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1 LA MALATTIA DI MINAMATA A cura di Marianna DI FRANCESCO A.A 2009-2010 Minamata, cittadina giapponese situata nell’isola di Kyushu (fig. 1-2), è diventata famosa in tutto il mondo per la malattia contratta dai suoi abitanti che prese il nome di malattia di Minamata. Si tratta di un’intossicazione da mercurio che scaturisce dall’ingestione di grandi quantità di pesce contaminato, pescato nella baia su cui si affaccia la città. Per aiutare a comprendere l’entità del danno sviluppato sulla salute umana bisogna precisare che la popolazione del luogo è rappresentata fondamentalmente da pescatori, la cui alimentazione è basata in prevalenza su prodotti ittici. Fig.1) Cartina geografica Minamata, Giappone Fig. 2) Baia di Minamata L’origine di tale malattia va riscontrata a partire dagli anni Trenta ed attribuita all’industria chimica Chisso Corporation (in giapponese "Chisso" significa nitrogeno). Tale industria (fig. 3), aperta nel 1908, era parte integrante dell’economia locale, impe- gnata nella produzione dell’acetaldeide, in netto incremento all’indomani della Seconda Guerra Mondiale ed utilizzata a sua volta per produrre materie plastiche. La reazione chimica impiegata per la sintesi dell’acetaldeide richiedeva il solfato di Fig. 3) Industria chimica Chisso Corporation

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LA MALATTIA DI MINAMATA A cura di Marianna DI FRANCESCO A.A 2009-2010 Minamata, cittadina giapponese situata nell’isola di Kyushu (fig. 1-2), è diventata famosa in tutto il mondo per la malattia contratta dai suoi abitanti che prese il nome di malattia di Minamata. Si tratta di un’intossicazione da mercurio che scaturisce dall’ingestione di grandi quantità di pesce contaminato, pescato nella baia su cui si affaccia la città. Per aiutare a comprendere l’entità del danno sviluppato sulla salute umana bisogna precisare che la popolazione del luogo è rappresentata fondamentalmente da pescatori, la cui alimentazione è basata in prevalenza su prodotti ittici.

Fig.1) Cartina geografica Minamata, Giappone

Fig. 2) Baia di Minamata

L’origine di tale malattia va riscontrata a partire dagli anni Trenta ed attribuita all’industria chimica Chisso Corporation (in giapponese "Chisso" significa

nitrogeno). Tale industria (fig. 3), aperta nel 1908, era parte integrante dell’economia locale, impe-gnata nella produzione dell’acetaldeide, in netto incremento all’indomani della Seconda Guerra Mondiale ed utilizzata a sua volta per produrre materie plastiche. La reazione chimica impiegata per la sintesi dell’acetaldeide richiedeva il solfato di Fig. 3) Industria chimica Chisso Corporation

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mercurio come catalizzatore e da essa si otteneva anche un prodotto secondario, il metilmercurio. Nel 1932 la Chisso Corporation iniziò a scaricare nella Baia di Minamata, nel mare Shiranui, le acque reflue contaminate dal metilmercurio (fig. 4). A distanza di breve tempo il pesce iniziò a galleggiare nella Baia di Minamata.

Nel contempo i gatti cominciarono a manifestare un comportamento anomalo (sembravano come impazziti, si gettavano in acqua e affogavano) definito dai residenti “malattia danzante del gatto” a causa degli strani movimenti o anche “suicidio del gatto”. Questi furono i primi segni della comparsa della malattia.

Nei primi anni Cinquanta simili manifestazioni si riscontrarono negli esseri umani. Gli individui affetti lamentavano la perdita della sensibilità e torpore alle mani e ai piedi. Non erano più in grado di afferrare piccoli oggetti o di allacciare un bottone. Molti di loro avevano difficoltà nella vista, nell’udito e nella

deglutizione. Non riuscivano a correre senza inciampare. Oltre all’incapacità di mantenere l’equilibrio e di coordinare i movimenti, c’era difficoltà nell’articolare le parole. Generalmente questi sintomi e segni si accentuavano e portavano a convulsioni, coma e morte.

