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Diego Pagani Alimentazione e benessere Il crudismo Perché raw food?

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Diego Pagani Alimentazione e benessere

Il crudismo

Perché raw food?

Il crudismo

“I concetti di seguito riportati, sono solamente dei piccoli estratti di quello che dovresti sapere sul rapporto tra l’alimentazione e il benessere”.

“Il mio scopo è di stimolare nei miei lettori il desiderio di approfondire quest’argomento, poiché lo ritengo molto importante per la salute e il benessere di tutti.”

Diego Pagani

Autore: Diego Pagani - Edizione eBook: RawLive Limited © 2015

Il crudismo non è solo una dieta dimagrante.

Il crudismo non è solo una dieta per dimagrire, anche se non esistono crudisti grassi, e non è solo un’alimentazione salutare, anche se i fruttariani-crudisti godono di un’ottima salute.

Con un’alimentazione crudista, sempre stando attenti a mantenere una dieta che veda il predominio del consumo di frutta fresca, si arriva a ottenere un peso perfetto, un benessere fisico e psichico ottimale, che la maggior parte delle persone non si sogna neanche e tutto questo senza la minima fatica.

Il crudismo come lo intendo io, cioè senza il consumo di prodotti di origine animale (chiamato anche raw-vegan), offre un’enorme serie di vantaggi sia a livello di gusto, sia dal punto di vista salutista.

Finalmente il raw food (cucina crudista) si sta diffondendo anche in Italia, grazie anche a

un’informazione più libera resa possibile dalla rete, per esempio: il portale di Chef crudisti Raw at Home.

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Quando nasce il crudismo?

Sembrerebbe che le origini del crudismo siano antiche quanto l’uomo, una lunga storia oggi avvalorata anche da una sempre più considerevole sperimentazione scientifica; purtroppo però si tratta di informazioni ancora poco diffuse.

V’immaginate un mondo in cui le persone vivono oltre cent’anni in perfetta salute senza mai dover assume farmaci? Forse per gli enormi interessi del settore farmaceutico sarebbe un disastro, ma non per noi.

La nostra evoluzione biochimica e fisiologica deriva dall’uomo primitivo che era in origine prettamente frugivoro e crudista; i nostri antenati erano grandi mangiatori di frutta fresca, semi, noci, vegetali e quant’altro la natura offriva loro.

Secondo gli studi del Dott Jordon, l’uomo primitivo utilizzava il fuoco per scaldarsi o per difendersi dai suoi predatori e solo in casi d’emergenza per cuocere il cibo.

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Stiamo considerando quei primitivi che erano in ottima salute e avevano un’aspettativa di vita ben superiore ai cent’anni e non gli antenati più recenti che, come abbiamo imparato a scuola, non vivevano oltre i trent’anni.

Non dobbiamo fare confusione tra le condizioni di vita dell’uomo nelle varie epoche remote, poiché erano tra loro molto diverse.

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Perché oggi si mangiano alimenti cotti?

Per comprendere come mai oggi l’umanità, tranne pochissime eccezioni, si alimenta con cibi cotti, bisogna risalire a epoche molto antiche. Alcuni dei motivi principali che hanno sconvolto le abitudini alimentari (e non solo) dei nostri antenati, li possiamo comprendere esaminando attentamente gli studi paleoantropologici più recenti.

Gli ormai ben conosciuti sconvolgimenti geologici, come le glaciazioni, le eruzioni vulcaniche gigantesche e quant’altro, indussero l’uomo a cambiamenti molto importanti, tra cui la necessità di cucinarsi il cibo per crearsi delle r i s e r ve o s e m p l i c e m e n t e p e r r e n d e r l o commestibile.

Lo sconvolgimento del pianeta e la sparizione momentanea in alcune zone di alimenti adatti all’essere umano, come la frutta e i vegetali edibili, innescò nell’uomo primitivo la necessità di trovare

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alternative che lo aiutassero a sopravvivere: nacquero così la caccia, la coltivazione e la necessità di cucinare alimenti che altrimenti sarebbero immangiabili.

L’abitudine di cuocere, soprattutto riferita ai prodotti animali e alle farine, pur avendo avuto il merito di mantenere in vita la nostra specie, si presenta oggi come la più grande responsabile della precaria salute della razza umana.

Tutte le malattie che colpiscono l’essere umano derivano da un’alimentazione non idonea, anche se l’opinione pubblica è convinta che i malanni siano causati da fattori esterni. Chissà poi quali, visto che nessuno ci indica con certezza come mai si sviluppano certe malattie, inoltre nonostante il potere della scienza moderna nessuno riesce a debellarle definitivamente.

