Dicembre 2011 Comunità pastorale VISITAZIONE DI MARIA … · del VII Incontro Mondiale delle...
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N. 7 - anno XXIV
Dicembre
2011 Comunità pastorale VISITAZIONE DI MARIA VERGINE
In Cammino...
Avviso sacro, ciclostilato in proprio, distribuzione gratuita
Sommario
Informatore
Parrocchiale
Tempo d’Avvento in oratorio 2011: Il segreto dov’è? pag. 2
Incontro di formazione religiosa per operatori della scuola dell’infanzia
pag. 3
6 novembre 2011: Giornata Diocesana CARITAS Casa Famiglia per anziani: I nostri Santi
pag. 4
Pagina oratorio: Novena di Natale pag. 5
VII incontro mondiale delle famiglie: Milano 2012 pag. 5-6-7
Piedi di messaggero, cuore di pastore: visita del Cardinale Scola nella VII Zona pastorale
pag. 8
Le ricette di suor Roselia: biscotti per le feste Don Alberto ringrazia … Orari S. Messe
pag. 9
Formazione e Catechismo: Lo stile cristiano Notizie utili della Comunità Pastorale “Visitazione di Maria Vergine”
pag. 10-11
Dall’archivio parrocchiale della Comunità Pastorale Battesimi e Funerali: dal 16 ottobre al 11 novembre 2011
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(dalla prima catechesi preparatoria per il VII Incontro Mondiale delle Famiglie)
Il Tempo di Avvento in oratorio si fa tempo di ricerca e di scoperta di un segreto
che abita nel cuore dell’incarnazione del Signore. Gesù si è fatto bambino ed è
cresciuto in una famiglia speciale, scelta dal Padre, per la crescita del suo Figlio
unigenito.
Anche le nostre famiglie sono state «scelte» perché i figli che crescono in esse lo
possano fare «a immagine di Dio»: tutta la vita quotidiana è l’ambito in cui eser-
citarsi a vivere la nostra «somiglianza» con Dio e riconoscere che è «abitata»
dalla presenza del Signore Gesù.
Anche il Tempo di Avvento in oratorio sarà dunque orientato alla preparazione
del VII Incontro Mondiale delle Famiglie che si terrà a Milano dal 30 maggio al
3 giugno 2012. Con il Santo Padre e tutte le famiglie del mondo metteremo a tema le dimensioni che se-
gnano il ritmo quotidiano della vita: il lavoro e la festa.
Continua dunque la proposta di un’animazione «permanente» dell’oratorio, affinché i ragazzi, in vista del
Natale del Signore, possano vivere il loro tempo libero nella dimensione della festa, insieme ai loro amici
e agli educatori, in un ambiente che sia per loro «casa» accogliente. Tutto il «buono» che i ragazzi posso-
no fare «creando» – nell’impegno della vita quotidiana – in oratorio può essere valorizzato e celebrato
come stile da consolidare per il futuro. La crescita dei ragazzi nella vita buona del Vangelo può diventare
così segno della novità gioiosa che l’incarnazione di Gesù ha portato con sé «ricreando».
Nel Tempo di Avvento la proposta dell’anno oratoriano «Creando e ricreando» si sviluppa mettendosi
alla ricerca di un segreto che può essere svelato solo se «si entra» a contemplare il mistero di Nazareth.
Ci lasceremo guidare dal testo della prima catechesi preparatoria per il VII Incontro Mondiale delle Fami-
glie dal titolo Il segreto di Nazareth (il testo completo della catechesi è a disposizione sul sito
www.family2012.com/).
Sempre sul sito di Family 2012 – nella sezione dei materiali – è disponibile un agile volumetto per la dif-
fusione dei contenuti della prima catechesi che contiene diverso materiale riutilizzabile tra cui citazioni
letterarie, artistiche, spirituali, musicali ecc.
«“Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui” (cfr. Luca 2,
40-41. 51-52). […] Il brano delinea con pochi tratti il “segreto di Nazareth”. È il luogo per crescere in
sapienza e grazia di Dio, nel contesto di una famiglia che accoglie e genera… Il mistero di Nazareth ci
dice in modo semplice che Gesù, la Parola che viene dall’alto, il Figlio del Padre, si fa bambino, assume
la nostra umanità, cresce come un ragazzo in una famiglia, vive l’esperienza della religiosità e della leg-
ge, la vita quotidiana scandita dai giorni di lavoro e dal riposo del sabato, il calendario delle fe-
ste» (dalla prima catechesi preparatoria Il segreto di Nazareth).
