tiene dentro il diritto alla salute, all'assistenza, all'istruzione, alla previdenza, al lavoro, alla casa, a tutti quegli elementi di coesione sociale che hanno prodotto 60 anni di pace in tutto il continente europeo. Anche il Centrosinistra ha modificato la Costituzione, introducendo il federalismo, con il quale si trasferiscono competenze e risorse, in un quadro nazionale di valori, principi, criteri universali, validi in tutto il Paese. Le modifiche introdotte al Capo V della Costituzione italiana infatti delineano un ordinamento statuale dove ogni Istituzione ha un compito e concorre con tutte le altre a realizzare il benessere dei cittadini e lo sviluppo economico e sociale del Paese. In molte materie importanti il Parlamento e le Regioni possono legiferare in modo "concorrente", sviluppando una sana competizione fra centro e periferia e fra le Regioni stesse. Su alcune di queste materie, l'istruzione per esempio, le Regioni governate dal Centrosinistra hanno emanato norme che contengono i guasti prodotti al sistema formativo dalla "deforma Moratti". La devolution invece decentra arbitrio e lascia le Regioni libere di organizzare il sistema sanitario, come quello formativo, per chi vogliono e come vogliono. Non credo si sbagli a pensare che in qualche regione del nord si potrà stabilire che il sistema è affidato alle assicurazioni private, eliminando la contribuzione al Servizio sanitario nazionale. Alcuni penseranno che è meglio fare un assicurazione privata e lasciare che gli altri se la sbrighino. Ma un sistema sanitario pubblico riservato ai meno abbienti sarà un sistema povero anche di mezzi e risorse. Verrebbero meno anche le troppo esigue risorse per la ricerca. Si tornerebbe indietro almeno di 26 anni, a quel 1978 che con la legge 833 fece superare il sistema delle mutue. Quel sistema secondo il quale avevi diritto a curarti proporzionalmente al reddito che avevi. Come a dire che se facevi l'operaio, o peggio eri disoccupato, un tumore non telo potevi proprio permettere! Con l'istituzione del Servizio sanitario nazionale pubblico abbiamo superato quelle disuguaglianze: non lasciamo che la Destra le faccia rinascere. Certamente il Sistema sanitario nazionale attuale va migliorato, perché è un sistema che cura bene - l'Organizzazione Mondiale della Sanità lo giudica il secondo al mondo - ma accoglie ed assiste non altrettanto bene, ma va difeso il suo carattere pubblico ed universalistico, come ormai la stragrande maggioranza degli italiani ha compreso. E' finita l'epoca del "privato è bello". Il 12 e 13 giugno abbiamo un occasione. Probabilmente Berlusconi non si dimetterà neanche se perderà le europee. Ma se la botta fosse molto forte,allora diventerebbe molto nervoso ! Facciamogli venire una crisi di nervi,votiamo la Lista Uniti nell'Ulivo. DIFENDERE IL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE PUBBLICO PER TUTELARE IL DIRITTO ALLA SALUTE di Loredana Mezzabotta Consigliere DS Regione Lazio

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IL GIOSTRAIO A CASAL MONASTERO VIA TROILO IL GRANDE

Chi consegna questo tagliando al giostraio avrà diritto ad usare un gioco a tempo 10 minuti in più.

POESIA MON AMOURIL SOLE

di Olga Stella Cometa

Nel buio dei miei giorniho cercato il sole

dentro di me.Non l'ho trovato

Sono uscita a cercarlo fuori:la giornata era tetraNon l'ho trovato.

L'avevano rubato le nuvole.

Questa poesia è tratta dal libro "Rimembranze" edita dalla casa editrice "Nuova Impronta"

Il 25 marzo scorso il Senato della Repubblica ha approvato, a maggioranza, la modifica della Costituzione italiana secondo la bozza di Lorenzago. Ricorderanno i nostri lettori che l'estate scorsa si riunirono in questa amena località del Cadore gli esponenti dei quattro partiti della maggioranza che governa il Paese - speriamo per un tempo il più breve possibile - per mettere a punto una proposta di riforma della Costituzione, ispirata a quel concetto di "devolution" molto cara alla Lega di Bossi.Fra le modifiche introdotte, che vanno dalla riduzione del numero di deputati e senatori, all'istituzione del Senato federale delle Regioni, dalla rottura del sistema bicamerale perfetto alla rimodulazione della Corte Costituzionale, eletta per circa la metà proprio dal nuovo Senato, la novità che più ci deve preoccupare è proprio quella della cosiddetta devoluzione.Si è infatti stabilito che alle Regioni vengano affidate competenze legislative in materia di sanità, istruzione e polizia locale.Qualcuno si chiederà: perché no?Sulla polizia locale c'è una grande ambiguità di fondo, perché la Destra, mentre afferma che la Regione debba avere solo un compito di coordinamento, in realtà pensa a costituire un'altra forza di polizia, di stampo regionale, che "prenda ordini" dai Governatori…Per quanto riguarda l'idea che le Regioni possano stabilire i programmi curricolari delle scuole di ogni ordine e grado, è spaventoso pensare a contenuti culturali ispirati, ad esempio , da Storace! Ma l'argomento è troppo importante e merita un approfondimento specifico.Oggi invece parliamo soprattutto di sanità.Secondo la modifica costituzionale votata il 25 marzo le Regioni potranno legiferare in via esclusiva su questa materia, senza ulteriori specificazioni.Dov'è l'insidia? Già oggi, nell'attuale ordinamento istituzionale e normativo, le Regioni hanno competenze dirette, esclusive e autonome nel disporre l'organizzazione del Sistema sanitario regionale, programmando con il Piano sanitario regionale l'articolazione e lo sviluppo sul territorio delle risposte alle domande di salute dei cittadini, stabilendo tariffe, criteri di accreditamento e soprattutto modulando l'uso delle risorse finanziarie trasferite dallo Stato centrale.L'ordinamento federalista vigente ha già prodotto risultati organizzativi diversi. In Lombardia, per esempio, si è introdotta una forma di assistenza indiretta, contrabbandandola con la libertà per il cittadino di curarsi come e dove vuole abbinata ad un forte risparmio per le casse pubbliche. In realtà non è vero che il cittadino lombardo possa curarsi come e dove vuole, perché in realtà viene incanalato nelle solite strutture private, non è vero che tutte le prestazioni vengono rimborsate e non si è realizzato alcun risparmio. Anzi la Lombardia è la Regione italiana che ha il più alto deficit in materia sanitaria, seguita a ruota dal Lazio. In entrambe le Regioni sono stati introdotti i tickets sui farmaci e la spesa farmaceutica è aumentata! In entrambe le Regioni sono state aumentate le tariffe delle prestazioni private, senza che questa scelta abbia eliminato le liste d'attesa, che anzi sono aumentate sia per esami ormai considerati routinari, come l'ecodoppler o l'ecografia mammaria, sia per interventi chirurgici complessi. Nel Lazio è stato attivato il RECUP, il sistema di prenotazioni telefoniche, che avrebbe dovuto agevolare il cittadino nel prenotarsi la visita specialistica o l'esame clinico nel luogo più comodo o in quello, magari più lontano dalla propria abitazione, ma con disponibilità più ampie e rapide. Ma al Recup le Aziende sanitarie e quelle ospedaliere hanno messo a disposizione solo il 30% delle agende, cioè degli appuntamenti possibili. Come a dire che si è fatto fallire il sistema, studiato dal Centrosinistra, per incapacità o per continuare a favorire i privati.

