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Piano di studio e monitoraggio dei parametri botanici e faunistici dell'area compresa in Comune di Mercatello sul Metauro (PU), funzionali alla redazione dello studio di impatto ambientale in relazione al progetto per la realizzazione di un parco eolico.Relazione tecnica preliminare

Indice generale1 Premessa............................................................................................................................................22 Ambito di riferimento........................................................................................................................53 Area di studio.....................................................................................................................................64 Aspetti vegetazionali.........................................................................................................................75 Aspetti faunistici................................................................................................................................8

5.1 Uccelli........................................................................................................................................85.2 Mammiferi.................................................................................................................................95.3 Anfibi e rettili...........................................................................................................................105.4 Pesci.........................................................................................................................................115.5 Invertebrati...............................................................................................................................115.6 Bibliografia consultata.............................................................................................................11

6 Strutturazione della relazione per lo studio di impatto ambientale.................................................127 Area di indagine...............................................................................................................................138 Analisi degli aspetti generali correlati al progetto...........................................................................13

8.1 Vincoli......................................................................................................................................138.2 Emergenze floristiche, vegetazionali e faunistiche..................................................................138.3 Bibliografia correlata...............................................................................................................13

9 Analisi delle caratteristiche floristico-vegetazionali.......................................................................149.1 Acquisizione delle informazioni..............................................................................................149.2 Studio Agronomico e Forestale................................................................................................15

9.2.1 Aree agro-pastorali...........................................................................................................159.2.2 Aree forestali....................................................................................................................15

9.3 Studio Vegetazionale e Inquadramento Fitosociologico..........................................................159.3.1 Metodologia di lavoro......................................................................................................15

9.4 Restituzione cartografica.........................................................................................................1610 Studio faunistico............................................................................................................................17

10.1 Indagine conoscitiva su anfibi e rettili...................................................................................1710.2 Monitoraggio del popolamento di uccelli..............................................................................17

10.2.1 Rapaci diurni..................................................................................................................1810.2.2 Rapaci notturni...............................................................................................................2010.2.3 Altre specie nidificanti e migratrici................................................................................2110.2.4 Altre specie svernanti.....................................................................................................2210.2.5 Restituzione dati.............................................................................................................23

10.3 Monitoraggio del popolamento dei mammiferi.....................................................................2310.3.1 Chirotteri........................................................................................................................2310.3.2 Lupo (Canis lupus).........................................................................................................24

10.4 Indagine conoscitiva sui pesci...............................................................................................2710.5 Indagine conoscitiva su invertebrati......................................................................................27

11 Valutazione critica dei risultati e individuazione dei possibili impatti..........................................2712 Bibliografia essenziale flora e vegetazione...................................................................................2813 Bibliografia essenziale fauna.........................................................................................................30

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Piano di studio e monitoraggio dei parametri botanici e faunistici dell'area compresa in Comune di Mercatello sul Metauro (PU), funzionali alla redazione dello studio di impatto ambientale in relazione al progetto per la realizzazione di un parco eolico.Relazione tecnica preliminare

1 PremessaIl presente documento è finalizzato alla redazione di un programma di monitoraggio e di studio dei parametri ecologici riferiti agli aspetti floristico-vegetazionali e faunistici riguardante l’area nella quale è in previsione la realizzazione di un impianto eolico.Considerato quanto previsto dalla vigente normativa (D. Lgs 156/2006 e successive modificazioni, L.R. 7/2004, Linee guida alla L.R. 7/2004, L.R. 6/2007, D.G.R. 720/2009, D.G.R. 1813/2009 e successive modificazioni) risulta necessario valutare preventivamente quali impatti potrebbero subire le componenti ecosistemiche per effetto della realizzazione dell’opera, sia durante le fasi di costruzione sia a regime di attività.Tale valutazione può essere espressa a seguito della conoscenza dei parametri che, in base alla letteratura in materia e a seguito di valutazioni e sopralluoghi preliminari, possono essere maggiormente sensibili alla realizzazione di aerogeneratori nell’area in questione.

Fase preliminare del lavoro è rappresentata dall’analisi dei vincoli esistenti nell’area in rapporto all’ambiente e alle componenti ecosistemiche nonché da una valutazione del progetto nel contesto di area vasta.Altro aspetto che deve essere definito in prima fase per la realizzazione dello studio è rappresentatodall’individuazione dell’area di indagine, che deve tenere in considerazione sia l’area interessata dalla presenza degli aerogeneratori ma soprattutto un territorio più vasto utilizzato dalle specie animali al cui interno può essere ricompressa l’area dell’impianto eolico.Per quanto riguarda gli aspetti floristico-vegetazionali, considerando che verranno apportate modifiche temporali all’area di intervento, durante la fase di cantiere, e cambiamenti permanenti, nei siti di installazione degliaerogeneratori e per il collegamento alla rete elettrica, risulta necessaria un’indagine puntuale di tutta l’area diintervento e delle porzioni limitrofe.

Considerando che nell’ipotetica area di intervento non sono individuate zone, quali oasi di protezione faunistica o aree della Rete Natura 2000 (ZPS o SIC), che accreditano il territorio di importanza per presenze faunistiche di particolare valore naturalistico sembra opportuno focalizzare le indagini su quei popolamenti faunistici che sono potenzialmente più vulnerabili rispetto alla presenza di aerogeneratori.Pertanto per quanto riguarda i Pesci, visto che non vi sono corsi d’acqua particolarmente importanti nell’ipotetico sito di intervento, risulta non necessario effettuare valutazioni circa la presenza di specie. Per quanto riguarda gli Invertebrati invece verrà condotta un'indagine bibliografica al fine di capire le presenze di specie in modo da prevenire eventuali impatti.Rispetto alla presenza di Rettili e Anfibi, che non subiscono impatti diretti dalla presenza di aerogeneratori, si provvederà alla valutazione della presenza potenziale delle specie in base alle caratteristiche dell’habitat.Nei confronti degli Uccelli è invece necessario procedere ad indagini dettagliate in campo per effetto della vulnerabilità di alcuni popolamenti in rapporto alla presenza di aerogeneratori, determinata sia dagli impatti diretti (collisione) che da quelli indiretti (allontanamento per disturbo, perdita di siti di nidificazione o alimentazione, etc.)Anche alcuni popolamenti di Mammiferi verranno indagati attraverso monitoraggio in campo. Infatti i popolamenti di pipistrelli risultano essere potenzialmente vulnerabili in linea generale per le stesse implicazioni a carico degli Uccelli. Inoltre, considerato il valore naturalistico e i livelli di tutela espressi dalla Direttiva Habitat (92/43/CEE) si reputa opportuno effettuare indagini relative

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alla presenza del Lupo nell’area in questione.Quindi in sintesi lo studio si propone di approfondire i seguenti aspetti:

• reperire le informazioni e la documentazione esistente utile allo studio della componente agronomica, forestale e vegetazionale;

• definire i parametri tipologici, strutturali e fisionomici dei soprassuoli, l’assetto vegetazionale dei siti ponendo in rilievo i caratteri ecologici stazionali, e la presenza di specie di preminente valore naturalistico e botanico;

• raccogliere le conoscenze pregresse sulle specie animali oggetto di studio, compilando una lista di specie potenziali in considerazione della biologia delle specie, degli habitat presenti e della documentazione bibliografica;

• monitorare la presenza delle popolazioni delle specie faunistiche target;• individuare eventuali fattori di pressione e stato di degrado preesistente nell’area (es.: altri

impianti presenti o in previsione e altre fonti di incidenza potenziali).

Alla luce delle indicazioni previste dalla normativa di riferimento, in questa fase individuata nei seguenti documenti:

• D. Lgs 156/2006 e successive modificazioni.• Regione Marche, L.R. 7/2004.• Regione Marche, Linee guida alla L.R. 7/2004.• Regione Marche, L.R. 6/2007• Regione Marche, D.G.R. 720/2009.• Regione Marche, D.G.R. 1813/2009-• Regione Marche, D.G.R. 1324 del 16 luglio 2002, D.P.R. 12.04.1996 - DPCM 03.09.1999 e

succ. mod. ed integraz. Procedure di Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA) “Impianti industriali per la produzione di energia mediante lo sfruttamento del vento”. Criteri ed indirizzi per la loro valutazione.

• Regione Marche, D.G.R. 829 del 23 luglio 2007, Attuazione Piano Energetico Ambientale Regionale (PEAR): Indirizzi ambientali e criteri tecnici per l’inserimento di impianti eolici nel territorio marchigiano.

e, a seguito di quanto premesso, si riporta descrizione del lavoro che verrà svolto, ascrivibile ai seguenti aspetti:

• inquadramento generale dell'area di indagine;• strutturazione della relazione per lo studio di impatto ambientale;• definizione dell'area di indagine;• analisi degli aspetti generali correlati al progetto;• analisi delle caratteristiche floristico-vegetazionali;• studio faunistico;• valutazione critica dei risultati e individuazione dei possibili impatti;• bibliografia essenziale flora, vegetazione e fauna.

