Diario di Viaggio a Monaco e Castelli della Baviera Tour ... di Viaggio a Monaco e... · ed immersi...

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Diario di Viaggio a Monaco e Castelli della Baviera Tour romantico natalizio nel cuore dell’altopiano svevo-bavarese Monaco di Baviera è una città che, per la sua varietà, per la sua ricchezza architettonica fatta di tradizione e modernità, per il suo calore di città del sud della Germania, mi ha lasciato sempre piacevolmente sorpresa. Ho visitato in varie stagioni quella “Atene dell’Isar”, come è stata chiamata da alcuni, per i suoi edifici classici, voluti da re Ludwig I…l’ho assaporata con calma, andando a spasso liberamente con il mio compagno ed un gruppo di amici, gustando ogni angolo, lasciandomi avvolgere dal suo fascino, anche con il freddo, la pioggia ed il nevischio del periodo invernale!

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Diario di Viaggio a Monaco e Castelli della BavieraTour romantico natalizio nel cuore dell’altopiano svevo-bavarese

Monaco di Baviera è una città che, per la sua varietà, per la sua ricchezza architettonica fatta di tradizione e modernità, per il suo calore di città del sud della Germania, mi ha lasciato sempre piacevolmente sorpresa.

Ho visitato in varie stagioni quella “Atene dell’Isar”, come è stata chiamata da alcuni, per i suoi edifici classici, voluti da re Ludwig I…l’ho assaporata con calma, andando a spasso liberamente con il mio compagno ed un gruppo di amici, gustando ogni angolo, lasciandomi avvolgere dal suo fascino, anche con il freddo, la pioggia ed il nevischio del periodo invernale!

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Il punto focale di partenza è stato certamente la Marienplatz, il cuore di Monaco, bella da morire, anche se la folla era straripante e camminare era quasi impossibile.

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Eppure mi è piaciuto mescolarmi, confondermi tra la gente, respirare quella magica atmosfera d’altri tempi, avvicinarmi alle ricche casette in legno dei mercatini che esponevano ricercate ed uniche decorazioni natalizie per tutti i gusti, statuine in legno dipinte a mano, decori floreali da appendere alla porta o alle finestre della propria casa...

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...gustare magari, in qualche angolo, un bel bicchiere di ottimo Glühwein, il vin brulè speziato!

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Sino agli inizi del XIX secolo quella piazza era stata la sede di un importante mercato di prodotti agricoli, ora era un fantastico luogo di incontro e di passeggio.

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È stato bello aspettare la comparsa delle figurine meccaniche, colorate, del carillon nella torre dell’orologio del Municipio. Esse erano poste su due piani, apparivano e scomparivano, ruotando su se stesse e richiamando il tradizionale ballo messo in scena dai mercanti di cavalli per scongiurare la peste… la dolce musica del carillon risuonava, allietando con diverse melodie.

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Abbiamo anche ascoltato le voci di un coro che, sempre, nel periodo natalizio, da un terrazzo di quell’edificio neogotico, alle cinque del pomeriggio, dava spettacolo con canti melodiosi che si spandevano per tutta la piazza sottostante.

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E proprio quella piazza, pur soffocata in parte dal mercatino natalizio, era ugualmente fantastica.. dominava su tutti i palazzi il Neues Rathaus, il nuovo comune, con le sue guglie neogotiche, ma anche l’Altes Rathaus, il vecchio comune, eretto alla fine del XV secolo, poi distrutto e ora totalmente restaurato, aveva il suo fascino.

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Davanti al municipio, un po’ sommersa dalla folla e dagli addobbi natalizi, mi sembrava quasi che cercasse di farsi spazio la “Colonna di Maria”, un alto pilastro con la statua d’oro della Vergine che brillava tra tutte le lucine… era stata voluta da Massimiliano I nel 1638 in omaggio appunto alla Madonna, patrona della Baviera.

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È stato bello perdersi poi nel dedalo dell’Altstadt, la città vecchia, con le sue piazzette dove spuntavano come funghi i vari mercatini più disparati,tutto era vivace in quelle viuzze illuminate a festa, mentre gli edifici severi ed aristocratici, se ne stavano impassibili e quasi tolleranti di fronte a quel mondo sfavillante, a quel tripudio di luci, antiche melodie e sapori...