Insomma già oggi le Regioni possono dare risposte diverse ai bisogni di salute dei cittadini, ma almeno a livello nazionale sono fissati i Livelli essenziali di Assistenza, dai quali nessuna Regione può derogare, la salute è considerata un diritto di cittadinanza ed il sistema è universalistico e solidale. Deve curare tutte le cittadine ed i cittadini, senza distinzione di sesso, età o censo.E' evidente invece che chi pensa al Sistema sanitario regionale come una creatura totalmente autonoma da qualunque principio o cardine nazionale valido su tutto il territorio, pensa ad un sistema chiuso ed egoista, dove le aspettative di vita e di cura dipendono dal luogo dove nasci o vivi, dalla ricchezza o da condizioni di disagio, riducendo la salute ad un bene commerciale, uccidendo il sistema solidale ed universalistico, creando ulteriori elementi di disuguaglianza nel nostro Paese. La morte di un sistema di protezione sociale che tiene dentro il diritto alla salute, all'assistenza, all'istruzione, alla previdenza, al lavoro, alla casa, a tutti quegli elementi di coesione sociale che hanno prodotto 60 anni di pace in tutto il continente europeo.Anche il Centrosinistra ha modificato la Costituzione, introducendo il federalismo, con il quale si trasferiscono competenze e risorse, in un quadro nazionale di valori, principi, criteri universali, validi in tutto il Paese. Le modifiche introdotte al Capo V della Costituzione italiana infatti delineano un ordinamento statuale dove ogni Istituzione ha un compito e concorre con tutte le altre a realizzare il benessere dei cittadini e lo sviluppo economico e sociale del Paese. In molte materie importanti il Parlamento e le Regioni possono legiferare in modo "concorrente", sviluppando una sana competizione fra centro e periferia e fra le Regioni stesse. Su alcune di queste materie, l'istruzione per esempio, le Regioni governate dal Centrosinistra hanno emanato norme che contengono i guasti prodotti al sistema formativo dalla "deforma Moratti".La devolution invece decentra arbitrio e lascia le Regioni libere di organizzare il sistema sanitario, come quello formativo, per chi vogliono e come vogliono. Non credo si sbagli a pensare che in qualche regione del nord si potrà stabilire che il sistema è affidato alle assicurazioni private, eliminando la contribuzione al Servizio sanitario nazionale. Alcuni penseranno che è meglio fare un assicurazione privata e lasciare che gli altri se la sbrighino. Ma un sistema sanitario pubblico riservato ai meno abbienti sarà un sistema povero anche di mezzi e risorse. Verrebbero meno anche le troppo esigue risorse per la ricerca. Si tornerebbe indietro almeno di 26 anni, a quel 1978 che con la legge 833 fece superare il sistema delle mutue. Quel sistema secondo il quale avevi diritto a curarti proporzionalmente al reddito che avevi. Come a dire che se facevi l'operaio, o peggio eri disoccupato, un tumore non telo potevi proprio permettere!Con l'istituzione del Servizio sanitario nazionale pubblico abbiamo superato quelle disuguaglianze: non lasciamo che la Destra le faccia rinascere.Certamente il Sistema sanitario nazionale attuale va migliorato, perché è un sistema che cura bene - l'Organizzazione Mondiale della Sanità lo giudica il secondo al mondo - ma accoglie ed assiste non altrettanto bene, ma va difeso il suo carattere pubblico ed universalistico, come ormai la stragrande maggioranza degli italiani ha compreso. E' finita l'epoca del "privato è bello". Il 12 e 13 giugno abbiamo un occasione. Probabilmente Berlusconi non si dimetterà neanche se perderà le europee. Ma se la botta fosse molto forte,allora diventerebbe molto nervoso ! Facciamogli venire una crisi di nervi,votiamo la Lista Uniti nell'Ulivo.

DIFENDERE IL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE PUBBLICOPER TUTELARE IL DIRITTO ALLA SALUTE di Loredana Mezzabotta Consigliere DS Regione Lazio