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DICEMBRE 2014

INCOGNITA

MICCOLI

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LecceViale G. Rossini 54

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DIRETTORE RESPONSABILE : Flavio De Marco HANNO COLLABORATO: Umberto Verri, Bruno Conte Stefano Giammarruto, Piergiorgio FiorentinoPROGETTO GRAFICO: Adriana Greco Supplemento Quotidiano Sportivo Online www.lulecce.it Aut. Trib. di Lecce n. 1064, 8/07/2011 Per questa pubblicità: 389/1819733

Flavio De Marco, direttore responsabile www.lulecce.it

PAGLIARI: TUTTO SARA’ POSSIBILE

Un esperto di filosofia, questo è certo. Il nuovo tecnico di Lecce ha snocciolato particolari etimologici nel presentarsi. Molti i riferimenti alla logica, quindi, i colleghi presenti in sala stampa hanno dovuto rispolverare gli studi aristotelici, nel caso gli avessero mai praticati. Il nuovo allenatore del Lecce, stando alla logica possibile è stato ottimista. Ha sostenuto apertamente che il campionato dei giallorossi potrebbe essere un campionato di vetta visti i molti punti a disposizione. Poi, l’ex mister del Pisa ha parlato di rilancio del club giallorosso, piazza prestigiosa. La tifoseria, ha detto Pagliari, deve essere al centro delle dinamiche sportive intorno al club. Su Miccoli è stato molto chiaro: devo conoscerlo personalmente prima di poterlo valutare.Adesso, il nuovo allenatore del Lecce, consapevole degli impegni che dovrà assumere, consapevole dell’importanza della piazza leccese, inizierà da questo pomeriggio a conoscere i calciatori. Un lavoro difficile che lo porterà ad affrontare l’arduo compito di compattare lo spogliatoio ed un ambiente logorato da troppe sconfitte o se si preferisce dalle mancate vittorie.

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IL PROVINCIALISMO UCCIDERA’ IL LECCE CALCIOTra le anomalie che si riscontrano attorno alla squadra del Lecce non possiamo tacere quella che un noto cronista sportiva ha definito, all’indomani della brutta figura dei giallorossi con il Martina Franca, la “passione normalizzata”. Su un quotidiano locale infatti abbiamo letto che «c’èsempre qualcuno pronto ad invitare alla calma, alla riflessione, a rinviare i processi a fine campionato perchè adesso non servono a niente (e in fondo nemmeno alla fine sono utili, meglio lasciar perdere)». É proprio così, come scrive il collega: «Secoli fa si scatenava un putiferio per un pareggio interno alla seconda giornata in serie A (sì, serie A), con scontri, tafferugli, pietre; addirittura si facevano esplodere bombe carta per contestare un allenatore che stava guidando il Lecce verso la promozione; si piantava una grana perchè le strisce delle maglie erano troppo strette o perchè l’allenamento era a porte chiuse anzichè aperte». C’erano pure allora giornalisti che scrivevano analisi tali da guadagnarsi striscioni in curva in cui si alludeva a scritture sotto dettatura dell’allora patron giallorosso, ma oggi appare strano questo ammorbidimento di critica diffuso sia fra i tifosi che tra i giornalisti.Fra i tifosi spicca l’atteggiamento della curva, dove, chissà perchè, non è ancora scoppiato il putiferio. Forse gli iscritti alle associazioni di sostenitori giallorossi sono così influenti da placare le ire dei più scalmanati? O forse davvero la passione per il Lecce oggi si sposa non rende credibile la voglia di promozione in serie B? Qualche dubbio la dirigenza giallorossa avrebbe dovuto porlo nei confronti di un allenatore che per due anni non ha centrato l’obiettivo della promozione. Ma pazienza. Tra i tifosi c’è anche qualche autorevole opinionista che imputa la colpa degli insuccessi ai giocatori, perchè mister Lerda tiene visceralmente al Lecce. Ma allora questo allenatore non si è mai accorto che da un po’ di tempo alcuni calciatori non rendono? Se n’è accorto anche il presidente Tesoro...E veniamo alla stampa. Si cerca di imbavagliarla. Quando è scomoda, le alte sfere dell’Us Lecce vietano di porre domande ai tesserati giallorossi, oppure questi non vengono mandati alle trasmissioni tv. Ben accette quando sono zeppe di solerti pennvivnedoli, non quando si parla ragionando senza peli sulla lingua. Gli esempi di libertà di pensiero sportivo a Lecce si contano sulle dita di mezza mano. Casi in cui si commentano le azioni di gioco, si analizzano le impostazioni tattiche, si giudicano anche severamente le prestazioni dei singoli e si azzardano ipotesi talvolta maligne, consapevoli che a pensar male si fa peccato ma quasi sempre si azzecca. Si racconta il calcio senza sottostare magari ai diktat di un amministratore delegato di società sportiva che decide i temi della trasmissione; si parla seriamente di calcio anche pur nella consapevolezza che siamo tutti allenatori; si parla di pallone seriamente seppur infilando il calcio nella veste dello show. Diversamente da stampa e tifoseria poco serie che fingono serietà tirare fuori le più allegre lingue della storia della ruffianeria. Provincialismo, questo, che non aiuterà certo Tesoro padre e figlio a prendere provvedimenti verso una squadra presuntuosa e un allenatore che, nonostante successi come quelli di Salerno e Benevento, non infondono mai la sensazione che quest’anno, finalmente, il Lecce abbandonerà questa maledetta categoria.

