Dietro la maschera - trentagiorni.it · cuperare nuovi parametri di riferimento, che non po-tranno...

24
30GIORNI N.2 IL BIMESTRALE DEL MEDICO VETERINARIO Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale 70% - Lo/Mi Dietro la maschera ORGANO UFFICIALE DI INFORMAZIONE VETERINARIA di FNOVI ed ENPAV Anno XIII - N. 2 - Aprile 2020 Credits Photo by engin akyurt on Unsplash

Transcript of Dietro la maschera - trentagiorni.it · cuperare nuovi parametri di riferimento, che non po-tranno...

Page 1: Dietro la maschera - trentagiorni.it · cuperare nuovi parametri di riferimento, che non po-tranno essere rappresentati dai vincoli economici, ma dagli interessi da proteggere. È

30GIORNIN.2

IL BIMESTRALE DEL MEDICO VETERINARIO

Po

ste

Ita

lian

e S

.p.A

. -

Sp

ed

izio

ne

in

Ab

bo

nam

en

to P

ost

ale

70

% -

Lo

/Mi

Dietro la maschera

ORGANO UFFICIALE DI INFORMAZIONE VETERINARIA di FNOVI ed ENPAV Anno XIII - N. 2 - Aprile 2020

Cre

dits

Pho

to b

y en

gin

akyu

rt o

n U

nspl

ash

30 GIORNI APRILE 2020_Layout 1 12/05/20 14:54 Pagina 1

Page 2: Dietro la maschera - trentagiorni.it · cuperare nuovi parametri di riferimento, che non po-tranno essere rappresentati dai vincoli economici, ma dagli interessi da proteggere. È

30 GIORNI APRILE 2020_Layout 1 12/05/20 14:54 Pagina 2

Page 3: Dietro la maschera - trentagiorni.it · cuperare nuovi parametri di riferimento, che non po-tranno essere rappresentati dai vincoli economici, ma dagli interessi da proteggere. È

3

Editoriale

Come siamo arrivati ad un SSN senza sanitari?Quali le cause? Scorriamole brevemente. Il SSN istituito con la legge 833/78 aveva l’obiettivo ditutelare la salute in maniera universale con un sistemasemplice: ciascuno lo finanzia secondo le proprie possi-bilità e ne usufruisce secondo il bisogno. Ma la carenzadi risorse (1992 fu un anno disastroso per l’economiaitaliana e per i suoi conti pubblici) e la spinta verso leliberalizzazioni crearono i presupposti per la riforma DeLorenzo - Amato (502/92) che introdusse elementi di ef-ficientazione della spesa, di controllo della qualità deiservizi e di competitività tra pubblico e privato. L’azien-dalizzazione del SSN e la presenza di una consistenteparte privata non furono scelte negative in sé, ma neltempo dovettero scontrarsi con l’introduzione di ele-menti di mercato e di competizione con il rischio dicreare un sistema parallelo gestito dalle assicurazioni edalle mutue volontarie. I valori di universalità e solidarietà furono recuperatil’anno successivo dal governo Ciampi (517/93). La re-gionalizzazione da un lato ha inserito elementi di re-sponsabilità sui conti, dall’altro ha creato incoerenzatra i principi e i modelli, rotto la continuità e l’integra-zione e creato disuguaglianze. Le strutture sanitarie

pubbliche (e private accreditate) hanno obiettivi di pro-duzione e tetto massimo di oneri e prestazioni a caricodel SSN; da qui l’ossessione della sostenibilità, il tagliodi servizi, gli accorpamenti territoriali che hanno di-strutto la nozione di territorialità, fino (per i meno vir-tuosi) alla tragedia dei piani di rientro con laprogressiva riduzione degli organici.Con le professioni della salute ridotte ai minimi terminila crisi più evidente è stata sofferta dai medici per lastrutturale dissociazione tra la formazione statale cen-tralizzata e la gestione regionalizzata dell’assistenza.Ma anche i medici veterinari hanno pagato pesantemente:i pensionamenti conseguenti all’uscita dei baby boomersche aggiunti ai tagli precedenti, stanno dimezzando gliorganici del SSN e non basteranno gli specialisti ambu-latoriali (presenti solo in qualche regione), né la piramidedei ricercatori (inadeguata alle necessità dei professionistie della ricerca) a contenerne gli effetti. Di contro loStato chiede alla parte privata prestazioni con rilievopubblico che suppone sempre di non dover pagare.Questo il quadro nel quale la nostra professione stacombattendo il Sars Cov2 e lo fa insieme a tutte le pro-fessioni della salute con ridotte risorse umane e pochimezzi, ognuno per la parte di competenza dimostrando

tutto il nostro valore. Lo stiamo facendo noi medici ve-terinari portando salute agli animali ed agli alimenti,valori che sul piano sanitario, sociale, economico epolitico sono fondamentali; lo fanno i nostri Istitutizooprofilattici eseguendo analisi su tamponi e sieri dimigliaia di persone, e tutti i colleghi che nel pubblico enel privato stanno mettendo a disposizione strumenti elavoro.Questa in poche righe è la cronistoria, ora serve scrivereun nuovo capitolo, accantonare le suggestioni ideologichee procedere a una ricostruzione del SSN che dovrà re-cuperare nuovi parametri di riferimento, che non po-tranno essere rappresentati dai vincoli economici, madagli interessi da proteggere. È il sistema paese cheproduce o compromette salute: l’economia da mezzonon può diventare il fine. Servirà tempo, ma Aldo Moro diceva che l’Italia ècome un castello di carte, si può anche provare acostruire un altro piano, ma bisogna poggiare le cartecon delicatezza e trattenere il respiro per evitare chevenga giù tutto. La politica non si fa correndo.

Gaetano PenocchioPresidente FNOVI

SSN senza sanitari in tempi di Covid

Anche i medici veterinari hannopagato pesantemente: i pensionamenti conseguentiall’uscita dei baby boomers cheaggiunti ai tagli precedenti,stanno dimezzando gli organicidel SSN e non basteranno glispecialisti ambulatoriali, né la piramide dei ricercatori a contenerne gli effetti.

30 GIORNI APRILE 2020_Layout 1 12/05/20 14:54 Pagina 3

Page 4: Dietro la maschera - trentagiorni.it · cuperare nuovi parametri di riferimento, che non po-tranno essere rappresentati dai vincoli economici, ma dagli interessi da proteggere. È

30GIORNIN. 2

Sommario

3 EDITORIALE—SSN senza sanitari in tempi di Covid

Cigno nero o cronaca di unamorte annunciata?

INTERVISTENicola Decaro: identikit delSARS-CoV-2, origine,diffusione, ruolo deglianimali e dell’uomo nellapandemia

Antonio Sorice racconta lasua esperienza di direttoresanitario dell’ATS diBergamo

Da Wuhan Sara Plattodescrive la situazione inCina

5

6

11

13

20

22

18

15

16

COVID-19: un errore daemendare e una lezione danon dimenticare

Per il nuovo mondo serve un nuovo medicoveterinario

Ecologia, epidemiologia ericerca di base

PREVIDENZA—Emergenza Covid-19Gli interventi dell’Enpav

Quale One Health?

IN&

OU

Ta c

ura

della

RE

DA

ZIO

NE

Bimestrale di informazione e attualitàprofessionale per i Medici Veterinari

Organo ufficiale della FederazioneNazionale degli Ordini Veterinari ItalianiFnovi e dell’Ente Nazionale di Previdenzae Assistenza Veterinari - Enpav

EditoreVeterinari Editori S.r.l.Via del Tritone, 125 - 00187 Romatel. 06.99588122

Direttore ResponsabileGaetano Penocchio

Vice DirettoreGianni Mancuso

Comitato di RedazioneAlessandro Arrighi, Carla Bernasconi,Antonio Limone, Laurenzo Mignani,Francesco Sardu, Elio Bossi

Coordinamento redazionaleRoberta Benini

Tipografia e stampaPress Point srl Via Cagnola, 3520081 Abbiategrasso (Milano)tel. 02 9462323

Registrazione Tribunale n. 580del 21 dicembre 2007

Responsabile trattamento dati(D. Lvo n. 196/2003)Gaetano Penocchio

Tiratura 32.962 copie

Chiuso in stampa il 12/5/2020e-mail [email protected] www.trentagiorni.it

Quando il Dipartimento della Protezione Civile hachiesto a Fnovi di realizzare un censimento dellastrumentazione a supporto della respirazione neipazienti COVID-19 i medici veterinari hanno ri-

sposto e in pochi giorni sono arrivate circa 80 comunica-zioni, da tutta Italia. A tutti loro va il ringraziamento di Fnovi e della Prote-zione Civile, che ha comunicato il proprio apprezzamentoe il sollievo per il miglioramento della situazione nelle te-rapie intensive.Non sono pervenute manifestazioni di disponibilità a con-dividere strumenti, molti colleghi hanno segnalato la di-

sponibilità anche per materiali di consumo.Nel frattempo sono state realizzate iniziative e donazionida parte di Ordini provinciali, dei Dipartimenti di medi-cina veterinaria degli Atenei come pure di singoli.I medici veterinari hanno contribuito senza clamore, at-traverso la concreta solidarietà immediata che connota laprofessione, ennesima dimostrazione dell’One Health quo-tidiano. Senza dare attenzione a mediocri tentativi di strumenta-lizzazioni e di polemiche, i medici veterinari hanno tute-lato la salute di tutti, anche aiutando i colleghi delle altreprofessioni sanitarie e continuano a farlo.

La solidarietà dei medici veterinari

A Trento le materia disalute animale e sicurezza

alimentare congiunte dicaccia e pesca

Dall’inizio dell’emergenza COVID-19 la professionemedico veterinaria è stata oggetto di notizie, non tutte con-fortanti. A metà marzo il presidente della Provincia diTrento ha firmato il decreto che ha trasferito gli affari inmateria di veterinaria e sicurezza alimentare dall’Assessorealla salute e politiche sociali all’Assessore che tratta l’agri-coltura, le foreste, la caccia e la pesca, attribuendo a que-st’ultimo espressa delega in materia. Nonostante le accoratedichiarazioni dell’Assessore Giulia Zanotelli a difesa e giu-stificazione della opportunità del cambiamento, la sceltadella Giunta ha sollevato l’opposizione da parte di Fnovi edell’Ordine dei medici veterinari di Trento. Proprio quando la pandemia ha messo in risalto la necessitàdell’approccio One Health e il ruolo dei medici veterinarinella tutela della salute pubblica, sorprende una decisioneche denota una visione anacronistica della professione, dovela salute degli animali sembra essere considerata solo per lesue correlazioni sull’allevamento e fosse ambito diversodalla Salute pubblica.

Pho

to b

y A

nnie

Sp

ratt

on

Uns

pla

sh

Pho

to b

y A

lex

Mot

oc o

n U

nsp

lash

30 GIORNI APRILE 2020_Layout 1 12/05/20 14:54 Pagina 4

Page 5: Dietro la maschera - trentagiorni.it · cuperare nuovi parametri di riferimento, che non po-tranno essere rappresentati dai vincoli economici, ma dagli interessi da proteggere. È

5

Cigno nero o cronaca di una morte annunciata?

Si definisce “cigno nero”un evento raro, isolato,non ripetibile, imprevedibile e inaspettato.Nei media questa metafora è stata spesso utilizzata perla diffusione del SARS CoV2.A prescindere dalla specie animale o forse proprioperché di animali i medici veterinari si occupano, questapandemia non è stata una sorpresa, almeno tra i ricer-catori o tra i professionisti che leggono pubblicazioniscientifiche. Gli eventi degli ultimi mesi hanno reso impossibile de-dicare a qualsiasi altro argomento questo numero di30giorni e abbiamo quindi posto alcune domande a trecolleghi per provare a comprendere almeno una partedelle cause e delle conseguenze di questa patologia e

del suo salto di specie nell’uomo. Dai wet market dell’estremo oriente a Bergamo, passandoper Bari. Le enormi potenzialità della professione medico veteri-naria, le sue conoscenze e le sue esperienze sono la piùevidente realizzazione dell’approccio One Health. Una professione che ancora qualcuno non conosce bene,o che vorrebbe sminuire ma che anche in questapandemia ha dimostrato di avere un alto livello di pre-parazione e di formazione.Le attività dell’IZSVe, anche per la sua collocazionegeografica attigua a Vò Euganeo dove sono state rea-lizzate indagini epidemiologiche su tutti gli abitanti,ne sono una conferma.