Il 1 Maggio 1956 il dottor Hajime Hosokawa dall’ospedale della Chisso Corporation segnalò all’ufficio della salute pubblica la scoperta di “una epidemia di una malattia sconosciuta che colpiva il sistema nervoso centrale”.

La malattia divenne conclamata e destò grande panico e confusione, dal momento che non se ne conosceva ancora la causa. Inizialmente fu sospettato che potesse essere una malattia contagiosa e, come misura preventiva, i soggetti affetti furono isolati e le loro case vennero disinfettate.

Partendo dalla conoscenza che l’alimentazione di base degli individui colpiti dalla malattia di Minamata era costituita da pesce, molluschi e crostacei provenienti dalla baia, i ricercatori dell’Università di Kumamoto ipotizzarono che la malattia doveva scaturire dall’avvelenamento di un metallo pesante che di conseguenza poteva entrare nell’organismo umano tramite pesce e crostacei.

Le acque reflue dell’impianto della Chisso Corporation furono immediatamente riconosciute come responsabili della contaminazione con metalli pesanti che, in effetti, risultavano in concentrazioni sufficientemente elevate per apportare danni all’ambiente, come mercurio, manganese, arsenico, selenio, tallio e rame. In un primo momento il manganese fu ritenuto l’agente eziologico per la comparsa della malattia a causa delle alte concentrazioni misurate nei pesci e negli organi degli individui deceduti.

Fig.4: Scarico delle acque reflue

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Nel 1958 i sintomi della malattia furono associati a quelli derivanti dall’avvelenamento da mercurio. Enormi quantità di mercurio furono identificate nei pesci, nei molluschi e nel fango della baia, ma, in particolare, le concentrazioni più elevate furono riscontrate nelle aree limitrofe ai canali di scarico della Chisso Corporation e allora emerse chiaramente che questa industria chimica doveva essere la fonte della contaminazione. Infatti, facendo alimentare gatti sani con cibo contaminato dalle acque reflue dell’industria, si riscontrarono in questi animali i sintomi della malattia di Minamata ed esami patologici confermarono come causa l’avvelenamento da mercurio organico, il metilmercurio.

Il metilmercurio è un composto biologicamente molto tossico, perché è in grado di legarsi stabilmente alle proteine, bloccandone le normali funzioni. Inoltre si concentra in particolar modo nel tessuto nervoso I primi effetti che induce sono la perdita della sensibilità periferica e la restrizione del campo visivo. I soggetti malati in stadi avanzati manifestano una notevole condizione di atrofia cerebrale Le cellule granulari del cervelletto sono particolarmente colpite, ciò spiegherebbe la perdita dell’equilibrio e della coordinazione dei movimenti, i tremori e le convulsioni dei pazienti. Il metilmercurio, una volta

liberato in mare, viene assimilato dagli organismi marini, risalendo la catena alimentare (fig. 5): accu-mulato dapprima dal plancton, poi dai molluschi, finisce nei pesci piccoli fino ad arrivare ai grossi pesci consumati dall'uomo, come i tonni.

Ad ogni gradino della catena alimentare la concentra-zione del metallo pesante aumenta (biomagnificazione), arrivando all'uomo in quantità tossiche (fig. 6). Nel 1958, la Chisso Corporation spostò i suoi scarichi dalla Baia di

Minamata al Fiume di Minamata (si immetta nel mare di Shiranui) con la speranza di diminuire le accuse rivolte alla compagnia. Anche le persone di questa zona iniziarono dopo alcuni mesi a sviluppare la malattia. Nel frattempo le proteste della Cooperativa dei Pescatori di Minamata si inasprirono nei confronti della Chisso Corporation, dato che dal 1953 al 1957 il tasso di pesca era sceso del 91% ed il governo della Prefettura di Kumamoto stabilì un bando secondo cui era possibile la pesca nella baia, ma non la vendita del pescato di queste aree contaminate.

