Didattica, difficoltà scolastiche, BES: livelli, ambiti ... · difficoltà nelle seguenti aree:...

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Didattica, difficoltà scolastiche, BES: livelli, ambiti, strategie di azione P. Triani Brescia, 23 maggio 2013

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Didattica, difficoltà scolastiche, BES: livelli,

ambiti, strategie di azione

P. Triani

Brescia, 23 maggio 2013

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Schema dell’intervento

Premesse

Le difficoltà scolastiche e i bisogni educativi speciali

Il compito promozionale e preventivo della scuola: livelli di intervento

Un lavoro di scuola: le operazioni principali

Un bagaglio di strategie per una didattica personalizzante

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Premesse

Il tema dei BES sta generando, da un punto di vista pedagogico, e didattico diverse domande.

Sarebbe un errore, a mio parere, isolare il tema da una prospettiva più ampia.

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Parlare dei BES e struttura interventi specifici ha senso dentro una Didattica del disagio scolastico

E’ dentro questo quadro generale che la categoria può avere una sua utilità

Senza una didattica del disagio si rischia:

- il formalismo

- l’esclusione invece dell’inclusione

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L’orizzonte, a mio parere, deve restare quello della scuola per ciascuno. Se non accade questo c’è il rischio di un ribaltamento dei piani

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1. Le difficoltà scolastiche e i

bisogni educativi speciali

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Difficoltà e disagi

Un primo principio importante è quello di riconoscere la ‘normalità’ della fatica nei processi educativi. Non tutte le difficoltà sono disagi.

Vi sono difficoltà scolastiche fisiologiche legate: - al fatto che il processo di apprendimento è un processo

di costruzione personale; - al fatto che il processo di insegnamento/apprendimento

avviene in un contesto ‘obbligato’ che genera naturalmente fenomeni di resistenza;

Il disagio invee è una difficoltà che non genera nuove

risorse ma consuma solo quelle presenti.

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Una nozione di disagio scolastico

L’insieme di difficoltà che invece di concorrere all’aumento delle risorse personali impediscono all’alunno di vivere in modo positivo le relazioni scolastiche, raggiungere un rendimento sufficiente e, in alcuni casi, vivere un rapporto positivo con se stesso.

Le difficoltà possono riguardare diverse aree:

- l’area del sé

- l’area del ruolo studente

- l’area della relazione con i compagni

- l’area del rapporto con i saperi

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Il disagio si presenta come un fenomeno:

Strutturale,

Aperto;

Plurale

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(Brophy 1999)

Studenti con

problemi di

successo

scolastico

Studenti con

problemi di

ostilità

Studenti con

problemi di

adattamento al

ruolo studente

Studenti con

problemi di

relazioni sociali

Studenti scarsi e

lenti

Studenti ostili-

aggressivi

Studenti iperattivi Studenti rifiutati dai

compagni

Studenti con

sindrome di

fallimento

Studenti passivo-

aggressivi

Studenti facili a

distrarsi

Studenti timidi e

introversi

Studenti troppo

perfezionisti

Studenti ribelli e

provocatori

Studenti immaturi

Studenti demotivati

(underachiever)

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Vademecum per il disagio (2011)

Scheda 29 Studenti con difficoltà legate alla condizione

di migranti

Scheda 30 Studenti con difficoltà nella gestione

dell’aggressività

Scheda 31 Studenti con difficoltà di attenzione

Scheda 32 Studenti con difficoltà lievi di apprendimento

Scheda 33 Studenti con difficoltà di integrazione in

classe

Scheda 34 Studenti con difficoltà di motivazione

Scheda 35 Studenti con paura di fallire e perfezionisti

Scheda 36 Studenti con difficoltà ‘esistenziali’

Scheda 37 I casi di sospetto maltrattamento

Scheda 38 Altre situazioni critiche

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Disagi e BES

Quando si può parlare di BES legato allo svantaggio socio-economico-culturale?

Scegliamo una risposta empirica:

a) Vi è una situazione di BES quando la situazione di svantaggio provoca alcune delle difficoltà vissute in modo intenso e acuto.

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Questa definizione però non può esimersi dal riconoscere che ci sono situazioni in cui lo svantaggio porta a manifestazioni forte e croniche.

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Alla ricerca di alcuni indicatori generali per delimitare

il campo dei BES socio-economico-culturali

Dal Progetto Centra La Scuola (2012/13)

alunni che evidenziano gravi e costanti difficoltà nelle seguenti aree:

motivazione e rendimento scolastico;

difficoltà di attenzione

difficoltà nella gestione dell’aggressività

relazione con i compagni e gli adulti

paura di fallire

fatica di vivere.