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Questa squadra deve cambiare mentalità.... figure come questa non le voglio più vedere..” Le parole di Miccoli riecheggiano nella delusione del.dopo partita... I Giallorossi hanno appena perso contro i cuginetti del Martina Franca e in sala stampa c’è una forte preoccupazione per le sorti del Lecce, di questo Lecce che non riesce ad ergersi a protagonista in questa serie C in cui dovrebbe, sulla carta, recitare i ruolo di mattatore... Già.. cambiare la mentalità... “Non sarà affatto facile cambiarla..” dico a Miccoli... da tre anni il Lecce dovrebbe cambiare mentalità, da tre anni e quattro allenatori... ma niente... sempre gli stessi errori, sempre quel pressapochismo, sempre quella squadra , salvo rare eccezioni, senza attributi... il problema è serio. Quindi come sperare di “cambiare mentalità” all’improvviso quando da 3 stagioni e 4 allenatori la mentalità è sempre la stessa..? Miccoli dice che bisogna giocare con il sangue agli occhi, con cattiveria, che non basta dirlo a parole.. Lerda dice che il campionato lo vincerà chi avrà più fame, dice che il Lecce non deve lasciare neanche le briciole... parole giuste, sacrosante... peccato che il Lecce in questi 3 anni e 4 allenatori questi dettami non gli abbia quasi mai messi in pratica. Nemmeno quando il Barletta fa il miracolo di battere la capolista Salernitana e porge al Lecce un tappeto rosso... Difficile da digerire. Qual è allora il problema del Lecce..? perchè sia chiaro : senza un cambiamento vero di mentalità il Lecce non ce la farà ad uscire dall’inferno e a “riveder lo cielo”... mi chiedo se il.problema sia il materiale umano di questa squadra che ha giocatori anzianotti ma di nome oppure se il problema sia Lerda.. Quanto il carattere difficile di Lerda riesce a catalizzare e a far lievitare le motivazioni e l’impegno leonino dei calciatori..? Quanto le sue scelte tecniche e tattiche sono state finora azzeccate ?... Oppure sono i calciatori del Lecce che nell’habitat della C , fatto di forza, gioventù e motivazioni, si trovano in grande difficoltà...?? ...vi lascio il quesito amici... io però penso che la verità stia nel mezzo... e a Lerda dò un consiglio.. faccia giocare Miccoli.. se Fabrizio gli tirerà fuori le castagne, tutti , e in primis Lerda , avranno da guadagnarne, se invece Miccoli dovesse fallire, Lerda potrà dire di aver avuto ragione nell’averlo finora relegato in panchina.

BRUNO CONTE

BUONE FESTE!