Poi però, quando qualcuno per caso o per scelta prova a diventare vegano, magari crudista o addirittura fruttariano, si accorge che la salute è alla portata di tutti nel modo più semplice, facile ed economico possibile.

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Dalla paleobotanica ad oggi

Se esaminiamo bene la paleobotanica e altre scienze simili, comprendiamo meglio le ragioni che hanno spinto l’uomo primitivo a cambiare la propria alimentazione. Un regime alimentare talmente diffuso che ormai è entrato a far parte delle nostre tradizioni.

Non voglio in questo contesto annoiarvi con trattazioni particolarmente complesse e lunghe, pertanto esaminerò solo alcuni punti chiave del crudismo.

Gli enormi sconvolgimenti climatici che costrinsero i nostri antenati a stravolgere la propria dieta, si riferiscono ad avvenimenti avvenuti tra i 200 mila e i 120 mila anni or sono e non dieci o venti mila anni fa come sostiene qualcuno. Chi afferma che l’uomo di oggi possedendo una cultura culinaria di “oltre” 5000 anni, si sia evoluto di conseguenza, sostiene un’ipotesi che mi fa solo sorridere, si tratta di una teoria infondata che d imos t ra so l t an to l a d i f f u sa i gno ranza sull’argomento.

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L’essere umano non ha le caratteristiche anatomo-fisiologiche né del granivoro, né del carnivoro, per questo è dovuto ricorrere alla cottura per rendere commestibili e digeribili sia i cereali, sia i prodotti di origine animale. Ricordiamoci che il cambio di alimentazione dei nostri più lontani antenati, non è stato una scelta, ma una necessità. Una scelta temporanea resasi necessaria soltanto per sopravvivere (anche se male).

Tutti noi oggi possiamo ritenerci fortunati, perché disponiamo dei mezzi per scegliere liberamente come nutrire il nostro corpo e di conseguenza decidere se stare malati, di ammalarci o di godere di ottima salute e vivendo anche più a lungo. Sembra un discorso di fantascienza, invece è solo la realtà e chi ha provato (come il sottoscritto), lo può testimoniare: la qualità complessiva della vita di chi segue una dieta vegan-crudista, (anche da un punto di vista psicologico) è fantastica, una sensazione di benessere totale difficilmente

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comprensibile da chi ancora si alimenta in modo “tradizionale”.

Nel campo alimentare la pubblicità e l’informazione sia in buona, sia in cattiva fede, sta sempre più dirigendo la massa verso diete pericolose e alla lunga mortali. Quando sentirò in televisione, leggerò sui giornali o ascolterò “esperti” di alimentazione che avranno il coraggio di esporre in modo chiaro e comprensivo al mondo intero i vantaggi di un’alimentazione crudista, allora sarà un giorno di festa e i miei scritti saranno finalmente inutili. Credo però che per divulgare questa conoscenza ci vorrà molto tempo e l’impegno di tantissime persone.

In realtà esistono già molti scienziati, medici ed esperti che sostengono quello che penso anch’io, ma le loro scoperte difficilmente trovano spazio sulla stampa e sulla Tv che si rivolge alla massa. Chi vuole informazioni serie, è costretto come al solito a cercarle su libri specializzati o nella rete. Quel gran calderone di notizie spesso contrastanti che è internet, un lavoro difficile e lungo: discernere le informazioni interessanti e

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veritiere da una montagna di marciume pseudo giornalistico, richiede anni di ricerca seria e approfondita. Una volontà e una dedizione che pochi hanno.

Sono sicuro che presto arriverà un giorno in cui, tutto questo sapere “nascosto” diverrà di dominio pubblico, un po’ com’è successo per il fumo.

Chi avrà la sensatezza di seguire tali indicazione potrà finalmente vivere bene, sano e in armonia col mondo. Oggi il mio compito è quello di anticipare i tempi e far aprire gli occhi a più persone possibili.

Non faccio parte di nessuna multinazionale, non ricevo fondi da nessuna azienda più o meno interessata, non sono famoso e non ho agganci politici, la mia unica arma è informare tramite i miei libri e i miei siti, ma non è poco perché il passaparola è molto potente.

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Perché il cotto fa male?

Come ben sappiamo, l’uomo di oggi non è più guidato dal proprio istinto ma dagli spot pubblicitari, dagli insegnamenti ricevuti dai vari esperti o tramandati per tradizione.

