Di chi è il merito - Versione definitiva

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Di Chi è il Merito ? La riforma Gelmini ha impresso un forte cambiamento non solo nella struttura organizzativa delle nostre Università ma anche nei meccanismi di relazione tra i vari Atenei e tra questi e i propri studenti. Il d.l. 278/08 ha in particolare comportato che una quota dei finanziamenti del Fondo Finanziamento Ordinario fosse ripartita attraverso criteri di efficienza, i due terzi dei quali riguardano la ricerca e un terzo l’efficienza dei corsi di studio misurata attraverso una serie di indicatori come il rapporto laureati / iscritti, crediti medi maturati, media conseguita ecc. Oggi nella nostra Scuola risulta chiaro e evidente quali siano state le conseguenze dell’utilizzo della competizione tra gli Atenei e quale sia stato l’impatto della ricerca spasmodica di raggiungere i target di efficienza, fissati per l’attribuzione dei fondi, sulla nostra esperienza universitaria. La risposta della nostra Scuola ai tagli imposti dalla riforma Gelmini è stata la riduzione dell’offerta formativa, accorpando i corsi di studio e inserendo il numero chiuso con test OFA. A partire dall’anno accademico 2009/2010, la nostra Scuola è passata da 6 a 4 corsi di laurea triennale e introdotto la sperimentazione dei tre Appelli come strumento per diminuire il numero dei fuoricorso e i tempi medi per conseguire una laurea. Può l’efficienza essere l’unico metro in base a cui si valuta il valore della nostra esperienza universitaria ? Sappiamo che questa situazione è anche figlia di riforme scellerate che altro non hanno prodotto se non un progressivo taglio delle risorse che lo Stato destina alle Università ma rifiutiamo di piegarci alla logica che vorrebbe Atenei e Scuole in continua competizione tra loro per scalare le classifiche di merito, migliorare i rating e accaparrarsi la più grande fetta possibile di fondi pubblici e privati. Gli effetti negativi di questa competizione sono tutto a danno di noi studenti e questa sperimentazione è un chiaro segno di come la valutazione dei costi relativi alla qualità e alla soddisfazione con cui affrontiamo il nostro percorso universitario ( anche a fronte di risultati decisamente modesti ) passano assolutamente in secondo piano. Il tentativo di dettarci i tempi dello studio, attraverso la riduzione degli appelli, ci impedisce di organizzare liberamente il nostro tempo e, oltre a avere una discutibile valenza educativa, non tiene assolutamente conto di tutta una serie di complessità che possono accompagnare il nostro percorso universitario e incidere in maniera determinante sul nostro rendimento. A titolo di esempio non viene contemplata la possibilità che uno studente possa lavorare e che sia, quindi, impossibilitato a seguire i ritmi di uno studente “a tempo pieno”, ne viene considerato che il termine ultimo per maturare i crediti necessari a richiedere la borsa di studio scade a Agosto ( Art.7 comma 2 del Bando di Assegnazione ERGO ) per cui tutti gli studenti borsisti non possono utilizzare la sessione di Settembre per recuperare esami del primo semestre. Incrementare “l’incentivo” a non andare fuoricorso ( attraverso anche un aumento delle tasse ) nel tentativo di stigmatizzarne la figura non tiene minimante conto di tutte queste complessità e và a pesare in maniera sicuramente più rilevante su chi già parte da una condizione economico-sociale più svantaggiata.

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I risultati di tre anni di sperimentazione didattica sulle spalle degli studenti nelle triennali della Scuola di Economia, Management e Statistica sede di Bologna.

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Di Chi è il Merito ?

La riforma Gelmini ha impresso un forte cambiamento non solo nella struttura organizzativa delle nostre Università ma anche nei meccanismi di relazione tra i vari Atenei e tra questi e i propri studenti. Il d.l. 278/08 ha in particolare comportato che una quota dei finanziamenti del Fondo Finanziamento Ordinario fosse ripartita attraverso criteri di efficienza, i due terzi dei quali riguardano la ricerca e un terzo l’efficienza dei corsi di studio misurata attraverso una serie di indicatori come il rapporto laureati / iscritti, crediti medi maturati, media conseguita ecc. Oggi nella nostra Scuola risulta chiaro e evidente quali siano state le conseguenze dell’utilizzo della competizione tra gli Atenei e quale sia stato l’impatto della ricerca spasmodica di raggiungere i target di efficienza, fissati per l’attribuzione dei fondi, sulla nostra esperienza universitaria. La risposta della nostra Scuola ai tagli imposti dalla riforma Gelmini è stata la riduzione dell’offerta formativa, accorpando i corsi di studio e inserendo il numero chiuso con test OFA. A partire dall’anno accademico 2009/2010, la nostra Scuola è passata da 6 a 4 corsi di laurea triennale e introdotto la sperimentazione dei tre Appelli come strumento per diminuire il numero dei fuoricorso e i tempi medi per conseguire una laurea.