Fig.5: Ciclo del mercurio nell’ecosistema

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Ciò servì per sollevare i membri del governo da ogni responsabilità riguardante lo sviluppo della malattia. La Chisso Corporation scese a compromessi stanziando somme di denaro sia per i pescatori che per le famiglie delle vittime della malattia che erano soggette a discriminazione e ostracismo da parte della comunità locale. Il 12 Novembre 1959 il Ministro della Salute asserì ufficialmente che “La malattia di Minamata è una malattia che

scaturisce da alcuni composti derivati dal mercurio organico; colpisce principalmente il sistema nervoso centrale ed è causata dall’ingestione di grandi quantità di pesce e crostacei presenti nella Baia di Minamata e nei dintorni”.

In seguito, la Chisso Corporation, per imposizione del Ministro dei Commerci Internazionali e dell’Industria, dovette istallare un impianto di purificazione delle acque reflue. In realtà questo dispositivo sembrò essere solo una soluzione apparente e che non aveva nulla a che fare con la rimozione del mercurio organico. La contaminazione non ebbe termine e i casi di malattia erano sempre più frequenti.

Nel 1961, dopo aver riscontrato un aumento della frequenza di paralisi cerebrale e altre alterazioni nei bambini dell’area di Minamata, medici e professionisti riconobbero che i sintomi manifestati dai bambini rispecchiavano gli stessi degli adulti affetti dalla malattia di Minamata, anche se molte delle loro madri non esibivano alcun sintomo. I bambini, infatti, erano nati dopo l’inizio della contaminazione e le loro madri, cibandosi di pesce contaminato, avevano trasmesso al feto il metilmercurio che è in grado di superare la placenta. La malattia di Minamata venne definita pertanto una malattia congenita (Fig. 7-8-9-10). Nel 1965, un secondo disastro ambientale nella Prefettura di Niigata provocò un riemergere della malattia, alla quale venne dato il nome di malattia di Niigata-Minamata.

Il morbo di Minamata nel 1968 ebbe il riconoscimento di malattia causata da inquinamento ambientale. Nello stesso anno gli impianti della Chisso smisero di scaricare mercurio (dal 1932 al 1968 aveva riversato da 25 a 30 tonnellate di metilmercurio nella Baia). Ormai il danno era irreparabile: il morbo di Minamata aveva già colpito numerosissime persone che si erano nutrite quotidianamente del pesce della baia.

Nel 1991 una relazione del Consiglio Centrale Anti-Inquinamento dichiarò che i livelli di metil-mercurio nel mare Shiranui erano crollati a partire dal maggio 1968. Infatti tutti i malati nati dal 1969 in poi non sono stati

Fig.6) Biomagnificazione del metilmercurio

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mai coperti da alcun programma pubblico sanitario per il morbo di Minamata, sebbene mostrino chiaramente i sintomi dell'avvelenamento.

Fig. 7-8) Bambini nati con forme congenite della malattia di Minamata

Fig. 9-10 Manifestazioni di forme congenite della malattia di Minamata

Tantissime persone di questa generazione hanno chiesto il riconoscimento ufficiale della loro situazione, ma le loro domande sono state respinte. Il problema è che una grande quantità di metil-mercurio si era depositata nei fanghi sul fondo del mare, fanghi di cui si nutrono molti microrganismi e animali del fondale, che poi entrano a far parte della catena alimentare. Di conseguenza il veleno continuò a far parte della dieta della comunità della zona. La malattia infatti non si placò e i bambini continuarono a nascere affetti da ritardo mentale e altre alterazioni. Da uno studio

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commissionato dal Governo sui cordoni ombelicali risultò una lieve differenza nel contenuto di mercurio dei bambini di Minamata rispetto ai bambini nati altrove. Studi realizzati in parallelo da varie università dimostrarono che i livelli di metilmercurio erano di gran lunga maggiori di quanto il governo volesse far credere.

