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di Antonio Scanferlato

FONORIVELATORE MONOFONICO A MAGNETE MOBILE

ORTOFON 2M MONO

42 FDS 245 ▼ Il Regno degli Ascolti

Se fossi maleducato risponderei: <<perché sì!>>. Se fossi un politico risponderei<<perché no?>>. Ma io sono qui per condividere con voi la mia passione dunquerispondo: <<scopriamolo insieme>>.

Ascoltare oggi in monofonia,perché?

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ORTOFON 2M MONO ▼ FDS 245

dustry Association of America).È bene sapere che il microsolco mo-noaurale è inciso affinché lo stilocompia solo oscillazioni laterali (destrasinistra). L’assenza del movimentoverticale della puntina, rispetto allacorrispondente versione stereofonica,riduce la distorsione, il rumore difondo e rende il tracciamento menosensibile alle impurità annidate neisolchi.

LA TESTINALa 2M Mono pesa 7,2 grammi ed hauna cedevolezza medio alta, ciò si-gnifica che è compatibile con la stra-grande maggioranza dei bracci indotazione ai giradischi moderni. Il suostilo è sferico (come quelli originari).Il peso di lettura ottimale è quello chela casa consiglia: 1,8 grammi. La ten-sione di uscita è di 4 milliVolt ovveroadatta a tutti gli stadi phono presen-ti negli amplificatori e nei preampli-ficatori in commercio. La capacità dicarico richiesta varia fra i 150 pico Fa-rad ed i 300. Io ho trovato ottimale uncarico di 100 pico Farad con i pream-pli a valvole e 150 con il preampli atransistor.

I PARTNERIl fonorivelatore non è che una partedel sistema per la riproduzione dei di-schi fonografici, esso per funzionareha bisogno del braccio di lettura e delgiradischi. E c’è un “socio”, esterno alsistema, che è altrettanto partecipati-vo quanto indispensabile: lo stadiophono. Quest’ultimo si assume l’one-re di de-enfatizzare, cioè di equalizzaresecondo una curva ben precisa (la fa-mosa RIAA) il segnale stampato sulvinile, elevando la piccolissima ten-sione di uscita dalla testina fino al li-vello linea. È importante ricordare chelo stadio phono contribuisce attiva-mente a formare un’impronta sonora,in un dato front end analogico e perquesto andrebbe scelto accuratamen-te quanto la testina stessa. Il primo Giradischi usato per la pro-va è un Lenco L78/SE del 1979, l’hocomperato per curiosità, volevo con-statare personalmente le tanto de-cantate meraviglie della trazione a pu-leggia. Il suffisso “SE”, nel LencoL78, sta ad indicare che monta di se-rie un braccio ad “esse” di fabbrica-zione giapponese: lo Jelco SA-13TL1,caratterizzato da bassa massa, artico-

lazione a cuscinetti ed antiskating acontrappeso.Il secondo giradischi sul quale è sta-ta montata la 2M Mono, è il WellTempered Classic, dotato del ClassicArm. Esso è il risultato di una preci-sa filosofia costruttiva, dunque sono-ra e per questo molto originale. Il suoprogettista - Bill Firebaugh - decise chele sue macchine dovessero essere ipersmorzate. E questa, in particolare, èformata da tre spessi strati di MDF so-vrapposti, inframmezzati da una la-mina di materiale smorzante e finitocon una elegante laccatura nera luci-da ad effetto pianoforte. Il braccio è spettacolare, un colpo digenio! Esso, a differenza di tutti gli al-tri bracci esistenti al mondo, non hanessun tipo di articolazione mecca-nica, perché il suo punto di fulcro, co-stituito da un contrappeso, è sospesoal castello attraverso un filo di nyloned è immerso in un particolare olio si-liconico, che ne impedisce i movimentibruschi ma che non ostacola mini-mamente i movimenti delicati, comequello dell’assecondare la testina du-rante il difficile compito di traccia-mento; la canna è di alluminio ed èriempita di sabbia; lo shell è del tiponon rimovibile. Allineare una testina sul Well Tem-pered è un gioco da ragazzi, solo ri-chiede un po’ di tempo in più, perchédopo ogni regolazione bisogna aspet-tare che l’olio si stabilizzi. Per l’im-postazione del peso occorre una bi-lancina, il VTA si regola tramite unascala graduata, mentre l’antiskating el’azimut si possono regolare durantel’ascolto.Il braccio Well Tempered, sulle prime,non si è interfacciato al meglio con laOrtofon, perché a calcoli fatti la riso-nanza del sistema si è piazzata sui 14Hertz circa, ponendo un limite alle po-tenzialità della testina. Ho risoltoadottando un escamotage: ho tiratoquasi in secco il contrappeso dalla suavaschetta con l’olio siliconico, cosìda permettere al braccio di simularemenomassa ed ecco sparita la nasalità del-la prima situazione.I pre utilizzati sono: il glorioso PST-200 del grande progettista italiano Bar-tolomeo Aloia (usato anche solo dal-la sua uscita “Phono Direct”, dove dàil massimo); Audio Note L2 Line/Pho-no Stage MKII, riprogettato da Tim