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Dal materiale di un IC

Bisogni relativi a Tipo di bisogno

Menomazioni nelle funzioni e nelle

strutture corporee (fisiche, sensoriali,

psichiche)

Specifiche necessità derivanti da

disturbi quali dislessia, disgrafia,

disortografia, discalculia

Difficoltà in una specifica area /

disciplina / abilità

Difficoltà derivanti da comportamenti

inadeguati

Scarsa frequenza alle lezioni (bassa

motivazione all’apprendimento,

problemi personali, familiari, socio

ambientali)

Difficoltà a stare nel contesto classe

(difficoltà nelle relazioni con il gruppo

dei pari, con gli insegnanti)

Difficoltà derivanti da alterazione

transitoria dello stato di salute

(malattia, incidente, patologie della

sfera psico affettiva, dipendenze..)

….

di supporto a problemi relativi alle

funzioni e alle strutture corporee

(assistenza, cura della persona)

educativi relazionali affettivi (supporto

nell’ acquisizione di competenze

relazionali e prosociali)

adattamenti didattici

approfondimento, recupero

disciplinare

recupero / supporto motivazionale

supporto nella gestione e

organizzazione del lavoro e dello

studio

allenamento e guida allo sviluppo

delle potenzialità (autostima)

spazi e tempi di ascolto attivo

formativo professionale

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Istituto Lorenzo Guetti (Tione)

Fattore Grado di incidenza della situazione

di svantaggio

Comportamento

Attenzione

Partecipazione

Impegno

Organizzazione del lavoro

Memoria

Concentrazione

Comunicazione

Apprendimento

Rielaborazione

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2. Il compito promozionale e

preventivo della scuola: livelli

di intervento

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I livelli di prevenzione

Prevenzione primaria: mira a ridurre i fattori di rischio e ad accrescere i fattori di protezione;

Prevenzione secondaria: agisce su disagi già manifesti, sia attraverso azioni di contenimento, sia attraverso azioni di fronteggiamento.

Prevenzione terziaria: ha come oggetto la recidività di un comportamento patologico e la scuola può svolgere solo azioni di contenimento e fronteggiamento in stretto contatto con figure specialistiche

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I tipi di azione della scuola

Prevenzione primaria

Prevenzione secondaria (e terziaria)

- Intervento della scuola diretto-autonomo

- Intervento della scuola diretto – integrato

- Intervento della scuola indiretto

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3. Un lavoro di scuola

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Lo stare in classe

Prevenzione primaria:

- potenziamento dell’orientamento assertivo

- Costruzione del gruppo classe

- Pluralità metodologica

Prevenzione secondaria:

Gestione dell’azione e della relazione in riferimento al tipo di difficoltà

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Studenti con difficoltà nella gestione dell’aggressività

Quali sono alcuni segnali Che cosa è bene fare Che cosa è bene evitare

Labilità emotiva

Crisi di collera improvvisi

Uso reiterato del non rispetto

delle regole

Uso reiterato della prepotenza,

delle minacce, anche

attraverso forme poco

appariscenti (dispetti, violenze

verbali, ricatti) agli occhi dei

docenti

Negazione dei comportamenti

ostili messi in atto

Frequenti comportamenti di

sfida nei confronti

dell’insegnante

Disposizione relazionale verso

la persona e ‘ferma’ verso il

comportamento aggressivo

Aiuto nel modo di elaborare le

informazioni sociali

Aiuto nel riconoscere e gestire

le proprie emozioni (es.:

distinguendo tra emozione e

comportamento)

Aiuto nel modo di gestire i

conflitti e nell’imparare le

abilità sociali

Presentazione di modelli di

comportamento diversi che

permettono di rompere il

comportamento stereotipato

Evitare che l’aggressività

produca benefici

Concordare, quando possibile,

con la famiglia, alcuni

obiettivi su cui lavorare

insieme

Manifestare apertamente la

propria rabbia

Contrapporre continuamente

ad un atteggiamento

oppositivo un medesimo stile

di opposizione

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Studenti con difficoltà di integrazione in classe