Pho

to b

y D

avid

Clo

de

on U

nsp

lash

30 GIORNI APRILE 2020_Layout 1 12/05/20 14:54 Pagina 5

Page 6: Dietro la maschera - trentagiorni.it · cuperare nuovi parametri di riferimento, che non po-tranno essere rappresentati dai vincoli economici, ma dagli interessi da proteggere. È

La pandemia  pare essere originata dai pipi-strelli in Cina ed è arrivata alle tigri dello zoodel Bronx a NYC passando per i wet marketQuale potrebbe essere una prima considera-zione?La prima considerazione da fare è che, negli ultimi de-cenni, abbiamo assistito a numerosi salti di specie divirus che circolavano nei loro serbatoi naturali e chesono riusciti a superare le barriere di specie, adattandosiall’uomo. Le epidemie di SARS in Cina, MERS in

Medio Oriente ed Ebola in Africa derivano tutte davirus dei pipistrelli che sono passati all’uomo, in genereattraverso un ospite intermedio, acquisendo la capacitàdi essere trasmessi attraverso il contagio interumano.

Anche se il passaggio di agenti patogeni daglianimali all’uomo è sempre esistito nella storia

dell’umanità, alcuni fattori stanno sicuramentepotenziando questo fenomeno negli ultimi

decenni. Tra questi, la deforestazione ela progressiva antropizzazione dell’am-

biente sottraggono sempre più spazivitali agli animali selvatici, favorendo

il loro contatto con l’uomo. Inoltrei wet market presenti in Asia edAfrica rappresentano un luogoideale dove, grazie alla presenzadi animali, vivi e morti, di di-verse specie animali e dei lorofluidi biologici (sangue, feci,urine, ecc.), gli agenti pato-geni possono facilmente com-piere il salto di specie, pas-sando ad altri animali, uomocompreso. Probabilmentemolti virus sono confinatia ristrette nicchie ecologiche,per cui se noi andiamo aviolentare l’habitat delle spe-cie animali in cui gli agentipatogeni albergano e portiamo

questi animali nei mercati dellemoderne megalopoli cinesi ed

africane, diamo ad essi la possi-bilità di colonizzare una nuova

specie (l’uomo), che è particolar-mente abbondante e, molto spesso,

anche stupida. Una seconda conside-razione, se vogliamo anche banale, è

che la globalizzazione ha dato un ecce-zionale impulso alla diffusione dell’attuale

pandemia, che, in tempi passati, avrebbe im-piegato mesi, se non anni, per raggiungere aree

geograficamente distanti dall’epicentro. L’epidemiadi peste, la morte nera che a partire dal XIV secolo

decimò la popolazione europea, imperversando conondate successive in Europa, Medio Oriente e NordAfrica fino al XVIII secolo, si originò in Asia centraleintorno al 1320 e raggiunse l’Europa solo nel 1346.Oggi basta un volo aereo intercontinentale per consentiread un virus di spostarsi in poche ore di decine dimigliaia di kilometri conquistando nuovi territori e po-polazioni recettive. Il nuovo coronavirus umano SARS-CoV-2 è riuscito, in poche settimane, a diffondersi inogni parte del globo terrestre, riuscendo a mettere inginocchio i sistemi sanitari di numerose nazioni e l’interosistema economico mondiale.

Conoscere l’origine della malattia è fonda-mentale, cosa sappiamo ad oggi di questovirus?

6

Intervistaa cura di Roberta Benini

Pho

to b

y C

DC

on

Uns

plas

h

Identikit del SARS-CoV-2, origine,diffusione, ruolo degli animali e dell’uomo nella pandemia

30 GIORNI APRILE 2020_Layout 1 12/05/20 14:54 Pagina 6

Page 7: Dietro la maschera - trentagiorni.it · cuperare nuovi parametri di riferimento, che non po-tranno essere rappresentati dai vincoli economici, ma dagli interessi da proteggere. È

Intervistaa cura di Roberta Benini

7

Quali sono i suoi punti di forza e le sue debo-lezze, se esistono?Anche se non conosciamo a fondo l’origine di SARS-CoV-2, esistono numerosi indizi che suggeriscono un’ori-gine zoonosica del virus. L’ipotesi più accreditata è chequesto coronavirus derivi da uno dei tanti coronavirusche circolano nei pipistrelli. Questi animali, infatti,rappresentano il serbatoio naturale di due dei quattrogeneri di coronavirus, gli alfa- ed i betacoronavirus,mentre gamma- e deltacoronavirus riconoscono comereservoir gli uccelli. Nel proprio serbatoio naturale i co-ronavirus tendono a vivere in equilibrio, senza causaremalattia nell’ospite e senza che l’ospite attui nei loroconfronti una valida risposta immunitaria. Dai serbatoinaturali, poi, questi virus possono compiere dei salti dispecie, passando ad altri animali e all’uomo. Nellaspecie umana sono noti quattro coronavirus a bassapatogenicità, che sono associati tradizionalmente aforme di raffreddore: due alfacoronavirus, HCoV-229Ee HCoV-NL63, e due betacoronavirus, HCoV-OC43 eHCoV-HKU1. Questi coronavirus, endemici nella po-polazione umana, derivano, molto probabilmente, davirus dei pipistrelli che sono passati all’uomo direttamenteo tramite altri animali (alpaca per HCoV-229E e boviniper HCoV-OC43). Gli stessi virus della SARS (SARS-CoV-1), originatosi in Cina nel 2002, e della MERS(MERS-CoV), descritto per la prima volta in MedioOriente nel 2012, derivano da betacoronavirus dei pipi-strelli che hanno compiuto il salto di specie passandoall’uomo tramite ospiti intermedi, quali i carnivori sel-vatici (tra cui lo zibetto) per la SARS e il dromedarioper la MERS. Pertanto, la teoria dell’origine artificialedi SARS-CoV-2, che vede questo virus come il frutto diesperimenti di ingegneria genetica, in base alle attualiconoscenze, è da ritenersi puramente fantasiosa, inquanto non supportata da evidenze scientifiche. Inlinea teorica, sarebbe possibile che il virus fosse fuoriuscitoda un laboratorio, ma in questo caso sarebbe più vero-similmente scappato da un pipistrello con infezionenaturale, piuttosto che da una coltura cellulare infettatacon un ceppo creato di sana pianta dall’uomo. Infatti,SARS-CoV-2 è geneticamente correlato con SARS-CoV-1 (appartiene alla stessa specie virale), ma il suoparente più prossimo attualmente noto è un altro be-tacoronavirus dei pipistrelli, mentre ceppi correlatisono stati identificati anche nel pangolino. Pertanto,almeno al momento, l’ipotesi più probabile è che SARS-CoV-2 sia stato trasmesso all’uomo dai pipistrelli diret-tamente o previo adattamento in un’altra specie dimammifero (pangolino o altro animale non ancoraidentificato). Rispetto a SARS-CoV e MERS-CoV, SARS-CoV-2 pos-siede un importante punto di forza, rappresentato dauna minore virulenza. I virus di SARS e MERS eranocaratterizzati da un tasso di letalità (rapporto tranumero di morti e numero di infetti) molto elevato,pari rispettivamente all’11% ed al 34%, per cui eranovirus molto patogeni con pochi soggetti che sviluppavanoinfezioni asintomatiche o paucisintomatiche. Al contrario,SARS-CoV-2 ha un tasso di letalità più basso, sicuramenteinferiore al 2%, nonostante i dati ufficiali in Italia edin alcuni Paesi si attestino su valori molto più elevati, acausa di una sottostima del numero totali degli infetti.Questo significa che SARS-CoV-2 è anche meno patogeno,per cui una larga fascia della popolazione può infettarsiin maniera asintomatica o paucisintomatica, diffondendoil virus con maggiore efficienza. Infatti, se l’infezionedetermina una malattia importante, il paziente tendea stare a casa, o addirittura ad essere ospedalizzato,mentre gli infetti asintomatici, non essendo consapevolidella loro condizione e stando in salute, contribuirannoa diffondere il virus nella popolazione nonostante eli-minino titoli virali più bassi. Il principale punto di de-

bolezza di SARS-CoV-2 è che si tratta di un virusdotato di una membrana esterna (envelope) che necondiziona la stabilità ambientale. È vero che questovirus, rispetto ad altri virus dotati di envelope, presentacaratteri di resistenza superiori, sopravvivendo fino atre giorni su superfici di plastica e di acciaio; tuttavia,non ha certamente una resistenza ambientale parago-nabile a quella dei virus nudi, come rotavirus, noroviruse virus dell’epatite A. Per questo è facilmente inattivabileda temperature anche non estremamente elevate (56°Cper 30 min), dalla radiazioni ultraviolette e da soluzionialcooliche al 65-70% o di ipoclorito di sodio allo 0,1%.Inoltre, il virus si trasmette per contatto diretto conpersone infette, tramite esposizione alle goccioline deisecreti respiratori (e, solo in ambienti altamente conta-minati, all’aerosol), e solo in minor misura per contattocon oggetti e superfici contaminati di recente.

Fin dall’inizio dell’emergenza COVID-19 èstata ribadita la pericolosità del fenomenodella infodemia che il vocabolario Treccanidefinisce Circolazione di una quantità ecces-siva di informazioni, talvolta non vagliatecon accuratezza, che rendono difficile orien-tarsi su un determinato argomento per ladifficoltà di individuare fonti affidabili Comedocente che percezione/opinione ha?In effetti, grazie ai social network, ma anche grazie atrasmissioni televisive poco serie, siamo bombardati daun continuo flusso di informazioni, la cui veridicitànon sempre è attendibile, e facciamo fatica a vagliarequesta mole di informazioni in maniera asettica ed og-gettiva. I social networks hanno introdotto un concettopericolosissimo, in base al quale l’opinione di un ricer-catore che si occupa di un argomento da una vitaassume la stessa dignità di chi non ha alcuna specificacompetenza o titolo di studio. E la cosa più grave è chequesta falsa democrazia della scienza imperversa ormaianche in televisione, dove è possibile assistere ad unabecera mistificazione della cultura scientifica, per cuimillantatori, imbonitori, falsi scienziati e premi Nobelin decadenza propalano notizie taroccate, che spesso

hanno un fondo di verità, ma che poi si articolano insupposizioni, opinioni personali e teorie complottistiche,senza un adeguato contraddittorio che possa esprimereposizioni differenti e supportate da elementi di fatto.Anche la politica non è da meno, per cui si annoveranoleader di partito che divulgano video riesumati dalleteche della TV di Stato per avvalorare la teoria com-plottistica sull’origine di SARS-CoV-2, Ministri dellaSalute di Stati vicini che lanciano anatemi controalcuni farmaci antinfiammatori, colpevoli, a loro dire,di aggravare il decorso clinico della COVID-19, e, fi-nanche, il leader della più grande potenza mondialeche caldeggia l’assunzione intradermica od orale di di-sinfettanti a basso costo per combattere la malattia.Un impazzimento globale, che solo in parte è dovutoad ignoranza, ma molto più a calcoli politici di merotornaconto elettorale. Devo dire, però, che anche leistituzioni scientifiche hanno contribuito a generareconfusione nella popolazione, rendendola più permeabileall’attecchimento di notizie false o, comunque, non ve-rificate. Pochi forse ricordano che all’inizio della pan-demia, l’OMS escluse un ruolo significativo degli asin-tomatici nell’epidemiologia di SARS-CoV-2, lanciandosianch’essa in una affermazione non supportata daevidenze scientifiche. Anzi, proprio l’esperienza dei co-ronavirus animali testimonia che gli asintomatici sonoanche più pericolosi dei sintomatici; infatti l’OMS si èdovuta ricredere man mano che arrivavano le primeevidenze scientifiche.Tra l’altro, alcuni studi di psicologia hanno dimostratoche il flusso informativo incontrollato, anziché spingerciad una riflessione critica, non fa che rafforzare le con-vinzioni che già abbiamo, per cui siamo portati incon-sciamente a selezionare e far propri i post, i commentied i video che confermano le nostre opinioni, anzichémetterle in crisi. Un’infodemia che si propaga più velocemente del virus,rendendo difficile il controllo della vera epidemia graziealla diffusione di fake news. Come docente sono parti-colarmente preoccupato, perché si tratta di un fenomenomolto pericoloso che potrebbe far presa anche sui nostristudenti, facendoli deviare da un approccio rigidamente

NICOLA DECARODipl. ECVM

Professore ordinario di malattie infettive deglianimali Dipartimento di Medicina veterinaria

dell’Università di Bari

30 GIORNI APRILE 2020_Layout 1 12/05/20 14:54 Pagina 7

Page 8: Dietro la maschera - trentagiorni.it · cuperare nuovi parametri di riferimento, che non po-tranno essere rappresentati dai vincoli economici, ma dagli interessi da proteggere. È

8

Intervistaa cura di Roberta Benini

scientifico, come è quello che quotidianamente cerchiamodi dare. Non dobbiamo dimenticare che l’Italia è lapatria di Galileo, l’inventore del metodo sperimentale,che ancora oggi guida le ricerche in campo scientifico.Combattere le fake news e vagliare criticamente lamole di informazioni da cui siamo investiti quotidiana-mente rappresentano una sfida che la comunità scientificadeve saper vincere nel futuro immediato, se vogliamocontrollare bene e rapidamente la pandemia in corso.