Moltissimi anni or sono eredi-tai da uno zio una fonovali-gia LESA e un buon numero

di LP di musica classica, rigorosa-mente monofonici. Fra i molti ascol-tai un paio di volte “L’ApprendistaStregone” di Paul Dukas e poi ab-bandonai tutto in un angolo. Era il1979, coi miei amici ascoltavamo e di-scutevamo “The Wall”, “In ThroughThe Out Door”, “Breakfast in Ameri-ca”, “The Long Run”... mica pizza e fi-chi! (sono ironico).Oggi mi ritrovo una quantità interes-sante di “ mono”, di vari generi. Daqui l’idea di provare una testina de-dicata al microsolco primordiale...per vedere l’effetto che fa.

UN PO’ DI STORIAIl 21 Giugno del 1948, l’ingegnerePeter Carl Goldmark, ricercatore pres-so la Columbia Records, produsse ilprimo disco di plastica, largo poco piùdi trenta centimetri; inciso con la tec-nica del microsolco; rotante a 33 girie 1/3 al minuto, contro i 78 giri dei di-schi in lacca. Finalmente, per la prima volta nellastoria della musica riprodotta, si po-tevano incidere/ascoltare brani delladurata maggiore di venti minuti perlato. I grandi progressi ottenuti nei labo-ratori delle major, però, erano in par-te vanificati dagli infimi sistemi di let-tura di allora. I limiti meccanici dei gi-radischi e dei bracci, uniti ai limiti elet-trici e meccanici delle testine obbli-garono i fonici a “smussare” gli estre-mi della banda audio ed a contenerela ampiezza massima del segnale, infase di masterizzazione, sicché sui di-schi anni ‘50 e ‘60 è quasi impossibi-le trovare bassi profondi (già a 50Hertz alcune testine saltavano viadal solco), acuti estesi e grandi escur-sioni dinamiche.Un altro problema era dato dalla nonassunzione di uno standard unicoper l’equalizzazione della curva di en-fasi, da parte delle varie case disco-grafiche, le quali tendevano ognuna apromuovere il proprio brevetto (an-noso problema, quello della “guerra”dei formati). Fra il 1953 e il 1956, alla buon’ora, qua-si tutti i produttori di LP adottaronola RCA Victor New Orthophonic cur-ve, poi universalmente riconosciutacome “curva RIAA” (da Record In-

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De Parravicini; Audio Analogue AriaRev. 2.0, quale rappresentante unicoper la categoria a stato solido.Per la maggior parte del tempo sonostati utilizzati dei monitor amplifica-ti, da studio: i Dynaudio BM5A mkIIe gli RCF Ayra Five. A fine prova è subentrato l’ampli in-tegrato “Lo Scherzo”, in coppia con idiffusori acustici Klipsch Heresy II edil mitico (e costoso) cofanetto TheBeatles In Mono.Di proposito non cito i cavi usati, inquanto essi non sono che connessio-ni, il vero suono lo fa il supporto mu-sicale, l’impianto e l’acustica am-bientale. Le “pietre di paragone” sonostati i miei fonorivelatori stereo: Shu-re V15 IV con stilo Jico SAS e BenzWood L 2.

IL CRITERIOLa 2M Mono è stata montata dappri-ma sul Lenco L78/SE e collegata al-l’Audio Note, poi al Bartolomeo Alo-ia, alternando i diffusori amplificati. L’Audio Analogue è stato collegato al-l’ingresso linea dei due pre, sempre al-ternando le casse. Il processo è stato ripetuto pari pariquando la Ortofon è stata montata sulWell Tempered.Mi sono concesso un po’ di relax solo

con l’arrivo inaspettato delle Klipsch,ascoltando più per gioia che per “la-voro”. Anche per la musica ho seguito un cri-terio: per primi ho ascoltato gli LP ori-ginali e poi le ristampe. Ho potutoconfrontare direttamente solo due ti-toli originali con le corrispondentiristampe: Truth e Beck-Ola di JeffBeck, dove gli originali sono stereo-fonici e le ristampe monofoniche(sic!).