Quali sono alcuni segnali Che cosa è bene fare Che cosa è bene evitare

Scarsa disinvoltura nelle

relazioni sociali

Poca capacità di coinvolgere

gli altri

Poca capacità di rendersi

piacevoli

Rifiuto di lavorare con gli altri

Messa in atto, in alcuni casi, di

comportamenti disturbanti e

ostili nei confronti dei

compagni

Lavorare con la classe:

a) Insegnare abilità sociali

b) Attivare lavori in piccoli

gruppi

c) Ruotare regolarmente e in

modo ragionato i posti nella

classe

Lavorare con il singolo:

a) Favorire esperienze di

successo

b) Rafforzare comportamenti

positivi

c) Aiutarlo a leggere i

comportamenti che incidono

negativamente nella

costruzione della relazione con

i compagni

d) Confrontarsi con la famiglia

per concordare linee comuni

Etichettare di fronte ai

compagni la scarsa capacità

relazionale

Limitarsi a richiamare

l’importanza di avere una

buona relazione tra compagni

Mantenere ,durante l’anno,

sempre la stessa disposizione

in classe

Cambiare, durante l’anno, i

posti nella classe casualmente

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Osservare e circoscrivere l’intervento

Osservare la classe

(tramite check list e questionari)

Osservare il singolo

Delimitare alcuni comportamenti problema

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Dal Progetto Centra La Scuola

Area della motivazione e del rendimento scolastico

1 2 3 4

Fatica ad essere presente a scuola

Fatica a prendere parte alle attività didattiche

Fatica a svolgere il compito assegnato

Indifferenza a qualunque tipo di richiamo e sollecitazione all’impegno

Atteggiamento passivo e ripiegamento su di sé

Limitata capacità di memoria

Limitata capacità di elaborare le informazioni

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Dal sito

dell’Istituto Lorenzo Guetti

Area funzionale cognitiva X

Difficoltà di gestione del tempo

Necessità di tempi lunghi

Difficoltà nella pianificazione delle azioni

Difficoltà di attenzione

Difficoltà di memorizzazione

Difficoltà di ricezione - decifrazione di informazioni verbali

Difficoltà di ricezione - decifrazione di informazioni scritte

Difficoltà di espressione – restituzione di informazioni verbali

Difficoltà di espressione – restituzione di informazioni scritte

Difficoltà di lettura

Difficoltà di scrittura

Difficoltà di calcolo

Difficoltà nell’applicare conoscenze

Difficoltà nella partecipazione alle attività relative alla/e disciplina/e________________

Difficoltà nella partecipazione alle attività di__________________________

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Riconoscere diversi ambiti di intervento

Il singolo

La classe

L’istituto

Il territorio

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Definire ruoli dentro

una responsabilità comune

La loro definizione va precisata contestualmente in ogni scuola considerando quali funzioni e gruppi di lavoro sono già operanti. E’ bene infatti evitare la frammentazione e una eccessiva moltiplicazione dei soggetti.

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Elaborare un progetto didattico

personalizzato

Il modello base:

Descrizione del profilo delle difficoltà;

Descrizione degli obiettivi

Definizione delle:

- strategie didattiche

- misure dispensative

- strumenti compensativi

- modalità di verifica e valutazione.

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Gli strumenti di altre esperienze:

- Centra La Scuola

- IC Lorenzo GUETTI

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Valutazione

Occorre distinguere due aspetti:

- La definizione condivisa delle modalità di verifica

- La condivisione del senso della valutazione

- La condivisione della trasformazione dei dati raccolti nella verifica in giudizio numerico in merito al livello raggiunto

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Modalità di verifica

• programmare e concordare con l'alunno le verifiche • predisporre, quando possibile, prove a scelta multipla,

vero o falso, • completamento di schemi, parole chiave, • verifiche orali programmate • fare usare strumenti e mediatori didattici sia nelle prove

scritte che orali (per lo svolgimento dei temi dare scalette per la composizione, introdurre l'argomento e spiegare di cosa parla o richiede il titolo,...

• compensazione con prove orali di compiti scritti • uso di mediatori didattici durante le prove scritte e orali

(mappe mentali, mappe cognitive..) • valutazioni più attente alle conoscenze a alle competenze

di analisi, sintesi e collegamento con eventuali elaborazioni personali, piuttosto che alla correttezza formale

• prove informatizzate • tempi più lunghi per l'esecuzione delle prove

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4. Un bagaglio di strategie per

una didattica personalizzante

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Strategie di accompagnamento e

motivazione

Dal documento di un IC: Colloqui periodici da parte di un docente scelto

all’interno del Consiglio di classe Colloqui con la psicologa dello sportello di ascolto Far capire allo studente che siamo interessati alle sue

difficoltà: dare quindi attenzione individualmente individuare le attività in cui l’alunno è capaci e creare

delle situazioni in cui queste possano essere espresse al fine di rafforzare la fiducia e l'autostima