Biosicurezza è un termine che è stato pocoutilizzato dai media. Perché è ostico o perchénon compreso nella sua importanza?La mia opinione è che il termine biosicurezza non solosia ostico, ma possa essere compreso dalla popolazionegenerale nella sua accezione più ristretta, riferita allenorme ed alle misure di sicurezza per il contenimentodel rischio biologico nei laboratori, evocando ancorauna volta scenari inquietanti in relazione all’origine la-boratoristica di SARS-CoV-2. Non a caso, nel contestodi questa pandemia, si è sentito parlare di biosicurezzasolo quando nei media è comparsa, a più riprese, la

falsa notizia della fuga del virus da un laboratoriocinese di contenimento biologico. In campo veterinariola biosicurezza è ben conosciuta, poiché si applica quo-tidianamente negli impianti di macellazione, nei labo-ratori di sezionamento delle carni, negli allevamentidegli animali da reddito, nelle cliniche veterinarie, asalvaguardia della salute umana ed animale. Tutte lemisure restrittive ed igienico-sanitarie adottate nel-l’ambito della pandemia da SARS-CoV-2 rientranonella biosicurezza, perché sono volte ad interrompere(o, per lo meno, a ridurre) la circolazione virale medianteil lockdown, la quarantena dei soggetti infetti od esposti,il distanziamento sociale, l’utilizzo dei dispositivi diprotezione individuale (mascherine, guanti monousoed altri presidi sanitari) non solo in ambito ospedaliero,ma anche nel contesto lavorativo e della vita quotidiana.Oggi siamo tutti più consapevoli dell’importanza diqueste misure, a volte draconiane, inizialmente avversate,tanto che il semplice utilizzo delle mascherine, che inuna prima fase quasi ci imbarazzava, è entrato nelnostro modo di vivere e penso che ci accompagnerà perparecchi mesi, se non anni. Specifiche norme di biosi-

curezza che riguardano il versante veterinario dellapandemia sono state recentemente elaborate dall’IstitutoSuperiore di Sanità (https://www.iss.it/rapporti-covid-19), che ha pubblicato linee guida sull’igiene deglialimenti e sulla corretta gestione degli animali da com-pagnia (queste ultime anche con il mio contributo).

Sono stati fatti paragoni con pandemie piùrecenti come la SARS. Cosa si era imparatoda quella pandemia? Le conoscenze acquisitesono state utilizzate ?La SARS, originatasi nel 2002 nella provincia cinesedel Guangdong, fu in grado di generare dei cluster diinfezione, anche importanti, in altre nazioni, ma a set-tembre del 2003 era stata completamente eradicata.La SARS non è mai diventata una pandemia, arre-standosi al livello di epidemia perché, pur colpendoPaesi di diversi continenti, non si è diffusa a livelloglobale ed è stato possibile eradicarla. Questo ha rap-presentato sicuramente un fatto positivo, ma, allostesso tempo, ci ha illuso del fatto che qualunque viruspotenzialmente pandemico potesse essere facilmente

Global examples of emerging and re-emerging diseases

30 GIORNI APRILE 2020_Layout 1 12/05/20 14:54 Pagina 8

Page 9: Dietro la maschera - trentagiorni.it · cuperare nuovi parametri di riferimento, che non po-tranno essere rappresentati dai vincoli economici, ma dagli interessi da proteggere. È

Intervistaa cura di Roberta Benini

9

debellato. La precoce estinzione dell’epidemia ha anchedisincentivato gli investimenti delle case farmaceutichenello sviluppo di vaccini e terapie antivirali, che oggiavrebbero fornito conoscenze fondamentali sulle carat-teristiche immunologiche di SARS-CoV-2 e sulla suasensibilità a sostanze antivirali. Una migliore conoscenzadelle caratteristiche immunologiche del virus dellaSARS sarebbe stata utile per elaborare ipotesi più con-crete sulla possibilità di reinfezione con SARS-CoV-2(evenienza per la quale non ci sono ancora certezze).Allo stesso tempo, uno dei principali timori riguardo lapossibilità di mettere a punto un vaccino per SARS-CoV-2 deriva proprio dalla negativa esperienza deivaccini sperimentali per SARS-CoV-1. Questi vaccini,una volta testati sugli animali, sono risultati non solonon protettivi, ma addirittura dannosi, perché inne-scavano un fenomeno molto noto in medicina veterinariache è l’antibody dependent enhancement (ADE). Insostanza i vaccini per la SARS stimolavano la produzionedi bassi titoli di anticorpi citofili, che, anziché neutra-lizzare il virus patogeno, ne facilitavano l’ingresso nellecellule da infettare, aggravando così il decorso clinicodella malattia. Una situazione analoga si è verificatacon la peritonite infettiva felina, per la quale non èstato possibile allestire un vaccino efficace e sicuro.Naturalmente non sappiamo se ulteriori studi e la spe-rimentazione clinica nell’uomo avrebbero portato allo

sviluppo di un vaccino efficace, perché l’eradicazionedella malattia comportò anche un minore interesse deiricercatori e, soprattutto, un disinvestimento da partedelle case farmaceutiche. Quello che sicuramente avremmo dovuto imparare dallaSARS (e non l’abbiamo fatto!) è l’importanza dei pianidi preparazione e risposta alle pandemie, piani che sonostati elaborati, ma che spesso sono rimasti sulla carta,anche per la mancanza di risorse economiche adeguate.

E questa pandemia  finora cosa ci insegna ecosa è ancora necessario per comprenderlanella sua complessità?Questa pandemia, per quanto terribile e luttuosa possaessere, ci sta dando tanti insegnamenti. Il più evidenteè che dobbiamo tenerci stretta la sanità pubblicaitaliana, con tutte le sue contraddizioni e le sue lacune,ma anche con le sue punte di diamante e la stoica ab-negazione della classe medica ed infermieristica. Setanti pazienti hanno potuto superare la malattia, lodobbiamo soprattutto al fatto di avere una sanità pub-blica che non lascia indietro nessuno, a prescinderedalle possibilità economiche. Certamente la pandemiaha anche evidenziato che la contrazione degli investimentinel sistema sanitario nazionale, a lungo andare, nonpaga. Il progressivo indebolimento della medicina ter-ritoriale e di comunità, a vantaggio delle attività ospe-daliere, spesso private, non ha consentito un’ottimalegestione domiciliare dei pazienti COVID positivi, che,in molti casi, non avrebbero richiesto l’ospedalizzazione.La riduzione dei posti di terapia intensiva ha fatto sìche il sistema sanitario fosse impreparato alla gestionesimultanea di un così alto numero di pazienti gravi. Lamancanza (o la mancata applicazione) di rigidi protocollidi biosicurezza nelle strutture sanitarie, incluse le RSA,ha determinato l’insorgenza di cluster di infezioni ospe-daliere a volte molto ampi. Un insegnamento meno

evidente al grande pubblico, ma molto importanteanche per il coinvolgimento della classe medica veteri-naria, è rappresentato dalla corretta gestione delle in-terazioni uomo-animali-ambiente. Se un virus del pipi-strello si è potuto adattare all’uomo, acquisendo la ca-pacità di trasmettersi attraverso il contagio interumano,lo dobbiamo anche alla miope gestione dell’ambiente edegli animali. C’è, però, una lezione positiva che cilascia questo coronavirus, che è la nostra grande capacitàdi operare in condizioni di emergenza, recuperandolacune colpevolmente accumulate nel corso del tempo.Un esempio è fornito proprio dalle università, che inmolti casi sono state spiazzate dall’improvvisa interru-zione della didattica in presenza e non sempre eranopronte a passare a modalità alternative di erogazionedell’offerta formativa. Anche in quei contesti dove sipartiva da zero, si è riusciti in pochi giorni a colmaregap che si trascinavano da anni, assicurando in brevissimotempo una didattica online di qualità elevata. Molti sono ancora i punti da chiarire sulla pandemia incorso. Il primo elemento riguarda sicuramente l’originedel virus: capire i meccanismi attraverso i quali SARS-CoV-2 è passato dal pipistrello all’uomo e quali eventualiospiti intermedi sono stati coinvolti nell’adattamentodel virus alla specie umana rappresenta un tassello es-senziale per ricomporre il puzzle della complessa ecologiadei coronavirus animali ed umani ed è utile per com-prendere quali azioni intraprendere per ridurre il rischiodi insorgenza di nuovi virus pandemici. Un altroelemento fondamentale è la piena comprensione del-l’immunologia di SARS-CoV-2: stabilire quanto siaprotettiva l’immunità conseguente all’infezione naturalee se siano possibili reinfezioni è di vitale importanzaper decidere quanti sforzi debbano essere profusi (equante risorse investite) nella ricerca disperata di unvaccino, oppure se sia meglio concentrare tutte leenergie nello sviluppo di farmaci antivirali.

“Quello che sicuramenteavremmo dovuto imparare dallaSARS (e non l’abbiamo fatto!) è

l’importanza dei piani dipreparazione e risposta alle

pandemie”

Pho

to b

y N

atal

ie N

g on

Uns

plas

h

30 GIORNI APRILE 2020_Layout 1 12/05/20 14:54 Pagina 9

Page 10: Dietro la maschera - trentagiorni.it · cuperare nuovi parametri di riferimento, che non po-tranno essere rappresentati dai vincoli economici, ma dagli interessi da proteggere. È

10

Agli animali  vengono attribuite qualità/ruolidiversi che spaziano da componenti del nucleofamiliare a serbatoi di malattie spesso senzareali conoscenze oppure per paure o antipatieverso una determinata specie. Le conseguen-ze  sono note. È utopistico immaginare una capillare divul-gazione scientifica  anche e soprattutto primadelle emergenze per fornire una preparazionedi base a tutta la comunità?Gli animali: “croce e delizia al cor”, potremmo dire, ri-facendoci ad un passo de “La Traviata” di GiuseppeVerdi. Se è vero che oltre il 70% delle malattie emergentidell’uomo è di origine zoonosica, riconoscendo quindiun serbatoio animale, è anche vero che il passaggio al-l’uomo degli agenti patogeni di origine animale riconoscetra le cause una poco corretta gestione del rapportouomo-animale. Anche in questo campo, però, è la di-sinformazione a farla da padrona. Il fatto che glianimali siano serbatoio di molte zoonosi è ben notoalla comunità scientifica ed a quella medico-veterinariain modo particolare. Questa realtà, tuttavia, è ignoratada gran parte della popolazione che, spesso, non attuacomportamenti ispirati al principio di precauzione, nelrispetto delle più elementari norme igienico-sanitarie(di biosicurezza, diremmo a questo punto). L’ingiustificatoallarmismo generato nei proprietari di animali dallesporadiche segnalazioni di casi di infezione da SARS-CoV-2 in cani e gatti si inquadra bene nella campagnadi disinformazione che caratterizza la pandemia su piùfronti. Cane e gatto possono infettarsi con SARS-CoV-2, ma, in base alle conoscenze disponibili al momento,risultano vittime del contagio umano più che untori diun virus che, è bene ribadirlo, si trasmette da uomo auomo con estrema efficienza, senza avere bisogno di unpassaggio nell’animale. Questo concetto è stato ribaditoa più riprese da organizzazioni scientifiche nazionali edinternazionali, società specialistiche e singoli ricercatori,ma probabilmente non è riuscito a penetrare la coltredi diffidenza per la scienza ufficiale che ormai attanaglialarghe fasce della popolazione, segnando l’ennesimasconfitta della divulgazione scientifica. Oggi più chemai, in un momento di quarantena forzata, gli animalidomestici (cani, gatti e specie minori) svolgono unruolo sociale fondamentale, rappresentando spessol’unica compagnia per anziani altrimenti soli. Risultaquanto mai necessario, pertanto, che la comunità scien-tifica sia in grado di trasmettere messaggi chiari, possi-bilmente univoci, pur nel rispetto delle diverse posizionied opinioni che esistono anche tra persone di scienza,non solo nei periodi emergenziali, ma anche e soprattuttonei periodi di “normalità”, in modo da fornire una ade-guata conoscenza di base e preparare il terreno per unavalutazione maggiormente critica dei flussi informativiche provengono da fonti anche incontrollate.