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Germania: Monaco e castelli della BavieraWeek end romantico nel cuore dell’altopiano svevo-bavarese

Un incanto poi inoltrarsi nella caratteristica Platz dove le più antiche birrerie di Monaco illuminate a giorno invitavano a gustare la leggendaria birra bavarese...

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Era bello soffermarsi lungo il fiume dopo aver attraversato qualche ponte e sentirsi cullati magari dal mormorio di una fontana che non era stata impacchettata per il freddo gelo invernale. Monaco aveva certamente saputo ricostruirsi in modo favoloso, “a misura d’uomo”, dopo la tremenda distruzione della seconda guerra mondiale, che l’aveva quasi spazzata via, essendo stata un punto nevralgico del regime nazista..

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Devo confessare che ogni tanto, mentre camminavo per quelle vie della città mi sembrava quasi di ripercorrere alcuni periodi di storia.. quanti illustri personaggi del passato avevano calpestato quelle pietre...

... il grande compositore Wolfgan Amadeus Mozart, che proprio a Monaco aveva cercato un lavoro presso la corte della famiglia Wittelsbach,

... il Papa Benedetto XVI che di Monaco di Baviera era stato Arcivescovo..

...senza poi dimenticare che proprio in questa città erano vissuti ed avevano concretizzato i loro sogni anche il compositore Richard Strauss, lo scrittore Thomas Mann o il padre della pittura astratta Kandisky.. ero attorniata da un’atmosfera di ricordi, arte e cultura.

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Quando poi siamo arrivati nella Konigsplatz, una vastissima piazza quadrangolare, abbiamo capito il perché dell’appellativo di “Atene dell’Isar” dato alla città.. infatti abbiamo ammirato tutti gli edifici classicheggianti che la circondavano avvolgendola quasi in un suggestivo abbraccio. I Propilei, con i loro bianchi colonnati riproducevano esattamente lo stile dorico della Grecia classica e poi la Glyptothek, il museo delle sculture, in stile ionico… sembrava di essere stati catapultati sull’acropoli ateniese! Quella piazza era stata concepita da re Ludwig I di Baviera che voleva trasformare appunto Monaco in una novella Atene.

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Il re poeta si era affidato a Leo von Klenze, autore di altre costruzioni doriche a Ratisbona, a gloria della grande civiltà germanica.

Ci è stato detto che Klenze era convinto che “l’antichità potesse essere conciliata col cristianesimo sotto l’egida della grande nazione tedesca”.

Infatti tutti i suoi edifici, spesso fuori città ed immersi nel verde, costituivano, a detta dei critici, un disperato tentativo di salvaguardare il vecchio sistema assolutistico e feudale, di fronte al crescere dei pericoli portati dalla rivoluzione francese.

Non a caso durante gli anni del regime, Hitler usò spesso la piazza per i suoi comizi e per le sue parate militari. Si sottraeva subdolamente il sentimento nazionale dall’area della politica per porlo sotto il segno della cultura!

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Ma tornando al centro di Monaco, nella Frauenplatz, ha meritato una attenta visita la Cattedrale di Nostra Signora, uno dei simboli della città, una delle chiese gotiche più significative con le sue alte e famose cupole verdi a forma di cipolla, ispirate in parte al rinascimento italiano. Quando siamo entrati, felici anche di ripararci dal freddo e dalla pioggia, siamo stati sopraffatti dalla monumentalità dell’insieme..

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L’interno era a tre navate, di 31 metri di altezza, separate da colonne ottagonali, circondate da splendide vetrate, in parte originali, ma tante purtroppo andate distrutte durante i bombardamenti dell’ultima guerra.

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Varcato il portone d’ingresso abbiamo trovato, sul pavimento, l’impronta di un piede.. secondo una leggenda quello era il piede del diavolo.

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Infatti durante la costruzione l’architetto Halsbach aveva scommesso col diavolo che la chiesa sarebbe stata realizzata senza finestre… a costruzione ultimata ed entrato in chiesa il diavolo si era accorto che, nonostante la luminosità, non si vedevano le finestre!