Può l’efficienza essere l’unico metro in base a cui si valuta il valore della nostra esperienza universitaria ?

Sappiamo che questa situazione è anche figlia di riforme scellerate che altro non hanno prodotto se non un progressivo taglio delle risorse che lo Stato destina alle Università ma rifiutiamo di piegarci alla logica che vorrebbe Atenei e Scuole in continua competizione tra loro per scalare le classifiche di merito, migliorare i rating e accaparrarsi la più grande fetta possibile di fondi pubblici e privati. Gli effetti negativi di questa competizione sono tutto a danno di noi studenti e questa sperimentazione è un chiaro segno di come la valutazione dei costi relativi alla qualità e alla soddisfazione con cui affrontiamo il nostro percorso universitario ( anche a fronte di risultati decisamente modesti ) passano assolutamente in secondo piano. Il tentativo di dettarci i tempi dello studio, attraverso la riduzione degli appelli, ci impedisce di organizzare liberamente il nostro tempo e, oltre a avere una discutibile valenza educativa, non tiene assolutamente conto di tutta una serie di complessità che possono accompagnare il nostro percorso universitario e incidere in maniera determinante sul nostro rendimento. A titolo di esempio non viene contemplata la possibilità che uno studente possa lavorare e che sia, quindi, impossibilitato a seguire i ritmi di uno studente “a tempo pieno”, ne viene considerato che il termine ultimo per maturare i crediti necessari a richiedere la borsa di studio scade a Agosto ( Art.7 comma 2 del Bando di Assegnazione ERGO ) per cui tutti gli studenti borsisti non possono utilizzare la sessione di Settembre per recuperare esami del primo semestre. Incrementare “l’incentivo” a non andare fuoricorso ( attraverso anche un aumento delle tasse ) nel tentativo di stigmatizzarne la figura non tiene minimante conto di tutte queste complessità e và a pesare in maniera sicuramente più rilevante su chi già parte da una condizione economico-sociale più svantaggiata.

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Attraverso i dati di Alma-Laurea per i laureati dal 2009 al 2012, valutiamo come si è evoluta la composizione sociale degli studenti iscritti a seguito della ridorma organizzativa e didattica portata avanti dalla nostra Scuola.

In relazione alla classe sociale di appartenenza notiamo la percentuale di figli di liberi professionisti, dirigenti e imprenditori con almeno 15 dipendenti(definita da Alma laurea sotto il nome di borghesia, secondo lo schema proposto da A. Cobalti e A. Schizzerotto, La mobilità sociale in Italia, Bologna, il Mulino, 1994) è passata dal 29 al 34% mentre contestualmente aumentata anche la percentuale degli studenti con entrambi i genitori laureati.

Questo dato ci appare molto indicativo e ci mostra come, nei fatti, il numero chiuso e gli appelli stiano favorendo gli studenti provenienti da contesti sociali e familiari favorevoli e di come il merito e la possibilità di proseguire gli studi siano fortemente correlati con il contesto economico di partenza.

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Analizzando invece le esperienze lavorativa degli studenti notiamo come sia diminuito sia il numero di studenti che hanno esperienze lavorative continuate.

Appare chiaro come siano gli studenti lavoratori - anche a tempo parziale - a essere maggiormente penalizzati da un sistema fondato su ritmi, su un carico di studio e su una periodicità delle prove che nei fatti limitano le possibilità degli stessi di iscriversi alla nostra Scuola e svolgere contemporaneamente un’attività lavorativa.

Inoltre il problema degli studenti lavoratori sembra risolversi alla base, dato che sempre più studenti appartengono a contesti familiari benestanti e non necessitano, quindi, di lavorare per potersi sostenere.

Infine un ulteriore dato, di non marginale importanza, ci è dato dai questionari sulla valutazione della didattica, dai quali emergono i seguenti risultati in merito al grado di soddisfazione relativo al corso di studio e alla sostenibilità del carico di studi.