Prova a dare a un bambino piccolo che ancora segue l ’ ist into, una mela e un conigl io; sicuramente mangerà la mela e giocherà col coniglio. Purtroppo molti adulti oggi fanno il contrario e sono pure convinti di essere nel giusto, si tratta d’ignoranza pura e semplice, un a t t egg i amen t o au t o l e s i on i s t a mo t i va t o principalmente da errate tradizioni e false credenze.

Quasi ogni giorno vengo in contatto con persone e famigl ie, anche di una certa cul tura ed economicamente stabili, che mangiano veramente male, si alimentano con qualsiasi “cibo” senza la più pallida idea di cosa stiano facendo. Tutti conviti dell’importanza delle proteine, della necessità di ingoiare carne, di bere latte e di mangiare uova, senza contare gli alcolici, il fumo, gli integratori

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alimentari e tutto ciò che la nostra cosiddetta società moderna ci propina giornalmente. La dieta standard sta portando la razza umana verso una ve c ch i a i a p r e c o c e , s emp r e p i ù s p e s s o accompagnata da malatt ie come tumori , cardiopatie, diabete, ecc.

“I vegetariani sono solo degli animalisti!”. Una frase che mi sento spesso dire e che in realtà pensavo anch’io fino a qualche anno fa. Ecco dove secondo me si trova il nocciolo della questione, in pochi sanno che una scelta alimentare vegetariana (meglio vegana) è assolutamente fondamentale per la nostra salute.

Pur condividendolo, non voglio in questo contesto esaminare il vegetarismo dal punto di vista animalista, desidero principalmente evidenziare i danni che tutti i prodotti animali (ancor più se cotti) recano alla salute di chi se ne nutre.

Qualcuno sostiene che la cottura sia necessaria per eliminare eventuali microorganismi dannosi presenti in certi cibi e anche per aumentarne la digeribilità; ha ragione, ha

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perfettamente ragione, ma il punto è che tali alimenti non dovrebbero assolutamente essere consumati!

I cereali per esempio contengono carboidrati complessi (amidi) che dopo la cottura divengono assimilabili più velocemente a seguito della parziale demolizione della catena dei carboidrati; gli stessi cereali pur potendo essere ingeriti crudi richiederebbero un maggior tempo digestivo. Il punto è che anche i cereali non andrebbero mangiati, l’unico espediente per sfruttarne alcune qualità, è mangiarli crudi dopo averli fatti germogliare.

Sai che la cottura neutralizza due componenti poco sani presenti nell’albume delle uova come l’antitripsina e l’avidina? Bene, il problema è che le uova non sono assolutamente un prodotto adatto al consumo umano, né cotte né crude.

La necessità di cuocere, si riferisce sempre ad alimenti che non andrebbero comunque consumati, non è un caso che quasi tutta la verdura e naturalmente tutta la frutta, siano già pronti per

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essere consumati così come sono: crudi. I vegetali sono ricchi di nutrienti e sostanze per noi fondamentali, sono l’alimento completo per il perfetto sostentamento della razza umana, ma solo se consumati crudi.

Sicuramente la cottura è ancora legata a motivazioni psicologiche e di gusto, difficili da rimuovere: profumi e sapori che fanno parte delle nostre usanze e che nel tempo abbiamo imparato ad apprezzare.

La cottura però distrugge la maggior parte delle sostanze nutrienti che si trovano nei cibi, anche nei cibi sani come frutta e verdura.

Lo sapevi che gli enzimi sono i primi a subire le conseguenze della cottura? Che gli oltre ottocento enzimi che concorrono a una perfetta digestione e che garantiscono la corretta assimilazione dei nutrienti, sono distrutti se sottoposti a temperature che superano i 42° C?

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Gli enzimi

Un personaggio che si può senza dubbio definire uno dei maggiori esperti di enzimi è il Dott. Edward Hotel. Ogni essere vivente nasce con una dotazione di enzimi limitata e col passare degli anni si esaurisce, meno enzimi ci rimangono e più rapidamente il nostro sistema immunitario s’indebolisce. E’ così che a una certa età arrivano le malattie e il processo d’invecchiamento accelera sempre più velocemente.