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Fabriano, aprile 2010

Il responsabile del lavoroDott. Agr. Francesco Leporoni

per le parti specifiche:Dott. For. Antonio Gabellini

Dott. For. Lorenzo Mini

collaboratori:Dott. For. Guglielmo Londi

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2 Ambito di riferimentoL'area oggetto di studio si colloca sulla dorsale appenninica del sistema Cima le Fienaie (962 m s.l.m.)-Monte Cerrone (903 m s.l.m.)-Monte della Guardia (868 m s.l.m). L'area ricade nella Provincia di Pesaro Urbino, nel Comune di Mercatello sul Metauro, al confine con la Regione Umbria, nella comunità montana Alto e Medio Metauro, compresa nel bacino idrografico del fiume Metauro.La zona è situata ad est delle aree delle Rete Natura 2000 IT5310010 "Alpe della Luna Bocca trabaria", IT5210073 "Alto bacino del Torrente Lama" e a nord dell'area IT5310011 "Bocca Serriola".Inoltre non sono presenti nelle immediate vicinanze nè Aree Naturali Protette, I.B.A. oppure Aree Floristiche Protette (L.R. 52/1974).

Figura 1. Inquadramento territoriale.

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Figura 2. Inquadramento delle aree della Rete Natura2000 prossime all'area di studio.

3 Area di studioDa indagini cartografiche si è rilevata la difficoltà nel circoscrivere una porzione di territorio finalizzata all’attività di monitoraggio all’interno di limiti fisici, naturali o antropici, tali da rappresentare possibili barriere o confini delimitati per le popolazioni animali locali.Si è ritenuto pertanto opportuno definire l’area di indagine come quella determinata dalla sommatoria delle superfici ottenute realizzando circonferenze di diametro di m 1.000 i cui baricentri coincidono con i punti di installazione di ciascun aerogeneratore (tavola 1 e 2). Della superficie ottenuta imputando un buffer di metri 20, per una lunghezza di circa metri 2000 al di fuori della predetta area, rispetto alle carreggitate stradali o elementi lineari che verranno realizzati, sia per le attività di cantiere sia per la manutenzione degli impianti a regime e per le linee elettriche di

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collegamento istallate.In questa fase, l'area di studio, è stata evidenziata soltanto riportando un buffer di 1000 metri intorno alla localizzazione degli aerogeneratori (tavola 1 e 2).In tal modo si circoscrive un’area di riferimento di circa 1055 ettari su cui focalizzare le indagini, che si estende nella parte a maggior altitudine dei rilievi interessati dai nuovi impianti, in un intervallo altimetrico da circa 560 m in località Bucaraio a circa 962 m s.l.m. di Cima le Fienaie.

4 Aspetti vegetazionaliL’area di studio si caratterizza da substrato litologico marnoso arenaceo come riportato nella Carta Geologica. Le informazioni riportate di seguito derivano dalla consultazione delle bibliografia interessata e dall'analisi dell'ortofotocarta della zona. Conseguentemente tutte le informazioni riportate sono da confermare ed implementare nel successivo studio.Le pendici dei rilievi oggetto di studio presentano, nelle zone a minor altitudine, una conformazione riferita all’utilizzo agricolo, in continuità con le limitrofe aree basso-collinari, dove i seminativi presentano ancora quegli elementi diffusi del paesaggio che gli conferiscono una certa peculiarietà quali filari alberati, siepi, fasce boschive residuali.In generale l'area di studio si presenta poco antropizzata dove la copertura forestale è indubbiamente la matrice di paesaggio. Talvolta, comunque, seppur in misura minore sono presenti aree aperte costituite da chiarie, boschi radi, arbusteti, cespuglieti, prati pascolo o praterie secondarie.Le tipologie forestali presenti sono riferibili a due categorie: boschi a dominanza di Quercus cerris e Ostrya carpinifolia e boschi di Fagus sylvatica.I boschi misti di caducifoglie a prevalenza di Quercus cerris e Ostrya carpinifolia costituiscono la cenosi forestale più rappresentata. Oltre a Quercus cerris e Ostrya carpinifolia, le essenze rappresentate nello strato arboreo sono Fraxinus ornus, Quercus pubescens, Acer obtusatum, A. campestre, Laburnum anagyroides, Corylus avellana, ecc. Nello strato arbustivo si segnalano Daphne laureola, Juniperus communis, Cornus sanguinea, C. mas, Prunus spinosa, Cytisus sessilifolius , ecc.Alle altitudini maggiori sono presenti formazioni a dominanza di Fagus sylvatica.

Tra gli arbusti sono presenti Prunus spinosa, Juniperus oxycedrus, J. communis, Cytisus sessilifolius, Cornus sanguinea, ecc.L’abbandono delle attività agricole e pastorali è stato seguito dalla ricolonizzazione dell’arbusteto o cespuglieto. Queste formazioni sono particolarmente importanti in termini faunistici in quanto habitat ideale per la nidificazione e l’alimentazione di numerose specie soprattutto ornitiche. Quando le attività agricole e pastorali non vengono più realizzate si innescano i processi dinamici naturali che portano al recupero della vegetazione. Si originano così arbusteti con caratteristiche compositive diverse in rapporto alle condizioni microclimatiche ed edafiche dei luoghi. Nell’area in oggetto i più diffusi sono i ginestreti a ginestra comune (Spartium junceum), quelli a ginepro rosso (Juniperus oxycedrus) e ginepro comune (J. communis).L'arbusteto man mano che si struttura favorisce a sua volta le condizioni d'impianto per le essenze preforestali, meno esigenti, quali ad esempio l’orniello (Fraxinus ornus) e il carpino nero (Ostrya carpinifolia).Mancano aree umide di una certa importanza. Elementi della vegetazione ripariale compaiono solo

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in corrispondenza di alcuni fossi presenti nelle zone ad altitudine inferiore rispetto l’area di studio, e dove la scarsità e stagionalità della risorsa idrica non permette l’instaurarsi di ambienti umidi veri e propri con lo sviluppo di comunità di uccelli e mammiferi legate alle aree umide ben strutturate.

5 Aspetti faunisticiPer quanto concerne gli aspetti faunistici, bisogna sottolineare la mancanza di studi specifici nell’area di interesse.Sono a disposizione alcune informazioni in merito a zone limitrofe, in particolare le aree delle Rete Natura 2000 (SIC e ZPS), o dati derivanti da progetti a carattere nazionale o regionale (ad esempio CheckMap).E’ però possibile ipotizzare la presenza/assenza delle specie in base alle caratteristiche territoriali ambientali ed alle segnalazioni su un comprensorio più vasto.La vicinanza ad un’area dall’elevato valore come quella del sistema Alto Bacino del Torrente Lama- Bocca Trabaria-Alpe della Luna fa supporre un collegamento ecologico tra le aree, con spostamenti significativi di specie faunistiche.In particolare, specie dal vasto home range come i rapaci o parte dei mammiferi di grossa taglia, possono perlustrare territori molo ampi dove svolvere tutte le attività trofiche necessarie.Le caratteristiche ambientali proprie di questo tratto di Appennino fanno si che al suo interno trovino un ambiente adatto molte specie di fauna sia omeoterma (mammiferi, uccelli) che eteroterma (rettili, anfibi, insetti). Per le specie appartenenti a questi gruppi sistematici, molto spesso il comprensorio in oggetto rappresenta un'area source da cui si diffondono nelle aree adiacenti, che offrono ambienti adatti alla loro presenza.La dorsale appenninica, inoltre, è uno dei percorsi migratori cardini che attraversa la penisola in direzione NE-SW, conducendo dal versante adriatico a quello tirrenico e rappresentando un ottimo sito di sosta per molti migratori che sfruttano i pascoli sommitali, quali aree di foraggiamento.Non è difficile ipotizzare che l’avifauna nel periodo della migrazione, frequenti anche i rilievi limitrofi; tuttavia andrebbe approfondito con attenzione il ruolo svolto da queste zone per la componente migratoria, in particolare i rapaci.Di seguito si presenta un’analisi descrittiva delle principali componenti faunistiche ipotizzate per l’area di indagine.

5.1 UccelliPer il popolamento di uccelli nidificanti, le informazioni sulle possibili presenze sono desunte da studi, ricerche, rapporti ambientali a carattere regionale o nazionale (Pandolfi & Giacchini 1995; Fornasari et al. 2002, 2003, Brichetti & Fracasso 2003, 2004, 2006, 2007 e 2008); tutte le informazioni sono quindi da verificare e confermare per quanto riguarda specificamente l'area di studio. Il popolamento risulta ricco e diversificato, costituito da un buon numero di specie alcune delle quali di elevato valore conservazionistico.