Anche i nostri ragazzi sono chiamati a crescere come è cresciuto Gesù, dimostrando di vivere già fin
d’ora «a immagine di Dio». Lo potranno fare se per loro si costruisce un contesto favorevole e contagioso
che è innanzitutto la famiglia in cui abitano; ma sono anche gli ambienti che frequentano quotidianamen-
te:, la scuola, la società sportiva, il gruppo degli amici e l’oratorio!
Tempo d'Avvento in oratorio 2011
Il segreto dov'è?
«Ecco il mistero profondo di Nazareth: Gesù, la Parola di Dio in persona,
si è immerso nella nostra umanità …»
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Perché organizzare un momento di riflessione religio-sa? Quale il nesso del tema “Famiglia: festa, lavoro” col nostro essere insegnanti nella scuola dell’infanzia? Dall’ “Antologia del Magistero Cattolico”: … a tutti ricordo le consolanti ed esigenti parole della dichiara-zione conciliare sulla educazione cristiana: “E’ mera-vigliosa e davvero importante la vocazione di quanti, collaborando coi genitori nello svolgimento del loro compito e facendo le veci della comunità umana, si assumono il dovere di educare nelle scuole. Una tale vocazione esige speciali doti di mente e di cuore, una preparazione molto accurata, una capacità pronta e costante di rin-novamento e di adattamen-to” (Beato Giovanni Paolo II, di-scorso ai partecipanti al terzo congresso nazionale della FISM, 17 gennaio 1981). Nel suo farsi uomo, il figlio di Dio, ha vissuto a pieno l’esperienza di crescere in una famiglia. I Vangeli ci insegnano che Egli cresceva e si fortificava in un ritmo ordinato di lavoro e di festa. In ogni bam-bino ci viene chiesto di cogliere un riflesso del volto di Cristo. Ed in ogni bambino dobbiamo vede-re la storia contestuale in cui è calato, in cui vive all’interno della sua famiglia. Ad ogni famiglia dobbiamo riconoscere la dignità ed il ruolo primario di comunità educante. L’educatore ed il maestro, riconoscendosi come ope-ratori di Dio, strumenti attivi nel disegno divino, si pongono in collaborazione con le famiglie nell’opera educativa verso i più piccoli. Lavoro: un bene per la persona e la sua dignità. Ed è non solo un bene “utile” o “da fruire”, ma un bene “degno”, cioè corrispondente alla dignità dell’uomo, un bene che esprime questa dignità e la accresce. Non possiamo certo negare le difficoltà legate al mondo del lavoro e che spesso accompagnano an-che le famiglie dei nostri bambini. Compito della scuola, nella consapevolezza e nel rispetto della plu-ralità, è quello di accompagnare i bambini alla sco-perta della vita nel suo alternarsi di festa e lavoro laddove i momenti di festa diventano occasione di gioia e riflessione sul nostro stare insieme come co-
munità cristiana, ed il lavoro risorsa e non rincorsa al puro benessere materiale. La festa come riscoperta delle tradizioni cristiane, ma anche pausa dal lavoro,
occasione per stare coi propri familiari, condividere esperienze importanti e godere insieme di un tempo
di riposo. La società esprime il proprio essere, le proprie spe-
ranze, nel modo in cui celebra la festa. Dobbiamo purtroppo rilevare che al giorno d’oggi, spesso alle famiglie vengono proposti stili ed opportunità che
poco hanno a che vedere con lo spirito gioioso e propriamente festoso: consumismo e freneti-
cità spingono sempre più le per-sone a spendere il tempo dome-nicale in luoghi di ritrovo dove non sono favoriti la comunicazio-ne ed il dialogo. Ancor di più la scuola diventa importante nel trasmettere ai bambini valori e tradizioni trascurati dalla società o rilegati ad occasioni di consu-mo. Stile educativo delle scuole cat-toliche: siamo provocati a chie-derci se le relazioni che viviamo rispettano lo stile evangelico, se siamo in grado di porci alle fami-glie che incontriamo con il ne-cessario spirito di accoglienza, se il nostro agire è sempre compe-
tente ed al tempo stesso pastorale. Cogliere il nostro lavoro di maestri come una vocazione. Riscoprire le
motivazioni spirituali trovando nei riferimenti al Vangelo i passi fondamentali dell’opera educativa.