In medicina veterinaria i Coronavirus sononoti e studiati da molto tempo. Quale è ilrapporto fino ad oggi fra le conoscenze scien-tifiche, il grande numero di pubblicazioni ele politiche sanitarie, nazionali ma soprattuttoglobali?I coronavirus, o per lo meno le malattie da essi causate,sono noti in medicina veterinaria da oltre un secolo. Labronchite infettiva del pollo (IB) e la peritonite infettivafelina (FIP) sono tra le coronavirosi più studiate,proprio perché note da più tempo, e per le quali più si èlavorato per lo sviluppo di vaccini e/o farmaci antivirali.Per la IB sono disponibili in commercio vaccini efficaci,che, se non proteggono dall’infezione, sono almeno ingrado di impedire la diffusione sistemica del virus, evi-tando la sua diffusione al tratto riproduttore ed ai reni.A causa della notevole variabilità antigenica, cui il

virus della IB è andato incontro nel corso degli anni,questi vaccini non proteggono da tutte le varianti at-tualmente circolanti. Per la FIP, invece, non si è riuscitia mettere a punto un vaccino sicuro ed efficace, ma laterapia antivirale ha registrato notevoli progressi negliultimi anni, grazie all’impiego promettente di inibitoridelle proteasi e di analoghi nucleosidici, che rientranonei protocolli terapeutici utilizzati anche per COVID-19. È, inoltre, impressionante la mole di lavori scientificiche riguardano l’identificazione di nuovi coronavirusnegli animali, specie nei pipistrelli, e lo studio dei mec-canismi evolutivi attraverso i quali i coronavirus ac-quisiscono la capacità di passare da una specie all’altra,fino ad infettare l’uomo. La ricerca scientifica ha am-piamente documentato come nei pipistrelli alberghinoun’incredibile varietà di coronavirus e come alcuni diquesti ceppi possano tranquillamente passare all’uomosenza un necessario adattamento in altri animali. Graziealla ricerca sappiamo anche che i wet market rappre-sentano un elemento di elevato rischio ai fini della cir-colazione interspecifica dei coronavirus e del loropossibile adattamento all’uomo. Eppure nulla si è fattoper arginare questo rischio, nonostante l’esperienzadella SARS e dell’influenza aviaria da virus H5N1 adelevata patogenicità, entrambe originatesi in una pro-vincia cinese, il Guangdong, dove la stretta coabitazionetra uomo ed animali di specie diverse e la presenza dimercati di animali vivi, spesso appartenenti a specieselvatiche, ha rappresentato e continua a rappresentareun’eccezionale opportunità per i coronavirus ed altriagenti patogeni di conquistare nuove popolazioni re-cettive. Per non parlare della ben più complessa pro-blematica dell’insano rapporto uomo-ambiente, in re-lazione al quale abbiamo già dato conto di come possafavorire la comparsa di ceppi pandemici. È evidente,quindi, che le politiche sanitarie globali non abbianorecepito fino in fondo le indicazioni che provenivanodal mondo scientifico. I tentativi, osservati negli ultimidecenni, di agenti virali diversi (virus influenzale H5N1,SARS-CoV-1, MERS-CoV, Ebola) di adattarsi all’uomo,generando epidemie di notevole portata, non hanno in-fluenzato in maniera significativa le politiche sanitariedei governi in previsione di una possibile pandemia,tanto che ci si è trovati completamente impreparatialla gestione di questa emergenza sanitaria.

Anche a livello nazionale poco si è tenuto conto delleconoscenze scientifiche acquisite nel corso degli anni,nonché delle competenze specifiche presenti sul territorio,prime tra tutte quelle dei Dipartimenti di MedicinaVeterinaria, che non hanno visto un pieno coinvolgimentonella gestione di un’emergenza sanitaria per la qualel’esperienza maturata in ambito universitario sarebbestata utile. Lo stesso ruolo del medico veterinario qualeoperatore di Sanità Pubblica, nell’ottica One Health,non è pienamente riconosciuto dalla stragrande mag-gioranza della popolazione e, purtroppo, anche da unaparte consistente della classe politica. Pochi conosconogli Istituti Zooprofilattici Sperimentali, le loro funzioninell’ambito del SSN ed il loro coinvolgimento nelladiagnostica di laboratorio della pandemia in corso. Cer-tamente la diffidenza a volte esistente tra Istituti Zoo-profilattici, università e liberi professionisti non è fun-zionale ad una piena conoscenza del ruolo del medico

veterinario nell’ambito della Sanità Pubblica. Ne èultima testimonianza la sconfortante interrogazioneparlamentare di una deputata della Repubblica Italiana,che lamentava la programmata assunzione di “ben” 18dirigenti veterinari presso il Ministero della Salute nel-l’ambito della gestione dell’attuale emergenza sanitaria.La parlamentare in questione si chiedeva come mai sipensasse ad assumere veterinari nell’ambito dell’emer-genza COVID-19, non essendosi verificata una moriadi vacche (e qui viene spontaneo il richiamo alla “moriadelle vacche” nella esilarante scena della dettaturadella lettera alla malafemmina del famoso film conTotò e Peppino). Tanto lavoro c’è ancora da fare perché,nel sentimento comune, la figura professionale delmedico veterinario è ancora troppo legata solo ed esclu-sivamente alla cura degli animali d’affezione e dareddito, mentre le competenze in Sanità Pubblica sono,in larga parte, misconosciute. Si tratta di un obiettivocomune che solo il superamento degli steccati ideologiciesistenti tra le varie componenti della Medicina Veteri-naria potrà portare a compimento in una visioneunitaria della categoria.

Mentre siamo alle prese con il contenimentodi una malattia che si diffonde da persona apersona altre zoonosi o possibili emergenticontinuano a aggirarsi. Ipotizzare una diver-sa  prevenzione e in quali termini, è prema-turo?Sicuramente negli ultimi mesi la pandemia ha catalizzatol’attenzione globale, distogliendola da problematichesanitarie e socioeconomiche che c’erano prima e reste-ranno anche dopo questa emergenza. Fondamentalmentesi dovrebbe riflettere sulle politiche ambientali degliultimi decenni, per non ripetere gli stessi errori delpassato. L’attuazione di politiche globali che contemplinoun maggiore rispetto per l’ambiente e per il territorio,troppo intensamente depauperati e sfruttati, nell’otticadi un vantaggio immediato e senza una riflessionecritica sulle ripercussioni a lungo termine dello sfrutta-mento incontrollato delle risorse naturali, rappresentauna misura che nel medio-lungo termine porterebbe aduna riduzione del rischio zoonosico connesso alla diffu-sione di patogeni animali reclusi in circoscritte nicchieecologiche. Un ripensamento delle politiche energeticheinciderebbe positivamente sui cambianti climatici, chenon sono direttamente coinvolti nell’insorgenza diquesta pandemia, ma che giocano un ruolo di primopiano nelle malattie trasmesse da vettori, a causa dellaprogressiva tropicalizzazione del clima nelle regionitemperate, con espansione del raggio di distribuzionegeografica di vettori di agenti zoonosici (virus WestNile, Usutu, Chikungunya, ecc.). Nell’immediato, ilbando dei wet market rappresenta una misura concretaper ridurre la circolazione virale tra le diverse specieanimali e tra queste e l’uomo. C’è bisogno, però, del-l’acquisizione di una coscienza collettiva perché si possafare pressione sui governi degli stati asiatici ed africaniin modo che questo bando venga effettivamente realiz-zato, superando tradizioni culturali e culinarie che ogginon hanno più senso di esistere o che almeno vanno ri-condotte nell’ambito della sicurezza degli alimenti.Infine, è necessario un ripensamento del rapporto trauomo ed animali, anche per quanto attiene l’adozionedelle elementari norme igienico-sanitarie ogni voltache si ha a che fare con qualunque animale, anche do-mestico. Oggi tutti raccomandano queste norme, maonestamente non penso che una larga fascia della po-polazione si lavasse le mani dopo aver accarezzato uncane od un gatto. La medicina preventiva deve quindientrare a pieno titolo nelle nostre vite quotidiane,tenendo presente che anche in questo ambito le compe-tenze della classe medico-veterinaria sono indubbie.

Intervistaa cura di Roberta Benini

“I coronavirus sono noti inmedicina veterinaria da oltre un

secolo. La bronchite infettivadel pollo e la peritonite infettiva

felina sono tra le coronavirosipiù studiate”

30 GIORNI APRILE 2020_Layout 1 12/05/20 14:54 Pagina 10

Page 11: Dietro la maschera - trentagiorni.it · cuperare nuovi parametri di riferimento, che non po-tranno essere rappresentati dai vincoli economici, ma dagli interessi da proteggere. È

Intervistaa cura di Roberta Benini

Antonio Soriceracconta la sua esperienza

di direttore sanitariodell’ATS di Bergamo

Pho

to b

y M

attia

Ber

icch

iaon

Uns

pla

sh

11

I media hanno sottolineato il titolo di laureae l’avverbio temporaneamente, quasi a volerrassicurare su questo incarico, probabilmenteignorando le competenze  acquisite. La si-tuazione di Bergamo è nota e il ruolo è cer-tamente molto delicato. Un commento su(questi) primi giorni?Quando la Direzione della ATS di Bergamo mi hachiesto la disponibilità ad assumere questo coordinamentoorganizzativo non ho potuto ovviamente tirarmi indietro,per senso del dovere ma soprattutto per Bergamo. Ledefezioni causate dal Sars-Cov2, che ha colpito anche i

colleghi Medici, stavano creando una situazione moltodifficile proprio nel momento in cui nella crisi sanitariache ha colpito tragicamente la nostra città e la nostraprovincia si intravedeva un allentamento della pressionesugli ospedali ma rimaneva e rimane molto pesante sulterritorio.Devo dire però che a differenza di alcune esternazionipubbliche da alcune parti della categoria i colleghiMedici degli altri Dipartimenti aziendali, per altro va-lidissimi, si sono messi immediatamente a disposizionefacilitando un lavoro di squadra che ha consentito dimantenere alto il livello di sorveglianza che si era reso

Un medico veterinario dal 30 marzo ha la responsabilità dicoordinare i dipartimenti di area medico sanitaria dell’ATSdi Bergamo. Sono state affidate le funzioni di coordinamentoorganizzativo dei dipartimenti afferenti alla direzionesanitaria, in sostituzione del Direttore Sanitario.

ANTONIO SORICEDipartimento Veterinario Ats Bergamo

30 GIORNI APRILE 2020_Layout 1 12/05/20 14:54 Pagina 11

Page 12: Dietro la maschera - trentagiorni.it · cuperare nuovi parametri di riferimento, che non po-tranno essere rappresentati dai vincoli economici, ma dagli interessi da proteggere. È

12

Intervistaa cura di Roberta Benini

in quel periodo difficile, d’altro canto a Bergamo nonavevamo e non abbiamo tempo per perderci in inutilipuntualizzazioni.

Quale è il valore aggiunto che un medico ve-terinario apporta in una situazione di pande-mia?I medici veterinari non hanno mai perso l’abitudine adaffrontare focolai di malattie infettive, di natura e diorigine diversa ma sempre di malattie a rischio epidemico,molto spesso dimentichiamo che in Italia abbiamo de-bellato l’Afta Epizootica e la Rabbia, abbiamo affrontatopiù volte focolai epidemici di Malattia Vescicolare, diPeste Suina, di Influenza Aviaria, di Blue Tongue. Ab-biamo da sempre un approccio molto pratico ed ancheaggressivo, mi si passi il termine, nelle rare occasioni incui abbiamo avuto tentennamenti nei provvedimentida adottare li abbiamo pagati a caro prezzo, sia sanitarioche economico, ed abbiamo imparato che non ce lo sipuò permettere. Con tutto il rispetto dovuto i paragonisono difficili, è ovvio, si dirà che si tratta di malattieche colpiscono gli animali ed il Sars-Cov2 colpiscel’uomo, ma a mio parere l’approccio da veterinari in si-tuazioni epidemiche o pandemiche può essere utile, nelrispetto delle competenze, ma nel metodo sicuramente.Personalmente ritengo fondamentale che in ogni TaskForce convocata in caso di emergenze epidemiche, Mi-nisteriale, Regionale e Aziendale, il medico veterinariodebba sedersi al tavolo con pieno titolo per portare leproprie competenze ed il proprio contributo… un po’di esperienza ne abbiamo.

E nella prevenzione? A maggior ragione nella prevenzione! I piani di moni-toraggio che implementiamo secondo le direttive Co-munitarie, Ministeriali e Regionali ci consentono di in-tercettare precocemente focolai di malattie infettive edagire tempestivamente, nonostante la prevenzione siada sempre la “cenerentola” per quanto riguarda gli in-vestimenti nel SSN.

La prevenzione delle malattie non siottiene   solo tramite vaccinazione, ancheperché un vaccino efficace richiede tempilunghi. Dal suo punto di vista quale altre mi-sure sono necessarie? Saranno necessari  cam-biamenti anche di approccio alle malattie?La vaccinazione è fondamentale, è bene ribadirlo, èuno degli strumenti fondamentali di prevenzione, soloper fare esempio, ricordo che solo una poderosa campagnadi vaccinazione, in ambito veterinario, ha consentito alnostro Paese di debellare una malattia poco contagiosama mortale come la rabbia.Tuttavia non è l’unico strumento. La prevenzione si facon il continuo monitoraggio del territorio, l’attenzioneagli eventi sentinella, gli screening, i corretti compor-tamenti, gli stili di vita, ma io credo che il medico vete-rinario abbia sviluppato una capacità che può potenziaregli strumenti di prevenzione propriamente detti, la“capacità predittiva”. Mi è capitato di ribadirlo invarie occasioni, per formazione, abitudine, per “formamentis” insomma, abbiamo sviluppato la capacità diraccogliere le informazioni e prevedere le conseguenzedelle azioni da mettere in atto, scegliendo nella maggiorparte dei casi quelle più efficaci. Lo facciamo quotidia-namente, a volte senza rendercene conto, dobbiamo as-solutamente valorizzare questa capacità e metterla adisposizione del sistema.