Il Dott. Howell dichiarò: “L’abitudine di cuocere il cibo e di lavorarlo con additivi chimici, l’uso di alcool, di droghe, di farmaci e di junk food (cibo di nessun vero valore nutritivo, come patatine fritte, dolci, bibite gassate, merendine ecc.) riduce giornalmente la nostra limitata riserva di enzimi.” Gli enzimi digestivi che si trovano naturalmente in frutta e verdure crude sono sufficienti per evitare il prelevamento dalla nostra riserva interna; riserva, che ricordo, si riduce drasticamente ogni volta che mangiamo alimenti cotti.

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Anni e anni di regimi alimentari fatti in prevalenza di cibi cotti, soprattutto in assenza di alimenti freschi e vivi, costringe il nostro sistema digestivo (solo per compiere i processi digestivi) a usare, esaurendole, le proprie scorte di enzimi metabolici.

Hai capito? Questo è un punto importante da comprendere molto bene, poiché una carenza di enzimi metabolici è associata a una serie di malfunzionamenti degli organi, delle ghiandole, dei nervi e di tutto l’organismo.Non meravigliamoci poi se il deterioramento del corpo col passare degli anni sarà sempre più evidente.

Ti è chiaro ora che scaldare gli alimenti oltre i 42° C (alcuni sostengono oltre i 46°, ma poco cambia poiché quando si cuociono i cibi, le temperature sono ben più alte) distrugge gli enzimi presenti negli alimenti costringendo il vostro organismo a esaurire la propria scorta enzimatica.

Inoltre i cibi cotti causano una dilatazione degli organi digestivi, soprattutto del pancreas, con

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tutte le conseguenze anche gravi che nel tempo possono presentarsi.

L’ impor tanza deg l i enz im i è spesso sottovalutata ma queste vitali sostanze sono capaci di evitare e/o curare le malattie, sono il nucleo del sistema immunitario e sono indispensabili per mantenerci vivi e in salute; neppure il cervello potrebbe funzionare senza enzimi!

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Sostanze perse con la cottura

Con la cottura si distruggono la maggior parte nei nutrienti come ad esempio le vitamine A, C, B1 e D, inoltre i sali minerali precipitano divenendo i no rgan i c i e qu ind i non p iù u t i l i z zab i l i dall’organismo.

Solo gli alimenti crudi e freschi possiedono ancora intatte sostanze dette “vitalie”, quali enzimi, auxoni, oligoalimenti, vitamine e fattori del saprofitismo eubiotico; come precisa il Dott. Pecchiali, “Tutte sostanze utilissime ai processi biologici umani.”

Anche dopo millenni di deviazione alimentare, l’organismo umano riconosce come adatti solo gli alimenti vivi, cibi veri che consentono di mantenere e incrementare anche la così detta vitalità.

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Leucocitosi digestiva

Dopo studi molto approfonditi durati oltre venticinque anni, il dott. Kuschakoff di Losanna studiò su migliaia di persone oltre che su se stesso, il fenomeno della leucocitosi digestiva. Kuschakoff scoprì che dopo un pasto di cibi cotti si riscontra un abnorme aumento di leucociti nel sangue che dai 5-6 mila, arrivano a oltre venti mila; questo fenomeno, che la scienza medica tradizionale considera normale, si chiama tecnicamente leucocitosi digestiva.

Proprio normale però non deve essere, dato che tale situazione non si presenta dopo un pasto di cibi crudi.

La funzione principale dei globuli bianchi, come ben si sa, è quella di difendere l’organismo da organismi estranei e patogeni, per tanto il verificarsi della leucocitosi digestiva (l’aumento abnorme di globuli bianchi) rileva come gli alimenti cotti siano percepiti dall’organismo come agenti estranei non graditi, come un pericolo inatteso da cui il corpo deve difendersi.

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Il cibo cotto è quindi percepito dal nostro organismo esattamente per ciò che è: ovvero una sostanza tossica da combattere e non come del cibo gradito e nutriente come quasi tutti credono.

Kuschakoff scoprì che il fenomeno della leucocitosi digestiva, se prolungato negli anni, causi conseguenze e alterazioni anche gravi sul corretto funzionamento dell’organismo (sia umano che animale). Il nostro corpo considera giustamente pericoloso qualsiasi alimento che abbia subito alterazioni non naturali come la cottura, poiché con tali procedimenti le sostanze contenute negli alimenti subiscono trasformazioni chimiche irreversibili.

Il fenomeno della leucocitosi non si manifesta mai quando ci si alimenta con frutta o vegetali crudi, in più si è notato ad esempio, che mangiare un piatto d’insalata, di verdure o di frutta cruda prima di un pasto cotto, aiuti a limitare la leucocitosi digestiva, sarà solo una coincidenza?