Riconoscere e valorizzare l’appartenenza alla comu-nità educante attraverso reti di scuole, la collabora-
zione, la valorizzazione delle competenze proprie ed altrui, avvalersi dell’ausilio di specialisti e for-
matori. In questa giornata, allora riflettere insieme sul per-ché del nostro essere educatori diventa non solo oc-casione di incontro e di scambio, ma vera formazione personale, opportunità di crescere nella consapevo-
lezza del nostro ruolo e delle nostre responsabili-tà di fronte ai bambini che ci sono affidati e a tutta la Comunità.
Michela
INCONTRO DI FORMAZIONE RELIGIOSA PER OPERATORI DELLA SCUOLA DELL’INFANZIA
Sabato 5 Novembre 2011 - Relatore don Luca Broggi
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40 anni di CARITAS in Italia
6 Novembre 2011: Giornata Diocesana CARITAS “Con i poveri verso la Terra Promessa”
Anche quest'anno, come tutti gli anni, si è celebrata la giornata diocesana Caritas in Italia.
Anche noi nelle nostre parrocchie di Cormano, Brusuglio e Ospitaletto, ci prodighiamo annualmente
per poter essere più vicini, nel nostro piccolo, a chi è più “debole” di noi.
Abbiamo iniziato sabato 5 Novembre durante la S. Messa delle ore 18.00, per poi proseguire domenica
durante le celebrazioni delle ore 8.00, 11.00 e 18.00.
La San Vincenzo ha allestito un piccolo banco in fondo alla Chiesa proponendo semplici oggetti come
matitone, borse in stoffa per la spesa e agendine il cui ricavato servirà per colmare le esigenze giorna-
liere di chi è in difficoltà.
Questi sono gli aiuti materiali che, per quanto possa sembrare assurdo, risultano essere i più semplici da
dare.
E' lo stare vicini a queste persone con una parola, con un sorriso, dedicare loro un po' del
proprio tempo per far si che la loro “salita” possa sembrare meno ripida: questi sono i
gesti più ostici, i più difficili, ma donando un po' di serenità a chi ne ha più bisogno … può
donare tanto anche a te stesso!!!
Tiziana
Associazione San Vincenzo
Nell'originaria e antica cappella di Villa Gioio-sa, facente ora parte della Casa Famiglia per Anziani di Via Mazzini, nella nicchia di sini-stra entrando, durante i mesi di settembre e ottobre, sono stati collocati ed esposti i ritratti di alcuni Santi e Beati. Tutto ciò all'interno di un percorso di formazio-ne e di spiritualità che, durante i giovedì di o-gni settimana, hanno voluto aiutare gli Ospiti ad accostarsi a queste figure, segni della San-tità del nostro tempo. Ogni settimana un Santo o un Beato che at-traverso la sua Biografia, ci ha insegnato co-me
"TUTTI NOI SIAMO CHIAMATI ALLA SANTITA".
Ecco allora le figure e le Spiritualità del
- Beato Giovanni Piamarta - San Giovanni Calabria - San Giovanni Bosco - San Domenico Savio - Beato don Carlo Gnocchi - Beato Giovanni Paolo II
e in futuro altre figure di Santità. Nella Solennità di Tutti i Santi le iconografie sono state venerate con il rito dell'Incensazio-ne e con l'omaggio floreale. Se volete, passate anche voi nella Cappella di Casa Famiglia (ogni giorno c'è la S. Messa alle ore 16,15) e potrete venerare e pregare questi nostri Santi.
Francesco Mascheroni
I nostri Santi
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Serata formativa per tutte le famiglie Proseguono in parrocchia le serate di formazione e confronto sui temi della famiglia in preparazione al futuro incontro con il Papa per la giornata mondiale della famiglia. Ieri, ad Ospitaletto, abbiamo vissuto un intenso momento di riflessione sul tema della fa-
miglia e del lavoro animato dal dott. Paolo Foglizzo, giornalista della rivista cattolica Aggiornamenti Sociali. L’incontro ha permesso alle famiglie presenti di ascoltare come la dottrina sociale della Chiesa metta fortemente in evidenza quanto il lavoro faccia parte indissolubilmente della vita spirituale di ogni cristiano. Il lavoro, partendo dalla teologia morale della Chiesa, è “actus personae” ovvero fa parte di tutti quegli atti consa-pevoli dell’individuo che esprimono pienamente l’umanità di ciascuno di noi e che concorrono alla costruzione del percorso verso la salvezza. Essere “personae” si esprime innanzitutto nelle dinamiche relazionali tra le persone e tra la persona e Dio; questo chiarisce immediatamente come il lavoro diventi il luogo dove si possa e si deve, secondo coscienza e sulla base dei propri carismi, partecipare all’opera del Creatore: Dio ha fatto il mondo per noi, noi con il nostro lavoro prose-guiamo l’opera di Dio contribuendo al miglioramento della vita terrena dell’uomo. Il lavoro è mezzo per raggiungere la salvezza e, così come la salvezza passa anche attraverso la croce, il lavoro pro-pone e ci mette di fronte alle sue “croci”. Le difficoltà odierne, le iniquità, le dinamiche lavorative che premiano spesso comportamenti non etici, sono le croci che il cristiano è chiamato a portare con senso di responsabilità ma anche con discernimento, sulla base del-la valutazione etica e personale della capacità e possibilità che ognuno di noi possa operare, nel suo contesto spe-cifico, tutto il “bene concretamente possibile”. Paolo Pogliani
MILANO 2012
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ECCO LA GRANDE PROMESSA DI DIO: VERRA’ IL MESSIA ….