A quel punto soddisfatto si era anche sbellicato in una gran risata, pensando all'inutilità di un edificio privo di finestre. Ma quando poi aveva fatto un ulteriore passo in avanti si era accorto di essere stato imbrogliato.

Le finestre c’erano eccome, ma i pilatri e l’alto altare monumentale, ora distrutto, erano posizionati in modo tale da nascondere, in quella posizione dove si trovava l’impronta lasciata, le vetrate, per cui furibondo, quell’essere demoniaco si era tramutato in una tempesta di vento.

Ancora oggi, ci ha spiegato la guida, avvicinandosi alla Frauenkirche soffiava sempre un po’ di vento dato che al diavolo non era ancora passata l’arrabbiatura!

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Sempre all’interno della chiesa, all’inizio della navata destra mi ha colpito il mausoleo in marmo nero e bronzo di Ludwig IV il Bavaro vissuto alla fine del 1200, primo membro della famiglia Wittelsbach a diventare Kaiser del Sacro Romano Impero.

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Quanti monumenti, chiese e palazzi abbiamo ammirato in quel lungo week end bavarese… impossibile parlare di tutti anche se esprimevano la maestosità della rinascita tedesca… ecco allora i numerosi musei, il Maximilianeum, voluto da re Massimiliano per promuovere gli studenti brillanti provenienti da ogni cittadina della Baviera, ora attuale sede del Parlamento bavarese...

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...la suggestiva chiesa di San Pietro, la parrocchia più antica di Monaco con all'interno uno stupendo pulpito e antiche statue lignee degli apostoli...

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...e poi ancora il bellissimo angelo dorato della pace, monumento alla concordia tra tedeschi e francesi che si innalzava sulla riva alta dell’Isar..

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Mi vorrei invece soffermare sul castello di Nymphenburg, gioiello del barocco tedesco, fino al 1918 residenza estiva degli Wittelsbacher, ora con l’espansione di Monaco facilmente raggiungibile nella zona ovest della città. .

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Il palazzo venne edificato per volere dei principi elettori Ferdinando Maria di Baviera ed Enrichetta Adelaide di Savoia nel 1664 in occasione della nascita, a lungo attesa, del loro figlio Massimiliano.

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Vederlo da lontano, maestoso ed imponente è stato uno spettacolo.. il castello, immerso in un parco, si affacciava davanti ad un pittoresco lago dove, incuranti del freddo, guazzavano numerosi bianchi cigni.

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Le sale al suo interno, nella parte centrale che abbiamo visitato, erano spettacolari, ricche di statue ed affreschi, come la famosa ”Steinerner Saal - Sala di Pietra”, una delle più belle del castello dedicata a cerimonie e feste sontuose.

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Con l'immaginazione in mezzo a questo sfarzo si poteva tentare di ascoltare ancora le note che un Mozart bambino, di soli sei anni, qui aveva dedicato al principe elettore Max Joseph III.

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Poi molto particolare mi è sembrata la “Galleria delle Bellezze” una collezione di ritratti femminili tra cui quello di Lola Montez, la sensuale e spregiudicata ballerina amante del libertino Ludwig I, che proprio a causa sua fu costretto ad abdicare.

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In una delle tante sale perfettamente conservate era nato anche l’estroso Ludwig II, in seguito battezzato proprio nella sala di pietra.

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Nell’ala sud del palazzo siamo entrati nelle antiche scuderie di corte per ammirare una raccolta incredibile di magnifiche carrozze e slitte,ognuna delle quali dedicate a particolari cerimonie, così come i lussuosi e raffinati finimenti e selle che ricordavano gli splendori dei Wittelsbach.

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Ludwig II amava particolarmente cavalli e carrozze di cui faceva costruire accuratissimi modellini prima di realizzarle. In particolare era esposto il traino a slitta con ben sei cavalli che il re usava nelle sue solitarie escursioni notturne nelle campagne innevate attorno ai suoi castelli.

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Sempre in quell’ala sud abbiamo velocemente visitato anche il Museo delle Porcellane che ci ha offerto un sommario completo della collezione Bauml fondata nel 1761 e prodotta ancora oggi dalla manifattura del castello.