IL SUONOHo cominciato con Bessie Smith ma...sembrava si fosse rotto qualcosa. Poiho realizzato che stavo ascoltando un78 giri, dal momento che il brano piùrecente della raccolta (Bessie Smith –Blues Encore BE LP 1509) risale al1937. È andata leggermente meglio con il“Concerto n. 4” di Rachmaninoff (conlo stesso autore al piano) registrato nel1943 a Philadelphia (RCA A12R 0189).L’orchestra sembra ficcata in un sec-chio poggiato sul fondo della stanza,ma con il piano in bella evidenza, ro-tondo però molto tremolante. Accantonati tutti i dischi più vecchi del1953, finalmente ho potuto concen-trarmi sulla musica ben registrata(per l’epoca). Ho rimesso sul piatto, con grande cu-riosità, L’Apprendista Stregone di Du-kas, seguito da Danza Macabra di Ca-mille Saint-Saëns (His Master’s VoiceQUALP 10264). E devo per forza ri-ferire del mixaggio: immaginate l’or-chestra al proprio posto sullo sfondo,un po’ nasale, un po’ compressa, unpo’ sfocata, ma molto compatta eviva. Immaginate poi alcune sezioniorchestrali portate in primo piano eche vi eseguono, davanti ai vostriocchi, alcuni brani della partitura congli strumenti che appaiono solidi, vi-vidi, dettagliati e dinamicissimi, convelocità dei transienti da lasciare sen-za respiro, violenti addirittura. Pococredibile ma molto emozionante.Sono passato immediatamente adascoltare musica da un’altra grandeetichetta inglese: la DECCA, con la so-prano Joan Sutherland (LXT 5616), co-nosciuta dai melomani come La Stu-penda. Qui le cose tornano al loro po-sto, l’orchestra sul fondo è sempre unpo’ granulosa e sfocata ma la voce èavanzata il giusto. Registrazione unpo’ velata e non molto vivace, poca la

dinamica, buona la profondità della“scena”, solo fluida la voce della qua-le però si riesce a godere comunquedel bel timbro. Dalla americana Everest Records ab-biamo l’ouverture di Francesca da Ri-mini di Tchaikovsky (LPBR 6011), chesi pone qualitativamente a metà stra-da fra i due dischi appena ascoltati: unpizzico in più di trasparenza e foca-lizzazione ma non molta dinamica.Cambio genere e riparto col Blues: Jim-my Witherspoon (Black Lion RecordsBLP 30147) e T-Bone Walker (Atlantic8020). Il torpore mi lascia, il piedinobatte ma di vera HI-FI, ancora niente!Banda audio troppo ristretta, bilan-ciamento tonale innaturalmente spo-stato verso l’alto.Diverso è il comportamento di unaraccolta di trombettisti Jazz della Pre-stige (8296) che già si presenta friz-zante e con un buon equilibrio tim-brico. Addirittura posso facilmente ri-levare grandi differenze fra una trac-cia e l’altra.Molto buoni i due LP di Jeff Beck manulla di eclatante.Non ne posso più... mi sparo le ri-stampe americane in vinile pesante!Finalmente cambia la musica: com-paiono gli estremi della banda audioed anche la dinamica, quando pre-sente nella registrazione. Finalmentela nostra Ortofon può sfoggiare tuttele sue doti musicali. Tenor Madness della DCC Classic (LPZ2022) risplende del caldo fulgore deisuoi sax: quello di John Coltrane lisciocome la seta e ipnotico contro quellodi Sonny Rollins ruggente e scattan-te come un giaguaro. Considero buo-na la riproduzione del pianoforteperché, anche se molto ridimensionatonella sua immanenza, resta ottimo intutto il resto. Ottima la batteria, con ipiatti cristallini e i tamburi ben vi-branti. Il contrabbasso invece è un po’più rimbombante della norma, ben sipercepiscono le corde e le risonanzedel legno ma, rispetto alle testineusate a confronto, pecca di definizio-ne e stabilità. Della stessa casa è la rie-dizione di Saxophone Colossus (LPZ2008) che suona meglio del disco pre-cedente: gli strumenti appaiono piùgrandi, meglio a fuoco, più comple-tamente rappresentati e fluidi ed an-che il basso è notevolmente migliorato,l’incipit di BBlue Seven è lì a testimo-niarlo.