DIO VIENE … e cammina accanto a noi, fa parte della nostra storia DIO VIENE … e vuole incontrarti DIO VIENE …. e ti aiuta a crescere DIO VIENE ….. e accende in te la festa
PREPARIAMOCI INSIEME A RICONOSCERE GESU’ CHE VIENE PARTECIPANDO
ALLA NOVENA DI NATALE DA LUNEDI’ 19 A VENERDI’ 23 DICEMBRE ALLE ORE 17.00
NELLE TRE PARROCCHIE
Sarà bello quest'anno NATALE a Cormano
Prendete un lenzuolo, disegnateci sopra un particolare del presepe,
prendete pezzi di stoffa colorata e cucite sopra riempiendo il dise-
gno di colori. Coinvolgete i vicini di casa, chiedete alle nonne una
mano per cucire... Da domenica 18 dicembre appendetelo fuori
dalla finestra. Immaginate un gregge spuntare dalle finestre di un palazzo, un condominio tra-
sformato in un cielo stellato, una scritta dal primo all'ottavo piano: “Buon Natale Cormano”
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LA LETTERA DEL PAPA
A conclusione del VI Incontro Mondiale delle Famiglie, svoltosi a Città del Messico nel gennaio
2009, annunciai che il successivo appuntamento delle famiglie cattoliche del mondo intero con il Successo-
re di Pietro avrebbe avuto luogo a Milano, nel 2012, sul tema "La Famiglia: il lavoro e la festa".
Desiderando ora avviare la preparazione di tale importante evento, sono lieto di precisare che esso, a Dio
piacendo, si svolgerà dal 30 maggio al 3 giugno...
Il lavoro e la festa sono intimamente collegati con la vita delle famiglie: ne condizionano le scelte, in-
fluenzano le relazioni tra i coniugi e tra i genitori e i figli, incidono sul rapporto della famiglia con la socie-
tà e con la Chiesa.
La Sacra Scrittura (cfr Gen 1-2) ci dice che famiglia, lavoro e giorno festivo sono doni e benedizioni di
Dio per aiutarci a vivere un'esistenza pienamente umana...
Ai nostri giorni, purtroppo, l'organizzazione del lavoro, pensata e attuata in funzione della concorrenza di
mercato e del massimo profitto, e la concezione della festa come occasione di evasione e di consumo, con-
tribuiscono a disgregare la famiglia e la comunità e a diffondere uno stile di vita individualistico.
Occorre perciò promuovere una riflessione e un impegno rivolti a conciliare le esigenze e i tempi del lavoro
con quelli della famiglia e a ricuperare il senso vero della festa, specialmente della domenica, pasqua setti-
manale, giorno del Signore e giorno dell'uomo, giorno della famiglia, della comunità e della solidarietà.
Il prossimo Incontro Mondiale delle Famiglie costituisce un'occasione privilegiata per ripensare il lavoro e
la festa nella prospettiva di una famiglia unita e aperta alla vita, ben inserita nella società e nella Chiesa,
attenta alla qualità delle relazioni oltre che all'economia dello stesso nucleo familiare.
L'evento, per riuscire davvero fruttuoso, non dovrebbe però rimanere isolato, ma collocarsi entro un ade-
guato percorso di preparazione ecclesiale e culturale...
Auspico pertanto che già nel corso dell'anno 2011..., possa essere intrapreso un valido itinerario con inizia-
tive a livello parrocchiale, diocesano e nazionale, mirate a mettere in luce esperienze di lavoro e di festa
nei loro aspetti più veri e positivi, con particolare riguardo all'incidenza sul vissuto concreto delle famiglie.