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Lasciata Monaco per un giorno ci siamo avventurati nelle pittoresche e direi anche fiabesche colline boscose tra il lago Alpsee e il lago Schwansee… il panorama era stupendo… i pini, attorno a noi ricoprivano i pendii con i loro bianchi rami per la recente nevicata.. il tutto era anche avvolto dalla nebbia che creava un’atmosfera romantica e magica.. ogni tanto si intravedevano ville grandiose e signorili, grandi case che facevano pensare a segreti di famiglia ed a tesori antichi.

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Siamo così arrivati al castello di Hohenschwangau, posto in una magnifica posizione, tra montagne, pinete innevate e laghi, voluto dal padre di Ludwig II, Massimiliano II, un re dall’indole romantica, che aveva voluto trasformare un castello diroccato, che era stato edificato nel XII secolo dai cavalieri di Schwangau, in un sontuoso palazzo medioevale.

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In questo palazzo-castello, residenza estiva sul lago Alpsee, Ludwig II aveva trascorso un’infanzia felice e buona parte della sua giovinezza, qui il padre Massimiliano II aveva anche ospitato l’amico Richard Wagner e certamente l’atmosfera romantica del paesaggio aveva influenzato in modo determinante il carattere sensibile e sognatore del figlio Ludwig.

Qui è stato veramente suggestivo immaginare il grande maestro intonare, con accanto il re, le note del Lohengrin proprio sul pianoforte che abbiamo visto nelle sale del castello.

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Anche se purtroppo un po' velocemente abbiamo attraversato i vari ambienti, siamo comunque riusciti a rivivere con grande emozione nelle sale riccamente decorate con mobili originali, che ci hanno spiegato in stile Biedermeier del XIX secolo, le abitudini quotidiane della famiglia reale.

Ecco allora, tra le altre, la “Sala del Cavaliere del Cigno” e quella di lavoro con affreschi tratti dal Lohengrin e dal Tannhäuser di Wagner..

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Tutte le pareti delle stanze, presentavano non solo quadri bellissimi della famiglia reale, ma raccontavano attraverso gli affreschi, storie e leggende medioevali e romantiche che era un piacere rivivere. Gli appartamenti del re e della consorte erano decorati con rappresentazioni di saghe come nella Camera della Castellana , sala di udienza della regina Maria, la Camera di Berchta madre di Carlo Magno e la Camera degli Hohenstaufen, dinastia legata ai Wittelsbacher dove era conservato il pianoforte usato da Wagner.

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E qui dal balcone di una delle tante stanze del palazzo, chiamata “Camera del Tasso”, camera da letto reale, dove era dipinta la storia di Rinaldo e Armida, ci hanno raccontato che re Ludwig era solito osservare con il binocolo, le varie fasi della costruzione del suo castello di fiaba, che distava a soli 3 Km in linea d’aria, quello molto più famoso di Neuschwanstein.

In questa stanza il re Ludwig II ricevette da Bismark la famosa “Lettera Imperiale” in cui acconsentiva all'elezione di Guglielmo I ad imperatore tedesco, ponendo così fine al regno di Baviera.

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E proprio, scendendo dall'altura di Hohenschwangau, il castello di Neuschwanstein, mai portato a compimento, mi è apparso fantastico già da lontano, spuntava su una sporgenza rocciosa, maestoso eppure slanciato ed elegante, con le sue torri e le innumerevoli guglie sottili che spuntavano dalla pineta innevata.

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Era una sensazione unica che lasciava senza fiato, ci trovavamo di fronte ad un vero castello delle favole.. che si inseriva in un mondo irreale di sogno e realtà. Persino Walt Disney ne era rimasto affascinato tanto da prenderlo come modello per il castello del suo celebre film d’animazione “La bella addormentata nel bosco”!

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Questo castello, incredibile e suggestivo, era stato costruito su una roccia sopra la gola di Pollac con vista sulle montagne che guardavano il Tegelberg, un monte alto quasi 2000 metri.. simboleggiava tutta la forza, il fascino della cultura e della regalità medioevale, ma nello stesso tempo esprimeva quasi, in tutta la sua bellezza, una sorta di profonda drammaticità.