In considerazione degli ambienti presenti il popolamento ornitico presente risulta legato particolarmente ad aree forestali. In queste zone gli uccelli presenti risultano essere per di più specie comuni e diffuse (capinera Sylvia atricapilla, scricciolo Troglodytes troglodytes, merlo Turdus merula, pettirosso Erithacus rubecola, ghiandaia Garrulus glandarius, cincia bigia Parus palustris, cincia mora Parus ater) sebbene sia da segnalare la potenziale presenza anche di specie più rare

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(astore Accipiter gentilis) o legate ad ambienti ben conservati e boschi maturi (picchio rosso minore Dendrocopos minor, picchio rosso maggiore Dendrocopos major e picchio muratore Sitta europaea). Probabile e comunque da confermare la presenza alle quote maggiori della balia dal collare Ficedula albicollis, legata anch’essa a boschi maturi (in particolar modo faggete) e specie di notevole interesse conservazionistico (presente nell’allegato I della direttiva 79/409/CEE).La maggior parte delle specie di interesse conservazionistico è però legata ad ambienti non forestali. Questi sono abbastanza diffusi nella zona, si tratta di praterie sommitali, pascoli a regime, incolti con presenza di arbusti e fruttiferi, ambienti rocciosi e rupestri. Le specie che vi ritroviamo hanno interesse conservazionistico a livello nazionale ed internazionale in quanto risultano in declino in gran parte d’Europa ma in quest’area presentano generalmente una discreta presenza. Tra i passeriformi la tottavilla (Lullula arborea) e l’averla piccola (Lanius collurio) sono legati ad ambienti caratterizzati dalla presenza di siepi, alberature o alberi isolati inseriti in un paesaggio tipicamente tradizionale. Il calandro (Anthus campestris) e il culbianco (Oenanthe oenanthe) invece sono presenti in ambienti rocciosi o praterie montane con vegetazione rada. Da verificare la presenza dell’ortolano (Emberiza hortulana) e del codirossone (Monticola saxatilis), probabilmente presenti in passato ed oggi confinati in aree limitrofe. Testimonianza della buona qualità dell’ambiente può essere considerato il popolamento di rapaci (diurni e notturni) che si presenta potenzialmente ricco di specie. Sono probabilmente presenti specie che pur nidificando in ambienti boscati (falco pecchiaiolo Pernis apivorus, biancone Circaetus gallicus e poiana Buteo buteo) sono in qualche misura legati ad ambienti non forestali dove cacciano e si alimentano, con eccezione dello sparviero (Accipiter nisus) e del già citato astore che, specie più strettamente “forestali”, cacciano comunque preferenzialmente ai margini del bosco. Tra i rapaci inoltre alcune specie possono nidificare in spazi aperti nel caso dell’albanella minore (Circus pygargus) o frequentare le pareti rocciose come il falco pellegrino (Falco peregrinus) e il lanario (Falco biarmicus). Comunque per tutte le specie sono indispensabili la presenza di praterie, pascoli o incolti dove queste possono trovare soddisfatte le proprie caratteristiche trofiche.Il popolamento di uccelli notturni conta, oltre all’allocco (Strix aluco), specie tipicamente forestale, altre specie di strigiformi legate in qualche misura agli spazi aperti come la civetta (Athene noctua). Non è un rapace ma comunque un uccello di abitudini strettamente notturne il succiacapre (Caprimulgus europaeus) specie tipica di ambienti con vegetazione rada e terreno almeno in parte scoperto.Per quanto rigurarda gli svernanti e soprattutto i flussi migratori non sono informazioni specifiche praticamente di nessun genere su quest'area appenninica.

5.2 MammiferiAnalogamente, in base ai dati di bibliografia di area vasta e alle caratteristiche territoriali, in relazione alle esigenze ecologiche delle specie, si ipotizzano le presenze dei mammiferi nell’area di interesse (Pandolfi 1975, 1992).Tra le specie di teriofauna di maggior interesse naturalistico potenzialmente presenti è da citare il lupo (Canis lupus), predatore elusivo e poco comune. Data la mobilità e l’ampio home range di que sto mammifero segnalato nelle schede dei SIC, si può supporre che frequenti sporadicamente anche l’area di studio. La presenza è comunque da confermare.Sicuramente presenti anche altri carnivori ampiamente diffusi nel territorio provinciale come la volpe (Vulpes vulpes), i mustelidi tasso (Meles meles), faina (Martes foina) e la piccola donnola

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(Mustela nivalis). Poche informazioni si hanno sulla puzzola (Mustela putorius), più rara e localizzata delle specie precedenti.Per quanto concerne il gatto selvatico (Felis silvestris), abile ed elusivo predatore, mancano segnalazioni della presenza del felide specifiche nella zona; la mancanza di studi specifici rende la conoscenza di distribuzione e consistenza della popolazione di gatto selvatico nelle porzioni interne della provincia comunque incompleta. Negli ultimi anni sono però giunte alcune segnalazioni anche in diversi comprensori adiacenti (Apecchio, M. Carpegna, M. Catria).Ampiamente diffusi gli ungulati cinghiale (Sus scrofa) e capriolo (Capreolus capreolus); il daino (Dama dama).Tra gli erbivori da segnalare la lepre (Lepus europaeus), che utilizza soprattutto le zone aperte per alimentarsi.Insettivori come il riccio (Erinaceus europaeus), la talpa (Talpa sp.) e i toporagno (Sorex sp.) possono essere sicuramente presenti, così come i roditori scoiattolo (Sciurus vulgaris) e l’istrice (Hystrix cristata), entrambi in fase di espansione su tutto il territorio provinciale (Orsomando 1976).Altri roditori che potrebbero muoversi nelle zone boscate dell’area di interesse sono i piccoli arboricoli ghiro (Glis glis), quercino (Eliomys quercinus) e moscardino (Muscardinus avellanarius).Scarse informazioni invece si hanno sulla chirotterofauna.

5.3 Anfibi e rettiliLe possibili presenze di anfibi e rettili si evincono da dati di bibliografia, che derivano da pubblicazioni, segnalazioni e informazioni sul territorio in oggetto, dalle schede dell’Atlante degli anfibi e rettili nazionale (Sindaco 2006, Stoch 2005) e provinciale (Poggiani & Dionisi 2002), dalle schede dei SIC/ZPS limitrofi all'area (IT5310010 "Alpe del la Luna Bocca trabaria", IT5210073 "Alto bacino del Torrente Lama" e a nord dell'area IT5310011 "Bocca Serriola").

Come già specificato, non sono presenti nell’area importanti zone umide. Nonostante ciò alcune specie di anfibi, legate in particolar modo nel periodo riproduttivo alla presenza di acqua, riescono a sfruttare anche pozze e stagni temporanei e potrebbero pertanto essere presenti.Tra gli Urodeli, potrebbero essere presenti alcune specie più comuni di tritoni (Triturus vulgaris e Triturus cristatus carnifex). Da accertare la presenza della salamandra pezzata (Salamandra salamandra) e della salamandrina (Salamandra terdigitata), specie piuttosto diffuse in tutto l'Appennino.Tra gli anuri, probabile la presenza di rospo comune (Bufo bufo) e forse di raganella (Hyla arborea). Altre specie segnalate per l’area vasta sono Rana italica (Rana italica) e Rana verde (Rana lessonae). Da accertare la presenza di Hyla intermedia.

Oltre ai lacertidi lucertola campestre (Podarcis sicula campestris), lucertola muraiola (Podarcis muralis), ramarro occidentale (Lacerta bilineata), sono probabilmente presenti anche la luscengola (Chalcides chalcides) e l’orbettino (Anguis fragilis fragilis).Tra i serpenti, è facile ipotizzare la presenza del biacco (Coluber viridiflavus) e della vipera comune (Vipera aspis), specie abbastanza diffuse. Tra le altre specie possibilmente presenti vanno segnalati il colubro di Riccioli (Coronella girondica), il saettone (Elaphe longissima), la natrice tessellata (Natrix tassellata), il colubro liscio (Coronella austriaca). Da confermare la presenza di biscia dal collare (Natrix natrix), che predilige, anche se non in via esclusiva, ambienti umidi che mancano

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nell’area di studio.

5.4 PesciLe possibili presenze di anfibi e rettili si evincono dalle informazioni riportate nelle schede dei SIC/ZPS limitrofi all'area (IT5310010 "Alpe del la Luna Bocca trabaria", IT5210073 "Alto bacino del Torrente Lama" e a nord dell'area IT5310011 "Bocca Serriola"). Le specie riportate sono: Cottus gobbio, Cobitis tenia, Leuciscus souffia.

5.5 InvertebratiLe possibili presenze di anfibi e rettili si evincono dalle informazioni riportate nelle schede dei SIC/ZPS limitrofi all'area (IT5310010 "Alpe del la Luna Bocca trabaria", IT5210073 "Alto bacino del Torrente Lama" e a nord dell'area IT5310011 "Bocca Serriola"). Le specie riportate sono: Lucanus cervus e Cerambix cerdo.