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Terzo anno consecutivo nella massima serie del Basket italiano per la New Basket Enel Brindisi con una squadra ed una società che si stanno rendendo protagonisti di un crescendo rossiniano.Infatti, dopo essere immediatamente risaliti dalla Lega Due, al termine della stagione 2011-12, la formazione allenata dall’esperto coach Bucchi ha conseguito una tranquilla salvezza con accesso alle finali di Coppa Italia nella prima stagione in serie A, ha chiuso il girone di andata della scorsa annata in testa al campionato, conseguendo un ottimo quinto posto finale con accesso ai playoff scudetto, nonché accedendo come testa di serie alla Final Eight di Coppa Italia ed in questa prima fase della stagione 2014-15 sta facendo una buonissima figura in Europa nelle gare della Eurochallenge, dove è assolutamente in corsa per il passaggio del turno, mantenendo anche una buona media in campionato, dove al momento è tra le assolute protagoniste.Infatti, la compagine brindisina ha vinto sei delle dieci partite disputate sino ad ora, l’ultima delle quali in casa della G. Tesi Group Pistoia, superata per 83-70, conquistando quindi 12 punti e mantenendosi in scia delle primissime della classe, ossia la capolista Venezia e le prime immediate inseguitrici Milano (campione d’Italia in carica), Reggio Emilia e Sassari (vincitrice della Coppa Italia).Di conseguenza, è chiaro che mantenendo invariate le distanze dalle formazioni che al momento sono davanti e sono più quotate di quella bianco azzurra, una piazza amante del basket come Brindisi, ben abituata soprattutto per i successi degli anni’80, quando i salentini erano stabilmente tra i protagonisti dei playoff scudetto, si può permettere di infiammarsi e di coltivare ambizioni sempre più concrete.La Società brindisina, tra l’altro, sta facendo di tutto per mantenere competitivo il roster a disposizione di coach Bucchi, come dimostra l’ultimo acquisto del centro di origine nigeriana Eric Michael, chiamato fino alla fine della stagione a sostituire quel Cedric Simmons che ha subito un grave infortunio nella gara di poche settimane fa col Varese e che quindi aveva creato un vuoto nella rosa bianco azzurra.Questi quindi, gli uomini a disposizione di Piero Bucchi per tentare di migliorare ancora quanto di buono fatto nella scorsa stagione : Jacob Pullen, Demonte Harper, Delroy James, Massimo Bulleri, David Reginald Cournooh, Matteo De Gennaro, Marcus Edward Denmon, Cedric Simmons, Francesco Morciano, Andrea Zerini, Elston Howard Turner, James Dixon Mays e come detto, il prossimo arrivo, Eric Michael.

PIERGIORGIO FIORENTINO

Enel Basket Brindisi : terzo anno consecutivo nella massima serie per una piazza sempre più ambiziosa

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I recenti ko di Foggia e col Martina hanno scoraggiato i tifosi

LECCE, D’ORA IN AVANTI NIENTE PIU’ SCONFITTEALTRIMENTI ADDIO SOGNI DI PROMOZIONE IN <B>

di UMBERTO VERRIDue derby, due sconfitte. Una più amara dell’altra. Il ko di Foggia è stato il frutto della dabbenaggine di alcuni elementi; quello con il Martina, invece, è stato il figlio legittimo del non gioco dell’intera squadra. Comunque siano andate le cose, dopo gli ultimi 180’ di gare, c’è soltanto da fare una semplice ma fondamentale riflessione: in casa- Lecce, alla vigilia dei due derby, erano stati pronosticati almeno quattro punti (pareggio a Foggia e vittoria contro il Martina). C’era stato anche chi, con estrema leggerezza ed esagerato ottimismo, aveva preventivato bottino pieno con vittorie a Foggia ed al <Via del mare> contro il Martina dell’ex Ciullo. Previsioni sbagliatissime. Come pure, altrettanto sbagliati sono stati i discorsi su un Lecce che, al termine dei due derby e nelle restanti partite di fine anno, avrebbe fatto il pienone, avvicinandosi – se non proprio superandola in classifica – la capolista Salernitana. Non è successo niente di tutto questo. Il Lecce quarto era e quarto è rimasto, con l’aggravante, però, di essere stato agganciato dal Foggia che, al momento, gli ha soffiato la poltrona dei play off.Lecce fermo al palo, dunque. E bisogna considerarlo un vero, grave peccato per le ambizioni di grandezza della squadra leccese ed un’occasionissima buttata alle ortiche. Difatti, nel momento in cui il Lecce stava per scendere in campo e cominciare a giocare il derby contro il Martina, la Salernitana soccombeva sotto di un gol al cospetto di un ringalluzzito Barletta. Non meno ghiotta l’altra occasione d’oro offerta dal Benevento che, la sera prima del derby Lecce-Martina, non era andato oltre il pareggio in quel di Messina. Due grandi opportunità da sfruttare al massimo. Invece, il Lecce ha fatto flop , e per essere più chiari, contro il Martina ha fatto acqua da tutte le parti, evidenziando un gioco irritante e senza senso. E alla fine ha perduto tre punti preziosi, è rimasto quarto ma a sei lunghezze di distanza dalla Salernitana ed ha incassato, per giunta, la