Molti colleghi si sono domandati se in questapandemia il ruolo della professione medicoveterinaria sia stato sminuito o comunquenon considerato. È un pensiero legittimo?

Tranne coinvolgimenti a macchia di leopardo questa èla sensazione, anche se ritengo non sia una scelta voluta.Credo che gli accadimenti così repentini e drammaticinon abbiano consentito un coinvolgimento sistemicodella nostra professione.Abbiamo la fortuna di avere nel nostro Paese Colleghidi altissimo livello, sul territorio, nelle Università, negliIstituti Zooprofilattici, colleghi che sovente vengonochiamati a dare il loro contributo ma che in questa oc-casione non sono stati considerati dal sistema, nonostantele esperienze, le pubblicazioni, le indubbie capacità inmateria di epidemie o pandemie.

Il concetto di One Health prima della pandemiaaveva una visibilità notevole, ora sembra unpo’ trascurato. Cosa ne pensa?Siamo ancora travolti dagli accadimenti e purtroppo sifa ancora molta fatica a pensare con lucidità. Pensoche un Paese come il nostro, a più di due mesi dal-l’esplosione della pandemia, oltre a rincorrere i problemidebba seriamente riflettere su questo tema e seriamentemettere le basi per un approccio one health, un approccioattraverso il quale tutte le professioni possano fornireil loro contributo, ripeto, nel rispetto delle competenze,senza pregiudizi. Non ci possiamo più permettere at-teggiamenti corporativistici, non fanno bene alla salutedei cittadini.

Le emergenze sono oggetto di studio e di si-mulazioni. Sono state sufficienti?Credo che sia emerso in tutta la sua evidenza che nonsono state sufficienti. Ci siamo resi conto di avere neicassetti Piani per le emergenze e là sono rimasti. Nonabbiamo avuto evidenza di una preparazione adeguataall’emergenza anche se bisogna riconoscere che un’emer-genza epidemica di questa entità non era facile da pre-vedere e le informazioni che sono arrivate dalla Cina edalle istituzioni sanitarie internazionali nelle prime fasinon hanno certo aiutato.Bisogna onestamente riconoscere che sono stati fattidegli errori, errori dovuti ad una insufficiente prepara-zione. Il principio basilare di tutti i piani per le emergenzeè che bisogna preparasi in “tempo di pace”, nel momentodi esplosione dell’emergenza non c’è tempo per orga-nizzare quanto non è stato organizzato prima, lineechiare di comando, ruoli decisionali, strumenti legislativi,competenze, procedure di intervento. Preparasi in“tempo di pace” è il principio basilare di tutte le emer-genze.

Questa pandemia cosa ci sta insegnando?Ci sta insegnando che l’altra parte del mondo è moltopiù vicina di quello che si pensava anche da un puntodi vista epidemico. Negli ultimi decenni, grazie anchealla tecnologia abbiamo ridotto le distanze tra i paesidel mondo. Fino a tre mesi fa davamo per scontato chefossimo più vicini all’altra parte del modo dal punto di

vista delle comunicazioni, del commercio, dei viaggi,ma ancora non eravamo abituati a considerarci vicinida un punto di vista epidemico.Quando è esploso il focolaio di Coronavirus a Wuhan,in Cina, sembrava a tutti ancora lontano, non ci ri-guardava, come con la SARS e la MERS si pensavanon diventasse un nostro problema se non marginale,ed abbiamo invece scoperto a nostre spese che era piùvicino di quanto pensassimo, probabilmente era giàqui, tra noi. Questo è stato un tragico errore che ab-biamo pagato e stiamo pagando drammaticamente.

Il SARS-CoV 2 si è diffuso su tutto il pianetae in Italia ci sono cluster significativi e dram-matici. Poteva andare in modo diverso? È mancatoqualcosa?Con il senno di poi sarebbe facile dire che cosa è statosbagliato, si sono certamente compiuti degli errori chehanno avuto esiti drammatici. Non so se poteva andarein modo diverso, nessuno può dirlo ma certamente lamia esperienza diretta porta a dire che vi siano diverseconcause che hanno avuto un peso significativo, alcunerecenti altre antiche, alcune sistemiche altre di ordinedecisionale. Nel nostro Paese l’ormai cronico definanziamento delSSN, la frammentazione del nostro SSN in ventuno Si-stemi Sanitari Regionali, l’impreparazione strutturalealle emergenze epidemiche sia in termini di risorse chedi strumenti, conflitti decisionali e di competenze aipiù alti livelli, carenze di risorse umane, sono certamenteconcause che hanno reso i servizi territoriali deboli edimpreparati.

I servizi veterinari sono stati definiti essenzialifin dal primo DPCM. Cosa significa per laprofessione questo riconoscimento?Una presa d’atto anche se non scontata, sarebbe statogravissimo il contrario.I servizi veterinari intesi come attività di tutti i mediciveterinari, delle ASL, degli Istituti Zooprofilattici, con-sulenti delle Industrie alimentari, Liberi Professionistiche si occupano di animali da reddito o d’affezione,svolgono un ruolo fondamentale per la salute pubblica,in tempi di pace ed in emergenza.Le attività indifferibili dei servizi veterinari hanno ga-rantito la continuità produttiva del settore agroali-mentare. Il mantenimento dello stato sanitario degliallevamenti, le certificazioni per le esportazioni sonostati garantiti anche durante l’emergenza senza inter-ruzioni, in collaborazione con le attività dei colleghiliberi professionisti sugli animali da reddito che hannogarantito le visite negli allevamenti, la salute ed il be-nessere degli animali. Cosi come indifferibili sono statele attività dei colleghi che si occupano di animali d’af-fezione, che in un momento di grave crisi di ordine sa-nitario, ma anche di ordine sociale, hanno garantito levisite e gli interventi urgenti salvaguardando la salutedi questi animali che in molti casi sono ben più di unacompagnia per molte persone soprattutto anziane.I servizi veterinari sono stati definiti essenziali, fin dalprimo DPCM? Direi che la professione se lo merita, direi che tutti iVeterinari hanno reso e stanno rendendo un grandeservizio al nostro Paese.

“Una poderosa campagna divaccinazione, in ambito

veterinario, ha consentito alnostro Paese di debellare unamalattia poco contagiosa ma

mortale come la rabbia”

“Il principio basilare di tutti i piani per le emergenze

è che bisogna preparasi in “tempo di pace”

“Quando è esploso il focolaio di Coronavirus a

Wuhan, in Cina, sembrava atutti ancora lontano”

30 GIORNI APRILE 2020_Layout 1 12/05/20 14:54 Pagina 12

Page 13: Dietro la maschera - trentagiorni.it · cuperare nuovi parametri di riferimento, che non po-tranno essere rappresentati dai vincoli economici, ma dagli interessi da proteggere. È

Intervistaa cura di Roberta Benini

13

Con COVID-19 i wet market del sud est asia-tico, realtà che molti preferivano ignorare,sono entrati nel linguaggio comune anche inItalia. Cosa sono esattamente? Sono molto diffusi/ frequentati? I wet markets non sono altro che mercati rionali dovevendono di tutto: dalla frutta alla carne, dalle speziealle cose per casa. Inoltre, in alcuni wet market sipossono anche trovare animali non convenzionali comeper esempio pipistrelli, coccodrilli, procioni, zibetti,volpi, etc. Questi mercati si chiamano “wet market” perché hannoil pavimento sempre bagnato. Questo è dovuto al fatto

che i commercianti macellano gli animali sul posto epoi gettano l’acqua per lavare i pavimenti. I wet marketsono diffusi in tutta l’Asia. Se non ricordo male, Taiwanaveva emanato una legge anni fa per la proibizione dimacellare animali nei wet markets.

Le abitudini alimentari dei cinesi spesso sonoconsiderate crudeli, soprattutto per quantoriguarda specie che in occidente sono consi-derate da compagnia e per l’esposizione diazioni che invece qui sono visibili solo neimacelli. Quale è l’approccio cinese sull’ali-mentazione?Negli ultimi 30 anni si è assistito ad una crescita eco-

SARA PLATTO

Sara Platto, laureata in medicinaveterinaria, professore associatodi comportamento e benessereanimale alla facoltà di ScienzeBiologice della JianghanUniversity di Wuhan, segretariogenerale Biology and Scienceethics (BASE) alla ChinaBiodiversity Conservation andGreen development Foundation(Beijing, China).

Da Wuhan Sara Platto descrive la situazione in Cina

30 GIORNI APRILE 2020_Layout 1 12/05/20 14:54 Pagina 13

Page 14: Dietro la maschera - trentagiorni.it · cuperare nuovi parametri di riferimento, che non po-tranno essere rappresentati dai vincoli economici, ma dagli interessi da proteggere. È

14

Intervistaa cura di Roberta Benini

nomica della classe media in tutta l’Asia. Questo haportato ad un incremento del mercato illegale di animaliselvatici. La ragione è che per le classi sociali che sisono arricchite, acquistare una medicina che deriva daun animale selvatico, o consumarne la carne è diventatouno status symbol. Per una persona agiata il consumodella carne di un animale selvatico raro ha il significatoche quella persona ha raggiunto un certo livello nellaclasse sociale. Per fortuna non tutte le persone seguonolo stesso ragionamento. Inoltre in Asia il concetto della“face” è molto importante. “Give face” a qualcunovuol dire riconoscerne lo status attraverso diversi at-teggiamenti tra cui il regalare oggetti di diverso tipo,inclusi prodotti derivati da animali selvatici.

Da mesi le conseguenze dell’epidemia diPeste suina africana in Cina sono conosciutee si possono riassumere in un drastico calodell’offerta e rialzo dei prezzi. Alcuni articoli hanno ipotizzato che questasituazione abbia fatto aumentare il ricorsoad altre fonti, ampliando il fenomeno deltraffico illegale di animali facilitando il saltodi specie. È una ipotesi plausibile? No. Nonostante l’aumento del prezzo, la carne suina èancora uno dei primi prodotti nel paniere dei consumidella famiglia media cinese, con pollo e riso.

Mentre la pandemia si affermava sono iniziatea circolare notizie sulla volontà del Governocinese per una temporanea messa al bandodella vendita di animali selvatici per uso ali-mentare.La stessa norma era entrata in vigore nel2002 in occasione della pandemia di SARSper poi essere eliminata. Le ragioni di salutepubblica mondiale e le connotazioni econo-miche saranno ragioni più stringenti per unamessa al bando definitiva?La normativa riguardante gli animali selvatici cheentrò in vigore durante la SARS era molto limitata.L’attuale legislazione approvata durante l’epidemia diCOVID19 è stata frutto della partecipazione di diverse

entità non-governative, tra cui la fondazione con cuilavoro. Ovviamente la nuova normativa possiede ancoradei fall-out, ma possiamo dire che ha fatto un enormepasso avanti rispetto a quella precedente vietando ilconsumo di tutti gli animali selvatici, esclusi alcuni un-gulati. Ovviamente bisogna ancora lavorarci per includerepunti relativi al benessere animale relativo agli alleva-menti di animali da pelliccia.

Data l’estensione geografica e le differenzeculturali è impossibile generalizzare, ma asua esperienza quale è l’approccio/sensibilitàattuale della popolazione cinese verso animalie ambiente? Negli ultimi quindici anni c’è stato un enorme cambia-mento verso gli animali, soprattutto nelle generazionipiù giovani in Asia. Si è assistito ad un aumento dellanascita di diverse organizzazioni per la protezione ani-male, sia di pets che di animali selvatici. Inoltre ilnumero di medici veterinari è aumentato e così pure il

numero di persone che hanno il cane o il gatto. Peravere, in Asia, lo stesso cambiamento osservato neipaesi occidentali 30 anni fa, ci vorrà almeno un’altragenerazione. Bisogna tenere anche presente che in ge-nerale in Asia fino a 30 anni fa la maggior parte dellepersone non avevano accesso alla carne. Il benessere indiverse classi sociali della popolazione è solo un fattomolto recente.