5.6 Bibliografia consultata

FORNASARI L., DE CARLI E., BRAMBILLA S. & BUVOLI L. 2003. Mito2000: distribuzione geografica e ambientale delle specie comuni di uccelli nidificanti in Italia. Rivista Italiana di Ornitologia, 72: 103-126.

FORNASARI L., DE CARLI E., BRAMBILLA S., BUVOLI L., MARITAN E. & MINGOZZI T. 2002. Distribuzione dell'avifauna nidificante in Italia: primo bollettino del progetto di monitoraggio MITO2000. Avocetta, 26: 59-115.

ORSOMANDO E. E PEDROTTI F., 1976. Notizie sulla presenza e sull’habitat dell’istrice nelle Marche e nell’Umbria. In: WWF (ed) SOS Fauna, 249-263. Camerino.

Pandolfi M. e Giacchini P., 1995. Avifauna della Provincia di Pesaro e Urbino. Prov. di Pesaro e Urbino, Pesaro.

PANDOLFI, M., 1975. Note faunistiche nella Provincia di Pesaro e Urbino. In: Gli aspetti naturali della Provincia di Pesaro e Urbino. Provincia di Pesaro e Urbino, Pesaro.

PANDOLFI, M., 1992. Fauna nelle Marche. Regione Marche e Il Lavoro Editoriale, Ancona.POGGIANI L., DIONISI V., 2002. Gli anfibi e i rettili della Provincia di Pesaro e Urbino. Provincia di

Pesaro e Urbino. Quaderni dell’Ambiente. Arti Grafiche Stibu, Urbania.SINDACO R., DORIA G., RAZZETTI E. & BERNINI F. 2006. Atlante degli Anfibi e dei Rettili d’Italia/Atlas

of Italian Amphibians and Reptiles. Societas Herpetologica Italica, Edizioni Polistampa, Firenze.

STOCH F. 2000-2005. CKmap for Windows. Version 5.1. Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, Direzione per la Protezione della Natura. http://ckmap.faunaitalia.it.

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6 Strutturazione della relazione per lo studio di impatto ambientaleIn base alla tipologia, dimensione e localizzazione delle opere previste, il contenuto dello studio preliminare per la valutazione dell’impatto ambientale può essere ipotizzato cme di seguito.Il documento, redatto in seguito alle indagini previste, conterrà approfondimenti in merito agli aspetti elencati sinteticamente di seguito:

• analisi degli aspetti generali correlati al progetto:◦ analisi puntuale della presenza di eventuali vincoli e livelli di tutela presenti nel sito di

intervento;◦ analisi di area vasta in merito ai livelli di tutela presenti e alle emergenze naturalistiche;◦ analisi bibliografica in merito alle componenti oggetto di studio, quali: caratteristiche

botanico- vegetazionali, rettili e anfibi, uccelli, mammiferi (chirotteri, lupo).• analisi delle caratteristiche floristico vegetazionali

◦ aquisizione delle informazioni;◦ studio agronomico e forestale, che prevede:

▪ individuazione delle aree caratterizzate dalle varie tipologie di uso del suolo;▪ analisi delle aree devolute alla coltura agraria, al pascolo e dei soprassuoli presenti.

◦ studio vegetazionale e inquadramento fitosociologico, che include:▪ caratteri generali della vegetazione;▪ tipologie vegetazionali;▪ fitocenosi (fisionomia, composizione, con evidenza per le specie rare o di particolare

importanza ecologica e fitosociologica);▪ valore vegetazionale per le diverse tipologie.

• analisi delle caratteristiche faunistiche◦ check-list di anfibi e rettili presumibile sulla base degli aereali, degli habitat presenti e

della documentazione pregressa;◦ check-list dell'avifauna nidificante, migratoria e svernante presente nell'area di studio,

con particolare riferimento alle specie ed ai gruppi particolarmente sensibili alla costruzione di aereogeneratori e di interesse naturalistico sulla base della documentazione disponibile e di specifiche indagini di campo;

◦ check-list dei mammiferi presenti ascrivibili alle componenti seguenti:▪ chirotteri, con relativa fenologia e status, con particolare riferimento alle specie di

interesse conservazionistico, sulla base della documentazione disponibile e di specifiche indagini di campo;

▪ Lupo, di cui verrà effettuata un’analisi della presenza della specie nell’area di studio, sulla base della documentazione disponibile e di specifiche indagini di campo.

• valutazione critica dei risultati e individuazione dei possibili impatti• cartografia:

◦ inquadramento territoriale con livelli di tutela presenti, con restituzione cartografica scala 1:25.000;

◦ carta dell’Uso del Suolo, con restituzione cartografica scala 1:5.000;◦ carta della Vegetazione, con restituzione cartografica scala 1:5.000.

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7 Area di indagineRisulta ovvio che in rapporto alle caratterizzazione dell’area sotto il profilo floristico-vegetazionale e ancor più faunistico, l’area di studio non può essere limitata all’intorno dei siti di installazione degli aerogeneratori e delle strutture connesse, così come dalla zona interessata dall’ambito di cantiere.Infatti l’utilizzo dell’habitat da parte delle specie animali è diversificato in base alle specie e alle diverse fasi biologiche (riproduzione, alimentazione, migrazione, etc.).Ciò determina l’esigenza di definire un’area vasta di studio.Si reputa opportuno definire l’area di indagine come quella determinata dalla sommatoria:

• delle superfici ottenute realizzando circonferenze di diametro di 1.000 metri i cui baricentri coincidono con i punti di installazione di ciascun aerogeneratore(tavola 1 e 2);

• della superficie ottenuta imputando un buffer di 20 metri rispetto alle carreggiate stradali che verranno realizzate, sia per l’attività di cantiere sia per la manutenzione degli impianti a regime, e per le linee elettriche di collegamento che verranno installate.

8 Analisi degli aspetti generali correlati al progettoPropedeutica all’esecuzione del piano preventivato, è l'analisi delle conoscenze pregresse sull’area di studio sia in merito alla presenze faunistiche che a caratteristiche territoriali che possano essere utili alla pianificazione e realizzazione del lavoro stesso.

8.1 VincoliSarà indagato il quadro normativo di riferimento, analizzando eventuali vincoli e livelli di tutela esistenti riferiti alle componenti naturalistico-ambientali.

8.2 Emergenze floristiche, vegetazionali e faunisticheAl fine di prevedere eventuali impatti anche al di fuori dell’area strettamene interessata dall’intervento, verrà analizzata l’area vasta di intervento per individuare la presenza di siti particolarmente interessanti che possano risentire della realizzazione dell’intervento.Si considereranno in particolare, l’eventuale presenza di:

• Aree Naturali Protette (L. 394/91, L.R. N°15/1994).• Siti Natura 2000 (Direttiva Habitat 92/43/CEE, Direttiva Uccelli 79/409/CEE).• Aree Floristiche Protette (L.R. N°52/1974).• Oasi di Protezione della Fauna (L.R. N°7/95).• I.B.A. (Important Bird Areas- LIPU Birdlife International).• Valichi montani o altre zone segnalate per la migrazione dell’avifauna.• zone umide comprese nell’elenco ufficiale curato dall’Istituto Nazionale per la Fauna

Selvatica (Baccetti e Serra, 1994 e successivi aggiornamenti).• Qualsiasi altro livelli di tutela o emergenza naturalistica presente nell'area vasta.

8.3 Bibliografia correlataAl fine di poter ottenere un quadro quanto più completo delle informazioni correlate con i parametri naturalistici dell’area di indagine, verranno raccolte e valutate le informazioni relative a:

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• caratteristiche floristico-vegetazionali;• rettili;• anfibi;• uccelli;• mammiferi (con particolare riferimento a chirotteri e lupo).

Le informazioni che verranno raccolte riguarderanno:• informazioni sulla componente floristico-vegetazionale e sull’utilizzo dei suoli;• relazioni tecniche, articoli scientifici e segnalazioni di esperti sulla presenza ed ecologia di

rettili, mammiferi, uccelli e mammiferi (eventualmente pesci ed invertebrati);• cartografie tematiche disponibili dell’area di studio (carta della vegetazione, carta degli

habitat, ortofoto, carta dell’uso del suolo, caratterizzazione geologica e geomorfologia, etc.);• ricerche catastali;• dati meteorologici;• ricerca di reperti (animali imbalsamati, collezioni museali, etc.) e presenze storiche

faunistiche dell’area;• denunce di danni prodotti su animali domestici;• qualsiasi altra informazione ritenuta utile.

I dati bibliografici e storici verranno quindi avvalorati da indagini di campo specifiche per ciascuna componente oggetto di studio, con le metodologie specificate in dettaglio nei paragrafi successivi.