Il 29 luglio 1997, il governatore della prefettura di Kumamoto ha dichiarato sicuro per il consumo il livello di mercurio presente nei pesci e nei molluschi della Baia di Minamata. Questa dichiarazione ha consentito la completa rimozione della rete (fig. 11) che era stata posta nello sforzo di limitare il diffondersi della malattia di Minamata, impedendo al pesce della baia, inquinato dal metilmercurio, di entrare nel mare.

Grandi conflitti nacquero nel certificare e riconoscere pazienti affetti dalla malattia di Minamata. Inizialmente si riteneva che questi soggetti manifestavano tutti i sintomi della sindrome di Hunter-Russell, caratteristica diagnosi dell’avvelenamento da mercurio organico scaturita in seguito ad un incidente industriale nel Regno Unito nel 1940, piuttosto che i sintomi della malattia di Minamata. Solo nel marzo, 2001, 2.265 vittime furono certificate ufficialmente e

10.000 persone hanno ricevuto un compenso finanziario dalla Chisso Corporation, sebbene non riconosciute come vittime ufficiali. Il primo Maggio 2006, in occasione dei 50 anni passati dalla scoperta di questa malattia, è stato eretto un monumento commemorativo (fig. 12).

Fino a metà 2009 le persone che hanno fatto domanda per le cure sanitarie gratuite offerte dallo Stato ammontano a più di 30.000, ma il Governo ne ha riconosciute poco più di 2000, in gran parte ormai decedute. Tra le 30.000 figurano persone di tutto il Giappone, nate da genitori residenti lungo le coste del mare Shiranui. Non occorre infatti essere nati o cresciuti nei pressi di Minamata per essere colpiti dalla sindrome. La portata dell'avvelenamento è sempre stata molto più vasta di quello che il Governo ha voluto riconoscere. La malattia di Minamata è ancora una tematica importante nella società giapponese attuale. Le richieste di risarcimento e le cause legali contro la Chisso Corporation e il governo nazionale e della prefettura sono ancora in atto.

Fig.11 Rimozione della rete dalla Baia di Minamata

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Il 29 Marzo 2010, un gruppo di

2.123 vittime non certificate hanno raggiunto un accordo con il governo del Giappone e la Chisso Corporation per ricevere una somma pro-capite di 2.1 milioni di yen ed assistenza medica ogni mese. Spesso questi malati sono ancora vittime di isolamento per la paura del contagio. Uno degli esempi dell’assistenza per i malati è Hot House (Casa calda), un centro di formazione per i genitori e altra gente affetta dalla malattia di Minamata, che ha anche il fine di sensibilizzare

le persone alla conoscenza della malattia con seminari e conferenze. Oggi il metil-mercurio non viene più scaricato nella acque di Minamata:

tuttavia l’inquinamento è ben lontano dall’essere eliminato, in quanto sul fondo del mare giacciono ancora tonnellate di questa sostanza che man mano diffondono nell’oceano, rendendo pericolosa la pesca anche a largo (pesce avvelenato è stato pescato addirittura a 600 km di distanza da Minamata). Questo dimostra che il problema dell’inquinamento da metil-mercurio non è più soltanto di competenza giapponese, ma interessa ormai gran parte degli oceani. Sitografia http://en.wikipedia.org/wiki/Minamata_disease http://www.env.go.jp/en/chemi/hs/minamata2002/ http://www.hamline.edu/personal/amurphy01/es110/eswebsite/ProjectsSpring03/ebarker/Minamata%20Web%20Page.htm http://www.hgtech.com/Information/Minamata_Japan.html

Fig 12) Memorial alla malattia di Minamata, 2006