Dobbiamo tutti cominciare a capire che l’essere umano, pur cucinando da alcune migliaia

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di anni, non ha modificato di una virgola il proprio organismo, anche perché è nato crudista, lo è stato per milioni di anni e lo è ancora.

La leucocitosi digestiva è solo un’altra prova che dimostra che siamo stati progettati per nutrirci solamente con cibi crudi, e non si tratta di un’opinione ma di un dato di fatto.

Hai mai pensato al perché l’essere umano sia l’unico animale a mangiare cibo cotto? In molti reputano giusta questa abitudine sostenendo che l’uomo, grazie al suo intelletto superiore abbia “inventato” la cottura per migliorare la propria vita.

Purtroppo le conseguenze nefaste causate da un’alimentazione a base di cibi cotti sono visibili da chiunque. Per nostra fortuna viviamo in un epoca in cui i cataclismi sono finiti e la situazione climatica mondiale si è stabilizzata abbastanza da offrirci la possibilità di mangiare frutta e verdura crude in quantità.

Perché alla luce delle più recenti scoperte in campo di alimentazione e salute dovremmo

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continuare a mangiare prodotti di origine animale o altri cibi cucinati? Forse per golosità, ma non certo per aiutare il nostro corpo a restare in salute.

Quali sono i risultati dopo migliaia di anni di cibo cotto sulla salute generale di oggi? Sei veramente contento di come stai o di come stanno i tuoi amici e paranti? Probabilmente NO.

Conosco medici super specializzati e super “informati” ai quali muoiono familiari e amici di tumori e altre malattie, questi medici con tutta la loro conoscenza stanno cominciando a farsi delle domande.Recentemente ho fatto leggere in anteprima il mio nuovo libro “La Frutta che Paradiso” ad alcuni medici onnivori: quasi tutti dopo aver letto il testo sono diventati almeno vegani. Questo mi fa molto piacere perché è proprio quello che volevo: trasmettere tramite i miei scritti un minimo di conoscenza che possa aiutare chiunque a vivere meglio.

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Altre ricerche

Molte analisi indipendenti sulla necessità di seguire una dieta crudista portano tutte allo stesso risultato: crudo è meglio. Ricercatori come Mac Carr ison, St innr, Pottener e a l t r i hanno sperimentato su vari animali diete a base di alimenti sia cotti che crudi.

I risultati erano per me scontati, gli animali ai quali fu dato del cibo cotto manifestarono segni di decadimento fisico importanti, inoltre i ricercatori notarono l ’ i nsorgere d i mo l te pato log ie normalmente inesistenti: alterazioni cardiache, gengiviti, anemie, carie, tumefazioni tumorali, ulcere, alterazioni polmonari e renali.

Tutte patologie e problemi, che in natura gli animali che normalmente mangiano solo cibo crudo non presentano. La cosa più grave è che anche le generazioni successive manifestavano gli stessi problemi, i disturbi fisici delle nuove generazioni nate intossicate però sono state quasi totalmente eliminate somministrando loro alimenti crudi.

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Purtroppo però ci sono volute ben quattro generazioni prima di ritrovare il pieno stato di benessere. Non demoralizziamoci troppo, forse la nostra generazione non vivrà in perfetta salute fino a duecento anni, ma i miglioramenti derivanti seguendo una dieta naturale crudista sono evidenti e importanti. Chi ha dei figli dovrebbe riflettere anche sul loro futuro dando il buon esempio.

A questo punto già immagino obiezioni del tipo: “Gli animali presi in esame hanno un sistema biochimico diverso dall’uomo”, è vero, ma in questo caso i dati e soprattutto l’esperienza di esseri umani che mangiano crudo, concordano assolutamente con i risultati ottenuti con i test effettuati sugli animali.

Pensa che per digerire un pasto di cibi cotti ci vogliono parecchie ore e richiede uno sforzo e uno spreco energetico notevole: gli alimenti cotti transitano nell’apparato gastrointestinale molto lentamente provocando anche fenomeni di putrefazione. Il cibo crudo, viceversa, richiede un tempo di digestione minimo e questa caratteristica,

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presente soprattutto nella frutta, non impegna e non degrada l’organismo.

Un altro vantaggio: i vegetali crudi hanno una consistenza più dura e pertanto richiedono una masticazione più lunga e ciò aiuta i processi pre-digestivi, inoltre durante la masticazione dei vegetali crudi si favorisce il massaggio gengivale, ut i le anche a l la prevenz ione d i car ie e parodontopatie.