9 Analisi delle caratteristiche floristico-vegetazionaliIl monitoraggio si articolerà come descritto.

9.1 Acquisizione delle informazioniIn questa fase verranno acquisite le informazioni necessarie allo svolgimento del lavoro, attraverso ricerche d’ufficio ed indagini di campagna.Ricerche catastali: volte a determinare la consistenza delle aree oggetto degli interventi, presso i Comuni all’interno dei quali ricadono le zone d’interesse, la Comunità Montana di appartenenza e l’UTE per eventuali approfondimenti e chiarimenti.

Indagini preliminari: per l’individuazione delle basi cartografiche più rispondenti agli scopi del lavoro e di conseguenza:

• delimitazione dell’area d’indagine e suo trasferimento su cartografia in scala 1:5.000;• fotointerpretazione al fine di redigere la Carta dell’Uso del Suolo provvisoria, con l’ausilio

dell’Ortofotocarta della Regione Marche e delle foto aeree relative agli ultimi voli effettuati;• verifica delle informazioni raccolte attraverso sopralluoghi di campagna;• ricerche bibliografiche relative alle zone d’interesse ed ogni altro documento e/o contributo

utile.

Indagini di campagna: finalizzate alle indagini agronomica, forestale e vegetazionale. Questa analisi mira a definire i parametri tipologici, strutturali e fisionomici dei soprassuoli, l’assetto

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vegetazionale dei siti ponendo in rilievo i caratteri ecologici stazionali, e la presenza di specie di preminente valore naturalistico e botanico.

9.2 Studio Agronomico e ForestaleI caratteri generali dell’indagine comprenderanno:

• individuazione delle aree caratterizzate dalle varie tipologie;• analisi delle aree devolute alla coltura agraria, al pascolo e dei soprassuoli presenti.

9.2.1 Aree agro-pastoraliLe tipologie agrarie che verranno valutate si riferiscono a:

• seminativi;• pascoli;• prati pascoli;• pascoli nudi;• pascoli arborati.

9.2.2 Aree forestaliLe tipologie forestali oggetto di indagine si riferiscono a:

• rupi boscate;• boschi cedui;• boschi cedui con conifere;• boschi di alto fusto di latifoglie;• boschi di alto fusto di latifoglie e conifere;• boschi di alto fusto di conifere;• imboschimenti misti di latifoglie e conifere;• altre aree (coltivazioni legnose, etc.).

9.3 Studio Vegetazionale e Inquadramento Fitosociologico

9.3.1 Metodologia di lavoroCaratteri vegetazionaliSaranno eseguiti rilievi di campagna delle principali tipologie vegetazionali, sulla base di rilievo fotointerpretativo preliminare.Il rilievo di campagna sarà realizzato in modo da coprire lo sviluppo areale di ogni tipologia, nelle varie esposizioni e in numero proporzionale all’estensione della tipologia stessa.Le tipologie vegetazionali individuate saranno descritte in base alle caratteristiche fisionomiche ed ecologiche.

Inquadramento territoriale delle tipologie vegetazionali

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A tal fine, per le formazioni forestali ed arbustive, verrà adottata la terminologia elaborata da I.P.L.A. Spa e assunta dalla Regione Marche per la redazione della Carta Forestale Regionale, per le aree pascolive sulla base della specie prevalente.

Contenuti dell’indagineIn dettaglio verranno descritti:

• i caratteri generali della vegetazione;• le tipologie vegetazionali;• le fitocenosi (fisionomia, composizione, con evidenza per le specie rare o di particolare

importanza ecologica e fitosociologica);• il valore vegetazionale per le diverse tipologie.

Caratteri generali della vegetazioneDescrizione fisionomica delle tipologie vegetali presenti e per piani altitudinali.

Tipologie vegetazionaliAd esempio Brometi, Brachipodieti, Arbusteti, Orno-ostrieti, Roverelleti, Boschi rupestri, Terreni agricoli, Imboschimenti, con elaborazione di tabelle.

FitocenosiDescrizione delle fitocenosi presenti con indicazione di:

• fisionomia;• distribuzione;• origine;• composizione;• inquadramento fitosociologico;• specie di particolare pregio presenti.

Determinazione del valore vegetazionaleVerranno attribuiti dei valori attraverso l’esame dei seguenti indici:

• ricchezza floristica;• valore fitogeografico;• livello strutturale delle cenosi.

La valutazione dei caratteri floristici di ciascuna tipologia si otterrà un ulteriore indice rappresentato dal valore vegetazionale.

9.4 Restituzione cartograficaA supporto dell’indagine verrà prodotta la seguente documentazione cartografica:

• Carta dell’Uso del Suolo, con restituzione cartografica scala 1:5000.• Carta della Vegetazione, con restituzione cartografica scala 1:5.000.

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10 Studio faunistico

10.1 Indagine conoscitiva su anfibi e rettiliVerrà condotta un’indagine conoscitiva su anfibi e rettili, che prevederà la raccolta di informazioni, relazioni, studi, segnalazioni pregresse sulle specie in questione.In base alla documentazione pregressa inerente l’area di studio e l’area vasta, alle caratteristiche ambientali del sito e alle esigenze ecologiche delle singole specie, si produrrà una lista delle presenze potenziali degli anfibi e rettili, con relativi livelli di tutela, se presenti.

10.2 Monitoraggio del popolamento di uccelliLa fauna ornitica rappresenta la categoria animale maggiormente interessata agli eventuali impatti (diretti ed indiretti) determinati dalla presenza di impianti eolici. Ciò in evidente relazione alla caratterizzazione biologica e funzionale tipica nonché quasi esclusiva di tali specie, ovvero sia il volo. L’azione meccanica che gli impianti eolici determinano vanno ad interessare in maniera diretta lo spazio aereo, con possibili interazioni conseguenti sulle attività eco-etologiche degli Uccelli.Pertanto l’indagine diretta, specifica mirata alla valutazione dell’utilizzo del territorio interessato al progetto da parte delle specie ornitiche risulta essere una delle principali attività di studio ai fini della valutazione degli impatti.Sebbene pressoché tutte le specie ornitiche siano potenzialmente interessate dalla presenza di impianti eolici, alcuni gruppi, sia per la propria condizione biogeografia ed il proprio status conservazionistico, sia per le proprie caratteristiche biologiche e comportamentali sono meritevoli di una attenzione più specifica.Pertanto, anche relativamente alla differenziazioni ecologiche e fenologiche, saranno considerate indagini mirate a verificare la presenza degli uccelli nell’area di indagine secondo la seguente distinzione per gruppi:

• rapaci diurni (nidificanti, migratori e svernanti);• rapaci notturni (nidificanti e svernanti);• altre specie nidificanti e migratrici;• altre specie svernanti.

La necessità di disporre di dati quantitativi e qualitativi per poter almeno stimare i livelli di abbondanza ed il grado di utilizzo dei territori indagati da parte delle specie costituisce la base per ogni corretto intervento che interessi la gestione delle specie stesse.Per ogni categoria vengono riportate le metodologie di indagine e di monitoraggio previste, sintetizzando gli aspetti applicativi riferiti alle differenti categorie fenologiche.

Come si evince dai periodi di rilevamento l’attività di monitoraggio verrà realizzata nell’arco temporale di un anno

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10.2.1 Rapaci diurniIn relazione alle caratteristiche biomorfometriche e comportamentali, i rapaci diurni rappresentano certamente la categoria maggiormente sottoposta a rischio in riferimento all’azione meccanica degli impianti eolici.Per quanto attiene all’area considerata nel progetto, le conoscenze che derivano dalla disponibile letteratura di settore consentono di individuare la lista di seguito riportata di Rapaci diurni potenzialmente presenti. (S: sedentaria; B: nidificante; M: migratrice; W: svernante; reg: regolare; irr: irregolare)

• Accipitriformes◦ Pandionidae

▪ Falco pescatore (Pandion haliaetus): M ?◦ Accipitridae

▪ Falco pecchiaiolo (Pernis apivorus): M reg, B?▪ Nibbio bruno (Milvus migrans): M reg▪ Nibbio reale (Milvus milvus): M. reg., B?▪ Biancone (Circaetus gallicus): M reg, B?▪ Falco di palude (Circus aeruginosus): M reg▪ Albanella reale (Circus cyanesus): M reg, W?▪ Albanella pallida (Circus macrorus): M reg?▪ Albanella minore (Circus pygargus): M reg, B?▪ Astore (Accipiter gentilis): SB?▪ Sparviere (Accipiter nisus): M reg, W? B? S?▪ Poiana (Buteo buteo): SB, W, M reg;▪ Aquila reale (Aquila chrysaetos): M ? B?▪ Aquila minore (Hieraaetus pennatus) M ?

• Falconiformes◦ Falconidae

▪ Gheppio (Falco tinnunculus): SB, M reg, W;▪ Falco cuculo (Falco vespertinus): M,▪ Lodolaio (Falco subbuteo): M reg, B?;▪ Smeriglio (Falco columbarius): M ?▪ Lanario (Falco biarmicus): SB?▪ Pellegrino (Falco peregrinus): SB?