Il grafico evidenzia un trend decrescente dei suddetti parametri nel corso degli anni.

A margine vorremmo fare una considerazione complessiva rispetto alle barriere all'accesso sempre più spesse che l'Università di Bologna sta erigendo e che se contestualizzate a una riduzione generalizzata delle tutele garantite agli studenti universitari in termini di borse di studio, posti letto e mobilità stanno riducendo le reali possibilità per tutti di poter iscriversi e completare l’università.

In base allo studio sui profili di spesa condotto nel 2007 da Alma Mater risulta che la spesa media per i soli consumi legati allo studio sia di 198 euro al mese mentre aggregando la spesa complessiva risulta pari a 1070,8 euro per studenti domiciliati ( quindi fuori sede ).

Questa indagine è stata svolta per due volte, una nel 1998 e una nel 2007, e appare evidente come la stima della spesa sia raddoppiata in 9 anni (+ 53%). Se questo trend almeno non si è invertito significa che una famiglia deve affrontare una spesa addirittura maggiore della soglia di povertà per poter consentire a un figlio di avere a Bologna un tenore di vita nella media.

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Tre Appelli = miglioramento nel rendimento degli studenti? Forse un esempio da manuale di correlazione SPURIA!

A 4 anni dall’introduzione di questo sistema si possono valutare i primi risultati di questo sistema sul rendimento degli studenti utilizzando i dati sui laureati forniti dall’Ateneo. A una prima lettura sembra che effettivamente si sia registrato un miglioramento importante nei risultati conseguiti dagli studenti iscritti a partire dal 2009/2010 rispetto a quelli degli anni precedenti; tuttavia a una lettura più attenta l’entusiasmo mostrato dalla quasi totalità del corpo docente e l’incrollabile fede nella infallibilità del metodo dei tre appelli ci sembrano alquanto fuori luogo.

CdS Imm. 2009/2010

6 Appelli e Numero Programmato

Coorte all' immatrico- lazione(*)

Laureati al 31/10/2012

% laureati al 31/10/2012 su

coorte imm

rapporto % laureati di una

data coorte con la coorte

precedente

ECONOMIA E FINANZA 0893 115 32 28% 138,1%

ECONOMIA AZIENDALE 0891 154 26 17% 94,4%

ECONOMIA E DIRITTO 0892 58 16 28% 86,1% ECONOMIA E GESTIONE DELLE IMPRESE

0894 141 46 33% 109,9%

ECONOMIA E MARKETING 0895 194 59 30% 80,1% ECONOMIA E PROFESSIONE

0896 81 26 32% 162,2%

Totale 743 205 28% 102,5%

CdS Imm. 2010/2011

Accorpamento dei corsi e introduzione dei tre Appelli

Coorte all' immatrico- lazione(*)

Laureati al 31/10/2013

%laureati 31/10/2013 su

coorte imm

rapporto % laureati della coorte con la

coorte preced.

ECONOMIA E FINANZA 0893 152 46 30% 109%

ECONOMIA AZIENDALE 8405 176 37 21% 125% MANAGEMENT E MARKETING

8406 129 85 66% 217% BUSINESS AND ECONOMICS

8407 92 51 55% 170%

Totale 549 219 40% 145%

Gli unici corsi che hanno mostrato un significativo aumento relativo dei laureati “in tempo” a seguito della sperimentazione dei tre appelli sono stati Business and Economics e Management e Marketing, che sono passati rispettivamente dal 33% al 55% e dal 30% al 66% e anche la percentuale sul totale degli iscritti sembra aver avuto un forte miglioramento passando dal 27% al 40%.

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Tuttavia una lettura un po’ più attenta consente di mettere in luce almeno un paio di possibili distorsioni molto evidenti :

1) Il riferimento alle percentuali è assolutamente fuorviante; una valutazione in termini assoluti

consente di valutare il reale impatto della riorganizzazione didattica e metterlo in relazione con un altro interessante fenomeno : a fronte di 194 studenti a cui è stato negato l’accesso all’Università a causa del numero chiuso, il numero di studenti che si è laureato in corso è aumentato solo di 14.

2) I due corsi in cui si è osservato il miglioramento più significativo hanno due peculiarità :

L’organizzazione didattica del corso di Business and Economics è stata completamente ripensata per permettere agli studenti di sostenere più esami all’interno della stessa sessione attraverso l’introduzione di prove intercorso, lavori di gruppo… che, giustamente, alleggeriscono il carico di studio pre-esame.