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Altre considerazioni sulla cottura dei cibi

I cibi cotti (tutti anche i vegetali) risultano devitaminizzati, denaturati, demineralizzati, inorganicati e quasi per niente assimilabili; al contrario di quello che comunemente si crede, la cottura non aumenta la digeribilità, anzi ne rallenta la digestione (a parte rarissimi casi come per le patate). Durante la cottura come si è visto, le vitamine sono quasi del tutto distrutte, inoltre, quelle che sopravvivono alla cottura hanno una vita breve, quindi se proprio vuoi ancora cuocere alcuni cibi, ti consiglio di mangiarli in tempi brevi.

Come dimostrato dal ricercatore Hess e Hunger, i vegetali a foglia verde sono ricchi di attività antiscorbutica ma perdono di efficienza se sottoposti a cottura, principalmente a causa della distruzione della vitamina C (una vitamina termolabile). Ad esempio, il cavolo se appena scottato si priva solo in parte di vitamina C, ma con una cottura prolungata le vitamine sono completamente d istrutte. I fautor i de l la macrobiotica su questo punto dovrebbero riflettere molto attentamente.

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La linfa vitale delle piante, conosciuta da tutti come “clorofilla”, subisce un degrado totale durante la cottura, ad esempio si verifica un’alterazione chimica che vede comparire un atomo d’idrogeno al posto di un atomo di magnesio e ciò comporta la comparsa della feoftina, una sostanza completamente inutilizzabile dall’organismo umano.

Possiamo osservare come un qualsiasi seme (pur presentando le stesse caratteristiche chimiche sia da cotto, sia da crudo) o legume, perda la sua capacità di germogliare se sottoposto a un processo di cottura, infatti, l’uomo stesso non può sopravvivere a una temperatura corporea superiore ai 42° C, …ma guarda che caso!

In sintesi, posso affermare che gli alimenti cotti nella migliore delle ipotesi, quando non sono dannosi, sono inutili: in altre parole seguire diete sane come quelle vegetariane o vegane (anche se composte solo da prodotti di origine biologica), non è sufficiente per un mantenimento ottimale della salute.

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Per fortuna molte persone, senza neanche farci caso, mangiano molto più crudo di quello che pensano: insalate, ortaggi e frutta fresca.

La cottura fa decadere anche il valore biologico delle proteine causato dalla distruzione degli amminoacidi; la bollitura oltre a disperdere i nutrienti nel l iquido, coagula le vitamine rendendole non più assimilabili.

N o n v o g l i o n e a n c h e p r e n d e r e i n considerazione sistemi di cottura particolarmente nocivi come l’arrostimento, la tostatura, le grigliate o friggere, poiché in questi casi si producono sostanze tossiche notoriamente cancerogene come il benzopirene, il terilene, il benzoantracene, ecc.

Come si può sostenere che la cottura favorisca la digestione quando è noto che i composti proteici flocculano già a sessanta gradi, e coagulano totalmente a temperature maggiori? Queste caratteristiche rendono le sostanze così modificate, inattaccabili dai succhi gastrici, inoltre anche i fosfati organici si trasformano in inorganici.

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Il crudismo vegano o meglio la dieta naturale a base di frutta sono gli unici regimi alimentari utili a garantire la giusta quantità e qualità di elementi indispensabili all’organismo.

L’organismo umano a differenza delle piante, come ben sanno gli igienisti, non è in grado di assorbire e assimilare sali e minerali inorganici, ma questo aprirebbe un capitolo a parte, molto interessante ma complesso, ti consiglio di approfondire l’argomento perché interessante.

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I grassi e la cottura

Un altro punto da tenere in considerazione è la reazione dei grassi sottoposti alle alte temperature. L’azione del calore denatura tutti i tipi di grassi trasformandoli in sostanze tossiche: in un primo momento in i grassi cotti vanno in stato di ossidazione, poi con il prolungamento della cottura si provoca una formazione di acidi grassi a catena corta e si forma acroleina, una sostanza molto intossicante soprattutto per il fegato.

Questa sostanza inibisce l’azione enzimatica durante la digestione delle sostanze grasse e libera un’altra sostanza volatile molto irritante, inoltre, importanti acidi grassi insaturi come il linoleico, sotto l’azione del calore si trasformano nei loro isomeri risultando così privati di ogni valore biologico.