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CARATTERISTICHE TECNICHE

Voltaggio di uscita a 1000 Hz: 5cm/sec. - 4 mVIntervallo di frequenze: a – 3 dB,20-22.000 HzRisposta in frequenza: 20 - 20.000Hz + 3 / - 1 dBTracciamento a 315 Hz al pesoraccomandato: 70 µmStilo: Nude SphericalPeso di lettura: 1,6 - 2,0 g (16-20mN)Peso di lettura raccomandato: 1,8g (18 mN)Angolo di tracciamento: 20°Carico raccomandato: 47 kOhmCapacità raccomandata: 150-300pFPeso senza viti: 7,2 g

Prezzo (Iva inclusa): Euro 300,00

Importatore e distributore:Audiogamma S.p.A.Web: www.audiogamma.it

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vato un tantino sbilanciato verso l’al-to, così ho provato ad abbassare diqualche grado il braccio (grazie S.D.N.d.R.) e qualcosa, in effetti, è mi-gliorato. Il dettaglio è solo buono, se confron-tato con la Benz Wood L2 (una MC daquasi millecinquecento euro). La tim-brica è generalmente asciutta e con unbasso percussivo molto pronto e pre-sente, ma con l’estremo grave poco ar-ticolato, anche tenuto conto dell’etàmedia delle registrazioni.Una peculiarità molto positiva della2M Mono consiste nella fisicità e fo-calizzazione dei suoni, dote che donaun aspetto molto live alla musica. I migliori album mono hanno una sce-na acustica che qui si rileva con faci-lità: i musicisti sono individuabili nelsenso della profondità, perciò nonc’è mai la sensazione di ammassa-mento, tanto è netta la separazione trai vari strumenti. Infine i parametri dei quali mi sono oc-cupato maggiormente sono stati due:la grande dinamica e la bruciante ve-locità di risposta ai transienti. Secon-do me questa sensazione, avvertita in-vero maggiormente con L’Aloia e leDynaudio, potrebbe essere tipica del-le testine monofoniche, dato chel’equipaggio mobile deve muoversisolo in un senso, all’interno del solco. La testina non ha mai dato il minimosegno di mistracking con i dischi piùrovinati e neanche alle prese con i tran-sienti più violenti, a qualsiasi fre-quenza.

La 2M Mono con l’Audio Note ha esi-bito un suono vivace, arioso e tiepidoallo stesso tempo, con gli alti ben scol-piti, i medi liquidi ed i bassi morbidi.Con l’Aloia la musica inonda la stan-za, tutto è più stabile, corposo, pal-pabile ed ancora più vivo e dinamico.Con l’Audio Analogue tutto è moltopreciso e puntuale. Il set-up ottimale, anzi magico, è sta-to quello con il Lenco L78/SE, il PST-200 e le BM5A MKII, il quale ha for-nito un tale livello di musicalità edequilibrio da non far desiderare nul-la di meglio.

CONCLUSIONIRicercando in rete ho scoperto che visono (specie in oriente) audiofili cheascoltano solo in monofonia pura, iquali dichiarano che per nessuna ra-gione ritornerebbero al multicanale. Ineffetti se alcune aziende come, peresempio, la Dynavector, la Benz o lastessa Ortofon pongono in commerciotestine MC monofoniche dal costo dimigliaia di euro un motivo c’è ed io loposso capire: l’ascolto di dischi mo-noaurali con una testina apposita èun’esperienza emotiva unica. Cosìcome è stato molto coinvolgente ascol-tare il cofanetto mono dei fab four conil Bartolomeo Aloia come phono sta-ge, collegato all’ampli integrato mo-notriodo Lo Scherzo e le Klipsch Here-sy II. E per rispondere alla domanda ini-ziale: il mono? Un piacere inaspetta-to.

Gli ascolti sono proseguiti con mol-tissimo Jazz. Vi segnalo per qualità ar-tistica e sonora Kenny Dorham Afro-Cuban (LP Blue Note 1535) e tutti glialbum del divino Miles di quel pe-riodo. La goduria maxima, tuttavia, l’hoprovata con Steamin’ dell’immensoMiles Davis, ristampato dalla Analo-gue Productions in due dischi a 45 giri,da 180 grammi (Prestige 7200), doveSalt Peanuts mi ha fatto saltare dallapoltrona... una dinamica ed una ve-locità tale l’ho sentita solo da MC diun certo pregio.Per finire mi sono gustato in santapace Porgy And Bess (Columbia CL1274), con Miles Davis alla tromba eGil Evans conduttore, stampa moltomusicale. Ormai il carattere sonoro della 2MMono è emerso in modo chiaro: essaè totalmente trasparente al program-ma musicale, tanto da sembrare qua-si senza una propria personalità. Essarivela con semplicità il carattere diogni registrazione ma senza scende-re troppo nei particolari, come è leci-to aspettarsi da una testina MM nel-la sua fascia di prezzo, anche perchéil prezzo, spesso, lo fa lo stilo (ed aquesto punto mi chiedo come suone-rebbe la sorella maggiore 2M MonoSpecial Edition, appositamente ela-borata per il succitato cofanetto deiBeatles, visto che è dotata di unapuntina con taglio Nude Shibata). Vorrei dare, come giudizio, un “otti-mo” all’equilibrio timbrico ma l’ho tro-

La Ortofon 2M Mono montata a sinistra su un Well Tempered e a destra su un Lenco...

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