Il corso di Management e Marketing è quello in cui c’è la più forte selezione all’ingresso ovvero il corso che riceve più domande di iscrizione al test in relazione al numero dei posti disponibili. Ciò chiaramente implica che chi riesce a iscriversi al corso ha un livello di preparazione di base mediamente più elevato ed è, pertanto, sicuramente più probabile che riesca a laurearsi in tempo.

Questi due banali elementi di criticità che abbiamo evidenziato mettono fortemente in dubbio l’efficacia di questa sperimentazione anche rispetto ai target di efficienza che la Scuola si propone di raggiungere, senza fare alcun riferimento ne ad aspetti di carattere equitativo ne a un confronto con la qualità dell’apprendimento e la soddisfazione rispetto alla propria carriera universitaria evidenziata dagli studenti. Riteniamo, pertanto, che i miglioramenti osservati in questi anni siano da mettere in relazione con le maggiori barriere all’ingresso erette a partire dal 2010 e alla variazione della composizione e del contesto socio-familiare di partenza degli studenti che riescono a superare il test. Per avvalorare questa tesi prendiamo a riferimento io dati disponibili per i corsi di studio nelle schede QA.

0,00

0,50

1,00

1,50

2,00

2,50

3,00

3,50

4,00

2010/2011 2011/2012 2012/2013

Rapporto Studenti Presenti al Test e Posti Disponibili

CLEA

CLABE

CLAMM

CLEF

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Risulta evidente che il corso che ha ottenuto il miglioramento più consistente nel rapporto laureati-iscritti ( CLAMM + 216,7% ) è il corso dove la selezione all’ingresso è stata fin da subito più forte, ( ovvero solo uno studente ogni 3,5 è riuscito a passare il test ) e in cui, quindi, c’è da aspettarsi che la preparazione di base sia migliore.

Sulla base dei dati sulla provenienza notiamo come la percentuale di studenti che hanno frequentato un liceo aumenta notevolmente ovvero che il test valorizza le competenze e le conoscenze acquisite durante un percorso liceale. Ora se il test è minimamente strutturato in base alle conoscenze ritenute necessarie per affrontare il corso di laurea, ciò significa che la tendenza è avere classi sempre più omogenee, composte da soggetti già in possesso delle conoscenza base per lo studio dell'economia.

Notiamo, inoltre, come sia aumentata anche la percentuale degli iscritti con un voto di diploma superiore a 80 e come sia contestualmente calata la percentuale degli studenti che hanno contratto un OFA in matematica. Dalle indagini svolte da Alma Laurea si evince che il voto di diploma è strettamente correlato ad una buona/ottima riuscita degli studi universitari.

Questo insieme di dati ci consente di affermare che i successi vantati in relazione a numero di fuoricorso e media di voti d'esame sono da mettere in relazione con il fatto che gli studenti che ora hanno accesso ai nostri corsi di studio hanno una preparazione di partenza più elevata, una

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formazione liceale sicuramente più conforme alle modalità di insegnamento e alle conoscenze richieste.

La Necessità di Invertire la Rotta

Il prossimo 20 Febbraio si discuterà all’interno della Commissione Paritetica la riduzione del numero di appelli anche per EMI e EPELM : è questa un’occasione fondamentale e, forse anche l’ultima, per fermare la sperimentazione e rivendicare un aumento degli appelli di esame per tutti i corsi di laurea. Abbiamo provato a mostrare che i risultati ottenuti sono assolutamente sproporzionati rispetto alle distorsioni che si introducono nel modo in cui siamo costretti a approcciare alla vita universitaria e sulla qualità dell’apprendimento. L’unico risultato veramente evidente è che l’introduzione del numero chiuso e dei tre appelli hanno eretto delle barriere all’eccesso molto spesse e inciso in maniera determinante sul nostro percorso universitario. Riteniamo inaccettabile che, anche all’interno dell’Università, in nome dell’efficienza si limiti in maniera così forte il diritto di tutti e tutte a intraprendere e completare il proprio percorso formativo. Pensiamo che sia necessaria l’apertura di un momento di discussione e di confronto all’interno della nostra Scuola che porti a ripensare l’organizzazione didattica in modo che sia più vicina alle nostre esigenze e ai nostri bisogni e, pertanto, invitiamo tutti gli studenti e le studentesse di Economia a partecipare alla assemblea pubblica che terremo il 19 Febbraio presso la sede di P.zza Scaravilli in Aula 22 alle ore 17:30.