Famiglie cristiane e comunità ecclesiali di tutto il mondo si sentano perciò interpellate e coinvolte e si pon-
gano sollecitamente in cammino verso "Milano 2012". Il VII Incontro Mondiale avrà, come i precedenti, una
Gli Incontri Mondiali delle Famiglie
Gli Incontri Mondiali sono stati avviati, da Giovanni Paolo II, in occasione dell’Anno Internazionale della Famiglia nel 1994.
Si tratta di una festa delle famiglie e costituisce un’occasione particolare di arricchimento attraverso lo scambio reciproco che per-
mette di attualizzare i temi legati alla famiglia e di rilanciare la pastorale familiare.
E’ anche una grande opportunità per diffondere una nuova cultura della famiglia.
L’Incontro tradizionalmente consta di tre momenti:
un previo Congresso teologico-pastorale della durata di due o tre giorni
una celebrazione festiva nel corso della quale vengono solitamente offerte delle testimonianze.
Una solenne Concelebrazione eucaristica conclusiva che normalmente è presieduta dal Papa.
La famiglia: il lavoro e la festa
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durata di cinque giorni e culminerà il sabato sera con la "Festa delle Testimonianze" e domenica mattina con la
Messa solenne.
Queste due celebrazioni, da me presiedute, ci vedranno tutti riuniti come "famiglia di famiglie". Lo svolgimen-
to complessivo dell'evento sarà curato in modo da armonizzare compiutamente le varie dimensioni: preghiera
comunitaria, riflessione teologica e pastorale, momenti di fraternità e di scambio fra le famiglie ospiti con
quelle del territorio, risonanza mediatica...
Mentre invoco l'intercessione della santa Famiglia di Nazareth, dedita al lavoro quotidiano e assidua alle cele-
brazioni festive del suo popolo, imparto di cuore ... la Benedizione Apostolica... a tutte le famiglie impegnate
nella preparazione del grande Incontro di Milano.
Da Castel Gandolfo, 23 agosto 2010 Benedetto XVI
Principali elementi del programma
dal 30 maggio al 3 giugno 2012
Martedì 29 maggio Accoglienza (parrocchiale, ecc.) dei partecipanti all'Incontro
Mercoledì 30, giovedì 31, venerdì 1 giugno
Convegno teologico pastorale con relazioni e seminari tematici ispirati
dal tema “La Famiglia: il lavoro e la festa”
Incontri con diverse esperienze significative del territorio
Eucaristia nelle parrocchie e/o per gruppi linguistici
Adorazione in Duomo
Festa nelle città e nelle parrocchie di riferimento
Venerdì 1 giugno, sera
Ore 20: serata al Teatro alla Scala per delegazioni provenienti dalle varie nazioni
ore 21:30: Adorazione Eucaristica in Duomo
Sabato 2 giugno Festa delle Testimonianze con la presenza del Papa Benedetto XVI
Domenica 3 giugno Santa Messa presieduta dal Papa Benedetto XVI
Sarà l'area di Milano Parco Nord -
Aeroporto di Bresso ad ospitare
le celebrazioni conclusive di Family 2012.
Lo ha annunciato monsignor
Erminio De Scalzi, presidente
della Fondazione Milano Famiglie 2012.
Il logo pone al centro
l’immagine stilizzata
del Duomo
Questa scelta da un lato identifica il
luogo ove avverrà il VII Incontro mon-
diale delle famiglie, dall’altro sta a rap-
presentare l’abbraccio di Maria Nascente
alle famiglie che da tutto il mondo rag-
giungeranno Milano.
La famiglia si staglia davanti alla catte-
drale ed è la cattedrale stessa a racchiu-
dere e definire le figure delle persone.
Ciò sta a rappresentare come la fede sia
la guida affinché la famiglia possa svi-
luppare al suo interno tutti i valori cri-
stiani e umani.
Le linee che definiscono il Duomo ri-
chiamano alla mente anche il lavoro:
paiono lo skyline di una città operosa,
dove emergono le ciminiere di fabbriche
nel pieno della loro attività.
L’atteggiamento gioioso dei componenti
della famiglia descrive un’occasione di
festa, le braccia tese l’una verso l’altra
parlano di felicità e unione. E i colori
che compongono la cattedrale disegnano
un evento il cui orizzonte è il mondo
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Sesto San Giovanni 27.10.2011
Come sono belli sui monti i
piedi del messaggero di lieti
annunzi che annunzia la pa-
ce, messaggero di bene che
annunzia la salvezza, che di-
ce a Sion: «Regna il tuo Di-
o». (Isaia 52,1ss).