Rapaci diurni nidificantiAl fine di verificare la presenza sarà applicato il metodo dell’osservazione diretta.Dovranno essere predisposti punti di osservazione in grado di analizzare tutte le diverse tipologie di habitat interessate dal progetto.La predisposizione di apposite schede di rilevamento saranno di ausilio nella raccolta omogenea e coordinata dei dati.L’osservazione diretta consentirà di individuare la presenza delle specie.Attenzione prioritaria dovrà essere posta in tal senso nei siti caratterizzati da ambiti aperti (prati,

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prato-pascoli, incolti, cespuglieti, ecc.), spesso utilizzati dai rapaci nel corso della propria attività di caccia.Al fine di investigare la possibilità della nidificazione sarà posta particolare attenzione nell’osservazione diretta delle attività di corteggiamento delle coppie, nelle aree vocate e nei periodi idonei per ogni singola specie, in un lasso di tempo che può estendersi da gennaio (Aquila reale) ad agosto (Lodolaio).Ulteriori dati a sostegno dell’investigazione della nidificazione potranno essere ricavati dall’attività di osservazione diretta specificatamente mirata all’individuazione di giovani involati, da effettuare nei periodi idonei per ogni singola specie, in un lasso di tempo che può estendersi da marzo a agosto.

Personale: l’indagine sarà realizzata impiegando in attività di rilevamento 1 ornitologo esperto.Materiali: oltre alla cartografia e schede di campo, verranno utilizzati binocoli 8 x 56 / 10 x 40 e un cannocchiale, munito di treppiede con oculare zoom 20 – 60 x 50; GPS di precisione; anemometro digitale dotato di altimetro, barometro e termometro.Rilevamento: n. 12 uscite giornaliere di campo: 2/mese in marzo-agosto.

Rapaci diurni svernantiLa stessa metodologia di indagine (osservazione diretta da punti fissi) sarà applicata per individuare la presenza di specie di rapaci diurni che utilizzano i territori in esame per condurre le proprie attività vitali nel corso della stagione invernale.Il periodo destinato a questo aspetto del rilevamento sarà novembre – gennaio, durante il quale sarà posta particolare attenzione agli ambiti aperti sovente impiegati dalle specie potenzialmente presenti nel corso della propria attività di caccia.

Personale: l’indagine sarà realizzata impiegando in attività di rilevamento 1 ornitologo esperto.Materiali: oltre alla cartografia e schede di campo, verranno utilizzati binocoli 8 x 56 / 10 x 40 e un cannocchiale, munito di treppiede con oculare zoom 20 – 60 x 50; GPS di precisione; anemometro digitale dotato di altimetro, barometro e termometro.Rilevamento: 4 uscite giornaliere: 2/mese in dicembre e gennaio.

Rapaci diurni migratoriDi particolare importanza relativamente al possibile impatto che molteplici tipologie di strutture antropiche de terminano sui rapaci diurni è riferita ai contingenti delle specie tipizzate da movimenti migratori di lunga distanza.In particolare, considerando che l’intera Regione Marche è attraversata da un intenso flusso di uccelli rapaci migratori, sia in direzione nord-sud che est-ovest lungo i valichi appenninici, l’indagine volta a valutare l’entità quali-quantitativa di tale flusso nell’ambito territoriale in esame assume un significato di oggettivo rilievo.Per ottenere dati relativi al flusso dei rapaci migratori dovranno essere individuate stazioni di osservazione in zone aperte, di valico, idonee per l’attività di caccia, in maniera tale da coprire a vista l’intero spazio aereo potenzialmente interessato alla rotta di spostamento migratorio.L’osservazione diretta realizzata in maniera costante da marzo a maggio e da metà agosto fino a metà ottobre fornirà le informazioni che, registrate su specifiche schede di rilevamento, forniranno la lettura della consistenza del flusso migratorio dei rapaci diurni e, quindi, l’importanza del ruolo

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dei territori oggetto di indagine nell’ambito di questa delicata e determinante fase biologica.Tutte le fasi legate all’indagine che prevede l’osservazione diretta saranno caratterizzate da rilevamenti realizzati mediante l’indispensabile impiego di adeguata strumentazione ottica (binocolo e cannocchiale).Fattore tanto limitante quanto imponderabile per l’applicazione del metodo suddetto è rappresentato dalle condizioni meteorologiche, che qualora siano sfavorevoli per periodi particolarmente persistenti potrebbero inficiare la raccolta dati e quindi il risultato finale dell’indagine.

Personale: l’indagine sarà realizzata impiegando in attività di rilevamento 1 ornitologo esperto.Materiali: oltre alla cartografia e schede di campo, verranno utilizzati binocoli 8 x 56 / 10 x 40 e un cannocchiale, munito di treppiede con oculare zoom 20 – 60 x 50; GPS di precisione; anemometro digitale dotato di altimetro, barometro e termometro.Rilevamento: 14 uscite giornaliere suddivise in: 7 uscite giornaliere per lo studio della migrazione pre-nuziale, a partire dall’ultima decade di marzo a seguire con un monitoraggio ogni 10 gg. di intervallo temporale; 7 uscite giornaliere, a partire dalla metà di agosto sino alla fine di settembre.

10.2.2 Rapaci notturniAnche i Rapaci notturni per le ovvie problematiche legate alle loro abitudini comportamentali sovente trovano difficoltà di convivenza con strutture aeree dotate di movimento attivo.Per quanto attiene all’area considerata nel progetto, le conoscenze che derivano dalla disponibile letteratura di settore consentono di individuare la lista di seguito riportata dei rapaci potenzialmente presenti. (S: sedentaria; B: nidificante; M: migratrice; W: svernante; reg: regolare; irr: irregolare)

• Strigiformes◦ Tytonidae

▪ Barbagianni (Tyto alba): SB?◦ Strigidae

▪ Assiolo (Otus scops): B?, M reg▪ Civetta (Athene noctua): SB?▪ Gufo comune (Asio otus) : M reg, W, SB?▪ Gufo di palude (Asio flammeus): M?▪ Allocco (Strix aluco): SB?

Rapaci notturni nidificantiL’osservazione diretta, per le limitazioni ottiche dettate dalle abitudini quasi prettamente notturne di queste specie, non può essere utilizzata per ottenere un quadro conoscitivo affidabile relativamente al popolamento degli Strigiformi.Quindi per i rapaci notturni nidificanti saranno realizzate sessioni di monitoraggio con richiami registrati, sfruttando l’attitudine di tali specie a rispondere alle sollecitazioni acustiche e la possibilità di riconoscere il verso specie-specifico emesso.Pertanto saranno emessi richiami in play-back mediante l’impiego di adeguati impianti acustici in diversi punti dell’area di indagine nel corso delle prime ore della notte.In relazione alla fase territoriale legata alla riproduzione delle specie di rapaci notturni tale indagine

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sarà effettuata con sessioni periodiche di rilevamento da realizzarsi nel periodo febbraio – luglio, con tempistiche variabili in funzione delle condizioni atmosferiche e dei risultati ottenuti.La scheda di rilevamento specifica, nonché la cartografia di riferimento saranno gli strumenti necessari per registrare i dati ottenuti e archiviare omogeneamente le informazioni.

Personale: l’indagine sarà realizzata impiegando in attività di rilevamento 1 ornitologo esperto.Materiali: oltre alla cartografia e schede di campo, verrà utilizzato un registratore di campo con amplificatore (100 watt) e relativi richiami registrati; GPS di precisione; anemometro digitale dotato di altimetro, barometro e termometro.Rilevamento: 6 uscite notturne, pari ad un monitoraggio/mese da febbraio a luglio.

Rapaci notturni svernantiNel periodo invernale, oltre alla presenza di specie ritenute sedentarie o comunque estivanti nidificanti (Assiolo), dovrà essere verificata la presenza di Gufo comune.Infatti la specie ha nelle sue caratteristiche biologiche e comportamentali la possibilità di utilizzare territori per lunghi periodi della stagione fredda in gruppi anche molto consistenti.Sarà quindi indagata, anche mediante indagine di campo ed osservazione diretta la presenza di indizi che facciano supporre la presenza di dormitori (roost) invernali in macchie boscate.E’ implicito che ogni informazione ascrivibile alla presenza di Strigiformi che non derivano dalle metodologie di indagine suddette, quali individui osservati, ritrovamenti di penne, borre, resti di predazione, individui morti, ecc., saranno comunque impiegati nella composizione del quadro conoscitivo di riferimento relativo a tale categoria faunistica.

Personale: l’indagine sarà realizzata impiegando in attività di rilevamento 1 ornitologo esperto.Materiali: oltre alla cartografia e schede di campo, verrà utilizzato un registratore di campo con amplificatore (100 watt) e relativi richiami registrati; GPS di precisione; anemometro digitale dotato di altimetro, barometro e termometro.Rilevamento: 2 uscite notturne, pari ad un rilevamento/mese in dicembre e gennaio.