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Sali minerali inorganici

Un altro aspetto negativo della cottura riguarda i sali minerali, la carne per esempio durante la cottura perde fino al settanta percento dei sali minerali. A parte il fatto che la carne non andrebbe comunque consumata, con la cottura diventa ancor più acidificante e sappiamo bene quanto sia importante l’equilibrio acido-basico per la nostra vita.

Se ancora non conosci l’importanza che l’equilibrio acido-basico ha sul corpo umano, dovresti informarti, perché si tratta di un argomento di enorme importanza per comprendere meglio come funziona il nostro organismo.

Torniamo al discorso dei minerali, per esempio le patate se immerse in acqua, anche solo tiepida perdono il 38% di sali minerali e come i tuberi anche tutte le verdure se bollite rilasciano nell’acqua in cui sono immerse, la quasi totalità di sali minerali organici.

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Il prof. Snyder ha confermato che le carote, gli spinaci e i cavoli, quando cotti, perdono oltre il 40% di sostanze utili: il cavolo ad esempio perde il sessantadue per cento di protidi, il sessanta percento di fosforo, il 72% di calcio, e il 67% di ferro.

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Sapori insipidi

La perdita di sali rende i cibi cotti anche insipidi, infatti, per restituire agli alimenti “morti” un certo sapore si spesso è portati a salarli molto.

Spesso chi fa un uso eccessivo di sale ha le papille gustative “bruciate”, ha perso il senso del gusto naturale e di conseguenza percepisce come insipidi anche l sapori naturale dei cibi crudi.

Niente paura, basta rieducare il proprio palato e in breve tempo si potrà riassaporare il vero gusto che gli alimenti naturali ci offrono. Prova ad eliminare il sale per almeno una settimana, oltre ai numerosi vantaggi a livello fisico (per esempio niente più ritenzione idrica con la conseguente perdita di peso) riacquisterai la piena efficienza delle papille gustative e quindi la capacità di gustare i cibi vivi e freschi.

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L’importanza dei vegetali

Una dieta crudista vegana ha quindi un’importanza vitale, pensate che i vegetali sono gli unici in grado di trasformare elementi inorganici in organici rendendo disponibile all’uomo una varietà di nutrienti altrimenti non assimilabili.

A differenza delle piante noi esseri umani non possiamo trarre nutrimento direttamente dalla terra o dai sassi (denti permettendo), possiamo utilizzare questi elementi solo in forma organica, elementi organicati che solamente i vegetali possono donarci.

Attenzione però, se sottoponiamo i vegetali ad alte temperature (oltre i 42°) perdiamo quasi completamente questi benefici poiché il calore ossida molte sostanze che diventano inorganiche e quindi dannose.

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Il mito della digeribilità degli amidi cotti

In realtà si è notato che la cottura trasforma solo una piccolissima quantità di amidi in destrine, questo lavoro è invece fatto dalla saliva (più precisamente dalla ptialina salivare) durante la masticazione, ecco perché è necessario mangiare con calma e masticare molto, ma molto bene.

Gli alimenti cucinati contenenti glucidi, risultano meno digeribili poiché si saturano di acqua ostacolando la digestione salivare.

Chi ancora è convinto del la maggior digeribilità dei cibi cotti rispetto a quelli crudi, sappia che ad esempio, il cavolo crudo si digerisce in due ore, mentre ce ne vogliono oltre quattro per quello bollito.

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Via libera al crudismo goloso e di qualità.

L’alimentazione crudista con prevalenza decisa di frutta fresca non è solo un consiglio che molti di noi cercano di dare, ma diventa una scelta indispensabile in caso di problemi di salute.

Gli alimenti vivi e freschi come verdure, semi, noci e soprattutto frutta sono la base per un’alimentazione veramente sana. Il crudismo non è una moda passeggera, non è una tendenza perseguita da una setta estremista, ma si tratta della naturale alimentazione adatta all’essere umano.

Certo, da un punto di vista psicologico ci vuole un po’ di tempo e una certa apertura mentale per cambiare le proprie abitudini e i propri gusti, ma sappiate che “crudismo” non significa mangiare solo insalate scondite, carote o mele ma si possono assaporare piatti molto gustosi e nello stesso tempo anche salutari. I fruttariani e i crudisti più puri si nutrono con molta semplicità e questa è una scelta che da un punto di vista

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strettamente salutistico rappresenta sicuramente la condizione migliore.