Mi pare molto bello dare il ben-
venuto al nostro Arcivescovo
cardinale Angelo Scola con que-
ste parole profetiche, lette nel
tempo di Avvento che di qui a
poco aprirà le porte a un nuovo
anno liturgico. Ammirabili, infat-
ti, i piedi mai stanchi del mes-
saggero che porta una buona
notizia di pace proprio in questo
nostro tempo contemporaneo,
un periodo in cui la serenità è
davvero una merce rara, un o-
rizzonte che molti di noi non ve-
dono davanti agli occhi. Giorni
in cui tutto sembra fermo: la
crisi sembra paralizzare tutte le
strutture sociali e l’immobilismo
sembra essere la parola d’ordine
che annichilisce il corpo sociale
in un circolo vizioso per cui tutto
è urlato, tutto è un lamento e
nessuno si muove e determina
decisioni forti ed eticamente re-
sponsabili. Così lo scenario è
ben servito: il lavoro può essere
inesorabilmente precario e, nel
peggiore dei casi, inesistente; la
solitudine e il silenzio assordan-
te dentro le famiglie sono para-
dossali se solo pensiamo alla
quantità di informazioni e di in-
ter-azioni di internet e dei social
network; e potremmo continua-
re...
Su queste situazioni i cattivi
maestri della nostra attualità
propongono lo stare “fermi” e
l’indecisionismo anche perché -
dicono - è meglio non far dan-
ni... Ma nonostante tutto il Van-
gelo di Cristo continua ad attra-
versare le strade, portando il
meglio di ogni cosa, sanando e
beneficando quanti lo ascoltano
e poi lo vivono.
Questo è l’impegno dei cristiani
di oggi e il cardinale Scola sa
bene questo “segreto” del mes-
saggero che porta la pace.
Probabilmente questa forza
muove i suoi piedi fino a noi,
dalla sua presa di possesso
dell’Arcidiocesi fino a ieri, giorno
di visita nella VII Zona pastorale
e a Sesto San Giovanni.
L’immagine è fortemente
“episcopale”: i piedi del Cardina-
le messaggero non sentono la
stanchezza, o meglio, sentono la
fatica, ma la vincono poiché tut-
ti sentano che il messaggero ha
fiato per parlare, energie da of-
frire e un cuore di Pastore.
Durante la concelebrazione eu-
caristica nella Basilica di Santo
Stefano - presenti il Vicario ge-
nerale monsignor Carlo Maria
Redaelli e il decano don Giovan-
ni Brigatti, oltre ai sacerdoti e ai
diaconi che raccolgono le 66
parrocchie della Zona -
l’Arcivescovo ha offerto nella
sua omelia una sorta di
“teologia del restauro” ribaden-
do quella forte immagine di
Chiesa viva composta dalle
“pietre vive” dei discepoli di Ge-
sù.
Un’assemblea liturgica che di-
venta il modello di vita sociale:
«Come possiamo essere concit-
tadini del regno? Possiamo es-
serlo così come l'assemblea eu-
caristica: cioè pietre vive come
le nostre libertà giocate in un
nuovo stile di rapporto tenute
insieme da Gesù, l'unico verbo
che ci rende un solo cuore e
un'anima sola».Da qui allora
l’imperativo morale del creden-
te: «Se il mondo non azzarda,
non gioca la sua libertà... i cri-
stiani tutti non rompono la frat-
tura fra la fede e la vita, fra il
celebrare il sacramento ed
“essere” sa-
cramento nel
quotidiano».
Per il cardinale Scola Gesù ci ha
messo la faccia e così i suoi di-
scepoli in ogni tempo e in ogni
luogo: se viviamo di Lui sarà
naturale uno "stimarsi" a vicen-
da”, l’ascolto reciproco per con-
tinuare una storia di elaborazio-
ne della civitas sulla quale Sesto
è impegnata a tutti i livelli.
In questa “esplorazione” della
variegata “geografia” della
C h i e s a a m b r o s i a n a ,
l’Arcivescovo continua ad ascol-
tare - sopratutto nel dibattito
con gli operatori pastorali - le
istanze delle comunità e offre
interessanti spunti di azione
pastorale, con un peculiare
sguardo al coraggio e alle fragi-
lità delle nostre famiglie, le pri-
me a essere lacerate dai pro-
blemi quotidiani innescati dalla
crisi, quando la terza settimana
del mese spesso è davvero un
dramma, un rompicapo econo-
mico quando si hanno figli da
portare a scuola e da sostene-
re. Difficoltà - queste - che al
nostro Arcivescovo non sono
sconosciute: in effetti, leggen-
do la sua prima lettera alla Dio-
cesi, troviamo una traccia per
ridare slancio alla nostra evan-
gelizzazione e all’attenzione
ecclesiale per la famiglia, il la-
voro, la gioventù. Per questi
motivi la nostra comunità ec-
clesiale sestese restituisce un
“grazie” per una visita pastora-
le attesa e produttrice di frutti.