In questi giorni si parla dei cambiamenti cheseguiranno a questa pandemia e che sarannonecessari per superare le problematiche chestanno emergendo ora e saranno evidentinel prossimo futuro. Anche in Cina sta acca-dendo qualcosa di simile? Tutto il mondo cambierà in seguito a questa epidemia.Io spero che le persone si rendano conto che questapandemia è una responsabilità globale. Questa pandemiaè il frutto di una globalizzazione sfrenata che non hatenuto conto del “fattore natura”. Infatti, negli ultimi40 anni si è verificato un aumento di nuove malattienell’essere umano, e fra queste, il 75% sono zoonosi.Per esempio, l’aids, ebola, l’influenza aviare, il Nipahvirus nel 1998, l’Hendra virus nel 2016, la Sars nel2003-2004, la Mers nel 2012, la Q fever in Olanda nel2014. Tutte queste nuove malattie sono emerse perchél’essere umano ha invaso zone in cui normalmente nonesisteva, e facendo così è diventato il nuovo elementodi un “ciclo silvestre” per nuovi virus. Come sappiamobene, la distruzione dell’ambiente comporta una perditadella biodiversità, la quale a sua volta riduce “l’effettodiluizione”. Infatti è noto che la biodiversità, quando èmantenuta, sia in grado di esercitare un controllo sulladiffusione delle malattie. Questo vuol dire che quandosi ha una vasta gamma di “ospiti ”, molti dei quali nonadatti a ricevere il virus, il microrganismo viene inquesto modo limitato nella sua diffusione. Per questomotivo è essenziale che la gente capisca che dobbiamocambiare le nostre abitudini di vita per evitare altri di-sastri futuri. Se non decidiamo di prendere sul serio idanni che stiamo facendo all’ambiente, l’attuale pan-demia potrebbe essere solo una “prova generale”.

“Per avere, in Asia, lo stessocambiamento osservato neipaesi occidentali 30 anni fa,

ci vorrà almeno un’altragenerazione”

30 GIORNI APRILE 2020_Layout 1 12/05/20 14:54 Pagina 14

Page 15: Dietro la maschera - trentagiorni.it · cuperare nuovi parametri di riferimento, che non po-tranno essere rappresentati dai vincoli economici, ma dagli interessi da proteggere. È

15

Sono un medico anatomopatologo, lavoro nel piùgrande Ospedale cittadino di Brescia, dove oggi tuttistanno dando tutto per vincere la guerra contro ilCovid-19. Noi patologi non siamo in prima linea, siamoin trincea e forse, per questo sgradito “privilegio”, ab-biamo più tempo per riflettere sullo tsunami che ci hatravolto.C’è qualcosa che è andato storto? Qualcosa che avremmodovuto capire, prevedere e che abbiamo ignorato?Epidemia, pandemia. Concetti che si sono progressiva-mente allontanati dalla Medicina dei cosiddetti Paesiindustrializzati, non fanno più parte della nostra pre-parazione scientifica, se non a livello puramente nozio-

nistico. Li conosciamo come eventi della storia dellamedicina o li pensiamo confinati in Paesi sottosviluppati,dove cronici stati carenziali e di degrado giustificano lemalattie infettive e i contagi su larga scala. Eppure, intempi recenti, complice la globalizzazione, tutto ilmondo ha conosciuto HIV-1, SARS, Ebola e, quantomeno l’ambiente medico, anche MERS, West Nile ealtri. Virus che hanno dato luogo a focolai epidemicicostati migliaia di vittime e uno di questi, HIV-1, mi-lioni.Virus che hanno fatto un salto di specie, o più d’uno eche, dal mondo animale (del quale forse pensiamo dinon fare più parte?) nel quale erano confinati, hannosferrato terribili attacchi a noi, primati evoluti: comehanno osato?Eppure l’Homo sapiens sapiens sa che il 60% delle suemalattie infettive sono zoonosi. E che, ormai ciclicamente,se ne presentano di nuove, oscure e aggressive, chefanno danni enormi, in termini di vite umane, costi so-cio-sanitari, economia. Lo sa, ma anche con Covid-19 si è fatto trovare impre-parato.Senza avere una specifica competenza infettivologica omicrobiologica, mi attacco a Pub-Med e cerco di capireil più possibile, del virus, delle sue dinamiche, interazionicon cellule e tessuti, similitudini e differenze con i Co-ronavirus che lo hanno preceduto. Ma, paradossalmente, solo leggendo “Spillover. L’evo-luzione delle pandemie”, (David Quammen lo pubblicònel 2012!) ho capito che, in questa guerra, come inquelle precedenti, mancano attori strategicamente de-terminanti: i Medici Veterinari. Ovviamente loro cono-scono molto meglio di noi i virus animali. Eppurenessuno li ha chiamati in causa.Perché ignorare che sono loro il primo e più importantestrumento di prevenzione nei confronti delle infezionizoonotiche? Non penso solo al lavoro nei laboratori diricerca, al monitoraggio degli animali sinantropi, allespedizioni ai confini delle foreste o nelle savane perscovare nuovi virus o capire da dove originano quellinoti. Penso al controllo quotidiano dei nostri alimenti (ci ri-cordiamo dell’aviaria?), degli allevamenti, grandi opiccoli, degli animali da compagnia che adottiamocome figli. Saremmo così al sicuro se non ci fosseromedici veterinari che esercitano un quotidiano, capillarecontrollo a tutela di tutte le nostre interazioni colmondo animale? Nella nostra città abbiamo la fortuna di avere ungrande Istituto Zooprofilattico, che in questo tristefrangente sta dando, a Brescia e provincia, un prezio-sissimo contributo sanitario, in termini di diagnostica.Ha analizzato e analizza migliaia di tamponi effettuatisu persone: non ce l’avremmo fatta senza di loro.Ritengo però che si debba fare di più, che si debbaandare oltre un’occasionale collaborazione dettata dallanecessità. Le sempre maggiori evidenze sulla capacità adattativadegli agenti infettivi ci dicono che dovremo attendercialtre epidemie, nessuno sa però quanto gravi o quantoestese. Per questo è necessario che tra Medici e MediciVeterinari ci sia una condivisione di saperi, un ascoltoreciproco, una cooperazione nella ricerca che diventinopratica comune, al di là delle emergenze.Certo questo aiuterebbe tutti ad accettare un concettopiù ampio di scienza medica, che salti il confine dispecie, prima che lo faccia un’altra volta il virus.

COVID-19: un erroreda emendare e una lezione da non dimenticare

CARLA BARONCHELLI

Azienda Ospedaliera Spedali Civili - Brescia

Pho

to b

y M

iti o

n U

nsp

lash

30 GIORNI APRILE 2020_Layout 1 12/05/20 14:54 Pagina 15

Page 16: Dietro la maschera - trentagiorni.it · cuperare nuovi parametri di riferimento, che non po-tranno essere rappresentati dai vincoli economici, ma dagli interessi da proteggere. È

16

Il mondo cambia, la nostra professione è cambiata,abbiamo il veterinario aziendale, la ricetta elettronica,i nuovi regolamenti UE, Classyfarm, le certificazioni. Tutto questo ha comportato e comporta sicuramenteuna necessaria ricerca di nuovi equilibri e comprensionedei nuovi ruoli nell’ambito della professione. Non stacambiando solo la nostra professione, ma anche tuttoil mondo dell’Agricoltura, delle produzioni agricole ezootecniche che devono essere inquadrate (reg. 625/17)dentro un “sistema” dove sono coinvolti il benessere ela salute degli uomini e degli animali e lo stato disalute ambientale dei territori dove nascono le produzioni.Non secondaria è la necessità di molte filiere di accredi-tarsi sui mercati, attraverso il sistema delle certifica-zioni.In Europa le norme e regolamenti originano dalle stra-tegie dei finanziamenti, ovvero fanno capo all’Agricoltura.Non parlo affatto di un transito al Ministero delle poli-tiche agricole, ma di un maggior raccordo tra Salute eAgricoltura. Da una parte si dettano le regole, dall’altrasi determinano i contenuti sui quali può avvenire lacompetizione tra le diverse produzioni e territori. A co-noscere i cardini della nuova PAC, si capisce comequesta sia speculare ai regolamenti 429/16 e 625/17. Sivede la spinta ad una resilienza nelle zone rurali comepresidio di una buona qualità ambientale e personalmenteapprezzo molto gli strumenti messi a disposizione deiterritori per assicurare lo sviluppo di conoscenze e tec-

nologie adeguate. La domanda di ricerca agli Enticompetenti e l’applicazione dei risultati passerà attraversouna nuova figura professionale che farà parte di “gruppiorganizzati” dei territori con la denominazione di inno-vation broker (noi medici veterinari dovremmo esserein prima fila). Una figura che dovrà avere buone com-petenze scientifiche per esprimere il contenuto dei fab-bisogni dei territori e poter trasferire adeguatamentele nuove conoscenze ai sistemi produttivi.Le materie sono quelle definite nei regolamenti, tuttaviala qualità della loro declinazione può essere moltodiversa e fare la differenza. Qualità che dipende dalleconoscenze, ma anche dalla capacità di adeguarle co-stantemente e tempestivamente al mondo che cambia.Cambiamenti che però non sono al centro del nostrodibattito. A cominciare da quello climatico.Considerato che gli allevamenti agli occhi della opinionepubblica sono tra i primi responsabili, dovremmo im-pegnarci nell’affrontare il problema, acquisire nuoveconoscenze ed applicarle. D’altro canto anche gli stessicambiamenti climatici hanno rilevanti effetti sullecolture e dunque sulle produzioni di foraggi, ma anchedirettamente sul benessere e sulla salute degli animali.Dal punto di vista epidemiologico stiamo assistendoalla presenza di patologie che erano impensabili allenostre latitudini, ma anche una modificazione del-l’espressione delle patologie. L’impatto di pratiche uti-lizzate per migliorare l’impatto ambientale sulla salute,

il benessere ma anche la qualità delle produzioni animali,dovrebbero essere al centro delle nostre discussioni. Suquesti argomenti c’è molto da dire. A partire dai rego-lamenti dei quali si parla solo in termini di controlli uf-ficiali, ma che in realtà ci aprirebbero un’autostrada dinuovi ruoli, che però passano necessariamente per unaadeguata formazione.La peculiarità della professione medico veterinaria stanella sua capacità di stabilire un equilibrio tra la salutepubblica e la tutela di un settore economico. Un settoreeconomico che ha bisogno di un medico veterinariocapace di raccogliere, interpretare ed applicare soluzioniai fabbisogni di innovazione. Al momento vedo una

Per il nuovo mondoserve un nuovo medico veterinario

“In Europa le norme eregolamenti originano dallestrategie dei finanziamenti,

ovvero fanno capoall’Agricoltura. Non parloaffatto di un transito alMinistero delle politiche

agricole, ma di una maggiorraccordo tra Salute e

Agricoltura”

GIOVANNI TURRIZIANI

Pho

to b

y A

nnie

Sp

ratt

on

Uns

pla

sh

30 GIORNI APRILE 2020_Layout 1 12/05/20 14:54 Pagina 16

Page 17: Dietro la maschera - trentagiorni.it · cuperare nuovi parametri di riferimento, che non po-tranno essere rappresentati dai vincoli economici, ma dagli interessi da proteggere. È

professione più impegnata nel darsi delle pacche rassi-curanti sulle spalle, che a guardare in faccia il mondoche cambia. Non conosco alcun rilevante contributo da parte nostrasul futuro delle produzioni zootecniche. È come se avessimo deciso di affrancarci dalle respon-sabilità, ma anche dalla possibilità di progettare noiuna nuova strada.Dovremmo far entrare nel bagaglio culturale dellanuova professione le tematiche dell’impatto ambientaledelle produzioni zootecniche: abbiamo modo di conosceree studiare persino le emissioni di gas serra per singolaproduzione e filiera, l’alimentazione di precisione, lacomposizione delle feci, le variazione dei parametri dibenessere e produzioni correlati. L’impatto sanitariosulle produzioni zootecniche oltre alle zoonosi, compresol’impatto di alcuni componenti che possiamo determinare(pensiamo alla beta caseina a2, piuttosto che alla pos-sibilità di migliorare il rapporto tra omega 6 e 3, peres.). L’impatto ambientale delle scelte genetiche: secontinuiamo ad assecondare solo i livelli quantitativiper rincorrere il prezzo, non riusciremo mai a darevalore aggiunto alle produzioni zootecniche. Scegliere,per esempio, animali che abbiano maggiore resa allacaseificazione (il 70% del nostro latte), significa averbisogno di meno latte a parità di quantità di prodotto,con risparmio di suolo ed acqua. L’impatto dei cam-biamenti climatici sulla quantità e qualità delle produ-zioni agricole e zootecniche. L’impatto dei cambiamenticlimatici sull’epidemiologia di nuovi e vecchi agentieziologici, gli strumenti economici utilizzabili perprogetti di sviluppo zootecnicoPer invertire la rotta, bisogna dare un orizzonte più at-tuale e contemporaneo alla nostra visione. Si possonocoinvolgere i giovani solo alimentando la passione perla nostra professione, assicurando tutta la forza delsapere medico veterinario, nell’affrontare emergenzeche tutta l’opinione pubblica percepisce come prioritarie.A quel punto si eviterebbe anche il linciaggio psicologicoche molti colleghi, impegnati nei settori più sensibilidelle produzioni animali, sono costretti a sopportare.Diversamente saremo solo un peso per la nostra utenza,o al più il necessario strumento e costo (il più bassopossibile) per strategie che però non avremo contribuitoa definire.