10.2.3 Altre specie nidificanti e migratriciIl monitoraggio prevede anche il rilevamento di altre specie di uccelli, tra cui rivestono particolare importanza i picchi (Picchio verde, Picchio rosso maggiore e Picchio rosso minore) e soprattutto le specie inserite nell’allegato I della Direttiva Uccelli.Da una prima analisi, dopo aver consultato le schede delle aree della Rete Natura 2000 limitrofi all'area di intervento (IT5310010, IT5310011 e IT5210073), le specie nidificanti che non sono rapaci potenzialmente presenti nell’area di indagine ed inserite nell'Allegato I della Direttiva Uccelli sono:

• succiacapre (Caprimulgus europaeus);• averla piccola (Lanius collurio).

Le specie nidificanti potenzialmente presenti nell’area di indagine e non inserite nell'Allegato I della Direttiva Uccelli ma ugualmente importanti in quanto presenti nelle schede delle aree della Rete Natura 2000 sono:

• verdone (Carduelis chloris);

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• frosone (Coccothraustes coccothraustes);• colombaccio (Columba palumbus);• cuculo (Cuculus canorus);• picchio rosso (Dendrocopos major);• zigolo nero (Emberiza cia);• fringuello (Fringilla coelebs);• codirosso comune (Phoenicurus phoenicurus);• picchio verde (Picus viridis);• ciuffolotto (Pyrrhula pyrrhula);• picchio murature (Sitta europaea);• tortora selvatica (Streptopelia turtur);• upupa (Upupa epops);• tordo bottaccio (Turdus viscivorus).

Il rilevamento sarà realizzato attraverso:• osservazione diretta, da stazioni di rilevamento individuate nei differenti ambienti presenti,

attraverso l’uso di binocolo e cannocchiale, con una apposita scheda di rilevamento;• censimento al canto, rilevando i canti dei maschi territoriali delle diverse specie; in tale

modo è possibile stabilire la presenza di individui in attiva riproduzione in modo non invasivo, attraverso l’individuazione del maschio che delimita il proprio territorio.

Il periodo di rilevamento per l’analisi delle popolazioni dei nidificanti va da aprile a giugno, al fine di coprire le diverse fasi riproduttive dal corteggiamento all’allevamento della prole all’involo dei giovani.Per quanto attiene alle specie migratrici, la loro presenza potrà essere indagata tramite osservazione diretta nel corso dei periodi primaverile ed autunnale contestualmente alle sessioni di indagine predisposte per l’investigazione dei flussi migratori dei rapaci diurni.

Personale: l’indagine sarà realizzata impiegando in attività di rilevamento 1 ornitologo esperto.Materiali: oltre alla cartografia e schede di campo, verranno utilizzati binocoli 8 x 56 / 10 x 40 e un cannocchiale, munito di treppiede con oculare zoom 20 – 60 x 50; GPS di precisione; anemometro digitale dotato di altimetro, barometro e termometro.Rilevamento nidificanti: 7 uscite giornaliere in campo, 2 monitoraggi/mese in marzo, aprile e maggio e 1 monitoraggio in giugno.

10.2.4 Altre specie svernantiOltre alla registrazione dei dati inerenti altre eventuali specie ornitiche che utilizzano i territori oggetto di indagine nel corso del periodo invernale, che saranno monitorati contestualmente ai sopralluoghi organizzati per investigare la presenza di rapaci svernanti, risulta di particolare interesse e di indubbia importanza conservazionistica il rilevamento dell’eventuale presenza nell’area di indagine del Piviere tortolino (Eudromias morinellus).Tale specie lungo i prati pascoli sommitali della fascia appenninica può fermarsi durante la migrazione o, raramente per alcuni periodi invernali.

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Il periodo migliore per il rilevamento nell’area in oggetto può ritenersi da fine agosto a metà settembre.Anche per lo specifico rilevamento indirizzato alla verifica della presenza del Piviere tortolino sarà adottato il metodo dell’osservazione diretta degli individui eventualmente presenti.

Personale: l’indagine sarà realizzata impiegando in attività di rilevamento 1 ornitologo esperto.Materiali: oltre alla cartografia e schede di campo, verranno utilizzati binocoli 8 x 56 / 10 x 40 e un cannocchiale, munito di treppiede con oculare zoom 20 – 60 x 50; GPS di precisione; anemometro digitale dotato di altimetro, barometro e termometro.Rilevamento: 2 uscite giornaliere nei mesi di agosto e settembre per il rilievo del Piviere tortolino, inoltre verrano reperite ulteriori informazioni nel periodo invernale contestualmente al rilievo dei rapaci diurni svernanti.

10.2.5 Restituzione datiTutte le informazione raccolte verranno riportate su apposito database correlato alla cartografia informatizzata di supporto al fine di produrre un GIS.I dati raccolti, correlati a quelli di carattere morfologico e floristico-vegetazionali dell’area di indagine, consentiranno di creare carte della presenza e distribuzione dell’ornitofauna indagata, della consistenza delle specie nidificanti; del valore e della ricchezza specifica impiegando indici naturalistici.

10.3 Monitoraggio del popolamento dei mammiferiCome detto le indagini interesseranno il popolamento di Chirotteri e quello di Lupo.

10.3.1 ChirotteriMateriali e metodiLa grande varietà di comportamenti presentata da questo ordine di mammiferi impone l’adozione di metodologie di indagine diversificate e articolate così da poter rilevare tutte le specie presumibilmente presenti nell’area di studio.In via preliminare si procederà a visitare, in orario diurno, tutti i potenziali rifugi.In orario notturno si procederà ad effettuare i rilievi con ausilio del bat-detector.Per la ricerca si prevede di utilizzare due modelli di bat-detector:

• il Pettersson D-100 che permette esclusivamente la trasformazione in eterodinico e quindi un’identificazione a livello specifico assai meno precisa ma particolarmente adatto per rilievi su transetti;

• il Pettersson D-240, piccolo e maneggevolissimo strumento che permette anche la registrazione di 1.7 secondi in espansione temporale, fondamentale per il rilievo su punti di ascolto.

La successiva analisi delle emissioni ultrasonore così registrate permetterà una più sicura identificazione della specie. Questo dispositivo campiona le emissioni ultrasonore, le digitalizza e le

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rallenta secondo un fattore 10: così la frequenza di un segnale espanso risulta di 10 volte inferiore a quella originaria (per cui il segnale, pur se in origine ultrasonico, diventa udibile), mentre la durata diventa 10 volte più lunga. La struttura del segnale è perfettamente conservata e ciò consente di effettuare successive analisi acustiche con un computer.Le registrazioni verranno analizzate per l’identificazione mediante il software BatSound 1.0 (Pettersson AB, Uppsala).Per l’identificazione delle specie appartenenti al genere Pipistrellus potranno essere utilizzati anche segnali sociali (social call) specie-specifici (Russo e Jones 1999, 2000).Per l’indagine verranno utilizzate due differenti metodologie:

• esecuzione di transetti;• punti di ascolto fissi.

TransettiVerranno stabiliti transetti da eseguire con l’automobile alla velocità costante di circa 10 Km/h, contando tutti i singoli contatti al bat-detector con esemplari in attività lungo quel percorso. Il valore restituito rappresenterà il valore medio.In questo modo è stato possibile calcolare un indice chilometrico di abbondanza (IKA) soprattutto lungo la linea dell’impianto eolico e nelle aree adiacenti.

Punti fissi di ascoltoInoltre verranno eseguiti punti di ascolto fissi, in numero adeguato ad una sufficiente copertura dell’area di studio.Per ogni punto di ascolto vengono registrati tutti i passaggi nell’arco temporale di 20 minuti. Tale metodologia viene utilizzata esclusivamente per realizzare una lista faunistica e non per valutare le abbondanze, proprio per l’elevata probabilità di contare più volte lo stesso esemplare.Tutte le analisi statistiche saranno effettuate con Easy stat 2.3. e PAST.

Personale: l’indagine sarà realizzata impiegando in attività di rilevamento un esperto.Rilevamento: 8 uscite notturne, di cui 6 in periodo primaverile-estivo e 2 in periodo autunnale.