Ai “piedi” dell’Arcivescovo si
sono uniti i nostri nel cammina-
re insieme con il Signore, of-
frendo tutte le nostre energie
affinché il suo evangelo conti-
nui a cambiare il cuore di cia-
scuno.
Tratto da www.chiesadimilano.it
A cura di Gennaro Mercante
Piedi di messaggero,Piedi di messaggero,Piedi di messaggero,
cuore di pastorecuore di pastorecuore di pastore
Accolta con calore la visita del cardinale Scola nella VII Zona pastorale.
Rilanciata l’immagine di una Chiesa composta da “pietre vive” di Giuseppe TRAPANI
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Don Alberto ringrazia …
Don Alberto Sacco, Primo Coadiutore di Ospitaletto
(1965-1969) di cui abbiamo ricordato il 50° di Ordinazio-ne sull'Informatore di Settembre-Ottobre, così ci ha scritto:
“Carissimi, è per me una bellissima sorpresa
essere stato ricordato nel vostro bollettino
parrocchiale per il mio 50° di Sacerdozio.
Vi ringrazio vivamente.
Vi assicuro che siete presenti nelle mie preghiere, in particolare nel santo
Rosario, per le persone che conosco.”
Con affetto, don Alberto
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ORARI S. MESSE
Parrocchia Feriali Sabato Domenica
BRUSUGLIO 15.30 18.00 10.30
CORMANO 7.55 17.30 8.30 - 10.00 - 17.30
OSPITALETTO 8.30 18.00 9.30 - 11.00 - 18.00
Ingredienti (12 persone)
200gr. Di zucchero,
500gr. Di farina (00)
1 cucchiaino di sale,
Scorza di limone grattugiato,
4 uova,
250gr– di burro,
Eventualmente cacao q.b.
TEMPO DI PREPARAZIONE: 1h
Biscotti per le feste
PROCEDIMENTO:
In una terrina mescolare la farina, lo zucchero, il burro
e le uova fino ad ottenere un impasto omogeneo.
Aggiungere un pizzico di sale, la scorza di limone
grattugiato e, a piacere il cacao. Amalgamare il tut-
to e stendere il preparato su un piano, in modo che
abbia lo spessore di 4..5 mm.
Infine con alcune formine, che richiamino le feste
natalizie, date la forma alla pasta, ottenendo così
diversi biscotti.
Stendere la carta forno su una teglia ed infornate per
20...30 minuti a 180°C.
Buona Degustazione
Don Alberto ringrazia …
Don Alberto Sacco, primo coadiutore di Ospitaletto
(1965-969) di cui abbiamo ricordato il 50° di Ordinazione
sull’Informatore di Settembre – Ottobre, così ci ha scritto:
“ Carissimi,è per me una bellissima sorpresa
essere stato ricordato nel vostro bollettino par-
rocchiale per il mio 50° di Sacerdozio.
Vi ringrazio vivamente.
Vi assicuro che siete presenti nelle mie preghie-
re, in particolare nel santo Rosario, per le per-
sone che conosco”.