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Improvvisamente, come d'incanto, la nebbia che lo avvolgeva si è un poco diradata e allora abbiamo incominciato anche ad apprezzate l'imponente e complessa architettura dei particolari.

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Forse anche per le precarie condizioni di luce l'ingresso al castello ci ha dato l'impressione di un salto indietro nel tempo in una vera corte medioevale, nonostante la relativa modernità di quella costruzione.

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Le cattive condizioni del tempo non ci hanno dato la possibilità di ammirare le varie parti della costruzione le cui forme erano imponenti e aggraziate nello stesso tempo. Un bel modellino ci ha fornito almeno in scala ridotta una visione di assieme di questa meravigliosa e affascinante costruzione che è stata al centro della vita del re Ludwig.

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Anche la realizzazione degli interni mi è apparsa suggestiva, un simbolo dell’idealismo tedesco, infatti i suoi affreschi che riempivano le pareti ed i soffitti, si orientavano alle saghe cavalleresche tedesche e nordiche e ancora al mondo ideale di Richard Wagner da cui il re era stato da sempre affascinato.

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La sala dei cantori, per esempio, una specie di sala delle feste, fatta ad imitazione della sala della Wartburg presso Eisenach, era ornata da scene tratte dal poema di Parsifal e dalla saga del Gral.

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La “sala del Trono” poi, uno spazio sacro della monarchia, era tutta affrescata in blu e oro ed era stata realizzata imitando addirittura le basiliche bizantine e paleocristiane!

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Ci hanno detto che non venne mai usata dato che il 13 Giugno del 1886 Ludwig fu trovato morto nel lago di Starnbergersee… in modo tuttora misterioso!

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Tutto in quel castello era da ammirare e certo il breve tempo a disposizione per la visita non dava spazio alla riflessione ed alla osservazione dei particolari che erano troppi.. quel re solitario, per esempio aveva una predilezione per le camere da letto sfarzose, per gli angoli dove potersi ritirare a riposare come quello del “Cigno”.

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Ci hanno anche spiegato il significato di questo animale ricorrente nei vari castelli dei reali di Baviera, era un simbolo che campeggiava nello stemma dei signori di Schwangau perchè rappresentava la purezza e la bellezza e inoltre per Ludwig II era legato all’opera di Wagner, il Lohengrin, dove il cigno occupava un posto da protagonista!

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Una visione di insieme, purtroppo ancora un po’ offuscata dalla nebbia doveva essere ammirata, alla fine della visita, dal “Ponte di Maria” voluto dal padre di Ludwig, Massimiliano…

...un tempo era una passerella di legno che sovrastava la gola di Pollat, ora era un ponte in ferro che si tendeva ardito ad arco sopra la gola e la cascata ad un’altezza di ben 91 metri.

Con un piccolo sforzo, dato il tempo inclemente, si poteva scorgere anche il castello di Neuschwanstein suggestivamente avvolto dalla nebbia… un altro spettacolo fantastico.

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Dall’alto ho potuto allargare lo sguardo su tutto lo stupendo paesaggio che mi circondava… ho abbracciato la valle e la pianura, i boschi innevati, tra cui spuntava la macchia gialla del palazzo di Hohenschwangau e del contiguo lago Alpsee.

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Quando Ludwig nel 1886 fu dichiarato malato di mente ed interdetto, lasciando il suo castello e consapevole di non tornarvi più disse al suo servitore fedele Stich ”Caro Stich, custodite per me queste stanze come un santuario. Non lasciate che siano profanate dai curiosi, perché qui ho voluto trascorrere le più amare ore della mia vita!”

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A questo punto mi viene da pensare che cosa avrebbe detto il re della folla incredibile di turisti nelle sue stanze… si sarebbe reso conto che non si poteva parlare di profanazione?

Tutta la folla in visita al castello, stava cercando di capirlo, di vedere la bellezza di cui si era circondato, di comprendere il suo sogno di grandezza.. e in questo modo lo faceva rivivere ancora più grande, libero e finalmente felice tra le sue amate montagne!