17

LA SOSTENIBILITA DEI SISTEMI ALIMENTARI VERSO IL 2030

Sistema alimentare in UE: è avviata da tempo una transizione verso un mo-dello piu sostenibile, raggiungendo risultati concreti: riduzione dei gasserra del 20% dal 1990, lotta all’inquinamento atmosferico, miglioramento

qualità e quantità dell’acqua, sicurezza alimentare, informazione ai consumatori,contrasto frodi alimentari, riduzione sprechi alimentari, promozione economiacircolare, stabilità reddito imprese, mantenimento occupazione, riduzione po-vertà aree rurali UE.

Perché occorre accelerare la transizioneDichiarazioni programmatiche nuova Commissione Ue.Obiettivi Pac post 2020 e struttura nuovo MFF: Bozza documento Farm toFork, Green Deal Ue.Quindi occorre promuovere sistemi alimentari che assicurino alimenti suffi-cienti, sicuri, sostenibili e convenienti o stimolino cambiamenti dietetici bene-fici per la salute, l’ambiente e il clima.

La fase di transizione Per assicurare questa transizione, occorre:• Mettere in atto un approccio integrato, in modo da affrontare tutti gli

aspetti della sostenibilità.• Coinvolgere tutti i soggetti interessati, cittadini, ONG, agricoltori, pesca-

tori, aziende alimentari, GDO, mense, ristoranti, autorita pubbliche, ecc.

Cambiare approccio per la transizione Cosa significa adottare un approccio integrato:• Coinvolgere tutti i soggetti interessati, integrando in particolare compe-

tenze agricole, sanitarie e ambientali.• Individuare tutti gli aspetti che impattano sulla sostenibilità.• Decidere come affrontare i vari problemi, in maniera che il settore zoo-

tecnico sia in grado di seguire il percorso.• Definire uno standard unico nazionale su cui far convergere le varie po-

litiche

IMPRESA AGRICOLA STANDARD UNICO

SOSTENIBILITÀ ZOOTECNICA

Aspetti connessi coni finanziamenti che coinvolgono la Medicina Veterinaria, una grande opportunità

SOSTEGNOBENESSERE ANIMALE

BANCA DATI UNICAZOOTECNICA

CONSULENZAAZIENDALE

DIAGNOSTICA ESORVEGLIANZA

EPIDEMIOLOGICA

FORMAZIONEINFORMAZIONE

MIGLIORAMENTOGENETICO

INNOVAZIONE ETRASFERIMENTO

RISULTATI

SOSTEGNOADEGUAMENTI

STRUTTURALI

30 GIORNI APRILE 2020_Layout 1 12/05/20 14:54 Pagina 17

Page 18: Dietro la maschera - trentagiorni.it · cuperare nuovi parametri di riferimento, che non po-tranno essere rappresentati dai vincoli economici, ma dagli interessi da proteggere. È

18

La diffusione del COVID-19 a livello planetariosta ponendo una serie di sfide epocali alla sanità pub-blica, che vanno dalla capacità dei sistemi sanitari di ri-spondere tempestivamente a un’emergenza al modo incui la ricerca biomedica, nell’immediato futuro, stu-dierà l’insorgenza e la diffusione delle malattie infettiveemergenti. L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delleVenezie (IZSVe) sta affrontando questa emergenza met-tendo in campo tutte le risorse e le competenze tecnico-scientifiche utili al contenimento dell’emergenza. Cosìè stato per la “fase 1” con la predisposizione, da marzo,di due laboratori per l’analisi dei tamponi umani. Mal’impegno dell’Istituto proseguirà anche nella “fase 2”dell’emergenza, con una serie di approfondimenti epi-demiologici sul territorio e progetti di ricerca scientificache partiranno già nelle prossime settimane.Come ente che si occupa di salute pubblica, in particolarenegli ambiti della medicina veterinaria, l’IZSVe si è datempo distinto per uno sguardo critico sui fattori pre-disponenti le emergenze epidemiche dal serbatoioanimale, mediante lo studio dell’ecopatologia, della ge-netica di popolazione e dei fattori immunitari specificidell’ospite naturale, tutte informazioni necessarie acomprendere, prevenire ed eventualmente controllarele emergenze epidemiche in nuove specie animali, inclusol’uomo. Recenti ricerche in parte concluse, hanno inoltreindagato e quantificato l’interfaccia tra gli animalid’allevamento e la fauna selvatica sinantropica, identi-ficando anche gli eventuali fenomeni di spill-over, ri-combinazione e riassortimento genetico tra patogenivirali. Le recenti evidenze scientifiche riguardo il SARS-CoV-2 indicano tutte come il mondo animale dal qualeil virus si è evoluto, non sia indenne da una possibilereintroduzione del patogeno. Molti quesiti rimangono ancora da chiarire riguardo lapossibilità e l’eventuale impatto di tale reintroduzione.A tal proposito, l’IZSVe sta collaborando con la FAO ealtri enti veterinari alla stesura di un documento di va-lutazione del rischio e prioritizzazione. Tutto ciò ovvia-

mente va di pari passo con lo sviluppo e la messa apunto di protocolli di laboratorio ad hoc. L’IZSVe sta inoltre lavorando all’elaborazione di indi-cazioni pratiche per la gestione degli animali da compagniain relazione all’emergenza da COVID-19, sulla basedelle Linee guida predisposte dal Ministero della Salute.Per comprendere meglio il coinvolgimento dei pets nel-l’epidemia da COVID-19, questi sono già e saranno og-getto di indagini virologiche, ove possibile, in contestiin cui i proprietari sono risultati infetti. A tal propositovengono applicati test già disponibili presso i nostri la-boratori. È in fase di sviluppo invece l’allestimento deitest sierologici che permettano di valutare il grado diesposizione al virus anche in assenza di sintomatologiaconclamata in diverse popolazioni animali, passandodalle specie da compagnia a quelle da reddito. Losviluppo di anticorpi specifici, anche in assenza di sin-tomatologia clinica, avviene di norma dopo 10-20 giornidal contatto con l’agente eziologico e dimostra la suareplicazione nell’organismo. I test basati sul riconosci-mento di epitopi specifici sono in fase di validazioneanche grazie alla possibilità di comparare i risultati ot-tenuti mediante test di conferma altamente specificicome la sieroneutralizzazione o il test di riduzione delleplacche PRNT (Plaque Reduction Neutralization Test).Un importante vantaggio dei primi è che si tratta diesami poco costosi, rapidi, non richiedono livelli elevatidi biosicurezza, e sono scalabili su grandi numeri.Infine, i ricercatori dell’IZSVe sono stati chiamati acollaborare con ospedali, Università di Padova edIRCSS, grazie alla solida esperienza nella manipolazionedi patogeni di classe III, nello studio della patologiacomparata e nell’allestimento di modelli animali. Giàdai prossimi mesi sono in partenza due progetti diricerca scientifica finanziati da Fondazione CARIPAROe Intesa Sanpaolo, della durata rispettivamente di 12 e18 mesi, in collaborazione con il Venetian Institute ofMolecular Medicine (VIMM) ed il Dipartimento di In-gegneria Industriale e con il Dipartimento di ScienzeFarmaceutiche dell’Università di Padova. Nel progetto

GI-COVID, nei laboratori BSL3 dell’IZSVe si studierannoorganoidi gastrointestinali generati presso il VIMM apartire da biopsie umane, per comprendere il ruolodella replicazione di SARS-CoV-2 nell’apparato digerenteumano. In particolare, la ricerca punterà a definire sel’eliminazione oro-fecale osservata in molti pazientipossa variare in funzione dell’età e se questo abbia unrisvolto sulle dinamiche di trasmissione della malattia.Il progetto RESPOND ha invece come obiettivo lo svi-luppo di un nuovo approccio terapeutico per via aerosolo iniettiva per bloccare il decorso dell’infezione. I ricer-catori dell’IZSVe saranno coinvolti nella verifica delpotere neutralizzante di questi prodotti sia con modelliin vitro, che nella fase finale del progetto tramitel’utilizzo dei modelli animali. Derivati molecolari dianticorpi monoclonali in grado di bloccare l’internaliz-zazione cellulare del virus verranno sviluppati dal-l’Università di Padova al fine di prevenire la replicazionevirale di SARS-CoV-2 a livello delle vie respiratorieumane. La risposta dell’IZSVe all’emergenza COVID-19 staavvenendo in piena sinergia con le autorità sanitarieterritoriali, regionali e centrali; la professionalità e lacompetenza dei ricercatori stanno portando a collabo-razioni scientifiche di alto livello con Università, IRCSSe altri centri di ricerca internazionali. Oggi l’IZSVecontinua a perseguire con il massimo impegno i propriobiettivi di salute pubblica, come la tutela della sicurezzaalimentare e della salute animale, sviluppando solidecompetenze anche in settori che si stanno dimostrandosempre più strategici, come l’alta formazione dellefigure professionali operative a livello istituzionale (enon solo), e la comunicazione in particolare quella delrischio. Siamo infatti consapevoli che nel futuro laricerca scientifica e la gestione sanitaria delle malattieinfettive emergenti dovranno basarsi sulla visione Onehealth, che presuppone di allargare sempre più lostudio della relazione animali-uomo-ambiente anche aquei fattori sociali e culturali che creano le condizionifavorevoli alla loro diffusione.

Ecologia, epidemiologiae ricerca di base

Così l’IZSVerisponde alCOVID-19

FRANCESCO BONFANTE, PAOLA DE BENEDICTIS, STEFANIA LEOPARDI,

CLAUDIO MANTOVANI, ALDA NATALE,

CALOGERO TERREGINO, ANTONIA RICCI

30 GIORNI APRILE 2020_Layout 1 12/05/20 14:54 Pagina 18

Page 19: Dietro la maschera - trentagiorni.it · cuperare nuovi parametri di riferimento, che non po-tranno essere rappresentati dai vincoli economici, ma dagli interessi da proteggere. È

30 GIORNI APRILE 2020_Layout 1 12/05/20 14:55 Pagina 19

Page 20: Dietro la maschera - trentagiorni.it · cuperare nuovi parametri di riferimento, che non po-tranno essere rappresentati dai vincoli economici, ma dagli interessi da proteggere. È

20

Una situazione straordinaria quella che stavivendo il nostro Paese ormai da più di due mesi, im-prevista e imprevedibile, che ha determinato uno statodi emergenza che non è solo sanitaria, ma che è ancheeconomica.In uno scenario di questo tipo, l’Enpav con il suoConsiglio di Amministrazione ha adottato via via unaserie di provvedimenti che hanno tutte le caratteristichedell’eccezionalità, per dare così una risposta concretaalle esigenze dei propri iscritti. La premessa fondamentale è che non è stato e non èfacile. Occorre comunque sempre agire entro i limiti degliscopi dell’Ente e delle disposizioni normative che lo re-golano. La sostenibilità della gestione deve essere co-munque mantenuta e garantita per un orizzonte tem-porale piuttosto lungo, e non ci sono finanziamentipubblici che possono venire in soccorso. Migliaia sono stati i contatti scritti e telefonici ricevutidagli uffici dell’Ente da quando è iniziato lo stato diemergenza ed in questo i ritardi ed i cambiamenti incorsa dei provvedimenti del Governo su misure chehanno riguardato i professionisti delle Casse nonhanno certo aiutato. Ma la struttura si è attrezzata,mettendo in campo tutte le risorse disponibili, per ri-spondere nel miglior modo possibile alle esigenze delmomento.I provvedimenti adottati hanno riguardato diversiambiti. Il pagamento dei contributi è stato sospeso fino al mesedi settembre. La sospensione ha riguardato i contributi minimi 2020e i contributi eccedenti riferiti al Modello 1/2019.Quindi la prima scadenza di pagamento sarà per tutti il