10.3.2 Lupo (Canis lupus)Le caratteristiche ambientali, morfologiche e vegetazionali, condizionano la scelta di una metodologia di indagine atta a rilevare la presenza e lo status delle popolazioni di mammiferi in una determinata area. Analogamente l’impiego di una tecnica di monitoraggio è definita dalle caratteristiche ecologiche della popolazione oggetto di indagine (Meriggi, 1989).Relativamente al Lupo sono le più tipiche caratterizzazioni proprie dell’eco-etologia della stessa specie, ovverosia elusività e bassa densità i fattori che maggiormente condizionano la scelta del metodo per un’indagine mirata a valutare lo status della popolazione in un determinato territorio. Inoltre, nello specifico, l’area oggetto dell’indagine non ha visto nelle ultime stagioni la realizzazione di alcuno studio volto ad investigare la presenza, la consistenza, la distribuzione del canide. Pertanto l’assenza di dati certi sulla presenza stabile del Lupo nell’area in esame e la difficoltà nel reperimento di tale tipologia di informazione legata alle caratteristiche proprie della specie, conducono alla definizione di un’indagine che prenda in considerazione differenti metodologie di monitoraggio faunistico per ottenere informazioni complementari, la cui

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integrazione possa consentire di giungere alla definizione di un quadro sufficientemente definito circa la frequentazione e l’utilizzo dei territori in oggetto da parte del Lupo.Pertanto la presenza del Canide sarà investigata attraverso l’applicazione di diverse metodologie d’indagine, considerando possibilità concreta di impiego, risposte attese, disponibilità di tempo, mezzi e risorse.Le differenti metodiche previste per l’indagine sulla presenza del Lupo sono le seguenti:

• raccolta informazioni pregresse e bibliografiche;• metodo naturalistico;• conta su neve.

Di tali metodologie di studio si fornisce di seguito una sintetica descrizione, considerando gli aspetti operativi previsti nell’applicazione di queste metodiche di indagine.

Raccolta informazioni pregresse e bibliograficheIn riferimento alle già citate difficoltà insite nelle caratterizzazioni eco-etologiche della specie, essenziale punto di partenza dello studio è l’indagine bibliografica inerente i più attuali studi specifici realizzati sia in ambito nazionale, sia in particolar modo nei territori più vicini all’area di studio.Al fine di ottenere informazioni conoscitive di dettaglio è di fondamentale importanza una capillare ed attenta raccolta di tutti i dati inerenti i ritrovamenti di lupi morti o le segnalazioni certe di presenza della specie, nonché di tutti i dati relativi agli episodi di predazione di bestiame domestico ascrivibili al Lupo nell’area di indagine e nei territori limitrofi.Tale raccolta sarà riferita agli ultimi 5 anni, al fine di ottenere, attraverso apposita archiviazione su database e mappatura cartografica, un quadro sufficientemente significativo della dislocazione degli episodi registrati per data e quindi delle aree maggiormente frequentate dalla specie.Per quanto attiene alla raccolta dei suddetti dati le fonti a cui far riferimento (secondo le disposizioni normative in materia) sono: Istituto, Nazionale per la Fauna Selvatica, Regione Marche, Provincia di Pesaro e Urbino, AA.SS.LL. provinciali e dei territori confinanti.

Metodo naturalisticoPer metodo naturalistico si intende (da Carbyn, 1975, modificato) l’insieme delle tecniche di studio sul campo della biologia di una specie, di una popolazione o di un popolamento animale senza che gli individui siano catturati, manipolati o equipaggiati, tramite la raccolta e l’analisi critica di informazioni, il rilevamento diretto ed indiretto della presenza e dell’attività degli individui, rilievi su esemplari morti.Produrre delle stime sulle popolazioni di specie terrestri elusive ed a bassa densità come il Lupo risultano difficili da ottenere (Becker,1998), risulta quindi indispensabile ai fini dello studio di questo predatore il rilevamento di segni di presenza, ovvero quei segni che l’animale lascia nell’ambiente e che ne documentano in modo indiretto la presenza in una data area.L’applicazione di questa metodica di indagine prevede dunque l’individuazione di segni di presenza quali: feci, marcatura con urina, impronte e segni di passaggio, raspature, giacigli ed eventuali osservazioni dirette.Nell’intero arco temporale dell’indagine sarà pertanto investigato il territorio dell’area oggetto del progetto alla ricerca di eventuali segni di presenza.La procedura applicativa del metodo prevede la realizzazione e, quindi, il relativo utilizzo di una

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specifica scheda di rilevamento in cui registrare in maniera organizzata ed omogenea le informazioni di riferimento (data, localizzazione geografica, altitudine, esposizione del versante, condizioni meteorologiche, topografia e ambiente di ritrovamento, ecc.).Saranno individuati transetti percorribili a piedi in ogni periodo dell’anno, in maniera tale da definire una rete che attraversi le diverse tipologie vegetazionali e geomorfologiche e da coprire una significativa porzione dell’area oggetto dello studio. Va da sé che per questioni operative e logistiche i transetti potranno considerare anche porzioni di territorio al di fuori dell’area individuata per lo studio, nelle immediate adiacenze della stessa, senza per nulla inficiare la significatività della raccolta dati anche in considerazione delle caratteristiche etologiche della specie.I transetti saranno percorsi con finalità di ricerca dei segni di presenza del Lupo con periodo di tre settimane.Inoltre, nell’ambito degli aspetti di indagine faunistica inerenti altre categorie faunistiche, saranno comunque raccolti i dati eventualmente riconducibili alla presenza del canide nell’area di studio.Ogni registrazione che verrà effettuata in merito alla presenza del predatore sarà puntualmente riportata anche in mappa, utilizzando cartografia di riferimento in scala adeguata al mappaggio del dato.

Conta su neveIl metodo di indagine della conta su neve o snow tracking si basa sull’individuazione delle piste lasciate dagli individui durante gli spostamenti sul territorio in presenza di copertura nevosa. Le tracce possono essere rilevate secondo sistemi articolati su transetti o settori utilizzati, campionati in modo casuale, stratificato, oppure opportunistico (Ballard et al. 1995b).Ai fini dell’obiettivo principale dell’indagine in oggetto si prevede la possibilità di applicare anche la presente metodologia di raccolta dati, che potrebbe rivelarsi un’ulteriore fonte di utili ed oggettive informazioni relativamente alla presenza della specie. A tale proposito si opta per una applicazione del metodo mediante campionamenti di tipo opportunistico.Pertanto, anche in considerazione dell’imponderabilità della possibilità di applicazione dell’indagine legata strettamente al verificarsi delle necessarie condizioni meteorologiche, saranno rilevati gli eventuali segni di passaggio del Lupo percorrendo transetti opportunisticamente individuati sulla base dell’entità della copertura nevosa, della percorribilità dell’area, delle condizioni atmosferiche e di altri fattori contingenti. Va comunque evidenziato che i transetti saranno individuati in modo tale da sfruttare vie di facile percorribilità (sentieri, strade forestali) e da includere aree di frequente passaggio (passi, passaggi obbligati).In caso di condizioni idonee all’applicazione della metodologia in oggetto, la tracciatura sarà effettata dopo 24-36 ore dalla nevicata per lasciare il tempo agli animali di spostarsi nel loro territorio ed aumentare così la probabilità di intercettazione dei loro spostamenti (Ciucci, 1999). La perlustrazione dei transetti che saranno individuati sarà effettuata in contemporanea da parte di più operatori sia per ottimizzare i tempi di rilevamento, sia per una maggior accuratezza nel rilevamento stesso.

Come già detto per il metodo naturalistico di indagine, anche nel caso della conta su neve sarà impiegata una specifica scheda di rilevamento dati, nonché saranno riportate su carta tutte le informazioni rilevate in merito alla specie.

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Personale: l’indagine sarà realizzata impiegando in attività di rilevamento un esperto.Rilevamento: 3 uscite giornaliere in campo nell’arco di un anno.

10.4 Indagine conoscitiva sui pesciVerrà condotta un’indagine conoscitiva sui pesci, che prevederà la raccolta di informazioni, relazioni, studi, segnalazioni pregresse sulle specie in questione.In base alla documentazione pregressa inerente l’area di studio e l’area vasta, alle caratteristiche ambientali del sito e alle esigenze ecologiche delle singole specie, si produrrà una lista delle presenze potenziali, con relativi livelli di tutela, se presenti.

10.5 Indagine conoscitiva su invertebratiVerrà condotta un’indagine conoscitiva sugli invertebrati, che prevederà la raccolta di informazioni, relazioni, studi, segnalazioni pregresse sulle specie in questione.In base alla documentazione pregressa inerente l’area di studio e l’area vasta, alle caratteristiche ambientali del sito e alle esigenze ecologiche delle singole specie, si produrrà una lista delle presenze potenziali, con relativi livelli di tutela, se presenti.

11 Valutazione critica dei risultati e individuazione dei possibili impattiA seguito della raccolta delle informazione, dei monitoraggi, dell’analisi ed elaborazione dati e delle restituzioni cartografiche, sarà prodotta una valutazione, anche in base a quanto previsto dagli strumenti di indirizzo tecnico, per individuare quali possibili impatti possono essere determinati sulle componenti oggetto di studio del presente piano con la realizzazione dell’impianto eolico, sia in fase di costruzione che a regime di attività.Pertanto sarà predisposta un'apposita matrice che considererà le singole opere e tipologie di intervento, la valutazione dell’eventuale impatto che determinano, le indicazioni per rimuovere quando possibile la fonte di disturbo o, in alternativa, mitigare e/o compensare tale impatto.L’esito delle valutazione dei possibili impatti sarà comparato con situazioni analoghe riscontrabili in letteratura tecnico-scientifica per un confronto ed un’analisi critica.

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