Fissare obiettivi concreti e realistici Valorizzare nella didattica linguaggi comunicativi altri

dal codice scritto (linguaggio icono-grafico, parlato), utilizzando mediatori didattici quali immagini, disegni, riepiloghi a voce

Incoraggiare l’apprendimento collaborativo favorendo le attività in piccoli gruppi

Predisporre azioni di tutoraggio tra pari

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Strategie relazionali

Cura del clima della classe

Insegnamento delle abilità sociali

Percorso di educazione emotiva

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Strategie didattiche

Valorizzare nella didattica linguaggi comunicativi altri dal codice scritto (linguaggio iconografico, parlato), utilizzando mediatori didattici quali immagini, disegni e riepiloghi a voce

Utilizzare schemi e mappe concettuali Privilegiare l’apprendimento dall’esperienza e la

didattica laboratoriale Promuovere processi metacognitivi per sollecitare

nell’alunno l’autocontrollo e l’autovalutazione dei propri processi di apprendimento

Incentivare la didattica di piccolo gruppo e il tutoraggio tra pari

Promuovere l’apprendimento collaborativo (dal modello ministeriale PDP Scuola Primaria)

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Dall’esperienza di un IC

ITALIANO

Obiettivi Metodologie utilizzate

saper ascoltare e comprendere semplici e brevi

messaggi orali ricorrenti nel linguaggio della

scuola;

saper ascoltare e comprendere micro-messaggi

orali relativi ad aspetti concreti della vita

quotidiana;

saper parlare con pronuncia “accettabile” al fine

di essere compresi;

saper usare vocaboli ed espressioni di uso

frequente;

possedere la corrispondenza grafema fonema;

scrivere e trascrivere: saper riprodurre i suoni

semplici e complessi, scrivere sotto dettatura

parole conosciute e brevi frasi;

semplificazione del testo

tabelle

schemi

spiegazioni individualizzate

lavori di gruppo

mappe concettuali

altro:

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Strategie responsabilizzanti

Con il singolo alunno Comunicare con chiarezza le finalità e gli obiettivi

delle attività Stesura del contratto formativo con l’allievo Con la famiglia dell’alunno Concordare la riduzione del carico di studio

individuale a casa Concordare l'organizzazione di un piano di studio

settimanale con distribuzione giornaliera del carico di lavoro

Concordare le modalità di aiuto: chi, come, per quanto tempo, per quali attività/discipline chi segue l’alunno nello studio

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Strategie metacognitive

Sostenere e promuovere un approccio strategico nello studio utilizzando mediatori didattici facilitanti l’apprendimento (schemi, immagini, mappe …).

Insegnare l’uso di dispositivi extra testuali per lo studio (titolo, paragrafi, immagini,…)

Sollecitare collegamenti fra le nuove informazioni e quelle già acquisite ogni volta che si inizia un nuovo argomento di studio.

Promuovere inferenze, integrazioni e collegamenti tra le conoscenze e le discipline.

Offrire anticipatamente schemi grafici relativi all’argomento di studio, per orientare l’alunno nella discriminazione delle informazioni essenziali.

Sviluppare processi di autovalutazione e autocontrollo delle strategie di apprendimento negli alunni.

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Strategie narrativo-esistenziali

Costruzione di un ‘diario’ personale dell’esperienza formativa

Costruzione di un diario di classe

Colloqui per rielaborare l’esperienza

Pratiche di orientamento

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Breve Bibliografia

AA.VV, ADHD a scuola. Strategie efficaci per gli insegnanti, Erickson, Trento 2013.

AA.VV, Dislessia e altri DSA a scuola, Strategie efficaci per gli insegnanti, Erickson, Trento 2013.

J. Brophy, Insegnare a studenti con problemi, LAS, Roma 1999.

Comune di Piacenza – Università Cattolica del Sacro Cuore, sede di Piacenza, Vademecum per il disagio scolastico, Piacenza 2012.

L. D’Alonzo, Come fare per gestire la classe nella pratica didattica, Giunti, Firenze 2012.

G. Sandrone (ed), Pedagogia speciale e personalizzazione, La Scuola, Brescia 2012.

C. A. Tomlinson, Adempiere la promessa di una classe differenziata, LAS, Roma 2006.

P. Triani, Disagi dei ragazzi, scuola, territorio. Per una didattica integrata, La Scuola, Brescia 2011.