Con affetto, don Alberto
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Che genere di vita conduce-vano i primi cristiani? Negli Atti degli Apostoli è scritto che come prima cosa praticavano la carità: «La moltitudine di coloro che erano venuti alla fede aveva un cuore solo e un’anima sola e nessuno diceva sua proprietà quello che gli apparteneva, ma ogni cosa era fra loro comune. Nessuno infatti tra loro era bisognoso, perché quanti possedevano cam-pi o case li vendevano, portava-no l’importo di ciò che era stato venduto e lo deponevano ai pie-di degli apostoli; e poi veniva distribuito a ciascuno secondo il bisogno» (At 4,32-35). Inoltre praticavano la pre-ghiera: «Tutti questi erano as-sidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la madre di Gesù» (At 1,14). Predicavano il Vangelo ed annunciavano il Regno: «Ogni giorno, nel tempio e a casa, non cessavano di insegna-re e di portare il lieto annunzio che Gesù è il Cristo»; «con grande forza gli apostoli rende-vano testimonianza della risur-rezione del Signore Gesù» e «predicavano che la gente si convertisse», «annunziando il regno di Dio e insegnando le cose riguardanti il Signore Ge-sù Cristo» (At 5,42; 4,33; Mc 6,12; At 28,31). Celebravano i sacramenti, in particolare battezzavano, nel nome del Padre, del Figlio e
d e l l o S p i r i t o S a n t o («Battezzate nel nome del Pa-dre, del Figlio e dello Spirito Santo in acqua viva», Didachè 7 ,3) , si confessavano («Nell’assemblea farai la confes-sione dei tuoi peccati e non ti recherai alla preghiera in catti-
va coscienza», Did 4,14); si co-municavano («Nel giorno del Signore, riuniti, spezzate il pa-ne e rendete le grazie dopo aver confessato i vostri peccati, affin-ché il vostro sacrificio sia pu-ro», Did 14,1). Quelli che ne avevano il mandato esorcizzavano e praticavano l’unzione dei malati («Scacciavano molti de-moni, ungevano di olio molti infermi e li guarivano», Mc 6,13), e inoltre praticavano la successione apostolica (At 1,15-26). I credenti amavano riunirsi e imparavano le Scritture, i-noltre vivevano amorevol-mente la koinonia e la litur-
g i a : « E r a n o a s s i d u i nell’ascoltare l’insegnamento degli apostoli e nell’unione fra-terna, nella frazione del pane e nelle preghiere. Tutti coloro che erano diventati credenti stava-no insieme e tenevano ogni cosa in comune; chi aveva proprietà e sostanze le vendeva e ne face-va parte a tutti, secondo il biso-gno di ciascuno. Ogni giorno tutti insieme frequentavano il tempio e spezzavano il pane a casa prendendo i pasti con le-tizia e semplicità di cuore, e lo-dando Dio» (At 2,42-47). La Lettera a Diogneto, scritta nel II secolo, ci illustra anche i loro costumi e la loro etica. Da essa sappiamo che i cri-stiani fin dall’inizio vivono con fedeltà il matrimonio («Hanno in comune la mensa ma non il letto», c. 5). Nell’ant ica Grecia e nell’antica Roma ci s’imbatte nell’ «esposizione dei neonati» indesiderati, ossia il loro ab-bandono fuori dalla porta o tra i rifiuti; i cristiani invece accettano i figli come dono della vita («Generano figli ma non espongono i neonati» ,c. 5). Inoltre non si abbandonano a gozzoviglie ma esercitano uno stile di vita sobrio, so-stenuto «con le mortificazioni del mangiare e del bere»; essi «non vivono secondo la carne». I n f i n e c o n d u c o n o un’esemplare vita sociale, poiché «partecipano a tutto come cittadini» e «obbediscono
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alle leggi stabilite». Anzi, «con la loro vita supera-no le leggi». Eppure, misteriosamente, non sono amati. La Lettera a Diogneto riporta che «per quanto compiano il bene vengo-no puniti come malfattori», «amano tutti ma da tutti sono perseguitati», «sono disprezza-ti», «sono insultati», «vengono bestemmiati». Perché tutto questo? Spesso non lo sapeva nemmeno chi li odiava: «chi li odia non sa spiegare il motivo della propria avversione nei loro confronti». Ma un motivo c’è: questi cri-stiani che «vengono oltraggiati e benedicono» sono il faro di luce sulle coscienze, scavano
nel profondo dei cuori, illu-minano i peccati, fanno capi-re a colui che li incontra che fino a quel momento la sua intera esistenza era scivolata nell’ombra, che esiste invece una possibilità di riscatto, ma si tratta di una faticosa risalita che la carne non vuo-le vedere, che preferisce te-nere nascosta nel buio. I cristiani, col loro stile di vi-ta nuovo, urtano il quieto vivere, indispongono per il fatto che perfino quando vengono condannati e uccisi, essi «gioiscono come se riceves-sero la vita». E questa gioia irrita. «Così i cristiani sono odiati dal mondo, benché non gli facciano alcun
torto, perché si oppongono ai suoi piaceri». I piaceri del mondo sono ef-fimeri, non sono duraturi co-me quelli dello spirito; ma quella carne che non ha tro-vato altro vi si aggrappa di-speratamente e odia perfino la propria anima «perché le impedisce di abbandonarsi ai piaceri».
(da il Timone, ottobre 2011 autore Stefano Biavaschi)
A cura di Paola Salvadori
Comunità Pastorale “Visitazione di Maria Vergine”
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