prima sconfitta interna di questo campionato. Insomma, con queste ultime due consecutive sconfitte, il Lecce ha vanificato completamente o quasi le belle prove e gli ottimi risultati ottenuti nelle precedenti otto gare, durante le quali era stato bravo ad andare a vincere a Salerno, poi ancora a Benevento e pareggiare anche in casa della Juve Stabia. Un Lecce degno di stima ed apprezzamento. Complimenti meritati che, però, da due turni a questa parte, non possono più essere fatti a Lerda ed ai suoi ragazzi.Che sta succedendo al Lecce? Quella che sta vivendo da 180’ deve essere considerata una crisi passeggera o un male profondo < esploso> adesso ma in incubazione da diverse partite? Per dare una risposta seria e definitiva bisognerà aspettare ancora qualche altro turno di campionato. Al momento, sull’onda delle emozioni e delle delusioni, si potrebbero dare giudizi e risposte sbagliate sui due derby perduti. Giudizi che potrebbero racchiudere diverse considerazioni: da quella relativa ad una condizione psico-fisica non eccellente di gran parte i componenti la squadra. all’altra più allarmante che riguarderebbe la inadeguatezza del tecnico Lerda.Due valutazioni, se vogliamo, che possono anche essere collegate fra loro, tanto che l’una non escluderebbe l’altra. Noi siamo per una terza, chiamiamola così, valutazione sull’attuale momento-no del Lecce.Siamo dell’idea che, qualcosa, non stia quadrando nelle idee tattiche che mister Lerda intende far realizzare dalla squadra. L’aver cambiato più moduli, pur avendo alla sue dipendenze, da due stagioni a questa parte, gran parte dei calciatori che compongono la <rosa> del Lecce senza aver trovato la formula giusta per farli rendere al massimo, testimoniano le difficoltà incontrate da mister Lerda per non aver compreso ancora le effettive potenzialità dei suoi giocatori.

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BAR COSTA

E, nella speranza di scoprirle, da diverse settimane ha iniziato a fare ricerche ed esperimenti ( lui dice prove) a tutto tondo che ancora non hanno dato i frutti sperati.E’, dunque, un brutto momento quello che attualmente sta attraversando il Lecce. E, come detto, non solo per le due sconfitte consecutive, ma per le implicazioni che questi due stop hanno prodotto e potrebbe produrre in futuro alle attese e speranze di squadra e tifosi. Oggi, purtroppo, un dato è certo: con la sconfitta subita ad opera del Martina, il Lecce ha perduto il quarto posto e quindi la possibilità ( se fosse finito il torneo) di disputare la lotteria dei play off. Per fortuna, siamo ancora lontani dalla fine della stagione e da oggi fino a metà giugno (al termine cioè di eventuali play off) ci sono tanti altri mesi e tanti altri punti da conquistare. Insomma, la speranza è davvero l’ultima a morire. E noi siamo fra quelli che continueranno a sperare fino alla fine. Ma attenzione Lecce: la brutta scia delle sconfitte deve finire. Altrimenti, anche quest’anno, addio ai sogni e speranze di promozione in serie B.

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BAR COSTA

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