30 settembre 2020 e a seguire con cadenza mensile.Per quanto riguarda i contributi eccedenti, per chi nonha richiesto la rateazione in 6 rate, è stata data la pos-sibilità di pagare anche oltre la scadenza del 2 marzo,senza applicazione di sanzioni ed interessi. Anche le rate per dilazioni, riscatti e ricongiunzionisono stati sospese. Anche in questo caso i pagamentiriprendono dal 30 settembre e le rate sospese vengonoaggiunte alla fine del piano di ammortamento senzainteressi.I M.Av. per i pagamenti sono disponibili nell’Area Ri-servata di ciascun iscritto, pertanto, chi lo volesse, puòprocedere con i pagamenti anche prima delle scadenzeindicate sul bollettino. La sospensione fino al mese di settembre è stata dispostaanche per chi ha avuto un prestito dall’Ente. In questo caso, la sospensione deve essere richiestaespressamente dall’interessato e le rate sospese vannoin coda al piano di ammortamento senza l’applicazionedi interessi. Per i prestiti la sospensione riguarda i soliMedici Veterinari liberi professionisti.Sul fronte dell’assistenza, è stato creato un istituto

straordinario, denominato Indennità assistenziale Co-vid-19. Si tratta di contributi economici una tantum che rien-trano nella categoria più generale delle erogazioni assi-stenziali, che l’Ente riconosce nei casi di particolarestato di bisogno e di gravi condizioni di salute. Le indennità assistenziali Covid-19 hanno un iter sem-plificato, proprio per dare una risposta immediata inuna situazione di emergenza e sono di importo predefinitoe differenziato a seconda della gravità dell’evento cheha colpito l’interessato. Agli iscritti che a causa del Covid-19 sono stati ricoveratiin ospedale in terapia intensiva è corrisposta un’indennitàdi Euro 4.000. A chi è stato ricoverato in ospedale, ma non in terapiaintensiva viene riconosciuta un’indennità di Euro 2.000.Solo ai liberi professionisti viene corrisposta un’indennitàdi Euro 1.000, nel caso in cui sia stata loro prescritta laquarantena o l’isolamento domiciliare obbligatorio dal-l’autorità sanitaria competente per territorio (Asl, Ats)ovvero attraverso Ordinanza amministrativa individuale.In particolare il requisito della “quarantena o isolamento

CONTRIBUTI MINIMI 2 rate: 30/09-20/124 rate: 30/09-31/10-30/11-20/128 rate: 30/09-31/10-30/11-20/12-31/01-28/02-31/03-30/04

CONTRIBUTI ECCEDENTI 6 rate: 02/03-30/09-31/10-30/11-20/12-31/01(per chi ha richiesto la rateazione in 6 rate)

Pho

to b

y D

rew

Bea

mer

on

Uns

plas

h

Previdenzaa cura di ENPAV

Emergenza Covid-19Gli interventi dell’Enpav

30 GIORNI APRILE 2020_Layout 1 12/05/20 14:55 Pagina 20

Page 21: Dietro la maschera - trentagiorni.it · cuperare nuovi parametri di riferimento, che non po-tranno essere rappresentati dai vincoli economici, ma dagli interessi da proteggere. È

domiciliare obbligatorio” riguarda esclusivamente iprovvedimenti individuali con i quali l’autoritàsanitaria/amministrativa competente abbia prescrittoal singolo professionista la misura obbligatoria dellapermanenza presso il domicilio in quanto positivo alCovid-19 anche se non ricoverato perché asintomaticoo paucisintomatico, ovvero l’isolamento domiciliare inquanto venuto a contatto stretto con un contagiato.Sono esclusi dalla indennità assistenziale Covid-19coloro i quali siano stati posti in quarantena fiduciariaa seguito di provvedimenti di carattere generale emanati,a titolo esemplificativo, dal Governo, da Regioni oComuni e rivolti a platee genericamente individuate ecome tali non rispondenti alla ratio dell’intervento as-sistenziale individuale riconosciuto dall’Enpav. Nel momento in cui questa rivista è andata in stampa,sono arrivate circa 300 domande, attualmente in istrut-toria e di queste l’Enpav ha già corrisposto complessi-vamente 52 indennità assistenziali Covid-19.È stato inoltre deciso di concedere dei finanziamentiagevolati ai Medici Veterinari liberi professionisti iscrittiall’Enpav e non titolari di pensione Enpav. La condizione è che abbiano subito una riduzione dialmeno il 30% del reddito professionale nel primo quadri-mestre del 2020, rispetto al primo quadrimestre del 2019.A questi finanziamenti si applicheranno in via del tuttoeccezionale le condizioni di favore che normalmentesono riconosciute ai giovani, ossia l’applicazione di untasso di interesse pari allo 0,75% e il pagamento dellaprima rata posticipato di 24 mesi rispetto alla data disottoscrizione del prestito. Il finanziamento può essere richiesto per un importo

pari al 50% del reddito professionale dichiarato sulModello 1/2019 e comunque è stato stabilito un importodi prestito minimo di Euro 3.000 e massimo di Euro10.000.La domanda può essere presentata entro le scadenzedel 30 maggio, 30 giugno, 30 settembre 2020.Si sottolinea che, trattandosi di un prestito previstoper la situazione di emergenza, la domanda potrà esserefatta solo ed esclusivamente entro le date sopra indicate.Dopo il 30 settembre, queste forme di prestito nonsaranno più operative, salvo che ci sia una diversa evo-luzione dell’emergenza Covid-19. A questi finanziamenti si accede sulla base di una gra-duatoria delle domande che è redatta principalmentesulla base dei seguenti parametri: • Gravità dell’emergenza sanitaria relativa alla diffusione

del Covid 19 nel territorio nazionale. Viene attribuitoun punteggio maggiore alle Regioni in cui la diffusionedel contagio è stata più grave.

• Carico familiare.• Anzianità di iscrizione all’Enpav.E poi il Bonus dei 600 Euro. Un contributo questo, sulquale il Governo è intervenuto in ritardo per i liberiprofessionisti iscritti alle Casse, rispetto ad altre categoriedi lavoratori, e a più riprese.Su questo tema è stata fondamentale la sinergia tratutte le Casse che, attraverso l’AdEPP, l’Associazioneche le riunisce tutte, hanno potuto far arrivare la lorovoce al Governo, chiedendo e ottenendo in corsa deicorrettivi che hanno consentito di ampliare la plateadei potenziali beneficiari. I 600 Euro rientrano nello stanziamento del c.d. Reddito

di ultima istanza, di cui 200 milioni di Euro sono statidestinati dal Governo per il finanziamento del Bonusper i liberi professionisti. In sostanza le Casse anticipanole somme agli iscritti e poi lo Stato le rimborsa. Nella finestra temporale prevista per la presentazionedella richiesta, dall’1 al 30 aprile, sono 16.600 gli iscrittiche hanno fatto domanda di bonus all’Enpav, di questine sono stati liquidati circa 10.000 nel momento in cuiscriviamo.“Finalmente il Governo ha ascoltato le richieste delleCasse che, sin da subito,” - ha dichiarato il PresidenteMancuso - “avevano chiesto a gran voce attraversol’AdEPP, di aumentare lo stanziamento per poter sod-disfare tutte le domande e non creare disparità di trat-tamento tra professionisti. Con un Decreto Intermini-steriale del 4 maggio, i 200 milioni di Euro messi a di-sposizione dal Governo per il Reddito di ultima istanzadei liberi professionisti sono stati aumentati a 280milioni. Al più presto metteremo in pagamento tutte ledomande di Bonus che abbiamo ricevuto”.“Ora ci aspettiamo” ha aggiunto il Presidente Mancuso- che il Governo metta fine ad un’altra ingiustizia cheabbiamo anche segnalato e che riguarda tutti coloroche versano contributi in due gestioni previdenziali eche, per come è stata scritta la norma, per assurdo nonpossono ricevere il Bonus da nessuna delle due, anchese hanno i requisiti reddituali”. “Confidiamo - ha aggiunto il Presidente Mancuso - checon il decreto maggio (ex decreto aprile e che dovrebbeprevedere il riconoscimento del bonus anche per il mesedi aprile) non si ripetano gli errori commessi con ilbonus da 600 euro”.

Previdenzaa cura di ENPAV

21

Fase 2 riparte il Progetto TIE

Con la fase 2 riparte anche il Progetto TIE, Talenti IncontranoEccellenze, ideato dall’Enpav per dare la possibilità aigiovani laureati in Medicina Veterinaria di svolgere un

tirocinio professionale di 6 mesi in strutture dedicate agli animalid’affezione o ai cavalli o presso professionisti esperti nei settoridell’ippiatria e della zootecnia. «Contiamo di avviare 100 tirocini formativi prima dell’estate. Inquesto momento difficile - dichiara il Presidente Mancuso -pensiamo che l’avvio dei progetti formativi possa essere unsostegno e uno stimolo importante per la ripresa dell’attivitàprofessionale dei Medici Veterinari».Entro il 20 maggio possono candidarsi le strutture veterinarie ed iprofessionisti esperti in cavalli ed animali da reddito, disposte adospitare un giovane collega per un percorso formativo di 6 mesi,con l’affiancamento di un tutor che supervisiona la realizzazionedel progetto.Nel mese di giugno, sarà approvato il bando per l’assegnazionedelle 100 Borse Lavoro.I vincitori avranno l’opportunità di fare un tirocinio formativopresso una struttura o un professionista da loro scelto, tra quelliche si sono candidati ad ospitare il progetto, e riceverannodall’Enpav un contributo mensile di 500,00 Euro.

30 GIORNI APRILE 2020_Layout 1 12/05/20 14:55 Pagina 21

Page 22: Dietro la maschera - trentagiorni.it · cuperare nuovi parametri di riferimento, che non po-tranno essere rappresentati dai vincoli economici, ma dagli interessi da proteggere. È

22

Nella pandemia da SARS-CoV-2 forse nessunosalvo noi ha realmente compreso il contributo che laMedicina Veterinaria avrebbe potuto, può e potrà dare.One Health è un modello di sanità basato sull’integra-zione di discipline diverse e riconosce l’indissolubile le-game tra la salute degli esseri umani e quella deglianimali e dell’ambiente che concorre ad un sistema ca-pace di rispondere alle emergenze in modo coerente erapido con una direzione nazionale unica.

SARS-CoV-2 è un agente zoonosico, si localizza nel-l’apparato respiratorio, si trasmette per via aerogena,produce gravi lesioni polmonari, e come tutti gli altriagenti etiologici non riconosce i confini regionali. Èmalattia che si diffonde in clusters che vanno individuatie isolati e si diffondo lentamente per continuità o velo-cemente con il movimento di soggetti infetti, in modoimprevedibile, ma tracciabile. Un’infezione che va fron-teggiata a livello di gruppi e di popolazione e non di in-dividui, proprio nei modi seguiti dalla medicina veteri-naria nel fronteggiare le epidemie animali. L’influenza umana, aviare, suina, la SARS, la MERS,la COVID-19 sono infezioni che riconoscono caratteri-stiche comuni: originano da popolazioni animali, com-paiono dove si concentra la popolazione e dove piùforte è la promiscuità fra uomo e animali, soprattuttonei paesi più poveri. La globalizzazione con la accelera-zione della velocità dei traffici e l’abbattimento dellebarriere ai movimenti dell’uomo, degli animali e delle

merci, ne amplifica e velocizza la diffusione.

One Heath non è uno slogan. I medici veterinari diquesto Paese gestiscono da sempre emergenze, sonoesperti di epidemiologia, di diagnostica di massa delleinfezioni, di come circoscriverle, o di come rintracciarei casi partendo da individui (o di aggregati di individui)infetti, di come verificare lo stato immunitario di unapopolazione, soprattutto nelle fasi post-epidemiche perquantificare rischi residui, emergenti e ri-emergenti.Abbiamo controllato epidemie di Afta epizootica, Pestesuina, Influenza aviare, BSE, PPCB. Lo abbiamo hannofatto con il governo e la direzione strategica del Ministerodella salute, tramite le articolazioni regionali, le ASL,gli Istituti zooprofilattici e i loro Centri nazionali di re-ferenza, l’ISS e in concorso con la veterinaria privata.Tutte parti integranti del sistema unico nazionale.

Oltre alla diagnosi di coronavirus eseguita dagli Istitutizooprofilattici sui tamponi prelevati dall’uomo, possiamofornire conoscenze, competenze, capacità. Oggi si parladi ricostruzione, di coordinare gli organismi statali elocali, raccordandoli con la nuova task force; ma ilruolo decisivo sarà comunque delineato dal comitatoscientifico e dalle strategie future e serviranno mediciveterinari. Ogni momento è un’occasione per dare unasvolta.

Liberamente tratto da un lavoro di V. Caporale, R. Lelli, G. Battelli, G. Tumino, P. Boni

Quale One Health?

Pho

to b

y K

arin

a C

arva

lho

on U

nspl

ash

“One Heathnon è uno

slogan”

“Un’infezione che vafronteggiata a livello di gruppi

e di popolazione e non diindividui, proprio nei modi

seguiti dalla medicinaveterinaria nel fronteggiare

le epidemie animali”

30 GIORNI APRILE 2020_Layout 1 12/05/20 14:55 Pagina 22

Page 23: Dietro la maschera - trentagiorni.it · cuperare nuovi parametri di riferimento, che non po-tranno essere rappresentati dai vincoli economici, ma dagli interessi da proteggere. È

30 GIORNI APRILE 2020_Layout 1 12/05/20 14:55 Pagina 23

Page 24: Dietro la maschera - trentagiorni.it · cuperare nuovi parametri di riferimento, che non po-tranno essere rappresentati dai vincoli economici, ma dagli interessi da proteggere. È

30 GIORNI APRILE 2020_Layout 1 12/05/20 14:55 Pagina 24