Oggi anche in Italia ci sono sempre più chef crudisti e moltissime persone che seguono i loro corsi di “cucina raw” ottenendo ottimi risultati anche dal punto di vista salutare.

Mi sono reso conto in questi anni di ricerca alimentare, sperimentata anche su me stesso (sono oltre cinque anni che mi nutro soltanto con frutta fresca e occasionalmente con un po’ di verdura e ortaggi), che quasi nessuno conosce la potenzialità, anche in termini di gusto, di molte ricette crudiste, a dir poco fenomenali.

Ho finalmente capito che non basta parlare con le persone, spiegare loro i vantaggi del crudismo se chi ti ascolta è un goloso, un buongustaio, un amante della pasta ben condita o amante dei dolci. Pochissimi sono i fortunati che ascoltano, s’informano e cercano di cambiare, gli altri preferiscono continuare a mangiare per ammalarsi ma non sono disposti a rinunciare al gusto.

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Almeno finché non vengono colpiti da gravi malattie, in quel caso cercano di capire e di cambiare, ma perché arrivare sempre in ritardo?

Perché non iniziare prima un percorso alimentare che oltre ad offrirci nuovi sapori ci permette di vivere sani e in armonia con il nostro corpo?

Ho finalmente compreso che solo una “cucina” crudista, che sappia proporre piatti sfiziosi e gustosi (che richiamano a volte anche il sapore dei cibi cotti), è in grado di avvicinare la massa ad un’alimentazione sana.

Sicuramente c i vorrà del tempo per modificare le abitudini alimentari di tutti, ma è solo una questione di conoscenza e fortunatamente le persone che scoprono il crudismo sono sempre più numerose.

Il crudismo

Perché aumentare la percentuale di crudo

Se per il momento non vuoi o non riesci ad eliminare di colpo gli alimenti cotti, posso consigliarti almeno di aumentare gradualmente la percentuale di crudo: più verdura e soprattutto più frutta (la frutta va consumata sempre lontano dai pasti, solo la mela, la papaia e l’ananas si possono mangiare anche a fine pasto, poiché non creano problemi interferendo con la digestione degli altri alimenti.)

La frutta andrebbe consumata in abbondanza, almeno cinque porzioni al giorno, come scaturisce dal famoso studio di Cambridge 2000.

Se proprio vuoi mangiare ancora un po’ di cotto, ti consiglio di utilizzate una cottura veloce e leggera, così da salvaguardare almeno alcuni degli elementi nutritivi. Importante è iniziare un pasto con una bella insalata e ridurre al minimo gli alimenti cotti, massimo una volta al giorno e possibilmente di sera.

Autore: Diego Pagani - Edizione eBook: RawLive Limited © 2015

Per i fortunati che godono di buona salute e non hanno problemi digestivi, il passaggio dal cotto al crudo non richiederà particolari attenzioni, ma chi è in una condizione meno favorevole dovrà procedere con qualche attenzione in più e procedere con una transizione più lenta.

Mang ia re f ru t ta e vegeta l i c rud i i n abbondanza e sentirsi bene senza accusare nessun disturbo è sinonimo di un intestino in ordine e di buona salute. In alcuni casi, tipo le persone troppo magre o troppo grasse che hanno un intestino fragile o con un potere digestivo limitato, il passaggio dal cotto al crudo dovrà essere molto graduale. Questo non significa che non possano godere di un pranzo crudista, anzi, significa soltanto che se vogliono cambiare la loro alimentazione in modo durevole dovranno aumentare gradualmente la percentuale di cibi crudi in modo da normalizzare il corretto funzionamento del loro intestino.

Il crudismo non è solo alimentazione, salute, e terapia (la dimostrazione si trova nelle centinaia di migliaia di casi in tutto il mondo che hanno

Il crudismo

ottenuto enormi benefici in termini di salute), è uno stile di vita che vede molte persone tra cui il sottoscritto, vivere in perfetta salute.

Premesse personali

Purtroppo (o per fortuna) non sono un medico, un dietologo o un nutrizionista, sono soltanto un ricercatore indipendente, non ho né il titolo né il permesso legale di consigliare niente a nessuno, l’unica cosa che posso raccomandarti e quella di informarti, informati e informarti ancora.

Diego Pagani

Se vuoi altri spunti puoi visitate: Il mio Blog

www.lafruttacheparadiso.blogspot.com

Il portale di Chef crudisti Raw at Home www.rawathome.com

Autore: Diego Pagani - Edizione eBook: RawLive Limited © 2015